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GEOmedia 6 2015

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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 6/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

LiDAR<br />

Nov/Dic <strong>2015</strong> anno XIX N°6<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

Nascita, Evoluzione<br />

e Rivoluzione della<br />

Fotogrammetria<br />

Progetto Destination<br />

in Lombardia<br />

Laser portatili<br />

a 360°<br />

Un workshop sui GNSS<br />

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del sottosuolo e dei fondali marini.<br />

Sai cosa c’è sotto?<br />

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georadar, sismica, geoelettrica,<br />

logger da foro.<br />

> Rappresentazione<br />

dei fondali e delle coste<br />

Multibeam, SideScanSonar,<br />

SubBottom Profiler.<br />

Photo: Sophie Hay<br />

> Vulcanologia<br />

e Monitoraggio sismico<br />

sismometri, gravimetri,<br />

inclinometri.<br />

> Monitoraggio ambientale<br />

e Ingegneria civile<br />

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Topografia liquida e Fotogrammetria solida<br />

Il neologismo ricorrente relativo alla “musica liquida” ben si adatta a descrivere quello che sta<br />

succedendo nel posizionamento topografico ove gli strumenti analogici vengono soppiantati<br />

da flussi di onde radio ricevute e trattate da software sempre più intelligenti. La vecchia posizione<br />

determinata con angoli, distanze e calcoli fatti a mano sul quaderno è ora sostituita<br />

da un segnale radio trasmesso da satelliti e decodificato attraverso ricevitori e software adeguati.<br />

Il parallelo con la musica trasmessa in streaming, oggi non più registrata su supporti<br />

fisici quali i vinili, i nastri o i cd, ma convertita e trasmessa con segnali digitali gestiti da<br />

software evoluti, è quanto mai aderente.<br />

Nel recente workshop organizzato a Roma da Sogei, sul tema del posizionamento satellitare<br />

multi-costellazione, si è parlato molto di ricevitori GNSS virtuali, costituiti essenzialmente<br />

da software, anche Open Source, che stanno prendendo il posto delle classiche Reference<br />

Station per il posizionamento accurato. Il prof. Kai Borre dell’università di Samara a Mosca<br />

in Russia ha detto che dal locale laboratorio GNSS stanno scaturendo soluzioni software<br />

open che possono essere scaricate ed utilizzate su apparati hardware di grande semplicità. Il<br />

prof. Lachapelle invece ritiene che il futuro per i giovani che si avvicinano al mondo della<br />

geomatica sia quello dell’ingegneria meccanica ed elettrotecnica. Qualcuno invece pensa che<br />

il topografo del domani sarà sempre più accostabile ad un radioamatore.<br />

La mutazione del processo di determinazione della posizione negli ultimi decenni è impressionante,<br />

ma lo è anche il ritorno ciclico di modalità e di riferimenti, come ad esempio<br />

la modalità analitica della fotogrammetria che ha vissuto il suo primo periodo passato per<br />

l’analogico e infine ritornando ad essere analitica, nel momento in cui calcoli complessi potevano<br />

finalmente essere realizzati in breve tempo con l’uso di potenti calcolatori. Ma anche<br />

il calcolo delle coordinate con camere fotografiche astronomiche che riprendevano le posizioni<br />

delle stelle nello spazio rispetto alla Terra è oggi invece tratto dalla posizione derivata<br />

da quella di satelliti orbitanti nello spazio esterno all’atmosfera terrestre.<br />

Tutto ciò facilita il compito del rilevatore e consente di realizzare cose prima impossibili,<br />

però ha anche un grave effetto secondario che non possiamo fare a meno di considerare. Una<br />

tecnica si basa su una scienza, della quale bisogna conoscere limiti e applicabilità. Il fatto che<br />

tecnologie avanzate facilitino l’uso di tecniche di posizionamento e di descrizione del territorio<br />

va preso con le molle e andrebbe normato per evitare errori gravi dovuti alla mancanza<br />

di conoscenza di limiti e ambiti di applicazione. Nel nostro mondo, ad esempio, un conto è<br />

fare fotografie dal cielo e un conto è fare aerofotogrammetria, quest’ultima fortunatamente<br />

ben sperimentata e normata da tempo per fornire descrizioni del territorio “sufficientemente<br />

accurate”. Si vedono usare software per restituzione da fotogrammi amatoriali di scarsa accuratezza<br />

solo perché il 3D è stato appena reso disponibile ad una base allargata di utenti. Ma<br />

chi potrà difendere tali posizioni dall’incompetenza dilagante che avanza?<br />

La Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, che tra i suoi scopi principali ha proprio<br />

la difesa e divulgazione di queste materie, non dimentichi che la ricostruzione 3D a partire<br />

da immagini, non può essere altro che Fotogrammetria, esulando qualsiasi altro risultato ottenibile,<br />

anche in termini di modelli tridimensionali, dagli scopi scientifici delle due materie.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

Focus<br />

REPORTS<br />

Un modello<br />

per la gerarchizzazione<br />

del territorio mediante<br />

l’utilizzo di indicatori<br />

di sintesi. Applicazione<br />

alla Regione Lombardia<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

26 IMMAGINE ESA<br />

di Antonio Davide Giudice,<br />

Fabio Borghetti, Paolo Gandini<br />

e Roberto Maja<br />

36 ASSOCIAZIONI<br />

38 MERCATO<br />

44 SMART CITY<br />

46 OPPORTUNITIES<br />

48 GI IN EUROPE<br />

14<br />

QUANTUM<br />

mutatus<br />

AB Illo!<br />

di Attilio Selvini<br />

50 AGENDA<br />

In copertina un'immagine<br />

del rilievo della Diga di<br />

Ridracoli. L'operatore e<br />

l'APR collaborano al rilievo<br />

dell'imponente struttura.<br />

Il Rilievo<br />

fotogrammetrico<br />

18<br />

con il Drone<br />

alla Diga di<br />

Ridracoli<br />

di Marco Barberini<br />

e Matteo Rubboli<br />

www.rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


24<br />

E ancora Innovazione<br />

e Tecnologie Avanzate<br />

alla 2° Conferenza<br />

Utenti Laser Scanner<br />

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a cura della redazione<br />

INSERZIONISTI<br />

AerRobotix 46<br />

Codevintec 2<br />

Epsilon 42<br />

Esri Italia 13<br />

Flytop 12<br />

GEObuisness 41<br />

Geogrà 25<br />

Geomax 52<br />

Gistam 43<br />

Hexagon S&I 39<br />

Planetek 37<br />

Progesoft 23<br />

Sinergis 51<br />

Sistemi Territoriali 17<br />

TECHNOLOGYforALL 35<br />

Teorema 50<br />

Topcon 47<br />

28<br />

Strumenti e<br />

applicazioni<br />

con laser<br />

portatili<br />

I casi di FARO e<br />

GeoSLAM<br />

di Oreste Adinolfi, Cristina<br />

Bonfanti, Laura Mattioli e<br />

Nadia Guardini<br />

Un report<br />

dal Workshop<br />

IGAW2016 sul<br />

GNSS che fa<br />

riflettere sul<br />

futuro della<br />

geomatica<br />

di Renzo Carlucci<br />

32<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi,<br />

Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Flavio<br />

Lupia, Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.62279612 - Fax. 06.62209510<br />

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ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

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Science<br />

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riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 30 gennaio <strong>2015</strong>.


FOCUS<br />

PROGETTO DESTINATION<br />

Un modello per la gerarchizzazione del territorio<br />

mediante l’utilizzo di indicatori di sintesi.<br />

Applicazione alla Regione Lombardia<br />

di Antonio Davide Giudice, Fabio Borghetti, Paolo Gandini e Roberto Maja<br />

Il lavoro di ricerca, che si inserisce all’interno<br />

del Progetto Strategico Interreg Italia – Svizzera<br />

DESTINATION, già affrontato in <strong>GEOmedia</strong> 2 2014,<br />

propone un modello per la gerarchizzazione di un<br />

territorio mediante l’utilizzo di indicatori in grado<br />

di rappresentare le zone interessate dalle criticità<br />

associate a un evento incidentale che coinvolge veicoli<br />

trasportanti merci pericolose.<br />

Fig. 1 - Esempio di applicazione del modello<br />

di gerarchizzazione, noti rischio sociale (Rs)<br />

e popolazione residente (POP).<br />

L’<br />

obiettivo del lavoro di<br />

ricerca consiste nell’implementazione<br />

di un<br />

modello in grado di gerarchizzare<br />

un territorio considerando<br />

il rischio associato al TMP su<br />

strada utilizzando indicatori di<br />

sintesi. La definizione di indicatori<br />

di sintesi consente la restituzione<br />

di informazioni di tipo<br />

grafico e/o numerico associate<br />

alle caratteristiche territoriali,<br />

attraverso le quali identificare<br />

eventuali azioni mitigative in<br />

funzione del tipo di utente che<br />

effettua l’analisi. Gli indicatori<br />

di sintesi sono caratterizzati da<br />

parametri che relazionano il<br />

rischio sociale e ambientale<br />

(o elementi parziali che compongono<br />

il rischio stesso) alle<br />

caratteristiche territoriali di<br />

tipo antropico, ambientale o<br />

infrastrutturale.<br />

Il modello è destinato a tutti i<br />

soggetti coinvolti nel processo<br />

decisionale della sicurezza<br />

relativo a questa tipologia di<br />

trasporto come ad esempio i<br />

pianificatori territoriali, gli addetti<br />

al TMP, i decisori politici,<br />

i gestori delle infrastrutture,<br />

gli addetti alle emergenze e i<br />

gestori delle Aziende a Rischio<br />

Incidente Rilevante - ARIR.<br />

Il modello, utilizzabile come<br />

strumento di supporto alle decisioni<br />

consente quindi di indentificare<br />

e pianificare interventi<br />

mitigativi di carattere gestionale<br />

e/o infrastrutturale da applicare<br />

in modo prioritario su specifiche<br />

porzioni di territorio.<br />

Tra le peculiarità del modello è<br />

possibile annoverare la scalabilità,<br />

la replicabilità e la versatilità.<br />

La scalabilità consente di<br />

eseguire analisi a qualsiasi scala,<br />

per esempio da quella nazionale<br />

a quella regionale o quella comunale;<br />

la replicabilità è associata<br />

alla possibilità di utilizzare<br />

il modello in qualsiasi territorio<br />

con differenti caratteristiche;<br />

infine, la versatilità consente<br />

di personalizzare il modello in<br />

funzione del contesto in cui si<br />

effettua l’analisi.<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />

Fig. 2 - Esempi dei livelli di scala cui è applicabile il modello.


Il trasporto delle merci<br />

pericolose su strada<br />

La valutazione e gestione del<br />

rischio connesso al trasporto<br />

di merci pericolose risulta ad<br />

oggi un problema di interesse<br />

strategico in quanto il danno<br />

sociale, comunque presente in<br />

caso di incidente tra veicoli, viene<br />

ulteriormente aggravato dalla<br />

pericolosità della merce trasportata,<br />

con potenziali conseguenze<br />

per persone, cose, flora e fauna,<br />

nonché possibili effetti di contaminazione<br />

dell’aria, delle falde,<br />

del suolo e sottosuolo.<br />

Tali eventi poi, sono caratterizzati<br />

oltre che dalle conseguenze<br />

immediate, quali le potenziali<br />

perdite di vite umane nell’area<br />

circoscritta l’incidente, anche da<br />

effetti su vasta scala e prolungati<br />

nel tempo, sia sull’uomo<br />

sia sull’ambiente. Si pensi, ad<br />

esempio, a un rilascio di sostanza<br />

inquinante nel sottosuolo in<br />

una zona di ricarica di una falda<br />

sotterranea o di approvvigionamento<br />

idrico (anche non potabile).<br />

Gli effetti di tale evento<br />

possono essere riscontrati anche<br />

a diverse centinaia di chilometri.<br />

Emerge pertanto l’esigenza<br />

di avere strumenti operativi in<br />

grado supportare processi decisionali<br />

integrati di sicurezza.<br />

Fig. 3 - Incidente stradale<br />

con coinvolgimento di sostanza<br />

pericolosa. (Direzione<br />

Regionale Vigili del Fuoco<br />

Lombardia).<br />

Indicatori di sintesi<br />

implementati<br />

Gli indicatori di sintesi sono<br />

stati implementati in funzione<br />

di parametri associati da un lato<br />

al rischio TMP, o alle sue componenti,<br />

e dall’altro a specifici<br />

elementi territoriali.<br />

All’interno del progetto<br />

DESTINATION è stato sviluppato<br />

un modello analitico di rischio<br />

associato al TMP che consente<br />

due formulazioni: rischio<br />

sociale R S<br />

(espresso in morti/<br />

km/anno) e rischio ambientale<br />

RA (m2 con danni/anno).<br />

equivalenti<br />

Le formulazioni elaborate, sia<br />

per l’ambito sociale sia per quello<br />

ambientale, sono conformi<br />

all’espressione classica del rischio<br />

che relaziona probabilità,<br />

esposizione e vulnerabilità.<br />

Il valore di rischio è stato stimato<br />

per ogni arco i-esimo avente<br />

lunghezza omogenea della rete<br />

stradale come segue:<br />

dove:<br />

R i<br />

= rischio per la collettività<br />

(sociale/ambientale) riferito<br />

all’arco i-esimo [morti/arco/<br />

anno][m2eq con danni/arco/<br />

anno]<br />

P is,i<br />

= pericolosità intrinseca della<br />

strada riferita all’arco i-esimo<br />

FOCUS<br />

[veicoli circolanti incidentati/<br />

arco/anno]<br />

P ADR,ij<br />

= probabilità che un incidente<br />

stradale coinvolga la<br />

j-esima sostanza ADR riferita<br />

all’arco i-esimo [veicoli ADR<br />

incidentati/veicoli circolanti<br />

incidentati]<br />

P sc,ijk<br />

= probabilità del k-esimo<br />

scenario incidentale con soglia<br />

e area di danno note che coinvolge<br />

la sostanza j-esima riferito<br />

all’arco i-esimo [eventi incidentali/veicoli<br />

ADR incidentati]<br />

F p,m<br />

= fattore di presenza/pesatura<br />

dell’m-esimo bersaglio<br />

potenzialmente esposto [AE<br />

presenti/AE esposti][m2eq/m2<br />

esposti]<br />

E ikm<br />

= m-esimo bersaglio potenzialmente<br />

esposto al k-esimo<br />

scenario incidentale con soglia<br />

e area di danno note (che coinvolge<br />

la sostanza j-esima) riferito<br />

all’arco i-esimo [AE esposti/<br />

evento incidentale][m2 esposti/<br />

evento incidentale]<br />

S km<br />

= suscettibilità dell’mesimo<br />

bersaglio potenzialmente<br />

presente al k-esimo scenario<br />

incidentale con area e soglia di<br />

danno note (che coinvolge la<br />

sostanza j-esima) [morti/AE presenti][m2eq<br />

con danni/m2eq]<br />

C ff,ikm<br />

= capacità di far fronte<br />

relativa all’m-esimo bersaglio potenzialmente<br />

esposto al k-esimo<br />

scenario incidentale con area e<br />

soglia di danno note (che coinvolge<br />

la sostanza j-esima) riferito<br />

all’arco i-esimo.<br />

Dove AE rappresenta gli<br />

Abitanti Equivalenti e veicoli<br />

ADR sono i veicoli che trasportano<br />

merci pericolose.<br />

RISCHIO FORMULAZIONI PARZIALI ELEMENTI TERRITORIALI<br />

Probabilità incidentale P INC<br />

Popolazione residente - POP<br />

Sociale - R S<br />

Ambientale - R A<br />

Danni sociali D SOC<br />

Danni ambientali D AMB<br />

Bersagli umani potenzialmente esposti E<br />

Estensione superficiale - SUP<br />

Rete stradale - ROAD<br />

Aziende a rischio incidente rilevante - ARIR<br />

Tab. 1 - Informazioni utilizzate per la definizione degli indicatori di sintesi.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 7


FOCUS<br />

FORMULAZIONE<br />

ANALITICA<br />

A partire dalla formula di valutazione<br />

del rischio, sono stati<br />

e<br />

indentificati all’interno del progetto<br />

18 indicatori di sintesi,<br />

relazionando le informazioni<br />

riportate in Tabella 1. Gli indicatori<br />

si riferiscono a uno specifico<br />

ambito contestuale (es.<br />

Comune, Provincia, Regione)<br />

sul quale si intende eseguire l’analisi.<br />

Di seguito sono illustrati<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />

DESCRIZIONE<br />

L’indicatore di sintesi mette<br />

in relazione il valore di rischio<br />

sociale (R S,i<br />

) stimato per ogni<br />

arco stradale e la popolazione<br />

(POP) presente in un territorio.<br />

In particolare, dopo aver<br />

definito l’ambito territoriale<br />

oggetto dello studio (es. comune<br />

o provincia) viene determinato<br />

il valore di rischio sociale<br />

(R S<br />

) come somma di tutti gli<br />

archi stradali che ricadono<br />

all’interno dell’area di studio.<br />

L’indicatore di sintesi è dato<br />

dal rapporto tra il rischio sociale<br />

(R S,i<br />

) e la rete stradale<br />

(ROAD) e il numero di ARIR<br />

presenti. Calcolato il rischio<br />

sociale (R S<br />

), come la somma<br />

dei valori stimati per ogni arco<br />

della rete stradale ottenendo<br />

un valore unico per ogni area<br />

di studio, si mette in relazione<br />

con l’estensione della rete stradale<br />

(ROAD) e il numero delle<br />

ARIR presenti nella stessa area.<br />

L’indicatore di sintesi mette in<br />

relazione il rischio ambientale<br />

(R A,i<br />

) per ogni arco i-esimo<br />

con l’estensione territoriale<br />

(SUP) espressa in m 2 . Una<br />

volta suddiviso il territorio<br />

omogeneamente, per ogni<br />

porzione si calcola il rischio<br />

ambientale (R A<br />

), sommando<br />

i valori associati ad ogni arco<br />

stradale dell’area di studio, per<br />

poi rapportarlo all’estensione<br />

territoriale.<br />

L’indicatore di sintesi mette in<br />

relazione il rischio ambientale<br />

(R A,i<br />

) all’estensione della rete<br />

stradale (ROAD) e al numero<br />

di ARIR presenti in un territorio.<br />

Inizialmente, viene calcolato<br />

il rischio ambientale (R A<br />

)<br />

per ogni porzione di territorio,<br />

come la somma dei valori associati<br />

ad ogni arco stradale<br />

i-esimo.<br />

Tab. 2 - Indicatori di sintesi associati al rischio sociale e ambientale.<br />

descritti alcuni degli indicatori<br />

implementatati associati al valore<br />

di rischio (sociale e ambientale)<br />

e alle relative formulazioni<br />

parziali.<br />

Rischio sociale e ambientale<br />

In Tabella 2 sono riportati alcuni<br />

indicatori implementati<br />

a partire dal valore di rischio<br />

sociale e ambientale.<br />

OBIETTIVO<br />

L’indicatore I RSPOP<br />

gerarchizza<br />

un’area di studio quantificando<br />

i decessi in rapporto<br />

all’intera popolazione di un<br />

territorio a seguito di eventuali<br />

incidenti rilevanti che<br />

coinvolgono veicoli adibiti<br />

al trasporto di sostanze pericolose.<br />

L’indicatore I S<br />

permette di<br />

gerarchizzare il territorio<br />

quantificando il numero dei<br />

decessi annuali in rapporto<br />

all’estensione della rete stradale<br />

e alle ARIR, a seguito di<br />

eventi incidentali di veicoli<br />

trasportanti merci pericolose,<br />

così da associare l’informazione<br />

del rischio sociale alla fonte<br />

del rischio e alle aziende, poli<br />

attrattori/generatori di veicoli<br />

ADR.<br />

L’indicatore I RASUP<br />

permette<br />

di gerarchizzare il territorio<br />

secondo l’estensione della<br />

superficie territoriale danneggiabile<br />

da eventuali incidenti<br />

dei veicoli trasportanti merci<br />

pericolose rispetto all’intera<br />

estensione territoriale in cui<br />

avviene il trasporto.<br />

L’indicatore I A<br />

permette<br />

di gerarchizzare il territorio,<br />

associando la superficie<br />

territoriale danneggiata da<br />

eventuali incidenti che coinvolgono<br />

veicoli trasportanti<br />

merci pericolose all’estensione<br />

della rete stradale e alle ARIR<br />

presenti sul territorio da analizzare.<br />

FORMULAZIONE<br />

ANALITICA<br />

Formulazioni parziali del rischio<br />

Da una formulazione parziale del<br />

modello di analisi del rischio è<br />

possibile estrarre la componente<br />

probabilistica alla quale si associano<br />

alcuni indicatori riportati in<br />

Tabella 3. Un’altra formulazione<br />

parziale del rischio permette di stimare<br />

i danni sociali e ambientali,<br />

derivanti da incidenti che coinvolgono<br />

i veicoli che trasportano merci<br />

pericolose, con riferimento alle<br />

diverse caratteristiche territoriali.<br />

La Tabella 4 contiene la descrizione<br />

degli indicatori associati al<br />

danno sociale e ambientale atteso,<br />

a seguito di un evento incidentale<br />

coinvolgente sostanze pericolose.<br />

DESCRIZIONE<br />

L’indicatore di sintesi mette in<br />

relazione la probabilità incidentale<br />

(P inc,i<br />

) con l’estensione<br />

stradale (ROAD) ed il numero<br />

di ARIR presenti nell’area di<br />

studio. Definito l’ambito territoriale<br />

cui applicare l’indicatore<br />

di sintesi, viene calcolata<br />

la probabilità incidentale P inc<br />

,<br />

come la somma della probabilità<br />

stimata per ogni arco i-<br />

esimo, questa viene rapportata<br />

all’estensione della rete stradale<br />

e alle ARIR presenti nello stesso<br />

territorio.<br />

Tab. 3 – Indicatore associato alla probabilità incidentale.<br />

FORMULAZIONE<br />

ANALITICA<br />

DESCRIZIONE<br />

L’indicatore di sintesi associa il<br />

danno sociale (D S,i<br />

) stimato per<br />

ogni arco i-esimo alla popolazione<br />

residente in un determinato<br />

territorio. Calcolato il danno<br />

sociale (D S<br />

) per ogni porzione<br />

di territorio (ad es. provincia,<br />

comune ecc.), come la somma<br />

dei valori associati ad ogni arco<br />

stradale che ricade all’interno del<br />

territorio, questo viene rapportato<br />

alla popolazione residente<br />

nell’area di studio identificata.<br />

L’indicatore di sintesi associa il<br />

danno ambientale (D A,i<br />

) stimato<br />

per ogni arco stradale i-esimo<br />

alla rete stradale in cui avviene il<br />

trasporto delle merci pericolose.<br />

Calcolato il danno ambientale<br />

(D A<br />

), come la somma dei valori<br />

stimati per ogni arco i-esimo per<br />

la porzione del territorio individuato<br />

(provincia, comune ecc.) è<br />

possibile rapportare tale valore<br />

all’estensione della rete stradale<br />

che ricade all’interno dell’area di<br />

studio identificata.<br />

Tab. 4 – Indicatori associati al danno sociale e ambientale atteso.<br />

OBIETTIVO<br />

L’indicatore I PIROAR<br />

permette<br />

di gerarchizzare<br />

il territorio e conoscere<br />

per ogni porzione di<br />

esso in cui è stato suddiviso<br />

quale è la probabilità<br />

che un incidente<br />

coinvolga veicoli trasportanti<br />

merci pericolose<br />

associando questa<br />

informazione all’estensione<br />

della rete stradale<br />

e al numero delle ARIR<br />

presenti.<br />

OBIETTIVO<br />

L’indicatore I DSPOP<br />

permette<br />

di gerarchizzare<br />

il territorio in funzione<br />

del numero di decessi<br />

a seguito di un evento<br />

incidentale che coinvolge<br />

i veicoli trasportanti<br />

merci pericolose<br />

in rapporto alla popolazione<br />

residente in un<br />

territorio.<br />

L’indicatore I DAROAD<br />

permette di gerarchizzare<br />

il territorio in funzione<br />

della superficie<br />

territoriale danneggiata<br />

da eventi incidentali<br />

che coinvolgono i veicoli<br />

trasportanti merci<br />

pericolose associando<br />

questa informazione<br />

ad ogni chilometro di<br />

rete stradale dell’area di<br />

studio.


