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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 6/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
LiDAR<br />
Nov/Dic <strong>2015</strong> anno XIX N°6<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
Nascita, Evoluzione<br />
e Rivoluzione della<br />
Fotogrammetria<br />
Progetto Destination<br />
in Lombardia<br />
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del sottosuolo e dei fondali marini.<br />
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georadar, sismica, geoelettrica,<br />
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> Rappresentazione<br />
dei fondali e delle coste<br />
Multibeam, SideScanSonar,<br />
SubBottom Profiler.<br />
Photo: Sophie Hay<br />
> Vulcanologia<br />
e Monitoraggio sismico<br />
sismometri, gravimetri,<br />
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> Monitoraggio ambientale<br />
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Tecnologie per le Scienze della Terra
Topografia liquida e Fotogrammetria solida<br />
Il neologismo ricorrente relativo alla “musica liquida” ben si adatta a descrivere quello che sta<br />
succedendo nel posizionamento topografico ove gli strumenti analogici vengono soppiantati<br />
da flussi di onde radio ricevute e trattate da software sempre più intelligenti. La vecchia posizione<br />
determinata con angoli, distanze e calcoli fatti a mano sul quaderno è ora sostituita<br />
da un segnale radio trasmesso da satelliti e decodificato attraverso ricevitori e software adeguati.<br />
Il parallelo con la musica trasmessa in streaming, oggi non più registrata su supporti<br />
fisici quali i vinili, i nastri o i cd, ma convertita e trasmessa con segnali digitali gestiti da<br />
software evoluti, è quanto mai aderente.<br />
Nel recente workshop organizzato a Roma da Sogei, sul tema del posizionamento satellitare<br />
multi-costellazione, si è parlato molto di ricevitori GNSS virtuali, costituiti essenzialmente<br />
da software, anche Open Source, che stanno prendendo il posto delle classiche Reference<br />
Station per il posizionamento accurato. Il prof. Kai Borre dell’università di Samara a Mosca<br />
in Russia ha detto che dal locale laboratorio GNSS stanno scaturendo soluzioni software<br />
open che possono essere scaricate ed utilizzate su apparati hardware di grande semplicità. Il<br />
prof. Lachapelle invece ritiene che il futuro per i giovani che si avvicinano al mondo della<br />
geomatica sia quello dell’ingegneria meccanica ed elettrotecnica. Qualcuno invece pensa che<br />
il topografo del domani sarà sempre più accostabile ad un radioamatore.<br />
La mutazione del processo di determinazione della posizione negli ultimi decenni è impressionante,<br />
ma lo è anche il ritorno ciclico di modalità e di riferimenti, come ad esempio<br />
la modalità analitica della fotogrammetria che ha vissuto il suo primo periodo passato per<br />
l’analogico e infine ritornando ad essere analitica, nel momento in cui calcoli complessi potevano<br />
finalmente essere realizzati in breve tempo con l’uso di potenti calcolatori. Ma anche<br />
il calcolo delle coordinate con camere fotografiche astronomiche che riprendevano le posizioni<br />
delle stelle nello spazio rispetto alla Terra è oggi invece tratto dalla posizione derivata<br />
da quella di satelliti orbitanti nello spazio esterno all’atmosfera terrestre.<br />
Tutto ciò facilita il compito del rilevatore e consente di realizzare cose prima impossibili,<br />
però ha anche un grave effetto secondario che non possiamo fare a meno di considerare. Una<br />
tecnica si basa su una scienza, della quale bisogna conoscere limiti e applicabilità. Il fatto che<br />
tecnologie avanzate facilitino l’uso di tecniche di posizionamento e di descrizione del territorio<br />
va preso con le molle e andrebbe normato per evitare errori gravi dovuti alla mancanza<br />
di conoscenza di limiti e ambiti di applicazione. Nel nostro mondo, ad esempio, un conto è<br />
fare fotografie dal cielo e un conto è fare aerofotogrammetria, quest’ultima fortunatamente<br />
ben sperimentata e normata da tempo per fornire descrizioni del territorio “sufficientemente<br />
accurate”. Si vedono usare software per restituzione da fotogrammi amatoriali di scarsa accuratezza<br />
solo perché il 3D è stato appena reso disponibile ad una base allargata di utenti. Ma<br />
chi potrà difendere tali posizioni dall’incompetenza dilagante che avanza?<br />
La Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia, che tra i suoi scopi principali ha proprio<br />
la difesa e divulgazione di queste materie, non dimentichi che la ricostruzione 3D a partire<br />
da immagini, non può essere altro che Fotogrammetria, esulando qualsiasi altro risultato ottenibile,<br />
anche in termini di modelli tridimensionali, dagli scopi scientifici delle due materie.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
In questo<br />
numero...<br />
Focus<br />
REPORTS<br />
Un modello<br />
per la gerarchizzazione<br />
del territorio mediante<br />
l’utilizzo di indicatori<br />
di sintesi. Applicazione<br />
alla Regione Lombardia<br />
6<br />
LE RUBRICHE<br />
26 IMMAGINE ESA<br />
di Antonio Davide Giudice,<br />
Fabio Borghetti, Paolo Gandini<br />
e Roberto Maja<br />
36 ASSOCIAZIONI<br />
38 MERCATO<br />
44 SMART CITY<br />
46 OPPORTUNITIES<br />
48 GI IN EUROPE<br />
14<br />
QUANTUM<br />
mutatus<br />
AB Illo!<br />
di Attilio Selvini<br />
50 AGENDA<br />
In copertina un'immagine<br />
del rilievo della Diga di<br />
Ridracoli. L'operatore e<br />
l'APR collaborano al rilievo<br />
dell'imponente struttura.<br />
Il Rilievo<br />
fotogrammetrico<br />
18<br />
con il Drone<br />
alla Diga di<br />
Ridracoli<br />
di Marco Barberini<br />
e Matteo Rubboli<br />
www.rivistageomedia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
24<br />
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Flytop 12<br />
GEObuisness 41<br />
Geogrà 25<br />
Geomax 52<br />
Gistam 43<br />
Hexagon S&I 39<br />
Planetek 37<br />
Progesoft 23<br />
Sinergis 51<br />
Sistemi Territoriali 17<br />
TECHNOLOGYforALL 35<br />
Teorema 50<br />
Topcon 47<br />
28<br />
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applicazioni<br />
con laser<br />
portatili<br />
I casi di FARO e<br />
GeoSLAM<br />
di Oreste Adinolfi, Cristina<br />
Bonfanti, Laura Mattioli e<br />
Nadia Guardini<br />
Un report<br />
dal Workshop<br />
IGAW2016 sul<br />
GNSS che fa<br />
riflettere sul<br />
futuro della<br />
geomatica<br />
di Renzo Carlucci<br />
32<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi,<br />
Luigi Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Flavio<br />
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Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
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Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
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Comunicazione e marketing<br />
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Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
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qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />
sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 30 gennaio <strong>2015</strong>.
FOCUS<br />
PROGETTO DESTINATION<br />
Un modello per la gerarchizzazione del territorio<br />
mediante l’utilizzo di indicatori di sintesi.<br />
Applicazione alla Regione Lombardia<br />
di Antonio Davide Giudice, Fabio Borghetti, Paolo Gandini e Roberto Maja<br />
Il lavoro di ricerca, che si inserisce all’interno<br />
del Progetto Strategico Interreg Italia – Svizzera<br />
DESTINATION, già affrontato in <strong>GEOmedia</strong> 2 2014,<br />
propone un modello per la gerarchizzazione di un<br />
territorio mediante l’utilizzo di indicatori in grado<br />
di rappresentare le zone interessate dalle criticità<br />
associate a un evento incidentale che coinvolge veicoli<br />
trasportanti merci pericolose.<br />
Fig. 1 - Esempio di applicazione del modello<br />
di gerarchizzazione, noti rischio sociale (Rs)<br />
e popolazione residente (POP).<br />
L’<br />
obiettivo del lavoro di<br />
ricerca consiste nell’implementazione<br />
di un<br />
modello in grado di gerarchizzare<br />
un territorio considerando<br />
il rischio associato al TMP su<br />
strada utilizzando indicatori di<br />
sintesi. La definizione di indicatori<br />
di sintesi consente la restituzione<br />
di informazioni di tipo<br />
grafico e/o numerico associate<br />
alle caratteristiche territoriali,<br />
attraverso le quali identificare<br />
eventuali azioni mitigative in<br />
funzione del tipo di utente che<br />
effettua l’analisi. Gli indicatori<br />
di sintesi sono caratterizzati da<br />
parametri che relazionano il<br />
rischio sociale e ambientale<br />
(o elementi parziali che compongono<br />
il rischio stesso) alle<br />
caratteristiche territoriali di<br />
tipo antropico, ambientale o<br />
infrastrutturale.<br />
Il modello è destinato a tutti i<br />
soggetti coinvolti nel processo<br />
decisionale della sicurezza<br />
relativo a questa tipologia di<br />
trasporto come ad esempio i<br />
pianificatori territoriali, gli addetti<br />
al TMP, i decisori politici,<br />
i gestori delle infrastrutture,<br />
gli addetti alle emergenze e i<br />
gestori delle Aziende a Rischio<br />
Incidente Rilevante - ARIR.<br />
Il modello, utilizzabile come<br />
strumento di supporto alle decisioni<br />
consente quindi di indentificare<br />
e pianificare interventi<br />
mitigativi di carattere gestionale<br />
e/o infrastrutturale da applicare<br />
in modo prioritario su specifiche<br />
porzioni di territorio.<br />
Tra le peculiarità del modello è<br />
possibile annoverare la scalabilità,<br />
la replicabilità e la versatilità.<br />
La scalabilità consente di<br />
eseguire analisi a qualsiasi scala,<br />
per esempio da quella nazionale<br />
a quella regionale o quella comunale;<br />
la replicabilità è associata<br />
alla possibilità di utilizzare<br />
il modello in qualsiasi territorio<br />
con differenti caratteristiche;<br />
infine, la versatilità consente<br />
di personalizzare il modello in<br />
funzione del contesto in cui si<br />
effettua l’analisi.<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />
Fig. 2 - Esempi dei livelli di scala cui è applicabile il modello.
Il trasporto delle merci<br />
pericolose su strada<br />
La valutazione e gestione del<br />
rischio connesso al trasporto<br />
di merci pericolose risulta ad<br />
oggi un problema di interesse<br />
strategico in quanto il danno<br />
sociale, comunque presente in<br />
caso di incidente tra veicoli, viene<br />
ulteriormente aggravato dalla<br />
pericolosità della merce trasportata,<br />
con potenziali conseguenze<br />
per persone, cose, flora e fauna,<br />
nonché possibili effetti di contaminazione<br />
dell’aria, delle falde,<br />
del suolo e sottosuolo.<br />
Tali eventi poi, sono caratterizzati<br />
oltre che dalle conseguenze<br />
immediate, quali le potenziali<br />
perdite di vite umane nell’area<br />
circoscritta l’incidente, anche da<br />
effetti su vasta scala e prolungati<br />
nel tempo, sia sull’uomo<br />
sia sull’ambiente. Si pensi, ad<br />
esempio, a un rilascio di sostanza<br />
inquinante nel sottosuolo in<br />
una zona di ricarica di una falda<br />
sotterranea o di approvvigionamento<br />
idrico (anche non potabile).<br />
Gli effetti di tale evento<br />
possono essere riscontrati anche<br />
a diverse centinaia di chilometri.<br />
Emerge pertanto l’esigenza<br />
di avere strumenti operativi in<br />
grado supportare processi decisionali<br />
integrati di sicurezza.<br />
Fig. 3 - Incidente stradale<br />
con coinvolgimento di sostanza<br />
pericolosa. (Direzione<br />
Regionale Vigili del Fuoco<br />
Lombardia).<br />
Indicatori di sintesi<br />
implementati<br />
Gli indicatori di sintesi sono<br />
stati implementati in funzione<br />
di parametri associati da un lato<br />
al rischio TMP, o alle sue componenti,<br />
e dall’altro a specifici<br />
elementi territoriali.<br />
All’interno del progetto<br />
DESTINATION è stato sviluppato<br />
un modello analitico di rischio<br />
associato al TMP che consente<br />
due formulazioni: rischio<br />
sociale R S<br />
(espresso in morti/<br />
km/anno) e rischio ambientale<br />
RA (m2 con danni/anno).<br />
equivalenti<br />
Le formulazioni elaborate, sia<br />
per l’ambito sociale sia per quello<br />
ambientale, sono conformi<br />
all’espressione classica del rischio<br />
che relaziona probabilità,<br />
esposizione e vulnerabilità.<br />
Il valore di rischio è stato stimato<br />
per ogni arco i-esimo avente<br />
lunghezza omogenea della rete<br />
stradale come segue:<br />
dove:<br />
R i<br />
= rischio per la collettività<br />
(sociale/ambientale) riferito<br />
all’arco i-esimo [morti/arco/<br />
anno][m2eq con danni/arco/<br />
anno]<br />
P is,i<br />
= pericolosità intrinseca della<br />
strada riferita all’arco i-esimo<br />
FOCUS<br />
[veicoli circolanti incidentati/<br />
arco/anno]<br />
P ADR,ij<br />
= probabilità che un incidente<br />
stradale coinvolga la<br />
j-esima sostanza ADR riferita<br />
all’arco i-esimo [veicoli ADR<br />
incidentati/veicoli circolanti<br />
incidentati]<br />
P sc,ijk<br />
= probabilità del k-esimo<br />
scenario incidentale con soglia<br />
e area di danno note che coinvolge<br />
la sostanza j-esima riferito<br />
all’arco i-esimo [eventi incidentali/veicoli<br />
ADR incidentati]<br />
F p,m<br />
= fattore di presenza/pesatura<br />
dell’m-esimo bersaglio<br />
potenzialmente esposto [AE<br />
presenti/AE esposti][m2eq/m2<br />
esposti]<br />
E ikm<br />
= m-esimo bersaglio potenzialmente<br />
esposto al k-esimo<br />
scenario incidentale con soglia<br />
e area di danno note (che coinvolge<br />
la sostanza j-esima) riferito<br />
all’arco i-esimo [AE esposti/<br />
evento incidentale][m2 esposti/<br />
evento incidentale]<br />
S km<br />
= suscettibilità dell’mesimo<br />
bersaglio potenzialmente<br />
presente al k-esimo scenario<br />
incidentale con area e soglia di<br />
danno note (che coinvolge la<br />
sostanza j-esima) [morti/AE presenti][m2eq<br />
con danni/m2eq]<br />
C ff,ikm<br />
= capacità di far fronte<br />
relativa all’m-esimo bersaglio potenzialmente<br />
esposto al k-esimo<br />
scenario incidentale con area e<br />
soglia di danno note (che coinvolge<br />
la sostanza j-esima) riferito<br />
all’arco i-esimo.<br />
Dove AE rappresenta gli<br />
Abitanti Equivalenti e veicoli<br />
ADR sono i veicoli che trasportano<br />
merci pericolose.<br />
RISCHIO FORMULAZIONI PARZIALI ELEMENTI TERRITORIALI<br />
Probabilità incidentale P INC<br />
Popolazione residente - POP<br />
Sociale - R S<br />
Ambientale - R A<br />
Danni sociali D SOC<br />
Danni ambientali D AMB<br />
Bersagli umani potenzialmente esposti E<br />
Estensione superficiale - SUP<br />
Rete stradale - ROAD<br />
Aziende a rischio incidente rilevante - ARIR<br />
Tab. 1 - Informazioni utilizzate per la definizione degli indicatori di sintesi.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 7
FOCUS<br />
FORMULAZIONE<br />
ANALITICA<br />
A partire dalla formula di valutazione<br />
del rischio, sono stati<br />
e<br />
indentificati all’interno del progetto<br />
18 indicatori di sintesi,<br />
relazionando le informazioni<br />
riportate in Tabella 1. Gli indicatori<br />
si riferiscono a uno specifico<br />
ambito contestuale (es.<br />
Comune, Provincia, Regione)<br />
sul quale si intende eseguire l’analisi.<br />
Di seguito sono illustrati<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />
DESCRIZIONE<br />
L’indicatore di sintesi mette<br />
in relazione il valore di rischio<br />
sociale (R S,i<br />
) stimato per ogni<br />
arco stradale e la popolazione<br />
(POP) presente in un territorio.<br />
In particolare, dopo aver<br />
definito l’ambito territoriale<br />
oggetto dello studio (es. comune<br />
o provincia) viene determinato<br />
il valore di rischio sociale<br />
(R S<br />
) come somma di tutti gli<br />
archi stradali che ricadono<br />
all’interno dell’area di studio.<br />
L’indicatore di sintesi è dato<br />
dal rapporto tra il rischio sociale<br />
(R S,i<br />
) e la rete stradale<br />
(ROAD) e il numero di ARIR<br />
presenti. Calcolato il rischio<br />
sociale (R S<br />
), come la somma<br />
dei valori stimati per ogni arco<br />
della rete stradale ottenendo<br />
un valore unico per ogni area<br />
di studio, si mette in relazione<br />
con l’estensione della rete stradale<br />
(ROAD) e il numero delle<br />
ARIR presenti nella stessa area.<br />
L’indicatore di sintesi mette in<br />
relazione il rischio ambientale<br />
(R A,i<br />
) per ogni arco i-esimo<br />
con l’estensione territoriale<br />
(SUP) espressa in m 2 . Una<br />
volta suddiviso il territorio<br />
omogeneamente, per ogni<br />
porzione si calcola il rischio<br />
ambientale (R A<br />
), sommando<br />
i valori associati ad ogni arco<br />
stradale dell’area di studio, per<br />
poi rapportarlo all’estensione<br />
territoriale.<br />
L’indicatore di sintesi mette in<br />
relazione il rischio ambientale<br />
(R A,i<br />
) all’estensione della rete<br />
stradale (ROAD) e al numero<br />
di ARIR presenti in un territorio.<br />
Inizialmente, viene calcolato<br />
il rischio ambientale (R A<br />
)<br />
per ogni porzione di territorio,<br />
come la somma dei valori associati<br />
ad ogni arco stradale<br />
i-esimo.<br />
Tab. 2 - Indicatori di sintesi associati al rischio sociale e ambientale.<br />
descritti alcuni degli indicatori<br />
implementatati associati al valore<br />
di rischio (sociale e ambientale)<br />
e alle relative formulazioni<br />
parziali.<br />
Rischio sociale e ambientale<br />
In Tabella 2 sono riportati alcuni<br />
indicatori implementati<br />
a partire dal valore di rischio<br />
sociale e ambientale.<br />
OBIETTIVO<br />
L’indicatore I RSPOP<br />
gerarchizza<br />
un’area di studio quantificando<br />
i decessi in rapporto<br />
all’intera popolazione di un<br />
territorio a seguito di eventuali<br />
incidenti rilevanti che<br />
coinvolgono veicoli adibiti<br />
al trasporto di sostanze pericolose.<br />
L’indicatore I S<br />
permette di<br />
gerarchizzare il territorio<br />
quantificando il numero dei<br />
decessi annuali in rapporto<br />
all’estensione della rete stradale<br />
e alle ARIR, a seguito di<br />
eventi incidentali di veicoli<br />
trasportanti merci pericolose,<br />
così da associare l’informazione<br />
del rischio sociale alla fonte<br />
del rischio e alle aziende, poli<br />
attrattori/generatori di veicoli<br />
ADR.<br />
L’indicatore I RASUP<br />
permette<br />
di gerarchizzare il territorio<br />
secondo l’estensione della<br />
superficie territoriale danneggiabile<br />
da eventuali incidenti<br />
dei veicoli trasportanti merci<br />
pericolose rispetto all’intera<br />
estensione territoriale in cui<br />
avviene il trasporto.<br />
L’indicatore I A<br />
permette<br />
di gerarchizzare il territorio,<br />
associando la superficie<br />
territoriale danneggiata da<br />
eventuali incidenti che coinvolgono<br />
veicoli trasportanti<br />
merci pericolose all’estensione<br />
della rete stradale e alle ARIR<br />
presenti sul territorio da analizzare.<br />
FORMULAZIONE<br />
ANALITICA<br />
Formulazioni parziali del rischio<br />
Da una formulazione parziale del<br />
modello di analisi del rischio è<br />
possibile estrarre la componente<br />
probabilistica alla quale si associano<br />
alcuni indicatori riportati in<br />
Tabella 3. Un’altra formulazione<br />
parziale del rischio permette di stimare<br />
i danni sociali e ambientali,<br />
derivanti da incidenti che coinvolgono<br />
i veicoli che trasportano merci<br />
pericolose, con riferimento alle<br />
diverse caratteristiche territoriali.<br />
La Tabella 4 contiene la descrizione<br />
degli indicatori associati al<br />
danno sociale e ambientale atteso,<br />
a seguito di un evento incidentale<br />
coinvolgente sostanze pericolose.<br />
DESCRIZIONE<br />
L’indicatore di sintesi mette in<br />
relazione la probabilità incidentale<br />
(P inc,i<br />
) con l’estensione<br />
stradale (ROAD) ed il numero<br />
di ARIR presenti nell’area di<br />
studio. Definito l’ambito territoriale<br />
cui applicare l’indicatore<br />
di sintesi, viene calcolata<br />
la probabilità incidentale P inc<br />
,<br />
come la somma della probabilità<br />
stimata per ogni arco i-<br />
esimo, questa viene rapportata<br />
all’estensione della rete stradale<br />
e alle ARIR presenti nello stesso<br />
territorio.<br />
Tab. 3 – Indicatore associato alla probabilità incidentale.<br />
FORMULAZIONE<br />
ANALITICA<br />
DESCRIZIONE<br />
L’indicatore di sintesi associa il<br />
danno sociale (D S,i<br />
) stimato per<br />
ogni arco i-esimo alla popolazione<br />
residente in un determinato<br />
territorio. Calcolato il danno<br />
sociale (D S<br />
) per ogni porzione<br />
di territorio (ad es. provincia,<br />
comune ecc.), come la somma<br />
dei valori associati ad ogni arco<br />
stradale che ricade all’interno del<br />
territorio, questo viene rapportato<br />
alla popolazione residente<br />
nell’area di studio identificata.<br />
L’indicatore di sintesi associa il<br />
danno ambientale (D A,i<br />
) stimato<br />
per ogni arco stradale i-esimo<br />
alla rete stradale in cui avviene il<br />
trasporto delle merci pericolose.<br />
Calcolato il danno ambientale<br />
(D A<br />
), come la somma dei valori<br />
stimati per ogni arco i-esimo per<br />
la porzione del territorio individuato<br />
(provincia, comune ecc.) è<br />
possibile rapportare tale valore<br />
all’estensione della rete stradale<br />
che ricade all’interno dell’area di<br />
studio identificata.<br />
Tab. 4 – Indicatori associati al danno sociale e ambientale atteso.<br />
OBIETTIVO<br />
L’indicatore I PIROAR<br />
permette<br />
di gerarchizzare<br />
il territorio e conoscere<br />
per ogni porzione di<br />
esso in cui è stato suddiviso<br />
quale è la probabilità<br />
che un incidente<br />
coinvolga veicoli trasportanti<br />
merci pericolose<br />
associando questa<br />
informazione all’estensione<br />
della rete stradale<br />
e al numero delle ARIR<br />
presenti.<br />
OBIETTIVO<br />
L’indicatore I DSPOP<br />
permette<br />
di gerarchizzare<br />
il territorio in funzione<br />
del numero di decessi<br />
a seguito di un evento<br />
incidentale che coinvolge<br />
i veicoli trasportanti<br />
merci pericolose<br />
in rapporto alla popolazione<br />
residente in un<br />
territorio.<br />
L’indicatore I DAROAD<br />
permette di gerarchizzare<br />
il territorio in funzione<br />
della superficie<br />
territoriale danneggiata<br />
da eventi incidentali<br />
che coinvolgono i veicoli<br />
trasportanti merci<br />
pericolose associando<br />
questa informazione<br />
ad ogni chilometro di<br />
rete stradale dell’area di<br />
studio.
