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Poesia e Luce

“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti "Il trillo" di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica. Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83 poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico dei Frari.

“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti "Il trillo" di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica.
Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83 poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico dei Frari.

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Marco Nereo Rotelli


a Venezia


comunicare con l’arte


Marco Nereo Rotelli<br />

a cura di<br />

Giovanna Zabotti e Stefano Stipitivich<br />

ANTOLOGIA POETICA<br />

con la partecipazione di 83 poeti contemporanei


“La poesia unisce i distanti”: è con questa idea che i versi tratti Il<br />

trillo di Mario Luzi, come un filo luminoso, si snodano per calli e<br />

campielli, donando stupore. Marco Nereo Rotelli ha scelto questa<br />

poesia dedicata a Venezia per portare una “nuova luce” alla città, per<br />

guardare con occhi nuovi e mente fresca, grazie alla parola poetica.<br />

Ed ecco allora giungere poesie da tutto il mondo: sono coinvolti 83<br />

poeti contemporanei, 83 come gli anni di Giovanni Bellini di cui<br />

la città si appresta a celebrare l’anniversario della morte e a cui sono<br />

dedicati i colori dell’installazione luminosa, il blu e l’oro del Trittico<br />

dei Frari.<br />

Viva Venezia, capitale delle parole, simbolo di unione, magia della<br />

poesia!<br />

Filippo Cavalli / Elena Lombardi / Margherita Zambelli<br />

Team ArtProject


Sta arrivando il Natale e, in un momento storico così complicato,<br />

riavvicinare la cittadinanza alle nostre tradizioni è anzitutto un<br />

dovere civico. Questa festività che da sempre vede protagonisti i<br />

bambini, le famiglie e i cittadini, oggi più che mai vogliamo che sia<br />

davvero una festa per tutti, un luogo splendente dove i veneziani<br />

possano ritrovare le loro radici condividendo la magia e la poesia di<br />

questo momento.<br />

“Venezia-poesia e luce” ben sposa questa idea partecipativa del<br />

Natale con l’unione di luci e parole a cui si uniscono i versi che 83<br />

poeti di tutto il mondo hanno dedicato alla nostra Città.


Viviamo con serenità questi giorni speciali, ritrovando quel senso di<br />

comunità di cui abbiamo davvero bisogno e, con la collaborazione<br />

di tutti e con tanta umiltà, costruiamo insieme una rinnovata<br />

prospettiva di crescita per la nostra Venezia.<br />

Luigi Brugnaro<br />

Sindaco di Venezia


La luce della cultura alimentata dalla poesia nell’istallazione di<br />

Marco Nereo Rotelli e il legno delle tavolette che decorano il<br />

maestoso albero, trasformano Venezia in un faro. Questo faro<br />

vuole richiamare gli abitanti del territorio alle proprie tradizioni e<br />

ricordare loro che la Città sta trovando la sua rinnovata eleganza<br />

fondata sull’arte e la cultura stessa, che tanto le ha dato nei secoli.<br />

Paola Mar<br />

Assessore al Turismo del Comune di Venezia


Da anni sentivamo l’esigenza di avere in Piazza San Marco e nella<br />

prospicente area marciana un Natale che andasse oltre i soliti<br />

addobbi, oramai inflazionati e presenti in ogni angolo del nostro<br />

paese.<br />

Venezia per noi doveva avere qualche cosa di più, perché per<br />

noi Venezia è unica nella sua bellezza. Da questa città dalla<br />

sua Piazza più conosciuta e rappresentativa doveva partire un<br />

piccolo messaggio, che fosse però forte, legato al bello, all’unico,<br />

all’originale.<br />

“Venezia <strong>Poesia</strong> e <strong>Luce</strong>” va sicuramente incontro a questa esigenza:<br />

legare la poesia, la parola, il segno grafico dell’artista Marco Nereo<br />

Rotelli al Natale con il suo forte richiamo simbolico.<br />

Piazza San Marco diviene così cassa di risonanza, testimonianza<br />

per tutti noi Veneziani e non di un messaggio indissolubilmente<br />

positivo.


Quale presidente dell’Associazione Piazza San Marco mi auguro<br />

che questo progetto segni l’inizio di un percorso, che ci porti<br />

tutti assieme alla riqualifica dell’immagine dell’area marciana. Ho<br />

sempre pensato con i miei colleghi che la nostra città abbia enormi<br />

possibilità e potenzialità inespresse, lasciate cadere per una mai<br />

sopita apatia e mancanza d’iniziativa.<br />

Quest’anno invece ho visto molte persone attivarsi per il successo di<br />

“Venezia <strong>Poesia</strong> e <strong>Luce</strong>”: a tutte loro va il mio ringraziamento.<br />

Se saremo riusciti a gettare le basi di una nuova mentalità, di un<br />

nuovo modo di stare assieme vorrà dire che siamo riusciti nel nostro<br />

intento.<br />

Ai Soci dell’Associazione Piazza San Marco, ai Veneziani, ai tanti<br />

amanti di questa meravigliosa città vanno i miei più sinceri auguri<br />

di Buon Natale e sereno anno nuovo.<br />

Alberto Nardi<br />

Presidente dell’Associazione Piazza San Marco


Trovare un’espressione per il Natale a Venezia non è mai facile,<br />

perché significa trovarsi faccia a faccia con la storia, in un duello che<br />

pare sempre perso in partenza.<br />

Questo progetto vuole realizzare qualcosa di nuovo, vuole regalare<br />

a Venezia un dono di luce e poesia, un dono utopistico e visionario,<br />

ma al tempo stesso vivo a tangibile.<br />

L’opera di Marco Nereo Rotelli, con il contributo degli 83 poeti<br />

e delle loro poesie ispirate a Venezia, vuole essere un viaggio<br />

all’interno della coscienza dell’uomo ma non di un uomo<br />

qualunque. Vuole avere l’ardire di ricordare al Veneziano il sogno<br />

che rappresenta la Sua Città agli occhi del mondo, vuole mostrare<br />

a chi Venezia la vive ogni giorno che la magia legata alla cultura<br />

e all’arte è ancora ben radicata nelle sue vie e nel quotidiano, alla


portata di tutti. Ben lontana dalle tristi definizioni che la vedono<br />

come una “cosa” astratta e fine a se stessa.<br />

E per riuscire in questa missione tutte le realtà commerciali<br />

dell’area si sono riunite per offrirsi da motore e da sfondo di<br />

questa espressione artistica. Perché, come diceva Rembrandt, senza<br />

l’atmosfera un dipinto è nulla.<br />

Il fine di questo straordinario progetto è di aiutare la Città a<br />

ritrovare quella sua elegante ed unica identità, che talvolta sembra<br />

perduta, nell’aggregazione, nella possibilità di riappropriarsi del<br />

Natale nel centro storico, nel suo cuore pulsante che non deve<br />

più essere visto con distacco e destinato ai soli turisti, non una<br />

scenografia lontana ma un luogo da vivere.<br />

Giovanna Zabotti<br />

Direttore Artistico Fondaco


Tanti pittori veneti, da Carpaccio a Giorgione, da Bellini a Tiziano<br />

da Canaletto a Guardi, hanno fissato magicamente nelle loro opere<br />

una luce unica e irripetibile, quella di Venezia! Questo perché per<br />

sei ore l’acqua entra in laguna, nella nostra amata laguna, e per sei<br />

ore esce in un abbraccio quasi nuziale col mare. E quest’acqua, che<br />

scorre instancabile da sempre, cambia la luce della città dei Dogi<br />

a ogni attimo e diventa, nel suo continuo mutare, quasi poesia<br />

in forma liquida, fatta di versi che diventano onde, riflessi, cielo.<br />

Queste sensazioni le ritrovo nell’intervento di Marco Nereo Rotelli,<br />

che da sempre ci stupisce con le sue performance di luce, un mix<br />

di arti visive e poesia. “ Ut pictura poësis”: nessun aforisma migliore<br />

di quello del grande poeta latino Quinto Orazio Flacco potrebbe<br />

spiegare il suo lavoro.


Come un direttore d’orchestra Marco ha chiamato gli amici poeti di<br />

tutto il mondo e ha chiesto loro di comporre assieme una sinfonia<br />

in versi sulla Venezia che amano, sulla Venezia che Jan Cocteau<br />

definiva metà donna, metà pesce, una sirena. Ecco quindi queste<br />

poesie in tutte le lingue del mondo raccolte in questo libricino<br />

prezioso nato dall’amore di questo artista per il bello e per la<br />

poesia che del bello è una delle massime espressioni. Marco Nereo<br />

Rotelli rende così uno splendido omaggio a Venezia e al grande e<br />

indimenticato Mario Luzi e a quel suo “offrire versi con simpatia”.<br />

Stefano Stipitivich<br />

Direttore Artistico Caffè Florian


Il trillo<br />

MARIO LUZI


Il trillo,<br />

quella mattutina squilla,<br />

poi il diluvio<br />

di voci, suoni, passi<br />

nelle calli,<br />

di risa<br />

e battibecchi,<br />

strida,<br />

bube sotto i tetti,<br />

fischi,<br />

fieri richiami,<br />

nei rii e nei campielli,<br />

dai ponti, dagli imbarcaderi.<br />

Colori e luci<br />

non ne offre<br />

la tana al mio risveglio,<br />

mulinano<br />

però, lo sento, nell’aria,<br />

lampeggiano sull’acqua, scissi<br />

in virgole<br />

in lucciole e scintille<br />

nella fremebonda danza<br />

che ci assedia e ci accompagna.<br />

O fuoco equoreo, o mutazione<br />

mutua<br />

delle multiple apparenze<br />

e dell’unica sostanza,<br />

vita pura, pura persistenza della vita<br />

oltre la sua materia<br />

nella incontenibile flagranza<br />

sarò io in voi o voi sarete in me?<br />

sciocco, non conta, non fa differenza.


Antologia Poetica<br />

Poeti dal mondo per Venezia<br />

a cura di<br />

ArtProject


Venus y su máscara<br />

CARLOS J. ALDAZÁBAL<br />

Argentina<br />

“Esta ciudad es Venecia”, me dijiste,<br />

y yo pensé que Venecia era la máscara de un<br />

río,<br />

disimulado por el encanto arquitectónico del<br />

tiempo.<br />

De algún modo, Venecia también era lo<br />

imposible,<br />

como la nieve en Mauritania, como el Sahara<br />

en las estepas rusas,<br />

como tu pelo en la almohada de este cuarto,<br />

o la respiración de las estatuas a la hora del<br />

amor.<br />

Y de todo lo que pensé, la única verdad era<br />

tu máscara.<br />

Vale decir: en la distancia, podría reconocer<br />

tus ojos brillando en su disfraz,<br />

y el encanto arquitectónico del tiempo<br />

hundiéndose lentamente en los canales,<br />

lágrimas de un cocodrilo que pretende nadar<br />

por un pantano,<br />

homenaje a la discreción del verde: agua<br />

verde, cielo verde, ojos verdes,<br />

todo tornasolado por un resplandor perdido.


Asteroidi modulari<br />

GIOVANNI ASMUNDO<br />

Italia<br />

Asteroidi modulari progettati<br />

e falene si affogano al crepuscolo<br />

nei palpiti di un sole a reticolo<br />

che screzia orizzonti incinerati.<br />

Aspre scogliere di periferia<br />

falesie in cemento e ammoniti<br />

stratificate in trilocali sviliti<br />

croste da parati e da tappezzeria.<br />

In salvagente sdraiarsi sui tetti<br />

(s’infrangono in marosi le costellazioni).<br />

Errare a memoria tra coniugazioni<br />

di vite in tempi futuri e anteriori.<br />

Siamo scampati a proposte allettanti<br />

di scaltre sirene d’acciaio satinato<br />

ciottoli e ossa sbiancate di carene<br />

poi perfino il naufragio si è arenato.<br />

Scarpe coi tacchi ha l’aurora di perla<br />

solletica i piedi la pallida bruma<br />

da soli, senz’altri avversari di scacchi.<br />

Iride il mare con ciglia di spuma.<br />

Dove le cetre, le crisi, le maschere?<br />

Dove le voci, i sei personaggi?<br />

Il vento che tira le corde del freddo<br />

si tinge le dita di tenui miraggi.


MURIEL AUGRY-MERLINO<br />

Francia<br />

Elle se décline et se conjugue, se transforme<br />

et se métamorphose,la mer de nos détresses et<br />

nos plaisirs


An Autumn in Venice<br />

MARK AXELROD<br />

Stati Uniti d’America<br />

An autumn in Venice. Alone. Awakened at<br />

four in the morning to the sounds of staggered<br />

footsteps on the Ponte dei Scudi. Sleep avoids<br />

me. Perplexed, I allow myself to wander<br />

aimlessly in thoughts. Thoughts tangent to<br />

other thoughts, lost love, marriage, arraigned<br />

in the court of marital mismanagement.<br />

She, lost in love with the sanguine Spaniard;<br />

I, alone, staggering over the Bridge of Sighs<br />

slumping towards the prison of salient sadness.<br />

It appears that I am destined for these days of<br />

lost desire, these isolated moments along the<br />

Schiavoni. Not Aschenbach on the Lido, but<br />

another autumn in Venice with a death of a<br />

different odor.


