Poesia e Luce
“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti "Il trillo" di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica. Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83 poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico dei Frari.
“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti "Il trillo" di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica.
Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83 poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico dei Frari.
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Marco Nereo Rotelli
a Venezia
comunicare con l’arte
Marco Nereo Rotelli<br />
a cura di<br />
Giovanna Zabotti e Stefano Stipitivich<br />
ANTOLOGIA POETICA<br />
con la partecipazione di 83 poeti contemporanei
“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti Il<br />
trillo di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e<br />
campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa<br />
poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per<br />
guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica.<br />
Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83<br />
poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui<br />
la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono<br />
dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico<br />
dei Frari.<br />
Viva Venezia, capitale delle parole, simbolo di unione, magia della<br />
poesia!<br />
Filippo Cavalli / Elena Lombardi / Margherita Zambelli<br />
Team ArtProject
Sta arrivando il Natale e, in un momento storico così complicato,<br />
riavvicinare la cittadinanza alle nostre tradizioni è anzitutto un<br />
dovere civico. Questa festività che da sempre vede protagonisti i<br />
bambini, le famiglie e i cittadini, oggi più che mai vogliamo che sia<br />
davvero una festa per tutti, un luogo splendente dove i veneziani<br />
possano ritrovare le loro radici condividendo la magia e la poesia di<br />
questo momento.<br />
“Venezia-poesia e luce” ben sposa questa idea partecipativa del<br />
Natale con l’unione di luci e parole a cui si uniscono i versi che 83<br />
poeti di tutto il mondo hanno dedicato alla nostra Città.
Viviamo con serenità questi giorni speciali, ritrovando quel senso di<br />
comunità di cui abbiamo davvero bisogno e, con la collaborazione<br />
di tutti e con tanta umiltà, costruiamo insieme una rinnovata<br />
prospettiva di crescita per la nostra Venezia.<br />
Luigi Brugnaro<br />
Sindaco di Venezia
La luce della cultura alimentata dalla poesia nell’istallazione di<br />
Marco Nereo Rotelli e il legno delle tavolette che decorano il<br />
maestoso albero, trasformano Venezia in un faro. Questo faro<br />
vuole richiamare gli abitanti del territorio alle proprie tradizioni e<br />
ricordare loro che la Città sta trovando la sua rinnovata eleganza<br />
fondata sull’arte e la cultura stessa, che tanto le ha dato nei secoli.<br />
Paola Mar<br />
Assessore al Turismo del Comune di Venezia
Da anni sentivamo l’esigenza di avere in Piazza San Marco e nella<br />
prospicente area marciana un Natale che andasse oltre i soliti<br />
addobbi, oramai inflazionati e presenti in ogni angolo del nostro<br />
paese.<br />
Venezia per noi doveva avere qualche cosa di più, perché per<br />
noi Venezia è unica nella sua bellezza. Da questa città dalla<br />
sua Piazza più conosciuta e rappresentativa doveva partire un<br />
piccolo messaggio, che fosse però forte, legato al bello, all’unico,<br />
all’originale.<br />
“Venezia <strong>Poesia</strong> e <strong>Luce</strong>” va sicuramente incontro a questa esigenza:<br />
legare la poesia, la parola, il segno grafico dell’artista Marco Nereo<br />
Rotelli al Natale con il suo forte richiamo simbolico.<br />
Piazza San Marco diviene così cassa di risonanza, testimonianza<br />
per tutti noi Veneziani e non di un messaggio indissolubilmente<br />
positivo.
Quale presidente dell’Associazione Piazza San Marco mi auguro<br />
che questo progetto segni l’inizio di un percorso, che ci porti<br />
tutti assieme alla riqualifica dell’immagine dell’area marciana. Ho<br />
sempre pensato con i miei colleghi che la nostra città abbia enormi<br />
possibilità e potenzialità inespresse, lasciate cadere per una mai<br />
sopita apatia e mancanza d’iniziativa.<br />
Quest’anno invece ho visto molte persone attivarsi per il successo di<br />
“Venezia <strong>Poesia</strong> e <strong>Luce</strong>”: a tutte loro va il mio ringraziamento.<br />
Se saremo riusciti a gettare le basi di una nuova mentalità, di un<br />
nuovo modo di stare assieme vorrà dire che siamo riusciti nel nostro<br />
intento.<br />
Ai Soci dell’Associazione Piazza San Marco, ai Veneziani, ai tanti<br />
amanti di questa meravigliosa città vanno i miei più sinceri auguri<br />
di Buon Natale e sereno anno nuovo.<br />
Alberto Nardi<br />
Presidente dell’Associazione Piazza San Marco
Trovare un’espressione per il Natale a Venezia non è mai facile,<br />
perché significa trovarsi faccia a faccia con la storia, in un duello che<br />
pare sempre perso in partenza.<br />
Questo progetto vuole realizzare qualcosa di nuovo, vuole regalare<br />
a Venezia un dono di luce e poesia, un dono utopistico e visionario,<br />
ma al tempo stesso vivo a tangibile.<br />
L’opera di Marco Nereo Rotelli, con il contributo degli 83 poeti<br />
e delle loro poesie ispirate a Venezia, vuole essere un viaggio<br />
all’interno della coscienza dell’uomo ma non di un uomo<br />
qualunque. Vuole avere l’ardire di ricordare al Veneziano il sogno<br />
che rappresenta la Sua Città agli occhi del mondo, vuole mostrare<br />
a chi Venezia la vive ogni giorno che la magia legata alla cultura<br />
e all’arte è ancora ben radicata nelle sue vie e nel quotidiano, alla
portata di tutti. Ben lontana dalle tristi definizioni che la vedono<br />
come una “cosa” astratta e fine a se stessa.<br />
E per riuscire in questa missione tutte le realtà commerciali<br />
dell’area si sono riunite per offrirsi da motore e da sfondo di<br />
questa espressione artistica. Perché, come diceva Rembrandt, senza<br />
l’atmosfera un dipinto è nulla.<br />
Il fine di questo straordinario progetto è di aiutare la Città a<br />
ritrovare quella sua elegante ed unica identità, che talvolta sembra<br />
perduta, nell’aggregazione, nella possibilità di riappropriarsi del<br />
Natale nel centro storico, nel suo cuore pulsante che non deve<br />
più essere visto con distacco e destinato ai soli turisti, non una<br />
scenografia lontana ma un luogo da vivere.<br />
Giovanna Zabotti<br />
Direttore Artistico Fondaco
Tanti pittori veneti, da Carpaccio a Giorgione, da Bellini a Tiziano<br />
da Canaletto a Guardi, hanno fissato magicamente nelle loro opere<br />
una luce unica e irripetibile, quella di Venezia! Questo perché per<br />
sei ore l’acqua entra in laguna, nella nostra amata laguna, e per sei<br />
ore esce in un abbraccio quasi nuziale col mare. E quest’acqua, che<br />
scorre instancabile da sempre, cambia la luce della città dei Dogi<br />
a ogni attimo e diventa, nel suo continuo mutare, quasi poesia<br />
in forma liquida, fatta di versi che diventano onde, riflessi, cielo.<br />
Queste sensazioni le ritrovo nell’intervento di Marco Nereo Rotelli,<br />
che da sempre ci stupisce con le sue performance di luce, un mix<br />
di arti visive e poesia. “ Ut pictura poësis”: nessun aforisma migliore<br />
di quello del grande poeta latino Quinto Orazio Flacco potrebbe<br />
spiegare il suo lavoro.
Come un direttore d’orchestra Marco ha chiamato gli amici poeti di<br />
tutto il mondo e ha chiesto loro di comporre assieme una sinfonia<br />
in versi sulla Venezia che amano, sulla Venezia che Jan Cocteau<br />
definiva metà donna, metà pesce, una sirena. Ecco quindi queste<br />
poesie in tutte le lingue del mondo raccolte in questo libricino<br />
prezioso nato dall’amore di questo artista per il bello e per la<br />
poesia che del bello è una delle massime espressioni. Marco Nereo<br />
Rotelli rende così uno splendido omaggio a Venezia e al grande e<br />
indimenticato Mario Luzi e a quel suo “offrire versi con simpatia”.<br />
Stefano Stipitivich<br />
Direttore Artistico Caffè Florian
Il trillo<br />
MARIO LUZI
Il trillo,<br />
quella mattutina squilla,<br />
poi il diluvio<br />
di voci, suoni, passi<br />
nelle calli,<br />
di risa<br />
e battibecchi,<br />
strida,<br />
bube sotto i tetti,<br />
fischi,<br />
fieri richiami,<br />
nei rii e nei campielli,<br />
dai ponti, dagli imbarcaderi.<br />
Colori e luci<br />
non ne offre<br />
la tana al mio risveglio,<br />
mulinano<br />
però, lo sento, nell’aria,<br />
lampeggiano sull’acqua, scissi<br />
in virgole<br />
in lucciole e scintille<br />
nella fremebonda danza<br />
che ci assedia e ci accompagna.<br />
O fuoco equoreo, o mutazione<br />
mutua<br />
delle multiple apparenze<br />
e dell’unica sostanza,<br />
vita pura, pura persistenza della vita<br />
oltre la sua materia<br />
nella incontenibile flagranza<br />
sarò io in voi o voi sarete in me?<br />
sciocco, non conta, non fa differenza.
Antologia Poetica<br />
Poeti dal mondo per Venezia<br />
a cura di<br />
ArtProject
Venus y su máscara<br />
CARLOS J. ALDAZÁBAL<br />
Argentina<br />
“Esta ciudad es Venecia”, me dijiste,<br />
y yo pensé que Venecia era la máscara de un<br />
río,<br />
disimulado por el encanto arquitectónico del<br />
tiempo.<br />
De algún modo, Venecia también era lo<br />
imposible,<br />
como la nieve en Mauritania, como el Sahara<br />
en las estepas rusas,<br />
como tu pelo en la almohada de este cuarto,<br />
o la respiración de las estatuas a la hora del<br />
amor.<br />
Y de todo lo que pensé, la única verdad era<br />
tu máscara.<br />
Vale decir: en la distancia, podría reconocer<br />
tus ojos brillando en su disfraz,<br />
y el encanto arquitectónico del tiempo<br />
hundiéndose lentamente en los canales,<br />
lágrimas de un cocodrilo que pretende nadar<br />
por un pantano,<br />
homenaje a la discreción del verde: agua<br />
verde, cielo verde, ojos verdes,<br />
todo tornasolado por un resplandor perdido.
Asteroidi modulari<br />
GIOVANNI ASMUNDO<br />
Italia<br />
Asteroidi modulari progettati<br />
e falene si affogano al crepuscolo<br />
nei palpiti di un sole a reticolo<br />
che screzia orizzonti incinerati.<br />
Aspre scogliere di periferia<br />
falesie in cemento e ammoniti<br />
stratificate in trilocali sviliti<br />
croste da parati e da tappezzeria.<br />
In salvagente sdraiarsi sui tetti<br />
(s’infrangono in marosi le costellazioni).<br />
Errare a memoria tra coniugazioni<br />
di vite in tempi futuri e anteriori.<br />
Siamo scampati a proposte allettanti<br />
di scaltre sirene d’acciaio satinato<br />
ciottoli e ossa sbiancate di carene<br />
poi perfino il naufragio si è arenato.<br />
Scarpe coi tacchi ha l’aurora di perla<br />
solletica i piedi la pallida bruma<br />
da soli, senz’altri avversari di scacchi.<br />
Iride il mare con ciglia di spuma.<br />
Dove le cetre, le crisi, le maschere?<br />
Dove le voci, i sei personaggi?<br />
Il vento che tira le corde del freddo<br />
si tinge le dita di tenui miraggi.
MURIEL AUGRY-MERLINO<br />
Francia<br />
Elle se décline et se conjugue, se transforme<br />
et se métamorphose,la mer de nos détresses et<br />
nos plaisirs
An Autumn in Venice<br />
MARK AXELROD<br />
Stati Uniti d’America<br />
An autumn in Venice. Alone. Awakened at<br />
four in the morning to the sounds of staggered<br />
footsteps on the Ponte dei Scudi. Sleep avoids<br />
me. Perplexed, I allow myself to wander<br />
aimlessly in thoughts. Thoughts tangent to<br />
other thoughts, lost love, marriage, arraigned<br />
in the court of marital mismanagement.<br />
She, lost in love with the sanguine Spaniard;<br />
I, alone, staggering over the Bridge of Sighs<br />
slumping towards the prison of salient sadness.<br />
It appears that I am destined for these days of<br />
lost desire, these isolated moments along the<br />
Schiavoni. Not Aschenbach on the Lido, but<br />
another autumn in Venice with a death of a<br />
different odor.
