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fine, ho scoperto che questo piccolo<br />
libro è più semplice che classico. Semplice<br />
di sicuro, forse anche classico, ma<br />
ancora di più primitivo. Di questo me ne<br />
sono reso conto durante la sua elaborazione,<br />
che ha visto il sostegno e la collaborazione<br />
appassionata di tutto il gruppo<br />
di scrittori di Terranullius Narrazioni<br />
Popolari, ma anche degli amici di «Fuori<br />
Asse», e di molte altre persone, tra le<br />
quali non possiamo dimenticare Giovanna<br />
Ranaldi. In particolare, me ne sono<br />
reso conto quando mi hanno riferito<br />
di una bambina che, la sera prima di<br />
dormire, vuole sentirsi raccontare le<br />
storie di Ma l’amor mio non muore. Ho<br />
provato una specie di scossa elettrica a<br />
questa notizia. Ho pensato: è davvero<br />
un libro semplice. Ho pensato: è un<br />
libro per bambini. Ho pensato: per una<br />
persona ancora nel pieno e nella completezza<br />
delle sue facoltà immaginali,<br />
questo è un libro semplice. Ovviamente,<br />
ho anche capito allora che questo libro<br />
non è per niente semplice per chi è<br />
costretto a vedere ridotte le proprie facoltà<br />
immaginali. Detto altrimenti, questo<br />
libro può essere molto difficile da<br />
collocare in una categoria letteraria, artistica,<br />
commerciale, ideologica, religiosa,<br />
spirituale, psicologica, editoriale, e<br />
via dicendo.<br />
VL: Il progetto di questo libro illustrato,<br />
che raccoglie ventiquattro biografie di<br />
eroine classiche e personaggi femminili<br />
storici (sebbene all’interno del gruppo<br />
non manchino personaggi la cui esistenza<br />
è altamente fittizia!), parte da<br />
molto lontano. Da sempre, sia io che<br />
Pier Paolo abbiamo avuto, fortissima,<br />
l’esigenza di penetrare, col nostro lavoro,<br />
una serie di aspetti filosofici ed estetici<br />
i quali si riconducono sostanzialmente<br />
ad un unico filo conduttore che è<br />
Amore e che in passato ha trovato la sua<br />
perfetta realizzazione nelle opere e nell’arte<br />
del Rinascimento italiano. Secondo<br />
il motto rinascimentale Ut pictura<br />
poesis (come la pittura la poesia), la<br />
nostra idea era quella di mettere in<br />
scena questo desiderio che pungola<br />
l’anima, attraverso una narrazione fatta<br />
sia di immagini che di testo scritto, una<br />
narrazione nella quale ci fosse un equilibro<br />
e un’assoluta interdipendenza tra le<br />
prime e il secondo. Qualche anno fa abbiamo<br />
partecipato allo spettacolo teatrale<br />
“Ma l’amor mio non muore”, ideato e<br />
portato in scena da Tamara Bartolini<br />
e Michele Baronio. Lo spettacolo faceva<br />
parte del ciclo di letture teatrali “Red-<br />
Reading” ideate da Tamara e Michele.<br />
Per questa occasione Pier Paolo ed io<br />
abbiamo prodotto i primi cinque ritratti<br />
delle nostre eroine e, questo primo contributo,<br />
fu poi presentato anche sulla<br />
rivista letteraria «Terranullius», collettivo<br />
di autori con i quali collaboriamo da<br />
diverso tempo. Dopo questa prima tappa<br />
ci siamo resi conto che il materiale<br />
prodotto aveva un potenziale molto interessante<br />
da sviluppare e si trovava perfettamente<br />
in sintonia con i nostri interessi<br />
artistici. Così decidemmo di dare<br />
vita al progetto mettendo le prime cinque<br />
eroine nella giusta compagnia. Abbiamo<br />
cominciato una ricerca per selezionare<br />
dei personaggi che, con la loro<br />
vita, con la loro essenza, rappresentassero<br />
meglio quel mistero che entra in<br />
scena ogni volta che desiderio (Eros,<br />
Amore) incontra Anima.<br />
FA - La parte introduttiva è guidata dal<br />
pensiero di Giordano Bruno. Come si<br />
collega al suo pensiero la tua ricerca? E<br />
perché l’amore resta «desiderio infinito»?<br />
Perché nulla è più difficile da possedere<br />
se non l’anima? Che cos’è dunque «un<br />
amore che non muoia mai»?<br />
PPDM: Ancora più che dal suo pensiero,<br />
l’introduzione è guidata dalla figura di<br />
Bruno, il quale rappresenta la cesura<br />
drammatica, o forse è meglio dire il fallimento<br />
tragico, di quella tradizione letteraria<br />
cui accennavo prima, di quell’idea<br />
di uomo e di vita. Bruno, a un certo<br />
FUOR ASSE<br />
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Redazione Diffusa