FOCUS<br />

Applicazione del modello<br />

alla Regione Lombardia<br />

Il modello di gerarchizzazione<br />

del territorio è stato<br />

applicato al contesto della<br />

Regione Lombardia al<br />

fine di valutarne validità<br />

e affidabilità dei risultati.<br />

Sulla rete stradale lombarda<br />

transitano ogni giorno<br />

importanti quantità e<br />

tipologie di sostanze pericolose<br />

anche in relazione<br />

al fatto che sul territorio<br />

regionale sono presenti<br />

oltre 280 aziende a rischio<br />

di incidente rilevante che<br />

possono essere considerate<br />

nodi in cui il traffico merci<br />

pericolose viene generato e<br />

attratto.<br />

Gli indicatori di sintesi<br />

esposti nel precedente<br />

paragrafo sono stati applicati,<br />

permettendo la gerarchizzazione<br />

delle dodici<br />

province lombarde. Una<br />

seconda fase dell’applicazione<br />

ha previsto l’analisi<br />

di dettaglio del territorio<br />

provinciale caratterizzato<br />

da indicatori quantitativamente<br />

elevati, al fine di<br />

ripetere l’analisi per una<br />

gerarchizzazione del territorio<br />

su base comunale per<br />

poter identificare eventuali<br />

misure di mitigazione.<br />

Di seguito sono riportate<br />

le mappe tematiche relative<br />

ad alcuni degli indicatori<br />

implementati e le provincie<br />

che presentano il valore più<br />

elevato.<br />

Rischio sociale e ambientale<br />

– caso studio<br />

Il calcolo degli indicatori è<br />

stato condotto considerando<br />

l’inviluppo di tutti gli<br />

scenari incidentali associati<br />

alle sostanze pericolose rappresentative<br />

del modello di<br />

analisi di rischio.<br />

Fig. 4 – Rappresentazione<br />

dell’indicatore di<br />

sintesi I RSPOP.<br />

Fig. 5 – Rappresentazione<br />

dell’indicatore<br />

di sintesi I S.<br />

Fig. 6 – Rappresentazione<br />

dell’indicatore di<br />

sintesi I RASUP.<br />

Fig. 7 - Rappresentazione<br />

dell’indicatore<br />

di sintesi I A.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 9


FOCUS<br />

Formulazioni parziali del<br />

rischio: probabilità incidentale–<br />

caso studio<br />

Fig. 9 - Rappresentazione<br />

dell’indicatore<br />

di sintesi I D-<br />

SPOP_GASOLIO.<br />

Fig. 8 - Rappresentazione dell’indicatore di sintesi I PIROAR<br />

Formulazioni parziali del<br />

rischio: danno sociale e<br />

ambientale atteso – caso<br />

studio<br />

Per la stima del danno sociale<br />

e ambientale, gli indicatori<br />

sono stati determinati considerando<br />

due sostanze, gasolio<br />

e ossido di etilene, significative<br />

per la tipologia di scenari<br />

incidentali che possono determinare.<br />

Come si evince in Figura 13,<br />

l’applicazione degli indicatori<br />

di sintesi al contesto lombardo<br />

ha evidenziato che la<br />

provincia di Monza e Brianza<br />

presenta dieci indicatori<br />

aventi i valori massimi: per<br />

analizzare le possibili cause<br />

di questo risultato è possibile<br />

riapplicare il modello alla<br />

sola provincia brianzola, ottenendo<br />

anche una gerarchia<br />

a livello comunale che può<br />

orientare le priorità di intervento.<br />

A seguito dei risultati ottenuti<br />

e rappresentati nel precedente<br />

istogramma, a titolo esemplificativo<br />

è stata condotta<br />

un’analisi all’interno della<br />

provincia di Monza e Brianza<br />

applicando solo l’indicatore di<br />

sintesi I RSROAD.<br />

Come si osserva<br />

nell’istogramma di Figura 14,<br />

il modello ha evidenziato che<br />

il comune di Nova Milanese<br />

Fig. 10 - Rappresentazione<br />

dell’indicatore<br />

di sintesi I D-<br />

SPOP_ETILENE.<br />

Fig. 11 - Rappresentazione<br />

dell’indicatore<br />

di sintesi I DA-<br />

ROAD_GASOLIO.<br />

Fig. 12 - Rappresentazione<br />

dell’indicatore<br />

di sintesi I DA-<br />

ROAD_ETILENE.<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

esposizione a caratteristiche<br />

del territorio quali il numero<br />

di abitanti, l’estensione stradale<br />

e l’estensione superficiale.<br />

Il modello si configura come<br />

uno strumento di supporto alle<br />

decisioni versatile e personalizpresenta<br />

il valore maggiore<br />

per quest’indicatore, di circa<br />

un ordine di grandezza in più<br />

rispetto alla media di tutti gli<br />

altri comuni. Per identificare,<br />

pianificare ed eventualmente<br />

attuare interventi mitigativi<br />

sul territorio è stata effettuata<br />

un’ulteriore analisi<br />

finalizzata alla conoscenza<br />

delle possibili cause<br />

che determinano valori<br />

dell’indicatore I RSROAD<br />

così elevati.<br />

In Figura 15 si osserva<br />

la mappa tematica<br />

relativa all’indicatore<br />

I RSROAD<br />

applicato a<br />

livello regionale, provinciale<br />

e comunale<br />

in grado di restituire<br />

in modo semplice e<br />

immediato le criticità sul<br />

territorio.<br />

Relativamente al territorio<br />

del comune di Nova Milanese<br />

sono state analizzate presenza e<br />

tipologia dei bersagli antropici,<br />

ovvero il parametro E del modello<br />

di rischio con particolare<br />

riferimento a popolazione residente,<br />

addetti delle aree industriali,<br />

addetti dei centri commerciali<br />

e utenti delle strutture<br />

scolastiche.<br />

In Figura 16 sono illustrate in<br />

rosso le quattro tipologie di<br />

esposti umani, ricadenti nel<br />

territorio comunale di Nova<br />

Milanese che concorrono alla<br />

determinazione del Rischio<br />

Sociale – R S<br />

utilizzato all’interno<br />

dell’indicatore I RSROAD.<br />

Fig. 13 – Istogramma riportante le province ed il relativo numero di indicatori con i valori massimi.<br />

Fig. 14 – Istogramma con i valori dell’indicatore di sintesi I RSROAD<br />

per i comuni della provincia<br />

di Monza e Brianza.<br />

Conclusioni<br />

Il modello implementato permette<br />

di gerarchizzare un territorio<br />

in funzione di indicatori<br />

di sintesi che relazionano il<br />

rischio sociale e ambientale e/o<br />

parametri che lo costituiscono<br />

come la componete<br />

probabilistica o di<br />

Fig. 16 –<br />

Distribuzione<br />

delle<br />

tipologie<br />

di bersagli<br />

umani sul<br />

comune di<br />

Nova Milanese.<br />

Fig. 15 – Mappa tematica: gerarchizzazione della provincia di Monza e Brianza tramite<br />

l’indicatore I RSROAD.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 11


FOCUS<br />

zabile dall’analista in funzione di<br />

specifiche esigenze e può, inoltre,<br />

essere applicato a diverse scale. I<br />

risultati del modello consistono<br />

in mappe tematiche affiancate da<br />

istogrammi in grado di fornire<br />

indicazioni semplici e immediate<br />

circa le eventuali criticità.<br />

L’utilizzo del modello, indipendentemente<br />

dalla scala di applicazione,<br />

consente di orientare le<br />

risorse disponibili per identificare,<br />

pianificare e attuare interventi di<br />

carattere gestionale e/o infrastrutturale<br />

finalizzati alla mitigazione<br />

del rischio associato al trasporto<br />

di sostanze pericolose su strada.<br />

Al fine di verificarne la validità<br />

e l’affidabilità, il modello è stato<br />

applicato alla contesto territoriale<br />

della Regione Lombardia. Il caso<br />

studio ha permesso di individuare<br />

la provincia di Monza e Brianza<br />

come il territorio in cui è presente<br />

il maggior numero di indicatori<br />

aventi valori elevati e dove è quindi<br />

consigliabile procedere con una<br />

analisi di dettaglio che consiste<br />

nella ri-applicazione del modello<br />

a scala provinciale. In questo<br />

modo è stato possibile conoscere<br />

le possibili cause, in termini di<br />

esposizione antropica, che provocano<br />

un valore di rischio sociale<br />

elevato e di conseguenza anche<br />

dell’indicatore ad esso associato.<br />

Ringraziamenti<br />

Gli autori ringraziano il gruppo<br />

di lavoro di Progetto costituito<br />

da Regione Lombardia, Regione<br />

Piemonte, Regione Valle d’Aosta,<br />

Provincia Autonoma di Bolzano<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] Giudice A.D., Tesi di Laurea magistrale,<br />

Trasporto Merci Pericolose su<br />

strada, un modello per la gerarchizzazione<br />

del territorio mediante l’utilizzo di indicatori<br />

di sintesi. Applicazione alla regione<br />

Lombardia., Politecnico di Milano,<br />

Milano, Aprile <strong>2015</strong>.<br />

[2] Carrara R., Fanelli R., Guida al<br />

trasporto di sostanze pericolose – come prevenire<br />

e gestire le emergenze nel trasporto<br />

su strada, Fondazione Lombardia per<br />

l’Ambiente, Milano, TSP 1999.<br />

[3] Autori Vari, Progetto Destination,<br />

Conoscere il trasporto delle merci pericolose<br />

come strumento di tutela del territorio,<br />

Torino, 2014.<br />

[4] Maja R., Appunti del corso di<br />

Tecnica ed economia dei trasporti,<br />

Politecnico di Milano, Milano, 2013.<br />

[5] Sironi F., Tesi di Laurea magistrale,<br />

Valutazione del rischio nel trasporto delle<br />

merci pericolose: il caso delle gallerie lecchesi,<br />

Politecnico di Milano, Milano,<br />

Anno Accademico 2011/2012.<br />

[6] ADR 2013 e ADR <strong>2015</strong>.<br />

[7] Gandini P., Tesi di Laurea<br />

Magistrale, Modello di mitigazione del<br />

rischio associato al trasporto delle merci<br />

pericolose attraverso la gestione degli accessi<br />

alle gallerie, Politecnico di Milano,<br />

Milano, Anno accademico 2008/2009.<br />

[8] Maja R., Marchionni G., Saia,<br />

Studer L., Vescia, Vaghi. Progetto<br />

TRAMP, Telecontrollo del Rischio<br />

e Canton Ticino per il prezioso<br />

contributo alle attività svolte per<br />

la disponibilità dimostrata. Un<br />

ulteriore ringraziamento è rivolto<br />

a Lombardia Informatica, CSI<br />

Piemonte e 5T S.r.l.<br />

nell’Autotrasporto di Merci Pericolose,<br />

Politecnico di Milano, Milano, 2002.<br />

[9] Maja R., Mappatura del Rischio,<br />

Politecnico di Milano, Milano.<br />

[10] Arpa Veneto, Progetto SIMAGE,<br />

Sistema Integrato per il Monitoraggio<br />

Ambientale e la Gestione delle Emergenze,<br />

giugno 2007.<br />

[11] Progetto SECTRAM – Sicurezza nel<br />

Trasporto Merci, Programma Alcotra<br />

2007/2013.<br />

ABSTRACT<br />

The Transport of Dangerous Goods by Road -<br />

DGT – can be a source of risk for the community<br />

and the environment. This research, part of<br />

the Strategic Interreg Italy - Switzerland Project<br />

DESTINATION, proposes a model for ranking<br />

portions of an area through the use of indicators<br />

representing the areas affected by the criticalities<br />

related to an incident that involving vehicles<br />

carrying dangerous goods. The model is thus a<br />

decision support tool able to identify and plan<br />

mitigation measures both from the infrastructural<br />

side and from the management side (regulation).<br />

PAROLE CHIAVE<br />

vulnerabilità; edificio; censimento<br />

AUTORE<br />

Antonio Davide Giudice<br />

Fabio Borghetti<br />

Fabio.borghetti@polimi.it<br />

Paolo Gandini<br />

Roberto Maja<br />

Politecnico di Milano<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 13


REPORTS<br />

QUANTUM MUTATUS AB ILLO!<br />

di Attilio Selvini<br />

Nascita, evoluzione<br />

e rivoluzione della<br />

Fotogrammetria. La<br />

trasformazione digitale, il<br />

“Charge Coupled Device”, i<br />

nuovi metodi di assunzione ed<br />

elaborazione delle immagini,<br />

gli RPAS, la Fotogrammetria<br />

diretta…E gli Italiani?<br />

Fig. 1 - Il fotomosaico di<br />

Venezia, in scala 1:5000<br />

(sopra, a confronto con<br />

altro recente).<br />

Ho scomodato Virgilio<br />

con la sua “Eneide”<br />

per il titolo di questo<br />

articolo. Prometto che da oggi<br />

in poi non userò più la lingua<br />

dei Padri per altri titoli: Omne<br />

trinum perfectum, quindi basta<br />

per sempre.<br />

Non si tratta qui dell’immagine<br />

drammatica di Ettore comparsa<br />

improvvisamente ad Enea, bensì<br />

di quella assai meno nota ai<br />

più della fotogrammetria, che<br />

sta per giungere al suo bicentenario,<br />

almeno partendo dalle<br />

prime formulazioni; o che più<br />

semplicemente è già arrivata<br />

al centenario, se si vuol parlare<br />

della sua parte aerea: si veda la<br />

bella presa di Venezia, laguna<br />

compresa, scattata da pallone<br />

frenato nel 1911 dal capitano<br />

Ranza e dal tenente Tardivo (1).<br />

La fotogrammetria era nata con<br />

l’assistenza del calcolo numerico,<br />

semplice nelle prese da terra<br />

soprattutto nel caso normale.<br />

Ma subito dopo vennero i<br />

tentativi di soluzione grafica e<br />

poi “analogica” nel 1910, per<br />

Fig. 2 - Una maschera a fessura e<br />

il dispositivo di Masson d’Autume.<br />

opera di Edoardo De Orel, (2).<br />

L’analogia ebbe il sopravvento,<br />

durato molti decenni, con la<br />

diffusione delle riprese aeree:<br />

la risoluzione delle equazioni<br />

di collinearità, peraltro ben<br />

note (3), non era possibile in<br />

tempi ragionevolmente economici<br />

e infatti non lo fu sino<br />

alla comparsa degli elaboratori<br />

elettronici. Quanto avvenne<br />

nell’intervallo fra il 1910 (ma<br />

soprattutto dopo il 1920, con<br />

le prime riprese da aeroplano)<br />

e il 1964 anno di presentazione<br />

al congresso ISP di Lisbona<br />

del primo restitutore analitico<br />

OMI-Bendix, lo APc, è descritto<br />

in molti libri (4), e non è<br />

riassumibile in poche righe.<br />

Quanti mezzi e metodi di calcolo<br />

analogico vennero prodotti<br />

in oltre mezzo secolo, costituisce<br />

uno dei molti primati<br />

dell’inventiva umana.<br />

Sorge a questo punto una domanda:<br />

chi fra i molti giovani<br />

“rampanti” che si occupano<br />

oggi a diversi livelli di fotogrammetria,<br />

sa cosa sia un<br />

“puntinatore” come quello<br />

ideato da Santoni nelle Officine<br />

Galileo e poi prodotto da altre<br />

aziende europee? O di che cosa<br />

si parli, ricordando le “maschere<br />

a fessura” e i “multiplex”, i<br />

“secatori radiali” e i dispositivi<br />

di compensazione meccanica<br />

altimetrica dei “blocchi” di strisciate<br />

secondo van der Weele,<br />

Jérie, François, Masson d’Autume,<br />

tutti poi spariti dopo la<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

comparsa dei primi tentativi di<br />

triangolazione semianalitica? E<br />

a questo proposito ancora, chi<br />

di loro ha mai visto il “TA3” di<br />

Ugo Bartorelli?<br />

Con cilindretti di metallo<br />

colleganti lastre di materiale<br />

plastico facilmente deformabile<br />

e simulanti le superfici<br />

in altimetria dei fotogrammi,<br />

secondo il principio della minor<br />

energia potenziale e con<br />

adatto, ingegnoso sistema, si<br />

riusciva a trovare le correzioni<br />

da apportare ai punti comuni<br />

di più fotogrammi contigui.<br />

Certo, non con l’incertezza degli<br />

attuali programmi di calcolo<br />

numerico!<br />

Gli è che il calcolo elettronico,<br />

riesumando le matrici rimaste<br />

sepolte per circa un secolo (5)<br />

fece tornare alle origini numeriche<br />

la fotogrammetria,<br />

cancellando quasi di colpo i<br />

meravigliosi (e costosi e ingombranti<br />

e complessi) mezzi necessari<br />

alla soluzione analogica<br />

della trasformazione proiettiva.<br />

Buttando nel dimenticatoio<br />

anche i molti tentativi di soluzione<br />

grafica, nei quali si era<br />

distinta per esempio a Ferrara,<br />

Margherita Piazzolla Beloch fra<br />

i tanti (6).<br />

Ciò sconvolse anche il mondo<br />

dei fabbricanti di restitutori,<br />

raddrizzatori, ortofotoproiettori<br />

e minori attrezzi come quelli,<br />

fra i tanti, menzionati appena<br />

qui sopra. Questo mondo era<br />

sin quasi alla fine del ventesimo<br />

secolo, alquanto limitato e confinato<br />

nelle poche aziende che<br />

si interessavano generalmente<br />

di ottica (un paio in Italia, altro<br />

paio in Svizzera, ancora un paio<br />

in Germania…). Oggi queste<br />

storiche aziende sono scomparse,<br />

oppure sono inglobate<br />

in potenti multinazionali o<br />

ancora (Zeiss) tornate alle origini,<br />

ovvero alla produzione di<br />

microscopi, cannocchiali, lenti<br />

et similia.<br />

Si confronti uno<br />

Stereoplanigrafo C8 (1970) con<br />

una qualunque stazione digitale<br />

del ventunesimo secolo, come<br />

in figura!<br />

Disse l’ingegner Belfiore, allora<br />

funzionario del Catasto, in<br />

occasione della grande mostra<br />

annessa al V congresso internazionale<br />

della ISP (presieduta<br />

da Gino Cassinis!) svoltosi<br />

a Roma nel 1938 (7): “Lo<br />

Stereoplanigrafo, nella sua più<br />

recente e perfezionata realizzazione,<br />

richiamava subito con<br />

l’imponenza della sagoma e la<br />

complessità ordinata dei congegni<br />

l’interesse del pubblico competente<br />

…”. La stazione digitale sta su<br />

di un tavolino e non impressiona<br />

oggi nessuno!<br />

Fare previsioni è sempre difficile;<br />

mai come nel caso del<br />

divenire della fotogrammetria lo<br />

è stato. Leggendo oggi, a oltre<br />

mezzo secolo di distanza, alcuni<br />

scritti di noti protagonisti della<br />

disciplina, se ne ha la conferma.<br />

Diceva Umberto Nistri nel<br />

primo numero del “Bollettino<br />

SIFET” (8) quanto segue: “Le<br />

attrezzature fotogrammetriche e<br />

cioè gli strumenti restitutori sono<br />

ancora troppo costosi e richiedono<br />

l’impiego di capitali ingenti, che<br />

gravano ancora con le loro quote<br />

di ammortamento sui rilievi e ne<br />

limitano la generalizzazione e<br />

l’impiego da parte di piccoli<br />

Fig. 3 - Lo Stereoplanigrafo di Walther Bauersfeld,<br />

a confronto con una attuale stazione<br />

digitale; si pensi anche solo alla enorme<br />

differenza (costruttiva e di costo!) fra gli<br />

attuali occhiali a cristalli liquidi e i sistemi<br />

pancratici di osservazione e collimazione<br />

stereoscopica nello Stereoplanigrafo.<br />

complessi<br />

industriali … ma il problema<br />

più importante è sempre costituito<br />

dalla presa delle fotografie<br />

aeree per le aziende industriali<br />

private, soprattutto quando si<br />

tratta di rilevamento di zone<br />

di modesta estensione”. Oggi,<br />

un buon elaboratore, un buon<br />

programma, un plotter verticale<br />

sono a disposizione di uno studio<br />

professionale senza bisogno<br />

di mutui bancari. Una presa da<br />

RPAS è possibile senza sacrifici<br />

economici e senza ricorrere a<br />

camere aerofotogrammetriche<br />

disposte su vettori milionari.<br />

Ciò almeno per la produzione<br />

di cartografia locale a scala<br />

grande e grandissima, adatta<br />

alla progettazione di opere di<br />

estensione limitata.<br />

Oppure per riconoscere e monitorare<br />

situazioni di emergenza<br />

generate da eventi imprevisti<br />

(terremoti, frane, esondazioni).<br />

Il direttore generale del catasto<br />

Tucci, scriveva nel lavoro citato<br />

in (8): “I rilievi con la fotogrammetria<br />

aerea richiedono una<br />

predisposizione di mezzi tecnici<br />

ed economici incomparabilmente<br />

maggiori di quelli necessari per i<br />

metodi ordinari di rilevamento. Per<br />

questi ultimi anche un solo individuo<br />

con il suo solo strumento può<br />

rendere ottimi servizi, ma per i lavori<br />

fotogrammetrici all’individuo<br />

deve sostituirsi l’industria”. Nella<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 15


