Questa è la storia semiseria_OK_1_DEF_GRANDE_BC_!

Jone Beck
La favola del
Panda e del Lupo
Racconto semiserio di una vicenda realmente accaduta
AD 2017

Questa narrazione nasce dalla testimonianza dei due
protagonisti principali, che hanno esortato l’autore a
farne una storia.
Storia apparentemente come tante altre, ma in realtà
più complicata di quanto si possa supporre.
Per la complessità della vicenda, per il tempo trascorso,
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
per le caratteristiche psicologiche dei personaggi
implicati.
Ognuno ha raccontato la propria versione dei fatti e,
inevitabilmente, li ha esposti dal proprio punto di vista.
Quindi è stato praticamente impossibile descrivere gli
avvenimenti con assoluta veridicità.
I personaggi sono reali, ma dal racconto non si risale
alla loro identità, nemmeno di genere.
L’autore ha cercato di raccontare gli avvenimenti nel
modo più neutro ed obiettivo possibile e così come gli
sono stati riferiti.
Buona lettura.
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Personaggi della favola:
Il Pa n d a
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Il Lupo
Il Serpente
L’Istrice
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
C
’era una volta un che si innamorò di un ,
o forse un che si innamorò di un ,
oppure si innamorarono contemporaneamente, chissà.
L’unica cosa certa è che in una giornata ventosa di un
ottobre di tanti anni fa, si incontrarono e, finalmente,
capirono di essersi innamorati.
Sì, è vero, non eccellevano in quanto ad acume, e
l’avrebbero dimostrato ampiamente nelle successive
vicende di questa storia.
Però era un amore vero, bello, intenso, pulito e semplice.
Con molti ostacoli, ma con tanta condivisione e tanta
complicità. Furono per il ed il anni appaganti,
piacevoli, nonostante le difficoltà e la lontananza.
Poi, dopo circa tre o quattro anni, le prime avvisaglie di
un piccolo problema: qualche telefonata di troppo, fece
sì che il cominciasse a intuire qualcosa e qualcosa
venne fuori (Comunità Montana, Amatrice e dintorni,
vero ?)
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Poi apparentemente le cose si sistemarono e tutto andò
per il verso giusto fino al 2008.
Fu in quell’anno che ci fu la prima crisi vera,
importante.
Ovviamente negata, almeno fino ad un certo punto, poi
ammessa, poi ancora negata, fino ad arrivare
all’evidenza dei fatti: una memorabile telefonata
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
(ancora Amatrice, vero ?), ‘intercettata’ mentre chi
era al telefono non sapeva che altri fossero in ascolto.
Tuttavia c’era un lavoro importante da fare per il
e il si offrì, comunque e nonostante tutto, di portarlo
a termine.
E mantenne fede all’impegno preso e il lavoro fu
completato.
Poi la cosa finì, forse anche per la presa di coscienza
da parte del che, di fronte ad una richiesta tanto
sfacciata quanto assurda, si convinse che la persona
che tanto l’attraeva forse era solo una persona da
evitare.
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Fu la classica crisi del settimo anno.
Da allora le cose, pur riprendendo un corso quasi
normale, non furono più come prima.
Nel 2010, per il ci fu il cambio di sede: nuovo
ambiente, nuove amicizie, nuove opportunità e le cose
presero fin da subito una brutta piega: e fu lo stesso
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, ingenuamente, a far drizzare le orecchie al .
Infatti, a novembre 2012, il fiutò che c’era nell’aria
qualcosa di nuovo; ed era qualcosa di importante che
avrebbe cambiato tutto, da lì ad un anno circa.
A metà 2013 le cose, che già andavano avanti
stancamente, peggiorarono e dopo un anno
precipitarono definitivamente.
Infatti ad ottobre 2014, ancora dopo sette fatidici anni,
di fronte all’ennesima richiesta di chiarimenti da parte
del , il semplicemente e candidamente ammise
di avere spostato le sue attenzioni su un’altra persona
(peraltro già fortemente indiziata da parecchio tempo,
ancorché negata, come al solito).
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Ma il giurò che era tutto finito e, dopo qualche
mese, le cose sembrarono effettivamente finire;
peccato che non finirono per i suoi buoni propositi; ma
finirono semplicemente per volontà dell’altra persona
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che non riteneva il un interlocutore adatto ed
all’altezza della situazione; insomma il partner sbagliato.
Comunque, quale prova del superamento della crisi, tra
il ed il ci fu un ‘incontro’, e non solo, in un
luogo tranquillo; incontro però scarsamente
gratificante, con la convinzione, per entrambi, che si
trattasse di una farsa.
Infatti di farsa si trattava: il aveva già rivolto le
sue grazie verso un’altra persona [anche se il
riteneva che fosse la continuazione dell’avventura
appena finita], e questa volta le cose sembravano
andare a gonfie vele, salvo poi, secondo la versione del
, mettersi male, molto male; infatti nemmeno questa
volta il superò l’esame e quindi non appagò le
aspettative e gli alti standard richiesti dalla controparte
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e per i quali non possedeva la giusta competenza e
predisposizione.
Insomma ancora una volta la persona sbagliata.
Naturalmente anche il , che aveva capito come
stavano le cose, (salvo non capire che la persona
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oggetto del desiderio del , come detto, non fosse la
stessa della precedente relazione; infatti avrebbe
appreso la notizia del cambio di partner direttamente
dal e, successivamente, ne avrebbe scoperto
autonomamente l’identità), aveva deciso di prendere la
sua strada; nel mese di aprile 2015, il 17 per la
precisione, infatti, aveva conosciuto una persona con
cui aveva instaurato un rapporto dapprima superficiale
e senza molta partecipazione emotiva, ma poi sempre
più stretto e che, con il tempo, si sarebbe trasformato
in qualcosa di più coinvolgente.
