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Ettore Ciccotti_anteprima

Personalità di assoluto rilievo della storia culturale e politica italiana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Ciccotti (nato a Potenza nel 1863 e morto a Roma nel 1939), aderì da subito al PSI, cercando di guadagnarlo alla causa meridionalista. Politico intransigente e persona di grande rigore morale, pubblicista furente e studioso innovativo, Ciccotti fu indubbiamente un personaggio scomodo, la cui vita fu condotta in maniera indipendente e solitaria. Capace, come pochi, di leggere la storia e la politica nazionale, e di interpretare le emergenze e i moventi locali visse le contraddizioni di un’età nata all’insegna delle grandi speranze e possibilità di cambiamento e del loro affievolirsi nel tiepido gradualismo di un politica riformista, incapace di assicurare uno sviluppo equilibrato al nostro Paese. Appassionato difensore delle ragioni del Mezzogiorno, restò fino alla fine ancorato alla sua utopia di cambiamento, il che ne fece un outsider nel panorama politico dell’epoca

Personalità di assoluto rilievo della storia culturale e politica italiana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Ciccotti (nato a Potenza nel 1863 e morto a Roma nel 1939), aderì da subito al PSI, cercando di guadagnarlo alla causa meridionalista. Politico intransigente e persona di grande rigore morale, pubblicista furente e studioso innovativo, Ciccotti fu indubbiamente un personaggio scomodo, la cui vita fu condotta in maniera indipendente e solitaria. Capace, come pochi, di leggere la storia e la politica nazionale, e di interpretare le emergenze e i moventi locali visse le contraddizioni di un’età nata all’insegna delle grandi speranze e possibilità di cambiamento e del loro affievolirsi nel tiepido gradualismo di un politica riformista, incapace di assicurare uno sviluppo equilibrato al nostro Paese. Appassionato difensore delle ragioni del Mezzogiorno, restò fino alla fine ancorato alla sua utopia di cambiamento, il che ne fece un outsider nel panorama politico dell’epoca

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EXQUIS<br />

02


Giuseppe Pascarelli, Giuseppe Campanelli<br />

ETTORE<br />

CICCOTTI<br />

SUD E POLITICA<br />

TRA REALISMO E UTOPIA<br />

Prefazione di Salvatore Lardino


Sommario<br />

Nota degli autori <br />

I<br />

Prefazione III<br />

ETTORE CICCOTTI<br />

SUD E POLITICA TRA REALISMO E UTOPIA<br />

Premessa 1<br />

I. MOMENTI DI UNA VITA<br />

I.1. L’adolescenza, la formazione, il foro, tra Potenza e Napoli 3<br />

I.2. L’esperienza milanese e l’esilio in Svizzera. Verso la maturità 8<br />

I.3. Nel nuovo secolo. Tra politica ed accademia 11<br />

I.4. Nella crisi dello stato liberale. La parabola di un solitario 16<br />

II. IL PROFESSORE SOCIALISTA.<br />

TRA PASSIONE STORICA E PASSIONE POLITICA<br />

II.1. Il mestiere dello storico. Dal feticismo dei fatti all’approdo<br />

al materialismo storico 20<br />

II.2. L’idea di socialismo di <strong>Ciccotti</strong>: genesi di un’adesione 34<br />

II.3. Il marxismo della Seconda Internazionale. Un quadro di riferimento 38<br />

II.4. <strong>Ciccotti</strong> e Marx. Una ricezione problematica 47<br />

III. CICCOTTI NEL CLIMA CULTURALE DEL SUO TEMPO<br />

III.1. La cultura postrisorgimentale 53<br />

III.2. La matrice hegeliana e positivistica 55<br />

III.3. Il contributo del positivismo alla ridefinizione di una nuova immagine<br />

dei rapporti sociali 58<br />

IV. LA BASILICATA E IL MEZZOGIORNO POSTUNITARI NELLA<br />

NARRAZIONE DI CICCOTTI<br />

IV.1. I primi approcci al meridionalismo 70<br />

IV.2. La Basilicata postunitaria nella narrazione di <strong>Ettore</strong> <strong>Ciccotti</strong> 71<br />

IV.3. La lettura della situazione postunitaria e la battaglia per il socialismo 86


V. CICCOTTI MERIDIONALISTA. PROBLEMI E PROSPETTIVE<br />

V.1. La battaglia politica e culturale 112<br />

V.2. Il meridionalismo di <strong>Ciccotti</strong> e il modello di sviluppo italiano 118<br />

