la_toscana_settembre_2017 (1)

La Toscana - Anno 5 - Numero 8 - Settembre 2017- Registrazione Tribunale di Firenze n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227. E 1. Poste Italiane SpA Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv.in L 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 C1/F
VILLA CAMPESTRI
OLIVE OIL RESORT
www.villacampestri.com

Franco Ristori
www.francoristori.com
In primo piano:
Tabernacolo, Articolo 123
Sullo sfondo:
RUST, finitura in ruggine su legno.
Ideazione e brevetto Franco Ristori
Numero Certificato di Registrazione Comunitario: 002336172-0001
2

3

Sommario settembre 2017
6 Villa Campestri: un olio da medaglia d’oro
7 L’arte in digitale di Nikla Biagioli
8 Maestri artigiani toscani: Vasco e Fabio Capanni
9 L’arte di forgiare il ferro di Massimo Serotti
11 La Matteraia, un’azienda green rivolta ai giovani
13 Coltellerie Giglio, una tradizione di coltellinai
14 Dal 1880 a Gagliano: l’Abbigliamento Gaglianino
15 Chima: da tre generazioni serietà e affidabilità
16 Il Palagiaccio: passa per Scarperia la vita del latte
17 Il desinare dei buongustaio passa dal Gran Desìo
18 Agriturismo Palazzo Vecchio: una scuola di vita
19 L’equitazione di qualità del Riding Club Mugello
20 Mugel Travel, non solo viaggi
21 La Gelateria Pallino: nel solco di una tradizione
22 Elba Cosmetics, garanzia di grande bellezza
23 All’Estetica Donna In, l’Hammam in Mugello
24 Gabriele Vannini e la sua vita on the road
27 Gonzalo Sanchez alla Galleria d’Arte Mentana
28 A Giuseppe Aldi il Premio Nazionale Il Ghibellino
29 Le visioni oniriche di Fausto Buschini
30 La Libera Università di Promozione Culturale di Prato
32 Arte Contemporanea in Alta Valle del Bisenzio
34 Don Giuseppe Billi: riflessioni sull’arte di oggi e di ieri
35 Le Sfaccettature Fiorentine di Giorgia Armellini
37 Arte del vino: il vino etrusco
40 La fotografia stenopeica di Massimo Palagagge
41 Giovanni Poggiali: quando la luce diventa poesia
42 A Palazzo Medici Riccardi torna la Settimana Lucana
43 Dieci bambini saharawi diventano montespertolesi
44 Aperto a Firenze il Museo Zeffirelli
48 La mostra di Samuel Seban al Culinaria Bistrot
49 All’Auditorium al Duomo il Premio Città di Firenze
50 In Cina le sculture da indossare di Angela Tagani
54 Giovanni Boldini e La Falconiera a Pistoia
57 Ai Magazzini del Sale di Siena la Collezione Salini
59 Kamran Khavarani fra romanticismo e astrazione
62 Circolo Nautico Quercianella: tra sport e convivialità
In copertina: Villa Campestri Olive Oil
Resort. Foto di ...
Periodico di attualità, arte e cultura
dell'Associazione Toscana Cultura
Registrazione Tribunale di Firenze
n. 5905 del 6 - 2 - 2013
lscriz. Roc. 23227
C.F. e P. IVA 06314920486
Anno 5 - Numero 8 -
Settembre 2017
Poste Italiane SpA
Spedizione in Abbonamento
Postale D.L. 353/2003 (conv. in L
27/02/2004 n, 46)
art.1 comma 1 C1/FI
Redazione:
Via Valdichiana, 42 - 50127 Firenze
Tel. 055 9336468
toscanacultura@gmail.com
redazione@toscanacultura.it
amministrazione@pec.toscanacultura.it
www.toscanacultura.it
Grafica e impaginazione:
Ghenadie Popic
Stampa:
Nova ArtiGrafiche srl
50058 Signa (Fi)
Direttore responsabile:
Fabrizio Borghini
fabrizio.borghini@toscanacultura.it
Vice direttore:
Daniela Pronestì
Capo redattore:
Maria Grazia Dainelli
Segretaria di redazione:
Chiara Scali
chiara.scali@toscanacultura.it
Coordinamento editoriale:
Lucia Raveggi
lucia.raveggi@toscanacultura.it
Testi:
Giorgia Armellini
Giacomo Basile
Paolo Bini
Maria Grazia Dainelli
Amedeo Menci
Elisabetta Mereu
Carlo Midollini
Massimo Pelagagge
Elena Maria Petrini
Andrea Pignataro
Daniela Pronestì
Lucia Raveggi
Gianluca Rosucci
Bijan Saadat
Barbara Santoro
Sandro Volpe
Foto:
Adriano Bartolozzi
AG/Cult
Roberto Bernacchioni
Elisabetta Mereu
Massimo Pelagagge
Elena Maria Petrini
Andrea Pignataro
Alessandro Rella
Samuel Seban
La Toscana - Periodico di
attualità, arte e cultura
Villa Campestri Olive Oil Resort
Pontifical Academy of Sciences
Conferenza Internazionale su:
Food Values
Il Rinascimento della Dieta Mediterranea
e il suo significato per il mondo nel 21° secolo
6 e 7 ottobre 2017
Villa Pecori Giraldi - Borgo S. Lorenzo (FI)
Comitato scientifico:
Paolo PASQUALI - Olive Oil Resort Villa Campestri, Vicchio, Florence, Italy
Francesco SOFI - University of Florence, Italy
Simon POOLE - Author & Commentator, Cambridge, UK
Segreteria Comitato scientifico :
Monica DINU - University of Florence, Italy
University of Florence
4
SOMMARIO

photo: Livia Casati
5

Villa
Campestri
A cura di
Elisabetta Mereu
Speciale
Mugello
Dove l’eccellenza è di casa e l’olio conquista la medaglia d’oro
Affresco all’interno dell’Oleoteca
La Medaglia d’oro conquistata a Los Angeles (ph. Mereu)
Non dimostra certo la sua età coeva
del più antico e maestoso cipresso
al mondo piantato dentro
il parco nel 1446. Villa Campestri, nata
come fortilizio difensivo, poi diventata
patrizia magione alla fine del 1600, è
uno splendido resort di lusso sulle colline
del Mugello che sovrastano Vicchio
il paese che ha dato i natali a Giotto! In
tale contesto il binomio bellezza/qualità
è stato il denominatore comune di tutte
le scelte operate finora dalla famiglia dei
proprietari che hanno voluto mantenere
intatto il valore storico della villa rinascimentale
apportando però innovazioni
uniche in termini di strategia aziendale.
Villa Campestri è infatti il primo Olive
Oil Resort del mondo in cui l’olio extra
vergine d’oliva - estratto dalle olive delle
piante secolari spremute nel frantoio
privato - è protagonista assoluto dell’attività.
Ad iniziare dal ristorante L’Olivaia,
con un menù oleocentrico che propone
continue esplorazioni del gusto con
ingredienti semplici e materie prime di
stagione abbinati in modo inusuale: olio
e birra, olio e cioccolato o olio con frutta
esotica e pesce. Per continuare nella
SPO (Salus per Oleum) con massaggi
ad hoc nel rilassante centro benessere,
fino ad arrivare nella suggestiva Oleoteca
i cui principi di produzione e conservazione
dell’olio vengono adottati
dai migliori ristoranti stellati del mondo.
«Abbiamo ideato un esclusivo sistema
brevettato che consente di servire
olio di eccellenza come se fosse appena
estratto - dice il proprietario del resort,
Paolo Pasquali, vero e proprio cultore
del prodotto. Si chiama OliveTolive
è un elegante erogatore in prezioso rame,
che permette a chiunque di servirsi
dell'olio che preferisce, leggero, medio
e forte, secondo il suo gusto e la pietanza
che vuole mangiare».
Erogatore Olivetolive
Tramite un progetto internazionale dell’antica
Accademia fiorentina dei Georgofili
e di varie università italiane e americane,
Pasquali si sta impegnando da molti anni
per far affermare un nuovo modo di
concepire l’olio extravergine d’eccellenza,
nella speranza di eliminare la disinformazione
che porta a ripetere errori consueti
nella fase di acquisto o di consumo al
ristorante: scegliere olio di provenienza
non chiara e senza qualità, confezionato
in bottiglie con vetro scuro che nasconde
il prodotto, trovare sui tavoli contenitori
lasciati aperti con conseguente dannosa
ossidazione! «Invece questo scrigno
di bontà, grazie ad un microchip, mantiene
inalterata la qualità e permette di
conoscere temperatura e ritmo di consumi,
senza il rischio di incorrere nei
due nemici dell’olio: luce e aria»- dice
con orgoglio Pasquali, uno dei componenti
del Comitato Scientifico e relatore
per la Conferenza Internazionale (locandina
in 4^ pagina) che si terrà ai primi
di ottobre in Mugello, sul legame fra cibo
e salute e per diffondere un vero e
proprio Rinascimento della dieta mediterranea.
Meritatissima dunque la medaglia
d’oro assegnata a marzo scorso
al suo “oro verde” nella Los Angeles International
Olive Oil Competition. Riconoscimento
solo ultimo in ordine di
tempo che arriva dopo anni di lavoro e
studi in questo settore, per il quale la
cucina di eccellenza di Villa Campestri
è stata insignita, nel 2007 in California,
del premio Gran Collare Eno gastronomico
dell'Accademia Internazionale, cioè
il Gotha del gusto, alla presenza del rettore
del maggiore ateneo di scienze gastronomiche
del mondo e nel 2009
del titolo di Miglior relais gourmand
dell’anno in Toscana per l'impegno in
favore dell’agroalimentare di qualità e la
conoscenza della sua eccezionale biodiversità.
«Competenze che, con l’aiuto
dell’esperto cerchiamo in parte di trasferire
anche agli ospiti e a chi segue i
corsi di degustazione nella nostra Oleoteca,
per imparare a conoscere questo
bene prezioso delle nostre campagne.
La gente - conclude Pasquali - è sempre
più competente di vini, mentre in generale
si cura poco di conoscere le caratteristiche
dell’olio che invece rappresenta
fin dall’antichità un prezioso alleato nella
vita dell’uomo e dunque uno straordinario
patrimonio culturale e gastronomico
da apprezzare e preservare!».
www.villacampestri.com
6
TESTO VILLA CAMPESTRI

Nikla Biagioli
La mia vita per l’arte
ora in digitale
Descrivere quest’artista è riduttivo!
Sarebbe come pretendere
di ingabbiare l’aria che comunque
fluirebbe libera a cercare nuovi spazi
e mezzi di espressione. Nikla Biagioli,
fiorentina di nascita e mugellana d’adozione,
ha iniziato a dipingere da bambina
e come autodidatta ha continuato,
incoraggiata e seguita per 2 anni da un
cugino della mamma, il pittore Rinaldo
Bettini (che ha illustrato una versione della
Divina Commedia ndr.) con il quale fece
la prima mostra a 14 anni esponendo
2 soggetti floreali ed un cigno fatto a china.
Da allora la sua carriera non ha mai
conosciuto soste. Ha partecipato a mostre
personali e collettive, in Italia e all’estero,
ottenendo sempre ottimi consensi
sia di pubblico che di critica internazionale,
ricevendo premi e riconoscimenti, tra
cui il Premio Internazionale Galileo Galilei,
nel 2012 dell’International Museum
di Rovigo. La sua è una personalità poliedrica
che spazia dalla ceramica alla scultura,
dalla scrittura alla pittura espressa
con i mezzi più vari, matite, gessetti, pennelli
fino ad arrivare, nel 2005, al mouse
del computer. Nikla infatti è un’esponente
della Digital Art - tecnica nata nel 1950 e
arrivata n Italia da pochi decenni - e quindi
dipinge con questi strumenti tecnologici,
come mi mostra nella casa di Barberino
dove vive col marito Valerio, collezionista
di orologi antichi, e gli amati cani che
riproduce sempre nelle sue tele. Più che
una casa sembra una galleria d’arte work
in progress! Dovunque opere dell’artista:
giganteschi piatti in ceramica e quadri dei
suoi vari periodi pittorici appesi ai muri,
sculture e vasi bellissimi - che sembrano
reperti archeologici – appoggiati sui mobili
e tele pronte per essere consegnate
agli estimatori. «Sono tutti figli miei - mi
dice sorridendo nel vedere il mio stupore
davanti a tante meraviglie! E li amo tutti
indistintamente, dal primo dipinto coi fiori
del 1962, all’ultimo che sto terminando
e si chiama Visione, compresi tutti quelli
che fanno parte di collezioni private e
pubbliche in Italia e all’estero. Il fatto di
utilizzare nella pittura digitale uno strumento
diverso, che comunque simula
perfettamente il tratto del pennello reale,
non mi impedisce di esprimere i miei
sentimenti ed esternare le emozioni,
che siano di gioia o d’inquietudine. Anzi
mi offre ulteriori possibilità creative,
perché in quest’arte non ci sono canoni
stabiliti ed è affascinante perché totalmente
interattiva con lo spettatore. Mi
L’artista con la prima opera digitale, Dualità (ph. Mereu)
ci sono appassionata fin dal primo lavoro
che ho chiamato Dualità. Una volta finiti
i dipinti li faccio stampare su tela e poi
appongo la firma sull’originale.» E quel
leggero rilievo che si sente toccando la
tela è la garanzia di autenticità che riesce
a tutelarne la paternità, come successe
qualche anno fa in una mostra in America
in cui tentarono di vendere un quadro
clonando un suo paesaggio toscano.
Mettendo a confronto il vero e il falso che
conserva entrambi in salotto si vede subito
la differenza e la diversità nei colori, che
sono un altro suo tocco distintivo! Attraverso
queste cromìe tutto sembra pulsare
per trasmettere il suo pensiero poetico,
espresso anche nei suoi scritti e numerose
poesie (è Presidente dell’Associazione
Culturale E.S.S.E.R.E. che promuove
eventi letterari ndr.), comunicandoci - come
ha detto il critico d’arte, Tiziana Piras
- il movimento mutevole delle cose che
appaiono e si mimetizzano in un batter
di ciglia. Come la figura di un cane o un
suo particolare che l’artista, anche senza
volerlo, si trova a proporre sempre, quasi
in un gioco a nascondino fra le caleidoscopiche
emozioni che trapelano dalle
sue tele!
Una delle prime opere, pastello ad olio Piatto in ceramica (ph. E. Mereu) Visione, opera digitale
NIKLA BIAGIOLI
7

Speciale
Mugello
Vasco e Fabio Capanni
Passione artigianale a fior di pelle!
www.caf-florenceleather.it
Entrare nel loro laboratorio è come
varcare le soglie del secolo scorso.
Tutte le fasi di lavorazione sono le
stesse che venivano utilizzate nel 1950,
quando Vasco Capanni, allora apprendista
nella prestigiosa ditta del maestro
artigiano Rino Peruzzi a Firenze, si appassionò
a questo mestiere che continua a
svolgere quotidianamente e a trasmettere
ai giovani ma già capaci collaboratori
dell’azienda, da lui fondata a Scarperia nel
1958. La specialità che rende quasi unica
in Italia e leader in Toscana la CAF, acronimo
di Cuoio Artistico Fiorentino, ma anche
di Capanni Fabio, il figlio che ha dato
uno sprint imprenditoriale all’azienda di famiglia,
è la capacità di realizzare a mano
e senza nessuna cucitura oggetti in cuoio,
con un procedimento molto articolato e laborioso
che pochi sanno fare. Non a caso
hanno ottenuto entrambi il riconoscimento
di Maestro Artigiano e il riconoscimento
dell’Osservatorio dei Mestieri d’Arte per la
qualità e l’alto pregio delle loro produzioni.
La pelle, il cosiddetto Cuoietto Fiorentino -
ottenuta dalla scarnitura manuale con un
attrezzo chiamato “coltella” - viene montata
su forme di legno, fatte appositamente
da un falegname di fiducia. A differenza
di quanto avviene nel settore della pelletteria,
dove si fanno le cuciture, il pellame
viene bagnato e poi letteralmente plasmato,
battendolo a mano sul supporto ligneo
con cura e pazienza, incollando le diverse
parti con uno speciale mastice vegetale,
prima di passare alla fase dell’asciugatura
che gli conferisce solidità e compattezza
e a quella della tinteggiatura, fatta con
pigmenti naturali. In questo modo, i prodotti
di ogni categoria sono sì uguali fra
loro, ma mai identici, perché ciascun pezzo
avrà diverse sfumature di colore. Successivamente
ogni oggetto viene lucidato
con delle spazzole che mettono in risalto
la bellezza e l’unicità di un prodotto lavorato
a mano in ogni sua fase. Scatole
Fabio e Vasco Capanni (ph. E.Mereu)
Campionario prodotti (ph. E. Mereu)
porta gioie, contenitori per biglietti da visita,
prestigiosi set da scrivania, cornici e articoli
personalizzati, anche con finiture in argento,
rappresentano il campionario classico
molto apprezzato specialmente in Giappone
e Cina. Ma il fiore all’occhiello di questa
azienda rinomata anche oltre confine (la Curia
svizzera gli commissiona scatole di cuoio
per confezionare calici d’argento e pare
che anche Barak Obama conservi le foto di
famiglia in un album fatto da loro ndr.) è il
porta sigari, con altri articoli per fumatori realizzati
per la Manifattura del Sigaro Toscano.
«Siamo specializzati nell’oggettistica da
uomo, come il nostro porta monete, il cosiddetto
tacco, che abbiamo fatto in misura
ancora più ridotta per farlo stare dentro
la tasca dei jeans - dice Fabio Capanni. Cerchiamo
di creare collezioni in cui affiancare
alla produzione dei manufatti classici la ricerca
di nuove tendenze per accontentare le
esigenze della clientela che vuole un oggetto
particolare o personalizzato.» In controtendenza
dunque con la globalizzazione uniformatrice
dei prodotti in serie voluta dalle
grandi distribuzioni, la CAF mantiene viva
una tradizione artigianale, che in Mugello
risale ai tempi dei Medici, fatta di lavoro
manuale e raffinate tecniche creative tramandate
alle nuove generazioni, per conservare
un patrimonio della nostra storia e
di questo stupendo territorio.
Il portamonete detto tacco
Portasigari di varie misure
8
CAF

Speciale
Mugello
Serotti
Massimo
Forgiare
il ferro ad
arte è la sua
passione da
30 anni
Massimo Serotti
Il ritmo cadenzato del martello sull’incudine
plasma la materia dura ed
incandescente che si sottomette al calore
del fuoco e all’idea creativa dell’uomo.
E piano piano il ferro si curva, si piega e si
assottiglia per diventare oggetto e arredo
per la casa: lampadari, porta candele, centro
tavola, sculture regalo, alari per caminetti,
tavoli, attaccapanni, scale, ringhiere e
molto altro! Dal 1987 questo è il lavoro di
Massimo Serotti che con forgia, martello e
incudine, ogni volta fa emergere dalle sue
mani un pezzo unico interamente artigianale.
«Dopo tanti anni provo sempre una
grande emozione e quando devo creare
un oggetto è sempre come se fosse la
prima volta!» - dice il fondatore e titolare
di quest’azienda nel Comune di Scarperia
e San Piero, a pochi chilometri da
Firenze, nella cui attività trentennale ha
coinvolto tutta la famiglia, dal fratello
Andrea, che lavora con lui fin dall’inizio,
al figlio Elìa, che ha seguito le sue orme
per portare avanti l’azienda di famiglia.
«Per fare questo mestiere ci vogliono
tempo e perseveranza, ma soprattutto
passione perché è molto impegnativo
e faticoso. L’arte del ferro è una continua
evoluzione e sperimentazione della
materia e delle forme, per trovare ogni
volta il giusto connubio fra materia e la
sua futura funzionalità. Molte ore vengono
spese nello studio della lavorazione
del materiale, peso, dimensioni,
resistenza, le leghe e le temperature di
fusione. Poi si passa alla realizzazione
delle forme, riccioli, archi, varie geometrie.
La produzione artigianale del ferro
battuto porta con sé tutto questo bagaglio
di ricerca e sperimentazioni. Qui
produciamo con la forza delle braccia e
con l’occhio attento ad ogni dettaglio!
Questa credo sia la caratteristica principale
per dire che un lavoro è fatto a
mano». Grazie alla sua maestrìa - coltivata
fin da quando era adolescente - gli
sono state affidate commissioni importanti
come il restauro del Marzocco della
torre campanaria del Palazzo dei Vicari
di Scarperia, riproduzioni in stile di elementi
per ville storiche e casali toscani,
il restauro e la realizzazione di supporti e
batacchi di campane antiche che Serotti,
con una particolare tecnica di invecchiamento,
rende simili a quelli usati originariamente.
Nel 2012 l’azienda è stata
chiamata anche in India, a Kochi, capitale
del Kerala, per realizzare il primo impianto
campanario elettrificato di tutto
il paese, nella Chiesa di San Francesco.
«Ogni richiesta è una nuova avventura
creativa da affrontare - dice Serotti – e
ci piace ispirarci al paesaggio e al territorio
in cui viviamo, la Toscana e il Mugello,
con le sue tradizioni ed eccellenze
conosciute in tutte il mondo». Da circa
10 anni l’Azienda si è specializzata
anche nella realizzazione di oggettistica
per la casa, allestimento negozi, forniture
catering e cantine prestigiose. Il
biglietto da visita è sicuramente il porta
bottiglie in ferro battuto con riccioli
fatti a mano e il caratteristico giglio
di Firenze, presente anche nello stemma
del loro Comune. Inoltre la produzione
si è ampliata con porta calici da
vino, apribottiglie, porta vasi e fioriere,
arredo giardino e altre creazioni atte a
rendere più bella e piacevole la convivialità
quotidiana e le grandi occasioni!
«Da qualche anno abbiamo cominciato
a partecipare alle fiere di settore in Toscana
ed Emilia Romagna - aggiunge
Elia Serotti - e abbiamo aperto le porte
dell’azienda alle scolaresche in visita
didattica per far conoscere, in un mondo
sempre più veloce ed informatizzato,
l’antico lavoro dell’artigiano del ferro. Il
nostro sogno è creare un nostro museo
del ferro artistico per celebrare gli antichi
metodi di lavorazione, rapportandoli
con il futuro di questo mestiere».
Massimo Serotti con il figlio Elia
Vari articoli in ferro forgiati a mano
SEROTTI MASSIMO
9