TAHAR BEKRI<br />

Tunisia<br />

Ils regardaient la mer à l’infini<br />

Comme à l’intérieur d’eux-mêmes


Lagună<br />

ANA BLANDIANA<br />

Romania<br />

Pleoape de apă<br />

Se închid una câte una<br />

Ca un ecou.<br />

Se aud înainte de a se vedea<br />

Cum vin înspre țărm<br />

Cu gene de spumă,<br />

Se pleacă încet<br />

Peste pupila de piatră,<br />

Apoi se ridică din nou<br />

Și se lasă stingher<br />

Să-nchidă vederea pământului<br />

Acoperit de somn și de ape,<br />

Și reușind să viseze câte o dungă de cer<br />

Doar în secunda dintre două pleoape.


Laguna<br />

ANA BLANDIANA<br />

traduzione italiana di Bruno Mazzoni<br />

Palpebre d’acqua<br />

Si chiudono una a una<br />

Come un’eco.<br />

Si sentono prima che si vedano<br />

Mentre giungono a riva<br />

Con ciglia di spuma,<br />

Si piegano lievi<br />

Sulla pupilla di pietra,<br />

Poi si levano di nuovo<br />

E si abbandonano confuse<br />

Per chiudere la vista della terraferma<br />

Ricoperta di sonno e di acque,<br />

E capaci di sognare una striscia di cielo<br />

Solo nell’istante fra due palpebre.


<strong>Poesia</strong><br />

MATTEO BO<br />

Italia<br />

Passa il tempo<br />

e le belle pagine,<br />

sulle quali è scritta<br />

la poesia,<br />

diventano antiche;<br />

ma l’odore di vecchi<br />

fogli ingialliti dal sole<br />

desta sempre in me<br />

l’estasi di giorni e ricordi<br />

creduti perduti.<br />

<strong>Poesia</strong>,<br />

diventa di tutti;<br />

passa tra la gente<br />

di questa città<br />

e racconta la mia storia<br />

attraverso le parole<br />

di chi ancora non l’ha<br />

dimenticata.<br />

Dove giungerai?<br />

Ci sarà quel lieto fine<br />

tanto auspicato?<br />

La risposta l’attendo<br />

nello sguardo<br />

di chi mi passa accanto.


VENECIA<br />

JAVIER BOZALONGO<br />

Spagna<br />

Una mano insensata<br />

ha arañado la tierra<br />

abriendo desde el mar vías de agua.<br />

En las orillas alguien<br />

levantó los palacios más hermosos<br />

y se marchó a vivir a otra ciudad.<br />

Hoy quedan por la calle boquiabiertos turistas,<br />

vendedores de máscaras baratas,<br />

barqueros disfrazados de sí mismos,<br />

cazadores de fotos y palomas.<br />

De pronto se estremece una cortina:<br />

notas que alguien te observa, reclama tu mirada<br />

mientras te pide calma,<br />

y te pide justicia,<br />

y te pide que entiendas<br />

que si la ves llorar, es por Venecia.


su venezia<br />

GEMMA BRACCO<br />

Italia<br />

quando a sera il tramestio si acqueta<br />

come il poeta<br />

anche la città dell’acqua sonnecchia<br />

e si appaga di sospiri<br />

ogni spruzzo ogni rollio<br />

ogni scia di motoscafo<br />

ogni gondola che scivola via<br />

ogni stilla di luna<br />

ha il suo occhio di bue<br />

il suo cantore<br />

il suo fotografo di scena<br />

l’acqua conosce variazioni sul tema<br />

l’armonia sfugge alle regole<br />

la prima frase trascolora in un’altra<br />

e dipana un filo fuori trama


Aquiloni a Venezia<br />

TIZIANO BROGGIATO<br />

Italia<br />

Dal quadrato azzurro che argina San Marco<br />

partono le rincorse per il decollo.<br />

Cuspidi variopinte s’inarcano dapprima<br />

per poi conficcarsi veloci tra le costole di<br />

Rialto<br />

e la torre dei mori.<br />

E che storie i volti: stralunati, raccolti in<br />

smorfie,<br />

rapiti dalle evoluzioni.<br />

Li esalta un lucente controvento. Il profilo<br />

veneziano.


ANNA BUONINSEGNI<br />

Italia<br />

Venezia ha un incubo di nome Marghera<br />

sulle spalle rafferme<br />

nei piedi tremanti di canali marini<br />

Venezia partorisce una sentinella<br />

rovinosa<br />

viatico peggiore al viaggio<br />

di ombre nel profondo sogno<br />

è più probabile<br />

che un postino si trovi a fischiettare Schönberg<br />

e Faust a passare a casa mia per un caffè<br />

che quel patto con il demonio<br />

di zolfo<br />

e miasmi multinazionali<br />

possa sprofondare esterrefatto<br />

dal ponte più alto della bellezza


Ghetto di Venezia, 5 aprile 1996<br />

ROBERTO CARIFI<br />

Italia<br />

Casa di Riposo Israelita.<br />

Per voi, occhi, per voi<br />

tentenna un capo alla finestra,<br />

per voi prega un polacco,<br />

la pioggia sfoglia quei nomi<br />

a uno a uno.<br />

Isacco preso per mano<br />

dove mi porta, padre, il tuo silenzio?<br />

Qualunque padre ti conduce, muto,<br />

alla tua morte.<br />

Per voi, occhi, per voi<br />

la piazza è senza vita<br />

e dietro il cancello rugginoso<br />

sta la memoria insonne.


Veneţia<br />

MAGDA CARNECI<br />

Romania<br />

Aurul aerian care intră în lume<br />

și cel lichid care pleacă din lume<br />

scânteind pe fațade, poduri, canale<br />

cine îl dăruie cine-l primește<br />

din venele cerului în venele noastre<br />

mai presus de vasele translucide ale trupurilor<br />

e o lagună în sine<br />

E o mare unduitoare, tăcută<br />

lumină turnată în fragile pahare<br />

în adîncul celulelor șușotitoare<br />

în gondole și astre<br />

înapoia cuvintelor care cântă<br />

Mai invincibil<br />

decât gravitația, mareele, focul<br />

e o bucurie o boare<br />

pregătind resurecția.


Venezia<br />

MAGDA CARNECI<br />

L’oro incorporeo che entra nel mondo<br />

e quello liquido che esce dal mondo<br />

a scintillare su facciate, ponti, canali<br />

chi lo dona chi lo riceve<br />

dalle vene del cielo nelle nostre vene<br />

ben oltre i traslucidi vasi del corpo<br />

è una laguna in sé<br />

È un mare fluttuante, silenzioso<br />

luce versata in fragili bicchieri<br />

nel profondo delle cellule mormoranti<br />

in gondole e stelle<br />

dietro parole di canto<br />

Più invincibile<br />

della gravità, delle maree, del fuoco<br />

è contentezza una brezza<br />

a preparare la resurrezione


YOLANDA CASTAÑO<br />

Spagna<br />

El mar es un hueco inmenso,<br />

una nada de agua, un verde búnker.


La mia Memoria<br />

SONIA CASTELLANI<br />

Italia<br />

Rifiuto l’oblio,<br />

non voglio dimenticare.<br />

Reminiscenze che pulsano nella mia<br />

[Memoria.<br />

In essa custodisco gelosamente<br />

[un piccolo scrigno.<br />

Lo apro accarezzando le foto dell’altra esistenza,<br />

quella vissuta tra le vie della mia città.<br />

Le osservo ad una ad una…senza alcuna fretta.<br />

Riscopro ogni volta momenti a me cari,<br />

momenti di una quotidianità spesso banale.<br />

Mi aggrappo alla mia Memoria e con essa<br />

[ripercorro la mia vita.<br />

Nelle piazze,<br />

nelle stradine martoriate,<br />

tra i puntellamenti ritrovo me stessa e<br />

[le mie radici.<br />

Chi vuol ricordare,<br />

discerne il bello nelle pietre abbandonate,<br />

nei portoni socchiusi e incatenati,<br />

nelle finestre aperte coi vetri rotti.<br />

E’ un pellegrinaggio della speranza,<br />

un collante tra due vite,<br />

tra due persone con la stessa anima,<br />

con lo stesso cuore ma con destini diversi.<br />

Uno è già concluso, mentre l’altro è<br />

[tristemente incerto.<br />

Devo richiudere lo scrigno.<br />

Torno nella nuova esistenza con la mia<br />

[Memoria, cercando linfa per sopravvivere…


BİR HİKAYE<br />

METIN CENGIZ<br />

Turchia<br />

Saint Marco meydanında<br />

Bir çocuk bir güvercini kovalıyor<br />

Çocuk sevinciyle uçuyor<br />

Güvercin çocuğun sevinciyle<br />

Ey hayat<br />

Sınama beni<br />

Verdiğin bir anlık<br />

Tatlı iksirle


A STORY<br />

METIN CENGIZ<br />

translated by Müesser Yeniay<br />

In Saint Marco square<br />

A child is following a pigeon<br />

Child is flying with his happiness<br />

Pigeon is flying with the happiness of child<br />

O life<br />

Don’t test me<br />

With the momentary sweet elixir<br />

That you offered me


Veneţia terminus<br />

RUXANDRA CESEREANU<br />

Romania<br />

S-a stins viaţa falnicei Veneţii,<br />

Prin palate se tîrăsc şerpoasele Lucreţii,<br />

N-auzi cîntări, nu vezi lumini de baluri;<br />

Laguna putrezeşte, dogii joacă zaruri.<br />

Pe scări de marmură, prin vechi portaluri,<br />

Zac pironiţi de lene amanţii fără lauri.<br />

Pătrunde luna înălbind pereţii.<br />

O, vino, Moarte, cu mistice secreţii!<br />

Okeanos se plînge pe canaluri...<br />

Licori şi veştede odăi dospesc amaruri,<br />

El numa-n veci e-n floarea tinereţii,<br />

Canal Grande, cadavru în racla dimineţii,<br />

Miresei dulci i-ar da suflarea vieţii,<br />

Sărut hidos rîvnit de-mpărăteasa greţii.<br />

Izbeşte-n ziduri vechi, sunînd din valuri.<br />

Mormîntul gondolierilor crescînd pe maluri.<br />

Ca-n ţintirim tăcere e-n cetate.<br />

Apos, sufletul înecaţilor se zbate.<br />

Preot rămas din a vechimii zile<br />

Marele Gondolier înalţă vîslele-anghile.<br />

San Marc sinistru miezul nopţii bate.<br />

Pe chei dănţuie nălucind beţi cerşetori şi<br />

[desfrînate.<br />

C-un glas adînc, cu graiul de Sibile,<br />

Un înger violet cu pene din zambile,<br />

Rosteşte lin în clipe cadenţate:<br />

– Oraş bătrîn, purtînd pe degete inele de agate,<br />

Nu-nvie morţii – e-n zadar...<br />

Paharnicii din purgator închină blînd cupa<br />

[cu var.


Venezia terminus<br />

RUXANDRA CESEREANU<br />

traduzione di Giovanni Magliocco<br />

Si è spenta la vita della splendida Venezia,<br />

Nei palazzi strisciano serpentine Lucrezie,<br />

Non odi canti, non vedi luci di balli;<br />

La laguna marcisce, i dogi giocano a dadi.<br />

Su scale di marmo, per antichi portali,<br />

Giacciono indolenti gli amanti senza lauro.<br />

Penetra la luna inargentando le pareti.<br />

Oh, vieni, Morte, con mistici secreti!<br />

Okeanos si lamenta per i canali…<br />

Liquori e stanze sbiadite fermentano amari,<br />

Egli solo in eterno è nel fiore dell’età giovanile,<br />

Canal Grande, cadavere nella bara mattutina,<br />

Alla dolce sposa donerebbe il soffio della vita,<br />

bacio immondo bramato da colei che<br />

[della nausea è imperatrice.<br />

Con onde sonanti, colpisce mura antiche.<br />

La tomba dei gondolieri si innalza sulle rive.<br />

La città è muta come un cimitero.<br />

Acquosa, l’anima degli annegati si dimena.<br />

Sacerdote di antichi evi<br />

Il Gran Gondoliere solleva le anguille-remi.<br />

San Marco batte lugubre la mezzanotte.<br />

Sul molo danzano allucinati donne sfrenate<br />

[ed ebbri mendicanti.<br />

Con voce profonda, con parole di Sibilla,<br />

Un angelo viola con piume di giacinto,<br />

Con ritmo cadenzato dolcemente dice:<br />

– Vecchia città, che porti anelli d’agata<br />

[alle dita,<br />

Non risorgono i morti – tutto è vano…<br />

I coppieri del purgatorio brindano con calici<br />

di calce in mano.


