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La Toscana Gennaio

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I ritratti di<br />

Geo Bruschi<br />

Le diversità etniche e culturali di<br />

tutto il mondo negli scatti del<br />

fotografo e antropologo fiorentino<br />

di Daniela Pronestì<br />

Buthan<br />

Un inizio d’anno all’insegna della fotografia d’autore:<br />

è così che <strong>La</strong> <strong>Toscana</strong> ha deciso di aprire il 2016<br />

dedicando la copertina e otto pagine all’opera di<br />

Geo Bruschi. Una narrazione per immagini che<br />

punta l’attenzione sul genere del ritratto, verso cui il fotografo<br />

fiorentino dimostra una particolare sensibilità. Il suo obiettivo si<br />

posa sul volto umano per catturare insieme ai tratti individuali<br />

anche gli aspetti che testimoniano le diverse appartenenze<br />

culturali. Una concezione del ritratto che unisce uomo, storia e<br />

natura secondo i criteri di un’attenta analisi antropologica, da<br />

cui emerge uno spaccato su realtà difficili da raccontare, specie<br />

quando il tema di fondo è la povertà. Un tema che il nostro<br />

autore affronta senza cadere negli stereotipi della fotografia<br />

di reportage, il cui limite è spesso quello di indulgere alla gradevolezza<br />

estetica con il risultato di alterare l’autenticità dei<br />

contenuti. Negli scatti di Geo Bruschi si avverte invece il bisogno<br />

di offrire un’immagine veritiera del soggetto immortalato,<br />

trovando il giusto equilibrio tra l’oggettività del dato reale e la<br />

soggettività dell’interpretazione. I suoi ritratti rifuggono dall’anedotto<br />

per farsi compendio della realtà umana, passando dal<br />

particolare al generale, dalla vicenda del singolo alla storia<br />

di un intero popolo. Le tradizioni, i costumi, i riti religiosi e la<br />

bellezza incontaminata dei paesaggi fanno da cornice ai volti<br />

degli uomini e delle donne che troverete in queste pagine, in un<br />

affascinante viaggio tra Africa, Asia, Austrialia e Medioriente.<br />

Le foto scattate in Sri <strong>La</strong>nka mostrano l’abilità dei giocolieri che<br />

prendono parte all’Esala Perahera, un’imponente e scenografica<br />

festa religiosa che ogni anno per dieci notti vede sfilare per<br />

le strade della città di Kandy un corteo di ballerini, musicisti,<br />

acrobati, centinaia di figuranti e decine di elefanti bardati con<br />

costumi regali. Dal continente africano ci giungono invece le<br />

immagini che documentano i riti e i ritmi della vita tribale, con<br />

particolare attenzione al Camerun e al Togo. Le fotografie realizzate<br />

nella Repubblica dello Yemen affrontano un argomento di stringente<br />

attualità, cioè la condizione delle donne nei paesi arabi, dove l’uso del<br />

velo unisce indissolubilmente cultura e religione. Quando lo sguardo si<br />

sposta sull’infanzia, come nelle fotografie scattate in Benin e in Australia,<br />

l’immagine conquista una maggiore intensità emotiva che trasforma<br />

i sorrisi innocenti dei bambini in un simbolo universale.<br />

Il percorso descritto in queste pagine si chiude con una selezione di scatti<br />

che mostrano una declinazione del tutto inedita del lavoro di Geo Bruschi:<br />

tre fotografie ottenute a partire da un dettaglio del paesaggio naturale<br />

che circonda la sua casa sulle colline di Bagno a Ripoli. Immagini<br />

da cui traspare una precisa intenzione artistica, che si avvale dell’effetto<br />

mosso e dello sfocato per raggiungere esiti vicini al linguaggio dell’astrazione.<br />

Un nuovo indirizzo del suo talento fotografico, che non finisce<br />

mai di stupirci, anche quando, senza percorrere migliaia di chilometri in<br />

giro per il mondo, riesce a catturare la bellezza di un panorama familiare<br />

per trasformarlo in una visione sospesa tra buio e luce.<br />

4 Geo Bruschi

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