10

Speciale
Mugello
La Matteraia
Azienda
green che
prepara un
futuro per i
giovani
Ivan e Ivo Malpaga (ph. E. Mereu)
Famiglia Malpaga (ph. E. Mereu)
Forse sono stati loro i precursori
della vendita diretta a km zero
nella zona, a pochi chilometri da
Vicchio, in località Rostolena, dove nel
1977 la famiglia Malpaga aveva impiantato
vigneti e frutteti, forti dell’esperienza
acquisita per anni nel loro Trentino
con l’azienda vinicola di trasformazione
ed export. «Siamo venuti in Toscana
nel 1973, per acquistare un casale
con l’idea poi di rivenderlo, ma alla fine
ci abbiamo messo le radici e siamo ben
contenti della scelta fatta», dice il capofamiglia,
Ivo Malpaga, che dopo 40 anni
in Mugello mantiene ancora il tipico
accento trentino. E’ lui che ha iniziato il
ripristino di quella che oggi è La Matteraia,
una fiorente Azienda Agricola di 30
ettari destinati alla produzione di mele,
uva e olio, che gestisce insieme al figlio
Ivan e la nuora Sabrina, pilastro fondamentale
dell’azienda. «L’attività di ripristino
della proprietà ha sempre mirato
al rispetto del territorio e alla sua gestione
nel modo più naturale ed ecologico
possibile - dice il figlio Ivan, che
dal 2010 ha preso le redini dell’Azienda.
Abbiamo installato il fotovoltaico,
ristrutturato gli immobili e costruito
l’attuale cantina secondo i canoni della
bioedilizia e quando vengono i turisti
per le degustazioni, gli eventi o le cene
a tema serviamo l’acqua solo nelle bottiglie
di vetro per ridurre il consumo di
plastica! Anche nelle coltivazioni stiamo
Foto dell’Azienda dall'alto
dando una svolta green! Fra le 14 varietà
di mele (quasi 1000 quintali ogni
anno ndr.) che vendiamo direttamente
qui dopo la raccolta, senza fasi di conservazione
in frigo, stiamo incentivando
quelle che non abbiano bisogno di
tanti trattamenti». Se per quanto riguarda
l’olio si considerano piccoli produttori
- con 1450 piante di tutti i cultivar
classici toscani e una stima di circa 15
quintali d’olio all’anno - sicuramente il
loro fiore all’occhiello, è il comparto vinicolo,
con circa 7000 bottiglie l’anno
fra rossi e bianchi di ottima qualità, che
è ciò a cui tengono di più i produttori.
«Abbiamo tre vitigni - continua Malpaga
junior con studi in Agraria, proprio
nel settore enologico - il Müller-Thurgau,
il Moscato e il Rebo, che è proprio
autoctono nostro, ottenuto dall’agronomo
trentino Rebo Rigotti nel 1948, selezionando
il Teroldego e il Merlot. E’
un rosso corposo a cui facciamo fare
due tipi di affinamento, uno in barrique
e l’altro nella grande botte di rovere.
Poi ne abbiamo un altro a cui abbiamo
dato il nome di Pigola, perché è
in un pezzetto di terra molto scomodo
da lavorare! Ma i nostri estimatori, privati,
ristoranti o aziende che ci chiedono
delle confezioni da regalare ai propri
clienti, apprezzano le nostre produzioni
e questo ci dà soddisfazione!». Nonostante
sia già abbastanza impegnativo
portare avanti un’attività del genere in
così poche persone i Malpaga con grande
perseveranza, impegno, sintonìa familiare
e un’innata gentilezza, portano
avanti anche un’altra iniziativa: fare formazione,
come spiega Ivan! «Accogliamo
i ragazzi delle scuole di Borgo San
Lorenzo e Firenze, oltre a quelli della
Facoltà di Agraria e dell’Università che
chiedono di partecipare ai corsi pratici
di cura delle piante, ospitandoli anche
per l’intero soggiorno in azienda dove
condividono tutte le attività della giornata
con noi, dandoci una mano volentieri
anche quando fuori fa freddo o c’è
un caldo torrido come nei mesi scorsi!
E al termine degli stage dobbiamo rilasciare
dettagliate schede di valutazione
per ognuno di loro che ci auguriamo
si appassionino a questo settore continuando
ad amare la terra e tutti i lavori
che la tutelano e la valorizzano».
www.lamatteraia.com
LA MATTERAIA 11

12

Speciale
Mugello
Coltellerie Giglio
Un’impresa familiare che ha inciso un segno
profondo nella storia dei coltellinai
Entrando nello storico negozio delle
Coltellerie Giglio sembra che il
tempo si sia fermato all’epoca in
cui venne aperto, nel lontano 1891, in
quella stessa via dell’Oche 44, al pian
La facciata del negozio nel 1891
Interno attuale negozio
Set da bistecca forgiato in vari colori con astuccio
terreno di un antico istituto religioso,
come indicava lo stemma papale, sovrastante
quello dei Medici, che fecero
edificare l’intero complesso affacciato
sulla piazza. I pavimenti originali del
1400, in cui si scorgono le antiche cisterne
interrate, le pareti annerite dal
carbone della forgia, i vecchi banconi
per esporre e vendere la merce, persino
i profumi sembrano rimasti inalterati,
quasi a voler preservare una tradizione
familiare che ha inciso nella storia
dei Mastri Coltellinai di Scarperia. Quattro
generazioni iniziate a fine ‘800 con
Giuseppe Risti, garzone nella prestigiosa
fabbrica dei Tonerini, a cui seguirono
i 4 figli che in anni successivi lavorarono
in quella stessa ditta tanto da acquisirla
creando l’attuale marchio con il
giglio, simbolo di Firenze e Scarperia.
«Fino ad arrivare agli attuali discendenti
Luca, che è anche il mio compagno -
mi dice Giulia, che gestisce l’attività del
negozio - e suo cugino, che curano le
fiere itineranti e il merchandising, mentre
mio suocero segue l’officina aiutato
da mio fratello che sta proseguendo
questa attività di famiglia! Da 126 anni
questa è un’azienda di fabbricanti di
ferri taglienti - ma l’unica cosa a cui non
vogliamo dare un taglio è il passato, come
ditta storica e in quanto parte di un
patrimonio culturale di questa cittadina.
Ecco perché qui ieri, oggi e domani si
fondono! Abbiamo una piccola collezione
privata di lame antiche, come coltelli
da innesto o da caccia con estrattore
per vecchi fucili non automatici, falcetti
per il fieno o la coltella Romagna per
la pasta fresca. Tutti fanno bella mostra
di sé insieme alle nostre linee di produzione
moderna e sempre innovativa
molto apprezzate specie nel Nord Europa
e paesi emergenti: sia quella classica
in cui proponiamo posateria e utensili
di uso quotidiano, dunque fatta con
materiali che sopportano meglio l’usura
e sono più accessibili economicamente,
sia quella realizzata con la tecnica
della forgiatura, che può essere anche
personalizzata. In questo caso c’è una
ricercatezza particolare nella scelta dei
Set da barba, Gran viaggio
materiali e delle forme, sia delle lame
(furono tra i primi ad impiegare acciaio
inox ndr.) che per le impugnature di
ogni oggetto, in corno bovino e legno d’olivo
e di bosso, che diventa così un’opera
d’arte artigianale. Sfogliando vecchi cataloghi
- continua Giulia - o grazie ad una
clientela fidelizzata che ci commissiona
determinati articoli riusciamo a riprodurre
fedelmente dei modelli tradizionali che
non abbiamo più neanche come campione,
riuscendo così a rimetterli sul mercato.
Alcune serie - come i set da viaggio, da
barbecue, da formaggio o per i cultori della
barba, tornata di moda - vengono proposte
dentro astucci in cuoio o confezioni
di legno fatte ad hoc, che realizzano per
noi altri artigiani toscani e che piacciono
molto anche come idea regalo! Il nostro
prodotto leader - cioè i coltelli da bistecca
e da cucina con manici in corno, resina,
olivo o bubinga, un legno esotico molto
resistente, vengono proposti con i ceppi
portacoltelli fatti apposta per noi da un falegname
della zona. Quindi, anche se passano
i secoli e le generazioni cambiano,
qui al Giglio siamo fedeli alla storica tradizione
di famiglia che cura la lavorazione
artigianale e tiene alta la qualità!».
www.coltelleriegiglio.it
COLTELLERIE GIGLIO
13

Speciale
Mugello
Mengoni
Il filo della
memoria
intessuto
da 5 generazioni
Foto dell’archivio familiare
Il termine barròccio indica un carretto
portato a mano o trainato da
un cavallo per il trasporto di roba
su piccole distanze, come quello dei
venditori ambulanti e deriva dal latino
birotium cioè mezzo con 2 ruote! Loreta
Aiazzi di Barberino del Mugello
forse non conosceva il latino ma sicuramente
sapeva bene come usarlo questo
mezzo quando a metà ‘800 decise
di fare la vendita porta a porta di stoffe,
tessuti, fili, bottoni e altri articoli di
merceria, perché tutte le donne allora
sapevano cucire o avevano una sarta di
fiducia! E così poco per volta ha iniziato
un’attività in proprio da vera imprenditrice,
che per quell’epoca era cosa rara
in ambito femminile! Ma la storia della
famiglia di commercianti, che oggi annovera
ben cinque generazioni, inizia
quando Loreta diventa la signora Mengoni
e a partire dal 1880 anche il figlio
Ottavio la affianca nel lavoro di vendita,
spostandosi dopo le nozze a Galliano
ed addentrandosi anche in zone lontane
ed isolate. Il testimone passa poi ai due
nipoti della donna, Leopoldo e Eugenio
che tutti chiamarono prima “Loretino”
e poi Gallianino per ricordare la parentela
e la provenienza, che poi è diventato
anche il nome del loro primo storico
negozio aperto nel 1963 e anche il nome
degli attuali punti vendita che hanno
adottato come logo proprio l’immagine
di quel carretto, ora restaurato ed utilizzato
talvolta per fare vetrina. «L’approccio
con le persone, la passione per
questo mestiere e l’affabilità nel proporre
la propria merce sono stati trasmessi
nel DNA e quindi anche nostro babbo
Rolando andava in giro per fare mercati,
utilizzando prima una lambretta e poi,
nel ’58, compiuti i 21 anni per la patente,
un furgone con la scritta sulla fiancata»
- dice Manuela Mengoni, una degli
ultimi 3 discendenti che insieme al fratello
Massimo si divide fra i due attuali
negozi di Galliano e quello di Scarperia,
che ha cambiato sede proprio 2 anni fa!
«A partire dal 1979 sia noi che nostra
mamma Liliana siamo stati impegnati a
portare avanti la tradizione di famiglia
vendendo biancheria per la casa, tessuti
e in seguito anche abbigliamento.» Un
settore quest’ultimo che è andato sempre
più in crescendo tanto da convincere
la famiglia Mengoni ad aprire un
punto vendita anche nel paese dei famosi
produttori di coltelli. Attività che
festeggia proprio in questo mese di settembre
i 20 anni che saranno celebrati
nel grande e luminoso negozio di viale
Kennedy a Scarperia, dove chiunque
arrivi per scegliere un capo fra le tante
belle marche di firma in assortimento,
per donna, uomo o bambino, sicuramente
troverà il sorriso gentile di Massimo
Mengoni (nella foto sopra con la
sorella Manuela) ad accoglierlo insieme
ad un ottimo caffè e ad un bel sottofondo
musicale! Insomma sono passati i
secoli, sono cambiati i luoghi, ma la capacità
di prendersi cura della clientela
con cordialità e competenza è rimasta
la stessa della fondatrice di questa bella
famiglia di commercianti. Perché - è
risaputo - quando una stoffa è di ottima
qualità… dura nel tempo!
www.gallianino.it
Storico negozio Mengoni a Galliano
14
GALLIANINO

Speciale
Mugello
ChiMa
Un’azienda moderna che profuma d’antico
Foto storica e stabilimento attuale
Guardando le foto storiche sembra
quasi di sentire il profumo
del bucato lavato con il sapone
di Marsiglia dopo l’ammollo con la lisciva,
il detergente ottenuto trattando con
acqua bollente la cenere di legno o di
carbone! Perché questo era il metodo
usato dalla lavanderia di Chiari Giuseppe
a Rimaggio, nel comune di Bagno a
Ripoli, quando iniziò l’attività nel lontano
1870, poi proseguita nel 1932 a Castello,
in provincia di Firenze. Da allora è proprio
pertinente dire che ne è passata di
acqua sotto i ponti! L’unica cosa che non
è cambiata è la proprietà, sempre della
famiglia Chiari, che però dal 1959 ha ribattezzato
la sua lavanderia industriale
con l’acronimo ChiMa Florence - dal nome
del discendente, attuale proprietario
e Presidente Chiari Mario - Azienda storica
di Assosistema, oggi leader in Italia
nel lavaggio e noleggio biancheria per ristoranti,
alberghi, case di riposo ed enti.
L’attività ha registrato un forte incremento
da quando si è trasferita quasi 30
anni fa nel moderno ed attrezzato stabilimento
di 7.500 mq. a Scarperia, non
lontano dall’autostrada e dunque punto
strategico per offrire un servizio puntuale
ed affidabile anche in gran parte dell’Emilia,
oltre che nelle varie zone della Toscana.
«La Chima è da tre generazioni un punto
di riferimento nella fornitura di biancheria
in vari colori, tessuti e grammatura
delle spugne, per ristoranti, cucine, camere
e bagni delle più importanti strutture
turistico/ricettive e sanitarie del
centro Italia - dice l’Amministratore Delegato
Pietro Chirico (foto sopra) - ma
ovviamente non trascuriamo nemmeno
la piccola pizzeria e il servizio di lavanderia
per gli indumenti personali degli
ospiti delle strutture!». Tradotto in cifre:
5100 tonnellate di biancheria trattata
ogni anno dislocata in 4 magazzini,
con 3 linee continue di lavaggio per una
capacità complessiva di 3500 kg l’ora,
effettuata con macchinari che lavorano
alla temperatura di 180° per ottenere
capi con assenza di carica microbica
e il cui grado di igienizzazione viene rigorosamente
mantenuto anche nelle
fasi successive di stiratura e confezionamento.
«L’intero processo - continua
Chirico - è gestito da un sofisticato sistema
computerizzato che in base alle esigenze
produttive, stabilisce in che modo
e quale materiale mettere in lavorazione».
La vera sfida è stata quella di riuscire
a conciliare questa attività con
il rispetto ambientale, ma poiché il loro
motto è “Duri con lo sporco e sani
per l’ambiente” la problematica è scivolata
via insieme alle acque di scarico
che vengono trattate da un depuratore
a fanghi attivi, con capacità giornaliera
di 1400 m3. Dal 2007 la ChiMa
ha infatti ottenuto la certificazione sul
Controllo della Bio-Contaminazione e
dal 2009 la Certificazione Ambientale.
Dunque solidità, serietà e affidabilità
sono le caratteristiche di questa azienda
- annoverata fra quelle storiche di
Assosistema - che dopo oltre un secolo
riesce ancora a dare il suo forte
contributo anche all’occupazione, attestandosi
a quota 120 dipendenti. Al
75% donne. Ieri come oggi!
Vasca di ossidazione
www.chima.it
CHIMA
15

Speciale
Mugello
Il Palagiaccio
Tutto il meglio del latte
nell’azienda storica
F LO R E N C E
M A D E
I N
I T A LY
TUSCANY
FARM
Il latte è da sempre il primo nutrimento
di ogni essere umano, fondamentale
per i suoi preziosi elementi e le sue
straordinarie proprietà! Intorno a questo
eccellente prodotto ruota gran parte
dell’attività dell’Azienda Il Palagiaccio situata
fra i terreni più fertili del Mugello,
a pochi chilometri da Scarperia, nella
sede di un millenario presidio fortificato
appartenuto fin dall’epoca medievale
alla nobile famiglia degli Ubaldini, ricordati
anche da Dante nella Divina Commedia.
Qui la materia prima di altissima
qualità (sono fra i fondatori del Consorzio
Produttori Latte Mugello ndr.) viene
lavorata con tutte le attenzioni possibili
per salvaguardarne le caratteristiche naturali
e successivamente utilizzata in vari
modi. Una parte è destinata all’imbottigliamento
del prodotto fresco, una per la
produzione del delizioso gelato e un’altra
trasformata nel caseificio di fattoria in
squisiti formaggi e prodotti caseari unici,
come lo “spumone mediceo”, una ricotta
lavorata secondo l’antica ricetta rinascimentale
di Caterina De Medici. Ma il
latte non è solo un nutrimento salutare,
infatti per le proprietà specifiche dei suoi
nobili componenti la comunità scientifica
internazionale gli attribuisce da anni
anche la capacità di contrastare i segni
del tempo. Non a caso, fin dall’antichità
veniva chiamato anche oro bianco
per i suoi effetti antiossidanti, nutrienti,
idratanti e antinfiammatori, ben noti
a due storiche e bellissime testimonial
famose: Cleopatra, regina d’Egitto e la
principessa Sissi. Il bianco dono della
Natura trova il suo impiego in trattamenti
di altissimo livello dermatologico
poiché, grazie all’elevato valore biologico
dei suoi costituenti, ha un’ottima funzione
idratante, lenisce e ammorbidisce
la cute, ripristina il naturale Ph cutaneo
fornendo un valido aiuto contro le aggressioni
esterne. Questa è l’idea che sta
anche alla base della formulazione del-
le linee cosmetiche create alcuni anni
fa dall’Azienda mugellana con il nuovo
marchio Tuscany Farm. Questo brand di
alta qualità rappresenta linee differenziate,
bionaturali, 100% Made in Italy, che
contengono ingredienti certificati come
il latte biologico de-lattosato che garantisce
la massima purezza ed efficacia anche
sulle pelli più sensibili, come quelle
dei bambini e di chi ha intolleranze o allergie
al lattosio. Tutti i prodotti sono stati
studiati per una delicata ma specifica
detergenza, altissima idratazione, trattamenti
specifici antiage e cura generale di
viso, mani, corpo, capelli e igiene anche
dei più piccoli.
«La nostra produzione cosmetica - mi
dice Luigi Bolli, presidente dell’Azienda
Il Palagiaccio - è realizzata con le tecniche
più innovative, nel pieno rispetto
dell’Eco Sostenibilità, clinicamente e rigorosamente
testata - ovviamente non
su animali - senza l’impiego di organismi
geneticamente modificati affinché
risulti sicura, dermo compatibile, priva
di coloranti e profumi con allergeni. Tutta
la nostra filosofia aziendale si fonda
Prodotti di fattoria (ph. E. Mereu)
Linea cosmetica Biancolatte
in generale sul rispetto e la salvaguardia
della Natura, nella consapevolezza che
l’ambiente che ci ospita è un bene prezioso
da preservare e tramandare alle
future generazioni, oltre che un valore
con il quale si parametra la qualità della
vita e del lavoro. Per noi agricoltura
fa rima con Natura e l’obiettivo costante
è operare in un contesto ecocompatibile
(infatti gli è stata attribuita la certificazione
regionale Agriqualità Toscana
ndr.). Per questo abbiamo investito nel
progetto Carbon Free Plan che da alcuni
anni sta portando avanti le direttive
della Conferenza di Kyoto e per ridurre
le emissioni di CO2, ci siamo dotati di
un sistema Ecobioenergy, che prevede
l’impiego di piccoli impianti che - con
le più avanzate applicazioni tecnologiche
- producono più tipologie di energie
rinnovabili. E ad oggi posso dire con
orgoglio che questa azienda ha già di
fatto azzerato le proprie emissioni. Siamo
fermamente convinti - ha aggiunto
Bolli - che la ricerca della qualità sia
un obiettivo da perseguire per condurre
un sano stile di vita e che benessere e
bellezza non debbano essere un lusso!
Perciò lavoriamo affinché le nostre produzioni
- sia alimentari che cosmetiche
- si svolgano nel pieno rispetto dei valori
etici, culturali e ambientali del territorio
in cui nascono».
www.tuscanyfarmflorence.com
16
IL PALAGIACCIO

