Atti del Convegno Termalismo nei Campi flegrei ieri, oggi e domani
Il convegno di studi sul tema “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”, di cui qui pubblichiamo gli atti, si è svolto il 12 dicembre 2015 nel bellissimo scenario offerto dal Palazzo Migliaresi a Rione Terra, Pozzuoli (Na). Il convegno ha aperto la Mostra delle Miniature del “De Balneis Puteolanis” di Pietro da Eboli esposta sempre nel Palazzo Migliaresi al Rione Terra di Pozzuoli dal 12 al 27 dicembre 2015
Il convegno di studi sul tema “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”, di cui qui pubblichiamo gli atti, si è svolto il 12 dicembre 2015 nel bellissimo scenario offerto dal Palazzo Migliaresi a Rione Terra, Pozzuoli (Na).
Il convegno ha aperto la Mostra delle Miniature del “De Balneis Puteolanis” di Pietro da Eboli esposta sempre nel Palazzo Migliaresi al Rione Terra di Pozzuoli dal 12 al 27 dicembre 2015
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
De Balneis Puteolanis
Atti del convegno
“Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
A cura di Anna Abbate, Antonio Isabettini e Massimo Schiano
12 dicembre 2015
Palazzo Migliaresi - Rione Terra - Pozzuoli (Na)
12 dicembre 2015
Palazzo Migliaresi - Rione Terra - Pozzuoli (Na)
De Balneis Puteolanis
Atti del convegno
“Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
A cura di Anna abbate, Antonio Isabettini e Massimo Schiano
12 dicembre 2015
Palazzo Migliaresi - Rione Terra - Pozzuoli (Na)
Impaginazione e grafica:
Anna Abbate
Con la collaborazione di:
Imma Illiano
Stampa in proprio 25 maggio 2016
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Introduzione
Anna Abbate
Il convegno di studi sul tema “Il termalismo nei Campi Flegrei:
ieri, oggi e domani”, di cui qui pubblichiamo gli atti, si è
svolto il 12 dicembre 2015 nel bellissimo scenario offerto dal
Palazzo Migliaresi a Rione Terra, Pozzuoli (Na).
Il convegno ha aperto la Mostra delle Miniature del “De Balneis
Puteolanis” di Pietro da Eboli esposta sempre nel Palazzo
Migliaresi dal 12 al 27 dicembre 2015 inserita tra le iniziative
sostenute dal Comune di Pozzuoli nell’ambito dell’evento
“Suoni, luci e solidarietà” per le festività del Natale 2015.
Organizzatori della mostra e del convegno la scrivente, Antonio
Isabettini e Massimo Schiano collaboriamo già da qualche
anno e insieme abbiamo ideato e messo in atto varie iniziative
per la valorizzazione del territorio flegreo, in particolare “Le
scale di Pozzuoli”, gemellata con la manifestazione partenopea
“Le scale di Napoli”.
Già il Natale 2014 ci ha visti insieme per aver organizzato
l’evento “Tu scendi dalle scale del Pendio San Giuseppe” dove
abbiamo coinvolto pittori, musicisti, artisti di strada, artigiani e
imprenditori locali.
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
La manifestazione oltre ad aver vitalizzato il territorio per quattro
giorni ha portato alla realizzazione di quattro murales, dipinti
dagli artisti Stefania Colizzi, Aida Guardai, Bianca Gerundo,
Antonio Isabettini sulle pareti del Pendio, dedicati ai
quattro elementi “fuoco, terra, acqua e aria” che sono ancora
oggi in parte visibili.
Quando mi vengono proposte iniziative culturali e nuove sfide
accetto sempre con piacere ed entusiasmo, perciò, quando Antonio
Isabettini mi ha parlato della mostra ho partecipato con
grande piacere.
La mostra ha incontrato grande successo di pubblico; circa
4000 visitatori e il convegno ha prodotto un dialogo di grande
respiro tra specialisti e studiosi di settori differenti intervenuti.
L’indice degli atti rispetta l’ordine cronologico e tematico in
cui si sono sviluppati gli interventi.
Del termalismo parleranno ampiamente i contributi degli amici
che hanno animato il convegno, ma non me ne vogliate se anche
io parlerò brevemente del fenomeno.
Il termalismo ha origini che si perdono nel tempo e molti reperti
archeologici, testimonianze letterarie e scientifiche ci raccontano
la sua storia e come l’idroterapia fosse praticata dalle popolazioni
del Mediterraneo.
Nell’antichità l’immersione nell’acqua per purificare il corpo
ha avuto una funzione sia sacrale che sociale.
2
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Già Omero ci racconta che i guerrieri achei feriti, al ritorno dalla
guerra di Troia, si immergevano nelle sorgenti termali presso
Smirne, i c.d. bagni di Agamennone.
Ippocrate (460 a.C. – 377 a. C.), nel suo trattato di medicina
analizza gli aspetti chimici, organolettici, i problemi igienici e
gli effetti delle acque calde e fredde sull’organismo umano, infatti
vi sono notizie storiche dell’uso di sorgenti termali da parte
dalle popolazioni locali per l’attenuazione dei dolori muscolari
e curare patologie della pelle.
Ma è la civitas romana che trasforma le terme in bagno esaltando
questo strumento di cura e di relax costruendo le Terme
pubbliche.
E furono i medici di Roma a riconoscere le qualità terapeutica
di molte acque.
Celso (II sec. d.C.) ci descrisse per la prima volta la stazione
termale di Baia teorizzando sull’uso delle acque come cura attraverso
una regolazione della temperatura in base alle esigenze
personali di ogni individuo.
Intorno alla metà del 1900, con il progredire delle scienze chimiche,
fisiche e biologiche, l’uso delle cure termali assume caratteristica
di farmaco complesso e irriproducibile artificialmente.
Moltissimi studi sul termalismo diventano un supporto scientifico
alle terapie ampliandone i campi di intervento e le metodologie
di applicazione consentendo l’ampliamento dei reparti di
3
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
cura degli stabilimenti termali trasformandoli da luoghi di puro
svago in luoghi di salute e centri culturali.
A partire dagli anni ’80 del 1900 fiorirono nuove tendenze per
la valorizzazione del proprio benessere psicofisico, gli stabilimenti
balneari divennero dei complessi centri per la cura della
persona.
Concludendo, oggi le acque termali sono vissute non solo come
un metodo di cura ma vengono associate all’idea del benessere
a tutto tondo e i Campi Flegrei hanno un potenziale altissimo
per la qualità delle acque, per la mitezza del clima e per gli
ambienti naturali che si trovano in molti stabilimenti termali.
Solo in questo territorio è possibile avere cura della propria salute,
rilassarsi, immergendosi in acque calde a due passi da un
sito archeologico.
L’associazione: Gruppo Archeologico Kyme
Due parole sul Gruppo Archeologico Kyme, associazione della
quale sono socia fondatrice e rappresentante legale.
L’associazione è costituita da archeologi che già da qualche
anno sono impegnati nella conservazione, valorizzazione e
promozione del patrimonio culturale della propria regione e in
particolare della Provincia di Napoli.
Ringrazio tutti i soci che mi hanno sostenuto ed accompagnato
in questa avventura.
4
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
In particolare ringrazio Gianluca D’Avino e Marianna Della
Vecchia che hanno collaborato attivamente alla realizzazione
del Convegno.
Ringrazio anche l’amica Imma Illiano, che ha fornito una collaborazione
impeccabile.
5
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Maria Teresa Moccia di Fraia
Se il toponimo Dicearchia, suggestivo quanto antico, che sa di
orgogliosa aspirazione a libertà e giusto governo, come nato
dalla fantasia di un poeta dell’epos, viene smemorato dalla piccola
colonia marittima che Roma organizza sul promontorio
del Rione Terra nel 194 a.C., un motivo di certo ci sarà.
Soprattutto perché cambiano i dominatori, le popolazioni, la
cultura, ma i nomi delle città difficilmente. Ma anche perché il
toponimo latino che verrà scelto è di gran lunga meno fascinoso
e potente del primo.
Tuttavia quel motivo non è ancora noto, benché, a dirla tutta,
Dicearchia non costituisce solo un problema per la toponomastica,
dal momento che resta un caso letterario tuttora irrisolto
da parte dell’archeologia e un vacuum perfino per la sua ubicazione,
al punto da metterne in dubbio l’esistenza stessa.
Si attesta pertanto con autorevolezza il nome di Puteoli. Ci
piace pensare che l’etimo non si riferisca all’inconfondibile
odore di Solfatara, ma alla straordinaria presenza di piccole
sorgenti minerali del territorio.
Una ricchezza che i Romani mettono a frutto con sistematica
praticità, legando il nome della fiorente città flegrea anche al
termalismo.
Terme pubbliche e private punteggiavano difatti l’area puteolana,
concentrandosi senza soluzione di continuo nell’amenus
6
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
sinus baianus, luogo di incommensurabili delizie, piaceri non
del tutto casti, ritrovo delle classi aristocratiche, dei maggiorenti
politici, di imperatori e donne di potere.
A Puteoli, lungo la terrazza mesurbana deputata allo svago e al
divertimento dove sorgevano gli anfiteatri, le fontane, le tabernae,
si aprivano in età imperiale le Grandi Terme, note come
tempio di Nettuno, complesso monumentale secondo forse solo
agli impianti di Roma, che, stando ai resti del frigidarium, era
sicuramente di enormi dimensioni, con un apparato decorativo
imponente, dagli ampi ambienti con volte a botte e statue.
Il calidarium, oggi obliterato da edifici moderni, per captare al
meglio il calore, era disposto a mezzogiorno, in un gioco di più
livelli digradanti verso il mare, da cui i naviganti in entrata del
porto riuscivano a intravederne la fisionomia, insieme al Tempio
sul Rione Terra, segni identitari della città imperiale in
pieno II d.C.
Ma numerosi erano gli altri edifici termali. Ne sono testimonianza
i resti del c.d. Bagno Ortodonico del tardo I secolo d.C.,
forse connessi ad una sorgente naturale, e le preesistenze di via
Ragnisco, interpretabili, per le ridotte dimensioni, con una
struttura di tipo privato.
E ancora, sulle sponde dell’Averno, la Terma del c.d. tempio di
Apollo, di cui sopravvive una grande aula la cui volta a cupola
è crollata, ma che era di poco inferiore a quella del Panhteon. I
bagni di questa terma sfruttavano un’ennesima fonte idromine-
7
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
rale, ed erano stati realizzati nel I secolo d.C., per poi essere
ristrutturati nel successivo.
Sul lago Lucrino altri ambienti, probabilmente annessi ad una
di quelle grandi ville che affollavano la costa. La tradizione ha
voluto ribattezzarli Lavacro della Sibilla, ulteriore omaggio alla
sacerdotessa resa famosa da Virgilio, dotati di vasche, mosaici,
gradinate e cisterne, la cui attività perdura fino al XIV
secolo.
Una tradizione, quella termale, che trascorre nel Medioevo,
quando i Campi Flegrei cedono per importanza strategica, ma
non per salubrità dei luoghi e frequentazione delle acque, tanto
da attirare Federico II, come racconta Riccardo da San Germano,
forse più desideroso di temporeggiare la partenza alla promessa
crociata del 1227 che ritemprare l’indomito fisico.
Terme che a Pozzuoli, un po’ come le crisi bradisismiche, conoscono
alti e bassi, con un nuovo momento fortunato tra Ottocento
(i Borbone, tra l’altro, dotano l’area del Macellum di
una struttura efficiente, con numerose sale per bagni e docce) e
i primi Novecento, per poi ricadere nel degrado e nell’oblio.
Riannodare alla storia e alla memoria cittadina questo passato
significa restituirgli la necessaria dimensione. Pertanto la mostra
delle miniature De balneis Puteolanis, oltre a documentare
la straordinaria opera del suo autore, Pietro da Eboli, diventa
un’occasione per riflettere sul futuro e sullo sviluppo di Pozzuoli.
8
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
E’ significativo che questo poeta della corte sveva, che aveva
adulato con la sua rima il Barbarossa ed Enrico VI suo figlio,
realizzi un’opera dedicata esclusivamente alle terme di Pozzuoli,
incredibilmente uniche nel panorama meridionale e non
solo, augurandosi che gli impianti costruiti dai Romani potessero
ritrovare l’antico splendore.
Già Pietro da Eboli, dunque, ne sottolineava l’abbandono, per
quanto il godimento delle acque naturali dovesse appassionare
molti, oltre che l’imperatore ed i suoi cortigiani.
Il De balneis, pubblicazione che ebbe larga fortuna, tradotta in
italiano e in francese, diventa, in breve, un caposaldo, il testo
guida a cui si farà riferimento ogni volta che si vorrà trattare
del termalismo flegreo.
Del resto l’accuratezza delle miniature dell’esemplare
dell’Angelica, ne fanno un piccolo gioiello.
Idroterapia, cura del corpo, benessere: sono voci che intercettano
una tradizione antica, che rimonta al periodo classico, ma
che corrispondono ad una reale risorsa del presente, su cui potrebbe
plasmarsi una diversificata proposta di servizi.
Non bisogna più sprecare occasioni, ma rendere efficiente la
complessità di un’area che ha un potenziale enorme tra beni
paesaggistici, archeologia e vulcanesimo.
Non bisogna temporeggiare, ma scommettere su cultura e bellezza,
consapevoli che quello puteolano è di per sé un sistema
integrato, dove la pluralità degli elementi da mettere a regime
costituisce un serbatoio di ricchezza incredibile.
9
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Vincenzo Figliolia
Porto il mio pieno sostegno a questa manifestazione, nella
convinzione che anche tale iniziativa si inserisce in un
opportuno gioco di squadra.
La realizzazione di tali iniziative, che hanno la capacità e non
soltanto l'ambizione di riaccendere quelle che sono le nostre
tradizioni, non solo culturali, ma anzitutto produttive, ci
consentono di analizzare le prospettive che le terme possono
dare al territorio.
Ciò implica che, dalla astratta condivisione di tale iniziativa,
derivi come logica conseguenza il fermo e costante impegno a
rendere concrete le idee e le progettualità che essa ha prodotto.
È innegabile che il futuro della città sia strettamente legato alla
capacità di sfruttare ciò che la natura le ha regalato,
valorizzando le risorse così generosamente presenti e
preservandone intatta la bellezza.
Le terme sono certamente una di queste risorse, da utilizzare in
maniera strettamente sinergica tra loro.
Eppure le terme, che per più di un secolo hanno rappresentato
qualcosa di importante per questa città, per questo territorio,
dal bradisismo del 1983 in poi, hanno vissuto una lunga ed
inspiegabile crisi, una sorta di contraddizione, forse legata
anche a una classe dirigente che non ha saputo comprenderne
l'importanza.
10
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Tuttavia oggi, la città flegrea resta un unicum territoriale, misto
di storia e con una potente vocazione imprenditoriale: una
città di circa 200 mila abitanti, che hanno la fortuna di vivere in
un luogo in cui vi sono risorse che pochi territori hanno.
Bisogna, però, anche tener presente che l'inestimabile
patrimonio storico e naturalistico appartiene all'intero territorio
flegreo.
Siamo un'unica terra con diversi comuni, diverse iniziative
hanno un unico comune denominatore: ricchezza e
produttività.
È, dunque, necessario che tutti facciano un passo indietro per
far decollare questa terra, affinché queste iniziative
convergano, anziché marciare separatamente ed in parallelo,
giovandosi anche della preziosa ed appassionata collaborazione
di volontari.
Ringrazio chi me l’ha già fornita e chi lo farà.
Intervengo a questo convegno con il cuore, convinto che non
serva più che si facciano distinguo e polemiche e domani vorrò
poter dire che anche io ho dato qualcosa a questa città.
Ù
11
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Roberto Gerundo
Scorrendo i temi e le questioni poste a tema del Convegno, ci si
rende subito conto di essere davanti ad un'occasione qualitativamente
alta da un punto di vista culturale, scientifico e anche
politico-amministrativo, per le prospettive strategiche che si
possono operare nei Campi Flegrei.
Ciò senza trascurare l'importante testimonianza storicoculturale
della mostra di miniature che illustrano il “De Balneis
Puteolanis”.
Si prospettano, dunque, una serie di ricadute positive, che si
auspica restino ad accrescere il nostro patrimonio culturale.
In un momento difficile e problematico che attraversa
l’Europa, il Mezzogiorno e, in particolare, la Regione Campania,
è necessario confermare e sostenere una diversa modalità
di interpretare la politica in termini di fattibilità, volontà, concretezza
e ascoltare tutte le sollecitazioni che provengono dalla
società tutta.
Ci sono questioni che, per molto tempo, sono rimaste inattuate;
si fa riferimento ad una legge del 2008 che riguarda il piano
di utilizzazione demaniale che non è stato portato avanti, tutte
questioni di riferimento politico-strategico che sono rimaste
bloccate per molto tempo e, oggi, è necessario prendere decisioni
progressive in tal senso e in tempi molto rapidi, con le
12
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
amministrazioni locali che devono sollecitare non in maniera
generica ma mirata e pertinente.
L'Amministrazione comunale di Pozzuoli deve fare i conti con
un territorio che, da un lato, ha tantissime potenzialità di sviluppo,
dall’altro, ha sorprendenti e inimmaginabili freni che nel
corso degli anni si sono sovrapposti.
L’utilizzazione del territorio, del suolo, degli spazi, in maniera
del tutto sostenibile senza nuove costruzioni, ma con destinazioni
specifiche, funzionali alle diverse attività, è, di fatto, manovra
molto difficile.
È necessario riarticolare la possibilità di utilizzare il suolo, il
territorio in maniera sostenibile, senza appesantimenti, senza
nuovi volumi, ma con funzioni come il termalismo, in maniera
praticabile, senza sotterfugi o opacità amministrative.
Esiste, oggi, una difficoltà concreta ad organizzare il territorio
per un'offerta turistico-ricettiva di questo tipo.
Se questa è la nostra condizione, è necessario uscire in maniera
decisa, chiara, precisa, esplicita, rapida da un groviglio che
strozza ogni possibilità di crescita economica e sviluppo occupazionale.
Il Presidente della Giunta regionale ha indicato la prospettiva,
rispetto alla quale ha ricevuto svariati consensi, verso una forma
di sburocratizzazione, semplificazione, effettività anche per
una più efficace protezione e tutela del territorio.