Nel frattempo il
in preda ad una forte delusione,
mista a rabbia, rancore, rammarico, dispiacere e
afflizione totale, chiedeva un aiuto morale al
, che
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volentieri si prestò allo scopo, ritenendo che comunque
il meritasse ancora una volta comprensione e
tolleranza.
Anzi, in uno slancio di altruismo e in un temporaneo, e
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pericoloso, ritorno di fiamma, il dichiarò la sua
disponibilità a mettere una pietra sul passato ed iniziare
una nuova stagione.
Ovviamente a condizioni ben precise, che, altrettanto
ovviamente e puntualmente, poi non si verificarono per
la inveterata abitudine del a non mantenere mai
una promessa, nemmeno per sbaglio.
E quindi a questa tipologia di sostegno, che pure fu dato,
fu estranea, e non poteva essere diversamente, una
qualsiasi forma di implicazione sentimentale.
C’era piuttosto, da parte del , una specie di disperato
e tardivo tentativo di protezione di una persona che
aveva avuto un ruolo importante nella sua vita.
Anche questa volta, comunque, da parte del , ci
furono giuramenti, impegni, assicura-zioni, promesse,
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e quant’altro; tutte cose che si sarebbero rivelate solo
fumo negli occhi, menzogne, come tante altre volte era
successo e sarebbe successo ancor di più nel futuro.
A questo proposito il non ha mai capito quali
fossero, e siano a tutt’oggi, le prerogative di questa
persona, che chiameremo il
, tali da esercitare un
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così grande potere sul , fino ad annullarne la
personalità e farne una persona succube della propria
volontà.
Una sorta di sindrome di Stoccolma a tutti gli effetti,
visto come si erano svolti i fatti, sempre secondo la
versione fornita dal .
Probabilmente non erano, e non sono, estranee a tali
comportamenti, altre circostanze, come ricatti,
costrizioni, minacce, timore reverenziale, sudditanza
psicologica, intimidazioni (ma bisogna dire che questa è
solo un’ipotesi del
possa avere una sua veridicità).
, per quanto molto probabilmente
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Nel frattempo, in mezzo ad innumerevoli liti, discussioni,
offese, umiliazioni, il e il , saltuariamente si
frequentavano.
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Il insisteva, negando l’evidenza, e perseverava
nella sua patetica negazione ad oltranza, su tutti i fronti,
anche quando i fatti smentivano palesemente le sue
affermazioni.
I contatti sui social erano praticamente ininterrotti, ad
ogni ora del giorno e della notte.
Il era di una tenacia invidiabile nel negare
l’evidenza delle sue frequentazioni: sarebbe stato meno
reticente, probabilmente, se avesse saputo che il
aveva la possibilità di monitorare tutti i suoi movimenti,
gli accessi e quant’altro (tra lui ed il ), se ne aveva
tempo e voglia; e comunque fino ad un certo punto, poi
ritenne che fosse inutile.
Questa cosa fu rimproverata come ‘stare a spiare’; ma
in verità spiare ha un altro significato; in questo caso
non c’era il danneggiamento di alcuno ed il monitoraggio
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dei movimenti dei due personaggi non ledeva nessun
diritto; serviva solo per dimostrare al quante bugie
dicesse; del resto i social hanno i loro pro e i contro.
Hanno una valenza pubblica e chi non vuole diffondere
e far sapere agli altri quello che fa, si cancella.
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Diverso sarebbe se il avesse fatto un uso illecito di
ciò che registrava: ma ovviamente non ne aveva
nessuna intenzione né interesse.
In ogni caso si ebbe una dimostrazione ulteriore, se mai
ce ne fosse stato bisogno, della continua
frequentazione; anzi, il era perfettamente al
corrente di tutti gli orari e i movimenti del , ferie
comprese, insomma di tutti i suoi spostamenti; ad
esempio, quando il andava in palestra,
immancabilmente il mandava il suo messaggio
cinque minuti prima dell’uscita; anche il sabato,
immancabilmente alle 14.50 arrivava preciso come un
orologio svizzero il messaggio del
all’uscita dal corso di inglese, vero
; così come
?; così come
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pure arrivava, ed arriva, la mattina, non sempre, ma
spesso, tra le 8.00 e le 8.30, nemmeno timbrasse il
cartellino pure il .
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Patetici i messaggi a notte fonda, quando magari il
partiva per un viaggio o altro (da Londra ci fu un
resoconto minuto per minuto, con dovizia di foto e
valanghe di messaggi).
Ugualmente patetici, ma istruttivi, i messaggi fittissimi
da Napoli o in altre circostanze, come Natale 2016 e
Pasqua 2017: veramente senza un minimo di pudore.
Non nel senso dei messaggi: ognuno può scambiare
messaggi, e tutto quello che vuole, con chi ritiene più
opportuno: la spudoratezza consiste nel voler far
credere di non avere più rapporti con un’altra persona,
quando invece sono sempre molto presenti, frequenti,
assidui e ripetuti.
Una mascalzonata, tra le tante, solo per far intuire la
mentalità distorta del
, oltre a dimostrarne
l’ambiguità nel corso di tutta questa vicenda: mentre il
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era in vacanza (Amsterdam, vero
fece vedere o descrisse una foto del
?), il
presa dal suo
profilo, assumendo che il avesse detto la verità
quando aveva affermato di averlo cancellato da
whatsapp; ma si tradì, simulando un certo malcelato
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stupore che insospettì il ; in realtà non l’aveva fatto
(e non l’avrebbe fatto mai; in compenso lo fece, tempo
dopo, con il , a dimostrazione che fosse l’unica
persona da “castigare” e su cui esercitare il suo potere
punitivo), e continuava tranquillamente, e con la
massima faccia tosta, a ricevere messaggi e foto del
, continuando a irridere il (o almeno pensando di
farlo), salvo occasionalmente tradirsi (il disse che
il l’aveva rimproverato perché gli aveva rovinato la
vacanza a Londra, mentre negava strenuamente di
aver rapporti di nessun tipo con il . Naturalmente
c’era qualcosa che non andava, ma per la sua mente
distorta era tutto normale!).