Speciale
Mugello
Il desinare
dei buongustai
made in
Mugello
Gran Disío
E’ la novità dell’anno in fatto di ottima
ristorazione a Borgo San
Lorenzo! Si chiama Gran Disìo
Bistrot, con chiaro riferimento al verso
citato nel 6° canto dell’Inferno di Dante,
riportato persino sul bancone all’ingresso
del bar di questa bella struttura con
suggestivo gazebo esterno e giardino
antistante con tanti giochi per i bambini.
Questo locale - che dopo varie gestioni
era rimasto in disuso per qualche anno -
è stata una residenza dei mezzadri della
famiglia Pecori Giraldi, la cui villa si trova
a poca distanza, di cui i nuovi gestori
hanno acquisito lo stemma che si vede
sul frontespizio del locale e sul caminetto
all’interno (foto sotto).
Il bancone del bar con la frase di Dante
I tipici tortelli mugellani e un’altra specialità dello chef
Si tratta di un gruppo di mugellani doc
- capitanati dal borghigiano Giacomo
Guarnieri e dallo chef Luigi Incrocci di
Luco, che da questa terra ha spiccato il
volo verso luoghi e cucine internazionali
per poi avverare il sogno della vita di
tornare in Mugello e proporre qui le sue
delizie! «Alla base del nostro progetto -
mi dice - c’è ovviamente la ristorazione,
con la riscoperta di antiche ricette
locali preparate solo con ingredienti
freschi e di stagione, aromatizzate dalle
spezie coltivate nell’orto retrostante
il ristorante, che propongo in una veste
nuova con varianti da gran gourmet,
però accessibili a tutte le tasche!». Ogni
giorno un percorso nelle emozioni enogastronomiche
del territorio per portare
in alto la bandiera del Gusto Mugello
Km 0, dalla colazione alla cena e il giovedì
la fantasìa dello chef si sbizzarrisce
nei menù di pesce studiati in base al
pescato della mattina che arriva appositamente
da Castiglione della Pescaia.
La collocazione lungo il Viale Kennedy
che da Vicchio conduce a Borgo San
Lorenzo è strategica, tanto che a pochi
mesi dall’apertura il Gran Disìo Bistrot
è già diventato il punto di ritrovo preferito
nella zona per uno squisito caffè,
anche bio, un pranzo o una cena di
lavoro nella saletta riservata, un gustoso
gelato artigianale, una merenda sana,
proprio come una volta! Ma è anche
il punto di riferimento come tipica bottega
di alimentari per l’acquisto di tante
eccellenze del Mugello: pane casereccio
fatto con grani antichi, salumi, formaggi,
latte, yogurt, caffè, miele, confetture.
Prodotti sfusi di consumo giornaliero o
confezionati per essere degustati tutto
l’anno, come i marroni IGP proposti in
vari modi. Tutto fornito da aziende attive
nel comprensorio come Mokarico,
Il Palagiaccio, Agricola Il Sasso, Antico
Forno Piazzetti, La Fenice. «Abbiamo lavorato
molti mesi - dice Guarnieri, uno
dei fondatori - perché questo diventasse
un tranquillo luogo di aggregazione
sociale per cittadini o turisti e passanti
occasionali, un posto dove proporre
ed organizzare eventi culturali e letterari,
tavolo di dialogo e confronto fra storia
e arte culinaria.» «La nostra mission
- conclude lo chef - è formare una nuova
cultura del cibo, non solo nel preparare il
nostro staff, tutto di giovani, ma anche nel
rivolgerci al pubblico, con Show Cooking
come quello sul raviolo “gnudo” in cui abbiamo
spiegato l’origine del nome, la motivazione
socio economica che ha portato
alla sua ideazione senza pasta esterna e
le varianti dei suoi componenti. E così le
persone hanno gustato in modo più consapevole
una pietanza che sicuramente
avevano già mangiato più volte ma senza
averne alcuna conoscenza. Insomma
abbiamo il “gran disìo” di far mangiare e
far stare bene la gente creando una nuova
coscienza e conoscenza del cibo. Visto
che gli esperti dicono che “siamo quello
che mangiamo” allora è importantissimo
farlo bene e senza sprecare niente delle
meraviglie che ci offre il nostro territorio!».
Il team del Gran Disìo Bistrot
GRAN DISÌO BISTROT
17

Speciale
Mugello
Agriturismo Palazzo Vecchio
Scuola di vita in campagna per tutte le età
www.agriturismopalazzovecchio.it
Si scrive Agriturismo Palazzo Vecchio
ma si può leggere anche Fattoria
Didattica di Piazzano, località
alle porte di Borgo San Lorenzo. E’ una
delle 137 aziende della Toscana (quinta
fra le regioni italiane in questo settore
ndr.) in cui si fanno attività educative “attive”,
per far conoscere a bambini e adulti
l’ambiente rurale, le piante, gli animali e i
prodotti della terra, attraverso l’esperienza
diretta. «Le nostre porte sono aperte ai
visitatori tutto l’anno e l’attività primaria è
rivolta a scolaresche e gruppi» - dice Simone
Grossi, che dal padre Mario ha ereditato
il timone dell’Azienda Agricola nata
oltre 40 anni fa, poi trasformata anche in
un’accogliente struttura ricettiva immersa
nel verde della campagna mugellana. «Il
nostro percorso didattico - privo di barriere
architettoniche, dunque adatto anche
ai disabili - ha lo scopo di far capire
principalmente quanto lavoro c’è dietro
ad un semplice bicchiere di latte! Durante
la visita di circa 1 ora e mezza spieghiamo
tutta la filiera produttiva: da quando
una vitellina nasce a quando inizia la produzione
del latte e gli alimenti indispensabili
all’animale nelle varie fasi di crescita,
mostrando le differenze tra un prodotto
e un altro. Infine portiamo gli ospiti di
turno a visitare le stalle dove alloggiano
più di 140 bovini di razza Frisona Italiana.
Lì possono vedere e toccare le mucche,
sentirne il muggito ma soprattutto, nel locale
appositamente allestito, assistere alla
mungitura di 4 esemplari, con spiegazione
dettagliata di tutti i passaggi necessari.
Dopodiché si arriva alla degustazione del
latte di Alta Qualità Mugello, che magari
hanno nel frigo di casa senza neanche
sapere come è fatto! Successivamente
facciamo confrontare i bambini con i più
piccoli, cioè i vitellini. Ne prendiamo uno
nel momento in cui deve essere allattato,
mettendo per sicurezza il latte della fattrice
in un secchio, così possono toccare e
Veduta aerea dell'Agriturismo Palazzo Vecchio
accarezzare questo animale così mansueto
mentre beve il latte tramite un grosso
ciuccio. I nostri percorsi continuano alla
scoperta degli altri animali della fattoria:
suini, ovini, conigli, galli e galline di
diverse razze, anche da esibizione, pony e
asini con cui giocare seguiti dal personale
qualificato dell’Azienda. Chi ha tempo
per trattenersi nel nostro agriturismo può
mangiare a sacco sotto i gazebo e le strutture
all’aperto, oppure degustare i prodotti
aziendali tipici delle tradizioni mugellane
proposti nel ristorante dell’Agriturismo o
acquistati direttamente nella Bottega di
Fattoria. Nel pomeriggio c'è la possibilità
di prolungare la visita per vedere come
nasce il formaggio e così bambini, genitori,
o insegnanti e accompagnatori possono
provare l’emozionante esperienza di
Simone Grossi, proprietario agriturismo (ph. E. Mereu)
modellare la cagliata per farla diventare
una forma di formaggio. Un’altra proposta
che appassiona moltissimo i nostri visitatori
è la scoperta dell’orto con tutta la varietà
dei suoi colori e profumi, ormai dimenticati
o addirittura sconosciuti, per chi vive in città
e acquista solo al supermercato frutta e
verdura nelle confezioni di plastica! Noi crediamo
molto - ha concluso Simone Grossi
- nell’importanza di diffondere alle nuove
generazioni il valore dei mestieri artigianali
e delle tradizioni della cultura contadina,
supportati dai macchinari e dalla tecnologia,
perché siamo convinti che il futuro si potrà
sviluppare solo guardando al passato e rimettendo
al centro del nostro circuito esistenziale
e lavorativo la Natura!».
Persone in visita alla stalla (ph. E. Mereu)
Bambini con un vitellino (ph. E. Mereu)
La bottega di fattoria (ph. E. Mereu)
18 AGRITURISMO PALAZZO VECCHIO

Speciale
Mugello
Riding Club
Mugello
Il centro equestre per
l’equitazione di qualità!
www.ridingclubmugello.com
Andrea e Emanuele Torelli a Piazza di Siena, Roma
Andrea Torelli ai Campionati Toscani 2017 Cat. C130
Nonostante abbia festeggiato solo
il 1° lustro il Riding Club Mugello
è già il centro equestre più
apprezzato nella zona per l’attività sportiva
a livello agonistico, in quanto organizza
periodici stage di specializzazione
per i propri soci con cavalieri professionisti,
come Natale Chiaudani e proprio
il prossimo mese ne ospiterà uno - per
la seconda volta in quest’anno - con la
campionessa mondiale olimpionica di
Paradressage Sara Morganti, che preparerà
la squadra toscana della sua stessa
disciplina ai prossimi impegni agonistici,
in stretta collaborazione con la FISE (Federazione
Italiana Sport Equestri), per la
quale il Riding Club Mugello è un centro
di riferimento sul territorio.
«La nostra attività oltre agli stage verte sulla
scuola di base per principianti di tutte le
età a partire dai 4 anni e sulla preparazione
specialistica nel Salto Ostacoli. Per questo
collaboriamo con il tecnico federale
Stefano Paperini, uno dei migliori preparatori
che abbiamo in Italia» - mi dice Emanuele
Torelli, che insieme al fratello minore
Andrea ha creato il centro equestre a Borgo
San Lorenzo, che si contraddistingue
per la pulizia, l’ordine, la sobrietà, la cura
di ogni dettaglio e che anche nel logo riflette
la naturale eleganza dei due titolari, originari
di Firenze.
«Il nostro intento infatti è mirare alla
qualità più che alla quantità! - prosegue
Andrea, 31 anni. In questo centro
vogliamo creare una buona educazione
equestre di base per tutti gli appassionati
della disciplina e migliorare lo
sviluppo del binomio cavallo/cavaliere,
fondamentale per potenziare la competenza
tecnica e l’intesa col proprio animale,
specie per chi fa agonismo ad un
certo livello, in cui - soprattutto in gara
- ci deve essere una fiducia reciproca
nelle rispettive capacità e potenzialità!».
Affermazioni che lo riguardano in prima
persona perché Andrea è costantemente
impegnato nell’attività agonistica oltre
che nell’istruzione e negli ultimi anni
ha riportato importanti titoli regionali:
nel 2015 prima la Medaglia di Bronzo al
Campionato Toscano Indoor Criterium
1° grado e l’anno successivo addirittura
quella d’Oro nella stessa categoria,
mentre quest’anno ha conquistato
l’argento nei Seniores 1° grado C130.
Nel lavoro quotidiano è coadiuvato dalla
ragazza, Camilla Bianchi, anche lei
istruttrice e plurimedagliata a livello nazionale,
con un 2° posto individuale alla
Coppa delle Regioni di Piazza di Siena
ed un 4° a Fieracavalli Verona, anche come
Miglior Amazzone. I due fratelli sono
talmente innamorati di questo sport
che per far avvicinare i ragazzi all’agonismo
mettono a disposizione i propri
pony e cavalli in modo che le famiglie
non debbano acquistarne uno prima di
aver capito quale impegno comporta fare
questo sport a livello agonistico. Tra
le altre iniziative di Riding Club Mugello
c’è Horse & Wine, una rilassante passeggiata
a cavallo al termine della quale
viene proposta una degustazione di vini
della zona. «Crediamo che l’interazione
tra diverse attività possa fare solo bene
al territorio! - ha concluso Emanuele
Torelli. Le piccole realtà locali dovrebbero
fare sistema ed offrire prodotti più
interessanti e completi al fine di attrarre
un numero crescente di persone, incentivandone
la permanenza non solo
turistica in questo stupendo contesto
regionale che è il Mugello!».
Andrea fra Camilla Bianchi e il tecnico federale
Stefano Paperini con due allieve
RIDING CLUB MUGELLO
19

Speciale
Mugello
Non solo viaggi nelle quattro sedi toscane multiservice
www.mugeltravel.com
Il nome indica perfettamente le sue
radici ma in realtà la Mugeltravel è
un’agenzia di viaggi e servizi con ramificazioni
anche in altre quattro zone
della Toscana: Firenze, Scandicci, Cavriglia,
nel Valdarno e da pochi mesi Pisa.
L’agenzia nasce nel giugno del 1995
come costola della azienda di trasporto
pubblico Stam (Società Trasporti Autolinee
Mugello) già presente sul territorio
dal 1988. Un’attività dunque in continua
crescita che non conosce flessioni, nonostante
moltissime persone ormai utilizzino
il web in modo autonomo per
organizzarsi vacanze o spostamenti per
lavoro. «La gente però ha capito che rivolgendosi
ad un’agenzia come la nostra
ha maggiori garanzie su tutti fronti
- spiega Giordano Saccardi, Presidente
di Mugeltravel by Promovacanze -
perché con gli acquisti on line siamo
in presenza di un circuito virtuale con
cui una volta fatto l’acquisto si perde il
contatto. Mentre grazie ad una nostra
forma assicurativa tutti i rischi sono coperti
fino al giorno prima del viaggio,
come cambiare data oltre che godere
della nostra assistenza e reperibilità
24 ore su 24 durante l’utilizzo dei servizi
acquistati. Per il comparto business
Giordano Saccardi, Presidente Mugeltravel
travel, che riguarda l’organizzazione
delle trasferte dei dipendenti, meeting
aziendali, eventi di tipo congressuale
o espositivo, i vantaggi sono molteplici.
In primis ottenere tutte le facilitazioni
esistenti su quel viaggio senza perdere
lunghi ed infruttuosi tempi di ricerca, in
quanto noi siamo collegati direttamente
con le più importanti compagnie aeree
e catene alberghiere. In secondo luogo
eliminare pagamenti singoli con Card
e relative contabilizzazioni, dal momento
che a fine mese inviamo una fatturazione
unica del totale con possibilità di pagare
nei quindici giorni successivi. Infine, ma
non meno importante - continua Saccardi
- anche il modesto 2% che dovremmo
applicare sulla biglietteria viene eliminato
se l’ordine è accompagnato da richiesta
di location o altri servizi aggiuntivi».
Ma la chiave del successo della Mugeltravel
negli ultimi anni sta nell’aver pensato
di offrire agli utenti una molteplicità di
servizi considerati inusuali fino ad ora per
un’agenzia di viaggi! «Si tratta del welfare
aziendale - dice ancora Saccardi - che
riguarda il lavoratore ed il benessere della
sua famiglia, oltre che il datore di lavoro,
che indirettamente dallo stato di tranquillità
ed equilibrio sociale dei propri dipendenti,
trae migliori risultati sulle mansioni
svolte dagli stessi. Ci sono a questo proposito
le direttive 2017 sul welfare aziendale,
nella scelta applicativa del quale ci
possono essere anche benefit per servizi
di benessere! Qui noi fungiamo da intermediari
tra datori di lavoro e prestatori
d’opera, per interventi paralleli a quelli descritti.
Mi spiego meglio: se un titolare di
azienda non può spendere più del pattuito
contrattuale e quindi non può elargire
benefit può comunque far fissare al lavoratore
un soggiorno di riposo con nostro
tramite, anticipandoci la cifra concordata
che poi lui tratterrà sulla retribuzione, rateizzandola.
Credo che sia importante far
conoscere questi diversi aspetti dei servizi
fruibili dagli utenti in modo che si crei
un nuovo rapporto di consulenza ed assistenza
su tanti temi che finalmente ci
hanno sdoganato dal ruolo di semplici biglietterie
di viaggio!».
Paola, Serena e Alessia che gestiscono la sede di
Borgo San Lorenzo (ph. E. Mereu)
20
MUGELTRAVEL

Per noi fare il gelato è del
tutto... naturale
Speciale
Mugello
Pietro e Giulia spengono la prima candelina per la
gestione di una storica gelateria nel centro di
Borgo San Lorenzo
Si chiamava Pietro il fondatore negli
Anni ’30 della famosa gelateria
Pallino in Piazza Garibaldi a Borgo
San Lorenzo, per la quale aveva usato
proprio il suo soprannome, passato poi
al figlio Luciano Barletti. E Pietro, Melani
stavolta, è anche il nome del giovane
imprenditore che esattamente un anno
fa ha fatto rinascere, insieme alla fidanzata
socia, Giulia Renai, questa attività,
per la quale ha voluto mantenere il nome
originario creando così una continuità
naturale! Come rigorosamente naturale
è il gelato che producono ogni giorno,
arrivando a superare, in così poco
tempo, la quota di diecimila chili e più di
50.000 gelati, perché quando sono così
buoni grandi e piccini li degustano volentieri
anche nelle stagioni meno consuete.
«Questo significa che la qualità
paga - dice Pietro - e perciò ripaga dei
tanti sacrifici fatti in questi 12 mesi in cui
abbiamo lavorato entrambi fino a 16 ore
al giorno, con rari momenti liberi passati
comunque a cercare nuovi produttori locali
da cui rifornirci per le tante eccellenze
del territorio: frutta, miele, zafferano
e tutti gli altri componenti naturali usati
nelle varianti dei gusti che mi piace sperimentare
e proporre ai clienti, come ho
sempre fatto per 13 anni anche quando
ero cuoco. Questa precedente esperienza
nel mondo della ristorazione a carattere familiare
e il dare la priorità agli alimenti sani
e genuini mi sono serviti per avere la
giusta competenza nel propormi con entusiasmo
anche in questo settore. Il gelato
infatti, secondo me, è un prodotto che più
di ogni altro sa regalare emozioni e per 5
minuti far tornare tutti bambini!». «Quando
mi ha esposto la sua idea - aggiunge
Giulia - sono stata un po’ titubante
ma poi mi è bastato assaggiare un gelato
per decidere in pochi minuti e capire
che eravamo sulla giusta strada!». Una
strada che negli ultimi mesi si è aperta anche
ad altre iniziative, a carattere culturale
- con presentazioni di libri - o divulgativo,
mettendo a disposizione il banco ambulante
dei gelati per catering e banchetti,
oppure varie manifestazioni e fiere. Ma
quando come Pietro e Giulia si ha il “pallino”
per il gelato non ci si ferma neanche
avendo raggiunto dei traguardi più che
soddisfacenti conseguiti in un tempo relativamente
breve. «Il primo obbiettivo per
la prossima stagione - ha concluso Pietro
- è quello di realizzare dei corsi di gelateria
casalinga e chissà che magari non riusciamo
a trovare altre persone appassionate di
questo settore come noi che affiancandoci
portino energia ed idee nuove da proporre
anche in altri contesti e altre località!».
Giulia e Pietro, titolari della Gelateria Pallino
www.gelateriapallino.it
Pietro e Giulia
GELATERIA PALLINO
21

