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PISTACCHIO

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EDITORIALE<br />

NUTSPAPER,<br />

periodico d’informazione sulla frutta secca.<br />

Ci siamo: nuovo anno, nuovi<br />

raccolti. Tutti buoni per qualità<br />

e quantità tranne per il frutto, o<br />

meglio “seme”, di questo numero,<br />

il gustosissimo pistacchio.<br />

Il pistacchio, infatti, quest’anno<br />

è meno abbondante a causa<br />

delle gelate primaverili che<br />

hanno colpito l’Iran, il principale<br />

produttore mondiale. Tuttavia non<br />

rinunceremo a scoprire le mille<br />

virtù di un alimento buono e che<br />

fa anche bene, ricco di fibre, di<br />

vitamine, di proteine e con un forte<br />

potere saziante... consigliato dagli<br />

alimentaristi per le diete dimagranti!<br />

Andiamo quindi alla scoperta del<br />

pistacchio, con tiamina, vitamina<br />

B6, rame, manganese, potassio,<br />

fosforo e magnesio contenuti nel<br />

piccolo seme che può diventare<br />

un saporito spuntino mattutino o<br />

pomeridiano. Sarà interessante<br />

scoprire che il pistacchio produce<br />

i frutti ogni due anni, pertanto si<br />

alternano le piantagioni per avere<br />

ogni anno un raccolto, e che è<br />

costituito di piante femminili e<br />

di piante maschili, indispensabili<br />

entrambe per avere i frutti.<br />

Infine come è ormai tradizione di<br />

Nutspaper, vi segnaliamo le ricette<br />

a base di pistacchio e i vini per<br />

accompagnarle, che vi faranno<br />

fare una splendida figura con i<br />

vostri ospiti.<br />

Buona lettura quindi e...<br />

tanti pistacchi a tutti.<br />

la Redazione<br />

N/3


SOMMARIO<br />

Andamento di mercato<br />

delle materie prime<br />

A febbraio 2009.<br />

pag. 6<br />

Confezioni sottovuoto<br />

Senza ossigeno si allunga la vita degli alimenti.<br />

pag. 8<br />

Pistacchio<br />

Una coltura antichissima già cibo nel 7000 a.C.<br />

pag. 12<br />

Caratteristiche nutrizionali<br />

del pistacchio<br />

pag. 22<br />

Le micotossine<br />

Un pericolo per i prodotti di origine vegetale.<br />

pag. 24<br />

“NUTSPAPER” anno III - n° 1<br />

marzo - aprile - maggio 2009<br />

Reg. al Tribunale di Forlì il 17/04/2007 n.6/07<br />

www.nutspaper.com<br />

Editore: Menabó s.r.l.<br />

Direttore Responsabile: Andrea Masotti<br />

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri<br />

Elaborazione testi: Elisa Ravaglia<br />

Menabó s.r.l.<br />

via Napoleone Bonaparte, 50<br />

47100 Forlì (FC)<br />

tel. 0543.798463<br />

fax 0543.774044<br />

www.menabo.com<br />

info@menabo.com<br />

Comitato di redazione:<br />

Dr.ssa Francesca Buccella<br />

Dr. Giorgio D’Elia<br />

Dr.ssa Costanza Baldrati<br />

Dr.ssa Nicoletta Petrini<br />

Stampa: Faenza Industrie Grafiche<br />

Chiuso per la stampa nel mese di marzo 2009<br />

IRI Andamento delle vendite<br />

nella grande distribuzione<br />

A gennaio 2009.<br />

pag. 30<br />

Nei dintorni:<br />

a tavola con il vino.<br />

pag. 33<br />

RICETTE CON i PISTACCHI.<br />

Le ricette creative, interpretate da chef<br />

della scuola Artusiana<br />

Quattro piatti da gustare e collezionare.<br />

pag. 34<br />

Antipasto<br />

Friselle pugliesi con frutti di mare e pistacchi.<br />

pag. 35<br />

Primo<br />

Spaghetti di kamut con capesante,<br />

fiori di zucca e pistacchi.<br />

pag. 36<br />

Secondo<br />

Tagliata di tonno con pistacchi, pepe e salsa di soia.<br />

pag. 37<br />

Dolce<br />

Crème brûlée con pistacchi, yogurt e frutta esotica.<br />

pag. 38<br />

N/4


Andamento di mercato delle materie prime<br />

A febbraio 2009.<br />

I raccolti del 2008 sono buoni e in crescita per tutti i prodotti,<br />

tranne per il pistacchio, ma, sebbene siano abbondanti, le<br />

quotazioni si mantengono ai livelli medi degli anni precedenti. Il<br />

pistacchio iraniano, molto amato dal mercato europeo, è quasi<br />

introvabile (-75% il raccolto del 2008 rispetto a quello del 2007)<br />

a causa delle gelate primaverili che hanno danneggiato irrimediabilmente<br />

il ciclo vegetativo. Il pistacchio californiano subentra<br />

nell’offerta pertanto le sue quotazioni rimangono molto sostenute.<br />

Le noci e le arachidi sono gli unici prodotti che presentano<br />

quotazioni in ribasso, i prezzi delle noci californiane sono letteralmente<br />

crollati, mentre quelli delle arachidi, che erano schizzati<br />

nei mesi scorsi a +30/40%, si sono ridimensionati soprattutto<br />

per i calibri più piccoli. Una nota positiva va segnalata per le<br />

nocciole italiane, ottime sia per qualità sia per quantità.<br />

MANDORLE<br />

U.S.A.: Il raccolto è stato del 3-4% superiore alla stima<br />

oggettiva del National Agricultural Statistics<br />

Service - California Field Office (NASS/CFO)<br />

di 1.500 milioni di libbre di mandorle sgusciate,<br />

pari a 681.000 tonnellate. Le vendite del mese<br />

di dicembre sono state inferiori dell’1% rispetto<br />

a quelle dello stesso mese del 2007 e le quotazioni<br />

si mantengono sempre<br />

molto competitive. Per maggiori<br />

informazioni è possibile<br />

contattare l’Almond Board<br />

of California al numero +1 209<br />

549-8262 o visitare il sito ufficiale<br />

www.AlmondBoard.com<br />

UVA SULTANINA<br />

Turchia: Il raccolto 2008 è stato buono (310.000 tonnellate,<br />

contro le 240.000 dell’anno precedente) ed<br />

i prezzi, dopo un’apertura piuttosto sostenuta in<br />

settembre, sono progressivamente tornati ai livelli<br />

medi degli anni precedenti.<br />

Le quotazioni attuali, FOB<br />

Izmir, sono le seguenti: tipo<br />

9 USD 1.250 alla tonnellata,<br />

tipo 10 USD<br />

1.350 alla tonnellata.<br />

NOCI<br />

California: Rispetto alle quotazioni di apertura di inizio<br />

autunno i prezzi sono letteralmente crollati,<br />

sia per il prodotto in guscio che per lo sgusciato.<br />

La quotazione della<br />

jumbo Hartley è ormai<br />

scesa a livello di 1 dollaro<br />

alla libbra (il prezzo<br />

di apertura era stato di<br />

USD 1,45!).<br />

Iran:<br />

PISTACCHI<br />

L’effettiva mancanza di prodotto dovuta alle gelate,<br />

che hanno colpito le zone di produzione<br />

durante la scorsa primavera mantiene le quotazioni<br />

del pistacchio iraniano sempre molto sostenute:<br />

calibro 20/22 USD 8.400 alla tonnellata,<br />

calibro 28/30 USD 8.000.<br />

arachidi<br />

Israele: Le quotazioni che l’Israel Groundnuts Production<br />

& Marketing Board ha stabilito per il raccolto<br />

2008 sono le seguenti (i prezzi sono in euro<br />

alla tonnellata): Giant € 2.250 e Extra Fancy<br />

€ 2.050.<br />

U.S.A.: A causa della scarsa offerta di pistacchio da<br />

parte dell’Iran, la domanda sul prodotto californiano<br />

si mantiene sempre molto sostenuta<br />

e di conseguenza le quotazioni non hanno dato<br />

alcun accenno di diminuzione. I<br />

prezzi, FAS California, sono i seguenti:<br />

per il calibro 21/25 USD<br />

8.050 alla tonnellata mentre per<br />

il 26/30 USD 7.950.<br />

Egitto: Rispetto al mese di settembre le quotazioni delle<br />

arachidi egiziane sono significativamente scese<br />

soprattutto per la varietà Gregory e per<br />

i calibri più piccoli.<br />

Varietà Gregory: calibro 7/9<br />

€ 1.400, calibro 9/11 € 1.200.<br />

Varietà NC (simile all’arachide<br />

Israele): calibro 7/9 € 1.900,<br />

calibro 9/11 € 1.400.<br />

N/6


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NOCCIOLE<br />

Turchia: L’annuncio di un raccolto che ha superato le<br />

800.000 tonnellate non è servito a influenzare i<br />

prezzi a causa del sostegno del governo turco<br />

al mercato; l’aspettativa, infatti, è che il TMO<br />

acquisterà quest’anno circa 250.000 tonnellate<br />

di prodotto. Per capire quale sarà l’andamento<br />

delle quotazioni nella seconda parte<br />

dell’anno occorrerà vedere le prime previsioni<br />

del nuovo raccolto.<br />

Italia:<br />

Il raccolto 2008 è stato ottimo sia in quantità<br />

che in qualità. Il calibro medio<br />

è piuttosto piccolo e<br />

si sta quindi evidenziando<br />

una forbice di<br />

prezzo significativa fra<br />

l’11/13 ed il 13/15.<br />

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India, Brasile<br />

e Vietnam: Dopo le turbolenze avute nel corso di<br />

quasi tutto il 2008, durante il quale i prezzi<br />

sono stati soggetti ad un continuo saliscendi,<br />

le ultime quotazioni si sono stabilizzate<br />

e attualmente<br />

il calibro<br />

W320 è venduto<br />

a USD 2,50<br />

alla libbra.<br />

PINOLI<br />

Mediterraneo: Nell’ultimo mese le quotazioni dei pinoli<br />

stanno scendendo soprattutto grazie<br />

alle offerte a buon mercato che arrivano<br />

dalla Turchia. Nelle prossime settimane,<br />

quando la situazione si sarà stabilizzata,<br />

sarà possibile capire quale potrà<br />

essere il prezzo<br />

di riferimento per<br />

quest’anno.<br />

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Confezioni sottovuoto<br />

Senza ossigeno si allunga la vita degli alimenti.<br />

Il confezionamento sottovuoto caratterizza diversi alimenti in<br />

vendita sugli scaffali dei supermercati. Il consumatore sa apprezzarne<br />

il valore, ma spesso non conosce cosa significa<br />

tecnicamente sottoporre un prodotto al confezionamento sottovuoto.<br />

Produrre il vuoto significa asportare molecole di gas o<br />

vapore contenute in un determinato recipiente o sistema. Ciò<br />

implica che, per operare consapevolmente nella tecnica del<br />

vuoto, occorre conoscere non solo il comportamento dei gas<br />

e i dispositivi per la produzione e la misura del vuoto, ma anche<br />

il comportamento dei materiali usati. Tutti gli oggetti a contatto<br />

con l’aria subiscono delle alterazioni che, nel caso degli alimenti,<br />

sono particolarmente evidenti. L’aria e l’umidità provocano nei<br />

generi alimentari, ad esempio, lo sviluppo di muffe e microrganismi,<br />

la perdita di sapore del profumo ed alterazioni nel colore.<br />

Certamente i sistemi di conservazione, come refrigerazione,<br />

surgelamento, essiccazione ed altri, utilizzando particolari condizioni<br />

di umidità e temperatura, hanno lo scopo di attenuare<br />

queste alterazioni. Ma nell’aria è contenuto ossigeno, uno degli<br />

elementi “nemico” degli alimenti in quanto provoca le principali<br />

reazioni enzimatiche di alterazione dei cibi, soprattutto quelle di<br />

deterioramento dei grassi, come l’irrancidimento ossidativo.<br />

Infatti, la maggior parte dei batteri che danneggiano gli alimenti<br />

sono aerobi, cioè necessitano di ossigeno per moltiplicarsi. Togliendo<br />

l’ossigeno, si rallenta enormemente la velocità di crescita<br />

di tali batteri, moltiplicando la durata di conservazione dei cibi. Il<br />

confezionamento sottovuoto, grazie all’estrazione dell’aria, allunga<br />

così notevolmente il periodo di conservazione degli alimenti<br />

sia freschi sia conservati. Confezionare sottovuoto significa<br />

allora estrarre quanta più aria possibile da un contenitore o<br />

da una busta, per preservare il contenuto dagli effetti dannosi<br />

causati dall’ossigeno, come l’ossidazione o lo sviluppo di muffe<br />

e batteri. Naturalmente, per rendere efficace e mantenere nel<br />

tempo il sottovuoto, il contenitore e la busta devono essere correttamente<br />

sigillati. La confezionatrice sottovuoto rimuove l’aria<br />

dalle confezioni degli alimenti, isolandoli dall’atmosfera esterna.<br />

Che cosa è il “vuoto”.<br />

Il termine “vuoto” viene riferito alla situazione fisica che si verifica<br />

in un ambiente ove la pressione gassosa è minore di quella atmosferica.<br />

Poiché la pressione rappresenta dimensionalmente una<br />

forza per unità di superficie, la sua unità di misura è il Pascal [Pa]<br />

definito come la pressione che si ha quando esercito la forza di<br />

un Newton [N] sull’unità di superficie un metro quadrato [m 2 ], si<br />

ha quindi:<br />

Pascal = Newton/metro 2<br />

Pa = N/m 2<br />

Nella pratica però si usano spesso anche altre unità quali il millibar<br />

(mbar), pari a 100 Pa, e il mm Hg o torr, pari a circa 133,322 Pa.<br />

Il primo vantaggio che si ottiene da questa operazione è che<br />

l’alimento non può più variare la propria umidità. Le macchine<br />

per il confezionamento sottovuoto si dividono in 2 categorie:<br />

quelle ad aspirazione esterna e quelle a campana. Nelle prime<br />

l’involucro in cui viene creato il vuoto è esterno alla macchina, la<br />

quale letteralmente aspira l’aria in esso contenuta fino a creare<br />

il vuoto. Le macchine a campana, invece, possiedono una camera<br />

interna alla macchina che racchiude un volume nel quale<br />

viene creato il vuoto. Qualunque involucro messo all’interno di<br />

questa camera (detta campana a causa della sua forma convessa)<br />

viene messo sottovuoto nel momento in cui la macchina<br />

toglie l’aria in tutto il volume della campana.<br />

Le macchine a campana hanno dei vantaggi:<br />

• il vuoto che viene creato è maggiore: si parla del 90% per le<br />

macchine ad aspirazione esterna, del 99% in quelle a campana.<br />

Questo perché non è possibile aspirare aria da un sacchetto<br />

per sottovuoto oltre un certo livello, mentre è possibile andare<br />

oltre quando il vuoto è generato all’interno di un volume rigido<br />

interno alla macchina;<br />

• si possono mettere sottovuoto nelle buste di plastica anche<br />

alimenti liquidi, mentre le macchine ad aspirazione esterna necessitano<br />

di particolari accorgimenti non sempre economici.<br />

Il sottovuoto tuttavia non deve essere considerato un metodo di<br />

conservazione, ma una strategia per aumentare, e di molto, la<br />

protezione dell’alimento durante la conservazione. Per esempio,<br />

il sottovuoto non sostituisce la conservazione in frigorifero, ma<br />

è in grado di moltiplicare di 3-5 volte il tempo di conservazione<br />

della maggior parte degli alimenti da conservare in frigorifero<br />

(carne, pesce, formaggi, salse, brodo, ecc).<br />

N/8


consulenza e<br />

progettazione<br />

assicurativa<br />

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produce e commercializza, dal 1973, contenitori<br />

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di forma troncoconica, alcuni<br />

articoli sono disponibili ovali, cilindrici e rettangolari.<br />

I coperchi sono a pressione, dotati<br />

di sigillo di garanzia e di vari accessori per<br />

soddisfare le più svariate esigenze dei clienti:<br />

guarnizione per tenuta all’acqua, bocchello<br />

versaliquidi, dispenser, coperchio per termosaldatura.<br />

I contenitori possono essere prodotti<br />

in vari colori e sono personalizzabili in<br />

serigrafia, offset ed in-mould labelling.<br />

Casone S.p.A. ha sempre ricercato soluzioni<br />

innovative, premiate nel corso degli anni da<br />

due Oscar Italiani dell’Imballaggio e da un<br />

Oscar Europeo dell’Imballaggio “Eurostar”.<br />

La ricerca della qualità e di un servizio sempre<br />

più mirato alle esigenze della clientela hanno<br />

consentito di ottenere, nel 1999 la certificazione<br />

di qualità aziendale in base alla normativa<br />

ISO 9002 e tre anni dopo la certificazione in<br />

base alla norma ISO 9001:2000; tutto questo<br />

senza dimenticare il rispetto dell’ambiente,<br />

delle condizioni di sicurezza e l’adeguamento<br />

tecnologico come aspetti inscindibili per una<br />

crescita professionale solida e completa.<br />

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<strong>PISTACCHIO</strong><br />

Una coltura antichissima già cibo nel 7000 a.C.<br />

Nome inglese: Pistachio<br />

Nome scientifico: Pistacia vera<br />

Classificazione botanica<br />

Phylum: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Sapindales<br />

Famiglia: Anacardiacee<br />

Genere: Pistacia<br />

Specie: Pistacia vera<br />

INFORMAZIONI NUTRIZIONALI<br />

valori medi per 100g di prodotto tostato<br />

Calorie:<br />

Energia:<br />

Proteine:<br />

Carboidrati:<br />

Grassi:<br />

553 kcal<br />

2295 kJ<br />

20,6 g<br />

17,7 g<br />

44,4 g<br />

Minerali Vitamine<br />

Aminoacidi Grassi<br />

Calcio mg 107<br />

Ferro mg 4.15<br />

Magnesio mg 121<br />

Fosforo mg 490<br />

Potassio mg 1025<br />

Sodio mg 1<br />

Zinco mg 2.20<br />

Rame mg 1.300<br />

Manganese mg 1.200<br />

Selenio µg 7.0<br />

Ac. Ascorbico mg 5.0<br />

Tiamina mg 0.87<br />

Riboflavina mg 0.16<br />

Niacina mg 1.30<br />

Ac. Pantotenico mg 0.52<br />

Vitamina B6 mg 1.7<br />

Folati µg 51<br />

Vitamina B12 µg 0<br />

Vitamina A IU IU 553<br />

Vitamina A, RE µg 28<br />

Vitamina E, α Te mg 2.30<br />

Triptofano* mg 0.273<br />

Treonina* mg 0.673<br />

Isoleucina* mg 0.9<br />

Leucina* mg 1.554<br />

Lisina* mg 1.151<br />

Metionina* mg 0.338<br />

Cistina mg 0.357<br />

Fenilalanina* mg 1.062<br />

Tirosina mg 0.415<br />

Valina* mg 1.239<br />

Arginina mg 2.028<br />

Istidina* mg 0.507<br />

Alanina mg 0.921<br />

Ac. Aspartico mg 1.817<br />

Ac. Glutammico mg 3.819<br />

Glicina mg 0.953<br />

Prolina mg 0.812<br />

Serina mg 1.225<br />

* aminoacidi essenziali<br />

A. grassi saturi mg 5.44<br />

4:0 mg 0<br />

6:0 mg 0<br />

8:0 mg 0<br />

10:0 mg 0<br />

12:0 mg 0<br />

14:0 mg 0<br />

16:0 mg 4.889<br />

18:0 mg 0.466<br />

A. grassi monoinsaturi mg 23.319<br />

16:1 mg 0.463<br />

18:1 mg 22.686<br />

20:1 mg 0.170<br />

22:1 mg 0<br />

A. grassi polinsaturi mg 13.455<br />

18:2 mg 13.201<br />

18:3 mg 0.254<br />

18:4 mg 0<br />

20:4 mg 0<br />

20:5 n-3 mg 0<br />

22:5 n-3 mg 0<br />

22:6 n-3 mg 0<br />

Colesterolo mg 0<br />

N/12<br />

Fonte: USDA National Nutrient Database for Standard


Un’origine antichissima, citata nella Bibbia, il pistacchio si diffonde a partire dalla Siria.<br />

