Bollettino parrocchiale
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Parrocchie di Carona e Carabbia<br />
<strong>Bollettino</strong> <strong>parrocchiale</strong><br />
2016/2017<br />
Restauri alle<br />
Chiese di<br />
Carona<br />
2017<br />
Dicembre 2016
CHF 20.00<br />
Vaso di San Giorgio<br />
Panettone tradizionale, prodotto secondo moderni<br />
metodi di cottura, senza aggiunta di conservanti e<br />
con l’uso di materie prime di elevatissima qualità.<br />
Prodotto dal pasticciere diplomato caronese,<br />
Gianluca MOLLO, a sostegno della campagna di<br />
raccolta fondi per i restauri della Chiesa dei Santi<br />
Giorgio e Andrea di Carona, nonché delle altre<br />
chiese di Carona, in particolare la Chiesa di Santa<br />
Marta e il Santuario della Madonna d’Ongero.<br />
Per maggiori informazioni sui restauri e sul Vaso di<br />
San Giorgio consultate il sito Internet<br />
www.parrocchiacarona.ch<br />
Comande del Vaso di San Giorgio:<br />
info@parrocchiacarona.ch
1<br />
Editoriale<br />
Dopo oltre 3 anni di preparazione e<br />
quasi un anno di lavori, la Chiesa di<br />
San Giorgio e Sant’Andrea e il<br />
Santuario della Madonna d’Ongero<br />
sono stati restaurati e protetti dalle<br />
aggressioni del tempo<br />
Sono già passati 3 anni dal giorno in cui il Consiglio<br />
Parrocchiale si è reso conto del fatto che la Chiesa<br />
di San Giorgio e Sant’Andrea e il Santuario della<br />
Madonna d’Ongero necessitavano di interventi di<br />
restauro urgente, al fine di evitare loro danni gravi e<br />
purtroppo definitivi. Il Consiglio Parrocchiale di<br />
Carona ha preso l’impegno estremamente gravoso<br />
di riunire attorno a sé la Curia Vescovile, l’Ufficio<br />
beni culturali, la Confederazione, la Città di Lugano,<br />
un primario istituto di credito, nonché un progettista<br />
di estremo valore e un team di artigiani le cui<br />
competenze e professionalità sono ormai sotto gli<br />
occhi di tutti.<br />
Quasi 600'000 franchi sono stati trovati ed investiti<br />
nel progetto di restauro della Chiesa principale.<br />
Quasi 200'000 franchi sono stati trovati ed investiti<br />
nel progetto di restauro del Santuario della<br />
Madonna d’Ongero. E quasi 50'000 franchi sono<br />
stati trovati ed investiti nel progetto di risanamento<br />
della Casa Parrocchiale.<br />
– 1 –
Di tutti questi soldi, solo una piccola parte, inferiore<br />
al 10% proviene da Carona. E questo è un dato<br />
sconfortante, se si pensa che i due monumenti in<br />
questione – se è vero che sono Chiese e dunque<br />
luoghi religiosi – in realtà sono anche due fra i più<br />
importanti complessi artistici e aggregativi di<br />
Carona. A Carona, se si vuole tenere un concerto<br />
(come è il caso di CeresioEstate o di altri gruppi che<br />
vengono a Carona ad esibirsi), ci si concentra su<br />
queste due magnifiche sale da concerto, aperte a<br />
tutti, e per l’occasione scevre da significati di<br />
proselitismo religioso.<br />
Ma contribuire al restauro delle due porte dell’antico<br />
nucleo seicentesco di Carona è apparentemente<br />
visto come un atto disdicevole, salvo poi, in<br />
presenza di estranei occasionalmente di passaggio,<br />
piccarsi di essere uno degli artefici di questo<br />
recupero storico che porta a Carona ancora<br />
maggiore lustro e attenzione.<br />
E allora, il Consiglio <strong>parrocchiale</strong> di Carona dovrà<br />
continuare a rivolgersi a menti illuminate in altri<br />
angoli del mondo, che sono capaci di fare<br />
astrazione dalle diatribe di un quartiere che nulla<br />
contribuiscono al suo futuro, ma solo bruciano<br />
persone ed idee, aumentando l’appiattimento e<br />
l’imbarbarimento generale della vita sociale di<br />
quartiere. Gli atti della Parrocchia saranno la<br />
memoria storica di questo ben triste disinteresse dei<br />
Caronesi per i loro monumenti, per i quali hanno<br />
lottato nel passato, come attestano le antiche<br />
pergamene conservate negli archivi parrocchiali.<br />
Il Consiglio <strong>parrocchiale</strong> ha intrapreso un percorso<br />
difficile e solitario, nell’indifferenza di molti<br />
parrocchiani e non-parrocchiani, che preferiscono<br />
gioire di un male piuttosto che di una cura al male<br />
stesso. Nessuno si senta escluso, se il Consiglio<br />
<strong>parrocchiale</strong> oggi si lamenta di una situazione di<br />
fatto assai emblematica: anzi, chi ancora non si è<br />
deciso per fare un primo passo per lasciare un<br />
segno nella storia del nostro quartiere, è ben<br />
accetto, tanto più che nessuno ha mai voluto<br />
criticare gli errori del passato, ma anzi si è sempre<br />
voluto andare avanti pensando solo al bene<br />
comune.<br />
Questo numero del bollettino <strong>parrocchiale</strong> è dunque<br />
dedicato a questi restauri, lasciando soprattutto la<br />
parola a chi ha lavorato in questi cantieri e ha dato il<br />
suo apporto sia con lavori di qualità eccelsa, ma<br />
soprattutto fornendo la sua opera nei tempi e nei<br />
costi pattuiti, senza alcun ritardo e senza alcun<br />
sorpasso di spesa.<br />
È con questo spirito che il Consiglio <strong>parrocchiale</strong> si<br />
appresta a raccogliere i fondi per la successiva<br />
tappa di restauro interno nella Chiesa principale di<br />
Carona, per la quale sono necessari ca. 800'000<br />
franchi e vi sono ancora molte occasioni per tutti i<br />
Caronesi di dimostrare il loro attaccamento ad un<br />
ben storico comune.<br />
Dimostriamo dunque ai nostri posteri chi siamo<br />
stati, chi siamo e chi saremo!<br />
Luca Guidicelli<br />
presidente del Consiglio <strong>parrocchiale</strong> di Carona<br />
– 2 –
2<br />
L’essenziale della festa di<br />
Natale è invisibile agli occhi<br />
La festa di Natale ha qualcosa di<br />
misterioso. Siamo tutti attratti dal<br />
Natale. Ci sono tanti ricordi della nostra<br />
infanzia, della nostra famiglia.<br />
È anche per tanti un tempo forte a<br />
livello spirituale.<br />
Oggi l’anestesia culturale, l’ignoranza, l’indifferenza,<br />
il consumismo ci impediscono di cogliere la<br />
profondità umana, ma anche religiosa della festa di<br />
