editorial SHOWROOM MILANO | NEW YORK | TOKYO T. 800 835 039 LBM1911.IT Fuori classifica Le classifiche sono come i sondaggi, la Nutella e la Coca Cola. Non ne puoi fare a meno ma sai che dietro si nasconde il trucco. Fintanto che le si prende con leggerezza possono anche essere divertenti, il problema sorge nel momento in cui le si eleva a strumento utile, se non addirittura indispensabile, per costruirsi un’opinione. Proprio negli anni del boom rappresentato da Expo, Milano è crollata dal 1° al 48° posto nella speciale classifica italiana sulla qualità della vita (stilata da Italia Oggi e Università La Sapienza a novembre 2016). Quali siano i parametri di valutazione e come vengano pesati è sempre un po’ un mistero. Di certo, per chi ci vive, è evidente che Milano non è Mantova (oggi leader) e neppure Crotone (ultima), ma è qualcosa di completamente diverso. È come chiedere se è più buona una mela o la pizza. Rispetto a una qualsiasi città di provincia abbiamo più traffico, più smog, più giocolieri (e imprecazioni) ai semafori, meno asili e più cari, la trattoria è spesso solo sull’insegna e non sul conto da pagare, la pausa pranzo dura meno di un’ora e se sei fortunato la fai al bar e non certo a casa tua, un trilocale è un lusso per pochi, il parcheggio una chimera. Però può capitare di decidere all’ultimo minuto di andare a vedere una mostra di Basquiat, un concerto, di avere l’imbarazzo della scelta se mangiare indiano, thailandese, giapponese, oppure una pizza alta, bassa, al taglio o fritta. Puoi essere elegante anche senza marca, puoi essere ricco anche in bicicletta e nel week end decidere di andare al mare, a sciare o al lago. E tutto in meno di due ore. Oppure scegliere di andare a visitare le ricchezze artistiche di Mantova (proprio lei, la capoclassifica) senza alcun complesso di inferiorità, piuttosto con un po’ di stress in più addosso. In realtà Milano dovrebbe essere fuori classifica perché ha caratteristiche uniche che altre città non hanno. In particolare il gusto per la condivisione (spopola il coworking e qualunque forma di sharing) e l’esaltazione del diverso da sé come valore da ricercare e non da temere. Una rarità, soprattutto in quest’epoca in cui la cultura “trumpista” sembra dominare. La verità è che chi ha scelto di vivere a Milano difficilmente potrebbe accontentarsi di qualcosa di meno, per quanto più comodo e meno stressante. È come una donna bellissima che ti obbliga a tenere alta la soglia di attenzione, ti stanca, ma non riesci a farne a meno. Proprio come una bella classifica. Stefano Ampollini 4 VIA DELLA SPIGA 30