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ARCOBALENO
voci e percorsi delle branche assoraider
Periodico dell’Associazione Italiana di Scautismo Raider - www.assoraider.it N°5 Anno XXIII - Ottobre 2017
Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/03 (conv. in L.27/02/2004) n° 46 art. 1 comma 1 - DCB Cagliari
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Kaa-pacità
Ricordi del CNE
Ricordi del Rover Moot
La Ciurma all’Idroscalo
Rockfestraid 2017
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è dedicata ai giovani
e a tutti coloro che
intendono reagire
al dilagare di egoismi e
vogliono dimostrare la
possibilità di una
fraternità mondiale
come quella scaut.
La rivista contiene inserti
riservati ai lupetti,
esploratori ed esploratrici,
rover e scolte,
raider e nautici.
ARCOBALENO
voci e percorsi delle branche assoraider
Arcobaleno - Redazione e Amministrazione c/o Salvatore Roggero:
09122 Cagliari - Via Marini, 11 - naz.pubblicazioni@assoraider.it
Anno XXIII - Numero 5 - ottobre 2017. Autorizzazione del Tribunale di
Cagliari n. 24 del 23.06.1995. ASSORAIDER - Associazione Italiana di
Scautismo Raider. Iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione
in data 13/07/2011 con numero 21321 presso Ufficio ROC del Corecom
Lazio. Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale
D.L.353/03 (conv. in L.27/02/2004) n° 46 art. 1 comma 1 - DCB Cagliari.
Direttore Responsabile: Salvatore Roggero
Direttore di Redazione: Vittorio Sanese
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ARCOBALENO
vuole assolvere alla
funzione di collegamento
fra tutti gli iscritti
all’Associazione
nonché
con i genitori dei più
giovani iscritti
perché seguano
quanto viene offerto
ai loro figli in fatto
di formazione del
carattere del
futuro cittadino.
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Immagine di Copertina: CNE 2017
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Questo numero è stato consegnato alla stampa il 31.10.2017
La tiratura di questo numero è di 2.000 copie.
Impegnano la responsabilità della rivista solamente gli editoriali e
gli articoli non firmati. Per gli articoli firmati la responsabilità rimane
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Arcobaleno è una rivista inviata gratuitamente agli iscritti dell’Assoraider
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Causale: censimento. Abbonamento annuale alla rivista “ARCOBALENO”
(4 numeri) - Euro 12,00 - Il pagamento dell’abbonamento si può effettuare
con le stesse modalità del tesseramento con Causale: abbonamento riviste.
RUBRICHE ALL’INTERNO:
RUBRICHE ALL’INTERNO: Hathi Racconta
Hathi Racconta Gioca pag. con 5 Bagheera
Gioca con Bagheera pag. Baloo 6 Risponde
Baloo Risponde Girnalista pag. 7 del Mese
La Zampa di Akela pag. La 8/9 Zampa di Akela
Disegnando qua e là ... pag. 10
Kaa-pacità
Kaa-pacità pag. 11/12
Le “Curiosi Cub”
3
Era un caldo pomeriggio primaverile e Mowgli era rimasto per tutto il giorno seduto
su un alto a contemplare l’orizzonte ed a meditare. Aveva vissuto tante
avventure, ma non aveva mai incontrato un , anche se gli sarebbe piaciuto
tanto incontrarne uno. Proprio in quel momento, quando aveva finalmente deciso
di scendere dall’ , udì un rumore che non aveva mai udito prima: la risata
di un cucciolo d’ . Alla risata seguirono le grida delle , che si stavano
divertendo a loro modo con il cucciolo. Mowgli capì subito che le avrebbero
lanciato ed escrementi contro il cucciolo solo per divertirsi, perché così
faceva il Popolo Senza Legge. Balzò di in e raggiunse il luogo dal
quale aveva sentito provenire il suono: trovò, in una piccola radura, un cucciolo
d’uomo che tentava di accarezzare il muso di una Bandar, la quale nascondeva
dietro la schiena una . L’avrebbe lanciata all’improvviso contro il cucciolo
per far divertire le altre che osservavano la scena dagli , Mowgli
ne era sicuro. Silenziosamente, si portò alle spalle della che, colta di sorpresa,
mandò un grido e fece cadere la . “Vattene, Band, lascia in pace il
cucciolo, altrimenti te ne pentirai”. La Bandar vide il affilato di Mowgli e
subito fuggì assieme alle sue compagne. Mowgli era rimasto solo con il cucciolo
d’ e pensò che avrebbe fatto meglio a riportarlo a casa, ma non aveva idea di
dove fosse. Mentre pensava al da farsi, sentì il richiamo dell’ provenire da
un luogo vicino. Forse era il suo branco che lo cercava. Mowgli afferrò allora il
cucciolo e lo portò con sé. Si mosse fra gli , finché raggiunse il luogo da
cui proveniva il richiamo. Vide un intento a cercare qualcuno. “Sta cercando il
cucciolo” pensò Mowgli. In quel momento, nonostante gli avessero insegnato a
temere l’ , nonostante gli avessero detto che era crudele e spietato, egli vide un
triste e spaventato, in cerca del cucciolo, da solo in un territorio che non conosceva.