PATRIZIA CHIANESE<br />

Italia<br />

“Arterie luminose e isteriche<br />

riflettenti la rumorosa assenza<br />

del giorno –<br />

corrono verso di me.<br />

Un inganno.<br />

Una leggerezza.<br />

Una brezza improvvisa.<br />

Ma nelle mie ore c’è ancora posto per questo”.


GIUSEPPE CONDORELLI<br />

Italia<br />

Riordino il paesaggio<br />

la palude dei pensieri.<br />

Ma il volo dei pipistrelli<br />

confonde la prospettiva<br />

verso i canali<br />

e l’occhio lacera<br />

la chiara tenebra<br />

del mare.


GIUSEPPE CONTE<br />

Italia<br />

Non finirò di scrivere sul mare.<br />

Non finirò di cantare<br />

quello che c’è in lui di estatico<br />

quello che c’è in lui di abissale…


GIAN MARIA CORNELIO<br />

Italia<br />

Quando<br />

il tempo sarà niente più<br />

che l’avvio di una piega<br />

la parte ancora arabile<br />

del fiato<br />

la città obliqua la città ubiqua<br />

torneremo a ferire la campagna ceduata<br />

a cui brucia il ventre<br />

secco di fuochisti indigeni<br />

e l’ombra inondata di polvere della<br />

grande campana verde<br />

e tutta l’altra siccità elettrica della città<br />

la città obliqua<br />

la città ubiqua<br />

la città come radice<br />

scavernata dalla pagina<br />

come approssimazione<br />

innervata sugli occhi<br />

come midollo uguale<br />

agli uccelli della diserzione<br />

come la causa perduta<br />

del sangue<br />

cosi viaggio è l’eredità della pece<br />

che si sfalda per contenere altra ombra<br />

e cerca il tempo illegittimo che lavi<br />

la compiutezza della fame<br />

perché è certo bisogna disputare la partenza<br />

come ostaggio della meteora<br />

e partire è un’ingiuria necessaria<br />

ma la più necessaria di tutte


E nelle molte formule<br />

del rovescio<br />

la guancia rimane guancia<br />

e il midollo<br />

midollo ma<br />

tracciato in devozione<br />

al fossile del sole<br />

l’alba<br />

alba che trabocca<br />

contro<br />

la piccola stimmate della<br />

pupilla<br />

la veglia<br />

veglia<br />

che la pista di salsedine<br />

compone sotto la tenera<br />

memoria dei capelli<br />

e il sangue<br />

sangue che<br />

erudito<br />

torna a ricacciarsi<br />

in vena<br />

o comunque<br />

cade la luce<br />

sull’abitudine quasi embrionale dell’ulcera<br />

sulla trasparenza non visitata del vetro<br />

che torniamo a frequentare<br />

come una nebbia<br />

di sbadataggini<br />

nella parte non erosa del lenzuolo<br />

oppure l’argomento è altro<br />

una ferita senza madrepatria<br />

o Valuska di Bela Tarr


Venezia Revisited<br />

RAFAEL COURTOISIE<br />

Uruguay<br />

La ciudad que es sueño<br />

el subconsciente, la pulsión<br />

del deseo en el fondo<br />

del Canale Grande<br />

y encima los miles de turistas<br />

como hormigas de Tiziano<br />

bautizadas por el agua alta<br />

para fotografiar<br />

el Reino de los Cielos.


MAURIZIO CUCCHI<br />

Italia<br />

Il lento ondulare tra arte e storia<br />

Di una bellezza eterna


FABRIZIO DALL’AGLIO<br />

Italia<br />

L’azzurro riempie il cielo<br />

di distanza,<br />

è uno specchio di mare che risale,<br />

bucato dai gabbiani.


VENICE<br />

For Binyavanga<br />

KWAME DAWES<br />

Stati Uniti d’America<br />

They are shipping the Kenyan memoirist<br />

with his electric blue hair to Bangalore,<br />

the strokes, they say, are causing his<br />

beautiful sullied flesh into tremors,<br />

and we worry that his dream of standing<br />

unsteadily in the listing belly of a gondola<br />

skimming the thousand year old stinking<br />

waters of Venice, shouting into the<br />

[echoing walls.<br />

“What’s new on the Rialto?”, his face glowing<br />

with rain and moonlight, will never be. You<br />

think we drifting Africans long for culture<br />

in those narrow watery avenues, but<br />

all we want is to see if the moon sits<br />

with the same elegance in the painterly<br />

Venetian skies as it does over Lagos or Accra<br />

or Nairobi. In other words, as with all<br />

art, we want to see for ourselves the beauty<br />

we have always known: hands, splayed,<br />

x-rayed by the moon to reveal the splendid<br />

engineering in the perfection of fine bones—<br />

the evidence of our common human selves.


VENEZA<br />

(poesia dedicada ao artista-símbolo dessa cidade,<br />

Marco Nereo Rotelli)<br />

RAUL DE TAUNAY<br />

Brasile<br />

És rima, és o agora,<br />

És razão deste aparte,<br />

Doce guarida da aurora,<br />

Luz que o peito comparte.<br />

Bem sei, isto é só trova,<br />

Inspiração que desova<br />

nos canais a suspirarem,<br />

nos corações a versarem.<br />

Só tu, para mim, és reduto,<br />

Veneza de amor absoluto,<br />

O sentido de tudo,<br />

O mistério profundo,<br />

O sublime mundo<br />

De um sonho fecundo.


La città Nuova<br />

DOMENICO DI FELICE<br />

Italia<br />

Una città se nasce poi non muore<br />

Non è fatta soltanto di mattoni,<br />

che se li spezzi resta l’energia<br />

delle persone e delle loro mani.<br />

Una città è sia nuova che vecchia<br />

Non vive della vita dei palazzi<br />

Per crescere si espande come macchia,<br />

ma fatta di ragazze di ragazzi.<br />

Una città è come una semiretta<br />

Ha un certo inizio ma non ha una fine<br />

Hai un potere solo sui suoi punti<br />

Una città è una linea di confine.<br />

Una città reagisce, si trasforma<br />

Si ibrida, si sporca, si pulisce<br />

Se è nuova non riesca a stare ferma<br />

Se è vecchia cambia un poco, non tradisce.<br />

Una città rivive se spezzata<br />

E può persino essere più bella<br />

Si chieda il senso a chi l’ha vissuta<br />

E nessuna ne vuol che non sia quella.<br />

Chi è fortunato vive nel futuro<br />

Senza scordarsi di un grande passato<br />

Ma una città conosce, di sicuro<br />

Solo un presente eterno e dilatato<br />

Per questo son d’amor queste parole<br />

E vanno scandite con chiarezza.<br />

Una città può esser madre o prole<br />

Ma è sempre testimone di bellezza.


Venetië<br />

GERMAIN DROOGENBROODT<br />

Belgio<br />

Alsof de tijd haar rimpels<br />

niet in jouw mooie gelaat heeft gegrift<br />

tussen de oude<br />

en de nieuwe tijdend vloeiend<br />

het water<br />

voorbijgaand<br />

onder jouw talloze bruggen<br />

ogenschijnlijk hetzelfde en onveranderd<br />

het water<br />

voorbijgaand<br />

zoals zoveel kunstenaars<br />

die er van de schoonheid achterlieten<br />

een onuitwisbaar spoor.


Venezia<br />

GERMAIN DROOGENBROODT<br />

As if time did not engrave<br />

its wrinkles in your beautiful face<br />

flowing between old<br />

and new times<br />

the water<br />

passing by<br />

below your countless bridges<br />

apparently the same and unchanged<br />

the water<br />

passing by<br />

as so many artists who created Venice<br />

but left traces of eternal beauty.


The Sea<br />

OSAMA ESBER<br />

Siria<br />

Go to the beach,<br />

do not think about who<br />

parted the sea with a staff,<br />

or about those who<br />

drowned in it, or crossed it.<br />

Do not busy your mind<br />

with its depth or surface,<br />

Be intoxicated with its blueness.


הַסֵּפֶר הָ‏ אַרְצִי עַל הַ‏ יְּ‏ צוּרִ‏ ים הַמְּכֻנָּפִ‏ ים<br />

הַאִם הַמַּלְ‏ אָכִ‏ ים אֲשֶׁר בַּסִּמְ‏ טָ‏ אוֹת הַ‏ זּוֹרְ‏ מוֹת<br />

מִתְחַבְּקִ‏ הַסֵּפֶר הָ‏ ים לְעִתִּ‏ אַרְצִי ים מְ‏ עַלזֻמָּ‏ הַ‏ יְּ‏ נוֹת צוּרִ‏ ים הַמְּכֻנָּפִ‏ ים<br />

הַאִם הֵם מִתְחַבְּקִ‏ ים בִּכְלָל<br />

הַאִם בְּבֵ‏ ית סִפְרָם לִמְּ‏ דוּ מנחם עַל מ'‏ אַהֲבָה פאלק<br />

ם הַאִםנְ‏ שִׁ‏ הַמַּלְ‏ יקוֹתֵאָכִ‏ ים יהֶם צְ‏ אֲשֶׁר לוּלוֹת כְּ‏ בַּסִּמְ‏ טָ‏ קוֹל הַ‏ אוֹת גּוֹנְ‏ הַדּוֹלְ‏ זּוֹרְ‏ יֶ‏ רמוֹת<br />

אוֹ מִתְחַבְּקִ‏ שֶׁמָּא ים שָׁם הַשְּׁ‏ לְעִתִּ‏ תִים מְ‏ יקָהזֻמָּ‏ נוֹת שׁוֹלֶטֶת עַל הַ‏ גּוֹנְ‏ דּוֹלָה<br />

וְ‏ הַאִ‏ רַקם הַמְּ‏ הֵם שׁוֹטִ‏ ים מִתְחַבְּקִקוֹל ים תּוֹפֵף בִּכְלָל<br />

הַאִ‏ מְבַשְּׂ‏ רִםים בְּבֵ‏ ית אֶת בּוֹא הַ‏ סִפְרָם לִמְּ‏ בֹּקֶר?‏ דוּ עַל אַהֲבָה<br />

?<br />

?<br />

?<br />

ם הַאִםנְ‏ יַגִּ‏ שִׁ‏ יעוּ לִמְ‏ יקוֹתֵרוֹמֵי יהֶם צְ‏ רָקִ‏ יעַ‏ , בֵּ‏ לוּלוֹת כְּ‏ ין הָעֲ‏ נָ‏ קוֹל נִ‏ י הַ‏ םגּוֹנְ‏ דּוֹלְ‏ יֶ‏ ר<br />

לִרְאוֹאוֹת תִּ‏ שֶׁמָּאינוֹק שָׁם לוֹ הַשְּׁ‏ תִ‏ קֶשֶׁתוְ‏ יקָה אַשְׁפַּת חִ‏ שׁוֹלֶטֶתצִּ‏ עַל ים הַ‏ גּוֹנְ‏ דּוֹלָה<br />

רַק הוּא הַמְּ‏ יוֹדֵעַשׁוֹטִ‏ לְכַ‏ וֵּ‏ ן ים בְּ‏ קוֹל תּוֹפֵף<br />

וְ‏<br />

אֶל מְבַשְּׂ‏ לְבָרִ‏ ים בוֹת שֶׁל אֶת יְ‏ צוּרִ‏ בּוֹא הַ‏ ים מְכֻ‏ נָּ‏ פִ‏ בֹּקֶר?ים<br />

וּלְעִתִּ‏ ים לִפְ‏ גֹּעַ‏<br />

בְּמֶרְכַּז הַרְגָּשׁוֹת<br />

הַאִם יַגִּ‏ יעוּ לִמְ‏ רוֹמֵי רָקִ‏ יעַ‏ , בֵּ‏ ין הָעֲ‏ נָ‏ נִ‏ י ם<br />

שֶׁהֶעֱ‏ נִ‏ יק לָהֶם הָאֱ‏ לֹהִ‏ ים<br />

לִרְ‏ אוֹת תִּ‏ ינוֹק לוֹ קֶשֶׁתוְ‏ אַשְׁפַּת חִ‏ צִּ‏ ים<br />

ים,‏ בְּ‏ גֹבַהּ רַב<br />

וֵּ‏ ן<br />

פִ‏<br />

לְכַ‏<br />

לָעֲ‏ נָ‏<br />

יוֹדֵעַ‏<br />

מֵעַל<br />

הוּא<br />

הַאִם<br />

וְ‏<br />

אֶל כִּמְעַט לְבָ‏ בוֹת בִּלְתִּינִ‏ שֶׁל רְאִ‏ יְים צוּרִ‏ ים מְכֻ‏ נָּ‏ פִ‏ ים<br />

וּלְעִתִּ‏ מְרַחֲפִ‏ ים לִפְ‏ הֵםגֹּעַ‏ בְּרִ‏ קּוּד שֶׁל חִ‏ זּוּרִ‏ ים<br />

לִפְ‏ נֵ‏ י מַלְ‏ בְּמֶרְכַּזאָכִ‏ יּוֹת הַרְגָּשׁוֹת לִבְ‏ נוֹת צַ‏ וָּ‏ א ר בְּ‏ אוֹר יָ‏ רֵחַ‏<br />

