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FuoriAsse#20

Officina della cultura

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eligione o una qualche forma di progresso,<br />

bene, sappiano subito che vi troveranno,<br />

invece, solo il loro crollo e la<br />

loro dissoluzione.<br />

È sempre viva nell’anima umana la speranza<br />

che una catastrofe coincida con<br />

un’apocalisse, con una rivelazione su<br />

quali siano i nostri sbagli e su quale pos -<br />

sa essere infine il meglio per noi. Ci si<br />

augura, dunque, che alla catastrofe segua<br />

un rinsavimento da quelle idee sbagliate<br />

che ci hanno portato alla catastrofe.<br />

Non penso, però, sia mai accaduto<br />

qualcosa del genere. Ne fa testimonianza<br />

l’esito della Seconda Guerra Mondiale,<br />

che vide sprofondare il mondo in un<br />

abisso di male e insorgere il più puro<br />

spirito di disumanità, e dal quale siamo<br />

usciti vedendo trionfare in filosofia il<br />

positivismo logico, che di tutto si occupa<br />

meno che dell’umano. Questa filosofia<br />

disumana, o questa filosofia del disumano,<br />

ha visto ampie applicazioni in<br />

giurisprudenza, dove è stato espunto il<br />

concetto di giustizia a favore di quello di<br />

legalità; in economia, dove le enumerazioni<br />

astratte della finanza hanno sopraffatto<br />

il valore e il concetto stesso di<br />

produzione e di lavoro umano; in politica,<br />

dove le idee necessarie a rendere<br />

vivo un organismo statale sono state sostituite<br />

dalla gestione dei dati statistici<br />

(diciamo: dallo Stato alla statistica); e,<br />

infine, in tutti gli ambiti dell’agire umano.<br />

Inutile dilungarsi su questo punto.<br />

Il dispiego di questi ritrovati della tarda<br />

scolastica medievale sulla nostra vita è<br />

davanti agli occhi di tutti: astratti strumenti<br />

di controllo sociale e più nessuna<br />

società; più psicologia che anima; più<br />

parametri medicali che medicina; protocolli<br />

scientifici e nessun sapere; più libri<br />

che letteratura, e via dicendo. È davanti<br />

agli occhi di tutti, soprattutto, l’effetto<br />

concreto di questi artifici della tarda<br />

scolastica medievale: l’uomo è ridotto a<br />

mero supporto biologico di ciò che produce.<br />

L’uomo è ridotto ad aspetto biodegradabile<br />

della merce. Dal fatto che<br />

nemmeno una catastrofe immensa come<br />

quella della Seconda Guerra Mondiale,<br />

in tutto il suo dispiegamento di<br />

disumanità, ha impedito una nostra<br />

ulteriore disumanizzazione, mi pare sia<br />

lecito inferire che le catastrofi valgano<br />

ben poco come avvertimenti. Non penso<br />

si possa sinceramente credere che una<br />

catastrofe coincida con un’apocalisse.<br />

Non penso sia possibile credere che una<br />

catastrofe abbia qualcosa di educativo.<br />

Una catastrofe, però, concede sicuramente<br />

una possibilità. Ed è su questa<br />

possibilità che si sofferma Haniel Long<br />

ne La meravigliosa avventura di Cabeza<br />

de Vaca. Una catastrofe, ci mostra Long,<br />

può essere l’occasione di quella totale<br />

©Fernando Branquinho<br />

FUOR ASSE<br />

40<br />

TERRANULLIUS

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