VI. L’ULTIMA ILLUSIONE<br />

VI.1. <strong>Ciccotti</strong> e l’ironia della storia 138<br />

VI.2. L’opposizione alla politica giolittiana 141<br />

VI.3. Il nuovo pensiero economico 147<br />

VI.4. La parabola conclusiva 148<br />

APPENDICE DOCUMENTARIA 173<br />

Bibliografia 217<br />

Indice dei nomi 241


ETTORE<br />

CICCOTTI<br />

SUD E POLITICA<br />

TRA REALISMO E UTOPIA


I. MOMENTI DI UNA VITA<br />

La figura così poliedrica così multiforme<br />

e così complessa di <strong>Ettore</strong> <strong>Ciccotti</strong>, storico,<br />

giurista, pubblicista, docente, parlamentare<br />

non può essere agevolmente riassunta e<br />

fermata in queste rapide e brevi note. 1<br />

Sergio De Pilato<br />

I.1. L’adolescenza, la formazione, il foro, tra Potenza e Napoli<br />

<strong>Ettore</strong> <strong>Ciccotti</strong> nacque a Potenza il 23 marzo 1863, nella casa paterna<br />

di Largo Collegio Parrocchiale San Gerardo 2 , in una colta e agiata<br />

famiglia “agraria”, che sin dal 1799 era presente nei gangli del potere<br />

provinciale. Il padre Pasquale, 3 noto avvocato, fu sindaco di Potenza dal<br />

1861 al 1870. La madre, Laura Addone, figlia di Basileo, 4 era imparentata<br />

con i d’Errico, 5 influente famiglia di credo liberale, antiborbonica e<br />

unitaria fin dai giorni della Repubblica partenopea. La famiglia <strong>Ciccotti</strong><br />

era organica a quella classe dirigente che, come ricorda Signorelli, con<br />

«una sapiente opera di mediazione tra gli interessi della grossa bor-<br />

1. S. DE PILATO, Fondi, cose e figure di Basilicata, Roma, Maglione, 1923, p. 63.<br />

2. Alcune biografie indicano quale data di nascita il giorno 24, ma l’esame degli<br />

atti, custoditi presso gli uffici dello stato civile del comune di Potenza, evidenzia che<br />

quest’ultima data si riferisce al giorno in cui il padre Pasquale diede notizia agli ufficiali<br />

del comune, ovvero il giorno in cui fu compilato l’atto n. 124.<br />

3. Avvocato, fu affiliato alla Carboneria e iscritto alla “Giovane Italia”, nonché alfiere<br />

della Guardia Nazionale dal 1849 al 1850. Aderì al programma giobertiano. Nominato<br />

decurione il 26 luglio 1860 per organizzare l’insurrezione di Potenza del 18 agosto<br />

1860, fu Direttore del “Collegio di Potenza” e componente della delegazione che,<br />

nel settembre 1860, venne ricevuta da Giuseppe Garibaldi. Molto si adoperò per la<br />

promozione dei lavori di costruzione dell’acquedotto comunale e del teatro cittadino<br />

“Francesco Stabile”.<br />

4. Ricco proprietario massone, carbonaro e titolato a incarichi pubblici.<br />

5. Vincenzo d’Errico, già nel 1848, fu promotore del Circolo Costituzionale Lucano,<br />

al quale aderirono professori, proprietari, impiegati ed i democratici Emilio Maffei, sacerdote,<br />

ed Emilio Petrucelli.<br />

3


ghesia terriera e quelli della media e piccola borghesia cittadina di professionisti<br />

e piccoli proprietari», 6 nel 1860, era riuscita a riunire tutti<br />

i filoborbonici intorno ad un programma moderato di annessione al<br />

Piemonte. Si trattò dell’iniziativa di un “gattopardesco” notabilato lucano,<br />

moderato e conservatore, poco propenso alle aperture popolari<br />

e riformiste, impegnato solo a preservare la Provincia di Basilicata da<br />

quei cambiamenti sociali che ne avrebbero pregiudicato il potere economico,<br />

i privilegi sociali e la fortuna politica.<br />

La scuola privata di Raffaele Riviello 7 rappresentò la prima formazione<br />

scolastica del giovane <strong>Ettore</strong>. Fu proprio l’ex sacerdote a educarlo<br />

alla lettura degli scritti risorgimentali di Giuseppe Mazzini, Gabriele<br />

Rossetti 8 e Nicola Sole, 9 il cui possesso, prima del 1860, costituiva reato.<br />

La sua cultura fu, quindi, fondata sin dall’infanzia sull’approfondimento<br />

storico e sul culto di figure eroiche, le cui gesta e i cui ideali divennero<br />

il fondamento etico e culturale della sua formazione. Lo testimonia<br />

lo scambio epistolare con Matteo Renato Imbriani, repubblicano<br />

napoletano, a cui, appena tredicenne, <strong>Ettore</strong> non mancò di indirizzare<br />

commosse parole di cordoglio per l’eroica morte del fratello Giorgio:<br />

«Un fraterno saluto di conforto, oggi che ricorre il 7° anniversario di<br />

suo fratello Giorgio Imbriani. Questo tribuno, questo apostolo e questo<br />

martire rimarrà imperituro nel popolo d’Italia». 10<br />

Dopo gli studi elementari presso la scuola del Riviello, il giovane<br />

<strong>Ciccotti</strong> frequentò il Regio Liceo Ginnasio “Salvator Rosa” di Potenza,<br />

distinguendosi per l’impegno e l’attenzione a ciò che accadeva intorno<br />

a lui. Nel 1878, a soli quindici anni, scrisse l’opuscolo In morte<br />

6. A. SIGNORELLI, Per una bibliografia di <strong>Ettore</strong> <strong>Ciccotti</strong> – I – La formazione culturale,<br />

in «Siculorum Gymnasium», Università di Catania – Facoltà di Lettere e Filosofia,<br />