שְׂפָתַ‏ שֶׁהֶעֱיִנִם סְ‏ יק גֻלּוֹת לָהֶם מֵ‏ הָאֱ‏ לֹהִ‏ אֹדֶםים בְּמִבְצָע<br />

שִׂמְלַת טוֹגָהנְ‏ דִ‏ יבַת מַחְ‏ שׂוֹף<br />

וְ‏ הַאִ‏ לֵבם כְּמֵהָה מֵעַל לְלִ‏ לָעֲ‏ נָ‏ פִ‏ טּוּףים,‏ בְּ‏ שְׁרָבִי גֹבַהּ רַב<br />

חִ‏ בּוּק כִּמְעַט כִּמְעַט בִּלְתִּינִ‏ רְאִ‏ חוֹנֵקים<br />

מְרַחֲפִ‏ לְפֶרֶקזְים מַן הֵם בִּלְתִּי בְּרִ‏ מֻ‏ גְקּוּד דָּר שֶׁל חִ‏ זּוּרִ‏ ים<br />

לִפְ‏ שֶׁלְּ‏ נֵ‏ י עוֹלָם מַלְ‏ אֵאָכִ‏ ינוֹנִ‏ גְ‏ יּוֹת לִבְ‏ מָר נוֹת צַ‏ וָּ‏ א ר בְּ‏ אוֹר יָ‏ רֵחַ‏<br />

שְׂפָתַ‏ יִ‏ ם סְ‏ גֻלּוֹת מֵ‏ אֹדֶם בְּמִבְצָע<br />

הַאִם שִׂמְלַת גַּם הֵם,‏ טוֹגָהנְ‏ דִ‏ מַלְ‏ אָכִ‏ יבַתים צְ‏ מַחְ‏ שׂוֹף חוֹרֵי כְּ‏ נָ‏ פַ‏ יִ‏ ם<br />

וְ‏ מוּכָ‏ לֵב נִ‏ ים כְּמֵהָה לְלִ‏ לְהִסְתַּכֵּןטּוּף וּלְהִ‏ תְ‏ שְׁרָבִי נַסּוֹת<br />

חִ‏ בְּשִׁ‏ כְ‏ בּוּק רוֹן הָ‏ כִּמְעַט אַהֲבָה חוֹנֵק<br />

וּבְ‏ סוֹפָהּ לְפֶרֶקזְ‏ מַן לְגַלּוֹת בִּלְתִּי אֶת מֻ‏ גְ‏ בֵּן דָּר זוּגָהּ<br />

ינוֹנִ‏ גְ‏ מָר<br />

נּוֹסָף<br />

עוֹלָם אֵ‏<br />

הָרֶגֶשׁ הַ‏<br />

שֶׁלְּ‏<br />

שֶׁשְּׁ‏ מוֹ כְּאֵב<br />

.<br />

.<br />

הַאִם גַּם הֵם,‏ מַלְ‏ אָכִ‏ ים צְ‏ חוֹרֵי כְּ‏ נָ‏ פַ‏ יִ‏ ם ,<br />

מוּכָ‏ נִ‏ ים לְהִסְתַּכֵּן וּלְהִ‏ תְ‏ נַסּוֹת<br />

בְּשִׁ‏ כְ‏ רוֹן הָ‏ אַהֲבָה<br />

וּבְ‏ סוֹפָהּ לְגַלּוֹת אֶת בֵּן זוּגָהּ<br />

הָרֶגֶשׁ הַ‏ נּוֹסָף<br />

שֶׁשְּׁ‏ מוֹ כְּאֵב<br />

,<br />

.<br />

מנחם מ'‏ פאלק<br />

,<br />

?<br />

MENACHEM M. FALEK<br />

?<br />

?<br />

.<br />

.<br />

,<br />

.<br />

Israele


The terestrial book of the winged creatures<br />

MENACHEM M. FALEK<br />

Do angels in the flowing alleys<br />

Hug from time to time?<br />

Do they hug at all?<br />

Did they learn about love at their school?<br />

Are their kisses clear like the voice of the Gondolier<br />

Or silence dominates the Gondola?<br />

Only the oars outloud drums,<br />

Heralding the coming of morning<br />

Will they reach the upper skies, between the clouds<br />

To see a baby archer with a bow and arrows,<br />

Who knows to aim<br />

To the hearts of winged creatures<br />

And from time to time to hit<br />

the center of feelings<br />

Which God has granted them with.<br />

Do they hover above the branches, very high<br />

Almost unseen<br />

Flying and dancing in courtly love making<br />

In front of white necked angel-women<br />

In the moonlight<br />

Violet lips by lipsticks on sale<br />

A toga dress with a generous cleavage<br />

And a heart longing for a hot, burning pet<br />

An almost strangling embrace<br />

For an indefinite time<br />

Never ending.<br />

Are they, the white winged angels.<br />

Ready to take risk and endure<br />

love’s intoxication<br />

At the end of which they shall find its mate,<br />

The other sentiment<br />

Called pain?


Sóc com Venècia<br />

MANUEL FORCANO<br />

Spagna<br />

Ja no sé si són els anys o els viatges<br />

que se’m barreja allò viscut<br />

i el que he somniat.<br />

Sóc com Venècia: aigua<br />

que vol ser sòlida, pedra<br />

que deleja liquar-se,<br />

i se m’enfonsen els dies lleugers<br />

i suren els feixucs.<br />

De sobte m’apareixes als records<br />

com de sota un pont una gòndola<br />

plena de turistes: xivarri,<br />

riures i colors.<br />

Perquè ploïneja<br />

se’m dissimula el plor.


Soy como Venecia<br />

MANUEL FORCANO<br />

Ya no sé si son los años o los viajes<br />

que se me mezcla lo vivido<br />

con lo que he soñado.<br />

Soy como Venecia: agua<br />

que quiere ser sólida, piedra<br />

que ansía licuarse,<br />

y se hunden los días ligeros<br />

y flotan los duros.<br />

De pronto me apareces en el recuerdo<br />

como por debajo de un puente una góndola<br />

llena de turistas: barullo,<br />

risas y colores.<br />

Por la llovizna<br />

se me disimula el llanto


MARIA GRAZIA GALATÀ<br />

Italia<br />

le mani<br />

in fondo all’anima<br />

la notte<br />

da un piano all’altro<br />

della coscienza o<br />

della mia più nuda<br />

realtà<br />

né gli attimi di tempo<br />

hanno visto la nebbia<br />

salire il cielo


FORREST GANDER<br />

Stati Uniti d’America<br />

Not to be, not, not to be known always<br />

by my wounds<br />

I buried melancholy’s larva<br />

and turned to you. I gathered<br />

myself like the dusk to the black tulips<br />

of your nipples. (Tulips, tulips). For seven<br />

days we locked the door, we scoured<br />

the room with bird’s blood. And for<br />

a little while, in the hollow where your throat<br />

rose<br />

from between your splendid clavicles (rose,<br />

rose),<br />

our only rival was music, the piano of<br />

bone-whiteness. Nor did the light<br />

subside, but deepeningly contracted.<br />

The rawness of the looking. The quiver.


VENEZIA<br />

LAURA GARAVAGLIA<br />

Italia<br />

Lo spettacolo sembra sempre uguale:<br />

i palazzi affacciati sul canale<br />

volti di Pietra sul ponte dei Sospiri<br />

l’onda che tutto confonde.<br />

Rimangono, nel tempo, le parole.


雕 像<br />

HAI AN<br />

Cina<br />

一 座 又 一 座 雕 像 , 甚 至 更 多<br />

守 望 在 橋 頭 、 古 堡 口 , 中 世 紀 的 廣 場<br />

黝 黑 的 、 殘 缺 卻 又 那 麼 神 聖<br />

冬 日 懸 於 流 水 之 上 , 落 葉 金 黃<br />

鑲 上 翅 翼 , 嘴 鼻 不 只 是 用 來 呼 吸<br />

手 指 與 手 指 相 撞 , 悄 悄 地 觸 摸<br />

光 芒 傾 向 河 道 的 一 側 , 直 竄 心 靈<br />

幾 度 穿 越 戰 火 , 生 存 或 毀 滅<br />

寒 風 摸 索 你 的 臉 面<br />

一 道 道 疤 痕 , 幾 處 創 傷<br />

肌 膚 收 攏 天 下 的 陽 光<br />

絕 不 僅 僅 是 雕 像 , 從 此 不 再 是<br />

不 遠 萬 里 , 飛 越 雙 重 的 明 亮 與 黑 暗<br />

推 開 一 扇 扇 門 , 再 一 次 仰 望 ,<br />

終 究 無 法 抵 達 彼 岸 , 哪 怕 是 現 實<br />

那 麼 多 的 雕 像 , 銅 鑄 的 、 石 刻 或 泥 塑<br />

淹 沒 在 目 光 之 下 , 時 光 的 深 處<br />

青 鳥 斜 飛 , 遠 山 層 林 盡 染<br />

地 鐵 口 , 暮 色 裡 的 人 流 , 行 色 匆 匆


STATUE<br />

HAI AN<br />

traduzione di Hai An<br />

One statue after another, even more<br />

keep a watch on a bridge, a castle and the<br />

medieval plaza<br />

blackened, broken yet much sacred<br />

high above the running water shed leaves,<br />

golden with sunshine<br />

Wings acquired, nose and mouth breathe<br />

more<br />

whenever close to you, fingers touch off<br />

light towards the riverbank, further into the<br />

soul<br />

Perish or survive, from wars many times<br />

A wintry breeze fumbles your face<br />

across the scars, through their inner wound<br />

Skins absorb all the sunshine<br />

More than a statue, no longer, forever<br />

Far from the distance, fly through night and<br />

daybreak<br />

push open the door, look up again and again<br />

yet unable to reach Heaven, even that on<br />

earth<br />

So many statues, the bronze, stone or clay<br />

submerged in time’s vision, still deep in mind<br />

Birds fly beyond the multicolored forest<br />

Passengers rush out of the metro, in haste, at<br />

twilight


Water that never talks nonsense<br />

MICHAEL HARLOW<br />

Nuova Zelanda<br />

The music of the light<br />

The music of the water<br />

The water that never talks nonsense<br />

Are you a visitor? asked the water<br />

Yes, I answered<br />

Only a visitor? asked the water<br />

Yes, I answered<br />

Take me with you said the water


CITY OF DREAMS<br />

ARICA HILTON<br />

Stati Uniti d’America<br />

They said it was the song of sirens luring me<br />

into the maelstrom<br />

Of Content<br />

Discontent.<br />

Flailing my limbs through currents,<br />

I drew open the eyelids of the sea<br />

Allowing the Scorpio moon a glimpse of my<br />

eternity.<br />

City of dreams, where are you now?<br />

I search through weighted sands<br />

Running<br />

Crawling<br />

Falling<br />

Into the salt of prodigal oaths.<br />

Raw,<br />

I became a wound<br />

forgotten in the<br />

multitude of dreams.<br />

Escape<br />

To where?<br />

I no longer exist.<br />

Truth.<br />

What?<br />

The world is burning.


Frozen.<br />

My eyes are blinded by news.<br />

Every day another story.<br />

Every day the same story.<br />

Someone dies. Someone cries.<br />

They could be me.<br />

I could be them.<br />

I long for a journey<br />

to a land of sweet cream,<br />

regattas in the wind,<br />

A city floating on the sea.<br />

I dream of sunrises<br />

Like the perfume of a child<br />

newly liberated from its womb.<br />

Beyond the horizon<br />

I hear the wind sing in mourning<br />

For what was once me.<br />

Or maybe them.<br />

We are invisible now.<br />

The wind has spread us across the sands.<br />

One thing I know for sure,<br />

I cannot doubt the wind.<br />

If it can carry a rose toward its dying,<br />

I should sing a song for the rose.


