FN_GEN_FEB_01_177 LR
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RIVISTA DEI RELIGIOSI,<br />
DELLE RELIGIOSE<br />
E DELLA <strong>GEN</strong>TE<br />
DELLA «SACRA FAMIGLIA»<br />
Rivista periodica anno 2<strong>01</strong>6, Poste Italiane s.p.a.<br />
Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003<br />
(conv. In L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 2<br />
DCB (filiale di Bergamo)<br />
anno 98 - numero <strong>177</strong><br />
famiglia<br />
2<strong>01</strong>7<br />
<strong>01</strong>gennaio<br />
nostra<br />
febbraio<br />
Cosa farebbe oggi<br />
Santa Paola<br />
Elisabetta Cerioli?
EDITORIALE<br />
famiglia<br />
nostra<br />
di p. Sergio Grazioli<br />
Cari amici lettori,<br />
nei primi mesi di questo nuovo anno<br />
la nostra Congregazione ha concluso il ricordo<br />
della nascita della sua Fondatrice:<br />
lei ci sveglia e ci chiama a tendere l’orecchio<br />
alla voce di Dio e alla voce dei piccoli<br />
che chiedono il suo aiuto.<br />
In questo numero della rivista<br />
siamo contenti di potervi raccontare<br />
alcune delle tante iniziative di formazione,<br />
di festa e di preghiera che sono fiorite<br />
nelle nostre comunità<br />
in diverse parti del mondo<br />
in occasione del compleanno<br />
di santa Paola Elisabetta.<br />
Insieme alla festa c’è anche la sofferenza:<br />
un ciclone ha flagellato le nostre comunità<br />
del Mozambico, che ci chiedono preghiere e aiuti.<br />
Il tempo della Quaresima<br />
che abbiamo da poco iniziato<br />
è una occasione buona per chiederci<br />
se c’è qualcosa a cui possiamo rinunciare<br />
per aiutare che ha bisogno di noi.<br />
famiglianostra 2<strong>01</strong>7<br />
PROPRIETÀ<br />
Congregazione dei Religiosi della Sacra Famiglia di Bergamo - Via dell’Incoronata,<br />
1 - 24057 Martinengo-Bg (Italia)<br />
DIREZIONE E REDAZIONE INTERNA SACRA FAMIGLIA<br />
Gianmarco Paris, Antonio Consonni, Grazioli Sergio<br />
Aut. Tribunale di BG: n° 104 del 18 giugno 1948 | Abbonamenti 2<strong>01</strong>7: ordinario Euro 15<br />
Progetto grafico: Duemilacom s.r.l. | Stampa: Il Creativo S.p.a<br />
2<br />
Nel mese di gennaio abbiamo concluso un anno importante<br />
per i religiosi, le religiose e i laici della<br />
Sacra Famiglia: infatti è stato caratterizzato non<br />
solo dall’anno della misericordia ma anche dal 200° anniversario<br />
della nascita della nostra Fondatrice, santa Paola<br />
Elisabetta Cerioli.<br />
La sua festa liturgica nel calendario della Chiesa cattolica<br />
ricorre il giorno 23 gennaio: in quel giorno, nel 1858 Costanza<br />
Cerioli, che da poco più di un mese si firmava suor<br />
Costanza aveva deciso di cambiare il suo nome in quello<br />
di Paola Elisabetta e di portare una croce di legno al collo,<br />
per indicare l’inizio di una nuova vita, già da tempo consacrata<br />
a Dio con i voti religiosi, mentre si dedicava a educare<br />
come mamma le bambine senza famiglia che le venivano<br />
presentate. Al tempo della Cerioli il 23 gennaio ricordava<br />
la festa liturgica del matrimonio di Giuseppe e di Maria.<br />
Per la “nuova famiglia” di santa Paola S. Giuseppe e il suo<br />
matrimonio con Maria avevano un grande valore, al punto<br />
che aveva voluto chiamare le orfane con il nome di “figlie di<br />
S. Giuseppe”. Il 23 gennaio del 1859 le sue prime sei compagne<br />
avrebbero emesso i voti religiosi. Da quel tempo ad<br />
oggi si è mantenuta questa tradizione, confermata dalla decisione<br />
della Chiesa cattolica di ricordare la santità di Paola<br />
Elisabetta il 23 gennaio di ogni anno.<br />
Nelle domeniche vicine al 23 gennaio abbiamo celebrato<br />
l’Eucaristia nella casa madre dell’Istituto femminile (a Comonte)<br />
e maschile (a Martinengo) e nelle comunità sparse<br />
in diverse parti del mondo, ringraziando il Signore di averci<br />
donato questa donna che, pur avendo vissuto in un tempo<br />
molto diverso dal nostro, rimane per noi oggi un grande modello<br />
di cristiana e di mamma, di educatrice e di maestra.<br />
Durante tutto l’anno trascorso abbiamo promosso attività e<br />
mezzi per crescere nella conoscenza e nell’amore per la nostra<br />
Fondatrice. Ciò è servito a noi, religiosi e religiose e alle tante<br />
famiglie e giovani che condividono il nostro cammino di fede<br />
e di carità educativa: è cresciuta in noi la gioia e l’orgoglio di<br />
avere santa Paola come Madre e Fondatrice e ci siamo sentiti<br />
ancora più responsabili della sua eredità evangelica.<br />
La conclusione di questo anno di anniversario consegna a<br />
tutti noi alcune semplici e impegnative domande: oggi, nella<br />
nostra Comunità, cosa farebbe santa Paola Elisabetta per<br />
testimoniare il Vangelo della paternità e maternità di Dio?<br />
Come lo farebbe? Con chi? Verso chi si dirigerebbe?<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
COSA FAREBBE OGGI<br />
SANTA PAOLA<br />
ELISABETTA CERIOLI?<br />
Possiamo rispondere, da una parte, cercando di comprendere sempre meglio<br />
come lei ha vissuto il Vangelo, come ha servito Gesù nei bambini senza famiglia;<br />
e, dall’altra, guardando al nostro mondo di oggi (quello dell’Italia, del Brasile, del<br />
Mozambico e del Congo) dove il Signore ci chiama a seguirlo insieme a tutti<br />
i cristiani che formano la Chiesa. Se lo guardiamo con gli occhi di santa Paola<br />
Elisabetta scopriamo che ci sono molti bambini che hanno bisogno di essere<br />
educati e aiutati a costruire il loro futuro; e aiutiamo la Chiesa a riscoprire la sua<br />
vocazione di madre che si china sui piccoli per aiutarli a crescere e a costruire<br />
un futuro buono.<br />
Recentemente Papa Francesco ha richiamato all’attenzione del mondo e della<br />
Chiesa il dramma dei bambini che in tutto il mondo sono privati dei loro diritti<br />
fondamentali, riconosciuti dalle convenzioni internazionali ma in larga scala<br />
ignorati. Scrivendo ai vescovi del mondo intero nel giorno dei santi innocenti<br />
(28 dicembre) ha detto loro che è impossibile vivere la gioia cristiana ignorando<br />
il pianto di tante madri e di tanti bambini che si ode ancora oggi nel mondo.<br />
Il Papa ha ricordato che 75 milioni di bambini non possono andare a scuola a<br />
causa di situazioni di emergenza; che nel 2<strong>01</strong>5 il 68% delle persone sfruttate dal<br />
traffico sessuale nel mondo erano bambini; che nel 2<strong>01</strong>6 150 milioni di bambini<br />
hanno compiuto un lavoro minorile, molti di loro in condizioni di schiavitù; che<br />
la mortalità dei bambini sotto i 5 anni quasi per la metà è dovuta a malnutrizione.<br />
Un appello simile è venuto dal Papa in occasione della giornata del migrante<br />
e del rifugiato (15 gennaio 2<strong>01</strong>7), quando ha richiamato l’attenzione di tutti<br />
sulla realtà dei migranti minorenni che sono tre volte indifesi: perché minori,<br />
perché stranieri e perché inermi. La forte parola di Gesù contro coloro che<br />
scandalizzano i piccoli si dirige oggi – ha ricordato il Papa - contro la “gente<br />
senza scrupoli che sfrutta tante bambine e bambini avviati alla prostituzione o<br />
presi nel giro della pornografia, resi schiavi del lavoro minorile o arruolati come<br />
soldati, coinvolti in traffici di droga e altre forme di delinquenza, forzati alla<br />
fuga da conflitti e persecuzioni, con il rischio di ritrovarsi soli e abbandonati”.<br />
Cosa farebbe oggi santa Paola Elisabetta? Senza credere di trasformare il mondo,<br />
non rimarrebbe ferma di fronte alla povertà di qualche bambino che non è amato<br />
dai suoi genitori, che non ha la possibilità di frequentare la scuola; non terrebbe<br />
chiuso il suo cuore e la porta della sua casa alle famiglie che chiedono un aiuto<br />
per educare bene i loro figli, per dare loro un futuro dignitoso.<br />