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Il continuava, in realtà, imperterrito nella
frequentazione della persona dei suoi sogni, nella
speranza, forse, di riallacciare un rapporto, magari su
altre basi, o forse dopo un adeguato tirocinio, con chi
l’aveva tanto affascinato.
Una doppia personalità che aveva qualcosa di
inquietante.
Fu in questo periodo che si verificò un episodio che,
forse definitivamente, fece capire al , ancora più di
altri episodi, quanto le cose fossero cambiate e quanto
i loro rapporti avessero preso una piega che nulla aveva
a che vedere con il passato: il non ritenne
opportuno rivelare al un particolare importante,
appreso non per sua curiosità, (almeno così è stato
riferito dal , dopo che il aveva capito come erano
andate le cose), ma per la leggerezza di un suo collega.
La faccenda riguardava uno strettissimo congiunto del
, e il giustificò, poi, la mancata comunicazione,
con ragioni di segreto professionale.
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Questo fatto colpì profondamente il
, in quanto
denotava da parte del una mancanza di
considerazione, rispetto, di complicità, di amicizia tante
volte ostentata, oltre che di partecipazione emotiva, di
fronte ad un evento di una certa gravità; anche in
considerazione del fatto che tra loro c’era stato per
molti anni, qualcosa di importante, ma che sembrava
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
del tutto dimenticato; inoltre tutto ciò impedì al di
venire a conoscenza di particolari che avrebbero potuto
cambiare una situazione di per sé drammatica e di cui
il era molto bene a conoscenza.
Peraltro il non ha mai capito perché il segreto
professionale dovesse valere nei suoi confronti e non
anche nei confronti del da parte del suo amico.
Misteri della psicologia oppure retaggio di passate
‘amicizie’.
Naturalmente in tutti questi anni i rapporti tra il
e il
hanno coinvolto praticamente tutti gli aspetti delle
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
rispettive vite private, con aperture, confidenze,
consigli e considerazioni di ampia portata.
Oggi, dopo che si sono calmate le acque e che ognuno
ha preso la propria strada, rimangono solo delle
riflessioni da fare.
Nella vita ognuno è libero di comportarsi come vuole,
specialmente nel campo sentimentale, e tanto più se è
particolarmente sensibile alle attenzioni dell’altro sesso.
Non c’è niente di sbagliato in tutto ciò, anzi guai se così
non fosse.
Tuttavia questo non ci dovrebbe impedire di agire con
sincerità, ancorché scomoda, verso il partner.
Anzi la coscienza dovrebbe imporcelo.
Invece i protagonisti della nostra storia hanno entrambi
contravvenuto a questa norma di comportamento.
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IL POST COMPORTAMENTO
Il ha ritenuto opportuno nascondere, almeno in
parte, la sua verità.
O meglio ha raccontato la sua verità ma ha continuato
la sua avventura, pur spergiurando che fosse finita.
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D’altro canto al va dato atto di aver parzialmente
confessato le sue ripetute sbandate.
Poi quanto di tutto ciò sia stato dettato dalla certezza di
sapere che, comunque, avrebbe trovato nel una
persona disposta all’ascolto, questa è un’altra faccenda.
Però il è censurabile per il suo ostinarsi a negare
la frequentazione dell’ultimo partner: anzi questa
circostanza ha del grottesco ed ha assunto aspetti che
definire ridicoli è un eufemismo.
Del resto una caratteristica costante del , dal 2012
in avanti, è stata sempre quella di mistificare la realtà
a proprio uso e consumo e, dispiace dirlo, fare un uso
frequente e reiterato, quotidiano, della bugia, nei
confronti del .
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E questo fino alla fine, fino all’ultimo giorno, quando
ormai era inutile mentire: nemmeno i sassi avrebbero
più creduto al .
(Leggendario questo episodio: la seconda volta che il
uscì con il
, in quello stesso pomeriggio il
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
non poté chiamarlo; il disse che comunque non
avrebbe potuto rispondere perché non era solo in casa,
mentre in realtà si stava facendo una “chiacchierata”
con il ).
E comunque episodi di travisamento della realtà,
attraverso le bugie più spudorate ed improbabili, ce ne
sono stati talmente tanti che sarebbe impossibile
ricordarli tutti.
Altro capolavoro di mistificazione: la mail, e qui il
ha dato il meglio di sé.
Fino ad un certo punto, la sera, il
andava sulla mail
e si intratteneva con il , e questo dal 2008.
Poi ad un certo punto la mail fu mandata in pensione:
“non ne ho più voglia”; in realtà la sera il
non voleva
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gente tra i piedi: aveva il suo appuntamento con il e
non voleva essere disturbato; la voglia gliela faceva
venire l’amante.
Se si vedono i messaggi scambiati dopo cena, ci si
rende conto che le cose andavano e vanno così.
Immancabilmente tra le 21.10 e le 21.30 (la maggior
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parte alle 21.21 precise: il mette la sveglia,
evidentemente) ci si scambia qualche messaggio e poi
si sparisce sulla mail.
Capolavoro nel capolavoro: per sviare i sospetti, spesso
veniva adottata la tecnica di mandare un messaggio al
, presto, prima del messaggio del , sparire e
ricomparire dopo un’ora o più, dopo aver finito e
affermare, con una faccia tosta degna di miglior causa,
“prima ho dovuto chiudere”; semplicemente ridicolo ed
infantile!