TAHAR BEKRI<br />
Tunisia<br />
Ils regardaient la mer à l’infini<br />
Comme à l’intérieur d’eux-mêmes
Lagună<br />
ANA BLANDIANA<br />
Romania<br />
Pleoape de apă<br />
Se închid una câte una<br />
Ca un ecou.<br />
Se aud înainte de a se vedea<br />
Cum vin înspre țărm<br />
Cu gene de spumă,<br />
Se pleacă încet<br />
Peste pupila de piatră,<br />
Apoi se ridică din nou<br />
Și se lasă stingher<br />
Să-nchidă vederea pământului<br />
Acoperit de somn și de ape,<br />
Și reușind să viseze câte o dungă de cer<br />
Doar în secunda dintre două pleoape.
Laguna<br />
ANA BLANDIANA<br />
traduzione italiana di Bruno Mazzoni<br />
Palpebre d’acqua<br />
Si chiudono una a una<br />
Come un’eco.<br />
Si sentono prima che si vedano<br />
Mentre giungono a riva<br />
Con ciglia di spuma,<br />
Si piegano lievi<br />
Sulla pupilla di pietra,<br />
Poi si levano di nuovo<br />
E si abbandonano confuse<br />
Per chiudere la vista della terraferma<br />
Ricoperta di sonno e di acque,<br />
E capaci di sognare una striscia di cielo<br />
Solo nell’istante fra due palpebre.
<strong>Poesia</strong><br />
MATTEO BO<br />
Italia<br />
Passa il tempo<br />
e le belle pagine,<br />
sulle quali è scritta<br />
la poesia,<br />
diventano antiche;<br />
ma l’odore di vecchi<br />
fogli ingialliti dal sole<br />
desta sempre in me<br />
l’estasi di giorni e ricordi<br />
creduti perduti.<br />
<strong>Poesia</strong>,<br />
diventa di tutti;<br />
passa tra la gente<br />
di questa città<br />
e racconta la mia storia<br />
attraverso le parole<br />
di chi ancora non l’ha<br />
dimenticata.<br />
Dove giungerai?<br />
Ci sarà quel lieto fine<br />
tanto auspicato?<br />
La risposta l’attendo<br />
nello sguardo<br />
di chi mi passa accanto.
VENECIA<br />
JAVIER BOZALONGO<br />
Spagna<br />
Una mano insensata<br />
ha arañado la tierra<br />
abriendo desde el mar vías de agua.<br />
En las orillas alguien<br />
levantó los palacios más hermosos<br />
y se marchó a vivir a otra ciudad.<br />
Hoy quedan por la calle boquiabiertos turistas,<br />
vendedores de máscaras baratas,<br />
barqueros disfrazados de sí mismos,<br />
cazadores de fotos y palomas.<br />
De pronto se estremece una cortina:<br />
notas que alguien te observa, reclama tu mirada<br />
mientras te pide calma,<br />
y te pide justicia,<br />
y te pide que entiendas<br />
que si la ves llorar, es por Venecia.
su venezia<br />
GEMMA BRACCO<br />
Italia<br />
quando a sera il tramestio si acqueta<br />
come il poeta<br />
anche la città dell’acqua sonnecchia<br />
e si appaga di sospiri<br />
ogni spruzzo ogni rollio<br />
ogni scia di motoscafo<br />
ogni gondola che scivola via<br />
ogni stilla di luna<br />
ha il suo occhio di bue<br />
il suo cantore<br />
il suo fotografo di scena<br />
l’acqua conosce variazioni sul tema<br />
l’armonia sfugge alle regole<br />
la prima frase trascolora in un’altra<br />
e dipana un filo fuori trama
Aquiloni a Venezia<br />
TIZIANO BROGGIATO<br />
Italia<br />
Dal quadrato azzurro che argina San Marco<br />
partono le rincorse per il decollo.<br />
Cuspidi variopinte s’inarcano dapprima<br />
per poi conficcarsi veloci tra le costole di<br />
Rialto<br />
e la torre dei mori.<br />
E che storie i volti: stralunati, raccolti in<br />
smorfie,<br />
rapiti dalle evoluzioni.<br />
Li esalta un lucente controvento. Il profilo<br />
veneziano.
ANNA BUONINSEGNI<br />
Italia<br />
Venezia ha un incubo di nome Marghera<br />
sulle spalle rafferme<br />
nei piedi tremanti di canali marini<br />
Venezia partorisce una sentinella<br />
rovinosa<br />
viatico peggiore al viaggio<br />
di ombre nel profondo sogno<br />
è più probabile<br />
che un postino si trovi a fischiettare Schönberg<br />
e Faust a passare a casa mia per un caffè<br />
che quel patto con il demonio<br />
di zolfo<br />
e miasmi multinazionali<br />
possa sprofondare esterrefatto<br />
dal ponte più alto della bellezza
Ghetto di Venezia, 5 aprile 1996<br />
ROBERTO CARIFI<br />
Italia<br />
Casa di Riposo Israelita.<br />
Per voi, occhi, per voi<br />
tentenna un capo alla finestra,<br />
per voi prega un polacco,<br />
la pioggia sfoglia quei nomi<br />
a uno a uno.<br />
Isacco preso per mano<br />
dove mi porta, padre, il tuo silenzio?<br />
Qualunque padre ti conduce, muto,<br />
alla tua morte.<br />
Per voi, occhi, per voi<br />
la piazza è senza vita<br />
e dietro il cancello rugginoso<br />
sta la memoria insonne.
Veneţia<br />
MAGDA CARNECI<br />
Romania<br />
Aurul aerian care intră în lume<br />
și cel lichid care pleacă din lume<br />
scânteind pe fațade, poduri, canale<br />
cine îl dăruie cine-l primește<br />
din venele cerului în venele noastre<br />
mai presus de vasele translucide ale trupurilor<br />
e o lagună în sine<br />
E o mare unduitoare, tăcută<br />
lumină turnată în fragile pahare<br />
în adîncul celulelor șușotitoare<br />
în gondole și astre<br />
înapoia cuvintelor care cântă<br />
Mai invincibil<br />
decât gravitația, mareele, focul<br />
e o bucurie o boare<br />
pregătind resurecția.
Venezia<br />
MAGDA CARNECI<br />
L’oro incorporeo che entra nel mondo<br />
e quello liquido che esce dal mondo<br />
a scintillare su facciate, ponti, canali<br />
chi lo dona chi lo riceve<br />
dalle vene del cielo nelle nostre vene<br />
ben oltre i traslucidi vasi del corpo<br />
è una laguna in sé<br />
È un mare fluttuante, silenzioso<br />
luce versata in fragili bicchieri<br />
nel profondo delle cellule mormoranti<br />
in gondole e stelle<br />
dietro parole di canto<br />
Più invincibile<br />
della gravità, delle maree, del fuoco<br />
è contentezza una brezza<br />
a preparare la resurrezione
YOLANDA CASTAÑO<br />
Spagna<br />
El mar es un hueco inmenso,<br />
una nada de agua, un verde búnker.
La mia Memoria<br />
SONIA CASTELLANI<br />
Italia<br />
Rifiuto l’oblio,<br />
non voglio dimenticare.<br />
Reminiscenze che pulsano nella mia<br />
[Memoria.<br />
In essa custodisco gelosamente<br />
[un piccolo scrigno.<br />
Lo apro accarezzando le foto dell’altra esistenza,<br />
quella vissuta tra le vie della mia città.<br />
Le osservo ad una ad una…senza alcuna fretta.<br />
Riscopro ogni volta momenti a me cari,<br />
momenti di una quotidianità spesso banale.<br />
Mi aggrappo alla mia Memoria e con essa<br />
[ripercorro la mia vita.<br />
Nelle piazze,<br />
nelle stradine martoriate,<br />
tra i puntellamenti ritrovo me stessa e<br />
[le mie radici.<br />
Chi vuol ricordare,<br />
discerne il bello nelle pietre abbandonate,<br />
nei portoni socchiusi e incatenati,<br />
nelle finestre aperte coi vetri rotti.<br />
E’ un pellegrinaggio della speranza,<br />
un collante tra due vite,<br />
tra due persone con la stessa anima,<br />
con lo stesso cuore ma con destini diversi.<br />
Uno è già concluso, mentre l’altro è<br />
[tristemente incerto.<br />
Devo richiudere lo scrigno.<br />
Torno nella nuova esistenza con la mia<br />
[Memoria, cercando linfa per sopravvivere…
BİR HİKAYE<br />
METIN CENGIZ<br />
Turchia<br />
Saint Marco meydanında<br />
Bir çocuk bir güvercini kovalıyor<br />
Çocuk sevinciyle uçuyor<br />
Güvercin çocuğun sevinciyle<br />
Ey hayat<br />
Sınama beni<br />
Verdiğin bir anlık<br />
Tatlı iksirle
A STORY<br />
METIN CENGIZ<br />
translated by Müesser Yeniay<br />
In Saint Marco square<br />
A child is following a pigeon<br />
Child is flying with his happiness<br />
Pigeon is flying with the happiness of child<br />
O life<br />
Don’t test me<br />
With the momentary sweet elixir<br />
That you offered me
Veneţia terminus<br />
RUXANDRA CESEREANU<br />
Romania<br />
S-a stins viaţa falnicei Veneţii,<br />
Prin palate se tîrăsc şerpoasele Lucreţii,<br />
N-auzi cîntări, nu vezi lumini de baluri;<br />
Laguna putrezeşte, dogii joacă zaruri.<br />
Pe scări de marmură, prin vechi portaluri,<br />
Zac pironiţi de lene amanţii fără lauri.<br />
Pătrunde luna înălbind pereţii.<br />
O, vino, Moarte, cu mistice secreţii!<br />
Okeanos se plînge pe canaluri...<br />
Licori şi veştede odăi dospesc amaruri,<br />
El numa-n veci e-n floarea tinereţii,<br />
Canal Grande, cadavru în racla dimineţii,<br />
Miresei dulci i-ar da suflarea vieţii,<br />
Sărut hidos rîvnit de-mpărăteasa greţii.<br />
Izbeşte-n ziduri vechi, sunînd din valuri.<br />
Mormîntul gondolierilor crescînd pe maluri.<br />
Ca-n ţintirim tăcere e-n cetate.<br />
Apos, sufletul înecaţilor se zbate.<br />
Preot rămas din a vechimii zile<br />
Marele Gondolier înalţă vîslele-anghile.<br />
San Marc sinistru miezul nopţii bate.<br />
Pe chei dănţuie nălucind beţi cerşetori şi<br />
[desfrînate.<br />
C-un glas adînc, cu graiul de Sibile,<br />
Un înger violet cu pene din zambile,<br />
Rosteşte lin în clipe cadenţate:<br />
– Oraş bătrîn, purtînd pe degete inele de agate,<br />
Nu-nvie morţii – e-n zadar...<br />
Paharnicii din purgator închină blînd cupa<br />
[cu var.
Venezia terminus<br />
RUXANDRA CESEREANU<br />
traduzione di Giovanni Magliocco<br />
Si è spenta la vita della splendida Venezia,<br />
Nei palazzi strisciano serpentine Lucrezie,<br />
Non odi canti, non vedi luci di balli;<br />
La laguna marcisce, i dogi giocano a dadi.<br />
Su scale di marmo, per antichi portali,<br />
Giacciono indolenti gli amanti senza lauro.<br />
Penetra la luna inargentando le pareti.<br />
Oh, vieni, Morte, con mistici secreti!<br />
Okeanos si lamenta per i canali…<br />
Liquori e stanze sbiadite fermentano amari,<br />
Egli solo in eterno è nel fiore dell’età giovanile,<br />
Canal Grande, cadavere nella bara mattutina,<br />
Alla dolce sposa donerebbe il soffio della vita,<br />
bacio immondo bramato da colei che<br />
[della nausea è imperatrice.<br />
Con onde sonanti, colpisce mura antiche.<br />
La tomba dei gondolieri si innalza sulle rive.<br />
La città è muta come un cimitero.<br />
Acquosa, l’anima degli annegati si dimena.<br />
Sacerdote di antichi evi<br />
Il Gran Gondoliere solleva le anguille-remi.<br />
San Marco batte lugubre la mezzanotte.<br />
Sul molo danzano allucinati donne sfrenate<br />
[ed ebbri mendicanti.<br />
Con voce profonda, con parole di Sibilla,<br />
Un angelo viola con piume di giacinto,<br />
Con ritmo cadenzato dolcemente dice:<br />
– Vecchia città, che porti anelli d’agata<br />
[alle dita,<br />
Non risorgono i morti – tutto è vano…<br />
I coppieri del purgatorio brindano con calici<br />
di calce in mano.
