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Il Venerdi di Repubblica Luglio 2017

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dall’altro le facilita perché chi persevera<br />

prima o poi fa un errore che lo incastra». <strong>Il</strong><br />

40 per cento degli incen<strong>di</strong> italiani sono<br />

colposi: c’è chi brucia sfalci e perde il controllo<br />

delle fiamme, chi griglia salsicce e<br />

finisce per arrostire alberi interi. Del restante<br />

60 per cento una minima parte è<br />

ascrivibile a patologia psichica, il grosso<br />

a un incre<strong>di</strong>bile mix <strong>di</strong> astio personale,<br />

liti <strong>di</strong> vicinato, puro teppismo o deliranti<br />

pratiche agricole o venatorie. A seconda<br />

delle regioni, prevale chi appicca il fuoco<br />

per stanare i cinghiali, chi si ven<strong>di</strong>ca del<br />

vicino bruciandogli il pascolo, chi incenerisce<br />

il campo per favorire la ricrescita<br />

degli asparagi selvatici (capita!), chi dà<br />

alle fiamme il mondo per poter correre a<br />

spegnerlo.<br />

Quello degli incen<strong>di</strong>ari è un universo<br />

parallelo, che perlopiù si carica <strong>di</strong> rancori,<br />

reazioni e obiettivi paurosamente anacronistici.<br />

In tempi <strong>di</strong> turbocapitalismo non<br />

c’è insomma ritorno economico che tenga:<br />

«Dopo due anni <strong>di</strong> indagini, lo scorso agosto<br />

a Uras, in provincia <strong>di</strong> Oristano, abbiamo<br />

arrestato un pensionato responsabile<br />

<strong>di</strong> almeno venticinque incen<strong>di</strong> per centinaia<br />

<strong>di</strong> ettari <strong>di</strong> vegetazione» racconta<br />

Madeddu. <strong>Il</strong> vecchio passava le giornate<br />

nei campi, ed è ricorso all’accen<strong>di</strong>no anche<br />

solo per punire chi, a male parole, gli aveva<br />

impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> rubacchiare angurie. Ma un<br />

delirio del genere può ancora chiamarsi<br />

movente? Eppure non è un caso isolato:<br />

qualche anno fa, sul lungomare <strong>di</strong> Quartu,<br />

una coppia provocò 125 incen<strong>di</strong> in tre<br />

giorni per puro vandalismo, mentre a Capoterra,<br />

sempre in provincia <strong>di</strong> Cagliari,<br />

padre e figlio nel 2015 hanno confessato<br />

almeno quin<strong>di</strong>ci incen<strong>di</strong> appiccati con<br />

or<strong>di</strong>gni ru<strong>di</strong>mentali a base <strong>di</strong> sigarette,<br />

cerini e zampironi. Le ragioni? «Nessuna»<br />

ammette Madeddu. «Sappiamo solo che<br />

erano <strong>di</strong>soccupati, e che il padre frequentava<br />

un’associazione <strong>di</strong> volontari antincen<strong>di</strong>o».<br />

Volontario appunto: bruciava e<br />

spegneva per il puro piacere <strong>di</strong> farlo.<br />

A seconda delle annate, gli incen<strong>di</strong> sono<br />

un problema, una trage<strong>di</strong>a o una catastrofe.<br />

<strong>Il</strong> 2012 è stato pesantissimo, il 2015<br />

<strong>di</strong>fficile, il 2016 nella norma, quest’anno i<br />

segnali non sono incoraggianti. Estate<br />

dopo estate, e canicola dopo canicola, un<br />

Paese intero teme quin<strong>di</strong> l’innesco tra<br />

moventi minimi, azioni da nulla e danni<br />

colossali. Questo quasi ovunque. Perché<br />

poi c’è la Sicilia, dove lo scorso anno decine<br />

<strong>di</strong> operai forestali sono stati licenziati<br />

proprio perché pregiu<strong>di</strong>cati per incen<strong>di</strong>o<br />

doloso. E dove le cause dei roghi sono<br />

spesso brutalmente all’altezza delle <strong>di</strong>struzioni<br />

che provocano: «Nel 2016 abbiamo<br />

subito un vero e proprio attacco da<br />

parte della criminalità organizzata, che<br />

così reagisce alla nostra volontà <strong>di</strong> restituire<br />

la terra agli onesti» spiega Giuseppe<br />

Antoci, presidente del Parco dei Nebro<strong>di</strong><br />

che lo scorso 17 maggio è miracolosamente<br />

scampato a un attentato mafioso. A volerlo<br />

morto è la mafia dei campi e dei fon<strong>di</strong><br />

europei, che dopo decenni <strong>di</strong> bengo<strong>di</strong> è<br />

stata messa all’angolo dal protocollo <strong>di</strong><br />

legalità ideato dallo stesso Antoci e firmato<br />

da tutte le prefetture regionali: «Fino al<br />

2015 gli affitti <strong>di</strong> terre<br />

demaniali prevedevano<br />

il certificato<br />

«SONO SICURO<br />

CHE TRA I PIÙ antimafia solo per<br />

SOLERTI A<br />

canoni superiori ai<br />

SPEGNERE<br />

I ROGHI SI<br />

150 mila euro annui»<br />

NASCONDE UN spiega Antoci. «Ora<br />

INCENDIARIO...» la soglia è stata portata<br />

a zero, cacciando<br />

dal mercato tutti<br />

gli operatori in odore <strong>di</strong> mafia». Al cronista<br />

stupito da tanto interesse malavitoso per<br />

qualche ettaro <strong>di</strong> terra, Antoci risponde<br />

con un dato: «Solo in Sicilia i contributi<br />

europei all’agricoltura valgono cinque<br />

miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro, spesso destinati a campi<br />

in cui non pascola e non cresce assolutamente<br />

nulla». Per questo lo vogliono morto,<br />

e per questo la Sicilia deve bruciare: «I<br />

boschi vanno a fuoco per ritorsione e intimidazione»<br />

continua Antoci. «Certo, c’è chi<br />

parla <strong>di</strong> autocombustione, ma il 16 giugno<br />

2016 in tutta l’isola abbiamo avuto oltre<br />

500 focolai d’incen<strong>di</strong>o: le sembra possibile<br />

che fossero tutti dovuti allo scirocco?».<br />

E alla domanda (retorica) il presidente<br />

Antoci aggiunge una previsione inquietante:<br />

«<strong>Il</strong> nostro protocollo <strong>di</strong> legalità sta<br />

per <strong>di</strong>ventare legge nazionale, questa<br />

battaglia andrà combattuta in tutta Italia».<br />

<strong>Il</strong> servizio antincen<strong>di</strong>o nazionale <strong>di</strong>spone<br />

<strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci Canadair, venti elicotteri e<br />

seimila carabinieri forestali; i coman<strong>di</strong><br />

regionali <strong>di</strong> altri 48 mezzi aerei e dei cinque<br />

corpi forestali delle regioni a statuto<br />

speciale. È un piccolo esercito: si è fatto le<br />

ossa con l’o<strong>di</strong>o immotivato, saprà affrontare<br />

la rabbia dei mafiosi.<br />

Raffaele Oriani<br />

14 LUGLIO <strong>2017</strong> . IL VENERDÌ . 43

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