FOCUS<br />
Applicazione del modello<br />
alla Regione Lombardia<br />
Il modello di gerarchizzazione<br />
del territorio è stato<br />
applicato al contesto della<br />
Regione Lombardia al<br />
fine di valutarne validità<br />
e affidabilità dei risultati.<br />
Sulla rete stradale lombarda<br />
transitano ogni giorno<br />
importanti quantità e<br />
tipologie di sostanze pericolose<br />
anche in relazione<br />
al fatto che sul territorio<br />
regionale sono presenti<br />
oltre 280 aziende a rischio<br />
di incidente rilevante che<br />
possono essere considerate<br />
nodi in cui il traffico merci<br />
pericolose viene generato e<br />
attratto.<br />
Gli indicatori di sintesi<br />
esposti nel precedente<br />
paragrafo sono stati applicati,<br />
permettendo la gerarchizzazione<br />
delle dodici<br />
province lombarde. Una<br />
seconda fase dell’applicazione<br />
ha previsto l’analisi<br />
di dettaglio del territorio<br />
provinciale caratterizzato<br />
da indicatori quantitativamente<br />
elevati, al fine di<br />
ripetere l’analisi per una<br />
gerarchizzazione del territorio<br />
su base comunale per<br />
poter identificare eventuali<br />
misure di mitigazione.<br />
Di seguito sono riportate<br />
le mappe tematiche relative<br />
ad alcuni degli indicatori<br />
implementati e le provincie<br />
che presentano il valore più<br />
elevato.<br />
Rischio sociale e ambientale<br />
– caso studio<br />
Il calcolo degli indicatori è<br />
stato condotto considerando<br />
l’inviluppo di tutti gli<br />
scenari incidentali associati<br />
alle sostanze pericolose rappresentative<br />
del modello di<br />
analisi di rischio.<br />
Fig. 4 – Rappresentazione<br />
dell’indicatore di<br />
sintesi I RSPOP.<br />
Fig. 5 – Rappresentazione<br />
dell’indicatore<br />
di sintesi I S.<br />
Fig. 6 – Rappresentazione<br />
dell’indicatore di<br />
sintesi I RASUP.<br />
Fig. 7 - Rappresentazione<br />
dell’indicatore<br />
di sintesi I A.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 9
FOCUS<br />
Formulazioni parziali del<br />
rischio: probabilità incidentale–<br />
caso studio<br />
Fig. 9 - Rappresentazione<br />
dell’indicatore<br />
di sintesi I D-<br />
SPOP_GASOLIO.<br />
Fig. 8 - Rappresentazione dell’indicatore di sintesi I PIROAR<br />
Formulazioni parziali del<br />
rischio: danno sociale e<br />
ambientale atteso – caso<br />
studio<br />
Per la stima del danno sociale<br />
e ambientale, gli indicatori<br />
sono stati determinati considerando<br />
due sostanze, gasolio<br />
e ossido di etilene, significative<br />
per la tipologia di scenari<br />
incidentali che possono determinare.<br />
Come si evince in Figura 13,<br />
l’applicazione degli indicatori<br />
di sintesi al contesto lombardo<br />
ha evidenziato che la<br />
provincia di Monza e Brianza<br />
presenta dieci indicatori<br />
aventi i valori massimi: per<br />
analizzare le possibili cause<br />
di questo risultato è possibile<br />
riapplicare il modello alla<br />
sola provincia brianzola, ottenendo<br />
anche una gerarchia<br />
a livello comunale che può<br />
orientare le priorità di intervento.<br />
A seguito dei risultati ottenuti<br />
e rappresentati nel precedente<br />
istogramma, a titolo esemplificativo<br />
è stata condotta<br />
un’analisi all’interno della<br />
provincia di Monza e Brianza<br />
applicando solo l’indicatore di<br />
sintesi I RSROAD.<br />
Come si osserva<br />
nell’istogramma di Figura 14,<br />
il modello ha evidenziato che<br />
il comune di Nova Milanese<br />
Fig. 10 - Rappresentazione<br />
dell’indicatore<br />
di sintesi I D-<br />
SPOP_ETILENE.<br />
Fig. 11 - Rappresentazione<br />
dell’indicatore<br />
di sintesi I DA-<br />
ROAD_GASOLIO.<br />
Fig. 12 - Rappresentazione<br />
dell’indicatore<br />
di sintesi I DA-<br />
ROAD_ETILENE.<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
esposizione a caratteristiche<br />
del territorio quali il numero<br />
di abitanti, l’estensione stradale<br />
e l’estensione superficiale.<br />
Il modello si configura come<br />
uno strumento di supporto alle<br />
decisioni versatile e personalizpresenta<br />
il valore maggiore<br />
per quest’indicatore, di circa<br />
un ordine di grandezza in più<br />
rispetto alla media di tutti gli<br />
altri comuni. Per identificare,<br />
pianificare ed eventualmente<br />
attuare interventi mitigativi<br />
sul territorio è stata effettuata<br />
un’ulteriore analisi<br />
finalizzata alla conoscenza<br />
delle possibili cause<br />
che determinano valori<br />
dell’indicatore I RSROAD<br />
così elevati.<br />
In Figura 15 si osserva<br />
la mappa tematica<br />
relativa all’indicatore<br />
I RSROAD<br />
applicato a<br />
livello regionale, provinciale<br />
e comunale<br />
in grado di restituire<br />
in modo semplice e<br />
immediato le criticità sul<br />
territorio.<br />
Relativamente al territorio<br />
del comune di Nova Milanese<br />
sono state analizzate presenza e<br />
tipologia dei bersagli antropici,<br />
ovvero il parametro E del modello<br />
di rischio con particolare<br />
riferimento a popolazione residente,<br />
addetti delle aree industriali,<br />
addetti dei centri commerciali<br />
e utenti delle strutture<br />
scolastiche.<br />
In Figura 16 sono illustrate in<br />
rosso le quattro tipologie di<br />
esposti umani, ricadenti nel<br />
territorio comunale di Nova<br />
Milanese che concorrono alla<br />
determinazione del Rischio<br />
Sociale – R S<br />
utilizzato all’interno<br />
dell’indicatore I RSROAD.<br />
Fig. 13 – Istogramma riportante le province ed il relativo numero di indicatori con i valori massimi.<br />
Fig. 14 – Istogramma con i valori dell’indicatore di sintesi I RSROAD<br />
per i comuni della provincia<br />
di Monza e Brianza.<br />
Conclusioni<br />
Il modello implementato permette<br />
di gerarchizzare un territorio<br />
in funzione di indicatori<br />
di sintesi che relazionano il<br />
rischio sociale e ambientale e/o<br />
parametri che lo costituiscono<br />
come la componete<br />
probabilistica o di<br />
Fig. 16 –<br />
Distribuzione<br />
delle<br />
tipologie<br />
di bersagli<br />
umani sul<br />
comune di<br />
Nova Milanese.<br />
Fig. 15 – Mappa tematica: gerarchizzazione della provincia di Monza e Brianza tramite<br />
l’indicatore I RSROAD.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 11
FOCUS<br />
zabile dall’analista in funzione di<br />
specifiche esigenze e può, inoltre,<br />
essere applicato a diverse scale. I<br />
risultati del modello consistono<br />
in mappe tematiche affiancate da<br />
istogrammi in grado di fornire<br />
indicazioni semplici e immediate<br />
circa le eventuali criticità.<br />
L’utilizzo del modello, indipendentemente<br />
dalla scala di applicazione,<br />
consente di orientare le<br />
risorse disponibili per identificare,<br />
pianificare e attuare interventi di<br />
carattere gestionale e/o infrastrutturale<br />
finalizzati alla mitigazione<br />
del rischio associato al trasporto<br />
di sostanze pericolose su strada.<br />
Al fine di verificarne la validità<br />
e l’affidabilità, il modello è stato<br />
applicato alla contesto territoriale<br />
della Regione Lombardia. Il caso<br />
studio ha permesso di individuare<br />
la provincia di Monza e Brianza<br />
come il territorio in cui è presente<br />
il maggior numero di indicatori<br />
aventi valori elevati e dove è quindi<br />
consigliabile procedere con una<br />
analisi di dettaglio che consiste<br />
nella ri-applicazione del modello<br />
a scala provinciale. In questo<br />
modo è stato possibile conoscere<br />
le possibili cause, in termini di<br />
esposizione antropica, che provocano<br />
un valore di rischio sociale<br />
elevato e di conseguenza anche<br />
dell’indicatore ad esso associato.<br />
Ringraziamenti<br />
Gli autori ringraziano il gruppo<br />
di lavoro di Progetto costituito<br />
da Regione Lombardia, Regione<br />
Piemonte, Regione Valle d’Aosta,<br />
Provincia Autonoma di Bolzano<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
[1] Giudice A.D., Tesi di Laurea magistrale,<br />
Trasporto Merci Pericolose su<br />
strada, un modello per la gerarchizzazione<br />
del territorio mediante l’utilizzo di indicatori<br />
di sintesi. Applicazione alla regione<br />
Lombardia., Politecnico di Milano,<br />
Milano, Aprile <strong>2015</strong>.<br />
[2] Carrara R., Fanelli R., Guida al<br />
trasporto di sostanze pericolose – come prevenire<br />
e gestire le emergenze nel trasporto<br />
su strada, Fondazione Lombardia per<br />
l’Ambiente, Milano, TSP 1999.<br />
[3] Autori Vari, Progetto Destination,<br />
Conoscere il trasporto delle merci pericolose<br />
come strumento di tutela del territorio,<br />
Torino, 2014.<br />
[4] Maja R., Appunti del corso di<br />
Tecnica ed economia dei trasporti,<br />
Politecnico di Milano, Milano, 2013.<br />
[5] Sironi F., Tesi di Laurea magistrale,<br />
Valutazione del rischio nel trasporto delle<br />
merci pericolose: il caso delle gallerie lecchesi,<br />
Politecnico di Milano, Milano,<br />
Anno Accademico 2011/2012.<br />
[6] ADR 2013 e ADR <strong>2015</strong>.<br />
[7] Gandini P., Tesi di Laurea<br />
Magistrale, Modello di mitigazione del<br />
rischio associato al trasporto delle merci<br />
pericolose attraverso la gestione degli accessi<br />
alle gallerie, Politecnico di Milano,<br />
Milano, Anno accademico 2008/2009.<br />
[8] Maja R., Marchionni G., Saia,<br />
Studer L., Vescia, Vaghi. Progetto<br />
TRAMP, Telecontrollo del Rischio<br />
e Canton Ticino per il prezioso<br />
contributo alle attività svolte per<br />
la disponibilità dimostrata. Un<br />
ulteriore ringraziamento è rivolto<br />
a Lombardia Informatica, CSI<br />
Piemonte e 5T S.r.l.<br />
nell’Autotrasporto di Merci Pericolose,<br />
Politecnico di Milano, Milano, 2002.<br />
[9] Maja R., Mappatura del Rischio,<br />
Politecnico di Milano, Milano.<br />
[10] Arpa Veneto, Progetto SIMAGE,<br />
Sistema Integrato per il Monitoraggio<br />
Ambientale e la Gestione delle Emergenze,<br />
giugno 2007.<br />
[11] Progetto SECTRAM – Sicurezza nel<br />
Trasporto Merci, Programma Alcotra<br />
2007/2013.<br />
ABSTRACT<br />
The Transport of Dangerous Goods by Road -<br />
DGT – can be a source of risk for the community<br />
and the environment. This research, part of<br />
the Strategic Interreg Italy - Switzerland Project<br />
DESTINATION, proposes a model for ranking<br />
portions of an area through the use of indicators<br />
representing the areas affected by the criticalities<br />
related to an incident that involving vehicles<br />
carrying dangerous goods. The model is thus a<br />
decision support tool able to identify and plan<br />
mitigation measures both from the infrastructural<br />
side and from the management side (regulation).<br />
PAROLE CHIAVE<br />
vulnerabilità; edificio; censimento<br />
AUTORE<br />
Antonio Davide Giudice<br />
Fabio Borghetti<br />
Fabio.borghetti@polimi.it<br />
Paolo Gandini<br />
Roberto Maja<br />
Politecnico di Milano<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 13
REPORTS<br />
QUANTUM MUTATUS AB ILLO!<br />
di Attilio Selvini<br />
Nascita, evoluzione<br />
e rivoluzione della<br />
Fotogrammetria. La<br />
trasformazione digitale, il<br />
“Charge Coupled Device”, i<br />
nuovi metodi di assunzione ed<br />
elaborazione delle immagini,<br />
gli RPAS, la Fotogrammetria<br />
diretta…E gli Italiani?<br />
Fig. 1 - Il fotomosaico di<br />
Venezia, in scala 1:5000<br />
(sopra, a confronto con<br />
altro recente).<br />
Ho scomodato Virgilio<br />
con la sua “Eneide”<br />
per il titolo di questo<br />
articolo. Prometto che da oggi<br />
in poi non userò più la lingua<br />
dei Padri per altri titoli: Omne<br />
trinum perfectum, quindi basta<br />
per sempre.<br />
Non si tratta qui dell’immagine<br />
drammatica di Ettore comparsa<br />
improvvisamente ad Enea, bensì<br />
di quella assai meno nota ai<br />
più della fotogrammetria, che<br />
sta per giungere al suo bicentenario,<br />
almeno partendo dalle<br />
prime formulazioni; o che più<br />
semplicemente è già arrivata<br />
al centenario, se si vuol parlare<br />
della sua parte aerea: si veda la<br />
bella presa di Venezia, laguna<br />
compresa, scattata da pallone<br />
frenato nel 1911 dal capitano<br />
Ranza e dal tenente Tardivo (1).<br />
La fotogrammetria era nata con<br />
l’assistenza del calcolo numerico,<br />
semplice nelle prese da terra<br />
soprattutto nel caso normale.<br />
Ma subito dopo vennero i<br />
tentativi di soluzione grafica e<br />
poi “analogica” nel 1910, per<br />
Fig. 2 - Una maschera a fessura e<br />
il dispositivo di Masson d’Autume.<br />
opera di Edoardo De Orel, (2).<br />
L’analogia ebbe il sopravvento,<br />
durato molti decenni, con la<br />
diffusione delle riprese aeree:<br />
la risoluzione delle equazioni<br />
di collinearità, peraltro ben<br />
note (3), non era possibile in<br />
tempi ragionevolmente economici<br />
e infatti non lo fu sino<br />
alla comparsa degli elaboratori<br />
elettronici. Quanto avvenne<br />
nell’intervallo fra il 1910 (ma<br />
soprattutto dopo il 1920, con<br />
le prime riprese da aeroplano)<br />
e il 1964 anno di presentazione<br />
al congresso ISP di Lisbona<br />
del primo restitutore analitico<br />
OMI-Bendix, lo APc, è descritto<br />
in molti libri (4), e non è<br />
riassumibile in poche righe.<br />
Quanti mezzi e metodi di calcolo<br />
analogico vennero prodotti<br />
in oltre mezzo secolo, costituisce<br />
uno dei molti primati<br />
dell’inventiva umana.<br />
Sorge a questo punto una domanda:<br />
chi fra i molti giovani<br />
“rampanti” che si occupano<br />
oggi a diversi livelli di fotogrammetria,<br />
sa cosa sia un<br />
“puntinatore” come quello<br />
ideato da Santoni nelle Officine<br />
Galileo e poi prodotto da altre<br />
aziende europee? O di che cosa<br />
si parli, ricordando le “maschere<br />
a fessura” e i “multiplex”, i<br />
“secatori radiali” e i dispositivi<br />
di compensazione meccanica<br />
altimetrica dei “blocchi” di strisciate<br />
secondo van der Weele,<br />
Jérie, François, Masson d’Autume,<br />
tutti poi spariti dopo la<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
comparsa dei primi tentativi di<br />
triangolazione semianalitica? E<br />
a questo proposito ancora, chi<br />
di loro ha mai visto il “TA3” di<br />
Ugo Bartorelli?<br />
Con cilindretti di metallo<br />
colleganti lastre di materiale<br />
plastico facilmente deformabile<br />
e simulanti le superfici<br />
in altimetria dei fotogrammi,<br />
secondo il principio della minor<br />
energia potenziale e con<br />
adatto, ingegnoso sistema, si<br />
riusciva a trovare le correzioni<br />
da apportare ai punti comuni<br />
di più fotogrammi contigui.<br />
Certo, non con l’incertezza degli<br />
attuali programmi di calcolo<br />
numerico!<br />
Gli è che il calcolo elettronico,<br />
riesumando le matrici rimaste<br />
sepolte per circa un secolo (5)<br />
fece tornare alle origini numeriche<br />
la fotogrammetria,<br />
cancellando quasi di colpo i<br />
meravigliosi (e costosi e ingombranti<br />
e complessi) mezzi necessari<br />
alla soluzione analogica<br />
della trasformazione proiettiva.<br />
Buttando nel dimenticatoio<br />
anche i molti tentativi di soluzione<br />
grafica, nei quali si era<br />
distinta per esempio a Ferrara,<br />
Margherita Piazzolla Beloch fra<br />
i tanti (6).<br />
Ciò sconvolse anche il mondo<br />
dei fabbricanti di restitutori,<br />
raddrizzatori, ortofotoproiettori<br />
e minori attrezzi come quelli,<br />
fra i tanti, menzionati appena<br />
qui sopra. Questo mondo era<br />
sin quasi alla fine del ventesimo<br />
secolo, alquanto limitato e confinato<br />
nelle poche aziende che<br />
si interessavano generalmente<br />
di ottica (un paio in Italia, altro<br />
paio in Svizzera, ancora un paio<br />
in Germania…). Oggi queste<br />
storiche aziende sono scomparse,<br />
oppure sono inglobate<br />
in potenti multinazionali o<br />
ancora (Zeiss) tornate alle origini,<br />
ovvero alla produzione di<br />
microscopi, cannocchiali, lenti<br />
et similia.<br />
Si confronti uno<br />
Stereoplanigrafo C8 (1970) con<br />
una qualunque stazione digitale<br />
del ventunesimo secolo, come<br />
in figura!<br />
Disse l’ingegner Belfiore, allora<br />
funzionario del Catasto, in<br />
occasione della grande mostra<br />
annessa al V congresso internazionale<br />
della ISP (presieduta<br />
da Gino Cassinis!) svoltosi<br />
a Roma nel 1938 (7): “Lo<br />
Stereoplanigrafo, nella sua più<br />
recente e perfezionata realizzazione,<br />
richiamava subito con<br />
l’imponenza della sagoma e la<br />
complessità ordinata dei congegni<br />
l’interesse del pubblico competente<br />
…”. La stazione digitale sta su<br />
di un tavolino e non impressiona<br />
oggi nessuno!<br />
Fare previsioni è sempre difficile;<br />
mai come nel caso del<br />
divenire della fotogrammetria lo<br />
è stato. Leggendo oggi, a oltre<br />
mezzo secolo di distanza, alcuni<br />
scritti di noti protagonisti della<br />
disciplina, se ne ha la conferma.<br />
Diceva Umberto Nistri nel<br />
primo numero del “Bollettino<br />
SIFET” (8) quanto segue: “Le<br />
attrezzature fotogrammetriche e<br />
cioè gli strumenti restitutori sono<br />
ancora troppo costosi e richiedono<br />
l’impiego di capitali ingenti, che<br />
gravano ancora con le loro quote<br />
di ammortamento sui rilievi e ne<br />
limitano la generalizzazione e<br />
l’impiego da parte di piccoli<br />
Fig. 3 - Lo Stereoplanigrafo di Walther Bauersfeld,<br />
a confronto con una attuale stazione<br />
digitale; si pensi anche solo alla enorme<br />
differenza (costruttiva e di costo!) fra gli<br />
attuali occhiali a cristalli liquidi e i sistemi<br />
pancratici di osservazione e collimazione<br />
stereoscopica nello Stereoplanigrafo.<br />
complessi<br />
industriali … ma il problema<br />
più importante è sempre costituito<br />
dalla presa delle fotografie<br />
aeree per le aziende industriali<br />
private, soprattutto quando si<br />
tratta di rilevamento di zone<br />
di modesta estensione”. Oggi,<br />
un buon elaboratore, un buon<br />
programma, un plotter verticale<br />
sono a disposizione di uno studio<br />
professionale senza bisogno<br />
di mutui bancari. Una presa da<br />
RPAS è possibile senza sacrifici<br />
economici e senza ricorrere a<br />
camere aerofotogrammetriche<br />
disposte su vettori milionari.<br />
Ciò almeno per la produzione<br />
di cartografia locale a scala<br />
grande e grandissima, adatta<br />
alla progettazione di opere di<br />
estensione limitata.<br />
Oppure per riconoscere e monitorare<br />
situazioni di emergenza<br />
generate da eventi imprevisti<br />
(terremoti, frane, esondazioni).<br />
Il direttore generale del catasto<br />