Speciale
Mugello
La grande
bellezza
proviene
Questa l’idea
ispiratrice di Ebla,
azienda artigianale di
prodotti cosmetici bio
dal
mondo
vegetale
Ci sono voluti anni di ricerche,
studi e formulazioni varie per
arrivare ad essere una delle eccellenze
nel campo della produzione
dermo cosmetica naturale conosciuta
ed apprezzata in Italia e all’estero,
grazie alla costante presenza nelle fiere
dedicate all’ecobio. «Formuliamo e produciamo
prodotti con il principio del totale
rispetto dell’ambiente e del mondo
animale - dice Stefano Capone creatore
e titolare della Ebla Cosmetics, con sede
a Borgo San Lorenzo da 7 anni - ma ciò
che ci distingue da altre aziende del settore
è la filosofia di fornire dei prodotti
differenziati in base alle diverse esigenze,
tipologie ed eventuali problematiche
della pelle, che variano nelle diverse fasi
della vita delle persone e sono diverse
fra uomo e donna. I prodotti, sia delle
nostre linee Nour e Il Granaio di Firenze,
che quelle che formuliamo per altre
ditte italiane ed estere, sono a base di
componenti totalmente vegetali, come
alloro e olio di oliva. Infatti sono molto
efficaci in quanto lenitivi e restitutivi
dell’idratazione e - pur detergendola
a fondo ma in modo delicato - non impoveriscono
la pelle!».
Stefano Capone e Loredana Montaperto
«Una bella pelle è una pelle sana - aggiunge
Loredana Montaperto, una delle
migliori formulatrici cosmetiche italiane,
responsabile delle produzioni. E’ il
nostro organo più esteso che agisce come
un comunicatore non verbale, ma
spesso sottovalutiamo i messaggi che
essa ci dà, dedicandogli poche cure e
attenzioni. Ogni giorno le persone usano
un’infinità di cosmetici credendo di curarla
e abbellirla, ma magari non
fanno attenzione a come sono
fatti e soprattutto dimenticano
che la pelle prima di
ogni altra cosa ha bisogno
di respirare! Allora è preferibile
avere pochi prodotti
ma buoni e sicuri e in questo
modo ne beneficerà
anche la tasca! Non a caso
ho studiato la formulazione
per una crema base
universale fisiologica che
rappresenta uno dei nostri
fiori all’occhiello, perché
va bene sia per il viso
che per il corpo».
Al grido pacifico di “Li facciamo
neri!” da qualche
settimana la Ebla ha lanciato
una sfida leale alle altre
La nuova linea Nero Menta
aziende del settore. «Sì nei giorni scorsi -
aggiunge sorridendo il titolare - abbiamo
presentato la linea Nero Menta (proprio
all’inizio di questo mese nello stand Natura
Si’ al Sana di Bologna, l’annuale Fiera
italiana del bio ndr.) la nostra nuova filiera
di prodotti green carbon per l’igiene
quotidiana, con canna da zucchero, cocco,
menta, thè verde, liquirizia, eucalipto nonché
carbone vegetale che gli conferisce la
tipica colorazione scura. Una caratteristica
che ha molto incuriosito ed anche entusiasmato
chi ha già provato shampoo, bagno
schiuma e dentifrici». Un’altro prodotto di
grande qualità di questa azienda mugellana
che sicuramente non passerà inosservato!
Foto di Elisabetta Mereu
22
EBLA

Speciale
Mugello
Anche in Mugello
c’è l’antico rituale
dell’Hammam
Estetica donna in
Tutti conoscono la sauna e il bagno
turco, ma pochi sanno che
cosa è l’Hammam, la cui traduzione
letterale sarebbe “diffusore di calore”,
un rituale antichissimo (pare avere
origine in Arabia nel 7° secolo dopo Cristo
ndr.) diventato una filosofia di vita
che si svolge in un luogo di condivisione
per le persone e dove le donne in particolare
si trasmettono l’arte e i segreti
della loro bellezza. Da un punto di vista
architettonico gli Hammam hanno un
ambiente per il relax e 3 stanze a calore
progressivo con i pavimenti riscaldati
da un fuoco su cui vengono cosparsi
acqua ed essenze rilassanti e balsamiche.
Tutto ciò produce vapore a diversi
gradi di calore attivando la sudorazione
e la dilatazione dei pori. A questo punto
il personale fa prima un’esfoliazione
con il kessa( uno speciale guanto marocchino
granulare a crepe), per eliminare
le cellule morte e le impurità della
pelle, accelerata dai piccoli movimenti
circolari e poi friziona vigorosamente
il corpo con sapone nero all’eucalipto.
Lettino per trattamento Hammam
Al termine si fa una doccia tiepida oppure
ci si risciacqua con acqua fredda
utilizzando ciotole di legno e ci si trasferisce
da un ambiente caldo ad uno
tiepido prima di essersi asciugati e fatti
massaggiare. Ogni seduta assicura una
detossinazione naturale ed un eccellente
effetto drenante donando pelle e capelli
meravigliosi. Ma non c’è bisogno
di fare un viaggio in Oriente per usufruire
dei benèfici effetti di questo antico rituale
perché a Vicchio c’è un istituto di
bellezza e wellness che - unico in Mugello
- ha una piccola SPA con il lettino
termale per l’Hammam. La passione e
la continua formazione con la quale da
38 anni Nadia Zampetti, titolare del centro,
opera nel settore Olistico, ha permesso
di proporlo in un rituale unico.
«Questo trattamento rinvigorisce il corpo
e l’anima - dice. Il difficile è stato
riprodurre quella che è una sorta di cerimonia
di purificazione che in Marocco
si svolge in più stanze e proporlo in
una cabina del centro estetico senza togliere
nulla della reale essenza di questa
Nadia Zampetti con le collaboratrici Lucia e Sara
(ph. E. Mereu)
antica tradizione e cultura orientale per
il benessere del corpo. Nel nostro ambiente,
predisposto ad hoc con suoni
ovattati, effettuiamo tutto il percorso di
purificazione e relax, grazie anche alla
cromoterapia e all’aromaterapia. La persona
viene fatta comodamente adagiare
su questo particolare lettino con doghe
di legno in grado di riprodurre i quattro
passaggi fondamentali dell’Hammam:
preparazione, detossinazione, lavaggio e
rilassamento per poi concludere il rituale
con un massaggio appropriato, per far
assorbire meglio i principi attivi dei prodotti
usati, che completa questo meraviglioso
momento. Quindi è consigliabile
- continua la signora Nadia - per chi vuole
ridare idratazione e vigore alla pelle
ed effettuare una disintossicazione attivata
dalla sudorazione! Il nostro obiettivo
è diventare il punto di riferimento per
chiunque, immerso nelle proprie attività
quotidiane, spesso stressanti, voglia
trovare una piccola “oasi” per il proprio
relax e benessere!».
ESTETICA DONNA IN 23

Speciale
Mugello
Vannini
Una famiglia on the road per passione
Quando per gli altri è l’ora di
chiudere per me il lavoro inizia:
è la frase ricorrente nella giornata
di Gabriele Vannini, 70 anni appena
compiuti, non solo perché spesso la
sua attività di soccorso stradale su tutto
il territorio del Mugello e in autostrada
da Firenze a Bologna si svolge in orari
serali ma soprattutto perché ama profondamente
la sua professione, fin da
quando appena 14enne durante l’estate
andò ad osservare il lavoro in un’officina
di Borgo San Lorenzo e si appassionò
a tal punto da chiedere di essere
preso come apprendista, diventando in
pochi anni un esperto del settore! E da
quando nel 1969 aprì la prima officina,
sono passati quasi 50 anni in cui il rombo
dei motori è diventato la colonna sonora
della sua vita e in seguito di tutta la
famiglia, con cui oggi gestisce le 3 sedi di
Scarperia, Barberino del Mugello e quella
del versante bolognese, a Sasso Marconi.
«Ogni mattina mio padre fa l’appello
del personale nelle diverse officine e vuol
sapere il piano della giornata per ognuna
di esse. Segue ancora tutto in prima persona
ed è sempre il primo ad arrivare e
l’ultimo ad andare via - mi dice Eva, la figlia
minore, che gestisce il comparto amministrativo
insieme a mamma Marzia, da
3 anni piacevolmente impegnata anche a
fare la nonna del suo bambino. Qui si lavora
senza sosta perché le nostre non sono
soltanto autofficine Fiat, ma anche di
noleggio autovetture, soccorso stradale
ACI, sostituzione e vendita pneumatici,
servizio di trasporto internazionale di autoveicoli
e - nella sede di 3.600 mq. vicino
all’Outlet di Barberino - abbiamo ampliato
l’offerta con l’autorimessa per camper».
Suo fratello maggiore Graziano, oltre
a saper svolgere qualsiasi attività di questo
ambito, cura anche il reparto racing e da
24 anni è anche pilota di go kart, con cui
ha vinto diversi trofei regionali nonché di
auto da turismo nella categoria amatoriale.
«Anche quella è una passione trasmessa
da padre in figlio, perché mio padre nei
primi Anni ’70 ha preparato diverse auto
da corsa che gareggiavano nella Formula
3 - aggiunge Eva, in azienda da 15
anni. D’altronde questo lavoro o lo ami o
non lo puoi fare perché devi essere operativo
H24, cioè oltre al lavoro consueto della
settimana bisogna essere sempre a disposizione
degli utenti per le emergenze. Non
esiste sabato, domenica o giorno di festa!
Il nostro personale specializzato è pronto a
partire a qualsiasi ora, in qualsiasi stagione
e condizione meteorologica! Sembrerà
strano ma mi sono appassionata moltissimo
anche io, nonostante il lavoro si svolga
in ambito prevalentemente maschile! Certo
se ci fossero più donne anche in questo
settore sarebbe meglio perché noi siamo
più intuitive e meno polemiche - aggiunge
ridendo! Questo però non lo scriva perché
mio padre è permaloso e - da mugellano
DOC - facilmente irascibile! Ma poi si rimette
“in carreggiata” e torna ad essere l’uomo
più buono e simpatico del mondo!».
Gabriele Vannini con la moglie Marzia negli anni
Sessanta e oggi
Gabriele Vannini con una delle auto da corsa del figlio
La sede di Barberino del Mugello
www.vanninisrl.it
24 VANNINI

Speciale
Mugello
PRO LOCO MUGELLO
25

26

Anteprima
Mostre
Miami Scent, pittura in acrilico, cm 61x91, 2016 Cavalla di Carnevalle, pittura in acrílico, cm 75x100, 2015
Gonzalo Sanchez
Artista internazionale rappresentato in Italia dalla Galleria
d’Arte Mentana di Firenze, dove esporrà in personale
dal 16 settembre al 4 ottobre
di Daniela Pronestì / foto courtesy dell’artista
Artista internazionale rappresentato
in Italia dalla Galleria d’Arte
Mentana di Firenze, Gonzalo
Sanchez conduce la sua ricerca stilistica
avendo come principale riferimento
l’Espressionismo Astratto americano.
Al superamento di ogni residuo figurale
corrisponde, infatti, una consacrazione
del gesto pittorico quale strumento
ed espressione della pulsione creativa.
Stratificando colori e stesure, in una
continua alternanza di contrappunti ed
armonie cromatiche, l’artista messicano
conferma la superficie della tela nel
ruolo di spazio vitale - non più quindi
solo supporto - entro cui l’atto del dipingere
diviene evento e rivelazione di
forze istintuali e profondi stati interiori.
Nello sviluppo ora geometrico ora calligrafico
del segno dipinto, s’intuisce l’esigenza
di un equilibrio tra pensiero e
istinto, energia gestuale e controllo razionale:
piani diversi chiamati a dialogare
in un disegno complesso da cui
scaturiscono nuove corrispondenze tra
forma e colore, improvvisazione e composizione.
Che si tratti di trasfigurazioni
cromatiche e talvolta materiche di
suggestioni desunte dal reale, come si
evince in più casi dai titoli, l’opera è innanzitutto
prova e documento della presenza
dell’artista, di un contatto con il
mondo che avviene per tramite, esclusivo
e indispensabile, della sua sensibilità.
www.galleriamentana.it
#8 - TU, tecnica mista su tela, cm 90x120
Artista contemporaneo è nato a Città
del Messico ed è vissuto in Spagna fino
all’età di venticinque anni. Oggi vive e lavora
a Miami. Suoi principali riferimenti
visivi sono il maestro spagnolo Sorolla
e l’olandese-americano De Kooning. Dipinge
dando massima importanza al
colore e alla texture pittorica; si serve soprattutto
di vernice acrilica applicata con
coltelli, palette e spatole. Ha partecipato
con successo a diverse mostre personali
e collettive in gallerie e fiere d’arte negli
Stati Uniti, in Cina ed Europa. In Italia
è rappresentato in esclusiva dalla Galleria
d’Arte Mentana, con la quale ha partecipato
lo scorso mese di aprile alla mostra
Italian Art in London presso la Crypt Gallery
di Londra, ottenendo numerosi consensi
di critica e di pubblico.
www.gonzalosanchezart.com
GONZALO SANCHEZ
27

Ritratti
d’artista
GIUSEPPE ALDI
L’artista lucchese insignito del primo
premio nell’ambito del concorso
nazionale di pittura Il Ghibellino
In foto Giuseppe Aldi
di Lucia Raveggi / foto courtesy dell’artista
L’artista lucchese Giuseppe Aldi
è stato insignito del primo premio
nell’ambito del concorso
nazionale di pittura a tema Il Ghibellino
- Città di Empoli per l’opera intitolata
Automi. La giuria, composta da Daniela
Manetti, professoressa di storia dell’arte,
Andrea Pignataro e Federico Napoli, entrambi
critici d’arte, ha così motivato la
propria scelta: «Primo premio all’opera di
Giuseppe Aldi per la ricerca formale svolta
con equilibrio e attenzione alla composizione
attraverso un uso non scontato del-
le geometrie, secondo un richiamo a certi
stilemi dell’arte classica nella rilettura delle
avanguardie». Cinquantuno i partecipanti
per un concorso di opere da studio di
notevole livello tecnico. La premiazione è
avvenuta sabato 15 luglio alle ore 17.30
presso il Circolo di Arti Figurative in Piazza
Farinata degli Uberti ad Empoli. L’opera
di Aldi entrerà nella collezione del Circolo,
fondato nel lontano 1957 e promotore del
concorso, nonché sede di numerose manifestazioni
e rassegne di indubbio rilievo artistico
e culturale.
Automi, acrilico su mdf, cm 70x50 (opera prima classificata
nell’ambito del concorso Il Ghibellino 2017)
Percezioni, acrilico e bitume su tela, cm 80x40
Un momento della premiazione al Circolo Arti
Figurative di Empoli: con Giuseppe Aldi - a sinistra
dell’opera - Lorella Consorti, consigliere del circolo,
il presidente del Ghibellino Silvano Salvadori e il
critico d’arte Andrea Pignataro.
Biografia
Nato a Lucca nel 1962, Giuseppe Aldi
si è diplomato all’Istituto d’Arte A. Passaglia
della sua città sotto la direzione
del professor Guglielmo Malato. Artista
eclettico, spazia dalla pittura alla scultura,
dal fumetto alla fotografia, dalla
musica alla poesia. Un fervore creativo
che lo spinge a guardare sempre avanti,
sfuggendo ai limiti, per lui troppo angusti,
di una precisa tendenza artistica.
Dipingere è un modo per esternare la
sua interiorità, unendo all’istintualità
del gesto pittorico il rigore compositivo
della costruzione geometrica. Un linguaggio
guidato da una continua ricerca
introspettiva, dove il figurativo diventa
astratto ed informale, per poi tornare
ad essere figurativo, in un percorso circolare.
Al suo attivo numerose estemporanee,
mostre personali e collettive,
sia in Italia che all’estero. E’ membro di
varie associazioni artistico-culturali. Inserito
per due anni consecutivi - 2015
e 2016 - nel Catalogo di Arte Moderna
Mondadori, nel 2016 è stato insignito
del Collare Laurenziano in occasione
della XXXXI^ Edizione del Premio Europeo
Lorenzo il Magnifico, svoltosi nel
Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio
a Firenze. Due sue opere, vincitrici
delle estemporanee di pittura 2016 e
2017 intitolate al maestro Giacomo Puccini,
sono conservate dall’Associazione
Lucchesi nel Mondo presso La Casa Museo
Puccini a Celle di Pescaglia e di recente
sono state utilizzate come sfondo
coreografico della rassegna concertistica
Celle sotto le stelle.
www.giuseppealdi.it
28
GIUSEPPE ALDI

Ritratti
d’artista
Fausto Buschini
Visioni oniriche che
proiettano l’osservatore in
un mondo dominato
dalla fantasia
L’arte è un fertilizzante per la mente
e per lo spirito: ne è convinto
Fausto Buschini, pittore e non artista,
come egli stesso tiene a puntualizzare.
Quello con la pittura è stato un incontro
tanto fortunato quanto fortuito, essendo la
sua storia legata alla tradizione contadina
ed artigianale. Ha frequentato con assiduità
gli studi di noti artisti e per ultimo quello
di Fernando Bernardini, con il quale ha
lungamente collaborato - dal 1974 al 2016
- come assistente di studio. In questi anni
ha imparato ed assimilato moltissimo:
tecniche, idee, informazioni preziose. Eppure,
ogni volta che inizia un dipinto, sendi
Daniela Pronestì / foto courtesy dell’artista
Aria nuova, tecnica mista (tempera, acrilico e china)
te di dover ancora scoprire e conoscere
molte cose, a dispetto dell’età - 67 anni
da poco compiuti - e dell’esperienza maturata
nel tempo. «Sono un pittore onirico
e visionario», afferma con convinzione
e una punta di fierezza. Non ha dubbi sulla
fonte da cui scaturisce il suo repertorio
fantastico, a riguardo del quale scrive: «I
migliori dipinti li crea la nostra mente misteriosa
e meravigliosa attraverso i sogni:
trame cinetiche ci proiettano e ci coinvolgono
in un paradiso, non in quello perduto
di Milton, ma in un reame fantastico, dove
passato presente e futuro sono tutt’uno.
Non c’è posto per la logica; tutto è soave,
candido, magico, immortale ed insondabile».
Non si tratta, tuttavia, di un fluire improvviso
ed incondizionato dell’inconscio:
anche il sogno, così come la fantasia, esige
studio e rispetto delle regole. «L’opera
d’arte - chiarisce Buschini a questo proposito
- è la vendemmia dei frutti della pergola,
il succo della vite e della vita». Nell’
ultimo anno alcune sue opere sono entrate
a far parte di prestigiose collezioni
in Italia, Germania, Inghilterra, USA (The
Sharks Foundation) e di recente anche in
Vaticano. É in preparazione una sua mostra
personale a Firenze.
Rendez - vous, tecnica mista (tempera, acrilico e china)
Notturno di fuoco, tecnica mista (tempera, acrilico e china)
FAUSTO BUSCHINI
29

Libera Università di Promozione
Culturale: da ottobre a maggio,
un fitto calendario di lezioni
ed incontri nel segno della
conoscenza e dell’amicizia
di Amedeo Menci / foto courtesy Libera Università di Promozione Culturale
La Libera Università di Promozione
Culturale nacque a Prato
nel 1983. L'idea fu quella
di creare non corsi convenzionali bensì
conversazioni culturali, tenute in un
linguaggio accessibile, con lo scopo di
raggiungere il maggior numero di persone
e di dare a tutti la possibilità di
affrontare vari argomenti, prenderne
spunto e arricchire le proprie conoscenze.
Oggi, come allora, gli insegnanti sono
volontari e molti sono i temi trattati,
principalmente di stampo umanistico
(dall'arte alla letteratura, passando per
l'archeologia, il cinema, la psicologia,
etc.) ma non mancano, seppur in numero
minore, materie scientifiche come
la fisica. Vengono, inoltre, organizzati
corsi di lingue, nove in tutto fra inglese,
spagnolo e tedesco. Questa varietà
di insegnamenti permette a tutti di trovare
argomenti di interesse personale.
Durante l'anno accademico sono previste
iniziative fuori sede, anche a livello
cittadino, e la presentazione di opere
di scrittori esordienti. Le lezioni per gli
iscritti (al momento circa 200) si tengono
da ottobre a maggio, con cadenza
bisettimanale (martedì e giovedì) e
in orario pomeridiano (16:00-17:00).
Il mercoledì è dedicato alle lingue. Si
può entrare a far parte della Libera Università
di Promozione Culturale con un
modesto contributo per le spese di gestione:
la possibilità di iscriversi è aperta
a qualsiasi fascia di età. «Le persone
che giungono da noi», racconta la rettrice
Antonella Meoni, «si appassionano
in breve tempo e frequentano le
lezioni con molto interesse, mentre per
gli insegnanti è estremamente gratificante
essere seguiti con attenzione ed
entusiasmo costanti». Per chi avesse il
timore che tutto questo possa richiedere
troppo tempo o impegno, Antonella
Meoni puntualizza: «I corsi non sono
monografici, non c'è obbligo di frequenza
né verifica dell'apprendimento.
Cultura e amicizia sono il nostro fondamentale
obiettivo: durante le lezioni
s’impara a conoscere e spesso, nello
stesso tempo, a conoscersi».
Uno degli eventi della Libera Università di Promozione Culturale
Antonella Meoni, rettrice della Libera
Università, insieme a Carlotta, vera e
propria mascotte degli studenti
30 LIBERA UNIVERSITÀ DI PROMOZIONE CULTURALE