L’origine del genere Pistacia si può far risalire all’era terziaria grazie<br />

al ritrovamento di residui fossili rinvenuti nell’isola di Madeira. Altri<br />

ritrovamenti archeologici hanno evidenziato che il pistacchio era<br />

utilizzato fin dal 7000 a.C. in Turchia come cibo.<br />

È stata accertata la diffusione delle varie specie in diverse aree,<br />

ma limitando l’indagine alla Pistacia vera, essa sarebbe originaria<br />

della Siria o di un’area assai più vasta comprendente anche l’Asia<br />

Minore, la Palestina ed il Turkmenistan.<br />

La parola “pistacchio” deriva dal termine arabo fustaq e dal persiano<br />

pesteh: entrambi i nomi sono onomatopeici e richiamano il<br />

suono prodotto dal guscio che si apre a piena maturazione.<br />

La coltura del pistacchio è antichissima; infatti se ne fa riferimento<br />

nella Bibbia quando si narra che Giacobbe inviò diversi frutti in<br />

omaggio al Faraone, fra i quali anche i pistacchi (Genesi 43:11).<br />

Il pistacchio era noto anche agli Assiri, ai Persiani e ai Greci come<br />

droga medicinale.<br />

La sua coltura si sviluppò nell’Asia occidentale, dove fu trovata da<br />

Alessandro Magno nel III secolo a.C.; il pistacchio fu poi portato<br />

a Roma nel 30 d.C. da Lucio Vitellio, governatore generale della<br />

Siria, ed in seguito diffuso in Spagna da Pompeo Crasso.<br />

La diffusione del pistacchio comprende gradualmente la Cina, la<br />

Russia caucasica e da circa un secolo gli Stati Uniti d’America<br />

dove la pianta è stata introdotta dall’“Office of Foreign Seeds and<br />

Plants Introduction”.<br />

I Paesi produttori.<br />

Pistacchio<br />

(raccolto in tonnellate)<br />

FAOSTAT | © FAO Statistics Division 2009 | 05 January 2009<br />

2005 2006 2007<br />

Afghanistan 2.457 2.457 3.000<br />

China 34.000 36.000 38.000<br />

Greece 9.365 6.403 9.000<br />

Iran, Islamic<br />

Republic of<br />

229.657 230.000 230.000<br />

Italy 2.719 2.200 2.000<br />

Pakistan 597 632 600<br />

Syrian Arab Republic 25.000 27.000 29.000<br />

Turkey 60.000 110.000 78.409<br />

United States<br />

of America<br />

128.367 107.955 110.000<br />

Il maggiore produttore mondiale di pistacchio è l’Iran con una<br />

produzione media annua superiore alle 230.000 tonnellate, seguito<br />

da Stati Uniti con circa 110.000 tonnellate, poi da Turchia,<br />

Cina, Siria, Grecia, Italia, Afganistan, Pakistan<br />

e India.<br />

In Iran la maggior parte dei pistacchi è coltivata nelle province di<br />

Rafsanjan e di Kerman. L’Iran copre circa il 54% dell’intera produzione<br />

mondiale ed ha nell’Europa occidentale il suo maggiore<br />

mercato. Importato in prevalenza nella varietà round, il pistacchio<br />

iraniano è molto apprezzato grazie ad una qualità e ad un<br />

sapore ottimi.<br />

La California, la cui produzione copre circa il 22% della quota<br />

mondiale, produce un pistacchio dalle caratteristiche sostanzialmente<br />

diverse da quello iraniano, con un guscio più chiaro<br />

e privo di macchie, ma molto meno saporito. Il pistacchio americano<br />

è consumato soprattutto nel mercato interno, in estremo<br />

oriente e nell’Europa orientale. Il terzo paese produttore, la<br />

Turchia, con circa 78.000 tonnellate ed una quota di mercato<br />

del 14%, possiede una varietà molto simile al long iraniano, di<br />

calibro medio-piccolo e di qualità ottima, con un sapore molto<br />

gradevole.<br />

La Siria produce circa 29.000 tonnellate di un ottimo pistacchio,<br />

consumato però quasi esclusivamente nel mercato interno, nel<br />

quale il prodotto viene venduto fresco e dove viene utilizzato per<br />

la produzione di olio. La peculiarità della Siria è quella di avere<br />

un mercato molto chiuso e protetto da un dazio di importazione<br />

del 50%, che impedisce di fatto l’ingresso del prodotto dai paesi<br />

esteri. La produzione greca è di circa 9.000 tonnellate annue,<br />

inferiore al consumo interno, il che la rende sostanzialmente un<br />

paese importatore.<br />

N/13


Cenni botanici.<br />

Nonostante sia conosciuto come frutta a guscio, il pistacchio<br />

botanicamente è una drupacea della quale la parte edibile è<br />

il seme. Di altezza media intorno ai 4-5 metri, la pianta può superare<br />

anche gli 8-10 metri. Ha una corteccia di color grigio cenere,<br />

una chioma ampia e branche pendule (figura 1). Le foglie<br />

sono composte, caduche, imparipennate: nelle piante giovani<br />

sono tomentose mentre con il passare del tempo diventano<br />

glabre e coriacee (figura 2). Fiorisce in aprile-maggio e presenta<br />

fiori apetali femminili e maschili su diverse piante (figura 3:<br />

fiore femminile a sx - maschile al centro). Il frutto è una drupa<br />

monosperma, con mallo sottile, peduncolata, ovale, cresce in<br />

grappoli ed a maturazione è di colore rosso (figura 3 a dx).<br />

Terminato l’accrescimento del frutto e del guscio contenuto<br />

all’interno, comincia l’ingrossamento del seme: questo processo<br />

aumenta la pressione interna e, in circa 6 settimane, si arriva<br />

alla spaccatura del guscio (figura 4).<br />

Il seme, contenuto in due valve di color giallo crema o biancastro,<br />

è unico e allungato, di colore verde chiaro.<br />

Figura 1 Figura 2 Figura 3<br />

Figura 4<br />

Le esigenze climatiche e il ciclo vegetativo.<br />

Il pistacchio prospera in zone dove l’inverno è fresco e le estati<br />

sono lunghe e calde.<br />

Resiste bene alla siccità e non teme le alte temperature<br />

estive, ma non sopporta eccessiva umidità.<br />

Il pistacchio richiede l’esposizione ad almeno 1.000 ore di temperatura<br />

inferiore ai 7 °C per indurre la dormienza necessaria<br />

alla pianta per garantire una buona produzione per l’anno successivo.<br />

Un inverno troppo mite o piogge troppo abbondati durante<br />

il periodo dell’impollinazione riducono il raccolto.<br />

L’albero di pistacchio è piuttosto resistente alle giuste condizioni<br />

climatiche, e sopravvive in un intervallo di temperatura tra i -10<br />

°C in inverno ed i 40 °C in estate.<br />

Dovrebbe essere piantato in pieno sole e predilige terreni ben<br />

drenanti. L’albero del pistacchio fiorisce in aprile ed<br />

occorre che non subisca gelate a partire da questo periodo.<br />

La raccolta avviene da fine agosto ad ottobre.<br />

Le piante vanno in produzione ogni due anni e per questo motivo<br />

le piantagioni vengono fatte in tempi e luoghi differenti, così<br />

da potere avere un raccolto costante ogni anno. Ciò nonostante<br />

vi è un certo squilibrio per cui si tendono ad alternare anni di<br />

produzione ottima (long crop) ad anni di produzione più scarsa<br />

(short crop).<br />

N/14


Le tecniche colturali.<br />

Classificazione.<br />

Propagazione<br />

Il pistacchio è propagato solitamente per gemmazione o per<br />

innesto su P. atlantica, P. terebinthus o P. integerrima. Questi<br />

portainnesti sono utilizzati per il loro vigore e per la loro resistenza<br />

ai nematodi ed ai funghi che prolificano nel terreno. La pianta<br />

così messa in campo entra in produzione dopo 5-8 anni, ma la<br />

piena produttività non si ha prima di 15-20 anni.<br />

Impollinazione<br />

La pianta di pistacchio produce fiori maschili e fiori femminili su<br />

piante distinte. È necessario quindi disporre nella piantagione di<br />

entrambe le piante in un rapporto che varia tra 1:15 ed 1:25. In<br />

alternativa si possono innestare rami maschili su piante femminili.<br />

L’impollinazione avviene per trasporto aereo, con il vento, e<br />

non grazie alle api od altri insetti.<br />

Potatura<br />

La potatura può essere di fondamentale importanza: la raccolta<br />

avviene infatti in modi diversi a seconda del tipo di potatura<br />

praticata. Se la piantagione è spontanea, cresce con forma “a<br />

ceppaia” o a “vaso policaule” (figura 5). In questo caso si potrà<br />

procedere alla raccolta manuale, mentre se si agisce maggiormente<br />

con potature si arriva ad una forma a “vaso” (figura 6)<br />

più o meno aperto impalcato ad 80-100 cm che consente una<br />

agevole raccolta meccanica. Un’altra forma di allevamento è in<br />

volume ad “alberello”. Non servono sostegni o palificazioni. Gli<br />

interventi di potatura sono limitati in quanto, specie le grosse<br />

branche, cicatrizzano molto lentamente. Durante la fase produttiva<br />

si attuano interventi annuali o poliennali per eliminare i rami<br />

deperiti, secchi, malati. In alcuni casi vengono attuati anche interventi<br />

di potatura verde, quali la scacchiatura e la spollonatura<br />

(nel terebinto). Le potature troppo spinte riducono il rendimento.<br />

Per contenere lo sviluppo delle infestanti e limitare l’evaporazione<br />

si possono eseguire alcune lavorazioni superficiali o di<br />

diserbo chimico.<br />

Il pistacchio tollera lunghi periodi di siccità, ma lavora al meglio<br />

con rare ed abbondanti precipitazioni. Grazie alla sua lenta<br />

crescita, il pistacchio non ha la necessità di fertilizzazioni particolari.<br />

Figura 5 Figura 6<br />

<strong>PISTACCHIO</strong> IRAN<br />

Varietà<br />

Ci sono molte varietà di pistacchi, ma l’unica vera distinzione<br />

che in Europa è effettuata a livello commerciale è quella fra le<br />

varietà rotonde (round) e quelle allungate (long). La quotazione<br />

di mercato del round è generalmente superiore a quella del long<br />

di circa 100 USD alla tonnellata. Nella tabella seguente sono<br />

indicate le caratteristiche delle principali varietà coltivate in Iran.<br />

Varietà<br />

* sono denominati blank quei pistacchi il cui guscio non contiene il frutto o contiene un<br />

frutto di diametro inferiore alla metà della cavità del guscio stesso.<br />

Calibri.<br />

Il calibro del pistacchio è dato dal numero di frutti contenuti in<br />

un’oncia (28,35 g); in Iran i pistacchi sono così suddivisi: 18/20,<br />

20/22, 22/24, 24/26, 26/28, 28/30, 30/32, 32/34.<br />

Pistacchio California<br />

Varietà<br />

% frutti<br />

aperti<br />

% frutti<br />

chiusi<br />

%<br />

blank*<br />

resa<br />

%<br />

tipo<br />

maturazione<br />

Ohadi 80,74 3,15 16,14 58 rotondo media<br />

Kaleh Ghouchi 64,22 14,55 21,33 56 rotondo media<br />

Jandaghi 79,67 5,69 14,63 53 rotondo tardiva<br />

Harati 80 5,24 14,76 53 lungo tardiva<br />

Ebrahimi 76 16 8 56 lungo precoce<br />

Ebrahimabadi 86 3 11 56 lungo precoce<br />

Hassanzadeh 84 7 9 57 lungo precoce<br />

Karimabadi 83 4 13 53 lungo precoce<br />

Fadoghi Ghafuri 96 3 1 55 lungo precoce<br />

Akbari 89,6 3 1,4 52 lungo tardiva<br />

Momtaz 83,6 1,4 14,89 55 lungo media<br />

Ahmad Aghaie 97 2 1 56 lungo media<br />

Fra le numerose varietà di pistacchio coltivate in California, elenchiamo<br />

di seguito le caratteristiche delle principali:<br />

Kerman: costituita dall’U.S. Plant Introduction Station di Chico<br />

in California, da un semenzale ottenuto per libera impollinazione<br />

da una pianta introdotta da Rafsanjan in Iran. Introdotta nel<br />

1957, questa cultivar è la più pregiata e diffusa in California, an-<br />

N/15


La raccolta.<br />

Abbiamo fatto cenno ai due diversi tipi di raccolta: manuale ed automatica.<br />

Raccolta manuale<br />

Raccolta non utilizzata in Califonia ma in Medio Oriente. La raccolta<br />

viene fatta a mano: i grappoli di pistacchi vengono colpiti con lunghi<br />

bastoni e fatti cadere su apposite reti o teloni; sempre con processi a<br />

bassa automazione viene rimosso il mallo che ricopre il guscio e quindi<br />

i pistacchi vengono fatti seccare al sole. Questo tipo di raccolta porta a<br />

problemi di igiene: i pistacchi sono infatti a contatto con il suolo. Il mallo<br />

si sporca e porta con sé corpi estranei, senza contare che l’umidità del<br />

terreno può portare ad avere macchie sui gusci.<br />

Raccolta automatica<br />

In California la raccolta viene effettuata meccanicamente tramite l’utilizzo<br />

di appositi scuotitori che fanno cadere i frutti (vedi figura 7); meccanica<br />

è anche la rimozione dei malli, mentre l’essiccazione avviene ad<br />

aria calda. Dopo l’essiccazione il tasso di umidità dei pistacchi passa<br />

dal 45-50% al 5%.<br />

Quando si acquista pistacchio iraniano è generalmente previsto che vi<br />

possa essere il 5% di prodotto con il guscio chiuso; tale percentuale<br />

scende al 2% nel pistacchio californiano.<br />

La raccolta meccanica tramite gli scuotitori consente di evitare il contatto<br />

del prodotto col terreno. Il mallo dei pistacchi, al contrario di quello<br />

delle mandorle o delle noci, è ancora umido in questa fase e, se dovesse<br />

giacere a terra, porterebbero poi a problemi di colorazione del<br />

guscio.<br />

I frutti raccolti devono essere smallati ed essiccati entro 24 ore per prevenire<br />

le macchie del guscio e la contaminazione da aflatossine. Il raccolto<br />

viene poi trasportato in azienda con autoarticolati (figura 8).<br />

Figura 7 Figura 8<br />

Le prime lavorazioni.<br />

Smallatura<br />

Esistono diversi metodi per la smallatura: il più utilizzato è una rimozione<br />

tramite getti d’acqua, questi, grazie alla loro pressione, puliscono<br />

il guscio dal mallo.<br />

Un altro metodo molto diffuso è il passaggio dei frutti in una macchina<br />

dotata di due nastri paralleli che ruotano a differenti velocità o a spin<br />

inversi che provocano una frizione sul mallo.<br />

Il prodotto viene poi diretto in un separatore ad acqua. Questa fase<br />

risulta fondamentale in quanto il prodotto smallato viene immesso in<br />

una vasca dove una corrente di acqua tende a separare il prodotto in<br />

base al galleggiamento: i frutti maturi vanno a fondo, mentre i verdi,<br />

immaturi, chiusi o con residui di mallo galleggiano.<br />

Apertura con acqua<br />

I pistacchi raccolti non a completa maturità, e quindi “chiusi”, sono<br />

aperti con acqua. Ci sono due tipi diversi di apertura con acqua:<br />

1) i pistacchi vengono immersi in acqua per 2-3 ore, successivamente<br />

i gusci sono aperti meccanicamente con schiaccianoci. Tradizionalmente<br />

erano fatti asciugare all’aria aperta, ora sono asciugati<br />

ad aria calda.<br />

2) i pistacchi vengono immersi in acqua per 12 ore o più, per favorire<br />

la germogliazione. I pistacchi sono quindi asciugati con aria calda<br />

e a seguito di ciò i gusci si aprono automaticamente.<br />

I frutti sono trasportati in essiccatori ad aria forzata per abbassare il<br />

livello di umidità fino al 5%, mentre i malli ed i frutti con residui di mallo<br />

sono raccolti a parte ed utilizzati come fertilizzante.<br />

Cernita meccanica<br />

I pistacchi devono poi essere separati dai frutti che, nonostante tutte<br />

le accortezze utilizzate, sono rimasti chiusi: per questa operazione si<br />

utilizza un cilindro provvisto di uncini atti ad intercettare e trattenere i<br />

pistacchi aperti.<br />

I pistacchi vincolati agli uncini sono staccati nella parte superiore del<br />

cilindro da spazzole e vengono fatti cadere su un nastro trasportatore.<br />

I pistacchi chiusi, che quindi non sono catturati dagli uncini, percorrono<br />

tutta la lunghezza del cilindro e vengono raccolti separatamente<br />

dai pistacchi aperti.<br />

Si passa poi ad una fase di calibratura e di cernita dei pistacchi: il tutto<br />

