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GEOmedia_5_2016

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

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Rivista bimestrale - anno XX - Numero 5/<strong>2016</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

LiDAR<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

Set/Ott <strong>2016</strong> anno XX N°5<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

SPECIALE<br />

CARTOGRAFIA PER<br />

LE EMERGENZE<br />

VVF, POLITO, FBK, PCN<br />

POLIMI, CNR, OSM, CATASTO<br />

e-GEOS, ISTAT, RNDT


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L’attività dei Vigili del fuoco sul campo in caso di sisma<br />

L’azione di soccorso tecnico urgente che i Vigili del fuoco svolgono in caso di emergenza si rivolge prioritariamente alla popolazione<br />

e nel caso di sisma si articola inizialmente nelle fasi della ricerca e del salvataggio delle persone coinvolte dal crollo degli edifici per<br />

poi proseguire con la messa in sicurezza degli edifici e degli accessi.<br />

Contemporaneamente – ciò è meno noto - i soccorritori dei Vigili del fuoco provvedono alla prima valutazione tecnica definita<br />

tecnicamente “Ricognizione Esperta per la Caratterizzazione Strategica”, di cui il triage speditivo dei fabbricati nelle zone colpite<br />

dal sisma costituisce una delle componenti caratterizzanti. Tale processo è necessario per accertare lo stato dell’edificato ai fini della<br />

sicurezza pubblica e della viabilità e, quindi, costituisce non solo un indispensabile strumento per il coordinamento delle operazioni<br />

di soccorso già in atto ma anche il primo imprescindibile riferimento per la definizione delle cosiddette zone rosse del cratere del<br />

sisma. Queste tuttavia non sono le uniche funzioni della ricognizione speditiva.<br />

La mappatura del dissesto dell’edificato costituisce un utile strumento per la pianificazione di ulteriori attività quali la verifica<br />

dell’agibilità delle abitazioni nelle zone danneggiate in misura minore al fine di riportare nel più breve tempo possibile, almeno<br />

parte della popolazione, in condizioni di vita normali.<br />

Il rilievo speditivo dei fabbricati nelle aree colpite viene effettuato con valutazione a vista, senza strumentazione e senza accedere<br />

all’interno degli edifici: per ciascun manufatto viene espresso un giudizio sintetico inerente le pericolosità proprie e indotte sulle<br />

strutture circostanti. Il giudizio si esplicita con l’assegnazione di un codice di criticità associato a un colore (verde per un edificio<br />

sostanzialmente indenne, verde/giallo per criticità prontamente eliminabili con azioni di bonifica ordinarie, giallo per edifici con<br />

dissesti significativi richiedenti interventi più impegnativi, rosso associato a situazioni di danno critiche e nero a crolli<br />

generalizzati).<br />

Altre informazioni speditive che vengono rilevate con il triage sono la pericolosità indotta sulla viabilità pubblica o su altri edifici e<br />

la rilevanza dell’edificio: si associa infatti l’attributo Speciale “S” se l’edificio è storico, monumentale o strategico. Le costruzioni cui<br />

è stato attribuito il codice verde possono essere prioritariamente sottoposte ad analisi di secondo livello, da eseguirsi anche<br />

all’interno dei locali, volte a escludere eventuali condizioni di non fruibilità da parte degli occupanti; le costruzioni cui è stato<br />

attribuito il codice giallo/verde sono quelle che, a seguito di interventi di rapida e semplice attuazione quali, ad esempio, bonifiche<br />

di elementi non strutturali pericolanti, potranno essere riclassificate in codice verde, mentre le costruzioni cui sono stati attribuiti i<br />

codici colore giallo, rosso e nero non risultano fruibili a causa dell’evidente stato di danneggiamento e richiedono più impegnativi<br />

interventi di demolizione o di realizzazione di opere provvisionali per la messa in sicurezza. Pertanto, l’attribuzione di tali codici<br />

potrà essere tenuta in considerazione per la perimetrazione delle “zone rosse” interdette al pubblico. In aggiunta, l’indicatore “P”<br />

evidenzia la presenza di condizioni di pericolo indotto quali, ad esempio, campanili pericolanti insistenti su aggregati privi di danno<br />

o sulla viabilità ed è quindi un ulteriore elemento utile alla individuazione delle zone da rendere inaccessibili.<br />

I giudizi dell’esame a vista sono riportati sul modulo di rilievo triage speditivo cartaceo e sono direttamente inseriti su piattaforma<br />

web. Gli edifici da verificare sono individuati su una ortofoto sulla base della quale l’operatore effettua il sopralluogo. I dati raccolti<br />

possono essere visualizzati e consultati su qualunque postazione ad esempio attraverso Google Earth, poiché salvati con estensione<br />

*.kmz. Gli stessi dati vengono resi disponibili su un portale, fruibile on-line, che raccoglie le informazioni relative alle attività svolte<br />

dal personale del CNVVF nell’area colpita dall’emergenza.<br />

In realtà in base all’estensione del danno e dell’area che si intende mappare è possibile scegliere per il triage uno strumento di analisi<br />

più o meno approfondito. Nei casi in cui i danni riguardino un numero limitato di edifici o aree non troppo estese è possibile<br />

predisporre il triage compilando una scheda di maggior dettaglio per ciascun unità immobile o per ogni aggregato di immobili<br />

anziché limitarsi alla sola individuazione del giudizio sintetico sull’edificio. Le risultanze del monitoraggio svolto dalle squadre<br />

che effettuano il triage speditivo mediante comunicazione standard sono messe a disposizione delle strutture di coordinamento<br />

dell’emergenza per il tramite delle quali sono poi diramate ai Sindaci ed alle strutture di protezione civile, quale strumento a<br />

supporto delle decisioni secondo gli obiettivi precedentemente descritti.<br />

Biancamaria Cristini<br />

“Questo numero speciale di <strong>GEOmedia</strong> è dedicato al gravoso problema della cartografia per l’emergenza così come si è presentato<br />

ancora in occasione del terremoto del Centro Italia del 24 Agosto <strong>2016</strong>. Tutti gli interventi hanno il fine di contribuire a migliorare la<br />

situazione della cartografia facendo tesoro delle esperienze passate.<br />

Un particolare ringraziamento va pertanto a tutti gli autori che hanno contribuito:<br />

Biancamaria Cristini, Renzo Carlucci, Michele Fasolo, Gabriele Garnero, Isabella Toschi, Fabio Remondino, Flavio Lupia, Marco<br />

Minghini, Maurizio Napolitano, Alessandro Palmas, Alessandro Sarretta, Flavio Celestino Ferrante, Maurizio Ambrosiano, Erica<br />

Nocerino, Pier Francesco Cardillo, Domenico Grandoni, Anna Laura Di Federico, Stefano Mugnoli, Damiano Abbatini, Raffaella<br />

Chiocchini, Fabio Lipizzi, Gabriele Ciasullo, Antonio Rotundo, Alberto Conte, Maria Paola Bonofiglio, Laura Petriglia<br />

agli sponsor che rendono possibile tutto ciò<br />

3D TARGET, Aerrobotix, Epsilon, Esri, Flytop, Aeropix, GEOCART, ME.S.A, Planetek, Sinergis, Sistemi Territoriali, Teorema,<br />

Topcon, Trimble<br />

e in ultimo alla Redazione di <strong>GEOmedia</strong> e alla mediaGEO che hanno contribuito a questa edizione in tempi record, nella speranza<br />

che possa essere di ausilio a tutte le amministrazioni, enti e in particolare ai Sindaci coinvolti dalle emergenze”<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


IN QUESTO<br />

NUMERO...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

CARTOGRAFIA PER<br />

LE EMERGENZE<br />

DI RENZO CARLUCCI,<br />

BIANCAMARIA CRISTINI<br />

E MICHELE FASOLO<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

32 VADEMECUM<br />

47 MERCATO<br />

16<br />

RIPRESE AEREE<br />

INNOVATIVE PER LE<br />

EMERGENZE<br />

DI GABRIELE GARNERO<br />

AGENDA<br />

In copertina una porzione di mappa<br />

di classificazione elaborata nell’ambito<br />

del Copernicus Emergency<br />

Management System nell’area di<br />

Arquata derivata dal confronto di<br />

immagine aerofotogrammetrica<br />

pre-evento, ortofoto 20 cm di<br />

risoluzione elaborata dal consorzio<br />

TeA (e-GEOS, CGR, Aerodata Italia)<br />

e immagine satellitare post evento<br />

Pleiades 1-A CNES acquisita il<br />

30/10/<strong>2016</strong> 09:59 UTC nell’ambito<br />

del progetto COPERNICUS<br />

dall’Unione Europea e ESA. I colori<br />

attribuiti agli edifici definiscono<br />

il grado di danneggiamento come<br />

indicato nella seguente legenda.<br />

PIATTAFORME,<br />

SENSORI E SOLUZIONI<br />

PER IL RAPID<br />

MAPPING DI ISABELLA<br />

20<br />

TOSCHI E FABIO REMONDINO<br />

IL SUPPORTO<br />

44<br />

SATELLITARE<br />

DELL’EUROPA PER LE<br />

EMERGENZE<br />

A CURA DI PIER FRANCESCO<br />

CARDILLO, DOMENICO<br />

GRANDONI E ANNALAURA DI<br />

FEDERICO, E-GEOS<br />

geomediaonline.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


26<br />

VGI ED EMERGENZE<br />

DI FLAVIO LUPIA, MARCO<br />

MINGHINI, MAURIZIO<br />

NAPOLITANO, ALESSANDRO<br />

PALMAS E ALESSANDRO<br />

SARRETTA<br />

INSERZIONISTI<br />

3D TARGET 15<br />

Aeropix 61<br />

AerRobotix 42<br />

Epsilon 56<br />

Esri 33<br />

Flytop 48<br />

34 L’IMPORTANTE<br />

RUOLO DEGLI<br />

OPEN DATA NELLE<br />

EMERGENZE<br />

DI MAURIZIO<br />

NAPOLITANO<br />

36<br />

IL SISTEMA CARTOGRAFICO<br />

DEL CATASTO QUALE<br />

STRUMENTO DI SUPPORTO<br />

ALLA GESTIONE DELLE<br />

EMERGENZE<br />

DI FLAVIO CELESTINO FERRANTE<br />

E MAURIZIO AMBROSIANO<br />

40<br />

USO CONSAPEVOLE DI<br />

SOFTWARE SPEDITIVO PER<br />

LE RICOSTRUZIONI 3D<br />

DI ERICA NOCERINO E FABIO<br />

REMONDINO<br />

54<br />

GEOCART 49<br />

Leica 64<br />

ME.S.A 47<br />

Planetek 43<br />

Sinergis 63<br />

Sistemi Territoriali 32<br />

Teorema 62<br />

Topcon 57<br />

Trimble 2<br />

UN POSSIBILE RUOLO<br />

DEL RNDT PER<br />

L’ACCESSO E L’UTILIZZO<br />

DEI DATI TERRITORIALI<br />

NELLA GESTIONE DELLE<br />

EMERGENZE<br />

DI GABRIELE CIASULLO E<br />

LA CARTOGRAFIA<br />

ANTONIO ROTUNDO<br />

50<br />

ISTAT COME<br />

SUPPORTO PER<br />

LE EMERGENZE<br />

TERRITORIALI<br />

DI STEFANO MUGNOLI,<br />

DAMIANO ABBATINI, RAFFAELLA<br />

CHIOCCHINI E FABIO LIPIZZI<br />

IL GEOPORTALENAZIONALE:<br />

UN’INFRASTRUTTURA A<br />

SUPPORTO DELLE EMERGENZE<br />

DI ALBERTO CONTE, MARIA PAOLA<br />

BONOFOGLIO E LAURA PETRIGLIA<br />

58<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />

Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio, Michele<br />

Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia,<br />

Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.62279612 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

Condizioni di abbonamento<br />

La quota annuale di abbonamento alla rivista è di € 45,00.<br />

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di<br />

ciascun fascicolo arretrato è di € 12,00. I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.<br />

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revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza<br />

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Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli della Rivista non costituiscono disdetta<br />

dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere<br />

richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />

riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 12 dicembre <strong>2016</strong>.


FOCUS<br />

Cartografia per le emergenze<br />

di Renzo Carlucci, Biancamaria<br />

Cristini e Michele Fasolo<br />

La cartografia durante le emergenze<br />

assume un valore incredibilmente<br />

strategico e di fondamentale importanza<br />

per salvare vite umane, per essere poi<br />

nell'ordinarietà dimenticata senza attuare<br />

quello che è classicamente definito<br />

giovarsi del tempo di pace per essere<br />

pronti nei tempi di guerra. Le riflessioni<br />

che seguono derivano dalla lettura di<br />

alcune esperienze accumulate sul campo<br />

nel soccorso tecnico urgente in eventi<br />

emergenziali che hanno permesso di<br />

evidenziare l'importante ruolo che gioca la<br />

Centro Operativo Nazionale dei Vigili del fuoco dal quale vengono gestite tutte le emergenze,<br />

compreso il terremoto che ha colpito il Centro Italia a fine agosto <strong>2016</strong>.<br />

geomatica in tali situazioni.<br />

Almeno quattro fattori preminenti<br />

meritano un’attenzione<br />

particolare.<br />

Primo tra tutti la fondamentale<br />

importanza di disporre di una<br />

cartografia a grande scala, di<br />

elevata precisione, vettoriale<br />

(fondamentale caratteristica<br />

per permettere analisi spaziali<br />

quali il routing, il geocoding, il<br />

fleet management), aggiornata,<br />

con valenza legale, in formato e<br />

riferimento standard per essere<br />

integrata con altri archivi digitali<br />

per produrre analisi e carte tematiche<br />

in funzione dell'utilizzo<br />

che se ne intende fare. Secondo<br />

elemento importante ai fini del<br />

soccorso è l'integrazione di questo<br />

tipo di cartografia con le variabili<br />

censuarie Istat contenenti<br />

i dati relativi a popolazione,<br />

edifici e attività produttive; tale<br />

integrazione rende disponibili<br />

informazioni che si rivelano decisive<br />

nella fase dei soccorsi.<br />

Il terzo elemento, che esce consolidato<br />

ed affermato dalle recenti<br />

esperienze, ma non ancora<br />

esaurito in tutte le sue potenzialità,<br />

è il rilievo da Drone (UAV)<br />

che si affianca validamente,<br />

soprattutto per la tempestività<br />

rispetto al telerilevamento da<br />

satellite, mettendo a disposizione<br />

dati che possono essere elaborati<br />

facilmente e in maniera automatica<br />

per derivare cartografie e<br />

rappresentazioni della situazione<br />

post evento.<br />

Il quarto elemento è quello<br />

della georeferenziazione (GPS,<br />

GNSS) sulla quale, a fronte di<br />

una sua diffusione potente è<br />

disponibile oggi in realtà, nei<br />

comuni dispositivi portatili, un<br />

posizionamento carente della<br />

precisione adeguata agli scenari<br />

emergenziali, tale da rendere<br />

spesso preferibile l'individuazione<br />

dei punti relativi alle operazioni<br />

a mano su carta.<br />

Accanto a questi, emergono poi<br />

altri vulnus. Manca l'integrazione<br />

delle informazioni frutto della<br />

cooperazione nei momenti di<br />

crisi degli utenti, che utilizzano<br />

la diffusione di applicazioni web<br />

come Google Maps e altre piattaforme.<br />

Un tipo di applicazioni<br />

open o proprietarie che sono<br />

peraltro utilizzate sempre di più<br />

dai soccorritori istituzionali per<br />

mappature speditive.<br />

Alcune annotazioni vanno infine<br />

fatte sul deficit di qualità<br />

di molti dati e applicazioni che<br />

entrano in gioco, sull'insufficiente<br />

condivisione e messa a<br />

disposizione, nonostante le normative<br />

che la impongono, senza<br />

peraltro prevedere sanzioni per<br />

le inadempienze, da parte delle<br />

amministrazioni pubbliche che<br />

li hanno approntati, sul coordinamento<br />

della babele di formati<br />

e di sistemi di riferimento che<br />

si scontrano con la semplicità e<br />

omogeneità oggi possibili.<br />

A fronte di questi temi, quelle<br />

che seguono sono delle indica-<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

zioni che potrebbero contribuire<br />

a rendere più fluido il processo<br />

nella gestione di un’emergenza.<br />

Avvio della piattaforma<br />

geografica e individuazione<br />

dell’area colpita<br />

Acquisite e valutate, alla notizia<br />

del verificarsi dell'evento<br />

catastrofico (frane, alluvioni,<br />

terremoti, eruzioni vulcaniche,<br />

etc.), le prime informazioni<br />

indispensabili alla definizione<br />

della zona interessata dall'evento,<br />

una piattaforma dedicata<br />

all’emergenza serve a rappresentarne<br />

a piccola e media<br />

scala in prima approssimazione<br />

e in continuo aggiornamento<br />

la localizzazione, l'estensione,<br />

il numero di persone, di infrastrutture<br />

ed edifici coinvolti, le<br />

strutture operative più vicine e<br />

idonee a intervenire e le infrastrutture<br />

viarie, le loro condizioni<br />

di viabilità, le capacità, e<br />

le possibili alternative per raggiungere<br />

le aree interessate.<br />

Flusso delle informazioni<br />

e loro rappresentazione<br />

dinamica in cartografia<br />

Le informazioni a disposizione<br />

di una sala operativa<br />

in emergenza provengono da<br />

varie fonti: dalle chiamate di<br />

soccorso, da altre istituzioni,<br />

dal personale in sito, dalle<br />

strutture di protezione civile<br />

attivatesi spontaneamente,<br />

nel caso dei terremoti o eventi<br />

vulcanici in Italia, dall’Ingv, da<br />

sorgenti open, dall’Informazione<br />

Geografica Volontaria, di<br />

rilevanza ormai consolidata e<br />

che dovrebbe auspicabilmente<br />

generare nelle istituzioni<br />

l’attivazione di meccanismi di<br />

ascolto e di partecipazione a<br />

supporto dei propri processi<br />

decisionali.<br />

In quest’attività va considerata<br />

comunque la necessità di separare<br />

le informazioni Voluntereed<br />

da quelle operative e ufficiali,<br />

con un riutilizzo sempre<br />

prudente, al fine di impedire<br />

una diffusione incontrollata<br />

di contenuti cartografici dalla<br />

correttezza non validata, che<br />

potrebbero portare più danno<br />

che beneficio.<br />

Prima stima delle risorse<br />

umane, logistiche e<br />

strumentali presenti ed<br />

impiegabili nell’immediatezza<br />

sul territorio nell’area colpita<br />

Per ciascuna componente di<br />

protezione civile dovrebbero<br />

essere sempre disponibili basi<br />

di dati con le posizioni delle<br />

sedi operative e delle risorse<br />

umane, logistiche e strumentali<br />

presenti nelle stesse, informazioni<br />

di primaria importanza<br />

per le strutture di supporto<br />

e coordinamento operativo<br />

istituite e organizzate in piena<br />

fase gestionale dell'emergenza,<br />

a seguito di eventi catastrofici,<br />

ovvero nelle sale operative dei<br />

vari livelli, come quella della<br />

Direzione di Comando e Controllo<br />

(DI.COMA.C.), a seguito<br />

di grandi eventi, il Centro<br />

Coordinamento dei Soccorsi<br />

(CCS), il Centro Operativo<br />

Comunale (COC) ed il Centro<br />

Operativo Misto (COM), in<br />

modo tale da favorire in tempo<br />

reale l'avvio dei processi decisionali<br />

collaborativi.<br />

Localizzazione areale e dimensione<br />

dell’evento procedura<br />

e fonte dei dati<br />

L'attenzione sarà rivolta in<br />

particolare all'identificazione<br />

dei principali centri abitati<br />

destinazione dei soccorsi, di<br />

quelli esterni, ma prossimi<br />

all'area colpita e non interessati<br />

direttamente dall'evento, che<br />

possono essere utilizzati come<br />

base o postazione avanzata e<br />

sicura dei soccorsi e del ricovero<br />

della popolazione, delle<br />

infrastrutture di trasporto utilizzabili<br />

sia per i soccorsi che<br />

Humanitarian OpenStreetMap Team<br />

Tra le più recenti esperienze quella post terremoto<br />

in Nepal, che ha visto gruppi tra cui la<br />

ONG Hot (Humanitarian OpenStreetMap<br />

Team) organizzarsi sui social network per<br />

approntare mappe aggiornate e dettagliate<br />

con adesioni in Italia di strutture come<br />

il Politecnico di Milano e l’Università di<br />

Udine con i VVF. In occasione del recente<br />

sisma del 24 agosto <strong>2016</strong> numerosi membri<br />

della comunità di OpenStreetMap Italia e<br />

diversi attivisti, riuniti intorno al gruppo<br />

non profit “Terremoto Centro Italia”, hanno<br />

realizzato cartografie aggiornate.<br />

per l'evacuazione della popolazione<br />

coinvolta.<br />

Nelle fasi iniziali, anche da<br />

remoto, è utile per una visione<br />

d'insieme, utilizzare le Basi<br />

Territoriali Istat (regioni, province,<br />

comuni, località, aree<br />

sub-comunali, aree di censimento<br />

e sezioni di censimento)<br />

in formato shape.<br />

La configurazione cartografica dinamica del dispositivo<br />

di soccorso (monitoraggio mediante droni e<br />

localizzazione radio check).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 7


FOCUS<br />

Porre l'attenzione a indicatori<br />

come il numero di residenti, di<br />

edifici abitati, di edifici strategici<br />

è indispensabile per la<br />

stima dei danni e per la valutazione<br />

e la pianificazione delle<br />

operazioni nella prima emergenza,<br />

nonché delle possibili<br />

criticità che possono insorgere<br />

nei vari scenari. La localizzazione<br />

corretta dei campi<br />

base richiede informazioni<br />

aggiornate sulle condizioni di<br />

viabilità, le distanze, la geomorfologia,<br />

i possibili servizi<br />

disponibili.<br />

Il grafo stradale è un problema<br />

da non sottovalutare<br />

Il processo decisionale di<br />

risposta iniziale in queste<br />

prime fasi si lega in maniera<br />

evidente alla disponibilità di<br />

dati affidabili sulle infrastrutture<br />

viarie e sul loro stato di<br />

percorribilità, per identificare<br />

itinerari più o meno sicuri e<br />

probabilmente non danneggiati<br />

dall'evento, che diano<br />

possibilità di accesso alle aree<br />

colpite e alle strutture sanitarie<br />

e di soccorso, anche ai mezzi<br />

pesanti delle colonne mobili in<br />

emergenza.<br />

Proprio per dar risposta al<br />

problema dell’accessibilità apposite<br />

squadre in emergenza<br />

intraprendono le prime azioni<br />

di ricognizione e di controllo<br />

a supporto delle decisioni<br />

del comando delle operazioni<br />

di soccorso con specialisti<br />

che provvedono alla verifica<br />

speditiva delle criticità sulla<br />

viabilità, nonché all'individuazione<br />

delle aree maggiormente<br />

colpite, mediante protocolli di<br />

prospezione che consentono<br />

di accertare la praticabilità dei<br />

percorsi, le loro reali capacità<br />

di poter essere utilizzati e le<br />

cause di interruzione. Sulla<br />

base di tale monitoraggio si<br />

dispongono le chiusure delle<br />

strade o le limitazioni di<br />

Le EMERMAPPE<br />

percorrenza, o, nel caso, l'individuazione<br />

di percorsi alternativi<br />

dove dirottare i flussi di<br />

traffico, eventualmente anche<br />

separando percorsi riservati ai<br />

soccorsi da percorsi per la popolazione.<br />

Queste operazioni<br />

devono essere utilizzate per un<br />

efficace aggiornamento del grafo<br />

stradale.<br />

Le EMERMAPPE<br />

I Vigili del fuoco italiani agiscono<br />

con un apposito nucleo<br />

che immediatamente avvia<br />

le procedure di check perlustrativo<br />

mediante apparati<br />

radio, dotati di modulo GPS,<br />

che sfruttano la rete radio<br />

analogica nazionale VVF con<br />

l’obiettivo della redazione<br />

delle c.d. EMERMAPPE. Le<br />

informazioni vengono processate<br />

con lavoro di 'back office',<br />

in remoto e in continuo, con<br />

una mappatura aggiornata visualizzabile<br />

anche su Google<br />

Maps. L'attività dalla verifica<br />

della rete stradale si estende già<br />

““L'ultimo evento<br />

sismico occorso ha<br />

messo in luce la<br />

criticità della non<br />

omogeneità della<br />

cartografia sul<br />

territorio nazionale,<br />

infatti il sisma si è<br />

verificato in una zona<br />

al confine di quattro<br />

“<br />

regioni, alcune delle<br />

quali molto carenti<br />

sotto il profilo della<br />

dotazione cartografica.<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

nelle primissime ore alla prima<br />

verifica dei danni per produrre<br />

una mappatura, continuamente<br />

aggiornata, dello scenario<br />

utilizzando il geotagging.<br />

E' chiaro che queste informazioni<br />

dovrebbero integrarsi<br />

in un sistema cartografico di<br />

precisione adeguato almeno a<br />

quelle dei sistemi di rilevamento<br />

GPS utilizzati, date le note<br />

limitazioni della copertura<br />

aerea e satellitare di Google<br />

che soffre di imprecisione indefinita<br />

e incontrollabile con<br />

semplici sistemi.<br />

Il problema è che in realtà in<br />

Italia non è disponibile un<br />

grafo ufficiale che riporti tutte<br />

le informazioni richieste in<br />

alcune situazioni critiche, e<br />

che è tra le conseguenze della<br />

frammentazione del patrimonio<br />

stradale tra miriadi di<br />

gestori dislocati a più livelli<br />

istituzionali e della riluttanza<br />

generalizzata e ideologica a un<br />

ritorno a un accentramento<br />

di competenze statali a scala<br />

nazionale che nella cartografia,<br />

come in altri campi riguardanti<br />

il territorio, sarebbe invece necessario.<br />

messa in sicurezza dello scenario<br />

mediante l'approntamento<br />

di opere provvisionali. E ai fini<br />

del soccorso risulta rilevante<br />

poter disporre anche del riferimento<br />

dei numeri civici degli<br />

edifici.<br />

Uno stradario nazionale<br />

Lo strato informativo della rete<br />

stradale alla risoluzione scala<br />

1:10.000 disponibile sul Geoportale<br />

Nazionale del Ministero<br />

dell’ambiente e della tutela<br />

del territorio e del mare (GN)<br />

è stato ricavato, con aggiornamenti,<br />

modifiche e aggiunta<br />

di toponomastica, da quello<br />

incluso tra gli strati cartografici<br />

prioritari definiti DBPrior10K<br />

del CISIS e risalente al 2003.<br />

Rimane ancora lontano il<br />

traguardo del Repertorio dei<br />

Le ortofoto AGEA<br />

Nel contesto delle informazioni spaziali<br />

disponibili in tutto il paese,<br />

ci sono poi le immagini dei rilievi<br />

aerofotogrammetrici prodotti in modalità<br />

ortorestituita ma anche oblique<br />

dall'Agea (Agenzia per le Erogazioni in<br />

Agricoltura).<br />

Si tratta di ortofoto digitali multispettrali<br />

con un pixel di risoluzione oggi<br />

di 20 cm. Quanto all'aspetto dell'aggiornamento<br />

va sottolineato come le<br />

ortofoto Agea offrano, rispetto ad altre<br />

fonti, una rappresentazione delle condizioni<br />

di fatto aggiornata, al massimo<br />

risalente a tre anni prima, dell'intero<br />

territorio nazionale. Purtroppo riguardo<br />

alla disponibilità vanno richiamati<br />

i problemi relativi alla proprietà e alla<br />

licenza d'uso dei prodotti delle ultime<br />

campagne di telerilevamento.<br />

Quali caratteristiche deve<br />

avere il grafo stradale?<br />

I requisiti contemplano oltre<br />

la basilare possibilità di distinguere<br />

gli archi del grafo per<br />

capacità di convogliare i flussi<br />

di traffico, tipologia, caratteristiche<br />

geometriche, planimetriche<br />

e funzionali della strada, la<br />

toponomastica, dati sullo stato<br />

di conservazione e manutenzione<br />

delle strutture.<br />

Vanno certamente escluse<br />

semplificazioni eccessive nella<br />

schematizzazione della rete,<br />

specialmente per la viabilità<br />

minore, soprattutto quando si<br />

lavora a una scala di maggior<br />

dettaglio per la gestione del<br />

soccorso e per la pianificazione<br />

degli interventi necessari alla<br />

Amatrice. Sovrapposizione cartografia catastale su immagine satellitare di emergenza<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 9