Martedì 20 – ore 16,00 Martedì 24 – ore 16,00
ARTE – Il ritratto tra Romanticismo
e Belle Epoque
Leonardo da Vinci, un genio non
PERSONAGGI CELEBRI –
GERARDO GELARDI
solo pittore
ANNAMARIA SAMORE’ SERI
Giovedì 22 – ore 16,00
PSICOLOGIA – Il perdono
MARCELLO CARPINI
Martedì 27 – ore 16,00
SCIENZE – La nascita
dell’universo: miti e realtà
GABRIELE ERMINI
APRILE
Giovedì 5 – ore 16,00
LETTERATURA – Il
meraviglioso mondo del
Decameron (parte I)
ROSSANA CAVALIERE
Martedì 10 – ore 16,00
LETTERATURA – La provincia
liquida. Racconti e delitti:
l’ombra del passato
MARCO SANTONI
Giovedì 12 – ore 16,00
FILOSOFIA – Tematiche di
filosofia (II)
GIOVANNI GRASSI
Martedì 17 – ore 16,00
MUSICA – Musica dietro le
quinte
LUCIANO GHERI
Giovedì 19 - ore 16,00
ARTE – Palazzo Pitti, una
reggia per tre dinastie
OLGA MUGNAINI
MAGGIO
Giovedì 3 – ore 16,00
LETTERATURA – Il meraviglioso
mondo del Decameron (parte II)
ROSSANA CAVALIERE
Martedì 8 – ore 16,00
LETTERATURA – La provincia
liquida. Racconti e delitti:
l’ombra del sospetto
MARCO SANTONI
Giovedì 10- ore 16,00
MEDICINA – Stile di vita e
prevenzione dei tumori
MARIA NINCHERI
Martedì 15 – ore 16,00
FESTA DI FINE ANNO
LINGUE STRANIERE
Inglese
Bacci Nadino Braccini Bernardo
Dell Laura Dell Sandra
Paoli Fiora
Tedesco
Erika Agutti Marianne Zimmer
Spagnolo
Anna Marisi
Maria Dolores Bolivar Medina
RIEPILOGO DOCENTI E LEZIONI
L.ALBERTINI 7/12/17 8/3/18
C.ANTONELLI 5/10/17 1/2/18
A.ATTUCCI 9/1/2018
D.BALLARINI 1/3/2018
M.BATTIATO 10/10/17 13/3/18
F.BERTI 6/2/2018
F.BOLOGNINI 18/1/2018
S.BONANNI 5/12/2017
C.CAPPELLINI 19/10/2017
R.CARLESI 28/11/2017
M.CARPINI 22/3/2018
R.CAVALIERE 5/4/18 3/5/18
N.CECCATELLI 12/12/2017
U.CECCHI 14/12/2017
M.CHITI 20/2/2018
U.CORSI 16/11/17 11/1/18
P.DAPPORTO 6/3/2018
G.DONI 30/1/2018
G.ERMINI 27/3/2018
A.FERLA 7/12/17 8/3/18
R.FORTUNATO 8/2/2018
G.GELARDI 31/10/17 20/3/18
P.GHERARDESCHI 15/3/18
L.GHERI 24/10/17 17/4/18
G.GRASSI 27/2/17 12/4/18
S.GRIFONI 7/11/17 22/2/18
R.IACOPINO 3/10/17
L.MARTINELLI 21/11/2017
A.MARCHI 25/1/2018
A.MEONI 14/11/17 30/11/17
O.MUGNAINI 19/4/2018
A.NANNICINI 23/1/2018
M.NINCHERI 10/5/2018
L.NOCERA 17/10/2017
S.PACINOTTI 9/11/17 23/11/17
F.PAOLI 16/1/2018
L.PELAGATTI 26/10/2017
C.PRIMI 12/10/17 15/2/18
A.M.SAMORE’ SERI 24/5/18
M.SANTONI 10/4/18 8/5/18
D.VANNUCCI 19/12/2017
La Libera Università di Promozione
Culturale, con sede a Prato in via
Capponi 1, ha compiuto nel 2013
trent'anni di attività.
Nel corso del tempo le iniziative
culturali si sono moltiplicate,
tenendo comunque fede a quella
che è stata l'idea iniziale per la
quale l'Associazione si costituì:
promuovere un volontariato
culturale in grado di offrire alla città
conversazioni su temi legati al
mondo della scienza, della musica,
dell'arte, della storia, del cinema,
della letteratura.
Nel corso dell'Anno Accademico,
che inizia ad ottobre e si conclude a
maggio, sono più di cinquanta gli
incontri che hanno luogo il martedì
e il giovedì con inizio alle ore 16,00,
condotti da oltre trenta docenti.
Particolarmente apprezzati anche i
corsi di lingua straniera, che si
tengono con lezioni settimanali,
ogni mercoledì pomeriggio.
Negli ultimi anni la Libera Università
ha inoltre presentato opere
letterarie di artisti esordienti ed ha
organizzato visite culturali
nell’ambito cittadino e della
Toscana.
LIBERA
UNIVERSITA'
DI PROMOZIONE
CULTURALE
Cultura e amicizia
ANNO
ACCADEMICO
2017-2018
Via G. Capponi, 1 – Prato
c/o Parrocchia di S.Maria
della Pietà
Contatti:
www.libunipo.altervista.org
liberaunipromozioneculturale@
gmail.com
393 480 8595
CALENDARIO DELLE LEZIONI
ANNO ACCADEMICO 2017-2018
OTTOBRE
Martedì 3 – ore 16,00
ARTE – “Legati da una cintola”.
Presentazione della mostra a
Palazzo Pretorio
RITA IACOPINO
Giovedì 5 – ore 16,00
ARCHEOLOGIA – Le grandi
scoperte dell’archeologia: la
tomba di Tutankhamon
CINZIA ANTONELLI
Martedì 10 – ore 16,00
DIRITTO CANONICO – Le chiese
di tradizione orientale nella storia
ecclesiastica del nostro Paese
MARIO BATTIATO
Giovedì 12 – ore 16,00
PSICOLOGIA – L’ Empatìa
CLEMENTINA PRIMI
Martedì 17 – ore 16,00
LETTERATURA – La poesia
russa: Olga Sedakova, il
paesaggio dell’anima
LUCIA NOCERA
Giovedì 19 – ore 16,00
NARRATIVA – “Un viaggio lungo
un giorno”
CLAUDIA CAPPELLINI
Martedì 24 – ore 16,00
PSICHIATRIA – Esistono le
droghe leggere?
LUCIANO GHERI
Giovedì 26 – ore 16,00
STORIA – Maria di Nazareth
Don LUCIANO PELAGATTI
Martedì 31 – ore 16,00
ARTE – Il Vedutismo
GERARDO GELARDI
NOVEMBRE
Martedì 7 – ore 16,00
STORIA – Oscar Wilde: biografia
di un dandy
SILVIA GRIFONI
Giovedì 9 – ore 16,00
SCIENZE – La cultura scientifica
nel mondo contemporaneo (I)
SERGIO PACINOTTI
Martedì 14 – ore 16,00
LETTERATURA – G. Leopardi: i
Piccoli Idilli e le Operette Morali
ANTONELLA MEONI
Giovedì 16 – ore 16,00
STORIA LOCALE – Piazza del
Comune, piazza Duomo, piazza
del Mercatale: le tre anime del
centro
URANO CORSI
Martedì 21 – ore 16,00
LETTERATURA – Sir A. Conan
Doyle: l’uomo che non voleva
scrivere gialli
LUCA MARTINELLI
Giovedì 23 – ore 16,00
SCIENZE – La cultura scientifica
nel mondo contemporaneo (II)
SERGIO PACINOTTI
Martedì 28 – ore 16,00
GEOGRAFIA – Le isole Svalbard:
nel regno dell’orso polare
RENZO CARLESI
Giovedì 30 – ore 16,00
LETTERATURA – I Grandi Idilli e
l’ultimo Leopardi
ANTONELLA MEONI
DICEMBRE
Martedì 5 – ore 16,00
ARTE – Il mondo e l’arte di
Simona Bonanni
SIMONA BONANNI
Giovedì 7 – ore 16,00
STORIA – Le suggestioni del
profumo
LAURA ALBERTINI-ANNA FERLA
Martedì 12 – ore 16,00
FOTOGRAFIA – Lo splendore
della Sicilia orientale
NINO CECCATELLI
Giovedì 14 – ore 16,00
GIORNALISMO – La monarchia
inglese a vent’ anni dalla morte
di Lady D
UMBERTO CECCHI
Martedì 19 – ore 16,00
COSTUME – La via della seta, ieri
e oggi
DANIELE VANNUCCI
Ore 17,00 FESTA DEGLI AUGURI
GENNAIO
Martedì 9 – ore 16,00
STORIA – Il secolo d’oro
dell’Impero romano
ALESSANDRO ATTUCCI
Giovedì 11 – ore 16,00
STORIA LOCALE – Prato, le
vecchie botteghe
URANO CORSI
Martedì 16 – ore 16,00
LETTERATURA – Ouida,
l’avventura toscana di una
scrittrice inglese
FIORA PAOLI
Giovedì 18 – ore 16,00
FOTOGRAFIA – “Prato with
strong colours”
FRANCESCO BOLOGNINI
Martedì 23 – ore 16,00
ARTE – Pievi e chiese del
contado pratese
ANTONELLA NANNICINI
Giovedì 25 – ore 16,00
STORIA – Fior di memoria,
famiglie ebree a Prato e nella Val
di Bisenzio
ANNALISA MARCHI
Martedì 30 – ore 16,00
NARRATIVA – “Anime di
cartapesta”
GIACOMO DONI
FEBBRAIO
Giovedì 1 – ore 16,00
STORIA – I mille volti di Nerone
CINZIA ANTONELLI
Martedì 6 – ore 16,00
CINEMA – Le grandi dive del
cinema italiano: Gina
Lollobrigida
FEDERICO BERTI
Giovedì 8 – ore 16,00
STORIA – Cento anni dalla
Grande guerra
RICCARDO FORTUNATO
Giovedì 15 – ore 16,00
PSICOLOGIA – Il conflitto
interiore
CLEMENTINA PRIMI
Martedì 20 – ore 16,00
GIORNALISMO – Le scrittrici in
cucina
MARILENA CHITI
Giovedì 22 – ore 16,00
STORIA – I Preraffaelliti
SILVIA GRIFONI
Martedì 27 – ore 16,00
FILOSOFIA – Tematiche di
Filosofia ( I)
GIOVANNI GRASSI
MARZO
Giovedì 1 – ore 16,00
PSICOLOGIA – Lasciare il
passato nel passato
DANIELA BALLARINI
Martedì 6 – ore 16,00
NARRATIVA – “Lupo alfa”
PAOLO DAPPORTO
Giovedì 8 – ore 16,00
STORIA – Invenzioni e donne
LAURA ALBERTINI-ANNA FERLA
Martedì 13 – ore 16,00
DIRITTO CANONICO – Due codici
e una Chiesa: unità e diversità
nella codificazione canonistica
MARIO BATTIATO
Giovedì 15 – ore 16,00
GIORNALISMO – L’informazione,
questa sconosciuta
PIERO GHERARDESCHI
LIBERA UNIVERSITÀ DI PROMOZIONE CULTURALE 31

Eventi in
Toscana
Mostra di pittura
Alta Valle in Arte
Dal 30 luglio al 15 agosto si è svolta nelle frazioni
di Mercatale di Vernio, Cavarzano e Montepiano
Testo e foto di Andrea Pignataro
L’inaugurazione generale della
mostra, alla presenza dell’ Assessore
alla Cultura di Vernio Maria
Lucarini è avvenuta a Cavarzano, che
ospitava una mostra collettiva di pittura,
insieme ad una esposizione di libri.
L’Assessore Maria Lucarini, nel ringraziare
gli artisti intervenuti, ha ricordato come
l’Amministrazione di Vernio è da sempre
sensibile alle tematiche artistiche, anche
perché è stata sempre dimora di grandi
artisti, quali Saetti, Breddo, Massetti ecc..
La piacevole giornata d’arte e di festa,
organizzata dalla pro-loco locale,col suo
presidente Luciano Pugi si è conclusa
con una bella passeggiata dedicata agli
artisti, nei boschi della graziosa frazione
dell’alta Valle del Bisenzio.
Il borgo, ricco di angoli suggestivi, arioso
e luminoso, oltre alla piacevole sosta
offre specialità culinarie locali, un panorama
stupendo, in un’atmosfera di serena
tranquillità.
Veduta di Cavarzano
L’assessore Maria Lucarini con un gruppo di artisti
a Cavarzano
Interno mostra all'ex Fabbrica Meucci
Nella Sala Superiore della ex
Fabbrica Meucci, a Mercatale,
si è svolta la mostra collettiva
tra gli artisti di Prato Giovanni Parrillo,
Giuseppe Matera, Luciano Angioli,
Paolo Amerini, Pierluigi Storai, Vincenzo
Montecalvo, Cristina Corradi, Rolando
Sforzi e gli artisti di Montespertoli
( gruppo Spiga d'Argento) Mauro Matulli,
Luciano Cioni, Alessandro Poggianti,
Nancy Yuckman Biagi e Andrea
Pignataro. Questo evento ha consentito
di porre in essere un confronto ed uno
scambio proficuo tra le diverse esperienze
pittoriche, linguaggi artistici e
tecniche rappresentative. Dal figurativo
realista all'astrazione, dalla rappresentazione
fantastica a quella più immediata
e gestuale, è scaturita una mostra di
grande qualità artistica, ricca di contenuti
e di pregevoli opere. L'intera sala
espositiva ha fornito una piacevolissima
equilibrata vista d'assieme, colorata
e interessante, nel segno delle migliori
esperienze collettive.
Chiesa di San Pietro a Cavarzano
32 ALTA VALLE IN ARTE

Andrea Pignataro
Giovanni Parrillo
Alessandro Poggianti
Cristina Corradi
Pierluigi Storai
Luciano Angioli
Luciano Cioni
Mauro Matulli
Rolando Sforzi
Paolo Amerini
Vincenzo Montecalvo Nancy Yuckman Biagi Giuseppe Matera
ALTA VALLE IN ARTE 33

Don Giuseppe Billi, storico dell’arte e
curatore dell’arte sacra contemporanea
per la C.E.I
Un’eccezionale conversazione raccolta percorrendo
i luoghi della manifestazione di Vernio, un
percorso di riflessioni e approfondimenti sull’arte
contemporanea, le sue origini e conseguenze
Don Giuseppe Billi
Nel dopoguerra, in Italia, si recupera
il contatto con i movimenti
di arte europea. La capitale di
riferimento, all’inizio del dopoguerra, è
Parigi: da qui sono passati Modigliani,
gli espressionisti e tutti i più grandi,
per primi gli italiani. Poi c’è stata purtroppo,
di nuovo nel dopoguerra, l’ideologia
che non vuole mai rinunciare a
influenzare, quasi con atto proprietario,
il corso dell’arte. E’ famoso l’articolo
che scrisse Togliatti su Rinascita nel
’48 dopo una mostra a Bologna, in cui
“scomunicò” l’astrazione, dicendo che
l’arte può essere solo figurativa perché
deve annunciare dei messaggi. Questo
è un punto importante, critico, che funziona
ancora oggi: cosa deve fare l’arte?
Certamente l’arte è messaggio ma,
bisogna ricordare, è anche linguaggio.
Nel linguaggio, come accade in letteratura
ad esempio, c’è anche il silenzio, la
pausa. Ecco, l’arte si è abbastanza uniformata
al discorso del linguaggio, al
punto tale da essere ormai definita da
molti “linguaggio”. Naturalmente un linguaggio
che si riferisce ad una situazione
storica: per esempio, nei periodi di lotte
sociali il figurativo è importante, perché
comunica un messaggio immediato
e quindi un “significato”. Più in generale,
gli artisti che sono liberi dalla “piazza”, seguono
anche un loro sentimento, che può
essere astratto, simbolico e, appunto, minimalista.
Consideriamo che in quel periodo
prosperavano cinema e fotografia,
quindi in un certo senso l’arte si sentiva
penalizzata, pur trattandosi di forme d’arte
integrative. Oggi, per esempio, nelle mostre
d’arte prevale molto la fotografia,
utilizzata in alcuni paesi dove è proibita
la figurazione, ad esempio l’Iran, come
forma di espressione. E’ importante,
poi, che gli artisti si dividano anche in
movimenti. Tra i più importanti, troviamo
il Gruppo degli Otto e la Scuola Romana.
Quest’ultima è importantissima,
soprattutto nel suo secondo periodo.
La prima fase di questa scuola, con artisti
come Scipione e Mafai, si svolse,
infatti, durante il Fascismo con l’intento
di evocare quello “spirito barocco”
che era fuori dalla disciplina. La seconda
fase, invece, è legata soprattutto ad
un grande artista, Toti Scialoja, il quale,
stato in America, aveva riportato, oltre
all’Espressionismo Astratto, anche
la Pop Art, che ha influenzato diversi artisti
italiani. Basti pensare alla Scuola di
Pistoia, con Barni, Buscioni e Ruffi, la cui
vicinanza all’arte Pop è mediata dalla grande
tradizione artistica. Buscioni, ad esempio,
guarda al Pontormo, Barni, invece, a El
Greco, mentre Ruffi è un rivoluzionario puro.
Si comprende quindi che l’artista, anche
ai nostri giorni, è influenzato da questa
eredità culturale e da tutto ciò che lo connette
alla sua visione del mondo e dell’oltre.
Qualche anno fa al Pecci si è tenuta
una mostra che celebrava un nichilismo
perverso, il cui unico fine sembrava essere
solo la distruzione. Questa visione ha
serpeggiato in tutti i movimenti dello scorso
secolo, mentre, a mio giudizio, il nuovo
millennio ha visto un ritorno all’essere
umano e quindi alla figuratività, anche se
spesso influenzata dalla tecnologia e dalla
digitalità. Tra le novità del nuovo secolo
che interferiscono con l’arte vi sono, ad
esempio, le onde gravitazionali, grazie alle
quali oggi sappiamo che niente è fermo e
siamo circondati da vibrazioni di vario tipo:
c’è la vibrazione nel momento della gioia,
della contemplazione, della bellezza, così
come la vibrazione del contrasto, della lotta
e del dolore. Anche l’arte, di conseguenza,
non può rimanere chiusa dentro formule
e stereotipi. Gli artisti presentati a Mercatale
di Vernio dimostrano le loro qualità,
alcuni nel gesto, altri nella forma, confermando,
come si diceva, il ritorno alla figuratività,
per molto tempo espulsa dall’arte
moderna. Rispetto al passato, quella di oggi
è una figuratività per così dire “selettiva”
perché, lo vediamo in questa mostra, focalizza
l’attenzione solo su alcuni particolari
come gli occhi o la testa. L’arte è importante
perché insegna la vita. Ce lo ricorda una
frase di Robert Filliou, artista dei “Fluxus”,
che sono solito citare spesso: «L’arte è ciò
che rende la vita più interessante dell’arte».
Non bisogna poi dimenticare l’importanza
della tecnica senza la quale l’artista manca
di sintassi. Molti degli artisti in mostra
si riferiscono all’Espressionismo Astratto,
altri indagano il rapporto tra lingua e
segno, altri ancora danno maggior risalto
alla narrazione, in un modo minuzioso,
quasi grafico, come nel caso di Angioli, vero
e proprio cesellatore della forma. Montecalvo,
invece, s’interessa al rapporto tra
geometria e consistenza plastica del colore.
Come a dire, l’arte non va lasciata sola,
ma accompagnata da queste onde gravitazionali,
pensieri ed emozioni. Per quanto
riguarda invece le opere digitali, ho visto alcuni
lavori molto belli, altri troppo “barocchi”
o esageratamente discorsivi. Come
storico dell’arte non posso fare graduatorie
o valutazioni nel merito, raccolgo però il
senso della vita e la positività che emergono
dalle opere in mostra - questo il filo di
speranza che lega i nostri artisti -, lontane
dalle paure, dalle ansie e dal nichilismo che
ha dominato, fino a poco tempo fa, la cultura
moderna.
34 DON GIUSEPPE BILLI