Continuare oggi il sogno evangelico di questa donna chiede a noi di aprire il<br />
cuore e la mente alla sofferenza di tanti bambini, ai bisogni di tante famiglie che<br />
non trovano la strada per vivere serenamente; chiede a noi di ricordare sempre<br />
che il desiderio più grande di Dio è che tutti i suoi figli possano godere del dono<br />
della vita in una forma giusta e uguale per tutti.<br />
È per questo che santa Paola Elisabetta ha dato alla sua nuova famiglia: è questa<br />
causa buona che noi oggi, con le nostre forze e anche i nostri limiti, vogliamo<br />
servire.<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 3
L’AMORE CHE DIVENTA FECONDO di Rosaria e Mario Cantù<br />
Amoris laetitia<br />
Il capitolo quinto dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia è<br />
dedicato alla fecondità e alla generatività dell’amore. Il Papa<br />
ci richiama alle nostre responsabilità di figli con una concretezza<br />
sconcertante: come coniugi e come genitori. Papa<br />
Francesco ci ricorda che siamo “strumento di Dio” (171) e/o<br />
“cooperatori dell’amore di Dio e quasi suoi interpreti” (172),<br />
con delle precise responsabilità. L’amore dà sempre vita;<br />
per questo, l’amore coniugale non si esaurisce all’interno<br />
della coppia. La famiglia è l’ambito non solo della generazione,<br />
ma anche dell’accoglienza della vita che arriva come<br />
dono di Dio. Il dono di un nuovo figlio che il Signore affida a<br />
papà e a mamma ha inizio con l’accoglienza, prosegue con<br />
la custodia lungo la vita terrena e ha come destino finale la<br />
gioia della vita eterna. Le famiglie numerose sono una gioia<br />
per la Chiesa.<br />
Tutte le mamme e i papà hanno sognato il loro figlio, e<br />
all’interno di questo sogno, per una coppia di coniugi cristiani,<br />
appare necessariamente il Battesimo. È importante<br />
che quel bambino si senta atteso: è un essere umano,<br />
con un valore immenso e non può venire usato per il<br />
proprio beneficio. I figli sono un dono: ciascuno è unico<br />
e irripetibile. Un figlio lo si ama perché figlio: non perché<br />
è bello o perché è così o cosà: no, perché è figlio! Ogni<br />
bambino ha il diritto di ricevere l’amore di una madre e di<br />
un padre, entrambi necessari per la sua maturazione integra<br />
e armoniosa. Entrambi sono cooperatori dell’amore<br />
di Dio Creatore e quasi suoi interpreti. Le madri sono<br />
l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico<br />
e trasmettono spesso anche il senso più profondo della<br />
pratica religiosa. Vi sono ruoli e compiti flessibili, ma la<br />
presenza chiara e ben definita delle due figure, femminile<br />
e maschile, crea l’ambiente più adatto alla maturazione<br />
del bambino.<br />
Dai temi della vita coniugale l’Esortazione passa a quelli della<br />
vita genitoriale: “i figli, sia naturali sia adottivi o affidati,<br />
sono altro da sé ed occorre accoglierli, amarli, prendersene<br />
cura e non solo metterli al mondo” (180). Insiste sull’accoglienza<br />
della vita all’interno della famiglia: “Dio concede di<br />
scegliere il nome con quale Egli chiamerà ogni suo figlio per<br />
l’eternità” (166). Il Papa sottolinea che il figlio non va visto<br />
come “un complemento o una soluzione per un’aspirazione<br />
personale. E’ un essere umano con un valore immenso”<br />
(170), del quale va rispettata la dignità.<br />
Papa Francesco evidenzia il nostro ruolo di padre e madre:<br />
“Ogni bambino ha il diritto di ricevere l’amore di una<br />
madre e di un padre, entrambi necessari per la sua maturazione<br />
integra e armoniosa” (172); “la madre, che protegge<br />
il bambino con la sua tenerezza e la sua compassione,<br />
lo aiuta a far emergere la fiducia, a sperimentare<br />
che il mondo è un luogo buono che lo accoglie, e questo<br />
permette di sviluppare un’autostima che favorisce la capacità<br />
di intimità e l’empatia. La figura paterna, d’altra<br />
parte, aiuta a percepire i limiti della realtà e si concretizza<br />
maggiormente per l’orientamento, per l’uscita verso il<br />
mondo più ampio e ricco di sfide, per l’invito allo sforzo<br />
e alla lotta” (175).<br />
Ecco il rilievo che dà alla figura paterna: “i figli hanno bisogno<br />
di trovare un padre che li aspetta quando ritornano dai<br />
loro fallimenti [come il Padre misericordioso di Luca 15].<br />
Faranno di tutto per non ammetterlo, per non darlo a vedere,<br />
ma ne hanno bisogno” (<strong>177</strong>). Circa la maternità, il Papa ci<br />
ricorda che essa “si esprime in diversi modi” (178), fino a<br />
giungere all’affido e all’adozione . Le famiglie cristiane hanno<br />
un ruolo di primo ordine nel promuovere una “cultura<br />
dell’incontro” e della vita.<br />
Papa Francesco sottolinea anche la inevitabile dimensione<br />
sociale del sacramento del matrimonio: “Non bisogna dimenticare<br />
che la “mistica” del Sacramento ha un carattere<br />
sociale” (186), al cui interno si declina sia il ruolo specifico<br />
del rapporto tra giovani e anziani (191), sia la relazione tra<br />
fratelli e sorelle (194), come tirocinio di crescita nella relazione<br />
con gli altri. In questo modo Amoris Lætitia propone<br />
una rilettura del rapporto tra amore e generazione che va al<br />
di là di qualsiasi separazione o giustapposizione tra questi<br />
due fondamentali e costitutivi significati del matrimonio.<br />
La famiglia è il luogo che “resiste all’assorbimento dell’individuo;<br />
è la realtà più dinamica che esista, ci costringe a<br />
stare sempre in movimento; ci chiede continuamente di<br />
cambiare; è il luogo dove la differenza non produce disuguaglianza<br />
e dominio.<br />
Suggeriamo alcune domande per una riflessione da fare in<br />
coppia:<br />
- La vita è un dono di Dio. Sappiamo accogliere/invocare<br />
un figlio come un dono di Dio? Sappiamo ringraziare? Generare<br />
la vita è anche un “compito”: ci lasciamo vincere<br />
dalla paura di avere dei figli, o dall’egoismo che ci ha fatto<br />
chiudere al compito di generare?<br />
- Non ci sono figli ideali ma solo figli da amare! Vi sono degli<br />
aspetti che facciamo fatica ad accettare dei nostri figli? O<br />
delle scelte, nel caso di figli grandi?<br />
- La presenza chiara e definita del papà e della mamma<br />
è oggi messa in discussione da chi ritiene che in realtà<br />
conta solo l’amore e che anche coppie dello stesso sesso<br />
possono essere dei buoni genitori. Cosa penso di queste<br />
teorie? Quali valori, in tema di famiglia, credo siano fondamentali<br />
da trasmettere ad un/una figlio/figlia?<br />
La piccola chiesa domestica può sorgere e sostenersi solo<br />
attraverso una vera esperienza di Chiesa. Questo è il compito<br />
affidato a tutti noi e questa è la «casa comune» da costruire<br />
insieme per le famiglie del mondo, con la consapevolezza<br />
che la famiglia è «fabbrica di speranza».<br />
4<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
LA “BUONA STELLA” DELLA FONDATRICE<br />
A cura della comunità educante di Martinengo<br />
Cala il sipario e si<br />
spengono i riflettori<br />
sul palcoscenico dei festeggiamenti<br />
in occasione dei<br />
200 anni di nascita di Santa Paola<br />
Elisabetta ma nel cuore continua a<br />
brillare forte la luce della sua vita come testimonianza<br />
luminosa di madre, come esempio<br />
di amore generoso che non teme più il futuro incerto.<br />
È e rimarrà per ciascuno di noi la nostra buona stella<br />
a cui guardare quando l’incertezza e il disorientamento<br />
sembreranno sopraffare il nostro piccolo cuore, mentre attraversiamo<br />
ogni crocevia esistenziale. Lei che si è lasciata<br />
illuminare dalla Parola del Vangelo di Gesù ci indica ora di<br />
seguire la stessa Luce che è venuta ad abitare in mezzo a noi<br />
affinché non perdiamo la speranza.<br />