FOCUS<br />

numeri civici, ovvero la possibilità<br />

di riportare su un grafo<br />

la localizzazione puntuale dei<br />

numeri civici delle vie. Con il<br />

DPCM del 12 maggio <strong>2016</strong><br />

relativo a "Censimento della<br />

popolazione e archivio nazionale<br />

dei numeri civici e delle<br />

strade urbane" (GU Serie Generale<br />

n.167 del 19-7-<strong>2016</strong>) è<br />

stato istituito l'Archivio nazionale<br />

dei numeri civici e delle<br />

strade urbane (Anncsu). Nelle<br />

intenzioni si tratta di un registro<br />

unico, digitale e aggiornato<br />

in tempo reale, contenente<br />

informazioni, su strade e indirizzi,<br />

con codificazione omogenea,<br />

che permetta alle varie<br />

banche dati, statistiche fiscali<br />

e comunali di interoperare.<br />

Purtroppo il geo- riferimento<br />

dei numeri civici pare limitarsi<br />

ancora all'indicazione della sezione<br />

di censimento e comunque<br />

il contesto è limitato alle<br />

strade urbane. D’altronde in<br />

molti comuni mancano i numeri<br />

civici, sostituiti dall’acronimo<br />

snc, e la toponomastica è<br />

molto carente.<br />

Eppure una fonte considerevole<br />

e ricca di informazioni sulle<br />

strade esiste già. E' il Catasto<br />

delle Strade italiano, detto anche<br />

Catasto Strade o Catasto<br />

Stradale, istituito con il Nuovo<br />

Codice della Strada - N.C.S.<br />

Ripresa da Drone su Amatrice<br />

(d.lgs. n. 285, 30 aprile1992).<br />

All'art.13 comma 6 si prescrive<br />

che ogni Ente proprietario di<br />

strade dovrà istituire e mantenere<br />

aggiornato il proprio Catasto<br />

in modo autonomo, ma<br />

con modalità univocamente<br />

determinate a livello centrale.<br />

A questo provvede il Decreto<br />

del Ministero dei Lavori Pubblici<br />

del 1/6/2001 che definisce<br />

e descrive le caratteristiche<br />

del Catasto delle Strade, con<br />

un grafo stradale organizzato<br />

secondo lo standard europeo<br />

GDF. Purtroppo gli inadempimenti<br />

e le imprecisioni sono a<br />

questo riguardo diffusissimi.<br />

OpenStreetMap<br />

In mancanza di una sorgente<br />

di dati sufficientemente dettagliata<br />

appare opportuno e vantaggioso<br />

il ricorso alla base dati<br />

di OpenStreetMap che ha il<br />

pregio di contemplare anche la<br />

rete declassificata, la viabilità<br />

minore e rurale, i sentieri.<br />

E’ un’ottima alternativa, ma<br />

non dobbiamo dimenticare<br />

che stiamo parlando di emergenze<br />

in cui l’affidabilità,<br />

per la salvaguardia delle vite<br />

umane, deve essere alta, coinvolgendo<br />

argomenti quali la<br />

portata delle infrastrutture viarie<br />

che normalmente non sono<br />

rilevabili da utenti comuni.<br />

La programmazione di<br />

percorsi con la modellistica<br />

dei grafi stradali<br />

Collegata alla questione del<br />

grafo è quella della Network<br />

Analysis. Per quello che necessita<br />

ai fini della gestione di<br />

una emergenza è conveniente<br />

optare per una valutazione<br />

prestazionale semplificata del<br />

deflusso sugli archi della rete<br />

rinunciando a formule funzionali<br />

complesse e raffinate.<br />

Questa può efficacemente<br />

basarsi sul tempo di percorrenza<br />

medio, valutato sulla base<br />

di una realistica stima della<br />

velocità sostenibile dai mezzi<br />

di soccorso, nelle condizioni<br />

imposte dall’emergenza, in<br />

funzione della tipologia della<br />

strada.<br />

La cartografia a grande scala<br />

Nelle operazioni di soccorso<br />

tecnico urgente si ha bisogno<br />

di una conoscenza precisa,<br />

completa, aggiornata e qualificata<br />

del territorio che permetta<br />

di valutare in tempo reale gli<br />

scenari emergenziali in cui si<br />

dispiegano gli interventi di<br />

soccorso.<br />

Oltre che sul versante prettamente<br />

operativo del soccorso,<br />

questa necessità si manifesta<br />

altrettanto evidente nella<br />

gestione di altre tipologie di<br />

attività, quali quelle di polizia<br />

giudiziaria e tutte le altre attività<br />

che possono essere facilmente<br />

coordinate e controllate<br />

mediante mappatura, come ad<br />

esempio quelle connesse con<br />

la rimozione delle macerie e<br />

con la presenza di materiali o<br />

sostanze pericolose.<br />

La base cartografica a grande<br />

scala potrebbe essere costituita<br />

dalle CTR regionali e dai DB<br />

topografici 10k, riferimenti<br />

essenziali per finalità operative<br />

e gestionali.<br />

Le carte tecniche, in quanto<br />

caratterizzate, a differenza della<br />

cartografia IGM a media/<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

piccola scala, da una rappresentazione<br />

a grande scala di<br />

tutti gli elementi in proiezione<br />

piana, non simbolica, che le<br />

rende pienamente adeguate per<br />

rilevarvi misure, svolgere attività<br />

di pianificazione, gestione<br />

e progettazione sul territorio<br />

e quindi anche per la pianificazione<br />

e la rappresentazione<br />

delle attività di soccorso. I DB<br />

Topografici in quanto soluzione<br />

più moderna e aggiornabile<br />

in continuo.<br />

Altre cartografie di base<br />

Possono essere di ausilio quelle<br />

globali realizzate come "basemap"<br />

per i sistemi webgis<br />

mondiali, ma di certo mancano<br />

di informazioni fondamentali<br />

che solo le carte IGM o<br />

aerofotogrammetricamente restituite<br />

possiedono, utilizzando<br />

la simbologia grafica, da anni<br />

sperimentata e consolidata<br />

dapprima come segno grafico e<br />

successivamente come elemento<br />

informatico digitale, come<br />

l’opportuna rappresentazione,<br />

standardizzata, di tutti gli elementi<br />

espressivi della natura<br />

del territorio. Sulle mappe dei<br />

webgis online non troveremo<br />

l'indicazione delle doline o<br />

della scarpate improvvise dei<br />

terreni, segnalate come solo i<br />

cartografi aerofotogrammetrici<br />

attualmente fanno.<br />

Purtroppo la maggior parte<br />

delle rappresentazioni cartografiche<br />

a livello regionale e<br />

locale, pur essendo in grado di<br />

rappresentare il posizionamento<br />

degli edifici, non ha caratteristiche<br />

omogenee.<br />

La cartografia catastale<br />

La disponibilità del Catasto<br />

vettoriale, oggi per tutta Italia,<br />

e la sua sovrapposizione<br />

alla cartografia elaborata per<br />

l'evento calamitoso, si rivela<br />

di grande, imprescindibile<br />

supporto all’efficacia e alla<br />

tempestività d’intervento delle<br />

amministrazioni pubbliche durante<br />

l'emergenza, permettendo<br />

alle squadre di soccorritori<br />

sul terreno l'effettuazione adeguata<br />

di misure, localizzazioni,<br />

identificazioni di proprietà, e<br />

la verifica dello stato dei luoghi<br />

ante evento calamitoso.<br />

Gli oggetti principali individuabili<br />

nelle mappe catastali,<br />

sono la particella e il foglio di<br />

mappa con i loro numeri identificativi,<br />

ma anche gli altri<br />

oggetti esistenti sul territorio<br />

quali corsi d'acqua, strade,<br />

ferrovie, abitazioni e i confini<br />

amministrativi, e poi i vertici<br />

trigonometrici IGM, e i punti<br />

fiduciali catastali. Di sicuro<br />

interesse è il grandissimo patrimonio<br />

toponomastico purtroppo<br />

parzialmente sopravvissuto<br />

nella migrazione dalla<br />

carta al vettoriale.<br />

Un raffronto tra Catasto e<br />

CTR, quali strati informativi<br />

utili per le operazioni di soccorso,<br />

ci porta immediatamente<br />

a verificare che nel Catasto<br />

manca l’altimetria. E le indicazioni<br />

immediate sulla tipologia<br />

di edificio (edifici ad uso abitativo<br />

e edifici civili) che però<br />

possono essere appositamente<br />

elaborate tramite l’uso delle<br />

banche dati alfanumeriche collegate.<br />

Nel confronto con le ortofoto<br />

a volte emerge l'assenza di<br />

molti edifici pur in presenza<br />

dell'elemento vettoriale particella,<br />

e questo per il fenomeno<br />

dell'abusivismo edilizio e<br />

dell'evasione fiscale, nonostante<br />

l'operazione di recupero degli<br />

ultimi anni che ha portato<br />

all'individuazione di milioni di<br />

fabbricati fantasma. Gli edifici<br />

pubblici spesso mancano perché<br />

gli enti pubblici titolari,<br />

pur obbligati alla presentazione<br />

dei relativi atti di aggiornamento<br />

al catasto, spesso non<br />

ottemperano a tali obblighi.<br />

Operatività degli attuali Droni<br />

Le operazioni di volo consentono piattaforme<br />

ad ala fissa in un tempo medio<br />

inferiore a 20 minuti di coprire, volando<br />

ad un'altezza di 150 metri, una zona<br />

ampia qualche km 2 . La disponibilità di<br />

batterie e piattaforme ridondanti elimina<br />

il tempo di inattività tra un volo e l'altro.<br />

Il trattamento e il processamento dei dati,<br />

eseguibile sul campo con potenze di calcolo<br />

comuni, con generazione di vari prodotti<br />

(ortofoto fotomosaici, DSM) da mettere a<br />

disposizione degli utenti spesso distanti richiede<br />

circa 2 ore per km 2 . Il caricamento<br />

e la messa a punto dei servizi richiede un<br />

minimo di 10 minuti e si correla strettamente<br />

correlato alle dimensioni dei file di<br />

dati e della banda in upload disponibile.<br />

A queste carenze si può sopperire<br />

in parte con operazioni di<br />

classificazione automatica delle<br />

immagini pre evento e con la<br />

vettorializzazione delle classi<br />

relative all’edificato ottenute.<br />

E’ soprattutto da tener presente<br />

la capacità che solo il sistema<br />

di informazioni catastali<br />

permette di identificare una<br />

proprietà, in tutto il territorio<br />

nazionale, in modo semplice e<br />

non ambiguo.<br />

Dati statistici<br />

Il dato della popolazione residente<br />

è un dato fondamentale<br />

già nelle prime fasi di ricerca<br />

dispersi, infatti incrociare i<br />

dati relativi alle particelle catastali<br />

con quelli relativi alla<br />

popolazione residente consente<br />

di orientare correttamente i<br />

soccorsi e di mappare efficacemente<br />

le attività svolte, anche<br />

nelle prime fasi di ricerca e<br />

salvataggio dei dispersi e di<br />

recupero delle vittime, che si<br />

effettua in condizioni estremamente<br />

disagiate, con ritmi<br />

concitati, e periodi di lavoro<br />

incessante.<br />

Spesso nel caso dei dati statistici<br />

ci si trova di fronte a<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 11


FOCUS<br />

dataset composti da milioni di<br />

record che è molto complicato<br />

riuscire a trasferire da un portale<br />

web a un pc.<br />

La necessità di una stretta<br />

collaborazione tra l'Istat e le<br />

istituzioni che, nel corso delle<br />

loro attività devono far ricorso<br />

ai suoi dati, non scaturisce<br />

certamente però da queste<br />

difficoltà di accessi semplici e<br />

veloci a repository complesse o<br />

dalla necessità di scandagliare<br />

in maniera molto rapida ed efficace<br />

il labirintico complesso<br />

di informazioni statistiche alla<br />

ricerca di indicatori da estrarre,<br />

a motivarla è piuttosto la<br />

possibilità di accedere ai dati<br />

elementari, non distribuiti<br />

online, sia per le norme a tutela<br />

del segreto statistico e del<br />

rispetto della privacy sia perché<br />

statisticamente non validati. E'<br />

questo il caso dei dati relativi<br />

al censimento delle abitazioni e<br />

degli edifici.<br />

La conoscenza dell'identificativo<br />

degli edifici e la loro<br />

ubicazione a una risoluzione<br />

puntuale in modo da integrare<br />

queste informazioni alla<br />

cartografia catastale e ai dati<br />

della popolazione che vi risiede<br />

rimane un problema aperto. Al<br />

momento purtroppo manca,<br />

come si è detto, l'individuazione<br />

del numero civico con coordinate<br />

geografiche che le leghi<br />

al singolo edificio e non all'intera<br />

sezione di censimento.<br />

Il censimento degli edifici, è<br />

relativamente “giovane” per<br />

l’Istat ed è stato condotto solo<br />

per la seconda volta. Vengono<br />

censiti tutti gli edifici nei<br />

comuni, la loro tipologia ed il<br />

loro utilizzo. Per gli edifici ad<br />

uso abitativo vengono richieste<br />

anche ulteriori informazioni<br />

sull'epoca di costruzione, lo<br />

stato di manutenzione e altre<br />

caratteristiche.<br />

Tuttavia accordi e stretta collaborazione<br />

tra istituzioni di soccorso<br />

e Istat possono rendere<br />

possibile la disponibilità delle<br />

schede dei rilevatori comunali<br />

che riportano oltre all'identificativo<br />

dell'edificio (non<br />

coincidente con l'identificativo<br />

purtroppo del Catasto) l'indirizzo.<br />

Questo tipo di informazione,<br />

integrato alla cartografia<br />

catastale e alla disponibilità<br />

delle planimetrie detenute dal<br />

catasto per conto dei privati,<br />

può agevolare le operazioni di<br />

soccorso nel caso di assenza di<br />

indicazioni da parte di sopravvissuti.<br />

Rende inoltre possibile<br />

la valutazione puntuale dello<br />

scenario dei danneggiamenti<br />

con incroci in ottica di studio<br />

e di ricerca, utilizzabili ai fini<br />

dell’attività di prevenzione,<br />

di alcune caratteristiche degli<br />

edifici.<br />

Uso dei Droni<br />

La fotogrammetria aerea che<br />

vede l'impiego degli UAV<br />

unito a quello dei software di<br />

rapida restituzione e realizzazione<br />

di modelli 3D, di tipo<br />

Structure from Motion, si è confermata<br />

nel recente sisma una<br />

tecnica assai efficace, dettagliata<br />

e rapida, nel contesto della<br />

prima risposta alle emergenze,<br />

consentendo di approntare<br />

tempestivamente, specialmente<br />

ove si integrino i dati catastali,<br />

strati geo-informativi e analisi<br />

spaziali di grande supporto<br />

alle operazioni di soccorso<br />

tecnico urgente, caratterizzate<br />

nella fase iniziale da una corsa<br />

contro il tempo per tentare di<br />

salvare il più elevato numero di<br />

vite umane.<br />

L'accuratezza dei risultati ottenuti<br />

(nuvole di punti, modelli<br />

per superfici e ortofoto) non<br />

è sicuramente paragonabile a<br />

quella ottenuta attraverso altri<br />

sistemi. Tuttavia è sufficiente<br />

all'impiego fruttuoso nell'attività<br />

di soccorso. E comunque<br />

sono sempre conseguibili accuratezze<br />

di pochissimi centimetri,<br />

se vengono utilizzati e<br />

curati alcuni accorgimenti.<br />

Il drone come piattaforma<br />

sensoriale è a tutt’oggi una<br />

possibilità non ancora convenientemente<br />

esplorata dato che<br />

la tecnologia sensoriale in uso<br />

è costituita prevalentemente<br />

dai sensori di immagini nello<br />

spettro del viisbile.<br />

Di grande interesse sarebbe<br />

invece dotare questi veicoli di<br />

sensori con spettro diverso dal<br />

visibile e soprattutto chimici<br />

per la scansione della emissione<br />

di composti volatili in<br />

grandi aree. Tra le varie applicazioni<br />

sono sicuramente da<br />

menzionare quelle rivolte alla<br />

ricerca di persone, magari sepolte<br />

da macerie. Svariati studi<br />

dimostrano come gli esseri<br />

umani rilascino in atmosfera<br />

composti volatili caratteristici<br />

che possono essere usati per la<br />

loro identificazione.<br />

Sono da risolvere a tale riguardo<br />

ancora problemi non banali<br />

dovuti ad esempio alla perturbazione<br />

della distribuzione delle<br />

molecole dovuta alle eliche<br />

del velivolo.<br />

I possibili futuri sviluppi<br />

dell'impiego degli UAV in scenari<br />

post catastrofe riguardano<br />

poi l'identificazione di materiali<br />

nocivi come l'amianto<br />

con un'attività di ricerca da<br />

condurre in parallelo con un'analisi<br />

spettrale di ortofoto precedenti<br />

l'evento catastrofico.<br />

Le immagini ad alta risoluzione<br />

acquisite da piattaforma<br />

UAV consentono infine in<br />

scenari di distruzione l'osservazione<br />

di danneggiamenti in<br />

parti inaccessibili degli edifici,<br />

utilizzando nel post processamento<br />

dei dati procedure di<br />

analisi delle murature lesionate<br />

imperniati su processi di classificazione<br />

delle immagini object<br />

oriented.<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

Pur nella consapevolezza dei<br />

loro limiti le immagini aeree<br />

acquisite da piattaforme UAV<br />

si sono dimostrate per tempi<br />

e semplicità di procedure una<br />

valida fonte da utilizzare per<br />

l'analisi post-evento che si<br />

aggiunge alla vasta gamma di<br />

sensori satellitari ottici e SAR<br />

che in alcune circostanze potrebbero<br />

non essere in grado di<br />

fornire immagini adeguate per<br />

diversi motivi.<br />

Uso di Google Street View<br />

Assai utile risulta il servizio di<br />

Google Street View, ora esteso<br />

alla maggior parte delle strade<br />

principali e strade urbane di<br />

molti grandi e piccoli centri<br />

(per la copertura http://www.<br />

google.com/help/maps/streetview/learn/where-is-streetview.html).<br />

E' possibile infatti tramite<br />

applicazioni combinare dinamicamente<br />

planimetrie, a<br />

esempio quelle catastali, con lo<br />

scorrere a schermo dei fronti<br />

stradali.<br />

Nelle operazioni di soccorso<br />

può essere adottato quale strumento<br />

immediato per la visualizzazione<br />

di un edificio ante<br />

evento, soprattutto in caso di<br />

eventi fortemente distruttivi<br />

quali i crolli, per la comprensione,<br />

da parte dei soccorritori<br />

che non conoscono lo scenario,<br />

della tipologia di prospetto,<br />

della localizzazione degli accessi<br />

delle aperture e per l'individuazione<br />

della distribuzione<br />

dei volumi, ai fini del corretto<br />

orientamento nella ricerca dei<br />

dispersi.<br />

Sistemi di posizionamento<br />

GPS portatili<br />

I sistemi di posizionamento<br />

nella risposta alle emergenze<br />

richiedono soluzioni di precisione<br />

adeguata alla risoluzione<br />

del sistema cartografico in cui<br />

si prevede di utilizzare i dati<br />

rilevati. Anche pensando a<br />

successivi utilizzi, di maggior<br />

accuratezza, che possano in un<br />

secondo tempo essere attivati<br />

al fine di successive determinazioni<br />

maggiormente approssimate,<br />

è importante usare una<br />

sistema che nell’ambito del<br />

sistema di riferimento globale<br />

sia di livello submetrico e cosa<br />

ancora più importante, che la<br />

accuratezza della rilevazione sia<br />

memorizzata. I sistemi di posizionamento<br />

satellitare GNSS,<br />

attivi anche negli smartphone<br />

di ultima generazione, consentono<br />

di ottenere le coordinate<br />

dell'utente con accuratezze<br />

metriche (nell'ipotesi di satelliti<br />

non oscurati) che però<br />

possono diminuire drasticamente<br />

in presenza di ostacoli,<br />

quali quelli che si configurano<br />

spesso in scenari emergenziali,<br />

che limitano la visibilità dei<br />

satelliti o di degradazione intenzionale<br />

del segnale.<br />

Per raggiungere un posizionamento<br />

di precisione, affidabile<br />

in qualsiasi contesto, a basso<br />

costo, necessitano altre soluzioni<br />

quali ad esempio quelle<br />

di integrare il sistema GNSS<br />

con un sensore inerziale INS<br />

(Inertial Navigation System),<br />

o IMU (Inertial Measurement<br />

Unit).<br />

Integrazione e<br />

trasmissione dei dati<br />

L'utilizzo efficiente delle informazioni<br />

derivanti dalla cartografia<br />

in caso di emergenza<br />

dovuta a terremoto su vaste<br />

aree richiede l'elaborazione<br />

congiunta e la comparazione<br />

di dati ricavati da diversi strumenti<br />

(mappe riferite allo stato<br />

pre-evento che l'operatore che<br />

si reca in loco, in genere con<br />

limitati strumenti di calcolo e<br />

buona capacità di memoria,<br />

porta con sé, informazioni<br />

ricavate da strumenti che funzionano<br />

sempre in loco per<br />

la rilevazione di dati su aree<br />

molto limitate). In taluni casi<br />

la capacità di elaborazione e le<br />

condizioni di lavoro che l'operatore<br />

può permettersi nelle<br />

condizioni di disastro è molto<br />

limitata, come per i dati che<br />

vengono rilevati dai satelliti<br />

per osservazione della Terra<br />

che si riferiscono a aree molto<br />

estese e richiedono notevole<br />

potenza di calcolo per essere<br />

elaborati.<br />

La comunicazione tra il drone<br />

e l'operatore in loco non<br />

è critica, mentre può esserlo<br />

soddisfare l'esigenza di comunicazione<br />

tra l'operatore sul<br />

campo e un sito remoto dove<br />

sono residenti le nuove immagini<br />

raccolte dai satelliti e dove<br />

è disponibile una notevole<br />

potenza di calcolo. L'esigenza<br />

è bidirezionale e quindi per<br />

potere ottenere le migliori prestazioni<br />

in termini di capacità<br />

trasmissiva e di qualità del<br />

servizio occorrerà prevedere la<br />

realizzazione di collegamenti<br />

basati su tecnologie eterogenee<br />

ovvero che utilizzino<br />

sia sistemi terrestri (WiFi,<br />

UMTS, LTE, futuro 5G, ecc.)<br />

che satellitari (DVBS2-RCS o<br />

standard proprietari). Inoltre, i<br />

paradigmi Cloud Computing e<br />

Software Defined Networking<br />

(SDN) sono un riferimento su<br />

cui costruire il sistema dinamico<br />

di distribuzione dati.<br />

Conclusioni<br />

Far fronte e rispondere a eventi<br />

improvvisi e catastrofici, come<br />

il recente sisma del 24 agosto,<br />

comporta, tra le varie azioni,<br />

certamente la rapida produzione<br />

di cartografie e la loro<br />

gestione in ambienti condivisi<br />

immediatamente dopo o addirittura<br />

nel corso dell'evento. E'<br />

inutile sottolineare come ancor<br />

più decisiva è la raccolta organica<br />

preventiva di un affidabile<br />

set di dati di natura geospazia-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 13


FOCUS<br />

le e di strumenti per gestirli.<br />

Cosa naturalmente possibile<br />

se c'è a monte nelle istituzioni<br />

consapevolezza e coscienza di<br />

quanto la componente geo<br />

spaziale sia importante e influisca<br />

nella vita di tutti i giorni,<br />

specificatamente del valore<br />

strategico dell'informazione<br />

geografica nell'ambito di attività<br />

di protezione e di difesa<br />

civile, di soccorso pubblico<br />

urgente superando gli attardamenti<br />

e il geo-unaware diffuso<br />

anche a livelli dirigenziali.<br />

Consapevolezza che dia vita a<br />

un approccio caratterizzato da<br />

una visione d'insieme e interdisciplinare.<br />

La cartografia in<br />

emergenza non è certamente<br />

una cartografia dell'ultimo miglio<br />

né un fatto iconografico<br />

ma uno strumento di analisi.<br />

E se la cartografia ha l’importanza<br />

strategica quando è omogenea<br />

a livello nazionale, occorre<br />

lavorare per le necessarie<br />

sinergie e collaborazioni interistituzionali<br />

da regolamentare<br />

attraverso accordi formali.<br />

A riguardo è necessaria la<br />

messa a disposizione e condivisione<br />

di quanto le varie<br />

amministrazioni pubbliche<br />

(le norme esistono ma non le<br />

sanzioni per chi si sottrae o<br />

non risponde) producono a<br />

livello di informazione geografica,<br />

le informazioni open, le<br />

planimetrie delle abitazioni nel<br />

caso del Catasto, le ortofoto<br />

in tutta profondità di spettro e<br />

di risoluzione, senza compressioni,<br />

nel caso dell'Agea, i dati<br />

statistici elementari per l'Istat,<br />

i dati sulle infrastrutture stradali<br />

da parte del Ministero lavori<br />

pubblici e dell’Anas. Il 27<br />

u.s. settembre a sisma ancora<br />

in scuotimento Catasto e Protezione<br />

civile hanno firmato<br />

un accordo quadro, un buon<br />

inizio ed esempio da seguire.<br />

Entrambe le istituzioni si sono<br />

accorte di quanto la collaborazione<br />

sia stata importante negli<br />

ultimi tragici eventi di agosto<br />

<strong>2016</strong> per far fronte alla fragilità<br />

di un territorio e di un edificato<br />

di un Paese come l’Italia,<br />

veramente carente di cultura<br />

della prevenzione con milioni<br />

di abitanti ai piedi di vulcani<br />

esplosivi e in zone inondabili.<br />

E' di fondamentale importanza<br />

per ciascun ente deputato<br />

al soccorso, oltre alla disponibilità<br />

inhouse di un archivio<br />

di base con le informazioni<br />

immediatamente utili almeno<br />

all'identificazione dell'area<br />

colpita e della viabilità fruibile,<br />

e successivamente degli edifici<br />

coinvolti e della popolazione<br />

interessata, la conoscenza di<br />

tutte le fonti di dati disponibili<br />

e l'aver già valutato e approfondito<br />

le possibilità di applicazione<br />

e i limiti di tali fonti,<br />

nonché avere stabilito canali di<br />

condivisione e collaborazione<br />

con altre istituzioni e organizzazioni<br />

per poter, nei tempi<br />

necessari e con l’indispensabile<br />

flessibilità, accedere a informazioni<br />

più approfondite e<br />

adeguate allo scenario emergenziale<br />

che di volta in volta si<br />

presenta.<br />

Per esigenze istituzionali, ogni<br />

Ente è depositario del proprio<br />

lavoro che viene fatto rispondendo<br />

alle specifiche esigenze<br />

e dunque le informazioni sono<br />

"naturalmente" non integrate<br />

con quelle di enti diversi. Tuttavia<br />

è necessario, ancor più<br />

nella fase emergenziale, integrare<br />

le diverse informazioni<br />

geografiche per rispondere non<br />

solo alle nuove sfide che il Paese<br />

pone sul piano dell'informazione<br />

georeferenziata ma anche<br />

alle emergenze naturali.<br />

Ma questo può essere realizzato<br />

solo con un’azione preventiva<br />

che eviti qualsiasi problema in<br />

fase emergenziale ed è proprio<br />

questo l’oggetto di un’Infrastruttura<br />

di Dati Territoriale<br />

nazionale che deve essere portata<br />

a compimento sotto il coordinamento<br />

di un unico organismo<br />

e nel più breve tempo possibile.<br />

Tutta l’informazione deve essere<br />

pensata in termini geografici,<br />

spaziali e univocamente posizionata.<br />

Un ritorno a quella scuola di<br />

Mileto in cui geografia e storia<br />

non erano separate che è la<br />

radice potente della nostra cultura<br />

scientifica.<br />

GLOSSARIO<br />

UAV= Unmanned Aerial Vehicle<br />

GPS= Global Positioning System (USA)<br />

GNSS= Global Navigation Satellite System<br />

(mondiale)<br />

VGI = Volunteered Geographic Information<br />

GDF= Geographic Data Files<br />

WEBGRAFIA<br />

(http://www.rivistageomedia.<br />

it/<strong>2016</strong>09019792/dati-geografici/mappeopen-data-e-applicazioni-le-esperienzedi-cartografi-attivisti-e-sviluppatori-perricostruire-la-conoscenza-del-territorio-apartire-dalla-solidarieta)<br />

http://dati-censimentopopolazione.istat.it<br />

Si ringraziano per utili suggerimenti i Prof.<br />

Corrado Di Natale e Michele Luglio (Dipart.<br />

Ingegneria Univ. Roma Tor Vergata) e l’Ing.<br />

Paolo Accetola.<br />

ABSTRACT<br />

Cartography during emergencies takes an incredibly<br />

strategic value of fundamental importance<br />

for saving lives. But after is then forgotten without<br />

implement what is classically defined benefit in<br />

peacetime to be ready in time of war. The reflections<br />

in this paper are derived from some of the<br />

experiences accumulated in the field in urgent<br />

technical rescue in emergency events that have<br />

allowed us to highlight the important role that<br />

geomatics plays in such situations.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

emergenza; cartografia<br />

AUTORE<br />

Renzo Carlucci<br />

<strong>GEOmedia</strong><br />

r.carlucci@mediageo.it<br />

Biancamaria Cristini<br />

Ing. Funzionario tecnico del Corpo<br />

Nazionale dei Vigili del fuoco<br />

biancamaria.cristini@vigilfuoco.it<br />

Michele Fasolo<br />

Dottore di Ricerca<br />

michele.fasolo@gmail.com<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 15


FOCUS<br />

Riprese aeree innovative<br />

per le emergenze<br />

di Gabriele Garnero<br />

Il rilevante diffondersi delle tecnologie,<br />

che hanno nei droni i vettori che<br />

consentono di portare in quota sensori<br />

fotogrammetrici per l’acquisizione delle<br />

informazioni territoriali, nell’ambito della<br />

cartografia per le situazioni di emergenza<br />

conferma una proficua applicazione in<br />

ragione delle peculiarità connesse con il<br />

loro utilizzo, quali economicità, rapidità e<br />

flessibilità d‘uso.<br />

La memoria qui proposta si pone non tanto<br />

lo scopo di analizzare le novità tecniche<br />

del settore, le innovazioni consentite dai<br />

Il piano di volo di un drone operato sul comune di Amatrice all’indomani del sisma del 24 agosto <strong>2016</strong><br />

nuovi e sempre più performanti aeromobili,<br />

dai nuovi sensori, dai software sempre<br />

più efficienti, le limitazioni più o meno<br />

restrittive imposte dalle normative, tutte<br />

attività e regole in rapida e, per certi<br />

versi, tumultuosa innovazione; lo scopo<br />

è unicamente quello di presentare una<br />

riflessione sulle effettive possibilità<br />

di utilizzo degli UAV nelle situazioni di<br />

emergenza che in questi giorni stanno<br />

segnando il nostro territorio: non solo i<br />

sismi dell‘Italia centrale ma, anche, le<br />

alluvioni, le trombe d’aria, gli incendi, ….<br />

Applicazioni nei contesti<br />

legati all’emergenza<br />

Un primo utilizzo dei droni in<br />

situazioni di emergenza è senz’altro<br />

quello di portare in quota un<br />

sensore di acquisizione immagini<br />

senza alcun scopo di carattere<br />

metrico: l’utilizzo dei droni,<br />

già peraltro consolidato nelle<br />

applicazioni militari, è di ormai<br />

immediato impiego in tutte le<br />

missioni “dull, dirty and dangerous”,<br />

spesso con costi minori<br />

rispetto ai velivoli tradizionali o<br />

ad ispezioni da terra.<br />

Il semplice vantaggio di elevare il<br />

punto di vista per consentire prese<br />

fotografiche o filmati consente<br />

agli operatori di disporre di viste<br />

significative e che oggi, grazie<br />

alle tecnologie ICT, possono immediatamente<br />

essere trasmesse in<br />

remoto per consentire diagnosi<br />

condivise presso le sale operative.<br />

Il disporre di un mezzo manovrabile<br />

direttamente dal sito di<br />

intervento, maneggevole e flessibile<br />

tale da potersi avvicinare<br />

all’oggetto e, non ultimo, il fatto<br />

di poter decidere la prosecuzione<br />

della missione sulla base delle<br />

stesse immagini che stanno arrivando,<br />

seguendo situazioni locali<br />

di dettaglio, ne fa un mezzo<br />

estremamente utile.<br />

Non ultimo, anche la possibilità<br />

di estendere il campo del visibile<br />

con altre informazioni (immagini<br />

nel termico, prese multispettrali,<br />

…) possono costituire un<br />

valido aiuto in situazioni particolari<br />

(ricerche di dispersi, ricerche<br />

di materiali inquinanti, controlli<br />

anti-sciacallaggio, …).<br />

Ma immediatamente dopo aver<br />

“visto” è necessario valutare,<br />

pianificare, decidere, predisporre<br />

interventi e dislocare risorse,<br />

controllare l’evolversi delle situazioni<br />

anche in contesti che non<br />

possono che essere concitati.<br />

E’ quindi necessario passare dalle<br />

immagini alle informazioni<br />

cartografiche e ai sistemi informativi<br />

dedicati, operanti presso<br />

le centrali operative, attraverso<br />

piattaforme mobili (smartphone<br />

e tablet) che, in disponibilità ai<br />

vari operatori, consentono da<br />

un lato di avere sul campo informazioni<br />

complete e sempre<br />

aggiornate e dall’altro di operare<br />

la raccolta dati direttamente sul<br />

sito, evitando errori, confusioni,<br />

perdite di tempo e ritardi.<br />

È appena il caso di puntualizzare<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

che la rapida diffusione delle<br />

tecnologie fotogrammetriche<br />

connesse con gli UAV e la progressiva<br />

introduzione delle stesse<br />

all’interno degli studi professionali<br />

(Il ritorno della fotogrammetria<br />

– Back to the future, come<br />

sagacemente titolava questa<br />

stessa Rivista nella copertina del<br />

numero 2/2014) è concesso non<br />

solo dai velivoli e sensori, ma in<br />

modo determinante anche dai<br />

software che eseguono con elevatissima<br />

automazione l’intero<br />

processo fotogrammetrico di<br />

orientamento, di generazione<br />

delle nuvole di punti dense e<br />

delle mesh, lasciando all’operatore<br />

le uniche fasi di collimazione<br />

manuale dei Ground Control<br />

Point/Check Point e di controllo<br />

sul funzionamento dell’intera<br />

filiera.<br />

L’aggiornamento delle basi<br />

cartografiche<br />

Benché il mondo dei droni<br />

comprenda sia oggetti “quasi<br />

giocattolo” sia velivoli di derivazione<br />

militare in grado di compiere<br />

missioni anche notevoli<br />

per distanza e durata, si ritiene<br />

al momento che l’utilizzo degli<br />

UAV sia destinato ad integrare<br />

informazioni di dettaglio di basi<br />

acquisite in maniera differente<br />

(riprese fotogrammetriche classiche,<br />

riprese da piattaforma satellitare,<br />

…).<br />

In questo contesto, l’utilizzo cartografico<br />

dei droni per la predisposizione<br />

delle basi informative<br />

legate all’emergenza non è molto<br />

differente da una qualunque acquisizione<br />

con finalità cartografiche.<br />

Gli studi sperimentali sulle<br />

modalità di impiego e sulle accuratezze<br />

conseguibili sono vari<br />

e facilmente reperibili; si ritiene<br />

di fornire alcune indicazioni di<br />

massima, frutto delle sperimentazioni<br />

condotte:<br />

di buone precisioni l’utilizzo<br />

di ricoprimenti dell’ordine<br />

del 75-80%, sia in senso<br />

longitudinale che trasversale:<br />

mentre il primo può non<br />

essere così penalizzante in<br />

quanto gli scatti avvengono<br />

sulla traiettoria che compie il<br />

vettore e quindi non vi sono<br />

ripercussioni operative se<br />

non il numero di fotogrammi<br />

da trattare, il secondo ha<br />

invece un notevole peso per<br />

quanto attiene il tempo di<br />

volo, in quanto determina<br />

il numero delle strisciate da<br />

compiere per ricoprire l’area<br />

e risulta quindi direttamente<br />

connesso con l’economicità<br />

del rilievo, con il numero<br />

delle sessioni necessarie, con<br />

le batterie disponibili e quindi<br />

con i parametri operativi<br />

del rilievo;<br />

anche il numero di punti di<br />

appoggio (GCP) utilizzati<br />

per la corretta definizione<br />

dei parametri di orientamento<br />

di ogni fotogramma<br />

influenza in modo significativo<br />

l’operatività dei lavori,<br />

in quanto le operazioni di<br />

misura devono spesso essere<br />

condotte in contemporanea<br />

con la ripresa in quanto<br />

generalmente si ricorre, per<br />

migliorare la collimabilità<br />

degli stessi, alla segnalizzazione<br />

mediante cartelloni<br />

fissati temporaneamente al<br />

suolo, la cui posizione viene<br />

rilevata con tecniche GNSS<br />

nel medesimo momento<br />

dell’esecuzione delle prese<br />

fotografiche. Questo fatto<br />

può quindi rappresentare<br />

una complicazione operativa<br />

soprattutto nelle condizioni<br />

emergenziali, ed anche qui<br />

criteri di economicità spingono<br />

per la riduzione della<br />

numerosità dei GCP che<br />

hanno però un significativo<br />

effetto sulla riduzione degli<br />

errori in genere e, soprattutto,<br />

sulla riduzione in modulo<br />

dello scarto massimo;<br />

in altri termini, l’aumento<br />

dei punti di controllo a terra<br />

porta alla riduzione dell’errore<br />

massimo;<br />

anche se le sperimentazioni<br />

condotte portano ad una<br />

maggiore significatività dei<br />

risultati, si ritiene qui opportuno<br />

riportare quanto<br />

generalmente viene condiviso<br />

in termini di precisioni<br />

ottenibili in questo genere di<br />

attività, che possono quindi<br />

essere considerate come del<br />

tutto cautelative:<br />

s H @ 1.5-2 pixels<br />

s V @ 4-5 pixels, all’incirca 1/1000<br />

della quota di volo relativa<br />

Limitando il discorso alla<br />

sola planimetria, si noti<br />

come anche risoluzioni<br />

dell’ordine dei 4-5 cm possono<br />

cautelativamente e<br />

proficuamente essere adot-<br />

è generalmente molto positivo<br />

per il raggiungimento<br />

Presa semplice (a) e presa incrociata (b) in un’elaborazione sperimentale.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 17