PATRIZIA CHIANESE<br />
Italia<br />
“Arterie luminose e isteriche<br />
riflettenti la rumorosa assenza<br />
del giorno –<br />
corrono verso di me.<br />
Un inganno.<br />
Una leggerezza.<br />
Una brezza improvvisa.<br />
Ma nelle mie ore c’è ancora posto per questo”.
GIUSEPPE CONDORELLI<br />
Italia<br />
Riordino il paesaggio<br />
la palude dei pensieri.<br />
Ma il volo dei pipistrelli<br />
confonde la prospettiva<br />
verso i canali<br />
e l’occhio lacera<br />
la chiara tenebra<br />
del mare.
GIUSEPPE CONTE<br />
Italia<br />
Non finirò di scrivere sul mare.<br />
Non finirò di cantare<br />
quello che c’è in lui di estatico<br />
quello che c’è in lui di abissale…
GIAN MARIA CORNELIO<br />
Italia<br />
Quando<br />
il tempo sarà niente più<br />
che l’avvio di una piega<br />
la parte ancora arabile<br />
del fiato<br />
la città obliqua la città ubiqua<br />
torneremo a ferire la campagna ceduata<br />
a cui brucia il ventre<br />
secco di fuochisti indigeni<br />
e l’ombra inondata di polvere della<br />
grande campana verde<br />
e tutta l’altra siccità elettrica della città<br />
la città obliqua<br />
la città ubiqua<br />
la città come radice<br />
scavernata dalla pagina<br />
come approssimazione<br />
innervata sugli occhi<br />
come midollo uguale<br />
agli uccelli della diserzione<br />
come la causa perduta<br />
del sangue<br />
cosi viaggio è l’eredità della pece<br />
che si sfalda per contenere altra ombra<br />
e cerca il tempo illegittimo che lavi<br />
la compiutezza della fame<br />
perché è certo bisogna disputare la partenza<br />
come ostaggio della meteora<br />
e partire è un’ingiuria necessaria<br />
ma la più necessaria di tutte
E nelle molte formule<br />
del rovescio<br />
la guancia rimane guancia<br />
e il midollo<br />
midollo ma<br />
tracciato in devozione<br />
al fossile del sole<br />
l’alba<br />
alba che trabocca<br />
contro<br />
la piccola stimmate della<br />
pupilla<br />
la veglia<br />
veglia<br />
che la pista di salsedine<br />
compone sotto la tenera<br />
memoria dei capelli<br />
e il sangue<br />
sangue che<br />
erudito<br />
torna a ricacciarsi<br />
in vena<br />
o comunque<br />
cade la luce<br />
sull’abitudine quasi embrionale dell’ulcera<br />
sulla trasparenza non visitata del vetro<br />
che torniamo a frequentare<br />
come una nebbia<br />
di sbadataggini<br />
nella parte non erosa del lenzuolo<br />
oppure l’argomento è altro<br />
una ferita senza madrepatria<br />
o Valuska di Bela Tarr
Venezia Revisited<br />
RAFAEL COURTOISIE<br />
Uruguay<br />
La ciudad que es sueño<br />
el subconsciente, la pulsión<br />
del deseo en el fondo<br />
del Canale Grande<br />
y encima los miles de turistas<br />
como hormigas de Tiziano<br />
bautizadas por el agua alta<br />
para fotografiar<br />
el Reino de los Cielos.
MAURIZIO CUCCHI<br />
Italia<br />
Il lento ondulare tra arte e storia<br />
Di una bellezza eterna
FABRIZIO DALL’AGLIO<br />
Italia<br />
L’azzurro riempie il cielo<br />
di distanza,<br />
è uno specchio di mare che risale,<br />
bucato dai gabbiani.
VENICE<br />
For Binyavanga<br />
KWAME DAWES<br />
Stati Uniti d’America<br />
They are shipping the Kenyan memoirist<br />
with his electric blue hair to Bangalore,<br />
the strokes, they say, are causing his<br />
beautiful sullied flesh into tremors,<br />
and we worry that his dream of standing<br />
unsteadily in the listing belly of a gondola<br />
skimming the thousand year old stinking<br />
waters of Venice, shouting into the<br />
[echoing walls.<br />
“What’s new on the Rialto?”, his face glowing<br />
with rain and moonlight, will never be. You<br />
think we drifting Africans long for culture<br />
in those narrow watery avenues, but<br />
all we want is to see if the moon sits<br />
with the same elegance in the painterly<br />
Venetian skies as it does over Lagos or Accra<br />
or Nairobi. In other words, as with all<br />
art, we want to see for ourselves the beauty<br />
we have always known: hands, splayed,<br />
x-rayed by the moon to reveal the splendid<br />
engineering in the perfection of fine bones—<br />
the evidence of our common human selves.
VENEZA<br />
(poesia dedicada ao artista-símbolo dessa cidade,<br />
Marco Nereo Rotelli)<br />
RAUL DE TAUNAY<br />
Brasile<br />
És rima, és o agora,<br />
És razão deste aparte,<br />
Doce guarida da aurora,<br />
Luz que o peito comparte.<br />
Bem sei, isto é só trova,<br />
Inspiração que desova<br />
nos canais a suspirarem,<br />
nos corações a versarem.<br />
Só tu, para mim, és reduto,<br />
Veneza de amor absoluto,<br />
O sentido de tudo,<br />
O mistério profundo,<br />
O sublime mundo<br />
De um sonho fecundo.
La città Nuova<br />
DOMENICO DI FELICE<br />
Italia<br />
Una città se nasce poi non muore<br />
Non è fatta soltanto di mattoni,<br />
che se li spezzi resta l’energia<br />
delle persone e delle loro mani.<br />
Una città è sia nuova che vecchia<br />
Non vive della vita dei palazzi<br />
Per crescere si espande come macchia,<br />
ma fatta di ragazze di ragazzi.<br />
Una città è come una semiretta<br />
Ha un certo inizio ma non ha una fine<br />
Hai un potere solo sui suoi punti<br />
Una città è una linea di confine.<br />
Una città reagisce, si trasforma<br />
Si ibrida, si sporca, si pulisce<br />
Se è nuova non riesca a stare ferma<br />
Se è vecchia cambia un poco, non tradisce.<br />
Una città rivive se spezzata<br />
E può persino essere più bella<br />
Si chieda il senso a chi l’ha vissuta<br />
E nessuna ne vuol che non sia quella.<br />
Chi è fortunato vive nel futuro<br />
Senza scordarsi di un grande passato<br />
Ma una città conosce, di sicuro<br />
Solo un presente eterno e dilatato<br />
Per questo son d’amor queste parole<br />
E vanno scandite con chiarezza.<br />
Una città può esser madre o prole<br />
Ma è sempre testimone di bellezza.
Venetië<br />
GERMAIN DROOGENBROODT<br />
Belgio<br />
Alsof de tijd haar rimpels<br />
niet in jouw mooie gelaat heeft gegrift<br />
tussen de oude<br />
en de nieuwe tijdend vloeiend<br />
het water<br />
voorbijgaand<br />
onder jouw talloze bruggen<br />
ogenschijnlijk hetzelfde en onveranderd<br />
het water<br />
voorbijgaand<br />
zoals zoveel kunstenaars<br />
die er van de schoonheid achterlieten<br />
een onuitwisbaar spoor.
Venezia<br />
GERMAIN DROOGENBROODT<br />
As if time did not engrave<br />
its wrinkles in your beautiful face<br />
flowing between old<br />
and new times<br />
the water<br />
passing by<br />
below your countless bridges<br />
apparently the same and unchanged<br />
the water<br />
passing by<br />
as so many artists who created Venice<br />
but left traces of eternal beauty.
The Sea<br />
OSAMA ESBER<br />
Siria<br />
Go to the beach,<br />
do not think about who<br />
parted the sea with a staff,<br />
or about those who<br />
drowned in it, or crossed it.<br />
Do not busy your mind<br />
with its depth or surface,<br />
Be intoxicated with its blueness.
הַסֵּפֶר הָ אַרְצִי עַל הַ יְּ צוּרִ ים הַמְּכֻנָּפִ ים<br />
הַאִם הַמַּלְ אָכִ ים אֲשֶׁר בַּסִּמְ טָ אוֹת הַ זּוֹרְ מוֹת<br />
מִתְחַבְּקִ הַסֵּפֶר הָ ים לְעִתִּ אַרְצִי ים מְ עַלזֻמָּ הַ יְּ נוֹת צוּרִ ים הַמְּכֻנָּפִ ים<br />
הַאִם הֵם מִתְחַבְּקִ ים בִּכְלָל<br />
הַאִם בְּבֵ ית סִפְרָם לִמְּ דוּ מנחם עַל מ' אַהֲבָה פאלק<br />
ם הַאִםנְ שִׁ הַמַּלְ יקוֹתֵאָכִ ים יהֶם צְ אֲשֶׁר לוּלוֹת כְּ בַּסִּמְ טָ קוֹל הַ אוֹת גּוֹנְ הַדּוֹלְ זּוֹרְ יֶ רמוֹת<br />
אוֹ מִתְחַבְּקִ שֶׁמָּא ים שָׁם הַשְּׁ לְעִתִּ תִים מְ יקָהזֻמָּ נוֹת שׁוֹלֶטֶת עַל הַ גּוֹנְ דּוֹלָה<br />
וְ הַאִ רַקם הַמְּ הֵם שׁוֹטִ ים מִתְחַבְּקִקוֹל ים תּוֹפֵף בִּכְלָל<br />
הַאִ מְבַשְּׂ רִםים בְּבֵ ית אֶת בּוֹא הַ סִפְרָם לִמְּ בֹּקֶר? דוּ עַל אַהֲבָה<br />
?<br />
?<br />
?<br />
ם הַאִםנְ יַגִּ שִׁ יעוּ לִמְ יקוֹתֵרוֹמֵי יהֶם צְ רָקִ יעַ , בֵּ לוּלוֹת כְּ ין הָעֲ נָ קוֹל נִ י הַ םגּוֹנְ דּוֹלְ יֶ ר<br />
לִרְאוֹאוֹת תִּ שֶׁמָּאינוֹק שָׁם לוֹ הַשְּׁ תִ קֶשֶׁתוְ יקָה אַשְׁפַּת חִ שׁוֹלֶטֶתצִּ עַל ים הַ גּוֹנְ דּוֹלָה<br />
רַק הוּא הַמְּ יוֹדֵעַשׁוֹטִ לְכַ וֵּ ן ים בְּ קוֹל תּוֹפֵף<br />
וְ<br />
אֶל מְבַשְּׂ לְבָרִ ים בוֹת שֶׁל אֶת יְ צוּרִ בּוֹא הַ ים מְכֻ נָּ פִ בֹּקֶר?ים<br />
וּלְעִתִּ ים לִפְ גֹּעַ<br />
בְּמֶרְכַּז הַרְגָּשׁוֹת<br />
הַאִם יַגִּ יעוּ לִמְ רוֹמֵי רָקִ יעַ , בֵּ ין הָעֲ נָ נִ י ם<br />
שֶׁהֶעֱ נִ יק לָהֶם הָאֱ לֹהִ ים<br />
לִרְ אוֹת תִּ ינוֹק לוֹ קֶשֶׁתוְ אַשְׁפַּת חִ צִּ ים<br />
ים, בְּ גֹבַהּ רַב<br />
וֵּ ן<br />
פִ<br />
לְכַ<br />
לָעֲ נָ<br />
יוֹדֵעַ<br />
מֵעַל<br />
הוּא<br />
הַאִם<br />
וְ<br />
אֶל כִּמְעַט לְבָ בוֹת בִּלְתִּינִ שֶׁל רְאִ יְים צוּרִ ים מְכֻ נָּ פִ ים<br />
וּלְעִתִּ מְרַחֲפִ ים לִפְ הֵםגֹּעַ בְּרִ קּוּד שֶׁל חִ זּוּרִ ים<br />
לִפְ נֵ י מַלְ בְּמֶרְכַּזאָכִ יּוֹת הַרְגָּשׁוֹת לִבְ נוֹת צַ וָּ א ר בְּ אוֹר יָ רֵחַ<br />
שְׂפָתַ שֶׁהֶעֱיִנִם סְ יק גֻלּוֹת לָהֶם מֵ הָאֱ לֹהִ אֹדֶםים בְּמִבְצָע<br />
שִׂמְלַת טוֹגָהנְ דִ יבַת מַחְ שׂוֹף<br />
וְ הַאִ לֵבם כְּמֵהָה מֵעַל לְלִ לָעֲ נָ פִ טּוּףים, בְּ שְׁרָבִי גֹבַהּ רַב<br />
חִ בּוּק כִּמְעַט כִּמְעַט בִּלְתִּינִ רְאִ חוֹנֵקים<br />
מְרַחֲפִ לְפֶרֶקזְים מַן הֵם בִּלְתִּי בְּרִ מֻ גְקּוּד דָּר שֶׁל חִ זּוּרִ ים<br />
לִפְ שֶׁלְּ נֵ י עוֹלָם מַלְ אֵאָכִ ינוֹנִ גְ יּוֹת לִבְ מָר נוֹת צַ וָּ א ר בְּ אוֹר יָ רֵחַ<br />
שְׂפָתַ יִ ם סְ גֻלּוֹת מֵ אֹדֶם בְּמִבְצָע<br />
הַאִם שִׂמְלַת גַּם הֵם, טוֹגָהנְ דִ מַלְ אָכִ יבַתים צְ מַחְ שׂוֹף חוֹרֵי כְּ נָ פַ יִ ם<br />
וְ מוּכָ לֵב נִ ים כְּמֵהָה לְלִ לְהִסְתַּכֵּןטּוּף וּלְהִ תְ שְׁרָבִי נַסּוֹת<br />
חִ בְּשִׁ כְ בּוּק רוֹן הָ כִּמְעַט אַהֲבָה חוֹנֵק<br />
וּבְ סוֹפָהּ לְפֶרֶקזְ מַן לְגַלּוֹת בִּלְתִּי אֶת מֻ גְ בֵּן דָּר זוּגָהּ<br />
ינוֹנִ גְ מָר<br />
נּוֹסָף<br />
עוֹלָם אֵ<br />
הָרֶגֶשׁ הַ<br />
שֶׁלְּ<br />
שֶׁשְּׁ מוֹ כְּאֵב<br />
.<br />
.<br />
הַאִם גַּם הֵם, מַלְ אָכִ ים צְ חוֹרֵי כְּ נָ פַ יִ ם ,<br />
מוּכָ נִ ים לְהִסְתַּכֵּן וּלְהִ תְ נַסּוֹת<br />
בְּשִׁ כְ רוֹן הָ אַהֲבָה<br />
וּבְ סוֹפָהּ לְגַלּוֹת אֶת בֵּן זוּגָהּ<br />
הָרֶגֶשׁ הַ נּוֹסָף<br />
שֶׁשְּׁ מוֹ כְּאֵב<br />
,<br />
.<br />
מנחם מ' פאלק<br />
,<br />
?<br />
MENACHEM M. FALEK<br />
?<br />
?<br />
.<br />
.<br />
,<br />
.<br />
Israele
The terestrial book of the winged creatures<br />
MENACHEM M. FALEK<br />
Do angels in the flowing alleys<br />
Hug from time to time?<br />
Do they hug at all?<br />
Did they learn about love at their school?<br />
Are their kisses clear like the voice of the Gondolier<br />
Or silence dominates the Gondola?<br />
Only the oars outloud drums,<br />
Heralding the coming of morning<br />
Will they reach the upper skies, between the clouds<br />
To see a baby archer with a bow and arrows,<br />
Who knows to aim<br />
To the hearts of winged creatures<br />
And from time to time to hit<br />
the center of feelings<br />
Which God has granted them with.<br />
Do they hover above the branches, very high<br />
Almost unseen<br />
Flying and dancing in courtly love making<br />
In front of white necked angel-women<br />
In the moonlight<br />
Violet lips by lipsticks on sale<br />
A toga dress with a generous cleavage<br />
And a heart longing for a hot, burning pet<br />
An almost strangling embrace<br />
For an indefinite time<br />
Never ending.<br />
Are they, the white winged angels.<br />
Ready to take risk and endure<br />
love’s intoxication<br />
At the end of which they shall find its mate,<br />
The other sentiment<br />
Called pain?
