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Raccolta Punti notevoli

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perseveranza. Ma mostrò anche che la presenza di<br />

Gesù sarebbe stata preceduta dall’apostasia. Pertanto li<br />

attendevano tempi difficili, e la lettera dell’apostolo li<br />

avrebbe aiutati a prestare ascolto alla sua esortazione:<br />

“Non smettete di fare il bene”. (2 Tessalonicesi 3:13) Le<br />

parole di Paolo possono aiutare allo stesso modo anche<br />

noi.<br />

La rivelazione e la presenza di Cristo<br />

Per prima cosa Paolo parlò del sollievo dalla<br />

tribolazione. (1:1-12) Questo sarebbe venuto “alla<br />

rivelazione del Signore Gesù dal cielo con i suoi potenti<br />

angeli”. In quel tempo quelli che non ubbidiscono alla<br />

buona notizia subiranno la distruzione eterna. È<br />

confortante ricordare questo quando soffriamo<br />

tribolazione per mano di persecutori.<br />

Dopo ciò, Paolo indicò che prima della presenza di<br />

Cristo doveva essere rivelato “l’uomo dell’illegalità”. (2:1-<br />

17) I tessalonicesi non dovevano eccitarsi per qualche<br />

messaggio secondo cui “il giorno di Geova” era già<br />

arrivato. Prima doveva venire l’apostasia e doveva<br />

essere rivelato l’uomo dell’illegalità. Dopo di ciò Gesù<br />

l’avrebbe ridotto a nulla, al tempo della manifestazione<br />

della Sua presenza. Nel frattempo, Paolo pregò che Dio<br />

e Cristo confortassero il cuore dei tessalonicesi e li<br />

rendessero “fermi in ogni opera e parola buona”.<br />

Come trattare i disordinati<br />

Tra le altre cose che Paolo scrisse c’erano delle<br />

istruzioni su come trattare i disordinati. (3:1-18) Egli<br />

espresse la fiducia che il Signore avrebbe rafforzato i<br />

tessalonicesi e li avrebbe salvaguardati dal malvagio,<br />

Satana il Diavolo. Tuttavia essi dovevano fare dei passi<br />

per il proprio benessere spirituale. Dovevano ritirarsi dai<br />

disordinati, quelli che si intromettevano nelle faccende<br />

che non li riguardavano e che si rifiutavano di lavorare.<br />

“Se qualcuno non vuole lavorare”, disse Paolo, “neppure<br />

mangi”. Costoro andavano segnati e non bisognava<br />

fraternizzare con loro, anche se bisognava ammonirli<br />

come fratelli. I fedeli cristiani di Tessalonica non<br />

dovevano smettere di fare il bene, e Paolo desiderava<br />

che l’immeritata benignità del Signore Gesù Cristo fosse<br />

con tutti loro.<br />

La seconda lettera di Paolo ai Tessalonicesi assicura<br />

ai testimoni di Geova che avranno sollievo dalla loro<br />

tribolazione quando Cristo e i suoi angeli recheranno<br />

vendetta su quelli che non ubbidiscono alla buona<br />

<strong>Raccolta</strong> <strong>Punti</strong> <strong>notevoli</strong> con Mini notes Pagina 341<br />

Alcuni miei piccoli appunti<br />

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