Tucci, scriveva nel lavoro citato<br />
in (8): “I rilievi con la fotogrammetria<br />
aerea richiedono una<br />
predisposizione di mezzi tecnici<br />
ed economici incomparabilmente<br />
maggiori di quelli necessari per i<br />
metodi ordinari di rilevamento. Per<br />
questi ultimi anche un solo individuo<br />
con il suo solo strumento può<br />
rendere ottimi servizi, ma per i lavori<br />
fotogrammetrici all’individuo<br />
deve sostituirsi l’industria”. Nella<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 15
REPORTS<br />
Fig. 4 - Sopra<br />
i granuli di<br />
alogenuri<br />
d’argento,<br />
sotto i pixel<br />
di una immagine<br />
da<br />
CCD.<br />
“Summer school” del<br />
Politecnico di Milano, un paio<br />
di giovani ricercatori ed un<br />
gruppo di studenti, con un<br />
“esacottero” montato da loro<br />
stessi, una camera digitale, un<br />
buon PC e adatti programmi<br />
hanno rilevato e restituito a<br />
grandissima scala un intero<br />
villaggio abbandonato, in Val<br />
d’Ossola (10).<br />
Il secondo fattore che ha rivoluzionato<br />
la fotogrammetria<br />
riguarda l’assunzione e la elaborazione<br />
delle immagini. A circa<br />
due secoli dalla nascita della<br />
fotografia, d’improvviso tutto<br />
è cambiato. Da J.Nicèphore<br />
Nièpce e J.L.M.Daguerre in<br />
poi, le immagini venivano<br />
ottenute per la trasformazione<br />
fisico-chimica che i fotoni generavano<br />
sui granuli dell’emulsione<br />
di alogenuri d’argento stesi<br />
su lastra o pellicola.<br />
Fig. 5 -<br />
Assetto<br />
e posizione<br />
della<br />
camera<br />
in volo.<br />
Le operazioni di sviluppo,<br />
fissaggio, lavaggio e stampa<br />
richiedevano interi laboratori:<br />
il già citato Belfiore scriveva<br />
nell’articolo richiamato in<br />
(7): “… Sul fianco dell’edificio<br />
era stato sistemato e posto<br />
in funzione un completo<br />
laboratorio fotografico autocarreggiato,<br />
disposto su tre<br />
elementi da rimorchio e dotato<br />
di tutte le più moderne installazioni<br />
per consentire la rapida<br />
e perfetta esecuzione di qualsiasi<br />
lavoro fotografico di campagna”.<br />
Come non sorriderne, oggi?<br />
Nel 1969, nei laboratori della<br />
“Bell Res. USA” , New Jersey,<br />
Willard Sterling Boyle e George<br />
Edward Smith inventano il<br />
“Charge Coupled Device”; proprio<br />
per ciò nel 2009 a Boyle<br />
verrà conferito il premio Nobel<br />
per la fisica. Il “CCD” archivia<br />
informazioni generate da fotoni<br />
sotto forma di un pacchetto di<br />
cariche elettriche, su un’interfaccia<br />
di ossido di silicio. Le<br />
informazioni hanno una durata<br />
elevatissima, dato che le correnti<br />
in gioco sono di soli 10<br />
– 20 nA. Le differenze fra i due<br />
sistemi, pellicola e CCD sono<br />
enormi; fra quelle più rilevanti<br />
vi sono la disposizione e la dimensione<br />
degli elementi delle<br />
immagini: si vedano le due figure<br />
riportate in Fig.4.<br />
Sopra nella fotografia analogica:<br />
si vedono chiaramente nell’ingrandimento<br />
i granuli, irregolarmente<br />
distribuiti e di dimensioni<br />
variabili, dell’alogenuro<br />
d’argento. La loro posizione<br />
rispetto a un sistema cartesiano<br />
ortogonale, va misurata con<br />
un comparatore. Sotto,<br />
una immagine digitale;<br />
se ne vedono i “pixel”<br />
di dimensione costante,<br />
disposti a matrice<br />
rettangolare: ognuno<br />
di loro possiede “a priori”<br />
coordinate x i, yi<br />
ben<br />
definite.<br />
E così cambia tutto, in fotogrammetria.<br />
Inutile, nell’osservazione<br />
di una coppia di<br />
fotogrammi, anche lo stereocomparatore<br />
della prassi analitica<br />
di Helava; non solo: è<br />
possibile a questo punto anche<br />
il trattamento radiometrico,<br />
oltre a quello geometrico, delle<br />
immagini.<br />
Ma non basta; per molte parti<br />
del processo di restituzione, si<br />
può finalmente sostituire l’operatore<br />
umano con un adatto<br />
programma: è la “correlazione<br />
delle immagini”, già prospettata<br />
nel 1957 da Hobrough della<br />
“Survey Corp.” di Toronto col<br />
suo Stereomat, che univa un<br />
restitutore a proiezione ottica<br />
con un dispositivo elettronico a<br />
tubo catodico. Molti i tentativi<br />
successivi, col Planimat D2<br />
Zeiss connesso al correlatore<br />
della “Itek Corp.” di Lexington,<br />
USA e con lo “UNAMACE”<br />
(Universal Automatic Map<br />
Compilation Equipment) della<br />
Bunker-Ramo (4). Ma solo con<br />
l’avvento della fotogrammetria<br />
digitale lo “Image matching”<br />
trova la via del successo (10).<br />
Orientamento interno ed esterno,<br />
triangolazione aerea, ortofotoproiezione,<br />
formazione di<br />
DTM e simili sono oggi quasi<br />
del tutto automatizzati; resta il<br />
problema delle parti semantiche,<br />
per cui l’osservatore umano<br />
è al momento insostituibile.<br />
Quanti tentativi di risolvere<br />
graficamente o per via numerica,<br />
partendo dagli anni venti del<br />
Novecento, il famoso problema<br />
del “vertice di piramide”! L’idea<br />
di stabilire almeno la posizione,<br />
se non l’assetto, dell’obbiettivo<br />
di presa legato all’aereo, ha tormentato<br />
per parecchi decenni la<br />
mente dei fotogrammetri. Solo<br />
la costellazione dei satelliti artificiali<br />
naviganti a ventimila chilometri<br />
di quota ha poi risolto il<br />
problema; circa l’assetto ci hanno<br />
pensato i sistemi inerziali.<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
E’ nata quindi col nuovo<br />
millennio la fotogrammetria<br />
diretta (11), sulla quale si<br />
tenne fra l’altro un simposio<br />
internazionale all’Università<br />
di Pavia. Vero è che persistono<br />
ancora parecchi dubbi in<br />
proposito, ma molte sperimentazioni<br />
(12) ne hanno<br />
dato esito positivo e anche in<br />
questo caso, certamente migliorabile<br />
in tempi brevi.<br />
E’ un vero peccato che il<br />
contributo italiano alla<br />
rivoluzione digitale della fotogrammetria<br />
sia sinora modesto<br />
o quasi nullo. Molti<br />
lavori, molte pubblicazioni<br />
ma nessuna idea nuova. Tre<br />
o quattro decenni fa, quando<br />
la fotogrammetria era analitica,<br />
si videro ancora lampi<br />
di genio, con Giuseppe<br />
Inghilleri e le Officine<br />
Galileo, o con l’idea dell’ortoproiettore<br />
a camera singola<br />
di Giuseppe Birardi. Ma ormai<br />
si era lontani dai tempi<br />
in cui “… gli inventori e<br />
gli industriali … hanno dato<br />
alla fotogrammetria italiana<br />
lo sviluppo che oggi la pone<br />
in un piano di preminenza<br />
internazionale ….” (7); e<br />
anche da quelli nei quali era<br />
preminente “… l’opera di<br />
affiancamento nella ricerca, di<br />
sperimentazione condotta con<br />
stretto rigore scientifico ed anche<br />
di istruzione, di sostegno e<br />
di prezioso aiuto agli studiosi<br />
vicini e lontani compiuta da<br />
alcuni Istituti Universitari,<br />
primo fra i quali quello di<br />
Topografia e Geodesia del<br />
Regio Politecnico di Milano,<br />
che sotto la direzione del<br />
prof. ing. Gino Cassinis può<br />
dirsi da tempo divenuto il<br />
vivaio degli ingegneri che<br />
alla fotogrammetria dedicano<br />
attenzione” (7). Ci resta solo,<br />
come italiani, la “spes, ultima<br />
dea”.<br />
ABSTRACT<br />
1) Attilio Selvini, Franco Guzzetti, Fotogrammetria generale. UTET,<br />
Torino, 2000.<br />
2) Attilio Selvini, Edoardo De Orel, la fotogrammetria diventa adulta<br />
GeoMedia, Roma, 2013.<br />
3) Paolo Dore, Fondamenti di fotogrammetria. Zanichelli, Bologna, 1938.<br />
4) Giorgio Bezoari, Attilio Selvini, Gli strumenti per la fotogrammetria,<br />
Liguori, Napoli, 1999.<br />
5) P.Rudolph Wolf, Matrix algebra- a tool for engineers and surveyors.<br />
Surveying and Mapping, NY, nr. 9/1970.<br />
6) Attilio Selvini, Appunti per una storia della topografia in Italia nel<br />
ventesimo secolo. Maggioli, Rimini, 2013.<br />
7) Placido Belfiore, La V Esposizione internazionale di fotogrammetria.<br />
Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE. Roma, n. 1/ 1939.<br />
8) Michele Tucci, Sulla convenienza dell’impiego della fotogrammetria aerea<br />
per la formazione del catasto. Rivista del Catasto e dei SS.TT.EE. Roma,<br />
n.1/1939.<br />
9) Umberto Nistri, L’industria fotogrammetrica ed il suo avvenire. Bollettino<br />
SIFET, n.1/1951.<br />
10) Carlo Monti, Attilio Selvini, Topografia, fotogrammetria e cartografia<br />
all’inizio del ventunesimo secolo. Maggioli, Rimini, <strong>2015</strong>.<br />
11) Vittorio Casella, Riccardo Galetto, An italian national research project on<br />
inertial positioning in photogrammetry. ISPRS Workshop, WG1/5, 2003.<br />
12) Giorgio Bezoari, Marco Borsa, Attilio Selvini, Fotogrammetria diretta<br />
e tradizionale: un testo di confronto. Rivista dell’Agenzia del Territorio,<br />
Roma, n. 2/2008.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Fotogrammetria; rivoluzione; digitale<br />
ABSTRACT<br />
Birth, Evolution and Revolution of Photogrammetry. The digital<br />
transformation, the "Charge Coupled Device", the new recruitment<br />
methods and image processing, the RPAS, Direct Photogrammetry<br />
... And the Italians?<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini<br />
Selvini.attilio@gmail.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 17
REPORTS<br />
Il Rilievo fotogrammetrico con<br />
il Drone alla Diga di Ridracoli<br />
di Marco Barberini<br />
e Matteo Rubboli<br />
La tecnologia SAPR ben si integra<br />
con altre tecniche di rilievo<br />
in attività svolte in ambienti<br />
morfologicamente complessi.<br />
In questo articolo divulghiamo<br />
l’attività di documentazione<br />
fotogrammetrica eseguita presso<br />
la Diga di Ridracoli in provincia di<br />
Forlì Cesena.<br />
Da alcuni anni è in essere<br />
una Convenzione<br />
di Ricerca tra il DICA<br />
(Dipartimento di Ingegneria<br />
Civile ed Ambientale) dell’Università<br />
di Perugia e la Società<br />
Romagna Acque – Società<br />
delle Fonti S.p.a concernenti<br />
attività di ricerca sulla Diga di<br />
Ridracoli. Tra le diverse attività<br />
tecnico scientifiche previste<br />
dalla Convenzione, il DICA ha<br />
svolto la modellazione statica<br />
del corpo diga ad elementi finiti<br />
(FEM) utilizzando un modello<br />
geometrico precedentemente<br />
ricostruito: tale modello, terminate<br />
le prime simulazioni, è<br />
risultato abbastanza affidabile<br />
e adeguatamente approssimato<br />
per le analisi standard. Non è<br />
stato però possibile verificare<br />
l’esatta rispondenza del modello<br />
geometrico alla realtà, in<br />
quando la base geometrica di<br />
tale modello di riferimento è<br />
riconducibile a documenti non<br />
sempre completi del progetto<br />
esecutivo della diga e mediante<br />
punti singolari dello stato finale<br />
del manufatto.<br />
E’ sorta dunque l’esigenza e la<br />
possibilità di testare la corrispondenza<br />
tra la geometria del<br />
modello e la reale dimensione<br />
del manufatto, che rappresenta<br />
un momento centrale di validazione<br />
delle simulazioni svolte e<br />
delle successive analisi, in grado<br />
di ridurre l’indeterminatezza<br />
dei risultati attesi. In diversi<br />
incontri di coordinamento del<br />
Comitato Tecnico Scientifico,<br />
è stata valutata la possibilità di<br />
effettuare con tecnologie appropriate<br />
il rilievo integrale del<br />
manufatto con una doppia finalità:<br />
rilevare la geometria allo<br />
stato attuale, da impiegare come<br />
base di riferimento per ogni<br />
attività tecnica futura anche collaterale<br />
a quella specifica della<br />
Convenzione; rappresentare con<br />
una documentazione fotografica<br />
ad alta risoluzione, in un sistema<br />
geo-referenziato, lo stato<br />
esterno dei paramenti da impiegare<br />
come documentazione di<br />
riferimento per evidenziare nel<br />
tempo l’eventuale evoluzione<br />
dello stato di conservazione della<br />
diga.<br />
La soluzione al problema:<br />
la fotogrammetria con il<br />
Drone<br />
Sulla base delle esigenze di conoscenza<br />
reale del manufatto<br />
è stata predisposta un’attività<br />
sperimentale di rilievo e modellazione<br />
dell’intero corpo diga e<br />
di ampie porzioni dell’orografia<br />
di imposta dello sbarramento.<br />
La prima fase della sperimentazione,<br />
del rilievo e della ricostruzione<br />
3D è stata focalizzata<br />
sui seguenti punti: impiegare<br />
i droni per effettuare il rilievo<br />
fotografico ad alta risoluzione<br />
del paramento emerso della<br />
diga e di una porzione significativa<br />
delle imposte della stessa,<br />
a monte e a valle dello sbarra-<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
mento artificiale; effettuare la<br />
ricostruzione 3D dell’intero<br />
corpo diga per mezzo di scansione<br />
da foto con la metodica<br />
denominata “Structure from<br />
Motion”; restituire un congruo<br />
numero di sezioni orizzontali e<br />
verticali del corpo diga nonché<br />
un’ortofotopiano ad alta risoluzione<br />
dell’intero impianto.<br />
Per queste attività la Società<br />
Romagna acque S.p.a. ha predisposto<br />
un articolato bando<br />
di gara selezionando una serie<br />
di società attive nell’ambito<br />
dell’uso dei droni e con capacità<br />
professionali idonee alla predisposizione<br />
delle offerte, che è<br />
stato redatto in relazione ad un<br />
Disciplinare tecnico contenente<br />
le specifiche di esecuzione<br />
del lavoro, la restituzione dei<br />
prodotti informatici e soprattutto<br />
le tolleranze cui attenersi<br />
nell’ottenimento dei risultati.<br />
Italdron Srl è risultata segnataria<br />
dell’incarico di rilievo e ricostruzione<br />
3D.<br />
La seconda fase della sperimentazione<br />
ha coinvolto direttamente<br />
il DICA nell’attività di<br />
controllo del metodo di rilievo,<br />
verifica e validazione dei dati<br />
acquisiti. Per conseguire questi<br />
risultati si è operata la validazione<br />
del modello 3D Mesh da<br />
Dense Point Cloud ottenuto<br />
tramite rilevamento con APR,<br />
effettuato con strumentazione<br />
topografica di precisione (stazione<br />
totale) e laser scanner, articolando<br />
le attività in 3 step.<br />
Il primo step è consistito nella<br />
comparazione tra le coordinate<br />
X,Y e Z dei Ground Control<br />
Points (GCP) ottenute rispettivamente<br />
dal rilevamento diretto<br />
con stazione totale e dal modello<br />
digitale rilevato con APR.<br />
Il secondo step ha coinvolto<br />
la comparazione tra le coordinate<br />
X,Y e Z di punti naturali<br />
ottenuti rispettivamente dal<br />
rilevamento diretto con stazione<br />
totale e dal modello digitale<br />
rilevato con APR. In particolare<br />
sono stati impiegati per la validazione<br />
particolari riconoscibili<br />
inequivocabilmente sulla superficie<br />
pavimentata, su manufatti<br />
in calcestruzzo in generale e<br />
punti sul terreno naturale.<br />
Nel primo caso (superfici ben<br />
definite) il valore medio delle<br />
differenze di coordinate nelle<br />
tre componenti X, Y e Z fra le<br />
due determinazioni è risultato<br />
coerentemente compreso tra ±<br />
0.03 metri, mentre nel caso di<br />
terreno naturale il valore medio<br />
delle differenze di coordinate<br />
nelle tre componenti X, Y e Z<br />
fra le due determinazioni è stato<br />
fissato tra ± 0.05 m.<br />
Come terzo ed ultimo step, per<br />
porzioni di superfici pari a varie<br />
decine di metri quadrati è stato<br />
eseguito un controllo basato<br />
sull'impiego di strumentazione<br />
laser scanner terrestre. Nello<br />
specifico sono state determinate<br />
le distanze tra punti acquisiti<br />
con laser scanner (precisione<br />
sub-centimetrica) ed il relativo<br />
modello 3D Mesh, i dati trattati<br />
con software scientifici e i<br />
confronti effettuati sintetizzati<br />
in forma tabellare (numerica e<br />
statistica) e grafica.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 19
REPORTS<br />
Pregi e peculiarità<br />
dell’utilizzo dei SAPR<br />
L’uso delle tradizionali metodologie<br />
di rilievo non è risultato<br />
idoneo per l’esecuzione dell’acquisizione<br />
dello stato di fatto<br />
della diga, principalmente in<br />
relazione alla dimensione dello<br />
sbarramento, della conformazione<br />
orografica delle spalle, e<br />
non ultima la particolare doppia<br />
curvatura policentrica che descrive<br />
sia il paramento di valle<br />
sia quello di monte della diga.<br />
La diga di Ridracoli è infatti<br />
definita tecnicamente come una<br />
diga ad arco/gravità, ossia una<br />
costruzione che reagisce alla<br />
spinta dell’acqua grazie alla propria<br />
forma ad arco ed al proprio<br />
peso.<br />
Con un’estensione del coronamento<br />
di 432 metri (sul quale<br />
corre una strada carrabile a<br />
doppia corsia) ed un’altezza di<br />
103,5 metri, il rilevamento con<br />
laser scanner e la strumentazione<br />
topografica tradizionale<br />
avrebbero sicuramente comportato<br />
un notevole numero<br />
di stazioni per coprire tutte le<br />
superfici da rilevare, con notevole<br />
impegno di personale<br />
e lunghi tempi di esecuzione,<br />
con tutte le difficoltà ed i rischi<br />
connessi allo spostamento e<br />
posizionamento della strumentazione<br />
in zone non protette<br />
verso la caduta nel vuoto. L’uso<br />
dei droni ha enormemente semplificato<br />
il lavoro topografico di<br />
base per poter geo-referenziare<br />
il modello 3D, riducendo al<br />
minimo le stazioni necessarie, e<br />
principalmente consentendo di<br />
posizionarle in luoghi di agevole<br />
e sicuro accesso.<br />
L’altro aspetto che ha consentito<br />
di poter fare affidamento<br />
sui droni è stato senza dubbio<br />
la possibilità di poter montare<br />
un sensore fotografico da 36<br />
Megapixel, che fotografando la<br />
struttura da distanze anche molto<br />
ravvicinate (fino al dettaglio<br />
di 2/3 metri nei punti maggiormente<br />
indagati), ha consentito<br />
di realizzare un rilievo fotografico<br />
di pregio tecnico dell’intera<br />
struttura, totalmente assente<br />
prima dell’esecuzione del lavoro,<br />
e base di paragone per le future<br />
operazioni di comparazione<br />
con successivi rilievi.<br />
Preparazione del lavoro<br />
La pianificazione delle operazioni<br />
di volo ha richiesto numerose<br />
riunioni per poter coordinare<br />
l’intensa attività da svolgersi sul<br />
campo. In primo luogo la vastità<br />
dei manufatti da rilevare ha<br />
necessitato un attento studio dei<br />
tempi di volo, delle distanze di<br />
presa fotografica e delle ottiche<br />
da utilizzarsi. Parallelamente si<br />
è dovuto tener conto dei diversi<br />
materiali da rilevare e successivamente<br />