è svolto primariamente con una selezione elettronica e poi manualmente.<br />

Il prodotto viene stoccato in silos e, una volta ricevuto l’ordine,<br />

vengono riempiti big bag che saranno trasportati in container con navi<br />

fino ai porti europei.<br />

Le lavorazioni in azienda.<br />

Tostatura e salatura<br />

Esistono diversi metodi di tostatura, ma il più utilizzato è il metodo<br />

ad aria forzata. Il pistacchio viene tostato all’interno di un forno tostatore<br />

a nastro orizzontale che permette una cottura in continuo. La<br />

tostatura del pistacchio richiede un processo più complesso di quello<br />

di tutta l’altra frutta a guscio, come arachidi, mandorle o nocciole: il<br />

pistacchio, nella maggior parte dei casi, deve essere salato.<br />

La salatura può avvenire con due sistemi differenti:<br />

• salatura in linea continua;<br />

• salatura discontinua in bassina.<br />

La salatura più utilizzata è di tipo continuo, in linea: il pistacchio è fatto<br />

passare in un cilindro di aromatizzazione dove è addizionata la salamoia<br />

a concentrazione nota di sale. Il pistacchio entra così a contatto<br />

con la salamoia e si amalgama di sale. Per poter avere una salatura<br />

omogenea della intera massa si deve prestare attenzione a tutti i diversi<br />

parametri fisici e merceologici della materia prima. Lo stesso<br />

vale per la salatura con la bassina. Tramite il monitoraggio continuo<br />

di tutti i parametri di tostatura si riesce ad ottenere un prodotto con<br />

un contenuto di acqua residua predeterminato, tale da conferire al<br />

pistacchio la caratteristica di croccantezza che lo caratterizza.<br />

Confezionamento<br />

Il confezionamento è la lavorazione finale del pistacchio: spesso si<br />

crede che la qualità del prodotto consumato dipenda solo dalla materia<br />

prima utilizzata. Non è invece da sottovalutare il contributo positivo<br />

che un corretto confezionamento dà alla conservazione della qualità<br />

del prodotto. Sempre più spesso le aziende e la grande distribuzione<br />

organizzata si preoccupano del materiale con cui si confeziona e delle<br />

sue possibili interazioni con il prodotto.<br />

Se l’imballaggio primario (imballaggio a contatto diretto con l’alimento)<br />

garantisce una “buona protezione” contro l’ingresso di umidità e<br />

di ossigeno all’interno della confezione, il prodotto manterrà le sue<br />

caratteristiche organolettiche più a lungo rispetto allo stesso prodotto<br />

meno “protetto”, portando vantaggi e benefici sia a consumatori che<br />

a produttori e distributori.<br />

Conservazione<br />

Alle seguenti condizioni il pistacchio può tranquillamente essere conservato<br />

per due anni senza inconvenienti:<br />

Temperatura: < 14 °C<br />

Umidità relativa: < 60%<br />

N/16


che se è caratterizzata da una pronunciata alternanza di produzione.<br />

La pianta è vigorosa a fioritura tardiva, a metà settembre.<br />

La resa del seme è elevata ed il gheriglio è molto chiaro.<br />

Bronte: varietà che prende il nome da Duca di Bronte (Catania)<br />

che la introdusse in California all’inizio del Novecento. La pianta<br />

è di grandi dimensioni a fioritura precoce. La raccolta è a fine<br />

agosto-primi di settembre.<br />

Red Aleppo: varietà molto produttiva. Il frutto grosso e arrotondato<br />

è raccolto a fine agosto-primi di settembre.<br />

Sfax: è caratterizzata da fitti grappoli di pistacchi e semi piccoli<br />

di ottima qualità. La maturazione è precoce e si verifica a metà<br />

agosto.<br />

Trabonella: è una pianta vigorosa a fioritura precoce. Il seme<br />

piccolo e di colore verde va a maturazione a metà settembre.<br />

GRADI E CALIBRI (pistacchio in guscio).<br />

I gradi ed i calibri sono pubblicati dalla USDA, ente riconosciuto<br />

a livello mondiale. In base alle loro pubblicazioni vengono definiti<br />

i “gradi” dei pistacchi e di molta altra frutta a guscio. “U.S. Fancy”,<br />

“U.S. Extra No.1”, “U.S. No.1” e “U.S. Select” sono i gradi<br />

del pistacchio in guscio. Esistono parametri per altri due gradi,<br />

denominati “U.S. Artificially Opened” e “U.S. Non Split”, che ricalcano<br />

a grandi linee quelli dei quattro precedenti. I pistacchi<br />

vengono valutati in base alla presenza dei difetti indicati nella<br />

seguente tabella:<br />

Difetti<br />

del frutto:<br />

Assenza di<br />

danni seri<br />

provocati da:<br />

Frutti asciutti e croccanti o di umidità media non<br />

superiore al 7%.<br />

Assenza di corpi estranei: compreso pistacchio<br />

in guscio, gusci, frammenti di gusci, foglie, sassi.<br />

Non vi è nessuna tolleranza per metalli e vetro.<br />

Assenza di danni dovuti a:<br />

Frutti immaturi - sono eccessivamente sottili e<br />

possono avere la superficie grigia o marrone scuro,<br />

in più il loro interno può essere altrettanto scuro.<br />

Il flavor risulta anomalo.<br />

Frutti macchiati - si fa riferimento alle macchie<br />

marrone scuro o grigie che ricoprono più di 1/8<br />

della superficie del seme.<br />

Altri difetti.<br />

Muffa.<br />

Danni minori provocati da vertebrati o insetti: dove<br />

si notano ad occhio nudo segni di azione trofica.<br />

Danno dovuto alla presenza di insetti: si intende la<br />

presenza di insetti morti, parti di insetto e tele sericee.<br />

Non è tollerata alcuna presenza di insetti vivi.<br />

Rancidità: il rancido è riferito al sapore. L’odore<br />

anomalo non è classificato con il termine “rancidità”.<br />

Deperimento: sono deperiti i semi in cui almeno<br />

1/6 del frutto è decomposto.<br />

Altri difetti del frutto.<br />

Assenza di<br />

corpi estranei:<br />

Frutti senza guscio, i frutti di pistacchio edibili<br />

non sono considerati corpi estranei o polvere.<br />

Pezzi di guscio.<br />

Il grado viene attribuito in base alla presenza % di tali difetti per<br />

ogni lotto, infatti per ogni grado è stata definita la tolleranza di<br />

ciascun difetto:<br />

Difetti<br />

del guscio:<br />

Particelle e polveri.<br />

Gusci chiusi o che contengono un frutto che non<br />

riempie almeno il 50% della cavità del guscio.<br />

Gusci chiusi.<br />

Gusci rotti non nella sutura.<br />

Assenza di danni dovuti a:<br />

Mallo aderente al guscio.<br />

Macchie di luce - perdita di colore del guscio che<br />

varia dal solito colore al giallo o marrone chiaro.<br />

Questa macchia deve coprire di ¼ della superficie<br />

del guscio.<br />

Macchie scure - colore del guscio che varia dal<br />

solito colore al marrone scuro fino a nero e copre<br />

più di 1/8 della superficie del guscio.<br />

Altri difetti.<br />

Difetti esterni<br />

a) Chiusi o rotti non<br />

nella sutura<br />

Gusci chiusi max<br />

(compresi in a)<br />

b) Materiali aderenti<br />

al guscio<br />

c) Macchie chiare e<br />

scolorimenti<br />

d) Macchie scure<br />

(incluso in c)<br />

U.S.<br />

Francy<br />

U.S.<br />

Extra<br />

No.1<br />

U.S.<br />

No.1<br />

U.S.<br />

Select<br />

U.S.<br />

Artificially<br />

Opened<br />

U.S.<br />

Non-Split<br />

2 3 6 10 10 N/A<br />

1 2 3 4 4 N/A<br />

1 1 1 2 2 2<br />

7 12 25 N/A N/A N/A<br />

2 3 3 3 3 3<br />

Altri tipi di danni 1 1 2 3 10<br />

Il totale dei danni<br />

esterni non deve superare:<br />

e) Diametro inferiore<br />

a 11.88 mm<br />

(30/64 di pollice):<br />

9 16 N/A N/A N/A N/A<br />

5 5 5 5 4 5<br />

N/17


Difetti esterni<br />

U.S.<br />

Francy<br />

U.S.<br />

Extra<br />

No.1<br />

U.S.<br />

No.1<br />

U.S.<br />

Select<br />

U.S.<br />

Artificially<br />

Opened<br />

U.S.<br />

Non-Split<br />

Nome del<br />

calibro<br />

Valore medio di frutti per oncia<br />

(28.35 g) *<br />

Colossal 31 frutti<br />

1) Danni da presenza<br />

di insetto o<br />

parte di esso (incluso<br />

in b)<br />

1 2 2 2 2 2<br />

*il calibro è valutato prima della tostatura.<br />

c) difetti interni totali 4 8 9 9 9 9<br />

GRADI E CALIBRI (pistacchio sgusciato).<br />

Altri difetti<br />

a) Pezzi di guscio e<br />

gusci vuoti<br />

1) gusci vuoti<br />

compresi in a)<br />

U.S.<br />

Francy<br />

U.S.<br />

Extra<br />

No.1<br />

U.S.<br />

No.1<br />

U.S.<br />

Select<br />

U.S.<br />

Artificially<br />

Opened<br />

U.S.<br />

Non-Split<br />

2 2 2 2 2 2<br />

1 1 1 1 1 1<br />

Questi valori standard sono pubblicati dalla USDA, ente riconosciuto<br />

a livello mondiale. In base alle loro pubblicazioni vengono<br />

definiti i “gradi” dei pistacchi e di molta altra frutta a guscio.<br />

“U.S. Fancy”, “U.S. Extra No. 1” e “U.S. No. 1” sono i gradi del<br />

pistacchio sgusciato: i frutti devono soddisfare i seguenti parametri:<br />

Sono definite anche le tolleranze dei difetti sopraccitati per l’appartenenza<br />