FOCUS<br />

tate cercando accuratezze<br />

dell’ordine dei 20-30 cm,<br />

ragionevoli in questo genere<br />

di servizi;<br />

nel caso le limitazioni in termine<br />

di tempo non fossero<br />

stringenti e si potesse operare,<br />

al posto che con una presa<br />

semplice, con uno schema<br />

di ripresa incrociato, si otterrebbe<br />

il duplice vantaggio<br />

di migliorare l’acquisizione<br />

fotografica delle facciate<br />

degli edifici, migliorando<br />

quindi in tal modo la nuvola<br />

di punti e quindi i particolari<br />

di dettaglio che vengono<br />

prodotti in automatico dalle<br />

tecniche di autocorrelazione,<br />

ma anche l’accuratezza generale<br />

con riduzioni degli scarti<br />

dell’ordine del 40-50%;<br />

le elaborazioni fotogrammetriche<br />

si chiudono generalmente<br />

con la predisposizione<br />

di una ortofoto a scala<br />

opportuna, da utilizzarsi<br />

come base per le successive<br />

elaborazioni: come molti<br />

operatori sanno, l’anello<br />

debole, ovvero il punto sul<br />

quale occorre porre la massima<br />

attenzione, significativo<br />

per quanto concerne la precisone<br />

conseguita da tutto il<br />

lavoro, risiede nella corretta<br />

elaborazione del DTM, ottenuto<br />

in genere per autocorrelazione<br />

fotogrammetrica.<br />

Se, nelle ordinarie operazioni<br />

di realizzazione delle ortoimmagini,<br />

i lavori predisposti<br />

nell’ambito dei gruppo di<br />

lavoro di IntesaGIS, ora confluiti<br />

nelle attività del CISIS<br />

(Centro Interregionale per i<br />

Sistemi Informatici, geografici<br />

e Statistici) hanno definito<br />

le caratteristiche in termini<br />

di risoluzione e accuratezza<br />

che devono essere possedute<br />

dai DTM per poter essere<br />

correttamente impiegati per<br />

la predisposizione di ortofoto<br />

ad una data scala, nelle<br />

attività eseguite attraverso<br />

le filiere predisposte con<br />

immagini fotogrammetriche<br />

provenienti da droni non si<br />

hanno specifiche così dettagliate<br />

e quindi, semmai,<br />

si verifica il prodotto finale,<br />

ma difficilmente gli operatori<br />

vanno a verificare il prodotto<br />

intermedio del DTM.<br />

Si ritiene invece che tale<br />

prassi debba essere non solo<br />

consigliata, ma anche prevista<br />

e resa obbligatoria nel<br />

caso in cui le elaborazioni<br />

debbano essere impiegate<br />

in restituzioni con qualche<br />

carattere di ufficialità; in<br />

altri termini, è opportuno<br />

che siano previste operazioni<br />

di controllo di qualità sul<br />

modello digitale prodotto,<br />

attraverso esami visivi che<br />

consentano, in primis, l’individuazione<br />

delle zone nelle<br />

quali la correlazione fotogrammetrica<br />

può non aver<br />

<br />

<br />

funzionato correttamente, e<br />

quindi attivare un sistema di<br />

controllo basato su un sufficiente<br />

numero di punti di<br />

controllo determinati a terra<br />

o, almeno, con l’osservazione<br />

stereoscopica di un certo<br />

numero di punti determinati<br />

da un operatore esperto che<br />

verifichi, con l’uso di apparati<br />

stereo, l’esito della correlazione<br />

automatica.<br />

Alcune considerazioni<br />

sulle Prescrizioni ENAC<br />

Le problematiche connesse con<br />

l’applicazione della Circolare<br />

ENAC in merito alle possibilità<br />

di utilizzo dei droni sono, costituiscono<br />

in tutte le applicazioni<br />

un aspetto cui porre particolare<br />

attenzione.<br />

Anche negli ambiti in oggetto, le<br />

necessità e le urgenze non possono<br />

necessariamente superare<br />

quanto prescritto per tutelare la<br />

sicurezza, seppure la particolarità<br />

delle situazioni comporta spesso<br />

circostanze non ordinarie:<br />

è usuale, in condizioni ovviamente<br />

gravi, che i perimetri<br />

di sorvolo siano all’interno<br />

delle cosiddette “zone<br />

rosse”, per le quali è già di<br />

per sé garantita l’assenza di<br />

popolazione e i tecnici addetti<br />

alla sicurezza, sono già<br />

in qualche misura in contatto<br />

con le sale operative;<br />

diventa pertanto facilmente<br />

riscontrabile la situazione<br />

prescritta dall’art. 27 del regolamento<br />

che richiede che<br />

le persone in area di sorvolo<br />

siano sotto il diretto controllo<br />

dell’operatore SAPR;<br />

sulle aree colpite da emergenza<br />

viene solitamente<br />

dichiarata, attraverso un<br />

NOTAM, una no fly zone<br />

che preclude tutte le autorizzazioni<br />

eventualmente in<br />

corso, lasciando quindi alle<br />

determinazioni conseguenti<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


FOCUS<br />

il nuovo stato dei luoghi le<br />

indicazioni in merito ai permessi<br />

di sorvolo;<br />

per i mezzi di proprietà dei<br />

Vigili del Fuoco e delle forze<br />

di Polizia viene ordinariamente<br />

applicata la normativa<br />

prescritta dall’art. 744<br />

comma 4 del Codice della<br />

Navigazione, che consente<br />

maggiori flessibilità di utilizzo<br />

per gli Aeromobili di<br />

Stato. In tali evenienze, nel<br />

caso in cui il pilota di questi<br />

mezzi dovesse essere un<br />

tecnico non appartenente<br />

all’Amministrazione, verrebbe<br />

rilasciata una qualifica di<br />

Ausiliario di PG/PS, con la<br />

conseguente possibilità di<br />

operare;<br />

le disposizioni contenute<br />

nella normativa ENAC alla<br />

sezione II, art. 10 comma<br />

6, che prescrivono che, per<br />

l’utilizzo sui centri abitati, si<br />

debba forzatamente utilizzare<br />

un mezzo con un sistema<br />

di controllo e software<br />

conforme a EUROCAE<br />

ED-12 almeno al livello<br />

di affidabilità progettuale<br />

D o standard alternativi<br />

eventualmente accettati da<br />

ENAC, sono giustamente<br />

restrittive per garantire<br />

l’incolumità delle persone a<br />

terra, evitando qualsiasi tipo<br />

di incidente, anche casuale e<br />

non dovuto all’imperizia del<br />

pilota. Questo in quanto lo<br />

standard attuale delle Flight<br />

Control non è di livello aeronautico<br />

e non garantisce<br />

un minimo standard di sicurezza.<br />

È pensabile che in futuro<br />

vi sia la possibilità di uno<br />

sviluppo degli strumenti<br />

tecnologici necessari per<br />

il soddisfacimento di tali<br />

requisiti, in quanto tale<br />

disposizione non è rivolta<br />

ai singoli produttori di<br />

droni, oggi generalmente<br />

rappresentati da aziende<br />

spesso di natura quasi<br />

artigianale di limitate<br />

dimensioni, ma piuttosto<br />

alle aziende produttrici di<br />

Flight Control, con l’intento<br />

di elevare lo standard<br />

produttivo per garantire la<br />

sicurezza in volo. E’ pertanto<br />

pensabile che, nel breve<br />

futuro, vi sia la possibilità di<br />

uno sviluppo degli strumenti<br />

tecnologici necessari per<br />

il soddisfacimento di tali<br />

requisiti.<br />

La determinazione dei<br />

centri di presa in<br />

fotogrammetria diretta<br />

Si stanno al momento diffondendo<br />

dispositivi in grado di elaborare<br />

in modo differenziale le<br />

osservazioni GNSS per migliorare<br />

il posizionamento dei centri di<br />

presa. Ai fini delle applicazioni<br />

cartografiche non è tanto necessario<br />

un sistema RTK che, connesso<br />

con l’autopilota a bordo,<br />

consenta di determinare la posizione<br />

del centro di presa durante<br />

la fase di ripresa stessa, ma è<br />

sufficiente un sistema che, archiviando<br />

le osservazioni satellitari,<br />

consenta elaborazioni differenziali<br />

in post-processing, migliorando<br />

in tal modo le precisioni<br />

generali e riducendo quindi le<br />

necessità dei punti di appoggio<br />

a terra. Dai test condotti, con<br />

operazioni DGPS è possibile affermare<br />

che, con tali dispositivi,<br />

si rimane ordinariamente al di<br />

sotto dei 10 cm, aprendo quindi<br />

la strada anche in questo ambito<br />

alla cosiddetta fotogrammetria<br />

diretta, con pochi, o al limite<br />

senza, punti a terra.<br />

Camere oblique in vettori<br />

fotogrammetrici tradizionali<br />

Nell’ambito della fotogrammetria<br />

tradizionale (da aeromobile<br />

manned) sono da qualche anno<br />

comparse particolari camere che<br />

integrano nel corpo macchina<br />

almeno 4-5 obiettivi, uno disposto<br />

nadiralmente e gli altri<br />

inclinati di 40-50° nelle varie<br />

direzioni. Tali dispositivi consentono<br />

di migliorare l’osservazione<br />

delle facciate degli edifici, e sono<br />

quindi particolarmente utili in<br />

contesti urbani.<br />

Anche nell’ambito delle aree<br />

soggette a situazioni di emergenza,<br />

la possibilità di acquisire in<br />

tempi rapidi la maggior quantità<br />

possibile di informazioni<br />

è un aspetto fondamentale, ed<br />

è quindi auspicabile che la notevole<br />

capacità di acquisizione<br />

di queste camere venga messa<br />

a disposizione, per riprese sulle<br />

intere aree colpite dai fenomeni,<br />

in modo da fornire agli operatori<br />

il massimo della tecnologia oggi<br />

disponibile.<br />

Con tali camere migliora in<br />

modo consistente la generazione<br />

delle nuvole di punti dense,<br />

con un evidente miglioramento<br />

nelle modellazione delle facciate,<br />

ma anche senza procedere<br />

alla generazione della nuvola è<br />

possibile utilizzare strumenti di<br />

navigazione non convenzionali,<br />

che consentono di osservare le<br />

5 viste, passando agevolmente<br />

da una all’altra, in modo da osservare<br />

sulle foto metricamente<br />

concatenate i particolari di interesse<br />

ed eseguire collimazioni e<br />

misurazioni a partire dai particolari<br />

fotografici rappresentati.<br />

ABSTRACT<br />

The significant spread of technologies, like those to bring the<br />

photogrammetric sensors carried by drones, for the acquisition<br />

of spatial information in cartography during emergency<br />

situations, confirmed the successful application considering<br />

peculiarities reason, such as cost, speed and flexibility of use.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Droni; aggiornamento cartografico; UAV;<br />

Fotogrammetria<br />

AUTORE<br />

Gabriele Garnero<br />

gabriele.garnero@unito.it<br />

DIST - Università degli Studi e Politecnico di<br />

Torino<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 19


REPORT<br />

PIATTAFORME, SENSORI E SOLUZIONI<br />

di Isabella Toschi e Fabio Remondino<br />

per il Rapid Mapping<br />

In caso di disastri naturali (terremoti,<br />

frane, alluvioni, inondazioni, incendi,<br />

ecc.) un intervento rapido ed efficace<br />

risulta fondamentale. In particolare, una<br />

tempestiva localizzazione delle aree<br />

danneggiate permette di coordinare<br />

in modo efficiente le attività di ricerca<br />

e soccorso. A tale scopo, vengono<br />

normalmente adottate piattaforme,<br />

sensori e tecniche geomatiche, che<br />

possono fornire una preziosa fonte di<br />

informazioni su vasta scala. Di seguito<br />

vengono descritte le principali soluzioni<br />

geomatiche e le loro potenzialità<br />

nell’ambito del Rapid Mapping.<br />

La gestione delle situazioni<br />

di emergenza richiede<br />

un’efficace pianificazione<br />

che può essere strutturata all’interno<br />

di un modello ciclico,<br />

ovvero il ciclo di gestione delle<br />

catastrofi naturali (Fig. 1). Esso<br />

si articola in cinque fasi principali<br />

(Tabella 1), a ciascuna delle<br />

quali possono essere fornite<br />

preziose fonti di informazioni su<br />

vasta scala mediante l’impiego di<br />

piattaforme, sensori e tecniche<br />

geomatiche. I dati telerilevati da<br />

satellite, aereo e drone possono<br />

in particolare sostenere il lavoro<br />

di ricercatori, squadre di intervento<br />

e autorità coinvolte nella<br />

fase di Rapid Mapping (Response<br />

Phase, Tabella 1): i prodotti normalmente<br />

forniti sono mappe<br />

e dati geo-spaziali, con accuratezze<br />

che variano a seconda dei<br />

tempi di consegna e delle necessità.<br />

La sfida maggiore rimane<br />

l’imprevedibilità e varietà (anche<br />

Fig. 1 - Il ciclo di gestione delle catastrofi naturali (in alto - Fonte: UN-SPIDER, UNEP<br />

2012) e le principali categorie di disastro naturale (in basso).<br />

Early warning<br />

Early impact<br />

(Response – Rapid mapping)<br />

Recovery<br />

Mitigation<br />

Preparedness<br />

spaziale) degli eventi naturali<br />

che non consentono di adottare<br />

un’unica soluzione onnicomprensiva.<br />

Inoltre esiste una molteplicità<br />

di differenti piattaforme<br />

e sensori di telerilevamento<br />

che potrebbero essere utilizzati<br />

per l’acquisizione dati. Pertanto<br />

la scelta del sensore e della tecnica<br />

di rilievo rimane spesso la<br />

decisione più critica.<br />

Allo scopo di supportare tale<br />

processo di selezione e scelta in<br />

caso di disastri naturali, questo<br />

lavoro riassume le principali soluzioni<br />

offerte dalla Geomatica<br />

e ne discute criticamente le potenzialità<br />

e limitazioni in caso<br />

Gestione delle situazioni di emergenza<br />

La previsione e il riconoscimento tempestivo<br />

dei rischi imminenti, per allertare le persone e<br />

permettere loro di mettersi in salvo.<br />

La dotazione di servizi di emergenza e assistenza<br />

pubblica durante o immediatamente dopo un<br />

disastro, al fine di salvare vite umane, ridurre<br />

l’impatto sulla salute, garantire la sicurezza pubblica<br />

e soddisfare le esigenze di sussistenza delle persone<br />

colpite.<br />

La ricostruzione e il miglioramento, se necessario,<br />

di strutture, mezzi di sostentamento e condizioni<br />

di vita delle comunità colpite dal disastro, compresi<br />

gli sforzi per ridurre i fattori di rischio del disastro<br />

stesso.<br />

La riduzione degli impatti negativi e disastri<br />

correlati.<br />

Le conoscenze e le capacità sviluppate dalle autorità,<br />

dalle organizzazioni di recupero, dalle comunità e<br />

dai singoli individui per anticipare efficacemente<br />

l’impatto, rispondere allo stesso e, successivamente,<br />

recuperare in caso di eventi di pericolo probabili,<br />

imminenti o in corso.<br />

Tab. 1 – Le fasi del ciclo di gestione dei disastri naturali (Fonte: UN-SPIDER, UNEP 2012).<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Dati e informazioni rilevanti da raccogliere<br />

Dimensione dell’area impattata<br />

Intensità dei danni<br />

Zonizzazione (intensità di danno diverse all’interno della<br />

medesima area impattata)<br />

Localizzazione delle vittime<br />

Presenza di altre aree potenzialmente a rischio<br />

Requisiti e criteri<br />

I dati raccolti sono neutri: particolare sforzo deve essere rivolto alla<br />

fase di elaborazione, al fine di assicurare i livelli di accuratezza e<br />

precisione richiesti.<br />

Dai dati elaborati devono essere estratte informazioni a valore<br />

aggiunto: ciò permette agli utenti finali di analizzare criticamente,<br />

rielaborare e approfondire tali dati.<br />

I dati e le informazioni a valore aggiunto da essi estratte devono<br />

essere trasmessi in un formato standardizzato.<br />

Tab. 2 – I dati rilevanti da raccogliere e i requisiti generali applicabili a tutti i tipi di disastro naturale.<br />

di impiego nell’ambito di Rapid<br />

Mapping. In particolare, l’attenzione<br />

è focalizzata sui metodi<br />

di rilievo da remoto (a scala variabile)<br />

in quanto, al contrario<br />

del rilievo effettuato da terra,<br />

essi permettono generalmente<br />

di coprire aree vaste in un breve<br />

intervallo temporale e anche<br />

in presenza di condizioni critiche<br />

di accesso al sito. Verranno<br />

quindi discusse le principali tipologie<br />

di dati utili per ciascuna<br />

categoria di disastro naturale<br />

(Fig. 1, in basso), le piattaforme<br />

e sensori più adatti per la produzione<br />

degli stessi e, infine,<br />

alcune linee guida e best practices<br />

generali applicabili all’impiego<br />

di piattaforme aeree e UAV.<br />

Tutto questo sarà analizzato alla<br />

luce del concetto più critico che<br />

sta alla base del Rapid Mapping,<br />

ovvero la gestione efficiente del<br />

tempo impiegato in ogni fase del<br />

rilievo, dalla pianificazione alla<br />

divulgazione dei prodotti finali.<br />

Dati utili da raccogliere<br />

Durante le operazioni di Rapid<br />

Mapping, risulta di fondamentale<br />

importanza valutare (i) l’entità<br />

del disastro in termini di<br />

dimensioni dell’area interessata<br />

e di impatto sulla popolazione,<br />

le infrastrutture e l’ambiente<br />

circostante; (ii) i bisogni e le necessità,<br />

al fine di identificare le<br />

risorse e servizi utili per le misure<br />

di emergenza immediate; (iii)<br />

l’impatto ambientale, al fine di<br />

includere la questione ambiente<br />

in fase di pianificazione di tali<br />

misure di emergenza.<br />

A tal riguardo, i sensori e le<br />

tecniche geomatiche di telerilevamento<br />

possono essere efficacemente<br />

adottati per la valutazione<br />

del disastro e del suo<br />

impatto ambientale. In particolare,<br />

indipendentemente dalla<br />

tipologia del disastro, lo sforzo<br />

deve essere volto a raccogliere le<br />

informazioni e i dati più significativi<br />

(Tabella 2, prima colonna)<br />

in accordo con alcuni requisiti<br />

generali e criteri di standardizzazione<br />

(Tabella 2, seconda colonna<br />

- Boccardo, <strong>2016</strong>).<br />

Parallelamente, in funzione del<br />

tipo di disastro le attività di valutazione<br />

dovrebbero essere rivolte<br />

(i) alla fase che precede il<br />

disastro (prevenzione), (ii) alla<br />

fase interessata dal disastro (rilievo)<br />

e (iii) alla fase che segue il<br />

disastro (impatto iniziale). A tal<br />

riguardo, la Tabella 3 elenca le<br />

informazioni più rilevanti che, a<br />

seconda del tipo di disastro, devono<br />

essere raccolte prima, durante<br />

e immediatamente dopo<br />

l’evento catastrofico.<br />

Piattaforme, sensori e<br />

soluzioni geomatiche<br />

La crescente disponibilità di immagini<br />

satellitari ad elevata qualità<br />

consente, in linea di principio,<br />

il monitoraggio continuo<br />

dei cambiamenti della superficie<br />

terrestre su vaste aree geografiche<br />

e a costi relativamente contenuti.<br />

Tuttavia i dati satellitari<br />

Fig. 2 - Alcuni esempi di sensori geomatici utili per l’acquisizione di dati nell’ambito del Rapid Mapping.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 21


REPORT<br />

Tipologia di disastro<br />

Terremoti<br />

Frane e valanghe<br />

Alluvioni<br />

Precipitazioni violente<br />

Incendi<br />

sono generalmente caratterizzati<br />

da limitata risoluzione spaziale<br />

(da 50 cm a pochi metri), disponibilità<br />

(intervallo di copertura<br />

di qualche giorno) e fruibilità<br />

(in caso di una significativa copertura<br />

nuvolosa). Ciò ne riduce<br />

talvolta l’utilizzo in caso di servizi<br />

di emergenza in tempo reale,<br />

soprattutto quando si tratta di<br />

piccoli eventi e non grandi disastri<br />

naturali.<br />

Le piattaforme aeree sono in<br />

grado di fornire immagini ad<br />

alta risoluzione spaziale (fino<br />

a pochi cm) con notevole efficienza<br />

di acquisizione: l’elevata<br />

velocità e altezza di volo consentono,<br />

infatti, una sempre maggiore<br />

copertura areale per unità<br />

di tempo. Inoltre, l’avvento e lo<br />

sviluppo dei sistemi multi-camera<br />

in grado di acquisire simultaneamente<br />

viste oblique e nadirali<br />

ha ulteriormente ampliato le<br />

capacità delle piattaforme aree,<br />

dalle quali è possibile ora acquisire<br />

informazioni anche relative<br />

alle facciate e alle impronte degli<br />

edifici. D’altra parte, però, tali<br />

mezzi richiedono una rigorosa<br />

pianificazione del volo, con alcune<br />

limitazioni, quali curve e<br />

corridoi. Infine, si tratta di piattaforme<br />

generalmente costose e<br />

difficilmente operative in caso<br />

di condizioni atmosferiche pericolose.<br />

Per godere di un punto di vista<br />

più ravvicinato sulla scena di interesse,<br />

risulta utile l’utilizzo di<br />

elicotteri che rappresentano la<br />

piattaforma ideale per la valutazione<br />

dettagliata degli hot spots o<br />

in caso di corridoi, difficilmente<br />

accessibili con velivoli ad ala<br />

fissa. Gli elicotteri sono quindi<br />

solitamente preferiti quando<br />

sono necessari voli a bassa quota,<br />

a bassa velocità o lungo curve<br />

e corridoi. Inoltre, la loro buona<br />

manovrabilità (anche in caso<br />

di maltempo) unitamente alla<br />

possibilità di operare anche in<br />

spazi aerei congestionati, li rende<br />

un efficiente mezzo di Rapid<br />

Mapping. Tuttavia, si tratta di<br />

una soluzione generalmente costosa.<br />

Una soluzione di rilievo molto<br />

flessibile è rappresentata dalle<br />

piattaforme UAV (Unmanned<br />

Aerial Vehicle), che offrono elevata<br />

manovrabilità, significativa<br />

risoluzione spaziale delle immagini<br />

acquisite (fino a pochi<br />

mm), capacità di volare a quote<br />

diverse e la possibilità di accedere<br />

ad ambienti remoti e pericolosi<br />

senza alcun rischio per<br />

il pilota/ operatore. Tali piattaforme<br />

permettono di acquisire<br />

viste sia verticali che oblique (in<br />

particolare con i sistemi multirotore)<br />

e offrono agli utenti la<br />

possibilità di scegliere tra diverse<br />

Dati e informazioni rilevanti<br />

(1)<br />

numero di persone da evacuare<br />

(3)<br />

danni alle infrastrutture e impianti<br />

(3)<br />

danni a edifici private e ad uso commerciale<br />

(1)<br />

presenza di uno strato di terreno, neve, roccia instabile<br />

(1)<br />

numero di persone da evacuare<br />

(2), (3)<br />

direzione e velocità del movimento<br />

(3)<br />

informazioni sullo stato fisico e l’efficienza delle infrastrutture<br />

(1)<br />

numero di persone da evacuare<br />

(2)<br />

dati volumetrici<br />

(2)<br />

evoluzione temporale dell’evento<br />

(1), (2), (3)<br />

DEM e DTM<br />

(1)<br />

numero di persone da evacuare<br />

(3)<br />

informazioni sullo stato fisico e l’efficienza delle infrastrutture<br />

(1)<br />

numero di persone da evacuare<br />

(2)<br />

rilievo degli hot spots<br />

(2)<br />

direzione di avanzamento dell’incendio e sua evoluzione temporale<br />

Tab. 3 – I dati rilevanti da raccogliere per ogni tipologia di disastro prima (1) , durante (2) e dopo (3) l’evento catastrofico.<br />

soluzioni in termini di sensori a<br />

bordo. Nonostante lo sviluppo<br />

tecnologico in questo settore sia<br />

particolarmente rapido, rimangono<br />

tuttora alcuni svantaggi e<br />

limitazioni, soprattutto in termini<br />

di autonomia (durata del<br />

volo), capacità di carico e copertura<br />

areale. Una descrizione<br />

approfondita e critica di tale<br />

tecnologia emergente può essere<br />

trovata in (Colomina e Molina,<br />

2014; Nex e Remondino, 2014;<br />

GIM-International UAS, <strong>2016</strong>;<br />

Nedjati et al., <strong>2016</strong>).<br />

In Tabella 4 sono riassunti i<br />

principali vantaggi e svantaggi<br />

(limitazioni) di ciascuna tipologia<br />

di piattaforma ai fini del<br />

Rapid Mapping.<br />

Per quanto riguarda la componente<br />

sensoristica, l’evoluzione<br />

della tecnologia digitale ha prodotto<br />

una serie di diverse soluzioni<br />

che possono essere efficacemente<br />

utilizzate (e integrate) per<br />

applicazioni di Rapid Mapping.<br />

Generalmente, i sensori ottici di<br />

telerilevamento sono suddivisi<br />

in sistemi passivi e attivi.<br />

Tra i sistemi ottici passivi, numerose<br />

soluzioni sono disponibili<br />

nell’ambito del telerilevamento<br />

da piattaforma aerea e, solitamente,<br />

esse sono categorizzate<br />

in funzione della dimensione del<br />

formato immagine, ovvero classificate<br />

in: fotocamere digitali<br />

di piccolo, medio e grande formato.<br />

Tra queste, le fotocamere<br />

digitali di medio formato (da 30<br />

MPx a circa 100 Mpx) offrono<br />

al giorno d’oggi la massima flessibilità<br />

in termini di acquisizione<br />

di immagini per Rapid Mapping<br />

e rappresentano il segmento in<br />

più rapida espansione all’interno<br />

del mercato di rilievo aereo.<br />

Praticamente tutti i fornitori<br />

offrono prodotti in questa categoria,<br />

la cui performance quasi<br />

uguaglia oggi quella dei sistemi di<br />

grande formato di prima generazione.<br />

L’utilizzo delle fotocamere<br />

di medio formato è solitamen-<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Piattaforma Vantaggi Svantaggi e Limitazioni<br />

Satellite<br />

Aereo<br />

Elicottero<br />

UAV<br />

estesa copertura areale<br />

basso costo<br />

elevata risoluzione<br />

spaziale (alcuni cm);<br />

elevata efficienza di<br />

acquisizione dei dati<br />

punto di vista nadirale e<br />

obliquo<br />

punto di vista ravvicinato<br />

sulla scena di interesse<br />

possibilità di volare a<br />

bassa quota e velocità<br />

possibilità di volare lungo<br />

traiettorie curve e/o<br />

corridoi<br />

buona manovrabilità e<br />

flessibilità<br />

accesso in spazi aerei<br />

congestionati<br />

elevata flessibilità e<br />

monovrabilità<br />

elevata risoluzione<br />

spaziale (alcuni mm)<br />

possibilità di volare a<br />

quote diverse<br />

accesso ad ambienti<br />

remoti e pericolosi<br />

punto di vista nadirale e<br />

obliquo<br />

ridotta risoluzione spaziale (da<br />

40 cm a pochi metri)<br />

risoluzione temporale<br />

dipendentente dal periodo di<br />

rivisitazione<br />

dipendenza dalle condizioni<br />

atmosferiche (copertura<br />

nuvolosa), in particolare per<br />

sensori ottici passivi<br />

necessità di un piano di volo<br />

richiesta di una velocità e altezza<br />

di volo minime<br />

difficoltà di volare lungo<br />

traiettorie curve e/o corridoi<br />

spesso costo elevato<br />

(mobilitazione)<br />

durata di volo limitata (riposo<br />

dell’equipaggio)<br />

impossibilità di volo in caso di<br />

condizioni meteo pericolose<br />

minore copertura areale per<br />

unità di tempo<br />

costo elevato<br />

durata di volo limitata (riposo<br />

dell’equipaggio)<br />

impossibilità di volo in caso di<br />

condizioni meteo pericolose<br />

capacità di carico limitata<br />

autonomia limitata<br />

copertura areale limitata<br />

Tab. 4 – Vantaggi e svantaggi delle principali piattaforme geomatiche utili per l’acquisizione di dati<br />

nell’ambito del Rapid Mapping.<br />

te rivolto alle applicazioni che<br />

necessitano di una risoluzione<br />

medio-alta e ad integrazione di<br />

sistemi LiDAR all’interno di<br />

piattaforme aeree multi-sensore.<br />

Lo stato dell’arte di tali sensori<br />

è discusso in (Edwards et al,<br />

2013; Remondino, 2011; Petrie,<br />

2010; Grenzdörffer, 2008), mentre<br />

un esempio è riportato in<br />

Fig. 2 (Leica-RCD100 - Leica<br />

Geosystems).<br />

Ormai matura, almeno dal<br />

punto di vista tecnologico, è<br />

anche un’altra categoria di sensori<br />

ottici per piattaforma aerea,<br />

ovvero i sistemi multi-camera<br />

(Remondino & Gerke, 2015).<br />

Essi si configurano di solito<br />

come una combinazione di due<br />

fotocamere (configurazione fan)<br />

o quattro fotocamere (configurazione<br />

Maltese-cross), vale a dire<br />

una camera nadirale e quattro<br />

camere oblique inclinate di 45°.<br />

Le soluzioni più recenti integrano<br />

un numero sempre maggiore<br />

di sensori, come MIDAS<br />

Octoblique che unisce a una<br />

fotocamera verticale 8 fotocamere<br />

oblique (Fig. 2). Il vantaggio<br />

principale delle acquisizioni<br />

aeree oblique è rappresentato<br />

dalla loro capacità intrinseca di<br />

rivelare facciate e impronte degli<br />

edifici, permettendo dunque di<br />

individuare eventuali danni non<br />

visibili dal tradizionale punto di<br />

vista nadirale. Di conseguenza,<br />

ciò ha incoraggiato l’uso delle<br />

immagini oblique in applicazioni<br />

di Rapid Mapping, nonostante<br />

si tratti ancora di soluzioni<br />

ingombranti, costose e che necessitano<br />

di un’adeguata progettazione<br />

del volo per far fronte<br />

ad alcuni problemi non ancora<br />

del tutto gestibili dai software di<br />

post-elaborazione (quali, variazione<br />

di scala, occlusioni multiple,<br />

ecc.).<br />

Pensate e progettate per le piattaforme<br />

UAV, negli ultimi anni<br />

sono state lanciate sul mercato<br />

diverse soluzioni di fotoca-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 23


REPORT<br />

mere digitali di piccolo-medio<br />

formato e variabile risoluzione<br />

spettrale (visibile, NIR, TIR<br />

e microonde). Oltre ai sensori<br />

RGB, la cui maturazione ha<br />

permesso lo sviluppo di fotocamere<br />

di alta qualità e risoluzione<br />

adatte al payload di UAV micro/<br />

mini/tattici, esistono oggi diversi<br />

modelli di piccoli sensori<br />

multi-spettrali e iperspettrali,<br />

che consentono una sempre più<br />

accurata classificazione delle immagini<br />

acquisite. Infine, notevoli<br />

progressi si sono registrati anche<br />

nella miniaturizzazione dei<br />

sensori termici, che offrono oggi<br />

soluzioni di piccole dimensioni<br />

e pesi, adatte per la ricognizione<br />

e la mappatura a distanza delle<br />

aree di pericolo (ad esempio, in<br />

caso di incendio).<br />

La descrizione dei più recenti<br />

sensori specificamente sviluppati<br />

per piattaforme UAV può essere<br />

trovata in (Colomina e Molina,<br />

2014; GIM-International UAS,<br />

<strong>2016</strong>; Nex & Remondino,<br />

2014; Remondino, 2011), mentre<br />

un esempio è riportato in<br />

Fig. 2 (Hasselblad H5D-60).<br />

Per quanto riguarda i sensori<br />

ottici attivi (es. LiDAR - Light<br />

Detection and Ranging), numerose<br />

soluzioni sono state sviluppate<br />

per le piattaforme aeree<br />

(ALS – Aerial Laser Scanner):<br />

esse sono in grado di acquisire<br />

direttamente informazioni metriche<br />

della superfice rilevata<br />

da cui ricavare DEM e DTM<br />

(Digital Elevation Model, Digital<br />

Terrain Model) di alta qualità<br />

e risoluzione. Se tali prodotti<br />

risultano utili per l’analisi del<br />

terreno, per monitorare frane e<br />

mappare flussi di detriti, ecc.,<br />

essi sono di difficile interpretazione<br />

visiva (in quanto viene registrata<br />

solo la geometria, senza<br />

l’informazione RGB). Pertanto,<br />

l’uso di ALS è di solito associato<br />

a quello di fotocamere digitali<br />

di medio formato, dalla cui integrazione<br />

derivano numerosi<br />

vantaggi, quali: la penetrazione<br />

della vegetazione, la generazione<br />

diretta di DTM e la produzione<br />

rapida di ortofoto.<br />

Infine, sono state recentemente<br />

sviluppate numerose soluzioni<br />

commerciali multi-sensore, pensate<br />

per fornire all’utente finale<br />

dei sistemi all-in-one (hardware<br />

e software) adatti per Rapid<br />

Mapping.<br />

Tipologia di<br />

disastro<br />

Dati da rilevare<br />

Principali tecnologia<br />

e/o prodotti<br />

Note<br />

Terremoti<br />

Stato degli edifici (intatto,<br />

parzialmente danneggiato,<br />

distrutto, ecc.)<br />

Condizioni della rete stradale<br />

Ricerca dei superstiti<br />

Immagini oblique<br />

Immagini nadirali<br />

Immagini termiche<br />

Ortofoto<br />

SAR / Interferometria<br />

Mappe di deformazione<br />

In caso di fitta vegetazione, risulta<br />

utile l’impiego di LiDAR per<br />

mappare le tracce superficiali delle<br />

faglie<br />

Frane e<br />

valanghe<br />

Localizzazione delle persone<br />

sepolte<br />

Zonizzazione delle aree e<br />

infrastrutture impattate<br />

Presenza di strati instabili di<br />

neve<br />

Immagini termiche (utili se le persone<br />

sono sepolte vicino alla superficie)<br />

Immagini nadirali e oblique<br />

LiDAR<br />

DSM<br />

Il LiDAR può essere utile per<br />

mappare la frana e fornire dati di<br />

pendenza e di volume del materiale<br />

franato<br />

Alluvioni<br />

Area impattata<br />

Dati volumetrici e DEM/DTM<br />

Immagini nadirali<br />

Ortofoto<br />

LiDAR<br />

DSM/DTM<br />

Il DSM/DTM può essere utile per<br />

fornire dati da inserire nei modelli<br />

di pericolo (es. rugosità delle<br />

superfici)<br />

Precipitazioni<br />

violente<br />

Stato degli edifici (intatto,<br />

parzialmente danneggiato,<br />

distrutto, ecc.)<br />

Condizioni della rete stradale<br />

Ricerca delle persone da<br />

evacuare<br />

Immagini oblique<br />

Immagini nadirali<br />

Immagini termiche<br />

LiDAR<br />

DSM/DTM<br />

DSM/DTM possono essere utile<br />

per fornire dati da inserire nei<br />

software di modellazione del flusso<br />

d’acqua e ricavare informazioni<br />

geo-morfologiche di interesse<br />

IR è utile per la ricognizione<br />

diurna e notturna di incendi:<br />

Incendi<br />

Localizzazione degli hot spots<br />

Direzione di avanzamento<br />

dell’incendio e sua evoluzione<br />

temporale<br />

Valutazione dell’efficienza<br />

dell’azione dei vigili del fuoco<br />

Immagini RGB e termiche<br />

24 Tab. <strong>GEOmedia</strong> 5 – Correlazione n°5-<strong>2016</strong> tra tipi di disastro naturale, informazioni rilevanti da mappare e tecnologie/prodotti utili per rilevarle.<br />

• Mid-IR rileva forti emissioni di<br />

radiazioni;<br />

• Far-IR rileva la radiazione<br />

naturale;<br />

• NIR può essere utilizzato per<br />

fornire dati più precisi eliminando<br />

i falsi positivi (oggetti luminosi<br />

rilevati durante il giorno).