Natale. A Natale ricordiamo la nascita di un uomo<br />
famoso, Gesù, nato in Galilea 2000 anni fa,<br />
umanista d’avanguardia, con il suo programma<br />
espresso nel Discorso della Montagna con le<br />
beatitudini. A Natale, i cristiani celebrano la venuta<br />
di Dio tra di noi, il Principe della pace annunciato<br />
dalle profezie dell’Antico Testamento, che viene a<br />
guarire l’uomo dal suo vuoto interiore.<br />
Perché questa miopia o questa dimenticanza? Una<br />
risposta possibile è che abbiamo dimenticato che<br />
l’essenziale è invisibile agli occhi. È solo con gli<br />
occhi del cuore che si vede la vera realtà, diceva<br />
Antoine de Saint-Exupéry, autore del Piccolo<br />
Principe (1943).<br />
– 3 –
Quanto aveva ragione e continua ad avere ragione.<br />
A Natale, possiamo ricordarci della sapienza<br />
espressa dalla volpe del Piccolo Principe, per<br />
capire che Natale è la festa dove possiamo<br />
riscoprire, quanto la dimensione relazionale della<br />
nostra vita sia importante in un mondo dove prevale<br />
l’individualismo, la freddezza dei rapporti umani e di<br />
conseguenza la solitudine.<br />
In un certo senso come a Betlemme 2000 anni fa.<br />
Non c’era posto per una madre in attesa di Gesù....<br />
solo con gli animali in una grotta ormai diventata<br />
famosa. Gesù nasceva come un povero accolto per<br />
prima dai pastori..... e dopo da chi cercava la verità,<br />
i re magi simboli degli uomini in ricerca del bene,<br />
del bello e del vero.<br />
Ma ascoltiamo la Volpe:<br />
In quel momento apparve la volpe.<br />
“Buon giorno”, disse la volpe.<br />
“Buon giorno”, rispose gentilmente il piccolo<br />
principe, voltandosi: ma non vide nessuno.<br />
“Sono qui”, disse la voce, “sotto il melo…”.<br />
“Chi sei?”, domandò il piccolo principe. “Sei molto<br />
carino…”.<br />
“Sono una volpe”, disse la volpe.<br />
“Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo<br />
principe, “sono così triste…”.<br />
“Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non<br />
sono addomesticata”.<br />
“Ah! Scusa”, fece il piccolo principe.<br />
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:<br />
“Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?” […]<br />
“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‘creare<br />
dei legami’…”.<br />
“Creare dei legami?”<br />
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me non<br />
sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini.<br />
E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di<br />
me. Io non sono per te che una volpe uguale a<br />
centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, avremo<br />
bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al<br />
mondo, e io sarò per te unica al mondo”.<br />
[…]<br />
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:<br />
“Per favore… addomesticami”, disse.<br />
“Volentieri”, rispose il piccolo principe, “ma non ho<br />
molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici e da<br />
conoscere molte cose”.<br />
“Non si conoscono che le cose che si addomesticano”,<br />
disse la volpe. “Gli uomini non hanno più<br />
tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti<br />
le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti<br />
di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi<br />
un amico, addomesticami!”.<br />
“Che bisogna fare?”, domandò il piccolo principe.<br />
“Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe.<br />
“In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così,<br />
nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu<br />
non dirai nulla. Le parole sono una fonte di<br />
malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più<br />
vicino…”.<br />
Il piccolo principe ritornò l’indomani.<br />
“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”,<br />
disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i<br />
pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a<br />
essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia<br />
felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad<br />
agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della<br />
felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non<br />
saprò mai a che ora prepararmi il cuore.. ci vogliono<br />
i riti” […].<br />
Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E<br />
quando l’ora della partenza fu vicina: […].<br />
“Addio”, disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È<br />
molto semplice: non si vede bene che col cuore.<br />
L’essenziale è invisibile agli occhi”.<br />
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripeté il piccolo<br />
principe, per ricordarselo.<br />
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa, che<br />
ha fatto la tua rosa così importante”.<br />
“È il tempo che ho perduto per la mia rosa…”,<br />
sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.<br />
“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu<br />
non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per<br />
sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei<br />
responsabile della tua rosa…”.<br />
“Io sono responsabile della mia rosa…”, ripeté il<br />
piccolo principe per ricordarselo.<br />
Buon Natale,<br />
Don André<br />
– 4 –
3<br />
Evviva, eccoci,<br />
Anno Nuovo!<br />
Non importa come l’anno scorso è<br />
andato, siamo il popolo della speranza.<br />
Nel caso il passato non fosse andato<br />
troppo bene, non perdete la speranza,<br />
non scoraggiatevi, il futuro è brillante.<br />
Con il tempo di Avvento iniziamo il nuovo anno<br />
liturgico, secondo il nostro calendario ecclesiastico<br />
e il primo giorno del mese di gennaio, iniziamo il<br />
nuovo anno secolare. Come l’Avvento ci porta in un<br />
nuovo inizio, così anche il mese di gennaio. Quindi,<br />
in tutto, siamo nel nuovo anno 2017. Questo anno<br />
nuovo è molto significativo per me, perché è il mio<br />
ultimo anno con voi in Svizzera; concluderò la mia<br />
vita da studente e comincerò una vita nuova. Allora<br />
scrivo per augurare a tutti voi un felice anno nuovo.<br />