ییهھھھا<br />

ییهھھھا<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏ قلب تالابب<br />

SAEID HOOSHANGI<br />

Iran<br />

قلب سفرٴٔههتالابب سبزیی ددررقلب تالابب<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏<br />

شعریی گيیسو ررهھھھا کرددهه ددررددست بادد<br />

گهھوااررهه اایی برسيین ٴٔهھ آآبب<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏ آآسمانی سفرٴٔهه ززميینی وو سبزییززميینی ددررقلب تالابب آآسمانی.‏<br />

شعریی گيیسو ررهھھھا کرددهه ددررددست بادد<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏ گهھوااررهه اایی شکل محو برسيین ٴٔهھ آآبب خيیالل ددرر مهھ آآلودد ددرريیا<br />

سهھ آآسمانی ستوننززميینی وو اافرااشتهھززميینی برباددبانن آآسمانی.‏ صبح<br />

تکراارر موسيیقی ددرريیا وو ااسکلهھ<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏ شيیریی شکل اايیستاددهه محو بربامم خيیالل بلندددرر مهھ بيیداارریی.‏ آآلودد ددرريیا<br />

سهھ ستونن اافرااشتهھ برباددبانن صبح<br />

چرااغغ تکرااررستاررهه موسيیقی برددرريیا مخملوو آآبب ااسکلهھ<br />

شيیریی تصويیرآآبب اايیستاددهه برسقف برباممآآبی بلندخواابب بيیداارریی.‏<br />

ززووررقق هھھھایی آآررززوو برموجج عشق<br />

چرااغغ فانوسس هھھھایی ستاررهه بر خيیالل بر مخمل آآبب نهھرنيیمهھ شب.‏<br />

تصويیرآآبب برسقف آآبی خواابب<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏ ززووررقق هھھھایی پرووااززآآررززوو بيیکراان ٴٔهھ برموجج مرغغعشق رروويیا<br />

فانوسس پسکوچهھهھھھایی هھھھاییخيیالل بر ساکت سايیهھ وو نهھرنيیمهھ شب.‏ صوررتک<br />

بارراانن وو مکث خاططرهه بر شيیشهھ غرووبب<br />

پروواازز شکوهه بيیکراان ٴٔهھ لمسمرغغ باددهھھھایی رروويیا بهھارر.‏<br />

وونيیز‎٬‎‏،‏ نيیمرووزز<br />

پسکوچهھ هھھھایی ساکت سايیهھ وو صوررتک<br />

بارراانن اايینجا‎٬‎‏،‏ وو مکث خاططرهه بر شيیشهھ غرووبب<br />

هھھھمهھ نيیمرووزز وو خيیابانهھا بهھ شکوههددرريیا لمسبازز می باددهھھھاییشوند.‏ بهھارر.‏<br />

هھھھمهھ آآبهھا بهھ وونيیزختم می شوند.‏<br />

اايینجا‎٬‎‏،‏<br />

هھھھمهھ خيیابانهھا بهھ ددرريیا بازز می شوند.‏<br />

هھھھمهھ آآبهھا بهھ وونيیزختم می شوند.‏


Venice, the heart of the Lagoon<br />

SAEID HOOSHANGI<br />

Venice, green spread in the heart of the<br />

[Lagoon,<br />

a loose hair poem in the hands of air,<br />

a cradle rocked by the hand of water,<br />

earthly heaven and heavenly earth.<br />

Venice, blurred image of dream in the<br />

[mist of water,<br />

three masts erected on the sail of the morning,<br />

chiming water music crashes into the quay,<br />

a winged lion prostrated at the top of the<br />

[awakening.<br />

The starlight on the velvet of water,<br />

the reflection of the water on the nightblue<br />

[ceiling of dream,<br />

the gondola of desire on the wave of love,<br />

imagination lantern at the midnight channels.<br />

Venice, endless flight of the bird of dream,<br />

quiet alleys of shadow and masks,<br />

rain and memories failure on the crystals<br />

[of the sunset,<br />

noon and the glory of feeling a spring wind.<br />

Here,<br />

all channels reach the sea,<br />

all waters lead to Venice.


VENEZIA E CHI?<br />

PAOLO FABRIZIO IACUZZI<br />

Italia<br />

Venezia e chi? Lei e noi. L’Oriente<br />

e l’Amore portato via dall’acqua.<br />

Mentre il pittore di Giudecca sciacqua<br />

i pennelli nel canale. A noi di luce<br />

resta la sola scia dei rifiuti lanciata<br />

da una crociera in transito. L’ultima<br />

possibilità di alzare un altare per Amore.<br />

Di mascherare il volto vero se intatto.<br />

Di prepararsi al Carnevale. Poi niente<br />

prima di amare non esiste Amore.<br />

A niente servono i tentativi di stare<br />

in maschera dentro la trasparenza.<br />

Il vetro soffiato nella bolla. Venezia<br />

fondamenta marce e limpide al suono<br />

dell’acqua. Appanna al vetro il vaporetto.<br />

L’esodo quotidiano in barca a motore.<br />

Giunge a Canal Grande. Torna a Stazione.<br />

Noi non siamo Amore. Estranei alla Vergine<br />

dei Frari il manto blu sospende. E qui persi<br />

commensali al banchetto di Veronese<br />

non sappiamo più essere attori o comparse<br />

di Amore. Prima di amare se il gelido<br />

vetro di gennaio si accende. Salutano i turisti<br />

dalla nave. Passano. Ci lasciano la deriva.


In frattali inconoscibili...<br />

CARLO INVERNIZZI<br />

Italia<br />

In frattali inconoscibili<br />

palaffitili instabili<br />

città allagano di pullule luci<br />

inarrestabili<br />

che ondulano<br />

in lagune senza tempo<br />

verso battigie impenetrabili.


A varanda de Julieta<br />

NUNO JÚDICE<br />

Portogallo<br />

Uma vez, entrei em verona para não entrar<br />

em veneza. Entre o vê de verona e o vê<br />

de veneza optei por ver verona. Gostei da<br />

coincidência das consoantes na janela<br />

de julieta; e sei que em veneza não ouviria<br />

o vento da vingança, nem provaria o veneno<br />

de uma volúpia que só em verona se<br />

desvanece com a vida. Não há canais em<br />

verona, como em veneza; nem há janelas<br />

em veneza, como em verona; mas julieta<br />

espreita a rua, da janela que é sua, e se<br />

ninguém diz a senha que só ela sabe, agita<br />

o lenço molhado pelas lágrimas que as<br />

nuvens bebem, levando-as de verona até<br />

veneza, onde a chuva as deita nos canais.


Il verone di Giulietta<br />

NUNO JÚDICE<br />

traduzione di Maria Luisa Cusati<br />

Una volta sono entrato a verona per non<br />

[entrare<br />

a venezia. Fra la vi di verona e la vi<br />

di venezia ho scelto di vedere verona. Mi<br />

[è piaciuta<br />

la coincidenza delle consonanti nel verone<br />

di giulietta; e so che a venezia non avrei sentito<br />

il vento della vendetta, né avrei assaporato<br />

[il veleno<br />

di una voluttà che solo a verona<br />

svanisce con la vita. Non ci sono canali a<br />

verona, come a venezia; né ci sono veroni<br />

a venezia, come a verona; ma giulietta<br />

si affaccia sulla via, dal verone che è suo, e se<br />

nessuno dice la parola d’ordine che solo lei<br />

[conosce, agita<br />

il fazzoletto bagnato dalle lacrime che le<br />

nuvole bevono, portandole da verona fino a<br />

venezia, dove la pioggia le getta nei canali.


Fragile Borders<br />

DORIS KAREVA<br />

Estonia<br />

There shall come no other and better world<br />

for us. Just as no deed done<br />

will change.<br />

The wind and sky today are not the same<br />

[as yesterday.<br />

No, no one to count on outside<br />

our fragile borders.<br />

Only light.


VÉNUS KHOURY-GHATA<br />

Francia<br />

Leur signature sur la dernière de la mer est<br />

[écriture d’algue…


PAOLO LISI<br />

Italia<br />

Lei guarda<br />

la sua immagine riflessa.<br />

Gondole scivolano<br />

tra i ghebi.<br />

Sono solo<br />

un cacciatore<br />

di storie.


Me piasaríss de mí desmentegâss da “Lünn”<br />

FRANCO LOI<br />

Italia<br />

Me piasaríss de mí desmentegâss,<br />

e camenà, e respirà per tí,<br />

vèss cume i fjö che quand je branca el sû<br />

se làssen sumenà due el vör lü,<br />

e mai truâss, e pü capí de mí,<br />

ma vèss giuius de l’aria che me tira<br />

due che la vita la se pensa vîv.


Mi piacerebbe di me dimenticarmi da “Lünn”<br />

FRANCO LOI<br />

Mi piacerebbe di me dimenticarmi,<br />

e camminare, e respirare per te,<br />

essere come i ragazzi che quando li prende<br />

[il sole<br />

si lasciano seminare dove lui vuole,<br />

e mai ritrovarsi, e non più capire di me stesso,<br />

ma essere gioioso dell’aria che mi attira<br />

là dove la vita si pensa vivere.


MARIA GRAZIA LOPARDI<br />

Italia<br />

Città mia ascolta…<br />

Ti voglio ringraziare<br />

Per le tue mura antiche<br />

Che narrano la storia<br />

Di popoli indomiti<br />

Che non voller esser servi…<br />

Mi hai insegnato<br />

Il bene della libertà.<br />

La voce cristallina<br />

delle tue fontane<br />

E i vicoli ombrosi<br />

Dove i passi diventan lenti<br />

A rispettar discreti<br />

Il silenzio che parla di te…<br />

Così mi hai insegnato<br />

ad ascoltare con l’anima<br />

Sospese atmosfere<br />

nelle assolate piazze<br />

e il linguaggio muto<br />

di monumenti antichi<br />

testimoni muti<br />

della vita tua... nostra…<br />

E quando all’imbrunire<br />

Il cielo carico di luce<br />

si tinge di smeraldo<br />

dietro il duomo


dove tramonta il sole<br />

vivo l’incanto della tua magia…<br />

Quando poi la terra trema<br />

Ed apre le sue viscere<br />

La tua storia diviene<br />

Di morte e di dolore<br />

di spezzate ali...<br />

che vogliono volare…<br />

Mi insegni allora<br />

con la tua gente fiera<br />

ad affrontare le sfide<br />

a guardare al domani…<br />

E grata ti sono<br />

Figlia Innamorata<br />

Parte di te come tu di me<br />

Custodi di un segreto<br />

Che il forestiero avverte<br />

Aleggiare nell’armonia<br />

Di una nota mai udita…<br />

Questa musica avverto<br />

nel tuo silenzio greve<br />

e colgo la <strong>Luce</strong> infinita<br />

per cui sei sorta<br />

per una sacra Alchimia...<br />

“Grazie” allora riecheggerà<br />

da cuore a cuore.


VENEDIG<br />

KARL LUBOMIRSKI<br />

Austria<br />

Dich<br />

möcht ich sehn,<br />

Braut der Welt,<br />

wenn ich dann die Augen schließe,<br />

um sie ans Dunkel<br />

zu gewöhnen.


Vorrei vederti poi per ultima,<br />

sposa del mondo;<br />

quando chiuderò gli occhi<br />

per vezzarli<br />

al buio .<br />

VENEZIA<br />

KARL LUBOMIRSKI


ПРЕД ДА СЕ РОДИМЕ<br />

NIKOLA MADZIROV<br />

Macedonia<br />

Улиците беа асфалтирани<br />

пред да се родиме и сите<br />

соѕвездија веќе беа формирани.<br />

Лисјата гниеја<br />

до работ на тротоарот.<br />

Среброто црнееше врз<br />

кожата на работниците.<br />

Нечии коски растеа низ<br />

должината на сонот.<br />

Европа се обединуваше<br />

пред да се родиме и косата<br />

на една девојка спокојно<br />

се ширеше врз површината<br />

на морето.


PRIMA CHE NASCESSIMO<br />

NIKOLA MADZIROV<br />

traduzione di Piero Salabè<br />

Le strade erano già asfaltate<br />

prima che nascessimo e tutte<br />

le costellazioni esistevano già.<br />

Le foglie marcivano<br />

sul bordo del marciapiedi.<br />

L’argento si ossidava sulla<br />

pelle dei lavoratori.<br />

Crescevano le ossa di qualche<br />

persona nella lunghezza del sonno.<br />

L’Europa si univa<br />

prima che nascessimo e i capelli<br />

di una ragazza si adagiavano<br />

serenamente sulla superficie<br />

del mare.


TONKO MAROEVIC<br />

Croazia<br />

Una piccola diversità rimanga<br />

tra me e te<br />

tra te e lei<br />

tra lei e lui<br />

Alla salute evviva<br />

e quante che siano i sorsi<br />

soltanto loro sono fecondi


JOSÉ MARÍA MICÓ<br />

Spagna<br />

I<br />

El avión está sobre Venecia<br />

y yo dentro de él<br />

levantando una copa de prosecco<br />

por gentileza de la compañía.<br />

Quizá esto sea la felicidad,<br />

un avión flotando sobre un mapa<br />

de piedra y agua,<br />

un hombre<br />

bebiendo solo con desconocidos,<br />

refrescando unos labios que han besado<br />

lo que es costumbre en una edad madura.<br />

Y levanto la copa<br />

y la acerco a esos labios<br />

para brindar conmigo<br />

sin apurar el sorbo,<br />

para que no descienda este avión,<br />

para que no se acabe este minuto,<br />

para que nada ocurra.<br />

Y que si ocurre sea<br />

sin sucesión.


II<br />

Porque nada sucede.<br />

En La Repubblica<br />

leo la muerte de Pupella Maggio.<br />

Su imagen despintada me ilumina<br />

y pienso sin quererlo en Amarcord,<br />

en su hermano holgazán con redecilla<br />

y en las noches con baile<br />

de un pueblo de rijosos,<br />

y otra mujer más bella, «la Gradisca»,<br />

que tiene para mí la forma de la vida,<br />

se me ofrece desnuda.<br />

Y yo dispongo de ella<br />

mientras este avión, ni muerto ni nacido,<br />

flota sobre San Marcos<br />

y varios centenares de extranjeros<br />

seguramente inmóviles<br />

dan alpiste a palomas cebadísimas<br />

que me sorprenderán cuando las vea.<br />

No es preciso mirar. Nada sucede.<br />

Todo está igual que nunca.