modellare (calcestruzzo<br />
per i manufatti, roccia sedimentaria,<br />
terreno vegetale, vegetazione<br />
arbustiva ed arborea,<br />
acqua). L’insieme di tutti questi<br />
fattori è stato poi correlato<br />
all’esposizione ed all’illuminazione<br />
che gli elementi avrebbero<br />
avuto in ogni fase del rilievo, in<br />
quanto gli algoritmi dei software<br />
alla base delle elaborazioni<br />
per la ricostruzione 3D risentono<br />
fortemente delle differenze<br />
di cromatismo che rappresentano<br />
i medesimi oggetti.<br />
Eseguire un ottimo rilievo<br />
fotografico non è di per sé garanzia<br />
della possibilità di poter<br />
ricostruire un modello 3D, ma<br />
occorre un attento ed ordinato<br />
studio delle caratteristiche della<br />
macchina fotografica impiegata,<br />
del soggetto, della posizione relativa<br />
tra soggetto e drone e delle<br />
condizioni d’illuminazione e<br />
trasparenza dell’aria. Gli ultimi<br />
parametri sono stati la definizione<br />
delle immagini finalizzate<br />
alla ricostruzione 3D e quelle<br />
relative all’indagine dei dettagli<br />
costruttivi. Tenendo conto di<br />
tutti i fattori sopracitati è stato<br />
infine predisposto un Piano di<br />
Volo (condiviso con Romagna<br />
acque S.p.A. e con il DICA)<br />
relativo al rilevamento sia del<br />
manufatto della diga sia delle<br />
parti spondali (destra e sinistra,<br />
monte e valle) e successivamente<br />
in parte modificato sul posto<br />
in relazione alla logistica ed<br />
all’effettivo inquadramento delle<br />
porzioni di territorio da parte<br />
delle fotocamere. Tali modifiche<br />
non hanno comportato sostanziali<br />
ritardi nell’esecuzione dei<br />
rilievi in quanto ampiamente<br />
nel range dell’operatività di<br />
Italdron, sia per quanto attiene<br />
a mezzi ed attrezzature sia per<br />
quanto attiene a capacità tecniche<br />
di gestione di tali situazioni<br />
“di cantiere”.<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Posizionamento dei punti GCP<br />
Il posizionamento dei 218<br />
Target previsti ha comportato<br />
un’attività significativa e coordinata<br />
tra Italdron, il DICA e<br />
Romagna Acque S.p.a., allo scopo<br />
di poter posizionare gli stessi<br />
nei migliori punti possibili,<br />
compatibilmente con le esigenze<br />
di sicurezza per l’accesso alle<br />
aree manifestate dalla Stazione<br />
Appaltante. Unitamente a ciò<br />
un altro vincolo è stato posto<br />
per il metodo di fissaggio e<br />
rimovibilità degli stessi (l’invaso<br />
e lo sbarramento sono<br />
inseriti entro il perimetro del<br />
Parco Nazionale delle Foreste<br />
Casentinesi); parte dei Target<br />
sono stati posizionati in posizioni<br />
stabili e durature nel tempo<br />
al fine di garantire la ripetibilità<br />
delle misure anche in momenti<br />
successivi senza dover ripetere<br />
le attività di misurazione topografica,<br />
non precludendo<br />
comunque la facile rimovibilità.<br />
Un aspetto particolare è stata<br />
l’impossibilità di poter apporre<br />
Target sul paramento di valle<br />
ma solo sul perimetro (coronamento,<br />
pulvino, porzioni<br />
accessibili delle spalle) stante la<br />
doppia curvatura dell’arco della<br />
diga.<br />
Svolgimento lavoro pratico<br />
Il lavoro sul campo è stato svolto<br />
durante 6 giornate differenti.<br />
Le prime due giornate sono<br />
state dedicate al posizionamento<br />
dei punti Marker e la terza giornata<br />
al rilievo con il drone.<br />
A fronte dell’abbassamento<br />
dell’invaso sono stati nuovamente<br />
effettuati, in autunno,<br />
i rilievi fotogrammetrici delle<br />
parti che risultavano sommerse<br />
durante il periodo estivo.<br />
A conclusione del lavoro sono<br />
state acquisite 6.000 fotografie<br />
con un totale di 23 voli complessivi<br />
e una durata media del<br />
volo del drone di 25 minuti.<br />
218 sono i punti target posizionati<br />
unitamente ad un totale di<br />
oltre 500 punti naturali rilevati.<br />
Svolgimento della post produzione<br />
secondo la metodica<br />
“Structure from Motion”<br />
La ricostruzione del modello<br />
3D secondo una Nuvola di<br />
Punti condivisibile in formato<br />
.las per consentire la fase di verifica<br />
e validazione del metodo<br />
proposto è avvenuta secondo la<br />
sequenza logica seguente:<br />
1) Inserimento delle fotografie<br />
nel software ContextCapture<br />
di Bentley<br />
2) Controllo dei target nelle<br />
fotografie, loro numerazione<br />
coerente col rilievo<br />
topografico e attribuzione di<br />
Coordinate per la georeferenziazione<br />
3) Fase di allineamento<br />
Fotografie<br />
4) Costruzione Nuvola di Punti<br />
a bassa densità<br />
5) Pulizia del rumore e affinamento<br />
del modello<br />
6) Costruzione nuvola di punti<br />
ad alta densità<br />
7) Pulizia del rumore residuo e<br />
affinamento del modello<br />
8) Costruzione Mesh 3D<br />
9) Inserimento delle Nuvole<br />
di Punti e delle Mesh 3D<br />
nel software Microstation di<br />
Bentley per la georeferenziazione<br />
e la manipolazione<br />
finale.<br />
Al fine di poter conseguire la<br />
validazione dei modelli 3D<br />
realizzati, sono state inserite le<br />
coordinate di una sola parte dei<br />
punti disponibili dal rilievo topografico<br />
di precisione, mentre<br />
la rimanente è servita come verifica<br />
e controllo al DICA.<br />
Validazione del rilievo da<br />
parte dell’Università di<br />
Perugia<br />
Al fine di validare i dati fotogrammetrici<br />
rilevati con il<br />
SAPR, è stata condotta una<br />
vasta campagna di misura basata<br />
sull’impiego di strumentazione<br />
topografica Stazione Totale<br />
(TS30 di Leica-Geosystems),<br />
satellitare Gps (Leica 1230<br />
di Leica-Geosystems) e Laser<br />
Scanner (Z+F 5010 di Zoeller<br />
Fröelich). Per quanto riguarda<br />
il rilevamento topografico è<br />
stata definita una rete primaria<br />
costituita dai 4 vertici già in<br />
uso a Romagna Acque S.p.A.,<br />
materializzati in maniera stabile<br />
e coincidenti con i pilastrini<br />
impiegati per il monitoraggio<br />
periodico della diga.<br />
Successivamente è stata definita<br />
una rete secondaria di punti,<br />
alcuni dei quali sono stati materializzati<br />
con chiodi infissi<br />
al suolo, e collegata alla rete<br />
primaria attraverso misure topografiche.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 21
REPORTS<br />
A partire dalla rete primaria e<br />
secondaria sono stati rilevati<br />
complessivamente 335 punti di<br />
dettaglio, comprendenti marker<br />
e punti naturali. Le misure sono<br />
state effettuate contestualmente<br />
alle acquisizioni dei fotogrammi<br />
da APR al fine di disporre di<br />
dati temporalmente omogenei.<br />
I 4 vertici della rete primaria<br />
sono stati stazionati con strumentazione<br />
satellitare GPS, e le<br />
coordinate ottenute sono state<br />
trasformate nel sistema cartografico<br />
Gauss Boaga e quote<br />
s.l.m. al fine di consentire una<br />
corretta georeferenziazione a<br />
livello nazionale dell’intero rilevamento.<br />
Per la trasformazione<br />
è stato impiegato un grigliato<br />
fornito da IGMI riferito al relativo<br />
vertice di Santa Sofia (FC)<br />
situato ad alcune centinaia di<br />
metri dal coronamento della<br />
diga. Successivamente i vertici<br />
della rete primaria e di quella<br />
secondaria sono stati stazionati<br />
con strumentazione topografica<br />
di precisione al fine determinare<br />
le coordinate est e nord, la<br />
quota dei punti di dettaglio e in<br />
parte da punti naturali impiegati<br />
per la validazione dei risultati.<br />
Al fine di migliorare l'accuratezza<br />
delle coordinate dei punti<br />
misurati è stato adottato uno<br />
schema di misura “iperdeterminato”,<br />
e le osservazioni acquisite<br />
sono state trattate in maniera<br />
rigorosa con software scientifico<br />
di compensazione ai minimi<br />
quadrati di misure topografiche.<br />
Dai risultati ottenuti si è evinto<br />
che la deviazione standard di<br />
ogni singolo punto è risultata<br />
inferiore, nelle 3 componenti<br />
Est, Nord e Quota, a 1.0 cm e<br />
in media a 0.7 cm, valori che<br />
hanno confermato l'idoneità dei<br />
suddetti punti per essere impiegati<br />
per la georeferenziazione<br />
dei fotogrammi da APR e per la<br />
validazione del modello stesso.<br />
Per quanto riguarda il rilievo<br />
laser scanner sono state eseguite<br />
complessivamente 9 postazioni<br />
di acquisizione al fine di poter<br />
rilevare la maggiore superficie<br />
possibile di paramento sia a<br />
monte sia a valle del coronamento.<br />
Tutte le acquisizioni<br />
sono state effettuate con scanner<br />
Z+F 5010, e le scansioni<br />
sono state registrate utilizzando<br />
i marker impiegati per la georeferenziazione<br />
del modello fotogrammetrico<br />
da APR al fine di<br />
garantire la perfetta corrispondenza<br />
dei due dati oggetto di<br />
confronto. I valori di deviazione<br />
standard e i valori medi dei residui<br />
sono risultati inferiori alle<br />
accuratezze e deviazioni standard<br />
delle coordinate topografiche<br />
e pertanto le scansioni sono<br />
state ritenute idonee per essere<br />
adottate come scansioni di riferimento.<br />
In merito alla fase<br />
vera e propria di validazione dei<br />
dati acquisti da APR sono stati<br />
impiegati, in qualità di riferimento,<br />
i marker, i punti naturali<br />
di coordinate topografiche<br />
note e i punti da laser scanner.<br />
Le verifiche effettuate sono state<br />
suddivise in 3 fasi: verifica dei<br />
punti ossia la comparazione tra<br />
punti topografici e punti singolari<br />
estratti da Dense Point<br />
Cloud (il controllo puntuale<br />
consiste nella comparazione tra<br />
due set di coordinate relative ai<br />
marker e ai punti naturali misurati,<br />
con il primo set composto<br />
dalle coordinate di riferimento<br />
determinate con strumentazione<br />
topografica mentre il secondo<br />
costituito dalle coordinate<br />
degli stessi punti misurate sul<br />
modello Dense Point Cloud<br />
generato tramite fotomodellazione);<br />
verifica delle linee, il<br />
confronto tra sezioni estratte<br />
da laser scanner e Dense Point<br />
Cloud (la verifica per linee<br />
consiste nella comparazione<br />
tra sezioni orizzontali, curve di<br />
livello, estratte rispettivamente<br />
dalla nuvola di punti ottenuta<br />
da laser scanner e quella ottenuta<br />
da APR; nella comparazione<br />
la nuvola di punti laser scanner<br />
è stata assunta come Reference<br />
mentre la Dense Point Cloud<br />
da APR è stata assunta come<br />
Compared); verifica superfici<br />
ossia la mappatura differenze<br />
tra laser scanner e Dense Point<br />
Cloud (la verifica superfici si<br />
basa sulla verifica di una certo<br />
numero di campioni rappresentativi<br />
dell'intera superficie rilevata<br />
al fine di verificare l'accuratezza<br />
del modello globale nel<br />
suo complesso; il confronto tra<br />
i due insiemi di dati ha fornito<br />
le cosiddette "mappe delle differenze"<br />
in grado di fornire una<br />
rappresentazione visiva intuitiva<br />
ed immediata degli scostamenti<br />
tra le due superfici grazie anche<br />
all'istogramma delle distribuzioni<br />
ad esse associate).<br />
Al termine del processo di verifica<br />
e validazione, Italdron ha<br />
ottenuto un ottimo livello di<br />
superamento delle prestazioni<br />
attese per quanto attiene la<br />
fase propria del rilievo (posizionamento<br />
target, piano di<br />
volo, metodica del lavoro, etc.),<br />
ottenendo al contempo un'elevata<br />
qualità geometrica e radiometrica<br />
del dato acquisto. Per<br />
quanto attiene la modellazione<br />
3D effettuata, le immagini sono<br />
state elaborate con software basato<br />
sulla tecnica Structure from<br />
Motion, e la Dense Point Cloud<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
generata è stata fornita, come previsto,<br />
in formato compatibile con<br />
ambiente cad (*.las) con densità<br />
media superiore a quella richiesta<br />
(richiesta = 1 punto ogni 25 cmq<br />
/ fornita = 1 punto ogni 9 cmq o<br />
superiore). La verifica della Dense<br />
Point Cloud effettuata impiegando<br />
come riferimento un campione<br />
totale di 124 punti suddivisi<br />
in punti naturali, marker e scansioni<br />
laser appositamente realizzate<br />
ha fornito risultati compatibili<br />
o di qualità superiore rispetto alle<br />
specifiche richieste.<br />
Conclusioni<br />
Il modello tridimensionale finalizzato<br />
alla gestione proattiva della<br />
Diga di Ridracoli serve a simularne<br />
il comportamento in funzione<br />
di eventuali singolarità strutturali/<br />
morfologiche/climatiche segnalate<br />
indirettamente dalla sensoristica<br />
installata per il monitoraggio del<br />
comportamento strutturale (sono<br />
circa 230 gli strumenti impiegati<br />
per il monitoraggio del sistema<br />
diga). L’Azienda proprietaria ed<br />
utilizzatrice di tale modello è<br />
Romagna Acque S.p.A. che, in<br />
funzione dei rapporti con l’istituto<br />
di controllo e vigilanza (Registro<br />
Italiano Dighe) può, grazie al supporto<br />
del DICA dell’Università<br />
di Perugia, effettuare qualunque<br />
tipo di analisi, controllo e verifica<br />
relativamente ai valori registrati<br />
dagli strumenti o simulare il comportamento<br />
del modello in relazione<br />
alla modifica di parametri<br />
fondamentali (modulo elastico del<br />
calcestruzzo, temperatura dell’acqua,<br />
livello di invaso, azioni sismiche,<br />
etc). La considerazione finale<br />
è conferma che l’uso dei droni è<br />
una tecnologia di uso attuale e assolutamente<br />
affidabile, che risulta<br />
particolarmente valida in ambienti<br />
morfologicamente così complessi e<br />
di difficile rilevabilità mediante la<br />
strumentazione tradizionale.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
2° Rapporto intermedio <strong>2015</strong> della Convenzione<br />
di Ricerca biennale tra Romagna Acque S.p.A. ed il<br />
DICA (Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ampbjentale)<br />
dell'Università di Perugia. Prof. Ing. Piergiorgio<br />
Manciola.<br />
Relazioni Tecniche Area Test e Rilievo Esteso - Modellazioni<br />
3D. Italdron S.r.l. - Ing. Marco Barberini -<br />
Geom. Gianluca Rovituso.<br />
Relazione Tecnica attività di supervisione e verifica<br />
delle modalità esecutive del Rilievo e dei risultati ottenuti.<br />
Studio Tecnico Associato Grassi - Perugia<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Rilievo; fotogramemtria; APR<br />
ABSTRACT<br />
SAPR technology integrates well with other technologies<br />
for survey activities in morphologically complex<br />
areas. In this article is presented a case study carried out<br />
for the photogrammetric documentation of Ridracoli<br />
Dam (Forli Cesena) In Italy.<br />
AUTORE<br />
Ing. Marco Barberini<br />
Matteo Rubboli<br />
Italdron srl<br />
info@italdron.com<br />
www.italdron.com<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 23
REPORTS<br />
E ancora Innovazione e Tecnologie Avanzate alla 2°<br />
Conferenza Utenti Laser Scanner Leica Geosystems<br />
A cura della redazione<br />
In questo report vengono presentate alcune delle<br />
tecnologie, tecniche ed esperienze professionali<br />
di cui si è parlato alla 2° Conferenza Utenti Laser<br />
Fig. 1 - I benefici del sistema SCAN&GO.<br />
Scanner Leica Geosystems. In particolare si vuole<br />
focalizzare l’attenzione su problematiche che si<br />
incontrano nelle fasi di rilievo e sulle strumentazioni<br />
utili ai professionisti del settore.<br />
L’innovazione continua<br />
Per avere una panoramica completa<br />
delle tecnologie presentate<br />
nel corso della conferenza si<br />
consiglia di leggere gli highlights<br />
pubblicati sul web circa<br />
la (www.geoforall.it/k3yrk) la<br />
parte iniziale del presente articolo<br />
nel precedente numero 5<br />
di <strong>GEOmedia</strong>. In questo articolo<br />
continuiamo a mostrare le<br />
esperienze diffuse dalle aziende<br />
partner di Leica.<br />
La prima presentazione di<br />
cui parleremo vuole chiarire<br />
l’aspetto legato alla scarsa<br />
diffusione dell’uso di Laser<br />
Scanner 3D per la Topografia.<br />
Fig. 2 - Modello 3D testurizzato delle Catacombe di<br />
San Paolo a Malta.<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />
Nell’intervento, “Sistemi ed<br />
accessori per il rilievo laser scanner<br />
3D” di Massimo Secchia,<br />
si è parlato di come e perché<br />
questi strumenti siano poco<br />
utilizzati: le principali necessità<br />
di utilizzare una serie di target<br />
comuni per il collegamento tra<br />
le diverse stazioni; l’utilizzo di<br />
treppiedi topografici con altezza<br />
da terra limitata e conseguente<br />
diminuzione della portata di<br />
misura; la necessità di integrare<br />
le misure con strumenti tradizionali<br />
per geo-referenziare il<br />
rilievo. La soluzione adottata<br />
per l’eliminazione delle problematiche<br />
è quella di combinare<br />
un Laser Scanner 3D e due ricevitori<br />
GPS, installati su di un<br />
veicolo, in modo da generare<br />
un unico sistema di riferimento<br />
per tutte le scansioni eseguite.<br />
Il sistema è denominato<br />
“SCAN&GO” ed è stato installato<br />
su un veicolo in modalità<br />
“STOP&GO“ e studiato per<br />
ottenere una definizione tridimensionale<br />
centimetrica di<br />
singole scansioni in un unico<br />
sistema di riferimento.<br />
I vantaggi, più che evidenti,<br />
sono maggiore altezza da terra<br />
(maggiore portata di misura),<br />
scansioni svincolate da punti di<br />
riferimento comuni, mobilità facile<br />
e veloce (un solo operatore).<br />
Laser scanner 3D<br />
A sostegno dell’uso del laser<br />
scanner 3D vi suggeriamo l’approfondimento<br />
dell’intervento<br />
dell’ingegnere Leo Chiechi di<br />
Digitarca: “ Strutture ipogee<br />
rilevate con laser scanner 3D<br />
– Le catacombe di San Paolo a<br />
Malta e Il Cisternone Romano<br />
di Formia”. Nell’intervento<br />
vengono mostrati due lavori differenti<br />
ma con scopi divulgativi<br />
coincidenti.<br />
Le Catacombe di San Paolo a<br />
Malta sono ricche di tunnel<br />
sotterranei e le loro stanze venivano<br />
utilizzate per i rituali di<br />
sepoltura dei primi cristiani. Le<br />
catacombe risalgono al terzo<br />
secolo d.C. e ospitano un gran<br />
numero di cripte per tutti i<br />
2200 m² della loro estensione.<br />
Il Cisternone Romano datato<br />
al I sec. a.C., è un’imponente
REPORTS<br />
Fig. 3 - Immagini in falsi colori di una sezione<br />
interna del Cisternone di Formia.<br />
struttura ipogea scandita in senso<br />
longitudinale da file di pilastri<br />