REPORT<br />

Comunemente essi integrano sensori di rilievo (sia<br />

attivi che passivi), sensori di posizionamento e navigazione<br />

(GNSS/IMU) e un’unità di controllo che<br />

sincronizza e combina l’acquisizione delle informazioni<br />

geometriche e di posizionamento. Tutti i sensori<br />

sono integrati su una piattaforma mobile, come<br />

ad esempio aerei, elicotteri o UAV. Inoltre, il sistema<br />

è spesso integrato con una soluzione software che<br />

elabora i dati grezzi per produrre prodotti a valore<br />

aggiunto (ad esempio, ortofoto georeferenziate).<br />

Tra le più recenti soluzioni commerciali si segnalano:<br />

Trimble/Applanix DSS 500, Helimap System®<br />

(Fig.2), Siteco Sky-Scanner, TopoDrone-4Scight e<br />

eBee RTK senseFly.<br />

In Tabella 5 viene fornita una sintesi che correla i<br />

diversi tipi di disastro naturale, le informazioni rilevanti<br />

da mappare e le tecnologie/prodotti utili per<br />

rilevare in modo efficiente tali informazioni.<br />

Conclusioni<br />

in presenza di una situazione di emergenza, numerose<br />

sono le possibili opzioni di intervento per fare<br />

Rapid Mapping, sia in termini di strumentazione<br />

(piattaforma e sensore) per l’acquisizione dei dati,<br />

sia in relazione all’approccio di elaborazione degli<br />

stessi. In molti casi, la decisione finale dipenderà<br />

dalle attrezzature a disposizione, dalla posizione ed<br />

estensione dell’area impattata e, spesso, dalle risorse<br />

economiche stanziate per coprire l’intervento. La<br />

gestione del tempo rimane la priorità: i prodotti a<br />

valore aggiunto devono essere consegnati entro qualche<br />

ora (o, addirittura, in tempo reale) e in formato<br />

standard (ovvero, documentabile). Tra le soluzioni<br />

più flessibili per l’acquisizione dei dati trova spazio<br />

soprattutto l’impiego di elicotteri (talvolta associato<br />

a sistemi di acquisizione hand-held) e di piattaforme<br />

UAV. Queste ultime, in particolare, dimostrano<br />

numerosi vantaggi utili per il Rapid Mapping, quali:<br />

accessibilità a siti pericolosi senza mettere a rischio<br />

la sicurezza dell’operatore, elevata flessibilità e monovrabilità<br />

e possibilità di acquisire viste sia nadirali<br />

che oblique ad elevata risoluzione spaziale. Inoltre,<br />

lo sviluppo tecnologico nella direzione di soluzioni<br />

che favoriscano il trasferimento dei dati in tempo reale<br />

e l’adattamento dei nuovi sensori al p a y l o a d<br />

dalle piattaforme UAV, rappresenterà in futuro<br />

un’ulteriore spinta verso l’impiego di tali sistemi in<br />

applicazioni di Rapid Mapping. Tuttavia una serie<br />

di problematiche rimangono ancora aperte, come<br />

quelle relative alla stabilità della piattaforma, alle limitazioni<br />

in termini di copertura areale e tempo di<br />

volo e alla accuratezza perseguibile con approccio di<br />

geo-referenziazione diretta.<br />

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UN-SPIDER- United Nations Platform “SPace-based<br />

Information for Disaster management and Emergency<br />

Response”. http://www.un-spider.org/space-applicationmatrix.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Rapid Mapping; emrgenza; efficienza; tempo;<br />

piattaforme; sensore; satellite; aereo; UAV<br />

ABSTRACT<br />

Natural hazards demand a rapid surveying of the crisis situation by<br />

means of Geomatics platforms, sensors and techniques. Remote sensing<br />

can provide a valuable source of broad scale information at each stage<br />

of the disaster management cycle, supporting scientists and authorities<br />

in the decision-making process. Geomatics-based procedures and techniques<br />

can be especially exploited in the emergency mapping domain<br />

and this research work provides a review of the current state-of-the-art<br />

of remote sensing techniques (platforms, sensors and commercial solutions)<br />

for rapid mapping applications. The management of time is defined<br />

as a priority and several solutions are discussed in order to pursue<br />

efficiency in both data acquisition and processing.<br />

AUTORE<br />

Isabella Toschi, ricercatrice 3D Optical Metrology<br />

unit,<br />

Fondazione Bruno Kessler, Trento – toschi@fbk.eu<br />

Fabio Remondino, responsabile 3D Optical Metrology<br />

unit,<br />

Fondazione Bruno Kessler, Trento – remondino@<br />

fbk.eu<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 25


REPORT<br />

VGI ed emergenze<br />

di Flavio Lupia, Marco Minghini, Maurizio Napolitano, Alessandro Palmas e Alessandro Sarretta<br />

Voluntereed<br />

Geographic<br />

Information (VGI)<br />

per mappature<br />

partecipative<br />

come risorsa<br />

per la gestione<br />

delle emergenze:<br />

esperienze durante<br />

i recenti eventi<br />

sismici italiani.<br />

Fig. 1 - Schermata di OpenStreetMap relativa all'area urbana di Amatrice con la geolocalizzazione di varie strutture<br />

per la gestione dell'emergenza post-terremoto (https://goo.gl/49xDoz).<br />

Gli equilibri tra la dimensione<br />

antropica e l’ambiente<br />

sono messi a dura<br />

prova in occasione di eventi calamitosi<br />

(terremoti, inondazioni,<br />

uragani, ecc.), come accaduto a<br />

livello globale negli ultimi anni,<br />

evidenziando l’estrema vulnerabilità<br />

dei vari sistemi e l’impatto<br />

devastante sul territorio. In<br />

questi contesti, il monitoraggio<br />

e la valutazione degli effetti dei<br />

vari eventi e la pianificazione<br />

delle attività emergenziali e postemergenziali<br />

trovano sostegno<br />

nell’impiego di varie tecnologie<br />

geospaziali—GIS e telerilevamento<br />

in primis—e nelle infrastrutture<br />

geospaziali dei vari enti<br />

preposti. Tuttavia, la disponibilità<br />

in tempi brevi di dati aggiornati<br />

sulle aree colpite non sempre<br />

risulta agevole ed immediata<br />

e presenta costi ragguardevoli<br />

che limitano l’esecuzione di monitoraggi<br />

frequenti del territorio<br />

ed incrementano l’obsolescenza<br />

delle corrispondenti informazioni<br />

spaziali.<br />

L’Informazione Geografica<br />

Volontaria<br />

A questo scenario si contrappone<br />

da ormai un decennio una<br />

nuova realtà in cui chiunque,<br />

grazie alle tecnologie disponibili,<br />

può creare contenuti informativi<br />

geografici. Questa nuova<br />

tipologia di dati, strabordante<br />

e in costante aumento, è stata<br />

etichettata da Goodchild (2007)<br />

come Informazione Geografica<br />

Volontaria (Volunteered<br />

Geographic Information o VGI).<br />

Si tratta di un fenomeno spesso,<br />

e in modo più o meno esatto,<br />

identificato anche come<br />

crowdsourcing geografico e<br />

Citizen Science (See et al. <strong>2016</strong>).<br />

Alla base dell’esplosione del VGI<br />

vi è l’intersezione di vari elementi,<br />

tra cui il Web dinamico<br />

o 2.0, la diffusione di dispositivi<br />

mobili dotati di sensori GPS,<br />

la pervasività dei social media<br />

e dell’Internet mobile, la nascita<br />

dei portali multi-dimensionali<br />

per la visualizzazione della cosiddetta<br />

Terra Digitale (vedi<br />

Google Earth, Google Maps<br />

e Microsoft Bing Maps) e di<br />

iniziative di mappatura collaborativa<br />

come il famoso progetto<br />

di VGI OpenStreetMap (Jokar<br />

Arsanjani et al. 2015). Un altro<br />

elemento non trascurabile nella<br />

comprensione del VGI è anche<br />

l’evidenza che molto spesso i<br />

contenuti informativi geografici<br />

forniti dagli enti ufficiali (amministrazioni<br />

provinciali, comuni,<br />

catasto, Protezioni Civili, ecc.)<br />

sono difficilmente accessibili. I<br />

dati VGI trovano oggi molteplici<br />

applicazioni pratiche, tra le quali<br />

ad esempio la mappatura umanitaria<br />

(descritta nella sezione<br />

successiva), l’identificazione di<br />

eventi, la classificazione o validazione<br />

di mappe di uso del suolo<br />

(Fritz et al. 2012) e il monitoraggio<br />

ambientale (Connors et al.<br />

2012).<br />

Al contrario, OpenStreetMap<br />

fornisce un insieme omogeneo<br />

di informazioni con un’interfaccia<br />

unica di accesso, rendendo<br />

quindi immediatamente di-<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

sponibili moltissime categorie<br />

di dati senza doversi porre il<br />

problema di dove siano ed in<br />

quale standard o sistema di riferimento<br />

cartografico. L’utilizzo<br />

e la possibilità di integrazione di<br />

questi dati sono facilitati anche<br />

dal grandissimo numero di strumenti<br />

disponibili per accedervi<br />

ed elaborarli.<br />

In generale, c’è da osservare<br />

come il VGI possa risultare sia<br />

da attività implicite che esplicite<br />

da parte degli utenti. Nel<br />

primo caso, gli utenti possono<br />

non essere consapevoli che le<br />

loro interazioni ed attività stiano<br />

producendo informazioni georeferenziate,<br />

come nel caso di<br />

applicazioni web o mobili aventi<br />

finalità diverse dalla raccolta<br />

specifica di informazioni geografiche.<br />

Nel caso esplicito, invece,<br />

il paradigma geospaziale è dominante<br />

e definisce anche la motivazione<br />

principale di cui l’utente<br />

ha piena consapevolezza.<br />

All’ampia disponibilità di tali<br />

dataset geografici si contrappone<br />

il problema della loro qualità,<br />

un cardine per l’utilizzabilità in<br />

applicazioni reali come quelle<br />

emergenziali. I dubbi sulla qualità<br />

del VGI sono in genere legati<br />

anche alla sua difficile valutazione:<br />

è stato infatti ampiamente<br />

verificato come i protocolli per i<br />

dati spaziali impiegati per i dataset<br />

ufficiali (es. ISO TC19157,<br />

ISO 2010) non si adattino alle<br />

caratteristiche del VGI. Infatti,<br />

i dati VGI sono creati mediante<br />

procedure radicalmente differenti<br />

rispetto a quelle, rigorosamente<br />

strutturate e ripetibili,<br />

dei dati ufficiali (basti pensare<br />

all’utilizzo di smartphone) e<br />

da utenti non necessariamente<br />

esperti in ambito geografico o<br />

informatico, con competenze e<br />

background culturali estremamente<br />

variegati. Tali dati sono<br />

quindi tipicamente eterogenei in<br />

termini di copertura, accuratezza<br />

(temporale, spaziale, semantica),<br />

completezza, aggiornamento,<br />

ecc. Tuttavia, sono stati sviluppati<br />

approcci alternativi che<br />

consentono di apprezzare diversi<br />

parametri qualitativi tenendo<br />

conto della natura specifica di<br />

questi dati (es. metodi basati su<br />

caratteristiche intrinseche come<br />

lunghezza delle feature lineari,<br />

numero delle modifiche eseguite<br />

su una stessa feature, relazioni tra<br />

densità di popolazione e completezza/accuratezza<br />

posizionale dei<br />

dati, conoscenza locale, motivazione,<br />

reputazione, ecc.).<br />

OpenStreetMap<br />

nelle emergenze<br />

Nato nel Regno Unito nel 2004,<br />

OpenStreetMap (OSM, http://<br />

www.openstreetmap.org) è<br />

oggi senza dubbio il progetto<br />

VGI più popolare al mondo.<br />

Inizialmente focalizzato sulla sola<br />

mappatura delle strade, in seguito<br />

si è esteso a qualunque elemento<br />

georiferibile (da edifici e<br />

corsi d’acqua fino ad alberi, panchine<br />

e cestini dell’immondizia),<br />

generando il database geografico<br />

più grande, diversificato, completo<br />

e (spesso) aggiornato oggi<br />

disponibile a livello mondiale.<br />

Sulla falsariga di Wikipedia,<br />

OSM è nato dalla necessità<br />

di avere libero accesso ai dati<br />

geografici per la generazione<br />

di mappe. Al contrario però<br />

di moltissime altre sorgenti di<br />

informazioni geografiche, il database<br />

di OSM è disponibile con<br />

un’opportuna licenza aperta, la<br />

ODbL (Open Database License,<br />

http://opendatacommons.org/<br />

licenses/odbl), che lo fa diventare<br />

un bene comune, garantendo<br />

a chiunque di poter utilizzare,<br />

distribuire e modificare i dati<br />

per qualsiasi scopo, a patto di rispettare<br />

alcune condizioni, come<br />

l’attribuzione della loro paternità<br />

agli utenti contributori e l’obbligo<br />

di lasciare la base dati sempre<br />

accessibile tramite la medesima<br />

licenza. Con più di 3 milioni di<br />

utenti registrati a dicembre <strong>2016</strong><br />

(http://wiki.openstreetmap.<br />

org/wiki/Stats), di cui qualche<br />

migliaio attivo giornalmente<br />

Fig. 2a - Schermata di OSM Tasking Manager relativa al progetto “#18 - Terremoto Norcia<br />

30-10-<strong>2016</strong>”. Le celle rappresentano le aree mappate o da mappare. Il messaggio principale<br />

per i volontari inizialmente è “mappare il mappabile con le immagini satellitari”, successivamente<br />

sono sempre più mirati verso le esigenza prioritarie. Gli aggiornamenti sulle attività<br />

ed il flusso di comunicazione della comunità avviene sulla mailing list italiana e su Twitter<br />

(http://osmit-tm.wmflabs.org/project/18).<br />

Fig. 2b - Statistiche sull’attività di mappatura completata ed in<br />

corso per il progetto “#18 - Terremoto Norcia 30-10-<strong>2016</strong>” per il<br />

periodo 31 ottobre-9 novembre <strong>2016</strong>.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 27


REPORT<br />

(http://osmstats.neis-one.org),<br />

OSM ha oggi raggiunto una<br />

popolarità senza precedenti, attirando<br />

un fortissimo interesse da<br />

parte della comunità accademica<br />

e divenendo sempre più utilizzato<br />

da aziende, governi, enti<br />

ed organizzazioni (Mooney e<br />

Minghini, in stampa).<br />

La mappa di OSM ora appare<br />

su tantissimi siti italiani, è<br />

anche utilizzata come sfondo<br />

nella pagina dei terremoti registrati<br />

da INGV. Gli esempi<br />

di applicazioni del VGI, ed in<br />

particolare di OSM, in contesti<br />

emergenziali sono diversi e sono<br />

oggetto di studi approfonditi a<br />

livello accademico e governativo.<br />

Il caso più celebre è il terremoto<br />

di Haiti nel gennaio 2010,<br />

quando un’intera comunità di<br />

volontari distribuita su tutto il<br />

globo si è mobilitata a sostegno<br />

della fase post-emergenziale<br />

mappando in OSM i territori<br />

colpiti. Le mappature collaborative<br />

e gli strumenti nati intorno<br />

al progetto OSM sono divenuti<br />

determinanti in tutti quei contesti<br />

territoriali in via di sviluppo,<br />

dove non esistono informazioni<br />

geospaziali ufficiali e/o la qualità<br />

e l’aggiornamento dei dati<br />

esistenti non sono adeguati. Un<br />

esempio è la favela Kibera a sud<br />

di Nairobi, dove l’unica mappa<br />

aggiornata e completa è proprio<br />

OSM (http://mapkibera.org).<br />

Grazie ai contributi praticamente<br />

istantanei di chi partecipa al<br />

progetto, OSM diventa estremamente<br />

duttile nelle emergenze per<br />

supportare la pianificazione ottimale<br />

della logistica e varie attività,<br />

tra cui: individuazione della posizione<br />

delle persone da soccorrere,<br />

identificazione di strade impraticabili<br />

e di aree per lo smistamento<br />

di persone e materiali, ecc..Gli<br />

strumenti che ruotano intorno ad<br />

OSM permettono inoltre scenari<br />

di raccolta e fruizione dei dati di<br />

estrema semplicità e funzionalità.<br />

Ad esempio, la raccolta può<br />

avvenire con applicazioni per<br />

smartphone ma anche semplicemente<br />

su carta (da riportare facilmente<br />

poi su computer) grazie<br />

a field papers (http://fieldpapers.<br />

org).<br />

Il software OSMAnd (http://<br />

osmand.net) permette di usufruire<br />

di navigatori che non<br />

richiedono collegamento ad<br />

internet, mentre il servizio<br />

OpenRouteService (http://openrouteservice.org)<br />

permette di<br />

creare percorsi adeguati a diverse<br />

tipologie di mezzi fra cui anche<br />

mezzi pesanti in situazioni di<br />

soccorso.<br />

Il successo in ambito umanitario<br />

ha dato vita alla ONG HOT<br />

(Humanitarian OpenStreetMap<br />

Team) che, a sua volta, ha cominciato<br />

a sviluppare strumenti<br />

di supporto come il Tasking<br />

Manager (http://tasks.hotosm.<br />

org), progettato per coordinare<br />

il lavoro di mappatura ed evitare<br />

sovrapposizioni e conflitti<br />

nell’inserimento dati. Il sistema<br />

consente di impostare delle<br />

missioni sulla tipologia di dati<br />

da raccogliere, in particolare<br />

attraverso la digitalizzazione da<br />

foto aeree configurabili. Infine,<br />

è possibile monitorare l’evoluzione<br />

e l’omogeneità delle varie<br />

attività, nonché sottoporre ad<br />

ulteriore convalida i dati raccolti<br />

(vedi Fig. 1, Fig. 2).<br />

Fig. 3 - Confronto tra gli edifici presenti nel database di OSM all’inizio del <strong>2016</strong> (sopra) e al 30<br />

novembre <strong>2016</strong> (sotto) nella zona di Amatrice, generato tramite OpenStreetMap Analytics (http://<br />

osm-analytics.org/#/compare/bbox:13.16299,42.60368,13.49464,42.67934/<strong>2016</strong>...now/buildings).<br />

La mappatura dei volontari ha incrementato il numero di edifici da 7 a 4931.<br />

Il caso del terremoto in<br />

centro Italia<br />

Gli eventi sismici che hanno<br />

sconvolto quest’anno il centro<br />

Italia, con le scosse principali di<br />

fine agosto e fine ottobre, hanno<br />

messo in moto numerosi volontari<br />

che, in modo complementare<br />

ai molti che sono intervenuti<br />

direttamente sul posto, hanno<br />

contribuito alle operazioni di<br />

valutazione e monitoraggio dei<br />

danni da remoto, utilizzando le<br />

proprie competenze di “mappatori<br />

digitali”. Nei giorni immediatamente<br />

successivi al sisma,<br />

la comunità di OSM infatti si è<br />

subito attivata per aggiornare la<br />

mappa dei luoghi colpiti con il<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Copernicus (http://www.copernicus.eu)<br />

è il programma europeo di osservazione<br />

satellitare della terra; per il supporto delle<br />

emergenze umanitarie viene utilizzata la<br />

flotta di satelliti Sentinel-2 che può fornire<br />

immagini ad altissima risoluzione.<br />

Ithaca (http://www.ithacaweb.org) è<br />

una organizzazione no-profit, con base a<br />

Torino, che si occupa dell’acquisizione ed<br />

elaborazione di dati geografici e cartografici<br />

rivolta ai programmi umanitari e al pronto<br />

rilascio di dati in situazioni di emergenza.<br />

Fig. 4 - di OpenStreetMap con sovrapposta la valutazione dei danni agli edifici fornita da CopernicusEMS,<br />

per la zona di Amatrice (http://osmit3.wmflabs.org/check/sisma_Rieti_<strong>2016</strong>/<br />

map_earthquake_<strong>2016</strong>.html)<br />

maggior numero di informazioni<br />

possibili (vedi Fig. 3). Hanno<br />

collaborato alla raccolta dei dati<br />

circa 160 utenti da ogni parte<br />

del mondo.<br />

I dati disponibili in OSM sono<br />

stati in seguito utilizzati, insieme<br />

ad altre fonti, come mappa<br />

di riferimento dal progetto<br />

CopernicusEMS che, incrociando<br />

immagini satellitari e aeree<br />

acquisite subito dopo il sisma, ha<br />

effettuato una prima valutazione<br />

dei danni agli edifici e alle infrastrutture.<br />

In un continuo ciclo virtuoso,<br />

reso possibile anche dalle licenze<br />

aperte applicate ai dati sia in<br />

OSM che in Copernicus, le mappe<br />

di valutazione dei danni create<br />

da CopernicusEMS sono successivamente<br />

state reintegrate nuovamente<br />

in OSM, rendendo disponibile<br />

in un’unica mappa le decine<br />

di mappe di analisi presenti<br />

in CopernicusEMS (vedi Fig. 4).<br />

Oltre all’utilizzo di Copernicus<br />

(per mezzo dell’italiana Ithaca)<br />

per generare le prime mappe, la<br />

cartografia OSM è stata utilizzata<br />

sia dai VVF che, per quel che<br />

riguarda la mappatura di campi<br />

e aree di ammassamento, dalla<br />

Protezione Civile nazionale.<br />

OSM era infatti l’unica mappa<br />

che riportava le zone degli insediamenti<br />

dei soccorritori e degli<br />

sfollati.<br />

Conclusioni e<br />

prospettive future<br />

L’incessante evoluzione delle<br />

tecnologie ha ormai ampiamente<br />

dimostrato l’efficacia del nuovo<br />

modello, impensabile solo un<br />

decennio fa, basato sulla diffusione<br />

pervasiva di informazioni<br />

geografiche prodotte da amatori.<br />

In contesti come quelli di gestione<br />

delle emergenze si possono<br />

ormai concretamente immaginare<br />

scenari di integrazione multisorgente<br />

(ufficiali ed amatoriali)<br />

di informazioni geospaziali che,<br />

opportunamente sintetizzate in<br />

termini spazio-temporali, possano<br />

fornire un contributo in termini<br />

gestionali. Gli attuali livelli<br />

di ricerca ed utilizzo operativo<br />

del VGI suggeriscono un trend<br />

futuro con ulteriori evoluzioni e<br />

potenzialità applicative. Fattori<br />

quali banda ultralarga, decremento<br />

dei costi degli apparati<br />

hardware, diffusione di sensori<br />

in ambito urbano e sensori<br />

indossabili, sistemi di mappatura<br />

indoor, e diminuzione del<br />

digital divide (il divario nell’accesso<br />

all’ICT della popolazione<br />

mondiale) costituiranno le basi<br />

evolutive per il VGI (Antoniou,<br />

<strong>2016</strong>).<br />

Nel dominio del VGI il progetto<br />

OSM si è ormai affermato globalmente<br />

come un’alternativa<br />

non solo valida, ma spesso anche<br />

Humanitarian OpenStreetMap Team<br />

(HOT)<br />

HOT (http://hotosm.org) è un’organizzazione<br />

no-profit operante a livello globale<br />

impegnata a creare e fornire mappe aggiornate<br />

e ad accesso libero alle organizzazioni<br />

attive in contesti emergenziali caratterizzati<br />

dalla presenza di comunità vulnerabili e<br />

prive di risorse cartografiche, con particolare<br />

riguardo alle aree colpite da disastri e<br />

crisi umanitarie. L’organizzazione opera<br />

attraverso una rete di volontari impegnati<br />

nella creazione di mappe online in cui sono<br />

coinvolte le comunità locali, anche per supportarne<br />

lo sviluppo socio-economico. Ad<br />

oggi, con quasi 3500 volontari il team ha<br />

realizzato circa 12 milioni di aggiornamenti<br />

su OSM contribuendo alla mappatura di<br />

aree con una popolazione complessiva di<br />

ben 7.5 milioni di persone.<br />

Wikimedia Foundation<br />

Wikimedia Foundation, Inc. (https://wikimediafoundation.org)<br />

è un’organizzazione<br />

internazionale no-profit che supporta la<br />

crescita, lo sviluppo e la distribuzione di<br />

contenuti liberi multilingua al pubblico,<br />

gratuitamente con progetti basati sul wiki.<br />

L’organizzazione gestisce alcuni dei più<br />

grandi progetti di collaborazione mondiali,<br />

primo tra tutti Wikipedia.<br />

Wikimedia Italia<br />

Capitolo italiano della Wikimedia<br />

Foundation creato nel 2005, Wikimedia<br />

Italia (http://www.wikimedia.it) è recentemente<br />

(gennaio <strong>2016</strong>) divenuto anche capitolo<br />

italiano ufficiale di OpenStreetMap.<br />

Svolge compiti di supporto e sviluppo<br />

della comunità; promuove l’incremento e<br />

il riuso dei dati cartografici o assimilabili in<br />

OpenStreetMap dialogando con la P.A., le<br />

aziende, il mondo della ricerca e della gestione<br />

delle emergenze. Tramite server della<br />

Wikimedia Foundation eroga gratuitamente<br />

servizi e strumenti per OSM (Tasking<br />

Manager, estratti cartografici, ecc..).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 29


REPORT<br />

indispensabile, ai database<br />

geografici ufficiali. Il successo<br />

di OSM permette a<br />

tutti di confrontarsi con<br />

una comunità molto attenta<br />

e in forte crescita,<br />

che quotidianamente produce<br />

interessanti novità e<br />

strumenti. La creazione di<br />

mappe risulta spesso essere<br />

un’attività affascinante e<br />

coinvolgente verso cui far<br />

convergere la conoscenza<br />

del territorio con l’apprendimento<br />

di tecnologie digitali.<br />

Promuovere il progetto<br />

OSM ed incentivarne la<br />

partecipazione secondo la<br />

filosofia del fornire dati con<br />

licenza aperta (open data)<br />

per favorirne la crescita<br />

sono attività semplici, ma<br />

che possono contribuire<br />

in modo determinante al<br />

miglioramento della nostra<br />

società.<br />

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land cover. Environmental Modelling &Software, 31, 110–123.<br />

doi:10.1016/j.envsoft.2011.11.015<br />

Goodchild, M. F. (2007). Citizens as sensors: the world of volunteered<br />

geography. GeoJournal, 69 (4), 211–221. doi:10.1007/<br />

s10708-007-9111-y<br />

ISO, ISO/CD 19157 Geographic Information—Data Quality;<br />

ISO: Geneva, Switzerland, 2010.<br />

Jokar Arsanjani, J., Zipf, A., Mooney, P., Helbich, M.<br />

(2015). An Introduction to OpenStreetMap in Geographic<br />

Information Science: Experiences, Research, and Applications.<br />

In: OpenStreetMap in GIScience. Springer International<br />

Publishing, 1–15.<br />

Mooney, P. and Minghini, M. (in stampa). A review of<br />

OpenStreetMap data. In: Foody, G.M., See, L., Fritz, S.,<br />

Fonte, C.C., Mooney, P., Olteanu-Raimond, A.-M., Antoniou,<br />

V. (Eds.), Mapping and the Citizen Sensor. Ubiquity Press,<br />

London, UK.<br />

Open Database License - http://opendatacommons.org/licenses/<br />

odbl<br />

OpenStreetMap (OSM) - http://www.openstreetmap.org<br />

See, L., Mooney, P., Foody, G., Bastin, L., Comber, A., Estima,<br />

J., Fritz, S., Kerle, N., Jiang, B., Laakso, M., Liu, H. Y.,<br />

Milčinski, G., Nikšič, M., Painho, M., Pődör, A., Olteanu-<br />

Raimond, A.-M. and Rutzinger, M. (<strong>2016</strong>). Crowdsourcing,<br />

Citizen Science or Volunteered Geographic Information? The<br />

Current State of Crowdsourced Geographic Information.<br />

ISPRS International Journal of Geo-Information, 5(5), 55.<br />

doi:10.3390/ijgi5050055<br />

PAROLE CHIAVE<br />

VGI; OSM; emergenza,<br />

Volunteered Geographic Information<br />

ABSTRACT<br />

Availability of up-to-date geographic datasets, including the information<br />

voluntarily created by ordinary people, is crucial for<br />

disaster management in areas affected by catastrophic events and<br />

humanitarian crises. OpenStreetMap (OSM) is the most popular<br />

Volunteered Geographic Information (VGI) project that has been<br />

extensively used for collaborative mapping in areas affected by<br />

natural disasters. This article provides an overview on how OSM<br />

data are exploited in disaster response scenarios and illustrates<br />

their specific application during the recent Italian earthquakes.<br />

AUTORE<br />

Flavio Lupia<br />

Consiglio per la Ricerca in Agricoltura<br />

e l’analisi dell’Economia Agraria - CREA<br />

Via Po, 14 - 00191 Roma<br />

flavio.lupia@crea.gov.it<br />

Marco Minghini<br />

Politecnico di Milano<br />

Polo Territoriale di Como, Dipartimento<br />

di Ingegneria Civile e Ambientale<br />

Via Valleggio 11 - 22100 Como<br />

marco.minghini@polimi.it<br />

Maurizio Napolitano<br />

Digital Commons Lab, centro ICT<br />

Fondazione Bruno Kessler<br />

Via Sommarive 18, 38123 Povo (TN)<br />

napolitano@fbk.eu<br />

Alessandro Palmas<br />

Wikimedia Italia/OpenStreetMap Italia<br />

BASE Milano, Via Bergognone 34<br />

20144 Milano<br />

alessandro.palmas@wikimedia.it<br />

Alessandro Sarretta<br />

Istituto di Scienze Marine,<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche<br />

(CNR-ISMAR)<br />

Arsenale - Tesa 104, Castello 2737/F,<br />

30122 Venezia<br />

alessandro.sarretta@ismar.cnr.it<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 31


VADEMECUM<br />

VADEMECUM CARTOGRAFIA EMERGENZA<br />

Alcuni consigli da seguire nell’emergenza<br />

NECESSITÀ PRE-EVENTO<br />

Costituire un set di dati geospaziali preventivo<br />

È necessario che il paese crei una SDI (Spatial Data Infrastructure, <br />

<br />

Cartografia adatta<br />

È di fondamentale importanza avere a disposizione una cartografia a grande scala per le zone urbane (1:200. 1:1000, 1:500), di elevata precisione,<br />

in formato vettoriale (per permettere analisi spaziali quali il routing, il geocoding, il fleet management), aggiornata, con valenza legale, in formato e<br />

riferimento standard ufficiale per poter essere integrata con altri archivi digitali.<br />

Qualità dei dati e formati<br />

È necessario promuovere azioni di verifica della correttezza dei dati presenti nelle banche dati, condividendoli e mettendoli a disposizione, utilizzando<br />

esclusivamente gli standard e i formati ufficiali previsti dal Dlgs. 32/2010 e pubblicati tramite il Geoportale Nazionale http://www.pcn.minambiente.it.<br />

che rappresenta la banca dati centralizzata, in grado di aggregare dati provenienti da soggetti pubblici diversi, attraverso la condivisione di<br />

regole e l’adozione di standard.<br />

Licenze d’uso<br />

Da non lasciare irrisolte affinché i dati geografici siano disponibili liberamente, per gli usi a scopi umanitari, evitando i problemi spesso riscontrati in<br />

passato relativi alla proprietà e alla licenza d’uso dei prodotti.<br />

Open Data<br />

Bisogna avere più coraggio nell’aprire i dati e nell’accompagnare questa operazione ad azioni di divulgazione, in modo da far crescere questa cultura<br />

del dato di cui abbiamo tanto bisogno (per esempi e direttive: http://italiasicura.governo.it/ ; http://www.openricostruzione.it/ ).<br />

OpenStreetMap<br />

Inizialmente focalizzato sulla sola mappatura delle strade, in seguito si è esteso a qualunque elemento georiferibile (da edifici e corsi d’acqua fino ad<br />

alberi, panchine e arredo urbano). È un progetto da promuovere incentivandone la partecipazione.<br />

Dati Istat integrati alla cartografia<br />

Ai fini del soccorso è importante l’integrazione della cartografia con le variabili censuarie Istat contenenti i dati relativi a popolazione, edifici e attività<br />

produttive; tale integrazione rende disponibili informazioni che si rivelano decisive nella fase di soccorso.<br />

Integrabilità delle informazioni<br />

Si deve predisporre l’integrabilità delle informazioni che derivano dalla cooperazione degli utenti in rete, su piattaforme web e sui social (Twitter,<br />

Facebook, Youtube, Google Maps, etc.).<br />

Catasto per le PA<br />

Per tutte le Pubbliche Amministrazioni , attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, è disponibile il “Sistema di Interscambio”, il cui accesso avviene<br />

mediante servizi di cooperazione applicativa. I servizi di download, gratuiti per tutte le Pubbliche Amministrazioni, riguardano la cartografia<br />

catastale in formato vettoriale, i dati censuari del Catasto Terreni e del Catasto Urbano, i dati metrici delle UIU (Unità Immobiliari Urbane) e altro.<br />

Catasto per i Comuni<br />

Per tutti i Comuni (esclusi i Comuni delle province autonome di Trento e Bolzano) è disponibile, attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate,<br />

una specifica piattaforma per l’interscambio gratuito dei dati (il “Portale per i Comuni”), dove è possibile scaricare, gratuitamente, per il territorio di<br />

propria competenza, la cartografia catastale in formato vettoriale, i dati censuari del Catasto Terreni e del Catasto Urbano, i dati metrici delle UIU,<br />

gli atti di aggiornamento, le note di trascrizione, i fabbricati mai dichiarati in Catasto, ecc.<br />

Aggiornamento dei dati Catastali<br />

I Comuni devono presentare al Catasto gli atti tecnici per l’aggiornamento delle strade e degli edifici, di proprietà del Comune stesso.<br />

Aggiornare l’anagrafe dei numeri civici<br />

I Comuni devono provvedere alle verifiche dei numeri civici e alla loro eventuale attribuzione (eliminando la dicitura s.n.c.) sul “Portale per i<br />

Comuni” dell’Agenzia delle Entrate, nell’apposito spazio ed inserire informazioni aggiornate e verificate.<br />

Repertorio nazionale dei dati territoriali<br />

Il catalogo nazionale dei metadati http://www.rndt.gov.it risponde all’esigenza di ricerca di dati e servizi geografici necessari per supportare il processo<br />

decisionale e pertanto le Amministrazioni sono tenute ad aggiornarlo costantemente con informazioni tempestive e attendibili.<br />

DURANTE L’EMERGENZA<br />

Aggiornamento cartografico con Droni<br />

Esce consolidato ed affermato dalle recenti esperienze che il rilievo da UAV (Unmanned Aerial Vehicle, usualmente chiamato drone) si affianca al telerilevamento<br />

da satellite per derivare cartografie anche approssimate e rappresentazioni della situazione post evento. L’attuale tecnologia più diffusa per i<br />

mezzi ad ala fissa consente, in un tempo medio inferiore ai 20 minuti, di coprire, volando ad un’altezza di 150 metri, una zona ampia qualche km 2.<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°5-2015


VADEMECUM<br />

La disponibilità di batterie e piattaforme ridondanti elimina il tempo d’inattività tra un volo e l’altro.<br />

Per il raggiungimento di buone precisioni (anche al fine di un successivo utilizzo delle immagini acquisite) e considerando che è necessario trovare il<br />

giusto compromesso tra il numero di punti rilevabili a terra nel tempo disponibile, l’accessibilità del sito e i mezzi a disposizione, si consiglia di:<br />

- eseguire voli con ricoprimenti dell’ordine del 75-80%, sia in senso longitudinale che trasversale.<br />

- considerare che l’aumento dei punti di controllo a terra conduce al miglioramento della qualità metrica dei rilievi.<br />

- operare, al posto di una presa semplice, con uno schema di ripresa incrociato.<br />