dei lotti di pistacchio ai 3 diversi gradi, dal più pregiato<br />

(U.S. Fancy) al meno pregiato (U.S. No. 1).<br />

b) Materiali estranei<br />

(non sono ammessi<br />

pezzi di<br />

vetro, di metallo<br />

e insetti vivi).<br />

c) Polvere o corpi<br />

particellari<br />

0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25<br />

0,25 0,25 0,25 0,25 0,25 0,25<br />

Frutti asciutti e croccanti o di umidità media non<br />

superiore al 7%.<br />

Assenza di corpi estranei: compreso pistacchio<br />

in guscio, gusci, frammenti di gusci, foglie, sassi.<br />

Non vi è nessuna tolleranza per metalli e vetro.<br />

d) Frutti sgusciati 4 5 6 6 6 6<br />

Il calcolo della percentuale dei difetti si esegue come calcolo<br />

delle percentuali p/p:<br />

Difetti<br />

del frutto<br />

Assenza di danni dovuti a:<br />

Frutti immaturi - sono eccessivamente sottili e possono<br />

avere la superficie grigia o marrone scuro, in<br />

più il loro interno può essere altrettanto scuro. Il<br />

flavor risulta anomalo.<br />

peso pistacchi con il difetto (g) x 100<br />

%[p/p] =<br />

peso totale del campione (g)<br />

Frutti macchiati - si fa riferimento alle macchie marrone<br />

scuro o grigie che ricoprono più di 1/8 della<br />

superficie del seme.<br />

Il calibro del pistacchio è calcolato sul numero di frutti contenuti<br />

in un’oncia. In California sono utilizzati i seguenti calibri:<br />

Altri difetti.<br />

N/18


Classificazione in base alle dimensioni.<br />

Assenza<br />

di danni seri<br />

provocati da<br />

Muffa.<br />

Danni minori provocati da vertebrato o insetti,<br />

dove si notano ad occhio nudo segni di azione<br />

trofica.<br />

Danno dovuto alla presenza di insetti - si intende<br />

la presenza di insetti morti, parti di insetto e<br />

tele sericee. Non è tollerata alcuna presenza di<br />

insetti vivi.<br />

Rancidità - il rancido è riferito al sapore. L’odore<br />

anomalo non è classificato con il termine “rancidità”.<br />

Deperimento - sono deperiti i semi in cui almeno<br />

1/6 del frutto è decomposto.<br />

Il calibro dei semi di pistacchio deve essere sempre specificato<br />

assieme al grado, e deve rientrare in uno dei seguenti gruppi:<br />

Jumbo Whole Kernels: 80% in peso, o più, devono essere<br />

frutti interi. Di questi non più del 5% dei frutti deve passare<br />

attraverso un foro circolare di 9,53 mm (24/64 inch) su di un<br />

calibro ufficiale e non più dell’1% deve passare dal foro circolare<br />

di diametro di 6.35mm (16/24 inch).<br />

Large Whole Kernels: 80% in peso, o più, devono essere<br />

frutti interi. Di questi non più del 2% dei frutti deve passare attraverso<br />

un foro circolare di 6,53mm (16/64 inch) su di un calibro<br />

ufficiale.<br />

Large Split Kernels: 75% in peso, o più, possono essere<br />

frutti rotti longitudinalmente. Di questi non più del 5% dei frutti<br />

deve passare attraverso un foro circolare di 6,53 mm (16/64<br />

inch) su di un calibro ufficiale.<br />

Salvo diversi accordi, i frutti devono appartenere<br />

al calibro Jumbo.<br />

Altri difetti del frutto.<br />

Whole and Broken Kernels: significa una miscela di frutti<br />

sia interi che rotti. La percentuale di frutti interi e/o rotti può<br />

essere specificata. Non più del 5% dei frutti deve passare attraverso<br />

un foro circolare di 1,98 mm (5/64 inch) su di un calibro<br />

ufficiale.<br />

Fonte: United States Standards for Grades of Shelled Pistachio<br />

Nuts” December, 2004<br />

U.S.<br />

Francy %<br />

U.S. Extra<br />

No.1 %<br />

U.S.<br />

No.1 %<br />

<strong>PISTACCHIO</strong> IN ITALIA.<br />

a) Danni 2 2.5 3<br />

b) Danni seri 1.5 2 2.5<br />

danni da insetti<br />

(incluso in b)<br />

0.3 0.4 0.5<br />

c) Materiale estraneo 0.03 0.05 0.1<br />

* United States Standards for Grades of Shelled Pistachio Nuts” December, 2004.<br />

La pianta del pistacchio in Italia è coltivata quasi esclusivamente<br />

in Sicilia su una superficie di circa 4.000 ettari.<br />

Le zone più vocate sono situate nelle province di Catania, Agrigento<br />

e Caltanissetta.<br />

La pianta trova il clima ideale nella zona etnea: altitudine di circa<br />

400-700 metri s.l.m., temperature primaverili medie di circa<br />

12° ed infine, per la maturazione, circa 27° a luglio-agosto, con<br />

qualche pioggia temporalesca che favorisce il pieno sviluppo<br />

del frutto.<br />

Purtroppo la tipologia del terreno lavico ha sempre impedito<br />

l’introduzione di qualsiasi tipo di meccanizzazione non con-<br />

N/19


sentendo di conseguenza l’abbassamento degli elevati costi di<br />

produzione.<br />

Varietà<br />

Le varietà coltivate sono poche e caratterizzate da una spiccata<br />

localizzazione. La cultivar Bianca (o Napoletana) si distingue<br />

dalle altre per la propria diffusione in tutte le zone di coltivazione<br />

siciliane; tra le cultivar locali ricordiamo la Cerasola, la Insolia e<br />

la Silvana.<br />

Lavorazione e commercializzazione<br />

Le caratteristiche merceologiche del prodotto siciliano sono<br />

buone, lo standard qualitativo dei frutti si mantiene abbastanza<br />

costante nonostante l’eterogenea situazione pedoclimatica. La<br />

raccolta del pistacchio è biennale e viene fatta negli anni dispari,<br />

tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Ogni pianta può produrre<br />

