10.07.2017 Views

Rolling_Stone_Italia__Giugno_2017

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Chris Cornell è morto il 18 maggio scorso.<br />

Il rapporto del medico legale parla di<br />

suicidio, ma quello che è successo di<br />

preciso nelle sue ultime ore di vita è ancora da<br />

chiarire. L’unica cosa certa è che se n’è andato<br />

un artista che durante la sua carriera ha spinto<br />

il rock verso territori sempre nuovi.<br />

La sua ricerca era iniziata con i Soundgarden<br />

– la più sofisticata tra le band “grunge” uscite<br />

dalla scena di Seattle tra ’80 e ’90. Difficili da<br />

definire: hard rock? Metal? Pop psichedelico?<br />

Tutto questo e oltre, anche grazie alla voce di<br />

Cornell: un’estensione vocale sbalorditiva,<br />

che poteva essere di volta in volta calda, abrasiva,<br />

avvolgente, metallica. Ogni loro album<br />

è diverso: Ultramega OK (1988) è un mix tra<br />

punk e Black Sabbath; Louder Than Love<br />

(1989) è hard rock edonistico alla Zeppelin;<br />

Badmotorfinger (1991) sborda nel prog e inizia<br />

a corteggiare il mainstream, senza risparmiare<br />

assalti come Jesus Christ Pose; Superunknown<br />

(1994) abbraccia rock psichedelico e pop anni<br />

’60 (contiene Black Hole Sun e la perfetta Fell<br />

on Black Days); e il sottovalutato Down on the<br />

1984 Nascono a Seattle i Soundgarden.<br />

il potenziale di questo autore. Che, forse, non<br />

è mai stato raggiunto in pieno – di sicuro non<br />

nei successivi Carry On (2007) e Scream (2009),<br />

prodotto da Timbaland. Qualcosa forse inizia a<br />

cambiare con Songbook (2011), live acustico del<br />

meglio della carriera di Cornell (riascoltatevi<br />

Call Me a Dog e quel crescendo da pelle d’oca<br />

dopo il bridge), e con l’album finale, Higher<br />

Truth (2015): entrambi sembrano il compromesso<br />

felice di chi ha finalmente trovato, forse, un<br />

po’ di pace. Lo stesso succede nell’ultimissima<br />

1991 Consacrazione con l’album Badmotorfinger. 1991 Il side project Temple of the Dog.<br />

1992 Cornell appare (e canta) nel film Singles. 1994 Superunknown, capolavoro dei Soundgarden. 2001 Gli Audioslave con gli ex RATM.<br />

Upside (1996), che continua a sperimentare<br />

verso un rock stratificato e scaleno (Pretty<br />

Noose, Burden in My Hand). In mezzo c’è<br />

stato l’intimo Temple of the Dog (1991), con<br />

la superband omonima (metà Soundgarden,<br />

metà Pearl Jam), scritto da Cornell in omaggio<br />

all’amico Andrew Wood, morto per overdose.<br />

Dopo la reunion dei Soundgarden arriverà poi<br />

King Animal (2012), che pur non riuscendo a<br />

ricreare la magia originaria sembra comunque<br />

degno degli album precedenti.<br />

Quando nel 2001 Cornell si unisce agli ex<br />

1. SOUNDGARDEN “Flower” (1989)<br />

2. TEMPLE OF THE DOG “Hunger Strike” (1991)<br />

3. TEMPLE OF THE DOG “Say Hello 2 Heaven” (1991)<br />

4. SOUNDGARDEN “Outshined” (1991)<br />

5. SOUNDGARDEN “Rusty Cage” (1991)<br />

Rage Against the Machine (orfani di Zack de<br />

la Rocha) per formare gli Audioslave, in molti<br />

rimangono perplessi. Invece, il mix di potenza<br />

e melodia creato da Cornell insieme a Morello<br />

& soci, da collage posticcio di due band<br />

(Soundgarden + RATM) riesce a evolversi nel<br />

giro di tre album in un rock eclettico, pieno di<br />

ispirazioni anni ’60 e ’70.<br />

La carriera solista di Cornell è tanto sfuggente<br />

quanto interessante. Inizia nel 1999 con<br />

Euphoria Morning, un album folk-rock psichedelico<br />

che spiazza i fan, ma ricorda a tutti<br />

15 CANZONI FONDAMENTALI DA RIASCOLTARE<br />

6. CHRIS CORNELL “Seasons” (1992)<br />

7. SOUNDGARDEN “Spoonman” (1994)<br />

8. SOUNDGARDEN “The Day I Tried to Live” (1994)<br />

9. SOUNDGARDEN “Black Hole Sun” (1994)<br />

10. SOUNDGARDEN “Fell on Black Days” (1994)<br />

canzone di Cornell, The Promise (<strong>2017</strong>), ricercato<br />

ma rassicurante soft-rock, scritta per il<br />

film omonimo – da Seasons (per Singles, 1992)<br />

passando per You Know My Name (per Casino<br />

Royale, 2006), il suo rapporto con Hollywood<br />

è sempre stato positivo.<br />

Ora Cornell se n’è andato, ma si è lasciato dietro<br />

un percorso coerente e molte grandi canzoni.<br />

Quelli che si aspettavano da lui niente meno<br />

che il disco perfetto, si renderanno conto che<br />

esiste già. È sparso dentro l’irrequieta, gloriosa<br />

carriera di uno degli ultimi veri eroi del rock.<br />

11. SOUNDGARDEN “Pretty Noose” (1996)<br />

12. AUDIOSLAVE “Cochise” (2002)<br />

13. AUDIOSLAVE “Like a <strong>Stone</strong>” (2003)<br />

14. CHRIS CORNELL “You Know My Name” (2006)<br />

15. CHRIS CORNELL “Nothing Compares 2 U” (2016)<br />

FOTO STUART MOSTYN/REDFERNS (1991); PAUL BERGEN/REDFERNS (1994); SUZI PRATT/FILMMAGIC (2001)<br />

36 ROLLING STONE_GIUGNO <strong>2017</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!