REPORTS<br />

Fig. 4 - Sopra<br />

i granuli di<br />

alogenuri<br />

d’argento,<br />

sotto i pixel<br />

di una immagine<br />

da<br />

CCD.<br />

“Summer school” del<br />

Politecnico di Milano, un paio<br />

di giovani ricercatori ed un<br />

gruppo di studenti, con un<br />

“esacottero” montato da loro<br />

stessi, una camera digitale, un<br />

buon PC e adatti programmi<br />

hanno rilevato e restituito a<br />

grandissima scala un intero<br />

villaggio abbandonato, in Val<br />

d’Ossola (10).<br />

Il secondo fattore che ha rivoluzionato<br />

la fotogrammetria<br />

riguarda l’assunzione e la elaborazione<br />

delle immagini. A circa<br />

due secoli dalla nascita della<br />

fotografia, d’improvviso tutto<br />

è cambiato. Da J.Nicèphore<br />

Nièpce e J.L.M.Daguerre in<br />

poi, le immagini venivano<br />

ottenute per la trasformazione<br />

fisico-chimica che i fotoni generavano<br />

sui granuli dell’emulsione<br />

di alogenuri d’argento stesi<br />

su lastra o pellicola.<br />

Fig. 5 -<br />

Assetto<br />

e posizione<br />

della<br />

camera<br />

in volo.<br />

Le operazioni di sviluppo,<br />

fissaggio, lavaggio e stampa<br />

richiedevano interi laboratori:<br />

il già citato Belfiore scriveva<br />

nell’articolo richiamato in<br />

(7): “… Sul fianco dell’edificio<br />

era stato sistemato e posto<br />

in funzione un completo<br />

laboratorio fotografico autocarreggiato,<br />

disposto su tre<br />

elementi da rimorchio e dotato<br />

di tutte le più moderne installazioni<br />

per consentire la rapida<br />

e perfetta esecuzione di qualsiasi<br />

lavoro fotografico di campagna”.<br />

Come non sorriderne, oggi?<br />

Nel 1969, nei laboratori della<br />

“Bell Res. USA” , New Jersey,<br />

Willard Sterling Boyle e George<br />

Edward Smith inventano il<br />

“Charge Coupled Device”; proprio<br />

per ciò nel 2009 a Boyle<br />

verrà conferito il premio Nobel<br />

per la fisica. Il “CCD” archivia<br />

informazioni generate da fotoni<br />

sotto forma di un pacchetto di<br />

cariche elettriche, su un’interfaccia<br />

di ossido di silicio. Le<br />

informazioni hanno una durata<br />

elevatissima, dato che le correnti<br />

in gioco sono di soli 10<br />

– 20 nA. Le differenze fra i due<br />

sistemi, pellicola e CCD sono<br />

enormi; fra quelle più rilevanti<br />

vi sono la disposizione e la dimensione<br />

degli elementi delle<br />

immagini: si vedano le due figure<br />

riportate in Fig.4.<br />

Sopra nella fotografia analogica:<br />

si vedono chiaramente nell’ingrandimento<br />

i granuli, irregolarmente<br />

distribuiti e di dimensioni<br />

variabili, dell’alogenuro<br />

d’argento. La loro posizione<br />

rispetto a un sistema cartesiano<br />

ortogonale, va misurata con<br />

un comparatore. Sotto,<br />

una immagine digitale;<br />

se ne vedono i “pixel”<br />

di dimensione costante,<br />

disposti a matrice<br />

rettangolare: ognuno<br />

di loro possiede “a priori”<br />

coordinate x i, yi<br />

ben<br />

definite.<br />

E così cambia tutto, in fotogrammetria.<br />

Inutile, nell’osservazione<br />

di una coppia di<br />

fotogrammi, anche lo stereocomparatore<br />

della prassi analitica<br />

di Helava; non solo: è<br />

possibile a questo punto anche<br />

il trattamento radiometrico,<br />

oltre a quello geometrico, delle<br />

immagini.<br />

Ma non basta; per molte parti<br />

del processo di restituzione, si<br />

può finalmente sostituire l’operatore<br />

umano con un adatto<br />

programma: è la “correlazione<br />

delle immagini”, già prospettata<br />

nel 1957 da Hobrough della<br />

“Survey Corp.” di Toronto col<br />

suo Stereomat, che univa un<br />

restitutore a proiezione ottica<br />

con un dispositivo elettronico a<br />

tubo catodico. Molti i tentativi<br />

successivi, col Planimat D2<br />

Zeiss connesso al correlatore<br />

della “Itek Corp.” di Lexington,<br />

USA e con lo “UNAMACE”<br />

(Universal Automatic Map<br />

Compilation Equipment) della<br />

Bunker-Ramo (4). Ma solo con<br />

l’avvento della fotogrammetria<br />

digitale lo “Image matching”<br />

trova la via del successo (10).<br />

Orientamento interno ed esterno,<br />

triangolazione aerea, ortofotoproiezione,<br />

formazione di<br />

DTM e simili sono oggi quasi<br />

del tutto automatizzati; resta il<br />

problema delle parti semantiche,<br />

per cui l’osservatore umano<br />

è al momento insostituibile.<br />

Quanti tentativi di risolvere<br />

graficamente o per via numerica,<br />

partendo dagli anni venti del<br />

Novecento, il famoso problema<br />

del “vertice di piramide”! L’idea<br />

di stabilire almeno la posizione,<br />

se non l’assetto, dell’obbiettivo<br />

di presa legato all’aereo, ha tormentato<br />

per parecchi decenni la<br />

mente dei fotogrammetri. Solo<br />

la costellazione dei satelliti artificiali<br />

naviganti a ventimila chilometri<br />

di quota ha poi risolto il<br />

problema; circa l’assetto ci hanno<br />

pensato i sistemi inerziali.<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

E’ nata quindi col nuovo<br />

millennio la fotogrammetria<br />

diretta (11), sulla quale si<br />

tenne fra l’altro un simposio<br />

internazionale all’Università<br />

di Pavia. Vero è che persistono<br />

ancora parecchi dubbi in<br />

proposito, ma molte sperimentazioni<br />

(12) ne hanno<br />

dato esito positivo e anche in<br />

questo caso, certamente migliorabile<br />

in tempi brevi.<br />

E’ un vero peccato che il<br />

contributo italiano alla<br />

rivoluzione digitale della fotogrammetria<br />

sia sinora modesto<br />

o quasi nullo. Molti<br />

lavori, molte pubblicazioni<br />

ma nessuna idea nuova. Tre<br />

o quattro decenni fa, quando<br />

la fotogrammetria era analitica,<br />

si videro ancora lampi<br />

di genio, con Giuseppe<br />

Inghilleri e le Officine<br />

Galileo, o con l’idea dell’ortoproiettore<br />

a camera singola<br />

di Giuseppe Birardi. Ma ormai<br />

si era lontani dai tempi<br />

in cui “… gli inventori e<br />

gli industriali … hanno dato<br />

alla fotogrammetria italiana<br />

lo sviluppo che oggi la pone<br />

in un piano di preminenza<br />

internazionale ….” (7); e<br />

anche da quelli nei quali era<br />

preminente “… l’opera di<br />

affiancamento nella ricerca, di<br />

sperimentazione condotta con<br />

stretto rigore scientifico ed anche<br />

di istruzione, di sostegno e<br />

di prezioso aiuto agli studiosi<br />

vicini e lontani compiuta da<br />

alcuni Istituti Universitari,<br />

primo fra i quali quello di<br />

Topografia e Geodesia del<br />

Regio Politecnico di Milano,<br />

che sotto la direzione del<br />

prof. ing. Gino Cassinis può<br />

dirsi da tempo divenuto il<br />

vivaio degli ingegneri che<br />

alla fotogrammetria dedicano<br />

attenzione” (7). Ci resta solo,<br />

come italiani, la “spes, ultima<br />

dea”.<br />

ABSTRACT<br />

1) Attilio Selvini, Franco Guzzetti, Fotogrammetria generale. UTET,<br />

Torino, 2000.<br />

2) Attilio Selvini, Edoardo De Orel, la fotogrammetria diventa adulta<br />

GeoMedia, Roma, 2013.<br />

3) Paolo Dore, Fondamenti di fotogrammetria. Zanichelli, Bologna, 1938.<br />

4) Giorgio Bezoari, Attilio Selvini, Gli strumenti per la fotogrammetria,<br />

Liguori, Napoli, 1999.<br />

5) P.Rudolph Wolf, Matrix algebra- a tool for engineers and surveyors.<br />

Surveying and Mapping, NY, nr. 9/1970.<br />

6) Attilio Selvini, Appunti per una storia della topografia in Italia nel<br />

ventesimo secolo. Maggioli, Rimini, 2013.<br />

7) Placido Belfiore, La V Esposizione internazionale di fotogrammetria.<br />

Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE. Roma, n. 1/ 1939.<br />

8) Michele Tucci, Sulla convenienza dell’impiego della fotogrammetria aerea<br />

per la formazione del catasto. Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE. Roma,<br />

n.1/1939.<br />

9) Umberto Nistri, L’industria fotogrammetrica ed il suo avvenire. Bollettino<br />

SIFET, n.1/1951.<br />

10) Carlo Monti, Attilio Selvini, Topografia, fotogrammetria e cartografia<br />

all’inizio del ventunesimo secolo. Maggioli, Rimini, <strong>2015</strong>.<br />

11) Vittorio Casella, Riccardo Galetto, An italian national research project on<br />

inertial positioning in photogrammetry. ISPRS Workshop, WG1/5, 2003.<br />

12) Giorgio Bezoari, Marco Borsa, Attilio Selvini, Fotogrammetria diretta<br />

e tradizionale: un testo di confronto. Rivista dell’Agenzia del Territorio,<br />

Roma, n. 2/2008.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotogrammetria; rivoluzione; digitale<br />

ABSTRACT<br />

Birth, Evolution and Revolution of Photogrammetry. The digital<br />

transformation, the "Charge Coupled Device", the new recruitment<br />

methods and image processing, the RPAS, Direct Photogrammetry<br />

... And the Italians?<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

Selvini.attilio@gmail.com<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 17


REPORTS<br />

Il Rilievo fotogrammetrico con<br />

il Drone alla Diga di Ridracoli<br />

di Marco Barberini<br />

e Matteo Rubboli<br />

La tecnologia SAPR ben si integra<br />

con altre tecniche di rilievo<br />

in attività svolte in ambienti<br />

morfologicamente complessi.<br />

In questo articolo divulghiamo<br />

l’attività di documentazione<br />

fotogrammetrica eseguita presso<br />

la Diga di Ridracoli in provincia di<br />

Forlì Cesena.<br />

Da alcuni anni è in essere<br />

una Convenzione<br />

di Ricerca tra il DICA<br />

(Dipartimento di Ingegneria<br />

Civile ed Ambientale) dell’Università<br />

di Perugia e la Società<br />

Romagna Acque – Società<br />

delle Fonti S.p.a concernenti<br />

attività di ricerca sulla Diga di<br />

Ridracoli. Tra le diverse attività<br />

tecnico scientifiche previste<br />

dalla Convenzione, il DICA ha<br />

svolto la modellazione statica<br />

del corpo diga ad elementi finiti<br />

(FEM) utilizzando un modello<br />

geometrico precedentemente<br />

ricostruito: tale modello, terminate<br />

le prime simulazioni, è<br />

risultato abbastanza affidabile<br />

e adeguatamente approssimato<br />

per le analisi standard. Non è<br />

stato però possibile verificare<br />

l’esatta rispondenza del modello<br />

geometrico alla realtà, in<br />

quando la base geometrica di<br />

tale modello di riferimento è<br />

riconducibile a documenti non<br />

sempre completi del progetto<br />

esecutivo della diga e mediante<br />

punti singolari dello stato finale<br />

del manufatto.<br />

E’ sorta dunque l’esigenza e la<br />

possibilità di testare la corrispondenza<br />

tra la geometria del<br />

modello e la reale dimensione<br />

del manufatto, che rappresenta<br />

un momento centrale di validazione<br />

delle simulazioni svolte e<br />

delle successive analisi, in grado<br />

di ridurre l’indeterminatezza<br />

dei risultati attesi. In diversi<br />

incontri di coordinamento del<br />

Comitato Tecnico Scientifico,<br />

è stata valutata la possibilità di<br />

effettuare con tecnologie appropriate<br />

il rilievo integrale del<br />

manufatto con una doppia finalità:<br />

rilevare la geometria allo<br />

stato attuale, da impiegare come<br />

base di riferimento per ogni<br />

attività tecnica futura anche collaterale<br />

a quella specifica della<br />

Convenzione; rappresentare con<br />

una documentazione fotografica<br />

ad alta risoluzione, in un sistema<br />

geo-referenziato, lo stato<br />

esterno dei paramenti da impiegare<br />

come documentazione di<br />

riferimento per evidenziare nel<br />

tempo l’eventuale evoluzione<br />

dello stato di conservazione della<br />

diga.<br />

La soluzione al problema:<br />

la fotogrammetria con il<br />

Drone<br />

Sulla base delle esigenze di conoscenza<br />

reale del manufatto<br />

è stata predisposta un’attività<br />

sperimentale di rilievo e modellazione<br />

dell’intero corpo diga e<br />

di ampie porzioni dell’orografia<br />

di imposta dello sbarramento.<br />

La prima fase della sperimentazione,<br />

del rilievo e della ricostruzione<br />

3D è stata focalizzata<br />

sui seguenti punti: impiegare<br />

i droni per effettuare il rilievo<br />

fotografico ad alta risoluzione<br />

del paramento emerso della<br />

diga e di una porzione significativa<br />

delle imposte della stessa,<br />

a monte e a valle dello sbarra-<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

mento artificiale; effettuare la<br />

ricostruzione 3D dell’intero<br />

corpo diga per mezzo di scansione<br />

da foto con la metodica<br />

denominata “Structure from<br />

Motion”; restituire un congruo<br />

numero di sezioni orizzontali e<br />

verticali del corpo diga nonché<br />

un’ortofotopiano ad alta risoluzione<br />

dell’intero impianto.<br />

Per queste attività la Società<br />

Romagna acque S.p.a. ha predisposto<br />

un articolato bando<br />

di gara selezionando una serie<br />

di società attive nell’ambito<br />

dell’uso dei droni e con capacità<br />

professionali idonee alla predisposizione<br />

delle offerte, che è<br />

stato redatto in relazione ad un<br />

Disciplinare tecnico contenente<br />

le specifiche di esecuzione<br />

del lavoro, la restituzione dei<br />

prodotti informatici e soprattutto<br />

le tolleranze cui attenersi<br />

nell’ottenimento dei risultati.<br />

Italdron Srl è risultata segnataria<br />

dell’incarico di rilievo e ricostruzione<br />

3D.<br />

La seconda fase della sperimentazione<br />

ha coinvolto direttamente<br />

il DICA nell’attività di<br />

controllo del metodo di rilievo,<br />

verifica e validazione dei dati<br />

acquisiti. Per conseguire questi<br />

risultati si è operata la validazione<br />

del modello 3D Mesh da<br />

Dense Point Cloud ottenuto<br />

tramite rilevamento con APR,<br />

effettuato con strumentazione<br />

topografica di precisione (stazione<br />

totale) e laser scanner, articolando<br />

le attività in 3 step.<br />

Il primo step è consistito nella<br />

comparazione tra le coordinate<br />

X,Y e Z dei Ground Control<br />

Points (GCP) ottenute rispettivamente<br />

dal rilevamento diretto<br />

con stazione totale e dal modello<br />

digitale rilevato con APR.<br />

Il secondo step ha coinvolto<br />

la comparazione tra le coordinate<br />

X,Y e Z di punti naturali<br />

ottenuti rispettivamente dal<br />

rilevamento diretto con stazione<br />

totale e dal modello digitale<br />

rilevato con APR. In particolare<br />

sono stati impiegati per la validazione<br />

particolari riconoscibili<br />

inequivocabilmente sulla superficie<br />

pavimentata, su manufatti<br />

in calcestruzzo in generale e<br />

punti sul terreno naturale.<br />

Nel primo caso (superfici ben<br />

definite) il valore medio delle<br />

differenze di coordinate nelle<br />

tre componenti X, Y e Z fra le<br />

due determinazioni è risultato<br />

coerentemente compreso tra ±<br />

0.03 metri, mentre nel caso di<br />

terreno naturale il valore medio<br />

delle differenze di coordinate<br />

nelle tre componenti X, Y e Z<br />

fra le due determinazioni è stato<br />

fissato tra ± 0.05 m.<br />

Come terzo ed ultimo step, per<br />

porzioni di superfici pari a varie<br />

decine di metri quadrati è stato<br />

eseguito un controllo basato<br />

sull'impiego di strumentazione<br />

laser scanner terrestre. Nello<br />

specifico sono state determinate<br />

le distanze tra punti acquisiti<br />

con laser scanner (precisione<br />

sub-centimetrica) ed il relativo<br />

modello 3D Mesh, i dati trattati<br />

con software scientifici e i<br />

confronti effettuati sintetizzati<br />

in forma tabellare (numerica e<br />

statistica) e grafica.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 19


REPORTS<br />

Pregi e peculiarità<br />

dell’utilizzo dei SAPR<br />

L’uso delle tradizionali metodologie<br />

di rilievo non è risultato<br />

idoneo per l’esecuzione dell’acquisizione<br />

dello stato di fatto<br />

della diga, principalmente in<br />

relazione alla dimensione dello<br />

sbarramento, della conformazione<br />

orografica delle spalle, e<br />

non ultima la particolare doppia<br />

curvatura policentrica che descrive<br />

sia il paramento di valle<br />

sia quello di monte della diga.<br />

La diga di Ridracoli è infatti<br />

definita tecnicamente come una<br />

diga ad arco/gravità, ossia una<br />

costruzione che reagisce alla<br />

spinta dell’acqua grazie alla propria<br />

forma ad arco ed al proprio<br />

peso.<br />

Con un’estensione del coronamento<br />

di 432 metri (sul quale<br />

corre una strada carrabile a<br />

doppia corsia) ed un’altezza di<br />

103,5 metri, il rilevamento con<br />

laser scanner e la strumentazione<br />

topografica tradizionale<br />

avrebbero sicuramente comportato<br />

un notevole numero<br />

di stazioni per coprire tutte le<br />

superfici da rilevare, con notevole<br />

impegno di personale<br />

e lunghi tempi di esecuzione,<br />

con tutte le difficoltà ed i rischi<br />

connessi allo spostamento e<br />

posizionamento della strumentazione<br />

in zone non protette<br />

verso la caduta nel vuoto. L’uso<br />

dei droni ha enormemente semplificato<br />

il lavoro topografico di<br />

base per poter geo-referenziare<br />

il modello 3D, riducendo al<br />

minimo le stazioni necessarie, e<br />

principalmente consentendo di<br />

posizionarle in luoghi di agevole<br />

e sicuro accesso.<br />

L’altro aspetto che ha consentito<br />

di poter fare affidamento<br />

sui droni è stato senza dubbio<br />

la possibilità di poter montare<br />

un sensore fotografico da 36<br />

Megapixel, che fotografando la<br />

struttura da distanze anche molto<br />

ravvicinate (fino al dettaglio<br />

di 2/3 metri nei punti maggiormente<br />

indagati), ha consentito<br />

di realizzare un rilievo fotografico<br />

di pregio tecnico dell’intera<br />

struttura, totalmente assente<br />

prima dell’esecuzione del lavoro,<br />

e base di paragone per le future<br />

operazioni di comparazione<br />

con successivi rilievi.<br />

Preparazione del lavoro<br />

La pianificazione delle operazioni<br />

di volo ha richiesto numerose<br />

riunioni per poter coordinare<br />

l’intensa attività da svolgersi sul<br />

campo. In primo luogo la vastità<br />

dei manufatti da rilevare ha<br />

necessitato un attento studio dei<br />

tempi di volo, delle distanze di<br />

presa fotografica e delle ottiche<br />

da utilizzarsi. Parallelamente si<br />

è dovuto tener conto dei diversi<br />

materiali da rilevare e successivamente<br />

modellare (calcestruzzo<br />

per i manufatti, roccia sedimentaria,<br />

terreno vegetale, vegetazione<br />

arbustiva ed arborea,<br />

acqua). L’insieme di tutti questi<br />

fattori è stato poi correlato<br />

all’esposizione ed all’illuminazione<br />

che gli elementi avrebbero<br />

avuto in ogni fase del rilievo, in<br />

quanto gli algoritmi dei software<br />

alla base delle elaborazioni<br />

per la ricostruzione 3D risentono<br />

fortemente delle differenze<br />

di cromatismo che rappresentano<br />

i medesimi oggetti.<br />

Eseguire un ottimo rilievo<br />

fotografico non è di per sé garanzia<br />

della possibilità di poter<br />

ricostruire un modello 3D, ma<br />

occorre un attento ed ordinato<br />

studio delle caratteristiche della<br />

macchina fotografica impiegata,<br />

del soggetto, della posizione relativa<br />

tra soggetto e drone e delle<br />

condizioni d’illuminazione e<br />

trasparenza dell’aria. Gli ultimi<br />

parametri sono stati la definizione<br />

delle immagini finalizzate<br />

alla ricostruzione 3D e quelle<br />

relative all’indagine dei dettagli<br />

costruttivi. Tenendo conto di<br />

tutti i fattori sopracitati è stato<br />

infine predisposto un Piano di<br />

Volo (condiviso con Romagna<br />

acque S.p.A. e con il DICA)<br />

relativo al rilevamento sia del<br />

manufatto della diga sia delle<br />

parti spondali (destra e sinistra,<br />

monte e valle) e successivamente<br />

in parte modificato sul posto<br />

in relazione alla logistica ed<br />

all’effettivo inquadramento delle<br />

porzioni di territorio da parte<br />

delle fotocamere. Tali modifiche<br />

non hanno comportato sostanziali<br />

ritardi nell’esecuzione dei<br />

rilievi in quanto ampiamente<br />

nel range dell’operatività di<br />

Italdron, sia per quanto attiene<br />

a mezzi ed attrezzature sia per<br />

quanto attiene a capacità tecniche<br />

di gestione di tali situazioni<br />

“di cantiere”.<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Posizionamento dei punti GCP<br />