13
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
L’energia geotermica
L’Amministrazione comunale ha recentemente affrontato un
tema che ha a che vedere con il termalismo, in quanto impegnati,
qualche mese fa, sul problema di utilizzazione industriale
dell’energia geotermica.
Un progetto pilota statale (ce ne sono molti in Italia da Ischia a
Bacoli ma anche in Toscana): si intende utilizzare l’energia
geotermica, il calore del sottosuolo per produrre energia elettrica
in maniera intensiva ed industriale.
Quindi, è stato proposto un progetto che si immaginava collocare,
dove è più conveniente estrarre del calore, su un versante
della Solfatara, lato Agnano, per poi immettere l’energia elettrica
in rete. Il Consiglio Comunale che ha, a tal proposito, approvato
una delibera delineando quali fossero le giuste prospettive
e precisando il nuovo modo di guardare alla geotermia, in
cui il termalismo è una delle ricadute più evidenti.
Non siamo, quindi, interessati a grossi interventi industriali sul
territorio flegreo.
Per tale ipotesi abbiamo espresso una grande preoccupazione e
abbiamo applicato il principio di cautela anche effettuando approfondimenti
da cui è emersa una ricorrenza statistica tra le
trivellazioni che dagli anni ′50 venivano realizzate sul territorio
e i successivi fenomeni di carattere bradisismico.
È certo una ricorrenza di carattere statistico e i geologi dovranno
confermare se tale ricorrenza corrisponde ad una causa-
14
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
effetto che ha determinato i fenomeni bradisismici negli ultimi
30-40 anni.
Quindi, si pone il problema di come considerare la geotermia.
Altre modalità di utilizzazione devono essere studiate e messe
in essere, evitando momenti dirompenti come quello delle trivellazioni
profonde, che desta notevoli perplessità per le ricadute
negative che possono determinare sul territorio.
Pensiamo che l’utilizzazione del calore estratto dal sottosuolo
con apposite tecnologie, non invasive, possa rappresentare una
risorsa per la popolazione e riteniamo che il tema del termalismo
debba essere sviluppato pienamente e, quindi, organizzare
rapidamente una prospettiva in tal senso.
Il mercato immobiliare
L’amministrazione comunale è pienamente operativa dal punto
di vista del convincimento e delle attività da porre in essere.
Tuttavia, vi sono difficoltà anche con il mercato immobiliare,
perché dobbiamo essere presenti nell’orientare processi che
sempre più sono di carattere privatistico, per il recupero di
strutture come, per esempio le Terme Puteolane, mitica struttura
che ha rappresentato un offerta del termalismo per decenni, a
partire dal 1928, abbandonate da 20 anni, o le Terme della Salute,
in disfacimento da oltre 40 anni.
In casi del genere, la difficoltà risiede nel fatto che l'Amministrazione
pubblica incrocia le dinamiche proprietarie.
15
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Essa deve avere una funzione moderna, non più di intervento
attivo economico diretto, ma una azione di programmazione, di
definizione delle convenienze, di facilitazione dei processi e di
accelerazione dei tempi realizzativi.
Si rischia, però di scontrarsi con una imprenditoria frenata, che
magari ritiene di mirare al territorio in termini speculativi, piuttosto
che rendere produttive tali strutture, con dei tassi di rendimento
di tipo industriale e non tradizionalmente edilizi, come
negli anni passati.
È necessario, oggi, un grande sforzo per orientare il mercato
verso nuovi modi di conseguire il profitto e favorire imprese di
carattere produttivo, anche attraverso la fiscalità locale. È necessaria,
a questo scopo, una classe imprenditoriale che abbia
come obiettivo un profitto di tipo industriale, non più speculativo.
L'impegno dell’Amministrazione
In una fase di transizione come quella attuale, l'impegno
dell’Amministrazione comunale è molto articolato, si muove
tra passato e futuro, e sente la necessità di nuove prospettive di
collaborazione, trasparente e positivamente proiettata verso
un'effettività dell'azione amministrativa, che conduca anche al
superamento di alcune ritualità della politica, che non sono più
utili allo sviluppo, anzi ne determinano un autentico freno.
In tal senso, la valorizzazione del comparto del termalismo,
nell'ottica della rigenerazione del territorio attraverso la perdita
16
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
della sua vocazione industriale verso un diverso tipo di sviluppo,
di tipo turistico, della ricettività e dei beni culturali, riveste
un ruolo assolutamente centrale.
17
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
“Il Termalismo nei Campi Flegrei:
ieri, oggi e domani”
18
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
“Come nasce la Mostra”
Antonio Isabettini
Antonio Isabettini. Pozzuoli. sec.XIV-XV. Rielaborazione pittorica,
tratta dal CODICE di EDIMBURGO (bagno del cantarello)
Da appassionato e cultore di “storia patria” conoscevo da anni
l’interessante lavoro di Pietro da Eboli, il “de Balneis Puteolanis”
dedicato all’ Imperatore Federico II.
In particolare mi affascinavano le allegate miniature in stile bizantino,
raffiguranti le fonti termali dell’epoca.
Quando sul finire dell’Aprile 2015, per puro caso, trovai in rete
la notizia che a Roma, presso la Biblioteca Angelica, era in
corso l’esposizione del suddetto libro, quasi sobbalzai: pensai
19
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
che il carme del poeta salernitano potesse essere esposto nella
nostra Pozzuoli, in considerazione della tematica locale.
Ero intenzionato a recarmi a Roma per conoscere da vicino gli
organizzatori, ma, essendo un semplice cittadino, rivolsi
l’informazione, accompagnata da suggerimenti, ai politici locali,
consiglieri, assessori e Sindaco, avanzando la proposta di
una futura mostra anche a Pozzuoli.
Dopo l’approvazione verbale da parte degli amministratori cittadini,
coinvolsi gli amici Anna Abbate del gruppo archeologico
Kyme e l’avvocato Massimo Schiano, che erano già al corrente
dell’idea, con i quali avevamo organizzato nel passato recente
altre manifestazioni di carattere culturale.
L’ideale per fare ammirare e consultare l’opera, era sicuramente
l’approssimarsi delle festività natalizie ed il Rione Terra, con
la riapertura dei suoi scavi archeologici.
Contattammo gli organizzatori di Eboli, che avevano portato la
mostra a Roma, nella persona del Prof. Mariano Pastore, il quale,
entusiasta della proposta accettò di buon grado nel fornirci il
materiale espositivo, che andammo a prelevare e che è stato
possibile ammirare, presso il Palazzo Migliaresi, in tre fine settimane
di fine dicembre 2015, con relativo convegno di apertura.
20
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
La geologia termale dei Campi Flegrei
PierLuigi Musto
L'area dei Campi Flegrei fa parte del distretto vulcanico partenopeo
insieme al complesso del Somma – Vesuvio e Ischia.
Esso insiste su una parte costiera della Campania dove sono in
atto movimenti tettonici distensivi.
I Campi Flegrei sono una complessa caldera sviluppatasi a seguito
di due significative eruzioni areali: la prima ho prodotto
l'Ignimbrite Campana (circa 39 mila anni) mentre la seconda è
21
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
conosciuta come quella del Tufo Giallo Napoletano (circa 15
mila anni).
A seguito dell'eruzione dell'ignimbrite si è avuta una profonda
subsidenza con la formazione di una caldera molto estesa comprendente
anche tutta l'area del centro partenopeo e, più a
nord, di Quarto.
Con la seconda eruzione si è avuta una seconda subsidenza, inclusa
interamente nella “prima caldera” determinando quella
che viene classificata l'area dei “Campi Flegrei”.
Il bordo a Posillipo esclude il centro abitato di Napoli. Questa
subsidenza non comprende la piana di Quarto. In tutta questa
vasta area l'attività vulcanica si è sviluppata attraverso numerosi
crateri la cui attività è stata principalmente esplosiva e solo
raramente ha prodotto eruzioni effusive.
L'ultima eruzione è avvenuta nel 1538 con la formazione di un
“monte in una notte” il Montenuovo.
Il vulcanismo è il motore principale del termalismo flegreo
quale fenomeno secondario del vulcanismo stesso.
Per capire questo particolare fenomeno nei Campi Flegrei è necessario
far riferimento al ciclo dell'acqua: ai bacini di accumulo
endogeni si aggiunge l'acqua “iuvenile” direttamente dalla
camera magmatica, l'acqua “vadosa” intrappolata tra la superficie
e il bacino di accumulo, e l'acqua del mare con la sua particolare
salinità.
22
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Il risultato è una mescolanza di elementi in virtù dell'alto potere
solvente dell'acqua in grado di arricchirsi delle sostanze con cui
viene a contatto.
“Le acque sotterranee e le sorgenti sono il prodotto del metabolismo
terrestre” (cit. Keplero)
In questo modo le acque assumono un determinato chimismo
per la presenza di minerali quali calcio, iodio, bromo, magnesio
solfati a cui si aggiunge il radon. La tipicità delle acque dal
punto di vista chimico le classifica in modo differente anche a
distanze estremamente limitate rendendo spesso uniche le varie
sorgenti termali.
L'elevato gradiente geotermico riscalda l'acqua determinando
le:
acque fredde
acque ipotermali
acque termali
acque ipertermali
In Campania ci sono anche esempi di termalismo non vulcanico
sviluppato da bacini profondi mediante la risalita di acque
arricchite dei minerali presenti nelle rocce.
Anch'esse sono riscaldate in virtù di un gradiente geotermico
comunque inferiore di quello vulcanico.
Nel termalismo di questo tipo manca la componente dell'acqua
marina in quanto si è troppo distanti dalla costa.
23
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Nell'area flegrea il termalismo si acquisisce attraverso un bacino
di estese dimensioni (in questo caso viene compresa l'area
ischitana) che si contrappone a quello di dimensioni minori
dell'area vesuviana. Possono essere identificate diverse aree
termali:
Pozzuoli e Pisciarelli con serbatoi superficiali che si sovrappongono
ad altri più profondi Bagnoli, Agnano, Lucrino, Baia.
La profondità massima dei bacini termali è stimata intorno i
3000 m.
Laddove l'acqua trova delle zone di debolezza crostale, ha modo
di risalire e di caratterizzare le sorgenti termali.
Ischia è un complesso vulcanico a se stante, con una camera
magmatica differente da quella flegrea con una sua storia geologica
anche abbastanza complessa con numerose aree di risalita
di fluidi idrotermali. Talvolta essa può essere captata mediante
l'utilizzo di pozzi laddove preventivamente si è constatata
la potenzialità termale.
Nell'isola si sviluppa un importante attività termale avente caratteristiche
differenti in virtù della presenza di numerose sorgenti
con tipicità chimico – fisiche differenti.
24
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Archeologia termale flegrea
Gennaro Di Fraia
Esiste un volto benevolo del vulcanismo, quello delle acque
termali, in grado di esorcizzare le paure ataviche legate al fuoco
sotterraneo.
Consacrate alle ninfe e ritenute un dono degli dei, fin
dall’epoca greco-romana le acque termali hanno lenito molte
sofferenze grazie alle loro proprietà curative e, nell’intera zona
flegrea, sono state sfruttate intensamente, come del resto anche
i caldi vapori scaturenti dalle colline baiane.
In epoca imperiale le terme divennero un fatto di costume: se
prima le acque erano state utilizzate essenzialmente dagli ammalati,
ora entrarono a far parte della dimensione quotidiana
dell’esistenza. I ricchi costruirono terme annesse alle proprie
dimore, mentre gli altri usufruirono del “salotto buono” della
città, costituito da edifici grandiosi, pavimentati e rivestiti di
marmi policromi, ornati di statue, mosaici, fontane e giardini
lussureggianti.
Là ci si incontrava, si faceva ginnastica, si discuteva d’affari, si
scroccava un invito a cena e ci si tuffava nelle vasche d’acqua
calda, fredda o tiepida, meglio ancora se termale, altrimenti ci
si contentava della brutta copia di essa, quella fornita
dall’acquedotto.
25
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Baia rappresentò il principale polo termale del golfo, ma anche
Puteoli, Cuma e Miseno ebbero grandi terme, studiate purtroppo
solo parzialmente.
Per quanto riguarda Puteoli, basterà limitarsi, per ragioni di
spazio, a quattro di esse delle quali due furono in ambito urbano
e due al confine occidentale in direzione di Cuma, rispettivamente
sul lago d’Averno e dinanzi l’antico litorale del lago
Lucrino, poi sprofondato in mare in seguito al noto fenomeno
bradisismico.
Possiamo farci solo una pallida idea di cosa fossero le terme
del Foro Transitorio sorte nei pressi della Piscina Cardito e
successivamente sconvolte dalle distruzioni secolari e
dall’intervento dell’uomo. Per suggerire la loro passata imponenza,
basta dire che si articolarono intorno ad un cortile centrale
di 40 metri per 45, ben più vasto del monumentale cortile
del cosiddetto Tempio di Serapide (in realtà un macellum) che
misura solo 36 metri per 38.
Il fastoso edificio, restaurato ancora in età severiana, è attualmente
ridotto a pochi brandelli murari, ma conserva una stretta
scaletta che scende nel banco tufaceo, sino a captare, al livello
del mare, una polla d’acqua bollente che fu utilizzata ancora in
età medioevale, quando l’impianto era noto come Bagno Ortodonico,
un nome che sembra indicare una proprietà vescovile,
infatti è stato spiegato come una corruzione di hortus domini,
“orto del padrone”.
26
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Se il Bagno Ortodonico è ridotto ad un nome incorporeo, una
sorte indiscutibilmente migliore è toccata alle grandiose terme
imperiali note come Tempio di Nettuno, un organismo architettonico
scenograficamente terrazzato posto tra via Terracciano e
via Pergolesi.
Interrate per almeno sette metri, le terme disponevano di acque
riscaldate artificialmente
Resti del cosiddetto Tempio di Nettuno a Pozzuoli, Konstantin Mitroshenko
I ruderi visibili da via Terracciano sono quelli di un vasto frigidarium.
Di esso restano quattro spezzoni edilizi che componevano
due muraglioni paralleli, alti 16 metri e lunghi 70, distanti
circa 16,50 metri l’uno dall’altro.
27
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Lo spazio tra i due muraglioni era suddiviso in cinque ambienti:
si possono ancora intuire leggendo gli agganci delle volte
nelle pareti perimetrali. La sala centrale, destinata alla percorrenza
verso il tepidarium, era fiancheggiata da due ambienti
che ebbero volte cassetto nate ornate da mosaici. Altre due sale
(con volte a crociera) erano collocate sulle ali.
Edificate nella prima metà del II secolo d. C., secondo uno
schema che si riallaccia alle Terme di Tito e alle Terme di
Traiano a Roma, le terme puteolane furono ristrutturate nella
seconda metà dello stesso secolo e ancora qualche decennio più
tardi, in epoca severiana (inizi III secolo d. C.).
Il frigidarium è animato da una grande abside monumentale e,
forse, era preceduto da una palestra e da una piscina a cielo
aperto. La parte riscaldata delle terme, ovvero il calidarium, si
sviluppava a valle, intorno ai volumi di un’aula absidata. Al
centro si collocava il tepidarium.
Sembra che le terme siano frutto di una committenza imperiale,
come si evince dalle notevoli dimensioni, dallo schema planimetrico
e dai bolli laterizi di officine della capitale.
Le grandi nicchie che scandiscono i volumi dei muraglioni superstiti,
testimoniano la presenza di una ricca decorazione statuaria
della quale, sfortunatamente, nulla è rimasto, eccetto una
Venere Anadiomene (rinvenuta nei primi decenni
dell’Ottocento, nel corso di scavi che interessarono la grande
esedra del frigidario) ed una statua femminile acefala.
28
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
La terza, grandiosa terma puteolana si affaccia, come si è detto,
sulle immobili acque del lago d’Averno. Anche se i dotti del
Trecento (tra i quali Petrarca e Boccaccio) la ritennero un tempio,
ovvero il Tempio di Apollo, gli infermi dell’Età di Mezzo
la conobbero per quel che era, vale a dire una struttura termale
collocata tra le rovine, da cui sgorgavano due fonti curative.
Il cosiddetto Tempio di'Apollo al lago d'Averno, dipinto del maestro Antonio
Isabettini
Il complesso monumentale si estendeva in lunghezza per ben
120 metri, vedendo il suo elemento più qualificante in una superba
Rotonda, una cupola grandiosa che risultò essere la seconda
del mondo romano, dopo la mole del Pantheon.
29
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Questa grande sala centrale (36,20 metri di diametro) dovette
disporre di una vasca circolare per bagni ad immersione, ma
non sappiamo se fu riempita con le acque del lago, con quelle
dell’acquedotto o, magari, con le acque curative sgorganti nei
vani adiacenti, ben note in età medioevale.
La Rotonda, ottagonale all’esterno e circolare all’interno, è un
grandioso organismo architettonico innalzato su una precedente
esedra di età augustea.
Il tipo di muratura e le caratteristiche stesse della cupola, almeno
a giudicare dal profilo del poco che è rimasto, precisano la
sua datazione alla fine del II secolo d. C. o agli inizi del secolo
successivo.
Capolavoro dimenticato dell’architettura romana, testimone di
un fasto irrimediabilmente perduto, spogliato di tutto ciò che è
stato possibile asportare, questo monumento si specchia nelle
acque di un lago che fu considerato un ingresso al regno dei
morti a causa delle esalazioni sulfuree e dell’oscura selva che
allignava, in età greca, sulle sue sponde.
Un luogo un tempo inquietante, ma non in età imperiale quando,
inondato di luce, immerso nella verdeggiante cornice di
campi sapientemente coltivati e affacciato sull’incantevole golfo
di Baia, fu al culmine del suo splendore.
Quanto a Baia, in età romana fu la regina delle antiche città
termali. Il suo stesso nome, nell’immaginario latino, indicava
per metonimia sia i bagni termali che un luogo di raffinato pia-
30
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
cere. Vi fu addirittura un romano di Tunisia che diede il nome
di Baia alla sua villa presso Utica.