Si consideri che risoluzioni a terra dell’ordine di 4-5 cm in fase di presa, possono portare ad accuratezze ragionevoli migliorabili con una ottimale<br />

distribuzione di punti di appoggio ed uso di processi di restituzione fotogrammetrici, anche attivabili in fasi successive all’evento.<br />

Considerazioni sulla normativa ENAC per Droni<br />

In condizioni di grave evento i perimetri di sorvolo si trovano all’interno delle cosiddette “zone rosse”, per le quali è già di per sé garantita l’assenza<br />

di popolazione. In questa situazione, i tecnici addetti alla sicurezza sono già in qualche misura in contatto con le sale operative, ottemperando di<br />

fatto alla situazione prescritta dall’art. 27 del regolamento che richiede che le persone in area di sorvolo siano sotto il diretto controllo dell’operatore<br />

SAPR.<br />

Sulle aree colpite da emergenza viene solitamente dichiarata, attraverso un NOTAM, una no fly zone che preclude tutte le autorizzazioni eventualmente<br />

in corso, lasciando quindi alle determinazioni conseguenti il nuovo stato dei luoghi le indicazioni in merito ai permessi di sorvolo;<br />

Per i mezzi di proprietà dei Vigili del Fuoco e delle forze di Polizia viene ordinariamente applicata la normativa prescritta dall’art. 744 comma 4 del<br />

Codice della Navigazione, che consente maggiori flessibilità di utilizzo per gli Aeromobili di Stato. In tali evenienze, nel caso in cui il pilota di questi<br />

mezzi dovesse essere un tecnico non appartenente all’Amministrazione, verrebbe rilasciata una qualifica di Ausiliario di Polizia Giudiziaria / Pubblica<br />

Sicurezza , con la conseguente possibilità di operare.<br />

Software usato per restituzione da Droni<br />

È necessario ponderare l’uso di software speditivi come ad esempio quelli derivati dall’approccio Structure from Motion (SfM), che derivano una<br />

prima ricostruzione 3D sparsa della scena rilevata, presentando innegabili vantaggi in termini di velocità e automazione in fase di elaborazione. Nei<br />

casi in cui le immagini non siano state acquisite correttamente e il processo di elaborazione verificato, i risultati all’apparenza ‘gradevoli’ possono<br />

occultare in realtà errori o deformazioni geometriche.<br />

Ufficialità dei rilievi da Drone<br />

I dati rilevati possono avere una accuratezza anche al di sotto dei 10 cm se si verifica l’attendibilità del prodotto intermedio del DTM. Prassi da consigliare<br />

e rendere obbligatoria nel caso in cui le elaborazioni debbano essere impiegate in restituzioni con carattere di ufficialità.<br />

Popolazione Residente<br />

Il dato della popolazione residente è fondamentale già nelle prime fasi della ricerca dei dispersi. L’incrocio dei dati relativi alle particelle catastali con<br />

quelli relativi alla popolazione residente consente di orientare correttamente i soccorsi e di mappare efficacemente le attività svolte.<br />

Google Street View<br />

Il servizio di Google Street View, disponibile sulle strade di grandi e piccoli centri, consente di visualizzare le immagini dei fronti stradali degli<br />

edifici pre-evento per avere informazioni vitali per la ricerca dei dispersi. Tramite apposite app è possibile combinare dinamicamente planimetrie, ad<br />

esempio quelle catastali, con lo scorrere a schermo dei fronti stradali.<br />

(per la copertura vedi http://www.google.com/help/maps/streetview/learn/where-is-street-view.html )<br />

Entità “Fabbricato” del Catasto<br />

Per meglio localizzare eventuali dispersi, possono essere di utilità le nuove informazioni associate alla entità catastale “Fabbricato” che riguardano:<br />

elenco delle UIU e relative planimetrie, numero delle UIU, tipologia (residenziale, commerciale, residenziale promiscuo, ville e villini ecc.),<br />

superficie dell’impronta al suolo, superficie di piano (minima, media e massima), destinazione d’uso prevalente (residenziale, commerciale,<br />

produttivo ecc.), numero di UIU raggruppate per categoria (abitazioni, negozi, ospedali, scuole, uffici pubblici, opifici, alberghi, teatri, ecc.),<br />

indirizzo certificato dal Comune, anno di costruzione, numero dei piani (fuori terra ed entro terra).<br />

Debolezza della georeferenziazione GNSS su smartphone<br />

La georeferenziazione con GNSS, a fronte di una sua diffusione potente nei comuni smartphone e semplici dispositivi portatili, rende disponibile<br />

un posizionamento carente della precisione adeguata alla necessità di localizzazione negli scenari emergenziali, tale da rendere spesso preferibile<br />

l’individuazione dei punti relativi alle operazioni a mano su carta stampata. I recenti sviluppi tecnologici e metodologici si stanno comunque<br />

muovendo verso la realizzazione di strumenti di posizionamento più precisi (Galileo) e soluzioni assistite per canyon urbani e interni.<br />

Attivazione del sistema di emergenza Copernicus (EMS)<br />

Possono attivare il sistema di Emergenza Copernicus per la produzione di mappe di danno rilevate da confronto di immagini da satellite o da aereo:<br />

- Authorized Users (National Focal Point negli Stati Membri e nei paesi appartenenti al meccanismo europeo di Protezione civile -i servizi EC e la<br />

Situation Room dell‘European<br />

External Action Service) compilando un modulo di Richiesta di Servizio disponibile sul portale Copernicus EMS all’indirizzo http://emergency.<br />

copernicus.eu/mapping/ems/how-use-service.<br />

Il modulo dovrà essere inviato a ECHOERCC@ec.europa.eu, facendo seguire all’invio del modulo una chiamata alla centrale operativa situata a<br />

Bruxelles (+32- 2-29-21112).<br />

- Associated Users (organizzazioni governative internazionali od organizzazioni non governative nazionali e internazionali, enti e istituzioni nel<br />

perimetro dell’European External Action Service) contattando il proprio Focal Point nazionale, se noto, o rivolgendosi direttamente all’ERCC per<br />

supporto.<br />

Gli altri utenti General Public Users non sono autorizzati ad attivare il servizio, ma possono accedere a tutte le informazioni e ai dati sulle attivazioni<br />

in corso e passate attraverso il portale: http://emergency.copernicus.eu<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-2015 33


REPORT<br />

L’importante ruolo degli<br />

open data nelle emergenze<br />

di Maurizio Napolitano<br />

Icone dal progetto Noun Project create da Luis Prado, Five by Five e Vaibhav Radhakrishnan<br />

Durante le emergenze<br />

l’informazione<br />

geografica riveste un<br />

ruolo molto importante<br />

e delicato: diventa lo<br />

strumento principale per<br />

capire cosa è accaduto<br />

e prendere decisioni. I<br />

dati rivestono pertanto<br />

un ruolo cruciale. La<br />

disponibilità di questi<br />

il prima possibile con<br />

la garanzia che siano<br />

corretti è un aspetto non<br />

banale.<br />

Davanti alle emergenze<br />

cadono anche quelle resistenze<br />

nel distribuire i<br />

dati e lasciare che vengano usati.<br />

Certo, lo scopo per cui vengono<br />

usati è ben definito, e quindi le<br />

barriere si abbassano in maniera<br />

naturale.<br />

Il concetto di open data non è<br />

molto diverso in quanto la definizione<br />

più semplice dice: dati<br />

il cui riuso è concesso (e spesso<br />

anche incentivato) a qualsiasi<br />

scopo. D’altronde open data letteralmente<br />

significa “dati aperti”,<br />

il contrario di aperti è chiusi<br />

e chiuso fa ben capire quale è la<br />

condizione di permesso di accesso<br />

al dato.<br />

Il codice di<br />

amministrazione digitale<br />

Se vogliamo andare sul tecnico, il<br />

codice di amministrazione digitale<br />

all’articolo 68 comma 3b definisce<br />

gli open data come “[...] dati<br />

che presentano le seguenti caratteristiche:<br />

1) sono disponibili secondo i<br />

termini di una licenza che ne permetta<br />

l'utilizzo da parte di chiunque<br />

[= soggetti giuridici], anche per<br />

finalità commerciali, in formato disaggregato;<br />

2) sono accessibili attraverso<br />

le tecnologie dell'informazione<br />

e della comunicazione, ivi comprese<br />

le reti telematiche pubbliche e private,<br />

in formati aperti ai sensi della<br />

lettera a), sono adatti all'utilizzo<br />

automatico da parte di programmi<br />

per elaboratori e sono provvisti dei<br />

relativi metadati [..]” 1<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Si tratta di una definizione molto<br />

precisa e tecnica che evidenzia<br />

l’accesso ai dati su tre livelli: il<br />

permesso di riuso (= la licenza),<br />

il fatto di essere in formati strutturati<br />

in moda da essere automatizzati<br />

(= quindi processabili da<br />

software come i GIS) e quello di<br />

essere provvisti di documentazione<br />

(= i metadati necessari per<br />

capire i dati).<br />

Il caso del codice di amministrazione<br />

digitale è rivolto in<br />

particolare alle pubbliche amministrazioni<br />

dove, l’apertura<br />

dei dati, spesso è vista come un<br />

atto naturale in quanto, avendo<br />

il mandato di gestire il bene comune,<br />

mettere a disposizione i<br />

dati è una conseguenza. L’open<br />

data comunque può essere una<br />

iniziativa a cui si rivolgono<br />

anche privati o comunità (il<br />

caso più importante è senza<br />

ombra di dubbio quello di<br />

OpenStreetMap). In ogni caso<br />

l’apertura deve essere guidata<br />

dal realizzare o ottenere un beneficio.<br />

Una azienda privata, ad<br />

esempio, può decidere di aprire<br />

dei dati per mostrare il proprio<br />

valore sociale o, meglio, per aprire<br />

delle collaborazioni fra coloro<br />

che cominceranno a riusarli.<br />

La qualità dei dataset open data<br />

In Italia, il fenomeno open data<br />

ha avuto inizio a fine 2011 e,<br />

da lì in poi si è visto un numero<br />

sempre più crescente di dataset<br />

disponibili. Purtroppo però<br />

molte di queste iniziative producono<br />

dati di scarso interesse,<br />

molto spesso non aggiornato o,<br />

ancora peggio, privi della documentazione<br />

necessaria per essere<br />

capiti. Un caso divenuto famoso<br />

in Italia è quello dello shape file<br />

di un comune dove, una colonna<br />

degli attributi, aveva nome<br />

“giancarlo” e da qui l’hashtag<br />

#chiègiancarlo. 2<br />

L’essere guidati dal produrre dei<br />

benefici è importante per fare<br />

crescere l’intera comunità.<br />

Le emergenze, nella loro disgrazia,<br />

sono un esempio per capire<br />

la rilevanza degli open data inoltre<br />

si portano dietro altre caratteristiche<br />

fondamentali come la<br />

completezza, l’aggiornamento e<br />

la metadatazione che si possono<br />

riassumere nella sola parola di<br />

“qualità ”. I dati di qualità sono<br />

quelli in grado di creare crescita.<br />

Nelle emergenze c’è in gioco<br />

la vita di molti e dati sbagliati<br />

possono causare ulteriori danni.<br />

Davanti a questa consapevolezza,<br />

nei momenti in cui non si è in<br />

emergenza, c’è chi preferisce non<br />

divulgare, lasciare i dati nelle<br />

mani di pochi esperti del settore<br />

come forma di sicurezza.<br />

Il mondo dell’open source ha<br />

però dimostrato che, molto<br />

spesso, il concetto di “security<br />

by oscurity” 3 (sicurezza tramite<br />

segretezza) ottiene l’effetto opposto<br />

in quanto più persone hanno<br />

la possibilità di verificare, e più<br />

saranno i contributi al loro miglioramento.<br />

OpenStreeMap funziona sullo<br />

stesso principio e, per quanto<br />

possa sembrare strano, ha moltissimi<br />

casi di successo.<br />

Offrire open data vuol dire anche<br />

contribuire ad aumentare il<br />

know-how: quanti sono i casi<br />

di studenti che imparano le tecnologie<br />

dei sistemi informativi<br />

territoriali e che poi si trovano in<br />

difficoltà ad avere dati per mettere<br />

in pratica quanto imparato?<br />

Anche se ora la situazione sta<br />

cambiando, fino a qualche anno<br />

fa, era più facile avere dati territoriali<br />

accessibili a qualsiasi scopo<br />

visitando il sito della USGS 4<br />

- United States Geological<br />

Survey che quello delle agenzie<br />

italiane, creando questa imbarazzane<br />

situazione del trovare più<br />

risposte sull’Italia usando i dati<br />

prodotti negli Stati Uniti.<br />

La società moderna sta producendo<br />

sempre più dati in<br />

formato digitale e, il know-how<br />

necessario per capire, elaborare e<br />

gestire dati diventa ogni giorno<br />

sempre più importante. Creare<br />

cultura del dato è la parola chia-<br />

ve di tutto questo. Più cultura<br />

riusciamo a creare e maggiore<br />

sarà la qualità dei dati e ancora<br />

più velocemente saremo in grado<br />

di affrontare le emergenze.<br />

Sappiamo benissimo che le<br />

emergenze si affrontano anche<br />

con la prevenzione.<br />

In Italia abbiamo già qualche<br />

base dati aperta che aiuta (il progetto<br />

“Italia Sicura” 5 è uno di<br />

questi) a capire quando mettersi<br />

in allerta. Abbiamo anche bisogno<br />

di dati aperti per gestire la<br />

ricostruzione dopo la catastrofe<br />

per evitare errori futuri o per<br />

monitorare che il lavoro sia fatto<br />

correttamente (il caso del progetto<br />

‘Open Ricostruzione” 6 è uno<br />

di questi). Abbiamo la comunità<br />

italiana di OpenStreetMap<br />

che si mostra molto reattiva.<br />

Dobbiamo solo avere più coraggio<br />

nell’aprire i dati e nell’accompagnare<br />

questa operazione<br />

ad azioni di divulgazione in<br />

modo da far crescere questa<br />

cultura del dato di cui abbiamo<br />

tanto bisogno.<br />

NOTE<br />

http://www.agid.gov.it/cad/art-68-analisi-comparativasoluzioni<br />

http://blog.spaziogis.it/2013/03/19/2013-anno-degliopengeodata-lentusiasmo-mio-e-calante/<br />

https://en.wikipedia.org/wiki/Security_through_obscurity<br />

https://www.usgs.gov/<br />

http://italiasicura.governo.it/<br />

http://www.openricostruzione.it/<br />

PAROLE CHIAVE<br />

open data, openstreetmap, agid<br />

ABSTRACT<br />

The important role of open data in emergencies<br />

During emergencies, the geographic information plays a<br />

very important and delicate role becoming the main tool<br />

to understand what happened and to take decisions. The<br />

data therefore will play a crucial role. The availability of<br />

data as soon as possible, with the guarantee that they are<br />

correct, is a non-trivial aspect.<br />

AUTORE<br />

Maurizio Napolitano<br />

Digital Commons Lab, centro ICT<br />

Fondazione Bruno Kessler<br />

Via Sommarive 18, 38123 Povo (TN)<br />

napolitano@fbk.eu<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 35


REPORT<br />

Il sistema cartografico del Catasto quale<br />

strumento di supporto alla gestione delle emergenze<br />

di Flavio Celestino Ferrante e Maurizio Ambrosanio<br />

Centro abitato del Comune di Visso. Particolare della mappa elaborata dal<br />

Copernicus Emergency Management Service, in formato immagine.<br />

Il Catasto, incorporato nell'Agenzia delle Entrate<br />

dal 1° dicembre 2012, si presenta oggi come<br />

una realtà complessa e dinamica, caratterizzata<br />

dal massivo utilizzo di tecnologie all’avanguardia<br />

che gli consentono di colloquiare a distanza<br />

con i propri utenti attraverso piattaforme web.<br />

Elevato è il grado di informatizzazione raggiunto<br />

nell’aggiornamento dei dati, ma soprattutto nella<br />

scelta e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche<br />

innovative che permettono l’aggiornamento<br />

in tempo reale degli archivi cartografici e<br />

censuari nel rispetto della totale trasparenza dei<br />

procedimenti amministrativi.<br />

Il Catasto, forte delle sue<br />

radici e consapevole della<br />

necessità di un proprio costante<br />

aggiornamento, mette oggi<br />

al servizio del Paese le proprie<br />

informazioni, le competenze, le<br />

conoscenze e i saperi per l’attuazione<br />

di una moderna governance<br />

del territorio.<br />

I dati e le tecnologie per la<br />

gestione del territorio<br />

Il vero punto di forza dell’Agenzia<br />

delle Entrate, ramo Territorio,<br />

costituito dal patrimonio di<br />

conoscenze e di dati relativi agli<br />

immobili italiani, articolato su tre<br />

sistemi informativi: Catasto, con<br />

oltre 85 milioni di particelle, 18<br />

milioni di fabbricati, 63 milioni<br />

di Unità Immobiliari Urbane<br />

(UIU) e 53 milioni di intestati;<br />

la Pubblicità Immobiliare, con<br />

oltre 45 milioni di note meccanizzate<br />

e 40 milioni di note in<br />

formato digitale, per l’individuazione<br />

dei titolari dei diritti reali<br />

sugli immobili; Osservatorio del<br />

Mercato Immobiliare, con oltre<br />

160.000 valori immobiliari relativi<br />

a 27.500 zone di osservazione<br />

per 17 tipologie edilizie.<br />

Grazie all’investimento di<br />

notevoli risorse, l’Agenzia è<br />

attualmente impegnata nella<br />

implementazione di un’evoluta e<br />

innovativa infrastruttura, realizzata<br />

con tecnologia Web-Gis, denominata<br />

Anagrafe Immobiliare<br />

Integrata, rivolta a tutte le amministrazioni,<br />

enti, professionisti<br />

e cittadini che si occupano del<br />

governo del territorio, frutto<br />

dell’integrazione dei tre sistemi<br />

informativi appena descritti.<br />

Una componente dell’Anagrafe<br />

Immobiliare Integrata è<br />

rappresentata dal SIT (Sistema<br />

Integrato Territorio), che è un’evoluzione<br />

dell’attuale sistema<br />

catastale e cartografico. Il SIT<br />

supera l’attuale caratterizzazione<br />

dei sistemi basata dalla separazione<br />

dei vari archivi (cartografico,<br />

censuario terreni e urbano, planimetrico)<br />

e l’architettura distribuita<br />

sui 101 Uffici Provinciali<br />

e consente la navigazione e la<br />

ricerca su base geografica delle informazioni<br />

cartografiche, grafiche<br />

e censuarie gestite dal Catasto.<br />

Il patrimonio cartografico<br />

del Catasto<br />

L’Agenzia gestisce per conto dello<br />

Stato il sistema informativo degli<br />

immobili in Italia, sotto il profilo<br />

della individuazione, della descrizione<br />

delle caratteristiche tecniche,<br />

della valutazione economica<br />

e della registrazione dei diritti.<br />

La geolocalizzazione degli immobili<br />

è basata sul sistema cartografico<br />

catastale.<br />

Il Catasto, a partire dal 1960, in<br />

qualità di Organo Cartografico<br />

Ufficiale dello Stato, è responsabile<br />

della gestione della cartografia<br />

catastale e soprattutto del suo<br />

costante aggiornamento.<br />

Il sistema cartografico del<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Catasto, completo e omogeneo<br />

sull’intero territorio nazionale,<br />

è basato su cartografia a grande<br />

scala e conta oltre 300.000 fogli<br />

di mappa alla scala di 1:2000 (i<br />

centri urbani sono in scala di<br />

1:1000); è gestito completamente<br />

in formato vettoriale ed<br />

è disponibile in tutti i sistemi di<br />

coordinate, nazionali e globali; è<br />

collegato agli archivi amministrativo-censuari<br />

attraverso un identificativo<br />

univoco, per l’intero<br />

territorio nazionale: il numero di<br />

particella.<br />

Il Sistema di aggiornamento<br />

cartografico e censuario del<br />

Catasto<br />

Il legame indissolubile tra la componente<br />

tecnica e giuridica della<br />

mappa e la componente amministrativo-censuaria,<br />

rappresentato<br />

dall’identificativo catastale, deve<br />

essere mantenuto costantemente<br />

allineato in entrambi gli archivi<br />

durante tutti i processi di aggiornamento,<br />

al fine di rendere<br />

efficace l’informazione catastale<br />

nei procedimenti fiscali, civili e di<br />

gestione del territorio.<br />

L’aggiornamento dei dati in archivi<br />

separati con il mantenimento<br />

della loro congruenza nel tempo<br />

ha sempre rappresentato per il<br />

Catasto, una sfida e un obiettivo<br />

da perseguire a tutti i costi.<br />

Nel più generale quadro d’interscambio<br />

di informazioni con<br />

gli altri Enti territoriali, in cui le<br />

Banche Dati catastali assumono e<br />

si caricano di grandi potenzialità<br />

di utilizzo per rispondere alle esigenze<br />

di conoscenza territoriale,<br />

risulta di fondamentale importanza<br />

il puntuale e tempestivo<br />

aggiornamento degli archivi<br />

con procedure automatizzate e<br />

standardizzate, che assicurino la<br />

costante attualizzazione e sincronizzazione<br />

delle informazioni<br />

contenute nei diversi archivi<br />

catastali.<br />

Per far fronte ad oltre 400.000<br />

atti di aggiornamento presentati<br />

annualmente presso gli Uffici<br />

provinciali del Catasto e che<br />

movimentano mediamente un<br />

milione di particelle, il sistema<br />

di aggiornamento della cartografia<br />

e dell’archivio censuario del<br />

Catasto dei Terreni è stato totalmente<br />

automatizzato.<br />

L’aggiornamento viene eseguito<br />

in tempo reale e senza alcun intervento<br />

umano, anche di notte<br />

e nei giorni festivi, direttamente<br />

dallo studio dei professionisti abilitati,<br />

attraverso una infrastruttura<br />

tecnologica ed un modello organizzativo<br />

basati sulla procedura<br />

elaborativa Pregeo.<br />

La congruenza dei dati cartografici<br />

con i dati censuari<br />

del Catasto dei Terreni e<br />

del Catasto Urbano<br />

Le mappe ed i corrispondenti<br />

archivi censuari, sono, come già<br />

ricordato, tra loro strettamente<br />

correlati e devono risultare costantemente<br />

aggiornati e congruenti<br />

per assolvere a tutte le<br />

funzioni fiscali e civili di un catasto<br />

moderno.<br />

Attualmente, ma già dalla fine<br />

degli anni ’80, gli archivi cartografici<br />

e censuari vengono<br />

aggiornati simultaneamente con<br />

la procedura Pregeo cui si è fatto<br />

cenno precedentemente: viene<br />

così garantita la completa congruenza<br />

degli archivi sui flussi di<br />

dati oggetto di aggiornamento.<br />

Il Catasto dei Fabbricati, come<br />

è noto, è stato istituito alla<br />

fine degli anni ’30 del secolo<br />

scorso, ed è stato, per alcune<br />

aree geografiche, basato su una<br />

mappa urbana completamente<br />

avulsa dalla<br />

mappa del Catasto<br />

dei Terreni:<br />

questa condizione<br />

ha generato nel<br />

tempo dei disallineamenti<br />

tra i<br />

dati cartografici e<br />

censuari del Catasto<br />

dei Terreni<br />

con i dati censuari del Catasto<br />

Urbano.<br />

Il Catasto, consapevole della<br />

necessità di rendere congruenti<br />

i due archivi, già da oltre un<br />

decennio è impegnato, con notevoli<br />

risorse qualificate interne, a<br />

realizzare la correlazione tra i dati<br />

cartografici e censuari del Catasto<br />

terreni con quelli del Catasto<br />

urbano; al momento le attività<br />

sono in fase di completamento.<br />

La coerenza dei dati negli archivi<br />

catastali getta il ponte per la geolocalizzazione<br />

diretta, sulla mappa<br />

catastale, delle UIU presenti<br />

nell’archivio del Catasto Urbano.<br />

Si creano così le condizioni che<br />

consentono di sfruttare appieno<br />

le potenzialità dei moderni sistemi<br />

GIS. E’ appena il caso di<br />

evidenziare come l’efficacia delle<br />

analisi spaziali sugli immobili dipendano<br />

fortemente dal grado di<br />

correlazione degli archivi.<br />

L’archivio “Fabbricati”<br />

Come è noto, l’elemento inventariale<br />

minimo del Catasto dei<br />

Terreni è la «Particella» caratterizzata<br />

da una sua rappresentazione<br />

cartografica e da una serie di attributi<br />

mentre l’elemento minimo<br />

inventariale del Catasto Urbano<br />

è la «Unità Immobiliare Urbana»<br />

caratterizzata da una rappresentazione<br />

grafica (planimetria) e da<br />

una serie di attributi.<br />

Nessuna informazione sul “fabbricato”<br />

era presente in Catasto.<br />

Per supportare il progetto di revisione<br />

degli estimi, è stato istituito<br />

un nuovo oggetto catastale: il<br />

fabbricato.<br />

Il fabbricato è una entità logica<br />

Centro abitato del Comune di Visso.<br />

Particolare della mappa catastale con la sovrapposizione<br />

dei dati vettoriali, relativi alla tematizzazione dei danni sui fabbricati,<br />

scaricati dal Copernicus Emergency Management Service<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 37


REPORT<br />

complessa del sistema catastale<br />

e per sua definizione deriva dal<br />

corpo di fabbrica.<br />

Tutti i dati del fabbricato (attributi)<br />

sono stati desunti dagli<br />

atti catastali elaborando le informazioni<br />

delle singole UIU<br />

che insistono sulla medesima<br />

particella. Si riportano a titolo<br />

esemplificativo gli attributi più<br />

significativi del fabbricato, che<br />

rilevano ai fini di questo contributo<br />

orientato al servizio di protezione<br />

civile: elenco delle UIU<br />

e relative planimetrie, numero<br />

delle UIU, tipologia (residenziale,<br />

commerciale, residenziale promiscuo,<br />

ville e villini ecc.), superficie<br />

dell’impronta al suolo, superficie<br />

di piano (minima, media e massima),<br />

destinazione d’uso prevalente<br />

(residenziale, commerciale,<br />

produttivo ecc.), numero di UIU<br />

raggruppate per categoria (abitazioni,<br />

negozi, ospedali, scuole,<br />

uffici pubblici, opifici, alberghi,<br />

teatri, ecc.), indirizzo certificato<br />

dal comune, anno di costruzione,<br />

numero dei piani (fuori terra ed<br />

entro terra).<br />

Le piattaforme tecnologiche<br />

per la condivisione dei dati<br />

Per la fruibilità dei dati catastali<br />

(consultazione e download), l’Agenzia<br />

ha realizzato, già da tempo,<br />

specifiche piattaforme tecnologiche,<br />

accessibili via internet, a<br />

favore di cittadini, professionisti e<br />

Pubbliche Amministrazioni.<br />

Per i cittadini la piattaforma è<br />

“fisconline”, attraverso la quale<br />

si può accedere gratuitamente,<br />

previa autenticazione, a tutte le<br />

informazioni relative ai propri<br />

beni immobili, comprese le planimetrie<br />

delle UIU.<br />

Per i professionisti è stata realizzata<br />

la piattaforma “SisTer”, attraverso<br />

cui sono disponibili i servizi<br />

di “visura catastale”, di richiesta e<br />

fornitura degli estratti della mappa<br />

ed il servizio di trasmissione<br />

telematica degli atti di aggiornamento<br />

del Catasto.<br />

Per tutte le Pubbliche<br />

Amministrazioni, è disponibile<br />

il “Sistema di Interscambio”, il cui<br />

accesso avviene attraverso servizi<br />

di cooperazione applicativa. I servizi<br />

di download, gratuiti per tutte<br />

le Pubbliche Amministrazioni,<br />

pubblicati su specifica richiesta<br />

e con cadenza stabilita dall’Ente<br />

Cooperante, riguardano la cartografia<br />

catastale in formato vettoriale,<br />

i dati censuari del Catasto<br />

Terreni e del Catasto Urbano, i<br />

dati metrici delle UIU, ecc.. Al<br />

momento hanno attivato i servizi<br />

18 Regioni e 5 Enti Centrali, tra<br />

cui il Dipartimento di Protezione<br />

Civile.<br />

Per i Comuni è stata realizzata<br />

una specifica piattaforma per<br />

l’interscambio gratuito dei dati<br />

“il portale per i Comuni”; alcuni<br />

dei servizi di download, erogati a<br />

tutti i Comuni, vengono pubblicati<br />

su specifica richiesta dei<br />

Comuni stessi ( la cartografia<br />

catastale in formato vettoriale, i<br />

dati censuari del Catasto Terreni<br />

e del Catasto Urbano, i dati metrici<br />

delle UIU, ecc.), mentre altri<br />

servizi vengono pubblicati con<br />

cadenza periodica (atti di aggiornamento<br />

Docfa e Pregeo, note<br />

di trascrizione, fabbricati mai<br />

dichiarati in catasto ecc.)<br />

Legenda della mappa elaborata dal Copernicus<br />

Emergency Management Service<br />

Il sistema cartografico del<br />

Catasto nella gestione della<br />

emergenza del sisma che ha<br />

colpito l’Italia centrale<br />

Fin dalle prime ore successive<br />

all’evento sismico del 24 agosto,<br />

l’Agenzia delle Entrate, attraverso<br />

il Settore Cartografico del<br />

Catasto, ha fornito supporto qualificato<br />

nelle attività di soccorso.<br />

In un’interlocuzione costante con<br />

il Corpo Nazionale dei Vigili del<br />

Fuoco, sono state fornite a tutti i<br />

presìdi sul campo, per il tramite<br />

dell’Ufficio TAS ( Topografia<br />

Applicata al Soccorso) dello stesso<br />

Corpo, le informazioni cartografiche<br />

catastali, che, in forza del<br />

loro grado di dettaglio e aggiornamento,<br />

sono state efficacemente<br />

utilizzate già durante la fase dei<br />

soccorsi per l’individuazione e<br />

l’analisi delle zone abitate, delle<br />

case sparse e dei singoli edifici<br />

danneggiati dal sisma. La cartografia<br />

è stata fornita nei formati<br />

vettoriali standard e nei sistemi<br />

di riferimento nazionali e globali<br />

e quindi direttamente integrabile<br />

con altre informazioni in disponibilità<br />

dei Vigili del Fuoco. La<br />

presenza negli archivi catastali di<br />

informazioni storiche, desunte<br />

dal “quadro di unione” dei fogli<br />

di mappa, ha rappresentato un<br />

ulteriore elemento di utilità,<br />

consentendo l’immediata localizzazione<br />

e corretta denominazione<br />

di tutte le 69 frazioni del comune<br />

di Amatrice.<br />

L’importanza strategica della<br />

cartografia catastale è stata sottolineata<br />

dal Capo del Corpo<br />

Nazionale dei Vigili del Fuoco,<br />

che in una nota di ringraziamento<br />

inviata all’Agenzia delle<br />

Entrate, per l’aiuto fornito nelle<br />

operazioni di soccorso tecnico<br />

urgente, ha auspicato una collaborazione<br />

istituzionale da regolamentare<br />

con apposito accordo.<br />

La cartografia catastale e tutte le<br />

informazioni nella disponibilità<br />

dell’Agenzia, relative alle aree<br />

progressivamente colpite dagli<br />

eventi sismici, sono state inoltre<br />

richieste dal Dipartimento di<br />

Protezione Civile per la gestione<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

delle fasi di soccorso e soprattutto<br />

di superamento dell’emergenza.<br />

Le informazioni cartografiche<br />

catastali, consentendo l’identificazione<br />

univoca di qualsiasi<br />

immobile (terreno o fabbricato)<br />

sull’intero territorio nazionale,<br />

costituiscono naturalmente un<br />

indispensabile elemento per la<br />

gestione dei molteplici processi<br />

tecnici ed amministrativi avviati<br />

nelle fasi successive al primo<br />

soccorso ed ovviamente tuttora<br />

in corso (dalla realizzazione delle<br />

aree di accoglienza per l’insediamento<br />

di infrastrutture di emergenza,<br />

alle verifiche di agibilità,<br />

alle stime delle indennità di occupazione<br />

e di espropriazione dei<br />

terreni presi in possesso, ecc.).<br />

E’ proprio sulla base di questa<br />

ultima tragica esperienza che<br />

l’Agenzia delle Entrate e il Dipartimento<br />

di Protezione Civile<br />

hanno stipulato, in data 26 settembre<br />

u.s., un Accordo Quadro<br />

per regolamentare un rapporto<br />

di collaborazione organico e<br />

continuativo, della durata di 10<br />

anni, che sarà disciplinato da<br />

specifici accordi tecnici esecutivi,<br />

allo scopo di: valorizzare, tutti<br />

i dati catastali, in particolare la<br />

cartografia ed i dati tecnici relativi<br />

ai fabbricati, che l’Agenzia<br />

gestisce e tiene costantemente<br />

aggiornati, anche predisponendo<br />

specifici servizi di interoperabilità;<br />

integrare i dati catastali e fiscali<br />

nel Sistema Informativo del<br />

DPC; supportare il DPC, ovvero<br />

i soggetti da esso delegati in<br />

caso di intervento emergenziale<br />

nella conoscenza e comprensione<br />

dei dati catastali sia nella fase<br />

di pianificazione che in quella<br />

della emergenza e della postemergenza;<br />

supportare il DPC<br />

nella definizione delle procedure<br />

per l’occupazione d’urgenza<br />

delle aree utili all’insediamento<br />

di infrastrutture di emergenza,<br />

con la redazione dello stato di<br />

consistenza e del verbale di immissione<br />

in possesso; effettuare<br />

le stime delle indennità di occupazione<br />

e di espropriazione dei<br />

terreni presi in possesso.<br />

L’accordo tra i due Enti ha trovato<br />

una pratica applicazione<br />

con l’immediato utilizzo della<br />

cartografia catastale nell’ambito<br />

di attività già avviate, come nel<br />

caso del Copernicus Emergency<br />

Management Service.<br />

Su richiesta del Dipartimento di<br />

Protezione Civile, i dati cartografici<br />

catastali relativi ai fabbricati<br />

sono stati infatti utilizzati e rielaborati<br />

nell’ambito del programma<br />

europeo Copernicus per il<br />

supporto alla individuazione dei<br />

danni sull’edificato e per la relativa<br />

tematizzazione su base cartografica,<br />

condotta fin dai momenti<br />

immediatamente successivi<br />

agli eventi sismici che hanno<br />

interessato l’Italia centrale dallo<br />

scorso 26 ottobre. Al momento<br />

la cartografia catastale è stata<br />

utilizzata per tali attività, su 19<br />

comuni delle province di Ascoli<br />

Piceno, Fermo e Macerata. Le<br />

immagini e i dati vettoriali risultanti<br />

dalle elaborazioni sono stati<br />

resi disponibili attraverso il sito<br />

web del Copernicus Emergency<br />

Management Service<br />

(http://emergency.copernicus.<br />

eu/mapping/list-of-components/<br />

EMSR190).<br />

Conclusioni<br />

Nel corso delle attività svolte<br />

e dalle analisi congiunte con<br />

il Dipartimento di Protezione<br />

Civile e del Corpo Nazionale dei<br />

Vigili del Fuoco, sono emersi<br />

elementi di riflessione riguardo<br />

alle potenzialità dell’informazione<br />

geografica catastale nelle<br />

emergenze, a partire dalle attività<br />

di previsione e prevenzione, non<br />

solamente in termini di conoscenza<br />

di base, ma anche di modellazioni<br />

e analisi spaziali realizzabili<br />

attraverso l’integrazione con altre<br />

banche dati, in primo luogo con<br />

quelle fiscali ed economiche gestite<br />

dalla stessa Agenzia delle Entrate.<br />

Con le attività messe in campo<br />

per la gestione degli eventi<br />

sismici in Italia centrale, sopra<br />

sinteticamente descritte, si è intrapreso<br />

un percorso virtuoso, tra<br />

Pubbliche Amministrazioni, per<br />

dare effettiva applicazione alla<br />

necessaria condivisione di dati.<br />

Per cogliere e valorizzare efficacemente<br />

le opportunità derivanti<br />

dalla disponibilità ed interoperabilità<br />

di un così importante e<br />

unico patrimonio informativo<br />

basato sulla cartografia catastale,<br />

quello in disponibilità dell’Agenzia<br />

delle Entrate, non è sufficiente<br />

soltanto un’azione limitata alla<br />

mera fornitura dei dati stessi, ma<br />

risultano essenziali la conoscenza<br />

degli obiettivi istituzionali delle<br />

Amministrazioni coinvolte, dei<br />

rispettivi sistemi informativi, lo<br />

scambio di competenze, la definizione<br />

dei processi e la condivisione<br />

degli strumenti tecnici.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

DI FILIPPO, S.; ., FERRANTE, F.; ., GARNERO, G.; ., GNESIVO,<br />

P. R., RAO, S. (2005),: Unificazione dei sistemi d'asse catastali di piccola<br />

estensione, Atti del Convegno Nazionale SIFET 2005, Palermo-<br />

Mondello, giugno-luglio 2005<br />

FERRANTE, F.: . (2009), Il nuovo sistema di aggiornamento del<br />

Catasto dei Terreni, Rivista dell’Agenzia del Territorio, n. 2/2009<br />

GARNERO, G.; ., FERRANTE, F.: . (2009) La valorizzazione delle<br />

mappe originali di impianto del catasto per la ricostruzione delle congruenze<br />

topologiche tra fogli adiacenti, Atti della XIII Conferenza Nazionale<br />

ASITA, Bari, dicembre 2009<br />

FERRANTE, F. (2010),: Il sistema di aggiornamento della cartografia<br />

catastale, Un tesoro Ritrovato, Cangemi Editore 2010.<br />

CINA, A.; ., FERRANTE, F.;, PIRAS, M.;, PORPORATO,<br />

C.:(2012), La trasformazione dal Datum Catastale al Datum Roma<br />

1940 e ETRF2000, Territorio Italia, n. 1/2012.<br />

FERRANTE, F.; GARNERO, G. :Tecnologie e dati spaziali per una<br />

moderna governance del territorio. Strumenti a supporto della riforma<br />

del Catasto. Territorio Italia n. 1 del 2013<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Cartografia Catastale; Catasto;<br />