Anno nuovo significa nuova mentalità, nuova<br />
visione, nuova risoluzione, nuove sfide ma anche<br />
rinnovata speranza e vigore.<br />
– 5 –<br />
Il 2016 ci sta lasciando. Arriverà 2017. Ma è<br />
interessante che il calendario annuale cominci con il<br />
mese di gennaio. Ma perché gennaio? Si chiama<br />
gennaio per caso o c’è un motivo evidente e<br />
un’intenzione in questo nome? Il nome gennaio<br />
viene dal dio che i romani, nell’antichità,<br />
chiamavano Janus(Giano), era una divinità che<br />
aveva due facce: una faccia guardava al passato e<br />
l’altra al futuro. Perciò è corretto che il primo mese<br />
dell’anno sia chiamato gennaio: a motivo di questa<br />
divinità. È veramente un tempo per guardare<br />
indietro all'anno che si è appena concluso e per<br />
guardare avanti al nuovo anno che è appena
iniziato. Un momento perfetto per formulare le<br />
nostre risoluzioni ed i nostri buoni propositi. Come<br />
cristiani guardiamo indietro con ringraziamento,<br />
perchè la bibbia ci dice che “State sempre lieti,<br />
pregate incessantemente, in ogni cosa rendete<br />
grazie” (1Ts 5,18). Guardiamo anche avanti con<br />
speranza, crendendo nella parola di Dio che ci<br />
consola “Non ricordate più le cose passate, non<br />
pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una<br />
cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne<br />
accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada,<br />
immetterò fiumi nella steppa” (Is 43,18-20).<br />
Carissimi, non importa come l’anno scorso è<br />
andato, siamo il popolo della speranza. Nel caso il<br />
passato non fosse andato troppo bene, non perdete<br />
la speranza, non scoraggiatevi, il futuro è brillante.<br />
Attraverso le nostre risoluzioni dell’anno nuovo,<br />
siamo in grado di affrontare il futuro con<br />
determinazione e con una speranza viva. Se il<br />
passato, invece, è stato bello per voi, auguri! Ma<br />
ricordate di non rilassarvi, di continuare a lavorare e<br />
consolidare il vostro successo dello scorso anno,<br />
ricordando che potete fare sempre di più e meglio!<br />
Ma ricordate che in vita, per finire gloriosamente<br />
una corsa, bisogna far di tutto per rimanere in pista.<br />
Questo implica: concentrazione, determinazione e<br />
un miglioramento costante. Ringraziamo Dio per il<br />
dono di un anno nuovo, per il dono della vita.<br />
Offriamo a Lui tutte le nostre preoccupazioni e il<br />
nostro futuro. Egli sicuramente prenderà cura di noi.<br />
Allora in questo anno nuovo, invoco la benedizione<br />
di Dio su di voi: possa il Signore darvi grazia. Che il<br />
Signore vi mandi l’aiuto dal suo santuario, ricordi<br />
tutti i vostri sacrifici, vi conceda secondo il vostro<br />
cuore e faccia riuscire ogni vostro progetto, vi<br />
protegga sempre, vi benedica con la buona salute e<br />
la gioia così che tutti voi possiate vivere sempre alla<br />
Sua presenza. Fratelli e sorelle, abbiate un nuovo<br />
anno meraviglioso: Amen<br />
Happy New Year to you all!<br />
Don Nathaniel Dile<br />
– 6 –
4<br />
Un restauro che ha<br />
rispettato la storia<br />
Ebbene sembra ieri che il cantiere è<br />
iniziato eppure questa tappa si appresta<br />
a terminare, per fine gennaio 2017, con<br />
la realizzazione dei drenaggi perimetrali<br />
e l’anello dispersore parafulmine.<br />
Prima tappa di Restauro della Chiesa Parrocchiale<br />
dei Santi Giorgio e Andrea<br />
Ricordo ancora i primi contatti con il Consiglio<br />
Parrocchiale e il suo Presidente Luca Guidicelli, nel<br />
settembre di 3 anni fà, per le prime indagini<br />
preliminari sul tetto della Parrocchiale. Lo sgomento<br />
fu notevole nel constatare lo stato della copertura e<br />
ancora superiore quando potemmo tornarci con<br />
degli operatori per dei sondaggi.<br />
I coppi rotti non si contavano, i listelli e contro listelli<br />
di sostegno erano ammalorati completamente e<br />
ahinoi ci accorgemmo che il sotto tetto in scandole<br />
di legno era oramai putrescente e la parte in eternit,<br />
conteneva amianto. Questo confermava quanto per<br />
altro già si poteva vedere da tempo all’interno,<br />
l’infiltrazione d’acqua, il deperimento sistematico<br />
– 7 –
degli apparati pittorici, stucchi e affreschi sulla parte<br />
interna dell’alto tiburio, dei soffitti perimetrali e del<br />
fonte battesimale. Senza contare il distaccamento<br />
degli intonaci e lo stato dell’affresco di facciata del<br />
San Giorgio (del quale scriverà il restauratore<br />
esecutivo incaricato, dottor Gian Maria Manvati).<br />
Il preavviso dell’Ufficio dei Beni culturali Cantonale<br />
fu celere e lapidario, bisogna intervenire d’urgenza!<br />
Fu così che ricevemmo il mandato di progetto e con<br />
l’aiuto del consulente al restauro si comprese<br />
l’effettivo stato delle facciate e si ponderò come<br />
agire.<br />
A titolo d’esempio si mostra una tavola di dettaglio<br />
architettonico della mappatura della voluta di<br />
sinistra della facciata principale (foto 1) e la foto<br />
della voluta completamente ricostruita, in coccio<br />
pesto, in quanto disgregata da percolamenti ed<br />
infiltrazioni pluviali causati dalle converse in rame<br />
da tempo non più impermeabili.<br />
Lo stesso triste destino lo subì nel tempo il tiburio,<br />
la parte simbolicamente più nobile perché protegge<br />
l’altare. Ora restaurato secondo la regola dell’arte<br />
più conservativa, rende anche più evidente la<br />
sopraelevazione settecentesca. Va osservato che<br />
ad una prima occhiata le facciate del tiburio<br />
potrebbero sembrare macchiate quando invece ciò<br />
che si evince è la giunzione della realizzazione nei<br />
due periodi storici, affascinante.<br />
Per ultimo apprezzo spendere due parole sulla<br />
parte più pregiata e storica dell’edificio sacro, il<br />
prospetto di facciata esterna dell’attuale abside, di<br />
fondazione romanica.<br />
Notevoli, ed ora evidenti grazie alla profonda<br />
pulizia, in tutto il loro splendore le arcatelle cieche<br />
lungo i tre lati e le buche pontaie ora chiuse da<br />
pezzi di terra cotta come fecero al tempo del<br />