che suddividono l’ambiente<br />
in 4 navate coperte da volte a<br />
pseudo-crociera. Ubicato sulla<br />
sommità dell’arce, corrispondente<br />
all’attuale borgo medievale<br />
di Castellone, era alimentato<br />
dalle sorgenti della zona collinare<br />
di S. Maria la Noce per<br />
garantire il rifornimento idrico<br />
dell’antica città di Formia.<br />
Nel caso delle Catacombe gli<br />
obiettivi principali del rilievo<br />
prevedevano lo studio dettagliato,<br />
la documentazione e la rinnovata<br />
comprensione degli spazi,<br />
l’analisi dettagliata delle superfici<br />
delle camere sotterranee<br />
scansionate, senza la necessità di<br />
effettuare un’ispezione in loco<br />
a causa dei limiti di tempo e di<br />
illuminazione nelle catacombe<br />
e la creazione di uno strumento<br />
di accessibilità/presentazione<br />
accurata e olistica.<br />
La nuvola di punti globale è<br />
stata rototraslata nel Sistema di<br />
Riferimento Maltese utilizzando<br />
i punti comuni tra il modello<br />
scansionato e il rilievo topografico<br />
della zona esterna, al fine<br />
di ottenere una nuvola di punti<br />
completa come riferimento a<br />
livello globale. Il modello 3D<br />
è stato creato con le nuvole di<br />
punti ed è stato texturizzato con<br />
le foto.<br />
I nuovi servizi di Leica<br />
In fase di chiusura dell’evento,<br />
Simone Oppici, ha mostrato<br />
una serie di strumenti piuttosto<br />
utili e funzionali per i professionisti<br />
del settore. Questi gadget,<br />
tuttora in via di sviluppo, saranno<br />
presto reperibili sul mercato:<br />
il nuovo zaino porta laser<br />
scanner, il Leica Pegasus Mobile<br />
Platform o il Leica Pegasus Back<br />
Pack. Inoltre per tutti i clienti<br />
Leica è adesso disponibile un<br />
unico numero per il supporto<br />
tecnico. Il numero a supporto<br />
tecnico è denominato “Help<br />
Desk” reperibile sul sito ufficiale<br />
della Leica. Si tratta di uno dei<br />
tanti servizi che compongono<br />
l’offerta di Leica Geosystems.<br />
Fig. 4 - Il Leica Pegasus Back Pack.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
leica geosystem; rilievo; laser scanner;<br />
nuvole di punti<br />
ABSTRACT<br />
The article is the second part of the report "Innovation<br />
and Advanced Technologies at the<br />
2nd Conference User Laser Scanner Leica Geosystems"<br />
published starting from issue 5 of GE-<br />
Omedia <strong>2015</strong>. We summarize, in this article,<br />
the most relevant technologies disclosed during<br />
the conference.<br />
AUTORE<br />
Redazione <strong>GEOmedia</strong><br />
L’articolo è la continuazione<br />
di “Innovazione e<br />
Tecnologie Avanzate alla<br />
2° Conferenza Utenti Laser<br />
Scanner Leica Geosystems”<br />
pubblicato sul numero 5 di<br />
<strong>GEOmedia</strong> <strong>2015</strong>.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 25
Mongolian marvel<br />
La sorprendente immagine satellitare in falsi colori<br />
che pubblichiamo questa settimana è stata acquisita<br />
da Sentinel-2A il 15 Agosto scorso e mostra il sud della Mongolia,<br />
nazione che confina con la Cina a sud e con la Russia a nord. Conosciuta<br />
per il suo popolo nomade e per il suo territorio caratterizzato da grandi ed<br />
aspre distese, la Mongolia sorge nella profonda Asia orientale, lontana da ogni oceano.<br />
In questa regione – dove sorge il Deserto del Gobi - vivono mandrie di cavalli ed il<br />
Cammello Bactrian dalla doppia gobba. Nel suo territorio predominano pianure di rocce e<br />
sabbia, con una altitudine media di 1500 m sul livello del mare. Il Deserto del Gobi si estende<br />
in parte in Cina ed in parte nel sud della Mongolia. Si tratta di un deserto caratterizzato da una<br />
bassa piovosità ostacolata dai rilievi montuosi prospicenti (NdT: ‘rain shadow desert’), la cui origine<br />
si deve al blocco da parte della catena montuosa himalayana delle piogge provenienti dall’Oceano<br />
Indiano. Il Deserto del Gobi è il più grande deserto dell’Asia ed il quinto al mondo per estensione, per<br />
la massima parte costituita da rocce e non da sabbia. Il clima del Deserto del Gobi è caratterizzato da<br />
lunghe e fredde stagioni invernali e stagioni estive con temperature che transitano dal fresco al caldo. Si<br />
possono sperimentare rapide escursioni termiche fino a 35 °C, non solo in intervalli stagionali, ma anche<br />
nell’arco delle 24 ore. Nella parte bassa dell’immagine è visibile parte del sistema montuoso di Baga Bogd,<br />
la cui cima più alta raggiunge i 3600 m. Durante la stagione calda si rileva la presenza di bassa vegetazione.<br />
Le tonalità rosse che vediamo nell’immagine sono dovute a questa vegetazione ed anche a riflessioni dovute<br />
alla presenza di alberi. Le varie tonalità di rosso indicano differenti tipologie di vegetazione, ma anche<br />
differente densità e differenti condizioni delle piante. La chiarezza delle immagini ottenute con il sensore<br />
multispettrale ad alta risoluzione di Sentinel-2A consente di rivelare spettacolari effetti dovuti all’erosione,<br />
dove il suolo eroso - con l’aiuto della pioggia- viene trasportato dai crinali montuosi verso i territori<br />
più a valle. Nella parte in alto a destra dell’immagine si può individuare molto distintamente un corpo<br />
d’acqua: il lago Taatsiin Tsagaan, uno dei quattro laghi salini che formano la cosiddetta Valle<br />
dei Laghi. La Mongolia ha sottoscritto la Convenzione di Ramsar in data 8 Aprile 1998, trattato<br />
che identifica le Regioni Umide di Importanza Internazionale. La profondità del lago e la<br />
sua alta concentrazione di sale sono responsabili del vivido color turchese che si osserva<br />
nell’immagine. Sentinel-2A si trova in orbita dal 23 Giugno <strong>2015</strong>. E’ un satellite in<br />
orbita polare per misurazioni ad alta risoluzione finalizzate al monitoraggio del<br />
territorio, in grado di fornire immagini delle coperture di suolo, acqua e<br />
vegetazione, dei corsi d’acqua interni e delle aree costiere.<br />
Credits: ESA. Traduzione: Gianluca Pititto
REPORTS<br />
Strumenti e applicazioni<br />
con laser portatili<br />
I casi di FARO e GeoSLAM<br />
di Oreste Adinolfi, Cristina Bonfanti,<br />
Laura Mattioli e Nadia Guardini<br />
Portabilità, flessibilità, velocità sono<br />
alcune tra le caratteristiche tecniche<br />
che contraddistinguono gli strumenti<br />
di misura a scansione e che possono<br />
consentire all’operatore di rispondere<br />
alle richieste di acquisizione e<br />
rielaborazione dei dati in modo efficace<br />
ed economico. Nell’intervento vengono<br />
presentati i casi degli strumenti FARO e<br />
della giovane GeoSLAM.<br />
Fig. 1 - Visualizzazione di alcune porzioni della nuvola di punti acquisita negli interni della Casa Cava<br />
a Matera e alcune estrazioni del dato. Le acquisizioni sono state eseguite a supporto delle attività della<br />
6° edizione della International Summer School <strong>2015</strong> – COIFA, coordinata dal prof. Pietro Grimaldi.<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />
Eseguire misure laser scanning<br />
su una vasta varietà<br />
di oggetti di dimensioni<br />
e gradi di dettaglio diversi, assicurando<br />
il grado di precisione, la<br />
convenienza, la semplicità d’uso,<br />
la maneggevolezza, la flessibilità,<br />
la trasportabilità, il raggiungimento<br />
degli obiettivi richiesti alla<br />
fase di misura e rappresentazione,<br />
sono tra gli assunti principali per<br />
chi si occupa di acquisizione, processamento<br />
e produzione di dati<br />
metrici, geometrici, di imaging<br />
a carattere tridimensionale e alle<br />
diverse scale. FARO e GeoSlam<br />
ci aiutano a rispondere in modo<br />
efficace e rapido a queste problematiche.<br />
Nel corso degli ultimi anni si è verificata<br />
un’evoluzione nell’utilizzo<br />
delle strumentazioni<br />
a scansione laser, dal<br />
semplice controllo<br />
Fig. 2 - Il<br />
laser tracker<br />
Vantage e<br />
l’SMR.<br />
della qualità e analisi dello stato<br />
di fatto a utile strumento per il<br />
controllo di processi di produzione/realizzazione.<br />
Si pensi agli<br />
interventi di reverse engineering e<br />
di collaudo in ambito industriale<br />
piuttosto che a quelli di progetto e<br />
costruzione in ambito edilizio con<br />
modifiche in tempo reale, possibili<br />
grazie all’integrazione di nuvole<br />
di punti dense e sistemi BIM.<br />
Contemporaneamente i settori di<br />
utilizzo dei singoli strumenti (laser<br />
scanner statici, mobile, trackers,<br />
bracci di misura dotati di laser<br />
non a contatto,..) si stanno sempre<br />
più contendendo le tecniche<br />
e le metodologie, ragione per cui<br />
strutture mobili non cartesiane,<br />
applicate per la maggiore in settori<br />
industriali, stanno ad esempio<br />
avendo nuove applicazioni nel<br />
campo della 3Ddoc e dei Beni<br />
Culturali a grandissima scala, e
REPORTS<br />
tecnologie SLAM vengono applicate<br />
in ambiti forestale, manutenzione,<br />
forense,…<br />
L’opportunità, da parte degli<br />
autori del presente intervento, di<br />
poter utilizzare tecnologia portatile<br />
FARO come macchine di<br />
misura a coordinate (CMM) e<br />
laser scanner 3D (TLS) statici e<br />
mobili (FARO e GEOSLAM) ha<br />
permesso di mettere in atto e sperimentare<br />
differenze tra sensori,<br />
potenzialità e limiti, automatismi<br />
e range di intervento in ambiti<br />
differenti, avvalendosi inoltre<br />
per le fasi di processamento di<br />
SW opportunamente dedicati<br />
a trattare il genere differente di<br />
dato (SCENE, GEOMAGIC<br />
Control-Wrap-Studio-DesignX,<br />
RECONSTRUCTOR,<br />
CLOUDCOMPARE,<br />
POINTSENSE, MESHLAB,<br />
MEASURE10, AUTOCAD,<br />
REVIT). Il presente<br />
intervento si delinea quindi come<br />
semplice presentazione di casi applicativi<br />
legati ai diversi strumenti<br />
e alle loro caratteristiche tecniche.<br />
La portabilità di tali strumenti di<br />
misura è tale da rendere estremamente<br />
flessibile e gestibile la fase<br />
di acquisizione, motivo di semplificazione<br />
e velocizzazione del<br />
processo.<br />
Il caso di FARO<br />
Azienda di riferimento per produzione,<br />
sviluppo e commercializzazione<br />
di AACMM (Articulated<br />
Arm Coordinate Measuring<br />
Machine) e TLS, la Faro ha fatto<br />
della portabilità uno dei criteri<br />
tecnici fondamentali dei suoi<br />
strumenti, rendendo flessibile l’acquisizione<br />
di dati metrici puntuali<br />
e densi, a contatto e non a contatto,<br />
portando la snellezza anche<br />
nelle fasi di post-processing tramite<br />
l’utilizzo di SW proprietari come<br />
SCENE.<br />
Il Focus 3D 130/330 , il laser scanner<br />
terrestre più facilmente trasportabile<br />
con un peso di 5,2kg, una<br />
portata da 0,60m a 130/330m,<br />
acquisizione angolare di 360°-<br />
300°, camera digitale integrata,<br />
utilizzabile sia in situazioni<br />
statiche sia mobile, è stato recentemente<br />
affiancato da uno strumento<br />
integralmente manuale, il<br />
Freestyle3D X. L’utilizzo a sistema<br />
della strumentazione permette<br />
di completare e integrare porzioni<br />
mancanti nelle scansioni acquisite<br />
staticamente, andando a riempire<br />
vuoti di informazione piuttosto<br />
che elevare il grado di risoluzione<br />
in porzioni locali della superficie<br />
da acquisire. In alternativa, i due<br />
strumenti possono lavorare in piena<br />
autonomia: per tale ragione il<br />
laser manuale può essere utilizzato<br />
per determinare con precisione<br />
millimetrica superfici alle grandi<br />
scale (ambienti singoli, oggetti di<br />
interior design, statue, particolari<br />
costruttivi,…).<br />
Le esperienze condotte in ambienti<br />
industriali, architettonici, archeologici,<br />
ambientali con raggio<br />
ridotto, navali, non possono che<br />
sostenere i criteri di produzione<br />
sopra descritti, considerando che<br />
non solo la parte HW porta in<br />
sé tali caratteristiche ma anche la<br />
parte SW proprietaria o di terze<br />
parti. Il SW proprietario della<br />
Faro (SCENE 5.5) processa e<br />
allinea le singole scansioni tramite<br />
algoritmi di notevole snellezza:<br />
cloud to cloud, su target oppure<br />
dall’alto. L’allineamento delle<br />
scansioni per gruppi, gestibili<br />
all’interno di un singolo progetto,<br />
è un processo molto flessibile,<br />
che consente di registrare<br />
con algoritmi diversi<br />
i gruppi stessi<br />
mantenendo<br />
fisso, quando<br />
presente, il<br />
sistema di<br />
riferimento<br />
topografico.<br />
Fig. 3 - Acquisizioni laser ad altissima<br />
precisione presso il Lapis<br />
Niger, realizzate a supporto della<br />
documentazione digitale per la<br />
valorizzazione dell’area archeologica<br />
e sotto la direzione della Soprintendenza<br />
Speciale per il Colosseo, il<br />
Museo Nazionale Romano e l’Area<br />
Archeologica di Roma, su progetto<br />
dell’archeologa Patrizia Fortini,<br />
dell’architetto Maddalena Scoccianti<br />
e della società VisivaLab S.L.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 29
REPORTS<br />
Anche la definizione fotografica<br />
delle ortofoto estraibili dal modello<br />
3D ha raggiunto una buona<br />
definizione, mentre risulta ancora<br />
migliorabile, rispetto ad altri software<br />
(SW), la costruzione della<br />
mesh. Le estrazioni di ortofoto,<br />
profili di sezione verticali o orizzontali,<br />
singoli o multipli, sono<br />
effettuabili direttamente dalla<br />
nuvola di punti e si avvalgono<br />
dell’utilizzo di bounding-boxes<br />
che risultano impostabili secondo<br />
piani concordi agli obiettivi della<br />
rappresentazione finale.<br />
L’esempio riportato (Fig. 1) riguarda<br />
un’applicazione del Focus<br />
330 effettuata all’interno di Casa<br />
Cava a Matera. Le acquisizioni<br />
laser documentano e “congelano”<br />
lo stato di questa complessa e interessante<br />
struttura scavata in profondità<br />
e ora adattata a struttura<br />
per eventi culturali. La conformazione<br />
e lo sviluppo degli ambienti<br />
disposti a quote differenti e sulla<br />
base di un percorso che si insinua<br />
nella roccia tufacea sono diventati<br />
il simbolo della parabola storica e<br />
della rinascita culturale di Matera;<br />
un luogo nato come cava di tufo,<br />
poi abbandonato e usato come<br />
discarica. Il progetto ha voluto<br />
lasciare le tracce dell’antica fase<br />
di estrazione e la conformazione<br />
della casa e della cava, tra loro<br />
interconnesse, richiede interventi<br />
di rilievo metrico dedicati in ogni<br />
ambiente e un forte controllo delle<br />
quote nelle fasi di misura e di<br />
processamento dei dati.<br />
Se gli strumenti precedenti hanno<br />
la peculiarità di consentire la misurazione<br />
tramite scansioni per la<br />
media e grande scala con precisioni<br />
millimetriche e determinazioni<br />
di superfici con dati densi, con il<br />
Laser Tracker Vantage si effettuano<br />
misurazioni puntuali ad altissima<br />
precisione di oggetti di grandi<br />
dimensioni, specialmente in<br />
ambito industriale (allineamento,<br />
istallazione macchine, ispezione di<br />
pezzi e componenti, costruzione<br />
e setup di utensili, integrazione<br />
di produzione e assemblaggio e<br />
reverse engineering) o comunque<br />
per la realizzazione, la verifica e il<br />
monitoraggio di elementi edilizi<br />
da determinare con massime precisioni.<br />
Le sue dimensioni sono<br />
compatte, resiste all’acqua e alla<br />
polvere (classe IP52), consente di<br />
effettuare determinazioni metriche<br />
da un’unica posizione con un<br />
range di 160m e accuratezza di<br />
0.015mm (Fig. 2).<br />
L’impiego di metodologie scientifiche<br />
nel campo della salvaguardia<br />
del patrimonio culturale è ormai<br />
prassi consolidata e sempre più<br />
si assiste a interventi di documentazione<br />
e valorizzazione a<br />
carattere interdisciplinare dove<br />
le conoscenze derivate da diversi<br />
settori della scienza, le relative<br />
metodologie d’indagine e le<br />
tecnologie più innovative si incontrano,<br />
affrontando aspetti<br />
del tutto particolari, dovuti alla<br />
specificità degli oggetti sottoposti<br />
ad esame. Tra i requisiti stringenti<br />
sono da elencare la garanzia della<br />
qualità dei risultati, la possibilità<br />
di un facile accesso all’oggetto di<br />
indagine e livelli di non invasività<br />
della tecnica in uso. In una<br />
delle esperienze condotte ci si è<br />
avvalsi di questi principi declinando<br />
l’utilizzo di una macchina<br />
di misura a coordinate, in uso in<br />
ambiti industriali, portandola ad<br />
acquisire in ambiente archeologico.<br />
Con Edge Scan ARM, braccio<br />
di misura mobile ad altissima precisione<br />
(0,051mm) integrato con<br />
testa laser V6-HD, e a supporto<br />
della Soprintendenza Speciale per<br />
il Colosseo, il Museo Nazionale<br />
Romano e l’Area Archeologica<br />
di Roma, è stato infatti acquisito<br />
il cippo piramidale facente parte<br />
dell’arcaico complesso sacro collocato<br />
al di sotto del Lapis Niger nel<br />
Foro Romano, con inciso il testo<br />
di una legge sacra, determinandone<br />
la volumetria, l’intera superficie<br />
e l’iscrizione. L’acquisizione<br />
metrica del cippo è stata inserita<br />
in un vasto progetto finalizzato<br />
alla restituzione del complesso del<br />
Lapis Niger al pubblico e ha presentato<br />
l’opportunità per testare<br />
le capacità della strumentazione<br />
stessa e del valore scientifico dei<br />
dati acquisiti, come ad esempio<br />
alcuni dettagli invisibili a occhio<br />
nudo. L’iscrizione infatti si trova<br />
al di sotto del Lapis Niger, in una<br />
posizione visibile ma di difficile<br />
accesso, tale da impedirne lo<br />
studio nel dettaglio. Il braccio di<br />
misura CAM2-FARO, strumento<br />
d’avanguardia nel campo dell’acquisizione<br />
tramite laser scanner,<br />
portatile e facile da utilizzare, consente<br />
infatti di effettuare misurazioni<br />
3D estremamente precise su<br />
volumi di grandi e piccole dimensioni,<br />
già nel corso delle fasi di<br />
produzione. Le ridotte dimensioni<br />
dello strumento, un peso complessivo<br />
percepibile di circa 500gr<br />
e la presenza di sensori intelligenti<br />
integrati permettono di effettuare<br />
misurazioni precise in contesti<br />
ristretti, e con caratteristiche termiche<br />
variabili. La definizione<br />
del braccio è di 36μm, precisione<br />
invisibile all’occhio umano, che<br />
permette dunque di individuare<br />
tracce archeologiche importanti<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong><br />
Fig. 4 - Il laser<br />
scanner manuale<br />
e portatile ZEB1<br />
e alcune possibili<br />
applicazioni.
