Il modello formativo dell'integrazione: caratteristiche e applicazioni
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che si sente – per grazia – coinvolto in prima persona in questa operazione dellasalvezza, dono ricevuto e poi donato.Integrazione è tutto questo: qualcosa di passivo e insieme di estremamenteattivo: integrare significa avere un centro, essere attratti, dare senso, riconciliare,ricapitolare, compiere, riempire completamente, portare qualcosa al suo terminenaturale o spingerla al massimo delle sue possibilità, unificare, non escludere,rinnovare…3. L’icona della discesa agli inferia. Educare alla conoscenza di séResistenze e paureRiconoscimento del nucleo inconsistenteAccettazioneMezzi: l’albero dell’inconsistenzaSe il centro vitale verso cui converge tutto il dinamismo della formazione,iniziale e permanente è il cuore di Cristo e il mistero della sua croce e risurrezione,allora lo stesso cammino di crescita non potrà che ripercorrere nelle sue fasi come untriduo pasquale. Nella fase che a noi interessa ora: la fase educativa, l’impegnomaggiore del formatore e del formando per la sua parte sarà quella di e-ducere, ditirar fuori la verità della persona accompagnata, la sua realtà più profonda, non soloquella visibile e conscia, ma anche quel mondo sommerso interiore, in cui abitano gliaspetti meno positivi della persona, inconsistenze e immaturità, per dare la possibilitàdi liberarsene, e di poter poi essere in grado di ascoltare, accogliere e gustare concuore aperto Colui che è la Via, la Verità e la Vita.Questo processo richiama a mo’ di paragone l’icona orientale della discesaagli inferi in cui Gesù, dopo la sua morte, raggiunge i suoi progenitori Adamo ed Evae tutti i giusti fin nelle profondità della terra e li attira con un movimento propriocentripeto verso di sé, nella Vita vera, con un gesto dolce e deciso ad un tempo dellasua mano. E’, per il soggetto in formazione, l’inizio del viaggio alla scoperta delproprio io, manifesto e nascosto. E. Balducci così definisce l’opera educativa:“L’educazione è risvegliare nelle coscienze la verità che è dentro le coscienze, inmodo che esse diventino capaci di ragionare da sé, di farsi libere in un mondo in cuila libertà è un rischio, una conquista e mai un dato di fatto o un dono radicato” 3 .Educare alla conoscenza di sé comporta porre attenzione ad alcuni passaggifondamentali che toccano realtà centrali della persona.La prima attenzione dell’educatore andrà ai comportamenti, allacondotta, a ciò che è più immediatamente visibile e percepibile, ai gesti quotidianiusuali, ai modi di fare che il soggetto ripete in diversi ambienti e con diverse persone,alle abitudini, alle cose che dice con più frequenza. La sfumatura del suo sguardo sarà53 E. BALDUCCI, L’insegnamento di don Milani, Roma, 2005, p.100