Il sogno premonitore
A cura di
Giorgia Armellini
Sfaccettature
Fiorentine
Giovanni Cavalcanti nelle sue Istorie
Fiorentine racconta di un drammatico
episodio accaduto intorno al 1400
ad un fiorentino di nome Anselmo, che
abitava in via del Cocomero, l’attuale
Via Ricasoli. Il povero uomo da tempo
era afflitto da un incubo ricorrente: sognava
infatti di essere azzannato ad una
mano da un leone e di venire successivamente
da questi sbranato. Quest’incubo
gli aveva procurato una forma di
fobia nei confronti dei leoni e di qualunque
felino in generale, tanto che,
per fargli vincere questa paura, amici e
parenti avevano inutilmente cercato di
convincerlo ad andare a vedere da vicino
i leoni che venivano fieramente tenuti
in gabbia dietro Palazzo Vecchio.
Ma ogni tentativo falliva miseramente;
il solo pensiero di avvicinarsi ad uno
di questi animali terrorizzava il nostro
Anselmo. Finché, un giorno un cerusico,
lo psicanalista dell’epoca, prospettò
al poveretto l’ipotesi di superare il
problema avvicinandosi e prendendo
confidenza con dei leoni “finti”, considerando
il fatto che Firenze era piena di
statue di leoni e Marzocchi sia in pietra
che in bronzo. A tal proposito gli venne
fatto notare che in fondo a Via del Cocomero
si affacciava la porta laterale del
Duomo detta Porta dei leoni perché custodita
da due statue, una leonessa e un
leone in marmo. Il leone aveva le fauci
spalancate e il cerusico consigliò al
buon uomo di infilare la propria mano
dentro l’apertura per vincere una volta
per tutte le sue paure. Racconta il Villani
che una domenica mattina Anselmo si
convinse a compiere l’atto che l’avrebbe
portato alla guarigione; di buon’ora
uscì di casa e percorse via del Cocomero
seguito da un folla di parenti, amici,
medici e curiosi. Si trovò davanti alla
Porta dei leoni, salì i gradini che lo separavano
dal finto leone e dopo un ultimo
sospiro, infilò la mano nella bocca
del leone. Punto ad un dito da uno scorpione
che si trovava là dentro per caso
e, per la tensione e la paura, morì
all’istante di crepacuore! Forse il sogno
premonitore aveva ragione di essere!
La finestra murata di Palazzo Pucci
Palazzo Pucci è un grandioso edificio
che occupa un intero lato del tratto
di strada compreso tra Via de’ Servi,
Via Ricasoli e Via de’ Pucci. Lo storico
palazzo ha tantissime finestre, ma se
voi guardate in basso all’angolo fra Via
de’ Pucci e Via de’ Servi vedrete una finestra
“murata”. Questa finestra è
chiusa da cinque secoli a memoria di
un fatto successo nel 1560. Pandolfo
Pucci marito di una figlia di Francesco
Guicciardini, dopo essere stato in
amicizia per tanti anni con Cosimo I de’
Medici, ne divenne acerrimo nemico
quando questi lo cacciò dalla sua corte
per immoralità. Offeso da questo oltraggio,
il Pucci decise di vendicarsi e
ordire una congiura contro il Granduca.
La leggenda racconta che alcuni
archibugieri dovevano appostarsi dietro
questa finestra e colpire Cosimo
I, quando passava di lì per andare alla
messa alla chiesa dell’Annunziata. Ma
evidentemente in quell’epoca i “servizi
segreti” dei Medici dovevano funzionare
piuttosto bene, tanto che la congiura
fu sventata e Pandolfo fu processato
e condannato all’impiccagione dalle finestre
del Bargello. Cosimo I continuò
a recarsi come sempre alla Santissima
Annunziata, ma tutte le volte che
si trovava a passare da quell’incrocio,
memore dello scampato pericolo, non
si sentiva più troppo sicuro. Forse per
prudenza, forse per scaramanzia, fece
murare quella finestra, proprio com’è
rimasta ancora oggi.
ph. Giovanni Dall'Orto
SFACCETTATURE FIORENTINE
35

36

A cura di
Paolo Bini, relatore Associazione Italiana Sommelier
Arte del
Vino
Un sorso di “vino etrusco”
Nerum, Vinum, Album: i vini in commercio prodotti dall’azienda agricola Tarazona (ph. E.M. Petrini)
Foto Elena Maria Petrini e Alessandro Rella
Con l’estate ormai alle spalle, ripartire
per una nuova stagione
di vendemmia e degustazione
significa anche per noi ricominciare
dall’essenza, dalla tradizione, dalla antica
storia della nostra Toscana. La vite è
una pianta antichissima, studi e reperti
dimostrano di come numerose specie
siano sopravvissute anche alle ultime
glaciazioni. Nell’area del Caucaso, fra il
Mar Caspio e il Mar Nero, sicuramente
resistette alle avversità la Vitis vinifera
e proprio dai luoghi che oggi sono
identificabili con gli stati di Georgia, Armenia
e Azerbaijan, l’antenata della vite
comune è stata poi diffusa in Europa
dai cultori del vino d’ogni tempo. Prima
ancora dell’avvento degli antichi greci
a sud, sagaci e fruttuose pratiche di viticoltura
furono introdotte nella nostra
penisola dagli etruschi. La loro capillare
attenzione per la pianta, la tecnica di
maritare la Vitis silvestris e la Vitis vinifera
ad alberi per favorirne la crescita
e l’arte della vinificazione in terracotta
furono importanti ausili per i coltivatori
italici anche nei secoli a venire. Oggi, fra
i vignaioli che si muovono alla riscoperta
della tradizione, c’è Francesco Mondini
che alle porte di Arezzo produce i
suoi vini cercando di trasferire nel bicchiere
la grande storia e gli antichi sapori
attraverso sistemi di coltivazione e
vinificazione di chiara ispirazione etrusca.
Altamente rispettoso del territorio,
Mondini nella sua azienda Tarazona,
coltiva uve autoctone Sangiovese, Canaiolo,
Trebbiano e Malvasia dedicando
anche alcuni filari alla crescita di Albana
di Romagna. Sono questi i vitigni, tutti
trattati in maniera naturale, con cui produce
i suoi “vini etruschi”. L’ispirazione
al passato, attuata con l’uso tecniche
odierne, si concretizza non solo in vigna
ma in ogni fase che consente al frutto
di trasformarsi in sorso. Orci coibentati
con resine e cera d’api ospitano il vino
e lo conservano, per scelta di Mondini,
almeno per un anno integro e senza
condizionamenti esterni nel sottosuolo
aziendale a circa tre metri di profondità.
Il risultato è interessantissimo da provare:
Vinum è prodotto per l’85% con uve
nere sopra citate e riposa in terracotta
sotto terra per un anno prima di essere
messo in bottiglia. Resterà deluso chi
nel bicchiere si aspetterà un gusto stereotipato,
così come ne resterà affascinato
e soddisfatto chi invece cercherà le
note caratteristiche del Sangiovese toscano
reinterpretato con la filosofia dei
tempi antichi. Rosso di buona compattezza,
Vinum rilascia sensazioni olfattive
impattanti di amarena e violetta con
sfumature odorose di humus e rabarbaro;
all’assaggio è ricco e concreto, di
astringenza moderata sa avvolgere con
lungo sapore di frutta rossa e abbraccio
alcolico piacevolmente percettibile.
L’abbinamento ideale a tavola è con pri-
mi piatti ben strutturati al ragù di carne
o secondi piatti della tradizione regionale
più antica come, senza ombra di
dubbio, la scottiglia casentinese. Preparati
ancor più strutturati potrebbero
invece essere gustati con un bicchiere
di Nerum, altro vino aziendale venduto
in suggestive anfore che però riposa
negli orci per circa tre anni prima di essere
immesso al consumo.
Vinum è stato da poco dotato anche di
una nuova etichetta: una veste più essenziale
dove sfoggia, al centro, quello
che a prima vista parrebbe il numero otto
ma che corrisponde a un fonema che
gli etruschi pronunciavano con il suono
della nostra lettera effe, l’iniziale appunto
di Francesco Mondini l’artefice di
questo affascinante e succoso ritorno
verso la tradizione antichissima.
Info e consulenza: wine@bini.eu
Francesco Mondini, proprietario dell’azienda agricola Tarazona, e il suo Vinum (ph. A. Rella)
ARTE DEL VINO
37

38

39

Obbiettivo
Fotografia
A cura di
Maria Grazia Dainelli
Massimo Pelagagge
del Gruppo Fotografico di Massa Marittima BFI
La fotografia stenopeica non solo
come mezzo ma come filosofia per
realizzare immagini di
grande suggestione artistica
La fotografia è la mia grande passione
fotografo da sempre, ho
iniziato con macchine analogiche,
fatto esperienza in camera oscura
fino ad arrivare alla fotografia digitale.
Ho scoperto la fotografia stenopeica negli
ultimi anni, non solo come mezzo ma
come filosofia. La pinhole photography
o fotografia stenopeica è una tecnica
che nasce con la scoperta della camera
oscura. Un mezzo povero essenziale,
una semplice scatola vuota dove l’immagine
si forma tramite un piccolo foro
senza l’ausilio di lenti. E‘ un mezzo
che non consente una visione dell’inquadratura,
non dà una risposta imwww.massimopelagagge.com
mediata dell’ immagine scattata, che
richiede esperienza e calcoli per poter
valutare il corretto tempo di esposizione.
Una fotografia lenta che va ben valutata
e ponderata prima dello scatto, che
richiede una preparazione accurata ed
una attenta valutazione della scena pena
la nullità del risultato. Le mie immagini
sono realizzate con una macchina
auto costruita in legno, frutto di molteplici
prove, usando come materiale sensibile
la carta fotografica, un materiale
povero. Le immagini prodotte, di natura
poco nitide come fossero sfuocate,
sono in fase di sviluppo sottoposte a
manipolazioni particolari, processo che
accentua ancora di più e volutamente le
imperfezioni. L’immagine positiva ottenuta
viene poi scannerizzata ed invertita
per ottenere dei file in formato digitale.
Ultimo passaggio la stampa su carta
cotone di qualità con inchiostri al carbone
per dare una sensazione di ulteriore
profondità. Il risultato frutto di
questo processo creativo e sperimentale
effettuato con procedimenti manuali,
sono delle immagini volutamente
imperfette, che ci riportano agli albori
della fotografia, perché voglio che siano
frutto di lavoro artistico che le renda
uniche ed irripetibili.
Gazebo Torre Mozza Le Clarisse
FOTOGRAFIA PASSIONE PROFESSIONE IN NETWORK
www.universofoto.it
Via Ponte all’Asse 2/4 - 50019 Sesto F.no (Fi) - tel 055 3454164
40
MASSIMO PELAGAGGE

A cura di
Maria Grazia Dainelli
Obbiettivo
Fotografia
Giovanni
Poggiali
Quando la luce
diventa poesia
e sensibilità
espressiva
di Carlo Midollini / foto courtesy di Roberto Bernacchioni
Per informazioni:
roberto.bernacchioni@gmail.com
Nei precedenti articoli della rubrica
Obbiettivo Fotografia sono stati
proposti fotografi contemporanei,
in questo numero, invece, presentiamo
un grande fotografo fiorentino del ‘900,
Giovanni Poggiali. Classe 1911, ha iniziato
a fotografare negli anni antecedenti la Seconda
Guerra Mondiale, raccontando con i
suoi scatti il mondo reale, il fare quotidiano
di artigiani, barcaioli, contadini, religiosi,
cittadini, immortalati in immagini realizzate
nell’area fiorentina. Questo aspetto, all’apparenza
riduttivo, è dimostrazione di grande
capacità visiva e di percezione del bello,
del significativo, del meritevole di essere
raccontato: qualità e sensibilità privilegio di
pochi fotografi. Se le sue immagini raccontano
un mondo ai più sconosciuto, anche
se di un passato recente, ci comunicano
tuttavia sensazioni ed emozioni che vanno
ben oltre la mera documentazione storica,
l’essenzialità dei soggetti, la composizione
dell’immagine, la padronanza nella gestione
della luce. Strumenti questi che Poggiali
usa magistralmente per comunicare i
suoi sentimenti e la sua poesia. I paesaggi
si perdono in eteree nebbie dove la natura
ci viene rappresentata in modo onirico, lasciando
libero lo spettatore di appropriarsi
dei luoghi fotografati: scorci cittadini, dove
l’uso sapiente della luce scrive, descrive ed
esalta i soggetti; i controluce, cercati, studiati,
per dare un segno grafico al comunicato
visivo. Non mancano, inoltre, delicati
scatti di fiori e puntuali rappresentazioni di
architettura, tutte dimostrazioni della capacità
di spaziare fra i vari generi fotografici
tipica di un vero artista. Queste poche parole
non possono essere sufficienti per descrivere
l’intero lavoro di Poggiali, ma siamo
fiduciosi che le immagini pubblicate possano
generare curiosità e stimolo nei lettori
appassionati di fotografia, per approfondire
la conoscenza dei lavori e dello spessore
umano e tecnico di questo grande fotografo
toscano. Un particolare ringraziamento
a Roberto Bernacchioni, prezioso ed attento
custode dell’archivio fotografico di
Giovanni Poggiali, per le immagini e le
documentazioni fornite.
GIOVANNI POGGIALI 41

Anteprima
Mostre
Dal 9 al 16 settembre Firenze incontra la Basilicata:
un confronto per crescere insieme in occasione della
seconda edizione della Settimana Lucana
di Gianluca Rosucci
Entrata ufficialmente per il secondo
anno consecutivo nel
palinsesto dell’Estate Fiorentina,
la Settimana Lucana rinnova il suo
appuntamento per rafforzare il gemellaggio
tra due terre in cammino verso
l’Europa. Metafora di un lungo viaggio
culturale, la kermesse mette di fronte
Firenze e la Basilicata tra incontri, dibattiti,
conferenze, musica, cinema, teatro
e arte (tutti a ingresso gratuito) seguendo
il filo conduttore dell’Italia che
cambia e dell’Europa che cresce. Due
culture a confronto tra tradizione e innovazione:
la Basilicata di ieri e quella
di oggi, da terra di emigranti a modello
d’integrazione dei nuovi flussi migratori.
Dall’altro Firenze, già capitale d’Italia
e poi prima città italiana capitale europea
della cultura nel 1986. Due realtà
in viaggio verso una nuova dimensione
unite dal senso di appartenenza alle
proprie origini attraverso modelli di
sviluppo a passo coi tempi. Un evento
internazionale che lega una regione
dall’animo tradizionale, ma dallo spirito
Europeo, la Basilicata, con Firenze finestra
sul mondo, prospettando a questa
terra e alla sua gente un volto nuovo
slegato dagli stereotipi del folklore,
mantenendo intatta la propria autenticità.
Un confronto tra musica, teatro, arte
ed enogastronomia ma anche su temi
culturali d’attualità quali la viabilità delle
regioni, il fenomeno dell’emigrazione,
quello dell’immigrazione i problemi
ambientali e i progressi del settore turistico.
Promossa ed organizzata dall’Associazione
culturale lucana Firenze che
dal 1971 opera ed agisce sul territorio
toscano, con l’intento di mantenere vivo
il legame con la terra d’origine, la Settimana
Lucana è un evento realizzato con
il patrocinio della Presidenza del Consiglio
della Regione Basilicata, Comune di
Firenze e Città Metropolitana.
All’interno della seconda edizione della
Settimana Lucana, si terrà la rassegna
d’arte Luci Suoni e Colori dalla
Basilicata, a cura di Antonio Avigliano
e Rosa Sammartino. Quattro i temi
affrontati, a cui corrispondono altrettante
sezioni dedicate rispettivamente
alla pittura (Incontri di luce), alla fotografia
(Sulle tracce di Matera), alla
raccolta di film, documentari, libri
e oggetti della Cineteca Lucana (Bellezza
e Passione) e ai documenti dedicati
alla memoria di Rocco Brindisi
e custoditi dall’archivio Basilissi di Firenze
(Appunti di viaggio). L’inaugurazione
si terrà lunedì 11 settembre alle
ore 19.00 presso la Galleria delle Carrozze
di Palazzo Medici (via Cavour 3,
Firenze). Orari di apertura dal lunedì al
venerdì dalle ore 11.00 alle 18.00.
Ingresso libero.
ph. Lucio Squillante
www.associazionelucanafirenze.org
www.settimanalucanafirenze.blogspot.com
42
SETTIMANA LUCANA

Progetto accoglienza bambini saharawi
Il Comune di Montespertoli conferirà la cittadinanza
onoraria a dieci bambini
di Sandro Volpe, Presidente del Coordinamento Toscano a sostegno della Repubblica saharawi
Un progetto nato a Sesto Fiorentino
nel 1983 quando un gruppo
di bambini saharawi giunse in
città dove la causa della Repubblica saharawi
trovò immediatamente accoglienza.
Ininterrottamente da allora, ogni anno,
i piccoli “ambasciatori di pace” giungono
in Toscana e in tutta Italia; trascorrono
i mesi estivi lontani dalle terribili
condizioni del deserto, giocano con loro
coetanei, incontrano amministratori,
volontari, amici. Soprattutto ci raccontano,
con la loro presenza, la loro storia
e quella del loro popolo e ci aiutano
a capire la richiesta di libertà ed autodeterminazione
di una popolazione
costretta all’esilio e alla precarietà della
vita nei campi di rifugiati nel deserto
algerino. I loro sguardi ci inducono
a pensare anche agli sguardi di quei loro
coetanei, i piccoli saharawi nati nei
territori del Sahara Occidentale occupati
dal Marocco, che ogni giorno sono
costretti a vedere soprusi, violenze,
costanti violazioni dei diritti umani. Come
ogni anno il “progetto accoglienza”
è stato ricco e significativo. Un ringraziamento
sentito agli Enti locali, alle
Associazioni, alle Parrocchie, a tutti
coloro che ci hanno aiutati a rendere il
soggiorno dei piccoli ospiti piacevole e
sereno, a divulgare la conoscenza della
loro causa che come ogni anno è approdata
anche nei luoghi istituzionali e
di culto più importanti del nostro Paese.
SAHARAWI 43

Omaggi
A cura di
Barbara Santoro
Franco Zeffirelli
Nasce a Firenze il Centro Internazionale per le Arti dello
Spettacolo a lui intitolato nello storico palazzo dell’ex
tribunale. Oltre ad una sezione museale e ad una biblioteca
che custodiscono il prezioso lascito del maestro, sarà luogo di
formazione per i giovani, sede di spettacoli, mostre e concerti
di Barbara Santoro / foto courtesy Elena Maria Petrini e Ag|Cult
In più occasioni nel corso degli anni
Franco Zeffirelli ha espresso il desiderio
di lasciare a Firenze la sua
collezione d’arte. Finalmente, lo scorso
31 luglio, il suo sogno si è avverato
con l’inaugurazione nell’ex tribunale
in piazza San Firenze - uno dei pochi
palazzi fiorentini d’epoca barocca, già
sede del ministero della Giustizia nel
periodo di Firenze capitale - del Centro
Internazionale per le Arti dello Spettacolo
a lui intitolato. Un centro insieme
espositivo, formativo e documentario,
divenuto realtà grazie al mecenatismo
della Fondazione Franco Zeffirelli
Onlus, al supporto del Comune di Firenze
e all’impegno economico di diversi
sponsor, tra cui l’imprenditore russo
Mikhail Kusnirovich, la famiglia del finanziere
americano Robert Friedland, le
ditte Targetti e Illum e la famiglia Gondi.
Ma chi è Franco Zeffirelli o meglio
Gianfranco Corsi Zeffirelli? Nato dalla
relazione extraconiugale tra Ottorino
Corsi, commerciante di stoffe nativo
di Vinci, e Alaide Garosi Cipriani, proprietaria
di un negozio di moda in piazza
della Repubblica, ebbe un’infanzia
difficile e solo a diciannove anni venne
riconosciuto dal padre. Frequentò il collegio
del Convento di San Marco, dove
conobbe Giorgio La Pira, poi l’Accademia
delle Belle Arti e per qualche anno
la Facoltà di Architettura. Esordì come
scenografo curando la messa in scena
del Troilo e Cressida diretta da Luchino
Visconti. Accanto ai grandi registi
Visconti, Rosi e Pietrangeli, fece le sue
prime esperienze cinematografiche e
nel 1953 curò i bozzetti dell’opera L’Italiana
in Algeri per la regia di Corrado
Pavolini alla Scala di Milano. Da qui
un crescendo che lo portò a creare non
solo per il teatro ma anche per il cinema.
L’Amleto (1964) con Giorgio Albertazzi
fu portato anche a Londra per il
quarto centenario della nascita di Shakespeare.
Famosissimo il documentario
sull’alluvione del 1966, che fece il giro
del mondo convincendo i ricchi americani
ad aiutare la rinascita di Firenze. La
Il maestro Franco Zeffirelli
44
FRANCO ZEFFIRELLI

Un particolare del percorso museale dedicato ai bozzetti di scena e ai disegni donati da Zeffirelli alla città
Uno scorcio del museo
Bisbetica domata (1967) e il Romeo e
Giulietta (1968) resero ancora più famoso
Zeffirelli. Nel 1971 ottenne notevole
successo con il film Fratello Sole
e Sorella Luna dedicato alla vita di San
Francesco, ma sarà il film Gesù di Nazareth
(1976), una coproduzione internazionale,
a consacrarlo definitivamente.
Molte le onorificenze conferitegli nel
corso della sua brillante carriera: nominato
Grande Ufficiale Dell’Ordine
Al Merito Della Repubblica Italiana da
Giovanni Leone nel 1977, ha ricevuto
la medaglia d’oro fra i benemeriti
dell’arte e della cultura (2003) e il titolo
di Cavaliere Commendatore dell’Ordine
dell’Impero Britannico dalla regina
Elisabetta (2004). Nel 1994 è stato eletto
senatore nelle liste di Forza Italia nella
circoscrizione di Catania e di nuovo
nel 1996. Oggi, all’età di novantaquattro
anni, Franco Zeffirelli ha realizzato
questa sua grande aspirazione, pur non
potendo presenziare per ragioni di salute
alla cerimonia di apertura della fondazione.
Dal mese di settembre sarà
aperto al pubblico anche un’ampia sezione
museale, con oltre 250 opere, tra
cui bozzetti di scena, disegni e figurini
di costumi. Splendidi gli abiti presentati
sui manichini, a cominciare da quello
che dà il benvenuto sulla prima rampa
dello scenografico scalone settecentesco
creato da Zanobi del Rosso (1724-
1798). L’allestimento del museo è stato
curato dal figlio adottivo del maestro e
vicepresidente della fondazione Pippo
Corsi Zeffirelli, uomo colto e disponibile.
Fanno parte del monumentale progetto
anche un archivio documentario e
una biblioteca con 7500 libri donati da
Zeffirelli e messi a disposizione per la
consultazione. Un›altra stanza è dedicata
alla didattica, con tavoli già pronti
per i giovani che si formeranno attraverso
corsi di recitazione, scenografia
e costume. La sala d’accoglienza, già
aula delle udienze penali oggi perfettamente
restaurata, accoglie lussuose
poltroncine e sulla parete di fondo ornata
di affreschi sono nascosti i pannelli
Due costumi disegnati dal maestro ed esposti nel nuovo Centro fiorentino
FRANCO ZEFFIRELLI
45