A Baia le acque termali zampillavano un po’ ovunque, dalla
cerchia collinare sino alla spiaggia e addirittura nel mare, senza
contare i caldi vapori naturali. Basta riportare un brano della
Naturalis Historia di Plinio (XXXI, 2, 2-6) per constatare
l’abbondanza delle sorgenti baiane e l’ampio spettro delle rispettive
virtù curative:
“Alcune di esse –egli dice- si distinguono per potenza di zolfo,
altre di allume, altre di nitro, altre di bitume, non poche ancora
per una mescolanza acida o salina; alcune sono di utilità
per il loro stesso rovente vapore e tanta è la loro potenza che
riscaldano le terme e fanno persino entrare in ebollizione
l’acqua fredda delle vasche da bagno. Quelle che nel Baiano
sono chiamate Posidiane, col nome ricevuto da un liberto di
Claudio Cesare, possono anche cuocere compiutamente i cibi.
E fumigano persino nel mare quelle che furono di Licinio
Crasso e in mezzo ai flutti viene fuori qualcosa di giovevole alla
salute. Bene, secondo le loro qualità, tali acque sono utili ai
muscoli o ai piedi, o alle ossa dell’anca, altre alle lussazioni o
alle fratture, svuotano lalvo, risanano le ferite, porgono rimedi
per il capo, particolarmente per le orecchie, perfino per gli
occhi le Ciceroniane”.
Le acque Ciceroniane sgorgavano sulla sponda orientale del
Lucrino, nella villa appartenuta al celebre oratore, quanto alle
terme marittime di Marco Licinio Crasso Frugi, recentemente
riconosciute negli imponenti ruderi sommersi della cosiddetta
31
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
“Secca Fumosa”, anch’esse sorgevano in una zona ora puteolana
(ad esse allude anche Pausania VIII, 7, 3), 750 metri al largo
rispetto all’odierno arenile del Lucrino.
Bisogna però ricordare che l’area di Baia, in età romana, non si
esauriva nei confini attuali, ma si diluiva in propaggini periferiche.
Le terme baiane erano splendide ed assolutamente paradigmatiche,
tali da destare meraviglia. Il poeta Marziale (Epigr. VI,
42) affermò che primeggiavano su quelle delle altre regioni, ed
ancora nel IV secolo d. C. lo scrittore Eunapio (Vitae Soph.,
26), per glorificare le calde acque di Gadara, in Siria, non trovò
di meglio che definirle “seconde solo alle terme roane di Baia,
alle quali nulla può essere comparato”.
Per ironia della sorte, resta ben poco delle superbe terme baiane:
tutte hanno pagato un atroce tributo alle violenze dell’uomo
e della natura, molte sono sprofondate in mare, altre sono state
cancellate dalle cave o dall’eccessiva audacia dei loro stessi
progettisti che le innalzarono su alte sostruzioni fatalmente destinate
a crollare.
L’elenco delle presenze superstiti include qualche impianto aggiunto
alle ville private sepolte dal mare, i sudatori di Tritoli,
oggi non più visitabili, le terme del settore meridionale del parco
Archeologico e quelle del cosiddetto Tempio di Mercurio,
queste ultime sprofondate di vari metri e colmate dall’acqua
della falda freatica.
32
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Cupola del Tempio di Mercurio a Baia, Konstantin Mitroshenko
Abraham Louis Rodolphe Ducros, Interno del Tempio di Mercurio a Baia,
Museo Cantonale di Losanna
33
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Bisogna aggiungere anche il cosiddetto Tempio di Venere e,
probabilmente, il cosiddetto Tempio di Diana per il quale
l’elevato interramento pregiudica una puntuale lettura.
Si tratta di costruzioni scenografiche, d’altra parte tutte la conurbazione
baiana presentava questo aspetto di pittoresca grandiosità
sin dall’età augustea.
Il cosiddetto Tempio di Venere a Baia
Si tratta di costruzioni scenografiche, d’altra parte tutte la conurbazione
baiana presentava questo aspetto di pittoresca grandiosità
sin dall’età augustea.
I sudatori più antichi, incastonati nel verde dei boschetti di mirto
sul declivio collinare, si alternavano a ville opulente con terrazze
sostruite, portici e giardini affacciati sul lago Baiano (ora
sommerso in seguito al bradisismo) e sul golfo.
34
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Nella sottostante fascia pianeggiante, grandiosi episodi struttivi
si specchiavano nel lago che ospitò il porto. Nuclei termali ora
sommersi si trovano al piede di Punta Epitaffio, nella villa dei
Pisoni e nella Villa a Protiro, gemme del Parco Archeologico
Sottomarino di Baia.
Visitando i ruderi sulla collina di Tritoli o le rovine del Parco
Archeologico delle Terme di Baia, si fatica a credere che quelle
terme, ora ridotte a nude muraglie, spazi mutili e vasche vuote,
fossero un tempo così belle da richiamare una vera folla di bagnanti
Eppure era tutto un armonioso ruscellare d’acque, uno scintillare
di marmi e mosaici che rivaleggiavano in colore e ricchezza,
e poi statue, colonne e raffinate pitture che, insieme alla
grandiosità architettonica, rapivano gli occhi degli osservatori.
E’ purtroppo difficile restituire un nome ed un proprietario ai
singoli edifici. Conosciamo, come si è già accennato, le terme
di Marco Licinio Crasso Frugi innalzate su un’isola artificiale,
è possibile che le acque Posidiane non fossero distanti dalla
collina di Tritoli e, quanto alle acque di Mamea, ricordate dallo
storico Ammiano Marcellino (XXVIII, 4, 19), è suggestivo
identificarle con gli ampliamenti di età severiana prossimi alla
cupola del cosiddetto Tempio di Mercurio.
Tornando alla collina di Tritoli, nei ruderi in parte inglobati
nell’odierno complesso delle “Stufe di Nerone”, si deve riconoscere
il Lavacrum Silvani (come lo definisce Ammiano
Marcellino XXVIII, 4, 18-19) menzionato nel XIII secolo da
35
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Pietro da Eboli come Balneum Silvianae, dalla cui area proviene
una statua del dio Silvano attualmente al Museo Archeologico
Nazionale di Napoli.
Tutte le grandi terme romane evidenziavano una funzionalità
non disgiunta dal fasto.
Quelle di Baia non rappresentarono certo l’eccezione ed anzi
fornirono soluzioni compositive che segnarono importanti traguardi
nello sviluppo dell’architettura occidentale, soprattutto
per quanto riguarda l’evoluzione delle sale cupolate.
Il cosiddetto Tempio di Mercurio, ad esempio, non rappresenta
solo la più antica delle tre monumentali cupole baiane superstiti,
poiché si tratta di un ardito prototipo che sostituì un precedente,
disadorno bacino a cielo aperto nel quale sgorgava una
sorgente calda dalla temperatura di 50 gradi.
Quel che vediamo oggi è una vasta cupola emisferica, rinforzata
sul lato orientale da antiestetici speroni imposti dalla preoccupazione
di evitare cedimenti strutturali.
L’ignoto progettista dedicò tutta la sua attenzione all’interno,
concependolo come un’inattesa sorpresa spaziale.
L’occhio doveva incontrare una grandiosa sala circolare, rilucente
di marmi, coperta dalla calotta mosaicata e illuminata da
una serie di finestre rettangolari, oltre che da un’apertura zenitale
dal diametro di circa quattro metri.
36
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Oggi la sala è un grande spazio vuoto e sonoro. A causa
dell’acqua che la invade, non si notano più le quattro nicchie
poste in diagonale, lungo la circonferenza.
Si accedeva da est, attraverso una gran nicchia di cui a stento
affiora la volta. Un’altra nicchia, sul lato di fronte, dovette
ospitare la fonte naturale che fluì nel bacino centrale.
Quanto alle decorazioni, solo i buchi per i perni di fissaggio attestano
l’esistenza di marmi parietali, scomparsi come i mosaici
della cupola.
Dal cosiddetto Tempio di Mercurio discenderanno tutte le
grandi cupole emisferiche sparse ai quatto angoli del mondo
romano, trovando nel Pantheon di Adriano, a Roma, la più perfetta
e gigantesca formulazione.
Frutto di ardita sperimentazione è anche il suggestivo edificio
termale noto impropriamente come Tempio di Venere, sulla
banchina del porto di Baia. A progettarlo fu lo stesso imperatore
Adriano, intorno al 125 d. C.
Questo colto imperatore fu, tra le altre cose, un dilettante di
grande talento nel campo dell’architettura. Amava plasmare gli
spazi in forme inconsuete ed introdusse il tema della volta ad
ombrello, che trovò l’espressione più imponente proprio nel
nostro edificio baiano.
La cupola del Tempio di Venere, oggi infranta, era infatti la
più grande copertura ad ombrello realizzata in età imperiale.
37
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Adriano la concepì come una forma inconsueta, innovativa,
collocata su un alto tamburo ottagonale scandito da enormi finestre,
ciascuna col suo ballatoio esterno retto da mensole in
pietra lavica.
In una prima fase, il tamburo ottagonale era rivestito di stucco
che imitava blocchi con effetto di bugnato, intervallati da fasce
di luccicante pasta vitrea azzurra.
Splendeva certamente anche la cupola, dovendo essere rivestita
di lastre in bronzo dorato.
L’interno era ancora più fastoso e scenografico: la pianta circolare,
animata da quattro nicchie radiali, era occupata (stando ad
un disegno rinascimentale del Sangallo) quasi interamente da
una piscina circolare rivestita di marmo.
Altri marmi scintillavano alle pareti, ed i mosaici della cupola
giungevano sino all’imposta delle finestre.
Un trionfo di luce, colore e novità, questo era il Tempio di Venere,
né furono da meno le sale adiacenti, più piccole ma, se
possibile, ancora più raffinate quanto a disegno compositivo, e
sviluppate con una precisione da orologiaio.
L’incredibile costruzione restituita dai rilievi è articolata su una
pianta a croce greca dai bracci inflessi, alla quale si addossano
tre ambienti circolari periferici.
Secondo il De Angelis d’Ossat, il vano centrale avrebbe ospitato
un calidarium a quattro vasche, mentre le salette circolari,
38
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
adeguatamente riscaldate, sarebbero state delle piccole saune
(laconica).
Quel che è certo è che questo capolavoro fu concepito, anzitutto,
come un divertimento intellettuale, una sfida all’impossibile
realizzata da uno spirito sedotto dalla complessità dell’impresa.
Basti pensare che l’ambiente centrale è costituito da sole superfici
curve, ben venti complessivamente, e bisogna tener conto
della copertura ad ombrello.
Le piccole finestre erano molto in alto, nelle lunette che svettavano
rispetto ai contigui ambienti circolari, ed accoglievano fasci
di luce obliqua nelle varie ore del giorno, destinati ad enfatizzare
il virtuosistico, mosso andamento delle pareti interne.
Non vi è nulla che sia più statico della pietra, eppure l’esterno
del cosiddetto Tempio di Venere con le relative adiacenze non
è altro che tensione, slancio, conquista della verticalità attraverso
masse murarie che dialogano con lo spazio, lo modulano
in più livelli fortemente chiaroscurati e trasmettono un fremito
vitale per mezzo di sinuosità, curve e aggetti che sono un continuo,
inarrestabile movimento.
Osservate la ricostruzione fatta dal Rakob e vedrete come, senza
considerare anche le altre parti del complesso, già il solo settore
cruciforme, a prescindere dalle dimensioni contenute, sia
un gioiello architettonico posto in risalto dal retrostante, grandioso
prisma ottagonale.
39
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ricostruzione del Tempio di
Venere e dell'attiguo complesso
cruciforme secondo Friedrich
Rakob
E, in un raffinato gioco di rimandi, cosa sarebbe la torreggiante
mole se mancasse, al suo fianco, proprio il sinuoso, piccolo
edificio adiacente? Nient’altro che un’improvvisa, banale verticalità
colta con un semplice sguardo.
E invece, su questo lato, la più grande cupola ad ombrello del
mondo antico, con la sua favolosa sala termale interna, viene
offerta alla vista con sapiente gradualità.
Non occorrono minuti e neanche secondi. Bastano pochi attimi,
ma fanno la differenza fra il trito e il sublime.
Attirato dalle coperture, l’occhio segue le dolci curve scalettate
e sale dalle cupolette dei bracci cruciformi alle tondeggianti
40
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
sommità dei finitimi vani circolari e poi su, d’un balzo, sulla
più alta emergenza centrale.
E finalmente lo sguardo incontra lo spigolo del possente prisma
ottagonale, intercetta due facce che anelano al cielo e le segue
verso il coronamento, verso l’azzurro e verso la libertà.
Già, poiché il Tempio di Venere è esattamente un inno alla libertà
di innovare, adottando un tipo di cupola mai vista prima
ed altri accorgimenti che faranno scuola, tra i quali l’alto tamburo
finestrato che lo affranca progressivamente dal soffocante
abbraccio delle costruzioni vicine.
Sulle pendici retrostanti, altre terme reclamerebbero la nostra
attenzione, accampando giuste ragioni di fascino, decoro ed
audacia d’impianto, ma dilaterebbero troppo lo spazio concesso
a questa breve comunicazione.
Dedichiamoci allora, seppur succintamente, alle terme sommerse
nella rada di Baia, in massima parte relative a sontuose
ville private quali la villa dei Pisoni e quella con l’ingresso a
Protiro.
Erano private, o meglio, imperiali anche le Terme Neroniane a
Punta Epitaffio, ma all’inizio del II secolo d. C. furono cedute a
privati ed aperte all’uso di una più vasta utenza.
Le Terme Neroniane erano annesse al vicino palazzo
dell’imperatore Claudio ed occupano la parte meridionale di un
complesso edilizio esteso su un’area di circa 62x27 metri, caratterizzato,
appunto, dalle terme e da un ninfeo con
l’elaboratissima planimetria emidecagonale vivacizzata da tre
41
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
absidi e preceduta da un portico che ebbe quattro colonne tortili
in marmo nero.
Pianta delle Terme Neroniane sommerse presso Punta Epitaffio, a Baia
Questo ninfeo di epoca domizianea (fine I secolo d. C.), si affacciava
su un cortile rettangolare ornato da un lungo bacino di
fontana addossato sul lato di fondo, entro il quale zampillava
perennemente l’acqua.
Ma veniamo alle terme. Vi si giungeva percorrendo l’ampia
strada basolata che ora giace in mare, appena ad est di Punta
Epitaffio. Si incontrava un cancello, si scendevano alcuni scalini
e ci si ritrovava in un cortile dal quale partivano due corridoi.
Imboccando quello sulla destra, pavimentato in mosaico
42
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
bianco, si superava un bacino di fontana e, sulla sinistra, una
piscina a cielo aperto, col fondo lussuosamente rivestito di
marmi policromi.
Lo spogliatoio (apodyterium) era più oltre, in corrispondenza
della svolta a gomito del corridoio. Verso sud un piccolo cortile
dotato di accesso autonomo fu utilizzato come palestra I vani
propriamente termali sono disposti sul lato orientale.
Chi intendeva accedervi, incontrava il calidarium sulla destra,
munito di due vasche collocate sui lati corti. Al centro vi era un
vano di passaggio e, sulla sinistra, si trovava il frigidarium,
l’ambiente più vasto delle terme sommerse (infatti misura m
17,50x8,50).
Quando fu realizzato, nel I secolo d. C., ebbe due vasche addossate
ai lati brevi e fu utilizzato come calidarium. Con la ristrutturazione
di II secolo, fu mutato in frigidarium e così restò
fino al termine dei suoi giorni, ricevendo un aggiornamento
planimetrico verso la fine del III secolo d. C. o gli inizi del secolo
successivo.
La splendida villa dei Pisoni, interamente ristrutturata
dall’imperatore Adriano, si trova a 130 metri a sud-est di Punta
Epitaffio.
Quel che è stato rilevato, includendo anche bacini d’approdo e
peschiere, copre un’area di 295 metri per 270, ma altre parti periferiche,
a nord e ad ovest, giacciono sotto un fitto intrico di
alghe e di sabbia.
43
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Pianta della Villa dei Pisoni
Il nucleo edilizio settentrionale, posto intorno ad un vasto cortile,
mostra due settori termali, uno dei quali all’estremità della
monumentale facciata nord, l’altro invece si collocava sul lato
breve occidentale del giardino centrale.
Le terme nord avevano una grande natatio riscaldata. Questa
vasca circondata da gradini ebbe il fondo rivestito da una lastra
di piombo ed un praefurnium addossato al lato meridionale.
Nel muro nord, affacciato su un parco allora verdeggiante, dovettero
aprirsi alcune grandi finestre.
Ben conservato, con tanto di suspensurae ancora perfettamente
leggibili, è il piccolo calidarium absidato che, insieme
all’attiguo praefurnium, conclude il settore nord-orientale. Un
44
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
vano più grande, il frigidarium, comprende tre vasche. Vi è poi
uno stretto corridoio di servizio munito di alcuni gradini diretti
al vano caldaie.
Tralasciando la descrizione dell’altro nucleo termale della villa
dei Pisoni e delle Terme della villa a Protiro, veniamo alle terme
di Marco Licinio Crasso Frugi ricordate da Plinio il Vecchio
e riconosciute, come si è già accennato, nei resti sommersi
al largo del lago Lucrino, in corrispondenza della Secca Fumosa.
Sorsero su una piattaforma artificiale, della quale restano 28
imponenti piloni cementizi di sostegno, un tempo congiunti da
arcate e posti su due file ad angolo retto, coprendo una superficie
di 160x100 metri.
La visita sottomarina di queste torreggianti, imponenti presenze,
regala emozioni straordinarie.
Ancora rivestiti di opera reticolata o, in qualche caso, con paramenti
in opera vittata, i piloni a base quadrata (metri 9x9) si
elevano attualmente per sei o sette metri rispetto al fondale marino
che scende dai 10 ai 15 metri.
Nei pressi si notano fumarole e segni tangibili di sorgenti calde,
la ragione che spinse i Romani a realizzare queste terme direttamente
in mare, per volontà di Marco Licinio Crasso Frugi,
console nel 64 d. C.
Grazie ad una citazione di Filostrato (VII, 41), autore di una
Vita di Apollonio di Tiana, sappiamo che quest’impianto ebbe
il nome di “Isola di Calipso”.
45
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Puteoli, Disegno Bellori
Dispose di un molo d’attracco e di vari edifici innalzati sulla
piattaforma ora scomparsa.