Su uno spartito<br />

MARIA MODESTI<br />

Italia<br />

Terra e cielo – l’acqua<br />

palpabile nel sogno –<br />

fluisce lieve nello spazio<br />

come un respiro<br />

che penetra tutte<br />

le cose – le anima<br />

e le fa proprie – sangue<br />

e corpo: viscere<br />

profonde immerse<br />

totalmente<br />

nella materia.


VATTENPASS, VENEDIG<br />

JONAS MODIG<br />

Svezia<br />

Balkongen som hänger över kanalen är sned,<br />

som hela huset, och på ständig väg<br />

ned mot den underjord på vilken all kultur<br />

[är byggd.<br />

Brist på balans är på det hela taget<br />

utmärkande för allt av värde, allt som räknas<br />

på längre sikt. En rörelse i riktning neråt<br />

tycks ofrånkomlig, kanske rentav önskvärd.<br />

Om bubblan aldrig rör sig från sin plats<br />

emellan strecken i det gamla vattenpasset<br />

blir husen inte möjliga att bo i,<br />

klockan stannar, ledningarna fryser fast.<br />

Fasaden måste ha en långsam spricka<br />

som växer för att porerna skall andas.<br />

Vi sjunker neråt. Palatset som vi gästar<br />

är byggt på några öar i ett träsk<br />

som pålats, men som ändå alltid<br />

befinner sig på stadig väg mot underjorden.<br />

Balkongen har en mungipa som hänger ner<br />

som på en slagrörd, en som märker<br />

hur synfälten och orden går isär.<br />

Champagneglasen som sakta glider<br />

[på en bricka<br />

gnistrar mot solen, blänket från kanalen.


Level, Venice<br />

JONAS MODIG<br />

traduzione di Christian Gullette<br />

The balcony that hangs over the canal is slanted,<br />

like the whole house, and steadily descending<br />

to the underworld on which all culture is built.<br />

A lack of balance is on the whole<br />

characteristic of everything of value, all<br />

[that counts<br />

in the long run. Movement downwards<br />

seems inevitable, perhaps even desirable.<br />

If the bubble never moves from its place<br />

between the bars of the level<br />

then it’s not possible to live in these houses,<br />

watches stop, pipes freeze.<br />

The facade must have a slow crack<br />

which lets the pores breath as it grows.<br />

We sink deeper. The palace we’re visiting<br />

is built on a few swampy islands resting<br />

on wooden piles, yet maintains<br />

its steadfast passage to the underworld.<br />

A corner of the balcony’s mouth hangs down<br />

like after a stroke, you notice<br />

how visual fields and words come apart.<br />

Champagne glasses that slowly slip on a tray<br />

glimmer against sun, the canal’s glint.


فيینيیسيیا االغيیابب<br />

FATIHA MORCHID<br />

فاتحة مرشيید<br />

Marocco<br />

اهتدحو طرف نم<br />

اهضعب ‏ُروسجلا قناعت<br />

أمظلا طرف نمو<br />

ءاملا قرغي<br />

ءاملا يف<br />

...............<br />

‏ٍرسجو ‏ٍرسج نيب<br />

‏ُرسج<br />

دحاو الو<br />

‏ّيلإ دوقي<br />

..............<br />

لدانجلا حبست<br />

ينييارش يف<br />

ىشاحتت اهتيل<br />

تايركذلا تاجرعنم<br />

..............<br />

تعطتسا ام أِّكَن<br />

فادجملا اهُّيأ<br />

داع امف<br />

حرجلا يف<br />

مد ةرطق نم<br />

..............<br />

ةعنقألا ينُّفلت<br />

بوص ‏ِّلك نم<br />

عانق الو<br />

يتلزعل<br />

..............<br />

جاجز نم ةأرما<br />

‏ّيف خفنت ول<br />

كسافنأ بيهل نم<br />

‏.ةيرهزم لَّكشتأ


Venice Absence<br />

FATIHA MORCHID<br />

traduzione di Norddine Zouitni<br />

Of too much solitude<br />

Bridges hug each other<br />

Of too much thirst<br />

Water drowns<br />

Into water<br />

…………………<br />

Between a bridge<br />

And a bridge<br />

Another bridge<br />

Yet not one<br />

Leads to me<br />

…………………<br />

Gondolas wade<br />

Into my veins<br />

If only they could<br />

Avoid<br />

Memory twists<br />

…………………<br />

Scrape as you can<br />

You oar..!<br />

Not one drop of blood<br />

Is left<br />

Inside the wound<br />

…………………<br />

Masks surround me<br />

On all sides<br />

Yet not one<br />

For my loneliness<br />

…………………<br />

I’m a woman of glass<br />

Blow your fiery breath<br />

Into me<br />

And I become a vase.


Sailing from Venezia<br />

ROBERTO MUSSAPI<br />

Italia<br />

“Questo è il vetro, si gonfia<br />

col soffio, prende la forma del respiro,<br />

tutto ciò che tintinna, che ride, fu soffiato,<br />

senti le labbra dell’uomo sull’orlo del bicchiere,<br />

ecco perché ridono così, le ragazze,<br />

con quelle voci argentine, da brindisi,<br />

quello è il vetro dove tutto si specchia,<br />

il canale, vedi, la città riflessa,<br />

le fondamenta in pace con le acque,<br />

come una flotta ferma in un oceano<br />

di cristallo e silenzio,<br />

questo è il parabrezza, ad agosto,<br />

i moscerini sul vetro la prova del viaggio,<br />

del piede sull’acceleratore, della notte,<br />

pioverà, il tempo sarà segnato dal tergicristallo,<br />

le palpebre battono col ritmo del respiro,<br />

si aprono inspirando,<br />

da lì io vedo il mondo.”


AVI NASSA<br />

India<br />

The light of the Venetian moon covers me as<br />

a garment from the left side, fire conceived<br />

and gave birth to light to show me the way<br />

to my internal life, and here in heaven we are<br />

flying low, me and my love of Venice, free of<br />

all dipendencies, finally I managed to release<br />

myself from the womb of the universe to be<br />

one with the city of light and love, it wasn’t<br />

easy I want to tell you...<br />

ha, and another thing before I go, don’t forget<br />

to die for every yesterday, goodnight from me<br />

and the venetian Illuminated purple MOON.<br />

Only music can be played now!


Ode ao Vehlo Mar<br />

CARLOS NEJAR<br />

Brasile<br />

A Vida se sucede pelas datas.<br />

O mar com suas vagas.<br />

E o que tive contigo<br />

não se sucede, agrava,<br />

se o amor não se transmite<br />

em cada coisa sonhada.


CARNEVALE VENEZIANO<br />

ALESSANDRO NIERO<br />

Italia<br />

Sagra degli occhi a ricciolo.<br />

Tempo che conta di là da venire.<br />

Aria che segue i gesti e non l’inverso. Strillare<br />

saldo.<br />

Frastuono colorato da non credere<br />

a quel che vedi o senti.<br />

L’ortica delle maschere concresce<br />

sulla pelle senziente.<br />

Intonso il cielo nel suo azzurro, intanto,<br />

appena rotto da palloni abbandonati.


Isola di San Michele<br />

VÍCTOR RODRÍGUEZ NÚÑEZ<br />

Cuba<br />

te niegas en redondo<br />

a los canales de fuego estancado<br />

no se cruza solo bajo los puentes<br />

que van a todas partes<br />

¿cómo darle la espalda<br />

a la fiel Olga y su borrascoso violín?<br />

¿esa sombra lunar nieve con dueño<br />

se apagará sin Ezra?<br />

te afirmas cuando llegas mano en remo<br />

más allá del comienzo del final<br />

a ese norte de nadie transparencia<br />

alienta el pendular<br />

góndola de ceniza<br />

donde lo inexpresable vuelve arder


Of What’s Sea-locked<br />

ELISE PASCHEN<br />

Stati Uniti d’America<br />

inside ink-dark<br />

that sweet secretes<br />

covert and whorl<br />

nacre of shell<br />

beyond the flume<br />

the shade-backed hump<br />

oh Inverness<br />

elsewhere you toss<br />

that darker half<br />

as moon slips into


ELIO PECORA<br />

Italia<br />

Sue le altissime grida<br />

che disperdono navi, inabissano città;<br />

suo il mormorio dolcissimo<br />

per le distese specchianti:<br />

bellezza e orrore si compongono.


JUAN VICENTE PIQUERAS<br />

Spagna<br />

Venecia ya está hundida.<br />

Aquí y allá despuntan de las aguas<br />

un campanario, una cúpula, un caballo.<br />

Góndolas flotan como peces muertos.<br />

Soy uno de sus ahogados y escribo para ahogados.<br />

El cielo se refleja en mis ojos.<br />

Venezia ya está hundida<br />

en el fondo de nuestro corazón.


JUAN VICENTE PIQUERAS<br />

Venezia è già sommersa.<br />

Qua è là spuntano dalle acque<br />

un campanile, una cupola, un cavallo.<br />

Gondole galleggiano come pesci morti.<br />

Sono uno dei suoi affogati e scrivo per<br />

[gli affogati.<br />

Il cielo si riflette nei miei occhi.<br />

Venezia è già sommersa<br />

in fondo al nostro cuore.


LOREDANA PRA BALDI<br />

Italia<br />

Non più D - enunciare<br />

ma E-nunciare<br />

abitare la terra poeticamente…<br />

Resistere corale all’amnesia<br />

ritessere il legame sociale<br />

dall’ orrore economico<br />

e re- incantare il mondo…


LA’, lasciandomi muta (Venezia)<br />

MARIA PIA QUINTAVALLA<br />

Italia<br />

Là era sogno là copriva<br />

il margine del mio occhio destro<br />

espone il vento (senza ritorno)<br />

lunghissimo spazio.<br />

Come seno tagliato<br />

come cader giù verso il centro vuole<br />

mio corpo benefico fino<br />

a non emergere più con la ragione<br />

un inizio deve essere<br />

separarsi da folle e<br />

dolore<br />

*<br />

bella,<br />

riflessa luce a mezzogiorno<br />

un teatro una calle a cui guardare<br />

è che non riesco a calarmeli<br />

gli occhi essi scendono<br />

fatica fino alle ginocchia<br />

e poi cadono stanchi<br />

alla spiaggia aperta, sul vuoto mare<br />

mentre Là lasciandomi muta<br />

a nulla pensa l’angelo guerriero,<br />

alla coda di rondine della gondola<br />

che continua.


Venezia<br />

LORETTO RAFANELLI<br />

Italia<br />

Se Venezia mi giunge in ogni<br />

parte della sua globale vista<br />

col viso rigato di antica melodia,<br />

non posso che darle un cenno<br />

di congiunta pace, di darle<br />

il segno di un sorriso intriso<br />

di sorpresi gorghi, darle<br />

il mio pane quotidiano, stenderle<br />

il cielo di rose accese nel colore,<br />

dirle di un viaggio fatto<br />

a perdifiato come il suo profondo cieco<br />

imbuto della vita, e il suo sogno<br />

ancora pensare che è luce<br />

che viene da lontano e tengo<br />

nella vena matrice del mio sguardo,<br />

con l’acqua che mi cinge<br />

di perle e di voci


Venice<br />

ILMA RAKUSA<br />

Svizzera<br />

And the hard box tree in the park<br />

between the busts of the musician<br />

and the pilot<br />

and the oval puddle reflecting<br />

three Moorish arcades<br />

black on the shore of the lost<br />

and a half moon over Maria Formosa<br />

and the odor of childhood<br />

when the swing blows


Lo que Goethe vio en Venecia<br />

PAURA NATALIA RODRIGUEZ LEYTON<br />

Bolivia<br />

La imagen llegó deslumbrante<br />

y quebró el cristal que había congelado el<br />

olvido.<br />

En ese momento la mirada de aquel viajero<br />

del Brenta,<br />

(discreto y anónimo)<br />

abarcó el pasado y el presente<br />

y un gozo indescriptible lo envolvió.<br />

Un fragmento de su infancia había vuelto<br />

intacto y feliz:<br />

recordó el modelito de góndola que su padre<br />

atesoraba celosamente<br />

y que sólo le permitía jugar con él en<br />

ocasiones especiales:<br />

supo que ese pequeño objeto del territorio de<br />

su infancia era la llave de su viaje a Italia.<br />

Y ocurrió que a las cinco de la tarde del casi<br />

agotado septiembre de 1786,<br />

vio una góndola en Venecia<br />

y todo el paisaje lo saludó<br />

y sintió que se trataba de un antiguo<br />

conocimiento.<br />

Sumergido en la singular anatomía de<br />

Venecia,<br />

andó sin guía<br />

ni mapa,<br />

cruzó puentes y canales,<br />

se extravió en breves rescoldos con pisos de<br />

losetas.<br />

Avanzó,<br />

mirando al cielo,<br />

guiándose por las constelaciones.