da 5 a 25 kg circa di pistacchi.<br />

Negli anni in cui non si ha la produzione dei frutti, si procede<br />

alla cosiddetta potatura verde. Le gemme in fase di crescita<br />

vengono tolte a mano.<br />

Negli anni di raccolto si ottengono dalle piante oltre 2.000 tonnellate<br />

di pistacchi. La raccolta meccanica non si è diffusa a<br />

causa dell’ambiente impervio e scosceso nel quale è coltivata la<br />

pianta, favorendo l’impiego di molta manodopera.<br />

I frutti vengono smallati con processi tecnologici meccanici e, a<br />

seconda delle destinazioni d’uso, vengono anche pelati.<br />

L’operazione di pelatura può essere effettuata sia tramite immersione<br />

in acqua calda che per breve esposizione a vapore<br />

acqueo ad alta pressione.<br />

Il primo metodo consiste nell’immersione in acqua calda a<br />

80/85 °C, nella pelatura del tegumento facendo attenzione a<br />

mantenere integro il frutto e nell’asciugatura del prodotto per<br />

portarlo all’umidità del 3-4%.<br />

Il secondo metodo avviene attraverso un procedimento tecnologico<br />

mediante breve esposizione del frutto a vapore acqueo<br />

ad alta pressione che causa il distacco dell’endocarpo: successivamente<br />

il pistacchio passa alla macchina pelatrice che,<br />

mediante lo sfregamento dei rulli a velocità differenziata, toglie<br />

la pellicola non più aderente.<br />

I verdi pistacchi passano quindi attraverso un complesso circuito<br />

di essiccazione a bassa velocità e da questo arrivano nella<br />

macchina selezionatrice elettronica che scarta i frutti di colore<br />

anomalo.<br />

Le vendite avvengono soprattutto sul mercato interno, dove si<br />

usa nella mortadella o in gelateria, ma anche sui mercati europei<br />

di Germania, Francia, Svizzera e Austria.<br />

<strong>PISTACCHIO</strong> TURCHIA.<br />

La coltivazione del pistacchio in Turchia è concentrata nelle<br />

regioni del Sud - Sud/Est. Il frutto presenta una forma ovale<br />

allungata e relativamente piccola; il seme ha un colore verde<br />

giallastro con caratteristico sapore e profumo.<br />

Varietà<br />

Di seguito elenchiamo le caratteristiche delle principali varietà di<br />

pistacchio coltivate in Turchia.<br />

Calibro<br />

Come in Iran, il calibro del pistacchio è dato dal numero di frutti<br />

contenuti in un’oncia (28,35 gr.), e sono così suddivisi:<br />

20/22, 22/24, 24/26, 26/28, 28/30, 30/32.<br />

Uzun<br />

Kirmizi<br />

Abiad Miwhy<br />

Achoury<br />

Aintaby<br />

Ayimi<br />

El-Batoury<br />

El-Jalale<br />

frutto di medie dimensioni di forma ovale, guscio<br />

sottile, seme di colore verde chiaro.<br />

frutto di medie dimensioni e di forma ovale,<br />

presenta un pericarpo rosso e il seme verde è di<br />

media grandezza.<br />

frutto di dimensioni medie e semi di sapore<br />

ottimo.<br />

dal grosso frutto color rosso chiaro e seme<br />

di grandi dimensioni.<br />

frutto piccolo e schiacciato.<br />

frutto di medie dimensioni, rosso cupo.<br />

frutto grosso biancastro.<br />

frutto piccolo ed allungato, di colore bianco<br />

rossastro.<br />

N/20


AVVERSITà.<br />

più importante è il Megastigmus pistaciae (vedi figura 10 e 11).<br />

Nonostante sia una pianta rustica il pistacchio non è esente da<br />

problematiche di tipo biologico: i patogeni più diffusi sono Alternaria<br />

alternata, Stemphyllium sp., Cladosporium herbarum,<br />

Aspergillus flavus, A. melleus, A. niger, A. ochraceous, e A. parasiticus.<br />

Se le condizioni climatiche restano molto umide durante il<br />

periodo della maturazione dei frutti, i funghi colonizzano e fanno<br />

decadere la qualità dei pistacchi. L’Alternaria causa un deterioramento<br />

dell’epicarpo. Si formano macchie nere che si possono<br />

diffondere anche su tutta la superficie del seme. A seconda della<br />

profondità della colonizzazione fungina, anche il seme può essere<br />

interessato da cambiamenti colorimetrici, passando da un<br />

verde acceso ad un verde-giallo. L’Aspergillus Niger provoca le<br />

cosiddette macchie di luce, che portano parte del guscio ad una<br />

colorazione giallastra anziché beige. L’Aspergillus Flavus è il principale<br />

produttore di micotossine, e la colonizzazione da Aspergillus<br />

è molto spesso dovuta od associata all’attacco da insetti.<br />

Figura 10 Figura 11<br />

Curiosità.<br />

Il pistacchio fornisce un olio impiegato in pasticceria, in confetteria,<br />

nonché in cosmesi per le doti emollienti.<br />

In medicina popolare è diffusa l’abitudine, specie nelle zone della<br />

Sicilia dove il pistacchio viene coltivato, di utilizzare l’infuso di<br />

corteccia come rinfrescante. Narra una leggenda che il pistacchio<br />

fosse coltivato dal re Nabocodonosor nei giardini pensili di<br />

Babilonia per sua moglie Amytis. Nel primo secolo d.C. l’imperatore<br />

Vitellio fece conoscere a Roma i pistacchi. Marco Gavio<br />

Apicio include il pistacchio nel suo classico libro di ricette della<br />

cucina romana del primo impero.<br />

SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA.<br />

Se si controlla l’attacco di Amyelois transitella (in inglese Navel<br />

Orangeworm) si riesce ad abbassare notevolmente l’incidenza<br />

delle micotossine nei pistacchi. Questo si può fare con l’eliminazione<br />

delle mummie dagli alberi, con trattamenti spray e con<br />

una raccolta precoce.<br />

http://faostat.fao.org/site/567/Desk topDefault.aspx?<br />

PageID=567#ancor<br />

http://www.pistachiohealth.com/<br />

http://www.ams.usda.gov<br />

http://www.bronteinsieme.it<br />

http://www.agraria.org<br />

http://it.wikipedia.org/wiki/Pistacchio<br />

http://CaliforniaAgricolture.ucop.edu<br />

http://www.almondboard.com<br />

Esistono anche metodi di lotta biologica, utilizzando un insetto<br />

parassita per l’Amyelois transitella, il Goniozus legneri. Altri insetti<br />

dannosi per i pistacchi sono il foragemme (Chaetoptelius<br />

vestitus, coleottero), il curculionide Coeliodes erithroleucus e il<br />

lepidottero Adrasteia humeralis. Tra quelli che attaccano i frutti il<br />

United States Standards for Grades of Shelled Pistacchio Nuts:<br />

Effective December 23, 2004.<br />

United States Standards for Grades of Pistacchio Nuts in the<br />

Shell: Effective December 23, 2004.<br />

L. Kuenen, W. Bentley, C. Rowe, B. Ribeiro, California Agricolture,<br />

V 62, N°1 (2008), pp. 36-39.<br />

J. Nugent, J. Boniface “Pistacchio Nut” Permaculture Plants: A<br />

selection. Permanentt Publication pp. 41.<br />

N/21


Caratteristiche nutrizionali del pistacchio<br />

Il pistacchio costituisce uno spuntino appagante, molto nutriente,<br />

ricco di fibre e vitamine. Una porzione tipica corrisponde a<br />

circa 30 grammi di pistacchio sgusciato, pari a circa 160 calorie.<br />

Secondo le dimensioni dei pistacchi, ciò equivale a circa 30-40<br />

semi, ossia uno spuntino soddisfacente ad elevato e prolungato<br />

senso di sazietà a causa dell’alto contenuto di proteine, grassi e<br />

fibre alimentari. Oltre a essere molto saporito, è il tipo di frutta a<br />

guscio più nutriente in quanto contiene otto importanti sostanze:<br />

tiamina, vitamina B6, rame, manganese, potassio, fibre, fosforo<br />

e magnesio, oltre alle maggiori quantità di antiossidanti polifenolici.<br />

Sebbene la funzione degli antiossidanti non sia ancora<br />

del tutto nota, le ricerche finora condotte sottolineano i vantaggi<br />

di una dieta sana con alimenti contenenti antiossidanti.<br />

Molti dietologi ritengono che, poiché il pistacchio contiene sia<br />

proteine sia fibre, appaghi più a lungo l’appetito, per cui si mangia<br />

di meno al pasto successivo. La dietologa Tanya Zuckerbrot,<br />

autrice del libro The F-Factor Diet: Discovering the Secret to<br />

Permanent Weight Loss, suggerisce di mangiare cibi contenenti<br />

fibre, come il pistacchio, per dimagrire più facilmente.<br />

Molte persone negli Stati Uniti non ingeriscono la quantità giornaliera<br />

raccomandata di fibre, che sono importanti in quanto<br />

facilitano la digestione, calmano la fame e aiutano a non ingrassare.<br />

Tanya Zuckerbrot suggerisce di fare un saporito spuntino<br />

mattutino o pomeridiano di pistacchi – ne basta una manciata<br />

– per integrare facilmente la propria dieta con 3 grammi o più di<br />

fibre alimentari insieme con proteine.<br />

Valori nutrizionali<br />

Proteine<br />

Lipidi totali (grassi)<br />

Carboidrati<br />

Energia<br />

Acqua<br />

Zuccheri<br />

Fibra<br />

Acidi grassi, saturi totali<br />

Acidi grassi, monoinsaturi totali<br />

Acidi grassi poliinsaturi totali<br />

Ceneri<br />

Calcio<br />

Ferro<br />

Magnesio<br />

Potassio<br />

Manganese<br />

Fosforo<br />

Zinco<br />

Tiamina<br />

Niacina<br />

Riboflavina<br />

Rame<br />

Vitamina E<br />

Vitamina B6<br />

Folati<br />

Vitamina A<br />

Pistacchio Tostato 100 g<br />

20,61 (g)<br />

44,44 (g)<br />

27,97 (g)<br />

557 (kcal)<br />

2278 (kJ)<br />

3,97 (g)<br />

7,64 (g)<br />

10,3 (g)<br />

5,44 (g)<br />

23,319 (g)<br />

13,455 (g)<br />

3,02 (g)<br />

107 (mg)<br />

4,15 (mg)<br />

121 (mg)<br />

1,025 (mg)<br />

1,2 (mg)<br />

490 (mg)<br />

2,2 (mg)<br />

0,87 (mg)<br />

1,3 (mg)<br />

0,16 (mg)<br />

1,3 (mg)<br />

2,3 (mg)<br />

1,7 (mg)<br />

51 (mcg)<br />

28 (mcg)<br />

Fonte: USDA National Nutrient Database for Standard<br />

I pistacchi sono fonte di Ferro, Magnesio, Fosforo, Manganese,<br />

Tiamina, VitaminaB6, Folati, Vitamina E, ossia tali microelementi<br />