La distruzione delle parti alte è stata totale e sarebbe veramente
arduo immaginare come fosse articolato l’isolotto se non disponessimo
di un’insperata fonte documentaria rappresentata
dal cosiddetto disegno Bellori, che solo recentemente, dopo
molte discussioni, è stato riconosciuto come una libera raffigurazione
dell’antica Puteoli.
Essendo una rappresentazione compendiaria, quest’immagine
(tratta da un affresco del III secolo d. C. trovato a Roma e poi
disperso) si limitava a suggerire una ristretta selezione del panorama
edilizio allora esistente lungo il litorale puteolano.
46
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Vediamo una città affollata di ampi edifici posti su due livelli,
con un tempio di Apollo ed un grandioso molo ad arcate che
domina la scena.
Accanto alla testata del molo appare un’isola fittamente edificata,
con un approdo rappresentato da un molo curvilineo.
Sull’isola si impongono alla vista un vasto cortile porticato, un
edificio rotondo simile ad un anfiteatro (dovette accogliere, in
realtà, una gran vasca a cielo aperto), altre costruzioni minori
coperte a cupola ed un lungo portico che sembra interessare
gran parte della riva.
E tutto ciò era stato innalzato tra le onde, strappando una sorgente
termale al regno di Nettuno. Chi si bagnò in quelle acque
racchiuse in splendide sale, dovette pensare che non vi fossero
limiti al potere umano sulla natura.
Ma ogni potere ha termine. Cadde l’Impero e il bradisismo fece
sì che l’isola artificiale scomparisse sotto il livello del mare,
come larga parte dell’antica costa flegrea. Quel che restò sotto
la volta del cielo divenne gradualmente rovina e fu ricoperto di
rovi e di oblio.
Le fonti termali continuarono a sgorgare tra i ruderi, spogliati
dei marmi e di ogni bellezza. Largirono ancora il dono delle loro
virtù terapeutiche, lenirono sofferenze, offrirono speranza a
generazioni e generazioni di malati lungo tutto il millennio del
medioevo.
47
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
L'isola artificiale con le terme di Licinio Crasso Frugi
Furono elencate ed illustrate da Pietro Anzolino da Eboli nel
suo De Balneis Terrae Laboris, scritto tra il 1212 ed il 1221,
poi conobbero nuove ed alterne vicende. Ma questa è un’altra
storia.
48
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Nota bibliografica
R. Di Bonito, R. Giamminelli, Le Terme dei Campi Flegrei.
Topografia storica, Milano-Roma 1992.
F. Rakob, Le cupole di Baia, in Civiltà dei Campi Flegrei, Atti
del Convegno Internazionale (a cura di M. Gigante), Napoli
1992.
P. Caputo, M. R. Pugliese, La via delle Terme. Proposte di itinerari
nell’area flegrea dall’antichità ad oggi, Napoli 1997.
P. A. Gianfrotta, Le terme di Marco Licinio Crasso Frugi a
Baia, in Archeologia Classica 61, 2010, pp. 193-209.
G. Di Fraia et alii, Contributi alla topografia di Baia, in Puteoli
IX-X, 1985-1986, pp. 211-299.
G. Di Fraia, Baia sommersa. Nuove evidenze topografiche e
monumentali, in Archeologia Subacquea I, Roma 1993, pp. 21-
48.
G. Di Fraia, La natura e l’uomo: un’interazione all’ombra dei
vulcani puteolani, Pozzuoli 2009.
G. Di Fraia, Baia sommersa, Pozzuoli 2010.
G. Di Fraia, Adriano a Baia, in Sibilla Cumana, la fonte del
sapere, n. 0, 2011, pp. 83-120.
G. Di Fraia, Un’isola scomparsa ed altre questioni baiane, in
Sibilla Cumana, la fonte del sapere, I, 2011, pp. 43-73.
49
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Cure termali e nutrizione
Patrizia Isita
Fin dall’antichità l’uomo
utilizza le acque termali per
il trattamento di diversi disturbi
corporei con finalità
curative disintossicanti o
riabilitative, che sfruttano i
benefici effetti della acque
sorgive.
Le acque termali sono di origine meteorica seguono il normale
ciclo idrogeologico, durante il percorso sotterraneo si mineralizzano
e acquistano proprietà chimiche e fisiche dal terreno
che attraversano e diventano così terapeuticamente attive.
Le proprietà terapeutiche dipendono dalle caratteristiche e dalla
qualità chimico-fisiche dei loro elementi costituenti, tra cui zolfo,
iodio, cloro, ferro, elementi di calcio e microelementi di altre
sostanze, dalla temperatura naturale.
Affinché la cura sia davvero efficace e notare gli effetti benefici
deve avere una durata media di almeno dieci giorni, da ripetersi
ogni anno.
50
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Studi hanno dimostrato che frequentando abitualmente strutture
termali, si ha un miglioramento evidente dello stato di salute
fisico e mentale, nello specifico migliora la qualità del sonno e
meno e migliora il sistema immunitario.
La cura termale è da evitare per le donne in gravidanza.
La cura attraverso le acque termali viene definita crenoterapia
può essere di due tipologie: interna ed esterna. La crenoterapia
interna con l’assunzione dell’acqua minerale che stimola un lavaggio
delle vie urinarie, quella esterna utilizza la balneoterapia,
sotto forma di bagni, fanghi, aerosol e irrigazioni.
Sono utili in caso di affezioni all’apparato respiratorio, quali
asma, bronchite, sinusite, patologie della pelle, quali eczemi e
psoriasi, malattie del sistema osteoarticolare, come l’artrosi, o
disfunzioni delle vie urinarie, calcolosi, e del sistema digestivo,
viene favorita la mobilità intestinale.
Nello specifico le acque vengono utilizzate nella cura delle patologie
respiratorie, osteoarticolari, ginecologiche e per la cura
della pelle, in caso di eczema, dermatiti e altre eruzioni cutanee.
Le acque bicarbonate, per l’alto potere disintossicante, alleviano
i sintomi di disturbi come gastrite, calcolosi, gotta, malattie
del fegato, diabete.
Le acque cloruro-sodiche contrastano le malattie del fegato, gastrite,
la colite e la stitichezza.
51
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Infine le acque arsenicali e ferruginose sono molto benefiche in
caso di malattie della pelle e anemia.
Le acque termali favoriscono il deflusso venoso e il drenaggio
linfatico, si riduce la stasi dei liquidi interstiziali con effetto
analgesico e antinfiammatorio
Benefici in cosmetica
L’acqua termale da sola può essere considerata, secondo alcune
ricerche, come una vera e propria lozione di bellezza grazie alla
presenza di molti oligoelementi essenziali per la pelle.
L’industria cosmetica sfrutta gli effetti benefici dell’acqua termale
sulla pelle nella formulazione di prodotti di vario genere.
Molta importanza ha la qualità dell’acqua usata nella formulazione
di un cosmetico e nella preparazione di latti, tonici, creme
e altro dato che l’acqua termale rappresenta la parte più cospicua
del prodotto finito rendendo più dermo-compatibili, e
potenziano l’effetto di altri prodotti o trattamento di bellezza
che agendo in sinergia porta a risultati molto sodisfacenti.
Interazione Cure Termali e Nutrizione
Oltre ad effetti terapeutici specifici le cure termali fanno rilassare
corpo e mente, sono energizzanti per ritrovare l’armonia
psicofisica e riequilibrare problemi di calo energetico e abbassamento
delle difese immunitarie, ansia, insicurezza o insonnia.
52
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Sono depurative, disintossicanti e
riequilibranti per il corpo e la mente
lo spirito, adatte per espellere le tossine
accumulate da una scorretta
alimentazione e stili di vita inadeguati.
Frequentare le terme soddisfa anche
l’aspetto emozionale e predispone
più facilmente ad affrontare l’aspetto cognitivo per prendersi
cura di sé anche attraverso una sana ed equilibrata alimentazione,
si crea una condizione che permette di affrontare con maggiore
consapevolezza un programma nutrizionale, perché il cibo
è legato anche a bisogni emotivi, diventa più facile prendere
una decisione, la possibilità di attuare il cambiamento, la condizione
ideale per prendersi cura di se.
Alcuni consigli sulla Nutrizione
Affrontare un programma nutrizionale che tiene conto dei principi
attivi contenuti negli alimenti e il potere terapeutico del cibo,
il programma consiste nel ridurre i fattori favorenti lo sviluppo
dell’infiammazione creando un ambiente sfavorevole alla
sua crescita:
Ridurre la produzione di fattori di crescita come l’IGF-I che
promuovono e aumentano l’infiammazione e sono liberati
dall’incremento di secrezione di insulina dopo assunzione di
alimenti ad alto indice glicemico.
53
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Per ridurre questi picchi insulinici occorre, quindi, evitare tutti
gli alimenti ad alto indice glicemico come il pane bianco, la farina
00, le patate e i dolci e cibi raffinati, quindi ridurre lo stato
infiammatorio con cereali integrali che contengono nutrienti
che agiscono in sinergia e Rafforzano la salute e Prevengono le
malattie degenerative
Per lo sviluppo di cellule degenerate è necessaria la formazione
di nuovi vasi sanguigni –angiogenesi – mediata da fattori di
crescita vascolare (VEGF); anche questo fattore è stimolato
dalla secrezione di Insulina, ma è ostacolato da sostanze presenti
nel pesce azzurro, nella soia, nel tè verde o nero e
nell’uva.
Occorre ridurre l’introduzione
di sostanze ad azione infiammatoria
come i grassi omega-6
presenti nella carne, latte, formaggi
e uova e introdurre sostanze
ad azione antinfiammatoria
come i grasso omega-3
presenti nel pesce.
Potenziare le difese immunitarie con piccoli passi ma molto efficaci:
seguire un’alimentazione equilibrata
tenere sempre sottocontrollo il peso
svolgere un’adeguata attività fisica perlomeno mezz’ora
al giorno
54
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
seguire orari regolari per i pasti
bere liquidi lontano dai pasti
fare piccoli pasti e frequenti
masticare bene il cibo
non saltare i pasti
non coricarsi subito dopo i pasti
55
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Bibliografia
WCRF / AICR. Food, Nutrition, Physical Activity and
the Prevention of Cancer: a Global
Perspective, AICR, Washinghton DC 2007
(www.dietandcancerreport.org)
Servan-Schreiber D. Anticancer. Prévenir et lutter grâce
à nos défenses naturelles.
Robert Laffont, Paris, 2007
USDA. Dietary Guidelines for Americans, 2005
(www.Health.gov/dietaryguidelines/dga2005/report)
Campbell TC and Campbell TM. The China Study,
Benbella Books, Dallas Texas 2005
IARC. Weight Control and Physical Activity. IARC
Handbooks of Cancer Prevention.
IARC press, Lyon, 2002
WCRF / AICR. Food, Nutrition and the Prevention of
Cancer: a Global Perspective.
AICR, Washinghton DC 1997
56
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
"De Balneis Puteolanis“ Un'altra scuola medica?
Carmelo Currò Troiano
Il bel film Medicus di Philipp Stolzl (2013), propone efficacemente
l'immagine e la mentalità di molti medici del lungo periodo
che per comodità ancora chiamiamo medievale.
Nonostante la capacità, lo studio, l'esperienza, molti uomini
dediti alle cure e alla scienza, arrestano le proprie attività, bloccano
persino le proprie idee, di fronte alle pagine di antichi
manoscritti; si fermano al cospetto delle opinioni di sapienti
dell'età antica, di nomi che non è immaginabile contraddire, a
causa della dogmatica convinzione che essi non possano mai
aver sbagliato.
Toccherà a un giovane medico occidentale che si perfeziona in
un consesso di studiosi ebrei di Ispahan, l'ardire di procedere
nascostamente all'esame anatomico di un cadavere, in modo da
constatare la verità delle sue intuizioni, sfatando le certezze dei
vecchi studiosi di medicina e dei filosofi classici.
Autorità quasi sacra avevano Aristotele, Ippocrate e Galeno per
un medico delle scuole medievali. Il peccato originale della
medicina medievale e di buona parte di quella dei secoli successivi,
rimane troppo a lungo il ricorso a testi considerati ineffabili,
a teorie e cure che cercano le soluzioni nelle parole dei
testi antichi piuttosto che nel linguaggio dei corpi.
57
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ne parlerà ancora Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi
quando, scrivendo sulla famosa peste lombarda, ricorda come
fosse possibile parlare con convinzione di astrusi passaggi
astronomici quali elementi concorrenti se non diretta causa dei
contagi.
E' chiaro che nei diversi studi di medicina e farmacopea le
esperienze codificate e documentate vengono raccolte in testi
pubblicati e diffusi, gelosamente conservati e consultati.
Ma è chiaro anche che questi stessi testi, molti, forse anche voluminosi,
contenenti le esperienze e le notizie di cure e guarigioni,
spesso non operano una scelta di materiale del genere
che oggi noi definiremmo scientifico; e che anzi in essi si confondono,
si mescolano persino, elementi non sperimentati o
sperimentabili, in grado di collocarsi sull'evanescente confine
tra realtà e leggenda, verità e immaginazione.
Gli “immensa volumina librorum” nei quali Gerolamo (un famoso
medico salernitano del IX secolo) cerca rimedi per salvare
la giovane Teodonanda, secondo la Historia del ritrovamento
e traslazione del corpo di S. Trofimena, parla dunque proprio
dei testi la cui presenza impone rispetto e sacralità.
“Se dovessimo dar credito pienamente all'aggettivo immensa,
dovremmo pensare a volumi di grandi dimensioni e con un
gran numero di fogli, che le condizioni della produzione e del
mercato librario del tempo fanno ritenere difficilmente presenti
in una biblioteca privata; è lecito però il sospetto che si tratti
di un semplice topos letterario, come i 'libroni' che maghi e
58
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
streghe, nei racconti, appaiono abitualmente in atto di sfogliare”
.
Sarebbe superfluo ricordare i rimedi o le incredibili ricette che
sedicenti medici e scienziati credevano potessero emergere da
sapienze che apparivano togate per il sol fatto di essere antiche.
Io stesso, a proposito dei medici salernitani, ho ricordato come
la notorietà della loro bravura potesse anche essere accompagnata
dalla fama di pratiche magiche e misteriose; come la leggenda
(diffusa in Germania nel XII secolo) filo conduttore del
poema medievale Il povero Enrico di von Ahue, secondo cui il
sangue di una vergine avrebbe potuto guarire un malato di lebbra
dalla sua terribile malattia .
La diffusione dei bagni di Pozzuoli, la cura delle acque, i benefici
che se ne possono ricavare, al contrario, non hanno misteri.
La freschezza, il calore, le indicazioni, gli effetti terapeutici
nella cura delle diverse patologie, sono slegate dalla lettura e
dalle opinioni degli antichi, dalle incartapecorite catalogazioni
dei classici.
I problemi e le loro soluzioni sono visibili agli occhi dei profani,
e l'esperienza ha indicato con il lungo passare del tempo
quali siano le fonti medicamentose, a quali acque sia necessario
fare ricorso per il sollievo delle malattie.
E' un risultato certo possibile anche con la cure di quei rimedi
indicati da quanti facevano ricorso ai giardini botanici di Salerno;
ma qui, direi, completamente avulso da interpretazioni filosofeggianti,
già vicino alle più elementari norme di igiene così
59
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
spesso altrove trascurate, e che discendono in primo luogo dal
semplicissimo contatto con acque che purificano, curano, in
primo luogo lavano.
Ricordo con quale delicatezza ricavata da una sentenza veterotestamentaria,
un arcivescovo dell'area salernitana, ancora nel
XVIII secolo abbia dovuto ammonire i suoi sacerdoti, nel corso
di una visita pastorale, che la pulizia dell'anima doveva essere
da loro accompagnata anche dalla pulizia del corpo
Non mi pare peregrina, del resto, la possibilità che personaggi
estranei all'ambiente salernitano e alle sue lusinghe parascientifiche,
non abbiano avuto grande fiducia nei medici della celebre
scuola
E pare lunga la tradizione di diffidenza, continuata autorevolmente
fino ai tempi della peste seicentesca che afflisse l'Italia
meridionale; mentre nel secolo successivo la scuola dovrà affidarsi
ai tentativi di rilancio utilizzando persino quella che potremmo
definire l' “esportazione” del culto di Santi protettori,
da cui chiaramente poter ricevere autorevolezza e novella notorietà;
quasi imitando Palermo vicereale che elabora e diffonde
la devozione nei confronti di S. Rosalia, per confermarsi patria
di Santi, città capitale e prestigiosa, in grado di spargere
nell'Europa importanti reliquie di una Protettrice famosa
Salerno confida, lungo il periodo che si avvia alla fine della
scuola, al culto per le sante Tecla, Archelaide e Susanna: martiri
le cui reliquie sono giunte da Nola in età longobarda, e la cui
passio si rivela una facile costruzione letteraria, studiata met-
60
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
tendo insieme elementi presi a prestito dall'agiografia medievale,
dalla storia e dall'onomastica locale. Una costruzione non
riuscita, che non riesce a rinnovare i lontanissimi fasti della
tradizione sanitaria, e che non farà presa al di fuori dei confini
urbani
Del resto, siamo pieni di elenchi di ricette, erbari, pubblicazioni
che diffondono ed esaltano le conoscenze e le capacità salernitane.
Quanto appaiono vere, a questo punti, le considerazioni di Lawrence
Stone sulle cause della rivoluzione inglese; allorché
egli ricorda come per generazioni i praticanti della Storia inglese
abbiano saccheggiato documenti facilmente accessibili (come
i diari di Pepys o le lettere di Paston), le abbiano imbastite
con considerazioni leggendarie e letterarie (come le opere di
Dickens) e abbiano spiegato con dovizia di immaginazione e di
errori le origini del grande dramma del Regno, le vicende politiche,
economiche, sociali, arruolando poeti e drammaturghi, ed
ottenendo “una sconcertante varietà di dati contraddittori che
agli occhi di un osservatore esterno, al di sopra del fumo e del
rumore della battaglia, non potevano dimostrare assolutamente
nulla”.
A mia volta, a parte le interminabili considerazioni sulla salubrità
dell'aria e i fasti del passato, per Salerno non riesco a trovare
statistiche per quanto riguarda il numero delle persone
ammalate e per quelle guarite dai celeberrimi medici.
