FOTO JABIN BOTSFORD/THE WASHINGTON POST VIA GETTY IMAGES forma più tossica di una malattia mentale che ti rende comunque funzionante. Insomma, nella sua prima settimana di governo ha minacciato di invadere il Messico, l'Iran e Chicago. Ti rendi conto?». Il 29 giugno 1999 Trump ha letto un elogio funebre durante il funerale del padre, a Manhattan. Altri avevano ricordato Fred Trump e la sua storia: un uomo che aveva costruito case solide per migliaia di newyorkesi. L'attuale Presidente, invece, ha usato il suo tempo per spiegare a tutti che la più grande conquista del padre era stata una e una sola: suo figlio, Donald. I Presidenti uniscono le nazioni attorno alle loro idee, buone o cattive che siano. Un Presidente con un DNP non pensa a niente che non sia il suo ego, non offre una narrativa che non sia il suo “falso sé”. Un Presidente narcisista si aspetta che gli americani lo seguano, ignoprendere decisioni. Diventa impossibile capire dove hai sbagliato, perché non accetti che questa possibilità esista», spiega Dodes. Questo è soprattuto vero quando l'informazione è negativa per l'ego del narcisista. Così si spiega il primo giorno della Presidenza Trump, la sua continua affermazione di superiorità, la velocità con cui ha abbandonato vecchi alleati e la formazione del suo governo, una collezione di persone tanto ricche quanto prive d'esperienza. Una bolla narcisista su misura per non mettere in discussione il suo dominio. «Messi di fronte a informazioni negative su loro stessi, i narcisisti svalutano, denigrano, non le accettano», dice Pincus. «Le scacciano via, le distorcono, incolpano qualcun altro, hanno bisogno di vedere un'immagine di loro stessi superiore, non tollerano l'idea di avere difetti, imperfezioni o che ci sia qualcuno migliore di loro». Questo significa che non solo Trump mente molto facilmente (solo il 2,5% delle affermazioni fatte durante la sua campagna elettorale erano vere, il 78% false, false in parte o totalmente assurde), ma che continuerà a farlo e a rinchiudersi nel suo cerchio magico che, spiega Pincus, «non farà altro che ascoltarlo e ripetergli che è il numero uno. Per questo è scioccato quando qualcuno ha un'opinione diversa, per questo denigra i tribunali e gli Stati che gli vanno contro. Non si metterà mai in discussione». Continuerà a ribaltare e a proporre visioni distorte di ogni evento negativo della sua Presidenza: «Le sue quattro bancarotte non erano viste come un segno negativo durante la campagna elettorale. Erano mostrate come un segno della sua furbizia», dice Blair. E continuerà a insistere sui suoi deliri, come quello sulle cimici installate da Obama, nonostante tutto indichi che non ci sia niente di vero. Questo preoccupa molto Wilentz. «Abbiamo avuto molti Presidenti problematici: alcolismo, paranoia, problemi psicologici classici», mi spiega. «Questa cosa è diversa. Lui è dissociato dalla realtà. Non abbiamo mai visto una cosa del genere». Gartner è ancora più deciso: «Si comporta come un folle, e si arrabbia quando gli altri non vedono le stesse cose che sono nella sua testa». La dissociazione dalla realtà, insieme al bisogno infantile di Trump di affermare la sua superiorità, hanno portato molti professionisti del settore a pensare che i tratti esibiti siano sufficienti per renderlo unfit to office, non importa la diagnosi. In questo caso il dovere da strizzacervelli scavalca la Goldwater Rule: «Dal punto di vista psichiatrico siamo in una situazione molto pericolosa», dice Gartner. «Se Trump fosse ancora più malato, nessuno lo ascolterebbe più. Se il suo problema fosse grottesco, non sarebbe una minaccia. Invece, purtroppo, soffre della TUTTA LA VERITÀ Donald Trump durante un comizio. Secondo uno studio, solo il 2,5% delle affermazioni che ha fatto durante la scorsa campagna elettorale erano vere. rando che dietro alle sue manie, dietro alla sua ossessione per il suo mito personale, non ha nient'altro da offrire se non la sua debolezza. «Faremo questo e quest'altro, sarà fantastico, incredibile», dice Pincus. «Non c'è nessuna sostanza in quello che promette. Come farai a fare queste cose? In che modo conquisteremo quegli obiettivi?». Non conosciamo la risposta. Le notizie che trapelano dalla Casa Bianca descrivono un uomo arrabbiato, che voleva diventare Presidente, ma che non vuole essere il Presidente. Trump è arrivato nello Studio Ovale pieno di idee e voglia di cambiamento, ma non ha l'esperienza politica o storica di Johnson o persino di Nixon. Il malcontento che serpeggia al Congresso ci fa capire che esiste davvero la paura che Trump possa vedere le riforme non razionalmente, senza metodo e, soprattutto, senza ragionamenti bipartisan. Per ora, come fa notare Barney Frank, «pur avendo le due Camere sotto il controllo del Partito repubblicano, Trump non ha fatto quasi niente». Il suo immigration ban è stato bloccato, e il suo budget ridicolizzato. «L'orizzonte temporale delle decisioni di Trump sembra essere di circa 13 minuti», dice Frank. «Non puoi lavorare con persone più preoccupate delle conseguenze personali di una riforma, piuttosto che di quelle pubbliche». Se Trump soffrisse davvero di DNP, e se le sue idee non dovessero mai realizzarsi, le sue convinzioni assurde continueranno a scontrarsi con la realtà. Secondo molti esperti, questo non farà altro che esasperare il problema. «Credo che siamo di fronte a una situazione in continuo deterioramento», ha detto Gartner. «Penso che sarà sempre più matto». Come spiega la lettera di Dodes al New York Times, gli attacchi di Trump contro “i fatti e chi li dimostra continueranno ad aumentare, almeno finché il suo mito di grandezza non diventerà realtà”. Comunque, non importa quanto fallimentari saranno i prossimi quattro anni. Secondo la biografa Gwenda Blair, «non c'è dubbio, lui sarà convinto di aver fatto un lavoro grandioso. Questo non è assolutamente in discussione». RS ROLLING STONE_GIUGNO <strong>2017</strong> 57
Voglio andare a casa. La casa dov’è? Forse in Francia, forse alle Hawaii. Perché la vita di Leonardo Fioravanti è così, in giro per il mondo da quando aveva 11 anni. La dura (ma bellissima) esistenza del miglior surfista italiano TESTO MATTEO ZAMPOLLO FOTO GIAMPAOLO VIMERCATI STYLE PINA GANDOLFI 58 ROLLING STONE_GIUGNO <strong>2017</strong>