Raksha avrebbe fatto lo stesso, se un si fosse perso o fosse scomparso.
Mowgli decise di scendere dall’ e di deporre il cucciolo vicino a un ,
dove l’ potesse vederlo. Dopo essere risalito emise un verso e l’uomo si girò da
quella parte. Vide il figlioletto vicino ad un e ogni preoccupazione svanì dal
suo viso. Mowgli lo guardò allontanarsi e capì che aveva fatto la scelta giusta.
...Gioca con
4
Bagheera
Labirinto
Lupiiiiiii siete pronti
a tornare in tana e
cacciare con i vostri
fratellini???
Potete allenarvi
ad aiutare il vostro
fratellino Mowgli
a trovare la strada
per arrivare da
Akela!!!!!
Trova le
Differenze
Lupi non notate
qualcosa di strano in
queste due immagini?
Probabilmente manca
qualcosa, aiutatemi a
trovare le differenze.
Buona Caccia
Lupiiiiii !!!!!
BRANCO BiANCA LuNA - Sez. Di iTTiRi
Baloo Risponde
5
Baloo,
senti un
po’, ma cos’è
quella cosa
che hai intorno
al collo?
Come cos’è
Giacomo, è la
mia pelliccia!
Ma no Baloo,
lo so che
quella è la
tua pelliccia,
ce l’ho pure
io! Intendevo quel
cordoncino marrone
che si arrotola
al foulard e quel
bellissimo ferma
foulard tutto intrecciato!
Ho visto
che ce l’ha anche
Akela e anche gli
altri Vecchi Lupi!
Ahhh ....
stai parlando
del
Mastio e
della Testa di Moro;
vedi Giacomo, per
diventare vecchi lupi
bisogna fare un percorso
lungo, non è così
semplice, devi sapere
infatti che bisogna
fare una scuola per diventare
un capo!
Ma Baloo
quelli allora te
li regalano lì?
No, non te li regalano,
devi meritarli,
vedete, alla scuola
capi, che si chiama
CFQ (Corso Formazione
Quadri),
bisogna andare per 3 anni
... di seguito, nei quali ti insegnano
un sacco di cose! É
bellissimo ed ogni anno se
meriti di andare avanti nella
tua formazione ti danno: il
primo anno il Mastio che è
il cordoncino che vedete appeso
alla mia pelliccia, il secondo
anno la Testa di Moro
che è questo meraviglioso
ferma foulard, e al terzo anno
ti danno questo bellissimo
Distintivo da appendere alla
camicia per testimoniare che
sei un capo a tutti gli effetti!
SIIIIIIIIIII!!!
CI ANDIAMO
TUTTI!!!!
Ci voglio andare
anche io!!!
Lo spero tanto
Giacomo, quando
sarai più grande,
spero di vederti
fra quei giovani ragazzi
che hanno tanta voglia
di apprendere tanto per
donare qualcosa agli altri!
Vi dico un’altra
cosa: Quest’anno
al Cfq hanno
festeggiato i 50
anni della scuola!!!
Ma sono tantissimi!!!
Io voglio
festeggiare i
100 anni Baloo!
AHAHAH
Certo Giulia,
però prima
impegnati per
aprire il tuo primo
occhio sulla Giungla!
BRANCO DeL pOpOLO LiBeRO - Sez. Di ROMA 4
6
Giornalista
Sono Angelica Lemma del Branco
Giungla Viva di Barletta e a luglio abbiamo fatto
le vacanze di branco che si sono svolte a San
Ferdinando di Puglia alla Cava Cafiero.
Siamo stati in aperta campagna fra alberi e cave di
pietra. Quando siamo arrivati abbiamo sistemato i nostri
sacchi a pelo nella tana e dopo abbiamo fatto l’alza bandiera.