Sóc com Venècia<br />
MANUEL FORCANO<br />
Spagna<br />
Ja no sé si són els anys o els viatges<br />
que se’m barreja allò viscut<br />
i el que he somniat.<br />
Sóc com Venècia: aigua<br />
que vol ser sòlida, pedra<br />
que deleja liquar-se,<br />
i se m’enfonsen els dies lleugers<br />
i suren els feixucs.<br />
De sobte m’apareixes als records<br />
com de sota un pont una gòndola<br />
plena de turistes: xivarri,<br />
riures i colors.<br />
Perquè ploïneja<br />
se’m dissimula el plor.
Soy como Venecia<br />
MANUEL FORCANO<br />
Ya no sé si son los años o los viajes<br />
que se me mezcla lo vivido<br />
con lo que he soñado.<br />
Soy como Venecia: agua<br />
que quiere ser sólida, piedra<br />
que ansía licuarse,<br />
y se hunden los días ligeros<br />
y flotan los duros.<br />
De pronto me apareces en el recuerdo<br />
como por debajo de un puente una góndola<br />
llena de turistas: barullo,<br />
risas y colores.<br />
Por la llovizna<br />
se me disimula el llanto
MARIA GRAZIA GALATÀ<br />
Italia<br />
le mani<br />
in fondo all’anima<br />
la notte<br />
da un piano all’altro<br />
della coscienza o<br />
della mia più nuda<br />
realtà<br />
né gli attimi di tempo<br />
hanno visto la nebbia<br />
salire il cielo
FORREST GANDER<br />
Stati Uniti d’America<br />
Not to be, not, not to be known always<br />
by my wounds<br />
I buried melancholy’s larva<br />
and turned to you. I gathered<br />
myself like the dusk to the black tulips<br />
of your nipples. (Tulips, tulips). For seven<br />
days we locked the door, we scoured<br />
the room with bird’s blood. And for<br />
a little while, in the hollow where your throat<br />
rose<br />
from between your splendid clavicles (rose,<br />
rose),<br />
our only rival was music, the piano of<br />
bone-whiteness. Nor did the light<br />
subside, but deepeningly contracted.<br />
The rawness of the looking. The quiver.
VENEZIA<br />
LAURA GARAVAGLIA<br />
Italia<br />
Lo spettacolo sembra sempre uguale:<br />
i palazzi affacciati sul canale<br />
volti di Pietra sul ponte dei Sospiri<br />
l’onda che tutto confonde.<br />
Rimangono, nel tempo, le parole.
雕 像<br />
HAI AN<br />
Cina<br />
一 座 又 一 座 雕 像 , 甚 至 更 多<br />
守 望 在 橋 頭 、 古 堡 口 , 中 世 紀 的 廣 場<br />
黝 黑 的 、 殘 缺 卻 又 那 麼 神 聖<br />
冬 日 懸 於 流 水 之 上 , 落 葉 金 黃<br />
鑲 上 翅 翼 , 嘴 鼻 不 只 是 用 來 呼 吸<br />
手 指 與 手 指 相 撞 , 悄 悄 地 觸 摸<br />
光 芒 傾 向 河 道 的 一 側 , 直 竄 心 靈<br />
幾 度 穿 越 戰 火 , 生 存 或 毀 滅<br />
寒 風 摸 索 你 的 臉 面<br />
一 道 道 疤 痕 , 幾 處 創 傷<br />
肌 膚 收 攏 天 下 的 陽 光<br />
絕 不 僅 僅 是 雕 像 , 從 此 不 再 是<br />
不 遠 萬 里 , 飛 越 雙 重 的 明 亮 與 黑 暗<br />
推 開 一 扇 扇 門 , 再 一 次 仰 望 ,<br />
終 究 無 法 抵 達 彼 岸 , 哪 怕 是 現 實<br />
那 麼 多 的 雕 像 , 銅 鑄 的 、 石 刻 或 泥 塑<br />
淹 沒 在 目 光 之 下 , 時 光 的 深 處<br />
青 鳥 斜 飛 , 遠 山 層 林 盡 染<br />
地 鐵 口 , 暮 色 裡 的 人 流 , 行 色 匆 匆
STATUE<br />
HAI AN<br />
traduzione di Hai An<br />
One statue after another, even more<br />
keep a watch on a bridge, a castle and the<br />
medieval plaza<br />
blackened, broken yet much sacred<br />
high above the running water shed leaves,<br />
golden with sunshine<br />
Wings acquired, nose and mouth breathe<br />
more<br />
whenever close to you, fingers touch off<br />
light towards the riverbank, further into the<br />
soul<br />
Perish or survive, from wars many times<br />
A wintry breeze fumbles your face<br />
across the scars, through their inner wound<br />
Skins absorb all the sunshine<br />
More than a statue, no longer, forever<br />
Far from the distance, fly through night and<br />
daybreak<br />
push open the door, look up again and again<br />
yet unable to reach Heaven, even that on<br />
earth<br />
So many statues, the bronze, stone or clay<br />
submerged in time’s vision, still deep in mind<br />
Birds fly beyond the multicolored forest<br />
Passengers rush out of the metro, in haste, at<br />
twilight
Water that never talks nonsense<br />
MICHAEL HARLOW<br />
Nuova Zelanda<br />
The music of the light<br />
The music of the water<br />
The water that never talks nonsense<br />
Are you a visitor? asked the water<br />
Yes, I answered<br />
Only a visitor? asked the water<br />
Yes, I answered<br />
Take me with you said the water
CITY OF DREAMS<br />
ARICA HILTON<br />
Stati Uniti d’America<br />
They said it was the song of sirens luring me<br />
into the maelstrom<br />
Of Content<br />
Discontent.<br />
Flailing my limbs through currents,<br />
I drew open the eyelids of the sea<br />
Allowing the Scorpio moon a glimpse of my<br />
eternity.<br />
City of dreams, where are you now?<br />
I search through weighted sands<br />
Running<br />
Crawling<br />
Falling<br />
Into the salt of prodigal oaths.<br />
Raw,<br />
I became a wound<br />
forgotten in the<br />
multitude of dreams.<br />
Escape<br />
To where?<br />
I no longer exist.<br />
Truth.<br />
What?<br />
The world is burning.
Frozen.<br />
My eyes are blinded by news.<br />
Every day another story.<br />
Every day the same story.<br />
Someone dies. Someone cries.<br />
They could be me.<br />
I could be them.<br />
I long for a journey<br />
to a land of sweet cream,<br />
regattas in the wind,<br />
A city floating on the sea.<br />
I dream of sunrises<br />
Like the perfume of a child<br />
newly liberated from its womb.<br />
Beyond the horizon<br />
I hear the wind sing in mourning<br />
For what was once me.<br />
Or maybe them.<br />
We are invisible now.<br />
The wind has spread us across the sands.<br />
One thing I know for sure,<br />
I cannot doubt the wind.<br />
If it can carry a rose toward its dying,<br />
I should sing a song for the rose.
ییهھھھا<br />
ییهھھھا<br />
وونيیز٬، قلب تالابب<br />
SAEID HOOSHANGI<br />
Iran<br />
قلب سفرٴٔههتالابب سبزیی ددررقلب تالابب<br />
وونيیز٬،<br />
شعریی گيیسو ررهھھھا کرددهه ددررددست بادد<br />
گهھوااررهه اایی برسيین ٴٔهھ آآبب<br />
وونيیز٬، آآسمانی سفرٴٔهه ززميینی وو سبزییززميینی ددررقلب تالابب آآسمانی.<br />
شعریی گيیسو ررهھھھا کرددهه ددررددست بادد<br />
وونيیز٬، گهھوااررهه اایی شکل محو برسيین ٴٔهھ آآبب خيیالل ددرر مهھ آآلودد ددرريیا<br />
سهھ آآسمانی ستوننززميینی وو اافرااشتهھززميینی برباددبانن آآسمانی. صبح<br />
تکراارر موسيیقی ددرريیا وو ااسکلهھ<br />
وونيیز٬، شيیریی شکل اايیستاددهه محو بربامم خيیالل بلندددرر مهھ بيیداارریی. آآلودد ددرريیا<br />
سهھ ستونن اافرااشتهھ برباددبانن صبح<br />
چرااغغ تکرااررستاررهه موسيیقی برددرريیا مخملوو آآبب ااسکلهھ<br />
شيیریی تصويیرآآبب اايیستاددهه برسقف برباممآآبی بلندخواابب بيیداارریی.<br />
ززووررقق هھھھایی آآررززوو برموجج عشق<br />
چرااغغ فانوسس هھھھایی ستاررهه بر خيیالل بر مخمل آآبب نهھرنيیمهھ شب.<br />
تصويیرآآبب برسقف آآبی خواابب<br />
وونيیز٬، ززووررقق هھھھایی پرووااززآآررززوو بيیکراان ٴٔهھ برموجج مرغغعشق رروويیا<br />
فانوسس پسکوچهھهھھھایی هھھھاییخيیالل بر ساکت سايیهھ وو نهھرنيیمهھ شب. صوررتک<br />
بارراانن وو مکث خاططرهه بر شيیشهھ غرووبب<br />
پروواازز شکوهه بيیکراان ٴٔهھ لمسمرغغ باددهھھھایی رروويیا بهھارر.<br />
وونيیز٬، نيیمرووزز<br />
پسکوچهھ هھھھایی ساکت سايیهھ وو صوررتک<br />
بارراانن اايینجا٬، وو مکث خاططرهه بر شيیشهھ غرووبب<br />
هھھھمهھ نيیمرووزز وو خيیابانهھا بهھ شکوههددرريیا لمسبازز می باددهھھھاییشوند. بهھارر.<br />
هھھھمهھ آآبهھا بهھ وونيیزختم می شوند.<br />
اايینجا٬،<br />
هھھھمهھ خيیابانهھا بهھ ددرريیا بازز می شوند.<br />
هھھھمهھ آآبهھا بهھ وونيیزختم می شوند.
