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FuoriAsse#20

Officina della cultura

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FUOR ASSE Officina della Cultura<br />

NOMEN OMEN<br />

«Nel cielo e sul mare si incrociano per rotte opposte una Nereide, montata su un<br />

ippocampo, e una nave che issa una vela rossa (fenicia?). Al mare che nereggia di<br />

terre, al Mediterraneo, “pieno di voci” e ai suoi cieli “pieni di visioni” dove “le onde<br />

greche vengono a cercare le latine” ci si può ancora rivolgere per interposte immagini<br />

a meno di non omologarlo al perpetuo naufragio dei nostri giorni». (Nicola Dal Falco)<br />

È l’arte incisoria di Luciano Ragozzino ad aprire questo nuovo numero di «FuoriAsse».<br />

Immagine raccontata da Nicola Dal Falco, che ha il merito di presentarla e di<br />

restituirne la forza poetica. Scrive Dal Falco: «In una realtà senza più dei, in un<br />

luogo, sacro ancora, circonfuso di un alone di immortalità, dove s’intana la morte,<br />

dove “è quasi distrutta la storia, resta la poesia”».<br />

Resta la poesia a rendere conto dei cambiamenti del mondo. Lavoro al quale pare<br />

ben collegarsi Pier Paolo Di Mino, attraverso La Meravigliosa avventura di Cabeza de<br />

Vaca di Homel Long.<br />

Nicola Dal Falco è comunque guida fondamentale di questo nuovo numero dedicato<br />

alla donna, e sia per la parte introduttiva sia per avere approfondito le delicate trame<br />

che meglio si sfiorano nella rubrica Riflessi Metropolitani. La sezione infatti accoglie<br />

il suo pezzo Smarrirsi in giardino, recensione del libro Il giardiniere smarrito, di<br />

Oliva di Collobiano, ma anche un estratto del romanzo Dietro il sipario di Giuseppe<br />

Pace, sapientemente introdotto da Dal Falco.<br />

Inoltre, in “Riflessi Metropolitani” troviamo una parte del saggio Le Vie dei Ricami di<br />

Silvia Tomasi che, in questa prima sezione, si sofferma sui lavori di Claudia Losi e di<br />

Elena Berriolo.<br />

Sara Calderoni, nella rubrica di critica letteraria, Il rovescio e il diritto, riserva<br />

attenzione ad autori o testi del Novecento ingiustamente trascurati. Oltre a un suo<br />

pezzo su Fausta Cialente, leggiamo Amedeo Anelli, che scrive di Roberto Rebora, e<br />

Caterina Arcangelo, che scrive di alcuni degli autori russi trattati da Piero Gobetti.<br />

Fernando Coratelli con un’appassionata critica a quelli che sono i grandi marchi<br />

editoriali e, di conseguenza, a tutto ciò che diventa “istituzionale”, si lascia sfuggire<br />

qualche considerazione (ragionevolmente) di merito per il teatro sperimentale.<br />

Mentre parla di donne Erika Nicchiosini che, consegnando una nuova retrospettiva<br />

sull’arte di Frida Kahlo, inaugura la rubrica Bianca.<br />

«Siamo sicuri di conoscere Marinetti»? Guido Conti analizza lo stile della sua prosa<br />

attraverso lo studio del pamphlet Come si seducono le donne, testo che, nel Novecento,<br />

scatenò non poche polemiche.<br />

Andrea Serra nella rubrica Il principio dell’iceberg accoglie i racconti inediti di<br />

Roberto Barbolini, Prometeo in Svizzera, e di Daniela Matronola, A freddo.<br />

FUOR ASSE<br />

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