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FuoriAsse#17

Officina della cultura

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equilibrano i rapporti di dare e avere, i<br />

comportamenti dettati dalla comprensione<br />

da un lato, e dalla difesa dei propri<br />

diritti dall’altro, la tendenza all’ammissione<br />

dei deboli e degli inferiori, insieme<br />

con la valutazione della bravura, fino all’eccellenza.<br />

Ma, divisi per generi, questi valori di per<br />

sé diventano in qualche modo arbitrari;<br />

la specializzazione per genere ha consentito<br />

crudeltà e ingiustizie, poiché i<br />

maschi agivano potendo ignorare le ragioni<br />

femminili, e le femmine cercando<br />

vie subdole per trovare accettazione maschile.<br />

In sostanza, nessuno, finché è solo maschile<br />

e solo femminile, è umano: la per-<br />

sona, come viene ricercata oggi, al di là<br />

della cultura di genere, dovrebbe raggiungere<br />

la giustizia attraverso la comprensione,<br />

la bravura senza danneggiare<br />

gli altri, la difesa dei propri diritti<br />

senza calpestare quelli altrui, il benessere<br />

senza il saccheggio delle risorse<br />

comuni. Forse non ce ne siamo resi<br />

conto: ma in questi anni valori tipici<br />

della cultura femminile sono entrati in<br />

gioco nel grande discorso sul futuro dell’uomo,<br />

come genere umano: la tutela<br />

dell’ambiente, la pace, la divisione delle<br />

risorse naturali per impedire la fame,<br />

riconducibili ad antiche funzioni femminile<br />

come il pulire, conservare, capire,<br />

nutrire. Valori la cui logica si contrappone<br />

a quella maschile del vincere/perdere.<br />

©Paul Apal’kin<br />

FUOR ASSE<br />

31<br />

Redazione Diffusa

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