REPORTS<br />
(ad esempio direzione e profondità<br />
di segni di scalpellatura oramai<br />
erosa) non rilevabili con una normale<br />
strumentazione.<br />
Oltre all’uso per scopi di ricerca,<br />
le acquisizioni con laser scanner<br />
hanno permesso di sviluppare agli<br />
operatori del cantiere un modello<br />
3D ad alta definizione.<br />
Il caso di GeoSLAM<br />
GeoSLAM è una giovane joint<br />
venture tra CSIRO (Agenzia<br />
Nazionale della Scienza dell’Australia<br />
e l’inventore del WiFi) e<br />
3D Laser Mapping (leader nel<br />
Regno Unito per la fornitura<br />
di soluzioni LiDAR per l’industria<br />
mineraria e inventore dello<br />
‘Street Mapper’). Obiettivo di<br />
GeoSLAM è sviluppare soluzioni<br />
innovative per il mondo del survey,<br />
fondendo con esso gli aspetti<br />
del mondo della robotica. Infatti<br />
la tecnologia SLAM (Simultaneous<br />
Localization and Mapping) è<br />
incentrata sulla determinazione<br />
metrica di uno spazio non noto<br />
tramite l’utilizzo di un mobile<br />
robot, associato a un sensore laser<br />
scanner, che costruisce il contesto<br />
man mano che lo percorre. Il<br />
principio del processo è di utilizzare<br />
il contesto/ambiente per aggiornare<br />
in continuo la posizione<br />
del robot attraverso l’utilizzo di<br />
un odometro e le sue interconnessioni<br />
con le acquisizioni laser:<br />
durante la fase di acquisizione<br />
vengono infatti estratte features<br />
dallo spazio misurato riosservate<br />
più volte quando il robot si muove<br />
al suo interno. Il responsabile<br />
del continuo aggiornamento<br />
nella posizione degli oggetti, e<br />
quindi del loro riconoscimento<br />
dimensionale e di posizione nello<br />
spazio misurato, è l’utilizzo ripetuto<br />
dell’EKF (Extended Kalman<br />
Filter). Lo strumento distribuito<br />
da GeoSLAM, ZEB1 (fig. 4), può<br />
essere veramente qualificato come<br />
il primo laser veramente mobile,<br />
portatile e leggero, adatto a un<br />
grosso numero di applicazioni<br />
(mining, forense, architettonico e<br />
con rapida determinazione ai diversi<br />
piani, forestale, stoccaggio,<br />
mobile, visualizzazioni rapide,…).<br />
Con lo ZEB1 in mano, l’utente<br />
può semplicemente camminare<br />
nel contesto che vuole rilevare<br />
registrando più di 40,000 punti/s<br />
senza il bisogno di dati di posizionamento<br />
esterno come i GNSS.<br />
ZEB1 funziona al meglio in ambienti<br />
complessi/ricchi di forme e<br />
generalmente non richiede l’utilizzo<br />
di target/punti di riferimento.<br />
Sono la traiettoria che l’operatore<br />
segue e i movimenti manuali che<br />
questo compie con lo strumento<br />
che consentono in modo efficace<br />
e veloce l’acquisizione, riducendo<br />
in modo impressionante la fase di<br />
misura sul campo. Una volta che<br />
i dati sono stati raccolti, devono<br />
essere caricati nel GeoSLAM<br />
Cloud, dove il SW SLAM trasforma<br />
le misure in una nuvola di<br />
punti completamente registrata.<br />
Successivamente, i dati possono<br />
essere scaricati (da una base payas-you-go)<br />
e utilizzati all’interno di<br />
tutti i principali SW CAD, tra cui<br />
Revit.<br />
Conclusioni<br />
Il continuo e attuale fermento nel<br />
mondo della misura, variamente<br />
indirizzata in ambiti e settori di<br />
produzione differenti e tale per<br />
cui i sensori e i mezzi che li trasportano<br />
sono gli elementi che<br />
determinano gli elementi che<br />
determinano la scelta d’uso di uno<br />
strumento piuttosto che di un<br />
altro in funzione degli obiettivi<br />
delle acquisizioni, porta a fare<br />
brevi considerazioni. Al momento,<br />
e per chi scrive, la tecnologia<br />
laser risulta essere ancora la più<br />
completa, rapida, efficace e flessibile<br />
per l’acquisizione di dati 3D<br />
e per la realizzazione integrata di<br />
prodotti grafici e modelli tra i più<br />
vicini al vero alle diverse scale di<br />
intervento. Nonostante questo,<br />
occorre considerare che risulta<br />
sempre più evidente la necessità<br />
di integrare sensori e strumentazioni<br />
differenti, motivo per cui il<br />
processo di rilievo è garantito solo<br />
tramite un approccio a sistema<br />
e secondo soluzioni HW e SW<br />
direttamente indirizzate alla risoluzione<br />
di problemi specifici.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Bosse M., Zlot R., Flick P., 2012, Zebedee: Design of a Spring-Mounted 3-D Range Sensor with Application to Mobile<br />
Mapping, IEEE Transactions on Robotics, vol.28(5), pp.1104-1119<br />
Chiabrando F., Spanò A., 2013, Points clouds generation using TLS and dense-matching techniques. A test on approachable<br />
accuracies of different tools, in: XXIV International CIPA Symposium, Strasbourg, 2–6 September 2013. pp. 67-72<br />
Thomson C., Apostolopoulos G., Backes D., Boehm J., 2013, Mobile Laser Scanning fort indoor modelling, in: ISPRS<br />
Annals of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Volume II-5/W2<br />
Sacerdote F., Tucci G. 2007, Sistemi a scansione per l’architettura e il territorio, Alinea Editrice, Impruneta (Fi)<br />
Bornaz L., 2006, Principi di funzionamento e tecniche di acquisizione, in: F. Crosilla, S. Dequal (eds.), Laser scanning<br />
terrestre, Atti del corso “La tecnica del laser scanning terrestre” (Udine 2004), Udine, CISM, 1-18<br />
SITOGRAFIA<br />
https://vimeo.com/132660449<br />
http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/roma/archeo_robot_mito_romolo_foro_romano/1445875.shtml<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Laser scanner; AACMM; SLAM<br />
ABSTRACT<br />
Portability, flexibility and speed are some of the technical features that distinguish the measuring instruments to scan<br />
and that they may allow to the operator to respond to requests for acquisition and processing of data effectively and<br />
economically. In this case study are presented cases of the instruments FARO and of the young GeoSLAM.<br />
AUTORE<br />
Oreste Adinolfi, Cristina Bonfanti, Laura Mattioli, Nadia Guardini<br />
ME.S.A. s.r.l.<br />
Strada Antica di None, 2 10092 Beinasco (To), info@mesasrl.it - www.mesasrl.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 31
REPORTS<br />
Un report dal Workshop IGAW2016 sul GNSS<br />
che fa riflettere sul futuro della geomatica<br />
di Renzo Carlucci<br />
Sogei, società del Ministero<br />
delle Finanze che conta un gran<br />
numero di ingegneri con laboratori<br />
di ricerca anche su Catasto e<br />
GNSS, nei giorni 21 e 22 gennaio<br />
2016 ha realizzato un workshop<br />
principalmente mirato alla<br />
discussione dell’affidabilità dei<br />
sistemi di posizionamento basati<br />
su più costellazioni di satelliti,<br />
portando alla ribalta alcuni dei più<br />
importanti esperti del settore che<br />
hanno dato vita ad un evento di alto<br />
livello internazionale.<br />
Un’occasione difficilmente<br />
ripetibile in altri<br />
ambienti in Italia e che<br />
porta alla Sogei il merito di una<br />
visione strategica di alto livello<br />
scientifico, mirata comunque ad<br />
applicazioni molto pratiche, che<br />
poco hanno a che vedere con le<br />
fantasie accademiche.<br />
Il motivo portante del workshop<br />
sono state le applicazioni<br />
dei cosiddetti ricevitori SDR<br />
(Software Defined Receiver), in<br />
cui al posto di un circuito commerciale<br />
integrato troviamo un<br />
software Open Source atto a<br />
produrre il calcolo della posizione<br />
dell’antenna del ricevitore ad<br />
un determinato istante.<br />
Le sessioni tecniche sono state<br />
aperte da un’introduzione sullo<br />
stato attuale dell’integrità dei<br />
sistemi di Augmentation (SBAS)<br />
da parte di Per Enge della<br />
Standford University, mentre<br />
Gérard Lachapelle della Calgary<br />
University (il padre della parola<br />
“geomatica”) ha illustrato un<br />
caso di uso di un SDR per la registrazione<br />
di segnali GNSS ad<br />
uso Forense, nello scenario della<br />
lotta allo spoofing and jamming<br />
che può oggi essere usato anche<br />
a scopi terroristici.<br />
Kai Borre, fondatore del Danish<br />
GPS Center e professore<br />
di vecchia data in geodesia, ha<br />
illustrato la situazione attuale<br />
dei ricevitori software SDR, il<br />
cui stato di avanzamento è tale<br />
da poter essere messo a disposizione<br />
per il download come<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Tutte le presentazioni e la tavola rotonda finale sono<br />
state trasmesse in streaming e sono state rese disponibili<br />
sul canale Youtube (https://www.youtube.com/<br />
channel/UCrdkQ7F981U97IMZGyb5FIw/videos)<br />
La lista degli interventi:<br />
Fig. 1 – Un tipico scenario di spoofing per confondere il sistema di navigazione (G. Lachapelle).<br />
sistema completo, funzionale e<br />
affidabile, anche dal sito dell’Università<br />
di Samara in Russia,<br />
per pochi euro.<br />
Sempre nel tema degli SDR,<br />
Roberto Capua di Sogei ha<br />
illustrato una soluzione a basso<br />
costo di ricevitore GNSS<br />
per applicazioni istituzionali<br />
facendo notare come, fig. 3, al<br />
crescere delle infrastrutture di<br />
Augmentation a livello globale<br />
vada calando il costo ricevitori a<br />
singola frequenza che sono basati<br />
sul calcolo via software.<br />
Le sperimentazioni illustrate<br />
hanno avuto come uno dei target<br />
specifici le opportunità sui<br />
trasporti ed in particolare il controllo<br />
dei treni ad alta velocità.<br />
Su questo tema si è intrattenuto<br />
Calini della GSA, intervenuto<br />
per portare il messaggio della<br />
agenzia europea del GNSS che<br />
sta promuovendo applicazioni<br />
e servizi Egnos e Galileo con<br />
opportune attività di specifici<br />
finanziamenti. Un cenno particolare<br />
meritano gli interventi di<br />
Mario Rasetti sul trattamento<br />
topologico di grandi quantità<br />
di dati e quello di Marco Lisi<br />
dell’ESA, intervenuto a farci<br />
notare come alcuni aspetti di<br />
Galileo stiano andando al di là<br />
degli obiettivi prefissati, tra questi<br />
la misura del tempo che raggiunge<br />
con gli orologi atomici<br />
di tale sistema una precisione di<br />
un secondo ogni 100.000 anni,<br />
dimensione ormai diventata importante<br />
in tutti gli aspetti della<br />
nostra vita. Basti pensare anche<br />
alle transazioni bancarie e di<br />
borsa in cui l’istante di attuazione<br />
ha una enorme importanza.<br />
Prima giornata<br />
* SBAS Integrity: current status and future perspectives<br />
- P. Enge (University of Stanford)<br />
* The Case for Recording IF Data for GNSS Signal<br />
Forensic Analysis Using a SDR - G. Lachapelle<br />
(formerly CRC/iCORE Chair in Wireless Location,<br />
University of Calgary)<br />
* SDR Technology Updates - Kai Borre (Samara State<br />
Aerospace University)<br />
* Huge data Sets: the topological approach - M. Rasetti<br />
(Politecnico di Torino)<br />
* Progresses about Indoor Positioning Techniques Innovations<br />
- A. Neri (Università di Roma Tre) Sperimentazioni<br />
sulla possibilità di posizionamento indoor<br />
e relative problematiche quali ad es. il multipath<br />
* Desdorides GSA Agency, in teleconferenza skype<br />
* A totally SDR-based Low Cost Augmentation<br />
System for Institutional Applications - R. Capua<br />
(Sogei)<br />
Seconda giornata<br />
* European GNSS Adoption Opportunities in Transport<br />
with Focus on Rail - G. Calini (GSA)<br />
* GNSS and Timing: the need for a global PNT infrastructure<br />
- M. Lisi (ESA)<br />
* High integrity navigation for rail and the need for<br />
international collaboration - P. Enge (University of<br />
Stanford)<br />
* Christian Wullems, Esa - Sol Application of GNSS<br />
in Railway<br />
* The role of satellite applications for the ERTMS evolution<br />
- Angelo Chiappini (ERA) * Satellite based<br />
train control systems for local and regional lines - F.<br />
Senesi (RFI)<br />
* Roadmap for technology development and validation<br />
- Francesco Rispoli (Ansaldo STS), A. Neri<br />
(Radiolabs)<br />
* Authorisation of placing in service in the context of<br />
new technologies - M. Vivaldi (ANSF)<br />
* The vision from European Rail Industry - P. Gurnik<br />
(UNIFE)<br />
* The role and contribution of Italian Space Agency -<br />
M. Caporale (ASI)<br />
* GNSS application method within ETCS: basis for ef<br />
cient multi-constellation solutions - A. Filip (University<br />
of Pardubice)<br />
Fig. 2 – Schema di ricevitore SDR (K. Borre).<br />
Fig. 3 – L’avanzamento della ricerca sugli SDR porta all’abbassamento<br />
dei costi (R. Capua).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 33
REPORTS<br />
Mario Caporale ha portato la<br />
visione e il contributo della<br />
nostra Agenzia Spaziale per il<br />
supporto al sistema Galileo,<br />
mentre Des Dorides capo della<br />
GSA Agency, in teleconferenza<br />
skype, ha riportato che la<br />
GSA è attualmente impegnata<br />
specialmente nei servizi di posizionamento<br />
per i trasporti e<br />
che le European Infrastructure<br />
Networks sono considerate infrastrutture<br />
chiave per il sistema<br />
Galileo.<br />
In questo momento l’integrazione<br />
delle tecnologie GNSS<br />
attraverso progetti che principalmente<br />
vedono come utenti<br />
finali le Ferrovie europee, sta<br />
portando un enorme interesse,<br />
tale da indirizzare buona parte<br />
della programmazione Horizon<br />
2020 a questo settore.<br />
Al termine si è tenuta una tavola<br />
rotonda dal titolo “From<br />
technology to operations by<br />
exploiting satellite assets” in<br />
cui si è parlato dell’operatività<br />
della tecnologia che ci fornisce<br />
oggi l’uso dei satelliti per il posizionamento.<br />
Ma quello che è<br />
emerso da questo confronto è<br />
una chiara idea della geomatica<br />
del futuro il cui trend è ormai<br />
segnato: le telecomunicazioni e<br />
le trasmissioni radio come elementi<br />
fondamentali del rilievo,<br />
del posizionamento e della navigazione<br />
del futuro.<br />
Fig. 4 – La misura del tempo con Galileo (M. Lisi).<br />
Fig. 5 – Il test in corso sulle ferrovie italiane in Sardegna assistito dall’ASI (M. Caporale) per le<br />
European Infrastructure Networks.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
GNSS; Galileo; Railway; Transportation<br />
ABSTRACT<br />
Sogei, a company of the Ministry of Finance, which has<br />
about 2000 engineers with a R&D Laboratory on positioning,<br />
mapping and GNSS, on 21 and 22 January 2016 has<br />
realized a workshop mainly aimed at the discussion on the<br />
reliability of multi-constellation positioning systems, with<br />
speaker coming from the top of academy and industry that<br />
have given life to a high-level international event<br />
Fig. 6 - Opportunità<br />
del GNSS<br />
europeo nei<br />
trasporti in<br />
particolare<br />
nelle ferrovie<br />
(G.G. Casini,<br />
European<br />
GNSS<br />
Agency)<br />
AUTORE<br />
Renzo Carlucci<br />
direttore@rivistageomedia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong><br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 35
ASSOCIAZIONI<br />
MERCATO<br />
Ritorna il Convegno<br />
Nazionale dell’Associazione<br />
Italiana di<br />
Telerilevamento (AIT)<br />
L’VIII Convegno Nazionale<br />
dell’Associazione Italiana di<br />
Telerilevamento (AIT) si svolgerà<br />
dal 22 al 24 giugno 2016<br />
presso l’Università degli Studi<br />
di Palermo.<br />
L’Associazione ha come scopo<br />
primario lo sviluppo e<br />
la diffusione in Italia del<br />
Telerilevamento, inteso quale<br />
insieme di conoscenze delle<br />
discipline che lo compongono<br />
e delle loro applicazioni, con<br />
particolare riguardo all’analisi<br />
ambientale e territoriale.<br />
L’obiettivo scientifico è di favorire<br />
il confronto e l’approfondimento<br />
su temi specifici<br />
promuovendo una visione<br />
multidisciplinare e integrata<br />
del settore del telerilevamento.<br />
L’evento torna dopo alcuni<br />
anni e si articolerà in sessioni<br />
plenarie, parallele e poster.<br />
Inoltre, l’edizione palermitana<br />
si arricchirà di due importanti<br />
workshop organizzati dall’E-<br />
NEA (decima edizione) e dal<br />
CeTeM (ottava edizione).<br />
Workshop CeTeM<br />
L’VIII Workshop CeTeM/<br />
AIT sul Telerilevamento a<br />
Microonde è prefigurato<br />
come un forum di discussione<br />
dell’attività nazionale nel<br />
settore del telerilevamento a<br />
microonde. Saranno trattati i<br />
seguenti temi:<br />
4 Missioni nazionali ed internazionali<br />
in ambito<br />
ASI, ESA, NASA, JAXA<br />
4 Modellistica elettromagnetica<br />
e simulazioni di<br />
emissione a microonde e<br />
backscattering<br />
4 Tecniche per la stima di<br />
parametri bio-geofisici in<br />
ambito Copernicus<br />
4 Applicazioni nel campo<br />
dell’atmosfera, del mare e<br />
delle terre emerse<br />
4 Tecnologie emergenti<br />
Workshop ENEA<br />
I temi del X Workshop tematico<br />
ENEA/AIT di<br />
Telerilevamento:<br />
“Telerilevamento satellitare<br />
e da UAV per la gestione di<br />
scenari ed emergenze” riguarderanno:<br />
4Emergenze territoriali, ambientali<br />
ed umanitarie<br />
4Scenari di rischio naturale<br />
ed antropico (anche da incidente<br />
rilevante)<br />
4Emergenze risorse e beni<br />
culturali<br />
4Individuazione e monitoraggio<br />
di discariche e aree<br />
degradate<br />
4Contenuti tematici e attendibilità<br />
dei dati UAV/RPAS<br />
Per avere maggiori informazioni<br />
e per inviare una proposta<br />
di comunicazione, si può<br />
visitare il nuovo sito del convegno<br />
alla pagina:<br />
www.convegnoait.com.<br />
La scadenza dell’invio degli<br />
abstract è fissata il 1 marzo<br />
2016.<br />
(Fonte: AIT)<br />
Cartografia, promozione<br />
del territorio e<br />
Smart Cities: questi<br />
i temi del convegno<br />
2016 dell’AIC<br />
Dopo un quasi dimenticato<br />
convegno tenuto a Fabriano<br />
nei primi anni ’90, l’AIC torna<br />
a celebrare il suo consueto<br />
incontro annuale del 2016<br />
nelle Marche, a San Benedetto<br />
del Tronto, in un contesto<br />
totalmente diverso rispetto a<br />
quello precedente, ma ugualmente<br />
stimolante e di grande<br />
interesse per la cartografia.<br />
Una città sul mare, uno dei<br />
tanti nodi di questa immensa<br />
area metropolitana rivierasca<br />
marchigiana, che riserva non<br />
poche sorprese, con un entroterra<br />
ricco di storia e di beni<br />
culturali in cui è interessante<br />
districarsi per scoprire risorse,<br />
bellezze e curiosità che la<br />
cartografia può consentire di<br />
conoscere. La carta, comunque<br />
la si intenda, non certo<br />
è un privilegio riservato a<br />
questa città, ma può trovare,<br />
a San Benedetto del Tronto,<br />
uno scenario di particolare interesse<br />
e assicurare risposte sia<br />
ai turisti o ai visitatori, sia ai<br />
cittadini, agli amministratori,<br />
agli studenti, ai tecnici, agli<br />
operatori territoriali, ecc.<br />
I lavori del convegno avranno<br />
necessariamente come oggetto<br />
la cartografia e presenteranno<br />
comunque, pur se riferiti ad<br />
altri contesti, un particolare<br />
interesse per la città ospite,<br />
perché tracceranno percorsi,<br />
forniranno idee, educheranno<br />
all’apprendimento, guideranno<br />
alla conoscenza di<br />
pratiche territoriali complesse,<br />
forniranno nuovi spunti per<br />
disegnare città più intelligenti<br />
e sostenibili, per valorizzare<br />
e riscoprire i centri storici e i<br />
beni culturali.<br />
Nello scenario marchigiano,<br />
le tematiche proponibili ai<br />
partecipanti all’interno dei<br />
percorsi suaccennati sono diverse:<br />
gli assi portanti vanno<br />
dai centri storici ai beni culturali<br />
in genere, dai percorsi<br />
turistici enogastronomici a<br />
quelli legati direttamente al<br />
soggiorno e alla balneazione,<br />
dalla riorganizzazione e strutturazione<br />
delle città e del territorio<br />
al miglioramento della<br />
qualità ambientale nelle aree<br />
urbane, dalla connessione tra<br />
mare e attività trasportistiche<br />
e pescherecce all’integrazione<br />
delle funzionalità delle infrastrutture<br />
in ambito smart, non<br />
trascurando il rapporto tra attività<br />
produttive e luoghi ad<br />
elevata sensibilità ambientale<br />
e culturale.<br />
Una molteplicità di argomenti<br />
che, nel caso del convegno<br />
di San Benedetto del Tronto,<br />
possono avere come sfondo la<br />
carta (la sua costruzione finalizzata,<br />
il suo utilizzo o la sua<br />
funzione) quale strumento di<br />
analisi per riscoprire gli antichi<br />
paesaggi e i vecchi assetti<br />
del territorio o per disegnare<br />
gli scenari del futuro prendendo<br />
atto di quelli del passato.<br />
Un ruolo prevale su tutti:<br />
quello di promuovere il territorio<br />
e le sue risorse agli occhi<br />
di coloro che si affidano al<br />
suo messaggio, sapientemente<br />
espresso da abili giochi grafici<br />
grazie ai quali è possibile dirimere<br />
la complessa organizzazione<br />
delle trame territoriali<br />
posta alla base del carico informativo<br />
che solo la carta è<br />
capace di veicolare.<br />
I partecipanti al convegno<br />
dovranno compilare il format<br />
scaricabile dal sito:<br />
www.aic-cartografia.it<br />
e rispedirlo alla segreteria:<br />
(segreteria@aic-cartografia.it)<br />
entro e non oltre il 31 marzo<br />
2016.<br />
Successivamente verranno rese<br />
note le modalità di iscrizione e<br />
di partecipazione al convegno.<br />
Le notizie e gli aggiornamenti<br />
verranno comunque pubblicati<br />
sul sito ufficiale dell’Associazione.<br />
(Fonte: AIC)<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 37
MERCATO<br />
Sokkia annuncia l’uscita delle nuove stazioni<br />
totali CX<br />
Sokkia lancia due nuove versioni della sua serie di stazioni<br />
totali CX, disponibili per il mercato americano<br />
ed europeo, entrambe con modalità di funzionamento<br />