Venetian Flowers<br />

FIONA SAMPSON<br />

Gran Bretagna<br />

Only stucco blooms like this<br />

pale as the paper flowers<br />

we dropped in a water glass<br />

and watched while they unraveled<br />

against a lens of curving glass<br />

coloured paper and words<br />

afloat on water dissolving<br />

like memories of somewhere I<br />

had never been and could not<br />

forget<br />

over and over<br />

those strange blossoms<br />

opening into nothing.


Piazza San Marco<br />

RENATO SANDOVAL<br />

Perù<br />

Detrás de donde quiebra la sombra<br />

y las aves de fugaces miembros<br />

festejan en su vuelo el declive de las horas<br />

va la cruz adosada a tiranos vivos<br />

y el temblor de las fontanas<br />

con aguas repudiando el recipiente.<br />

Tan festivo la baba de niños y palomas<br />

y los jóvenes arrullándose el pecho<br />

[y los amores;<br />

Bellini y la muerte piadosamente muda<br />

y en algún lugar Casanova espiando a<br />

[las parejas.<br />

Altos dogos vigilan oscuros la plaza yerta,<br />

mientras van y vienen las campanas<br />

al igual que el peregrino y los afectos.


(Nuovi versi del malanimo)<br />

MARIO SANTAGOSTINI<br />

Italia<br />

L’aria è povera d’ozono,<br />

buona solo per grilli.<br />

Animali sciatti, e in fuga da tutto.<br />

Hanno il loro mondo:<br />

che se lo tengono stretto.<br />

Certo, qui una volta si creava,<br />

poi si è passati al vivere.<br />

Adesso, aspettiamo.


ベニスのゴンドラ<br />

ベニスのゴンドラ<br />

KIKUMI SHIMODA<br />

Giappone<br />

下 田 喜 久 美<br />

手 製 の 手 鏡 に 描 いた ベニスの ゴンド<br />

下 田 喜 久 美<br />

水 の 都 の<br />

異 国 の 夢 は 何 を 乗 せてくれる<br />

手 製 の 手 鏡 に 描 いた ベニスの 私 ゴンドラ の 絵 には<br />

風 に 揺 れる 美 少 女 の 長 い 髪<br />

水 の 都 の<br />

私 の 絵 には<br />

異 国 の 夢 は 何 を 乗 せてくれるのかしら<br />

朝 のおめかしの 時<br />

風 に 揺 れる 美 少 女 の 歴 長 史 い の 髪 物 語 や<br />

いつも 少 女 は 夢 を 語<br />

朝 のおめかしの 時 いつも 少 女 は 貴 夢 族 を の 語 国 った つくり<br />

栄 光 の 後 の 滅 亡 の 危 機<br />

歴 史 の 物 語 や<br />

存 続 の<br />

切 実 な 願 いたち<br />

貴 族 の 国 つくり<br />

栄 光 の 後 の 滅 亡 愛 の よ危 機 の 回 避<br />

存 続 の<br />

愛 よ<br />

美 よ<br />

切 実 な 願 いたち<br />

美 よ<br />

平 和 の 中 に 融 合 する 調 和 を 求 めて<br />

パープルのワンピースをなびかせて<br />

平 和 の 中 に 融 合 する 調 和 を 求 めて永 遠 の 少 女 の 夢 は<br />

パープルのワンピースをなびかせて 今 も 私 の 胸 に 息 づいている<br />

永 遠 の 少 女 の 夢 は<br />

大 きく 大 きく<br />

今 も 私 の 胸 に 息 づいている<br />

強 く 強 く<br />

広 場 のみんなに 向 かって<br />

大 きく 大 きく<br />

広 がりへの 切 ない 生 が 泣 いている<br />

強 く 強 く<br />

広 場 のみんなに 向 かって 盤 石 な 地 盤 に 立 ちたいのだと<br />

広 がりへの 切 ない 生 が 泣 いている成 長 こそ 幸 せの 極 みなのだと<br />

盤 石 な 地 盤 に 立 ちたいのだと<br />

成 長 こそ 幸 せの 極 みなのだと


Gondola of Venice<br />

KIKUMI SHIMODA<br />

Gondolas painted on a small handmade<br />

[mirror<br />

How did they invite me for a foreign guest<br />

[to the aqua-capital?<br />

A beautiful girl was standing there<br />

Letting her hair waving in a wind<br />

She told me anecdota of Venice every<br />

[morning<br />

Once upon a time...<br />

Aristocrate founded rich Venice....<br />

How Venice avoided a crisis after the glory...<br />

Hope of Venice is keeping prosperity...<br />

Love!<br />

Beauty!<br />

That’s her eternal dream -harmonious Venice-<br />

Everything is getting melt in peace<br />

A girl wearing purple frill dress<br />

Remain alive in me<br />

Bigger and bigger<br />

Harder and harder Toward everyone in<br />

[the square<br />

She is weeping sadly wanting a real life<br />

For she wishes to stand on the firm ground<br />

For her growth makes Venice ultimate happy


LUIGIA SORRENTINO<br />

Italia<br />

cercava il luogo<br />

dove finisce il fiume<br />

andando verso il mare<br />

allietata da nuovi fiori<br />

si avvicinava<br />

a una vita vissuta<br />

sotto il canneto<br />

dove l’erba fa da muro


ALEŠ ŠTEGER<br />

Slovenia<br />

Moja ljubezen, ki si nenehno na poti,<br />

Najini duši sta iz vode, stalni vzponi in padci,<br />

Ti in jaz, misli iz koze in lubja,<br />

A obenem skupaj kot del skrivnostnega toka.<br />

Vse do sem si pripotovala skozi cas,<br />

Postala prašna in trudna od let.<br />

Jaz pa sem cas, ki poganja korenine,<br />

cas, ki zeleni in oblaci popotnike v sence.<br />

Vstopi vame, ljubezen iz vode.<br />

Ni lepše reci v tem zejnem poletju,<br />

Kot da te objame stojeci slap listov,<br />

In si obenem notranjost in nebo.<br />

Vstopi vame, usoda je veter in vsi jeziki zeleni.<br />

Morda si vso to dolgo pot prehodila samo zato,<br />

Da bi te zdaj, tukaj, objelo listnato šumenje<br />

[dezja<br />

In bi bila v meni srce, ki je koncno našlo<br />

[svoje telo.


ALEŠ ŠTEGER<br />

traduzione italiana di Michele Obit<br />

Mio amore, che sei senza posa in cammino,<br />

Le nostre anime sono fatte d’acqua, continue<br />

[salite e cadute,<br />

Tu ed io, pensieri di pelle e corteccia<br />

Ma sempre legati come parte di una corrente<br />

[misteriosa.<br />

Sin qui sei arrivata attraversando il tempo,<br />

impolverata e affaticata dagli anni.<br />

Io sono invece il tempo che muove le radici,<br />

Il tempo che colora di verde e veste<br />

[d’ombra chi passa.<br />

Entra in me, amore fatto d’acqua.<br />

Non vi è cosa più bella in quest’estate assetata<br />

Che ti abbracci una cascata eretta di foglie,<br />

E sei al contempo essenza e firmamento.<br />

Entra in me, il fato è vento e tutte le lingue<br />

[son verdi.<br />

Forse hai percorso questo lungo cammino solo<br />

Perché qui, ora, ti abbracci il sussurro<br />

[frondoso della pioggia<br />

E tu sia in me il cuore che infine ha<br />

[trovato il suo corpo.


SERGEJ STRATANOVSKIJ<br />

Russia<br />

И вот Венеция...<br />

Не тысячью огней,<br />

И не зеркальным львом,<br />

а поворотом<br />

Канала черного,<br />

и ни одно окно<br />

Не светится в ночи,<br />

и рядом – ни души…<br />

Сон давнишний какой-то,<br />

сон неуютный, недужный,<br />

Хищно внедрившийся<br />

в сон искрометный,<br />

жемчужный.


SERGEJ STRATANOVSKIJ<br />

Ed ecco Venezia...<br />

Che non è mille luci<br />

Né leone specchiante,<br />

bensì ansa<br />

Di un canale nero,<br />

non una sola finestra<br />

Che rischiari la notte<br />

e non un’anima nei pressi...<br />

Un sonno-sogno annoso,<br />

infermo, inconfortevole,<br />

Insinuatosi rapace<br />

nel sonno-sogno sfavillante,<br />

perlaceo.


刺 繍 師 の 恋<br />

刺 繍 師 の 恋 MARIKO SUMIKURA<br />

Giappone<br />

すみくらまりこ<br />

すみくらまり<br />

栄 えと 滅 びを 知 り 尽 くす<br />

円 熟 の 都 ベネチアの 運 河 は<br />

栄 えと 滅 びを 知 り 尽 くす<br />

レースの 模 様 の 複 雑 さ<br />

円 熟 の 都 ベネチアの 運 河 は<br />

レースの 模 様 の 複 雑 さ<br />

ある 刺 繍 師 の 新 しい 技<br />

「 空 中 ステッチ」は<br />

ある 刺 繍 師 の 新 しい 技<br />

刺 繍 台 の 呪 縛 を 離 れて<br />

「 空 中 ステッチ」は<br />

自 由 な 愛 を 求 めすぎた<br />

刺 繍 台 の 呪 縛 を 離 れて<br />

自 由 な 愛 を 求 めすぎた<br />

針 一 本 と 糸 一 本 で<br />

浮 かし 出 した 模 様 は<br />

針 一 本 と 糸 一 本 で<br />

幾 何 学 の 恋 ごころ<br />

浮 かし 出 した 模 様 は<br />

幾 何 学 の 恋 ごころ<br />

白 い 糸 は 必 ず 大 運 河 へと<br />

繫 がっているのだから<br />

白 い 糸 は 必 ず 大 運 河 へと<br />

白 い 糸 は 必 ず 底 無 しの 海 へと<br />

繫 がっているのだから<br />

繫 がっているのだから<br />

白 い 糸 は 必 ず 底 無 しの 海 へと<br />

繫 がっているのだから<br />

二 人 が 逢 えないはずがない<br />

線 と 線 は 幾 重 にも 交 差 し<br />

二 人 が 逢 えないはずがない<br />

結 ぼれは 出 会 いの 広 場 となる<br />

線 と 線 は 幾 重 にも 交 差 し<br />

結 ぼれは 出 会 いの 広 場 となる<br />

互 いに 擦 り 寄 ってくる<br />

二 艘 のゴンドラ<br />

互 いに 擦 り 寄 ってくる<br />

その 櫂 の 先 のしずくよ<br />

二 艘 のゴンドラ<br />

不 滅 の 言 葉 となっておくれ<br />

その 櫂 の 先 のしずくよ<br />

不 滅 の 言 葉 となっておくれ


Love of an embroidery master<br />

MARIKO SUMIKURA<br />

Channels of Venice the mature capital<br />

Embrace everything of prosperity and fall<br />

To look like a complicated design of lace<br />

An embroidery master’s<br />

New technique, “Stitch in the air”<br />

Detached from the spell of the embroidery<br />

[frame<br />

She wished free love too much<br />

One needle and a thread<br />

Gave birth to a design of<br />

Geometric love<br />

For a white thread is surely tied<br />

To the grand channel<br />

For a white thread is surely led<br />

Into bottomless sea<br />

They must meet in time<br />

A line crossing a line and tied,<br />

The knots become a square to join<br />

Two gondolas<br />

Nestling close to each other Oh, drops ahead<br />

[of the oar<br />

Like immortal words in a poem


KIRI VENEETSIAST<br />

JÜRI TALVET<br />

Estonia<br />

Ljubljana varajasest jõululumest<br />

(hobuseliha rahvustoiduna<br />

seal pakuti,<br />

Vanesa saatjaks kuni rongini,<br />

truu: tal kingad lumelörtsist märjad läbini)<br />

Veneetsia tähistaeva alla sattusin.<br />

Seal kaua kanalite kaldail ekslesin.<br />

Ei ühtki Desdemonat, Rai-Uno’s kepsutamas neid<br />

koos saatür-täkuga küll näha sain.<br />

Itaallanna Anna<br />

Ljubljanast mulle meelde jäi<br />

(ta ülikoolis teadust saanud Šotimaal),<br />

ööst tõmmum Anna, konverentsilt<br />

konverentsile ta käib, papptopsist<br />

kohvi limpsib, powerpoint’ist manab välja<br />

pilte ameeriklaste digiraamatuist.<br />

(Eks juudil naha üle kõrvade<br />

tõmmanud Portia – kuni õigest tõust<br />

mehe kätte sai)<br />

Nii kanalite kaldail kõndisin<br />

ja ära väsisin, noolekesed „San Marco“<br />

ja „Piazza di Roma“ pimedusse haihtusid.<br />

Vesi kanalites magas. Meel<br />

oli ilust raske, siht silmist kadunud.<br />

Ei teadnud sedagi, kuis pidi<br />

vereringe mu luude vahel loksub,<br />

naha all, mis rannalt missugusele.<br />

Või korraga ükssama laine vastu<br />

mitut kallast käib.