Tra i tanti aspetti che hanno caratterizzato la vita di santa Paola, quest’anno<br />
nel nostro Centro educativo abbiamo sottolineato il suo essere “maestra” per l’avvenire<br />
di ogni figlio. Suor Paola si è avvicinata ai fanciulli e ai ragazzi del suo tempo in un mondo<br />
molto originale, facendo della dolcezza e della prossimità il suo marchio di fabbrica, regalando loro<br />
la speranza di un futuro migliore. Una piccola rivoluzione, insomma, in tempi dove la cieca obbedienza<br />
e la sottomissione dei più piccoli erano indiscussi capisaldi dell’educazione delle giovani<br />
generazioni dell’ottocento.<br />
I bambini e i ragazzi del Centro Educativo di Martinengo in occasione della chiusura<br />
del bicentenario hanno festeggiato a modo loro, partecipando ad un concorso<br />
artistico/letterario, e si sono così uniti alla nostra gioia per il dono di<br />
Santa Paola Elisabetta: ella illumina sempre di più la nostra Famiglia religiosa,<br />
impegnata a proseguire il suo sogno in Italia, Brasile e Mozambico, affinché<br />
ogni figlio possa ricevere l’educazione necessaria per avere una vita dignitosa.<br />
Gli alunni hanno prodotto molti lavori artistici e letterari, tutti belli e significativi.<br />
Tutte le opere hanno avuto come tema la figura di santa Paola Elisabetta,<br />
la sua vita e il suo prezioso insegnamento. Questo concorso è stato un<br />
occasione bella e significativa per fare memoria … e non dimenticare le nostre<br />
radici, per non smarrire la nostra identità di figli amati.<br />
Un ringraziamento sincero ad Armando Scarpellini che ha composto la storia della<br />
nostra Fondatrice in fumetti, “La nostra buona stella”, facendone dono prezioso ad ogni<br />
alunno dei nostri Centri educativi e parrocchie, affinché non si dimenticasse di questo anno<br />
di grazia particolare. Un piccolo segno che vuole essere un ringraziamento speciale a questa donna<br />
per noi così importante.<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 5
LA SUA ‘PRESENZA’ TRA NOI<br />
A cura della Comunità educante di Orzinuovi<br />
Lei -da giovedì<br />
19 gennaio 2<strong>01</strong>7-<br />
ci dà il benvenuto<br />
ogni mattina e l’arrivederci<br />
ogni pomeriggio, al termine<br />
della scuola. Entrando nel nostra Centro educativo e<br />
Scuola, se ti trovi davanti a una statua di creta, e ti domandi<br />
chi sarà quella donna così maestosamente incinta e in un<br />
movimento che ricorda l’acqua del mare, ‘fiorita’ di tante<br />
farfalle… aspetta un momento perché un bambino o una<br />
ragazza che passa di lì te lo dirà: perché il bambino la indica<br />
tutto contento alla mamma, o perché qualcuno si ferma a<br />
dire una piccola preghiera o perché, domandandoglielo, lui<br />
prontamente ti potrà rispondere: .<br />
Perché tutti, tanti la conoscono? Tutti i nostri bambini e i<br />
nostri ragazzi la conoscono perché ogni anno raccontiamo<br />
la sua storia e perché per la realizzazione della statua abbiamo<br />
coinvolto tante persone nell’arco degli ultimi due anni,<br />
in un lungo ed entusiasmante percorso.<br />
Nel maggio del 2<strong>01</strong>5 p. Antonio viene invitato in Accademia<br />
Santa Giulia a Brescia per raccontare la storia della<br />
Cerioli a un gruppo di giovani scultori guidati dal maestro<br />
scultore Agostino Ghilardi, poiché la Scuola aveva manifestato<br />
da tempo il desiderio di sentire la di chi ha avviato la nostra esperienza educativa. I<br />
giovani sono rimasti molto colpiti dalla sua vita, perché è<br />
stata una donna del suo tempo ma con una visione di futuro<br />
incredibile; una tenera madre di famiglia, ma che ha<br />
continuato ad essere madre per altri bambini orfani senza<br />
lasciarsi prendere dallo sconforto quando perse tutti i suoi<br />
figli e anche il marito. I giovani sono rimasti colpiti anche<br />
dal sentimento della vita e dalla forza che santa Paola ha<br />
ricevuto dalla fede in Gesù. Con queste suggestioni i giovani<br />
dell’accademia hanno incominciato a elaborare i primi<br />
bozzetti.<br />
Nel gennaio del 2<strong>01</strong>6 i giovani scultori presentano i dieci<br />
bozzetti cartacei e in creta a tutti gli studenti e ai docenti<br />
della Scuola che li votano: il bozzetto più votato sarebbe<br />
stato poi realizzato nei mesi successivi.<br />
Nell’Ottobre del 2<strong>01</strong>6 entrano in scena i giovani studenti<br />
di sempre dell’Accademia santa Giulia<br />
guidati dal loro insegnante prof. Alberto Mezzana per progettare<br />
il contesto e i colori in cui verrà collocata la statua:<br />
grazie a loro l’ingresso della scuola è stato rimesso a nuovo,<br />
diventando più luminoso e accogliente, anche per ospitare<br />
la statua della fondatrice.<br />
Così nel gennaio del 2<strong>01</strong>7 abbiamo potuto ammirare la<br />
scultura e sentire viva la sua presenza tra noi: è una statua<br />
in creta, alta m1,80, realizzata dai giovani con lo scultore, e<br />
rappresenta la Santa incinta, perennemente madre di figli,<br />
attorniata dai suoi quattro figli. Avvolta in manto su cui volano<br />
farfalle colorate. Sono gli stessi colori che punteggiano<br />
la vita degli studenti della nostra Scuola.<br />
La festa di presentazione. Siamo tutti pronti per ammirarla,<br />
ma anche per festeggiare la Santa. Il via alla settimana a lei<br />
dedicata è stato giovedì 19 gennaio quando, a turno, gli studenti<br />
dell’Accademia insieme al professor Ghilardi e all’architetto<br />
Mezzana, hanno incontrato<br />
tutti gli studenti della<br />
nostra scuola, dall’infanzia<br />
alla secondaria, per<br />
spiegare come hanno<br />
realizzato la statua.<br />
In questi incontri è<br />
stato presentato un<br />
video che illustrava<br />
-in tempi rapidissimi-<br />
la realizzazione<br />
della statua. Due<br />
settimane intense per<br />
i nostri ragazzi tutti riuniti<br />
per fare festa intorno<br />
6<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
alla Cerioli per riscoprire, guardando alla<br />
Santa, che è bello vivere e donare la vita<br />
per gli altri.<br />
Guardiamo la statua: cosa ci racconta? La<br />
statua è fatta di creta con il colore della<br />
terra. I piedi sembrano radici che affondano<br />
nella terra, da cui nascono foglie, come di<br />
cespuglio. Foglie in basso la fanno come nascere<br />
dalla terra, dal verde. Ma di chi sono quei visi che sembrano nascondersi<br />
tra le foglie. Incominciamo a contarli. Uno, due, tre… e quattro. Quattro<br />
bambini. Certo sono i figli che la Cerioli ha avuto come mamma.<br />
Su un viso in particolare, il pollice della madre sembra divertirsi a fare<br />
il solletico al collo. E lo sguardo della madre è puntato proprio su di<br />
lui. Questo figlio sarà senz’altro Carlo: il figlio che è vissuto più a<br />
lungo, morto a 16 anni, il più amato dalla Cerioli. Questa donna<br />
però non ha avuto solo questi figli. Ma si è dedicata anche a<br />
tanti altri bambini e bambine orfane del suo tempo. Quando<br />
ha incominciato a raccoglierle, siccome non avevano un papà, le<br />
ha chiamate . Che genio! Così faceva crescere<br />
dentro di loro non che fossero orfane di padre e di madre, ma<br />
che avessero un padre speciale, lo stesso papà di Gesù, per salire<br />
al Padre più grande dei Cieli.<br />
Quindi dove sono tutti gli altri bambini? Ma guarda: è incinta! È incinta<br />
perché madre per sempre. Quindi possiamo immaginare che i bambini e le<br />
bambine orfane siano tutti lì nel grembo, che li custodisce con immensa<br />
tenerezza. Come tutti noi abitiamo il grembo di Dio. Se guardiamo il suo<br />
viso rimaniamo incantati dal fascino che emana dall’aver attraversato le stagioni<br />
della vita e dall’essersene stata plasmata: donna, moglie, madre, vedova.<br />
Sul suo manto e sulla sua pelle farfalle, simbolo della trasformazione: come si<br />
è trasformata appunto la sua vita dopo il lutto per la perdita del figlio Carlo.<br />
