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chiaroveggenza i propri sentimenti e<br />
quelli altrui: «pareva un angelo, l’indemoniata»<br />
(dicono di Marianna); «eravamo<br />
costretti di continuo al desiderio di<br />
tapparle con violenza la bocca, di abbattere<br />
quella testa bionda che non piegava<br />
mai sotto il peso delle malefatte quotidiane»;<br />
«pareva compiacersi di stare nell’ombra<br />
[…]. E se veniva alla ribalta non<br />
era che un’occasione per mostrarsi con<br />
le sue aureole»; «non era [mai] per colpa<br />
di Marianna»; «noi eravamo per colpa<br />
sua neri come la pece» 8 .<br />
In un gioco di rovesciamento dei valori,<br />
in uno sdoppiarsi continuo delle funzioni<br />
di vizi e virtù, sfera esterna – la narrazione<br />
– e sfera interna – il tempo del<br />
lettore – sono in attrito; sotto scacco, un<br />
senso morale falsamente perbenista.<br />
Se sono qui presenti aspetti autobiografici,<br />
come l’ambientazione in una pro -<br />
vincia decadente simile a quella in cui la<br />
Cialente aveva vissuto da bambina, la<br />
scrittura non ha nulla di memorialisti-<br />
co, di regressivo. La memoria nella Cialente,<br />
come accade anche nella narrazione<br />
più autobiografica – il romanzo Le<br />
quattro ragazze Wieselberger (Mondadori,<br />
1976) –, ha valenza conoscitiva, si fa<br />
strumento critico di formazione, è interrogazione<br />
costante sulla propria identità.<br />
Così rivela il doppio riconoscimento<br />
finale indotto dal ricordo: da una parte,<br />
i bambini, cresciuti, diventati loro stessi<br />
adulti, si vergogneranno delle loro azioni<br />
passate; dall’altro, vediamo invece in<br />
Marianna, ritrovata per caso ballerina<br />
in una taverna, un carattere capace<br />
anche di commettere errori e colpe. La<br />
memoria assolve dunque a una funzione<br />
gnoseologica assecondando quel gioco<br />
del doppio, in una prospettiva ancora<br />
una volta rovesciata, che investe l’intera<br />
narrazione.<br />
Spazi interni e spazi esterni non di<br />
rado rimandano anche a un modo differente<br />
di osservare, di immaginare: un<br />
appropriarsi del fuori per sostituirlo al<br />
©Dara Scully<br />
8 Cialente, Marianna, in Interno con figura, cit., pp. 4-6.<br />
FUOR ASSE<br />
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Il rovescio e il diritto