Il posizionamento dei 218<br />

Target previsti ha comportato<br />

un’attività significativa e coordinata<br />

tra Italdron, il DICA e<br />

Romagna Acque S.p.a., allo scopo<br />

di poter posizionare gli stessi<br />

nei migliori punti possibili,<br />

compatibilmente con le esigenze<br />

di sicurezza per l’accesso alle<br />

aree manifestate dalla Stazione<br />

Appaltante. Unitamente a ciò<br />

un altro vincolo è stato posto<br />

per il metodo di fissaggio e<br />

rimovibilità degli stessi (l’invaso<br />

e lo sbarramento sono<br />

inseriti entro il perimetro del<br />

Parco Nazionale delle Foreste<br />

Casentinesi); parte dei Target<br />

sono stati posizionati in posizioni<br />

stabili e durature nel tempo<br />

al fine di garantire la ripetibilità<br />

delle misure anche in momenti<br />

successivi senza dover ripetere<br />

le attività di misurazione topografica,<br />

non precludendo<br />

comunque la facile rimovibilità.<br />

Un aspetto particolare è stata<br />

l’impossibilità di poter apporre<br />

Target sul paramento di valle<br />

ma solo sul perimetro (coronamento,<br />

pulvino, porzioni<br />

accessibili delle spalle) stante la<br />

doppia curvatura dell’arco della<br />

diga.<br />

Svolgimento lavoro pratico<br />

Il lavoro sul campo è stato svolto<br />

durante 6 giornate differenti.<br />

Le prime due giornate sono<br />

state dedicate al posizionamento<br />

dei punti Marker e la terza giornata<br />

al rilievo con il drone.<br />

A fronte dell’abbassamento<br />

dell’invaso sono stati nuovamente<br />

effettuati, in autunno,<br />

i rilievi fotogrammetrici delle<br />

parti che risultavano sommerse<br />

durante il periodo estivo.<br />

A conclusione del lavoro sono<br />

state acquisite 6.000 fotografie<br />

con un totale di 23 voli complessivi<br />

e una durata media del<br />

volo del drone di 25 minuti.<br />

218 sono i punti target posizionati<br />

unitamente ad un totale di<br />

oltre 500 punti naturali rilevati.<br />

Svolgimento della post produzione<br />

secondo la metodica<br />

“Structure from Motion”<br />

La ricostruzione del modello<br />

3D secondo una Nuvola di<br />

Punti condivisibile in formato<br />

.las per consentire la fase di verifica<br />

e validazione del metodo<br />

proposto è avvenuta secondo la<br />

sequenza logica seguente:<br />

1) Inserimento delle fotografie<br />

nel software ContextCapture<br />

di Bentley<br />

2) Controllo dei target nelle<br />

fotografie, loro numerazione<br />

coerente col rilievo<br />

topografico e attribuzione di<br />

Coordinate per la georeferenziazione<br />

3) Fase di allineamento<br />

Fotografie<br />

4) Costruzione Nuvola di Punti<br />

a bassa densità<br />

5) Pulizia del rumore e affinamento<br />

del modello<br />

6) Costruzione nuvola di punti<br />

ad alta densità<br />

7) Pulizia del rumore residuo e<br />

affinamento del modello<br />

8) Costruzione Mesh 3D<br />

9) Inserimento delle Nuvole<br />

di Punti e delle Mesh 3D<br />

nel software Microstation di<br />

Bentley per la georeferenziazione<br />

e la manipolazione<br />

finale.<br />

Al fine di poter conseguire la<br />

validazione dei modelli 3D<br />

realizzati, sono state inserite le<br />

coordinate di una sola parte dei<br />

punti disponibili dal rilievo topografico<br />

di precisione, mentre<br />

la rimanente è servita come verifica<br />

e controllo al DICA.<br />

Validazione del rilievo da<br />

parte dell’Università di<br />

Perugia<br />

Al fine di validare i dati fotogrammetrici<br />

rilevati con il<br />

SAPR, è stata condotta una<br />

vasta campagna di misura basata<br />

sull’impiego di strumentazione<br />

topografica Stazione Totale<br />

(TS30 di Leica-Geosystems),<br />

satellitare Gps (Leica 1230<br />

di Leica-Geosystems) e Laser<br />

Scanner (Z+F 5010 di Zoeller<br />

Fröelich). Per quanto riguarda<br />

il rilevamento topografico è<br />

stata definita una rete primaria<br />

costituita dai 4 vertici già in<br />

uso a Romagna Acque S.p.A.,<br />

materializzati in maniera stabile<br />

e coincidenti con i pilastrini<br />

impiegati per il monitoraggio<br />

periodico della diga.<br />

Successivamente è stata definita<br />

una rete secondaria di punti,<br />

alcuni dei quali sono stati materializzati<br />

con chiodi infissi<br />

al suolo, e collegata alla rete<br />

primaria attraverso misure topografiche.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 21


REPORTS<br />

A partire dalla rete primaria e<br />

secondaria sono stati rilevati<br />

complessivamente 335 punti di<br />

dettaglio, comprendenti marker<br />

e punti naturali. Le misure sono<br />

state effettuate contestualmente<br />

alle acquisizioni dei fotogrammi<br />

da APR al fine di disporre di<br />

dati temporalmente omogenei.<br />

I 4 vertici della rete primaria<br />

sono stati stazionati con strumentazione<br />

satellitare GPS, e le<br />

coordinate ottenute sono state<br />

trasformate nel sistema cartografico<br />

Gauss Boaga e quote<br />

s.l.m. al fine di consentire una<br />

corretta georeferenziazione a<br />

livello nazionale dell’intero rilevamento.<br />

Per la trasformazione<br />

è stato impiegato un grigliato<br />

fornito da IGMI riferito al relativo<br />

vertice di Santa Sofia (FC)<br />

situato ad alcune centinaia di<br />

metri dal coronamento della<br />

diga. Successivamente i vertici<br />

della rete primaria e di quella<br />

secondaria sono stati stazionati<br />

con strumentazione topografica<br />

di precisione al fine determinare<br />

le coordinate est e nord, la<br />

quota dei punti di dettaglio e in<br />

parte da punti naturali impiegati<br />

per la validazione dei risultati.<br />

Al fine di migliorare l'accuratezza<br />

delle coordinate dei punti<br />

misurati è stato adottato uno<br />

schema di misura “iperdeterminato”,<br />

e le osservazioni acquisite<br />

sono state trattate in maniera<br />

rigorosa con software scientifico<br />

di compensazione ai minimi<br />

quadrati di misure topografiche.<br />

Dai risultati ottenuti si è evinto<br />

che la deviazione standard di<br />

ogni singolo punto è risultata<br />

inferiore, nelle 3 componenti<br />

Est, Nord e Quota, a 1.0 cm e<br />

in media a 0.7 cm, valori che<br />

hanno confermato l'idoneità dei<br />

suddetti punti per essere impiegati<br />

per la georeferenziazione<br />

dei fotogrammi da APR e per la<br />

validazione del modello stesso.<br />

Per quanto riguarda il rilievo<br />

laser scanner sono state eseguite<br />

complessivamente 9 postazioni<br />

di acquisizione al fine di poter<br />

rilevare la maggiore superficie<br />

possibile di paramento sia a<br />

monte sia a valle del coronamento.<br />

Tutte le acquisizioni<br />

sono state effettuate con scanner<br />

Z+F 5010, e le scansioni<br />

sono state registrate utilizzando<br />

i marker impiegati per la georeferenziazione<br />

del modello fotogrammetrico<br />

da APR al fine di<br />

garantire la perfetta corrispondenza<br />

dei due dati oggetto di<br />

confronto. I valori di deviazione<br />

standard e i valori medi dei residui<br />

sono risultati inferiori alle<br />

accuratezze e deviazioni standard<br />

delle coordinate topografiche<br />

e pertanto le scansioni sono<br />

state ritenute idonee per essere<br />

adottate come scansioni di riferimento.<br />

In merito alla fase<br />

vera e propria di validazione dei<br />

dati acquisti da APR sono stati<br />

impiegati, in qualità di riferimento,<br />

i marker, i punti naturali<br />

di coordinate topografiche<br />

note e i punti da laser scanner.<br />

Le verifiche effettuate sono state<br />

suddivise in 3 fasi: verifica dei<br />

punti ossia la comparazione tra<br />

punti topografici e punti singolari<br />

estratti da Dense Point<br />

Cloud (il controllo puntuale<br />

consiste nella comparazione tra<br />

due set di coordinate relative ai<br />

marker e ai punti naturali misurati,<br />

con il primo set composto<br />

dalle coordinate di riferimento<br />

determinate con strumentazione<br />

topografica mentre il secondo<br />

costituito dalle coordinate<br />

degli stessi punti misurate sul<br />

modello Dense Point Cloud<br />

generato tramite fotomodellazione);<br />

verifica delle linee, il<br />

confronto tra sezioni estratte<br />

da laser scanner e Dense Point<br />

Cloud (la verifica per linee<br />

consiste nella comparazione<br />

tra sezioni orizzontali, curve di<br />

livello, estratte rispettivamente<br />

dalla nuvola di punti ottenuta<br />

da laser scanner e quella ottenuta<br />

da APR; nella comparazione<br />

la nuvola di punti laser scanner<br />

è stata assunta come Reference<br />

mentre la Dense Point Cloud<br />

da APR è stata assunta come<br />

Compared); verifica superfici<br />

ossia la mappatura differenze<br />

tra laser scanner e Dense Point<br />

Cloud (la verifica superfici si<br />

basa sulla verifica di una certo<br />

numero di campioni rappresentativi<br />

dell'intera superficie rilevata<br />

al fine di verificare l'accuratezza<br />

del modello globale nel<br />

suo complesso; il confronto tra<br />

i due insiemi di dati ha fornito<br />

le cosiddette "mappe delle differenze"<br />

in grado di fornire una<br />

rappresentazione visiva intuitiva<br />

ed immediata degli scostamenti<br />

tra le due superfici grazie anche<br />

all'istogramma delle distribuzioni<br />

ad esse associate).<br />

Al termine del processo di verifica<br />

e validazione, Italdron ha<br />

ottenuto un ottimo livello di<br />

superamento delle prestazioni<br />

attese per quanto attiene la<br />

fase propria del rilievo (posizionamento<br />

target, piano di<br />

volo, metodica del lavoro, etc.),<br />

ottenendo al contempo un'elevata<br />

qualità geometrica e radiometrica<br />

del dato acquisto. Per<br />

quanto attiene la modellazione<br />

3D effettuata, le immagini sono<br />

state elaborate con software basato<br />

sulla tecnica Structure from<br />

Motion, e la Dense Point Cloud<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

generata è stata fornita, come previsto,<br />

in formato compatibile con<br />

ambiente cad (*.las) con densità<br />

media superiore a quella richiesta<br />

(richiesta = 1 punto ogni 25 cmq<br />

/ fornita = 1 punto ogni 9 cmq o<br />

superiore). La verifica della Dense<br />

Point Cloud effettuata impiegando<br />

come riferimento un campione<br />

totale di 124 punti suddivisi<br />

in punti naturali, marker e scansioni<br />

laser appositamente realizzate<br />

ha fornito risultati compatibili<br />

o di qualità superiore rispetto alle<br />

specifiche richieste.<br />

Conclusioni<br />

Il modello tridimensionale finalizzato<br />

alla gestione proattiva della<br />

Diga di Ridracoli serve a simularne<br />

il comportamento in funzione<br />

di eventuali singolarità strutturali/<br />

morfologiche/climatiche segnalate<br />

indirettamente dalla sensoristica<br />

installata per il monitoraggio del<br />

comportamento strutturale (sono<br />

circa 230 gli strumenti impiegati<br />

per il monitoraggio del sistema<br />

diga). L’Azienda proprietaria ed<br />

utilizzatrice di tale modello è<br />

Romagna Acque S.p.A. che, in<br />

funzione dei rapporti con l’istituto<br />

di controllo e vigilanza (Registro<br />

Italiano Dighe) può, grazie al supporto<br />

del DICA dell’Università<br />

di Perugia, effettuare qualunque<br />

tipo di analisi, controllo e verifica<br />

relativamente ai valori registrati<br />

dagli strumenti o simulare il comportamento<br />

del modello in relazione<br />

alla modifica di parametri<br />

fondamentali (modulo elastico del<br />

calcestruzzo, temperatura dell’acqua,<br />

livello di invaso, azioni sismiche,<br />

etc). La considerazione finale<br />

è conferma che l’uso dei droni è<br />

una tecnologia di uso attuale e assolutamente<br />

affidabile, che risulta<br />

particolarmente valida in ambienti<br />

morfologicamente così complessi e<br />

di difficile rilevabilità mediante la<br />

strumentazione tradizionale.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

2° Rapporto intermedio <strong>2015</strong> della Convenzione<br />

di Ricerca biennale tra Romagna Acque S.p.A. ed il<br />

DICA (Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ampbjentale)<br />

dell'Università di Perugia. Prof. Ing. Piergiorgio<br />

Manciola.<br />

Relazioni Tecniche Area Test e Rilievo Esteso - Modellazioni<br />

3D. Italdron S.r.l. - Ing. Marco Barberini -<br />

Geom. Gianluca Rovituso.<br />

Relazione Tecnica attività di supervisione e verifica<br />

delle modalità esecutive del Rilievo e dei risultati ottenuti.<br />

Studio Tecnico Associato Grassi - Perugia<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Rilievo; fotogramemtria; APR<br />

ABSTRACT<br />

SAPR technology integrates well with other technologies<br />

for survey activities in morphologically complex<br />

areas. In this article is presented a case study carried out<br />

for the photogrammetric documentation of Ridracoli<br />

Dam (Forli Cesena) In Italy.<br />

AUTORE<br />

Ing. Marco Barberini<br />

Matteo Rubboli<br />

Italdron srl<br />

info@italdron.com<br />

www.italdron.com<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 23


REPORTS<br />

E ancora Innovazione e Tecnologie Avanzate alla 2°<br />

Conferenza Utenti Laser Scanner Leica Geosystems<br />

A cura della redazione<br />

In questo report vengono presentate alcune delle<br />

tecnologie, tecniche ed esperienze professionali<br />

di cui si è parlato alla 2° Conferenza Utenti Laser<br />

Fig. 1 - I benefici del sistema SCAN&GO.<br />

Scanner Leica Geosystems. In particolare si vuole<br />

focalizzare l’attenzione su problematiche che si<br />

incontrano nelle fasi di rilievo e sulle strumentazioni<br />

utili ai professionisti del settore.<br />

L’innovazione continua<br />

Per avere una panoramica completa<br />

delle tecnologie presentate<br />

nel corso della conferenza si<br />

consiglia di leggere gli highlights<br />

pubblicati sul web circa<br />

la (www.geoforall.it/k3yrk) la<br />

parte iniziale del presente articolo<br />

nel precedente numero 5<br />

di <strong>GEOmedia</strong>. In questo articolo<br />

continuiamo a mostrare le<br />

esperienze diffuse dalle aziende<br />

partner di Leica.<br />

La prima presentazione di<br />

cui parleremo vuole chiarire<br />

l’aspetto legato alla scarsa<br />

diffusione dell’uso di Laser<br />

Scanner 3D per la Topografia.<br />

Fig. 2 - Modello 3D testurizzato delle Catacombe di<br />

San Paolo a Malta.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />

Nell’intervento, “Sistemi ed<br />

accessori per il rilievo laser scanner<br />

3D” di Massimo Secchia,<br />

si è parlato di come e perché<br />

questi strumenti siano poco<br />

utilizzati: le principali necessità<br />

di utilizzare una serie di target<br />

comuni per il collegamento tra<br />

le diverse stazioni; l’utilizzo di<br />

treppiedi topografici con altezza<br />

da terra limitata e conseguente<br />

diminuzione della portata di<br />

misura; la necessità di integrare<br />

le misure con strumenti tradizionali<br />

per geo-referenziare il<br />

rilievo. La soluzione adottata<br />

per l’eliminazione delle problematiche<br />

è quella di combinare<br />

un Laser Scanner 3D e due ricevitori<br />

GPS, installati su di un<br />

veicolo, in modo da generare<br />

un unico sistema di riferimento<br />

per tutte le scansioni eseguite.<br />

Il sistema è denominato<br />

“SCAN&GO” ed è stato installato<br />

su un veicolo in modalità<br />

“STOP&GO“ e studiato per<br />

ottenere una definizione tridimensionale<br />

centimetrica di<br />

singole scansioni in un unico<br />

sistema di riferimento.<br />

I vantaggi, più che evidenti,<br />

sono maggiore altezza da terra<br />

(maggiore portata di misura),<br />

scansioni svincolate da punti di<br />

riferimento comuni, mobilità facile<br />

e veloce (un solo operatore).<br />

Laser scanner 3D<br />

A sostegno dell’uso del laser<br />

scanner 3D vi suggeriamo l’approfondimento<br />

dell’intervento<br />

dell’ingegnere Leo Chiechi di<br />

Digitarca: “ Strutture ipogee<br />

rilevate con laser scanner 3D<br />

– Le catacombe di San Paolo a<br />

Malta e Il Cisternone Romano<br />

di Formia”. Nell’intervento<br />

vengono mostrati due lavori differenti<br />

ma con scopi divulgativi<br />

coincidenti.<br />

Le Catacombe di San Paolo a<br />

Malta sono ricche di tunnel<br />

sotterranei e le loro stanze venivano<br />

utilizzate per i rituali di<br />

sepoltura dei primi cristiani. Le<br />

catacombe risalgono al terzo<br />

secolo d.C. e ospitano un gran<br />

numero di cripte per tutti i<br />

2200 m² della loro estensione.<br />

Il Cisternone Romano datato<br />

al I sec. a.C., è un’imponente


REPORTS<br />

Fig. 3 - Immagini in falsi colori di una sezione<br />

interna del Cisternone di Formia.<br />

struttura ipogea scandita in senso<br />

longitudinale da file di pilastri<br />

che suddividono l’ambiente<br />

in 4 navate coperte da volte a<br />

pseudo-crociera. Ubicato sulla<br />

sommità dell’arce, corrispondente<br />

all’attuale borgo medievale<br />

di Castellone, era alimentato<br />

dalle sorgenti della zona collinare<br />

di S. Maria la Noce per<br />

garantire il rifornimento idrico<br />

dell’antica città di Formia.<br />

Nel caso delle Catacombe gli<br />

obiettivi principali del rilievo<br />

prevedevano lo studio dettagliato,<br />

la documentazione e la rinnovata<br />

comprensione degli spazi,<br />

l’analisi dettagliata delle superfici<br />

delle camere sotterranee<br />

scansionate, senza la necessità di<br />

effettuare un’ispezione in loco<br />

a causa dei limiti di tempo e di<br />

illuminazione nelle catacombe<br />

e la creazione di uno strumento<br />

di accessibilità/presentazione<br />

accurata e olistica.<br />

La nuvola di punti globale è<br />

stata rototraslata nel Sistema di<br />

Riferimento Maltese utilizzando<br />

i punti comuni tra il modello<br />

scansionato e il rilievo topografico<br />

della zona esterna, al fine<br />

di ottenere una nuvola di punti<br />

completa come riferimento a<br />

livello globale. Il modello 3D<br />

è stato creato con le nuvole di<br />

punti ed è stato texturizzato con<br />

le foto.<br />

I nuovi servizi di Leica<br />

In fase di chiusura dell’evento,<br />

Simone Oppici, ha mostrato<br />

una serie di strumenti piuttosto<br />

utili e funzionali per i professionisti<br />

del settore. Questi gadget,<br />

tuttora in via di sviluppo, saranno<br />

presto reperibili sul mercato:<br />

il nuovo zaino porta laser<br />

scanner, il Leica Pegasus Mobile<br />

Platform o il Leica Pegasus Back<br />

Pack. Inoltre per tutti i clienti<br />

Leica è adesso disponibile un<br />

unico numero per il supporto<br />

tecnico. Il numero a supporto<br />

tecnico è denominato “Help<br />

Desk” reperibile sul sito ufficiale<br />

della Leica. Si tratta di uno dei<br />

tanti servizi che compongono<br />

l’offerta di Leica Geosystems.<br />

Fig. 4 - Il Leica Pegasus Back Pack.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

leica geosystem; rilievo; laser scanner;<br />

nuvole di punti<br />

ABSTRACT<br />

The article is the second part of the report "Innovation<br />

and Advanced Technologies at the<br />

2nd Conference User Laser Scanner Leica Geosystems"<br />

published starting from issue 5 of GE-<br />

Omedia <strong>2015</strong>. We summarize, in this article,<br />

the most relevant technologies disclosed during<br />

the conference.<br />

AUTORE<br />

Redazione <strong>GEOmedia</strong><br />

L’articolo è la continuazione<br />

di “Innovazione e<br />

Tecnologie Avanzate alla<br />

2° Conferenza Utenti Laser<br />

Scanner Leica Geosystems”<br />

pubblicato sul numero 5 di<br />

<strong>GEOmedia</strong> <strong>2015</strong>.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 25


Mongolian marvel<br />

La sorprendente immagine satellitare in falsi colori<br />

che pubblichiamo questa settimana è stata acquisita<br />

da Sentinel-2A il 15 Agosto scorso e mostra il sud della Mongolia,<br />

nazione che confina con la Cina a sud e con la Russia a nord. Conosciuta<br />

per il suo popolo nomade e per il suo territorio caratterizzato da grandi ed<br />

aspre distese, la Mongolia sorge nella profonda Asia orientale, lontana da ogni oceano.<br />

In questa regione – dove sorge il Deserto del Gobi - vivono mandrie di cavalli ed il<br />

Cammello Bactrian dalla doppia gobba. Nel suo territorio predominano pianure di rocce e<br />

sabbia, con una altitudine media di 1500 m sul livello del mare. Il Deserto del Gobi si estende<br />

in parte in Cina ed in parte nel sud della Mongolia. Si tratta di un deserto caratterizzato da una<br />

bassa piovosità ostacolata dai rilievi montuosi prospicenti (NdT: ‘rain shadow desert’), la cui origine<br />

si deve al blocco da parte della catena montuosa himalayana delle piogge provenienti dall’Oceano<br />

Indiano. Il Deserto del Gobi è il più grande deserto dell’Asia ed il quinto al mondo per estensione, per<br />

la massima parte costituita da rocce e non da sabbia. Il clima del Deserto del Gobi è caratterizzato da<br />

lunghe e fredde stagioni invernali e stagioni estive con temperature che transitano dal fresco al caldo. Si<br />

possono sperimentare rapide escursioni termiche fino a 35 °C, non solo in intervalli stagionali, ma anche<br />

nell’arco delle 24 ore. Nella parte bassa dell’immagine è visibile parte del sistema montuoso di Baga Bogd,<br />

la cui cima più alta raggiunge i 3600 m. Durante la stagione calda si rileva la presenza di bassa vegetazione.<br />