Durante la settimana abbiamo fatto tante cacce
bellissime. Tutte le sere abbiamo prima cenato e poi i
vecchi lupi hanno acceso il fuoco. Abbiamo cantato e
suonato e dopo le scenette siamo andati a dormire. Una
delle esperienze più belle è stata quella della scalata.
Abbiamo scalato una parete rocciosa con l’imbracatura
e la corda, ho avuto un po’ dí paura ma poi mi è passata
e mi sono divertita tantissimo. Queste vacanze di branco
mi sono piaciute tantissimo e mi sono divertita con i
miei amici, vorrei fare un’altra uscita simile.
del mese
LE VACANZE
DI BRANCO
BRANCO DeLL’ANTiCA Rupe - Sez. Di ARDeA
Giornalista
7
del mese
Sono Tommaso Sciacca e sono un lupetto
dell’Assoraider Roma 4. Il 18 e
19 marzo sono andato con il pullman
a Cave (un paesino in provincia di Roma).
Il viaggio è stato fichissimo, c’era Mattia
che cantando, ci faceva morire dal ridere.
Quando siamo arrivati il pullman ci ha
lasciati di fronte al cimitero di Cave e poi
abbiamo camminato per un viottolo in fondo
al quale c’era un cancello, siamo entrati e
abbiamo scoperto che era una fattoria.
Io mi sono impressionato per tutti gli animali
che c’erano: un asino di nome Ciuchino,
un cavallo di nome Gnocchetto, poi siamo
entrati in un recinto dove ci hanno accolti
due cani maremmani, uno si chiamava Orso
e l’altra Orsa. Poi un signore ci ha fatto
vedere un po’ di galline e uova, un pavone,
un maiale, un cinghiale, una pecora con un
agnellino, un coniglio e un oca.
Per la sera Akela ci aveva detto di preparare
delle scenette divisi per muta. Nel frattempo
il Reparto accendeva il fuoco; dopo Akela
ci ha chiamato in cerchio e ci ha spiegato
il comportamento davanti al fuoco: stare
in silenzio ed ascoltare i vecchi lupi che ci
chiamavano a fare le scenette. Quando abbiamo
finito di stare al fuoco Akela ha detto
ai lupi di andare a dormire.
É stata la mia prima notte nel sacco a pelo
senza mamma e papà‡. La mattina presto abbiamo
fatto, prima ginnastica con Raksha,
poi colazione con un buon latte caldo, cacao
e torta. Dopo l’alza bandiera siamo saliti
sul cassone del trattore che ci ha portato in
cima alla collina. Una signora apicultrice ci
ha spiegato come si fa il miele, come si riproducono
le api e come sono fatte le arnie
e le cellette delle api. Abbiamo assaggiato
il miele e poi del formaggio con il miele. Poi
con il latte caldo e il caglio abbiamo fatto il
formaggio primo sale e la ricotta con il resto
del siero. Dopo l’ammaina bandiera abbiamo
aspettato il Reparto e i Raider. Sul pullman
di ritorno molti si sono addormentati per la
stanchezza. Al mio papà‡ quando sono sceso
dal pullman ho detto “questa è stata un’avventura
che non dimenticherò mai”.
BRANCO DeL pOpOLO LiBeRO - Sez. Di QuARTu S.e.
8 La Zampa
Buona
Caccia
Lupi,
o forse dovremmo chiamarvi
“attori provetti” ,
abbiamo visionato con
molta attenzione i
vostri lavori da sceneggiatori,
attori e registi e
dobbiamo fare i nostri
complimenti a tutti voi,
siete sicuramente pronti
per il vostro debutto uffi-
ciale come Attori di teatro
professionisti.
Vi ringraziamo per la
numerosa partecipazione
e come sempre avete fatto
del vostro meglio. La giuria
infatti ha faticato molto
per decretare il branco
vincitore, ma alla fine è
riuscita a dare un verdetto.
Si aggiudicano il premio
per il primo posto a pari
merito il Branco di Seonee
della sezione di Statte e il
Branco del Fiore Rosso di
Taranto1!!! … tutti gli altri
partecipanti si classificano
a pari merito in seconda
posizione. Che dire Lupi è
stata davvero una grande
caccia.... Vi aspettiamo
numerosi alla prossima
Zampa di Akela!!!
di Akela
Primi Classificati
Branco Luna Piena
Taranto 2
Secondi
Classificati
Branco Alba d’Oro
Barletta
Branco Giungla Viva
Barletta
Branco del Fiore Rosso - Taranto 1
Branco di Seonee - Statte
Branco Lupi del Gurgo
Andria
Buona caccia
a tutti!