Quelle farfalle ci ricordano che anche per noi, anche se in forma diversa dalla<br />
sua, è necessaria questa trasformazione: alla volte la vita ce la impone e<br />
dobbiamo quindi accoglierla con bontà, altre volte dobbiamo essere noi<br />
a desiderare di cambiare, di arrivare al senso del nostro vivere e amare.<br />
Qui, davanti a lei, si sperimenta che il carisma della generatività<br />
della Cerioli arriva fino a noi<br />
È stata molta bella e arricchiente questa esperienza: per la nostra<br />
Scuola e per i giovani dell’Accademia. Per noi continua la nostra ricerca<br />
di un’iconografia che dica il senso della forte esperienza della<br />
Cerioli e non ne ripeta soltanto il passato trascorso.<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 7
IN BRASILE È VIVA LA MEMORIA<br />
DELLA “MÃE FUNDADORA”<br />
di p. Cezar E. Fernandes con i confratelli della Regione brasiliana<br />
Celebrare, ricordare e raccontare la storia di una madre che è<br />
nata 200 anni fa per essere segno della materna misericordia<br />
del Padre per molti figli che le sono stati affidati: questo è stato<br />
per noi religiosi e religiose della Sacra Famiglia in Brasile<br />
una felice occasione per crescere nella fede carismatica, per<br />
rafforzare la nostra identità, per riconoscere l’amore di Dio<br />
presente nella vita della Cerioli e per farla conoscere di più<br />
alle persone che vivono e lavorano con noi, condividendo la<br />
nostra vita e missione.<br />
Nel progetto della regione brasilana della Congregazione<br />
abbiamo fatto di questo anno giubilare una priorità, che ha<br />
caratterizzato tutte le attività apostoliche e il cammino di ciascuno<br />
di noi, aiutandoci a mantenere lo sguardo aperto su<br />
tutta la Congregazione e la Chiesa. Da parte di tutti i religiosi<br />
impegnati nelle opere educative, tanto nel campo scolastico<br />
come in quelli pastorale e social il desiderio e l’interesse vi<br />
vivere e celebrare questo anniversario della Fondatrice.<br />
Dall’apertura dell’anno, avvenuta nel santuario di santa Paola<br />
Elisabetta ad Assai (Paranà), fino alla sua conlusione, il<br />
22 gennaio di quest’anno nella parroccha di Jandira, questo<br />
cammino non ha conosciuto interruzione. Per conoscere meglio<br />
la Fondatrice e condividere il dono della sua spiritualità e<br />
del suo carisma con coloro che camminano con noi nella fede,<br />
sono state realizzate molte attività, anche grazie a strumenti<br />
concreti che abbiamo utilizzato a livello spirituale, pastorale<br />
e educativo. Sotto la responsabilità di p. Wagner è stato<br />
preparato un CD con canti dedicati alla Fondatrice, con la<br />
partecipazione di musicisti e coristi delle nostre parrocchie.<br />
Abbiamo pubblicato l’edizione portoghese della raccolta di<br />
scritti di santa Paola, dal titolo Madre di altri figli. Una nuova<br />
immagine della santa ha accompagnato questo anno in tutti<br />
i luoghi della nostra missione. Molti materiali divulgativi, per<br />
la conoscenza e la preghiera, sono giunti nelle mani di tante<br />
persone, aiutandoci a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo<br />
prefissi con questo giubileo.<br />
Le nostre comunità hanno offerto ai loro destinatari e collaboratori<br />
la grazia di avvicinarsi al dono prezioso della vita di<br />
santa Paola per conoscerlo, amarlo e imitarlo. Ma non solo!<br />
Ciascuna comunità si è sentita chiamata a percorrere lo stesso<br />
cammino di fede di santa Paola, accogliendo con fede la<br />
misericordia di Dio e convidivendola con i fratelli. Ci hanno<br />
aiutato nel cammino di questo anno alcuni preziosi contributi<br />
del Superiore generale p. Gianmarco, che hanno illustrato<br />
la storia, la personea e la spiritualità della Fondatrice: ci ha<br />
fatto assaporare di nuovo le fonti più genuine del dono dello<br />
Spirito Santo che nutre il nostro spirito, ci sostiene nella<br />
missione e così danno forma alla nostra identità di consacrati<br />
della Sacra Famiglia.<br />
Con il cuore pieno di gratitudine abbiamo concluso questo<br />
anno con una solenne celebrazione in Jandira, alla presenza<br />
di molti confratelli e consorelle, insieme ai nostri<br />
confratelli vescovi. Questo momento ha fatto nascere in<br />
noi un forte appello alla fedeltà e alla generosità, per vivere<br />
la grazia della vocazione che abbiamo ricevuto, dando<br />
vita a comunità che siano piccole famiglie di fede, capaci<br />
di generare vita. Vogliamo continuare il nostro cammino<br />
diffondendo i semi del carisma, affinché anche attraverso<br />
di noi il sogno di santa Paola continui a diventare speranza<br />
di vita piena per tutti i figli e le figlie che la Porvvidenza di<br />
Dio affida alle nostre cure.<br />
8<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
Di Alessandra Padovan<br />
Per la prima volta nella storia è stato realizzato un vero e proprio<br />
film sulla vita di santa Paola, grazie alla collaborazione di<br />
quasi un centinaio di persone. Colei che ha scritto la sceneggiatura<br />
ci racconta come è stato possibile e cosa ha significato questa<br />
esperienza per chi l’ha vissuta.<br />
Il 2<strong>01</strong>6 è stato un anno importante per la Congregazione<br />
della Sacra Famiglia: il bicentenario della nascita della fondatrice<br />
Santa Paola Elisabetta Cerioli. Un’occasione davvero<br />
speciale, che la Congregazione ha voluto festeggiare con un<br />
calendario di eventi e iniziative per sottolineare l’unicità di<br />
questo momento storico e per dare ancora più risalto alla figura<br />
della fondatrice.<br />
A questi festeggiamenti così importanti si sono uniti anche il<br />
Santuario della Bozzola, la Comunità Apostoli e Servi di Maria<br />
e la Comunità Emmanuel, perché da anni ormai queste<br />
realtà, insieme alla Congregazione della Sacra Famiglia, sono<br />
parte di un’unica grande famiglia, che cammina insieme sotto<br />
la guida e sull’esempio della nostra Santa, madre dei poveri e<br />
degli ultimi.<br />
Per celebrare questa ricorrenza speciale, p. Giovanni Prina, rettore<br />
del Santuario, ha chiesto ai ragazzi di trovare un modo<br />
creativo e originale per raccontare la vita di questa Santa. Libri,<br />
biografie, spettacoli teatrali: la storia di Santa Paola Elisabetta<br />
Cerioli era già stata affrontata in tanti modi. Serviva un’idea<br />
davvero nuova, che potesse trasmettere questa storia in maniera<br />
più coinvolgente. Alla fine, dopo tante proposte, p. Giovanni<br />
ci ha suggerito l’idea di un film. Sì, un film! Un’idea senza dubbio<br />
originale, molto coraggiosa e a dir poco ambiziosa…<br />
Nonostante nessuno fosse pienamente consapevole dell’impegno<br />
che questo progetto avrebbe comportato (o forse proprio<br />
per questo!), abbiamo accolto la proposta con grande entusiasmo,<br />
un po’ perché sentivamo che Santa Paola Elisabetta<br />
si merita questo tributo, un po’ perché volevamo metterci alla<br />
prova realizzando qualcosa di veramente significativo.<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 9
E così ad aprile 2<strong>01</strong>5 è iniziata l’avventura del film, con la stesura<br />
dei primi dialoghi della sceneggiatura. “Madre per sempre”<br />
– questo il titolo – narra la vita di Santa Paola Elisabetta<br />
Cerioli, figlia, poi sposa, madre e infine vedova, e soprattutto<br />
racconta come sia nata la sua opera di carità al servizio degli<br />
orfani, dei poveri e degli ultimi del suo tempo, e come il<br />
suo carisma continui a vivere ancora oggi nei membri della<br />
Congregazione della Sacra Famiglia, che, seguendo le orme<br />
della fondatrice, sono diventati padri e madri degli “ultimi”<br />
del nostro tempo.<br />
Nel film passato e presente si mescolano, e guardano insieme<br />