Le tonalità rosse che vediamo nell’immagine sono dovute a questa vegetazione ed anche a riflessioni dovute<br />

alla presenza di alberi. Le varie tonalità di rosso indicano differenti tipologie di vegetazione, ma anche<br />

differente densità e differenti condizioni delle piante. La chiarezza delle immagini ottenute con il sensore<br />

multispettrale ad alta risoluzione di Sentinel-2A consente di rivelare spettacolari effetti dovuti all’erosione,<br />

dove il suolo eroso - con l’aiuto della pioggia- viene trasportato dai crinali montuosi verso i territori<br />

più a valle. Nella parte in alto a destra dell’immagine si può individuare molto distintamente un corpo<br />

d’acqua: il lago Taatsiin Tsagaan, uno dei quattro laghi salini che formano la cosiddetta Valle<br />

dei Laghi. La Mongolia ha sottoscritto la Convenzione di Ramsar in data 8 Aprile 1998, trattato<br />

che identifica le Regioni Umide di Importanza Internazionale. La profondità del lago e la<br />

sua alta concentrazione di sale sono responsabili del vivido color turchese che si osserva<br />

nell’immagine. Sentinel-2A si trova in orbita dal 23 Giugno <strong>2015</strong>. E’ un satellite in<br />

orbita polare per misurazioni ad alta risoluzione finalizzate al monitoraggio del<br />

territorio, in grado di fornire immagini delle coperture di suolo, acqua e<br />

vegetazione, dei corsi d’acqua interni e delle aree costiere.<br />

Credits: ESA. Traduzione: Gianluca Pititto


REPORTS<br />

Strumenti e applicazioni<br />

con laser portatili<br />

I casi di FARO e GeoSLAM<br />

di Oreste Adinolfi, Cristina Bonfanti,<br />

Laura Mattioli e Nadia Guardini<br />

Portabilità, flessibilità, velocità sono<br />

alcune tra le caratteristiche tecniche<br />

che contraddistinguono gli strumenti<br />

di misura a scansione e che possono<br />

consentire all’operatore di rispondere<br />

alle richieste di acquisizione e<br />

rielaborazione dei dati in modo efficace<br />

ed economico. Nell’intervento vengono<br />

presentati i casi degli strumenti FARO e<br />

della giovane GeoSLAM.<br />

Fig. 1 - Visualizzazione di alcune porzioni della nuvola di punti acquisita negli interni della Casa Cava<br />

a Matera e alcune estrazioni del dato. Le acquisizioni sono state eseguite a supporto delle attività della<br />

6° edizione della International Summer School <strong>2015</strong> – COIFA, coordinata dal prof. Pietro Grimaldi.<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />

Eseguire misure laser scanning<br />

su una vasta varietà<br />

di oggetti di dimensioni<br />

e gradi di dettaglio diversi, assicurando<br />

il grado di precisione, la<br />

convenienza, la semplicità d’uso,<br />

la maneggevolezza, la flessibilità,<br />

la trasportabilità, il raggiungimento<br />

degli obiettivi richiesti alla<br />

fase di misura e rappresentazione,<br />

sono tra gli assunti principali per<br />

chi si occupa di acquisizione, processamento<br />

e produzione di dati<br />

metrici, geometrici, di imaging<br />

a carattere tridimensionale e alle<br />

diverse scale. FARO e GeoSlam<br />

ci aiutano a rispondere in modo<br />

efficace e rapido a queste problematiche.<br />

Nel corso degli ultimi anni si è verificata<br />

un’evoluzione nell’utilizzo<br />

delle strumentazioni<br />

a scansione laser, dal<br />

semplice controllo<br />

Fig. 2 - Il<br />

laser tracker<br />

Vantage e<br />

l’SMR.<br />

della qualità e analisi dello stato<br />

di fatto a utile strumento per il<br />

controllo di processi di produzione/realizzazione.<br />

Si pensi agli<br />

interventi di reverse engineering e<br />

di collaudo in ambito industriale<br />

piuttosto che a quelli di progetto e<br />

costruzione in ambito edilizio con<br />

modifiche in tempo reale, possibili<br />

grazie all’integrazione di nuvole<br />

di punti dense e sistemi BIM.<br />

Contemporaneamente i settori di<br />

utilizzo dei singoli strumenti (laser<br />

scanner statici, mobile, trackers,<br />

bracci di misura dotati di laser<br />

non a contatto,..) si stanno sempre<br />

più contendendo le tecniche<br />

e le metodologie, ragione per cui<br />

strutture mobili non cartesiane,<br />

applicate per la maggiore in settori<br />

industriali, stanno ad esempio<br />

avendo nuove applicazioni nel<br />

campo della 3Ddoc e dei Beni<br />

Culturali a grandissima scala, e


REPORTS<br />

tecnologie SLAM vengono applicate<br />

in ambiti forestale, manutenzione,<br />

forense,…<br />

L’opportunità, da parte degli<br />

autori del presente intervento, di<br />

poter utilizzare tecnologia portatile<br />

FARO come macchine di<br />

misura a coordinate (CMM) e<br />

laser scanner 3D (TLS) statici e<br />

mobili (FARO e GEOSLAM) ha<br />

permesso di mettere in atto e sperimentare<br />

differenze tra sensori,<br />

potenzialità e limiti, automatismi<br />

e range di intervento in ambiti<br />

differenti, avvalendosi inoltre<br />

per le fasi di processamento di<br />

SW opportunamente dedicati<br />

a trattare il genere differente di<br />

dato (SCENE, GEOMAGIC<br />

Control-Wrap-Studio-DesignX,<br />

RECONSTRUCTOR,<br />

CLOUDCOMPARE,<br />

POINTSENSE, MESHLAB,<br />

MEASURE10, AUTOCAD,<br />

REVIT). Il presente<br />

intervento si delinea quindi come<br />

semplice presentazione di casi applicativi<br />

legati ai diversi strumenti<br />

e alle loro caratteristiche tecniche.<br />

La portabilità di tali strumenti di<br />

misura è tale da rendere estremamente<br />

flessibile e gestibile la fase<br />

di acquisizione, motivo di semplificazione<br />

e velocizzazione del<br />

processo.<br />

Il caso di FARO<br />

Azienda di riferimento per produzione,<br />

sviluppo e commercializzazione<br />

di AACMM (Articulated<br />

Arm Coordinate Measuring<br />

Machine) e TLS, la Faro ha fatto<br />

della portabilità uno dei criteri<br />

tecnici fondamentali dei suoi<br />

strumenti, rendendo flessibile l’acquisizione<br />

di dati metrici puntuali<br />

e densi, a contatto e non a contatto,<br />

portando la snellezza anche<br />

nelle fasi di post-processing tramite<br />

l’utilizzo di SW proprietari come<br />

SCENE.<br />

Il Focus 3D 130/330 , il laser scanner<br />

terrestre più facilmente trasportabile<br />

con un peso di 5,2kg, una<br />

portata da 0,60m a 130/330m,<br />

acquisizione angolare di 360°-<br />

300°, camera digitale integrata,<br />

utilizzabile sia in situazioni<br />

statiche sia mobile, è stato recentemente<br />

affiancato da uno strumento<br />

integralmente manuale, il<br />

Freestyle3D X. L’utilizzo a sistema<br />

della strumentazione permette<br />

di completare e integrare porzioni<br />

mancanti nelle scansioni acquisite<br />

staticamente, andando a riempire<br />

vuoti di informazione piuttosto<br />

che elevare il grado di risoluzione<br />

in porzioni locali della superficie<br />

da acquisire. In alternativa, i due<br />

strumenti possono lavorare in piena<br />

autonomia: per tale ragione il<br />

laser manuale può essere utilizzato<br />

per determinare con precisione<br />

millimetrica superfici alle grandi<br />

scale (ambienti singoli, oggetti di<br />

interior design, statue, particolari<br />

costruttivi,…).<br />

Le esperienze condotte in ambienti<br />

industriali, architettonici, archeologici,<br />

ambientali con raggio<br />

ridotto, navali, non possono che<br />

sostenere i criteri di produzione<br />

sopra descritti, considerando che<br />

non solo la parte HW porta in<br />

sé tali caratteristiche ma anche la<br />

parte SW proprietaria o di terze<br />

parti. Il SW proprietario della<br />

Faro (SCENE 5.5) processa e<br />

allinea le singole scansioni tramite<br />

algoritmi di notevole snellezza:<br />

cloud to cloud, su target oppure<br />

dall’alto. L’allineamento delle<br />

scansioni per gruppi, gestibili<br />

all’interno di un singolo progetto,<br />

è un processo molto flessibile,<br />

che consente di registrare<br />

con algoritmi diversi<br />

i gruppi stessi<br />

mantenendo<br />

fisso, quando<br />

presente, il<br />

sistema di<br />

riferimento<br />

topografico.<br />

Fig. 3 - Acquisizioni laser ad altissima<br />

precisione presso il Lapis<br />

Niger, realizzate a supporto della<br />

documentazione digitale per la<br />

valorizzazione dell’area archeologica<br />

e sotto la direzione della Soprintendenza<br />

Speciale per il Colosseo, il<br />

Museo Nazionale Romano e l’Area<br />

Archeologica di Roma, su progetto<br />

dell’archeologa Patrizia Fortini,<br />

dell’architetto Maddalena Scoccianti<br />

e della società VisivaLab S.L.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 29


REPORTS<br />

Anche la definizione fotografica<br />

delle ortofoto estraibili dal modello<br />

3D ha raggiunto una buona<br />

definizione, mentre risulta ancora<br />

migliorabile, rispetto ad altri software<br />

(SW), la costruzione della<br />

mesh. Le estrazioni di ortofoto,<br />

profili di sezione verticali o orizzontali,<br />

singoli o multipli, sono<br />

effettuabili direttamente dalla<br />

nuvola di punti e si avvalgono<br />

dell’utilizzo di bounding-boxes<br />

che risultano impostabili secondo<br />

piani concordi agli obiettivi della<br />

rappresentazione finale.<br />

L’esempio riportato (Fig. 1) riguarda<br />

un’applicazione del Focus<br />

330 effettuata all’interno di Casa<br />

Cava a Matera. Le acquisizioni<br />

laser documentano e “congelano”<br />

lo stato di questa complessa e interessante<br />

struttura scavata in profondità<br />

e ora adattata a struttura<br />

per eventi culturali. La conformazione<br />

e lo sviluppo degli ambienti<br />

disposti a quote differenti e sulla<br />

base di un percorso che si insinua<br />

nella roccia tufacea sono diventati<br />

il simbolo della parabola storica e<br />

della rinascita culturale di Matera;<br />

un luogo nato come cava di tufo,<br />

poi abbandonato e usato come<br />

discarica. Il progetto ha voluto<br />

lasciare le tracce dell’antica fase<br />

di estrazione e la conformazione<br />

della casa e della cava, tra loro<br />

interconnesse, richiede interventi<br />

di rilievo metrico dedicati in ogni<br />

ambiente e un forte controllo delle<br />

quote nelle fasi di misura e di<br />

processamento dei dati.<br />

Se gli strumenti precedenti hanno<br />

la peculiarità di consentire la misurazione<br />

tramite scansioni per la<br />

media e grande scala con precisioni<br />

millimetriche e determinazioni<br />

di superfici con dati densi, con il<br />

Laser Tracker Vantage si effettuano<br />

misurazioni puntuali ad altissima<br />

precisione di oggetti di grandi<br />

dimensioni, specialmente in<br />

ambito industriale (allineamento,<br />

istallazione macchine, ispezione di<br />

pezzi e componenti, costruzione<br />

e setup di utensili, integrazione<br />

di produzione e assemblaggio e<br />

reverse engineering) o comunque<br />

per la realizzazione, la verifica e il<br />

monitoraggio di elementi edilizi<br />

da determinare con massime precisioni.<br />

Le sue dimensioni sono<br />

compatte, resiste all’acqua e alla<br />

polvere (classe IP52), consente di<br />

effettuare determinazioni metriche<br />

da un’unica posizione con un<br />

range di 160m e accuratezza di<br />

0.015mm (Fig. 2).<br />

L’impiego di metodologie scientifiche<br />

nel campo della salvaguardia<br />

del patrimonio culturale è ormai<br />

prassi consolidata e sempre più<br />

si assiste a interventi di documentazione<br />

e valorizzazione a<br />

carattere interdisciplinare dove<br />

le conoscenze derivate da diversi<br />

settori della scienza, le relative<br />

metodologie d’indagine e le<br />

tecnologie più innovative si incontrano,<br />

affrontando aspetti<br />

del tutto particolari, dovuti alla<br />

specificità degli oggetti sottoposti<br />

ad esame. Tra i requisiti stringenti<br />

sono da elencare la garanzia della<br />

qualità dei risultati, la possibilità<br />

di un facile accesso all’oggetto di<br />

indagine e livelli di non invasività<br />

della tecnica in uso. In una<br />

delle esperienze condotte ci si è<br />

avvalsi di questi principi declinando<br />

l’utilizzo di una macchina<br />

di misura a coordinate, in uso in<br />

ambiti industriali, portandola ad<br />

acquisire in ambiente archeologico.<br />

Con Edge Scan ARM, braccio<br />

di misura mobile ad altissima precisione<br />

(0,051mm) integrato con<br />

testa laser V6-HD, e a supporto<br />

della Soprintendenza Speciale per<br />

il Colosseo, il Museo Nazionale<br />

Romano e l’Area Archeologica<br />

di Roma, è stato infatti acquisito<br />

il cippo piramidale facente parte<br />

dell’arcaico complesso sacro collocato<br />

al di sotto del Lapis Niger nel<br />

Foro Romano, con inciso il testo<br />

di una legge sacra, determinandone<br />

la volumetria, l’intera superficie<br />

e l’iscrizione. L’acquisizione<br />

metrica del cippo è stata inserita<br />

in un vasto progetto finalizzato<br />

alla restituzione del complesso del<br />

Lapis Niger al pubblico e ha presentato<br />

l’opportunità per testare<br />

le capacità della strumentazione<br />

stessa e del valore scientifico dei<br />

dati acquisiti, come ad esempio<br />

alcuni dettagli invisibili a occhio<br />

nudo. L’iscrizione infatti si trova<br />

al di sotto del Lapis Niger, in una<br />

posizione visibile ma di difficile<br />

accesso, tale da impedirne lo<br />

studio nel dettaglio. Il braccio di<br />

misura CAM2-FARO, strumento<br />

d’avanguardia nel campo dell’acquisizione<br />

tramite laser scanner,<br />

portatile e facile da utilizzare, consente<br />

infatti di effettuare misurazioni<br />

3D estremamente precise su<br />

volumi di grandi e piccole dimensioni,<br />

già nel corso delle fasi di<br />

produzione. Le ridotte dimensioni<br />

dello strumento, un peso complessivo<br />

percepibile di circa 500gr<br />

e la presenza di sensori intelligenti<br />

integrati permettono di effettuare<br />

misurazioni precise in contesti<br />

ristretti, e con caratteristiche termiche<br />

variabili. La definizione<br />

del braccio è di 36μm, precisione<br />

invisibile all’occhio umano, che<br />

permette dunque di individuare<br />

tracce archeologiche importanti<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />

Fig. 4 - Il laser<br />

scanner manuale<br />

e portatile ZEB1<br />

e alcune possibili<br />

applicazioni.


REPORTS<br />

(ad esempio direzione e profondità<br />

di segni di scalpellatura oramai<br />

erosa) non rilevabili con una normale<br />

strumentazione.<br />

Oltre all’uso per scopi di ricerca,<br />

le acquisizioni con laser scanner<br />

hanno permesso di sviluppare agli<br />

operatori del cantiere un modello<br />

3D ad alta definizione.<br />

Il caso di GeoSLAM<br />

GeoSLAM è una giovane joint<br />

venture tra CSIRO (Agenzia<br />

Nazionale della Scienza dell’Australia<br />

e l’inventore del WiFi) e<br />

3D Laser Mapping (leader nel<br />

Regno Unito per la fornitura<br />

di soluzioni LiDAR per l’industria<br />

mineraria e inventore dello<br />

‘Street Mapper’). Obiettivo di<br />

GeoSLAM è sviluppare soluzioni<br />

innovative per il mondo del survey,<br />

fondendo con esso gli aspetti<br />

del mondo della robotica. Infatti<br />

la tecnologia SLAM (Simultaneous<br />

Localization and Mapping) è<br />

incentrata sulla determinazione<br />

metrica di uno spazio non noto<br />

tramite l’utilizzo di un mobile<br />

robot, associato a un sensore laser<br />

scanner, che costruisce il contesto<br />

man mano che lo percorre. Il<br />

principio del processo è di utilizzare<br />

il contesto/ambiente per aggiornare<br />

in continuo la posizione<br />

del robot attraverso l’utilizzo di<br />

un odometro e le sue interconnessioni<br />

con le acquisizioni laser:<br />

durante la fase di acquisizione<br />

vengono infatti estratte features<br />

dallo spazio misurato riosservate<br />

più volte quando il robot si muove<br />

al suo interno. Il responsabile<br />

del continuo aggiornamento<br />

nella posizione degli oggetti, e<br />

quindi del loro riconoscimento<br />

dimensionale e di posizione nello<br />

spazio misurato, è l’utilizzo ripetuto<br />

dell’EKF (Extended Kalman<br />

Filter). Lo strumento distribuito<br />

da GeoSLAM, ZEB1 (fig. 4), può<br />

essere veramente qualificato come<br />

il primo laser veramente mobile,<br />

portatile e leggero, adatto a un<br />

grosso numero di applicazioni<br />

(mining, forense, architettonico e<br />

con rapida determinazione ai diversi<br />

piani, forestale, stoccaggio,<br />

mobile, visualizzazioni rapide,…).<br />

Con lo ZEB1 in mano, l’utente<br />

può semplicemente camminare<br />

nel contesto che vuole rilevare<br />

registrando più di 40,000 punti/s<br />

senza il bisogno di dati di posizionamento<br />

esterno come i GNSS.<br />

ZEB1 funziona al meglio in ambienti<br />

complessi/ricchi di forme e<br />

generalmente non richiede l’utilizzo<br />

di target/punti di riferimento.<br />

Sono la traiettoria che l’operatore<br />

segue e i movimenti manuali che<br />

questo compie con lo strumento<br />

che consentono in modo efficace<br />

e veloce l’acquisizione, riducendo<br />

in modo impressionante la fase di<br />

misura sul campo. Una volta che<br />

i dati sono stati raccolti, devono<br />

essere caricati nel GeoSLAM<br />

Cloud, dove il SW SLAM trasforma<br />

le misure in una nuvola di<br />

punti completamente registrata.<br />

Successivamente, i dati possono<br />

essere scaricati (da una base payas-you-go)<br />

e utilizzati all’interno di<br />

tutti i principali SW CAD, tra cui<br />

Revit.<br />

Conclusioni<br />

Il continuo e attuale fermento nel<br />

mondo della misura, variamente<br />

indirizzata in ambiti e settori di<br />

produzione differenti e tale per<br />

cui i sensori e i mezzi che li trasportano<br />

sono gli elementi che<br />

determinano gli elementi che<br />

determinano la scelta d’uso di uno<br />

strumento piuttosto che di un<br />

altro in funzione degli obiettivi<br />

delle acquisizioni, porta a fare<br />

brevi considerazioni. Al momento,<br />

e per chi scrive, la tecnologia<br />

laser risulta essere ancora la più<br />

completa, rapida, efficace e flessibile<br />

per l’acquisizione di dati 3D<br />

e per la realizzazione integrata di<br />

prodotti grafici e modelli tra i più<br />

vicini al vero alle diverse scale di<br />

intervento. Nonostante questo,<br />

occorre considerare che risulta<br />

sempre più evidente la necessità<br />

di integrare sensori e strumentazioni<br />

differenti, motivo per cui il<br />

processo di rilievo è garantito solo<br />

tramite un approccio a sistema<br />

e secondo soluzioni HW e SW<br />

direttamente indirizzate alla risoluzione<br />

di problemi specifici.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Bosse M., Zlot R., Flick P., 2012, Zebedee: Design of a Spring-Mounted 3-D Range Sensor with Application to Mobile<br />

Mapping, IEEE Transactions on Robotics, vol.28(5), pp.1104-1119<br />

Chiabrando F., Spanò A., 2013, Points clouds generation using TLS and dense-matching techniques. A test on approachable<br />

accuracies of different tools, in: XXIV International CIPA Symposium, Strasbourg, 2–6 September 2013. pp. 67-72<br />

Thomson C., Apostolopoulos G., Backes D., Boehm J., 2013, Mobile Laser Scanning fort indoor modelling, in: ISPRS<br />

Annals of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Volume II-5/W2<br />

Sacerdote F., Tucci G. 2007, Sistemi a scansione per l’architettura e il territorio, Alinea Editrice, Impruneta (Fi)<br />

Bornaz L., 2006, Principi di funzionamento e tecniche di acquisizione, in: F. Crosilla, S. Dequal (eds.), Laser scanning<br />

terrestre, Atti del corso “La tecnica del laser scanning terrestre” (Udine 2004), Udine, CISM, 1-18<br />

SITOGRAFIA<br />

https://vimeo.com/132660449<br />

http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/roma/archeo_robot_mito_romolo_foro_romano/1445875.shtml<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Laser scanner; AACMM; SLAM<br />

ABSTRACT<br />

Portability, flexibility and speed are some of the technical features that distinguish the measuring instruments to scan<br />

and that they may allow to the operator to respond to requests for acquisition and processing of data effectively and<br />

economically. In this case study are presented cases of the instruments FARO and of the young GeoSLAM.<br />

AUTORE<br />

Oreste Adinolfi, Cristina Bonfanti, Laura Mattioli, Nadia Guardini<br />

ME.S.A. s.r.l.<br />

Strada Antica di None, 2 10092 Beinasco (To), info@mesasrl.it - www.mesasrl.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 31