Kaa-pacità 9
BUONA CACCIA a Tutti CARI LUPI ! Sssssapete l’altro
giorno girovagando per la giungla mi ssssssono accorto
che ovunque andassssi ssssul terreno lasciavo un ssssegno,
la mia traccia! Cossssì mi ssssson detto: “Perchè non andare a
vedere come ssssono fatte quelle degli altri animali?”
E ho decissso di farne una collezione! Come ? É ssssemplice!
Cosa ci serve:
1 Sacchetto di gesso in polvere, 1 Ciotola, Acqua q.b.,
1 Spatolina (o qualsiasi cosa per girare), Ritagli di cartone.
Una volta che abbiamo
trovato un’impronta di cui
vogliamo fare il calco, dobbiamo
costruire attorno con
i ritagli di cartone o altro,
un piccolo rettangolo che la
circondi.
Passo 1
Nella ciotola versare il gesso e
aggiungere acqua lentamente nel
mentre che si mescola, finchè non
si creererà‡ un composto denso e
omogeneo. Versare il tutto sopra
la traccia, all’interno del rettangolo
precedentemente costruito.
Passo 2
Aspettare che il gesso si asciughi.
Una volta asciutto, rimuovere
delicatamente i pezzi di
cartone e capovolgere il blocco
di gesso. Ora avete il vostro
calco!
Passo 3
Conclusione
Ora che avete
fatto il vostro
calco potrete
riprodurre sul
terreno tutte le
volte che volete
la vostra
impronta,
o giocare con gli
altri lupi e
provare ad
indovinare a che
animali
appartengono
tutte le impronte
che avete
collezionato!!!
Kaa-pacità
10
Buona Caccia Lupi miei carissssssimi lupi!!!!
Quessssta esssstate ha lasciato nella mia piccola
tesssstolina tantisssssssimi tormentoni essssstivi,
che nella Giungla hanno riecheggiato di continuo tra gli
alberi e le tane. Volete provare a rissssssuonarli????? Create
inssssieme a me degli ssssstrumenti musssssicali con materiale
riciclato e sssssarete anche voi dei bravissssssimi ANIMATORI!!!!!
Maracas con uovo di Pasqua e riso
PASSO 1: prendi del riso e un contenitore di plastica chiuso
a forma di uovo (quello della sorpresa dell’uovo di pasqua
va benissimo)! PASSO 2: metti due pugni di riso dentro al
contenitore e richiudi tutto. PASSO 3: comincia a scuoterlo
e segui il ritmo!!!!
E TU CHE
ASPETTI???
REALIZZA
QUESTI STRUMENTI
MUSICALI O
INVENTATENE
DI NUOVI!!!
SCATENA ....
IL RITMO NELLA
GIUNGLA!!!!!!
Nacchere con Cartone e Tappi
PASSO 1: prendi un pezzo di cartone lungo circa 7-8 cm e largo 3-4
cm, della colla e anche due tappi di alluminio. PASSO 2: Piega a
metà il cartone e incollaci i tappi, uno in ogni metà. PASSO 3: Metti
pollice e indice sulle due metà del cartone: stringendo le dita
sentirai i tappi sbattere tra loro come fossero nacchere!!!!
Bastoncino e Tubo
Corrugato
PASSO 1: Prendi un pennarello (o un
bastoncino di legno) e un pezzo di tubo
corrugato. PASSO 2: Strofina il pennarello
sul tubo: sentirai che suono forte!!!!
Bongo con Latta,
Palloncino, Elastico
PASSO 1: Prendi un cilindro di latta
(possibilmente aperto da entrambe
le parti), forbici con la punta arrotondata,
un palloncino e un elastico.
PASSO 2: Taglia il palloncino e ricopri
la parte aperta della latta; ora
fissala con un elastico sul bordo.
PASSO 3: Batti le mani (o le bacchette)
sopra il tuo nuovo bongo:
senti che musica!!!