Venice, the heart of the Lagoon<br />
SAEID HOOSHANGI<br />
Venice, green spread in the heart of the<br />
[Lagoon,<br />
a loose hair poem in the hands of air,<br />
a cradle rocked by the hand of water,<br />
earthly heaven and heavenly earth.<br />
Venice, blurred image of dream in the<br />
[mist of water,<br />
three masts erected on the sail of the morning,<br />
chiming water music crashes into the quay,<br />
a winged lion prostrated at the top of the<br />
[awakening.<br />
The starlight on the velvet of water,<br />
the reflection of the water on the nightblue<br />
[ceiling of dream,<br />
the gondola of desire on the wave of love,<br />
imagination lantern at the midnight channels.<br />
Venice, endless flight of the bird of dream,<br />
quiet alleys of shadow and masks,<br />
rain and memories failure on the crystals<br />
[of the sunset,<br />
noon and the glory of feeling a spring wind.<br />
Here,<br />
all channels reach the sea,<br />
all waters lead to Venice.
VENEZIA E CHI?<br />
PAOLO FABRIZIO IACUZZI<br />
Italia<br />
Venezia e chi? Lei e noi. L’Oriente<br />
e l’Amore portato via dall’acqua.<br />
Mentre il pittore di Giudecca sciacqua<br />
i pennelli nel canale. A noi di luce<br />
resta la sola scia dei rifiuti lanciata<br />
da una crociera in transito. L’ultima<br />
possibilità di alzare un altare per Amore.<br />
Di mascherare il volto vero se intatto.<br />
Di prepararsi al Carnevale. Poi niente<br />
prima di amare non esiste Amore.<br />
A niente servono i tentativi di stare<br />
in maschera dentro la trasparenza.<br />
Il vetro soffiato nella bolla. Venezia<br />
fondamenta marce e limpide al suono<br />
dell’acqua. Appanna al vetro il vaporetto.<br />
L’esodo quotidiano in barca a motore.<br />
Giunge a Canal Grande. Torna a Stazione.<br />
Noi non siamo Amore. Estranei alla Vergine<br />
dei Frari il manto blu sospende. E qui persi<br />
commensali al banchetto di Veronese<br />
non sappiamo più essere attori o comparse<br />
di Amore. Prima di amare se il gelido<br />
vetro di gennaio si accende. Salutano i turisti<br />
dalla nave. Passano. Ci lasciano la deriva.
In frattali inconoscibili...<br />
CARLO INVERNIZZI<br />
Italia<br />
In frattali inconoscibili<br />
palaffitili instabili<br />
città allagano di pullule luci<br />
inarrestabili<br />
che ondulano<br />
in lagune senza tempo<br />
verso battigie impenetrabili.
A varanda de Julieta<br />
NUNO JÚDICE<br />
Portogallo<br />
Uma vez, entrei em verona para não entrar<br />
em veneza. Entre o vê de verona e o vê<br />
de veneza optei por ver verona. Gostei da<br />
coincidência das consoantes na janela<br />
de julieta; e sei que em veneza não ouviria<br />
o vento da vingança, nem provaria o veneno<br />
de uma volúpia que só em verona se<br />
desvanece com a vida. Não há canais em<br />
verona, como em veneza; nem há janelas<br />
em veneza, como em verona; mas julieta<br />
espreita a rua, da janela que é sua, e se<br />
ninguém diz a senha que só ela sabe, agita<br />
o lenço molhado pelas lágrimas que as<br />
nuvens bebem, levando-as de verona até<br />
veneza, onde a chuva as deita nos canais.
Il verone di Giulietta<br />
NUNO JÚDICE<br />
traduzione di Maria Luisa Cusati<br />
Una volta sono entrato a verona per non<br />
[entrare<br />
a venezia. Fra la vi di verona e la vi<br />
di venezia ho scelto di vedere verona. Mi<br />
[è piaciuta<br />
la coincidenza delle consonanti nel verone<br />
di giulietta; e so che a venezia non avrei sentito<br />
il vento della vendetta, né avrei assaporato<br />
[il veleno<br />
di una voluttà che solo a verona<br />
svanisce con la vita. Non ci sono canali a<br />
verona, come a venezia; né ci sono veroni<br />
a venezia, come a verona; ma giulietta<br />
si affaccia sulla via, dal verone che è suo, e se<br />
nessuno dice la parola d’ordine che solo lei<br />
[conosce, agita<br />
il fazzoletto bagnato dalle lacrime che le<br />
nuvole bevono, portandole da verona fino a<br />
venezia, dove la pioggia le getta nei canali.
Fragile Borders<br />
DORIS KAREVA<br />
Estonia<br />
There shall come no other and better world<br />
for us. Just as no deed done<br />
will change.<br />
The wind and sky today are not the same<br />
[as yesterday.<br />
No, no one to count on outside<br />
our fragile borders.<br />
Only light.
VÉNUS KHOURY-GHATA<br />
Francia<br />
Leur signature sur la dernière de la mer est<br />
[écriture d’algue…
PAOLO LISI<br />
Italia<br />
Lei guarda<br />
la sua immagine riflessa.<br />
Gondole scivolano<br />
tra i ghebi.<br />
Sono solo<br />
un cacciatore<br />
di storie.
Me piasaríss de mí desmentegâss da “Lünn”<br />
FRANCO LOI<br />
Italia<br />
Me piasaríss de mí desmentegâss,<br />
e camenà, e respirà per tí,<br />
vèss cume i fjö che quand je branca el sû<br />
se làssen sumenà due el vör lü,<br />
e mai truâss, e pü capí de mí,<br />
ma vèss giuius de l’aria che me tira<br />
due che la vita la se pensa vîv.
Mi piacerebbe di me dimenticarmi da “Lünn”<br />
FRANCO LOI<br />
Mi piacerebbe di me dimenticarmi,<br />
e camminare, e respirare per te,<br />
essere come i ragazzi che quando li prende<br />
[il sole<br />
si lasciano seminare dove lui vuole,<br />
e mai ritrovarsi, e non più capire di me stesso,<br />
ma essere gioioso dell’aria che mi attira<br />
là dove la vita si pensa vivere.
MARIA GRAZIA LOPARDI<br />
Italia<br />
Città mia ascolta…<br />
Ti voglio ringraziare<br />
Per le tue mura antiche<br />
Che narrano la storia<br />
Di popoli indomiti<br />
Che non voller esser servi…<br />
Mi hai insegnato<br />
Il bene della libertà.<br />
La voce cristallina<br />
delle tue fontane<br />
E i vicoli ombrosi<br />
Dove i passi diventan lenti<br />
A rispettar discreti<br />
Il silenzio che parla di te…<br />
Così mi hai insegnato<br />
ad ascoltare con l’anima<br />
Sospese atmosfere<br />
nelle assolate piazze<br />
e il linguaggio muto<br />
di monumenti antichi<br />
testimoni muti<br />
della vita tua... nostra…<br />
E quando all’imbrunire<br />
Il cielo carico di luce<br />
si tinge di smeraldo<br />
dietro il duomo
dove tramonta il sole<br />
vivo l’incanto della tua magia…<br />
Quando poi la terra trema<br />
Ed apre le sue viscere<br />
La tua storia diviene<br />
Di morte e di dolore<br />
di spezzate ali...<br />
che vogliono volare…<br />
Mi insegni allora<br />
con la tua gente fiera<br />
ad affrontare le sfide<br />
a guardare al domani…<br />
E grata ti sono<br />
Figlia Innamorata<br />
Parte di te come tu di me<br />
Custodi di un segreto<br />
Che il forestiero avverte<br />
Aleggiare nell’armonia<br />
Di una nota mai udita…<br />
Questa musica avverto<br />
nel tuo silenzio greve<br />
e colgo la <strong>Luce</strong> infinita<br />
per cui sei sorta<br />
per una sacra Alchimia...<br />
“Grazie” allora riecheggerà<br />
da cuore a cuore.
VENEDIG<br />
KARL LUBOMIRSKI<br />
Austria<br />
Dich<br />
möcht ich sehn,<br />
Braut der Welt,<br />
wenn ich dann die Augen schließe,<br />
um sie ans Dunkel<br />
zu gewöhnen.
Vorrei vederti poi per ultima,<br />
sposa del mondo;<br />
quando chiuderò gli occhi<br />
per vezzarli<br />
al buio .<br />
VENEZIA<br />
KARL LUBOMIRSKI
ПРЕД ДА СЕ РОДИМЕ<br />
NIKOLA MADZIROV<br />
Macedonia<br />
Улиците беа асфалтирани<br />
пред да се родиме и сите<br />
соѕвездија веќе беа формирани.<br />
Лисјата гниеја<br />
до работ на тротоарот.<br />
Среброто црнееше врз<br />
кожата на работниците.<br />
Нечии коски растеа низ<br />
должината на сонот.<br />
Европа се обединуваше<br />
пред да се родиме и косата<br />
на една девојка спокојно<br />
се ширеше врз површината<br />
на морето.
PRIMA CHE NASCESSIMO<br />
NIKOLA MADZIROV<br />
traduzione di Piero Salabè<br />
Le strade erano già asfaltate<br />
prima che nascessimo e tutte<br />
le costellazioni esistevano già.<br />
Le foglie marcivano<br />
sul bordo del marciapiedi.<br />
L’argento si ossidava sulla<br />
pelle dei lavoratori.<br />
Crescevano le ossa di qualche<br />
persona nella lunghezza del sonno.<br />
L’Europa si univa<br />
prima che nascessimo e i capelli<br />
di una ragazza si adagiavano<br />
serenamente sulla superficie<br />
del mare.
TONKO MAROEVIC<br />
Croazia<br />
Una piccola diversità rimanga<br />
tra me e te<br />
tra te e lei<br />
tra lei e lui<br />
Alla salute evviva<br />
e quante che siano i sorsi<br />
soltanto loro sono fecondi
JOSÉ MARÍA MICÓ<br />
Spagna<br />
I<br />
El avión está sobre Venecia<br />
y yo dentro de él<br />
levantando una copa de prosecco<br />
por gentileza de la compañía.<br />
Quizá esto sea la felicidad,<br />
un avión flotando sobre un mapa<br />
de piedra y agua,<br />
un hombre<br />
bebiendo solo con desconocidos,<br />
refrescando unos labios que han besado<br />
lo que es costumbre en una edad madura.<br />
Y levanto la copa<br />
y la acerco a esos labios<br />
para brindar conmigo<br />
sin apurar el sorbo,<br />
para que no descienda este avión,<br />
para que no se acabe este minuto,<br />
para que nada ocurra.<br />
Y que si ocurre sea<br />
sin sucesión.
II<br />
Porque nada sucede.<br />
En La Repubblica<br />
leo la muerte de Pupella Maggio.<br />
Su imagen despintada me ilumina<br />
y pienso sin quererlo en Amarcord,<br />
en su hermano holgazán con redecilla<br />
y en las noches con baile<br />
de un pueblo de rijosos,<br />
y otra mujer más bella, «la Gradisca»,<br />
que tiene para mí la forma de la vida,<br />
se me ofrece desnuda.<br />
Y yo dispongo de ella<br />
mientras este avión, ni muerto ni nacido,<br />
flota sobre San Marcos<br />
y varios centenares de extranjeros<br />
seguramente inmóviles<br />
dan alpiste a palomas cebadísimas<br />
que me sorprenderán cuando las vea.<br />
No es preciso mirar. Nada sucede.<br />
Todo está igual que nunca.
Su uno spartito<br />
MARIA MODESTI<br />
Italia<br />
Terra e cielo – l’acqua<br />
palpabile nel sogno –<br />
fluisce lieve nello spazio<br />
come un respiro<br />
che penetra tutte<br />
le cose – le anima<br />
e le fa proprie – sangue<br />
e corpo: viscere<br />
profonde immerse<br />
totalmente<br />
nella materia.