REPORTS<br />

Un report dal Workshop IGAW2016 sul GNSS<br />

che fa riflettere sul futuro della geomatica<br />

di Renzo Carlucci<br />

Sogei, società del Ministero<br />

delle Finanze che conta un gran<br />

numero di ingegneri con laboratori<br />

di ricerca anche su Catasto e<br />

GNSS, nei giorni 21 e 22 gennaio<br />

2016 ha realizzato un workshop<br />

principalmente mirato alla<br />

discussione dell’affidabilità dei<br />

sistemi di posizionamento basati<br />

su più costellazioni di satelliti,<br />

portando alla ribalta alcuni dei più<br />

importanti esperti del settore che<br />

hanno dato vita ad un evento di alto<br />

livello internazionale.<br />

Un’occasione difficilmente<br />

ripetibile in altri<br />

ambienti in Italia e che<br />

porta alla Sogei il merito di una<br />

visione strategica di alto livello<br />

scientifico, mirata comunque ad<br />

applicazioni molto pratiche, che<br />

poco hanno a che vedere con le<br />

fantasie accademiche.<br />

Il motivo portante del workshop<br />

sono state le applicazioni<br />

dei cosiddetti ricevitori SDR<br />

(Software Defined Receiver), in<br />

cui al posto di un circuito commerciale<br />

integrato troviamo un<br />

software Open Source atto a<br />

produrre il calcolo della posizione<br />

dell’antenna del ricevitore ad<br />

un determinato istante.<br />

Le sessioni tecniche sono state<br />

aperte da un’introduzione sullo<br />

stato attuale dell’integrità dei<br />

sistemi di Augmentation (SBAS)<br />

da parte di Per Enge della<br />

Standford University, mentre<br />

Gérard Lachapelle della Calgary<br />

University (il padre della parola<br />

“geomatica”) ha illustrato un<br />

caso di uso di un SDR per la registrazione<br />

di segnali GNSS ad<br />

uso Forense, nello scenario della<br />

lotta allo spoofing and jamming<br />

che può oggi essere usato anche<br />

a scopi terroristici.<br />

Kai Borre, fondatore del Danish<br />

GPS Center e professore<br />

di vecchia data in geodesia, ha<br />

illustrato la situazione attuale<br />

dei ricevitori software SDR, il<br />

cui stato di avanzamento è tale<br />

da poter essere messo a disposizione<br />

per il download come<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Tutte le presentazioni e la tavola rotonda finale sono<br />

state trasmesse in streaming e sono state rese disponibili<br />

sul canale Youtube (https://www.youtube.com/<br />

channel/UCrdkQ7F981U97IMZGyb5FIw/videos)<br />

La lista degli interventi:<br />

Fig. 1 – Un tipico scenario di spoofing per confondere il sistema di navigazione (G. Lachapelle).<br />

sistema completo, funzionale e<br />

affidabile, anche dal sito dell’Università<br />

di Samara in Russia,<br />

per pochi euro.<br />

Sempre nel tema degli SDR,<br />

Roberto Capua di Sogei ha<br />

illustrato una soluzione a basso<br />

costo di ricevitore GNSS<br />

per applicazioni istituzionali<br />

facendo notare come, fig. 3, al<br />

crescere delle infrastrutture di<br />

Augmentation a livello globale<br />

vada calando il costo ricevitori a<br />

singola frequenza che sono basati<br />

sul calcolo via software.<br />

Le sperimentazioni illustrate<br />

hanno avuto come uno dei target<br />

specifici le opportunità sui<br />

trasporti ed in particolare il controllo<br />

dei treni ad alta velocità.<br />

Su questo tema si è intrattenuto<br />

Calini della GSA, intervenuto<br />

per portare il messaggio della<br />

agenzia europea del GNSS che<br />

sta promuovendo applicazioni<br />

e servizi Egnos e Galileo con<br />

opportune attività di specifici<br />

finanziamenti. Un cenno particolare<br />

meritano gli interventi di<br />

Mario Rasetti sul trattamento<br />

topologico di grandi quantità<br />

di dati e quello di Marco Lisi<br />

dell’ESA, intervenuto a farci<br />

notare come alcuni aspetti di<br />

Galileo stiano andando al di là<br />

degli obiettivi prefissati, tra questi<br />

la misura del tempo che raggiunge<br />

con gli orologi atomici<br />

di tale sistema una precisione di<br />

un secondo ogni 100.000 anni,<br />

dimensione ormai diventata importante<br />

in tutti gli aspetti della<br />

nostra vita. Basti pensare anche<br />

alle transazioni bancarie e di<br />

borsa in cui l’istante di attuazione<br />

ha una enorme importanza.<br />

Prima giornata<br />

* SBAS Integrity: current status and future perspectives<br />

- P. Enge (University of Stanford)<br />

* The Case for Recording IF Data for GNSS Signal<br />

Forensic Analysis Using a SDR - G. Lachapelle<br />

(formerly CRC/iCORE Chair in Wireless Location,<br />

University of Calgary)<br />

* SDR Technology Updates - Kai Borre (Samara State<br />

Aerospace University)<br />

* Huge data Sets: the topological approach - M. Rasetti<br />

(Politecnico di Torino)<br />

* Progresses about Indoor Positioning Techniques Innovations<br />

- A. Neri (Università di Roma Tre) Sperimentazioni<br />

sulla possibilità di posizionamento indoor<br />

e relative problematiche quali ad es. il multipath<br />

* Desdorides GSA Agency, in teleconferenza skype<br />

* A totally SDR-based Low Cost Augmentation<br />

System for Institutional Applications - R. Capua<br />

(Sogei)<br />

Seconda giornata<br />

* European GNSS Adoption Opportunities in Transport<br />

with Focus on Rail - G. Calini (GSA)<br />

* GNSS and Timing: the need for a global PNT infrastructure<br />

- M. Lisi (ESA)<br />

* High integrity navigation for rail and the need for<br />

international collaboration - P. Enge (University of<br />

Stanford)<br />

* Christian Wullems, Esa - Sol Application of GNSS<br />

in Railway<br />

* The role of satellite applications for the ERTMS evolution<br />

- Angelo Chiappini (ERA) * Satellite based<br />

train control systems for local and regional lines - F.<br />

Senesi (RFI)<br />

* Roadmap for technology development and validation<br />

- Francesco Rispoli (Ansaldo STS), A. Neri<br />

(Radiolabs)<br />

* Authorisation of placing in service in the context of<br />

new technologies - M. Vivaldi (ANSF)<br />

* The vision from European Rail Industry - P. Gurnik<br />

(UNIFE)<br />

* The role and contribution of Italian Space Agency -<br />

M. Caporale (ASI)<br />

* GNSS application method within ETCS: basis for ef<br />

cient multi-constellation solutions - A. Filip (University<br />

of Pardubice)<br />

Fig. 2 – Schema di ricevitore SDR (K. Borre).<br />

Fig. 3 – L’avanzamento della ricerca sugli SDR porta all’abbassamento<br />

dei costi (R. Capua).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 33


REPORTS<br />

Mario Caporale ha portato la<br />

visione e il contributo della<br />

nostra Agenzia Spaziale per il<br />

supporto al sistema Galileo,<br />

mentre Des Dorides capo della<br />

GSA Agency, in teleconferenza<br />

skype, ha riportato che la<br />

GSA è attualmente impegnata<br />

specialmente nei servizi di posizionamento<br />

per i trasporti e<br />

che le European Infrastructure<br />

Networks sono considerate infrastrutture<br />

chiave per il sistema<br />

Galileo.<br />

In questo momento l’integrazione<br />

delle tecnologie GNSS<br />

attraverso progetti che principalmente<br />

vedono come utenti<br />

finali le Ferrovie europee, sta<br />

portando un enorme interesse,<br />

tale da indirizzare buona parte<br />

della programmazione Horizon<br />

2020 a questo settore.<br />

Al termine si è tenuta una tavola<br />

rotonda dal titolo “From<br />

technology to operations by<br />

exploiting satellite assets” in<br />

cui si è parlato dell’operatività<br />

della tecnologia che ci fornisce<br />

oggi l’uso dei satelliti per il posizionamento.<br />

Ma quello che è<br />

emerso da questo confronto è<br />

una chiara idea della geomatica<br />

del futuro il cui trend è ormai<br />

segnato: le telecomunicazioni e<br />

le trasmissioni radio come elementi<br />

fondamentali del rilievo,<br />

del posizionamento e della navigazione<br />

del futuro.<br />

Fig. 4 – La misura del tempo con Galileo (M. Lisi).<br />

Fig. 5 – Il test in corso sulle ferrovie italiane in Sardegna assistito dall’ASI (M. Caporale) per le<br />

European Infrastructure Networks.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GNSS; Galileo; Railway; Transportation<br />

ABSTRACT<br />

Sogei, a company of the Ministry of Finance, which has<br />

about 2000 engineers with a R&D Laboratory on positioning,<br />

mapping and GNSS, on 21 and 22 January 2016 has<br />

realized a workshop mainly aimed at the discussion on the<br />

reliability of multi-constellation positioning systems, with<br />

speaker coming from the top of academy and industry that<br />

have given life to a high-level international event<br />

Fig. 6 - Opportunità<br />

del GNSS<br />

europeo nei<br />

trasporti in<br />

particolare<br />

nelle ferrovie<br />

(G.G. Casini,<br />

European<br />

GNSS<br />

Agency)<br />

AUTORE<br />

Renzo Carlucci<br />

direttore@rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong><br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 35


ASSOCIAZIONI<br />

MERCATO<br />

Ritorna il Convegno<br />

Nazionale dell’Associazione<br />

Italiana di<br />

Telerilevamento (AIT)<br />

L’VIII Convegno Nazionale<br />

dell’Associazione Italiana di<br />

Telerilevamento (AIT) si svolgerà<br />

dal 22 al 24 giugno 2016<br />

presso l’Università degli Studi<br />

di Palermo.<br />

L’Associazione ha come scopo<br />

primario lo sviluppo e<br />

la diffusione in Italia del<br />

Telerilevamento, inteso quale<br />

insieme di conoscenze delle<br />

discipline che lo compongono<br />

e delle loro applicazioni, con<br />

particolare riguardo all’analisi<br />

ambientale e territoriale.<br />

L’obiettivo scientifico è di favorire<br />

il confronto e l’approfondimento<br />

su temi specifici<br />

promuovendo una visione<br />

multidisciplinare e integrata<br />

del settore del telerilevamento.<br />

L’evento torna dopo alcuni<br />

anni e si articolerà in sessioni<br />

plenarie, parallele e poster.<br />

Inoltre, l’edizione palermitana<br />

si arricchirà di due importanti<br />

workshop organizzati dall’E-<br />

NEA (decima edizione) e dal<br />

CeTeM (ottava edizione).<br />

Workshop CeTeM<br />

L’VIII Workshop CeTeM/<br />

AIT sul Telerilevamento a<br />

Microonde è prefigurato<br />

come un forum di discussione<br />

dell’attività nazionale nel<br />

settore del telerilevamento a<br />

microonde. Saranno trattati i<br />

seguenti temi:<br />

4 Missioni nazionali ed internazionali<br />

in ambito<br />

ASI, ESA, NASA, JAXA<br />

4 Modellistica elettromagnetica<br />

e simulazioni di<br />

emissione a microonde e<br />

backscattering<br />

4 Tecniche per la stima di<br />

parametri bio-geofisici in<br />

ambito Copernicus<br />

4 Applicazioni nel campo<br />

dell’atmosfera, del mare e<br />

delle terre emerse<br />

4 Tecnologie emergenti<br />

Workshop ENEA<br />

I temi del X Workshop tematico<br />

ENEA/AIT di<br />

Telerilevamento:<br />

“Telerilevamento satellitare<br />

e da UAV per la gestione di<br />

scenari ed emergenze” riguarderanno:<br />

4Emergenze territoriali, ambientali<br />

ed umanitarie<br />

4Scenari di rischio naturale<br />

ed antropico (anche da incidente<br />

rilevante)<br />

4Emergenze risorse e beni<br />

culturali<br />

4Individuazione e monitoraggio<br />

di discariche e aree<br />

degradate<br />

4Contenuti tematici e attendibilità<br />

dei dati UAV/RPAS<br />

Per avere maggiori informazioni<br />

e per inviare una proposta<br />

di comunicazione, si può<br />

visitare il nuovo sito del convegno<br />

alla pagina:<br />

www.convegnoait.com.<br />

La scadenza dell’invio degli<br />

abstract è fissata il 1 marzo<br />

2016.<br />

(Fonte: AIT)<br />

Cartografia, promozione<br />

del territorio e<br />

Smart Cities: questi<br />

i temi del convegno<br />

2016 dell’AIC<br />

Dopo un quasi dimenticato<br />

convegno tenuto a Fabriano<br />

nei primi anni ’90, l’AIC torna<br />

a celebrare il suo consueto<br />

incontro annuale del 2016<br />

nelle Marche, a San Benedetto<br />

del Tronto, in un contesto<br />

totalmente diverso rispetto a<br />

quello precedente, ma ugualmente<br />

stimolante e di grande<br />

interesse per la cartografia.<br />

Una città sul mare, uno dei<br />

tanti nodi di questa immensa<br />

area metropolitana rivierasca<br />

marchigiana, che riserva non<br />

poche sorprese, con un entroterra<br />

ricco di storia e di beni<br />

culturali in cui è interessante<br />

districarsi per scoprire risorse,<br />

bellezze e curiosità che la<br />

cartografia può consentire di<br />

conoscere. La carta, comunque<br />

la si intenda, non certo<br />

è un privilegio riservato a<br />

questa città, ma può trovare,<br />

a San Benedetto del Tronto,<br />

uno scenario di particolare interesse<br />

e assicurare risposte sia<br />

ai turisti o ai visitatori, sia ai<br />

cittadini, agli amministratori,<br />

agli studenti, ai tecnici, agli<br />

operatori territoriali, ecc.<br />

I lavori del convegno avranno<br />

necessariamente come oggetto<br />

la cartografia e presenteranno<br />

comunque, pur se riferiti ad<br />

altri contesti, un particolare<br />

interesse per la città ospite,<br />

perché tracceranno percorsi,<br />

forniranno idee, educheranno<br />

all’apprendimento, guideranno<br />

alla conoscenza di<br />

pratiche territoriali complesse,<br />

forniranno nuovi spunti per<br />

disegnare città più intelligenti<br />

e sostenibili, per valorizzare<br />

e riscoprire i centri storici e i<br />

beni culturali.<br />

Nello scenario marchigiano,<br />

le tematiche proponibili ai<br />

partecipanti all’interno dei<br />

percorsi suaccennati sono diverse:<br />

gli assi portanti vanno<br />

dai centri storici ai beni culturali<br />

in genere, dai percorsi<br />

turistici enogastronomici a<br />

quelli legati direttamente al<br />

soggiorno e alla balneazione,<br />

dalla riorganizzazione e strutturazione<br />

delle città e del territorio<br />

al miglioramento della<br />

qualità ambientale nelle aree<br />

urbane, dalla connessione tra<br />

mare e attività trasportistiche<br />

e pescherecce all’integrazione<br />

delle funzionalità delle infrastrutture<br />

in ambito smart, non<br />

trascurando il rapporto tra attività<br />

produttive e luoghi ad<br />

elevata sensibilità ambientale<br />

e culturale.<br />

Una molteplicità di argomenti<br />

che, nel caso del convegno<br />

di San Benedetto del Tronto,<br />

possono avere come sfondo la<br />

carta (la sua costruzione finalizzata,<br />

il suo utilizzo o la sua<br />

funzione) quale strumento di<br />

analisi per riscoprire gli antichi<br />

paesaggi e i vecchi assetti<br />

del territorio o per disegnare<br />

gli scenari del futuro prendendo<br />

atto di quelli del passato.<br />

Un ruolo prevale su tutti:<br />

quello di promuovere il territorio<br />

e le sue risorse agli occhi<br />

di coloro che si affidano al<br />

suo messaggio, sapientemente<br />

espresso da abili giochi grafici<br />

grazie ai quali è possibile dirimere<br />

la complessa organizzazione<br />

delle trame territoriali<br />

posta alla base del carico informativo<br />

che solo la carta è<br />

capace di veicolare.<br />

I partecipanti al convegno<br />

dovranno compilare il format<br />

scaricabile dal sito:<br />

www.aic-cartografia.it<br />

e rispedirlo alla segreteria:<br />

(segreteria@aic-cartografia.it)<br />

entro e non oltre il 31 marzo<br />

2016.<br />

Successivamente verranno rese<br />

note le modalità di iscrizione e<br />

di partecipazione al convegno.<br />

Le notizie e gli aggiornamenti<br />

verranno comunque pubblicati<br />

sul sito ufficiale dell’Associazione.<br />

(Fonte: AIC)<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 37


MERCATO<br />

Sokkia annuncia l’uscita delle nuove stazioni<br />

totali CX<br />

Sokkia lancia due nuove versioni della sua serie di stazioni<br />

totali CX, disponibili per il mercato americano<br />

ed europeo, entrambe con modalità di funzionamento<br />

reflectorless potenziata. La nuova CX-50 è stata progettata<br />

per fornire un’opzione entry-level con EDM veloce<br />

e potente. La CX-100LN è stata realizzata per offrire un<br />

EDM reflectorless a lunga portata.<br />

“Da tempo i topografi apprezzano la serie di stazioni totali CX, facili da<br />

usare, di elevata precisione, robuste e affidabili,” afferma Ray Kerwin,<br />

direttore dei prodotti global surveying. “La CX-50 soddisfa tutte le<br />

aspettative a cui Sokkia da tempo ci ha abituato, unitamente a un EDM<br />

reflectorless fino a 350 m, e 4.000 m con l’utilizzo di un prisma.<br />

“Inoltre, la CX-100LN offre un EDM a impulsi senza prisma da 2.000<br />

m che può misurare ben al di là degli strumenti senza prisma di questa<br />

categoria,” ha dichiarato Kerwin. “L’algoritmo Sokkia riduce il rumore<br />

associato alle misurazioni senza prisma, offrendo un risultato accurato su<br />

gran parte delle superfici sulle distanze più lunghe. Ciò vale per le superfici<br />

più scure e bagnate dove gli altri strumenti senza prisma falliscono.”<br />

La CX-50 viene offerta con precisione angolare di 2” e 5”, durata della<br />

batteria fino a 15 ore, compensatore biassiale, design impermeabile, e<br />

puntatore laser.<br />

La CX-100LN viene anch’essa offerta con 2” e 5” di precisione angolare,<br />

durata della batteria di 36 ore, compensatore biassiale, puntatore laser e<br />

connettività Bluetooth.<br />

“La CX-100LN è perfetta per gli utenti che solitamente necessitano di<br />

misurazioni a lunga portata, come quelle che si fanno nel settore dei servizi<br />

di pubblica utilità e nell’industria mineraria,” ha dichiarato Kerwin.<br />

Per maggiori informazioni, visitare il sito sokkia-italia.it<br />

(Fonte: Sokkia Italia)<br />

Esri rilascia ArcGIS Earth 1.0,<br />

download gratuito<br />

Annunciato la scorsa estate durante la Esri<br />

International User Conference di San Diego, è ora<br />

finalmente disponibile per il download gratuito<br />

ArcGIS Earth 1.0, un’applicazione desktop con una interfaccia molto<br />

intuitiva che permette di esplorare ogni parte del mondo e di lavorare<br />

con dati 2D e 3D.<br />

I data source che si possono esplorare con ArcGIS Earth posso essere file<br />

locali oppure online (KML / KMZ o shapefile) o ArcGIS web services<br />

(Map Service, Scene Service, Feature Service, Image Service).<br />

Gli utenti possono accedere ai dati e, tramite popup, utilizzare una serie<br />

di funzionalità aggiuntive, come realizzare e stampare immagini. ArcGIS<br />

Earth è un’applicazione pienamente integrata con la Piattaforma Esri:<br />

i dati e le mappe contenuti all’interno di ArcGIS for Server e ArcGIS<br />

Online possono essere visualizzati, condivisi e pubblicati.<br />

Questa versione è la prima e si inserisce nella produzione completamente<br />

supportata dei nuovi prodotti 3D della piattaforma Esri ArcGIS.<br />

Earth avrà un ciclo di aggiornamento regolare e Esri accoglie con favore i<br />

feedback per migliore il prodotto.<br />

Ogni utente può navigare gratuitamente sulle basemap ed immagini della<br />

Terra di Esri potendo aggiungere i propri contenuti da file o anche collegare<br />

alcuni servizi, come i servizi KML. Gli utenti con accesso Named<br />

User possono visualizzare dati organizzativi privati e contenuti premium.<br />

Scopri di più su ArcGIS Earth http://www.esri.com/software/arcgis-earth.<br />

Maggiori informazioni e link, con video didattici, saranno pubblicati<br />

su https://blogs.esri.com/esri nel corso delle prossime settimane. ArcGIS<br />

Earth 1.0 è ora disponibile per il download gratuito su http://j.mp/<br />

Earth1_0 (attualmente disponibile per Windows 7 o superiori).<br />

(Fonte: Esri)<br />

Posizionamento di<br />

precisione con sistema<br />

IMU per UAV, nuovo<br />

accordo 3D TARGET-<br />

OXTS<br />

3D TARGET ha annunciato<br />

un nuovo accordo di distribuzione<br />

con l’azienda inglese<br />

OXTS produttrice di sistemi IMU – INS di posizionamento.<br />

L’accordo prevede la distribuzione sul territorio italiano specificatamente,<br />

