Nastro Verde: calendario 2013, “Le missioni all’estero”
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“Concetto” che individua nel Mediterraneo un’area di elevato<br />
rischio per gli interessi dei singoli Stati della NATO,<br />
anche in presenza di situazioni che non potrebbero legittimamente<br />
coinvolgere l’Alleanza in quanto tale, ma solo<br />
alcuni suoi membri dove, però, l’importanza del ruolo internazionale<br />
dell’Italia risalterebbe comunque per la sua<br />
posizione geografica dominante nel Mediterraneo.<br />
Al seguito di tali cambiamenti, la partecipazione dell’Italia<br />
ad Operazioni di Sostegno della Pace non ha più, o soltanto,<br />
valore in quanto contributo alla stabilità internazionale<br />
ma anche e soprattutto quale strumento per la salvaguardia<br />
degli interessi nazionali.<br />
Ed è per questo che in questi tre ultimi decenni si sono<br />
viste le nostre FF. AA. sempre più in prima linea a fianco, di<br />
eserciti di altri Paesi, dimostrando una particolare capacità<br />
operativa – apprezzata dai nostri partner internazionali<br />
- nel sapere gestire con diplomazia, ma anche con la dovuta<br />
fermezza, varie situazioni di crisi in varie parti del mondo.<br />
In tale contesto si inserisce la partecipazione di due<br />
Contingenti inviati dall’Italia in Libano nei primi anni ’80.<br />
A determinare il primo l’intervento delle FF. AA. italiane<br />
in Libano inviando a Beirut il Contingente “GOVERNO-<br />
LO” (Missione “Libano 1”) è l’ esplosiva situazione libanese<br />
venutasi a creare dopo cinque anni di lotte interne<br />
fra le milizie mussulmane e cristiano maronite acuita e<br />
resa non più governabile dalla presenza sul territorio di<br />
migliaia di palestinesi e dei militari siriani della Forza di<br />
Dissuasione Araba (A. D.F.). Situazione di estrema delicatezza<br />
per la sicurezza di Israele che, per salvaguardare il<br />
proprio territorio dalle continue incursioni palestinesi<br />
provenienti dal Libano, nell’ estate del 1982 dette il via<br />
all’ operazione “PACE IN GALILEA” che si conclude dopo<br />
soli cinque giorni asserragliando nella parte Ovest di Beirut<br />
circa 10.000 armati fra siriani, milizie musulmane e<br />
palestinesi dell’OLP. Sui Fedayn di Yasser Arafat, in particolare,<br />
incombeva il pericolo di annientamento da parte<br />
dell’Esercito ebraico che, attuandolo, avrebbe potuto<br />
provocare il coinvolgimento diretto di altre Potenze con<br />
l’inevitabile allargamento della crisi nell’area mediterranea.<br />
Fallito il tentativo di inviare una forza dell’ ONU per<br />
il veto posto dal Consiglio di Sicurezza, le parti interessate<br />
accettano la presenza di una Forza Multinazionale<br />
di Pace formata da Contingenti appartenenti a Francia,<br />
Italia e Stati Uniti per attuare l’evacuazione delle forze<br />
asserragliate in Beirut Ovest.<br />
Per questa missione (“LIBANO 1”), l’Italia ha inviato a Beirut<br />
un contingente, partito da Legnano, forte di 600 uomini<br />
(Bersaglieri, Carabinieri, Genieri e supporti delle tras<strong>missioni</strong><br />
ed organi logistici). ITALCON “GOVERNOLO”,<br />
inviato in Libano con un “Mandato” internazionale di un<br />
mese aveva i compiti di:<br />
• interporsi fra i belligeranti nel settore che gli sarà assegnato;<br />
• garantire la sicurezza fisica del personale palestinese in<br />
partenza da Beirut scortandoli fino in Siria;<br />
• assicurare l’incolumità degli altri abitanti della città;<br />
• favorire il ripristino della sovranità del Governo libanese<br />
nella regione di Beirut.<br />
Beirut veniva “svuotata” ancor prima della scadenza del<br />
“Mandato” ed il Contingente rientrava in Italia dopo aver:<br />
• scortato fino in Siria 952 mezzi ruotati e cingolati di vario<br />
tipo e portato in salvo 6509 palestinesi e circa 3000<br />
soldati siriani;<br />
• scongiurato che la crisi si allargasse nell’area mediterranea;<br />
• assicurato assistenza sanitaria alla popolazione civile.<br />
Il secondo intervento italiano in Libano (Missione “Libano<br />
2”) si rende necessario dopo pochi giorni dal termine<br />
dell’ Operazione “Libano 1”. Quattro giorni dopo il rientro<br />
dei Bersaglieri in Patria infatti, a Beirut avviene il massacro<br />
di palestinesi nei campi di Sabra e Chatila da parte della<br />
sua Falange Maronita per vendicare l’uccisione del suo<br />
capo Beshir Gemayel, neo eletto Presidente del Libano.<br />
Ed è proprio grazie al pieno successo riscosso dai nostri<br />
militari nella prima operazione, che il ritorno del nostro<br />
Esercito a Beirut è stato richiesto a gran voce dalle autorità<br />
internazionali.<br />
Questa volta il Contingente (Raggruppamento Italiano in<br />
Libano” è inizialmente formato dalla stessa Unità partita<br />
da Legnano, da un Battaglione di Paracadutisti ed dal Battaglione<br />
S. Marco della MM per complessivi 2100 fra bersaglieri,<br />
parà, carabinieri e marò. Il Contingente rimane a<br />
Beirut 18 mesi con i compiti di:<br />
• presidiare il territorio nel settore di competenza;<br />
• proteggere i campi palestinesi di Sabra/Shatila e di Borj<br />
el Brajné;<br />
• garantire la sicurezza della capitale;<br />
• creare le premesse per un rafforzamento della sovranità<br />
del governo legittimo di quel paese.<br />
La 2^ Missione si conclude il 26 febbraio 1984 ed in questi<br />
17 mesi in Libano si sono avvicendati 10 Battaglioni per<br />
complessivi 8115 Militari di cui 495 Ufficiali, 1150 Sottufficiali<br />
e 6470 Soldati, Carabinieri Marò’ e 130 Infermiere