Lettera da Venezia<br />

JÜRI TALVET<br />

traduzione di Pietro U. Dini<br />

Dalla precoce neve natalizia di Lubiana<br />

(dove la carne di cavallo è il piatto nazionale<br />

che si offriva<br />

e mi accompagnava al treno la leale Vanessa<br />

dalle scarpe ormai zuppe per il nevischio)<br />

mi ritrovai sotto il cielo stellato di Venezia.<br />

Erravo per gli orli dei canali.<br />

Non una sola Desdemona. Invece su RAI1, sì,<br />

potei vederla in azione<br />

con un virile cavallo-satiro.<br />

Già da Lubiana ripensavo<br />

a Anna, l’italiana<br />

(aveva studiato scienze in Scozia),<br />

la Anna più mora della notte<br />

che scorre da un congresso all’altro, che sorbe caffè<br />

da bicchieri di carta e dal powerpoint rievoca<br />

immagini di e-book nordamericani.<br />

(Bene, escogitò Porzia il cavillo<br />

per l’ebreo e si guadagnò<br />

il suo maschio genuino)<br />

Così vagavo per gli orli dei canali<br />

finché mi stancai. Le piccole frecce<br />

“San Marco” e “Piazzale Roma” svanirono<br />

nel buio.<br />

L’acqua dormiva nei canali. Per tanta bellezza<br />

intorno era oppressa la mia mente. Dagli occhi<br />

avevo smarrito la mia meta. Neppur sapevo<br />

in quale verso mi circolasse il sangue<br />

attorno alle ossa, sotto la pelle, da quale sponda<br />

verso quale sponda.<br />

O forse a sbattere fu la stessa onda<br />

contro tante sponde nello stesso tempo.


LOS CAMINOS QUE LLEGAN A VENECIA<br />

XAVIER OQUENDO TRONCOSO<br />

Ecuador<br />

Desde cualquier lugar se ve a Venecia.<br />

Desde tus ojos se la ve mojada,<br />

envuelta en el azul de la nostalgia.<br />

Separada por el sol que brilla en agua.<br />

Desde ese palomar en occidente,<br />

Venecia brilla en quien no la conoce,<br />

en quien la busca desde que ha nacido,<br />

en quien la calla en el secreto antiguo.<br />

Desde tu casa se ve también Venecia,<br />

cuando respiras, Venecia dice versos,<br />

cuando suspiras, Venecia se te estrena<br />

como una obra de coral y canto.<br />

Desde tu mejilla se mira Venecia:<br />

es una lágrima del cielo siempre alegre,<br />

es un torrente de arte, una cornisa<br />

que se hace muy extensa camino hacia tu<br />

boca.<br />

Desde mi conciencia dibujo a Venecia.<br />

Desde mi corazón contaminado.<br />

Venecia es todo aquello que se hace viento.<br />

Venecia también me mira y yo te amo.


この 囚 人 の 身 では<br />

できないのですね<br />

この ため 息 橋 を 渡 ると<br />

見 納 めなのでしょうか<br />

波 の 上 の 祝 された 都<br />

ベネッィア 共 和 国 の<br />

栄 光 と 福 音 に 満 ちた 光 景 を 見 ることは<br />

できないのですね<br />

格 子 の 窓 から 心 を 残 すのは<br />

TAEKO UEMURA<br />

金 色 に 染 まる 海 と 波<br />

うすバラ 色 に 輝 く<br />

Giappone<br />

パラツィオドゥカーレと<br />

聖 マルコ 大 聖 堂 にたたずむあなた<br />

大 運 河 を 渡 る 船 とゴンドラ<br />

もう 今 生 では 会 えないのでしょうか<br />

あなたと<br />

今 一 度 愛 を 語 ることはできないのでしょうか<br />

そしてヴェネツィアの 商 人 として<br />

誇 らしく<br />

アドリア 海 を 南 下 して<br />

遠 くコンスタンティノープルまで<br />

商 売 を 重 ねたガレー 船 に 乗 ることも<br />

この 囚 人 の 身 では<br />

できないのですね<br />

この ため 息 橋 を 渡 ると<br />

見 納 めなのでしょうか<br />

波 の 上 の 祝 された 都<br />

ベネッィア 共 和 国 の<br />

栄 光 と 福 音 に 満 ちた 光 景 を 見 ることは<br />

できないのですね<br />

格 子 の 窓 から 心 を 残 すのは<br />

金 色 に 染 まる 海 と 波<br />

うすバラ 色 に 輝 く<br />

パラツィオドゥカーレと<br />

聖 マルコ 大 聖 堂 にたたずむあなた<br />

大 運 河 を 渡 る 船 とゴンドラ<br />

ため 息 ではありません<br />

涙 でもありません<br />

今 なほ<br />

翼 をつけた 獅 子 を 蘇 らせ<br />

紋 章 をひるがえし<br />

この 身 を<br />

あなたと<br />

ベネッィア 共 和 国 に 捧 げたいのです<br />

それほどまでに 魅 了 する<br />

心 をかきたてる<br />

海 に 祝 された 都<br />

波 の 上 に 築 かれた<br />

沈 める 都 と<br />

あなたに<br />

永 遠 の 愛 を 捧 げ<br />

それを 誓 う 決 意 の 橋 なのです<br />

再 び 蘇 る 反 転 の 橋 にしたいのです<br />

ため 息 ではありません<br />

涙 でもありません<br />

今 なほ<br />

翼 をつけた 獅 子 を 蘇 らせ<br />

紋 章 をひるがえし<br />

この 身 を<br />

あなたと<br />

ベネッィア 共 和 国 に 捧 げたいのです


Revive on the Bridge of Sigh<br />

TAEKO UEMURA<br />

Can’t I meet you any more<br />

In this life?<br />

Isn’t it possible again to tell love<br />

With you?<br />

I take the galley ship as a Venetian merchant<br />

Moving south in the Adriatic Sea proudly<br />

To far place Constantinople<br />

For big business<br />

I can’t do that anymore, can I?<br />

Because you have lost freedom<br />

To manage myself<br />

When I cross this Bridge of Sigh<br />

Is it last glimpse?<br />

Can’t I see glorious and blessed sights<br />

Celebrated capital on the wave<br />

Of republic Venice anymore, can I?<br />

Attracted scenes from grid windows<br />

The sea and waves dyed gold,<br />

Palazzo Ducale shining in tint rose color,<br />

Standing you in Basilica di San Marco,<br />

And ships and gondolas crossing the grand channel<br />

It is not sigh<br />

It is not tears<br />

I wish make winged lion revive<br />

I wish make the emblem raise<br />

Since then I’d like to devote myself<br />

To you and republic Venice<br />

The tempting capital celebrated by the sea<br />

Stirs me up to the limit<br />

Ponte dei Sospiri is the bridge to swear that<br />

I dedicate my eternal love<br />

To the capital encircled by the sea<br />

And built on waves<br />

I wish make it “reversal bridge” for resurrection


Ballata oscura<br />

NASOS VAGHENÀS<br />

Grecia<br />

Molti imparano molte cose quando<br />

[invecchiano.<br />

Altri imparano meno, o soltanto qualcosa.<br />

A me, invece, mi han proprio svuotato<br />

[la mente<br />

Le cose confuse e lacrimevoli conosciute<br />

Nell’ultimo quarto di secolo.<br />

Ciò che rimane dai boschi vergini<br />

(qualche erba e piante insignificanti)<br />

è sbiadito del tutto.<br />

Si è intorbidito anche ciò che non rimane<br />

Le fonti, gli uccelli e i recinti.<br />

O Zeus padre, tu che reggi i fulmini<br />

Del cielo, ripuliscimi gli occhi.<br />

Riempili di nuovo con le valvole<br />

Della tua sapienza, ricoprimi la mente<br />

Di cedri, betulle e abeti.<br />

traduzione di Caterina Carpinato


City at the Throat of the Sea<br />

WILLIAM WOLAK<br />

Stati Uniti d’America<br />

Like a spark reaching into darkness,<br />

wander aimlessly for as long as possible<br />

lost in the endless back alleys of Venice.<br />

Disappear over irresistible bridges<br />

that open to the seductive sky<br />

like nakedness expecting kisses,<br />

Vanish along the canals’ walkways<br />

like mist passing through flame<br />

or conjunctions to the infinite.<br />

This precarious city poised<br />

at the throat of the sea<br />

awaits whatever fleeting things fear,<br />

desperate as a dream love inherited<br />

from every whisper that never refused.


YANG LIAN<br />

Cina<br />

Where the sea stands still


Ay Gondolu<br />

MÜESSER YENIAY<br />

Turchia<br />

I.<br />

Ay yere düstü<br />

daha belirgin oldu<br />

ayak izleri<br />

askın<br />

II.<br />

Güzellik sarsıcı<br />

kalbime tutundum<br />

III.<br />

Ay ısıgında<br />

gizlerini gördüm<br />

kalbin


Gondola of The Moon<br />

MÜESSER YENIAY<br />

I.<br />

The moon fell on earth<br />

the footprints of love<br />

became<br />

clearer<br />

II.<br />

Beauty is staggering<br />

I held on to my heart<br />

III.<br />

In the moonlight<br />

I saw the mysteries<br />

of heart


Il Mediterraneo<br />

VALENTINO ZEICHEN<br />

Italia<br />

Perfino Francia e Spagna<br />

gli volsero le terga,<br />

per le rotte oceaniche,<br />

la conquista Ottomana<br />

gli preferì le terreferme.<br />

La gloria di Venezia ascendeva<br />

in-potenza allegorica<br />

al cielo turchese del Tiepolo.<br />

Il Mediterraneo scoloriva;<br />

per circa quattro secoli<br />

è rimasto un mar morto.<br />

I nutrizionisti lo citano<br />

per la dieta mediterranea.


EMILIO ZUCCHI<br />

Italia<br />

Orrende grandi navi, incubo urlante<br />

sui nitriti sfiancati delle gondole<br />

nel sole obliquo, luce dissonante<br />

sull’acqua lacrimosa, orrende navi,<br />

incubo urlante, labirinto d’aria.


EDOARDO SANGUINETI<br />

poesia dedicata a Marco Nereo Rotelli


ROTOLI ROTOLANO, GONDOLANO GONDOLE:<br />

OTTIMA È L’ACQUA, CON LA SEDIA E IL VIDEO:<br />

TELERI E TECHE TELERICETTIVE<br />

ELEVANO LABIRINTI IDROTERAPICI:<br />

LLENA È LA LUNA CHE SI ANNEGA IN LLANTO,<br />

LITICO È IL PIROCLIP DI LAMPO INFRANTO:


Un particolare ringraziamento a Laura Garavaglia, Loretto<br />

Rafanelli, Caterina Carpinato, Bruno Mazzoni, Maria Grazia<br />

Galatà, Domenico Di Felice e all’Università dell’Aquila per la<br />

collaborazione nell’invito ai poeti.<br />

Un ringraziamento speciale a Silvia Guidi e Ida Bastianello ed anche<br />

ai calligrafi veneziani e alla Bottega del Tintoretto per il loro lavoro.


Marco Nereo Rotelli è nato a Venezia nel<br />

1955, dove si è laureato in architettura nel<br />

1982. Ora vive e lavora a Milano e Parigi.<br />

Da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla<br />

dimensione poetica che Harald Szeemann ha<br />

definito come “un ampliamento del contesto<br />

artistico”.<br />

Rotelli ha creato negli anni una interrelazione<br />

tra l’arte e le diverse discipline del sapere.<br />

Da qui il coinvolgimento nella sua ricerca<br />

di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma<br />

principalmente il suo rapporto è con la poesia<br />

che, con il tempo, è divenuta un riferimento<br />

costante per il suo lavoro.<br />

Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project,<br />

oggi diretto da Elena Lombardi e composto<br />

da giovani artisti ed architetti, con il quale<br />

realizza numerosi interventi e progetti di<br />

installazione urbana.


Questo suo impegno gli è valso la<br />

partecipazione a sette edizioni della Biennale<br />

di Venezia, oltre a numerose mostre personali<br />

e collettive.<br />

È stato invitato dalla Northwestern Unversity<br />

(Chicago) come artist-in residence (inverno<br />

2013).<br />

Le sue opere sono presenti in musei e<br />

importanti collezioni private di tutto il<br />

mondo.<br />

Di lui hanno scritto alcuni tra i più<br />

importanti critici d’arte, oltre a poeti,<br />

scrittori, filosofi e personalità della cultura<br />

internazionale, alimentando un’importante<br />

raccolta bibliografica sul suo lavoro.<br />

Biografia<br />

MARCO NEREO ROTELLI


ArtProject<br />

coordinamento<br />

Elena Lombardi<br />

progetto grafico<br />

Filippo Cavalli | Margherita Zambelli<br />

finito di stampare nel mese di Dicembre 2015<br />

da Peruzzo Industrie Grafiche,<br />

Mestrino (PD)

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