sono contenuti in quantità significativa, almeno il 15% della dose<br />

giornaliera raccomandata.<br />

N/22


Caratteristiche benefiche per l’organismo.<br />

Il pistacchio è menzionato nella prima dichiarazione in assoluto<br />

rilasciata dalla FDA (Food and Drug Administration, l’ente statunitense<br />

di controllo degli alimenti e dei farmaci) sulle proprietà<br />

salutari di alimenti convenzionali: “Ricerche scientifiche suggeriscono,<br />

anche se non dimostrano, che mangiare 40 grammi al<br />

giorno di frutta a guscio, ad esempio pistacchi, come parte di<br />

una dieta con basse quantità di grassi saturi e colesterolo, può<br />

ridurre il rischio di malattie cardiache.”<br />

effetti benefici per il cuore. Infine, il pistacchio contiene potassio.<br />

Una carenza di potassio nell’organismo causa un aumento della<br />

pressione sanguigna e può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari<br />

e infarto.<br />

Caratteristiche allergeniche.<br />

Il nostro organismo ha bisogno di grassi. Ma esistono grassi dannosi<br />

– i grassi saturi – che aumentano la colesterolemia e quindi<br />

il rischio di malattie cardiache. La maggior parte dei grassi contenuti<br />

nel pistacchio – quasi il 90% – sono grassi monoinsaturi,<br />

che hanno effetti benefici. Quando i grassi saturi (contenuti nelle<br />

carni rosse, nei prodotti da forno confezionati e nei latticini non<br />

scremati) vengono sostituiti nella dieta con grassi monoinsaturi,<br />

si può ridurre la colesterolemia e il rischio di malattie cardiache.<br />

Gli alimenti vegetali ricchi di acidi monoinsaturi contengono fibre,<br />

fitosteroli e antiossidanti che assicurano diversi effetti benefici<br />

sotto l’aspetto cardiovascolare: controllo della glicemia, migliori<br />

percentuali di lipidi e minore ossidazione da LDL.<br />

La maggior parte dei grassi contenuti nel pistacchio è costituita<br />

da grassi monoinsaturi, che hanno un effetto benefico sull’organismo,<br />

al contrario dei grassi saturi, in quanto possono ridurre<br />

il rischio di malattie cardiache. In secondo luogo, il pistacchio<br />

è il tipo di frutta a guscio contenente i più alti livelli di fitosteroli,<br />

sostanze che riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo,<br />

come le fibre, anch’esse contenute nel pistacchio in buone<br />

quantità. Inoltre, il pistacchio è il tipo di frutta a guscio contenente<br />

le più alte percentuali di polifenoli, antiossidanti con potenziali<br />

Il pistacchio, come altra frutta a guscio è elencato tra gli alimenti<br />

allergenici. Le allergie da frutta a guscio sono rare nella popolazione<br />

complessiva. Secondo le migliori stime disponibili, non<br />

più dello 0,4% della popolazione americana soffre di allergie alla<br />

frutta a guscio, mentre stime separate per le arachidi suggeriscono<br />

che la prevalenza è pari a circa lo 0,8%.<br />

È necessario tenere presente che le allergie alimentari, ad<br />

esempio negli Stati Uniti, sono meno diffuse di quanto non si<br />

pensi. Secondo le stime della American Academy of Asthma,<br />

Allergy and Immunology (AAAI) per il 2006, è affetto da allergie<br />

alimentari circa il 4% della popolazione totale; in genere le allergie<br />

sono più diffuse tra i bambini che tra gli adulti.<br />

N/23


LE MICOTOSSINE<br />

Un pericolo per i prodotti di origine vegetale.<br />

Le micotossine, come dice il nome stesso, sono sostanze dannose<br />

per la salute degli animali e dell’uomo prodotte da funghi<br />

microscopici. Sono molecole che derivano dal metabolismo secondario<br />

di alcune specie fungine appartenenti principalmente<br />

ai generi Aspergillus, Penicillium e Fusarium, che possono svilupparsi<br />

su di una grande varietà di derrate alimentari, di origine<br />

vegetale ed in alcuni casi anche di origine animale.<br />

Le matrici alimentari suscettibili all’attacco fungino includono<br />

pertanto sia materie prime quali cereali, semi oleaginosi, semi<br />

di caffè e cacao, spezie, frutta secca ed essiccata (contaminazione<br />

diretta), sia prodotti derivati e trasformati quali vino, birra,<br />

uvetta, cacao e cioccolata, caffè tostato, latte e prodotti lattierocaseari<br />

e succhi di frutta (contaminazione indiretta).<br />

Finora sono state identificate più di 300 micotossine, ma solo<br />

per alcune sono stati riconosciuti effetti tossici. Queste comprendono:<br />

Aflatossine, Fumonisine, Ocratossina A, Patulina,<br />

Tricoteceni, Zearalenone.<br />

Lo sviluppo di muffe che producono micotossine può avvenire<br />

in qualunque fase del ciclo produttivo dell’alimento, a partire<br />

dalla coltivazione fino alla fase di consumo.<br />

Durante la fase di coltivazione la formazione di queste muffe<br />

è favorita da determinate condizioni climatiche, ma anche<br />

l’attacco della pianta da parte degli insetti agevola l’infezione<br />

pertanto i fattori geografici e stagionali hanno un ruolo decisivo.<br />

Durante la fase di stoccaggio sono ancora le condizioni di<br />

temperatura e umidità insieme ai tempi di permanenza in ambienti<br />

chiusi (per esempio nei silos) a influenzare l’attacco da<br />

parte delle muffe. Una volta prodotte, le micotossine residuano<br />

nelle derrate alimentari anche laddove la muffa abbia cessato il<br />

suo ciclo vitale o sia stata rimossa dalle operazioni tecnologiche<br />

di lavorazione dell’alimento o del mangime.<br />

L’influenza dell’umidità nella produzione di<br />

micotossine.<br />

Specie Aw 1<br />

Aspergillus ochraceus 0.78 (0.77) 2<br />

Penicillium verrucosum 0.79<br />

Aspergillus flavus 0.80 (0.78) 2<br />

Fusarium moniliforme 0.87<br />

Stachybotrys atra 0.94<br />

Resistenza al secco di alcune specie fungine tossigene espressa<br />

come minimo tollerabile di attività dell’acqua (Aw 1 ).<br />

1<br />

Aw= Attività dell’acqua. È un parametro che misura la “disponibilità”<br />

dell’acqua. Ad esempio l’acqua pura contenuta in un bicchiere<br />

ha attività Aw=1, mentre l’acqua che è “impegnata” a mantenere<br />

in soluzione satura il glucosio ha Aw=0,55. L’intervallo di Aw in<br />

cui i funghi possono vivere varia da 1 per le specie più esigenti di<br />

umidità a 0,75 per le specie più tolleranti il secco.<br />

2<br />

( ) I valori tra parentesi indicano limiti diversi riportati da altri autori<br />

che probabilmente hanno lavorato su ceppi più xerofili. Per quanto<br />

riguarda la produzione di micotossine, le condizioni più favorevoli<br />

sono legate ad una Aw attorno o superiore a 0,9.<br />

L’influenza della temperatura nella produzione<br />

di micotossine.<br />

Relativamente alle esigenze termiche, Aspergillus, Penicillium e<br />

Fusarium si comportano come già visto per l’umidità, cioè:<br />

• le specie del genere Aspergillus sono le più termofile (amano<br />

le temperature più calde);<br />

• le specie del genere Penicillium hanno minori esigenze termiche<br />

(sono mesofili);<br />

• le specie del genere Fusarium amano le temperature fresche<br />

e si sviluppano male al caldo (sono psicrofili).<br />

I funghi sono organismi amanti dell’umidità ed è quindi la scarsità<br />

d’acqua ad influenzarne negativamente lo sviluppo. Non tutte<br />

le specie, però, hanno le stesse esigenze. In termini generali e<br />

relativamente ai tre generi in cui sono compresi i più importanti<br />

miceti produttori di tossine, si può dire che:<br />

• le specie del genere Aspergillus sono le più resistenti al secco<br />

(xerofile);<br />

• le specie del genere Penicillium hanno maggiori esigenze di<br />

umidità (mesofile);<br />

• le specie del genere Fusarium non resistono al secco e necessitano<br />

di alta umidità (igrofile).<br />

Specie<br />

Temperatura (°C)<br />

MIN. OPT. MAX.<br />

Aspergillus flavus 10 32 42<br />

Aspergillus ochraceus 8 28 37<br />

Fusarium moniliforme 3 25 37<br />

Penicillium verrucosum 0 20 31<br />

Intervallo termico di sviluppo di alcune specie fungine tossigene.<br />

Rispetto agli intervalli riportati nella tabella, la produzione di micotossine<br />

viene favorita da temperature comprese tra i 20 e i 30°C;<br />

alcuni ceppi psicrofili, però, sintetizzano tali sostanze già a 4°C<br />

mentre i più termofili sono in grado di farlo ancora a 31°C.<br />

N/24


In generale le micotossine sono sostanze che manifestano tossicità<br />

croniche e raramente acute, sono termostabili, fortemente<br />

elettrostatiche e presenti ubiquitariamente sul territorio. La loro<br />

incidenza di contaminazione è “stagionale” ed eterogenea (a<br />

macchia di leopardo) e non presentano difficoltà da un punto di<br />

vista di determinazione analitica.<br />

Sulla frutta secca le principali micotossine che si possono sviluppare<br />

sono le Aflatossine e l’Ocratossina A.<br />

Le Aflatossine.<br />

I principali produttori sono Aspergillus flavus (da cui il nome) e<br />

Aspergillus parasiticus.<br />

Si conoscono circa 18 composti tra cui i più importanti sono:<br />

• B (B 1<br />

, B 2<br />

),<br />

• G (G 1<br />

, G 2<br />

),<br />

• M (M 1<br />

,M 2<br />

).<br />

Questi composti si trovano in granelle di cereali e oleaginose e<br />

loro derivati (ma anche in frutta secca, spezie, caffè, cacao, ecc)<br />

ed i loro metaboliti (es. M 1<br />

) possono passare nel latte e derivati.<br />

La più tossica tra le aflatossine è la B 1<br />

. In particolare, per quanto<br />

riguarda l’uomo, nel 1993 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca<br />