Le "Curiosi Cub"
dai Voli di Chil
Nelly Nelly scappa via
da "Caramelly"
Provate ad immaginare un pianeta fatto tutto di caramelle, colorate, succulente,
profumate, zucchero come pioggia e qualsiasi cosa commestibile
e deliziosa. Era questo che credono fino all’età di 99 anni tutti gli
abitanti del pianeta CARAMELLY. Lo credevano perchè fino a quel momento gli
adulti del loro villaggio li facevano vivere con la speranza che un giorno avrebbero
potuto mangiare e toccare tutta quella varietà di dolci. Vivevano con la
speranza di poter finalmente mangiare tutte quelle cose che dall’aspetto sembravano
squisite. C’era qualcosa di strano però, in quel paese nessuno era felice
gli adulti avevano sempre le stesse abitudini, lavoravano nella fabbriche di dolciumi,
producevano mattoni di cioccolata, che servivano per costruire le case,
e così via. Mai una festa , mai nessuno che fosse contento. Tutti lavoravano in
silenzio ed eseguivano gli ordini del capo villaggio il famosissimo “Re Brioscia”.
Una cosa era strana erano tutti magrissimi, tranne re Brioscia, e non viene da
chiedersi perchè???? Con tutti quei dolciumi almeno un po’ di pancetta dovevano
averla. Invece Nulla la loro razione di cibo non era altro che una ciotola di
riso bianco. Nelly Nelly , una bambina tuttofare, biondina dalla pelle arancione
come le carote, era molto curiosa e vivace e cominciò prima degli altri bambini a
11
12
Le "Curiosi Cub"
dai Voli di Chil
capire cosa succedeva attorno a se. Sul pianeta Caramelly era conosciuta come
una bambina dispettosa ed indipendente, che non ascoltava mai i genitori ed
era sempre in punizione. Ma nonostante fosse molto vivace aveva una marcia
in più rispetto a tutti; era curiosa e aveva un’intelligenza sopra la norma. Non
poteva proprio accettare che non si potessero mangiare tutti quei dolciumi che
profumavano così tanto, che formavano strade,
case, macchine … e sì lo fece stacco la maniglia di
una porta e se la mangiò. Non poteva proprio stare
alle regole del suo popolo, e fu così che scoprì
l’amara verità. Amara nel vero senso della parola,
perchè non solo scattò un’allarme che risuonò
per ore in tutto il pianeta, ma quella maniglia che
era una barretta di cioccolata aveva il gusto della
terra, un gusto a Nelly sconosciuto, ma fidatevi
noi sappiamo bene che gusto avevano quelle finte
caramelle. Ad un certo punto cominciò ad assaggiare
tutto ciò che le passava per le mani, gusti
orribili, terra, sale, aceto erano questi i sapori che
davano le bellissime caramelle e gli altri dolciumi,
sapori che non si potevano nemmeno sopportare.
Le sirene suonavano sempre più forte, da li a breve
avrebbero catturato Nelly Nelly, che cominciò
a correre velocemente, aveva le guardie del
re alle costole, inciampò si rialzò e corse più forte
che poteva. Non sapeva dove andare, a nessuno
era permesso attraversare i confini del villaggio,
ma Nelly Nelly era determinata ad andarsene da
quella illusione dove aveva vissuto fino ad ora e
ne era convinta, non sapeva dove sarebbe arrivata
ma la forza che aveva nelle gambe er magica,
a tal punto da farla correre più forte del vento.
Il destino però aveva in serbo per lei un destino
migliore; Nelly Nelly intravide una luce fortissima
, le corse incontro e fu risucchiata in un vortice
talmente forte che scomparve e si smaterializzò
nel nulla. Poco tempo fa mi è arrivato un messaggio
a casa, era Nelly Nelly che mi chiedeva aiuto.
Ha bisogno che ritroviamo tutti i pezzi del suo
corpo, è viva sta bene, dobbiamo solo ricostruirla
e finalmente liberarla dalla schiavitù alla quale era costretta nel suo pianeta.
I lupi dei branchi della Puglia hanno valorosamente portato a termine la missione
e presto anche i lupi della Sicilia e della Calabria lo faranno...
AVVENTUREVERSOILSUCCESSO
CN
EE
RS
DUEMILADICIASSETTE
Ricordi del Campo Nazionale EE
“Beat your limits”... Supera i tuoi limiti
Località “Maraschiata”
Alpe del Nevegal - Ponte nelle Alpi (BL)
5-12 Agosto 2017
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Beat
your limits
Supera i tuoi limiti
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i tuoi limiti
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Supera
Dal Diario di Giulia - Sezione Taranto 2
... Finalmente arrivava il fatidico giorno tanto atteso, quello dell’
“HIKE” … il pernotto è avvenuto sul Col Visentin a 1764 metri purtroppo
all’interno di un casolare (Rifugio ndr) a causa del freddo e
del vento. Eravamo davvero troppi c’era chi dormiva sotto un tavolo,
chi sotto le sedie e chi con i piedi in testa al compagno un po’ scomodo
ma è stato bellissimo essere lì tutti insieme sotto lo stesso tetto!!