restauro rinascimentale della facciata principale,<br />
inizialmente gotica.<br />
Un onore aver potuto partecipare a tale opera,<br />
progettuale ed esecutiva.<br />
Luca Giordano & partners Lugano<br />
– 8 –
5<br />
La conservazione<br />
dell’affresco in facciata<br />
Della vita di San Giorgio non ci sono<br />
notizie storicamente fondate, se non<br />
che fu un soldato originario della<br />
Cappadocia, martirizzato sotto<br />
Diocleziano. La sua biografia è dunque<br />
il frutto degli arricchimenti del tempo<br />
L’iconografia tradizionale di Giorgio è legata al suo<br />
miracolo più celebre, quello appunto dell’uccisione<br />
del drago. L’episodio, come viene riportato nella<br />
Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, è noto per<br />
tenere lontano un mostro che infesta la città libica di<br />
Selem, dove gli abitanti estraggono a sorte giovani<br />
vittime da dargli in pasto; quando il sacrificio tocca<br />
alla figlia del re, compare san Giorgio a cavallo che<br />
neutralizza il drago (la scena immortalata dagli<br />
artisti); quindi invita la principessa a legare la cintola<br />
al mostro, ora mansueto, per condurlo in città; di<br />
fronte al miracolo, il re e l’intera popolazione si<br />
convertono e il drago viene finalmente ucciso.<br />
L’antico affresco, posto sulla facciata principale<br />
della chiesa di Carona, già nel 1600 raffigurava la<br />
scena con le medesime dimensioni; durante<br />
l’attuale restauro, rimuovendo sigillature degradate<br />
– 9 –
e incongrue degli anni '70, abbiamo avuto modo di<br />
vederne traccia al di sotto dello strato di affresco<br />
ottocentesco. Siamo riusciti così a stabilire la<br />
cronologia dei vari artisti/restauratori che si sono<br />
succeduti nel tentativo di rinnovare, conservare,<br />
mantenere in vita l'emozione raccontata in questa<br />
scena di lotta contro la creatura demoniaca.<br />
Tecnicamente è risaputo che dipingere in fresco<br />
permette di realizzare opere che attraversano<br />
tempo e generazioni per centinaia di anni.<br />
Attualmente, grazie a studi sempre più approfonditi,<br />
si tende ad effettuare interventi di conservazione<br />
che permettano al manufatto di continuare a vivere<br />
nel tempo e nella storia “invecchiando” in modo<br />
naturale e più lento possibile.<br />
Dopo le necessarie e preliminari analisi dello stato<br />
di fatto che ci ha permesso di toccare con mano ciò<br />
che era già stato documentato, si è proceduto alla<br />
rimozione delle integrazioni pittoriche alterate. Poi<br />
si sono effettuate le operazioni di consolidamento<br />
prima superficiale e poi in profondità, infiltrando<br />
maltina fluida di calce attraverso le lacune di<br />
affresco preesistenti, sigillate in interventi<br />
precedenti. Le sacche di distacco erano<br />
considerevoli soprattutto sulle zone in basso.<br />
Le sigillature e le stuccature con malta di calce<br />
sono state studiate e formulate per accompagnare<br />
l'intonachino ottocentesco, in perfetta compatibilità<br />
con le antiche ricette a base di calce spenta e<br />
sabbia ben lavata.<br />
In questi giorni ci stiamo avvicinando alle fasi finali<br />
del restauro, ossia l'integrazione pittorica, pensata<br />
sempre nel criterio del rispetto dell’opera e dei<br />
successivi interventi di restauro svolti dai nostri<br />
predecessori. L'obiettivo quindi non è solo quello di<br />
conservare e rallentare il naturale invecchiamento<br />
(degrado) ma anche di mantenere una completa e<br />
luminosa lettura di quanto ci è stato tramandato nei<br />
secoli.<br />
Con l'inizio di Novembre il clima ci sta accompagnando,<br />
per non dire spingendo velocemente, verso<br />
la chiusura degli interventi di restauro che in questi<br />
mesi si sono svolti in perfetta sinergia fra tutti i<br />
professionisti coinvolti in questo prezioso recupero<br />
dei prospetti esterni della chiesa <strong>parrocchiale</strong>: dalla<br />
sensibilità della committenza, attraverso la<br />
supervisione e collaborazione dell’Ufficio Beni<br />
Culturali, all’attenta e scrupolosa regia della<br />
Direzione Lavori.<br />
Arriviamo dunque onorati alla conclusione di una<br />
meravigliosa esperienza professionale, e personale,<br />
che andrà ad arricchire il nostro impegno con<br />
dinamismo, fervore e appassionata energia.<br />
Gian Maria Manvati<br />
Direttore tecnico con il suo team di restauro<br />
conservativo - La Maddalena SA - Bellinzona<br />
– 10 –
6<br />
I meno fortunati<br />
del Brasile<br />
Il carovita indotto in parte dai giochi<br />
olimpici e la crisi economica a livello<br />
nazionale si sono ripercosse in modo<br />
drammatico su chi riceveva aiuti, sotto<br />
svariate forme, da entità cadute sotto<br />
inchiesta.<br />
Cari amici e sostenitori,<br />
si sta per chiudere il 2016, e lo possiamo dire, un<br />
anno difficile un po’ per tutti , ma in modo speciale<br />
per i meno fortunati. Penso in particolare alle<br />
famiglie con più figli a carico che vivono nelle<br />
Favelas brasiliane.<br />
Il carovita indotto in parte dai giochi olimpici e la<br />
crisi economica a livello nazionale, dovuta anche ai<br />
fatti politici interni che hanno "fermato" o almeno<br />
frenato le attività industriali, si sono ripercosse in<br />
modo drammatico su chi riceveva aiuti, sotto<br />
svariate forme, da entità cadute sotto inchiesta.<br />
Da persone di fiducia in loco, riceviamo segnali<br />
preoccupanti soprattutto per la questione<br />
dell'occupazione e pure in merito all'inflazione sui<br />
beni di prima necessità.<br />
Asili privati (perché di pubblici non ce ne sono)<br />
costretti a chiudere, perché mancano i soldi per<br />
poter fare fronte agli impegni più basilari, sono<br />
all'ordine del giorno.<br />
ABAETE si è prodigata anche quest'anno per<br />
sostenere asili e giovani apprendisti a Salvador de<br />
Bahia, come pure la Escola Eperanza a San Paolo,<br />
pure lei formatrice di apprendisti.<br />
Intervenire dove c'è necessità, è un nostro impegno<br />
che proprio in questi periodi scuri deve trovare il<br />
suo massimo sforzo.<br />