Un comportamento da una lato sciocco ed ingenuo,
dall’altro perverso, con una mancanza profonda di
rispetto e considerazione.
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Sembra strano che una persona, pure dotata di una
buona intelligenza, si possa perdere in situazioni così
paradossali e squalificanti.
Eppure al
è successo: ha preferito sacrificare il
proprio io, pur di adeguarsi ai voleri del
calpestare la propria dignità di donna.
, e
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Eppure, secondo le sue stesse parole, il non l’aveva
trattato con troppo rispetto, anzi tutt’altro: ma forse i
masochisti ci sono sempre stati e ci sono ancora.
Anche in questo non si capisce perché il abbia tutte
queste reticenze: non ci sarebbe niente di strano se
dicesse di stare sulla mail o sui social, con chi vuole: è
un suo diritto; ma la inveterata abitudine a dire le bugie,
glielo impedisce.
In realtà non sa che tutto ciò al fa molto comodo e
gli semplifica assai la vita, in quanto anch’esso la sera
è impegnato su un altro fronte.
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Tra le altre cose, il non ha compreso che stabilire
in quali termini sia questa frequentazione, e con quali
modalità, allo stato attuale, non è importante.
Anzi per dirla tutta, è del tutto irrilevante.
I rapporti sono scivolati su un piano diverso e di natura
tale che non è di così grande rilevanza la cosa in sé; è
molto più importante la lealtà, se, come si afferma, si
vuole mantenere un’amicizia.
Peccato che al sfugga il significato della parola
amicizia: probabilmente non esiste neppure nel suo
vocabolario.
Tra l’altro l’ammissione di tale circostanza, peraltro di
una evidenza solare, non cambierebbe affatto il
rapporto tra il e il ; anzi lo stesso sarebbe
ancor più un normale rapporto di confidenza ed affetto
fondato su una lealtà reciproca.
Ovviamente anche il
ha le sue colpe: il fatto di aver
nascosto al
l’inizio di un nuovo rapporto, e quindi
aver mentito a sua volta, è certamente un gesto da
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disapprovare; a sua discolpa va tenuto presente che si
è trattato comunque di una reazione ad un tradimento
in piena regola e reiterato.
Inoltre il
non si sentiva più legato da nessun obbligo
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
morale verso il , visto che comunque non rientrava
più nella sfera dei suoi interessi, quale persona
ampiamente e da tempo estromessa dalla sua vita.
A sua parziale giustificazione, inoltre, va detto che
avrebbe in qualsiasi momento chiuso la sua nuova
relazione, almeno fino ad un certo punto, in quanto
all’inizio si trattava solo di una avventura senza
importanza; in pratica era solo un diversivo.
Naturalmente perché ciò si fosse verificato, era
necessaria una lealtà ed una chiarezza che non era
nelle corde del .
Infatti quella che avrebbe dovuto essere una certezza
su cui ricostruire un rapporto, si dimostrò una pura
utopia, visto il perseverare del nella sua
frequentazione, ancorché ingenuamente negata.
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A favore del
anche due episodi importanti: l’aver
chiuso bruscamente un precedente rapporto all’inizio
della storia con il
(non quello cui potrebbe riferirsi
il , quello era già chiuso; ma una vicenda, peraltro
limitata ad un solo aspetto o quasi, in atto all’inizio della
storia con il ).
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
L’altro episodio a favore della buona fede del fa
riferimento ad un evento del 2005.
Fu lo stesso , infatti, a lasciar cadere le avances di
una persona conosciuta da entrambi, che chiameremo
l’ , anche se poi fu insinuato il dubbio che avesse
agito in maniera diversa.
A questo punto, però, chi legge questo racconto, o gli
stessi protagonisti principali, potrebbero pensare che il
o il , abbiano l’interesse a mentire e a millantare
situazioni che non esistono nella realtà.
Tale dubbio può essere legittimo.
Qualcuno potrebbe pensare che chi è stato scaricato,
possa avere motivi di risentimento tali da stimolarne la
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
fantasia, e fare o dire cose più o meno utopistiche e
prive di una base reale.
Probabilmente tutto ciò può avere un fondo di verità
nelle prime fasi del processo, che comunque è lento e
tortuoso, ma non vale più nel momento in cui si
consolidano nuove situazioni e si raggiunge una
serenità di spirito.
Il problema reale è, semmai, un altro: il dispiacere che
il comportamento ambiguo dell’ex partner possa
minare, anzi abbia proprio distrutto, anche le basi di
quello che dovrebbe e potrebbe essere comunque un
rapporto basato sull’amicizia che, però, per essere tale,
deve essere fondato sulla lealtà e non sul sotterfugio.
Si potrebbe, quindi, pensare che la persona o le persone
che hanno riferito all’autore le confidenze di questo
racconto, possano averlo fatto a proprio esclusivo
beneficio o per alterare la realtà.
Insomma qualcuno potrebbe barare, affermando che
l’uva è acerba in quanto impossibilitato ad averla.
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Su questo punto la persona interessata ritiene che si
debba fare una estrema chiarezza: una cosa è avere
desiderio o piacere di mantenere un buon rapporto, se
non proprio di amicizia stretta, almeno di normale
convivenza con una persona con cui si è condiviso
tanto, ed un cosa provare sentimenti che ormai erano
finiti da tempo e per entrambi i protagonisti della
vicenda.
Se uno dei protagonisti ha interpretato le cose
diversamente, si è semplicemente sbagliato, sempre
nella convinzione di una malcelata superiorità in questo
campo e scambiando disponibilità per amore.