Alcuni costumi in mostra
che verranno utilizzati per le proiezioni
di film e documentari. Inoltre questo
“salone delle feste” sarà usato per
concerti e conferenze. Un elegante bar
con piccoli tavolini ed un ricercato ristorante
completano il tutto. La città ha
accolto con viva gioia la nascita di questo
spazio, come si evince anche dalle
parole del sindaco Dario Nardella, che
ha giustamente sottolineato l’alto valore
artistico e culturale del personaggio:
«Zeffirelli è un maestro rinascimentale
nel suo eclettismo e nessuno è più
grande di lui nelle arti dello spettacolo».
Gianni Letta, presidente onorario
della fondazione, ha letto il messaggio
di plauso per l’iniziativa e gli auguri del
capo dello Stato. Un’iniziativa ambiziosa
finalizzata alla valorizzazione delle
arti dello spettacolo che ha pienamente
soddisfatto la platea di vip presenti
all’inaugurazione. Tra le “sorprese” riservate
ai visitatori, la sala dedicata alla
proiezione di un cortometraggio che illustra
il progetto cinematografico Zeffirelli’s
Inferno, ideato alla fine degli anni
Settanta e mai realizzato. Ne sono rimaste
solo trentotto magnifiche tavole disegnate
dall’abile mano del regista che
ha tratteggiato una sua personale visione
dell’Inferno dantesco, immaginando
l’attore Dustin Hoffmann nel ruolo
dell’Alighieri. E’ stato Francesco Ermini
Polacci, condirettore del Centro Internazionale
per le Arti dello Spettacolo
e responsabile artistico delle attività
concertistiche della fondazione, a presentare
alla stampa la nuova struttura,
che vuole essere faro di formazione
per le nuove generazioni che scelgono
di dedicarsi alle arti dello spettacolo,
quali regia, scenografia, luci, composizione
di colonne sonore e soggettistica.
Ho conosciuto il regista alla fine
degli anni Settanta ad un pranzo orga-
Il plastico di una scenografia ideata da Franco Zeffirelli
46
FRANCO ZEFFIRELLI

Alcune delle personalità
presenti all’apertura
del Centro: da sinistra,
Maria Federica Giuliani,
presidente della Commissione
Cultura del Comune
di Firenze, Giuseppe Corsi
Zeffirelli Pisciotto, la vicesindaca
Cristina Giachi, il
sindaco Dario Nardella e
l’attore Franco Nero
nizzato dall’amico Nanni Guiso a Siena
in occasione del Palio e da allora ho
sempre seguito con grande affetto tutte
le sue iniziative culturali. E’ importante
che sia stata scelta Firenze come
sede della fondazione, anche in considerazione
del fatto che proprio qui è nato
il melodramma L’Euridice, musicato,
sul libretto di Ottavio Rinuccini, da Giulio
Caccini e Jacopo Peri agli inizi del
Seicento e rappresentato a Palazzo Pitti
nel 1602 in occasione delle nozze di
Maria de’ Medici con Enrico IV di Francia.
Mi sembra giusto che Zeffirelli, uno
tra i massimi interpreti della drammaturgia
greca, abbia qui a Firenze questo
luogo d’elezione, destinato a diventare
punto di riferimento per la storia del teatro
e dello spettacolo a livello internazionale.
www.fondazionefrancozeffirelli.com
Barbara Santoro con il responsabile dell’attività
concertistica, Francesco Ermini Polacci, e il vice presidente
della Fondazione Franco Zeffirelli, Giuseppe
Corsi Zeffirelli Pisciotto, figlio del maestro
Un momento dell’inaugurazione nell’oratorio del Complesso di San Firenze
FRANCO ZEFFIRELLI
47

Firenze
Mostre
Samuel Seban
Dal 5 settembre in mostra
al Culinaria Bistrot
di Maria Grazia Dainelli / foto courtesy dell’artista
Samuel Seban nasce in Francia, si
stabilisce in Italia nel 2006 dopo
aver conosciuto quella che diventerà
la donna della sua vita. Fin dalla giovane
età si dedica con passione all’arte,
prima cimentandosi nella street art e nei
fumetti, poi dipingendo a olio seguendo
le orme del padre, pittore nella campagna
dell’Ile de France. In seguito ad
una grave malattia, che lo ha portato a
confrontarsi con il dolore e la paura per
la vita, la sua passione per la pittura ha
trovato ulteriore forza espressiva. L’arte
e la rappresentazione artistica diventano
quindi compagne di viaggio, speranza,
evasione e desiderio al tempo stesso. Nel
2016 realizza la sua prima mostra dove
entra in contatto con personalità del
settore; ha la fortuna di concere la pittrice
fiorentina Anna Fusi, che lo esorta nel
proseguire la propria ricerca pittorica e lo
introduce alla comprensione dell’arte come
terapia. Il percorso artistico di Seban
è in piena evoluzione, i suoi dipinti sono
frutto di una ricerca pittorica costante che
si manifesta nell’attenzione armonica per
i colori e la raffigurazione della luce. Le
opere raccontano l’amore per la vita attraverso
gli elementi che più stanno a cuore
all’artista: “l’acqua - il mare - l’aria - il cielo”.
Il suo stile pittorico è libero, passionale ed
universale. La sua pittura è viva, profonda
ed emozionale.
sebansamuel@gmail.com
Samuel Seban
Samuel Seban
Olio si tela, 50x70
Olio su tela, 50x70
Olio su tela,30x50
Olio su tela, 40x60
Dopo anni di vita associativa abbiamo deciso di cimentarci nell’Arte Culinaria e di utilizzare le gustose creazioni
dei nostri amici produttori per proporvi dei piatti con materie prime legate al territorio, ma rivisitati dal nostro
chef secondo ricette mediterranee…
Orari di
apertura
12.30
14.30
-
19.00
22.30
Culinaria de Gustibus Bistrot piazza Torquato Tasso 13r, 50124 Firenze 055 229494
www.de-gustibus.it / mail: bike@de-gustibus.it
48 SAMUEL SEBAN

All’Auditorium al Duomo di Firenze la cerimonia di
assegnazione del Premio Internazionale Ut Pictura poesis
2017 - Città di Firenze. Domenica 17 settembre alle ore 17
Domenica 17 settembre alle ore 17 all’Auditorium
al Duomo di Firenze si svolgerà la
cerimonia di assegnazione del premio internazionale
Ut Pictura poesis 2017 - Città
di Firenze promosso dall’associazione culturale
Irdi - Destinazionearte. Le giurie della
sezione Pittura-Fotografia, presiedute da
Massimo Pasqualone e composte da Carlo
Gentili, Patrizio Moscardelli, Rosaria Piccione
per la sezione Pittura e da Silvia Checchia,
Claudio Cecamore e Gino Palone per
la sezione Fotografia ed Arte digitale, hanno
selezionato, tra tutte le richieste pervenute,
i seguenti candidati: Luigi Pierantozzi,
Carina Pieroni, Miriam Pasquali, Emidio
Mozzoni, Giulietta Straccia, Cecilia Dionisi,
Sandro Agostini, Giorgina Violoni, Matilde
Menicozzi, Paola Ciccarini, Licia Croce,
Carla De Cesaris, Roberta Di Matteo, Carlotta
Pompei, Loredana Di Pietro, Carla Di
tecco, Chiara Pompei, Marco Pompei, Alessio
Zollini, Isabelle Ferrini, Romina Scipione,
Angela Sarnataro, Maria Stella Polce,
Gaia Naccarella, Ada Pianesi Villa, Mariapia
De Meo, Elio Lucente, Adriana Chiarenza,
Alberto Colazilli, Lillo Magro, Rosella Cardella,
Carmine Galiè, Davide Iacovella, Manolita
DigitalArt, Concetta Daidone, Paolo
Porreca, Maria Strieborna, Simonetta Paganini,
Diana Marcela Litterio, Gabriella D’Eustacchio,
Giuseppe Amoroso De Respinis,
Korradi, Liberata Mizzoni, Monia Ghirardini,
Ecle Bonifacio, Cinzia De Mauri, Luciano
Forlivesi, Massimo de Gironimo, Gabriella
Fabbri, Teresa Michetti, Mara Cefalo, Aurora
Cubicciotti, Tina Quaranta, Giovanna Dalla
Villa, Lucia Pelagi, Simona Benedetti, Nan
Yar. Nel corso della cerimonia verranno comunicati
i premi assegnati. Inoltre a Carlo
Gentili, Patrizio Moscardelli, Rosaria Piccione
e Romy de Lisio il comitato scientifico
dell’associazione ha deciso di assegnare
i premi Ut pictura poesis 2017. Per quanto
riguarda invece la sezione Letteratura, il
presidente della giuria, professor Massimo
Pasqualone, ed i componenti Maria Grazia
Angelini, Alessandra Bucci e Sara Palladini
comunicano la classifica dei vincitori, redatta
selezionando oltre 200 partecipanti.
Sezione A - raccolta di Poesia edita
Primo classificato: Vito Moretti / Principia (Tabula Fati)
Secondo classificato: Giovanni Foresta / Il cielo sulle spalle
(Il Viandante)
Terzo classificato: Vita D’Amico / A passeggio col cuore (IRDA)
Quarto classificato: Antonello Caricato / Pensieri, sogni e dintorni
Quinto classificato: Manuela Roberti / Sfaccettature di
libertà (Olimpia)
Premio speciale della giuria: Alberto Colazilli / Paesaggi
dell’anima (Irdi)
Segnalazioni della giuria: Bernardino Dell’Aguzzo /
L’Infinito dentro (Irdi); Stefana Miola / Un unico cielo il
solo vero (Rupe Mutevole); Elisa Tardivo / Riflessi in volo
sul mare (Linee infinite); Salvatore Colucci / Cristalli di luce
(Edizioni Scientifiche ed Artistiche); Fantino Mincone / Voli
ambientali (Irdi); Pierlisa Di Felice / Infinita finitezza (Irdi)
Sezione B - raccolta di Poesia inedita
Primo classificato: Daniela Di Ruzza / Poesie in divenire
Secondo classificato: Maria Basile / L’ombra scarlatta
Terzo classificato: Monica Ferri / L’ora labile
Premio speciale della giuria: Simona De Mauri / Muri;
Silvio Di Cecco / La fara mè
Sezione C - Saggistica edita
Primo classificato: Italo Radoccia / Alle radici della
giuridicità (Cedam)
Secondo classificato: Gaetano Appeso / Tiancháo -
Taccuino di un viaggio in Oriente (Antonio Delli Santi Editore)
Terzo classificato: Benito Crea / Spezzoni di storia d’Italia
degli ultimi 150 anni (Europa Edizioni)
Menzione speciale: Diana e Benito Crea / Una vita ardita
(Edizioni Noubs)
Sezione E - Narrativa edita
Primo classificato: Roberto Salerni / Jackpot dell’anima
(Edizioni Il Viandante)
Secondo classificato: Elio Forcella / Voglia di correre
(Edizioni Il Viandante)
Terzo classificato: William Antonio Amighetti / Il grido della
farfalla (Henge)
Quarto classificato: Massimiliano Reggi / If then else (Il
Viandante)
Quinto classificato: Stefania Carotenuto / Tante piccole
storie (Il Viandante)
Segnalazioni della giuria: Stefano Uggè / La setta delle tre
erre (Linee infinite); Marco Vescarelli / Il sapore del ricordo
(Intermedia Edzioni); Giusy de Berardinis / Parlami (Eretica
Edizioni); Vincenzo Luca Salini / Il teatro di una favolosa
opera (Il Viandante)
Premi speciali della giuria: Salvatore Salvo Colucci / La
mia Nassiriya (Casa Cristalli); Lucia Amorosi / Il quarto
giorno (Youcantpint); Sara Caramanico / Specchio e anima
(Il Viandante); Francesca D’isidoro / L’amore è per noi (Il
Viandante); Roberta Savelli Palazzese / Il matto (Ape)
Premio speciale del presidente della giuria: Teresa
Antonacci / La dodicesima stanza (Les Flaneurs)
Sezione F - Narrativa inedita
Primo classificato: Simona Veresani / Kelly Bloom
Secondo classificato: Daniela Di Ruzza / E’ l’aurora
Sezione G - Poesia singola edita o
inedita
Primo classificato: Enzo Bacca / Mare di note amare
Secondo classificato: Sara Caramanico / Poesia
Secondo ex aequo: Emilia Maria Di Federico / Sentieri di cambiamenti
Terzo classificato: Tommasa Masetta Primavera / Ricordi
Terzo ex aequo: Annamaria Di Lorenzo / L’anima è volata
Quarto classificato: Antonio Bicchierri / Echi lontani
Quinto classificato: Antonello Caricato / A mani vuote
Premio speciale della giuria: Silvio Di Cecco / Parole;
Alberto Della Pelle / Sogno di un dì lontano; Italo Diodato /
Mestre; Paola Ranalli / Pensiero d’amore
Segnalazioni della giuria: Vincenzo Camillotti / Natura
ritrovata; Bruno Ricci / A Yelica; Anna Cristina Fileni / Una
mamma; Luigi Buracchio / Salvezza; Pierlisa Di Felice /
Onde; Salvo Colucci / L’incarto; Luciani Domenico / La
stazione della sostanza
Premio speciale del presidente della giuria: Renato
Tarantello / Con gli occhi di noi bambini
Sezione H - Narrativa breve edita
Primo classificato: Salvo Colucci / Luigia e le mura bianche
Secondo classificato: Gaetano Appeso / Email dall’Amazzonia
Terzo classificato: Leda Panzone Natale / Il mio corriere
per i bambini
Quarto classificato: Giovanna Petrella / Il pianeta sorriso
Quinto classificato: Martina Pace / Storie di vita
Sezione H - Narrativa breve inedita
Primo classificato: Valeria Consorte / Uno qualunque
Secondo classificato: Martina Anna Buffa / Non è il mare
di mio nonno
Terzo classificato: Antonio Di Marino / Fonte Vetica
Menzioni speciali: Maria Graziella Bennati / La penna
stilografica; Assunta Di Cintio / Ki tocca i Kili; Pier Paolo
Rella / Senza tetto esotico
Premio Ut Pictura poesis 2017 per la letteratura a Remo
Croci.
PREMIO INTERNAZIONALE UT PICTURA POESIS 2017
49

Eccellenze toscane
in Cina
A cura di
Michele Taccetti
Angela Tagani
Sculture da indossare: una collezione di pezzi unici alla
conquista di Shangai. Create dall’artista fiorentina, nel
2018 verranno lanciate sul mercato cinese da China2000
di Giacomo Basile / foto courtesy dell’artista
Angela Tagani è un’affermata artista
fiorentina conosciuta per
la sua arte originale e creativa
soprattutto innovativa visto l’utilizzo di
materiali come creta, gesso, carta, cera,
ferro, ma anche bambù! Di lei i critici
scrivono: «Da alcuni anni ha stravolto
con incredibile successo i propri canoni
espressivi, incanalandosi verso precise
e personalissime linee dinamiche, di
suggestiva ed intrigante bellezza». Pittrice
e scultrice da sempre, ha lavorato e
frequentato, fin da ragazzina, vari studi
di artisti affermati e di artigiani nella sua
città, Firenze, da cui ha appreso i rudimenti
della tecnica pittorica, della scultura
e i segreti per realizzare i suoi lavori.
All’inizio della sua carriera artistica s’identifica
nello stile figurativo, con opere
specialmente riguardanti il mondo
animale. Susseguentemente sperimenta
nuove forme e materiali e passa ad
uno stile informale denso di luci e colori
e forme senza tempo. Da circa un
anno, dopo un periodo di sperimentazioni
e vista la comprovata esperienza
illustrativa, ha lanciato una nuova linea
denominata sculture da indossare,
ovvero sculture da esporre su corpi in
movimento. Trattasi di pezzi unici: collier,
anelli, bracciali, cinture, gemelli
interamente prodotti dall’artista che arricchiscono
quello status di eleganza ed
esclusività a cui donne ed uomini fanno
sempre più attenzione e di cui sono
in continua ricerca. I materiali sono gli
stessi che utilizza nella sua tecnica pittorica
e scultorea, ovvero creta, gesso,
carta, cera, ferro poi da lei rifiniti con
la sapienza tecnica dell’arte orafa per
dare la vestibilità tipica dell’accessorio
moda. L’artista ha deciso di sviluppare
il mercato estero partendo dalla Cina,
o meglio da Shanghai, visto il successo
ottenuto alla mostra di Shanghai nel
giugno del 2015. Due anni fa, infatti,
Angela Tagani ha partecipato, insieme
ad altri otto artisti fiorentini, alla mostra
di arte contemporanea organizzata dalla
società China 2000 di Firenze. L’artista,
fisicamente presente per tutta la durata
dell’evento, ha riscosso un successo
di critica e di immagine, facilitata anche
dalla performance creativa che la stessa
ha effettuato in presenza di un folto
pubblico di critici e visitatori. Angela Tagani
ha creato una scultura di circa due
metri utilizzando i materiali trovati in loco.
La performance è stata anche una
bella azione di marketing che ha creato
le basi per il lancio nel 2018 della linea
sculture da indossare. La collezione,
presentata a Shanghai alcuni mesi fa,
è stata apprezzata dal pubblico cinese,
e nei prossimi mesi è prevista la collocazione
dei prodotti presso punti vendita
cinesi utilizzando la rete distributiva
della società China 2000. Il pubblico cinese
sembra apprezzare l’originalità,
l’esclusività e l’unicità dei pezzi, oltre
all’eccellente rapporto qualità / prezzo.
Il successo di Angela Tagani ha arricchito
la cifra stilistica e il valore dell’artista
inserendola nel novero degli “artisti
internazionali” a tutti gli effetti. Shan-
Bracciale, bronzo placcato oro
Anello, bronzo placcato oro
50
ECCELLENZE TOSCANE

Senza tempo, tecnica mista (canne di bambù
assemblate con resina e gesso da ceramica)
Angela Tagani con Michele Taccetti e il direttore del
museo che nel 2015 ha ospitato la mostra promossa
da China 2000 a Shanghai
ghai è una città internazionale, una vetrina
mondiale, che certo può essere di
aiuto per lo sviluppo e la penetrazione
in altre megalopoli mondiali. Inoltre,
la possibilità di inserire la linea sculture
da indossare nei punti vendita cinesi
dovrebbe dare coraggio e speranze
non solo alle PMI e microimprese italiane,
ma a tutto il mondo dell’artigianato
artistico, sempre più schiacciato dal
potere delle multinazionali. Insomma,
nuova linfa e speranza per l’arte e l’artigianato
artistico toscano, ma il successo
del Made in Italy o Made in Tuscany
nel mondo passa solo attraverso il giusto
mix di creatività, preparazione ad affrontare
i nuovi mercati ed il continuo
sforzo di ricerca e sviluppo sulle linee e
sui materiali dei prodotti.
Senza tempo, tecnica mista su tavola
Michele
Taccetti
https://www.gigarte.com/angelatagani/home
www.angelatagani.it
angelatagani@gmail.com
Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla Cina, rappresenta la terza generazione
della sua famiglia che opera con il grande paese asiatico. Questa
attività è iniziata con il nonno Arnolfo nel 1946 e proseguita dal padre Ubaldo
nel 1980. Dal 1995 assiste le aziende italiane interessate ad aprire il mercato cinese
in vari settori merceologici ed in particolare per la promozione e vendita
del Made in Toscana in Cina. Dal 1998 svolge attività di formazione in materia di
Marketing ed Internazionalizzazione focus Cina ed è consulente per il Ministero
dello Sviluppo Economico.
Per info:
michele.taccetti@china2000.it
ECCELLENZE TOSCANE
51

La Pragma srl, azienda di Prato,
opera nel settore dell’Outsourcing
Alberghiero e dei Servizi Fiduciari
La Pragma srl, fondata sull’esperienza
lavorativa acquisita dai soci
nel corso degli anni, opera nel settore
dell’Outsourcing Alberghiero
e dei Servizi Fiduciari.
Il servizio base che l’azienda ha introdotto
sul mercato è la gestione
di appalti all’interno di Strutture
Alberghiere, Centri Commerciali,
Cantieri Edili e Strutture Pubbliche
e Private, attraverso accordi
di Partnership che tengano conto
delle potenzialità recettive del
partner prescelto e della volontà
del cliente a voler sviluppare
il proprio core business, concentrandosi
su quest’ultimo e terziarizzando
il resto. L’Azienda è ormai
una realtà ben attestata sul territorio
della Regione Toscana, in particolar
modo nelle città di Firenze e
Prato.
I soci Francesco Bellantuono e Marco Vignoli
La lunga esperienza maturata negli
anni, ha dato a PRAGMA l’opportunità
di servire importanti aziende
leader nel settore del turismo,
riferendosi soprattutto a strutture
alberghiere a 3 e 4 stelle. La soddisfazione
del Cliente è massima
quando riesce ad ottenere un ottimo
servizio; per il raggiungimento
di questo risultato PRAGMA è
orientata a una scrupolosa organizzazione
e gestione dei piani dell’Albergo,
per permettere al Cliente di
mantenere sempre alti gli standard
di pulizia e qualità.
52
PRAGMA