Beat your limits
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18
News dai Reparti
Buona caccia, mi chiamo Martina Piccolo e sono il Capo
della pattuglia Airone del reparto “James Cook” di Barletta.
Dal 29 aprile al 1° maggio la nostra città ha ospitato le
sezioni di Andria, Taranto 1, Taranto 2, San Severo 1 e San Severo 2 per
commemorare il santo patrono dello scautismo, San Giorgio, e per
festeggiare i 25 anni della fondazione della nostra sezione. Esploratori
ed esploratrici sono stati attendati nel fossato del castello svevo
di Barletta, invece, i lupetti sono stati ospitati nella palestra della
scuola Fraggianni e le compagnie sono subito partite per il campo
mobile. Dopo aver montato le tende e aver gironzolato tra un reparto
e l’altro, la prima sera, abbiamo eseguito un fantastico percorso
Herbert notturno in spiaggia. Lo scopo principale di questo percorso
era, dopo aver superato nel minor tempo possibile tutti gli ostacoli,
entrare in un labirinto per prendere oggetti che ci sarebbero serviti
per un’attività svoltasi il giorno dopo. Infatti la domenica le varie
pattuglie si sono messe in gioco in una strana attività a tappe. Un
piccolo problema! Le tappe era scritte in dialetto barlettano antico.
L’attività si è svolta dalla mattina fino alle 17.00 ma per fortuna l’ultima
tappa, come diceva l’indovinello “ALLE SPALLE HAI UN PALAZZO-
NE CON TRE ARCHI ED UN PORTONE, A SINISTRA UN ALTRO ARCO CHE
A VICO GLORIA FA DA VARCO, IN QUESTA PIAZZA COSI’ SPAZIOSA C’E’
UNA SORPRESA APPETITOSA”, era davvero deliziosa poiché ci sono
state consegnate tante caramelle. Al nostro ritorno nel fossato ci è
stato riferito il tema del fuoco che si sarebbe svolto quella sera: “le
leggende”. Così abbiamo preparato le scenette ed i bans, anche se il
vento non è stato proprio nostro amico. Il giorno seguente ci siamo
sfidati tra pattuglie in tornei di diversi giochi scaut tra cui: roverino,
palla al fortino, cappellone, scalpo sleale e dodgeball. Inutile dire che
ci siamo divertiti un sacco. Purtroppo anche questa giornata è volta
al termine ed infatti alle 16.00 si è tenuta l’ammaina bandiera con
le varie premiazioni delle attività svolte. Inoltre la domenica mattina
abbiamo ospitato anche gli AgiScout della sezione di Bisceglie che
hanno partecipato alle attività e preso parte al quadrato. Non resta
che dire che sono davvero orgogliosa del lavoro svolto dalla mia se-
zione per la realizzazione di questo San Giorgio così originale.
Buona Caccia! Martina - Reparto James Cook
Mi chiamo Diana, ho 14 anni e sono il Capo della pattuglia
Albatros del reparto “James Cook” di Barletta. Questo è
il mio ultimo anno di reparto e ho deciso qualche mese
fa di sostenere le prove per diventare esploratore scelto. Dopo l’approvazione
dei miei capi, ho cominciato a dare forma alla mia idea e
con impegno, tempo e qualche notte ad occhi aperti, finalmente sono
arrivata a definire la mia impresa: organizzare un’uscita di reparto
incentrando ogni attività su uno dei quattro punti di BP. Il pernotto si
è svolto il 27 e 28 maggio in una campagna nei pressi di Barletta ed è
stato suddiviso in quattro momenti principali:
1. CHIACCHIERATA: sul tema della paura sotto tutti i suoi aspetti
che si è conclusa con l’esternazione delle proprie paure attraverso
bigliettini anonimi. Questa attività riguardava la formazione del
carattere.
2. GIOCO NOTTURNO DI TOPOGRAFIA: durante il quale ogni
pattuglia si è cimentata in una marcia all’azimuth alla ricerca di
materiale per l’attività del giorno seguente concentrandosi quindi
sull’abilità manuale.