VATTENPASS, VENEDIG<br />
JONAS MODIG<br />
Svezia<br />
Balkongen som hänger över kanalen är sned,<br />
som hela huset, och på ständig väg<br />
ned mot den underjord på vilken all kultur<br />
[är byggd.<br />
Brist på balans är på det hela taget<br />
utmärkande för allt av värde, allt som räknas<br />
på längre sikt. En rörelse i riktning neråt<br />
tycks ofrånkomlig, kanske rentav önskvärd.<br />
Om bubblan aldrig rör sig från sin plats<br />
emellan strecken i det gamla vattenpasset<br />
blir husen inte möjliga att bo i,<br />
klockan stannar, ledningarna fryser fast.<br />
Fasaden måste ha en långsam spricka<br />
som växer för att porerna skall andas.<br />
Vi sjunker neråt. Palatset som vi gästar<br />
är byggt på några öar i ett träsk<br />
som pålats, men som ändå alltid<br />
befinner sig på stadig väg mot underjorden.<br />
Balkongen har en mungipa som hänger ner<br />
som på en slagrörd, en som märker<br />
hur synfälten och orden går isär.<br />
Champagneglasen som sakta glider<br />
[på en bricka<br />
gnistrar mot solen, blänket från kanalen.
Level, Venice<br />
JONAS MODIG<br />
traduzione di Christian Gullette<br />
The balcony that hangs over the canal is slanted,<br />
like the whole house, and steadily descending<br />
to the underworld on which all culture is built.<br />
A lack of balance is on the whole<br />
characteristic of everything of value, all<br />
[that counts<br />
in the long run. Movement downwards<br />
seems inevitable, perhaps even desirable.<br />
If the bubble never moves from its place<br />
between the bars of the level<br />
then it’s not possible to live in these houses,<br />
watches stop, pipes freeze.<br />
The facade must have a slow crack<br />
which lets the pores breath as it grows.<br />
We sink deeper. The palace we’re visiting<br />
is built on a few swampy islands resting<br />
on wooden piles, yet maintains<br />
its steadfast passage to the underworld.<br />
A corner of the balcony’s mouth hangs down<br />
like after a stroke, you notice<br />
how visual fields and words come apart.<br />
Champagne glasses that slowly slip on a tray<br />
glimmer against sun, the canal’s glint.
فيینيیسيیا االغيیابب<br />
FATIHA MORCHID<br />
فاتحة مرشيید<br />
Marocco<br />
اهتدحو طرف نم<br />
اهضعب ُروسجلا قناعت<br />
أمظلا طرف نمو<br />
ءاملا قرغي<br />
ءاملا يف<br />
...............<br />
ٍرسجو ٍرسج نيب<br />
ُرسج<br />
دحاو الو<br />
ّيلإ دوقي<br />
..............<br />
لدانجلا حبست<br />
ينييارش يف<br />
ىشاحتت اهتيل<br />
تايركذلا تاجرعنم<br />
..............<br />
تعطتسا ام أِّكَن<br />
فادجملا اهُّيأ<br />
داع امف<br />
حرجلا يف<br />
مد ةرطق نم<br />
..............<br />
ةعنقألا ينُّفلت<br />
بوص ِّلك نم<br />
عانق الو<br />
يتلزعل<br />
..............<br />
جاجز نم ةأرما<br />
ّيف خفنت ول<br />
كسافنأ بيهل نم<br />
.ةيرهزم لَّكشتأ
Venice Absence<br />
FATIHA MORCHID<br />
traduzione di Norddine Zouitni<br />
Of too much solitude<br />
Bridges hug each other<br />
Of too much thirst<br />
Water drowns<br />
Into water<br />
…………………<br />
Between a bridge<br />
And a bridge<br />
Another bridge<br />
Yet not one<br />
Leads to me<br />
…………………<br />
Gondolas wade<br />
Into my veins<br />
If only they could<br />
Avoid<br />
Memory twists<br />
…………………<br />
Scrape as you can<br />
You oar..!<br />
Not one drop of blood<br />
Is left<br />
Inside the wound<br />
…………………<br />
Masks surround me<br />
On all sides<br />
Yet not one<br />
For my loneliness<br />
…………………<br />
I’m a woman of glass<br />
Blow your fiery breath<br />
Into me<br />
And I become a vase.
Sailing from Venezia<br />
ROBERTO MUSSAPI<br />
Italia<br />
“Questo è il vetro, si gonfia<br />
col soffio, prende la forma del respiro,<br />
tutto ciò che tintinna, che ride, fu soffiato,<br />
senti le labbra dell’uomo sull’orlo del bicchiere,<br />
ecco perché ridono così, le ragazze,<br />
con quelle voci argentine, da brindisi,<br />
quello è il vetro dove tutto si specchia,<br />
il canale, vedi, la città riflessa,<br />
le fondamenta in pace con le acque,<br />
come una flotta ferma in un oceano<br />
di cristallo e silenzio,<br />
questo è il parabrezza, ad agosto,<br />
i moscerini sul vetro la prova del viaggio,<br />
del piede sull’acceleratore, della notte,<br />
pioverà, il tempo sarà segnato dal tergicristallo,<br />
le palpebre battono col ritmo del respiro,<br />
si aprono inspirando,<br />
da lì io vedo il mondo.”
AVI NASSA<br />
India<br />
The light of the Venetian moon covers me as<br />
a garment from the left side, fire conceived<br />
and gave birth to light to show me the way<br />
to my internal life, and here in heaven we are<br />
flying low, me and my love of Venice, free of<br />
all dipendencies, finally I managed to release<br />
myself from the womb of the universe to be<br />
one with the city of light and love, it wasn’t<br />
easy I want to tell you...<br />
ha, and another thing before I go, don’t forget<br />
to die for every yesterday, goodnight from me<br />
and the venetian Illuminated purple MOON.<br />
Only music can be played now!
Ode ao Vehlo Mar<br />
CARLOS NEJAR<br />
Brasile<br />
A Vida se sucede pelas datas.<br />
O mar com suas vagas.<br />
E o que tive contigo<br />
não se sucede, agrava,<br />
se o amor não se transmite<br />
em cada coisa sonhada.
CARNEVALE VENEZIANO<br />
ALESSANDRO NIERO<br />
Italia<br />
Sagra degli occhi a ricciolo.<br />
Tempo che conta di là da venire.<br />
Aria che segue i gesti e non l’inverso. Strillare<br />
saldo.<br />
Frastuono colorato da non credere<br />
a quel che vedi o senti.<br />
L’ortica delle maschere concresce<br />
sulla pelle senziente.<br />
Intonso il cielo nel suo azzurro, intanto,<br />
appena rotto da palloni abbandonati.
Isola di San Michele<br />
VÍCTOR RODRÍGUEZ NÚÑEZ<br />
Cuba<br />
te niegas en redondo<br />
a los canales de fuego estancado<br />
no se cruza solo bajo los puentes<br />
que van a todas partes<br />
¿cómo darle la espalda<br />
a la fiel Olga y su borrascoso violín?<br />
¿esa sombra lunar nieve con dueño<br />
se apagará sin Ezra?<br />
te afirmas cuando llegas mano en remo<br />
más allá del comienzo del final<br />
a ese norte de nadie transparencia<br />
alienta el pendular<br />
góndola de ceniza<br />
donde lo inexpresable vuelve arder
Of What’s Sea-locked<br />
ELISE PASCHEN<br />
Stati Uniti d’America<br />
inside ink-dark<br />
that sweet secretes<br />
covert and whorl<br />
nacre of shell<br />
beyond the flume<br />
the shade-backed hump<br />
oh Inverness<br />
elsewhere you toss<br />
that darker half<br />
as moon slips into
ELIO PECORA<br />
Italia<br />
Sue le altissime grida<br />
che disperdono navi, inabissano città;<br />
suo il mormorio dolcissimo<br />
per le distese specchianti:<br />
bellezza e orrore si compongono.
JUAN VICENTE PIQUERAS<br />
Spagna<br />
Venecia ya está hundida.<br />
Aquí y allá despuntan de las aguas<br />
un campanario, una cúpula, un caballo.<br />
Góndolas flotan como peces muertos.<br />
Soy uno de sus ahogados y escribo para ahogados.<br />
El cielo se refleja en mis ojos.<br />
Venezia ya está hundida<br />
en el fondo de nuestro corazón.
JUAN VICENTE PIQUERAS<br />
Venezia è già sommersa.<br />
Qua è là spuntano dalle acque<br />
un campanile, una cupola, un cavallo.<br />
Gondole galleggiano come pesci morti.<br />
Sono uno dei suoi affogati e scrivo per<br />
[gli affogati.<br />
Il cielo si riflette nei miei occhi.<br />
Venezia è già sommersa<br />
in fondo al nostro cuore.
LOREDANA PRA BALDI<br />
Italia<br />
Non più D - enunciare<br />
ma E-nunciare<br />
abitare la terra poeticamente…<br />
Resistere corale all’amnesia<br />
ritessere il legame sociale<br />
dall’ orrore economico<br />
e re- incantare il mondo…
LA’, lasciandomi muta (Venezia)<br />
MARIA PIA QUINTAVALLA<br />
Italia<br />
Là era sogno là copriva<br />
il margine del mio occhio destro<br />
espone il vento (senza ritorno)<br />
lunghissimo spazio.<br />
Come seno tagliato<br />
come cader giù verso il centro vuole<br />
mio corpo benefico fino<br />
a non emergere più con la ragione<br />
un inizio deve essere<br />
separarsi da folle e<br />
dolore<br />
*<br />
bella,<br />
riflessa luce a mezzogiorno<br />
un teatro una calle a cui guardare<br />
è che non riesco a calarmeli<br />
gli occhi essi scendono<br />
fatica fino alle ginocchia<br />
e poi cadono stanchi<br />
alla spiaggia aperta, sul vuoto mare<br />
mentre Là lasciandomi muta<br />
a nulla pensa l’angelo guerriero,<br />
alla coda di rondine della gondola<br />
che continua.
Venezia<br />
LORETTO RAFANELLI<br />
Italia<br />
Se Venezia mi giunge in ogni<br />
parte della sua globale vista<br />
col viso rigato di antica melodia,<br />
non posso che darle un cenno<br />
di congiunta pace, di darle<br />
il segno di un sorriso intriso<br />
di sorpresi gorghi, darle<br />
il mio pane quotidiano, stenderle<br />
il cielo di rose accese nel colore,<br />
dirle di un viaggio fatto<br />
a perdifiato come il suo profondo cieco<br />
imbuto della vita, e il suo sogno<br />
ancora pensare che è luce<br />
che viene da lontano e tengo<br />
nella vena matrice del mio sguardo,<br />
con l’acqua che mi cinge<br />
di perle e di voci
Venice<br />
ILMA RAKUSA<br />
Svizzera<br />
And the hard box tree in the park<br />
between the busts of the musician<br />
and the pilot<br />
and the oval puddle reflecting<br />
three Moorish arcades<br />
black on the shore of the lost<br />
and a half moon over Maria Formosa<br />
and the odor of childhood<br />
when the swing blows
Lo que Goethe vio en Venecia<br />
PAURA NATALIA RODRIGUEZ LEYTON<br />
Bolivia<br />
La imagen llegó deslumbrante<br />
y quebró el cristal que había congelado el<br />
olvido.<br />
En ese momento la mirada de aquel viajero<br />
del Brenta,<br />
(discreto y anónimo)<br />
abarcó el pasado y el presente<br />
y un gozo indescriptible lo envolvió.<br />
Un fragmento de su infancia había vuelto<br />
intacto y feliz:<br />
recordó el modelito de góndola que su padre<br />
atesoraba celosamente<br />
y que sólo le permitía jugar con él en<br />
ocasiones especiales:<br />
supo que ese pequeño objeto del territorio de<br />
su infancia era la llave de su viaje a Italia.<br />
Y ocurrió que a las cinco de la tarde del casi<br />
agotado septiembre de 1786,<br />
vio una góndola en Venecia<br />
y todo el paisaje lo saludó<br />
y sintió que se trataba de un antiguo<br />
conocimiento.<br />
Sumergido en la singular anatomía de<br />
Venecia,<br />
andó sin guía<br />
ni mapa,<br />
cruzó puentes y canales,<br />
se extravió en breves rescoldos con pisos de<br />
losetas.<br />
Avanzó,<br />
mirando al cielo,<br />
guiándose por las constelaciones.
Venetian Flowers<br />
FIONA SAMPSON<br />
Gran Bretagna<br />
Only stucco blooms like this<br />
pale as the paper flowers<br />
we dropped in a water glass<br />
and watched while they unraveled<br />
against a lens of curving glass<br />
coloured paper and words<br />
afloat on water dissolving<br />
like memories of somewhere I<br />
had never been and could not<br />
forget<br />
over and over<br />
those strange blossoms<br />
opening into nothing.