Una delle attualità più gratificanti per ABAETE è la<br />
Scuola di Musica di Valeria. Un piccolo gioiello, è<br />
l'espressione di una volontà di offrire a chi vive tra<br />
mille difficoltà, un raggio di sole. La Scuola si sta<br />
sviluppando in maniera molto positiva.<br />
Suor Candida proprio in questi giorni ci ha chiesto<br />
se fosse possibile avere dei fondi per l'acquisto di<br />
ceste basiche da distribuire per Natale alle famiglie<br />
più bisognose e disastrate. Provvederemo in questo<br />
senso in tempo utile.<br />
Un grazie di cuore a tutti voi che ci sostenete con<br />
generosità.<br />
Auguri di Buone Feste, e per un 2017 in salute,<br />
affinché insieme si possa continuare questo<br />
cammino straordinario.<br />
Il Team ABAETE vi assicura il massimo impegno,<br />
che anche per il Nuovo Anno, sarà sicuramente<br />
molto intenso e dedicato.<br />
Cordialmente per ABAETE, con un abbraccio forte<br />
Attilio Corecco<br />
– 11 –
San Giorgio è ricordato sin dal 3° secolo dopo<br />
Cristo per il suo valore militare e per la sua fede,<br />
che lo portò ad affrontare un enorme e pericoloso<br />
drago, liberando un’intera regione da quel flagello.<br />
Il Santo è stato chiamato quale patrono di<br />
numerose chiese, in particolare quelle nei pressi di<br />
fortificazioni militari. Così è stato il caso anche per i<br />
Caronesi, popolo fiero e valoroso, che ha ottenuto<br />
sin dal 14° secolo libertà e autonomia, fornendo<br />
truppe ai Visconti di Milano.<br />
Oggi San Giorgio, a Carona, non uccide più draghi,<br />
ma si preoccupa comunque della sua chiesa, che<br />
durante tutto il 2016 ha subìto un importante lavoro<br />
di restauro esterno, e dovrà ancora affrontare nei<br />
prossimi anni il restauro di tutti gli interni.<br />
San Giorgio, che da buon militare doveva portare<br />
con sé il cibo conservandolo con cura, ha offerto<br />
alla Chiesa di Carona questo suo vaso nel quale<br />
conserva sotto vuoto un delicato e fragrante<br />
panettoncino tipico della tradizione ticinese. I ricavi<br />
della vendita di questo Vaso di San Giorgio<br />
andranno a formare il fondo per i restauri degli<br />
interni della Chiesa di Carona.<br />
Il Vaso di San Giorgio nasce dalle sapienti ed<br />
esperienziate mani di Gianluca Mollo, un<br />
pasticciere caronese diplomato in una delle più<br />
illustri scuole italiane, che ha saputo interpretare la<br />
ricetta del panettone con l’innovativo metodo di<br />
cottura sotto vuoto. Il dolce è di alta pasticciera ed<br />
è fatto senza alcun conservante (siccome il vuoto è<br />
il miglior conservante!) e facendo uso di materie<br />
prime di elevatissima qualità.<br />
– 13 –
7<br />
Fotografie per la memoria<br />
futura di un restauro<br />
Quando si esegue un restauro, è<br />
importante allestire un dossier<br />
fotografico prima e dopo il restauro per<br />
lasciare una traccia visiva di ciò che si è<br />
fatto, affinché in futuro si possa capire<br />
gli interventi di oggi e continuarli<br />
Per poter allestire la documentazione fotografica<br />
richiesta dall’Ufficio Beni Culturali prima e dopo il<br />
restauro della Chiesa di Carona ho usato una<br />
macchina fotografica Canon 5D Mark 3 da 22.3<br />
megapixel (5760 x 3840 pixel) con sensore e Full<br />
Frame, che è quanto di meglio si possa desiderare<br />
da una fotocamera per avere la migliore qualità<br />
d’immagine. Ciò che cambia in una foto è il<br />
sensore: più è grande, più luce riesce ad assorbire<br />
e più dettaglio di immagine potrà restituire. Essendo<br />
– 14 –<br />
Full Frame, il formato più grande che si può avere<br />
nell’ambito delle fotografie digitali, sia ad ottica fissa<br />
che intercambiabile, è anche quello che riesce a<br />
restituire il miglior dettaglio possibile.<br />
Per allestire la documentazione fotografica richiesta<br />
dal Cantone ho usato il formato RAW, che è detto<br />
negativo digitale, in quanto equivale al rullino che<br />
viene prodotto dalle fotocamere analogiche.
Il formato RAW non è compresso e non comprende<br />
alcuna manipolazione di parametri della foto<br />
(contrasto, saturazione, definizione ecc.) come nel<br />
caso del comune formato JPEG. Il formato RAW ha<br />
un grandissimo vantaggio: esso mette nelle mani del<br />
fotografo la massima quantità di informazioni possibile<br />
su cui lavorare per poter ottenere l’immagine<br />
desiderata. Questo formato è stato molto importante<br />
soprattutto per lavorare meglio con i contrasti, colori,<br />
zone d’ombra ecc.<br />
Per avere una migliore resa delle foto di monumenti è<br />
meglio scegliere una giornata con cielo coperto,<br />
meglio con una velatura nuvolosa dove il sole non<br />
arriva diretto creando ombre toppo nette, ma arriva<br />
una luce diffusa quindi con ombre molto tenui.<br />
Anche la scelta degli obiettivi riveste un’importanza<br />
capitale per la qualità finale della foto. Nel nostro caso<br />
sono stati utilizzati 4 obiettivi diversi:<br />
1. Un grandangolare (16/35mm 2.8) per fotografare<br />
in spazi stretti, siccome sul sagrato per esempio<br />
c’era poca possibilità di indietreggiare; è un<br />
obiettivo con componente ottica di grande qualità<br />
senza deformazione ai lati;<br />
2. Uno zoom con medio grand’angolo e piccolo<br />
teleobiettivo (24/105 mm 0.4) per foto normali e<br />
piccoli avvicinamenti;<br />
3. Un teleobiettivo per particolari molto ravvicinati<br />
(70/200 mm 2.8);<br />
4. Un obiettivo decentrabile; si tratta di un obiettivo<br />
della serie TS-E della Canon con correzione<br />
della prospettiva; questi obiettivi (detti anche<br />
basculanti) sono la scelta giusta per chi decide di<br />
fare foto di architettura ai massimi livelli dato che<br />
riescono ad allineare correttamente le linee di<br />
prospettiva rendendole verticali (si confronti ad<br />
esempio la foto sotto il titolo di questo articolo)<br />
A proposito di questi ultimi obiettivi, va ricordato che<br />
quando si effettuano fotografie di edifici o di grandi<br />
strutture dal basso è spesso impossibile adattare<br />
l’intero soggetto al fotogramma senza inclinare la<br />