E questo è stato un grave errore che, probabilmente,
potrebbe spiegare, almeno in parte, il comportamento
reticente e contraddittorio dell’altro.
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Tuttavia, ancorché legittimo, tale dubbio non risponde a
verità. Insomma niente di più sbagliato; e per evitare
che il lettore, o qualche protagonista della storia
rimanga con il dubbio, l’autore è stato invitato ad esibire
le prove che gli sono state fornite. Ecco allora qualche
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
foto che dimostra che il o il (almeno in questo
caso ed almeno uno dei due), non mente: come si evince
da queste foto una donna di mezzo c’è, non è il frutto
della fantasia di qualche protagonista; è reale ed ha
anche un bel paio di gambe. E non solo.
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Soggetto dinamico, anche troppo, specialmente in certi
frangenti, disinvolto, estroverso quanto basta, disinibito,
mentalmente aperto, molto più giovane rispetto al
protagonista interessato (il quale, per inciso,
evidentemente si trova a proprio agio con donne più
giovani di lui); nel caso specifico la differenza di età è
aumentata ancora di altri nove anni (ebbene sì: 1974);
ma ciò, a quanto pare, non sembra essere un problema,
tutt’altro.
A volte si incontrano delle persone la cui presenza non
avresti mai immaginato quanto sia in grado di cambiarti
la vita, specialmente se vieni da esperienze negative.
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Nel caso specifico, soggetto disinvolto, piacevolmente
‘irrequieta’ quando serve, un tipo solare, un carattere
vivace, ma non difficile, ed un fisico niente male. E tanto
basta.
In quest’altre foto si vede una donna, si suppone sia la
stessa, in un luogo che, almeno un personaggio di
questa storia, può riconoscere per averlo frequentato
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Se qualche personaggio avesse dei dubbi
sull’autenticità delle foto mostrate, può rivolgersi
all’autore per visionare gli originali, eccetto due foto,
cancellate dal telefono con il quale erano state fatte.
Due foto sono di bassa qualità e quelli che potrebbero
sembrare ‘inestetismi’, si assicura che non lo sono
(come si può notare dall’ingrandimento).
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Nell’immagine seguente (*) vengono fornite le prove del
fatto che, nel 2005, non fu il
a fare la corte all’
, ovvero quella persona che il conosce, ma era
l’ che si era messo in testa scenari improbabili.
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Inoltre viene dimostrato che lo stesso , riponeva
una grande aspettativa in un evento che poi non si
concretizzò, almeno non secondo quelle che erano le
sue aspettative.
(*)
PURTROPPO LA DOCUMENTAZIONE CHE AVREBBE
DOVUTO ESSERE FORNITA DA UN PERSONAGGIO DI
QUESTA STORIA E RELATIVA A QUESTO EPISODIO,
NON E’ AL MOMENTO DISPONIBILE.
Comunque l’interessato dice:
Nel documento (quattro righe), l’ afferma di “non
essere più interessato all’evento”, in quanto venuto a
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conoscenza della partecipazione di altra gente (in
particolare di una delle due donne che avrebbero
partecipato: e precisamente quella di corporatura
‘robusta’)
Inoltre lo stesso interessato, assicura di rendere
disponibile il documento, appena sarà reperito.
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
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MAI DIRA MAI
A questo punto, come si vede, qualcuno, tra il
ed
il
, la verità la dice.
Questo per dimostrare che nella vita: mai dire mai.
doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Mai dare niente per scontato.
Mai sottovalutare qualcuno: a volte siamo, e ci
comportiamo, da ingenui più di quanto crediamo lo sia il
nostro partner; e quindi prima regola, non sottovalutare
mai nessuno, nel bene e nel male.
Mai pensare di essere più furbi degli altri.
Mai fidarsi troppo dell’apparente ingenuità o credulità
dell’altra persona: potrebbe essere una simulazione.
È vero che ci sono alcune persone che parlano molto più
di quanto pensano e che, a volte, dicono più di quanto
sanno.
Ma nonostante ciò, questa non è la regola generale: la
maggior parte di noi, anche se non tutti, dice di meno di
quello che sa, pensa più di quanto non parli e nota più
cose di quanto non dia a vedere.
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doc strettamente personale e riservato, da non divulgare
Chi se ne intende, dice che si tratta di un meccanismo
di autodifesa contro la paura di spogliarsi
emotivamente e del tutto, di fronte a qualcuno.
Altre volte, semplicemente ci piace farci conoscere poco
a poco e non vogliamo che questa conoscenza sia troppo
rapida.
In realtà, non fa bene, per la nostra pace interiore,
sopravvalutarci, ma non ci fa piacere nemmeno vedere
come gli altri ci attribuiscano meno valore di quello che,
in realtà, abbiamo come persone, perché nessuno
dovrebbe mai osare far sentire gli altri più piccoli di
quanto siano davvero.
Chi sottovaluta, in realtà, ha un problema con sé stesso:
chi si comporta in questo modo, molto spesso ha una
bassa autostima e non lo sa; è un modo di rispondere al
suo malessere interiore.
Quindi, seconda regola, mai permettere agli altri di
sottovalutarci, ma nello stesso tempo mai sottovalutare
chi si ha vicino e non dimenticarsi mai del fattore
sorpresa, che tutti possiedono, perché l’imprevisto e
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l’inaspettato fanno parte della nostra essenza di esseri
umani e, quindi, della vita stessa.
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MORALE
Come tutte le favole che si rispettino, anche questa ha
una sua morale, per quanto sia lecito ed appropriato
parlare di aspetti morali in tali vicende.
E la morale dice che nella vita a due, il fatto di
interrompere una relazione è sicuramente un evento
difficile, ma di per sé non così sconvolgente; è
sicuramente destabilizzante e traumatico nel momento
in cui ci siano minori; meno in altre situazioni.