sul Cancro, ha classificato la Aflatossina B 1<br />

nel Gruppo 1.<br />

L’Ocratossina A.<br />

L’Ocratossina A è prodotta principalmente da funghi del genere<br />

Aspergillus (principalmente A. ochraceus) e Penicillium (principalmente<br />

P. verrucosum)<br />

Ocratossina A<br />

o oh<br />

o Ho o<br />

Aflatossina B 1<br />

o<br />

o<br />

NH<br />

o<br />

o<br />

CI<br />

Da un’indagine svolta a livello europeo, è risultato che i cerea-<br />

O<br />

o<br />

och 3<br />

li rappresentano la fonte primaria di contaminazione (50%) da<br />

Ocratossina A.<br />

Nel 1993, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha<br />

Aflatossina M 1<br />

classificato la Ocratossina A nel Gruppo 2B, cioè come “possi-<br />

o<br />

o<br />

bile agente cancerogeno per l’uomo”.<br />

o<br />

oh<br />

O o<br />

och 3<br />

L’aflatossina B 1<br />

si sviluppa tra i 24 e i 25 °C mentre la G 1<br />

viene<br />

prodotta tra i 29 e i 30 °C e a valori di acqua libera (Aw) tra 0.82<br />

e 0.87.<br />

Legislazione.<br />

Negli ultimi anni la legislazione europea e nazionale si è arricchita<br />

di numerosi provvedimenti, con l’intento di disciplinare un<br />

numero sempre crescente di micotossine e nel contempo fissare<br />

i limiti massimi di contaminazione sia negli alimenti, sia nei<br />

mangimi.<br />

Il Regolamento CE n.1881/2006 della Commissione del 19 dicembre<br />

2006, definisce i tenori massimi delle micotossine e di<br />

altri contaminanti nei prodotti alimentari.<br />

Nella tabella seguente sono indicati i limiti massimi di Aflatossine<br />

e Ocratossina A, in alcune matrici fra cui la frutta secca.<br />

N/25


Prodotto<br />

Aflatossina<br />

Limiti massimi (ppb ovvero µg/kg)<br />

B1<br />

B1+B2+G1+G2<br />

Ocratossina A<br />

Limiti massimi<br />

(ppb ovvero<br />

µg/kg)<br />

Arachidi, frutta a guscio e frutta secca e relativi<br />

prodotti di lavorazione destinati al consumo<br />

umano diretto, ovvero all’utilizzazione<br />

quali ingredienti per la produzione di derrate<br />

alimentari (1) 2.0 4.0<br />

Arachidi da sottoporre a cernita o ad altri<br />

trattamenti fisici prima del consumo umano<br />

o dell’impiego come ingrediente nelle derrate<br />

alimentari (1)<br />

8.0 15.0<br />

Frutta a guscio e frutta secca da sottoporre<br />

a cernita o ad altri trattamenti fisici prima<br />

del consumo umano o dell’impiego come ingrediente<br />

5.0 10.0<br />

(1)<br />

nelle derrate alimentari<br />

Cereali (compreso il grano saraceno, Fagopyrum sp) e<br />

relativi prodotti della lavorazione destinati al consumo<br />

umano diretto o all’impiego come ingrediente di derrate<br />

alimentari<br />

2.0 4.0<br />

Cereali (compreso il grano saraceno, Fagopyrum sp)<br />

destinato alla cernita o ad altri trattamenti fisici prima<br />

del consumo umano o dell’impiego quale ingrediente<br />

di derrate alimentari<br />

2.0 4.0<br />

Mais da essere sottoposto a cernita o ad altro trattamento<br />

fisico prima del consumo umano o dell’impiego<br />

quale ingrediente di derrate alimentari<br />

5.0 10.0<br />

Cereali non lavorati (compreso riso non lavorato e grano<br />

saraceno)<br />

5<br />

Cereali non lavorati (compreso riso non lavorato e grano<br />

saraceno)<br />

5<br />

Tutti i prodotti derivati dai cereali (compresi i prodotti<br />

lavorati a base di cereali ed i cereali destinati al consumo<br />

umano diretto)<br />

3<br />

N/26


Uve secche (uva passa di Corinto, uva passa,<br />

uva sultanina)<br />

10<br />

Le seguenti specie di spezie:<br />

• Capscium spp. (frutti secchi dello stesso, interi o macinati,<br />

compresi peperoncini, peperoncini in polvere,<br />

pepe di Caienna e paprica)<br />

• Piper spp. (frutti dello stesso, compreso pepe bianco<br />

e pepe nero)<br />

5.0 10.0<br />

• Myristica fragrans (noce moscata)<br />

• Zingiber officinale (zenzero)<br />

• Curcuma longa (curcuma)<br />

(1)<br />

i limiti massimi si applicano alla parte commestibile delle arachidi, della frutta a guscio o della frutta secca. Se i frutti a guscio vengono analizzati per intero, il contenuto<br />

di aflatossine va calcolato supponendo che tutta la contaminazione sia contenuta nella parte commestibile.<br />

Infine, considerato che le micotossine sono distribuite in modo<br />

estremamente eterogeneo in una derrata alimentare il Regolamento<br />

CE n. 401/2006 della Commissione del 23 febbraio 2006<br />

ha fissato i metodi di campionamento e di analisi per il controllo<br />

ufficiale dei tenori di micotossine nei prodotti alimentari.<br />

La necessità di prelevare in modo rappresentativo un campione<br />

da un lotto richiede molta attenzione in quanto errate procedure<br />

di campionamento hanno un forte effetto sulla attendibilità<br />

in termini di accuratezza delle misure relative alla valutazione<br />

della concentrazione della contaminazione da micotossine nei<br />

prodotti alimentari.<br />

Questo aspetto ha dei risvolti effettivi sia sulle transazioni commerciali<br />

con la creazione di barriere e di dispute legali. Il campionamento<br />

è la fase che comporta il maggior contributo alla<br />

varianza totale.<br />

Lo schema di campionamento per le micotossine previsto dalla<br />

normativa individua i seguenti punti:<br />

• prelievo dei campioni incrementali,<br />

• formazione del campione globale combinando tutti i campioni<br />

incrementali,<br />

• omogeneizzazione del campione globale,<br />

• macinazione del campione globale,<br />

• formazione delle aliquote (a secco o in acqua, slurry).<br />

• identificazione della partita o della sottopartita,<br />

• valutazione della grandezza della partita o sottopartita,<br />

• calcolo dei campioni incrementali da prelevare,<br />

• valutazione del tipo di campionamento da effettuare (stativo<br />

o dinamico),<br />

N/27


Andamento delle vendite nella grande distribuzione<br />

A gennaio 2009.<br />

In questo numero vengono illustrati i dati della categoria Frutta<br />

Secca raccolti sul nuovo universo IRI “Infoscan Census” che<br />

include tutti i punti vendita a libero servizio con dimensione<br />

superiore ai 100 mq. I dati fanno riferimento ai 12 mesi terminanti<br />

il 25 gennaio 2009 rilevati sui canali Ipermercati, Supermercati,<br />

Superette e Libero servizio piccolo.<br />

Il mercato raggiunge circa i 386 Mio di Euro a valore – prezzi al<br />

consumo – in crescita del 5,2% rispetto ai 12 mesi corrispondenti<br />

dell’anno scorso. A volume non si registra la medesima<br />

performance, infatti a fronte degli oltre 43 Mio di Kg venduti<br />

si registra una crescita dell’1,6%. La forbice è spiegata da un<br />

aumento di prezzi che parte dall’apprezzamento delle materie<br />

prime. Il prezzo medio della categoria è cresciuto del 3,5%. Tutti<br />

i comparti crescono a valore. In volume si registrano delle buone<br />

performance delle mandorle che crescono dell’8,7% (unico<br />

segmento in cui si registra una riduzione del prezzo medio a<br />

volume del 3,0%) e le noci del 5%, su cui invece si registra un incremento<br />

della pressione promozionale di 5 punti, rispetto ai 12<br />

mesi corrispondenti dell’anno scorso. Soffrono particolarmente<br />

in volume i segmenti pinoli (-7,1%) a fronte di un incremento dei<br />

prezzi dell’11%, i datteri e fichi (-2,4%) e i pistacchi (-1,7%) su cui<br />

si evidenzia una riduzione della pressione promo di 2,8 punti.<br />

Peso a volume<br />

Totale Italia Iper+Super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />

Anno terminante gennaio 2009<br />

Peso a valore<br />

Totale Italia Iper+Super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />

Anno terminante gennaio 2009<br />

Arachidi<br />

21,5%<br />

Pistacchi<br />

7,2%<br />

Mandorle<br />

5,4%<br />

Arachidi<br />

13,4%<br />

Pistacchi<br />

9,7%<br />

Mandorle<br />

8,2%<br />

Noci<br />

18,8%<br />

Altra frutta<br />

secca e/o<br />

mista<br />

18,1%<br />

Noci<br />

15,2%<br />

Altra frutta<br />

secca e/o<br />

mista<br />

18,5%<br />

Pinoli<br />

2,1%<br />

Nocciole<br />

1,7%<br />

Semi di zucca<br />

2,1%<br />

Datteri e fichi<br />

7,2%<br />

Nocciole<br />

1,8%<br />

Semi di zucca<br />

2,8%<br />

Datteri e fichi<br />

9,9%<br />

Prugne<br />

12,1%<br />

Prugne<br />

12,3%<br />

Pinoli<br />

12,2%<br />

Analyzer Report<br />

Totale Italia Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />

Anno terminante Gennaio 2009<br />

Valore Vendite % Variazione percentuale<br />

Frutta secca 385.968.748 5,2<br />

Arachidi 51.557.109 9,1<br />

Pistacchi 37.362.193 3,2<br />

Mandorle 31.584.670 5,4<br />

Noci 58.584.452 7,1<br />

Nocciole 6.821.397 5,9<br />

Pinoli 46.935.374 3,9<br />

Prugne 47.427.096 2,5<br />

Datteri e Fichi 27.768.541 1,7<br />

Semi di zucca 8.196.163 3,9<br />

Altra frutta secca e/o mista 69.731.740 6,0<br />

N/30


Peso a valore<br />

Totale Italia Iper+Super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />

Anno terminante Gennaio 2009<br />

Arachidi<br />

Mandorle<br />

Noci<br />

Nocciole<br />

Frutta secca<br />

Semi<br />

9,1<br />

8,7<br />

Pinoli<br />

di zucca<br />

5,2<br />

Pistacchi<br />

7,1 5,9<br />

5,4<br />

5,0<br />

Prugne<br />

3,6 3,9<br />

3,9<br />

3,2<br />

Datteri e fichi<br />

2,5<br />

1,6 0,5<br />

1,7<br />

0,3<br />

0,9<br />

Altra frutta<br />

secca e/o mista<br />

6<br />

2,9<br />

-1,7<br />

-2,4<br />

-7,1<br />

Var % Valore<br />

Var % Volume<br />

Analyzer Report<br />

Totale Italia Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />

Anno terminante Gennaio 2009<br />

Volume Vendite % Variazione percentuale<br />

Frutta secca 43.708.873 1,6<br />

Arachidi 9.407.257 0,5<br />

Pistacchi 3.127.496 -1,7<br />

Mandorle 2.370.099 8,7<br />

Noci 8.205.593 5<br />

Nocciole 728.614 3,6<br />

Pinoli 912.859 -7,1<br />

Prugne 5.304.380 0,9<br />

Datteri e Fichi 4.346.745 -2,4<br />

Semi di zucca 1.225.779 0,3<br />

Altra frutta secca e/o mista 8.080.057 2,9<br />

N/31


®<br />

<br />

La famiglia Benedetti è da sempre nel campo degli imballaggi, adattandosi<br />

alle tendenze del mercato fin dalla seconda metà dell’800.<br />

All’inizio l’attività principale era la produzione di botti in legno per il<br />