ma non solo, nei settori Surveying e OEM.<br />

Tale accordo permette a 3D TARGET di accrescere il proprio<br />

portafoglio di soluzioni nel settore della fornitura degli strumenti<br />

di posizionamento e misura con specifico riferimento al mercato<br />

dei droni e dell’integrazione di sistemi per il mobile mapping (aereo,<br />

navale e terrestre)..<br />

Tra i prodotti oggetto dell’accordo segnaliamo la serie OXTS<br />

xNAV, estremamente interessante per le applicazioni legate al<br />

mondo dei droni (UAV), che è stata presentata in anteprima in<br />

Italia durante il Secondo Convegno Internazionale di Archeologia<br />

Aerea (http://www.archeologia-aerea.it/ ) dal 3 al 5 Febbraio 2016<br />

a Roma.<br />

Con un peso inferiore a 380 g, e leggermente più grande del<br />

mouse di un computer, xNAV è in grado di colmare finalmente<br />

la lacuna tra i sistemi inerziali leggeri ma non abbastanza precisi,<br />

e i sistemi inerziali precisi ma non abbastanza leggeri. Negli UAV<br />

(veicoli aerei senza pilota), xNAV fornisce una precisione di circa<br />

1 m ad un’altezza di 1000 m, senza però influire sulla tolleranza<br />

di peso del velivolo.<br />

Alcune caratteristiche principali:<br />

4INS assistito da GPS ad elevate prestazioni<br />

4Piccolo e leggero < 380 g<br />

4Misurazione della posizione con una precisione di 90 cm uti<br />

lizzando il DGPS<br />

4GPS con seconda antenna: stabile accuratezza nella misurazione<br />

dell’heading<br />

4Precisione di misurazione dell’heading: 0,15°<br />

4Precisione di misurazione del roll/pitch: 0,05°<br />

4Velocità di aggiornamento: 100 Hz<br />

4Registrazione dei dati: 24 ore<br />

4Ingresso/uscita di temporizzazione per sincronizzazione<br />

4Accoppiamento stretto<br />

4Affidabile in ambienti con scarsa copertura<br />

4Precisione di 1,5 m in 1 min o su 1 km senza GPS<br />

4OEM/pacchetti di integrazione disponibili<br />

4Senza autorizzazione di esportazione<br />

4Suite di post-elaborazione inclusa<br />

Visitate la pagina dedicata per maggiori dettagli: http://<br />

imu.3dtarget.it<br />

OxTS progetta e produce prodotti leader a livello mondiale, che<br />

riuniscono in sé le migliori caratteristiche dei sistemi di navigazione<br />

inerziale e quelle dei sistemi GPS/GNSS.<br />

3D TARGET nasce dalla specifica esigenze di aziende, professionisti,<br />

enti di avere un partner per la fornitura, il noleggio, l’assistenza<br />

e per i corsi di aggiornamento su strumentazioni di misura.<br />

A tal proposito sono attive collaborazioni e partnership con i più<br />

importanti marchi del settore di riferimento.<br />

Per maggiori informazioni Silvia Lazzarini - 3D TARGET<br />

SRL scrivere a info@3dtarget.it o telefonare a +39 02 00614452<br />

(Fonte: 3D Target)<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 39


MERCATO<br />

In Sardegna mappe<br />

collaborative e pianificazione<br />

partecipata<br />

per i comuni<br />

Nel corso del convegno<br />

“INNOVARE: il Territorio<br />

azionista di se stesso”, organizzato<br />

a Macomer dall’associazione<br />

Nino Carrus il<br />

16 gennaio scorso, la startup<br />

sarda Nordai ha presentato<br />

il nuovo modulo<br />

GeoNue uMaps dedicato<br />

alla pianificazione partecipata,<br />

integrato nella piattaforma GeoNue.<br />

Grazie a GeoNue uMaps le pubbliche amministrazioni<br />

potranno creare in modo semplice e immediato mappe<br />

interattive aperte a contributi e suggerimenti dei cittadini.<br />

Nordai seguendo la filosofia OpenSource che caratterizza i<br />

suoi prodotti ha creato il modulo a partire da uMap, un<br />

progetto di OpenStreetMap. A questo sono state aggiunte<br />

alcune funzionalità indispensabili per rendere il modulo<br />

perfettamente integrato e coerente con il servizio offerto da<br />

GeoNue agli enti aderenti.<br />

In particolare, due sono gli aspetti innovativi per la pianificazione<br />

partecipata apportati da GeoNue alla piattaforma uMap:<br />

1) i cittadini possono collegarsi ai servizi standard internazionali<br />

(OGC) per visualizzare i layer su cui poi inserire le<br />

proprie segnalazioni o proposte;<br />

2) i dati inseriti dai cittadini potranno essere validati e certificati<br />

dall’ente, per poi essere resi di nuovo disponibili tramite<br />

i servizi standard e in OpenData.<br />

Per chi volesse provare questo nuovo strumento è stata attivata<br />

una demo gratuita aperta a tutti, disponibile sul sito<br />

ufficiale di GeoNue<br />

(www.geonue.com)<br />

(Fonte: Nordai)<br />

Disponibile online la<br />

nuova Carta Idrogeologica di Roma<br />

L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la<br />

Ricerca Ambientale, informa che è visualizzabile<br />

online la nuova Carta Idrogeologica di Roma. La<br />

nota illustrativa che accompagna la carta è arricchita<br />

con un approfondimento sulle cartografie<br />

idrogeologiche storiche.<br />

Realizzata alla scala 1:50.000 nell’ambito di un<br />

Protocollo d’intesa siglato tra il Dip. Tutela Ambientale<br />

di Roma Capitale, il Dip. di Scienze<br />

dell’Università RomaTRE, il Servizio Geologico d’Italia (ISPRA),<br />

il Centro di Ricerca per la Previsione, Prevenzione e Controllo dei<br />

Rischi Geologici dell’Università Sapienza di Roma, l’Istituto di Geologia<br />

Applicata e Geoingegneria del CNR e l’Istituto Nazionale di<br />

Geofisica e Vulcanologia e presentata il 10 settembre <strong>2015</strong> presso la<br />

Sala della Protomoteca in Campidoglio.<br />

La carta è corredata di una nota illustrativa che descrive il progetto<br />

nel suo complesso che ha portato alla realizzazione della carta ed i<br />

dati. E’ inoltre presente nella nota una sezione interessantissima che<br />

illustra le rappresentazioni cartografiche idrogeologiche di Roma nel<br />

corso del tempo.<br />

Carta Idrogeologica di Roma<br />

Nota illustrativa<br />

(Fonte: ISPRA)<br />

Topcon rilancia nel BIM e Virtual Design &<br />

Construction con la partecipazione in Viasys<br />

Topcon Positioning Group ha annunciato di avere acquisito un<br />

numero significativo di quote della Viasys VDC, con sede in<br />

Finlandia, azienda impegnata nel settore del BIM e dei modelli<br />

virtuali per la progettazione ed il cantiere.<br />

Viasys VDC ha sviluppato una serie completa di strumenti<br />

e servizi per assistere gli utenti nella realizzazione di modelli<br />

Virtual Design e Construction (VDC) per progetti di infrastrutture<br />

e cantieri. Utilizzando tecnologie all’avanguardia di<br />

building information modeling (BIM), le sue soluzioni creano<br />

modelli VDC che ottimizzano il processo di costruzione per<br />

tutto il ciclo di vita del progetto, dando luogo a una qualità più<br />

elevata, efficienze migliori e costi ridotti.<br />

“Le soluzioni VDC di Viasys consentono di importare praticamente<br />

qualsiasi modello di progetto BIM o non BIM, offrendo<br />

una interoperabilità diretta, con standard di open design attualmente<br />

sul mercato, il che offre all’appaltatore o all’ingegnere<br />

il pieno controllo e visibilità di tutto il progetto per tutta la<br />

sua durata”, ha dichiarato Heikki Halttula, CEO e presidente<br />

della Viasys VDC Ltd. “Con strumenti avanzati di simulazione<br />

e funzioni di comunicazione, è possibile individuare eventuali<br />

problemi legati al progetto, prima che inizino i lavori effettivi, o<br />

in qualsiasi momento durante il processo.”<br />

Un’accurata simulazione 5D consente un’ottimale pianificazione<br />

ed esecuzione. Altre caratteristiche significative includono<br />

funzioni di collaborazione basate sul cloud, oltre all’accesso mobile<br />

a modelli e informazioni sul cantiere.<br />

Attualmente Topcon offre varie soluzioni BIM e di gestione<br />

remota dei cantieri / soluzioni di visibilità rivolte ai numerosi<br />

mercati serviti da Viasys VDC. “Adesso con il nostro investimento<br />

in Viasys VDC, siamo diventati partner del leader tecnologico<br />

che ci permette così di offrire una piattaforma più ampia<br />

per la generazione futura di soluzioni VDC Topcon avanzate<br />

con interoperabilità BIM diretta per i nostri partner e clienti,”<br />

ha affermato Ewout Korpershoek, vice presidente esecutivo di<br />

Topcon per le fusioni e le acquisizioni.<br />

“Avere stretto questa partnerhip con Topcon è un passo avanti<br />

entusiasmante per continuare a sviluppare le nostre avanzate<br />

soluzioni VDC leader nel settore, espandendo al contempo la<br />

loro portata ad un pubblico globale,” ha dichiarato Halttula.<br />

“Con uffici Viasys VDC in Finlandia, California e Vietnam,<br />

siamo anche ben posizionati geograficamente per lavorare a diretto<br />

contatto con attività esistenti di Topcon in Europa, Nord<br />

America e Asia.”<br />

Oltre a una serie completa di soluzioni BIM per la forza lavoro<br />

che opera sul campo, Viasys VDC offre una soluzione operativa<br />

della gestione patrimoniale come base per la manutenzione a<br />

vita di progetti gestiti da VDC.<br />

Per conoscere meglio le soluzioni VDC per il BIM di Viasys<br />

guarda il video.<br />

(Fonte: Topcon Positioning Italia)<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

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FREE*<br />

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LONDON • UK 24 – 25 MAY<br />

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The geospatial event for everyone<br />

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geospatial information.<br />

Including: GIS data capture, laser scanning,<br />

photogrammetry, UAV’s, remote sensing, GPS<br />

and satellite positioning, cartography, GIS and<br />

mapping based applications, 3D modelling<br />

and visualisation, surveying equipment<br />

and services.<br />

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#geobiz<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 41


MERCATO<br />

Evoluzione delle<br />

tecnologie, cosa<br />

vedremo nel 2016<br />

Città intelligenti, architetture<br />

software ibride, stormi di droni,<br />

piccoli satelliti per l’imaging<br />

e sistemi per il 3D sono<br />

gli argomenti più discussi al<br />

momento e siamo certi che<br />

se ne continuerà a parlare nel<br />

2016. Il momento che stiamo<br />

vivendo vede la tecnologia evolversi<br />

così velocemente da far considerare obsolete le innovazioni la cui<br />

realizzazione non segue immediatamente la fase progettuale, come nel<br />

caso dei satelliti.<br />

Ad esempio nel mentre l’Europa ha progettato e iniziato a mettere in<br />

opera il sistema di posizionamento Galileo, i cinesi hanno progettato e<br />

portato a conclusione il loro sistema Beidou stringendo anche accordi<br />

operativi con il GLONASS russo per una interoperabilità congiunta.<br />

L’Europa ha appena lanciato il 12esimo satellite dei 30 necessari con<br />

una previsione di conclusione del sistema per il 2020, momento in<br />

cui i primi satelliti lanciati probabilmente saranno già obsoleti prima<br />

ancora di essere diventati operativi.<br />

E’ partito il progetto Copernicus, sempre europeo, per mettere in orbita<br />

8 satelliti e in due anni ne son partiti 2, se va tutto bene aspetteremo<br />

6 anni per l’operatività.<br />

Nel frattempo è maturata la nuova tecnologia dei nano-satelliti che<br />

sta offrendo prestazioni interessanti sia per i costi che per i tempi di<br />

realizzazione.<br />

“Sono finiti i giorni in cui si aspettavano 7-10 giorni per un satellite per<br />

poter rivisitare e raccogliere una nuova immagine su una posizione sulla<br />

Terra. Oggi, stormi di piccoli satelliti poco onerosi acquisiscono immagini<br />

di tutta la Terra molte volte al giorno”. Sia DARPA che NASA<br />

stanno progettando di lanciare più satelliti di imaging. La rivista Fortune<br />

(http://fortune.com/<strong>2015</strong>/08/04/small-satellites-newspace/) discute<br />

questa tendenza in un recente articolo.<br />

Per i droni, abbiamo appena assistito ad una esplosione ed un entusiasmo<br />

incredibile dovuto ad una tecnologia che ci consente di osservare<br />

dall’alto la Terra (c’è chi parla delle nuove possibilità del mezzo<br />

per il telerilevamento come se la fotogrammetria aerea non fosse mai<br />

esistita). Il problema vero è cominciare a vedere come minimizzare i<br />

danni che produrranno nel prossimo futuro per l’uso possibile da parte<br />

di operatori poco competenti che potrebbero realizzare elaborati 3D<br />

senza alcuna conoscenza dei metodi necessari a rimediare al basso livello<br />

di approssimazione del mezzo. Per fortuna la pregressa esperienza<br />

nell’operatività assistita da capitolati, norme e specifiche del settore aerofotogrammetrico<br />

verrà in aiuto.<br />

Per le architetture software ibride: “Mentre l’open source continua a<br />

guadagnare slancio, molte organizzazioni ancora sfruttano i loro investimenti<br />

in software e sistemi proprietari”, scrive Anthony Calamito<br />

su Geospatial solutions. “Costruire una piattaforma ibrida può aiutare<br />

le aziende a ridurre i rischi e aggiungere valore evitando blocchi da<br />

singoli vendor, riducendo i costi legati alle licenze e promuovendo l’interoperabilità<br />

con il software esistente.”<br />

Altre tendenze includono i dati in streaming (tanto utili alla gestione<br />

delle sempre più complesse nuvole di punti 3D) e l’Internet Of Things,<br />

che stanno portando a “città intelligenti” - “quelle città in cui i loro governi<br />

hanno massimizzato la raccolta dei dati, il data mining e le analisi<br />

basate sui dati per il miglioramento dei loro cittadini” come citato nella<br />

rivista Forbes (http://www.forbes.com/sites/bernardmarr/<strong>2015</strong>/05/19/howbig-data-and-the-internet-of-things-create-smarter-cities/)<br />

la quale crede che<br />

’smart city’ è un termine che sta per essere udito molto di più negli<br />

anni a venire, in quanto si pensa che entro il 2020 si spenderanno<br />

$400.000.000.000 all’anno per la loro costruzione.<br />

(Autore: Renzo Carlucci)<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 43


SMART CITIES<br />

Smart cities<br />

or dumb cities?<br />

Cittadini sensori e<br />

citizen science<br />

di Beniamino Murgante e<br />

Giuseppe Borruso<br />

Questa rubrica ha ospitato<br />

in varie occasioni un approccio<br />

piuttosto critico alle<br />

Smart Cities nell’accezione<br />

di contesti urbani che diventano<br />

intelligenti grazie<br />

ad uno strato tecnologico<br />

di app e di sensori, nei casi<br />

in cui venga poco integrato<br />

con altre iniziative e politiche<br />

di pianificazione urbana<br />

o economica, o realizzato ‘a<br />

spot’ e senza un vero e proprio<br />

progetto di manutenzione<br />

e sviluppo. Una delle<br />

nostre riserve si è diretta<br />

verso sistemi fortemente<br />

centralizzati di gestione degli<br />

aspetti più tecnologici<br />

di una ‘Smart City’, spesso<br />

venduti da parte di un fornitore<br />

di hardware e software<br />

in pacchetti ‘pronto all’uso’<br />

in una formula che ha la presunzione<br />

di andar bene per<br />

ogni contesto, e spesso con<br />

un’impostazione da ‘grande<br />

fratello’ che tutto controlla<br />

sulla città.<br />

Le nostre considerazioni si<br />

sono di frequente indirizzate<br />

verso gli interventi su ‘Smart<br />

Cities’ come parte integrante<br />

e integrata di politiche<br />

di pianificazione a livello<br />

urbano, in cui il ruolo delle<br />

istituzioni e, in particolar<br />

modo, dei cittadini diventa<br />

importante e determinante<br />

nell’evidenziare elementi<br />

che sarebbero sfuggiti all’occhio<br />

di un ‘grande fratello’ o<br />

semplicemente nel far riflettere<br />

su degli aspetti su cui la<br />

complessa macchina urbana<br />

potrebbe non aver considerato<br />

in tutte le sfaccettature.<br />

I cittadini, come evidenziato<br />

in altre occasioni su queste<br />

pagine, rappresentano uno<br />

dei ‘pilastri’ delle Smart<br />

Cities in quanto ‘sensori’ urbani<br />

(Murgante e Borruso,<br />

2013) in grado di recepire<br />

input e osservazioni dal proprio<br />

ambiente, possibilmente<br />

aiutati da tecnologie ormai<br />

alla portata di tutti (per<br />

esempio smartphones) e da<br />

un’ampia disponibilità di<br />

dati, auspicabilmente di origine<br />

pubblica (open data).<br />

Se il ruolo dei cittadini è già<br />

presente in molte delle azioni<br />

legate alla pianificazione,<br />

diverso e più recente è quello<br />

di parte attiva nei processi<br />

di citizen science urbana e di<br />

raccolta di dati di interesse a<br />

livello urbano e la loro successiva<br />

analisi e commento<br />

assieme a studiosi, ricercatori<br />

e decisori finali.<br />

Nella citizen science i cittadini<br />

diventano, secondo<br />

vari livelli di partecipazione<br />

e coinvolgimento, consapevolmente<br />

in grado di<br />

raccogliere o di elaborare<br />

dati di interesse per una<br />

certa comunità scientifica<br />

di riferimento. È questo un<br />

concetto ormai generalmente<br />

accettato, in cui, come<br />

ricorda Lewenstein in un<br />

Fig.1 - Attività di mobile data collection e citizen science in occasione della<br />

manifestazione scientifica TriesteNext.<br />

Fig. 2 - Attività di raccolta dati durante il laboratorio LabAc di<br />

accessibilità urbana.<br />

articolo del 2004, si possono<br />

riscontrare diverse tipologie<br />

di partecipazione di personale<br />

non strettamente scientifico.<br />

I ‘cittadini scienziati’<br />

possono sia contribuire alla<br />

raccolta di dati secondo specifici<br />

protocolli scientifici<br />

nella fase di utilizzo e interpretazione<br />

dei dati, sia essere<br />

coinvolti in processi decisionali<br />

aventi componenti tecniche<br />

o scientifiche. La citizen<br />

science, sempre secondo<br />

Lewenstein, è anche il coinvolgimento<br />

dei ricercatori e<br />

degli scienziati nei processi<br />

democratici e di decisione<br />

delle politiche. Nella pratica,<br />

si è trovata applicazione<br />

soprattutto in campi quali<br />

la botanica, o l’osservazione<br />

dello spazio, o ancora altri<br />

campi in cui ‘cittadini curiosi’<br />

contribuiscono, con strumenti<br />

amatoriali, a ottenere<br />

dati, indizi e informazioni<br />

che poi si rivelano utili agli<br />

scienziati ‘ufficiali’.<br />

Haklay (2013) considerando<br />

la cooperazione dei<br />

cittadini, distingue quattro<br />

livelli di citizen science dove<br />

il crowdsourcing è il livello<br />

più basso e il più alto livello<br />

è un tipo di scienza collaborativa,<br />

dove i cittadini possono<br />

avere la responsabilità<br />

di definire i problemi e<br />

ricercare possibili soluzioni.<br />

Questo concetto<br />

si sposa con quelli<br />

più ‘geografici’ della<br />

VGI (Volunteered<br />

Geographic Information),<br />

quell’Informazione<br />

Geografica Volontaria che<br />

oggi è possibile grazie a<br />

smartphone e tablet dotati<br />

di ricevitori di posizionamento<br />

satellitare (GPS) e<br />

app collegate.<br />

Il concetto di citizen science<br />

ha avuto ancora relativamente<br />

poche applicazioni<br />

di tipo urbano, ma in un<br />

contesto di Smart City e cittadini<br />

sensori presenta delle<br />

potenzialità notevoli e interessanti<br />

soprattutto nel ruolo<br />

che la cittadinanza può<br />

avere nel raccogliere dati e<br />

informazioni ‘dal basso’, in<br />

cui viene coniugato l’interesse<br />

per una partecipazione<br />

attiva con la disponibilità di<br />

strumentazione tecnologica,<br />

generalmente a costo ridotto.<br />

Abbiamo già riportato<br />

come, su queste colonne,<br />

siano possibili ed efficaci<br />

esempi ‘attivi’ di coinvolgimento<br />

di gruppi di utenti<br />

in azioni di mappatura e<br />

realizzazione cartografica<br />

bottom-up (per esempio<br />

attraverso la piattaforma<br />

OpenStreetMap) secondo<br />

un approccio ‘neogeografico’,<br />

nonché con l’utilizzo di<br />

social networks e media per<br />

la segnalazione in tempo reale<br />

di determinati episodi o<br />

manifestazioni che si verificano<br />

nelle città (e non solo).<br />

Esperienze recenti hanno<br />

coinvolto gli scriventi nella<br />

realizzazione di progetti di<br />

monitoraggio di fenomeni<br />

urbani utilizzando l’infor-<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


SMART CITIES<br />

mazione geolocalizzata: in<br />

contesto triestino sono infatti<br />

stati sviluppati sistemi<br />

di mobile data collection su<br />

smartphones e tablet per acquisire<br />

dati su alcuni aspetti<br />

legati alla città. Utilizzando<br />

la piattaforma GeoODK<br />

(Borruso e Defend, 2016) e<br />

dispositivi mobili Android,<br />

gruppi addestrati di utenti<br />

hanno raccolto dati o coordinato<br />

le attività di acquisizione<br />

in alcuni progetti, quali la manifestazione<br />

Trieste Next e in<br />

occasione del Laboratorio di<br />

Accessibilità Urbana (LabAc).<br />

Nel primo caso, salone della<br />

ricerca scientifica svoltasi<br />

a Trieste a fine settembre<br />

<strong>2015</strong>, un gruppo di studenti<br />

dell’Università di Trieste è<br />

stato addestrato all’utilizzo<br />

dell’app GeoODK installata<br />

su smartphone per raccogliere<br />

dati sulle presenze alla manifestazione,<br />

sull’accessibilità<br />

urbana e, inoltre, sulle parti<br />

della città attive nei periodi di<br />

‘movida’ (quest’ultimo un progetto<br />

più ampio portato avanti<br />

nel corso di alcuni mesi: si<br />

veda Borruso e Defend <strong>2015</strong>).<br />

Nel caso del Laboratorio di<br />

Accessibiltà Urbana, realizzato<br />

in collaborazione tra<br />

Università e Provincia di<br />

Trieste in novembre <strong>2015</strong>, c’è<br />

stato un più ampio laboratorio,<br />

ancora in corso, inerente<br />

l’analisi dell’accessibilità di alcune<br />

aree campione della città<br />

per la popolazione con disabilità.<br />

Qui delle schede tecniche<br />

e qualitative sono state<br />

predisposte per esaminare con<br />

attenzione ostacoli e dotazioni<br />

infrastrutturali a misura di<br />

disabile (presenti o assenti)<br />

assieme a dei gruppi di utenti<br />

e di tecnici, che sono stati in<br />

grado, tramite smartphone e<br />

l’app GeoODK di compilare<br />

report con diverse informazioni,<br />

descrizioni e corredandoli<br />

di immagini (Figura 2).<br />

Tali attività, soprattutto momenti<br />

di test di metodologie<br />

di raccolta dati e di partecipazione<br />

"dal basso", sono andate<br />

a costituire dei primi database<br />

pilota per analisi di criticità<br />

urbane.<br />

Le attività citate hanno riguardato<br />

il ricorso a una combinazione<br />

di studiosi addestrati e<br />

competenti nell'uso delle tecnologie<br />

mobili e nelle problematiche<br />

urbane affiancati ad<br />

un ruolo di guida e di "mentoring"<br />

di altri cittadini, animati<br />

da curiosità e intento di partecipazione<br />

civica nell'affrontare<br />

questioni di carattere urbano.<br />

Il punto di forza riguarda proprio<br />

la combinazione e il lavoro<br />

fianco a fianco di personale<br />

esperto e non esperto, e nel<br />

positivo coinvolgimento ed<br />

"effetto contagio" di quest'ultima<br />

componente, via via potenzialmente<br />

più interessata<br />

ad applicarsi attivamente su<br />

problematiche urbane.<br />

Dall'altra parte, ciò costituisce<br />

altresì una limitazione nel<br />

raggiungere un'ampia partecipazione:<br />

pur nella semplicità<br />

del funzionamento delle App<br />

di Mobile Data Collection,<br />

il coinvolgimento attivo dei<br />

cittadini non è sempre immediato<br />

e automatico e segue<br />

spesso logiche e modalità di<br />

funzionamento non prevedili<br />

da parte dello studioso o del<br />

pianificatore.<br />

Una corretta pianificazione<br />

e investimento in progetti di<br />

coinvolgimento attivo della<br />

cittadinanza, nonché di "cultura"<br />

nella gestione e acquisizione<br />

di informazioni sulla e<br />

per la città, sarebbero pertanto<br />

necessarie per implementare<br />

efficacemente il "pilastro"<br />

della Smart city costituito dai<br />

Cittadini Sensori.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Borruso G. e Defend V. (<strong>2015</strong>) Mapping a city’s activity. A project of volunteered geographic information using mobile mapping collection,<br />