Meno facile nel caso si provenga da uno stadio di
manipolazione emotiva, fenomeno diffuso nelle relazioni
in cui esiste una forte componente di coinvolgimento
emozionale.
Tuttavia nel caso di relazioni “aperte”, il legame che
unisce le due persone è esclusivamente di natura
affettiva, sentimentale finché dura e, non avendo
nessun tipo di vincolo giuridico, è un evento meno
traumatico: il lasciarsi, il fatto di trovare una persona
con cui ci troviamo più a nostro agio, può essere una
cosa che capita a tutti; e infatti capita molto spesso.
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Importante, invece, è il modo in cui si gestisce questo
momento che comunque resta un momento delicato.
In questi casi il segreto, o se vogliamo la fortuna, è
quello di prendere atto della fine di una storia e cercare,
per quanto possibile, di rispettare la volontà del partner;
se poi c’è il rispetto anche dall’altra parte, tanto meglio.
Altrimenti se ne fa a meno. Non cambia niente.
Per fortuna, si intende il saper cogliere un’opportunità,
di chiudere una porta ed aprirne subito un’altra.
In ogni fermata d’autobus c’è sempre una partenza:
importante è scegliere un percorso migliore del
precedente.
La vita a volte è matrigna, ma nello stesso tempo ci
offre quasi sempre una via d’uscita, da ogni situazione:
basta cogliere l’attimo.
Nel caso specifico un protagonista ha preferito
distruggere tutto, anche quello che si poteva salvare,
per una stupida caparbietà a non voler ammettere una
situazione di cui non doveva rendere conto a nessuno.
Una scelta come un’altra.
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Era nel suo pieno diritto frequentare chi voleva,
innamorarsi di chiunque; agendo in maniera corretta
avrebbe potuto conservare un’amicizia, senza nessun
particolare sacrificio.
Sarebbe stato capito ed apprezzato.
In fondo non si capisce nemmeno bene perché lo abbia
fatto: forse perché aveva cambiato parere sul
precedente partner? Forse perché provava un certo
imbarazzo, dopo aver raccontato particolari non proprio
edificanti del suo comportamento?
Forse perché affascinato e troppo innamorato? Ovvero
soggetto a plagio o manipolato psicologicamente?
Oppure sottoposto a vessazioni e ricatti?
Chissà. Questo aspetto rimane un lato oscuro di questa
vicenda, un buco nero, anche in considerazione della
capacità intellettiva del soggetto, superiore alla media,
della sua educazione e della sua integrità morale.
O almeno questa era la considerazione di cui godeva.
Ma forse qualche opinioni era sbagliata, anche se è
difficile crederlo.
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In conclusione, però, resta il dato di fatto
incontrovertibile che l’inganno, il sotterfugio, durano
poco e significano soltanto sottrarsi alle proprie
responsabilità.
Fanno sicuramente più danno di tutto il resto e
predispongono al malanimo chi subisce l’oltraggio della
menzogna e tutto il resto.
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CONSIDERAZIONI FINALI
Nonostante la particolarità del momento, uno dei coprotagonisti
di questa storia si ritiene sufficientemente
sereno e lucido, nonostante quello che altri possano
pensare, da dover precisare alcuni concetti:
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1. «Le considerazioni espresse non vogliono essere e
non possono essere, giudizi su altre persone.
I giudizi potrebbero darli solo soggetti estranei alla
vicenda ed emotivamente non interessati;
(in altri frangenti si direbbe che a giudicare sarà la
storia, ma sembra ridicolo scomodarla per vicende
così secondarie).
Tutto ciò, naturalmente, non significa non avere una
propria opinione sui fatti, ma non si ritiene opportuno
divulgarla in questa sede».
2. «Le considerazioni di cui sopra sono nettamente
divise da una data: 09 luglio 2014, anche se già da
novembre 2012 le cose avevano preso una brutta
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piega, accentuatasi nel 2013 e poi precipitata,
appunto, nel 2014.
C’è un prima e un dopo. Nonostante la disponibilità a
ricostruire un passato andato in frantumi, calpestato,
infangato e, forse, anche parzialmente disconosciuto,
l’altro protagonista non ha ritenuto opportuno
impegnarsi in un’opera di ricostruzione. Non ne
aveva le motivazioni sufficienti.
Niente da dire in proposito.
E, adesso, a giochi fatti, probabilmente si capisce che
è stata la decisione giusta.
In ogni caso è stata una decisione da rispettare e
che, quasi certamente, non aveva alternative serie.
Le considerazioni relative al prima, l’altro coprotagonista
le conosce bene e quindi è superfluo
ribadirle. In questa sede vale la pena, forse,
ricordare la dedizione, il rispetto, la considerazione, la
protezione e la disponibilità che sempre ci si è
sforzati di mettere in pratica.
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In questo campo ognuno sa come si è comportato,
come confrontarsi con il proprio io e trarne le
conclusioni.
Chi dice queste cose, è tranquillo e sereno.
Spera che altrettanto possano dire e sentire altre
persone.
E si badi bene: non ci si riferisce, come più volte
ribadito, al fatto di essersi innamorati di un’altra
persona; del resto è successo subito dopo anche al
co-protagonista; ci si riferisce solo e soltanto al modo
in cui ci si è comportati poi; questo concetto deve
essere ben chiaro».
3. «E nemmeno si vogliono dare giudizi o esprimere
considerazioni sull’aspetto morale, semmai ce fosse
uno: non si riteneva il partner inaffidabile quando si
è innamorato del co-protagonista e non si è cambiata
opinione solo perché si è innamorato di un'altra
persona (e poi, si sa, l’amore è eterno.. finché dura)»
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Dice ancora il co-protagonista:
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4. «Una sola cosa si ritiene di contestare con forza: il
fatto di avere chiuso ogni contatto, ogni forma di
contatto, sui social, sul telefono, sulla mail.