fotocamera. A causa della prospettiva risultante, la<br />
parte superiore (ossia quella fisicamente più lontana)<br />
dell’edificio apparirà visualmente più piccola della<br />
base, risultato che per la maggioranza delle volte è<br />
considerato indesiderato. Questo effetto prospettivo è<br />
proporzionale alla distanza di ripresa e di conseguenza<br />
all’angolo visivo dell’obiettivo.<br />
Infine l’uso del drone si è rivelato indispensabile per<br />
arrivare a fare foto dove prima non si poteva arrivare,<br />
con prospettive e visuali del tutto nuove.<br />
– 15 –
E da ultimo lo sviluppo e la stampa. Per lo sviluppo<br />
ho utilizzato due software: Light Room (camera<br />
oscura) e Photoshop.<br />
Il primo programma serve per la lavorazione del<br />
formato RAW, permettendo il controllo ottimale<br />
della luminosità, del contrasto, dei colori, della<br />
nitidezza e di quant’altro, ma in particolar modo<br />
esso ha la possibilità di lavorare solo su zone<br />
particolari delle foto realizzate, per esempio per<br />
oscurare solo il cielo o rischiarare solo certe zone<br />
d’ombra.<br />
Photoshop invece è il programma con il quale si<br />
lavora per meglio correggere le prospettive.<br />
Terminato il lavoro sul computer con uno schermo<br />
tarato appositamente per le immagini fotografiche,<br />
si procede alla stampa tramite stampanti molto<br />
sofisticate. Nel mio caso si è trattato di una Canon<br />
pro 1, una stampante con 12 cartucce differenti per<br />
la stampa sia in bianco e nero sia a colori.<br />
Luciano Bignotti<br />
– 16 –
8<br />
Santa Marta inizia<br />
i suoi restauri<br />
L’iter democratico e formale per l’inizio<br />
dei lavori di restauro anche alla Chiesa<br />
di Santa Marta è ormai avviato e si<br />
entra a breve nel vivo anche per<br />
quest’importante monumento storico<br />
caronese<br />
Carissimi amici di Carabbia e Carona,<br />
Mentre leggete questo bollettino avremo già tenuto<br />
l’Assemblea Straordinaria per l’avvio dei lavori di<br />
restauro della Chiesa di Santa Marta, cominciando<br />
dal tetto. È un percorso a tappe che voi avete già<br />
intrapreso e conosciamo bene quante siano le<br />
difficoltà e le incertezze che bisogna affrontare, ma,<br />
con la speranza di raggiungere questo importante<br />
traguardo e la fede nell’intercessione di Santa<br />
Marta, siamo certi che presto la nostra chiesa,<br />
come tutti i magnifici edifici sacri di Carabbia e<br />
Carona, ritroverà la bellezza originaria ed il nostro<br />
territorio attirerà sempre più pellegrinaggi, incontri,<br />
celebrazioni e visite turistiche.<br />
Mentre ci prepariamo all’Avvento, l’Arciconfraternita<br />
si appella alla vostra generosità per continuare nella<br />
raccolta fondi al fine di sostenerci in questo<br />
progetto.<br />
Attendiamo con gioia di poter vivere insieme a tutta<br />
la comunità la preparazione al Santo Natale,<br />
affinché ritrovandoci tutti davanti allo splendore<br />
della Natività possiamo continuare il nostro<br />
cammino terreno con fede e impegno per la<br />
comunità e per la Chiesa intera.<br />
Preghiamo affinché il Signore, attraverso<br />
l’intercessione di Santa Marta, benedica le vostre<br />
famiglie e le vostre case e vi facciamo i migliori<br />
auguri per questo Santo Natale e per il nuovo anno.<br />
– 18 –<br />
Andrea Toscani
9<br />
2017: anno di<br />
pellegrinaggi<br />
Nel 2017 corre il 600° anniversario della<br />
nascita di San Nicola della Flue,<br />
patrono della Svizzera. Un<br />
pellegrinaggio diocesano si recherà per<br />
avvicinarci a questo Santo di Pace. La<br />
parrocchia invece organizza un<br />
pellegrinaggio a Medjugorje<br />
Il Consiglio pastorale di Carona aveva programmato<br />
il pellegrinaggio <strong>parrocchiale</strong> 2017 a Sachseln, nei<br />
luoghi in cui ha vissuto San Nicolao della Flue,<br />
Patrono della Svizzera. La data scelta era quella del<br />
22 aprile 2017. Siccome però anche la Diocesi<br />
organizza un Pellegrinaggio a Sachseln per il<br />
600esimo della nascita del Santo, si è deciso di<br />
aderire a quest’ultimo Pellegrinaggio che si terrà il 5<br />
giugno 2017, Lunedì di Pentecoste. Il programma<br />
sarà noto solo durante i primi mesi del 2017 e verrà<br />
pubblicato a tempo sia all’albo <strong>parrocchiale</strong>, sia sul<br />
sito internet e tramite l’usuale mailing-list<br />
<strong>parrocchiale</strong>.<br />
Vi preghiamo tuttavia di farci sapere al più presto se<br />
intendete partecipare, affinché si possa organizzare<br />
un torpedone che in maniera indipendente ci<br />
accompagni e riporti dal Pellegrinaggio.<br />
– 19 –
Quest’anno dunque il pellegrinaggio <strong>parrocchiale</strong><br />
ordinario si terrà a Sachseln, ma abbiamo pensato<br />
di organizzarne un secondo, straordinario, siccome<br />
si tratta di un pellegrinaggio al di fuori dei confini<br />
svizzeri e di una durata di qualche giorno, con più<br />
possibilità di trasferta (torpedone o aeroplano).<br />
Sotto l’attenta ed esperienziata guida di Stelio<br />
Benincasa ci recheremo a Medjugorje per passare<br />
un momento particolare, visitando un luogo<br />
particolare, ricco di fede e spiritualità, dove la<br />
Madonna appare e miracola.<br />
Il viaggio è pure esso un’occasione di condivisione,<br />
aggregazione, comunione e preparazione<br />
all’intensa visita dei luoghi del pellegrinaggio. Nella<br />
sua versione lunga, il pellegrinaggio prevede infatti<br />
un lungo viaggio in torpedone da Lugano verso<br />
Medjugorje, con un soggiorno di quasi una<br />
settimana, al fine di trascorrere con la giusta<br />
lentezza e forza tutto il periodo di pellegrinaggio.<br />
L’alternativa è un viaggio in aereo e un soggiorno<br />
relativamente più corto, tuttavia sempre di pari<br />
intensità e profondità.<br />
Il soggiorno, con vitto e alloggio compresi nel<br />
prezzo, si tiene in una struttura alberghiera<br />
attrezzata anche per persone disabili. Sono previsti<br />
anche servizi aggiuntivi a seconda delle necessità<br />
dei pellegrini.<br />
Siccome si tratta di un evento che necessita di una<br />
certa qual programmazione è necessario conoscere<br />