Eurocarto <strong>2015</strong> http://eurocarto.org/wp-content/uploads/<strong>2015</strong>/09/8_6_ppt.pdf<br />

Borruso G. e Defend V. (2016) Raccolta dati per tutti: GeoODK e smartphones per sensori urbani (parte I) http://blog.spaziogis.it/2016/01/21/<br />

raccolta-dati-per-tutti-geoodk-e-smartphones-per-sensori-urbani-parte-i/<br />

European Union. (2014). From Citizen Science to Do It Yourself Science. Luxembourg: Publications Office of the European Union: JRC Science and<br />

Policy Reports. http://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/bitstream/JRC93942/ldna27095enn.pdf Accessed on 27 January 2016<br />

Geographical Open Data Kit http://geoodk.com/ accessed on 30 January 2016<br />

Goodchild M (2007), Citizens as Sensors: The World of Volunteered Geography, GeoJournal 69(4), pp. 211-221.<br />

Graham M. (2009), NeoGeography and Web 2.0: concepts, tools and applications, “Journal of Location Based Services” Special Issue:<br />

NeoGeography, pp. 118-145<br />

Haklay M. (2013) Neogeography and the Delusion of Democratisation, Environ Plan A January 2013 vol. 45 no. 1 55-69<br />

Lewenstein B, (2004) What does citizen science accomplish, Cornell’s digital repository https://ecommons.cornell.edu/<br />

handle/1813/37362?show=full<br />

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Murgante B., Borruso G. (2013) “Cities and Smartness: A Critical Analysis of Opportunities and Risks” Lecture Notes in Computer Science vol.<br />

7973, pp. 630–642. Springer-Verlag, Berlin Heidelberg. ISSN: 0302-9743, DOI:10.1007/978-3-642-39646-5_46<br />

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7973, pp. 630–642. Springer-Verlag, Berlin Heidelberg. ISSN: 0302-9743, DOI: 10.1007/978-3-642-39646-5_46<br />

Murgante B., Borruso G. (2014) “Smart City or Smurfs City” Lecture Notes in Computer Science vol. 8580, pp. 738–749. Springer International<br />

Publishing Switzerland DOI: 10.1007/978-3-319-09129-7_53<br />

Murgante B., Borruso G., (<strong>2015</strong>) “Smart Cities in a Smart World”, in Rassia S. and Pardalos P. (edited by), Future City Architecture for Optimal<br />

Living, Springer Verlag, Berlin, pp 13-35 DOI: 10.1007/978-3-319-15030-7_2 ISBN: 978-3-319-15029-1<br />

Neis, P., & Zielstra, D. (2014, January 27). Recent Developments and Future Trends in Volunteered Geographic Information. Tratto il giorno<br />

December 12, <strong>2015</strong> da MDPI: www.mdpi.com/journal/futureinternet<br />

Riesch H, Potter C. Citizen science as seen by scientists: Methodological, epistemological and ethical dimensions. Public Understanding of Science<br />

2014, 23(1): 107-120.<br />

Silvertown J. A new dawn for citizen science. Trends in Ecology & Evolution 2009, 24(9): 467-71. doi: 10.1016/j.tree.2009.03.017<br />

Stevens MLL, Vitos M, Altenbuchner J, Conquest G, Lewis J, Haklay M (2014) Taking Participatory Citizen Science to Extremes, IEEE Pervasive<br />

Computing 13 (2) 20-29 http://dx.doi.org/10.1109/MPRV.2014.37<br />

Trumbull DJ, Bonney R, Bascom D, Cabral A. Thinking scientifically during participation in a citizen-science project. Science Education 2000,<br />

84[2]:265-275<br />

Turner A. J. (2006), Introduction to Neogeography, O’ Reilly Media, Sebastopol, USA<br />

Turner A. J. (2007), Neogeography and GIS, GISDay 2007, University of Kansas, 16 novembre 2007-<br />

Tweddle JC, Robinson LD, Pocock MJ, Roy HE. Guide to citizen science: developing, implementing and evaluating citizen science to study biodiversity<br />

and the environment in the UK. Natural History Museum and NERC Centre for Ecology and Hydrology for UK-EOF 2012. www.ukeof.org.uk<br />

Warf B. e Sui D. (2010), From GIS to neogeography: ontological implications and theories of truth, “Annals of GIS”, 16 (4), pp. 197-209.


MERCATO OPPORTUNITIES IN EUROPE<br />

Infoday per il programma<br />

Fundamental<br />

Elements della<br />

GSA<br />

ll prossimo 8 marzo a<br />

Praga, quartier generale<br />

della GSA, si terrà<br />

il primo Info Day per<br />

il programma "Fundamental<br />

Elements". L'agenzia<br />

GNSS europea<br />

(GSA) con questo programma<br />

lancia il supporto<br />

R&D per il progresso<br />

delle tecnologie<br />

europee GNSS relativi<br />

ai chipset e ai ricevitori.<br />

Il fine principale è di<br />

consentire l'adozione<br />

di servizi alimentati<br />

attraverso Galileo e<br />

EGNOS e la GSA si<br />

augura che attraverso<br />

il programma Fundamental<br />

Elements saranno<br />

sviluppati chipset<br />

che abilitino ricevitori<br />

Galileo.<br />

Questo programma<br />

'Fundamental Elements"<br />

sostiene le attività<br />

da svolgere nel periodo<br />

<strong>2015</strong>-2020 con<br />

un budget previsto di<br />

100 milioni di euro.<br />

Il programma è parte<br />

di una strategia globale<br />

di iniziative di assorbimento<br />

del mercato guidato<br />

dalla GSA ai sensi<br />

del regolamento UE.<br />

L'obiettivo principale<br />

del programma è quello<br />

di facilitare lo sviluppo<br />

di applicazioni in diversi<br />

settori dell'economia<br />

e promuovere lo sviluppo<br />

degli elementi fondamentali<br />

in materia<br />

di EGNOS e Galileo,<br />

compresi i chipset e ricevitori<br />

abilitati Galileo.<br />

Fundamental Elements<br />

integra il programma<br />

di ricerca della EU<br />

Horizon 2020. Mentre<br />

H2020 mira a favorire<br />

l'adozione di Galileo<br />

e EGNOS tramite<br />

contenuti e lo sviluppo<br />

di applicazioni, i<br />

progetti Fundamental<br />

Elements si concentreranno<br />

sul sostegno allo<br />

sviluppo di tecnologie<br />

dei chipset e ricevitori<br />

innovativi. I progetti<br />

H2020 si concentrano<br />

sull'integrazione dei<br />

servizi forniti da Galileo<br />

e EGNOS in dispositivi<br />

e la loro commercializzazione.<br />

Si forniranno due tipi<br />

di finanziamento: sovvenzioni<br />

e appalti. Le<br />

sovvenzioni saranno<br />

dotate di finanziamenti<br />

attualmente<br />

previsti fino al 70%<br />

del valore totale della<br />

convenzione.I diritti di<br />

proprietà intellettuale<br />

rimarranno con il beneficiario<br />

a condizione<br />

che il prodotto sviluppato<br />

sia rivolto alla<br />

commercializzazione.<br />

Nel caso delle sovvenzioni,<br />

la GSA pubblica<br />

due piani annuali di<br />

sovvenzione, uno per<br />

EGNOS e un'altro per<br />

Galileo. Questi piani<br />

indicano le sovvenzioni<br />

previste da assegnare<br />

ogni anno. I contributi<br />

sono indicati in questi<br />

piani e possono essere<br />

consultati prima della<br />

pubblicazione dell'invito<br />

a presentare proposte.<br />

I piani annuali di<br />

sovvenzione includono<br />

una breve descrizione<br />

dei progetti e il bilancio<br />

indicativo con i tempi.<br />

La forma in Appalto<br />

sarà usata solo nei<br />

casi in cui mantenere i<br />

diritti di proprietà intellettuale<br />

consente il<br />

migliore raggiungimento<br />

degli obiettivi del<br />

programma. Ad esempio,<br />

per dare licenza a<br />

diversi potenziali produttori<br />

piuttosto che<br />

creare una situazione di<br />

monopolio. In questo<br />

caso i progetti saranno<br />

finanziati al 100%. Informazione<br />

preventiva<br />

sugli Annunci, nonché<br />

le offerte attuali, sono<br />

disponibili sul sito web<br />

GSA e Gazzetta ufficiale<br />

dell'Unione europea.<br />

(Fonte: GSA)<br />

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46 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


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<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 47


MERCATO GI IN EUROPE<br />

Multilinguismo<br />

ed impegno continuo<br />

nella GI per<br />

il cittadino<br />

di Mauro Salvemini<br />

Ho sempre ritenuto<br />

e predicato (sic!) che<br />

il multilinguismo e la<br />

continuità nelle competenze<br />

impiegate sono<br />

necessari per assicurare<br />

il successo dei piani e<br />

dei programmi soprattutto<br />

nella pubblica<br />

amministrazione.<br />

Per la informatica e la<br />

GI esse si sono dimostrate<br />

fondamentali e<br />

giusto per citare, qualcosa<br />

circa la continuità,<br />

in Europa nelle conferenze<br />

INSPIRE ed<br />

ancor prima in quelle<br />

EC-GIS si incontrano<br />

da più lustri le stesse<br />

persone provenienti da<br />

pubbliche amministrazioni<br />

dei paesi membri.<br />

Cosa che non è stato<br />

per l’Italia. La Provincia<br />

autonoma di Bolzano<br />

conferma la mia<br />

ipotesi ed è un esempio<br />

eccellente di come il<br />

trilinguismo ed il quadrilinguismo<br />

(dato che<br />

l’inglese viene spesso<br />

preferito all’italiano<br />

ed al tedesco come avviene<br />

presso la Libera<br />

Università di Bolzano)<br />

e la continuità di impegno<br />

nella GI e sue<br />

applicazioni da parte<br />

di funzionari della<br />

Provincia da decenni<br />

impegnati nello stesso<br />

settore, e mi riferisco<br />

in particolare a Ivo Planoetscher,<br />

sia vincente<br />

per il progresso della<br />

cultura, della tecnologia<br />

e del funzionamento<br />

della PA verso il<br />

cittadino.<br />

Applicando al meglio<br />

il principio che il multilinguismo<br />

facilita<br />

la comprensione del<br />

linguaggio esigendo la<br />

chiarezza della esposizione<br />

(avete mai provato<br />

a tradurre in inglese<br />

un lungo periodo in<br />

italiano che contenga<br />

un certo numero di<br />

frasi subordinate!) il<br />

portale http://geoportale.retecivica.bz.it/<br />

è chiaro, semplice e<br />

soprattutto immediato.<br />

Il geocatalogo svolge<br />

la funzione di visualizzatore<br />

che poi è la<br />

funzione principale<br />

che il “cittadino” (non<br />

esperto di GIS) desidera<br />

avere. Oltre a funzionare<br />

egregiamente è<br />

dotato di una sezione<br />

di domande e risposte<br />

http://dati.retecivica.<br />

bz.it/it/faq tra le più<br />

chiare che esistono in<br />

Italia da parte delle<br />

PA. Si evitano lungaggini<br />

descrittive in<br />

burocratese e si punta<br />

all’essenziale parlando<br />

direttamente all’utente.<br />

Il Geoportale Alto Adige<br />

è stato pubblicato a<br />

maggio del <strong>2015</strong> come<br />

primo passo nell’iniziativa<br />

open data dell’Alto<br />

Adige. Il secondo passo<br />

è stato poi fatto con<br />

la pubblicazione del<br />

Portale Open Data<br />

Alto Adige avvenuta<br />

a dicembre del <strong>2015</strong>.<br />

Il portale ora contiene<br />

sia dataset geografici<br />

(ottenuti e presentati<br />

mediante cooperazione<br />

applicativa con il Geoportale)<br />

che dataset<br />

non geografici. I 243<br />

dataset ad ora presenti<br />

nel portale open data<br />

rappresentano solo<br />

l’inizio di un processo<br />

che si protrarrà<br />

per i prossimi<br />

due anni. Come<br />

meta per<br />

il 2016 si<br />

intende raggiungere<br />

più di 400<br />

dataset pubblicati.<br />

La circostanza che<br />

non si sia privilegiato<br />

l’approccio a pubblicare<br />

Open Data per<br />

essere “alla moda” ma<br />

a mettere al servizio<br />

del cittadino un reale<br />

strumento di conoscenza<br />

e, perché no, di<br />

controllo del territorio<br />

appare chiaro ed è un<br />

merito. Il percorso del<br />

<strong>2015</strong> ha visto per il<br />

tramite dell’hackaton<br />

http://hackathon.<br />

bz.it/ “Hackathon<br />

Spring <strong>2015</strong>” la collaborazione<br />

con il “TIS<br />

innovation park”. In<br />

questo hackathon<br />

è stato proposto fra<br />

le altre cose anche il<br />

tema dei dati geografici<br />

aperti. Questa era<br />

una iniziativa dopo<br />

la pubblicazione del<br />

Geoportale Alto Adige<br />

che doveva contribuire<br />

a rendere il portale più<br />

popolare. Non per ultimo<br />

però la meta era<br />

quella di incentivare<br />

il più presto possibile<br />

dopo la pubblicazione<br />

48 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>


GI IN EUROPE<br />

del geoportale le piccole<br />

imprese e le start-up<br />

appunto per non fare<br />

perdere tempo a loro in<br />

quanto i “grandi” (es.<br />

TomTom, HERE, ecc.)<br />

non hanno aspettato<br />

un minuto dopo la<br />

pubblicazione a scaricarsi<br />

i dati rilasciati con<br />

rinuncia CC0.<br />

Purtroppo però i giovani<br />

presenti all’hackathon,<br />

riferisce a Ivo<br />

Planoetscher, non<br />

hanno reagito come da<br />

aspettative ed i risultati<br />

sono stati esigui.<br />

Hanno preferito, forse<br />

ignorando il tesoro di<br />

geodati offerti, concentrarsi<br />

su soluzioni<br />

software utilizzando<br />

dati di tipo diverso.<br />

Forse l’appuntamento<br />

dell’hackathon era<br />

troppo vicino alla data<br />

di pubblicazione del<br />

geoportale (quasi esattamente<br />

48 ore dopo).<br />

L’hackathon, conferma<br />

Ivo P., sarà comunque<br />

sempre uno dei nostri<br />

strumenti per portare<br />

conoscenza OpenGeoData<br />

alle SME locali.<br />

Esiste già la roadmap<br />

“Open Government<br />

Data 2016” che prevede<br />

in Sudtirolo anche<br />

per quest’anno una serie<br />

di iniziative OGD e<br />

naturalmente è incluso<br />

anche l’appuntamento<br />

con l’hackathon. Il percorso<br />

logico e strategico<br />

di Bolzano è nella<br />

figura con gli esagoni<br />

(vedi fig. 1) e sinora ci<br />

sono proprio riusciti a<br />

metterla in atto.<br />

Ma torniamo ai servizi<br />

offerti dal geoportale<br />

al cittadino “normale”.<br />

Io ho sempre detto<br />

che il servizio che il<br />

cittadino usa di più<br />

è quello toponomastico<br />

con l’indicazione<br />

del numero civico. Ma<br />

non solo il cittadino<br />

anche i servizi di emergenza<br />

e quelli per la<br />

sicurezza, tanto per citare<br />

qualcosa che oggi<br />

richiama molta attenzione.<br />

In Italia ancora<br />

non c’è un geoportale<br />

(almeno che io conosca<br />

e credetemi ho fatto<br />

delle ricerche per affermare<br />

ciò) che a scala<br />

provinciale o regionale<br />

rappresenti i numeri<br />

civici nella posizione<br />

nella quale si trova<br />

l’ingresso all’edificio<br />

(questo è importante<br />

ed essenziale!). Nel<br />

geoportale di Bolzano<br />

ci sono! Se abitassi a<br />

via Sant’Osvaldo 89 a<br />

Bolzano sarei tranquillo<br />

sapendo che in caso<br />

di emergenza l’autista<br />

del mezzo soccorritore<br />

che per caso si trovasse<br />

davanti al n. 75 può<br />

vedere sulla mappa che<br />

c’è un bel tratto per<br />

raggiungere il civico<br />

89 e non perde tempo<br />

prezioso per essere da<br />

me.<br />

“Abbiamo georeferenziato<br />

praticamente<br />

tutti i numeri civici<br />

del Sudtirolo (sono ca.<br />

130.000), mi conferma<br />

Ivo P. . Sono stati digi<br />

talizzati dai comuni<br />

e vengono giornalmente<br />

aggiornati. Il<br />

tutto sotto la regia del<br />

Consorzio dei Comuni<br />

dell’Alto Adige. I punti<br />

rappresentano di regola<br />

l’esatto posizionamento<br />

del portone d’entrata<br />

all’edificio. Ora stiamo<br />

pensando di digitalizzare<br />

anche gli accessi,<br />

cioè il punto di accesso<br />

al portone collegato al<br />

grafo stradale. Questo<br />

ci permetterà di soddisfare<br />

tutta una serie di<br />

problematiche legate<br />

alla protezione civile e<br />

ad altri servizi.”<br />

Gli attuali numeri<br />

civici si trovano aggiornati<br />

sul geoportale:<br />

http://geocatalogo.<br />

retecivica.bz.it/ geokatalog/#!<br />

home&layer=<br />

4bd63aee-f735-4d01-<br />

a208-466871dada1d<br />

Per vedere in azione<br />

questo servizio si deve,<br />

per esempio, inserire<br />

il testo “via portici 52<br />

bolzano” o “bolzano<br />

portici 52 “ nella finestrella<br />

“Ricerca Luogo<br />

o indirizzo” che si trova<br />

in alto sopra la finestra<br />

cartografica del geocatalogo<br />

http://geocatalogo.retecivica.bz.it<br />

.<br />

Sarà a causa del multilinguismo<br />

, sarà a causa<br />

di una attenta utilizzazione<br />

delle risorse<br />

pubbliche, sarà a causa<br />

della continuità professionale,<br />

ci saranno forse<br />

altre cause favorevoli<br />

comunque sia siamo in<br />

presenza di una<br />

eccellenza.<br />

ABSTRACT<br />

The three-lingual Italian province of<br />

Bolzano- Bozen may be addressed as an european<br />

excellence for publishing open geo<br />

data and for running a geoportal which has<br />

an easy and user oriented interface.<br />

The Province is active also in fostering<br />

parallel and complementary activities such<br />

as Hackaton and involvement of local and<br />

European SMEs. The geoportal which runs<br />

in Italian and German is representing the<br />

street number of all buildings , this facilitates<br />

not only the administrative control<br />

of the territory but enables the citizens to<br />

use a fundamental location service, that<br />

GOOGLE Maps does not give , and facilitates<br />

all public services running.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

http://dati.retecivica.bz.it<br />

http://dati.retecivica.bz.it/it/info<br />

http://dati.retecivica.bz.it/it/<br />

faq#sezione18<br />

https://www.facebook.com/opendata.<br />

southtyrol/<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 49


AGENDA<br />

2-4 Febbraio 2016<br />

TUSExpo 2016<br />

The Hague<br />

www.geoforall.it/k3y3x<br />

2-4 Febbraio 2016<br />

Scatterometer Science<br />

Conference 2016<br />

Noordwijk<br />

www.geoforall.it/k3y63<br />

4 Febbraio 2016<br />

ICT e Geoscienze<br />

gestione dei rischi naturali<br />

e delle emergenze<br />

Milano<br />

www.geoforall.it/ka344<br />

10-12 Febbraio 2016<br />

Amsterdam<br />

GIM International Summit<br />

www.geoforall.it/k38cy<br />

15-17 Marzo 2016<br />

Santa Cruz de Tenerife (Spain) -<br />

2016 Conference on Big Data<br />

from Space<br />

www.geoforall.it/k3ypx<br />

30 Marzo-1 Aprile 2016<br />

3rd Joint International<br />

Symposium on Deformation<br />

Measurements, JISDM<br />

Vienna (Austria)<br />

www.geoforall.it/k3ydf<br />

13-15 aprile 2016<br />

X° GIS-Forum<br />

Mosca (Russia)<br />

www.geoforall.it/k3cw6<br />

26-27 Aprile 2016<br />

GISTAM 2016<br />

Roma<br />

www.geoforall.it/k3hd4<br />

28 Aprile 2016<br />

Castel Gandolfo (RM)<br />

FORUM<br />

TECHNOLOGYforALL<br />

Field Workshop<br />

www.technologyforall.it<br />

3-5 Maggio 2016<br />

Big Data 2016<br />

Alicante<br />

www.geoforall.it/k3y6r<br />

17-18 Maggio 2016<br />

Rome<br />

FORUM<br />

TECHNOLOGYforALL<br />

Conference<br />

www.technologyforall.it<br />

24-25 Maggio 2016<br />

Geo Business 2016<br />

London<br />

www.geoforall.it/k3y39<br />

20-24 Giugno 2016<br />

36th EARSeL Symposium<br />

Bonn<br />

www.geoforall.it/k3ypr<br />

22-24 Giugno<br />

VIII CONVEGNO AIT<br />

Associazione Italiana di<br />

telerilevamento<br />

Palermo<br />

www.geoforall.it/k3c94<br />

12-19 Luglio 2016<br />

23rd ISPRS Congress<br />

Praga<br />

www.geoforall.it/k3fcd<br />

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visione globale ed integrata dell’intera infrastruttura di rete. In questo modo hai a disposizione uno strumento<br />

di business intelligence geografica centralizzato, da cui puoi estrarre tutti i report, gli schemi e i documenti<br />

necessari a progettare, costruire, sviluppare e gestire la tua rete nel modo più efficace possibile.<br />

FiberManager® mette a fattor comune la piattaforma GIS leader nel mondo con il modello dati e le funzionalità<br />

smart implementate da una community network di aziende di telecomunicazioni operanti in vari paesi nel<br />

mondo.<br />

FiberManager® è una verticalizzazione della suite ArcFM® di Schneider Electric, di cui Sinergis è rivenditore<br />

esclusivo in Italia.<br />

www.sinergis.it


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Anche nelle condizioni atmosferiche più avverse,<br />

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