La causa scatenante è stata il fatto di contestare la
verità, ovvero il perdurare della sua frequentazione
con il suo partner.
E la verità, si sa, a volte non si accetta e ci fa reagire
impulsivamente.
In realtà la motivazione è più pragmatica e molto più
realistica: avere libertà di movimento, solo questo.
Libertà che è un suo sacrosanto diritto e che avrebbe
potuto esercitare quando e quanto avesse voluto, solo
se avesse avuto il coraggio e ‘le palle’ di dire la verità.
Ed il fatto che la motivazione fosse solo questa, è
ampiamente documentato.
Purtroppo il rifuggire da situazioni complesse, anche
in altri ambiti e contro i propri interessi, dal confronto
e dalla discussione, insomma il sottrarsi alle proprie
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“responsabilità” (da intendersi, naturalmente, nel
contesto di questo racconto e non anche in altri
ambiti), è sempre stata una caratteristica negativa
della persona in questione.
Ora chi fa queste affermazioni, sa benissimo che in
alcune circostanze ha forse esagerato in
comportamenti non proprio edificanti.
Ma, a sua parzialissima discolpa, va considerato che,
generalmente, si è trattato di reazioni a qualche
evento particolarmente significativo.
E, comunque, ci si creda o no, mai si è voluto
offendere nessuno; nella concitazione delle frequenti
discussioni, possono essere uscite parole fuori luogo,
lo si ammette.
Ma non c’è mai stata la volontà di mancare di rispetto;
e chi deve saperlo sa benissimo quanto questo sia
vero: la storia di undici anni di frequentazione, sta lì
a dimostrarlo.
Poi c’è da considerare il particolare momento, non
proprio sereno e piacevole, che sta vivendo; certo è
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un problema personale di cui nessuno può farsi
carico e che nessuno è tenuto a condividere
emotivamente; ma anche in considerazione del
passato, ed anche dei momenti difficili che l’altro
protagonista ha affrontato, questo gesto, che in un
altro contesto sarebbe stato accettato come normale,
attualmente viene vissuto come un piccolo grande
oltraggio; un pugno nello stomaco, senza un minimo
di comprensione, di disponibilità, di umana solidarietà.
In questi casi, a chi è provato dalla vita, serve solo
questo, non altro, e specialmente da persone che
hanno significato molto nelle propria esistenza e che
molto hanno partecipato e molto condiviso.
E si garantisce che non vuole essere una qualsivoglia
forma di pietismo.
E si commetterebbe un errore anche a definire
patetico questo ragionamento, come pure è stato
fatto in altre circostanze.
Pur intuendo benissimo che le frequentazioni,
passate e presenti, dell’altro co-protagonista, siano di
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ben altra statura morale, intellettuale, culturale e
sociale, e che quindi ne derivi una consuetudine a
riflessioni e ragionamenti di ben altra levatura e
profondità, chi ha espresso tali opinioni, farebbe bene
ad astenersi da giudizi, considerazioni e valutazioni
quantomeno inopportuni.
La persona che esprime questi concetti è sempre
stata abituata ad affrontare e risolvere da sola tutti i
problemi che la vita gli ha messo davanti; non sarà
certo un giudizio superficiale e malevolo a cambiare
le cose».
5. «Si contesta poi, e duramente, l’afferma-zione, in
parte legata al problema precedente, secondo la
quale ci si sottrarrebbe ai propri doveri e si
trascurerebbero e i propri compiti.
Si ritiene di sapere benissimo quali siano i propri
doveri ed obblighi morali e non si accettano lezioni di
etica in questo campo.
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Li si accetterebbe in altri ambiti, forse; ma solo dopo
averne attentamente vagliato la fonte.
La persona cui è rivolta questa accusa, pertanto,
pensa che un’affermazione del genere, oltre che
offensiva, sia del tutto gratuita e ridicola.
Chi la conosce e non ha un atteggiamento pretestuoso
e precostituito, sa bene qual è la sua dedizione in
questo campo; niente di più o di meglio di una
normale attività parentale comune a tutti, moltiplicata
per mille dagli eventi che sta vivendo.
Si ha il sospetto, invece, che nonostante le
affermazioni di facciata, si sia colta l’occasione per
defilarsi elegantemente.
D’altra parte si comprende pure che la condivisione
di una situazione pesante, sia pesante a sua volta, e
quindi non se ne fa certo una colpa a chi, ancora una
volta ha tagliato la corda. In ogni caso non aveva
certo nessun obbligo e quindi va benissimo anche
così».
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6. «Ciononostante ci si augura che quanto detto sia
recepito dalla controparte con un minimo di obiettività
e di distacco. Non si ritiene di aver offeso nessuno;
di non aver oltraggiato o diffamato chicchessia.
Alcuni giudizi sull’attuale partner dell’altra persona,
sono stati espressi dalla stessa e non da chi parla.
Altre considerazioni sono il frutto della osservazione,
dello studio dei comportamenti dell’altro.
Poi ci sono fatti oggettivi che è veramente arduo
contestare. Ci può riuscire, apparentemente, solo una
mente dotata di una fantasia sconfinata».
Afferma ancora il co-protagonista:
7. «E quindi, caro ex, avevi molti modi e molti momenti
per rivendicare la tua libertà, che peraltro nessuno ti
vuole sottrarre; hai scelto il momento peggiore ed il
modo più vile.
Spero che abbia la convinzione di aver fatto la cosa
giusta».
