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FuoriAsse#17

Officina della cultura

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fine, ho scoperto che questo piccolo<br />

libro è più semplice che classico. Semplice<br />

di sicuro, forse anche classico, ma<br />

ancora di più primitivo. Di questo me ne<br />

sono reso conto durante la sua elaborazione,<br />

che ha visto il sostegno e la collaborazione<br />

appassionata di tutto il gruppo<br />

di scrittori di Terranullius Narrazioni<br />

Popolari, ma anche degli amici di «Fuori<br />

Asse», e di molte altre persone, tra le<br />

quali non possiamo dimenticare Giovanna<br />

Ranaldi. In particolare, me ne sono<br />

reso conto quando mi hanno riferito<br />

di una bambina che, la sera prima di<br />

dormire, vuole sentirsi raccontare le<br />

storie di Ma l’amor mio non muore. Ho<br />

provato una specie di scossa elettrica a<br />

questa notizia. Ho pensato: è davvero<br />

un libro semplice. Ho pensato: è un<br />

libro per bambini. Ho pensato: per una<br />

persona ancora nel pieno e nella completezza<br />

delle sue facoltà immaginali,<br />

questo è un libro semplice. Ovviamente,<br />

ho anche capito allora che questo libro<br />

non è per niente semplice per chi è<br />

costretto a vedere ridotte le proprie facoltà<br />

immaginali. Detto altrimenti, questo<br />

libro può essere molto difficile da<br />

collocare in una categoria letteraria, artistica,<br />

commerciale, ideologica, religiosa,<br />

spirituale, psicologica, editoriale, e<br />

via dicendo.<br />

VL: Il progetto di questo libro illustrato,<br />

che raccoglie ventiquattro biografie di<br />

eroine classiche e personaggi femminili<br />

storici (sebbene all’interno del gruppo<br />

non manchino personaggi la cui esistenza<br />

è altamente fittizia!), parte da<br />

molto lontano. Da sempre, sia io che<br />

Pier Paolo abbiamo avuto, fortissima,<br />

l’esigenza di penetrare, col nostro lavoro,<br />

una serie di aspetti filosofici ed estetici<br />

i quali si riconducono sostanzialmente<br />

ad un unico filo conduttore che è<br />

Amore e che in passato ha trovato la sua<br />

perfetta realizzazione nelle opere e nell’arte<br />

del Rinascimento italiano. Secondo<br />

il motto rinascimentale Ut pictura<br />

poesis (come la pittura la poesia), la<br />

nostra idea era quella di mettere in<br />

scena questo desiderio che pungola<br />

l’anima, attraverso una narrazione fatta<br />

sia di immagini che di testo scritto, una<br />

narrazione nella quale ci fosse un equilibro<br />

e un’assoluta interdipendenza tra le<br />

prime e il secondo. Qualche anno fa abbiamo<br />

partecipato allo spettacolo teatrale<br />

“Ma l’amor mio non muore”, ideato e<br />

portato in scena da Tamara Bartolini<br />

e Michele Baronio. Lo spettacolo faceva<br />

parte del ciclo di letture teatrali “Red-<br />

Reading” ideate da Tamara e Michele.<br />

Per questa occasione Pier Paolo ed io<br />

abbiamo prodotto i primi cinque ritratti<br />

delle nostre eroine e, questo primo contributo,<br />

fu poi presentato anche sulla<br />

rivista letteraria «Terranullius», collettivo<br />

di autori con i quali collaboriamo da<br />

diverso tempo. Dopo questa prima tappa<br />

ci siamo resi conto che il materiale<br />

prodotto aveva un potenziale molto interessante<br />

da sviluppare e si trovava perfettamente<br />

in sintonia con i nostri interessi<br />

artistici. Così decidemmo di dare<br />

vita al progetto mettendo le prime cinque<br />

eroine nella giusta compagnia. Abbiamo<br />

cominciato una ricerca per selezionare<br />

dei personaggi che, con la loro<br />

vita, con la loro essenza, rappresentassero<br />

meglio quel mistero che entra in<br />

scena ogni volta che desiderio (Eros,<br />

Amore) incontra Anima.<br />

FA - La parte introduttiva è guidata dal<br />

pensiero di Giordano Bruno. Come si<br />

collega al suo pensiero la tua ricerca? E<br />

perché l’amore resta «desiderio infinito»?<br />

Perché nulla è più difficile da possedere<br />

se non l’anima? Che cos’è dunque «un<br />

amore che non muoia mai»?<br />

PPDM: Ancora più che dal suo pensiero,<br />

l’introduzione è guidata dalla figura di<br />

Bruno, il quale rappresenta la cesura<br />

drammatica, o forse è meglio dire il fallimento<br />

tragico, di quella tradizione letteraria<br />

cui accennavo prima, di quell’idea<br />

di uomo e di vita. Bruno, a un certo<br />

FUOR ASSE<br />

20<br />

Redazione Diffusa

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