Agenzia delle Entrate<br />

ABSTRACT<br />

The mapping system of Italian Cadastre as a support tool for emergency<br />

management.<br />

The Italian Cadastre, incorporated in the Agenzia delle Entrate from 1<br />

December 2012, is today a complex and dynamic reality, characterized<br />

by the massive use of advanced technologies that allow to remotely communicate<br />

with external users through web platforms. Today is higher<br />

the degree of computerization achieved in managing such data, but<br />

especially in the selection and development of innovative technological<br />

solutions that allow real-time updating of cartographic and census<br />

archives in respect of the total transparency of administrative procedures.<br />

AUTORE<br />

Flavio Celestino Ferrante<br />

flavio.ferrante@agenziaentrate.it<br />

Responsabile Settore Servizi Cartografici<br />

Maurizio Ambrosiano<br />

maurizio.ambrosanio@agenziaentrate.it<br />

Settore Servizi Cartografici<br />

AGENZIA DELLE ENTRATE <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 39


REPORT<br />

Uso consapevole di software<br />

speditivi per ricostruzioni 3D<br />

di Erica Nocerino e Fabio Remondino<br />

Fig. 1 -Esempio di risultato basato su SfM dove, nononstante un messaggio di processamento completo e un<br />

basso errore di riproiezione del bundle adjustment, ci sono delle camere orientate non correttamente.<br />

Da qualche anno, grazie ai miglioramenti delle prestazioni dei computer<br />

ma soprattutto a nuovi algoritmi di image processing e computer vision, la<br />

fotogrammetria è tornata ad essere una metodologia di rilievo molto competitiva e in<br />

grado di fornire, in maniera automatica, nuvole di punti 3D dense e modelli digitali di<br />

oggetti, monumenti e territori. Ma l'automazione nasconde diversi problemi.<br />

I<br />

recenti sviluppi sono stati<br />

principalmente due:<br />

l’automazione della fase di<br />

orientamento delle immagini:<br />

mentre fino a qualche anno<br />

fa un operatore doveva manualmente<br />

individuare i punti<br />

omologhi (naturali o signalizzati)<br />

nelle immagini, oggigiorno<br />

esistono algoritmi (ad es. SIFT,<br />

SURF, ORB, ecc.) che sono in<br />

grado di identificare automaticamente<br />

i punti d’interesse<br />

nelle immagini e di trovare le<br />

corrispondenze tra le immagini<br />

applicando stimatori robusti<br />

(ad es. RANSAC, LmedS,<br />

ecc.). Queste corrispondenze<br />

(tie points) sono poi utilizzate<br />

per la stima delle grandezze<br />

incognite (parametri d’orientamento<br />

interno ed esterno, e<br />

coordinate 3D dei tei points).<br />

La stima ai minimi quadrati<br />

(bundle adjustment) di queste<br />

grandezze viene spesso eseguita<br />

calcolando contemporaneamente<br />

tutte le incognite e viene<br />

chiamata Structure from Motion<br />

(SfM) o self-calibrating bundle<br />

adjustment.<br />

La creazione automatica di nuvole<br />

di punti dense: grazie ad algoritmi<br />

di dense image matching<br />

(Remondino et al., 2014) è<br />

oggi possibile restituire nuvole<br />

di punti con densità molto<br />

elevate (quasi pixel-per-pixel).<br />

Algoritmi quali il Semi-Global<br />

Matching (SGM, Hirschmueller<br />

2008) possono restituire nuvole<br />

‘colorate’ e geometricamente<br />

paragonabili a quelle ottenibili<br />

con strumenti laser scanner.<br />

Tali sviluppi, unitamente alla<br />

diffusione di camere e tecnologia<br />

di calcolo a basso costo, hanno<br />

portato ad un uso di massa della<br />

fotogrammetria (soprattutto terrestre<br />

e da drone), consentendo<br />

anche ad utenti non esperti di<br />

ricostruire scene in 3D a partire<br />

spesso da immagini acquisite<br />

senza un’adeguata pianificazione<br />

nè sufficiente conoscenza<br />

della tecnica fotogrammetrica.<br />

Lo Structure from Motion<br />

L’approccio SfM, definito da<br />

Ullman nel 1979, calcola simultaneamente<br />

i parametri interni delle<br />

camere, la posizione degli scatti<br />

(motion) e una prima ricostruzione<br />

3D sparsa (structure) della scena<br />

rilevata. Questo approccio, che<br />

presenta innegabili vantaggi in<br />

termini di velocità e automazione<br />

in fase di elaborazione, può però<br />

fornire, soprattutto nei casi in cui<br />

le immagini non siano state acquisite<br />

correttamente e il processo<br />

di elaborazione stesso verificato,<br />

risultati all’apparenza ‘gradevoli’<br />

ma che nascondono in realta’<br />

errori (Fig.1) o deformazioni geometriche<br />

(Fig.2).<br />

Se, dunque, scopo primario del<br />

rilievo e modellazione fotogrammetrica<br />

è la generazione di prodotti<br />

metrici, di cui siano definiti<br />

a priori risoluzioni e accuratezze,<br />

diventa fondamentale un uso<br />

consapevole dei software oggi disponibili.<br />

Prima ancora della fase di elaborazione,<br />

è cruciale la pianificazione<br />

del rilievo che deve essere specificamente<br />

adattato in funzione<br />

dello scopo finale del lavoro. A<br />

seconda della risoluzione o della<br />

scala di rappresentazione del prodotto<br />

da realizzare (DTM, ortofoto,<br />

prospetto, ecc.), occorre definire<br />

il valore del GSD (Ground<br />

Sample Distance) delle immagini<br />

e conseguentemente, fissati i parametri<br />

della fotocamera utilizzata,<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Fig. 5 - Blocco fotogrammetrico con camere nadirali (piramidi<br />

verdi) e oblique (piramidi rosse).<br />

Fig. 2 - Esempio di deformazione geometrica di una facciata di un edificio ricostruito con metodi SfM<br />

senza utilizzare Ground Control Points (GCP).<br />

Fig. 3 - Blocco fotogrammetrico da elicottero su un terreno piatto: è evidente la deformazione<br />

del modello ricostruito senza l’impiego di GCPs (SfM o free-netwrork bundle adjustment).<br />

Fig. 4 - Correzione della deformazione del modello fotogrammetrico grazie<br />

all’inserimento di GCP nel bundle adjustment.<br />

la distanza di presa dall’oggetto.<br />

Altro parametro fondamentale e’<br />

la distanza tra due scatti consecutivi<br />

(‘base di presa’), che deve<br />

essere tale da assicurare un numero<br />

elevato di corrispondenze (tie<br />

points) non solo tra due immagini<br />

consecutive, ma possibilmente tra<br />

molteplici immagini che riprendono<br />

la stessa scena. Purtroppo<br />

negli attuali software basati su<br />

SfM non è sempre immediato o<br />

talvolta addirittura impossibile<br />

eliminare dal calcolo i punti che<br />

sono visibili in sole due immagini<br />

o con angoli di intersezione<br />

piccoli. In un calcolo rigoroso,<br />

invece, tali osservazioni andrebbero<br />

filtrate in maniera da assicurare<br />

ridondanza e robustezza al bundle<br />

adjustment.<br />

Un altro accorgimento importante<br />

è quello di bloccare le impostazioni<br />

della camera e dell'obiettivo<br />

per renderli consistenti durante<br />

le acquisizioni ed evitare di sovrastimare<br />

il numero di incognite nel<br />

bundle adjustment. Infine è utile<br />

inserire immagini inclinate e ruotate<br />

nel blocco fotogrammetrico<br />

per renderlo più rigido.<br />

Per verificare il risultato dell’elaborazione,<br />

ovvero che eventuali<br />

deformazioni del modello fotogrammetrico<br />

siano inferiori alle<br />

tolleranze definite dalle specifiche<br />

di progetto, l’utilizzo di punti di<br />

controllo (Ground Control Points<br />

- GCP) diventa fondamentale.<br />

Tali punti dovrebbero essere misurati<br />

con una tecnica diversa e<br />

indipendente da quella fotogrammetrica<br />

tale da garantire un’accuratezza<br />

almeno 2-3 volte superiore<br />

al GSD delle immagini. E’ buona<br />

norma che la distribuzione dei<br />

GCP ricopra uniformemente l’intera<br />

estensione dell’area da rilevare<br />

e che questi punti siano utilizzati<br />

nel bundle adjustment per vincolare<br />

la soluzione SfM (e non solo<br />

per eseguire una trasformazione di<br />

Helmert).<br />

Molti software commerciali basati<br />

su SfM forniscono attualmente<br />

la possibilità di inserire GCP nel<br />

calcolo: rimane però prerogativa<br />

dell’utilizzatore capire quale sia la<br />

qualità e distribuzione dei GCP<br />

più appropriata per controllare<br />

opportunamente la soluzione e infine<br />

verificare il risultato attraverso<br />

gli errori su dei Check Points (CP)<br />

non inseriti nel calcolo.<br />

Le deformazioni geometriche<br />

avvengono qualora il blocco di<br />

immagini non è sufficientemente<br />

robusto per la stima simultanea<br />

di tutte le incognite (es. Fig. 3-4)<br />

ma anche nel caso di blocchi piu’<br />

complessi. La Fig. 5 presenta un<br />

blocco di immagini UAV (sia<br />

nadirali – piramidi verdi, che obli-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 41


REPORT<br />

que – piramidi rosse) su un area<br />

di ca 50 x 50 m. Le elaborazioni<br />

(Nocerino et al., 2013) mostrano<br />

come anche un blocco complesso<br />

composto di sole immagini<br />

nadirali e processato senza GCP<br />

può portare a deformazioni fino<br />

a 50 mm (Fig. 6b). Va infine ricordato<br />

che utilizzare il solo errore<br />

di riproiezione nelle immagini<br />

per valuare la qualità del bundle<br />

adjustment non è utile a capire se<br />

ci sono deformazioni nel blocco o<br />

altri errori di calcolo.<br />

Pertanto l'impiego di soluzione<br />

automatiche basate su SfM aiuta<br />

a generare modelli 3D da qualunque<br />

blocco di immagini ma non<br />

assicura qualità se non si segue<br />

un protocollo preciso nelle acquisizioni<br />

delle immagini, nel loro<br />

processamento e nel controllo dei<br />

risultati.<br />

Fig. 6 - Confronto tra DSM ottenuti interpolando i tie points generati da SfM con e senza<br />

GCP (a). Confronto tra DSM ottenuti interpolando i tie point generati da SfM con le immagini<br />

sia nadirali che oblique e da SfM con le sole immagini nadirali (b).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Hirschmueller, H., 2008: Stereo processing by semi-global<br />

matching and mutual information. IEEE Transactions on<br />

Pattern Analysis and Machine Intelligence, 30(2): 328-341.<br />

Nocerino, E., Menna, F., Remondino, F., Saleri, R., 2013:<br />

Accuracy and block deformation analysis in automatic UAV<br />

and terrestrial photogrammetry - Lesson learnt. ISPRS Annals<br />

of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial Information<br />

Sciences, Vol. II(5/W1), pp. 203-208<br />

Nocerino, E., Menna, F., Remondino, F., 2014: Accuracy of<br />

typical photogrammetric networks in cultural heritage 3D<br />

modeling projects. ISPRS Archives of the Photogrammetry,<br />

Remote Sensing and Spatial Information Sciences, Vol. XL-5, pp.<br />

465-472. ISPRS Commission V Symposium, 23–25 June<br />

2014, Riva del Garda, Italy<br />

Remondino, F., Spera, M.G., Nocerino, E., Menna, F., Nex,<br />

F., 2014: State of the art in high density image matching. The<br />

Photogrammetric Record, Vol. 29(146), pp. 144-166<br />

Remondino, F., Gaiani, M., Apollonio, F., Ballabeni, A.,<br />

Ballabeni, M. and Morabito, D., <strong>2016</strong>: 3D Documentation of<br />

40 Kilometers of Historical Porticoes - the Challenge. ISPRS<br />

Archives of the Photogrammetry, Remote Sensing and Spatial<br />

Information Sciences, Vol. XLI-B5, pp. 711-718<br />

Ullman, S., 1979: The interpretation of visual motion. MIT<br />

Press, Cambridge, MA, USA<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotogrammetria; Structure from Motion,<br />

Deformazioni, Punti di Controllo (GCP)<br />

ABSTRACT<br />

The availability of fully automated photogrammetric<br />

software allows almost anyone with a camera, even<br />

low-quality mobile phones, to generate 3D models for<br />

various purposes. Researchers and practitioners employ<br />

photogrammetry as a means of 3D reconstruction<br />

for excavation and archaeological units, museum<br />

artefacts, monuments, cities, landscapes, etc. However,<br />

the majority of image-based users are often unaware of<br />

the strengths and weakness of the used software, employing<br />

it much like a black-box where they can drop<br />

photographs in one end, and retrieve a completed 3D<br />

models on the other end. Structure from Motion (SfM)<br />

methods and software have nevertheless changed the way<br />

many people concive the 3D reconstruction approach<br />

and are nowadays providing the possibility to digitally<br />

model any scene.<br />

AUTORE<br />

Erica Nocerino<br />

nocerino@fbk.eu<br />

Ricercatrice 3D Optical Metrology unit,<br />

Fondazione Bruno Kessler, Trento<br />

http://3dom.fbk.eu<br />

Fabio Remondino,<br />

remondino@fbk.eu<br />

Responsabile 3D Optical Metrology unit,<br />

Fondazione Bruno Kessler, Trento<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Fotogrammetria delle sponde<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

• Mappatura parametri ambientali<br />

• Attività di ricerca<br />

Vendita – Noleggio - Servizi chiavi in mano, anche con strumentazione cliente<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 43


REPORT<br />

Il supporto satellitare dell'Europa per le emergenze<br />

di Pier Francesco Cardillo, Domenico Grandoni e Anna Laura Di Federico<br />

Il satellite gioca un ruolo importante<br />

nella gestione delle emergenze ed è<br />

alla base dei servizi di e-GEOS per il<br />

supporto alle emergenze.<br />

In ambito europeo questo strumento<br />

è stato inserito come asset operativo<br />

del progetto Copernicus EMS, che<br />

supporta i diversi paesi nella prima<br />

fase di mappatura del territorio dopo<br />

un evento calamitoso e monitora le<br />

fasi immediatamente successive sulla<br />

base di specifiche regole di ingaggio.<br />

Grafico esplicativo dell’attivazione del servizio EMS<br />

Copernicus è il programma<br />

coordinato e gestito<br />

dalla Commissione<br />

Europea per dotare l’Europa<br />

di una propria capacità<br />

di Osservazione della Terra.<br />

Questo programma, oltre alle<br />

missioni satellitari SENTINEL,<br />

per le quali il Centro Spaziale di<br />

Matera di e-GEOS è una delle<br />

tre stazioni del Core Ground<br />

Segment, comprende servizi<br />

operativi dedicati alla diffusione<br />

di prodotti utili agli utenti coinvolti<br />

nelle più importanti fasi<br />

della gestione ordinaria e straordinaria<br />

del territorio.<br />

L’Emergency Mapping di<br />

Copernicus è un servizio operativo<br />

ormai da 9 anni, dopo<br />

5 anni di attività sperimentale<br />

nell’ambito di programmi FP7.<br />

Fornisce alla Commissione<br />

Europea informazioni geospaziali<br />

e mappe satellitari<br />

delle aree colpite da emergenze,<br />

offrendo alle protezioni civili<br />

e alle autorità competenti dei<br />

Paesi dell’Unione e alle organizzazioni<br />

umanitarie internazionali<br />

la disponibilità dei dati necessari<br />

alla gestione di eventi catastrofici.<br />

Il servizio, operativo<br />

24 ore su 24 e 365 giorni l’anno,<br />

ha una capacità produttiva<br />

dedicata alle situazioni di crisi<br />

(alluvioni, terremoti, incendi,<br />

disastri tecnologici) ed è operato<br />

per conto della Commissione<br />

Europea da e-GEOS, alla guida<br />

di un consorzio formato dalla<br />

controllata tedesca GAF, dalla<br />

società italiana Ithaca e dalla<br />

francese SIRS.<br />

Il servizio Copernicus<br />

Emergency Mapping<br />

Il servizio Copernicus<br />

Emergency Mapping attivato<br />

dalla Commissione Europea, a<br />

seguito di una richiesta formale<br />

da parte di uno degli Stati,<br />

fornisce mappe digitali (pronte<br />

anche per la stampa) e file vettoriali<br />

relativi alla situazione<br />

pre-evento e post-evento.<br />

La tipologia di prodotti certificati<br />

disponibili varia in base al<br />

tipo di evento calamitoso occorso<br />

e prevede la realizzazione,<br />

con tempistiche certe, di:<br />

reference maps: mappe di<br />

riferimento che forniscono conoscenze<br />

di base sul territorio<br />

e sul suo patrimonio sulla base<br />

dei dati disponibili prima del<br />

disastro, tra cui elementi lineari,<br />

areali o puntuali come le reti di<br />

trasporto, gli insediamenti e le<br />

infrastrutture;<br />

delineation maps: mappe atte<br />

a fornire una prima valutazione<br />

dell’estensione geografica<br />

colpita, sulla base di immagini<br />

satellitari acquisite subito dopo<br />

l’evento disastro. Le “delineation<br />

maps” possono indicare,<br />

ad esempio, le aree bruciate o<br />

allagate, o la zona colpita da un<br />

terremoto;<br />

grading maps: forniscono<br />

una valutazione dell’impatto e<br />

l’ordine di grandezza dei danni<br />

causati da un evento. Le mappe<br />

sono derivate da rilievi satellitari<br />

pre e post-evento. Il prodotto<br />

quindi include una valutazione<br />

della misura, del tipo e dell’entità<br />

dei danni specifici sulla base<br />

della tipologia di evento calamitoso.<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

Come si attiva (e quando<br />

può essere attivato)<br />

Vi sono tre distinte categorie<br />

di utenti in Copernicus EMS,<br />

ai quali corrispondo differenti<br />

flussi informativi e decisionali ai<br />

fini dell’attivazione del servizio:<br />

Authorized Users: possono<br />

attivare il servizio contattando<br />

direttamente l’Emergency<br />

Response Coordination<br />

Centre (ERCC) operato da<br />

DG ECHO, la Direzione<br />

Europea per gli aiuti<br />

Umanitari e la Protezione<br />

Civile.<br />

Gli Authorized Users possono<br />

attivare Copernicus EMS<br />

compilando un modulo di<br />

Richiesta di Servizio disponibile<br />

sul portale Copernicus EMS<br />

all’indirizzo http://emergency.<br />

copernicus.eu/mapping/ems/<br />

how-use-service. Il modulo<br />

dovrà essere inviato a ECHO-<br />

ERCC@ec.europa.eu, facendo<br />

seguire all’invio del modulo<br />

una chiamata alla centrale operativa<br />

situata a Bruxelles (+32-<br />

2-29-21112).<br />

Gli Associated Users potranno<br />

attivare il servizio contattando<br />

il proprio Focal Point nazionale,<br />

se noto, o rivolgendosi<br />

direttamente all’ERCC per<br />

supporto.<br />

Ad essi appartengono:<br />

National Focal Point negli<br />

Stati Membri e nei paesi<br />

appartenenti al meccanismo<br />

europeo di Protezione civile<br />

i servizi EC e la Situation<br />

Room dell‘European External<br />

Action Service<br />

Associated Users: possono<br />

attivare il servizio attraverso<br />

un Authorized User (ad essi<br />

appartengono enti pubbliche<br />

regionali e locali)<br />

organizzazioni governative<br />

internazionali quali le agenzie<br />

delle Nazioni Unite, la Banca<br />

Mondiale od organizzazioni<br />

non governative nazionali e<br />

internazionali<br />

enti e istituzioni nel perimetro<br />

dell’European External<br />

Action Service, come ad<br />

esempio le delegazioni UE,<br />

l’INTCEN e il Satellite<br />

Centre dell’Unione Europea<br />

General Public Users: non<br />

sono autorizzati ad attivare il<br />

servizio, ma possono accedere<br />

a tutte le informazioni e ai<br />

dati sulle attivazioni in corso<br />

e passate attraverso il portale<br />

emergency.copernicus.eu<br />

Il terremoto Centro Italia<br />

Il servizio COPERNICUS<br />

EMS è stato attivato immediatamente<br />

dalla protezione Civile<br />

Italiana e dall’Agenzia Spaziale<br />

Italiana già dopo poche ore dal<br />

sisma l’emergency center iniziava<br />

le attività di analisi del territorio<br />

con acquisizioni satellitari<br />

Ottiche e Radar.<br />

Grafici esplicativi e momenti dell’attivazione del<br />

processo EMS e chat del terremoto del 26 agosto.<br />

Intervista a R. Battiston presidente<br />

ASI sul ruolo dello spazio<br />

L’Italia è un paese all’avanguardia nel<br />

settore spaziale, con una filiera industriale<br />

completa e tecnologicamente avanzata. In<br />

particolare, le tecnologie e le applicazioni<br />

per l’osservazione della Terra - dove abbiamo<br />

tradizione ed eccellenza - influenzano<br />

sempre di più e positivamente la nostra vita.<br />

La costellazione di satelliti di COSMO-<br />

SkyMed è uno strumento fondamentale<br />

a disposizione dell’Italia e della comunità<br />

internazionale per la valutazione del danno<br />

nel caso di disastri naturali come terremoti<br />

e alluvioni e per il supporto delle operazioni<br />

di soccorso. Inoltre in caso di eventi sismici è<br />

uno strumento fondamentale per lo sviluppo<br />

di un modello geofisico delle aeree colpite.<br />

COSMO-SkyMed proseguirà con lo sviluppo<br />

di due satelliti di seconda generazione, con<br />

prestazioni ulteriormente migliorate in grado<br />

di fornire nuove possibilità applicative.<br />

Intervista a Massimo Claudio<br />

Comparini (AD di e-GEOS)<br />

I recenti casi di emergenze che hanno colpito<br />

purtroppo l’Italia ci hanno visti costantemente<br />

all’opera nella erogazione dei dati come<br />

operatori del sistema Cosmo Skymed e nella<br />

generazione di prodotti a valore aggiunto<br />

a supporto della Commissione Europea<br />

e della Agenzia Spaziale Italiana. In tale<br />

contesto abbiamo proseguito lo sviluppo di<br />

tecniche di fusione dati dalle diverse sorgenti<br />

satellitari e la sperimentazione dell’utilizzo di<br />

informazioni georeferenziate dei social media<br />

per la generazione di mappe in tempi rapidi,<br />

funzionali all’utilizzo nelle immediate fasi<br />

post evento e nella successiva valutazione di<br />

impatto e dei danni. Un esempio concreto<br />

del grande valore delle tecnologie spaziali<br />

percepito in modo crescente dal pubblico e<br />

della evoluzione delle applicazioni geospaziali<br />

verso l’internet delle cose.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 45


REPORT<br />

La Protezione Civile, sempre<br />

nell’ambito dello sfruttamento<br />

dei dati satellitari ha attivato al<br />

meglio lo strumento Europeo<br />

COPERNICUS EMS per la<br />

fornitura urgente di mappe e<br />

cartografia vettoriale da utilizzare<br />

immediatamente in campo.<br />

Durante i due eventi, il team internazionale<br />

guidato dall’italiana<br />

e-GEOS, ha prodotto nell’ambito<br />

del progetto oltre 100mappe<br />

delle aree colpite sfruttando<br />

tutti i dati disponibili dal satellite<br />

Ottico a quello Radar, dalle<br />

Sentinelle a COSMO-SkyMed,<br />

dai voli aerei ai dati disponibili<br />

sui social media per ottenere i<br />

dati più affidabili possibile, nel<br />

minor tempo.<br />

La Costellazione italiana<br />

COSMO-SkyMed ha giocato un<br />

ruolo importante poiché è stato<br />

utilizzato per valutare immediatamente<br />

l’estensione dei danni,<br />

l’impatto addirittura con misure<br />

centimetriche sul territorio<br />

(Monte Vettore) e ha svolto un<br />

ruolo di change detection (monitoraggio<br />

delle variazioni) tra le<br />

due scosse.<br />

Sperimentazioni in progress<br />

Un particolare caso di interesse<br />

consiste nell’uso di COSMO-<br />

SkyMed come strumento per<br />

monitorare i crolli. Solo una<br />

costellazione di 4 satelliti identici<br />

è stata in grado di acquisire<br />

immagini identiche (necessarie<br />

per questo tipo di analisi) a<br />

distanza di un giorno. I satelliti<br />

radar, infatti, già il 30 Ottobre<br />

hanno acquisito una immagine<br />

alle 5.50 poco prima delle<br />

nuove scosse. Il 31 alla stessa<br />

ora, grazie al quarto satellite<br />

della costellazione italiana, sono<br />

state acquisite nuove immagini<br />

su Norcia, interferometriche<br />

(identiche) con quelle dei giorni<br />

precedenti.<br />

Nelle immagini della pagina<br />

precedente possiamo vedere in<br />

rosso evidenziate le variazioni<br />

dovute a nuovi crolli. Grazie a<br />

COSMO-SkyMed e ad un algoritmo<br />

che aiuta ad eliminare<br />

le zone vegetate (che potrebbero<br />

indurre i sistemi automatici in<br />

errore) infatti, è possibile vedere<br />

spostamenti centimetrici dell’edificato.<br />

Il risultato è quello che viene<br />

definito una “damage proxy<br />

map” che identifica una provabilità<br />

di danno. In questo caso il<br />

sensore vede piccolissime variazioni,<br />

quindi sarà poi necessario<br />

verificare con ulteriori sopralluoghi<br />

visto l’entità del sisma.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Copernicus; emergency management service;<br />

satellite; terremoto<br />

e-GEOS (Leonardo)<br />

e-GEOS è una joint venture tra Telespazio (Leonardo/Thales) e l’Agenzia Spaziale<br />

Italiana, che opera nel settore della geo-informazione da oltre 9 anni. L’azienda, infatti,<br />

porta con se tutte le competenze tecniche della Capogruppo Telespazio che ha operato<br />

nelle settore dell’Osservazione della terra fin dagli albori di questa scienza, oggi è diventata<br />

parte integrante delle attività operative in molti settori civili e militari. L’evoluzione<br />

tecnologica e gli investimenti fatti da e-GEOS nell’ambito della cosiddetta “info on<br />

demand”, che prevede cartografia tecnica e tematica realizzata in tempi rapidissimi,<br />

rendono possibile un supporto dedicato a tutte le realità pubbliche e private che devono<br />

monitorare un asset primario sia in tempo ordinario che nel periodo di emergenza.<br />

Per questo motivo e-GEOS è dotata, presso il centro spaziale di Matera, di un “data hub”<br />

con capacità di pianificazione e acquisizione di dati da satellite unica in Italia e tra le più<br />

avanzate al mondo. I satelliti ottici e radar transitando nell’area di interesse dalla stazione<br />

scaricano dati disponibili in tempo reale per usi emergenziali. Nel centro Spaziale,<br />

e-GEOS è in grado di ricevere oltre a COSMO-SkyMed, Sentinel, DigitalGlobe, IRS etc.<br />