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Nb. L’autore desidera ribadire che tutto ciò che è
narrato in questo racconto, è frutto delle dichiarazioni
spontanee dei due protagonisti principali.
Sono dichiarazioni ed affermazioni che gli stessi hanno
reso, in maniera del tutto libera ed autonoma,
specialmente per quanto riguarda gli aspetti più
delicati e personali della vicenda.
Pertanto, ove i protagonisti dovessero riscontrare
qualche inesattezza, non ne può essere attribuita
alcuna responsabilità all’estensore.
L’autore tuttavia non garantisce, e non può garantire,
circa la veridicità delle loro affermazioni, per cui le
stesse vanno prese così come sono.
Anzi, considerata la personalità dei soggetti ed il fatto
che si sono dimostrati poco inclini a dire la verità,
sarebbe lecito dubitare, almeno in parte,
dell’attendibilità del loro racconto.
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AGGIORNAMENTO
Alla fine della stesura del racconto, uno dei
protagonisti di questa storia, ha prodotto un
documento in cui vengono mostrate alcune
schermate di conversazioni su un social, tra due altri
protagonisti.
Chi ha fornito tale documento afferma che lo stesso
sia una prova inequivocabile della veridicità di quanto
detto rispetto ai contatti tra i due soggetti.
Lo stesso documento proverebbe quanto le accuse di
“ridicolo/a”, “dovresti vergognarti”, sei pazzo/a”, siano
infondate e, al contrario, dice il co-protagonista:
«viene dimostrato ampiamente proprio l’opposto.
Almeno in quanto ad uno spasmodico e compulsivo
bisogno di leggere i messaggi del partner.
Poi non è dato sapere quanta comunicazione ci sia
effettivamente, a parte la sera sulla mail (ma anche
qui si vedono delle stranezze): a volte si ha
l’impressione che sia un’attività di voyerismo.
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Forse se qualcuno sapesse di essere stato ‘pizzicato’
sui social con chi sa, e anche mentre era sulla mail
con il co-protagonista, e non una sola volta, anzi per
prassi consolidata, forse sarebbe più cauto nelle
proprie affermazioni.
Oppure “stasera vado a mangiare una pizza” e poi al
ritorno intrattenersi amabilmente con l’amante fino a
tarda ora.
Ma di cosa stiamo parlando?»
«Negli ultimi giorni di luglio ed i primi di agosto mi sono
messo di punta » dice il co-protagonista «e penso che
adesso nessuno potrà più dire bugie.
Stiamo parlando del nulla, stiamo parlando del festival
dell’inganno, della sagra della menzogna, della fiera
delle frottole.
E questa non è la sola cosa che potrebbe venire
contestata, quindi ancora una volta “mai dire mai”.
E poi: se per assurdo le affermazioni, della
controparte rispondessero al vero, perché non
cancellare l’account dell’altra persona?; avrebbe
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potuto farlo come ha cancellato quello del
protagonista.
In realtà le cose non stanno affatto così: voler tentare
di far credere diversamente è un insulto
all’intelligenza degli altri e, pensandoci bene, anche
alla propria».
L’autore tuttavia ritiene di non poter inserire tale
prova nel contesto della narrazione.
Comunque a beneficio di chi volesse prenderne
visione, se ne fornisce una copia in allegato al
racconto principale.
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POST SCRIPTUM
Fin qui la vicenda come esposta dai protagonisti.
In realtà i fatti e le circostanze raccontate, le vicende
accadute, insomma tutto l’insieme di situazioni che
normalmente sono a corredo di avvenimenti di
questo tipo, sarebbero infiniti.
Ci sarebbe il materiale per scrivere un romanzo e
l’autore non esclude che ciò possa avvenire, in un
futuro più o meno prossimo; ovviamente previa
autorizzazione dei protagonisti.
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APPENDICE
Come detto, tutti gli altri screenshot registrati, vengono
allegati a parte.
Tuttavia l’autore, ritiene di dover pubblicare nella
favola, quelli del 02 agosto 2017 (pomeriggio), perché
sono gli ultimi registrati e perché sono un piccolo
capolavoro.
Purtroppo, per una questione di migliore leggibilità, è
stato necessario ingrandirli, occupando così un
notevole numero di pagine, ma essendo un capolavoro,
anche di durata (45 minuti di chat), non si è potuto
fare diversamente.
Dopo averli visti si ritiene che neanche la persona più
bugiarda, sfacciata, inaffidabile, menzognera, finta,
simulatrice e faccia di culo di questo mondo, possa
negare l’evidenza dei fatti.
(Per la verifica dell’autenticità, se ne potrebbe
stampare un copia per l’amante. È sufficiente
chiederlo all’autore).
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Certamente rimane, dopo la sorpresa, lo stupore e
l’incredulità (ma nemmeno troppo, visto da quanto
tempo va avanti la storiella).
Ci si chiede come sia possibile che dopo averne detto
tutto il male immaginabile, il co-protagonista abbia
potuto fare questo giro di valzer e tornare dall’
amante: evidentemente ha delle doti, più o meno
nascoste, e beato chi se le gode!
Oppure è sotto scacco. Oppure è stata un farsa fin
dall’inizio (il che è possibile, vista la completa
inaffidabilità del co-protagonista).
E quindi anche in questo caso “MAI DIRE MAI”.
Si spera che, almeno, abbia provveduto ad un
adeguato corso, magari accelerato, al fine di ampliare
il listino prestazionale che gli è stato precedentemente
contestato e di cui, oggettivamente, era carente.
Altrimenti siamo a punto e daccapo.
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Legenda
Mg
Bgc
Dice il co-protagonista:
«Adesso sarà un po’ difficile, negare, anche per chi c'è abituato»
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F I N E