Sfogliabile_AeL_n3_GIUGNO_2016

Recycling
troal, called “Urban aluminium mines” and dedicated to this
aspect, was circulated. The study underlines that Italy is the
firstcountrynEuropefortheproductionofsecondaryaluminium
from scrap but in spite of the high recovery share
(895,000 tons of scrap in 2015), our country is a strong
importer of aluminium scrap, with a 2013 budget deficit of
over 340.000 tons and 427 million euro. Post consumptionwasteadscrap,intheirroleas“urbanmines”ofraw
material, may provide a tangible contribution to feed the
aluminium industry, intrinsically based on circular economy.
Margins for improvement, regarding aluminium recovery,
are relevant, since the current apparent overall loss,
including industrial and urban uses, is roughly 40%. Specifically,
58% may be attributed to urban uses, 40% to packaging
and the like, and over one third to cars at the end of
their life cycle. Relevant waste and loss of light metal mainly
occur in the urban waste cycle, which involves roughly
171,000 tons of aluminium and where, by means of differential
waste collection, about 65,000 tons a year are recycled,
over 46,000 of these thanks to CiAl’s efforts. A loss
ofmetalofroughly99,000tonsperyearemerges,however,
that could be recovered by improving the efficiency
ofthecollectionselectionandrecyclingprocess.Actually,
while the recovery rate is very high for aluminium cans
and hard packaging (79,5%) and for semi-rigid packaging
(roughly68%),itislowforflexiblepackaging (3-6%)that
is not recovered because it is not collected separately or
not adequately separated on selection lines.
Considering the recovery from waste material and the
energy conversion of some aluminium, 40% of the light
metal contained in packaging and the like should still be
recovered. But above all the recovery of other sources
present in urban waste is very limited: currently about
76% of aluminium present in domestic waste is lost, just
like 68% of aluminium contained in Raee (electronic appliances).
Even in car scrapyards, one of the main sources
of aluminium scrap, the recorded loss of material adds
up to more than half of the estimated metal present and
that could potentially be recovered. All things considered,
the difference recorded between the light metal
that is actually recovered and the available amount is
exceptionally relevant and shows great development potential
for the recovery of aluminium even in sectors other
than packaging.
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Photo: Archivio fotografico Consorzio CiAL
mente basata sui principi dell’economia circolare. I margini
di miglioramento, per quanto riguarda il recupero dell’alluminio,
sono rilevanti, dal momento che l’attuale perdita apparente
complessiva, tra usi urbani e industriali, è di circa
il 40%. Nello specifico: il 58% per l’insieme dei flussi urbani;
il 40% di imballaggi e similari; oltre un terzo per gli autoveicoli
a fine vita. Sprechi rilevanti e perdite di metallo
leggero si riscontrano soprattutto nel circuito dei rifiuti urbani,
dove sono contenute circa 171.000 tonnellate di alluminio
e, con le raccolte differenziate, sono avviate a riciclo
circa 65.000 tonnellate annue, di cui
piùdi46.000grazieall’impegnodel
CiAl. Emerge pertanto una perdita di
metallo pari a circa 99.000 tonnellate
l’anno, recuperabile migliorando l’efficienza
del processo di raccolta, selezione
e riciclo. In effetti, se il tasso
di recupero è molto elevato per le lattineegliimballirigidi(79,5%)esemi
rigidi (circa 68%) in alluminio, è invece
modesto per gli imballaggi flessibili(3-6%)chenonsonovalorizzatio
perché non raccolti separatamente o
perché non adeguatamente separati
sulle linee di selezione.
Considerando anche il recupero da
scorie e la conversione energetica di
parte dell’alluminio, il 40% del metallo
leggero contenuto in imballaggi e similari
è ancora da recuperare. Ma, soprattutto,
è molto modesto il recupero
deglialtriflussipresentineirifiutiurbani:
apparentemente si disperde circa
il 76% dell’alluminio presente nei rifiuti
da prodotti di uso domestico e circa il 68% dell’alluminio contenuto
nei Raee (apparecchiature elettroniche). Anche nella
rottamazione degli autoveicoli, una delle principali fonti di
rottame di alluminio, si registra una dispersione di materiale
superiore alla metà della presenza stimata e potenzialmente
riciclabile. Complessivamente, lo scarto rilevante tra il metallo
leggero effettivamente recuperato e quello disponibile
è eccezionalmente rilevante e segnala grandi potenzialità
di sviluppo per il recupero dell’alluminio anche in settori diversi
da quello degli imballaggi.
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