61
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Anzi, più ci si avventura all'interno delle cifre disponibili sulla
demografia, più la città appare ferma, bloccata nel suo quoziente
di accrescimento, periodicamente frustrato da contagi ed
epidemie.
Fino alle cifre spaventose sulla media della vita che, disponibili
con precisione a partire dal Cinquecento, mostrano una città e
un hinterland estremamente giovani perché si moriva presto.
L'area della Valle dell'Irno, costellata da laboratori tessili della
protoindustria è fra le più tormentate dalla malattia, dalla malaria
e dalla mortalità: tra Cinque e Seicento, solo poche unità
superano i 50 anni mentre la media di vita della popolazione è
generalmente compresa fra i 25 e i 27 anni
Del resto, il trend negativo è confermato anche dalle notizie
che si possono ricavare dai più antichi registri delle parrocchie
cittadine, anche di quelle abitate da classi sociali superiori.
Nella parrocchia dei santi Eufebio e Massimo, dove risiedono
famiglie patrizie come i del Pezzo, i Pagliara, i Comite, i de
Vicariis, i Pinto, l'età media nel 1580 è estremamente bassa: su
207 abitanti, 116 persone hanno tra gli 0 e i 30 anni, oltre il
60%; 32 persone hanno un'età compresa tra i 31 e i 40 anni; e
solo 33 superano i 41 anni (di queste, 4 sono gli over 70)
Nell'altra parrocchia di S. Maria dell'Olmo, pure abitata da famiglie
di estrazione composita tra cui si annotano i nobili Grillo,
nel 1603 il 57% arriva ai trent'anni, 10 sono i parrocchiani
compresi fra i 30 e i 40 anni, 18 quelli che vanno dai 41 ai 70
62
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Nell'hinterland di Salerno non appaiono notizie di medici; la
scuola di medicina è lontana anni luce se non addirittura sconosciuta.
Solo nella prima metà del Settecento un medico lascerà
la città per stabilirsi in una frazione collinare mentre notizie di
peritissimi “pratici” arrivano dalle più lontane località della
provincia, dimostrando l'esistenza di una sapienza pratica che
non conosce i medici del passato ma è esperta dei rimedi necessari
al presente
Il De Balneis non offre speculazioni filosofiche ma raccoglie
notizie pratiche, proprio nel periodo in cui appare che la scuola
medica salernitana, da un'impostazione essenzialmente pratica,
si rinchiuda in una organizzazione sistematica di rimedi e catalogazioni
Nel De Balneis non sono contenute opinioni ma descrizioni di
fatti. Potremmo dire che si tratta di una catalogazione non di
pareri ma di risultati: effetti che quanti credono nell'efficacia
delle acque, constatano per la lunga abitudine di una frequentazione
possibile e visibile a tutti.
L'immersione, l'abitudine al caldo, l'aumento quotidiano del
tempo di durata del bagno, le norme igieniche che venivano
adottate in coincidenza con la cura, costituivano pratiche sicure,
la cui propaganda veniva diffusa anche dall'opera di Pietro
da Eboli, studioso e poeta stimatissimo dalla Corte sveva
Polmoni, cuore, vescica, milza, fegato, occhi, udito, ulcere,
febbri, calcoli, tosse, dermatiti, appetito. Le acque sembrano
poter apportare rimedi per ogni malattia, anche se evidente-
63
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
mente in tanti casi si poteva trattare di remissioni temporanee
di patologie per cui sono necessari cicli periodici di cure. Una
vera sperimentazione, dunque.
Probabilmente fra le sedimentazioni culturali, anche non togate,
di quella che sarà la futura scienza medica napoletana.
64
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
“Le terme oggi”
Ernesto Colutta
Ringrazio innanzitutto il comitato promotore di questo appuntamento,
in primis per essere riuscito a cogliere un'opportunità
significativa quale la preziosa
esposizione che oggi si inaugura
ed a sfruttarla per mettere sul tavolo
la discussione intorno ad un
argomento a me caro e credo importantissimo
nel quadro di un
futuro possibile per il nostro territorio
qual'è il termalismo.
Un ulteriore ringraziamento lo
devo per avermi concesso l'onore
di aprire questa seconda parte della giornata.
Mi presento: sono Ernesto Colutta e rappresento in questa occasione
le Terme Stufe di Nerone. Mi pongo l'obiettivo di essere
conciso per il duplice motivo di lasciare spazio adeguato agli
altri interventi perché in questo incontro si massimizzi un risultato
concreto e infine per non rischiare di sfiancare la platea col
racconto di una saga familiare.
Le Stufe di Nerone sono un'azienda termale a conduzione familiare
situata sul confine dei comuni di Bacoli e di Pozzuoli nata
circa cinquanta anni fa grazie alla intuizione visionaria dei due
65
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
fratelli allora poco più che ventenni Filippo e Pasquale Colutta,
mio padre e mio zio.
Le risorse di cui disponevano, e chi ce l'aveva a quel tempo?,
consistevano nella sola proprietà di mia nonna, vecchi ruderi
fatiscenti e fumanti che pochi riconoscevano come i resti medievali
dei bagni di Tritoli a loro volta costruiti su quelli romani
delle terme Silviane, e che per tutti invece erano semplicemente
"i ggrott”, le grotte.
Da qui, rinunciando entrambi alla confortevole sicurezza di un
posto fisso, i due decisero di rimettere in funzione quel che rimaneva
da secoli di abbandono di un edificio termale.
Un percorso in salita, debiti, sacrifici, piccoli passi, una pietra
alla volta, lungaggini burocratiche e tanta fatica hanno portato
ad un riconoscimento ministeriale sulle qualità curative delle
acque, e da questo, lentamente, ad una concessione di sfruttamento
a scopi terapeutici della risorsa termale.
Un po' per volta l'impianto è cresciuto, ampliando fisicamente,
aumentando l'occupazione ed incrementando l'aspetto scientifico
grazie alla pubblicazione di fortunate ricerche sulla terapeuticitá
delle acque.
Il tutto solo grazie alla positiva risposta di una utenza esclusivamente
privata, si è scelto da sempre di non avere convenzioni
di alcun tipo con il servizio sanitario nazionale, che col tempo è
cresciuta fidelizzandosi condividendone la filosofia.
A proposito della filosofia delle terme o forse sarebbe meglio
parlare di interpretazione d'uso di questa risorsa, mi permetto di
66
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
accennare a quanto nel corso dei secoli é avvenuto in tal senso,
e che resta sedimentato nelle tracce che ancora resistono sul
nostro territorio.
Per i greci e i romani di età repubblicana esse avevano una funzione
principalmente igienica, ci si recava ai bagni soprattutto
per lavarsi, indubbiamente ebbero una conseguente importanza
sociale nel senso che aspergendosi in compagnia si consolidavano
i rapporti e la coesione sociale, aspetto che diventò via via
sempre più importante.
In età imperiale gli edifici termali assunsero dal punto di vista
sociale una importanza pari a quella delle piazze e la mera funzione
igienica si cominciò ad arricchire di una modalità più
edonistica, legata al piacere, alla cura del corpo per poi passare
a quella dello spirito facendosi palcoscenici d'arte e di cultura.
Con la caduta dell'impero romano cade anche la spinta edonistica,
nel medioevo, permeato da un cattolicesimo rigoroso la
ricerca dello zio e del piacere fu esclusa dal ventaglio delle attività
umane.
Nondimeno la frequentazione dei bagni continuò, e questa volta
non solo per motivi igienici. Le acque curavano, non erano
tutte uguali, ad ognuna era associata una cura.
Se i Campi Flegrei rappresentavano il centro culturale edonistico
e politico al pari della stessa capitale dell'impero romano,
nel medioevo la grande ricchezza e varietà delle sorgenti termali
ne fece meta di veri e propri pellegrinaggi di persone in
cerca di salute.
67
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Molto tempo dopo vediamo le Terme riproposte come esclusivi
centri di vacanza per la borghesia della belle époque.
Da qui si prendono due strade, i centri di vacanza e i luoghi di
cura convenzionati che invece assumono più spesso un aspetto
da ospedale.
Ebbene le Stufe di Nerone hanno scelto di interpretare le Terme
riponendo l'attenzione su quella cura di sé di eredità latina senza
tralasciare i benefici curativi dell'acqua convalidandoli con
la pratica e la ricerca scientifica.
Il motto che da tempo abbiamo assunto e che volutamente è in
lingua latina è "qui se ipsum amat in hunc locum venit " chi
ama se stesso viene in questo luogo.
La mia famiglia e l'azienda che con essa rappresento continua a
fare quanto è per noi possibile fare per proseguire su questa
strada.
Fino ad oggi abbiamo con costanza però serbato un solo rammarico
ed è la consapevolezza di essere soli in questo viaggio,
il nostro territorio esce da un recente passato che a torto o ragione
lo ha visto occupato in attività industriali che hanno fortemente
caratterizzato l'idea che noi stessi e gli altri abbiamo
della nostra terra.
Tempo fa una mia cara amica del nord decise di venire a passare
le vacanze da noi, quando lo disse al padre si sentì rispondere
"a Pozzuoli? e che ci vai a fare? è un'area industriale!" lei ci
venne lo stesso e convinse il padre che non Era esattamente
come pensava lui.
68
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ormai i tempi sembrano in via di maturazione per una identità
territoriale, sempre più spesso sento parlare di un futuro votato
all'attività turistica e di quante e quali siano le risorse pronte ad
essere utilizzate.
Penso che parlare di turismo in maniera non definita può non
essere sufficiente e quindi si fa presto ad aggiungere aggettivi:
turismo culturale, ambientale, enogastronomico, balneare etc.
E se cominciassimo a pensare ai Campi Flegrei come un territorio
termale? Dove esiste e produce un reale distretto termale?
Un distretto termale, a differenza, ad esempio di uno industriale
non può in alcun modo prescindere dalla salubrità del territorio
che lo ospita, degli aspetti culturali e della qualità della vita che
in esso si svolge.
Ecco che la cura e lo sviluppo di un settore può fare da legante
per tutti gli altri aspetti necessari alla definizione Di uno sviluppo
territoriale più concreto quanto meno in termini di identità.
Ringrazio tutti e mi auguro che questo possa essere un felice
punto di partenza, il futuro sta aspettando non abusiamo della
sua pazienza.
69
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
”Evoluzione delle terme”
Ester Colutta
Prima di parlare di distretto termale
, bisogna capire bene cosa
sono le terme.
Le terme sono una realtà complicata
e difficile da capire.
Le terme per lungo periodo sono
stati degli ospedali, ci si andava
per curare delle malattie, quindi frequentate da persone anziane
e malate.
Mentre in questo periodo stiamo assistendo a una evoluzione
di queste terme.
Anche se tante strutture si sono poi buttate più sul benessere,
sul cosiddetto wellness andando a vanificare la terapia termale,
sono sorte molte spa, che vanno a confondere le idee l’utente
finale, facendo in modo che si possa ritenere una spa come le
terme.
Le terme sono curative e la modalità può essere differente a seconda
delle acque che possiede.
Le terme in Italia sono più di 400, e su 400 terme ,buona parte
sono in Campania, sia sulle coste ma anche all’interno come
70
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Telese Contursi e ognuna si caratterizza per l ‘utilizzo di acqua
particolare e per modalità operative particolari. Alcune terme
sono legate al servizio sanitario nazionale.
Prima le terme erano per un pubblico anziano, oltre i 65 anni,
perché passato dal servizio sanitario nazionali, ci si approfittava
di periodi pensionati, nell’ultimo periodi si e notata una
diminuzione del curante, si attesta una età media che va dai 40
anni e i 65 anni.
Compito dell’imprenditore e operatore termale è avvicinare anche
quelli nati dopo gli anni 80.
In qualche modo le terme stanno riuscendo soprattutto con la
parte wellness, con servizi accessori e con tutto quello che può
essere piacevole.
Il turista termale, colui che li utilizzale terme, ce il curando e il
turista e ci sono due tipi:
il curando e la persona che va alle terme vicino casa per curarsi,
una sorta di pendolarismo;
mentre il turista è colui che si allontana dalla sua zona per un
periodo di vacanza per potersi curare, scegli non solo per curarsi
ma anche per il luogo che andrà a visitare, vorrà trovare cultura,
svago, ambiente pulito, alberghi.
E proprio su questo che si dovrebbe lavorare per attrarre questi
turisti.
71
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Un territorio termale dovrebbe essere un territorio salubre, perché
non basta avere l’acqua curativa. anche l’ambiente e il cibo
deve contribuire al benessere della persona.
Le malattie più frequenti sono legate allo stress, perché viviamo
in una società che va troppo veloce, e abbiamo bisogno di
ritrovare i propri ritmi dove fare passeggiate, andare al cinema
e teatro, e cosi riusciremo a curare la nostra mente e il nostro
fisico e spirito.
Siamo le uniche terme attive sul territorio flegreo e ci fa piacere
che nascessero altre realtà termali, per portare avanti un discorso
più generale, di tutela del territorio, e tutela della salute
non soltanto per coloro che verranno da fuori ma che per noi e
per i nostri figli.
72
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
La costruzione di un distretto turistico termale
“Terme e termalismo in Campania”
Luca Rastrelli
(Lettera inviata agli organizzatori e letta durante il convegno)
Il tema del convegno “Il termalismo nei Campi flegrei: ieri,
oggi e domani”, del 12 dicembre 2015, si inserisce in una riflessione
sulle terme: se ne parla sempre di più non solo con riferimento
alla salute e a corretti stili di vita ma anche al turismo,
allo svago, al relax, alla ricerca di un benessere che guarda
ad esperienze slow e sostenibili di contatto con la natura, il
paesaggio, la cultura nelle varie forme.
L’Italia è conosciuta nel mondo anche per la ricchezza delle
acque e per una tradizione e professionalità di qualità termale
eccellenti.
La Campania beneficia di un grande patrimonio di acque termali,
anche legato alla natura vulcanica del territorio, conservato
nelle viscere della terra, preziose per la salute e il benessere
delle persone, per cure, prevenzione, riabilitazione e la pratica
di nuovi stili di vita, che considerano i benefici del movimento,
della sana alimentazione, per un sano e sereno equilibrio tra
corpo e spirito.
73
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
I benefici delle acque della Campania erano noti fin
dall’antichità e quelle stesse acque alimentano attualmente le
terme, gli alberghi ed i parchi termali presenti sul territorio.
Alla reputazione della tradizione recentemente si sono aggiunte
le conoscenze più avanzate sulle valenze terapeutiche delle
acque e dei trattamenti termali, grazie a ricerche scientifiche
promosse dalla Fondazione FORST, promossa e sostenuta dalle
imprese termali italiane, riconosciute a livello internazionale
dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.
Le terme della Campania sono presenti in tutte le province,
sulla costa, nell’isola d’Ischia, nelle aree più interne; le terme e
le loro strutture ricettive sono inserite in un contesto ambientale,
paesaggistico e culturale di grande attrattività per i turisti
stranieri ed italiani che le scoprono e ritornano per vacanze ed
anche per soggiorni di turismo congressuale o culturale .
Grazie al passaparola, la reputazione delle terme è in crescita,
fra tutte le classi di età, grazie alla qualità dei servizi medici
specifici garantiti ai vari livelli(direttori sanitari, medici, operatori
termali, altri), all’amenità delle strutture e dei contesti, al
calore e all’empatia dell’accoglienza.
Le terme italiane (circa 400) sono diffuse su tutto il territorio
nazionale, con caratteristiche specifiche molto diverse, anche in
relazione alle dimensioni aziendali. Anche il sistema termale,
come gli altri settori economici italiani, ha sofferto il morso
della crisi ed è impegnato in una difficile risalita per recuperare,
almeno in parte, le perdite degli ultimi anni; tale situazione,
74
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
protrattasi troppo a lungo, ha limitato le capacità di rinnovamento
di molte strutture determinando una situazione a macchia
di leopardo. In alcuni casi, situazioni lasciate a se stesse –
anche in Campania - rischiano di diventare irrecuperabili.
Le terme italiane sono presenti in oltre 170 Comuni, (dal Nord
al Sud e alle isole) e rappresentano certamente una risorsa di
fondamentale importanza per ognuna delle Regioni; si può anzi
affermare che, così come accade in diverse aree del Paese,
l’attività termale e il suo indotto rappresentino l’attività economica
prevalente e/o quasi esclusiva di importanti segmenti
del territorio non toccati da altri motori di crescita del marketing
territoriale.
Spesso, infatti, i comuni dove sono localizzate le attività termali
si contraddistinguono, oltre che per la ridotta ampiezza demografica,
soprattutto per la vivacità del tessuto produttivo e
per la dotazione di un patrimonio storico, culturale e ambientale
che ne alimenta la vocazione turistica
Dal punto di vista economico-produttivo le terme si collocano
nel settore sanitario e della salute (garantendo cure, benessere e
riabilitazione termale) ma anche in quello dell'ospitalità e del
turismo termale e presentano punti di forza e di debolezza dei
due settori e le relative esigenze di cambiamento.
Per quanto riguarda il settore termale, a distanza di 15 anni dalla
legge di riassetto (L.323/2000) i tempi sono ormai maturi
per una revisione ed un ammodernamento per rispondere ad
esigenze nuove e alla evoluzione della domanda.
75
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
In tale ottica si muove una Mozione, presentata in Parlamento
dall’on. Fanucci, sottoscritta da parlamentari di tutti gli schieramenti
di Camera e Senato, Amici del termalismo, che descrive
in maniera esaustiva lo stato del settore indicando anche alcune
linee guida di riforma che tengono conto delle potenzialità
del settore e delle aspettative sul fronte della domanda.
Analogamente occorrono interventi che tengano conto delle
nuove esigenze e di nuovi stili di vita, così come della necessità
di un recupero di competitività nei confronti dei concorrenti
dell'Europa orientale che usufruiscono di regimi fiscali di favore,
sia per le attività terapeutiche sia per quelle turistiche. Prioritari
sono gli interventi sulla tutela dell’acqua termale e sui
processi di formazione, con particolare riferimento
all’operatore termale
Cosa dire per la Campania?
Molte terme - che hanno saputo far fronte tempestivamente alle
esigenze del cambiamento della domanda - raggiungono livelli
di eccellenza, sia per la qualità dei trattamenti sia per i livelli
dell’ospitalità; altre – per diverse concause - sono collassate
(Castellamare) o alla ricerca della strada difficile del risanamento(Agnano).