vino, poi nel 1925 Agostino Benedetti si trasferisce da Lastra a Signa<br />

(Fi) a Perugia per implementare il commercio di casse da imballaggio<br />

in legno, lavorando come principale fornitore della Perugina.<br />

Nel 1954 è nata la MAURO BENEDETTI e ha intrapreso una nuova<br />

strada: la produzione di imballaggi di cartone ondulato, con la certezza<br />

che fosse il materiale su cui puntare. “Bisogna guardare al futuro,<br />

con un occhio sempre attento a quello che hanno fatto i nostri<br />

predecessori”: il presidente Mauro Benedetti ha sempre tenuto<br />

fede a queste parole e la quinta generazione della famiglia continua a<br />

credere in questo precetto.<br />

<br />

<br />

Sede Legale e Amministrativa:<br />

Via Pievaiola, 164/M - Zona Industriale Sant’Andrea delle Fratte<br />

06132 Perugia - Tel. +39 075 52.751 - Fax +39 075 52.75.237<br />

staff@maurobenedetti.it - www. maurobenedetti.it<br />

Unità Operative:<br />

Carnate (MI) - Perugia - Arzano (NA) - Modugno (BA) -<br />

Cartiera di Salerno


NEI DINTORNI:<br />

a tavola con il vino.<br />

A cura di Andrea Spada<br />

La presenza dei pistacchi, con il loro tipico sapore, caratterizza<br />

fortemente tutti i piatti presentati nelle pagine<br />

seguenti, dall’antipasto ai dessert.<br />

Quello proposto, infatti, è un menù che per caratteristiche e<br />

struttura dei piatti necessita un abbinamento con tre<br />

vini bianchi per le prime portate, sebbene con la tagliata di<br />

tonno possa stare bene anche un rosso non tannico, mentre<br />

per il dessert consigliamo un passito da uve Malvasia. Con<br />

questi piatti proponiamo tutti vini freschi e di piacevole<br />

beva, seppur in un crescendo di struttura in grado di esaltare<br />

il sapore dei piatti.<br />

La scelta del vino, infatti, è un dettaglio fondamentale e l’abbinamento<br />

giusto è in grado di offrire alla tavola un equilibrio<br />

virtuoso di gusto.<br />

Friselle pugliesi con frutti di mare<br />

e pistacchi<br />

Con questo antipasto consiglio un vino<br />

bianco, fresco e semi-aromatico: il Muller<br />

Thurgau 2007 di Kofererhof della Valle Isarco.<br />

Bianco di spiccata mineralità, fragrante<br />

e adatto all’apertura di questo menù.<br />

Muller Thurgau 2007<br />

Kofererhof<br />

Spaghetti di kamut con capesante,<br />

fiori di zucca e pistacchi<br />

Con questo primo piatto trovo molto indicato<br />

il Verdicchio di Jesi “Vigna delle Oche”<br />

2006 dell’azienda San Lorenzo. Saliamo<br />

leggermente in struttura senza eccedere,<br />

supporto acido più contenuto e grande<br />

piacevolezza di beva.<br />

Verdicchio dei castelli di Jesi<br />

“Vigna delle Oche” 2006<br />

Azienda San Lorenzo<br />

Tagliata di tonno con pistacchi, sesamo,<br />

pepe e salsa di soia<br />

Il tonno per le sue caratteristiche è più simile<br />

ad una carne bianca che al pesce. Si<br />

potrebbe abbinare un vino rosso non particolarmente<br />

tannico ma preferisco proporre<br />

un bianco prodotto in cultura biodinamica,<br />

con macerazione delle bucce (60 giorni),<br />

con lieviti indigeni e senza chiarificazione e<br />

filtrazione: Ribolla Gialla 2004 di Podversic<br />

Damijan, piccolo produttore nei pressi di<br />

Gorizia.<br />

Crème brûlée con pistacchi,<br />

yogurt e frutta esotica<br />

Con questo dolce al cucchiaio consiglio<br />

l’Infavato 2006, passito da uve Malvasia<br />

dell’Azienda La Berta di Faenza.<br />

Infavato 2006<br />

Azienda La Berta<br />

Ribolla Gialla 2004<br />

Podversic Damijan<br />

N/33


LE RICETTE CREATIVE,<br />

INTERPRETATE DA CHEF DELLA SCUOLA ARTUSIANA<br />

QUATTRO PIATTI DA GUSTARE E COLLEZIONARE.<br />

I piatti da collezionare, presentati di seguito, continuano ad arricchire<br />

l’originale ricettario dedicato alla frutta secca.<br />

Ogni ricetta può essere staccata e collezionata nel raccoglitore,<br />

suddiviso idealmente in antipasti, primi piatti, secondi e dessert.<br />

Il risultato è un assortimento di sapori sfiziosi e unici, caratterizzati<br />

dall’originale presenza della frutta secca. Le deliziose proposte<br />

sono espressioni di cucina creativa interpretate da due grandi chef<br />

e divulgatori, prendendo spunto dall’insegnamento di Pellegrino<br />

Artusi. L’Istituto professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione<br />

“Pellegrino Artusi” di Forlimpopoli è stato, infatti, teatro<br />

dell’elaborazione dei cuochi Gabriele Calderoni e Luca Zannoni,<br />

poiché qui sono insegnanti di cucina.<br />

Lo chef Luca Zannoni vanta un’esperienza di quasi 20 anni,<br />

avendo avuto la vocazione fin dalla più tenera età. Con esperienze<br />

internazionali, tra cui spicca l’incarico all’Harris Bar di Londra, è<br />

stato il più giovane “capo partita” del Grand Hotel di Rimini.<br />

Dopo aver lavorato nei ristoranti dei più prestigiosi hotel quattro<br />

stelle della Riviera romagnola, oggi è chef di cucina e consulente<br />

esterno al Centro Sportivo Federale di Coverciano. Nel 2008 ha<br />

rivestito il prestigioso incarico di Executive chef alle Olimpiadi di<br />

Pechino, presso Casa Italia. Insegna all’Istituto Pellegrino Artusi<br />

da 7 anni e tiene corsi di pasticceria e cucina per le principali associazioni<br />

di categoria.<br />

Lo chef Gabriele Calderoni è cuoco diplomato da oltre 27<br />

anni. Dopo importanti esperienze in hotel 4 stelle di Rimini e in<br />

ristoranti di Cortina e Riccione, Calderoni è stato anche cuoco<br />

dell’Ammiraglio della Marina Militare Sarda a Porto Cervo. Insegna<br />

da 21 anni.<br />

L’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della<br />

Ristorazione “Pellegrino Artusi” sorge nella città natale<br />

dell’Artusi e di questi promuove il pensiero e l’attitudine “dell’arte<br />

di mangiare bene”. La fama della scuola supera i confini locali e ad<br />

oggi è frequentata da centinaia di studenti.<br />

Sopra, il gruppo di lavoro in cucina.<br />

N/34


antipasto - <strong>PISTACCHIO</strong><br />

Friselle pugliesi con frutti di mare e pistacchi.<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

• 4 Friselle pugliesi<br />

• 200 gr Frutti di mare<br />

• 100 gr Pistacchi<br />

• 300 gr Insalata di mare<br />

• 30 gr Olio extravergine<br />

• Sale q.b.<br />

• Pepe q.b.<br />

• Aceto rosso q.b.<br />

• Limone q.b.<br />

TEMPO RICHIESTO: 30’<br />

DIFFICOLTà: bassa<br />

SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />

Preparazione: ammollare le friselle in acqua fredda, condirle con<br />

olio, sale, pepe e poco aceto rosso; lasciarle riposare a temperatura<br />

ambiente per 15-20 minuti.<br />

Nel frattempo preparare una insalata di mare con gli ingredienti che<br />

preferite: calamari, seppie, totani, surimi, gamberetti ecc… e condirla<br />

con olio, sale e limone. Infine, aprire i frutti di mare e tostare i<br />

pistacchi in forno.<br />

Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />

Cibo: succulento e aromatico.<br />

Presentazione: ricoprire le friselle con l’insalatina di mare, dividere<br />

i frutti di mare e terminare con abbondati pistacchi tostati e caldi,<br />

che daranno al piatto un ottimo contrasto caldo-freddo e una ottima<br />

armonia di sapori.<br />

Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />

, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />

Muller Thurgau 2007<br />

Kofererhof


primo - PISTACCHI<br />

Spaghetti di kamut con capesante, fiori di zucca e pistacchi.<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

• 320 gr Spaghetti di kamut<br />

• 8 Capesante ½ guscio<br />

• 8 Fiori di zucca<br />

• 120 gr Pistacchi<br />

• 10 Foglie di basilico<br />

• 16 Pomodori pendolini<br />

• 2 Spicchi di aglio<br />

• Sale q.b.<br />

• Pepe q.b.<br />

• 50 gr Olio extra vergine<br />

• Prezzemolo q.b.<br />

• 10 cl Vino bianco<br />

TEMPO RICHIESTO: 20’<br />

DIFFICOLTà: media<br />

SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />

Preparazione: pulire e mondare i fiori di zucca, intanto mettere a<br />

bollire l’acqua per la cottura degli spaghetti; lavare esternamente le<br />

capesante e successivamente sgusciarle. Tagliare a fettine i molluschi<br />

e scottarli in padella con l’aglio in camicia, sfumare con il vino<br />

bianco, aggiungere i pomodorini tagliati in 4 e i pistacchi tritati.<br />

Una volta cotti gli spaghetti, scolarli, metterli in padella e terminare<br />

unendo il basilico e i fiori di zucca tritati grossolanamente, mantecare<br />

e servire ben caldo.<br />

Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />

Cibo: succulento e aromatico.<br />

Presentazione: impiattare e guarnire il piatto con i gusci di capesante<br />

e il prezzemolo.<br />

Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />

, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />

Verdicchio di Jesi “Vigna delle Oche”<br />

2006 Azienda San Lorenzo<br />

N/36


secondo - PISTACCHI<br />

Tagliata di tonno con pistacchi, sesamo, pepe e salsa di soia.<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

• 700 gr Tonno fresco senza spine<br />

• 100 gr Pistacchi<br />

• 50 gr Sesamo<br />

• 30 gr Pepe in grani<br />

• 60 gr Salsa di soia<br />

• Pepe q.b.<br />

• Olio extra vergine q.b.<br />

TEMPO RICHIESTO: 15’<br />

DIFFICOLTà: bassa<br />

SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />

Preparazione: tritare i pistacchi e amalgamarli assieme al sesamo<br />

e al pepe nero triturato grossolanamente. Passare il tonno nella<br />

“panure” così ottenuta, avendo cura che questa si attacchi bene al<br />

pesce, quindi scottare il tonno in padella e scalopparlo.<br />

Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />

Cibo: succulento e aromatico.<br />

Presentazione: servire la tagliata di tonno con poca salsa di soia<br />

emulsionata con olio e pepe.<br />

Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />

, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />

Ribolla Gialla 2004<br />

Podversic Damijan<br />

N/37


dolce - PISTACCHI<br />

Crème brûlée con pistacchi, yogurt e frutta esotica.<br />

Ingredienti per 4 persone:<br />

• 3 Tuorli<br />

• 60 gr Zucchero<br />

• 50 gr Panna<br />

• 200 gr Latte<br />

• 1 Bustina vaniglia<br />

• 120 gr Pistacchi<br />

• 100 gr Yogurt magro<br />

• Frutta esotica a piacere<br />

• 25 gr Farina<br />

• 50 gr Zucchero di canna<br />

TEMPO RICHIESTO: 45’ + due ore per il raffreddamento<br />

DIFFICOLTà: media<br />

SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />

Preparazione: per preparare la crema, montare i tuorli con lo zucchero<br />

e la farina, a parte far riscaldare la panna e la vaniglia e unire<br />

poi i due composti. Riportare sul fuoco e fare appena accennare<br />

il bollore. Togliere dal fuoco, unire lo yogurt e i pistacchi tritati, poi<br />

versare il tutto nelle apposite formine e fare raffreddare. Cospargere<br />

di zucchero di canna e gratinare nel grill del forno.<br />

Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />

Cibo: dolce.<br />

Presentazione: decorare con frutta esotica a piacere, pistacchi e<br />

una fogliolina di menta.<br />

Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />

, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />

Infavato 2006<br />

Azienda La Berta<br />

N/38

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