Piazza San Marco<br />
RENATO SANDOVAL<br />
Perù<br />
Detrás de donde quiebra la sombra<br />
y las aves de fugaces miembros<br />
festejan en su vuelo el declive de las horas<br />
va la cruz adosada a tiranos vivos<br />
y el temblor de las fontanas<br />
con aguas repudiando el recipiente.<br />
Tan festivo la baba de niños y palomas<br />
y los jóvenes arrullándose el pecho<br />
[y los amores;<br />
Bellini y la muerte piadosamente muda<br />
y en algún lugar Casanova espiando a<br />
[las parejas.<br />
Altos dogos vigilan oscuros la plaza yerta,<br />
mientras van y vienen las campanas<br />
al igual que el peregrino y los afectos.
(Nuovi versi del malanimo)<br />
MARIO SANTAGOSTINI<br />
Italia<br />
L’aria è povera d’ozono,<br />
buona solo per grilli.<br />
Animali sciatti, e in fuga da tutto.<br />
Hanno il loro mondo:<br />
che se lo tengono stretto.<br />
Certo, qui una volta si creava,<br />
poi si è passati al vivere.<br />
Adesso, aspettiamo.
ベニスのゴンドラ<br />
ベニスのゴンドラ<br />
KIKUMI SHIMODA<br />
Giappone<br />
下 田 喜 久 美<br />
手 製 の 手 鏡 に 描 いた ベニスの ゴンド<br />
下 田 喜 久 美<br />
水 の 都 の<br />
異 国 の 夢 は 何 を 乗 せてくれる<br />
手 製 の 手 鏡 に 描 いた ベニスの 私 ゴンドラ の 絵 には<br />
風 に 揺 れる 美 少 女 の 長 い 髪<br />
水 の 都 の<br />
私 の 絵 には<br />
異 国 の 夢 は 何 を 乗 せてくれるのかしら<br />
朝 のおめかしの 時<br />
風 に 揺 れる 美 少 女 の 歴 長 史 い の 髪 物 語 や<br />
いつも 少 女 は 夢 を 語<br />
朝 のおめかしの 時 いつも 少 女 は 貴 夢 族 を の 語 国 った つくり<br />
栄 光 の 後 の 滅 亡 の 危 機<br />
歴 史 の 物 語 や<br />
存 続 の<br />
切 実 な 願 いたち<br />
貴 族 の 国 つくり<br />
栄 光 の 後 の 滅 亡 愛 の よ危 機 の 回 避<br />
存 続 の<br />
愛 よ<br />
美 よ<br />
切 実 な 願 いたち<br />
美 よ<br />
平 和 の 中 に 融 合 する 調 和 を 求 めて<br />
パープルのワンピースをなびかせて<br />
平 和 の 中 に 融 合 する 調 和 を 求 めて永 遠 の 少 女 の 夢 は<br />
パープルのワンピースをなびかせて 今 も 私 の 胸 に 息 づいている<br />
永 遠 の 少 女 の 夢 は<br />
大 きく 大 きく<br />
今 も 私 の 胸 に 息 づいている<br />
強 く 強 く<br />
広 場 のみんなに 向 かって<br />
大 きく 大 きく<br />
広 がりへの 切 ない 生 が 泣 いている<br />
強 く 強 く<br />
広 場 のみんなに 向 かって 盤 石 な 地 盤 に 立 ちたいのだと<br />
広 がりへの 切 ない 生 が 泣 いている成 長 こそ 幸 せの 極 みなのだと<br />
盤 石 な 地 盤 に 立 ちたいのだと<br />
成 長 こそ 幸 せの 極 みなのだと
Gondola of Venice<br />
KIKUMI SHIMODA<br />
Gondolas painted on a small handmade<br />
[mirror<br />
How did they invite me for a foreign guest<br />
[to the aqua-capital?<br />
A beautiful girl was standing there<br />
Letting her hair waving in a wind<br />
She told me anecdota of Venice every<br />
[morning<br />
Once upon a time...<br />
Aristocrate founded rich Venice....<br />
How Venice avoided a crisis after the glory...<br />
Hope of Venice is keeping prosperity...<br />
Love!<br />
Beauty!<br />
That’s her eternal dream -harmonious Venice-<br />
Everything is getting melt in peace<br />
A girl wearing purple frill dress<br />
Remain alive in me<br />
Bigger and bigger<br />
Harder and harder Toward everyone in<br />
[the square<br />
She is weeping sadly wanting a real life<br />
For she wishes to stand on the firm ground<br />
For her growth makes Venice ultimate happy
LUIGIA SORRENTINO<br />
Italia<br />
cercava il luogo<br />
dove finisce il fiume<br />
andando verso il mare<br />
allietata da nuovi fiori<br />
si avvicinava<br />
a una vita vissuta<br />
sotto il canneto<br />
dove l’erba fa da muro
ALEŠ ŠTEGER<br />
Slovenia<br />
Moja ljubezen, ki si nenehno na poti,<br />
Najini duši sta iz vode, stalni vzponi in padci,<br />
Ti in jaz, misli iz koze in lubja,<br />
A obenem skupaj kot del skrivnostnega toka.<br />
Vse do sem si pripotovala skozi cas,<br />
Postala prašna in trudna od let.<br />
Jaz pa sem cas, ki poganja korenine,<br />
cas, ki zeleni in oblaci popotnike v sence.<br />
Vstopi vame, ljubezen iz vode.<br />
Ni lepše reci v tem zejnem poletju,<br />
Kot da te objame stojeci slap listov,<br />
In si obenem notranjost in nebo.<br />
Vstopi vame, usoda je veter in vsi jeziki zeleni.<br />
Morda si vso to dolgo pot prehodila samo zato,<br />
Da bi te zdaj, tukaj, objelo listnato šumenje<br />
[dezja<br />
In bi bila v meni srce, ki je koncno našlo<br />
[svoje telo.
ALEŠ ŠTEGER<br />
traduzione italiana di Michele Obit<br />
Mio amore, che sei senza posa in cammino,<br />
Le nostre anime sono fatte d’acqua, continue<br />
[salite e cadute,<br />
Tu ed io, pensieri di pelle e corteccia<br />
Ma sempre legati come parte di una corrente<br />
[misteriosa.<br />
Sin qui sei arrivata attraversando il tempo,<br />
impolverata e affaticata dagli anni.<br />
Io sono invece il tempo che muove le radici,<br />
Il tempo che colora di verde e veste<br />
[d’ombra chi passa.<br />
Entra in me, amore fatto d’acqua.<br />
Non vi è cosa più bella in quest’estate assetata<br />
Che ti abbracci una cascata eretta di foglie,<br />
E sei al contempo essenza e firmamento.<br />
Entra in me, il fato è vento e tutte le lingue<br />
[son verdi.<br />
Forse hai percorso questo lungo cammino solo<br />
Perché qui, ora, ti abbracci il sussurro<br />
[frondoso della pioggia<br />
E tu sia in me il cuore che infine ha<br />
[trovato il suo corpo.
SERGEJ STRATANOVSKIJ<br />
Russia<br />
И вот Венеция...<br />
Не тысячью огней,<br />
И не зеркальным львом,<br />
а поворотом<br />
Канала черного,<br />
и ни одно окно<br />
Не светится в ночи,<br />
и рядом – ни души…<br />
Сон давнишний какой-то,<br />
сон неуютный, недужный,<br />
Хищно внедрившийся<br />
в сон искрометный,<br />
жемчужный.
SERGEJ STRATANOVSKIJ<br />
Ed ecco Venezia...<br />
Che non è mille luci<br />
Né leone specchiante,<br />
bensì ansa<br />
Di un canale nero,<br />
non una sola finestra<br />
Che rischiari la notte<br />
e non un’anima nei pressi...<br />
Un sonno-sogno annoso,<br />
infermo, inconfortevole,<br />
Insinuatosi rapace<br />
nel sonno-sogno sfavillante,<br />
perlaceo.
刺 繍 師 の 恋<br />
刺 繍 師 の 恋 MARIKO SUMIKURA<br />
Giappone<br />
すみくらまりこ<br />
すみくらまり<br />
栄 えと 滅 びを 知 り 尽 くす<br />
円 熟 の 都 ベネチアの 運 河 は<br />
栄 えと 滅 びを 知 り 尽 くす<br />
レースの 模 様 の 複 雑 さ<br />
円 熟 の 都 ベネチアの 運 河 は<br />
レースの 模 様 の 複 雑 さ<br />
ある 刺 繍 師 の 新 しい 技<br />
「 空 中 ステッチ」は<br />
ある 刺 繍 師 の 新 しい 技<br />
刺 繍 台 の 呪 縛 を 離 れて<br />
「 空 中 ステッチ」は<br />
自 由 な 愛 を 求 めすぎた<br />
刺 繍 台 の 呪 縛 を 離 れて<br />
自 由 な 愛 を 求 めすぎた<br />
針 一 本 と 糸 一 本 で<br />
浮 かし 出 した 模 様 は<br />
針 一 本 と 糸 一 本 で<br />
幾 何 学 の 恋 ごころ<br />
浮 かし 出 した 模 様 は<br />
幾 何 学 の 恋 ごころ<br />
白 い 糸 は 必 ず 大 運 河 へと<br />
繫 がっているのだから<br />
白 い 糸 は 必 ず 大 運 河 へと<br />
白 い 糸 は 必 ず 底 無 しの 海 へと<br />
繫 がっているのだから<br />
繫 がっているのだから<br />
白 い 糸 は 必 ず 底 無 しの 海 へと<br />
繫 がっているのだから<br />
二 人 が 逢 えないはずがない<br />
線 と 線 は 幾 重 にも 交 差 し<br />
二 人 が 逢 えないはずがない<br />
結 ぼれは 出 会 いの 広 場 となる<br />
線 と 線 は 幾 重 にも 交 差 し<br />
結 ぼれは 出 会 いの 広 場 となる<br />
互 いに 擦 り 寄 ってくる<br />
二 艘 のゴンドラ<br />
互 いに 擦 り 寄 ってくる<br />
その 櫂 の 先 のしずくよ<br />
二 艘 のゴンドラ<br />
不 滅 の 言 葉 となっておくれ<br />
その 櫂 の 先 のしずくよ<br />
不 滅 の 言 葉 となっておくれ
Love of an embroidery master<br />
MARIKO SUMIKURA<br />
Channels of Venice the mature capital<br />
Embrace everything of prosperity and fall<br />
To look like a complicated design of lace<br />
An embroidery master’s<br />
New technique, “Stitch in the air”<br />
Detached from the spell of the embroidery<br />
[frame<br />
She wished free love too much<br />
One needle and a thread<br />
Gave birth to a design of<br />
Geometric love<br />
For a white thread is surely tied<br />
To the grand channel<br />
For a white thread is surely led<br />
Into bottomless sea<br />
They must meet in time<br />
A line crossing a line and tied,<br />
The knots become a square to join<br />
Two gondolas<br />
Nestling close to each other Oh, drops ahead<br />
[of the oar<br />
Like immortal words in a poem
KIRI VENEETSIAST<br />
JÜRI TALVET<br />
Estonia<br />
Ljubljana varajasest jõululumest<br />
(hobuseliha rahvustoiduna<br />
seal pakuti,<br />
Vanesa saatjaks kuni rongini,<br />
truu: tal kingad lumelörtsist märjad läbini)<br />
Veneetsia tähistaeva alla sattusin.<br />
Seal kaua kanalite kaldail ekslesin.<br />
Ei ühtki Desdemonat, Rai-Uno’s kepsutamas neid<br />
koos saatür-täkuga küll näha sain.<br />
Itaallanna Anna<br />
Ljubljanast mulle meelde jäi<br />
(ta ülikoolis teadust saanud Šotimaal),<br />
ööst tõmmum Anna, konverentsilt<br />
konverentsile ta käib, papptopsist<br />
kohvi limpsib, powerpoint’ist manab välja<br />
pilte ameeriklaste digiraamatuist.<br />
(Eks juudil naha üle kõrvade<br />
tõmmanud Portia – kuni õigest tõust<br />
mehe kätte sai)<br />
Nii kanalite kaldail kõndisin<br />
ja ära väsisin, noolekesed „San Marco“<br />
ja „Piazza di Roma“ pimedusse haihtusid.<br />
Vesi kanalites magas. Meel<br />
oli ilust raske, siht silmist kadunud.<br />
Ei teadnud sedagi, kuis pidi<br />
vereringe mu luude vahel loksub,<br />
naha all, mis rannalt missugusele.<br />
Või korraga ükssama laine vastu<br />
mitut kallast käib.