Le imprese termali operanti in Campania rappresentano certamente
una risorsa estremamente rilevante per il territorio costituendone,
soprattutto in talune zone, una delle principali garanzie
economico-occupazionali e costituiscono un presidio sani-
76
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
tario irrinunciabile che sottrae al Servizio Sanitario nazionale e
Regionale una platea di pazienti che graverebbero sui capitoli
di spesa di altri segmenti del comparto sanitario (oneri per ricoveri
ospedalieri, accresciuto consumo di farmaci, prestazioni
specialistiche ed ambulatoriali.
Proprio a questi fini il sistema termale ha sempre operato per
fornire il proprio fattivo apporto negli ambiti regionali di riferimento,
svolgendo diversi momenti di approfondimento e di
proposta con i competenti Assessorati regionali (della Sanità,
della Cultura, del turismo, del Commercio) e con le rispettive
strutture
C'è ancora molto da fare per una promozione integrata delle risorse
termali con le altre sanitarie e turistiche presenti sul territorio
e occorre farlo presto e bene, con l’auspicio che gli interventi
sappiano rispondere a tutte le domande ed istanze che
agitano il sistema e che si riflettono sugli aspetti sanitari, turistici,
ambientali ed economici, con l’obiettivo di promuovere e
dare un supporto concreto ad un comparto produttivo di grande
importanza per l’ economia della Campania.
Focus Terme della Campania
Presenti su tutto il territorio regionale, costiero e interno, e
nell’Isola d’Ischia, le terme della Campania sono facilmente
raggiungibili anche per i curandi ed i turisti stranieri grazie
all’aeroporto di Napoli e ai collegamenti marittimi (Napoli e
Salerno).
77
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Altra caratteristica delle terme campane è la loro forte integrazione
con altre risorse del territorio di riferimento, che è molto
vario: marino, insulare, di collina, di pianura, delle città d’arte,
dei giardini, dei parchi, senza dimenticare le strutture museali,
musicali e sportive.
Notevole anche l’offerta enogastronomica di lunga tradizione
basata su materie prime e prodotti di alta reputazione e qualità,
costitutive della cosiddetta Dieta Mediterranea.
Il sito www.federterme.it riporta per ciascuno stabilimento
termale le caratteristiche specifiche delle acque termali utilizzate
ed i trattamenti disponibili. Per maggiori dettagli si consiglia
la navigazione nei siti delle terme indicate:
Lido Azzurro Terme Vesuviane - Torre Annunziata
Scrajo Terme - Vico Equense
Terme Stufe di Nerone - Baia
Hotel Terme Puteolane - Pozzuoli
Terme di Stabia - Castellamare
Terme di Agnano - Napoli
Terme di Telese-Impresa Minieri - Telese Terme
Antiche Terme San Teodoro Villamaina - Avellino
Antiche Terme del Tufaro, Terme Vulpacchio, Terme Capasso,
Terme Cappetta, Terme Forlenza, Terme Rosapepe - Contursi
Terme
Associazione Termalisti - Isola d’Ischia
78
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
“Il mercato del termalismo”
Roberto Laringe
Il concetto di terme ha subito negli ultimi anni una
trasformazione: mentre un tempo, nemmeno tanto lontano,
venivano considerate in funzione prevalentemente terapeutica,
oggi le terme sono pensate in funzione del benessere psico
fisico.
Si può affermare che tale nuova “domanda” di benessere
indipendente da eventuali patologie cliniche che ne
richiedevano l’utilizzo, abbia notevolmente inciso
sull’incremento della domanda turistica che si riscontra da
diversi anni.
Da quasi venti anni, gli alberghi hanno intuito questa
opportunità di sviluppo e, laddove non potevano disporre di
strutture termali naturali, hanno creato centri benessere
artificiali che, quale elemento di
differenziazione/miglioramento dell’offerta hanno determinato
dei significativi vantaggi competitivi.
Nel nostro territorio c’è una scarsa presenza di centri
benessere, sia autonomi che all’interno di strutture alberghiere,
nonostante la presenza di questa straordinaria meravigliosa
immensa risorsa che, purtroppo, al momento, ci è preclusa.
I Campi Flegrei sotto questo aspetto, rappresentano l’emblema
79
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
di come le pastoie burocratiche e gli eccessivi vincoli, abbiano
rappresentato nel tempo e rappresentino tutt’oggi la vera deriva
del mezzogiorno.
Se anche volessimo considerare solo i risvolti sociali di uno
sfruttamento di tale risorsa ci chiederemmo all’infinito sul
perché non sia possibile: trasformare un’area da energivora ad
energigena oltre a migliorarla sotto il profilo ambientale
consentirebbe al territorio di usufruire di energia elettrica a
buon mercato o addirittura gratis come avviene in tante città;
emblematico al riguardo è l’esempio di Ferrara; basterebbe
rendere più snelli e veloci i provvedimenti autorizzativi per
piccole utilizzazioni locali di “sfruttamento” della risorsa
geotermica presente su grandissima parte del nostro sottosuolo.
La risorsa termale potrebbe consentirci oltre che di migliorare
l’offerta turistica, di diversificarla e integrarla, di acquisire una
esclusività competitiva che nascerebbe dal coniugare tale
risorsa con le altre caratteristiche attrattive del territorio che la
renderebbero unica nel panorama mondiale.
Con la possibilità offerta all’utilizzo della risorsa termale
potremmo assistere ad un’inversione del problema di
implementazione di un’offerta turistica: l’imprenditore diventa
dominus e potrebbe consentire con mirati investimenti la
nascita di un Distretto Turistico Termale che, coniugato con
l’offerta culturale l’offerta enogastronomica e, perché no,
balneare, farebbe competere i Campi Flegrei sul mercato
internazionale.
80
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Il nostro auspicio è che si passi dalle parole ai fatti,
consentendo che di questa risorsa possa esserne consentito
l’utilizzo.
Il Distretto Turistico Termale, proprio perché naturalmente
presente sul territorio, doveva prendere corpo naturalmente
perché legato alla localizzazione territoriale; abbiamo invece
assistito alla nascita di distretti industriali nati per la
lungimiranza di imprenditori che hanno visto nella sinergia un
possibile vantaggio competitivo; al contrario un naturale
distretto turistico fatica ad intravedersi nonostante il territorio
sia predisposto al riguardo; un po’ per i vincoli esistenti e un
po’ per la scarsa lungimiranza degli stessi imprenditori, poco
propensi a creare reti e fare sistema, assistiamo ad un grave
vuoto ed ad un grave ritardo che sarebbe opportuno colmare
nell’interesse di tutti ma principalmente del territorio per i
riflessi occupazionali ed economici diretti ed indiretti.
E’ evidente che una singola impresa può fare qualità e
caratterizzare una sua offerta turistica, ma una politica di
sviluppo turistico sfugge alle sue competenze e rende
necessaria la cooperazione tra le imprese e la collaborazione
del settore pubblico.
Le iniziative imprenditoriali possono, però, rappresentare il
contagio delle idee, uno sviluppo indotto dall’iniziativa privata
che si nutre di esempi, partendo dalla liberalizzazione
dell’utilizzo della risorsa termale.
L’obbiettivo per i Campi Flegrei, è quello di creare un proprio
81
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
brand un unicum del panorama mondiale delle offerte
turistiche sfruttando la risorsa termale e coniugandola con
quella culturale e con quella eno-gastronimoca.
Dalle parole passiamo ai fatti, iniziando dagli imprenditori, che
devono elevare la qualità dell’offerta , accompagnati in questo
percorso, inevitabilmente per quanto riguarda lo sfruttamento
di questa risorsa, dalla amministrazione pubblica.
Riprendere quella che da sempre è la vocazione naturale dei
Campi Flegrei: un territorio di natura Termale.
82
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
“Quale futuro per il termalismo dei Campi Flegrei”
Massimo Schiano
L'occasione delle bella mostra delle miniature realizzate da
Pietro da Eboli ci ha consentito di ripercorre la storia del nostro
territorio, legata al termalismo.
Nel corso del convegno ci sono stati interessanti interventi che
hanno evidenziato le caratteristiche e le potenzialità della
risorsa termale, fornendo uno sguardo d'insieme esaustivo.
Tale visione, pertanto, non può che ispirare un discorso
prospettico circa la realizzazione di un distretto turistico
termale dei Campi Flegrei.
Quali domande è lecito porci a seguito del convegno: esiste una
possibilità di creazione di un distretto turistico termale nei
Campi Flegrei? Ci sono motivazioni ostative, che non possono
essere superate?
Quale impatto avrebbe la realizzazione del distretto per la
popolazione e le attività produttive?
Dagli interventi è emerso che la risposta a tali quesiti non può
che essere affermativa, ma che per dare concreta risposta alle
domande poste, che invero appaiano retoriche, devono
certamente essere affrontati gli opportuni studi specifici di
settore, per non cadere in errori di valutazione e di indirizzo.
83
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Fondamentale, però, è verificare l'esistenza di due
precondizioni necessarie:
1 – l'intenzione di adeguare o creare ex novo un quadro
normativo di riferimento, anche ai livelli comunali, che
consenta la costruzione del Distretto;
2 – una netta volontà politica nei Comuni interessati, che
unisca i vari attori del processo, senza la quale è impossibile
una realizzazione efficace del progetto.
Per quanto riguarda la normativa nazionale per il settore
termale, a distanza di 15 anni dalla emanazione della legge di
riassetto, la L.323/2000, i tempi appaiano certamente maturi
per una revisione ed un ammodernamento, al fine di rispondere
ad esigenze nuove e alla evoluzione della domanda: ed in tal
senso in questi giorni si stanno evolvendo i lavori parlamentari,
a cui pare opportuno contribuire;
L'attuale quadro normativo Regionale di riferimento e cioè la
Legge Regionale n. 8 del 2008, appare un idoneo strumento
per la regolamentazione e la crescita del settore: in particolare
all'Art. 38 Pianificazione e programmazione regionale di
settore – stabilisce
1. Ai fini di una valorizzazione e di un razionale utilizzo del
patrimonio di cui alla presente legge, la Regione adotta il piano
regionale di settore delle acque minerali naturali e termali,
di sorgente e delle piccole utilizzazioni locali e promuove
l’associazionismo e la costituzione di consorzi tra i titolari delle
concessioni e delle subconcessioni di cui alla presente legge,
84
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
anche su iniziativa di uno o più interessati.
2. La Giunta regionale promuove inoltre la realizzazione di
programmi di ricerca tecnico-scientifici finalizzati alla
conoscenza e tutela delle risorse e partecipa e sostiene
manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali. La
promozione è realizzata attraverso il coinvolgimento delle
aziende del settore, anche tramite le associazioni
imprenditoriali dei concessionari maggiormente
rappresentative a livello nazionale e regionale nonché degli enti
locali i cui territori sono interessati dalle risorse disciplinate
dalla presente legge.
3. I piani ed i programmi di cui ai commi 1 e 2 sono adottati
dalla Giunta regionale, sentiti i comuni interessati e le
associazioni imprenditoriali dei concessionari maggiormente
rappresentative a livello nazionale e regionale.
4. I piani ed i programmi sono finanziati con i proventi dei
diritti proporzionali di cui all’articolo 36 e sono attuati anche a
mezzo di convenzioni da stipularsi con gli enti locali interessati
e le associazioni rappresentative degli imprenditori del settore
idro-termo-minerale.
5. La Giunta regionale contribuisce al finanziamento di
specifici progetti, a condizione che essi siano presentati dai
soggetti indicati ai commi 2, 3 e 4; le modalità sono stabilite da
appositi bandi.
In maniera ancor più interessante all' Art. 39 Contenuti del
piano regionale di settore recita
85
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
1. Il piano regionale di settore di cui all’articolo 38, comma 1,
ha le seguenti finalità e contenuti:
a) l’individuazione delle aree aventi potenzialità di
coltivazione delle risorse idrotermominerarie;
b) le forme di tutela e di utilizzazione delle risorse
disciplinate dalla presente legge ...;
Inoltre, il 6.12.2011 con Delibera della Giunta Regionale n.
671 si è deciso di dare avvio, anche sulla scorta degli studi già
disponibili presso il Settore, alle attività finalizzate alla
redazione del “piano regionale di settore delle acque minerali
naturali e termali, di sorgente e delle piccole utilizzazioni
locali, di cui agli articoli 38 e 39 della legge regionale 8/2008
e ss.mm.ii., nonché delle risorse geotermiche”, dando mandato
allo stesso Settore Ricerca e Valorizzazione di Cave, Torbiere,
Acque Minerali e Termali di predisporre quanto necessario per
affidarne la redazione a personale qualificato dipendente
dell’amministrazione regionale ovvero, in mancanza, per
pervenire all’affidamento di un appalto di servizi con
procedura aperta da aggiudicare secondo il criterio
dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
La richiamata delibera ha autorizzato, a tal fine, il
prelevamento in termini di competenza e cassa dell’importo di
€ 250.000,00, destinati per “spese per il finanziamento del
piano regionale di settore delle acque minerali naturali e
termali, di sorgente e delle piccole utilizzazioni locali - spese
per il finanziamento di programmi di ricerca tecnico-scientifici
86
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
finalizzati alla conoscenza e tutela della risorsa idro
termominerale (art. 38, commi 1, 2, 4 della l.r. 8/2008 e
ss.mm.ii.)”
In tal senso è anche importante ricordare che con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 17 gennaio
2014 è stato istituito il Distretto turistico Flegreo, che
comprende la zona costiera del Comune di Giugliano e i
comuni di Bacoli, Monte di Procida e Pozzuoli e che, con
delibere dei Singoli Comuni ne hanno definito il perimetro,
approvato con decreto dirigenziale della giunta regionale della
Campania n. 47 del 28 giugno 2013;
Pertanto, appaiono oggi esistenti le precondizioni affinché
anche i campi Flegrei possano godere al meglio della
straordinaria, e probabilmente unica, risorsa geo–termale, e per
avviare, portandolo a termine, il percorso necessario alla fattiva
realizzazione del Distretto Turistico Termale.
87
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Pietro da Eboli
Mariano Pastore
Pietro da Eboli invoca la Sapienza
Nacque tra il 1150 e il 1160 ad Eboli che amò intensamente
raccomandandola all’imperatore Enrico VI per difenderla dai
feudatari; la chiamava “dulce solum”.
88
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Passò la sua giovinezza tra Eboli e Salerno, ove pare studiasse
medicina in quella famosa Scuola che fino al 1400 conservò il
suo antico splendore, chiamava questa città Physica terra
o Urbs come una seconda Roma.
Nella parte finale della sua opera più importante il “De Rebus
Siculis Carmen…”[ 1] si definisce “magister”, titolo, tuttavia,
non assolutamente indicativo per indurre a pensare che fosse
medico come asseriscono molti studiosi e in special modo Theo
Kölzer [2].
Lo studioso tedesco dice che il titolo di “magister” non indica
altro che una particolare abilità o competenza anche in altri
campi professionali oltre la medicina.
Altri sostengono che doveva essere un medico altrimenti non
avrebbe potuto comporre l’altra sua opera: il “De Balneis Puteolanis”,
dove descrive i benefici che apportano i vari bagni di
Pozzuoli al corpo umano.
Sappiamo poco di Pietro da Eboli e possiamo estrapolare le
scarne notizie biografiche dalla sua opera maggiore e da qualche
documento che si conserva nell’archivio Arcivescovile di
Salerno.
Su un documento, datato 1220 mese di febbraio, Federico
II conferma alla chiesa Salernitana:
[1] De Rebus Siculis Carmen…. Città di Castello S. Lapi 1904 Ettore Rota.
[2] Liber ad honorem Augusti Sive De Rebus Siculis Codex 120 II
der Burgerbibliotek Bern. - Jan Thorbecke Verlag. Sigmaringen 1994 Theo
Kölzer und Marlis Stähli.
89
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
«… molendinum de Albiscenda in Ebulo consistens, quod magister
Petrus versificator a clare memorie domino Henrico imperatore
Romanorum patre nostro iure hereditario habuit, tenuit
et in fine vite sue idem magister Petrus illud sancte Salernitane
ecclesie donavit pariter et legavit...»
“… il mulino di Albiscenda, situato in Eboli, che il maestro
Pietro poeta ebbe con diritto ereditario dall’imperatore dei
Romani Enrico nostro padre, signore di chiara fame, possedette
e in fin di vita il medesimo maestro Pietro lasciò
in testamento alla santa Chiesa Salernitana…”
Nelle miniature del carme (46-139a e 47-140a) Pietro appare
con la testa tonsurata e con abito ecclesiastico, e ciò ha fatto
credere che fosse un prelato.
Anzi, nella miniatura 46, ha la tunica lunga ornata di una fascia
che pare ricamata presso l’orlo inferiore e il manto fermato da
una fibula presso la spalla sinistra, simile a quelli che indossano,
in queste miniature, le persone ecclesiastiche autorevoli
come il cancelliere imperiale Corrado di Querfurt (min. 52 -
145a).
Ebbe per beneficio, per la sua lealtà e fedeltà imperiale,
da Enrico VI, il mulino di “Albiscenda” che alla sua morte lasciò
alla chiesa arcivescovile di Salerno.
90
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Fatti della vita di Ruggero II. Nascita
di Costanza. Enrico VI e Costanza
sposi. Loro partenza per la Germania.
Virgilio Lucano Ovidio
Per Eboli ottenne il privilegio e il riconoscimento della tutela
imperiale, entrando a far parte del suo demanio divenne intoccabile.
Morì tra il 1212 e il 1220.
L’epilogo del “De Balneis Pteolanis”, risalente al 1212, prova
che il poeta in quell’anno era ancora in vita, mentre il documento,
sopra trascritto, consente con certezza di datare la morte
del poeta attorno al 1220.
91
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Un’iscrizione lapidaria a caratteri gotici, trovata
dall’Augelluzzi tra le carte del primicerio Pisciotta, in una antica
cappella di proprietà dei padri del monastero di San Francesco
di Assisi, fece pensare che ben presto Eboli avrebbe potuto
trovare i resti del suo sommo poeta.