A Roma invece è presente l’Emergency Center dal quale vengono erogati tutti i servizi<br />

emergenziali di e-GEOS. Questa capacità operativa consente alla compagnia italiana<br />

i offrire dati e servizi a supporto degli enti preposti in qualunque giorno e con i tempi<br />

minori possibili. L’operare anche per progetti come Copernicus EMS consente di avere<br />

standard qualitativi estremamente codificati sulla base delle emergenze e delle urgenze ad<br />

esse collegate. In questo senso e-GEOS è operativa anche in situazione non previste dal<br />

progetto Copernicus.<br />

ABSTRACT<br />

Satellite plays an imported role in emergency management<br />

and is the basis of e-GEOS activities under the emergency<br />

support services. In Europe this instrument was inserted as<br />

the Copernicus EMS operating assets, which supports the<br />

different countries in the first phase of mapping the territory<br />

after a disaster and monitors the phases immediately after the<br />

engagement.<br />

AUTORE<br />

Pier Francesco Cardillo,<br />

pierfrancesco.cardillo@e-geos.it<br />

Domenico Grandoni<br />

domenico.grandoni@e-geos.it<br />

Anna Laura Di Federico<br />

annalaura.difederico@e-geos.it<br />

http://e-GEOS.it<br />

46 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


MERCATO<br />

Topcon Delta Solutions:<br />

una soluzione<br />

per il monitoraggio<br />

delle deformazioni<br />

Utilizzando un sistema formato<br />

da componenti software<br />

e hardware (Delta Link,<br />

Delta Log, Delta Watch,<br />

Delta Sat e la stazione totale<br />

MS AXII) il sistema Delta<br />

Solutions è stato ideato per<br />

fornire misurazioni di monitoraggio<br />

accurate e affidabili<br />

e un reporting associato, per<br />

la tutela degli asset.<br />

Il sistema Delta Solutions<br />

utilizza la stazione totale<br />

Topcon MS AXII unita<br />

al software Topcon Delta<br />

Watch realizzato per monitorare,<br />

gestire e valutare i dati<br />

di monitoraggio oltre ad attivare<br />

facoltativamente allarmi.<br />

“Come software indipendente,<br />

Delta Watch offre dati<br />

accurati e affidabili in una<br />

serie di formati di report per<br />

soddisfare al meglio le esigenze<br />

di progetto, ha affermato<br />

Ian Stilgoe, vice presidente<br />

della gestione del portafoglio<br />

di Topcon Positioning<br />

Group. “I dati provenienti<br />

dalle stazioni totali, dai ricevitori<br />

GNSS, dai dispositivi<br />

di livellamento e dai sensori,<br />

possono essere elaborati<br />

e analizzati singolarmente o<br />

come soluzioni di rete compensata.<br />

“Topcon Delta Link offre<br />

una comunicazione di supporto<br />

all’hardware per un<br />

funzionamento autonomo<br />

sul campo,” ha affermato.<br />

“Delta Link gestisce ogni<br />

fonte di alimentazione massimizzando<br />

la disponibilità<br />

del sistema.”<br />

Le opzioni di comunicazione<br />

includono Ethernet, Wi-Fi e<br />

un modem cellulare integrato<br />

approvato a livello globale.<br />

Delta Log, a cui si può accedere<br />

tramite un portale web<br />

sicuro, è realizzato per fornire<br />

un’interfaccia intuitiva per<br />

gestire le osservazioni, i tipi<br />

di target e la programmazione<br />

delle misurazioni. “Delta<br />

Log offre una piattaforma<br />

semplice per funzionalità<br />

avanzate: funzioni esclusive<br />

Topcon come la 'matrix detection'<br />

vengono controllate<br />

intuitivamente attraverso<br />

il software,” ha affermato<br />

Stilgoe.<br />

“Delta Log continuerà a far<br />

funzionare la stazione totale<br />

nel caso in cui dovesse venire<br />

meno la comunicazione con<br />

il database Delta Watch,” ha<br />

affermato. “Una volta ripristinata<br />

la comunicazione, i<br />

dati vengono sincronizzati e<br />

il database principale viene<br />

aggiornato.”<br />

Delta Watch include il modulo<br />

di elaborazione facoltativo<br />

DeltaSatGNSS, che<br />

consente il monitoraggio<br />

GNSS indipendente o combinato<br />

con compensazione di<br />

rete, GNSS e stazione totale.<br />

Topcon Delta Solutions è il<br />

risultato di una partnership<br />

tra Topcon e lo specialista<br />

di monitoraggio delle deformazioni<br />

e tunneling, VMT<br />

GmbH.<br />

Per maggiori informazioni,<br />

visitare il sito topconpositioning.com.<br />

(Fonte: Topcon Positioning)<br />

Strada Antica di None 2<br />

10092 Beinasco (TO)<br />

Tel: +39 011.397.11.56<br />

Fax +39 011.397.26.14<br />

info@mesasrl.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> www.mesasrl.it<br />

n°5-<strong>2016</strong> 47


MERCATO<br />

Planetek e European Space<br />

Imaging insieme per supportare<br />

le operazioni di soccorso<br />

nelle aree colpite dal terremoto<br />

con le immagini gratuite<br />

del satellite WorldView-2<br />

European Space Imaging e Planetek<br />

Italia, partner commerciali da lungo<br />

tempo, si sono attivati per supportare<br />

l’emergenza terremoto che ha colpito il<br />

centro Italia fornendo nelle prime ore<br />

del 24 Agosto <strong>2016</strong> le<br />

prime immagini satellitari ad altissima<br />

risoluzione disponibili agli operatori<br />

nelle attività di soccorso e ai media.<br />

Le immagini acquisite dal satellite<br />

WorldView-2 sulle aree colpite hanno<br />

mostrato subito l’entità dei danni.<br />

L’immagine è stata resa disponibile in<br />

poco tempo alla Protezione Civile italiana.<br />

Alle ore 3:30 del mattino del 24<br />

agosto un terremoto di magnitudo 6.2<br />

ha colpito una vasta area dell’Italia centrale,<br />

causando la distruzione di interi<br />

paesi (Amatrice, Accumoli, Pescara del<br />

Tronto e Arquata del Tronto, tra i più<br />

colpiti) ed un pesante bilancio in termini<br />

di vite umane.<br />

Per supportare la macchina umanitaria<br />

e le operazioni di soccorso, tutti i principali<br />

provider mondiali di dati satellitari<br />

si sono mobilitati contribuendo<br />

attivamente, con acquisizioni di dati e<br />

immagini ad altissima risoluzione delle<br />

aree colpite. Tali dati normalmente<br />

vengono resi disponibili gratuitamente<br />

per favorire con la massima rapidità la<br />

conoscenza sullo stato dei luoghi.<br />

L'Unione Europea ha immediatamente<br />

mobilitato il team Copernicus EMS,<br />

per fornire alla Protezione Civile italiana<br />

le immagini dei satelliti europei<br />

Copernicus Sentinel e le mappe del terremoto.<br />

Già dalle prime ore del mattino,<br />

Planetek si è attivata, collaborando<br />

con la European Space Imaging, che<br />

gestisce la programmazione dei satelliti<br />

WorldView e GeoEye-1 sul territorio<br />

europeo, per acquisire immagini in altissima<br />

risoluzione sulle aree colpite.<br />

Pochissime ore dopo il sisma, intorno<br />

alle 11:20, il satellite WorlView-2 ha effettuato<br />

la prima acquisizione sulla città<br />

di Amatrice, la quale è stata immediatamente<br />

messa a disposizione da Planetek<br />

Italia ai volontari del Humanitarian<br />

OpenStreetMap Team (HOT).<br />

"La capacità dei satelliti per raccogliere<br />

le immagini su grandi aree, la vista<br />

dall'alto delle zone colpite da una situazione<br />

di emergenza e il confronto con<br />

le immagini precedenti aiuta a riconoscere<br />

rapidamente le modifiche e capire<br />

dove per affrontare il primo soccorso"<br />

dice Giovanni Sylos Labini, CEO di<br />

Planetek Italia.<br />

In qualità di fornitore leader di immagini<br />

satellitari ad altissima risoluzione,<br />

la European Space Imaging conosce<br />

l'importanza di rendere le immagini<br />

disponibili rapidamente.<br />

"Quando una catastrofe accade in<br />

Europa, siamo pronti ad agire rapidamente.<br />

Il nostro team operativo di<br />

esperti valuta la situazione e cerca di<br />

ottenere le migliori immagini possibili<br />

con il primo accesso satellitare della<br />

giornata. Una volta acquisiti i dati<br />

sulla zona interessata, prepariamo le<br />

immagini e le condividiamo", spiega<br />

Michaela Neumann, Director of<br />

Sales and Marketing, European Space<br />

Imaging.<br />

L'immagine satellitare acquisita è stata<br />

immediatamente messa a disposizione<br />

dei volontari del Humanitarian<br />

OpenStreetMap Team (HOT) e di<br />

chiunque volesse contribuire ad individuare<br />

e mappare gli edifici e le strutture<br />

danneggiate e crollate. Un lavoro di<br />

team che mira a rendere disponibili alle<br />

istituzioni e alle forze in campo informazioni<br />

utili per affrontare l'emergenza,<br />

ma anche il post-emergenza.<br />

Maggiori informazioni:<br />

Per l’Europa: European Space Imaging,<br />

marketing@euspaceimaging.com,<br />

www.euspaceimaging.com<br />

Per l’Italia: Planetek Italia, info@planetek.it,<br />

www.planetek.it<br />

(Fonte: Planetek Italia)<br />

48 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


MERCATO<br />

Reti tecnologiche: da ENEA il software per<br />

prevedere i rischi da eventi naturali<br />

CIPCast, il software "sentinella" che consente di prevedere e<br />

gestire i rischi da eventi naturali particolarmente intensi su infrastrutture<br />

di reti per energia, acqua e telecomunicazioni.<br />

L’aspetto più innovativo di questo software è la possibilità di<br />

integrare previsioni meteo con dati georeferenziati, sull’assetto<br />

idrogeologico e sulla frequenza di eventi naturali, per elaborare<br />

mappe di previsione dell’impatto di fenomeni particolarmente<br />

intensi (nubifragi, alluvioni e frane) su infrastrutture e servizi.<br />

CIPCast è in grado di fornire previsioni realistiche sullo sviluppo<br />

dello scenario di crisi, il ripristino degli elementi danneggiati<br />

e gli interventi per ridurre l’impatto sui servizi e sul sistema<br />

sociale ed economico (cittadini, sistema delle imprese, servizi<br />

pubblici). Il software è anche in grado di simulare le ricadute<br />

sulle infrastrutture di eventi estremi come terremoti e nubifragi,<br />

valutarne l’impatto e predisporre di conseguenza i relativi<br />

piani di emergenza. “CIPCast è uno strumento flessibile, in<br />

grado quindi di elaborare sia scenari reali con dati da sensori<br />

e previsioni meteo, sia scenari da eventi naturali simulati per<br />

pianificare le opportune azioni in caso di massima allerta -<br />

spiega Vittorio Rosato, responsabile del Laboratorio Analisi e<br />

Protezione delle Infrastrutture Critiche dell’ENEA -. ENEA<br />

insieme ad importanti partner internazionali sta cercando di<br />

costruire Centri di Competenza Nazionali, da federare a livello<br />

europeo, in grado di<br />

supportare operatori delle infrastrutture, Enti Locali e<br />

Protezione Civile con l’obiettivo di ridurre l’impatto delle calamità<br />

naturali e contribuire a migliorare la resilienza dei sistemi<br />

tecnologici a livello locale e nazionale”.<br />

“Una volta acquisiti i dati da sensori e previsioni meteo –<br />

spiega Vittorio Rosato – l’applicazione elabora gli scenari di<br />

rischio, identifica gli elementi delle infrastrutture in pericolo,<br />

stima l’impatto sui servizi e quantifica gli effetti che la loro<br />

eventuale interruzione potrebbe produrre su cittadini e sistema<br />

produttivo. Avere a disposizione queste informazioni– prosegue<br />

Rosato –consente non solo all’azienda di energia elettrica,<br />

ma anche a chi amministra la città e si occupa della sua sicurezza<br />

di gestire situazioni di crisi e predisporre strumenti efficaci<br />

per interventi rapidi”.<br />

Tra il 2010 e i primi mesi del 2015 in Italia sono stati 43 i<br />

giorni di blackout elettrici a causa del maltempo. A Roma tra<br />

il 2013 ed il 2014 si sono verificati ben 5 casi di allagamenti<br />

in vaste aree del territorio comunale, tutti episodi legati alle<br />

forti piogge concentrate nell’arco di pochissime ore. Sempre<br />

a Roma, in poco più di 5 anni di monitoraggio (da ottobre<br />

2010 a tutto il 2015), sono stati 15 gli eventi estremi registrati<br />

sulla mappa del rischio climatico e 24 i giorni di stop<br />

a metropolitane e treni urbani a causa delle piogge intense.<br />

(Dati dal dossier di Legambiente "Le città italiane alla sfida del<br />

clima", elaborato in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente<br />

e della Tutela del Territorio e del Mare.) Il software<br />

CIPCast è stato realizzato nell’ambito del progetto europeo<br />

“Critical Infrastructures Preparedness and Resilience Research<br />

Network” (CIPRNet) e poi sviluppato ulteriormente per il<br />

progetto RoMA (Resilience enhancement of Metropolitan<br />

Areas), finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e<br />

Ricerca per le “Smart Cities” denominato.<br />

(Fonte: ENEA)<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 49


REPORT<br />

La Cartografia ISTAT come supporto<br />

per le emergenze territoriali<br />

di Stefano Mugnoli, Damiano Abbatini, Raffaella Chiocchini e Fabio Lipizzi<br />

Le località Istat tematizzate secondo la popolazione residente rilevata nelle SdC<br />

Le Basi Territoriali (BT) dell’ISTAT, aggiornate prima di ogni rilevazione<br />

censuaria, rappresentano la base cartografica per la descrizione statistica<br />

dell’intero territorio nazionale e possono essere un valido supporto sia<br />

nelle fasi di previsione e prevenzione di un evento calamitoso sia nella fase<br />

successiva di pianificazione degli interventi post evento.<br />

La loro stratificazione tematica in località abitate e produttive e sezioni di<br />

censimento, infatti, permette con semplici elaborazioni GIS la restituzione<br />

di cartografia tematica a varie scale di dettaglio che risulta molto utile<br />

soprattutto nei momenti immediatamente successivi all’evento.<br />

Inoltre, a supporto della pianificazione post evento, integrando i dati delle<br />

Bt con il database ISTAT del censimento degli edifici e delle abitazioni<br />

si possono fornire ulteriori importanti informazioni relative allo stato del<br />

patrimonio abitativo al 2011, anno dell’ultimo censimento, che restituisce<br />

una fotografia sullo stato e sull’utilizzo dell’edificato pre-evento calamitoso.<br />

In questo breve contributo si descrivono le principali caratteristiche delle<br />

BT illustrando alcuni loro possibili utilizzi in situazioni di emergenza dovuta<br />

ad eventi calamitosi che possono interessare il territorio Italiano.<br />

Tra gli adempimenti legislativi<br />

che l’Istituto<br />

Nazionale di Statistica<br />

deve osservare è prevista la produzione<br />

di una cartografia nazionale<br />

ad una scala subcomunale. Tale<br />

strato geografico grazie alla sua<br />

risoluzione è diventato, ormai da<br />

anni, anche il punto di riferimento<br />

nazionale per lo studio e la valutazione<br />

di numerosi fenomeni<br />

socio-demografici ed economici<br />

tra loro collegati nonché per le<br />

usuali finalità statistiche interne<br />

all’Istituto (Lipizzi et altri <strong>2016</strong>).<br />

Lo strato geografico in oggetto<br />

denominato Base territoriale (Bt),<br />

è il supporto cartografico ufficiale<br />

per le operazioni di raccolta e diffusione<br />

dei dati rilevati in occasione<br />

dei censimenti generali (Istat<br />

1997). Le Bt sono una fotografia<br />

aggiornata delle delimitazioni<br />

territoriali adottate includendo,<br />

all’interno dei nuovi confini delle<br />

località abitate, anche le aree con<br />

edifici di recente costruzione. In<br />

questo senso le Bt sono la rappresentazione<br />

di oggetti geografici<br />

che descrivono il mosaico insediativo<br />

che caratterizza il Paese e<br />

la sua evoluzione nel medio lungo<br />

periodo.<br />

Dunque, lo sforzo prodotto<br />

dall’Istat per ottenere informazioni<br />

statistiche su una maglia<br />

territoriale così fine è un’attività<br />

determinante per soddisfare il<br />

crescente bisogno informativo<br />

del Paese e in questo ambito le<br />

Bt possono anche essere utilizzate<br />

per analisi territoriali successive<br />

ad eventi calamitosi naturali (Istat<br />

<strong>2016</strong>). Sono state inoltre, effettuate<br />

significative sperimentazioni<br />

d’integrazione di dati geografici,<br />

sulla copertura e l’uso del suolo,<br />

per aggiungere queste informazioni<br />

sullo strato informativo<br />

50 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

delle Bt (Chiocchini R., Mugnoli<br />

S. 2014). In altre parole, pur con<br />

le dovute cautele e con lo sviluppo<br />

di ulteriori progetti mirati al<br />

miglioramento dell’attuale qualità<br />

delle Bt, non c’è dubbio che<br />

queste giocheranno un ruolo di<br />

primo piano nelle rinnovate sfide<br />

d’informazione statistica geocodificata<br />

che la collettività ci pone.<br />

Ad oggi la fonte legislativa di<br />

riferimento per la definizione<br />

e l’aggiornamento delle Bt è il<br />

Regolamento anagrafico, D.P.R.<br />

223/1989, che demanda all’Istat<br />

il compito di definire “le norme<br />

tecniche per l’esecuzione degli<br />

adempimenti dei comuni in materia<br />

topografica ed ecografica al<br />

fine di assicurarne uniformità e<br />

omogeneità d’applicazione” (Istat<br />

1992).<br />

In questo contributo si descrivono<br />

le più importanti caratteristiche<br />

delle Bt, in particolare dello<br />

strato più di dettaglio, quello<br />

delle Sezioni di censimento (SdC)<br />

e del database ISTAT degli edifici<br />

e delle abitazioni nonché le loro<br />

potenzialità come supporto per la<br />

gestione delle emergenze.<br />

Utilizzo delle Bt in fase di<br />

previsione e prevenzione e<br />

nella pianificazione delle emergenze<br />

Da quanto detto sopra i dati cartografici<br />

relativi alle SdC sono un<br />

valido strumento per effettuare<br />

una pianificazione territoriale di<br />

tutto ciò che riguarda la popolazione<br />

residente. Infatti le analisi<br />

di previsione e prevenzione di un<br />

evento calamitoso, sia di origine<br />

naturale che antropica, utilizzano<br />

prioritariamente la distribuzione<br />

territoriale della popolazione residente<br />

e la delimitazione delle aree<br />

in cui essa risiede come target per<br />

l’intervento sul territorio. Inoltre<br />

la distribuzione della popolazione<br />

è uno dei principali elementi di<br />

interesse su cui definire i piani di<br />

emergenza. In fase di pianificazione<br />

dell’emergenza i dati delle Bt e<br />

i dati relativi agli edifici, vengono<br />

utilizzati sia durante l’elaborazione<br />

dei piani di emergenza<br />

sia nella fase successiva di attuazione<br />

di questi ultimi. Nel corso<br />

della pianificazione, il possesso<br />

di una cartografia così dettagliata<br />

con la localizzazione della<br />

popolazione residente esposta<br />

ad un eventuale evento calamitoso,<br />

aiuta a definire dove posizionare<br />

le aree e le infrastrutture<br />

strategiche da utilizzare durante<br />

l’emergenza; inoltre offre una<br />

mappa che identifica i luoghi<br />

più idonei dove convogliare la<br />

popolazione, sia che si tratti di un<br />

evento calamitoso di origine naturale<br />

che di origine antropica.<br />

Nella fase successiva all’evento, i<br />

dati cartografici delle Bt permettono,<br />

se associati ad altre fonti di<br />

dati, di individuare le aree dove<br />

posizionare nuovi campi di accoglienza,<br />

gli eventuali insediamenti<br />

temporanei e la collocazione<br />

territoriale dei moduli abitativi,<br />

qualora si verifichino danni<br />

strutturali gravi agli edifici come<br />

crolli o lesioni che comportano<br />

la totale o temporanea inagibilità<br />

dell’edificio.<br />

Va precisato che le Bt essendo<br />

inoltre integrate, oltre che al censimento<br />

degli edifici e abitazioni,<br />

anche al censimento dell’agricoltura<br />

e industria e servizi sono di<br />

aiuto durante la fase di stima dei<br />

danni subiti dalle aziende che<br />

operano nel territorio colpito.<br />

Tutti i dati statistici forniti dai tre<br />

diversi censimenti e collegati alle<br />

Bt, permettono quindi di avere<br />

una visione globale delle attività<br />

antropiche sul territorio. Queste<br />

informazioni consentono, insieme<br />

al monitoraggio e le ricognizioni<br />

dei tecnici preposti, direttamente<br />

in situ nell’area colpita,<br />

gli interventi ricostruttivi post<br />

evento che dovranno riportare<br />

ad una ripresa della vita sociale e<br />

dell’economia dell'area coinvolta.<br />

Allo stato attuale, le Bt sono state<br />

anche utilizzate in un progetto<br />

Sezione di censimento (SdC)<br />

Unità minima di rilevazione del Comune sulla<br />

cui base è organizzata la rilevazione censuaria.<br />

E’ costituita da un solo corpo delimitato da una<br />

linea spezzata chiusa. A partire dalle sezioni di<br />

censimento sono ricostruibili, per somma, le entità<br />

geografiche ed amministrative di livello superiore<br />

(località abitate, aree sub-comunali, collegi elettorali<br />

ed altre). Ciascuna sezione di censimento deve<br />

essere completamente contenuta all’interno di<br />

una ed una sola località. Il territorio comunale<br />

deve essere esaustivamente suddiviso in sezioni<br />

di censimento; la somma di tutte le sezioni di<br />

censimento ricostruisce l’intero territorio nazionale.<br />

congiunto Istat - Ispra – Nucleo<br />

di valutazione e analisi per la<br />

programmazione (Presidenza del<br />

Consiglio dei Ministri), per la definizione<br />

di alcuni indicatori sul<br />

rischio idrogeologico in cui è prevista<br />

la stima della popolazione a<br />

rischio; si tratta di: popolazione<br />

esposta a rischio frane e di popolazione<br />

esposta a rischio alluvioni.<br />

I dati che hanno permesso il calcolo<br />

dei due indicatori sono stati<br />

ottenuti dall’intersezione delle<br />

SdC 2001 e 2011 con le aree in<br />

frana provenienti dal progetto<br />

IFFI (Inventario dei fenomeni<br />

franosi in Italia) e con le aree<br />

esondabili derivate dai PAI (Piani<br />

di assetto idrogeologico) del<br />

Ministero dell’Ambiente e della<br />

Tutela del Territorio e del Mare.<br />

I dati sono stati elaborati per<br />

comune e poi aggregati a livello<br />

provinciale e regionale. Questi<br />

indicatori sono inseriti all’interno<br />

dell’Accordo di Partenariato<br />

2014-2020 che monitora l’applicazione<br />

dei programmi comunitari<br />

per il nuovo ciclo di programmazione<br />

di ripartizione dei fondi<br />

comunitari.<br />

Per la previsione e prevenzione<br />

del rischio sismico, le Bt e i dati<br />

censuari provenienti dal censimento<br />

degli edifici e delle abitazioni<br />

sono stati utilizzati da parte<br />

del Dipartimento della Protezione<br />

Civile per la definizione di un<br />

indicatore sintetico che prende in<br />

considerazione specificamente i<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 51


REPORT<br />

dati sulla vulnerabilità degli edifici.<br />

Tale indicatore è disponibile a<br />

livello comunale ed è contenuto<br />

nella Strategia comunitaria sulle<br />

Aree Interne del paese. Le Aree<br />

Interne sono state definite attraverso<br />

una metodologia proposta e<br />

approvata da un comitato tecnico<br />

scientifico in cui anche l’ISTAT<br />

insieme agli altri organi governativi<br />

è stata chiamata a partecipare;<br />

tale progetto è stato gestito prima<br />

dal Dipartimento delle Politiche<br />

di Sviluppo del Ministero del<br />

Tesoro e ora dall’Agenzia per la<br />

Coesione Territoriale.<br />

Nell'immagine a pagina 50<br />

le località Istat del comune di<br />

Tolentino tematizzate secondo<br />

la popolazione residente rilevata<br />

nelle SdC; le gradazioni più scure<br />

indicano le zone con maggior<br />

popolazione. In giallo i confini<br />

comunali.<br />

I dati del censimento degli<br />

edifici e delle abitazioni<br />

I dati raccolti in occasione del<br />

censimento della popolazione e<br />

delle abitazioni sono, tra le statistiche<br />

ufficiali, la fonte principale<br />

per disporre di informazioni a<br />

una griglia territoriale molto fine<br />

che arriva sino al livello di sezione<br />

di censimento. Le sezioni ‘di censimento’,<br />

infatti, nascono proprio<br />

per organizzare la raccolta dei<br />

dati censuari (di qui la specificazione<br />

del complemento) e il loro<br />

disegno, in origine, rispondeva a<br />

criteri di equi-numerosità delle<br />

famiglie tra una sezione e l’altra<br />

al fine di distribuire in modo<br />

equilibrato il lavoro sul campo tra<br />

i rilevatori.<br />

Le innovazioni di processo introdotte<br />

con la tornata censuaria del<br />

2011 hanno gettato le basi per<br />

un superamento – in termini di<br />

organizzazione della rilevazione<br />

– delle sezioni di censimento: nel<br />

2011, infatti, per la prima volta<br />

l’Istat ha utilizzato direttamente<br />

gli indirizzi della popolazione<br />

residente iscritta in anagrafe per<br />

inviare, tramite vettore postale,<br />

i questionari alle famiglie e gli<br />

stessi indirizzi sono stati usati per<br />

gestire e monitorare l’andamento<br />

del lavoro sul campo tramite un<br />

apposito Sistema informatico<br />

di Gestione della Rilevazione<br />

(SGR). Si è prodotto quindi un<br />

cambio complessivo di strategia<br />

censuaria, passando da un censimento<br />

tradizionale con rilevazione<br />

esaustiva della sezione a un<br />

censimento assistito da lista (nello<br />

specifico, la Lista Anagrafica<br />

Comunale - LAC). Ai dati raccolti<br />

nel 2011 su famiglie e abitazioni<br />

è stata quindi associata e<br />

memorizzata digitalmente, per la<br />

prima volta, anche l’informazione<br />

relativa all’indirizzo. Attraverso<br />

un’attività piuttosto complessa,<br />

cominciata prima e proseguita<br />

durante e dopo le fasi di lavoro<br />

sul campo, tutti gli indirizzi raccolti<br />

sono stati geocodificati ed è<br />

quindi stato possibile assegnare<br />

una sezione di censimento alle<br />

unità rilevate.<br />

Per comprendere fino in fondo<br />

le potenzialità, ma anche i limiti,<br />

dell’informazione prodotta, si devono<br />

però tenere in conto alcuni<br />

elementi specifici del processo di<br />

produzione e del contesto normativo<br />

che ha governato l’intera<br />

operazione censuaria.<br />

Innanzitutto, il censimento della<br />

popolazione e delle abitazioni<br />

è, come tutte le altre indagini<br />

dell’Istituto nazionale di statistica,<br />

un’indagine con finalità principalmente<br />

statistiche. Questa affermazione,<br />

che si configura quasi<br />

come una tautologia (un’indagine<br />

statistica che ha finalità statistiche),<br />

va invece tenuta ben presente<br />

per valutare correttamente<br />

il supporto che tali statistiche<br />

possono fornire all’utenza esterna.<br />

La tornata censuaria 2011<br />

è stata disciplinata per la prima<br />

volta da un regolamento Europeo<br />

(Eurostat), il Regolamento quadro<br />

sul censimento 763/2008,<br />

che prevedeva, oltre a un preciso<br />

piano di diffusione (quali variabili,<br />

quali incroci tra variabili e a<br />

quale livello territoriale), anche<br />

la tempistica delle operazioni e<br />

fissava il rilascio definitivo dei<br />

dati entro ventisette mesi dalla<br />

fine dell’anno censuario di riferimento,<br />

ovvero entro il 31 marzo<br />

2014.<br />

È all’interno di questa cornice<br />

normativa, ma anche di innovazioni<br />

tecniche di produzione<br />

censuaria, che si inquadra la<br />

rilevazione degli edifici e delle<br />

abitazioni.<br />

Rilevazione dei Numeri Civici<br />

Le informazioni relative al patrimonio<br />

edilizio sono state raccolte<br />

in due momenti diversi: nei centri<br />

abitati dei comuni capoluogo<br />

di provincia e nei comuni sopra<br />

i 20mila abitanti i dati sono stati<br />

raccolti durante la Rilevazione dei<br />

Numeri Civici (RNC) svoltasi tra<br />

la fine del 2010 e l’inizio dell’anno<br />

successivo. Nella parte rimanente<br />

del territorio (comuni sotto<br />

i 20mila abitanti e sezioni non<br />

di centro abitato dei comuni più<br />

grandi) la rilevazione ha avuto<br />

luogo contestualmente alle altre<br />

operazioni censuarie del 2011.<br />

La RNC è stata effettuata con tre<br />

obiettivi principali. Innanzitutto<br />

realizzare, prima dell’inizio del<br />

Censimento, un archivio di numeri<br />

civici validato da ciascun<br />

Comune e geocodificato alle sezioni<br />

di censimento aggiornate al<br />

2010; secondariamente, disporre<br />

delle informazioni necessarie per<br />

realizzare una lista comunale di<br />

dati volta a facilitare, durante la<br />

rilevazione censuaria del 2011, le<br />

operazioni di recupero della eventuale<br />

sottocopertura della LAC;<br />

terzo, raccogliere le informazioni<br />

relative al numero degli edifici e<br />

alle loro caratteristiche strutturali<br />

anticipando una parte consistente<br />

del lavoro dei comuni per il censimento<br />

degli edifici.<br />

Per la rilevazione sul campo<br />

della RNC, svoltasi dalla metà<br />

52 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

novembre del 2010 alla fine di<br />

marzo 2011 con un calendario<br />

differenziato per classe demografica<br />

dei comuni, gli stessi avevano<br />

a disposizione ortoimmagini del<br />

territorio integrate con le carte<br />

tecniche catastali geocodificate<br />

alle sezioni di censimento 2010 e<br />

liste di numeri civici precompilati<br />

in formato digitale, ordinati per<br />

sezione di censimento e arco di<br />

strada.<br />

Le operazioni di rilevazione sul<br />

campo prevedevano che ciascun<br />

rilevatore percorresse gli archi<br />

di strada di ciascuna sezione di<br />

censimento a lui assegnata orientandosi<br />

con l’aiuto della mappa<br />

cartografica. Per ciascun arco di<br />

strada dovevano essere controllati<br />

tutti i numeri civici riportati nel<br />

modello precompilato (Mod.<br />

Istat RNC.1), correggendo eventuali<br />

errori e integrando, quando<br />

necessario, con indirizzi non presenti<br />

nel modello. Per ciascun numero<br />

civico, inoltre, il rilevatore<br />

doveva registrare il codice di edificio,<br />

individuando sulla mappa<br />

cartografica della sezione fornita<br />

dall’Istat l’edificio cui apparteneva<br />

il numero civico e il codice corrispondente.<br />

Per ciascun edificio<br />

il rilevatore registrava il codice di<br />

edificio sul modello di rilevazione<br />

degli edifici (Mod. Istat EDI.1),<br />

rilevando le caratteristiche<br />

dell’edificio e il numero di unità<br />

immobiliari, distinte in abitative<br />

e non abitative, e registrando le<br />

informazioni nelle apposite caselle<br />

del modello. A supporto della<br />

rilevazione sul campo il Comune<br />

poteva avvalersi anche di dati già<br />

presenti nei propri archivi, nel<br />

caso in cui questi fossero ritenuti<br />

realmente affidabili sotto il profilo<br />

della qualità e dell’aggiornamento<br />

dei dati in essi contenuti.<br />

Per la RNC i dati raccolti dai<br />

rilevatori comunali sul campo,<br />

mediante il modello cartaceo,<br />

sono stati poi registrati in acquisizione<br />

controllata, attraverso le<br />

funzionalità di un portale dedicato<br />

in cui i comuni accedevano<br />

e registravano le informazioni.<br />

Le informazioni registrate erano<br />

quindi inviate all’Istat utilizzando<br />

un’apposita funzione del portale;<br />

l’operazione a cura del responsabile<br />

tecnico comunale certificava<br />

la qualità dei dati contenuti nei<br />

file prodotti. I dati trasmessi dai<br />

comuni sono stati comunque<br />

sottoposti dall’Istat a procedure di<br />

controllo e validazione e quindi<br />

caricati sul Sistema di Gestione<br />

della Rilevazione (SGR) del 15°<br />

Censimento generale della popolazione<br />

e delle abitazioni e resi<br />

disponibili prima delle operazioni<br />

censuarie.<br />

La parte rimanente del censimento<br />

degli edifici si è servita invece<br />

dei modelli cartacei CP.ED,<br />

compilati dai rilevatori comunali<br />

e registrati in parte (codice identificativo<br />

del modello e indirizzo/i<br />

dell’immobile) nel sistema di gestione<br />

della rilevazione (SGR), in<br />

parte e (le caratteristiche dell’immobile:<br />

epoca di costruzione,<br />

tipo di materiale, etc.) acquisiti<br />

in lettura ottica. Va precisato che<br />

queste ultime informazioni sono<br />

anche le più consistenti.<br />

Il lavoro di raccolta sul campo<br />

nel modo qui brevemente riassunto<br />

ha prodotto una rilevante e<br />

preziosa mole di dati che ha sviluppato,<br />

alla fine delle operazioni<br />

censuarie, circa quarantacinque<br />

milioni di unità rilevate, tra edifici<br />

e abitazioni. L’enorme quantità<br />

di materiale generato e i vincoli in<br />

termini di tempo e risorse umane<br />

a disposizione hanno orientato<br />

le operazioni di controllo e<br />

correzione dei dati (analisi delle<br />

incongruenze, imputazione delle<br />

mancate risposte, risoluzione dei<br />

problemi di linkage tra indirizzi<br />

degli edifici e indirizzi delle famiglie<br />

residenti, confronti con i<br />

dati di benchmark disponibili per<br />

i diversi archivi, controllo della<br />

corretta localizzazione territoriale<br />

alla sezione di censimento, etc.)<br />

principalmente alle finalità statistiche<br />

della rilevazione, ovvero al<br />

controllo delle distribuzioni previste<br />

dal piano di diffusione.<br />

È anche per questo genere di<br />

motivazioni che attualmente l’Istat<br />

è impegnato in un profondo<br />

rinnovamento della rilevazione<br />

degli edifici e delle abitazioni con<br />

l’obiettivo di produrre un registro<br />

statistico degli edifici e delle<br />

abitazioni geocodificato a partire<br />

dai dati del 15° censimento della<br />

popopolazione e integrato dall'archivio<br />

nazionale dei numeri civici<br />

e delle strade urbane (ANNCSU)<br />

e di altri registri e/o indagini<br />

statistiche disponibili in Istat.<br />

Un registro che risponda sempre<br />

meglio alle numerose e motivate<br />

richieste di un’utenza esperta.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Istat 1997. La progettazione dei Censimenti 1991. Basi territoriali, organizzazione<br />

della rete di rilevazione, campagna di informazione, piano<br />

dei controlli (Vol.1). Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – Salario;<br />

Istat <strong>2016</strong>, Caratteristiche dei territori colpiti dal sisma del 24 agosto<br />

<strong>2016</strong> – Statistiche focus<br />

http://www.istat.it/it/files/<strong>2016</strong>/09/Focus-sisma-15sett<strong>2016</strong>.<br />

pdf?title=Territori+colpiti+dal+sisma+del+24+agosto+<strong>2016</strong>+-<br />

+15%2Fset%2F<strong>2016</strong>+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf<br />

Chiocchini R, Mugnoli S. 2014. Land Cover and Census integration<br />

geographic datasets to realize a statistics synthetic map. The European<br />

Forum for Geography and Statistics. Krakow, 22-24 Ottobre 2014.<br />

http://geo.stat.gov.pl/efgs/programme<br />

Lipizzi F., Mugnoli S., Esposto A., Lombardo G., Minguzzi R., Tanganelli<br />

C., Endennani G., Arcasenza M., <strong>2016</strong>. L’evoluzioni delle Basi<br />

Territoriali dell’ISTAT per l’analisi geostatistica del Paese. 12a Conferenza<br />

Nazionale di statistica. Roma <strong>2016</strong><br />

http://www.istat.it/storage/Conf12File/posterImg/059.jpg<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Censimento; numeri civici; basi territoriali<br />

ABSTRACT<br />

Official ISTAT Cartography and its related data, updated in advance<br />

of each census survey, not only represent the base for statistical description<br />

of the entire Italian territory but can be used as an useful help in<br />

emergency situation too.<br />

Their partition into residential and production areas and enumeration<br />

areas, in fact, allows to realize thematic maps, through very simple GIS<br />

algorithm, very useful overall during the early stages of the emergency.<br />

Buildings and houses ISTAT database can further provide some<br />

specific information about buildings and houses state (Census 2011<br />

data).<br />

AUTORE<br />

Stefano Mugnoli<br />

mugnoli@istat.it<br />

Damiano Abbatini<br />

abbatini@istat.it<br />

Raffaella Chiocchini<br />

rachiocc@istat.it<br />

Fabio Lipizzi<br />

lipizzi@istat.it<br />

ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 53


REPORT<br />

Un possibile ruolo del RNDT per l’accesso e l’utilizzo<br />

dei dati territoriali nella gestione delle emergenze<br />

di Gabriele Ciasullo e Antonio Rotundo<br />

Durante la gestione delle<br />

emergenze è necessario<br />

garantire un'agevole<br />

individuazione dei dati per<br />

la loro efficace condivisione<br />

e integrazione. Il Repertorio<br />

Nazionale dei Dati<br />

Territoriali può diventare<br />

una risposta a tali esigenze<br />

se le amministrazioni<br />

forniscono informazioni<br />

attendibili e aggiornate e<br />

adottano appropriate policy<br />

di accesso, condivisione e<br />

riutilizzo del dato.<br />

Fig. 1 - Le tipologie di dati documentati nel RNDT sulla base dei temi INSPIRE<br />