3. RISVEGLIO MUSCOLARE: per salute e forza fisica
4. GIOCO SUL PRIMO SOCCORSO: che ha visto le pattuglie occuparsi
di alcuni “feriti” utilizzando il materiale trovato la sera prima
durante il gioco di topografia facendo così un ideale servizio
verso il prossimo.
Ciò che ho imparato di nuovo e non sapevo ci fosse dietro all’organizzazione
di un’attività, è tutto quello che ha a che fare con la logistica:
spesa, mezzi di trasporto, sopralluoghi, materiale, sicurezza!
L’esperienza dell’organizzazione dell’impresa è stata molto utile alla
mia crescita personale e, spero, a quella dell’intero reparto. Inoltre è
servita a conoscere meglio me stessa, il gruppo e lo staff oltre che a
portarmi al superamento dei miei limiti. Ringrazio tutti per questa
bellissima oppurtunità: la mia pattuglia, la sezione che ha messo a
disposizione il materiale e i miei capi che sono stati disponibili giorno
e notte (...nel vero senso della parola!). Il percorso non è stato sempre
semplice ma il bello è stato proprio affrontare qualcosa di nuovo
realizzando cosa vuol dire essere davvero...READY FOR ACTION!!!
Buona Caccia! Diana
Reserve
Your Spirit
20 VOGLIA DI STRADA
ROVERMOOT 2017 - Reserve Your Spirit
Mentre fisso il foglio per cercare di trasporre in parole il mio pensiero
riguardo quello che è stato questo Rovermoot per la terza branca,
rimango sospeso con la penna a mezz’aria assalito dal ricordo di immagini,
colori, suoni, stati d’animo e parole.
Così mi rendo conto quanto sia difficile
racchiudere tutto questo su un foglio e sorrido,
perché sono certo che chiunque nei miei
panni farebbe lo stesso.
Mi sono sempre chiesto, nei mesi e nei
giorni prima dell’apertura del campo, se ci
fosse la giusta atmosfera nella branca, se
stessimo facendo il massimo per fare in
mondo che tutti fossero pronti per questa
esperienza. È stata proprio questa ricorrente
domanda che ci ha dato la motivazione
per fare sempre del nostro meglio nel lavoro di preparazione. In effetti,
il nostro Rovermoot è iniziato tanti mesi prima con le riunioni
di programmazione, i sopralluoghi, gli studi e le analisi delle attività e
man mano, vedere questa impresa
prendere forma sempre più a
dimensione di rover e scolta ci ha
caricati sempre più. Tanto da non
farci scoraggiare da interminabili
ore di viaggio, tracciare i percorsi
nella neve, mille “scartoffie”,
nottate di confronti ed innumerevoli
fisiologici imprevisti. Ogni sopralluogo
aggiungeva un pezzo al
grande puzzle di nome Rovermoot,
messo lì in bianco pronto per
essere disegnato, dipinto, scolpito,
modellato e arricchito da ogni singolo partecipante; un grande
raccoglitore di tracce. La prima emozione forte è arrivata con l’ascolto
delle proposte per l’inno del campo, sentire la voce dei rover e delle
scolte ha rappresentato il primo passo concreto nel vederli protagonisti
di questo progetto, che nasce appositamente per loro. I giorni sono
passati veloci, alla stanchezza di scrivere liste, inviare mail ed aggiornare
elenchi si è prepotentemente sostituita la voglia di essere lì con
tutte le compagnie e tutto lo staff del campo.
Immaginavo che sarebbe stato magico il momento dell’arrivo delle
campagne al campo e non vedevo l’ora di poterlo vivere, di poter vedere
negli occhi di ogni singolo rover e scolta, durante l’accredito, l’incertezza
di quello che li aspettava mitigata dalla certezza che nel giro
di poche ore si sarebbero trovati solo con tanti fratelli e sorelle in più.
Durante il precampo, effettuato con la ronda nazionale e lo staff del
campo, ho avuto la certezza che tutta la macchina fosse già in moto.
Tutto quello per cui stavamo programmando si stava realizzando con
chiarezza e responsabilità da parte di tutti, ognuno nel proprio ruolo.
La serenità è stato l’ingrediente che ha reso tutto ancora più bello, non
ci è importato non riconoscere più il
giorno dalla notte, stancarsi senza
risparmiarsi, fare arrabbiare la cucina
che comunicava il pasto pronto
e tutti continuavamo a lavorare
nei nostri posti d’azione ignorando
la fame perché tutto fosse pronto;
loro erano in arrivo, i protagonisti
di questa bellissima avventura, e
noi stavamo mettendo in campo
tutto lo spirito di sevizio per restituire
allo scautismo quello che
quotidianamente ci dona.