Gli studiosi di ogni parte di Europa accorsero ad Eboli per poterne
accertare la veridicità: ben presto si arrivò alla determinazione
che la scritta apparteneva a tempi tardivi e conteneva parecchi
errori storici, tra i quali basterà ricordare la morte
di Pietro posta durante la vita di Enrico VI , che lo precedette
nella tomba vent’anni prima.
Probabilmente essa era opera dello stesso Pisciotta, dettata sotto
l’impressione della scoperta e della pubblicazione del Poema
fatta dall’Engel[3], che aveva rivelato una gloria locale di cui
non era rimasto alcun ricordo.
L’incisione sul marmo come riferì il Pisciotta era in caratteri
Gotici recitando questi versi:
CINERES HIC QVIESCVNT
FRIGIDAE
MAGNI VATIS PETRI DE
EBVLO
QVI MAGISTER AC HENRICI
IMPERATORIS RECTOR
MVLTAS PRO EO PAGINAS
SCRIBENS
QVI RIPOSANO LE FREDDE
SPOGLIE
DEL GRANDE POETA PIETRO
DA EBOLI
CHE MAESTRO E SOSTENITORE
DELL’IMPERATORE ENRICO
MOLTE PAGINE SCRIVENDO IN
SUO ONORE
[3] Motibus Siculis et Rebus inter Enricum VI Romanorum Imperatorem e
Tancredum Seculo XII Gestis Basilea 1746 Samuel Engel.
92
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
REPENTE OBVIT.
NON SINE LVCTV MOEREN-
TES EBOLITANI
CIVES SVB HOC LAPIDE
SVBLATVM
INSIGNEM VIRVM HONESTA-
RI CVRAVERVNT.
ALL’IMPROVVISO MORI’.
NON SENZA PIANTO I CITTADI-
NI EBOLITANI ADDOLORATI
CVRARONO CHE L’INSIGNE
VOMO FOSSE
DENTRO QVESTA TOMBA ONO-
RATO.
Tancredi rattristato pensando
al futuro.
Il conte Riccardo
d’Acerra si avvia verso
Capua.
Purtroppo le biblioteche, i poteri del tempo (gli Angioini) successivo
agli Svevi condannarono al silenzio Pietro da Eboli,
93
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
tenendo nascoste le sue opere, che il suo ingegno poetico aveva
dedicato interamente alla casata tedesca degli Hohenstaufen: il
“De Rebus Siculis Carmen…”,titolo dato all’opera dal suo scopritore
Engel, o “Liber ad Honorem Augusti….” Secondo la
denominazione dal Siragusa[4].
La seconda non è pervenuta a noi e su quale fosse il contenuto
di quest’opera si son fatte tante supposizioni, sappiamo con
certezza che fu scritta perché fu lo stesso Pietro a rivelarci la
sua esistenza al termine della sua terza opera, il “De Balneis
Puteolanis”:
«…Cesaris ad laudem tres
scripsimus ecce libellos
Firmius est verbum quod
stat in ore trium…
… Ebolei vatis, Cesar, reminiscere
vestri,
Ut possit nati scribere facta
tui.»
“…tre libri scrivemmo in lode
di Cesare:
Più durevole è la fama assicurata
da tre voci…
… Ricordati, o Cesare, del tuo
poeta ebolitano, affinché del
tuo figlio possa narrare le gesta.”
[4] Liber ad honorem Augusti secondo il Codice 120 della Biblioteca di Berna
di G.B. Siragusa. Forzani & C.Tipografi Roma Istituto Storico Italiano
1906.
94
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Dobbiamo tutte queste notizie su Pietro da Eboli ai professori
Rota, Siragusa e Kölzer, i quali più degli altri hanno cercato
nelle varie biblioteche (Berna, Angelica Romana ed Arcivescovile
di Salerno) e studiato attraverso un attento esame scientifico
dei documenti e delle sue due opere manoscritte e miniate.
Pensando di fare cosa buona, richiamo la vostra attenzione: il
“De Rebus…” descrive un momento storico di fondamentale
importanza per l’Italia intera e le caratteristiche di quel periodo,
ignorate sino alla metà del secolo XVIII, allorché Samuele
Engelriportò alla luce il manoscritto, nel 1746, traendolo
dall’unico codice conosciuto, che si conserva nella
Biblioteca Civica di Berna. Il codice 120 contiene, tra le altre
scritture, l’esemplare del carme di Pietro.
Questo codice, della fine del secolo XII, è preziosissimo, non
solo perché fu sottoposto dall’autore ad una revisione e contiene,
pertanto, molte correzioni e aggiunte autografe, ma anche
perché è illustrato da cinquantatre miniature coeve che narrano
i fatti del contrasto scoppiato nel regno di Sicilia, sul finire del
XII secolo, tra l’Imperatore di Germania Enrico
VI e Tancredi di Lecce nel grave momento in cui la dinastia
Normanna si estingueva e la Sveva si apprestava a succederle.
Le miniature sono sul recto delle carte, mentre sul verso si legge
il poema e sono disposte in maniera che, ovunque si apra il
codice, si trova la facciata a destra con una miniatura che è illustrazione
dei versi che si leggono nella facciata sinistra.
95
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
È composto da tre libri. Il primo incomincia dalla morte
di Ruggero II e, dopo aver accennato alle tre mogli di lui, narra
di Costanza di Altavilla e del suo matrimonio con Enrico VI.
Descrive, poi, il lutto della città di Palermo e del regno di Sicilia
per la morte di Guglielmo II e la discordia scoppiata tra i
partiti dei vari pretendenti al trono; racconta quindi, le vicende
della guerra tra Enrico VI e Tancredi di Lecce, cioè: la sottomissione
di Montecassino, la resa di Rocca d’Arce, l’assedio di
Napoli, l’entrata di Costanza a Salerno e la guerra civile ivi
scoppiata e terminata con la vittoria dei tancredini, la prigionia
di Costanza, la malattia di Enrico VI e la sua partenza per la
Germania; segue l’assedio di Capua, poi uno scambio di lettere
tra Tancredi e la moglie Sibilla d’Acerra e un colloquio
tra Matteo d’Aiello e la stessa regina Sibilla per custodire
Costanza e la sua liberazione per intercessione del papa Celestino
III.
Si parla anche della prigionia di Riccardo “Cuor di Leone”
d’Inghilterra e chiude il primo libro con le azioni di guerra
di Diopoldo di Vohburg, specialmente contro Cassino che parteggiava
per Tancredi.
Il secondo libro si apre con Enrico VI e le sue forze imperiali
che si apprestano a scagliarsi contro il regno e Salerno ne prova
i primi effetti.
Seguono le imprese nella Sicilia: lo sbarco a Messina, la fuga
di Sibilla con il figlioletto Guglielmo III nel castello di Caltabellotta,
dove la regina vedova di Tancredi e che aveva già
96
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
perduto il primogenito Ruggiero, prorompe in preghiere agli
apostoli Pietro e Paolo, ma tutto ciò risulta inutile e chiede
perdono all’Imperatore.
Il libro parla di una congiura ai danni di Enrico, ma la mancanza
di una carta e la mutilazione di un’altra rendono incompiuta
questa parte del poema. Frattanto nasce Federico II, in onore
del quale Pietro canta un inno di lode e di augurio di prosperità,
mentre il cancelliere Corrado rassicura gli animi turbati dalle
persecuzioni imperiali per la congiura; il poeta chiude il secondo
libro con la dedica del carme all’imperatore «Sol augustorum»
e con l’acrostico «Enricus».
Il terzo libro comincia con l’invocazione alla sapienza affinché
essa possa guidare l’Imperatore, prosegue descrivendo la felicità
della sesta età del mondo allietata dal regno di Enrico e turbata
soltanto da Tancredi
Descrive il palazzo imperiale di Palermo, dove si trovano i due
personaggi più rappresentativi dell’impero: Corrado, cancelliere,
e Marcovaldo d’Auweiler; continua con un accenno alle sei
case o talami, l’ultima delle quali, «domus imperii», offre
l’occasione per rievocare un episodio che ricorda la morte
di Federico I il Barbarossa.
Possiamo, poi, leggere nuove lodi per Enrico, paragonabile solo
agli dei, infatti, il suo nome significa “trionfo”; Enrico fu allevato
dalla Sapienza, madre degli dei che spregia la fortuna e
dalla quale venne a posare sulla «materna Sede». Il carme si
chiude con queste frasi:
97
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ego magister Petrus de Ebulo, servus imperatoris
et fidelis,hunc librum ad honorem Augusti composui.
Fac mecum, Domine, signum bonum, ut videant me
tancredini et confundantur. In aliquo beneficio michi
provideat Dominus meus et Deus meus, qui est erit
benedictus in secula. Amen.
“Io, magister Pietro da Eboli, fedele servitore dell’Imperatore,
ho composto questo libro in onore di Augusto.
Concedimi, o Signore, un buon segno, affinché mi vedano
I tancredini e ne siano sconvolti. Con qualche beneficio
mi compensi il mio Signore e mio Dio, che è e sarà
benedetto nei secoli. Amen.”
Malattia e morte di Guglielmo
II. Popolo e magnati di Palermo
piangenti.
98
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Di Pietro si sono interessati tantissimi studiosi di storia medievale,
in particolar modo il prof.Gian Battista Siragusa del quale
mi piace trascrivere il giudizio critico sul Carme che troviamo
nella sua opera “Fonti per la Storia d’Italia” pubblicata
dall’Istituto Storico Italiano nel 1906:
«Il poema di Pietro da Eboli deve essere considerato come
opera d’arte e come fonte storica. Come opera d’arte merita di
essere tenuto in maggior conto che non si sia fatto sinora. Solo
chi conosce parecchi componimenti poetici del Medio Evo, e
specialmente dei secoli XI e XII, potrà convenire nella sentenza
che questo dell’Ebolitano, malgrado i suoi non lievi difetti, sia
uno dei migliori. L’immagine è viva assai spesso nella mente
del poeta; facili e liberi sgorgano sovente dalla sua vena la parola,
la frase, il verso. Vero è che egli viola, non di rado, e a
volte gravemente, i precetti della metrica; ma questo avviene,
come parmi, perché egli scrive preoccupandosi più del pensiero
che della forma, e perché più della vera nozione e del vero
senso della quantità, pare che abbia quello del ritmo e
dell’accento. Come fonte storica dunque il Carme di Pietro da
Eboli ha un interesse massimo, e questo che destò al suo primo
apparire, è venuto crescendo e crescerà, io credo, in avvenire.»
Traduzione dal latino prof. Carlo Manzione
99
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Mariano Pastore è il curatore di alcune iniziative culturali del
Centro Elaion di Eboli (centro di assistenza per disabili, presidente
dr. Cosimo De Vita).
100
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
LA MOSTRA
La mostra “Miniature del de balneis Puteolanis” (i bagni di
Pozzuoli) di Pietro da Eboli è curata da Mariano Pastore ed è
ospite del “SANATRIX NUOVO ELAION SOCIETA' COO-
PERATIVA SOCIALE – ONLUS” di Eboli.
Dal 27 aprile al 5 maggio la mostra è stata allestita presso la
BIBLIOTECA ANGELICA, Piazza di Sant'Agostino, 8 –
00186 Roma.
Il “de balneis Puteolanis” è un poema che descrive le proprietà
delle acque termali flegree, composto nel primo ventennio
del XIII secolo da Pietro Ansolino da Eboli, poeta, prima alla
corte Normanna e poi a quella Sveva, dedicato a Federico II
(stupor mundi) che tanto frequentava la nostra terra flegrea.
È un volume che contiene diciotto epigrammi che descrivono
le diversità dei bagni termali di Pozzuoli e Baia, noti ed apprezzati
fin dall’epoca romana.
Ogni carme è accompagnato da una splendida tavola miniata
che illustra ed aggiunge dettagli descrittivi al contenuto del testo,
sicuramente le uniche del tempo che raffigurano zone specifiche
del nostro territorio.
L’ evento è stato arricchito dalla mostra di dipinti del maestro
Isabettini su “Rione Terra prima del 1970” e la mostra fotogra-
101
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
fica, oggetto di un concorso fotografico proposto
dall’associazione culturale FLEGREA PHOTO, ispirate al
tema trattato.
102
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Elenco di BALNEA
Da “Campi flegrei nell’antichità” Raffaele Adinolfi (1978)
BALNEUM SUDATORIUM, o stufe di S.Germano ad Agnano.
BALNEUM BULLAE, forse l'acqua dei Pisciarelli
BALNEUM ASTRUNI, presso il cratere degli Astroni.
BALNEUM FORIS CRYPTAE, Fuorigrotta, Via Terracina.
BALNEUM JUNGARA, scomparso.
BALNEUM PLAGAE, seu BALNEOLUM, non identificabile,
ma certamente a Bagnoli.
BALNEUM PETRAE, in località La Pietra.
BALNEUM CALATURA, forse sul sito delle odierne «Terme
Puteolane» o a La Pietra, come cita una targa moderna apposta
su un edificio.
BALNEUM QUOD SUBVENIT HOMINI, dove ancora sorge
l'omonimo stabilimento abbandonato da alcuni .
BALNEUM S. ANASTASIAE, presso i Cappuccini; la sorgente
è assorbita dal mare.
BALNEUM ORTHODONICUM, in località Villa Renda, quasi
tutto interrato.
BALNEUM SULPHATARA, presso la Solfatara.
BALNEUM CANTARELLUS, probabilmente sommerso dal
mare.
BALNEUM CICERONIS, seu PRATI, alle falde del Monte
Nuovo, ricordato da Plinio.
BALNEUM TRIPERGULA, tra Arco Felice e Lucrino; la sorgente
sgorga ora nel mare.
BALNEUM ARCUS, a cinquanta passi da quello di Tripergole,
distrutto.
BALNEUM RAYNERII, a trenta passi da quello di Tripergole,
103
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
distrutto.
BALNEUM SCROPHAE, tra il Monte Nuovo e Lucrino, distrutto.
BALNEUM S. LUCIAE, tra Lucrino e Monte Nuovo, distrutto.
BALNEUM ARCULUS, seu SANCTA MARIAE, tra il Lucrino
e l'Averno, distrutto.
BALNEUM CRUCIS, in una valle profonda a destra, scendendo
all'Averno, distrutto.
BALNEUM SUCCELLARIUM, a sinistra del cosiddetto «
Tempio di Apollo » sull'Averno.
BALNEUM DE FERRIS, a destra del cosiddetto « Tempio di
Apollo » sull'Averno.
BALNEUM CRYPTAE PALUMBARIAE, nella cosiddetta «
Grotta della Sibilla» sull'Averno.
BALNEUM SILVIANAE, ai piedi del Sudatorio di Tritoli.
BALNEUM TRITOLI, oggi le cosiddette «Stufe di Nerone».
BALNEUM S. GEORGII, vficino al Sudatorio di Tritoli,
scomparso.
BALNEUM PUGILLUS, forse ai piedi delle Stufe di Nerone.
BALNEUM PETROLEI, alimentato da una sorgente di petrolio,
presso Tritoli, scomparso.
BALNEUM SOLIS ET LUNAE, seu IMPERATORIS, sulla
riva di tritoli a Baia.
BALNEUM CUMAE, a poca distanza dal precedente.
BALNEUM GIBORROSI, forse identificato col “Tempio di
Diana” a Baia.
BALNEUM FONSI EPISCOPI, forse identificato col “Tempio
di Mercurio “ a Baia.
BALNEUM DE FATIS, forse un’altra sorgente dello stesso
“Tempio di Mercurio” a Baia.
BALNEUM BRACCULA, dopo il Tempio di Mercurio”.
BALNEUM SPELUNCA, a quaranta passi dal precedente, ultima
delle terme.
104
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Conclusioni
Comunicare l’identità per un bene culturale significa innanzitutto
essere pertinente e coerente con il bene da comunicare.
Noi che fruiamo il bene, che lo osserviamo, che lo studiamo,
abbiamo la grande responsabilità di averlo ereditato per poi
tramandarlo alle generazioni future. Il bene culturale ha la capacità
di unire noi con le generazioni, passate future e presenti,
perché ci permette di condividere questa esperienza con tutta la
società.
Molte sono le iniziative culture ed educative che hanno lo scopo
di riscoprire il bene culturale come arricchimento personale
e comunitario.
Sappiamo che la tipicità di un territorio dipende dalla sua capacità
di trasmettere prodotti e servizi, come la dimensione
ambientale, la dimensione culturale e la dimensione sociale
che rappresentano risorse turistiche da proteggere.
La prima emerge dalla valorizzazione delle risorse naturali del
territorio, come clima, il paesaggio, la flora e la fauna, la seconda
risorsa creata dall’uomo nel corso della storia, come i
monumenti, musei, gli eventi, mentre la terza emerge dalla valorizzazione
di risorse come il folklore, le tradizioni locali, gli
usi e i costumi. Tale risorse rappresentano il fattore di attrazio-
105
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
ne di un luogo, il motivo che spinge le persone a spostarsi e
trascorrere del tempo in un posto piuttosto che in un altro.
Per rendere la località piacevole ed attraente, non sono però
sufficienti le sole risorse presenti, ma sono necessarie una serie
di elementi e condizioni che arricchiscano l’offerta di una località,
rendendola, nel rispetto della risorsa principale e
dell’identità del territorio, completa e di valore.
Le risorse tipiche di un luogo devono essere allo stesso tempo:
condivise, ovvero riconosciute come valori da tutti i
soggetti coinvolti e inserite in un azione di comunicazione
integrata e coerente
distintive, capaci cioè di rendere il luogo unico e diverso
e di stimolare la domanda del turista.
Il territorio è un prodotto costituito in gran parte da elementi di
natura predeterminata, come la posizione geografica, la storia,
l’aspetto morfologico, sui quali non si può intervenire, ma si
possono strutturare azioni per creare un immagine ad hoc superando
i limiti esistenti e creando un flusso di turisti e consumatori
verso l’area.
L’offerta di un determinato territorio si compone di due fattori:
quello turistico e quello commerciale. Le due offerte sono
complementari, parte di un unico sistema che dovrebbe tendere
alla realizzazione di un solo obiettivo: incrementare
l’economia del luogo e il flusso di persone, valorizzando di
conseguenza il territorio.
106
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Nel nostro paese sono numerose le possibilità di ideare eventi
ed esperienze legate alle risorse ambientali, storico, culturali di
cui è ricco e che spesso non trovano adeguata valorizzazione.