La gestione delle crisi e delle<br />

emergenze, come quella del<br />

terremoto che ha colpito<br />

l’Italia Centrale, richiede informazioni<br />

- per lo più connotate<br />

da una dimensione geografica -<br />

tempestive e di qualità per poter<br />

supportare opportunamente il<br />

processo decisionale. Nella maggior<br />

parte dei casi, è necessario<br />

garantire che i dati coinvolti possano<br />

essere agevolmente condivisi<br />

e integrati, soprattutto se provenienti<br />

da svariate fonti e afferenti<br />

a territori diversi, proprio perché<br />

i confini sono solo riferimenti<br />

astratti che non trovano rispondenza<br />

nei fenomeni reali.<br />

Nel caso dei recenti eventi sismici,<br />

per esempio, sono quattro<br />

le Regioni coinvolte (Abruzzo,<br />

Lazio, Marche e Umbria), con<br />

dati provenienti oltre che dalle<br />

stesse organizzazioni regionali<br />

anche da Enti centrali e locali che<br />

hanno specifiche competenze sul<br />

territorio interessato.<br />

L’importanza e la necessità di avere<br />

dati armonizzati e facilmente<br />

integrabili, soprattutto in situazioni<br />

di crisi, sono efficacemente<br />

spiegate in un video pubblicato<br />

recentemente che illustra come<br />

INSPIRE, framework di riferimento<br />

per i dati territoriali, nasca<br />

proprio per la creazione di un’infrastruttura<br />

per condividere informazioni<br />

territoriali tra le autorità<br />

pubbliche in Europa [1].<br />

Del resto, non sfugge l’impegno<br />

profuso anche a livello nazionale,<br />

negli ultimi anni, da parte delle<br />

amministrazioni italiane, nell’adozione<br />

di regole tecniche comuni<br />

per la formazione e l’armonizzazione<br />

dei dati territoriali.<br />

Parlando di qualità, la buona<br />

pratica richiederebbe che i dati<br />

rispettino alcune caratteristiche<br />

individuate dallo Standard ISO/<br />

IEC 25012:2008 , alcune peraltro<br />

espressamente richiamate da<br />

AgID con la determinazione n.<br />

68/2013 DIG [2] ( accuratezza,<br />

coerenza, completezza e tempestività<br />

di aggiornamento).<br />

Garantire la qualità, però, sebbene<br />

ineluttabile, non è sufficiente,<br />

in quanto bisogna assicurare<br />

quella che con un termine inglese<br />

è chiamata discoverability dei dati<br />

per fare in modo che essi siano<br />

effettivamente accessibili e utilizzabili.<br />

In altre parole, non è sufficiente<br />

che i dati esistano e che, auspicabilmente,<br />

siano di qualità; è<br />

necessario anche che sia possibile<br />

ricercarli e trovarli per valutare la<br />

loro utilizzabilità in rapporto alle<br />

specifiche esigenze.<br />

Il catalogo dei metadati, qual<br />

54 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

è il Repertorio Nazionale dei<br />

Dati Territoriali (RNDT) [3],<br />

risponde proprio a questa funzione<br />

precipua. Funzione di cui<br />

si intuisce ancora meglio l’importanza<br />

proprio in occasione di<br />

questi eventi. Avere un punto di<br />

accesso centralizzato tramite cui<br />

conoscere le informazioni disponibili<br />

e soprattutto come e dove<br />

poterle acquisire, riduce il tempo<br />

e le risorse impiegati nella ricerca<br />

che, come indicato nel preambolo<br />

della Direttiva INSPIRE, rappresenta<br />

un ostacolo decisivo allo<br />

sfruttamento ottimale dei dati.<br />

In altre parole, se non ci fosse un<br />

catalogo nazionale, si dovrebbe<br />

fare la “trafila” tra i vari (geo)portali,<br />

se disponibili, delle singole<br />

amministrazioni (analogamente<br />

a quanto si faceva fisicamente, e<br />

in alcuni casi si fa ancora, presso i<br />

vari uffici pubblici).<br />

Va da sé che la pre-condizione<br />

di quanto innanzi esposto è che<br />

le amministrazioni si preoccupino<br />

di adempiere a quanto loro<br />

richiesto popolando il catalogo<br />

con informazioni attendibili e<br />

aggiornate.<br />

Dall’ultimo report pubblicato<br />

qualche settimana fa da AgID<br />

risulta che le risorse geografiche<br />

-distinte in dataset (17.482), serie<br />

di dataset (307) e servizi (1.519)<br />

- documentate nel RNDT siano<br />

circa 20.000. Un numero certamente<br />

importante, paragonabile<br />

alla situazione degli altri principali<br />

Stati Membri europei. Ma che<br />

rappresenta, tuttavia, una parte<br />

(ancora piccola) del consistente<br />

patrimonio informativo gestito<br />

dalle amministrazioni pubbliche.<br />

Analizzando il report dal punto<br />

di vista qualitativo, in riferimento<br />

ai temi INSPIRE, si evince che<br />

sono "utilizzo del territorio",<br />

“parcelle catastali”, "nomi geografici",<br />

"zone sottoposte a gestione<br />

e limitazioni", "orto immagini",<br />

"reti di trasporto" e "idrografia" le<br />

categorie più utilizzate; sul totale,<br />

il 35% dei dati rientra tra i temi<br />

Fig. 2 - Ricerca e utilizzo dei dati e dei servizi documentati nel RNDT con QGis<br />

INSPIRE di cui all'allegato III<br />

della Direttiva, quelli più prettamente<br />

ambientali, tra i quali è<br />

presente anche “Zone a rischio<br />

naturale” di interesse per la tematica<br />

in oggetto (v. figura 1).<br />

Com'è noto, tali dati non sono<br />

direttamente accessibili e utilizzabili,<br />

nel senso che i metadati<br />

forniscono in generale una rappresentazione<br />

in riferimento alla<br />

disponibilità. La possibilità di accedere<br />

e di utilizzare i dati attiene<br />

alla policy di cessione del dato di<br />

competenza delle singole amministrazioni.<br />

In riferimento a ciò, da quanto<br />

riportato nei metadati, si possono<br />

avere tre situazioni:<br />

- sono indicati soltanto i termini<br />

e le condizioni sotto cui ottenere<br />

il dato, oltre ai riferimenti del<br />

punto di contatto a cui bisogna<br />

necessariamente rivolgersi;<br />

- in aggiunta alle informazioni di<br />

cui sopra, è indicato anche che i<br />

dati sono fruibili tramite servizi<br />

di visualizzazione (WMS, tra<br />

gli altri) di cui si fornisce il relativo<br />

endpoint;<br />

- in alternativa o in aggiunta al<br />

punto precedente, è indicato<br />

che i dati sono fruibili per il<br />

download attraverso specifici<br />

servizi di cui si fornisce, anche<br />

qui, l’endpoint. In questo caso,<br />

generalmente, è (o dovrebbe<br />

essere) indicata anche un’appropriata<br />

licenza open.<br />

Negli ultimi due casi, i dati sono<br />

accessibili e utilizzabili direttamente<br />

dall’utente finale, sia esso<br />

professionista o altra amministrazione<br />

pubblica.<br />

Il servizio di ricerca del RNDT,<br />

implementato sulla base degli<br />

standard OGC per i CSW, infatti,<br />

consente di essere agganciato<br />

e interrogato da appositi client<br />

disponibili con le applicazioni<br />

GIS più diffuse, sia open-source<br />

che proprietarie. Attraverso detti<br />

client, si possono effettuare<br />

specifiche ricerche sulle risorse<br />

descritte nei cataloghi impostando<br />

opportuni criteri e ottenere<br />

l’elenco dei dataset e/o dei servizi<br />

che rispondono a quei criteri<br />

con la visualizzazione dei relativi<br />

metadati. Se la risorsa è fruibile<br />

attraverso un servizio web OGC<br />

o è disponibile eventualmente<br />

per il download, allora è possibile<br />

aggiungere il servizio o il dataset<br />

stessi direttamente nell’ambiente<br />

di lavoro.<br />

Il generico operatore GIS ha,<br />

quindi, la possibilità, in un unico<br />

ambiente di lavoro e senza spostarsi<br />

dalla propria postazione,<br />

di verificare le risorse disponibili<br />

presso le amministrazioni pubbliche<br />

e, valutata la loro idoneità<br />

ai propri scopi attraverso l’analisi<br />

dei metadati, utilizzarle aggiungendo<br />

gli eventuali servizi disponibili<br />

(WMS, WFS, ...) oppure<br />

effettuandone il download, ove<br />

previsto. Nella figura 2 viene<br />

fornito un esempio della ricerca<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 55


REPORT<br />

e dell’utilizzo dei dati a partire da RNDT, utilizzando<br />

QGis, diffuso software GIS open source.<br />

In generale, ciò è comunque possibile con tutte le<br />

applicazioni che utilizzano le librerie GDAL/OGR<br />

[4].<br />

Nulla di trascendentale, si dirà. Se, però, le condizioni<br />

al contorno, di seguito evidenziate, fossero<br />

garantite, l'uso del catalogo diventerebbe certamente<br />

una risposta appropriata all’esigenza indicata<br />

all’inizio.<br />

In conclusione, per poter agevolare il lavoro del<br />

nostro operatore GIS e supportare i decisori ad<br />

assumere le scelte più opportune soprattutto in fase<br />

di emergenza, esaltando, altresì, in questo modo, le<br />

potenzialità del RNDT, è necessario un impegno<br />

ulteriore per assicurare quelle condizioni al contorno<br />

che possono essere riassunte nei seguenti punti:<br />

- procedere al popolamento del RNDT da parte<br />

di quelle amministrazioni ancora inadempienti<br />

in modo da avere la rappresentazione completa<br />

della disponibilità delle informazioni e dei servizi<br />

territoriali;<br />

- assicurare il costante aggiornamento delle informazioni<br />

riportate nei metadati;<br />

- garantire opportuni livelli di qualità di dati e metadati;<br />

- non limitarsi a rappresentare solo la disponibilità<br />

delle informazioni detenute, ma adottare policy<br />

di accesso, condivisione e riutilizzo del dato in<br />

linea con le più recenti disposizioni normative<br />

nazionali ed europee in tema di public sector information<br />

(PSI).<br />

RIFERIMENTI<br />

[1] http://inspire.ec.europa.eu/<br />

[2]http://www.agid.gov.it/sites/default/files/circolari/dt_cs_n.68_-_2013dig_-<br />

regole_tecniche_basi_dati_critiche_art_2bis_dl_179-2012_sito.pdf<br />

[3] http://www.rndt.gov.it<br />

[4] Alcuni esempi basati sul RNDT sono disponibili qui: http://blog.spaziogis.<br />

it/2015/07/31/gdal-ogr-per-accedere-a-cataloghi-geografici-csw/<br />

PAROLE CHIAVE<br />

RNDT; AgID; dati; spatial data; gestione emergenze; PA<br />

ABSTRACT<br />

A possible role of RNDT to access and use spatial data in emergency management.<br />

In the emergency management, an easy discovery of spatial data should be ensured<br />

for their effective sharing and integration. The National Catalogue for Spatial Data<br />

(Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali) can be an answer to those needs if the<br />

public administrations provide reliable and updated information and implement<br />

appropriate policies on access, sharing and reuse of data.<br />

AUTORE<br />

Gabriele Ciasullo<br />

ciasullo@agid.gov.it<br />

Antonio Rotundo<br />

antonio.rotundo@agid.gov.it<br />

AGID Agenzia per l’Italia Digitale<br />

http://www.rndt.gov.it<br />

56 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

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© <strong>2016</strong> Topcon Positioning Group<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 57


REPORT<br />

Il Geoportale Nazionale: un’infrastruttura<br />

a supporto delle emergenze<br />

di Alberto Conte, Maria Paola Bonofoglio e Laura Petriglia<br />

Fig. 1 - Esempio di<br />

modello digitale del<br />

terreno (DTM Digital<br />

Terrain Model)<br />

Gli ultimi eventi sismici verificatisi nel territorio italiano hanno riportato in<br />

auge l’importanza di avere facilmente e rapidamente informazioni territoriali<br />

sulle aree colpite, mirate inizialmente alla tempestività ed efficacia dei<br />

soccorsi. Come spesso accade in situazioni di emergenza, le difficoltà<br />

riscontrate evidenziano le lacune ad oggi esistenti dovute ad una mole di<br />

dati prodotta da enti differenti spesso non prontamente integrabili tra loro.<br />

La frammentarietà dell’informazione<br />

geografica<br />

nel nostro Paese è un<br />

tema che da tempo è oggetto<br />

di discussione tra i produttori<br />

di dati e rientra nella più vasta<br />

esigenza riconosciuta su tutto il<br />

territorio europeo. Nell’ultimo<br />

decennio, infatti, la Commissione<br />

europea, con la Direttiva<br />

2007/2/CE, meglio nota come<br />

Direttiva INSPIRE, ha promosso<br />

la realizzazione di infrastrutture<br />

di dati territoriali negli<br />

Stati membri, viste come<br />

nodi di un’unica infrastruttura<br />

europea. Tra gli scopi della<br />

Direttiva c’è proprio quello di<br />

facilitare l’accesso all’informazione<br />

geografica, rendendola<br />

innanzitutto disponibile e<br />

facilmente rintracciabile<br />

In Italia, la Direttiva IN-<br />

SPIRE è stata recepita con il<br />

D.Lgs. 32/2010, che conferisce<br />

al Ministero dell’Ambiente e<br />

della Tutela del Territorio e<br />

del Mare il titolo di autorità<br />

competente per la sua attuazione.<br />

Con lo stesso decreto si<br />

individua, nel portale cartografico<br />

dello stesso Ministero,<br />

il Geoportale Nazionale,<br />

definito come punto di accesso<br />

nazionale all’informazione<br />

territoriale e ambientale (per<br />

le finalità del decreto stesso).<br />

Da un punto di vista istituzionale,<br />

il Geoportale Nazionale<br />

rappresenta, dunque, lo strumento<br />

attraverso cui accedere<br />

ai dati geografici prodotti dalle<br />

Pubbliche Amministrazioni,<br />

tramite l’implementazione di<br />

opportuni servizi di rete che<br />

ne permettono la condivisione,<br />

senza alcuna duplicazione<br />

e, soprattutto, preservandone<br />

la proprietà e la responsabilità<br />

all’ente che li fornisce. Il<br />

processo presuppone che ogni<br />

ente produttore di dati adegui<br />

le proprie banche dati, corredate<br />

dei propri metadati, agli<br />

standard e che vengano poi<br />

successivamente pubblicati<br />

attraverso servizi di rete basati<br />

su standard OGC (Open Geospatial<br />

Consortium). Se da<br />

un punto di vista tecnologico<br />

i tempi sono maturi affinché<br />

il processo abbia un’ampia<br />

diffusione, nella pratica ci si<br />

scontra spesso con la difficoltà<br />

da parte dei vari produttori di<br />

dati di adeguarsi agli standard<br />

e di provvedere all’implementazione<br />

di un’infrastruttura per<br />

la pubblicazione dei dati. Tale<br />

infrastruttura, comprensiva del<br />

personale con competenze specifiche,<br />

non è spesso realizzabile<br />

in particolar modo da parte<br />

di enti più piccoli, per motivi<br />

di natura economica. Le pubbliche<br />

amministrazioni locali<br />

sono quelle che più risentono<br />

delle difficoltà di adeguamento,<br />

pur essendo quelle deputate<br />

a fornire dati a grande scala,<br />

quindi di maggior dettaglio.<br />

La banca dati del Geoportale<br />

Nazionale si compone di tutte<br />

le informazioni raccolte nel<br />

corso del tempo nell’ambito di<br />

diversi progetti realizzati dal<br />

Ministero dell’Ambiente, quale<br />

il Piano Straordinario di Telerilevamento<br />

Ambientale e dai<br />

contributi derivanti dagli oltre<br />

300 protocolli d’intesa stipulati<br />

con vari enti pubblici centrali e<br />

locali per lo scambio dati.<br />

58 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

I dati esposti dal GN, proprio<br />

perché provenienti da fonti<br />

ufficiali, sono tutti validati<br />

dagli enti produttori e hanno<br />

tempi di aggiornamento propri<br />

dell’Amministrazione che li<br />

realizza.<br />

Tra le iniziative a supporto<br />

del processo di integrazione,<br />

nel <strong>2016</strong>, il MATTM ha dato<br />

avvio al progetto pilota “Geoportale<br />

in Comune”, nell’area<br />

metropolitana di Roma. Lo<br />

scopo del progetto è di facilitare<br />

l’interoperabilità tra le PA<br />

locali e il Geoportale Nazionale<br />

attraverso un processo di censimento,<br />

catalogazione e condivisione<br />

dei dati territoriali.<br />

Nell’ambito dello stesso progetto<br />

è stata avviata un’iniziativa<br />

che ha visto la realizzazione<br />

di laboratori di educazione ambientale<br />

nelle scuole, mirati alla<br />

conoscenza del territorio attraverso<br />

l’utilizzo del Geoportale<br />

Nazionale. L’iniziativa, che ha<br />

riscosso molto interesse, ha lo<br />

scopo di sensibilizzare insegnanti<br />

e alunni nell’importanza<br />

dell’informazione territoriale<br />

per la conoscenza del territorio<br />

e la prevenzione dei rischi dovuti<br />

ai fenomeni che vi insistono<br />

(dissesti, sismicità, ecc.).<br />

Appare ovvio come l’obiettivo<br />

che il Geoportale Nazionale<br />

si prefigga di raggiungere sia<br />

proprio quello di rappresentare<br />

una banca dati centralizzata,<br />

quanto più completa possibile,<br />

in grado di aggregare dati provenienti<br />

da soggetti pubblici<br />

diversi, attraverso la condivisione<br />

di regole e l’adozione di<br />

standard: la standardizzazione<br />

è la condizione necessaria per<br />

mettere in relazione informazioni<br />

di diversa natura e proveniente<br />

da fonti differenti.<br />

Ad oggi il GN, si compone<br />

di un proprio catalogo di metadati,<br />

che offre la possibilità<br />

di ricercare i dati di proprio<br />

interesse, di un WebGIS, che<br />

consente la visualizzazione e<br />

l’interrogazione dei dati presenti<br />

anche ad un utente non<br />

esperto e, infine, di servizi<br />

di rete a standard OGC che<br />

permettono ad un pubblico<br />

più esperto (utente specialista)<br />

di accedere alle informazioni,<br />

talora scaricarle, e poterle integrare<br />

con altri layer, il tutto<br />

tramite l’utilizzo di un client<br />

GIS, anche open source, come<br />

il diffusissimo QGIS.<br />

Tra i dati di sicuro interesse in<br />

fase di emergenza, il GN annovera<br />

una successione di 5 serie<br />

temporali, in ordine cronologico,<br />

di ortofoto a copertura<br />

nazionale, più precisamente dal<br />

1988 alle ultime realizzate da<br />

AGEA nel triennio 2009/2012<br />

ad alta risoluzione (50 cm). La<br />

visualizzazione è disponibile sul<br />

WebGIS e attraverso i servizi<br />

WMS (web map service). Tra<br />

le funzionalità del WebGIS c’è<br />

anche la possibilità di effettuare<br />

un‘analisi diacronica della<br />

zona d’interesse affiancando<br />

ortofoto restituite in periodi<br />

differenti e stimarne l’evoluzione<br />

nel tempo. Molti sono<br />

i tematismi pubblicati: basti<br />

pensare che sono presenti 107<br />

servizi WMS e 60 servizi WFS.<br />

Di particolare rilevanza nelle<br />

fasi sia di pianificazione che di<br />

risposta alle emergenze, sono<br />

i dati provenienti dal Piano<br />

Straordinario di Telerilevamento<br />

(vedi focus) i quali<br />

Fig. 2 - Esempio di<br />

modello digitale della<br />

superficie (DSM Digital<br />

Surface Model)<br />

ad esempio, in occasione del<br />

sisma del 24 agosto <strong>2016</strong> avvenuto<br />

in Italia centrale, sono<br />

stati utilizzati per la gestione<br />

dell’emergenza. A mero titolo<br />

esemplificativo, nei giorni<br />

subito dopo l’evento sismico,<br />

la Direzione di Comando e<br />

Controllo (Di.Coma.C) del<br />

Dipartimento della Protezione<br />

Civile ha inviato alla Direzione<br />

Generale per la Salvaguardia<br />

del Territorio e delle Acque del<br />

MATTM una richiesta di dati<br />

DTM LiDAR, con risoluzione<br />

a terra di 1 metro, nel Bacino<br />

del Fiume Tronto. La richiesta,<br />

evasa immediatamente, rispondeva<br />

all’esigenza di avere dati<br />

di dettaglio sulle situazioni di<br />

rischio idraulico nel bacino<br />

d’interesse, ai fini dell’allestimento<br />

delle aree di emergenza<br />

e la costruzione di moduli abitativi<br />

e scolastici temporanei,<br />

nonché del potenziamento del<br />

sistema di allertamento nelle<br />

aree del cratere.<br />

La disponibilità della banca<br />

dati del PST è verificabile attraverso<br />

il GN e si può richiedere<br />

attraverso una semplice<br />

domanda inviata via mail. Ad<br />

oggi sono stati distribuiti dati<br />

per una copertura areale di<br />

oltre 4.000.000 km 2 corrispondente<br />

a più di 1000 richieste<br />

evase, provenienti da Pubbliche<br />

Amministrazioni (Comuni,<br />

Province, Regioni, Ministeri,<br />

Aree Marine, Parchi, Autori-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 59


REPORT<br />

tà di Bacino), Enti di ricerca<br />

(CNR, INGV, ISPRA, ecc),<br />

Università, società, studi professionali<br />

e privati cittadini.<br />

L’impegno nel prossimo futuro<br />

del GN è di favorire la crescita,<br />

direttamente e indirettamente,<br />

della banca dati centralizzata e<br />

di renderla sempre più fruibile<br />

anche ad un pubblico non solo<br />

di esperti affinché si attui una<br />

politica di condivisione reale<br />

sia delle informazioni territoriali<br />

che delle best practices con<br />

fine ultimo di contribuire a<br />

rendere il Paese più efficiente<br />

nelle fasi di pianificazione,<br />

monitoraggio e di risposta alle<br />

emergenze.<br />

Il Piano Straordinario<br />

di Telerilevamento<br />

Ambientale (PST-A)<br />

Al fine di ridurre l’incidenza<br />

di eventi tragici e l’impatto<br />

socio-economico dei dissesti il<br />

MATTM ha realizzato da alcuni<br />

anni il Piano Straordinario<br />

di Telerilevamento Ambientale,<br />

volto all’acquisizione di dati telerilevati<br />

ad altissima risoluzione<br />

con l’impiego delle tecnologie<br />

più evolute da piattaforme<br />

satellitari e aeromobili.<br />

Il Piano Straordinario di Telerilevamento<br />

è uno strumento<br />

fondamentale per il potenziamento<br />

della conoscenza e per<br />

il rafforzamento delle capacità<br />

di osservazione e controllo del<br />

territorio mediante l’utilizzo<br />

di tecniche di telerilevamento<br />

all’avanguardia. Nell’ottica di<br />

condivisione e del riuso dei<br />

dati territoriali e ambientali, il<br />

MATTM ha voluto estendere<br />

l’utilizzo dei dati acquisiti<br />

nell’ambito del PST a tutte<br />

le problematiche di tipo ambientale<br />

(Piano Straordinario<br />

di Telerilevamento Ambientale<br />

- PST-A); di conseguenza,<br />

la banca dati del Progetto è<br />

orientata non solo al rischio<br />

idrogeologico, ma anche ad altre<br />

importanti aree di interesse<br />

ambientale.<br />

Nell’ambito della commissione<br />

del tavolo tecnico PST-A<br />

sono state definite le tecniche<br />

da utilizzare: il Laser Scanning<br />

LiDAR (Light Detection And<br />

Ranging) e l’Interferometria<br />

differenziale SAR (Synthetic<br />

Aperture Radar).<br />

Il Laser Scanning<br />

LiDAR e il DTM<br />

I dati ottenuti con la tecnica<br />

Laser Scanning LiDAR (Light<br />

Detection And Ranging) sono<br />

modelli digitali del terreno<br />

(DTM) e delle superfici (DSM<br />

First e Last) di elevatissimo<br />

dettaglio (risoluzione 1-2 m,<br />

accuratezza altimetrica ± 15<br />

cm, accuratezza planimetrica<br />

± 30 cm), che riproducono<br />

fedelmente la morfologia del<br />

territorio indagato. Queste<br />

informazioni consentono, per<br />

esempio, di studiare i versanti<br />

con morfologie soggette allo<br />

sviluppo di fenomeni franosi,<br />

di monitorare l’erosione costiera,<br />

di delimitare con maggior<br />

precisione le aree a potenziale<br />

rischio di inondazione, di realizzare<br />

e aggiornare le sezioni<br />

fluviali trasversali ad integrazione<br />

dei rilievi topografici.<br />

Per quanto detto, i dati LiDAR<br />

forniscono un valido supporto<br />

per le analisi di stabilità dei<br />

versanti, utile per l’aggiornamento<br />

e la verifica dei Piani di<br />

Assetto Idrogeologico (PAI),<br />

per la progettazione di opere<br />

per la difesa del suolo, per le<br />

attività di pianificazione territoriale<br />

ad ogni livello, per la<br />

progettazione di infrastrutture<br />

a rete, ecc.. Soprattutto, i modelli<br />

matematici delle superfici<br />

ottenuti con tecnica LiDAR<br />

sono fondamentali per eseguire<br />

le modellazioni idrauliche<br />

necessarie alla perimetrazione<br />

delle aree potenzialmente inondabili<br />

previste dalla Direttiva<br />

Alluvioni 2007/60/CE, recepita<br />

con D.Lgs 49/2010, in cui,<br />

si fa esplicitamente riferimento<br />

all’utilizzo dei dati del PST-A<br />

per la “delimitazione e aggiornamento<br />

delle aree a pericolosità<br />

idraulica e delle aree a rischio<br />

idraulico, nonché’ ai fini<br />

delle attività di protezione dal<br />

rischio di alluvione” (allegato 1<br />

parte C punto 3).<br />

Il DTM rappresenta la superficie<br />

del terreno privata della<br />

vegetazione e dei manufatti<br />

antropici (Figura 1), quindi è<br />

utile per la topografia, l’individuazione<br />

del reticolo idrografico<br />

e la modellistica idraulica.<br />

Il DSM (Figura 2) rappresenta,<br />

invece, il modello della superficie<br />

reale, composta da tutti<br />

i suoi elementi (vegetazione,<br />

edifici, infrastrutture, ecc..) ed<br />

è impiegato nella progettazione,<br />

nel rilievo di infrastrutture,<br />

nella modellazione urbana e<br />

vegetazionale.<br />

Il PST-A, in sinergia con le<br />

Pubbliche Amministrazioni<br />

centrali e locali, ha garantito<br />

a partire dal 2008, nell’ottica<br />

del contenimento della spesa<br />

pubblica, la pianificazione<br />

integrata dei rilievi che hanno<br />

interessato tutta la fascia<br />

costiera, il reticolo fluviale<br />

principale e alcune aree che<br />

presentano particolari criticità<br />

idrogeologiche, per un totale<br />

di quasi 104.000 km2, pari al<br />

34,5 % del territorio nazionale.<br />

A questi rilievi si vanno a sommare<br />

quelli realizzati da altre<br />

Pubbliche Amministrazioni e<br />

condivisi nell’ambito del PST-<br />

A, che interessano un’area di<br />

oltre 35.000 km2, portando<br />

la percentuale di copertura<br />

nazionale al 46%. Nel corso<br />

dell’ultima fase di attuazione<br />

del PST-A, su richiesta di Autorità<br />

di Bacino e Regioni, è<br />

60 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong>


REPORT<br />

stata realizzata la copertura del<br />

reticolo idrografico secondario<br />

per un ulteriore incremento<br />

areale di 23.000 km2.<br />

Persistent Scatteres<br />

Interfeometry<br />

La tecnica interferometrica<br />

(Persistent Scatteres Interfeometry)<br />

consente di individuare<br />

e monitorare lo spostamento<br />

di bersagli a terra (Persistent<br />

Scatteres - PS) valutandone la<br />

velocità di spostamento (mm/<br />

anno) rispetto al sensore tra<br />

due passaggi successivi del satellite.<br />

I dati ottenuti con questa<br />

metodologia possono essere<br />

utilizzati nel monitoraggio di<br />

fenomeni franosi oppure per<br />

l’individuazione di aree soggette<br />

a subsidenza o compattazioni<br />

locali dei terreni. I dati<br />

interferometrici rappresentano,<br />

quindi, un valido ausilio per il<br />

costante aggiornamento delle<br />

mappe di pericolosità geomorfologica<br />

o dell’Inventario dei<br />

Fenomeni Franosi (Progetto<br />

IFFI), come supporto alla<br />

mappatura e per la determinazione<br />

dello stato di attività<br />

dei fenomeni, oltre che per lo<br />

studio della loro evoluzione nel<br />

tempo.<br />

Il dataset dei dati interferometrici<br />

ha copertura nazionale ed<br />

è costituito da immagini radar<br />

e cluster di punti Permanent<br />

Scatterers (PS) da esse derivati.<br />

Le immagini radar, sia per l’orbita<br />

ascendente che per quella<br />

discendente, sono state acquisite<br />

dai satelliti ERS-1/2 (1992<br />

– 2000), ENVISAT (2003<br />

– 2009) e COSMO Sky-Med<br />

(aree test, 2008 – 2010), garantendo<br />

una copertura temporale<br />

pressoché continua dal<br />

1992 al 2010. Alla luce degli<br />

ottimi risultati conseguiti<br />

dall’elaborazione dei dati CO-<br />

SMO Sky-Med nelle tre aree<br />

test, il dataset dei dati interferometrici<br />

è stato ulteriormente<br />

aggiornato con l’elaborazione<br />

di 100 frame (40 x 40 km) di<br />

immagini COSMO SkyMed<br />

acquisite dall’ASI (Agenzia<br />

Spaziale Italiana) nell’ambito<br />

del progetto Map Italy nel periodo<br />

2010-2015.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

DTM; DSM; geoportale; LiDAR; permanent<br />

scatterers; telerilevamento ambientale<br />

ABSTRACT<br />

The Italian National Geoportal as a supporting infrastructure<br />

for emergencies<br />

The recent seismic events in the Italian territory have revived<br />

the importance of spatial information easily and quickly on the<br />

affected areas, targeted initially to the timeliness and effectiveness<br />

of the rescues. As often happens, in emergency situations,<br />

the difficulties encountered highlight the gaps existing due to<br />

an amount of data produced by different institutions often<br />

not readily integrated with each another. The Italian National<br />

Geoportal is the hub to concentrate the access to all geospatial<br />

information.<br />

AUTORE<br />

Alberto Conte<br />

conte.alberto@minambiente.it<br />

Funzionario Delegato PST (MATTM)<br />

Maria Paola Bonofiglio<br />

bonofiglio.mariapaola@minambiente.it<br />

Unità Assistenza Tecnica Sogesid S.p.A.<br />

Laura Petriglia<br />

petriglia.laura@minambiente.it<br />

Unità Assistenza Tecnica Sogesid S.p.A.<br />

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del<br />

Territorio e del Mare<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2016</strong> 61


AGENDA<br />

23-25 gennaio 2017<br />

Londra (Inghilterra)<br />

Defence Geospatial Intelligence<br />

Conference<br />

www.geoforall.it/k9cwc<br />

8-11 febbraio<br />

Genova<br />

FOSS4G-IT 2017<br />

www.geoforall.it/kwppx<br />

1-3 marzo 2017<br />

Nafplio (Grecia)<br />

International Workshop ISPRS/<br />

CIPA 3D-ARCH<br />

www.geoforall.it/k9yx4<br />

05-07 marzo 2017<br />

Dubai (UAE)<br />

JURSE 2017 URBAN 2017<br />

URS 2017<br />

www.geoforall.it/k9cwu<br />

14-16 marzo 2017<br />

Munich (Germania)<br />

Munich Satellite Navigation<br />

Summit 2017<br />

www.geoforall.it/k9cu4<br />

29 marzo 2017<br />

Roma<br />

“UAV & SAR: i droni nelle<br />

operazioni di salvataggio"<br />

www.geoforall.it/k9cy3<br />

10-12 Aprile 2017<br />

Roma<br />

AIIT International Congress<br />

TIS Rome 2017<br />

www.geoforall.it/k9c46<br />

18-20 aprile 2017<br />

Sharjah (UAE)<br />

ASCMCES-17<br />

www.geoforall.it/k9cw6<br />

24–26 aprile 2017<br />

Vienna (Austria)<br />

Geosciences Information For<br />

Teachers (GIFT) workshop by<br />

EGU<br />

www.geoforall.it/k9crp<br />

27-28 aprile 2017<br />

Porto (Portugal)<br />

GISTAM 2017 3rd<br />

International Conference on<br />

Geographical Information<br />

Systems Theory, Applications<br />

and Management<br />

www.geoforall.it/kx9wx<br />

06-08 maggio 2017<br />

Cairo (Egypt)<br />

10th International Symposium<br />

On Mobile Mapping<br />

Technology and Summer<br />

School on mobile Mapping<br />

www.geoforall.it/k9cw8<br />

10-11 maggio 2017<br />

Roma<br />

Conferenza Esri Italia 2017<br />

www.geoforall.it/k9cyk<br />

23-24 maggio 2017<br />

London (UK)<br />

GEO Business 2017<br />

www.geoforall.it/k9cwd<br />

29 maggio - 2 giugno 2017<br />

Salzburg (Austria)<br />

GNC 2017 10th ESA GNC<br />

Conference<br />

www.geoforall.it/k9chh<br />

06-09 giugno 2017<br />

Hannover (Germany)<br />

ISPRS WG Hannover<br />

Workshop HRIGI 17 – CMRT<br />

17 – EuroCOW 17 Joint<br />

Meeting<br />

www.geoforall.it/k9cw4<br />

25 giugno-1 luglio 2017<br />

Zagreb (Croatia)<br />

XXX International Geodetic<br />

Student Meeting<br />

www.geoforall.it/kxpff<br />

4 - 7 luglio 2017<br />

Salzburg (Austria)<br />

GI_Forum 2017<br />

www.geoforall.it/k9cup<br />

16-22 luglio 2017<br />

Obergurgl (Austria)<br />

Innsbruck Summer School of<br />

Alpine Research 2017 Close<br />

Range Sensing Techniques in<br />

Alpine Terrain Venue<br />

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mirandolo con il punto laser visibile, senza<br />

doversi avvicinare al bersaglio<br />

❚❚Misura anche di punti difficilmente<br />

accessibili, ad es. degli spigoli dei tetti<br />

❚❚Misura di superfici di soffitti, pavimenti<br />

e tetti, volumi, inclinazioni, pendenze,<br />

differenze di altezza, angoli<br />

❚❚Messa a piombo di punti, spostamento parallelo<br />

di assi, registrazione di altezze, sfasamento di<br />

punti posti alla stessa altezza su pareti.<br />

❚❚Rappresentazione in tempo reale delle<br />

misure in un grafico sul display<br />

❚❚Rappresentazione precisa dei punti misurati<br />

nella vista fotocamera<br />

❚❚Calcolatrice<br />

❚❚Documentazione in tabelle standard,<br />

fotografie, file DXF, file di testo con la<br />

semplice pressione di un tasto<br />

❚❚Misure eseguibili con comando a distanza<br />

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e penna USB<br />

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