verso il futuro. Dopo la fase di scrittura della sceneggiatura,<br />
ad agosto 2<strong>01</strong>5 il progetto del film è ufficialmente decollato,<br />
con il primo emozionantissimo ciak. Mese dopo mese, il<br />
film ha preso forma e quello che all’inizio sembrava un sogno<br />
lontano e irraggiungibile si andava via via realizzando grazie<br />
all’impegno, ai piccoli sacrifici e alla collaborazione di tutti.<br />
Nessuno avrebbe mai pensato che un giorno in Santuario<br />
avremmo girato un film! E soprattutto: chi avrebbe mai detto<br />
che ragazzi qualunque si sarebbero improvvisati attori, registi,<br />
cameramen, microfonisti e costumisti? Nessuno dei ragazzi<br />
che hanno partecipato alla realizzazione del film, infatti, è<br />
professionista, ma tutti hanno lavorano con grande dedizione,<br />
cercando di dare il meglio di sé, rivelando talenti e capacità<br />
che non sapevano di avere. Dai più piccoli ai più grandi, l’opera<br />
del film ha dato spazio proprio a tutti. I ragazzi hanno<br />
recitato in costumi storici, vestiti come uomini e donne<br />
dell’Ottocento: conti, contesse, contadini e domestiche ogni<br />
volta invadevano il set per ricostruire la società del tempo e<br />
dare un contorno storico alla vicenda di Santa Paola Elisabetta.<br />
Tante persone, ago e filo alla mano, ci hanno aiutato a realizzare<br />
veri e propri capolavori di sartoria, e non smetteremo<br />
mai di ringraziare tutte le persone che, in base alle esigenze di<br />
scena, ogni volta ci hanno prestato abiti, oggetti e tantissime<br />
altre cose per arredare il set nel modo più adatto.<br />
E a proposito del set, luogo privilegiato per le riprese è stato<br />
palazzo Tassis, a Comonte, dove sorge la casa madre delle Suore<br />
della Sacra Famiglia, dove Santa Paola Elisabetta è vissuta<br />
con il marito, il conte Busecchi-Tassis. Qui si trovano ancora<br />
le stanze originali – la sala con il pianoforte al pianterreno, il<br />
salotto al piano superiore e la stanza del figlio Carlino –, tutte<br />
ancora arredate come all’epoca. È stato davvero un onore e un<br />
grande privilegio per noi poter recitare in quelle stanze: l’atmosfera<br />
era bellissima e l’emozione era davvero forte. Anche altri<br />
spazi sono stati utilizzati come set e non possiamo non ringraziare<br />
chi ogni volta ci ha accolto: attraverso questi piccoli gesti<br />
di generosità e disponibilità chi ci ha ospitato ha contribuito a<br />
realizzare con noi questo grande progetto.<br />
Ad ogni ciak l’esperienza di questo film si rivelava per noi<br />
sempre più ricca. Questo progetto, infatti, è stato per tutti i<br />
ragazzi un’occasione unica, perché ci ha permesso di crescere<br />
10<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
insieme, uniti e impegnati nella realizzazione di un obiettivo<br />
comune. Durante le trasferte a Comonte, per esempio, ogni<br />
volta si respirava un clima di festa, un po’ come quando si va<br />
in gita. Tutti felici, tutti emozionati, pronti a condividere una<br />
giornata intensa, fatta di tensione e impegno, ma anche di<br />
risate e pranzi insieme. Le giornate passate insieme sul set<br />
sono state un importante momento di aggregazione e di condivisione<br />
che porteremo nel cuore per molto tempo.<br />
La ricchezza più grande che il film ci ha regalato, però, è stata<br />
l’opportunità di conoscere ancora più da vicino la storia<br />
di Santa Paola Elisabetta Cerioli. Quante volte la sua storia<br />
è stata oggetto di omelie, catechesi e riflessioni… Ma mai<br />
prima d’ora avevamo avuto la possibilità di avvicinarci alla<br />
quotidianità, ai gesti e ai pensieri di questa donna, che la vita<br />
ha privato dei suoi figli ma che Dio ha reso “madre per sempre”.<br />
È stato bellissimo recitare nelle stesse stanze dove lei ha<br />
vissuto, immergersi in quell’atmosfera e andare indietro nel<br />
tempo per ripercorrere i momenti più significativi della sua<br />
vita. E a conclusione di una giornata vissuta “con lei”, non<br />
poteva mai mancare una sosta davanti all’urna della Santa.<br />
Lacrime, commozione e soprattutto tanta ammirazione hanno<br />
accompagnato questo nostro percorso e hanno arricchito<br />
e reso indimenticabile quest’esperienza.<br />
Sappiamo con certezza che santa Paola Elisabetta ci ha guidato<br />
in questo progetto: lei ci ha fatto conoscere la sua storia,<br />
lei ci ha sostenuto in questa impresa quando la fatica si faceva<br />
sentire, lei ci ha incoraggiato in questo cammino. Tutto ciò ci<br />
è stato di grande aiuto per sentire più vicino alla nostra vita il<br />
Vangelo di Gesù e speriamo che la stessa cosa possa avvenire<br />
a tutto coloro che assistono il film. Il nostro grazie più grande<br />
va proprio a lei, madre di ieri, madre di oggi, madre per sempre.<br />
È possibile<br />
acquistare<br />
il DVD del film<br />
presso tutte<br />
le Comunità<br />
della Congregazione<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 11
UNA STORIA CHE PARLA A TANTI<br />
a cura della dei Centri Educativi di Peabiru (Brasile)<br />
Tra le varie iniziative realizzate nelle comunità del Brasile,<br />
pubblichiamo qualche flash delle celebrazioni avvenute nella<br />
città di Peabiru (Paranà), nella parrocchia di San Giovanni<br />
Battista, nella scuola dell’infanzia primaria Santa Paola e<br />
nella scuola<br />
Il 2<strong>01</strong>6 è stato l’anno in cui abbiamo commemorato i 200<br />
anni di nascita della nostra amata Fondatrice. Per fare un po’<br />
di giustizia alla sua grandiosa e indescrivibile opera, abbiamo<br />
avuto la gioia di creare un grande progetto pedagogico<br />
lungo l’intero anno, che ha riguardato la sua vita e il suo carisma,<br />
il suo grande amore per i più bisognosi, la sua volontà<br />
di raccogliere e accogliere gli abbandonati.<br />
Abbiamo messo in atto questo progetto durante le lezioni<br />
e nelle attività extra-scolastiche, come i momenti ricreativi,<br />
con diverse letture, storie e teatri dedicati al suo cammino,<br />
al suo desiderio di realizzare il suo progetto di amore, che<br />
le ha chiesto la rinuncia alle ricchezza e la consegna al bene<br />
più grande che era l’amore di Dio.<br />
Ci è stato di grande aiuto il materiale preparato dalla Congregazione,<br />
che ha presentato la vita e l’opera cerioliana con<br />
manifesti, disegni, fumetti e preghiere: con esso gli insegnanti<br />
hanno arricchito il loro lavoro pedagogico, raccontando e<br />
presentando tutta la benevolenza delle azioni di santa Paula.<br />
Gli alunni con l’aiuto di tutto gli insegnanti hanno preparato<br />
disegni, poesie e teatri che hanno meravigliato tutti coloro che<br />
hanno partecipato alla festa, tra i quali i superiori p. Gianmarco<br />
e p. Roberto, che hanno visitato la nostra città nello scorso<br />
mese di giugno. La vita di santa Paola è stata riscritta dagli<br />
alunni, ora in forma narrativa, ora in forma poetica.<br />
Tutte le classi, comprese quelle della scuola dell’infanzia e<br />
quelle con necessità specifiche, hanno fatto bellissimi spettacoli<br />
e con gioia hanno potuto vivere un di lode per il carisma<br />
di amore di santa Paola.<br />
12<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
Sulla facciata della scuola è stata dipinta la sua immagine,<br />
proprio come una madre di tanti figli.<br />
Nel giorno del ricordo dell’indipendenza del Brasile, il 7<br />
settembre, la scuola dell’infanzia e primaria hanno portato<br />
il loro lavori per le strade della città, presentando a tutti la<br />
storia della Fondatrice. Sono stati accompagnati da un canto<br />
composto da uno dei nostri papà, Anderson Brito, e dalla<br />
nostra alunna Maria Eduarda Brito. Il ritornello del canto<br />
diceva: Una donna di valore, con un enorme cuore, santa<br />
Paola Elisabetta Cerioli, una storia di amore e devozione.<br />