reflectorless potenziata. La nuova CX-50 è stata progettata<br />
per fornire un’opzione entry-level con EDM veloce<br />
e potente. La CX-100LN è stata realizzata per offrire un<br />
EDM reflectorless a lunga portata.<br />
“Da tempo i topografi apprezzano la serie di stazioni totali CX, facili da<br />
usare, di elevata precisione, robuste e affidabili,” afferma Ray Kerwin,<br />
direttore dei prodotti global surveying. “La CX-50 soddisfa tutte le<br />
aspettative a cui Sokkia da tempo ci ha abituato, unitamente a un EDM<br />
reflectorless fino a 350 m, e 4.000 m con l’utilizzo di un prisma.<br />
“Inoltre, la CX-100LN offre un EDM a impulsi senza prisma da 2.000<br />
m che può misurare ben al di là degli strumenti senza prisma di questa<br />
categoria,” ha dichiarato Kerwin. “L’algoritmo Sokkia riduce il rumore<br />
associato alle misurazioni senza prisma, offrendo un risultato accurato su<br />
gran parte delle superfici sulle distanze più lunghe. Ciò vale per le superfici<br />
più scure e bagnate dove gli altri strumenti senza prisma falliscono.”<br />
La CX-50 viene offerta con precisione angolare di 2” e 5”, durata della<br />
batteria fino a 15 ore, compensatore biassiale, design impermeabile, e<br />
puntatore laser.<br />
La CX-100LN viene anch’essa offerta con 2” e 5” di precisione angolare,<br />
durata della batteria di 36 ore, compensatore biassiale, puntatore laser e<br />
connettività Bluetooth.<br />
“La CX-100LN è perfetta per gli utenti che solitamente necessitano di<br />
misurazioni a lunga portata, come quelle che si fanno nel settore dei servizi<br />
di pubblica utilità e nell’industria mineraria,” ha dichiarato Kerwin.<br />
Per maggiori informazioni, visitare il sito sokkia-italia.it<br />
(Fonte: Sokkia Italia)<br />
Esri rilascia ArcGIS Earth 1.0,<br />
download gratuito<br />
Annunciato la scorsa estate durante la Esri<br />
International User Conference di San Diego, è ora<br />
finalmente disponibile per il download gratuito<br />
ArcGIS Earth 1.0, un’applicazione desktop con una interfaccia molto<br />
intuitiva che permette di esplorare ogni parte del mondo e di lavorare<br />
con dati 2D e 3D.<br />
I data source che si possono esplorare con ArcGIS Earth posso essere file<br />
locali oppure online (KML / KMZ o shapefile) o ArcGIS web services<br />
(Map Service, Scene Service, Feature Service, Image Service).<br />
Gli utenti possono accedere ai dati e, tramite popup, utilizzare una serie<br />
di funzionalità aggiuntive, come realizzare e stampare immagini. ArcGIS<br />
Earth è un’applicazione pienamente integrata con la Piattaforma Esri:<br />
i dati e le mappe contenuti all’interno di ArcGIS for Server e ArcGIS<br />
Online possono essere visualizzati, condivisi e pubblicati.<br />
Questa versione è la prima e si inserisce nella produzione completamente<br />
supportata dei nuovi prodotti 3D della piattaforma Esri ArcGIS.<br />
Earth avrà un ciclo di aggiornamento regolare e Esri accoglie con favore i<br />
feedback per migliore il prodotto.<br />
Ogni utente può navigare gratuitamente sulle basemap ed immagini della<br />
Terra di Esri potendo aggiungere i propri contenuti da file o anche collegare<br />
alcuni servizi, come i servizi KML. Gli utenti con accesso Named<br />
User possono visualizzare dati organizzativi privati e contenuti premium.<br />
Scopri di più su ArcGIS Earth http://www.esri.com/software/arcgis-earth.<br />
Maggiori informazioni e link, con video didattici, saranno pubblicati<br />
su https://blogs.esri.com/esri nel corso delle prossime settimane. ArcGIS<br />
Earth 1.0 è ora disponibile per il download gratuito su http://j.mp/<br />
Earth1_0 (attualmente disponibile per Windows 7 o superiori).<br />
(Fonte: Esri)<br />
Posizionamento di<br />
precisione con sistema<br />
IMU per UAV, nuovo<br />
accordo 3D TARGET-<br />
OXTS<br />
3D TARGET ha annunciato<br />
un nuovo accordo di distribuzione<br />
con l’azienda inglese<br />
OXTS produttrice di sistemi IMU – INS di posizionamento.<br />
L’accordo prevede la distribuzione sul territorio italiano specificatamente,<br />
ma non solo, nei settori Surveying e OEM.<br />
Tale accordo permette a 3D TARGET di accrescere il proprio<br />
portafoglio di soluzioni nel settore della fornitura degli strumenti<br />
di posizionamento e misura con specifico riferimento al mercato<br />
dei droni e dell’integrazione di sistemi per il mobile mapping (aereo,<br />
navale e terrestre)..<br />
Tra i prodotti oggetto dell’accordo segnaliamo la serie OXTS<br />
xNAV, estremamente interessante per le applicazioni legate al<br />
mondo dei droni (UAV), che è stata presentata in anteprima in<br />
Italia durante il Secondo Convegno Internazionale di Archeologia<br />
Aerea (http://www.archeologia-aerea.it/ ) dal 3 al 5 Febbraio 2016<br />
a Roma.<br />
Con un peso inferiore a 380 g, e leggermente più grande del<br />
mouse di un computer, xNAV è in grado di colmare finalmente<br />
la lacuna tra i sistemi inerziali leggeri ma non abbastanza precisi,<br />
e i sistemi inerziali precisi ma non abbastanza leggeri. Negli UAV<br />
(veicoli aerei senza pilota), xNAV fornisce una precisione di circa<br />
1 m ad un’altezza di 1000 m, senza però influire sulla tolleranza<br />
di peso del velivolo.<br />
Alcune caratteristiche principali:<br />
4INS assistito da GPS ad elevate prestazioni<br />
4Piccolo e leggero < 380 g<br />
4Misurazione della posizione con una precisione di 90 cm uti<br />
lizzando il DGPS<br />
4GPS con seconda antenna: stabile accuratezza nella misurazione<br />
dell’heading<br />
4Precisione di misurazione dell’heading: 0,15°<br />
4Precisione di misurazione del roll/pitch: 0,05°<br />
4Velocità di aggiornamento: 100 Hz<br />
4Registrazione dei dati: 24 ore<br />
4Ingresso/uscita di temporizzazione per sincronizzazione<br />
4Accoppiamento stretto<br />
4Affidabile in ambienti con scarsa copertura<br />
4Precisione di 1,5 m in 1 min o su 1 km senza GPS<br />
4OEM/pacchetti di integrazione disponibili<br />
4Senza autorizzazione di esportazione<br />
4Suite di post-elaborazione inclusa<br />
Visitate la pagina dedicata per maggiori dettagli: http://<br />
imu.3dtarget.it<br />
OxTS progetta e produce prodotti leader a livello mondiale, che<br />
riuniscono in sé le migliori caratteristiche dei sistemi di navigazione<br />
inerziale e quelle dei sistemi GPS/GNSS.<br />
3D TARGET nasce dalla specifica esigenze di aziende, professionisti,<br />
enti di avere un partner per la fornitura, il noleggio, l’assistenza<br />
e per i corsi di aggiornamento su strumentazioni di misura.<br />
A tal proposito sono attive collaborazioni e partnership con i più<br />
importanti marchi del settore di riferimento.<br />
Per maggiori informazioni Silvia Lazzarini - 3D TARGET<br />
SRL scrivere a info@3dtarget.it o telefonare a +39 02 00614452<br />
(Fonte: 3D Target)<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 39
MERCATO<br />
In Sardegna mappe<br />
collaborative e pianificazione<br />
partecipata<br />
per i comuni<br />
Nel corso del convegno<br />
“INNOVARE: il Territorio<br />
azionista di se stesso”, organizzato<br />
a Macomer dall’associazione<br />
Nino Carrus il<br />
16 gennaio scorso, la startup<br />
sarda Nordai ha presentato<br />
il nuovo modulo<br />
GeoNue uMaps dedicato<br />
alla pianificazione partecipata,<br />
integrato nella piattaforma GeoNue.<br />
Grazie a GeoNue uMaps le pubbliche amministrazioni<br />
potranno creare in modo semplice e immediato mappe<br />
interattive aperte a contributi e suggerimenti dei cittadini.<br />
Nordai seguendo la filosofia OpenSource che caratterizza i<br />
suoi prodotti ha creato il modulo a partire da uMap, un<br />
progetto di OpenStreetMap. A questo sono state aggiunte<br />
alcune funzionalità indispensabili per rendere il modulo<br />
perfettamente integrato e coerente con il servizio offerto da<br />
GeoNue agli enti aderenti.<br />
In particolare, due sono gli aspetti innovativi per la pianificazione<br />
partecipata apportati da GeoNue alla piattaforma uMap:<br />
1) i cittadini possono collegarsi ai servizi standard internazionali<br />
(OGC) per visualizzare i layer su cui poi inserire le<br />
proprie segnalazioni o proposte;<br />
2) i dati inseriti dai cittadini potranno essere validati e certificati<br />
dall’ente, per poi essere resi di nuovo disponibili tramite<br />
i servizi standard e in OpenData.<br />
Per chi volesse provare questo nuovo strumento è stata attivata<br />
una demo gratuita aperta a tutti, disponibile sul sito<br />
ufficiale di GeoNue<br />
(www.geonue.com)<br />
(Fonte: Nordai)<br />
Disponibile online la<br />
nuova Carta Idrogeologica di Roma<br />
L’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la<br />
Ricerca Ambientale, informa che è visualizzabile<br />
online la nuova Carta Idrogeologica di Roma. La<br />
nota illustrativa che accompagna la carta è arricchita<br />
con un approfondimento sulle cartografie<br />
idrogeologiche storiche.<br />
Realizzata alla scala 1:50.000 nell’ambito di un<br />
Protocollo d’intesa siglato tra il Dip. Tutela Ambientale<br />
di Roma Capitale, il Dip. di Scienze<br />
dell’Università RomaTRE, il Servizio Geologico d’Italia (ISPRA),<br />
il Centro di Ricerca per la Previsione, Prevenzione e Controllo dei<br />
Rischi Geologici dell’Università Sapienza di Roma, l’Istituto di Geologia<br />
Applicata e Geoingegneria del CNR e l’Istituto Nazionale di<br />
Geofisica e Vulcanologia e presentata il 10 settembre <strong>2015</strong> presso la<br />
Sala della Protomoteca in Campidoglio.<br />
La carta è corredata di una nota illustrativa che descrive il progetto<br />
nel suo complesso che ha portato alla realizzazione della carta ed i<br />
dati. E’ inoltre presente nella nota una sezione interessantissima che<br />
illustra le rappresentazioni cartografiche idrogeologiche di Roma nel<br />
corso del tempo.<br />
Carta Idrogeologica di Roma<br />
Nota illustrativa<br />
(Fonte: ISPRA)<br />
Topcon rilancia nel BIM e Virtual Design &<br />
Construction con la partecipazione in Viasys<br />
Topcon Positioning Group ha annunciato di avere acquisito un<br />
numero significativo di quote della Viasys VDC, con sede in<br />
Finlandia, azienda impegnata nel settore del BIM e dei modelli<br />
virtuali per la progettazione ed il cantiere.<br />
Viasys VDC ha sviluppato una serie completa di strumenti<br />
e servizi per assistere gli utenti nella realizzazione di modelli<br />
Virtual Design e Construction (VDC) per progetti di infrastrutture<br />
e cantieri. Utilizzando tecnologie all’avanguardia di<br />
building information modeling (BIM), le sue soluzioni creano<br />
modelli VDC che ottimizzano il processo di costruzione per<br />
tutto il ciclo di vita del progetto, dando luogo a una qualità più<br />
elevata, efficienze migliori e costi ridotti.<br />
“Le soluzioni VDC di Viasys consentono di importare praticamente<br />
qualsiasi modello di progetto BIM o non BIM, offrendo<br />
una interoperabilità diretta, con standard di open design attualmente<br />
sul mercato, il che offre all’appaltatore o all’ingegnere<br />
il pieno controllo e visibilità di tutto il progetto per tutta la<br />
sua durata”, ha dichiarato Heikki Halttula, CEO e presidente<br />
della Viasys VDC Ltd. “Con strumenti avanzati di simulazione<br />
e funzioni di comunicazione, è possibile individuare eventuali<br />
problemi legati al progetto, prima che inizino i lavori effettivi, o<br />
in qualsiasi momento durante il processo.”<br />
Un’accurata simulazione 5D consente un’ottimale pianificazione<br />
ed esecuzione. Altre caratteristiche significative includono<br />
funzioni di collaborazione basate sul cloud, oltre all’accesso mobile<br />
a modelli e informazioni sul cantiere.<br />
Attualmente Topcon offre varie soluzioni BIM e di gestione<br />
remota dei cantieri / soluzioni di visibilità rivolte ai numerosi<br />
mercati serviti da Viasys VDC. “Adesso con il nostro investimento<br />
in Viasys VDC, siamo diventati partner del leader tecnologico<br />
che ci permette così di offrire una piattaforma più ampia<br />
per la generazione futura di soluzioni VDC Topcon avanzate<br />
con interoperabilità BIM diretta per i nostri partner e clienti,”<br />
ha affermato Ewout Korpershoek, vice presidente esecutivo di<br />
Topcon per le fusioni e le acquisizioni.<br />
“Avere stretto questa partnerhip con Topcon è un passo avanti<br />
entusiasmante per continuare a sviluppare le nostre avanzate<br />
soluzioni VDC leader nel settore, espandendo al contempo la<br />
loro portata ad un pubblico globale,” ha dichiarato Halttula.<br />
“Con uffici Viasys VDC in Finlandia, California e Vietnam,<br />
siamo anche ben posizionati geograficamente per lavorare a diretto<br />
contatto con attività esistenti di Topcon in Europa, Nord<br />
America e Asia.”<br />
Oltre a una serie completa di soluzioni BIM per la forza lavoro<br />
che opera sul campo, Viasys VDC offre una soluzione operativa<br />
della gestione patrimoniale come base per la manutenzione a<br />
vita di progetti gestiti da VDC.<br />
Per conoscere meglio le soluzioni VDC per il BIM di Viasys<br />
guarda il video.<br />
(Fonte: Topcon Positioning Italia)<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 41
MERCATO<br />
Evoluzione delle<br />
tecnologie, cosa<br />
vedremo nel 2016<br />
Città intelligenti, architetture<br />
software ibride, stormi di droni,<br />
piccoli satelliti per l’imaging<br />
e sistemi per il 3D sono<br />
gli argomenti più discussi al<br />
momento e siamo certi che<br />
se ne continuerà a parlare nel<br />
2016. Il momento che stiamo<br />
vivendo vede la tecnologia evolversi<br />
così velocemente da far considerare obsolete le innovazioni la cui<br />
realizzazione non segue immediatamente la fase progettuale, come nel<br />
caso dei satelliti.<br />
Ad esempio nel mentre l’Europa ha progettato e iniziato a mettere in<br />
opera il sistema di posizionamento Galileo, i cinesi hanno progettato e<br />
portato a conclusione il loro sistema Beidou stringendo anche accordi<br />
operativi con il GLONASS russo per una interoperabilità congiunta.<br />
L’Europa ha appena lanciato il 12esimo satellite dei 30 necessari con<br />
una previsione di conclusione del sistema per il 2020, momento in<br />
cui i primi satelliti lanciati probabilmente saranno già obsoleti prima<br />
ancora di essere diventati operativi.<br />
E’ partito il progetto Copernicus, sempre europeo, per mettere in orbita<br />
8 satelliti e in due anni ne son partiti 2, se va tutto bene aspetteremo<br />
6 anni per l’operatività.<br />
Nel frattempo è maturata la nuova tecnologia dei nano-satelliti che<br />
sta offrendo prestazioni interessanti sia per i costi che per i tempi di<br />
realizzazione.<br />
“Sono finiti i giorni in cui si aspettavano 7-10 giorni per un satellite per<br />
poter rivisitare e raccogliere una nuova immagine su una posizione sulla<br />
Terra. Oggi, stormi di piccoli satelliti poco onerosi acquisiscono immagini<br />
di tutta la Terra molte volte al giorno”. Sia DARPA che NASA<br />
stanno progettando di lanciare più satelliti di imaging. La rivista Fortune<br />
(http://fortune.com/<strong>2015</strong>/08/04/small-satellites-newspace/) discute<br />
questa tendenza in un recente articolo.<br />
Per i droni, abbiamo appena assistito ad una esplosione ed un entusiasmo<br />
incredibile dovuto ad una tecnologia che ci consente di osservare<br />
dall’alto la Terra (c’è chi parla delle nuove possibilità del mezzo<br />
per il telerilevamento come se la fotogrammetria aerea non fosse mai<br />
esistita). Il problema vero è cominciare a vedere come minimizzare i<br />
danni che produrranno nel prossimo futuro per l’uso possibile da parte<br />
di operatori poco competenti che potrebbero realizzare elaborati 3D<br />
senza alcuna conoscenza dei metodi necessari a rimediare al basso livello<br />
di approssimazione del mezzo. Per fortuna la pregressa esperienza<br />
nell’operatività assistita da capitolati, norme e specifiche del settore aerofotogrammetrico<br />
verrà in aiuto.<br />
Per le architetture software ibride: “Mentre l’open source continua a<br />
guadagnare slancio, molte organizzazioni ancora sfruttano i loro investimenti<br />
in software e sistemi proprietari”, scrive Anthony Calamito<br />
su Geospatial solutions. “Costruire una piattaforma ibrida può aiutare<br />
le aziende a ridurre i rischi e aggiungere valore evitando blocchi da<br />
singoli vendor, riducendo i costi legati alle licenze e promuovendo l’interoperabilità<br />
con il software esistente.”<br />
Altre tendenze includono i dati in streaming (tanto utili alla gestione<br />
delle sempre più complesse nuvole di punti 3D) e l’Internet Of Things,<br />
che stanno portando a “città intelligenti” - “quelle città in cui i loro governi<br />
hanno massimizzato la raccolta dei dati, il data mining e le analisi<br />
basate sui dati per il miglioramento dei loro cittadini” come citato nella<br />
rivista Forbes (http://www.forbes.com/sites/bernardmarr/<strong>2015</strong>/05/19/howbig-data-and-the-internet-of-things-create-smarter-cities/)<br />
la quale crede che<br />
’smart city’ è un termine che sta per essere udito molto di più negli<br />
anni a venire, in quanto si pensa che entro il 2020 si spenderanno<br />
$400.000.000.000 all’anno per la loro costruzione.<br />
(Autore: Renzo Carlucci)<br />
42 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 43
SMART CITIES<br />
Smart cities<br />
or dumb cities?<br />
Cittadini sensori e<br />
citizen science<br />
di Beniamino Murgante e<br />
Giuseppe Borruso<br />
Questa rubrica ha ospitato<br />
in varie occasioni un approccio<br />
piuttosto critico alle<br />
Smart Cities nell’accezione<br />
di contesti urbani che diventano<br />
intelligenti grazie<br />
ad uno strato tecnologico<br />
di app e di sensori, nei casi<br />
in cui venga poco integrato<br />
con altre iniziative e politiche<br />
di pianificazione urbana<br />
o economica, o realizzato ‘a<br />
spot’ e senza un vero e proprio<br />
progetto di manutenzione<br />
e sviluppo. Una delle<br />
nostre riserve si è diretta<br />
verso sistemi fortemente<br />
centralizzati di gestione degli<br />
aspetti più tecnologici<br />
di una ‘Smart City’, spesso<br />
venduti da parte di un fornitore<br />
di hardware e software<br />
in pacchetti ‘pronto all’uso’<br />
in una formula che ha la presunzione<br />
di andar bene per<br />
ogni contesto, e spesso con<br />
un’impostazione da ‘grande<br />
fratello’ che tutto controlla<br />
sulla città.<br />
Le nostre considerazioni si<br />
sono di frequente indirizzate<br />
verso gli interventi su ‘Smart<br />
Cities’ come parte integrante<br />
e integrata di politiche<br />
di pianificazione a livello<br />
urbano, in cui il ruolo delle<br />
istituzioni e, in particolar<br />
modo, dei cittadini diventa<br />
importante e determinante<br />
nell’evidenziare elementi<br />
che sarebbero sfuggiti all’occhio<br />
di un ‘grande fratello’ o<br />
semplicemente nel far riflettere<br />
su degli aspetti su cui la<br />
complessa macchina urbana<br />
potrebbe non aver considerato<br />
in tutte le sfaccettature.<br />
I cittadini, come evidenziato<br />
in altre occasioni su queste<br />
pagine, rappresentano uno<br />
dei ‘pilastri’ delle Smart<br />
Cities in quanto ‘sensori’ urbani<br />
(Murgante e Borruso,<br />
2013) in grado di recepire<br />
input e osservazioni dal proprio<br />
ambiente, possibilmente<br />
aiutati da tecnologie ormai<br />
alla portata di tutti (per<br />
esempio smartphones) e da<br />
un’ampia disponibilità di<br />
dati, auspicabilmente di origine<br />
pubblica (open data).<br />
Se il ruolo dei cittadini è già<br />
presente in molte delle azioni<br />
legate alla pianificazione,<br />
diverso e più recente è quello<br />
di parte attiva nei processi<br />
di citizen science urbana e di<br />
raccolta di dati di interesse a<br />
livello urbano e la loro successiva<br />
analisi e commento<br />
assieme a studiosi, ricercatori<br />
e decisori finali.<br />
Nella citizen science i cittadini<br />
diventano, secondo<br />
vari livelli di partecipazione<br />
e coinvolgimento, consapevolmente<br />
in grado di<br />
raccogliere o di elaborare<br />
dati di interesse per una<br />
certa comunità scientifica<br />
di riferimento. È questo un<br />
concetto ormai generalmente<br />
accettato, in cui, come<br />
ricorda Lewenstein in un<br />
Fig.1 - Attività di mobile data collection e citizen science in occasione della<br />
manifestazione scientifica TriesteNext.<br />
Fig. 2 - Attività di raccolta dati durante il laboratorio LabAc di<br />
accessibilità urbana.<br />
articolo del 2004, si possono<br />
riscontrare diverse tipologie<br />
di partecipazione di personale<br />
non strettamente scientifico.<br />
I ‘cittadini scienziati’<br />
possono sia contribuire alla<br />
raccolta di dati secondo specifici<br />
protocolli scientifici<br />
nella fase di utilizzo e interpretazione<br />
dei dati, sia essere<br />
coinvolti in processi decisionali<br />
aventi componenti tecniche<br />
o scientifiche. La citizen<br />
science, sempre secondo<br />
Lewenstein, è anche il coinvolgimento<br />
dei ricercatori e<br />
degli scienziati nei processi<br />
democratici e di decisione<br />
delle politiche. Nella pratica,<br />
si è trovata applicazione<br />
soprattutto in campi quali<br />
la botanica, o l’osservazione<br />
dello spazio, o ancora altri<br />
campi in cui ‘cittadini curiosi’<br />
contribuiscono, con strumenti<br />
amatoriali, a ottenere<br />
dati, indizi e informazioni<br />
che poi si rivelano utili agli<br />
scienziati ‘ufficiali’.<br />
Haklay (2013) considerando<br />
la cooperazione dei<br />
cittadini, distingue quattro<br />
livelli di citizen science dove<br />
il crowdsourcing è il livello<br />
più basso e il più alto livello<br />
è un tipo di scienza collaborativa,<br />
dove i cittadini possono<br />
avere la responsabilità<br />
di definire i problemi e<br />
ricercare possibili soluzioni.<br />
Questo concetto<br />
si sposa con quelli<br />