con anticipo l’interesse dei parrocchiani intenzionati<br />
a partecipare al pellegrinaggio.<br />
Per ogni domanda, consiglio, aiuto o richiesta<br />
particolare potete contattare Stelio Benincasa, che<br />
sarà volentieri a vostra disposizione (potete<br />
contattarlo facilmente al termine delle messe<br />
domenicali a Carona oppure rivolgendovi dapprima<br />
ai parroci, che vi metteranno in contatto con lui).<br />
– 20 –
10<br />
I 60 anni del Parco<br />
San Grato<br />
Un comitato ad hoc è stato creato a<br />
Carona, con il patrocinio della<br />
Commissione di quartiere, per<br />
raccogliere, organizzare e realizzare le<br />
differenti manifestazioni di<br />
festeggiamento proposte dalle<br />
associazioni di Carona<br />
Le diverse associazioni caronesi hanno unito i loro<br />
sforzi per creare un comitato organizzatore ad hoc<br />
che si occupi di allestire, in collaborazione con<br />
LuganoTurismo (proprietaria del Parco) un<br />
programma di eventi ricco e accattivante, al fine di<br />
portare l’attenzione anche dei non-caronesi su<br />
questo magnifico parco.<br />
Il programma dettagliato di tutti gli eventi sarà<br />
pubblicizzato attraverso i media locali, brochures<br />
dell’Ente turistico del Luganese in collaborazione<br />
con Ticino Turismo e su social media. La parocchia<br />
di Carona ha già aderito a questo evento e si<br />
occuperà (direttamente o indirettamente) in<br />
particolare di queste manifestazioni:<br />
Il primo proprietario del Parco San Grato è stato<br />
l'inventore e giurista Martin Winterhalter. Nel 1923<br />
brevettò un sistema di chiusura per stoffa<br />
denominato cerniera lampo; nasceva così la "Riri".<br />
La sua residenza si trovava nell'odierno Parco San<br />
Grato. Oggi rimangono la masseria e la scuderia,<br />
quest'ultima trasformata in ristorante.<br />
Il vero fondatore del Parco botanico di San Grato fu<br />
però Luigi Giussani, industriale, fondatore delle ex<br />
"Acciaierie Monteforno" di Bodio. Acquistò la<br />
proprietà nel 1957, allontanò la superficie boschiva<br />
e curò la piantagione delle prime azalee e dei primi<br />
rododendri, piante particolarmente adatte alle<br />
condizioni del terreno e metereologiche della zona.<br />
L'intera proprietà, compresa la piscina olimpionica<br />
costruita nel 1967, si estendeva su 260.000 metri<br />
quadrati; il parco botanico ne ricopre ora 62.000.<br />
Dopo la scomparsa di Giussani nel 1983, la<br />
proprietà passò all'Unione di Banche Svizzere che<br />
mantenne il parco e la piscina aperti al pubblico.<br />
Nel 1983 l'UBS donò la piscina al comune di<br />
Carona e nel 1997 il parco a Lugano-Turismo.<br />
- Un evento di apertura con proiezione di un film,<br />
una Messa e una visita guidata dal nucleo di<br />
Carona fino al Parco stesso;<br />
- Un concerto d’autunno alla Madonna d’Ongero;<br />
- Una Messa il giorno di San Grato (7 settembre<br />
2017);<br />
- Visite periodiche in più lingue di Carona<br />
seicentesca che termineranno o passeranno dal<br />
Parco.<br />
Ci auguriamo che un buon pubblico si interessi al<br />
Parco e al quartiere di Carona, tanto più che ora –<br />
con le diverse chiese restaurate – Carona è<br />
diventata un luogo molto apprezzato e ricercato da<br />
un pubblico sempre più internazionale ed<br />
eterogeno.<br />
A presto rivederci al Parco San Grato!<br />
Cornelia Deubner<br />
– 21 –
11<br />
Il Congo soccorre<br />
Carona e Carabbia<br />
Per diverso tempo non abbiamo riferito<br />
di particolari eventi nel Congo-<br />
Brazzaville dove opera la Fondazione<br />
Buon Samaritano perché molte piccole<br />
condizioni dovevano essere preparate<br />
con la necessaria calma e discrezione<br />
Le attività del 2016 della Fondazione<br />
sono state rivolte soprattutto a due<br />
progetti di lunga durata, che hanno<br />
necessitato di attenta e accurata<br />
preparazione.<br />
Il primo progetto è quello relativo alla<br />
soluzione della cronica e annosa<br />
problematica relativa alla scarsità di<br />
fondi presso il Monastero della<br />
Visitazione di Loango, presso Pointe<br />
Noire, dove vivono una ventina di<br />
suore salesiane, strettamente legate<br />
anche a Mgr. Miguel Olaverri, Vescovo<br />
di Pointe Noire, nostro ospite all’inizio<br />
dell’estate.<br />
L’incontro di giugno con Mgr. Olaverri<br />
a Carona era solo in apparenza un<br />
incontro di riposo, perché in realtà<br />
sono state gettate le basi sia per la<br />
soluzione dei problemi del Monastero<br />
di Loango sia anche per la<br />
“successione” di don Natanaele quale<br />
parroco aggiunto delle parrocchie di<br />
Carona e Carabbia.<br />
Ricorderete infatti che in agosto<br />
abbiamo ospitato per 10 giorni don<br />
Fabrice Nsemi. La sua presenza non<br />
era casuale ma serviva a tutti per<br />
capire se e a quali condizioni era<br />
possibile far venire don Fabrice in<br />
Svizzera a studiare teologia<br />
rispettivamente fungere quale nostro<br />
nuovo parroco aggiunto.<br />
Dopo aver incontrato e ascoltato il<br />
rettore della Facoltà di Teologia, il<br />
Vescovo di Lugano, dopo aver<br />
ottenuto il nulla osta del consiglio<br />
episcopale di Pointe Noire, finalmente<br />
è arrivata la notizia che si può<br />
preparare il dossier di don Fabrice.<br />
– 23 –
Da poche settimane, la Parrocchia di Carona e la<br />
Fondazione Buon Samaritano (che si augurano di<br />
poter contare anche sul sostegno della Parrocchia<br />
di Carabbia) stanno preparando il dossier per<br />
ottenere i necessari permessi di soggiorno,<br />
riconoscimenti dei titoli di studio di don Fabrice, ma<br />
soprattutto stanno adoperandosi per garantire una<br />
borsa di studio.<br />
In questo senso vi chiediamo un aiuto, siccome<br />
necessitiamo di circa CHF 1’000.00 mensili per tutta<br />
la durata del soggiorno di don Fabrice in Svizzera.<br />
Vi ringraziamo per ogni aiuto che ci potrete dare.<br />
Tra l’altro don Fabrice sarà anche in Svizzera il<br />
nostro uomo di contatto con il Monastero di Loango,<br />
siccome egli attualmente è il parroco del<br />
Monastero, dal momento che egli opera quale<br />
