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Rolling_Stone_Italia__Giugno_2017

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Libri<br />

Il triangolo sì<br />

Non desiderare la donna d’altri. Perché poi, in genere, succede un gran casino. Lo scopre<br />

il protagonista di “Tabù”, una discesa nei sogni (o negli incubi) di qualcun altro<br />

Isola di Wight, agosto 1970. Gli spettatori del Pop Festival si rilassano in spiaggia tra un concerto e l’altro.<br />

Capita anche a me di volere – o di fare, senza<br />

volerlo – proselitismo letterario. Leggi questo,<br />

leggi quest’altro. Mentre lo faccio, la<br />

sensazione è quella di provare una copia impallidita,<br />

mortalmente scialba, dell’originaria esperienza che<br />

era stata la lettura solitaria. Quando poi nel mio proselitismo<br />

incrocio qualcuno che ha effettivamente<br />

letto il libro che sto propagandando, è finita, e uno<br />

degli atroci momenti dell’esistenza – la condivisione<br />

tra due persone della bellezza – ha luogo”.<br />

Lo scrive Giordano Tedoldi in un articolo di Rivista<br />

Studio, e devo dire che cercare di far proselitismo<br />

rispetto al suo romanzo Tabù mi pone di fronte allo<br />

stesso disagio, anzi di fronte a una forma ancora più<br />

complessa di disagio, perché la mia esperienza solitaria<br />

di lettura è inintelligibile persino a me stessa, e<br />

se dovessi incrociarmi per strada credo avverrebbe<br />

qualcosa di più ambiguo della condivisione della<br />

bellezza tra due persone. Probabilmente allungheremmo<br />

entrambe il passo, nella speranza che nes-<br />

GIORDANO TEDOLDI<br />

TABÙ<br />

Tunué, pp. 220<br />

HHHHH<br />

Pietro seduce Emilia, moglie<br />

del suo migliore amico. Inizia<br />

così un viaggio nel mondo del<br />

proibito, tra anarchia sessuale<br />

e ricerca dei limiti sociali.<br />

suna riconosca l’altra, e con il timore di confessarci<br />

ciò che abbiamo vissuto. Leggere Tabù è stato come<br />

osservare la materia onirica di qualcun altro. Non<br />

con il distacco compiaciuto e autoprotettivo del<br />

voyerismo, ma proprio con un senso di deportazione<br />

in quei luoghi, senza accesso alla parola di sicurezza<br />

per chiedere di stoppare il sogno (confesso che ci<br />

sono stati momenti in cui l’ho desiderata quella<br />

parola, ma la vera potenza della scrittura di Tedoldi<br />

è saper attivare la voglia perversa di andare avanti,<br />

evitando però stratagemmi furbi da suspense o da<br />

inquietudine Lynchiana).<br />

Il “sogno”, se vogliamo chiamarlo così, è quello di<br />

Piero Origo, professore di Storia e Filosofia al liceo,<br />

che decide di sedurre la moglie del suo miglior amico,<br />

Emilia – “la divinità del superfluo e del transitorio, e<br />

perciò molto più compiuta e affascinante di ogni necessità”.<br />

Il nono comandamento – non desiderare la<br />

donna degli altri – a maggior ragione se gli altri sono<br />

tuoi amici (“A volte penso che mi sono inventato<br />

FOTO EVENING STANDARD/GETTY IMAGES<br />

36 ROLLING STONE_GIUGNO <strong>2017</strong>

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