Nel mese di novembre la scuola dell’Infanzia e primaria<br />
hanno partecipato alla messa solenne celebrata i parrocchia<br />
in occasione della festa annuale della fondatrice: in questo<br />
modo hanno potuto presentare a tutti i presenti le attività<br />
realizzate durante tutto l’anno, concludendo con un teatro<br />
sulla vita della Fondatrice.<br />
Con tutto questo abbiamo avuto la gioia di approfondire<br />
un po’ di più quella bella storia di amore che santa Paola<br />
Elisabetta Cerioli ha scritto per tutta l’umanità. E così sia.<br />
Uma Singela Criatura<br />
Há muitos anos atrás nasceu uma criança<br />
Era linda e seu nome era Constância<br />
Uma menina frágil, mas com grande coração<br />
A sua família ela sempre dava atenção<br />
Era uma jovem bonita,<br />
Mas teve um casamento arranjado,<br />
Mesmo assim, recebeu.<br />
Seu futuro marido e com muito cuidado<br />
Cedo perdeu toda a família,<br />
Se sentindo muito sozinha,<br />
Se apegou as criancinhas pobres,<br />
Doando tudo que tinha,<br />
Realizando uma atitude Nobre,<br />
E que muitos encantam,<br />
E por isso é chamada hoje de Santa.<br />
Marina Batista, Professora Escola Municipal São José<br />
Meninas cheia de graça<br />
Era uma vez uma menina Pura simples e inocente<br />
Dedicou a sua vida Aos pequenos principalmente<br />
Herdou de seus pais Um patrimônio valioso<br />
Dividindo os que não tinham Que gesto maravilhoso<br />
Perdeu sua família<br />
Foi tão grande o peso da cruz<br />
Sempre acreditando com fé<br />
Seria amparada por Jesus<br />
Deus lhe deu uma missão<br />
Proteger nossas crianças<br />
Dos caminhos da maldade<br />
Levando a esperança<br />
Dedicou a sua vida<br />
Há todos os filhos seus<br />
Deixando um grande exemplo<br />
Partiu e foi morar junto com Deus<br />
Zilda Siqueira Gomes, Prof. Escola Municipal São José<br />
Una creatura semplice<br />
Molti anni fa è nata una bambina, era bella e il suo nome era Costanza.<br />
Una bambini fragile, ma con grande devozione, alla sua famiglia sempre dava<br />
attenzione<br />
Era una giovane bella, ma ha avuto un matrimonio programmato.<br />
Ed anche così a accolto, il suo futuro marito con molta attenzione.<br />
Ben presto ha perso tutta la sua famiglia, si è sentita molto sola.<br />
Si è attaccata alle bambine povere, donando tutto ciò che aveva.<br />
Ha vissuto una scelta nobile, che ha lasciato stupiti molti.<br />
E per questo oggi è chiamata santa.<br />
Bambina piena di grazia<br />
C’era una volta una bambina, pura, semplice e innocente.<br />
Dedicò la sua vita ai piccoli principalmente.<br />
Ereditò dai suoi genitori un grande patrimoni,<br />
che ha condiviso con chi non ne aveva. Che gesto meraciglioso!<br />
Ha perso la sua famiglia, fu così grande il peso della croce.<br />
Credette sempre con fede che Gesù l’avrebbe protetta.<br />
Dio le diede una misisone, proteggere i nostri bambini<br />
dai cammini della cattiveria, portando la speranza.<br />
Dedicò la sua vita a tutti i suoi figli.<br />
Lasciando un grande esempio, partì per abitare con Dio.<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 13
IL CICLONE DINEO HA FLAGELLATO<br />
LA POPOLAZIONE DI MAXIXE E MONGUE<br />
A cura dell’Ufficio missionario<br />
Mercoledì 15 febbraio le caldissime acque di superficie<br />
del Canale di Mozambico hanno sfornato un vero ciclone<br />
tropicale che, dopo essere nato il 13 appunto nel<br />
Canale di Mozambico, si è rapidamente intensificato<br />
fino a sollevare onde alte anche più di 4/5 metri nel<br />
braccio di mare che separa le coste africane da quelle<br />
dell’isola del Madagascar.<br />
Nella mattinata del 15 il ciclone “Dineo“ (così è stato<br />
chiamato) si è avvicinato alle coste del Mozambico<br />
dove, nella provincia di Inhambane ha scaricato forti<br />
ed intensi rovesci di pioggia che hanno creato allagamenti,<br />
accompagnati da venti forti e turbolenti, intensi<br />
e rafficati, che hanno raggiunto la soglia dei 130 km/h,<br />
sradicando alberi e danneggiando abitazioni. Al contempo<br />
forti mareggiate hanno colpito le coste inondando<br />
le aree costiere più basse.<br />
I maggiori danni si sono avuti nella provincia di Inhambane,<br />
nel triangolo compreso tra Maxixe, Morrumbene<br />
e Mocodoene, dove si calcola siano andate<br />
distrutte 20.000 mila case e numerose scuole.<br />
I pochi centri di accoglienza esistenti si sono riempiti<br />
di famiglie ridotte al lastrico alle quali le autorità hanno<br />
fatto subito sapere di non aver fondi per aiutarle.<br />
Scuole, distributori di benzina e banche si sono fermate.<br />
Acqua, elettricità e telecomunicazioni sono rimaste<br />
interrotte per vair giorni.<br />
I danni materiali, già ingenti per un paese ricco, in un<br />
paese tra i più poveri del mondo hanno moltiplicato il<br />
loro peso.<br />
Ci sono state delle vittime, oltre alle migliaia di persone<br />
che hanno perso la casa con tutto il poco che<br />
conteneva. Residenze, esercizi commerciali, cappelle,<br />
scuole (tra le quali anche l’UNISAF-Università Sacra<br />
Famiglia) sono stati pesantemente danneggiate.<br />
Due giorni dopo il passaggio del ciclone p. Roberto Maver,<br />
superiore della Comunità di Maxixe-Mongue, così ci<br />
ha scritto:<br />
“Le persone hanno perso tutto. Tetti che volavano, case<br />
di caniço (paglia) portate via dal vento, alberi sradicati<br />
caduti su case e strade, scuole e chiese distrutte. Diversi<br />
morti e molti feriti. Un vero disastro!<br />
Nelle nostre strutture, ancora in piedi, abbiamo accolto<br />
più di 800 persone che non avevano più nulla, né da<br />
mangiare né da bere o vestire. Noi, grazie a Dio, stiamo<br />
bene e cerchiamo di infondere la speranza tra la gente.<br />
Purtroppo anche molte delle nostre strutture sono state<br />
fortemente danneggiate: la palestra dell’Università è<br />
stata letteralmente distrutta; sette scuole dell’infanzia<br />
sono parzialmente crollate o sono rimaste senza tetto,<br />
14<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
otto chiese delle comunità rurali hanno subito gravi<br />
danni. Non è facile calcolare i danni, ma crediamo che<br />
non siano lontani dai 10.000.000,00 di Meticais (corrispondenti<br />
a 125.000 euro).<br />
Facciamo appello alla sensibilità di chi può darci una<br />
mano e ringraziamo anticipatamente l'attenzione delle<br />
comunità e delle singole persone che vorranno collaborare.<br />
Vi chiediamo anche una preghiera perché il<br />
Signore benedica questa povera gente che già fa una<br />
vita diff icile e che in situazioni come queste rischia di<br />
perdere anche la f iducia nella vita. Non le rimane che<br />
Dio e la solidarietà umana per continuare a sperare”.<br />
Dopo questa comunicazione ci siamo subito attivati per<br />
diffondere questa informazione, che purtroppo, come<br />
spesso accade per i Paesi meno “importanti”, non è stata<br />
trasmessa dai mezzi di comunicazione.<br />
Come Congregazione stiamo promuovendo una campagna<br />
di raccolta fondi in favore di queste popolazioni e<br />
dei nostri confratelli e consorelle che lavorano in mezzo<br />
a loro.<br />
Nell’ultima pagina della rivista potete trovare le informazioni<br />
utili per partecipare a questa campagna e per farla<br />
conoscere ad un grande numero di persone.<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 15
DA MAZARA DEL VALLO APPRODO A COMONTE<br />
Di Antonella Montalto<br />
Mi chiamo Antonella. Ho ventitré anni e vengo dalla Sicilia,<br />
da Mazara del Vallo. Attualmente sto percorrendo la tappa<br />
del postulantato presso le Suore della Sacra Famiglia.<br />
Io mio cammino è iniziato circa un anno fa, quando, al termine<br />
della stagione estiva, presi la decisione di venire a<br />
provare e verificare qualcosa che già da tempo occupava i miei<br />
pensieri.<br />