più ‘geografici’ della<br />
VGI (Volunteered<br />
Geographic Information),<br />
quell’Informazione<br />
Geografica Volontaria che<br />
oggi è possibile grazie a<br />
smartphone e tablet dotati<br />
di ricevitori di posizionamento<br />
satellitare (GPS) e<br />
app collegate.<br />
Il concetto di citizen science<br />
ha avuto ancora relativamente<br />
poche applicazioni<br />
di tipo urbano, ma in un<br />
contesto di Smart City e cittadini<br />
sensori presenta delle<br />
potenzialità notevoli e interessanti<br />
soprattutto nel ruolo<br />
che la cittadinanza può<br />
avere nel raccogliere dati e<br />
informazioni ‘dal basso’, in<br />
cui viene coniugato l’interesse<br />
per una partecipazione<br />
attiva con la disponibilità di<br />
strumentazione tecnologica,<br />
generalmente a costo ridotto.<br />
Abbiamo già riportato<br />
come, su queste colonne,<br />
siano possibili ed efficaci<br />
esempi ‘attivi’ di coinvolgimento<br />
di gruppi di utenti<br />
in azioni di mappatura e<br />
realizzazione cartografica<br />
bottom-up (per esempio<br />
attraverso la piattaforma<br />
OpenStreetMap) secondo<br />
un approccio ‘neogeografico’,<br />
nonché con l’utilizzo di<br />
social networks e media per<br />
la segnalazione in tempo reale<br />
di determinati episodi o<br />
manifestazioni che si verificano<br />
nelle città (e non solo).<br />
Esperienze recenti hanno<br />
coinvolto gli scriventi nella<br />
realizzazione di progetti di<br />
monitoraggio di fenomeni<br />
urbani utilizzando l’infor-<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
SMART CITIES<br />
mazione geolocalizzata: in<br />
contesto triestino sono infatti<br />
stati sviluppati sistemi<br />
di mobile data collection su<br />
smartphones e tablet per acquisire<br />
dati su alcuni aspetti<br />
legati alla città. Utilizzando<br />
la piattaforma GeoODK<br />
(Borruso e Defend, 2016) e<br />
dispositivi mobili Android,<br />
gruppi addestrati di utenti<br />
hanno raccolto dati o coordinato<br />
le attività di acquisizione<br />
in alcuni progetti, quali la manifestazione<br />
Trieste Next e in<br />
occasione del Laboratorio di<br />
Accessibilità Urbana (LabAc).<br />
Nel primo caso, salone della<br />
ricerca scientifica svoltasi<br />
a Trieste a fine settembre<br />
<strong>2015</strong>, un gruppo di studenti<br />
dell’Università di Trieste è<br />
stato addestrato all’utilizzo<br />
dell’app GeoODK installata<br />
su smartphone per raccogliere<br />
dati sulle presenze alla manifestazione,<br />
sull’accessibilità<br />
urbana e, inoltre, sulle parti<br />
della città attive nei periodi di<br />
‘movida’ (quest’ultimo un progetto<br />
più ampio portato avanti<br />
nel corso di alcuni mesi: si<br />
veda Borruso e Defend <strong>2015</strong>).<br />
Nel caso del Laboratorio di<br />
Accessibiltà Urbana, realizzato<br />
in collaborazione tra<br />
Università e Provincia di<br />
Trieste in novembre <strong>2015</strong>, c’è<br />
stato un più ampio laboratorio,<br />
ancora in corso, inerente<br />
l’analisi dell’accessibilità di alcune<br />
aree campione della città<br />
per la popolazione con disabilità.<br />
Qui delle schede tecniche<br />
e qualitative sono state<br />
predisposte per esaminare con<br />
attenzione ostacoli e dotazioni<br />
infrastrutturali a misura di<br />
disabile (presenti o assenti)<br />
assieme a dei gruppi di utenti<br />
e di tecnici, che sono stati in<br />
grado, tramite smartphone e<br />
l’app GeoODK di compilare<br />
report con diverse informazioni,<br />
descrizioni e corredandoli<br />
di immagini (Figura 2).<br />
Tali attività, soprattutto momenti<br />
di test di metodologie<br />
di raccolta dati e di partecipazione<br />
"dal basso", sono andate<br />
a costituire dei primi database<br />
pilota per analisi di criticità<br />
urbane.<br />
Le attività citate hanno riguardato<br />
il ricorso a una combinazione<br />
di studiosi addestrati e<br />
competenti nell'uso delle tecnologie<br />
mobili e nelle problematiche<br />
urbane affiancati ad<br />
un ruolo di guida e di "mentoring"<br />
di altri cittadini, animati<br />
da curiosità e intento di partecipazione<br />
civica nell'affrontare<br />
questioni di carattere urbano.<br />
Il punto di forza riguarda proprio<br />
la combinazione e il lavoro<br />
fianco a fianco di personale<br />
esperto e non esperto, e nel<br />
positivo coinvolgimento ed<br />
"effetto contagio" di quest'ultima<br />
componente, via via potenzialmente<br />
più interessata<br />
ad applicarsi attivamente su<br />
problematiche urbane.<br />
Dall'altra parte, ciò costituisce<br />
altresì una limitazione nel<br />
raggiungere un'ampia partecipazione:<br />
pur nella semplicità<br />
del funzionamento delle App<br />
di Mobile Data Collection,<br />
il coinvolgimento attivo dei<br />
cittadini non è sempre immediato<br />
e automatico e segue<br />
spesso logiche e modalità di<br />
funzionamento non prevedili<br />
da parte dello studioso o del<br />
pianificatore.<br />
Una corretta pianificazione<br />
e investimento in progetti di<br />
coinvolgimento attivo della<br />
cittadinanza, nonché di "cultura"<br />
nella gestione e acquisizione<br />
di informazioni sulla e<br />
per la città, sarebbero pertanto<br />
necessarie per implementare<br />
efficacemente il "pilastro"<br />
della Smart city costituito dai<br />
Cittadini Sensori.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
Borruso G. e Defend V. (<strong>2015</strong>) Mapping a city’s activity. A project of volunteered geographic information using mobile mapping collection,<br />
Eurocarto <strong>2015</strong> http://eurocarto.org/wp-content/uploads/<strong>2015</strong>/09/8_6_ppt.pdf<br />
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Murgante B., Borruso G. (2014) “Smart City or Smurfs City” Lecture Notes in Computer Science vol. 8580, pp. 738–749. Springer International<br />
Publishing Switzerland DOI: 10.1007/978-3-319-09129-7_53<br />
Murgante B., Borruso G., (<strong>2015</strong>) “Smart Cities in a Smart World”, in Rassia S. and Pardalos P. (edited by), Future City Architecture for Optimal<br />
Living, Springer Verlag, Berlin, pp 13-35 DOI: 10.1007/978-3-319-15030-7_2 ISBN: 978-3-319-15029-1<br />
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MERCATO OPPORTUNITIES IN EUROPE<br />
Infoday per il programma<br />
Fundamental<br />
Elements della<br />
GSA<br />
ll prossimo 8 marzo a<br />
Praga, quartier generale<br />
della GSA, si terrà<br />
il primo Info Day per<br />
il programma "Fundamental<br />
Elements". L'agenzia<br />
GNSS europea<br />
(GSA) con questo programma<br />
lancia il supporto<br />
R&D per il progresso<br />
delle tecnologie<br />
europee GNSS relativi<br />
ai chipset e ai ricevitori.<br />
Il fine principale è di<br />
consentire l'adozione<br />
di servizi alimentati<br />
attraverso Galileo e<br />
EGNOS e la GSA si<br />
augura che attraverso<br />
il programma Fundamental<br />
Elements saranno<br />
sviluppati chipset<br />
che abilitino ricevitori<br />
Galileo.<br />
Questo programma<br />
'Fundamental Elements"<br />
sostiene le attività<br />
da svolgere nel periodo<br />
<strong>2015</strong>-2020 con<br />
un budget previsto di<br />
100 milioni di euro.<br />
Il programma è parte<br />
di una strategia globale<br />
di iniziative di assorbimento<br />
del mercato guidato<br />
dalla GSA ai sensi<br />
del regolamento UE.<br />
L'obiettivo principale<br />
del programma è quello<br />
di facilitare lo sviluppo<br />
di applicazioni in diversi<br />
settori dell'economia<br />
e promuovere lo sviluppo<br />
degli elementi fondamentali<br />
in materia<br />
di EGNOS e Galileo,<br />
compresi i chipset e ricevitori<br />
abilitati Galileo.<br />
Fundamental Elements<br />
integra il programma<br />
di ricerca della EU<br />
Horizon 2020. Mentre<br />
H2020 mira a favorire<br />
l'adozione di Galileo<br />
e EGNOS tramite<br />
contenuti e lo sviluppo<br />
di applicazioni, i<br />
progetti Fundamental<br />
Elements si concentreranno<br />
sul sostegno allo<br />
sviluppo di tecnologie<br />
dei chipset e ricevitori<br />
innovativi. I progetti<br />
H2020 si concentrano<br />
sull'integrazione dei<br />
servizi forniti da Galileo<br />
e EGNOS in dispositivi<br />
e la loro commercializzazione.<br />
Si forniranno due tipi<br />
di finanziamento: sovvenzioni<br />
e appalti. Le<br />
sovvenzioni saranno<br />
dotate di finanziamenti<br />
attualmente<br />
previsti fino al 70%<br />
del valore totale della<br />
convenzione.I diritti di<br />
proprietà intellettuale<br />
rimarranno con il beneficiario<br />
a condizione<br />
che il prodotto sviluppato<br />
sia rivolto alla<br />
commercializzazione.<br />
Nel caso delle sovvenzioni,<br />
la GSA pubblica<br />
due piani annuali di<br />
sovvenzione, uno per<br />
EGNOS e un'altro per<br />
Galileo. Questi piani<br />
indicano le sovvenzioni<br />
previste da assegnare<br />
ogni anno. I contributi<br />
sono indicati in questi<br />
piani e possono essere<br />
consultati prima della<br />
pubblicazione dell'invito<br />
a presentare proposte.<br />
I piani annuali di<br />
sovvenzione includono<br />
una breve descrizione<br />
dei progetti e il bilancio<br />
indicativo con i tempi.<br />
La forma in Appalto<br />
sarà usata solo nei<br />
casi in cui mantenere i<br />
diritti di proprietà intellettuale<br />
consente il<br />
migliore raggiungimento<br />
degli obiettivi del<br />
programma. Ad esempio,<br />
per dare licenza a<br />
diversi potenziali produttori<br />
piuttosto che<br />
creare una situazione di<br />
monopolio. In questo<br />
caso i progetti saranno<br />
finanziati al 100%. Informazione<br />
preventiva<br />
sugli Annunci, nonché<br />
le offerte attuali, sono<br />
disponibili sul sito web<br />
GSA e Gazzetta ufficiale<br />
dell'Unione europea.<br />
(Fonte: GSA)<br />
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46 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
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<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 47
MERCATO GI IN EUROPE<br />
Multilinguismo<br />
ed impegno continuo<br />
nella GI per<br />
il cittadino<br />
di Mauro Salvemini<br />
Ho sempre ritenuto<br />
e predicato (sic!) che<br />
il multilinguismo e la<br />
continuità nelle competenze<br />
impiegate sono<br />
necessari per assicurare<br />
il successo dei piani e<br />
dei programmi soprattutto<br />
nella pubblica<br />
amministrazione.<br />
Per la informatica e la<br />
GI esse si sono dimostrate<br />
fondamentali e<br />
giusto per citare, qualcosa<br />
circa la continuità,<br />
in Europa nelle conferenze<br />
INSPIRE ed<br />
ancor prima in quelle<br />
EC-GIS si incontrano<br />
da più lustri le stesse<br />
persone provenienti da<br />
pubbliche amministrazioni<br />
dei paesi membri.<br />
Cosa che non è stato<br />
per l’Italia. La Provincia<br />
autonoma di Bolzano<br />
conferma la mia<br />
ipotesi ed è un esempio<br />
eccellente di come il<br />
trilinguismo ed il quadrilinguismo<br />
(dato che<br />
l’inglese viene spesso<br />
preferito all’italiano<br />
ed al tedesco come avviene<br />
presso la Libera<br />
Università di Bolzano)<br />
e la continuità di impegno<br />
nella GI e sue<br />
applicazioni da parte<br />
di funzionari della<br />
Provincia da decenni<br />
impegnati nello stesso<br />
settore, e mi riferisco<br />
in particolare a Ivo Planoetscher,<br />
sia vincente<br />
per il progresso della<br />
cultura, della tecnologia<br />
e del funzionamento<br />
della PA verso il<br />
cittadino.<br />
Applicando al meglio<br />
il principio che il multilinguismo<br />
facilita<br />
la comprensione del<br />
linguaggio esigendo la<br />
chiarezza della esposizione<br />
(avete mai provato<br />
a tradurre in inglese<br />
un lungo periodo in<br />
italiano che contenga<br />
un certo numero di<br />
frasi subordinate!) il<br />
portale http://geoportale.retecivica.bz.it/<br />
è chiaro, semplice e<br />
soprattutto immediato.<br />
Il geocatalogo svolge<br />
la funzione di visualizzatore<br />
che poi è la<br />
funzione principale<br />
che il “cittadino” (non<br />
esperto di GIS) desidera<br />
avere. Oltre a funzionare<br />
egregiamente è<br />
dotato di una sezione<br />
di domande e risposte<br />
http://dati.retecivica.<br />
bz.it/it/faq tra le più<br />
chiare che esistono in<br />
Italia da parte delle<br />
PA. Si evitano lungaggini<br />
descrittive in<br />
burocratese e si punta<br />
all’essenziale parlando<br />
direttamente all’utente.<br />
Il Geoportale Alto Adige<br />
è stato pubblicato a<br />
maggio del <strong>2015</strong> come<br />
primo passo nell’iniziativa<br />
open data dell’Alto<br />
Adige. Il secondo passo<br />
è stato poi fatto con<br />
la pubblicazione del<br />
Portale Open Data<br />
Alto Adige avvenuta<br />
a dicembre del <strong>2015</strong>.<br />
Il portale ora contiene<br />
sia dataset geografici<br />
(ottenuti e presentati<br />
mediante cooperazione<br />
applicativa con il Geoportale)<br />
che dataset<br />
non geografici. I 243<br />
dataset ad ora presenti<br />
nel portale open data<br />
rappresentano solo<br />
l’inizio di un processo<br />
che si protrarrà<br />
per i prossimi<br />
due anni. Come<br />
meta per<br />
il 2016 si<br />
intende raggiungere<br />
più di 400<br />
dataset pubblicati.<br />
La circostanza che<br />
non si sia privilegiato<br />
l’approccio a pubblicare<br />
Open Data per<br />
essere “alla moda” ma<br />
a mettere al servizio<br />
del cittadino un reale<br />
strumento di conoscenza<br />
e, perché no, di<br />
controllo del territorio<br />
appare chiaro ed è un<br />
merito. Il percorso del<br />
<strong>2015</strong> ha visto per il<br />
tramite dell’hackaton<br />
http://hackathon.<br />
bz.it/ “Hackathon<br />
Spring <strong>2015</strong>” la collaborazione<br />
con il “TIS<br />
innovation park”. In<br />
questo hackathon<br />
è stato proposto fra<br />
le altre cose anche il<br />
tema dei dati geografici<br />
aperti. Questa era<br />
una iniziativa dopo<br />
la pubblicazione del<br />
Geoportale Alto Adige<br />
che doveva contribuire<br />
a rendere il portale più<br />
popolare. Non per ultimo<br />
però la meta era<br />
quella di incentivare<br />
il più presto possibile<br />
dopo la pubblicazione<br />
48 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong>
GI IN EUROPE<br />
del geoportale le piccole<br />
imprese e le start-up<br />
appunto per non fare<br />
perdere tempo a loro in<br />
quanto i “grandi” (es.<br />
TomTom, HERE, ecc.)<br />
non hanno aspettato<br />
un minuto dopo la<br />
pubblicazione a scaricarsi<br />
i dati rilasciati con<br />
rinuncia CC0.<br />
Purtroppo però i giovani<br />
presenti all’hackathon,<br />
riferisce a Ivo<br />
Planoetscher, non<br />
hanno reagito come da<br />
aspettative ed i risultati<br />
sono stati esigui.<br />
Hanno preferito, forse<br />
ignorando il tesoro di<br />
geodati offerti, concentrarsi<br />
su soluzioni<br />
software utilizzando<br />
dati di tipo diverso.<br />
Forse l’appuntamento<br />
dell’hackathon era<br />
troppo vicino alla data<br />
di pubblicazione del<br />
geoportale (quasi esattamente<br />
48 ore dopo).<br />
L’hackathon, conferma<br />
Ivo P., sarà comunque<br />
sempre uno dei nostri<br />
strumenti per portare<br />
conoscenza OpenGeoData<br />
alle SME locali.<br />
Esiste già la roadmap<br />
“Open Government<br />
Data 2016” che prevede<br />
in Sudtirolo anche<br />
per quest’anno una serie<br />
di iniziative OGD e<br />
naturalmente è incluso<br />
anche l’appuntamento<br />
con l’hackathon. Il percorso<br />
logico e strategico<br />
di Bolzano è nella<br />
figura con gli esagoni<br />
(vedi fig. 1) e sinora ci<br />
sono proprio riusciti a<br />
metterla in atto.<br />
Ma torniamo ai servizi<br />
offerti dal geoportale<br />
al cittadino “normale”.<br />
Io ho sempre detto<br />
che il servizio che il<br />
cittadino usa di più<br />
è quello toponomastico<br />
con l’indicazione<br />
del numero civico. Ma<br />
non solo il cittadino<br />
anche i servizi di emergenza<br />
e quelli per la<br />
sicurezza, tanto per citare<br />
qualcosa che oggi<br />
richiama molta attenzione.<br />
In Italia ancora<br />
non c’è un geoportale<br />
(almeno che io conosca<br />
e credetemi ho fatto<br />
delle ricerche per affermare<br />
ciò) che a scala<br />
provinciale o regionale<br />
rappresenti i numeri<br />
civici nella posizione<br />
nella quale si trova<br />
l’ingresso all’edificio<br />
(questo è importante<br />
ed essenziale!). Nel<br />
geoportale di Bolzano<br />
ci sono! Se abitassi a<br />
via Sant’Osvaldo 89 a<br />
Bolzano sarei tranquillo<br />
sapendo che in caso<br />
di emergenza l’autista<br />
del mezzo soccorritore<br />
che per caso si trovasse<br />
davanti al n. 75 può<br />
vedere sulla mappa che<br />
c’è un bel tratto per<br />
raggiungere il civico<br />
89 e non perde tempo<br />
prezioso per essere da<br />
me.<br />
“Abbiamo georeferenziato<br />
praticamente<br />
tutti i numeri civici<br />
del Sudtirolo (sono ca.<br />
130.000), mi conferma<br />
Ivo P. . Sono stati digi<br />
talizzati dai comuni<br />
e vengono giornalmente<br />
aggiornati. Il<br />
tutto sotto la regia del<br />
Consorzio dei Comuni<br />
dell’Alto Adige. I punti<br />
rappresentano di regola<br />
l’esatto posizionamento<br />
del portone d’entrata<br />
all’edificio. Ora stiamo<br />
pensando di digitalizzare<br />
anche gli accessi,<br />
cioè il punto di accesso<br />
al portone collegato al<br />
grafo stradale. Questo<br />
ci permetterà di soddisfare<br />
tutta una serie di<br />
problematiche legate<br />
alla protezione civile e<br />
ad altri servizi.”<br />
Gli attuali numeri<br />
civici si trovano aggiornati<br />
sul geoportale:<br />
http://geocatalogo.<br />
retecivica.bz.it/ geokatalog/#!<br />
home&layer=<br />
4bd63aee-f735-4d01-<br />
a208-466871dada1d<br />
Per vedere in azione<br />
questo servizio si deve,<br />
per esempio, inserire<br />
il testo “via portici 52<br />
bolzano” o “bolzano<br />
portici 52 “ nella finestrella<br />
“Ricerca Luogo<br />
o indirizzo” che si trova<br />
in alto sopra la finestra<br />
cartografica del geocatalogo<br />
http://geocatalogo.retecivica.bz.it<br />
.<br />
Sarà a causa del multilinguismo<br />
, sarà a causa<br />
di una attenta utilizzazione<br />
delle risorse<br />
pubbliche, sarà a causa<br />
della continuità professionale,<br />
ci saranno forse<br />
altre cause favorevoli<br />
comunque sia siamo in<br />
presenza di una<br />
eccellenza.<br />
ABSTRACT<br />
The three-lingual Italian province of<br />
Bolzano- Bozen may be addressed as an european<br />
excellence for publishing open geo<br />
data and for running a geoportal which has<br />
an easy and user oriented interface.<br />
The Province is active also in fostering<br />
parallel and complementary activities such<br />
as Hackaton and involvement of local and<br />
European SMEs. The geoportal which runs<br />
in Italian and German is representing the<br />
street number of all buildings , this facilitates<br />
not only the administrative control<br />
of the territory but enables the citizens to<br />
use a fundamental location service, that<br />
GOOGLE Maps does not give , and facilitates<br />
all public services running.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
http://dati.retecivica.bz.it<br />
http://dati.retecivica.bz.it/it/info<br />
http://dati.retecivica.bz.it/it/<br />
faq#sezione18<br />
https://www.facebook.com/opendata.<br />
southtyrol/<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2015</strong> 49
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2-4 Febbraio 2016<br />
TUSExpo 2016<br />
The Hague<br />
www.geoforall.it/k3y3x<br />
2-4 Febbraio 2016<br />
Scatterometer Science<br />
Conference 2016<br />
Noordwijk<br />
www.geoforall.it/k3y63<br />
4 Febbraio 2016<br />
ICT e Geoscienze<br />
gestione dei rischi naturali<br />
e delle emergenze<br />
Milano<br />
www.geoforall.it/ka344<br />
10-12 Febbraio 2016<br />
Amsterdam<br />
GIM International Summit<br />
www.geoforall.it/k38cy<br />
15-17 Marzo 2016<br />
Santa Cruz de Tenerife (Spain) -<br />
2016 Conference on Big Data<br />
from Space<br />
www.geoforall.it/k3ypx<br />
30 Marzo-1 Aprile 2016<br />
3rd Joint International<br />
Symposium on Deformation<br />
Measurements, JISDM<br />
Vienna (Austria)<br />
www.geoforall.it/k3ydf<br />
13-15 aprile 2016<br />
X° GIS-Forum<br />
Mosca (Russia)<br />
www.geoforall.it/k3cw6<br />
26-27 Aprile 2016<br />
GISTAM 2016<br />
Roma<br />
www.geoforall.it/k3hd4<br />
28 Aprile 2016<br />
Castel Gandolfo (RM)<br />
FORUM<br />
TECHNOLOGYforALL<br />
Field Workshop<br />
www.technologyforall.it<br />
3-5 Maggio 2016<br />
Big Data 2016<br />
Alicante<br />
www.geoforall.it/k3y6r<br />
17-18 Maggio 2016<br />
Rome<br />
FORUM<br />
TECHNOLOGYforALL<br />
Conference<br />
www.technologyforall.it<br />
24-25 Maggio 2016<br />
Geo Business 2016<br />
London<br />
www.geoforall.it/k3y39<br />
20-24 Giugno 2016<br />
36th EARSeL Symposium<br />
Bonn<br />
www.geoforall.it/k3ypr<br />
22-24 Giugno<br />
VIII CONVEGNO AIT<br />
Associazione Italiana di<br />
telerilevamento<br />
Palermo<br />
www.geoforall.it/k3c94<br />
12-19 Luglio 2016<br />
23rd ISPRS Congress<br />
Praga<br />
www.geoforall.it/k3fcd<br />
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necessari a progettare, costruire, sviluppare e gestire la tua rete nel modo più efficace possibile.<br />
FiberManager® mette a fattor comune la piattaforma GIS leader nel mondo con il modello dati e le funzionalità<br />
smart implementate da una community network di aziende di telecomunicazioni operanti in vari paesi nel<br />
mondo.<br />
FiberManager® è una verticalizzazione della suite ArcFM® di Schneider Electric, di cui Sinergis è rivenditore<br />
esclusivo in Italia.<br />
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Anche nelle condizioni atmosferiche più avverse,<br />
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