Per cogliere tali potenzialità si devono superare due limiti che
rappresentano il punto di debolezza del sistema: la capacità organizzativa,
data dalla complessità del sistema; la capacità organizzativa,
data dallo scorso dominio degli strumenti di comunicazione,
soprattutto quelli innovativi, che caratterizzano
l’Italia.
Rispetto alla situazione attuale essi rappresentano due minacce
che possono essere superate aprendo nuove vie allo sviluppo
delle singole aree territoriali e dei prodotti locali ad essi collegati
che fino ad oggi sono stati spesso poco sfruttati.
Sfruttando la risorsa geo- termale presente nei Campi flegrei,
l’idea progettuale di un Distretto Turistico Termale, può e
deve realizzarsi.
107
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Convegno
“Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
MATTINA
Conduce: Maria Teresa Moccia Di Fraia,
Presentazione convegno e mostra
Antonio Isabettini
La geologia termale dei Campi Flegrei
Pierluigi Musto
Archeologia termale
Gennaro Di Fraia
Cure termali e nutrizione
Patrizia Isita
"De balneis Puteolanis – un'altra scuola medica?"
Carmelo Currò Troiano
Saluti istituzionali
Vincenzo Figliolia
POMERIGGIO
Conduce: Anna Abbate
Le terme oggi Ernesto Colutta
La costruzione di un distretto turistico termale
Ester Colutta - Prof. Luca Rastrelli Federterme
Il mercato del termalismo
Roberto Laringe
Future prospettive per i Campi Flegrei
Massimo Schiano
Saluti istituzionali
Roberto Gerundo
108
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
SONO INTERVENUTI
Saluti Istituzionali
Vincenzo Figliolia, Sindaco del Comune di Pozzuoli
Nato il 6 settembre 1962 a Pozzuoli.
Eletto con le consultazioni elettorali del 6 e 7 maggio 2012
quale Sindaco di Pozzuoli Curriculum vitae ed informazioni
presenti sul sito del comune di Pozzuoli
www.comunedipozzuoli.it , da cui e tratto il messaggio.
“Oggi ho capito davvero quanto ogni cittadino ha a cuore la
nostra città. Grazie soprattutto per questo,
per aver ridato speranza a tutti noi.
Tanti di voi, donne e giovani, avete rappresentato
quel sostegno e quella forza
‘invisibile’, sempre attiva e presente in
questi giorni. Ancora vi ringrazio tutti
per aver dialogato, suggerito, partecipato.
Dovrei abbracciarvi, stringervi la mano
uno a uno perché questa vittoria appartiene a ogni puteolano.
Andrò fiero dei miei cittadini e farò l'impossibile perché anche
voi siate fieri del vostro sindaco”.
109
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Roberto Gerundo, Assessore alla Pianificazione e governo
del territorio, patrimonio Comune di Pozzuoli.
Deleghe: Urbanistica, ufficio espropriazioni - edilizia privata e
convenzionata, sportello unico per l'edilizia (SUE), abusivismo
edilizio - patrimonio e demanio, gestione
e valorizzazione del patrimonio
immobiliare (ERP e ERS), piani e
programmi linea di costa (spiagge e
portualità)
Laureato in ingegneria civile edile
presso l’Università di Napoli.
Docente di Tecnica e Pianificazione
Urbanistica all'Università di Salerno.
Assessore al Governo del Territorio del Comune di Pozzuoli
(Na).
110
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Organizzatori
Anna Abbate, archeologa del Gruppo Archeologico Kyme
Nata a Napoli nel 1951, ha conseguito
la Laure a in archeologia
presso l’Università degli
Studi di Napoli “Suor Orsola
Benincasa”.
Si occupa di Beni Culturali ed è
consulente informatica.
Socia fondatrice del Gruppo
Archeologico Kyme, associazione di promozione sociale, formata
da archeologici impegnati da anni nella tutela e conservazione
del patrimonio storico-archeologico.
Scopo dell’associazione è individuare, accertare, tutelare e valorizzare
il patrimonio dei Beni Culturali ed Ambientali del
proprio territorio.
Ha partecipato a diverse manifestazioni sia a Napoli che sul
territorio flegreo, in particolare nella Foresta Regionale di Cuma
dove l’associazione dal 2011 è curatrice del Tempio di Iside
e del cd Faro Romano.
Dal 1972 nel mondo dell’informatica come Analista-
Programmatore, ha lavorato con aziende nazionali e napoletane.
Attualmente offre la sua consulenza a clienti italiani priva-
111
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
ti.
Nel corso degli anni ha realizzato diversi siti web per i quali
continua a fornire servizi di consulenza e assistenza attraverso
un aggiornamento costante.
Organizza eventi e collabora con molte associazioni e organizzazioni
che si muovono sul territorio per promuovere la cultura.
Antonio Isabettini, Maestro d’Arte
Nato nel 1955 a Pozzuoli (NA),
città, dove svolge la sua attività
artistica.
Ha frequentato l'Istituto d'Arte e
successivamente l'Accademia
delle Belle Arti di Napoli. Maestro
d'arte, è dotato di una tecnica
personalissima la sua tematica
abbraccia tutta la soggettistica
dell'arte figurativa continuando la tradizione romantica della
scuola "posillipina".
Artista precoce, la sua ricerca pittorica, negli ultimi anni, si è
indirizzata ed ispirata verso la paesaggistica dei Campi Flegrei,
sede di bellezze naturali e depositari di cultura, storia ed archeologia
di cui il pittore è un profondo conoscitore.
112
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Massimo Schiano, Avvocato
Dopo aver vissuto ed intrapreso
gli studi ginnasiali a Torino è
rientrato a Napoli, sua città natale,
dove si è laureato in Giurisprudenza
presso l'Università
Federico II.
Oggi, vive ed opera nei Campi
Flegrei. Sostenitore della difesa
e della tutela del patrimonio
ambientale ed archeologico collabora con Organizzazioni non
governative ed associazioni di rilevanza sovranazionale, quali
Earth Council Alliance, che opera sotto l'alto patrocinio delle
Nazioni Unite.
Particolarmente attivo nell'introduzione dell'innovazione tecnologica
e dei nuovi strumenti di comunicazione anche in ambito
legale per la miglior assistenza al cittadino.
113
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Conduce il convegno
Maria Teresa Moccia Di Fraia, Direttore Scientifico dell'
Area Culturale
Si è laureata in Lettere Classiche alla Federico
II di Napoli; dal 1986 è Docente di
Lettere. Insegna Italiano e Latino al Liceo
Virgilio di Pozzuoli e segue, in particolar
modo, Progetti inerenti l’archeologia e la
storia del territorio.
È responsabile dell’Ufficio Stampa
dell’Istituto per la Storia e l’Archeologia
della Magna Grecia di Taranto che promuove annualmente il
Convegno di Studi sull’Italia meridionale antica e referente per
l’area flegrea di Reset. E’ stata collaboratrice esterna del Centro
Internazionale di Studi Numismatici di Napoli.
È Cultrice della Materia (Cattedra di Archeologia e Storia
dell’Arte greco romana) presso l’Università degli Studi di Cassino,
ha partecipato come relatrice a numerosi convegni e seminari
in Italia e all’estero.
Come giornalista pubblicista ha collaborato a diverse testate di
quotidiani, periodici e riviste di settore ed è vicepresidente
dell’Assostampa Flegrea.
Autrice di articoli inerenti la storia e l’archeologia della Campania
antica.
114
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Contributi
Pierluigi Musto, Geologo
115
Nato a Napoli il 27/7/1962,
abita a Bagnoli (Napoli).
Si è diplomato al Liceo
Scientifico “Arturo Labriola”
nel 1981.
Laureato in Scienze Geologiche
nel 1989, abilitato all’esercizio della professione di Geologo.
Ha lavorato presso aziende di servizi nella geologia.
Si è abilitato all’insegnamento di Geografia negli Istituti Tecnici
di II° grado e in Scienze Matematiche Fisiche Chimiche e
Naturali nella Scuola media.
Già insegnante presso L’Istituto privato “Nobel” di Fuorigrotta
e presso alcuni Istituti Tecnici di II° grado Statali.
E’ in ruolo nell’insegnamento della Matematica e delle Scienze
dal 2007, attualmente all’I.C. Paolo di Tarso a Bacoli.
Nella scuola è attivo nelle funzioni strumentali soprattutto nel
settore della multimedialità e della comunicazione.
E’ autore del libro “Lucrino Averno Montenuovo”.
E’ autore e web-master del portale divulgativo
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
www.campiflegrei.eu nonché del sito
www.vincenzoboccardi.altervista.it.
E’ stato web-master di altri siti a carattere divulgativo.
Collabora con numerose associazioni culturali della zona flegrea
nell’ambito della divulgazione tecnico-scientifica e della
comunicazione. E’ nello Staff operativo dell’evento flegreo
“Malazè”.
Gennaro Di Fraia, Assessore alla Cultura e al Turismo
Comune di Bacoli.
Nato nel 1962, è insegnante di ruolo ed
ha prestato servizio presso le Scuole Italiane
all’estero.
Ha conseguito la laurea in Filosofia
presso l’Istituto Universitario Orientale
di Napoli, discutendo nel 1991 la tesi
“La decorazione architettonica in marmo
di alcuni edifici pubblici puteolani
dal I al III secolo d. C.”
Studioso del mondo classico, ha diretto per un decennio il Centro
Campano di Archeologia Subacquea cui si devono il rilievo
e lo studio scientifico di Baia sommersa, grazie ai quali lo Stato
ha potuto istituire il Parco archeologico sottomarino.
Per quanto riguarda Baia sommersa, è autore di contributi fon-
116
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
damentali, ben noti agli specialisti di settore, editi su prestigiose
Riviste accademiche quali Puteoli Studi di storia antica
ed Archeologia Subacquea pubblicata per i tipi del Poligrafico
dello Stato.
Nel 1996 ha curato la regia ed i testi del filmato Il Museo sommerso
dei Campi Flegrei, realizzato per conto della Soprintendenza
Archeologica di Napoli e Caserta e dei Comuni di Bacoli
e Pozzuoli.
Ha offerto il suo contributo qualificato ad Enti, Associazioni,
Riviste culturali di ambito nazionale e locale. In veste di conferenziere
ha contribuito, in Italia e presso alcuni Centri di cultura
italiana all’estero, alla diffusione della conoscenza del patrimonio
storico e archeologico flegreo. Attualmente è presso il
Comune di Bacoli.
Patrizia Isita, Biologa nutrizionista
Laureata in Scienze Biologiche, ha
frequentato la scuola di specializzazione
di Chimica e Tecnologia Alimentare
presso l’Università degli Studi
di Parma, ha studiato per anni medicina
integrata.
Esperta di Terapia Nutrizionale,
Specialista in trattamento delle Ma-
117
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
lattie della Nutrizione e Discipline Integrate, Docente Master di
II livello – Università di Napoli “Federico II”, Esperto in Armonizzazione
Posturale, Terapista e Istruttrice Shiatsu, da
sempre segue un approccio di alimentazione sana e naturale.
Abilitata alla professione di Biologo ed iscritta all’Ordine Nazionale
dei Biologi (n° 059889), svolge a Napoli e provincia la
libera professione come nutrizionista.
Presidente dell’associazione “L’Orto Consapevole”, no-profit,
costituita da un gruppo di professionisti che operano da tempo
nel campo della nutrizione, alimentazione, comunicazione e
marketing, svolge attività di informazioni sui danni causati da
una cattiva alimentazione.
Carmelo Currò Troiano, Giornalista, storico
Laureato in SCIENZE POLITICHE
presso l’Università di Napoli discutendo
una tesi in Diritto Internazionale
sull’Evoluzione storica del Diritto
di Neutralità.
Specializzato con il massimo dei
voti e la lode in DIRITTO INTER-
NAZIONALE presso l’Università
di Napoli discutendo una tesi in
Storia dei Paesi Afro-asiatici sul Comunismo in Africa.
118
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Laureato con il massimo dei voti e la lode in LETTERE
MODERNE presso l’Università di Salerno discutendo una tesi
in Storia Moderna sulla Storia e la descrizione genealogica
di due Famiglie dell’Italia meridionale.
Ha ricoperto l’incarico di esperto in documenti antichi
nell’ambito della convenzione tra Formez e Università di Salerno
per il recupero e la catalogazione del materiale cartaceo
danneggiato dal terremoto del 1980.
Ha partecipato all’organizzazione della Mostra “Terremoto-
Memoria storica”, svoltasi a Salerno, Potenza e Roma, di cui
è stato anche l’illustratore ufficiale
Ha pubblicato saggi su riviste specializzate a livello locale e
nazionale, tra cui SOCIOLOGIA (Roma), RASSEGNA DI
STORIA SOCIALE E RELIGIOSA (Roma), CAMPANIA
SACRA (Napoli), RASSEGNA STORICA SALERNITANA
(Salerno).
Giornalista Pubblicista, ha scritto e collabora per testate locali
e nazionali; fra le altre: IL TEMPO (Roma), IL GIORNALE
DI NAPOLI (Napoli), CRONACHE DEL MEZZOGIORNO
(Salerno), FOCUS (Milano), il più grande periodico italiano;
e come opinionista per l’emittente TELECOLORE (Salerno).
Nel 1999 è stato nominato ISPETTORE ONORARIO del
MINISTERO PER I BENI CULTURALI per i Beni artistici,
ambientali, architettonici, storici e archeologici.
119
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ernesto Colutta - Ester Colutta, Terme “Stufe di Nerone”
Incastonate nello splendido scenario
dei Campi Flegrei, le Stufe di Nerone
sono le terme in Campania conosciute
fin dai tempi antichi per la cura e per
il relax.
Le acque
termali che sgorgano alla temperatura
di 80°C sono ricche di
preziosi elementi minerali necessari
al corpo per rimanere in
tono ed elasticità; ma sono anche
riconosciute ottime alleate per la
cura di reumatismi, artrosi, per la riabilitazione.
Roberto Laringe, Federalberghi Campi Flegrei Presidente
“Il mercato del termalismo”
Federalberghi è l'associazione territoriale
che raggruppa 26 strutture alberghiere dei
Campi Flegrei, area turistico archeologica
di interesse internazionale a nord di Napoli.
120
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ospite della manifestazione la mostra fotografica
“ACQUE E TERME FLEGREE”
organizzata dall’associazione “Flegrea Photo” che ha riscosso
grande interesse di pubblico.
121
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
122
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
123
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
124
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
125
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
126
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Indice
Introduzione Pag 1
“Come nasce la Mostra”
di Antonio Isabettini
“ 19
La geologia termale dei Campi Flegrei
di PierLuigi Musto “ 21
Archeologia termale flegrea
Di Gennaro Di Fraia “ 25
Cure Termali e Nutrizione
di Patrizia Isita “ 50
"De Balneis Puteolanis “ - Un'altra scuola medica?
di Carmelo Currò Troiano
“ 57
“Le TERME oggi”
di Ernesto Colutta “ 65
”Evoluzione delle TERME”
di Ester Colutta “ 70
La Costruzione di un Distretto Turistico Termale
“Terme E Termalismo In Campania”
di Luca Rastrelli
“Il mercato del termalismo”
di Roberto Laringe
“Quale futuro per il termalismo dei Campi flegrei”
di Massimo Schiano
“ 73
“ 79
“ 83
127
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Pietro da Eboli
di Mariano Pastore
“ 88
LA MOSTRA “ 101
Elenco di BALNEA fornito da Raffaele Adinolfi,
nel suo “Campi flegrei nell’antichità” “ 103
(1978)
Conclusioni “ 105
Sono intervenuti “ 109
Mostra fotografica “Acque e terme flegree” di
associazione Flegrea Photo
“ 121
128
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Si ringraziano i sostenitori e collaboratori dell’evento
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Ringraziamento particolare a chi ha creduto in questo progetto
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Organizzazione a cura di:
Antonio Isabettini, Maestro d’arte
Anna Abbate, archeologa “Gruppo Archeologico Kyme”
Massimo Schiano, Avvocato
Con la collaborazione di:
Dott.ssa Imma Illiano
segreteria, elaborazione video
Dott. Gianluca D’Avino
archeologo “Gruppo Archeologico Kyme”
Riprese video
Dott.ssa Marianna Della Vecchia
archeologa “Gruppo Archeologico Kyme”
Riprese fotografiche
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Luisa de Franchis
Il convegno è stato aperto da Luisa de
Franchis, poetessa e scrittrice e mi onoro
di dire, grande amica di chi vi scrive.
La poetessa ha dedicato dei versi al
luogo in cui si è svolto l’evento
recitandoli lei stessa.
Di Luisa ci sarebbe tantissimo da
scrivere ma scriveremo solo le parole
che usa lei stessa per presentarsi:
“Per molto tempo la mia vita è stata la
paura di vivere.
Poi è successo un vero terremoto.
Tutto d’un tratto questa vita ho cominciato a viverla e a
combatterla. Mi sono resa conto di esistere...e per 20 anni ho
scritto emozioni su fogli di carta
ciò che sono e ciò che sento è tutto descritto nel mio libro:
OGGI FINALMENTE HO TROVATO IL CORAGGIO.
Mi trucco una volta al giorno e quel che resta resta, il mio
piatto preferito "zucchine e gamberetti”, i miei fiori preferiti
fiori di cotone e rose gialle e non mi piacciono le donne che
sanno fare solo coccodè”
Chi soffre non perde mai!
Così chiudiamo questi atti con la sua bella poesia.
12 dicembre 2015 “Il termalismo nei Campi Flegrei: ieri, oggi e domani”
Grazie a tutti!
Rione Terra
Luisa de Franchis
Le mie mani
toccavano il muro
tentando di spingerlo più in là.
Oggi chiudo gli occhi
e ritorno
a quando tutto si era sgretolato
nella mia fragilità.
Rovine di un passato
dal quale sono scappata via
per sfuggire da me stessa
e dall’instabilità.
Mi ritrovo tra pareti antiche
completate da pareti trasparenti.
Cammino tra le strade e tra la gente
della mia nuova terra
con un vestito nuovo
ed un nuovo libro tra le mani
Il mio sguardo si affaccia al mare
e dalle pietre
riemergono conchiglie.