Non è facile scrivere o parlare riguardo alla propria vocazione…<br />
perché significa parlare di ciò che c’è nell’intimo del<br />
proprio cuore; non è semplice perché non si tratta di qualcosa<br />
che si ha già… ma di qualcosa che ti viene donato… è un<br />
mistero grande difficile da spiegare!<br />
Ho conosciuto le Suore da piccola, durante la mia permanenza<br />
nel collegio di “S. Agnese” a Mazara del Vallo. Poi, ritornata<br />
nella mia famiglia, ho vissuto come tante altre ragazze<br />
della mia età: andavo a scuola, amavo la compagnia … ed<br />
ho sempre mantenuto un rapporto di amicizia con le Suore.<br />
Terminati gli studi, ho lavorato durante i mesi estivi.<br />
Ero ormai giunta all’età nella quale i giovani cominciano a<br />
16<br />
porsi delle domande sul loro futuro, sulle scelte che determineranno<br />
la loro vita. Avvertivo in me un vuoto… come se mi<br />
mancasse qualche cosa di essenziale.<br />
Ho rivisto il mio passato, il mio presente ed ho pensato al mio<br />
futuro. Ho constatato che la presenza del Signore non è mai<br />
venuta meno nella mia storia. Ed ho percepito che ogni cosa<br />
che mi accadeva, ogni gesto, ogni incontro, ogni parola, erano<br />
stati dei “regali” che il Signore mi mandava per dirmi: Io sono<br />
qui! Anche gli avvenimenti passati mi sono apparsi come<br />
un dono Suo, e Lui mi è sempre stato “il fedele compagno<br />
di viaggio”.<br />
Allora ho capito che dovevo provare, dovevo lanciarmi e andare…<br />
anche se avevo un certo timore… perché andavo incontro<br />
a qualche cosa di grande e di bello… timore nell’abbandonarmi<br />
totalmente a Lui, di non essere all’altezza della<br />
chiamata del Signore. Poi ho pensato che la vita è una e vale<br />
la pena viverla in pienezza, per Lui.<br />
Durante questo anno di aspirantato non posso dire che sia<br />
stato tutto bello e tranquillo: ho avvertito e avverto tuttora<br />
momenti di stanchezza, di timore… a volte penso di non<br />
farcela… ma proprio in questi momenti arriva Lui… fedele<br />
come sempre, a tendermi la mano, a darmi forza per sorridere<br />
alla vita, a farmi sentire la certezza che mi accompagnerà<br />
sempre.<br />
Quest’anno mi è servito molto, mi ha fatto crescere, maturare,<br />
vedere la realtà della vita con maggiore obiettività e capirne il<br />
senso, grazie anche all’aiuto di chi mi sta vicino e mi accompagna,<br />
la Madre Maestra, la Madre Vicaria e tutte le Suore<br />
con il loro esempio.<br />
E’ bello scoprire nuove realtà, confrontarsi con le compagne,<br />
conoscersi più in profondità, vedere la gente con occhi diversi,<br />
portare un sorriso al mondo, ma al tempo stesso imparare a<br />
non essere del mondo ma a servire il Signore nel mondo.<br />
Magari qualcuno può domandarsi: una ragazza di 23 anni<br />
perché vuol farsi suora? E pensano alle suore come a persone<br />
strane, speciali, diverse… Ma non è proprio così! Le suore<br />
sono persone come tutte le altre… con le loro difficoltà, la<br />
loro storia, il loro carattere… Quello che le rende diverse è il<br />
Signore, al quale dedicano completamente la loro vita.<br />
Se sappiamo scoprire nella nostra vita questa presenza, cambia<br />
in modo straordinario tutto, si diventa speciali perché Lui<br />
è speciale. Insieme a Lui la vita ha un senso, una direzione e<br />
si scopre che tutto quello che offre è un dono.<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
LA CORALE “SACRA FAMIGLIA”<br />
COMPIE 35 ANNI DI VITA<br />
Di p. Gianmario Monza<br />
Per la nostra Corale «Sacra Famiglia» la S. Messa della notte<br />
di Natale 2<strong>01</strong>6 ha avuto un’importanza davvero speciale,<br />
in quanto la Corale ha raggiunto il pregevole traguardo dei<br />
35 anni di vita e di attività.<br />
Pregevole traguardo, sia perché è una realtà basata sul volontariato,<br />
sia perché diversi componenti di essa svolgono<br />
anche altri servizi di volontariato presso la casa della Sacra<br />
Famiglia di Martinengo, e per questo non possiamo che<br />
benedire e ringraziare il buon Gesù e la nostra fondatrice<br />
madre Cerioli.<br />
È proprio nella Messa di Natale del 1981 che la Corale «Sacra<br />
Famiglia» trova le sue origini. L’avventura della corale<br />
è iniziata grazie all’incentivo di p. Gregorio Vitali e mons.<br />
Ottorino Assolari; inizialmente la corale era formata da alcuni<br />
alunni del Centro Educativo «Sacra Famiglia» e dai<br />
loro genitori. Successivamente si è arricchita anche da altri<br />
uomini e donne spinti dall’entusiasmo per il canto corale. A<br />
tutt’oggi il coro è composto da 37 cantori. Non è possibile<br />
citare tutti i cantori che in questi 35 anni hanno contribuito<br />
alla vita della corale. Ricordiamo<br />
e ringraziamo coloro che li<br />
hanno guidati nella direzione<br />
e nell’accompagnamento all’organo.<br />
Molti sono religiosi della<br />
Congregazione e molti sono<br />
laici che con tanta generosità si<br />
sono dedicati a questa causa: p.<br />
Ezio Bono e p. Luciano Garlini,<br />
p. Pierapolo Lamera e p. Rocco<br />
Baldassarri, Ernesto Moretti e<br />
Angelo Oldoni, p. Gianmario e<br />
fra’ Stefano.<br />
Sin dalle sue origini, il suo scopo<br />
principale è stato quello di<br />
solennizzare le celebrazioni dell’anno liturgico e della vita<br />
della Congregazione nella quattrocentesca chiesa di Santa<br />
Maria Incoronata, sede della Casa generalizia della Congregazione<br />
della Sacra Famiglia: pregare e aiutare a pregare<br />
il popolo santo di Dio attraverso il ministero del canto e<br />
della musica.<br />
Sappiamo quante persone sono state aiutate a scoprire o<br />
riscoprire la fede in Gesù, proprio grazie al canto ed alla<br />
musica sacra (senza peraltro dimenticare le esperienze biografiche<br />
di S. Agostino o di Liszt); infatti canto e musica<br />
sacra non sono dei mezzi per arrivare a Dio, ma sono già<br />
essi stessi esperienza di Dio, sono già preghiera, in quanto<br />
la bellezza è un’esperienza privilegiata di Dio, Bellezza<br />
infinita.<br />
Canto e musica sacra sono già preghiera ed hanno la capacità<br />
di muovere gli affetti e la preghiera del popolo di Dio,<br />
convocato da Gesù Risorto, nell’assemblea eucaristica.<br />
La Corale «Sacra Famiglia», recependo le indicazioni del Concilio<br />
Vaticano II, svolge il suo servizio nella liturgia eucaristica,<br />
attraverso il ministero del<br />
canto e della musica, curando<br />
una equilibrata articolazione<br />
tra coro, assemblea, parti soliste,<br />
parti cantate dal celebrante,<br />
interludi organistici.<br />
Il coro, attualmente, è diretto<br />
dal M° Fabrizio Vanoncini,<br />
accompagnato all’organo dal<br />
M° Giuseppe Zappalalio, e<br />
coordinato da padre Gianmario<br />
Monza.<br />
Non ci resta che augurare almeno<br />
altri 35 anni alla nostra<br />
Corale «Sacra Famiglia»!<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 17
In ricordo di p. Mario Arnoldi<br />
La mattina del 30 gennaio è morto il nostro confratello p. Mario Arnoldi:<br />
era nato a Cologno al Serio 81 anni fa; ha lavorato come missionario in Brasile<br />
dal 1971 al 1986; a causa di una grave malattia ha passato<br />
trent’anni nella nostra comunità di Martinengo.<br />
Il desiderio di dedicare la vita al servizio del Regno di Dio<br />
era nato in giovane età nel cuore di p. Mario. Ma, per la<br />
morte del papà, l’ha conservato nel suo cuore e ha lavorato<br />
per aiutare la sua famiglia. Quando ha sentito di aver completato<br />
quel suo primo e grande dovere, a 24 anni si è incamminato<br />
sulla via del sacerdozio. Nell’ottobre del 1968<br />
è stato accolto nella Congregazione della Sacra Famiglia.<br />
Verso la fine del suo cammino di formazione è nata in lui<br />
la disponibilità a mettersi al servizio della Congregazione<br />
e della Chiesa universale. Il 3 aprile del 1970 scriveva al<br />