Lettera da Venezia<br />
JÜRI TALVET<br />
traduzione di Pietro U. Dini<br />
Dalla precoce neve natalizia di Lubiana<br />
(dove la carne di cavallo è il piatto nazionale<br />
che si offriva<br />
e mi accompagnava al treno la leale Vanessa<br />
dalle scarpe ormai zuppe per il nevischio)<br />
mi ritrovai sotto il cielo stellato di Venezia.<br />
Erravo per gli orli dei canali.<br />
Non una sola Desdemona. Invece su RAI1, sì,<br />
potei vederla in azione<br />
con un virile cavallo-satiro.<br />
Già da Lubiana ripensavo<br />
a Anna, l’italiana<br />
(aveva studiato scienze in Scozia),<br />
la Anna più mora della notte<br />
che scorre da un congresso all’altro, che sorbe caffè<br />
da bicchieri di carta e dal powerpoint rievoca<br />
immagini di e-book nordamericani.<br />
(Bene, escogitò Porzia il cavillo<br />
per l’ebreo e si guadagnò<br />
il suo maschio genuino)<br />
Così vagavo per gli orli dei canali<br />
finché mi stancai. Le piccole frecce<br />
“San Marco” e “Piazzale Roma” svanirono<br />
nel buio.<br />
L’acqua dormiva nei canali. Per tanta bellezza<br />
intorno era oppressa la mia mente. Dagli occhi<br />
avevo smarrito la mia meta. Neppur sapevo<br />
in quale verso mi circolasse il sangue<br />
attorno alle ossa, sotto la pelle, da quale sponda<br />
verso quale sponda.<br />
O forse a sbattere fu la stessa onda<br />
contro tante sponde nello stesso tempo.
LOS CAMINOS QUE LLEGAN A VENECIA<br />
XAVIER OQUENDO TRONCOSO<br />
Ecuador<br />
Desde cualquier lugar se ve a Venecia.<br />
Desde tus ojos se la ve mojada,<br />
envuelta en el azul de la nostalgia.<br />
Separada por el sol que brilla en agua.<br />
Desde ese palomar en occidente,<br />
Venecia brilla en quien no la conoce,<br />
en quien la busca desde que ha nacido,<br />
en quien la calla en el secreto antiguo.<br />
Desde tu casa se ve también Venecia,<br />
cuando respiras, Venecia dice versos,<br />
cuando suspiras, Venecia se te estrena<br />
como una obra de coral y canto.<br />
Desde tu mejilla se mira Venecia:<br />
es una lágrima del cielo siempre alegre,<br />
es un torrente de arte, una cornisa<br />
que se hace muy extensa camino hacia tu<br />
boca.<br />
Desde mi conciencia dibujo a Venecia.<br />
Desde mi corazón contaminado.<br />
Venecia es todo aquello que se hace viento.<br />
Venecia también me mira y yo te amo.
この 囚 人 の 身 では<br />
できないのですね<br />
この ため 息 橋 を 渡 ると<br />
見 納 めなのでしょうか<br />
波 の 上 の 祝 された 都<br />
ベネッィア 共 和 国 の<br />
栄 光 と 福 音 に 満 ちた 光 景 を 見 ることは<br />
できないのですね<br />
格 子 の 窓 から 心 を 残 すのは<br />
TAEKO UEMURA<br />
金 色 に 染 まる 海 と 波<br />
うすバラ 色 に 輝 く<br />
Giappone<br />
パラツィオドゥカーレと<br />
聖 マルコ 大 聖 堂 にたたずむあなた<br />
大 運 河 を 渡 る 船 とゴンドラ<br />
もう 今 生 では 会 えないのでしょうか<br />
あなたと<br />
今 一 度 愛 を 語 ることはできないのでしょうか<br />
そしてヴェネツィアの 商 人 として<br />
誇 らしく<br />
アドリア 海 を 南 下 して<br />
遠 くコンスタンティノープルまで<br />
商 売 を 重 ねたガレー 船 に 乗 ることも<br />
この 囚 人 の 身 では<br />
できないのですね<br />
この ため 息 橋 を 渡 ると<br />
見 納 めなのでしょうか<br />
波 の 上 の 祝 された 都<br />
ベネッィア 共 和 国 の<br />
栄 光 と 福 音 に 満 ちた 光 景 を 見 ることは<br />
できないのですね<br />
格 子 の 窓 から 心 を 残 すのは<br />
金 色 に 染 まる 海 と 波<br />
うすバラ 色 に 輝 く<br />
パラツィオドゥカーレと<br />
聖 マルコ 大 聖 堂 にたたずむあなた<br />
大 運 河 を 渡 る 船 とゴンドラ<br />
ため 息 ではありません<br />
涙 でもありません<br />
今 なほ<br />
翼 をつけた 獅 子 を 蘇 らせ<br />
紋 章 をひるがえし<br />
この 身 を<br />
あなたと<br />
ベネッィア 共 和 国 に 捧 げたいのです<br />
それほどまでに 魅 了 する<br />
心 をかきたてる<br />
海 に 祝 された 都<br />
波 の 上 に 築 かれた<br />
沈 める 都 と<br />
あなたに<br />
永 遠 の 愛 を 捧 げ<br />
それを 誓 う 決 意 の 橋 なのです<br />
再 び 蘇 る 反 転 の 橋 にしたいのです<br />
ため 息 ではありません<br />
涙 でもありません<br />
今 なほ<br />
翼 をつけた 獅 子 を 蘇 らせ<br />
紋 章 をひるがえし<br />
この 身 を<br />
あなたと<br />
ベネッィア 共 和 国 に 捧 げたいのです
Revive on the Bridge of Sigh<br />
TAEKO UEMURA<br />
Can’t I meet you any more<br />
In this life?<br />
Isn’t it possible again to tell love<br />
With you?<br />
I take the galley ship as a Venetian merchant<br />
Moving south in the Adriatic Sea proudly<br />
To far place Constantinople<br />
For big business<br />
I can’t do that anymore, can I?<br />
Because you have lost freedom<br />
To manage myself<br />
When I cross this Bridge of Sigh<br />
Is it last glimpse?<br />
Can’t I see glorious and blessed sights<br />
Celebrated capital on the wave<br />
Of republic Venice anymore, can I?<br />
Attracted scenes from grid windows<br />
The sea and waves dyed gold,<br />
Palazzo Ducale shining in tint rose color,<br />
Standing you in Basilica di San Marco,<br />
And ships and gondolas crossing the grand channel<br />
It is not sigh<br />
It is not tears<br />
I wish make winged lion revive<br />
I wish make the emblem raise<br />
Since then I’d like to devote myself<br />
To you and republic Venice<br />
The tempting capital celebrated by the sea<br />
Stirs me up to the limit<br />
Ponte dei Sospiri is the bridge to swear that<br />
I dedicate my eternal love<br />
To the capital encircled by the sea<br />
And built on waves<br />
I wish make it “reversal bridge” for resurrection
Ballata oscura<br />
NASOS VAGHENÀS<br />
Grecia<br />
Molti imparano molte cose quando<br />
[invecchiano.<br />
Altri imparano meno, o soltanto qualcosa.<br />
A me, invece, mi han proprio svuotato<br />
[la mente<br />
Le cose confuse e lacrimevoli conosciute<br />
Nell’ultimo quarto di secolo.<br />
Ciò che rimane dai boschi vergini<br />
(qualche erba e piante insignificanti)<br />
è sbiadito del tutto.<br />
Si è intorbidito anche ciò che non rimane<br />
Le fonti, gli uccelli e i recinti.<br />
O Zeus padre, tu che reggi i fulmini<br />
Del cielo, ripuliscimi gli occhi.<br />
Riempili di nuovo con le valvole<br />
Della tua sapienza, ricoprimi la mente<br />
Di cedri, betulle e abeti.<br />
traduzione di Caterina Carpinato
City at the Throat of the Sea<br />
WILLIAM WOLAK<br />
Stati Uniti d’America<br />
Like a spark reaching into darkness,<br />
wander aimlessly for as long as possible<br />
lost in the endless back alleys of Venice.<br />
Disappear over irresistible bridges<br />
that open to the seductive sky<br />
like nakedness expecting kisses,<br />
Vanish along the canals’ walkways<br />
like mist passing through flame<br />
or conjunctions to the infinite.<br />
This precarious city poised<br />
at the throat of the sea<br />
awaits whatever fleeting things fear,<br />
desperate as a dream love inherited<br />
from every whisper that never refused.
YANG LIAN<br />
Cina<br />
Where the sea stands still
Ay Gondolu<br />
MÜESSER YENIAY<br />
Turchia<br />
I.<br />
Ay yere düstü<br />
daha belirgin oldu<br />
ayak izleri<br />
askın<br />
II.<br />
Güzellik sarsıcı<br />
kalbime tutundum<br />
III.<br />
Ay ısıgında<br />
gizlerini gördüm<br />
kalbin
Gondola of The Moon<br />
MÜESSER YENIAY<br />
I.<br />
The moon fell on earth<br />
the footprints of love<br />
became<br />
clearer<br />
II.<br />
Beauty is staggering<br />
I held on to my heart<br />
III.<br />
In the moonlight<br />
I saw the mysteries<br />
of heart
Il Mediterraneo<br />
VALENTINO ZEICHEN<br />
Italia<br />
Perfino Francia e Spagna<br />
gli volsero le terga,<br />
per le rotte oceaniche,<br />
la conquista Ottomana<br />
gli preferì le terreferme.<br />
La gloria di Venezia ascendeva<br />
in-potenza allegorica<br />
al cielo turchese del Tiepolo.<br />
Il Mediterraneo scoloriva;<br />
per circa quattro secoli<br />
è rimasto un mar morto.<br />
I nutrizionisti lo citano<br />
per la dieta mediterranea.
EMILIO ZUCCHI<br />
Italia<br />
Orrende grandi navi, incubo urlante<br />
sui nitriti sfiancati delle gondole<br />
nel sole obliquo, luce dissonante<br />
sull’acqua lacrimosa, orrende navi,<br />
incubo urlante, labirinto d’aria.
EDOARDO SANGUINETI<br />
poesia dedicata a Marco Nereo Rotelli
ROTOLI ROTOLANO, GONDOLANO GONDOLE:<br />
OTTIMA È L’ACQUA, CON LA SEDIA E IL VIDEO:<br />
TELERI E TECHE TELERICETTIVE<br />
ELEVANO LABIRINTI IDROTERAPICI:<br />
LLENA È LA LUNA CHE SI ANNEGA IN LLANTO,<br />
LITICO È IL PIROCLIP DI LAMPO INFRANTO:
Un particolare ringraziamento a Laura Garavaglia, Loretto<br />
Rafanelli, Caterina Carpinato, Bruno Mazzoni, Maria Grazia<br />
Galatà, Domenico Di Felice e all’Università dell’Aquila per la<br />
collaborazione nell’invito ai poeti.<br />
Un ringraziamento speciale a Silvia Guidi e Ida Bastianello ed anche<br />
ai calligrafi veneziani e alla Bottega del Tintoretto per il loro lavoro.
Marco Nereo Rotelli è nato a Venezia nel<br />
1955, dove si è laureato in architettura nel<br />
1982. Ora vive e lavora a Milano e Parigi.<br />
Da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla<br />
dimensione poetica che Harald Szeemann ha<br />
definito come “un ampliamento del contesto<br />
artistico”.<br />
Rotelli ha creato negli anni una interrelazione<br />
tra l’arte e le diverse discipline del sapere.<br />
Da qui il coinvolgimento nella sua ricerca<br />
di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma<br />
principalmente il suo rapporto è con la poesia<br />
che, con il tempo, è divenuta un riferimento<br />
costante per il suo lavoro.<br />
Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project,<br />
oggi diretto da Elena Lombardi e composto<br />
da giovani artisti ed architetti, con il quale<br />
realizza numerosi interventi e progetti di<br />
installazione urbana.
Questo suo impegno gli è valso la<br />
partecipazione a sette edizioni della Biennale<br />
di Venezia, oltre a numerose mostre personali<br />
e collettive.<br />
È stato invitato dalla Northwestern Unversity<br />
(Chicago) come artist-in residence (inverno<br />
2013).<br />
Le sue opere sono presenti in musei e<br />
importanti collezioni private di tutto il<br />
mondo.<br />
Di lui hanno scritto alcuni tra i più<br />
importanti critici d’arte, oltre a poeti,<br />
scrittori, filosofi e personalità della cultura<br />
internazionale, alimentando un’importante<br />
raccolta bibliografica sul suo lavoro.<br />
Biografia<br />
MARCO NEREO ROTELLI
ArtProject<br />
coordinamento<br />
Elena Lombardi<br />
progetto grafico<br />
Filippo Cavalli | Margherita Zambelli<br />
finito di stampare nel mese di Dicembre 2015<br />
da Peruzzo Industrie Grafiche,<br />
Mestrino (PD)