Catania, XXVII, 1974, p.186.<br />

7. Raffaele Riviello, sacerdote e scrittore di cronaca potentina, visse dal 1840 al<br />

1893.<br />

8. Poeta e patriota abruzzese, appoggiò gli insorti nel 1820 e morì esule a Londra,<br />

città nella quale insegnò lingua e letteratura italiana al King’s College.<br />

9. Poeta e patriota lucano (Senise, 1821-Senise, 1859), partecipò ai moti del 1848<br />

e fu più volte in prigione, prima in seguito alla reazione borbonica, poi perché sospettato<br />

di essere affiliato alla Giovane Italia (non quella di Mazzini ma quella del lucano<br />

Vincenzo d’Errico).<br />

10. Matteo Renato Imbriani (Napoli, 1843- San Martino Valle Caudina, 1901) fu un<br />

esponente del partito radicale storico, e deputato eletto in Puglia. Anche a lui si deve<br />

la realizzazione dell’Acquedotto Pugliese. La lettera citata, del 21 gennaio 1877, è<br />

riportata in: Carteggio Imbriani, Napoli, Biblioteca Nazionale, Sezione Manoscritti, Busta<br />

XXVI, n. 141.<br />

4


di Vittorio Emanuele II primo Re d’Italia, in cui celebrava le gesta del<br />

Re d’Italia, ottenendo risposta da parte della Casa Reale. Espressione<br />

di questa partecipazione alla vita sociale e politica della sua terra, fu<br />

anche il discorso che scrisse in occasione della commemorazione dei<br />

trent’anni dalla morte del martire di Venosa, Luigi La Vista, 11 tenutasi<br />

il 15 maggio 1879, e che ebbe grande risonanza, contribuendo a<br />

destare le coscienze di un’opinione pubblica che sembrava aver già<br />

dimenticato la sua storia recente.<br />

Sono trent’anni, che il piombo mercenario spezzò uno dei figli più<br />

gentili e rigogliosi della terra lucana, Luigi La Vista; e non una lapide è<br />

sorta finora a ricordo di questo giovane, il quale visse amando, pensando,<br />

lavorando e soffrendo e conscio di sua futura grandezza non dubitò<br />

di dare alla patria più che la vita il suo avvenire. Noi vi offriamo oggi il<br />

mezzo di compiere questo sacro dovere, sottoscrivendo per una lapide<br />

che, eternando il nome di Luigi La Vista, spinge la gioventù a seguirne<br />

le orme. E siamo certi che voi non verrete meno all’appello.<br />

La tradizione forense della famiglia <strong>Ciccotti</strong> (il padre e il fratello<br />

erano avvocati) spinse <strong>Ettore</strong>, nel 1879, ad iscriversi alla facoltà di giurisprudenza<br />

presso l’Università di Napoli. Ma l’indirizzo di studi intrapreso<br />

gli apparve subito lontano dai suoi reali interessi e, appena un<br />

anno dopo, comunicò al padre l’intenzione di iscriversi alla facoltà di<br />

Medicina, ricevendone un fermo diniego, rivelatore delle aspirazioni<br />

e degli interessi dell’alta borghesia cittadina del Mezzogiorno di quegli<br />

anni. La scelta di un indirizzo di studi universitario non doveva essere<br />

funzionale agli interessi e alle inclinazioni di un giovane, ma alla carriera,<br />

al potere, alla vita politica, agli “onori”, come allora si diceva. <strong>Ettore</strong><br />

dovette, di conseguenza, arrendersi al volere paterno.<br />

Lo scambio epistolare tra padre e figlio è interessante perché rivelatore<br />

della mentalità di un’epoca. Ne riportiamo qui, pertanto, un ampio<br />

stralcio. Dalla lettera al padre Pasquale: 12<br />

11. Luigi La Vista (Venosa, 1826-Napoli, 1848), allievo di De Sanctis, partecipò ai<br />

moti napoletani del 1848. Arrestato durante la repressione borbonica, fu fucilato all’età<br />

di ventidue anni. Il discorso si può leggere in E. CICCOTTI, Sottoscrizione per una<br />

lapide commemorativa di Luigi La Vista – manoscritto, in Archivio di Stato di Potenza<br />

(d’ora in poi ASPz), 1879, Fondo <strong>Ciccotti</strong>, busta n. 17.<br />

12. Lettera manoscritta inviata al padre Pasquale, Napoli 11 maggio 1880, ASPz,<br />

Fondo <strong>Ciccotti</strong>, busta n. 17.<br />

5

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