PRAGMA s.r.l. opera specificamente
nel campo dei servizi di
Vigilanza Non Armata, di Guardianato
e Sorveglianza, di Portierato
e Accoglienza Clienti.
Il punto di forza qualitativo di
PRAGMA è nella sua capacità di
essere presente in modo capillare
e radicato sul territorio, del quale
sviluppa una conoscenza mirata,
unita all’efficace collaborazione
con aziende che rappresentano la
storia e l’eccellenza della vigilanza
in Italia.
Lo scopo di PRAGMA è quello di
fornire, in ogni luogo e situazione in
cui c’è bisogno di ordine, organizzazione
e pulizia, un servizio completo
ed efficace mettendo insieme, procedure,
tecnologie e personale selezionato
e affidabile per soluzioni
flessibili e personalizzate.
Gioco della Pallagrossa, Prato
Pragma srl
Via Traversa Fiorentina 6
59100 Prato
tel. 0574-636564
fax 0574-635935
www.pragmasrl.eu
info@pragmasrl.eu
PRAGMA 53

Eventi in
Toscana
Boldini e La Falconiera a Pistoia
Una grande mostra a Palazzo dei Vescovi ricostruisce le
vicende degli affreschi naturalistici dipinti dal maestro
ferrarese per la nobildonna Isabella Falconer
di Barbara Santoro / foto di archivio
Dal 9 settembre al 6 gennaio
2018 nel Museo dell’Antico
Palazzo dei Vescovi gestito
dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e
della Lucchesia, sarà visibile la mostra
Giovanni Boldini. La stagione della Falconiera.
Curata da Francesca Dini con
la collaborazione di Andrea Baldinotti
e Vincenzo Farinella, questa esposizione
sarà una delle più importanti
iniziative per Pistoia capitale della cultura
e si propone di riportare alla luce
questo momento creativo del giovane
maestro, che muovendosi tra Firenze,
Pistoia e Castiglioncello si trovò al centro
di importanti relazioni amicali che lo
portarono alla sua inarrestabile ascesa
artistica. Ma chi era la signora Falconer?
Isabella Falconer era una nobile
mecenate inglese che, insieme al marito,
aveva acquistato una villetta nelle
vicinanze di Pistoia a Collegigliato e
che incapricciatasi dell’artista lo ospitò
prima a Parigi nel 1867 per l’Esposizione
Universale e poi sulla Costa
Azzurra (dove venne dipinto Il Generale
Spagnolo oggi in mostra). Nel 1868
la nobildonna chiese all’artista di decorare
le pareti della Falconiera, ma a
causa dello scarso impegno di Giovanni
Boldini il rapporto si incrinò, fino ad
un vero e proprio contenzioso. La Falconer
si ammalò e morì l’anno dopo e
i dipinti rimasero incompiuti. Fu l’interessamento
di Telemaco Signorini e del
medico Bartolini che convinsero Boldini
Giovanni Boldini, Autoritratto di Montorsoli, olio su
tela, cm 56x36, 1892, Galleria degli Uffizi, Firenze
L'Antico Palazzo dei Vescovi, sede della mostra
Il generale spagnolo, olio su tela,1867;
Boldini realizzò questo ritratto durante il soggiorno
in Costa Azzurra con Isabella Falconer
54
BOLDINI A PISTOIA

a finire gli affreschi. La nota giornalista
Emilia Cardona Boldini, giovane vedova
del pittore e sua prima biografa, sui
ricordi pochi e molto confusi del marito
ultra ottuagenario, riuscì a ritrovare
la Villa nel 1938 ed acquistarla. Si trasferì
qui portando molti oggetti appartenenti
al marito dalla casa parigina e
quando morì, lasciò alla città di Pistoia
la stanza dipinta con i bellissimi affreschi.
Nel 1974/75 gli affreschi furono
staccati con la tecnica dello strappo e
dopo un lungo restauro oggi si trovano
in definitiva collocazione nel Palazzo dei
Vescovi. Le tempere murali sono bellissime
e rappresentano buoi aggiogati, una
marina con scogli, un pagliaio, i battitori
di grano, una guardiana di capre, la stesa
del bucato, palmizi e aranci con lo sfondo
del mare di Castiglioncello e le colline di
Collegigliato e quel “naturalismo agreste”
tipico dei pittori della “macchia”. Saranno
inoltre in esposizione sedici capolavori
realizzati da Boldini fra il 1864 e 1871
provenienti da collezioni private e musei
pubblici. Il catalogo è edito da Sillabe.
Mi piacerebbe accompagnare a visitare
questa mostra tutti coloro che lo desiderano
il mercoledì 25 ottobre 2017, per
cui chi è interessato può telefonare al numero:
328.6577705 (Giorgia Armellini).
Una scena del ciclo di affreschi: Pagliaio, tempera
su muro, 1868
La stesa dei panni, tempera su muro, 1868;
parete sud della sala
Giovanni Boldini
La stagione della Falconiera
Pistoia, Musei dell’Antico Palazzo dei Vescovi - 9 settembre 2017 - 6 gennaio 2018
Orario: martedì, giovedì, venerdì / 10.00-16.00; sabato, domenica / 10.00-19.30
anticopalazzodeivescovi@operalaboratori.com
Marina, olio su tavola, 1870, courtesy Galleria Bottegantica - Milano. Opera giovanile dipinta dall’artista nel periodo toscano in contatto con la pittura macchiaiola.
BOLDINI A PISTOIA
55

Eventi in
Toscana
La collezione
Salini:
emozioni
in mostra a
Siena
Fino al 15 settembre
ai Magazzini del Sale
Uno scorcio della mostra che riunisce opere d'arte, arredi ed oggetti artistici di scuola senese appartenenti
alla collezione dell’architetto romano Simonpietro Salini
di Barbara Santoro / foto Adriano Bartolozzi
A
chi, come me, s’interessa d’arte
e di eventi culturali non può
passare inosservata la mostra
Siena dal ’200 al ’400. La collezione
Salini, una splendida esposizione allestita,
su due piani, nei locali dei Magazzini
del Sale del Palazzo Pubblico
di Siena che racconta tre secoli di arte
della città. Una raccolta di opere senesi
tra dipinti, sculture, oreficerie, mobili
e maioliche. Circa 150 pezzi offerti generosamente
da Simonpietro Salini per
gratificare non solo il ristretto pubblico
di amici, ma anche un pubblico più ampio
che ha potuto, dal 15 giugno al 15
settembre, godere di tanta bellezza. La
collezione privata dell’architetto Simonpietro
Salini è una delle raccolte d’arte
più importanti d’Italia, frutto di oltre
trent’anni di collezionismo selettivo,
messo insieme pezzo dopo pezzo con
grande amore per i fondi oro e per tutta
la storia di una città unica come Siena.
Ricreando saloni, stanze da pranzo,
cappella e camera da letto con un gusto
stupefacente e raffinato, egli non
solo ha fatto un dono-omaggio ai senesi,
ma ha contribuito a far conoscere
a tanti turisti e non i tesori della città
del Palio. Guidata dall’abile mano di Luciano
Bellosi (1936-2011), questa collezione
tornerà alla fine della mostra ad
arredare le stanze del Castello di Gallico
che svetta con le sue quattro torri
sulle crete senesi, tra le sorgenti del
torrente Asso e l’antica via Lauretana, a
pochi passi dall’Abbazia di Monte Oliveto
Maggiore e da Asciano. Questo maniero,
appartenuto anche ai Tolomei, da
qualche decennio acquistato dal Salini,
ha subito un accurato restauro architettonico,
che nel 2002 gli ha meritato
il primo premio dell’Associazione per
la Salvaguardia e la Valorizzazione del
Patrimonio Architettonico e Naturalistico
Europeo. Nei Magazzini del Sale si è
ricreata l’atmosfera medievale suddividendo
la mostra dall’evoluzione dell’arte
bizantina a Duccio di Buoninsegna in
pittura, Giovanni Pisano in scultura e le
botteghe di Simone Martini e dei fratelli
Ambrogio e Pietro Lorenzetti. Molti sono
i marmi di Goro di Gregorio (1275-
1335) che scolpì l’Arca di San Cerbone
56
Barbara Santoro in visita alla mostra

nel Duomo di Massa Marittima, e quelli
di Tino di Camaino (1280-1337) che
nato a Siena morì a Napoli. Appoggiata
su un tavolino anche una curiosa “pinza
da ostie”, d’argento, un oggetto unico
nel suo genere. Il dramma della peste
del 1348 segnò la storia dell’Europa e
anche di Siena, ma due grandi polittici
di Bartolomeo Bulgarini e di Luca di
Tommè dimostrano come in questa città
l’arte non si fermò e poco dopo nacquero
i maestri rinascimentali come
Stefano di Giovanni (meglio conosciuto
come il Sassetta), Sano di Pietro, Giovanni
di Paolo, Francesco di Valdambrino,
Domenico di Niccolò “dei Cori”
(1362-1453) eccellente creatore di cori
intagliati e Francesco di Giorgio Martini
(1459-1501). Unica nel suo genere
la Madonna con il Bambino su scranno
quattrocentesco di Jacopo della Quercia
(1374-1438) che eseguì la Fonte
Gaia, famosa fontana pubblica di Piazza
del Campo. Una raccolta di ceramiche
è esposta in una vetrina abilmente
ricostruita e testimonia la produzione
senese e della zona umbro-alto laziale
dal tardo Medioevo al primo Rinascimento.
A corredo della mostra un ricco
catalogo, curato da Andrea de Marchi
e Gabriele Fattorini ed edito da M Studio
di Firenze, è offerto al prezzo “irrisorio”di
18 euro. L’ingresso alla mostra
è gratuito su richiesta del proprietario e
in accordo con il Comune di Siena. C’è
la possibilità però di lasciare una libera
offerta da destinare ad un’opera di beneficenza.
Donatella Capresi e Gianni
Maccherini con grande abilità, seguendo
la volontà del collezionista, hanno
reso possibile l’allestimento ricreando
un ambiente ineguagliabile per eleganza
e fedeltà storica. Ma chi è Simonpietro
Salini? Un noto architetto romano,
grande costruttore e progettista di opere
di edilizia civile ed industriale in Italia
e nel mondo, amministratore delegato
di Salini Impregilo. Molte le realizzazioni
che portano il suo nome: ponti, ospedali,
impianti idroelettrici, strade, dighe
, acquedotti, ferrovie, piani urbanistici
e territoriali in Europa, Africa, Medio
Oriente, Cina e Brasile. Alla fine della
mostra tutti questi magnifici oggetti
torneranno “a casa” accolti negli ambienti
suggestivi della stupenda fortezza,
che si auspica in futuro poter essere
aperta ad un pubblico elitario.
In questa e nelle foto di seguito, altre sezioni della mostra
Jacopo della Quercia, Madonna col bambino
COLLEZIONE SALINI 57

Ritratti
d’artista
Kamran
Khavarani
Combinando al dinamismo del colore
l’intensità dell’emozione, l’artista
iraniano crea una rara fusione di
romanticismo ed astrazione
Il settimo giorno, olio su carta, 2006
shang Seyhoun, docente ed architetto
apprezzato a livello internazionale. Negli
stessi anni, consegue un dottorato
in Urbanistica. Dopo la rivoluzione
islamica avvenuta nel 1979, si trasferisce
in California, prima a Los Angeles
e poi a Santa Monica, dove ancora
oggi vive e lavora. Alla professione di
architetto, per la quale è stato più voldi
Bijan Saadat / foto courtesy dell’artista
Nato in Iran nel 1941, Kamran
Khavarani manifesta fin da
bambino un’indole artistica,
iniziando a dipingere all’età di tre anni.
Qualche tempo dopo, neanche adolescente,
studia pittura tradizionale con
il noto artista iraniano Reza Samimi. Nel
1966 si laurea in Architettura all’Università
di Tehran, sotto la guida di Hou-
te premiato sia in patria che all’estero,
affianca da sempre il mestiere d’artista
che pratica con assoluta dedizione.
Dopo un esordio influenzato dalla sua
formazione classica, è giunto negli anni
ad uno stile pittorico permeato da un
profondo misticismo. Una svolta dettata
dallo studio della cultura filosofica e
letteraria del suo paese, con particolare
La resa, olio su carta, 2006
58

Kamran Khavarani
www.khavarani.com
kamran@khavarani.com
Il sogno della realtà, olio su carta, 2004
KAMRAN KHAVARANI
59

Mondo mistico: istantanee di un viaggio attraverso i miei
paesaggi mentali, olio su carta, 2005
L'albero della vita, olio su carta
attenzione alle opere di Jalal ad-Din Rumi,
grande poeta mistico persiano del
XIII secolo, e Hakim Abulghasem Ferdowsi,
il più celebrato poeta epico della
letteratura persiana medievale. Albert
Boimè, professore di Storia dell’Arte
all’Università di Los Angeles, ha dedicato
un intero volume alla pittura di
Kamran, per la quale ha coniato la definizione
di Romanticismo Astratto. Le
sue opere, dipinte ad olio su carta adoperando
le mani e talvolta anche un seme
di mango, fondono insieme colore
e sentimento, coinvolgendo l’osservatore
in un’esperienza visiva al medesimo
tempo mentale ed emozionale. Lo
conferma uno studio di due ricercatori
scientifici, Parisa Amirmostofian e Victor
Sagalovsky, che hanno dimostrato l’influenza
positiva della sua pittura sui malati
e non, ricerche in seguito pubblicate su alcune
riviste specializzate. Kamran Khavarani
ha più volte visitato Firenze, sia come
relatore nell’ambito di un convegno sul rapporto
tra arte e progresso dell’umanità - tema
su cui è espresso anche lo scorso anno
a Venezia - sia come artista, accolto per l’occasione
dalle massime autorità cittadine ed
accademiche. Le sue opere sono molto apprezzate
sia in Iran che in Cina e Russia.
Creazione, olio su carta, 2005
60
KAMRAN KHAVARANI

PARCORENAI
STATOLIBERO
Via dei Renai 9
50058 Signa - Firenze
Tel: 055 8996431
Fax: 055 8999257
segreteria@progettorenai.it
www.parcorenai.it
61

Circolo Nautico Quercianella
Fiore all’occhiello del litorale livornese, vanta una
rinomata scuola di vela ed altre attività agonistiche e
ricreative rivolte soprattutto ai giovani
di Fabrizio Borghini / foto courtesy Circolo Nautico Quercianella
Per volontà di un gruppo di sparuti
appassionati del mare, il 18
dicembre 1958, appena terminata
la costruzione del molo comunale, nasce
il Circolo della Pesca di Quercianella.
La vera nascita, tuttavia, risale agli anni
Quaranta, quando in una piccola darsena
naturale di fronte a via Fucini, i quercianellesi
ormeggiavano le loro piccole
barche di legno. Nel 1952 il Genio Civile
di Livorno elaborò un progetto di massima
di un approdo e, nel 1958, ebbe
inizio la costruzione del molo. Lo specchio
acqueo era in gran parte inagibile,
compresa la zona dell’attuale darsena,
per la presenza di numerose pietre affioranti.
La forza dell’unione degli uomini,
con un gravoso e faticosissimo
lavoro, permise di sollevare le pietre affioranti
e depositarle in modo da costruire
una diga interna a protezione della
darsena di oggi. Nel dicembre 1969,
con atto notarile, nacque il Circolo Nautico
Quercianella. Successivamente, l’8
settembre 1975, con pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale del 6 ottobre 1975,
il Circolo fu riconosciuto tale con Decreto
Ministeriale. A Quercianella era
nato un luogo, l’unico, dove le persone
s’incontravano e dove si trasmettevano
valori e tradizioni, dove i giovani potevano
riconoscere negli adulti esempi di
L’edizione 2014 di Zucchero a Vela, trofeo organizzato dal Circolo dal Club Velico Castiglionese sul Lago
Trasimeno che ha visto trionfare il Circolo Nautico di Quercianella
rispetto per la natura e di solidarietà reciproca.
Nel 1970 fu eletto il primo presidente
e da allora ne sono succeduti
altri sei fino all’attuale, l’ammiraglio Ettore
Ferrari. Nel 1997 è stata avviata la
costruzione della sede definitiva con la
creazione di nuovi servizi ai soci e con
la possibilità di ospitare manifestazioni
sportive anche a livello nazionale, grazie
alla concessione di spazi a mare e a
terra, prima della Capitaneria di Porto e,
successivamente, dell’Amministrazione
Comunale di Livorno. Oggi il Circolo
conta più di duecentosedici soci; le attrezzature
sono efficienti, le nuove catenarie
in darsena e la rifioritura dei moletti
hanno fatto sì che siano affidabili e sicuri
novanta posti barca, di cui due riservati
a soci disabili, uno ai mezzi di soccorso,
uno a disposizione della Società Volontaria
di Soccorso e uno per le soste di
emergenza in caso di avverse condizioni
meteo. La sede è accogliente: nella saletta
si creano occasioni conviviali, si gioca
a carte e sulla terrazza si conversa e si
pranza insieme. Il Circolo offre ospitalità
sia ai soci che ai frequentatori occasionali;
organizza, gestisce, manutiene con
attenzione e scrupolo spazi che in estate
sono frequentati da centinaia di persone,
dando loro la possibilità di usufruire di
una doccia, un servizio igienico e della
raccolta dei rifiuti; si occupa, inoltre, di
far conoscere il mare anche a chi, tra i
62
CIRCOLO NAUTICO QUERCIANELLA

I bambini della Scuola Vela Federico Santerini
La processione notturna delle barche in occasione
della festa della Madonna di Montenero organizzata
ogni anno d'estate
ragazzi diversamente abili, timidamente
vi si affaccia. La Scuola Vela Federico
Santerini è il fiore all’occhiello del
Circolo Nautico Quercianella, nonché la
scuola più frequentata di tutto il litorale
livornese. Da essa passano ogni anno
una media di ottanta ragazzi: tutti conoscono
le regole del mare e qualcuno diventa
campione, come il socio Giovanni
Ruberti, campione italiano e mondiale
della Classe Vaurien, e Francesca Santerini,
campionessa italiana nella Classe
420, già giovane responsabile della
scuola negli Novanta e oggi nota e apprezzata
velista a livello nazionale. Il numero
degli iscritti, negli anni più recenti,
è salito dalle cinquantasette unità del
2011 alle attuali ottantaquattro. Ogni
anno sono in calendario regate nazionali
e zonali. Con l’Accademia Navale e
il Comune di Livorno, il Circolo partecipa
all’organizzazione della Settimana
Velica Internazionale (ex Trofeo Accademia
Navale). Nella stagione estiva rappresentano
un appuntamento consolidato
e atteso altre due regate di prestigio dedicate
ad altrettanti velisti quercianellesi che
hanno perso la vita in mare: Trofeo Santerini
e Palio Velico Faniglione. Il Trofeo Santerini
è una regata di selezione nazionale per
la classe Laser alla quale partecipano una
cinquantina di concorrenti. Il Palio Velico
è invece una festa della vela, aperta a ogni
tipo di deriva e a tutti i velisti, principianti
ed esperti, che vede in mare fino a sessanta
barche provenienti da tutti i circoli velici
del litorale toscano. Il Circolo è membro
del Comitato Circoli Livornesi che rappresenta
sette associazioni sportive (Circolo
Velico Antignano, Circolo Nautico Livorno,
Lega Navale, Yachting Club Livorno, Assonautica,
Circolo Surf Tre Ponti) che, nello
scorso mese di marzo ha organizzato una
regata interzonale della classe Optimist
con la partecipazione di centoventi barche.
Anche la pesca è un aspetto che catalizza
l’interesse di molti appassionati. Ogni estate
in occasione della festa della Madonna di
Montenero viene organizzata una processione
notturna in mare con imbarcazioni illuminate,
patrocinata dalla parrocchia. In
tale occasione tutte le costruzioni del paese
che si affacciano sul mare sono decorate
con centinaia di lumi. Nella calda sera
d’estate, dalle barche che sfilano in mare,
si ha una magnifica visione del litorale illuminato
e, al rientro in porto, i tanti turisti e
i quercianellesi in attesa della benedizione
del parroco, applaudono ogni imbarcazione
che rientra in banchina.
La pesca, una delle attività praticate dai soci del circolo
www.cnquercianella.it
CIRCOLO NAUTICO QUERCIANELLA
63

Una banca coi piedi
per terra, la tua.
64
www.bancofiorentino.it