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FuoriAsse#17

Officina della cultura

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toria, ma ciò è lontano dalla realtà. In<br />

Italia, in un contesto di domanda decrescente,<br />

gli editori fronteggiano il peso<br />

crescente dei costi (dalla carta ai macchinari),<br />

ricorrendo a fusioni e aggregazioni.<br />

Tuttavia, la concentrazione del settore è<br />

ben lungi dal generare nuovi investimenti,<br />

rispetto ai quali gli editori, in<br />

preda all’incertezza data dall’ascesa di<br />

nuovi intermediari, preferiscono assumere<br />

una posizione di attesa. Amazon,<br />

infatti, ha imposto al mercato standard<br />

di prezzo e di servizio del tutto incompatibili<br />

con le strutture di costo di un editore<br />

o di un libraio tradizionale. A ciò si<br />

aggiunge il fatto che, ormai, è il capitalismo<br />

da piattaforma ad aver assunto il<br />

ruolo di intermediario editoriale: Facebook,<br />

Google, YouTube o Twitter sono<br />

oggi concorrenti diretti degli editori,<br />

perché sottraggono tempo ai lettori e<br />

contenuti agli editori.<br />

Oggi, chiunque voglia avviare iniziative<br />

di promozione della lettura non può fare<br />

affidamento né sul sistema dell’editoria<br />

né sul sistema educativo, poiché neppure<br />

quest’ultimo dispone dei mezzi necessari<br />

per sostenere questo tipo di attività.<br />

Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale<br />

del MIUR, introducendo la figura dell’animatore<br />

digitale a scuola e iniziando<br />

a identificare e a mappare le buone pratiche<br />

per la scuola digitale, ha fatto un<br />

passo necessario, ma ancora non sufficiente.<br />

È evidente, infatti, che se queste<br />

iniziative sono lasciate in modo preponderante<br />

al settore non profit, sono tuttavia<br />

lo Stato e le istituzioni, fra cui le Università<br />

stesse, a doversi assumere il<br />

compito di costruire una cornice normativa,<br />

metodologica e culturale, in grado<br />

di sostenere e valutare le pratiche di<br />

innovazione culturale che, nel frattempo,<br />

si diffondono nel Paese.<br />

C’è ancora un totem da demolire fra i<br />

lettori e soprattutto fra i promotori della<br />

lettura in Italia: il presunto conflitto fra<br />

carta e digitale. Era difficile aspettarsi<br />

che i libri elettronici sostituissero rapidamente<br />

e integralmente i libri cartacei.<br />

Nella storia del genere umano, raramente<br />

è avvenuto che un nuovo medium ne<br />

scalzasse completamente un altro. Le<br />

pubblicazioni digitali sono in forte crescita<br />

e nel 2015 hanno raggiunto il 9,4%<br />

del mercato. Tuttavia, si consolida la<br />

consapevolezza che i lettori preferiscano<br />

leggere su formati diversi, anziché adottarne<br />

uno solo. Lo stesso libro può essere<br />

letto su un e-book reader o su carta,<br />

a seconda dei momenti della giornata,<br />

del luogo o dell’attitudine con cui ci<br />

si approccia al testo. Gli strumenti restano<br />

tali, mentre è del contenuto che<br />

dovremmo preoccuparci.<br />

Più che chiederci se l’odore della carta<br />

sia un piacere in via d’estinzione, dovremmo<br />

domandarci se e in quale modo<br />

la lettura digitale finirà per influenzare i<br />

formati e i contenuti stessi dei testi<br />

scritti, in particolare dei testi letterari.<br />

La lettura attraverso lo schermo di uno<br />

smartphone porterà il lettore a favorire i<br />

5 ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI, Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia, 2015.<br />

FUOR ASSE 36<br />

Redazione Diffusa

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