assistente spirituale del vicino seminario minore<br />
diocesano di Pointe Noire.<br />
È grazie anche a don Fabrice e alla sua spiccata<br />
praticità che è stato possibile far pervenire alle<br />
Suore di Loango i soldi per dare inizio ad un<br />
importante progetto di agropastorale a qualche<br />
chilometro dal Monastero. In questo momento infatti<br />
su un terreno di circa un ettaro è partita la<br />
produzione di frutta (mango, avocado, mango,<br />
papaya in particolare), che si intende essiccare e<br />
zuccherare un po’ come avviene da noi.<br />
È stato infatti don Fabrice che – dopo il suo<br />
soggiorno caronese – ha portato alcune confezioni<br />
di frutta secca reperibile nei nostri negozi per dare<br />
alle Suore l’idea di commercializzare diversamente i<br />
prodotti della natura locale. Forse un giorno,<br />
quando le cose andranno meglio, si potrà pensare<br />
ad esportare in Svizzera i loro prodotti. Oggi, grazie<br />
al nostro aiuto, le Suore possono finalmente godere<br />
della loro meritata autosufficienza. Un aiuto in<br />
questa fase iniziale del loro progetto è sempre<br />
gradito!<br />
Vi segnaliamo che circa in marzo 2017 faremo un<br />
altro viaggio in Congo. Chi desidera seguirci, ce lo<br />
comunichi al più presto, siccome occorre fare<br />
vaccinazioni e visti!<br />
Luca Guidicelli<br />
(Presidente della Fondazione Buon Samaritano)<br />
– 24 –
Gennaio<br />
1<br />
Messa di S. Maria Madre di Dio<br />
Carabbia 09:30, Carona 10.30<br />
Aprile<br />
Coena Domini<br />
13 Carabbia 20:00<br />
Gennaio<br />
Aprile<br />
Messa dell‘Epifania<br />
Passione del Signore<br />
6 Carabbia 09:30, Carona 10.30 14 Carona 15:00<br />
Gennaio<br />
Aprile<br />
Messa del Battesimo di Gesù<br />
Via Crucis<br />
celebrata da Frei Mariano<br />
14<br />
Carona, Santuario della Madonna<br />
8<br />
Carabbia 09:30, Carona 10.30<br />
d‘Ongero, 16:30<br />
Aprile<br />
Confessioni<br />
15 Carabbia 15:00, Carona: 16:00<br />
Gennaio<br />
Aprile<br />
Messa<br />
Vigilia di Pasqua<br />
17 Oratorio di Ciona 7:30<br />
15 Carabbia 21:30<br />
Gennaio<br />
Aprile<br />
Benedizione degli animali<br />
Pasqua<br />
17 Sagrato dell‘Oratorio di Ciona 8:00 15 Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
Aprile<br />
Gennaio<br />
Conversione di S. Paolo<br />
Lunedì dell‘Angelo<br />
27 Carabbia 09:30, Carona St. Marta 10:30 15 Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
Aprile<br />
60° del Parco San Grato<br />
Evento <strong>parrocchiale</strong> di Carona per la<br />
29<br />
ricorrenza del Parco<br />
Maggio<br />
Febbraio<br />
Candelora<br />
Festa di San Giuseppe<br />
2 Messa della presentazione di Gesù al 1 Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
tempio, Carona 7:30<br />
Maggio<br />
Febbraio<br />
Festività di San Biagio<br />
Ascensione del Signore<br />
3 Messa con benedizione della gola, 25 Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
Carona 7:30<br />
Giugno<br />
Marzo<br />
Solennità di Pentecoste<br />
Messa delle Ceneri<br />
1 Inizio della Quaresima,<br />
4 Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
Carabbia 18:00<br />
Giugno<br />
Lunedì di Pentecoste<br />
Solennità di San Giuseppe<br />
5 Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
Carabbia 09:30, Carona 10:30<br />
Giugno<br />
Marzo<br />
Corpus Domini<br />
15a Cena del Pesce<br />
27 Raccolta fondi per l‘associazione Abaete, 15<br />
Carabbia 18:00<br />
Giugno<br />
Aprile<br />
Messa e benedizione del pane<br />
Festività dei SS. Pietro e Paolo<br />
Carabbia 09:30, Carona Santa Marta<br />
8 Carabbia 17:00<br />
29<br />
10:30<br />
Luglio<br />
Aprile<br />
Domenica delle Palme<br />
Festività di Santa Marta<br />
9 31 Carabbia 09:30, Carona 10.30 Carabbia 09:30, Carona Santa Marta<br />
10:30<br />
Dopo la Messa a Carabbia ci sarà il pranzo<br />
povero di raccolta fondi per l‘Associazione<br />
Abaete, in compagnia di Frei Mariano<br />
La celebrazione a Carona termina con la<br />
tradizionale benedizione del pane e della grappa<br />
offerti dall‘Arciconfraternita di Santa Marta<br />
Marzo<br />
19<br />
Carabbia 09:30, Carona 10:30 e a seguire<br />
processione nelle strade del nucleo
© 2016 Tutti i diritti d’autore riservati<br />
Editore: Consiglio Parrocchiale di Carona<br />
CHF 20.00<br />
Vaso di San Giorgio<br />
Panettone tradizionale, prodotto secondo moderni metodi di<br />
cottura, senza aggiunta di conservanti e con l’uso di materie<br />
prime di elevatissima qualità.<br />
Prodotto dal pasticciere diplomato caronese, Gianluca<br />
MOLLO, a sostegno della campagna di raccolta fondi per i<br />
restauri della Chiesa dei Santi Giorgio e Andrea di Carona,<br />
nonché delle altre chiese di Carona, in particolare la Chiesa di<br />
Santa Marta e il Santuario della Madonna d’Ongero.<br />
Per maggiori informazioni sui restauri e sul Vaso di San<br />
Giorgio consultate il sito Internet www.parrocchiacarona.ch<br />
Comande del Vaso di San Giorgio:<br />
info@parrocchiacarona.ch<br />
Offerte e donazioni possono essere effettuate sui seguenti conti:<br />
Parrocchia di Carona<br />
6914 Carona<br />
CCP 69-2638-0<br />
Banca Raiffeisen, Lugano<br />
IBAN CH85 5000 1093 7346 5<br />
Parrocchia di Carabbia<br />
6913 Carabbia<br />
CCP 69-6876-9<br />
BSI SA, Lugano<br />
IBAN CH98 0846 5000 G498 547A A<br />
Fondazione Buon Samaritano<br />
Svizzera-Congo<br />
6900 Lugano<br />
Banca Raiffeisen, Lugano<br />
IBAN CH34 8037 5000 1094 3403 8<br />
Associazione Down Universe<br />
Via Carona 17, 6912 Lugano Pazzallo<br />
Postfinance SA, Lugano<br />
IBAN CH12 0900 0000 6953 7362 7<br />
Santuario della Madonna d’Ongero<br />
6914 Carona<br />
CCP 69-1867-6<br />
Banca Raiffeisen, Lugano<br />
IBAN CH88 8037 5000 1093 7341 1<br />
Arciconfraternita Santa Marta<br />
6914 Carona<br />
CCP 69-4888-8<br />
Postinance, Berna<br />
IBAN CH94 0900 0000 6900 4888 8<br />
Fondazione Nuovo Fiore in Africa<br />
6915 Pambio Noranco<br />
UBS SA, Lugano<br />
IBAN CH64 0024 7247 1111 2501 N<br />
Associazione ABAETE‘<br />
6913 Carabbia<br />
BSI SA, Lugano<br />
IBAN CH62 0846 5000 G692 328A A