Superiore generale: “Nelle Delibere dell’ultimo Consiglio<br />
era scritto di farsi avanti chi desiderava lavorare nella missione<br />
della nostra Congregazione. Faccio perciò sapere a<br />
lei e al Consiglio di essere disponibile per lavorare laggiù,<br />
oltre che per la Congregazione dove e come lei vuole”.<br />
Il 26 giugno 1971 fu ordinato prete da mons. Clemente<br />
Gaddi nella cattedrale di Bergamo e poco dopo partiva<br />
per il Brasile. Così scriveva da Itapevi (Brasile) il 23 ottobre<br />
dello stesso anno: “la sera del 28 del mese scorso<br />
ho celebrato la prima messa in portoghese a Itapevi, ad<br />
maiorem Dei gloriam, per dire grazie perché il mio sogno<br />
è diventato realtà”. Il 14 aprile dell’anno dopo scrive:<br />
“sono arcicontento di essere prete e di esserlo qui dove il<br />
bisogno è enorme. Ottima l’esperienza di questa prima<br />
Pasqua sacerdotale e brasileira.” Per vari anni ha dedicato<br />
le sue energiche forze nel servizio pastorale alla gente, in<br />
collaborazione e a volte anche in sano antagonismo con i<br />
confratelli che svolgevano lo stesso ministero. Dalla sua<br />
tenace dedizione e intraprendenza è nata la Parrocchia di<br />
Jardim Silveira (San Paolo), che ancora oggi lo ricorda con<br />
affetto come il suo primo parroco.<br />
Poi è giunta la malattia, che ha fermato la sua grinta e l’ha<br />
costretto a lasciare il Brasile e ritirarsi nella casa della Congregazione<br />
a Martinengo, per essere curato e assistito: questa<br />
fase della sua vita, non programmata e apparentemente<br />
senza frutto, è durata il doppio del tempo che ha dedicato<br />
alla pastorale, cioè trent’anni! Sono stati anni non facili: né<br />
per lui, perché all’inizio desiderava riprendere ad esercitare il<br />
ministero; né per chi lo assisteva, a motivo del suo carattere<br />
forte che non è cambiato fino all’ultimo. Pochi giorni dopo<br />
il suo arrivo a Martinengo il confratello p. Angelo Bertoli<br />
gli scrive dal Brasile, aiutandolo a trovare forza nella fede: “ti<br />
sto accompagnando quotidianamente coni il pensiero, con<br />
l’affetto e con la preghiera, dopo quanto ti è capitato interrompendo<br />
d’improvviso la tua attività che sempre è stata<br />
il sogno e l’ansia di ogni giorno della tua vita sacerdotale.<br />
Ora sei pienamente nelle mani del buon Dio e di coloro<br />
che continueranno a starti vicino nel tuo calvario… Il tuo<br />
altare per il sacrificio sei tu stesso ed è giunto il momento<br />
di mostrare che la fede: fiducia e fedeltà non ti manca…<br />
Non giudicarti inutile, sarebbe un errore pensare questo e<br />
soprattutto non sarebbe sacerdotale. Oggi sei più vicino al<br />
crocifisso in piena e totale obbedienza al Padre”.<br />
Le parole che concludono il testamento spirituale possiamo<br />
pensare che le abbia pronunciate nel cuore nei lunghi anni<br />
della sua malattia e anche nelle ultime ore, quando già non<br />
poteva parlare: “Ringrazio Dio dei doni immensi ricevuti; il<br />
Signore misericordioso abbia pietà della mia anima”.<br />
p. Mario con i bambini della Ptrima Comunione<br />
nella sua Parrocchia di Jardim Silveira<br />
18<br />
famiglianostra | Gennaio - Febbraio 2<strong>01</strong>7
In ricordo di Isabella Giardini<br />
La sera del 27 febbraio è morta Giardini Isabella,<br />
mamma di p. Gianmarco, Superiore generale della Congregazione.<br />
La ricordiamo con affetto, riportando qualche passaggio<br />
dell’omelia tenuta durante il funerale.<br />
Solo in Dio riposa la mia vita, il mio respiro: Lui è la mia roccia, la roccaforte sulla quale mi appoggio, e anche<br />
quando tutto trema io non vacillo (salmo 61). La fede! Questo sentimento di sicurezza che viene dal sentirsi aggrappati<br />
a una roccia solida, che non crolla. La fede è stata il filo conduttore della vita di Isabella: non come un<br />
merito, non come motivo di vanto, ma come se non fosse possibile altra maniera di vivere che nella fede. L’ha<br />
ricevuta in dono insieme alla vita, dalla sua famiglia. Per questo non sentiva il bisogno di ostentarla, ma solo quello<br />
di custodirla. Così, conservata come il tesoro più segreto e più grande, questa fede è stata alla base delle scelte importanti<br />
della sua vita, dei suoi affetti e delle sue sofferenze; ed è stata anche la fonte delle sue gioie più profonde.<br />
Dalla fede ha attinto forza e luce quando, in età adulta, ha affrontato i sacrifici senza i quali le cose più importanti<br />
della vita non diventano vere e durature. Nella fede ha vissuto il matrimonio, come un dono e un compito; nella<br />
fede ha cresciuto noi suoi figli, fiduciosa che questa fosse l’eredità più importante che potesse lasciarci.<br />
Questa fede cresce e si rafforza osservando e sentendo il miracolo della vita, come Gesù ci rivela nel vangelo:<br />
“Guardate gli uccelli del cielo; guardate i gigli dei campi: se Dio li cura, non farà molto di più per voi, suoi figli<br />
e figlie? Cercate prima il Regno di Dio, la giustizia di Dio: e le cose della vita vi saranno poste davanti”. La fede<br />
che ci insegna Gesù non diminuisce in nulla la responsabilità per la nostra vita e felicità: ma ci toglie l’ansia che<br />
turba il cuore quando ci dimentichiamo di essere figli, di essere amati; e per questo non riusciamo a vedere quello<br />
che abbiamo come un dono, di cui ringraziare prima ancora che conservare. Questa fede è una strada non facile,<br />
perché deve evitare due possibili derive: quella di chi aspetta ingenuamente che tutto venga da Dio;<br />
e quella di chi si sente il padrone di ciò che fa e che ha, e si dimentica di essere solo un<br />
pellegrino in viaggio. La fede del Vangelo passa in mezzo: è la strada di una profonda<br />
gratitudine per tutto ciò che riceviamo e che riusciamo a fare, perché siamo convinti<br />
che – anche se è frutto del nostro lavoro – prima di tutto è un dono che<br />
ci viene fatto della tenerezza divina. Questa fiducia profonda, che è sempre<br />
stata il cuore della vita di Isabella, è diventata nei suoi ultimi anni, quelli<br />
della demenza senile, il tutto della sua vita: si è dimenticata di quasi tutto,<br />
ma non del Signore che le ha dato la vita e delle persone che ha amato e<br />
da cui si è sentita amata. Con questa fiducia che le si leggeva sul volto si è<br />
incamminata all’incontro…<br />
La mattina del 1 marzo è morta in Brasile Vergina Francisco Gardim, mamma di Suor Marina<br />
Gardim, superiora generale delle Suore della Sacra Famiglia di Montes Claros.<br />
Verginia Francisco Gardim era nata nel 1934 e si era sposata con Guilherme Gardim nel 1953. Hanno<br />
avuto nove figli (5 donne e 4 uomini). E' stata una donna di fede e una mamma affettuosa. Oltre la<br />
lavoro nella sua famiglia si è sempre impegnata nelle comunità cristiane dove è vissuta, collaborando<br />
con l'evangelizzazione, molto devota di Maria Aparecida. A 83 anni ha sofferto la frattura del femore,<br />
le cui complicazioni l'hanno portata alla morte. Ha lasciato una bella testimonianza di vita e ha ricevuto<br />
le preghiere dei familiari e della comunità dove è vissuta.<br />
Tutti i confratelli della Congregazione esprimono a lei e ai familiari un pensiero di vicinanza<br />
e di preghiera<br />
Cosa farebbe oggi Santa Paola Elisabetta Cerioli ? 19
CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI<br />
15 Febbraio 2<strong>01</strong>7 CICLONE DINEO<br />
su MAXIXE MONGUE - Mozambico<br />
Per aiutare le persone colpite e riparare i danni alle strutture della missione<br />
(scuole e cappelle) si può contattare l’Ufficio missionario<br />
Sacra Famiglia a Martinengo: tel. 0363.988098 o fare una donazione.<br />
CCB intestato a Sacra Famiglia Solidale ONLUS<br />
Iban: IT97 H089 4053 2000 0000 2<strong>01</strong>0 000 o sul CCP 992255<br />
causale «EMER<strong>GEN</strong>ZA CICLONE»