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#LIFESTYLE<br />
Lotta profumata<br />
al degrado urbano<br />
È l’ora del GUERRILLA<br />
GARDENING, il<br />
movimento pacifico<br />
che si “appropria”<br />
degli spazi pubblici<br />
abbandonati con una<br />
protesta pacifica a base<br />
di petali.<br />
#3D 40<br />
Lotte profumate di legioni green con<br />
botanici clandestini, guerrieri su ring<br />
di fiori e bombe di camelie lanciate<br />
a coriandolo nelle aiuole. E’ l’ora del<br />
flower power, germogli di rivoluzioni<br />
a cui ci ha abituato il ‘68. Ne è<br />
trascorso di tempo dai moti a colori<br />
dell’epoca e la scritta “Make love,<br />
not war” sui muri dell’Università di<br />
Nanterre presagiva anche la rivoluzione<br />
green dei nostri giorni. I protagonisti<br />
non sono i flaneur, come li avrebbe<br />
dipinti Baudelaire, i botanici da<br />
marciapiede che si trastullano nel tessuto<br />
urbano emozionandosi nell’osservare il<br />
paesaggio, ma gente fattiva, la cosiddetta<br />
critical mass, cittadini comuni con spirito<br />
ambientalista. I landgrabs, giardinieri<br />
“detonatori” dei cambiamenti della<br />
fisionomia delle città. Una colonizzazione<br />
a base di seed bomb.<br />
È il guerrilla gardening, il movimento<br />
pacifico che “resiste” al degrado urbano<br />
appropriandosi degli spazi pubblici<br />
abbandonati e modificandoli con una<br />
protesta pacifica a base di petali.<br />
Gli attivisti compiono i loro attacchi<br />
soprattutto durante la notte per dar vita<br />
ad nuovo tappeto vegetale. Altri lavorano<br />
più apertamente, cercando di coinvolgere<br />
le comunità locali. Due i testimonial in<br />
tempi non sospetti: Gerald Winstanley e i<br />
diggers nel Surrey in Inghilterra nel 1649