Eccole, le prime fiamme colorate
spuntare tra gli alberi, i primi fazzolettoni
colorare l’atmosfera e i primi sorrisi fare da prime note della
colonna sonora di questo campo. Il primo “buona strada ragazzi” e
subito brividi di gioia ed adrenalina, assegnazione del capo gruppo,
complici sguardi tra lo staff di campo ed i sottocampi iniziavano ad
accogliere compagnia dopo compagnia, le prime tende montate e gli
schiamazzi dei rover e le scolte meno timidi. “Sono arrivati tutti?” La
domanda che ci siamo rimbalzati incrociandoci nel via vai per le aree
del campo e della struttura. “Gli esploratori sono arrivati?” Dolce premura
anche nei confronti dei nostri fratellini radunati vicini a noi.
Il fantastico inno ha scandito tutti questi adrenalinici momenti di
inizio, approfitto per congratularmi ancora con la compagnia Parsifal
e ringraziare Antonio Faedda e i Niera per la realizzazione di arrangiamento
e voce. Le nostre riunioni notturne
sono continuate, revisionato tutto il
piano per le partenze dei cinque campi
mobili eravamo in trepidante attesa per
la cerimonia di apertura. Un quadrato
bellissimo, tre file di baschi colorati, il
saluto con i gridi che hanno riecheggiato
tra quelle bellissime montagne, eravamo
tutti lì, si comincia! Fischio di attenti ed
alza bandiera. Rivolto verso la stupenda
struttura pioneristica dell’alza bandiera
realizzata dal raid Kimaira, grazie ancora ragazzi siete stati grandiosi,
era arrivato il momento della tanto attesa salita sulla scaletta; si
era creata un’attesa stile sanremese su quella scaletta, tante erano
VOGLIA DI STRADA 21
22 VOGLIA DI STRADA
le scommesse sul fatto che potessi inciampare o che la piattaforma
non reggesse il mio peso e quello degli invocatori; dimostrazione della
continua ironia serenità che ci ha accompagnati in ogni momento.
Scherzi a parte, è stato davvero un momento che porterò sempre nel
cuore, quando mi sono voltato verso il quadrato e ho realizzato che
praticamente tutta la terza branca Assoraider
era lì, non è descrivibile la gioia
provata e che porto con me di questo
ricordo. Lo staff schierato in quadrato
pronto ad iniziare le attività, il sorriso
dei raider al servizio del campo sempre
pronti ad Osare, gli sguardi rassicuranti
dei fratelli scaut più grandi, che tante
volte sono stati in passato in ruoli
come quello che stavo ricoprendo io
in questa occasione, sempre pronti a
sporcarsi le mani dando grande dimostrazione
di rispetto dei ruoli e grande fiducia. Tutti pronti, si parte! I
giorni di campo mobile sono stati sicuramente i più faticosi per tutti,
ma il pensiero che ogni rover e scolta stesse solcando importanti passi
sulla strada del proprio percorso scaut, immersi in una natura così potente,
così maestosa da far suggestionare l’animo di tutti non ha fatto
altro che alimentare le energie di tutti.
Spesso è sorto il dubbio che le nostre compagnie non fossero adeguatamente
preparate per affrontare dei percorsi sulle Alpi con tratti
Dolomitici, ma forti del grande spirito più
volte dimostrato da ogni nostro rover e
ogni nostra scolta sotto la guida dei propri
capi, eravamo sicuri che avrebbero reagito
con forza e coraggio.
Non è mancata occasione di dimostrazione
di tutto questo, la bomba d’acqua
e grandine che ha assalito i cinque gruppi
in campo mobile ha messo a dura prova
tutti, in particolare quei gruppi che erano
nelle parti più alte dei percorsi. Eravamo
pronti con i soccorsi, con diverse squadre
di fratelli scaut del posto in caso di
necessità di intervento, approfitto per
rinnovare i ringraziamenti agli scaut della
cooperativa San Giorgio che ci hanno
supportato con la loro disponibilità, ma
i nostri ragazzi, i nostri capi, i nostri capi
gruppo sono riusciti a gestire anche questo
momento di tensione consapevoli che
superata la tempesta i raggi di sole sareb-
ero sembrati ben più caldi
e confortevoli rispetto a
quelli dei giorni precedenti.
Ho avuto la fortuna di vivere
un fortissimo momento di
spiritualità e confronto con
i capi del gruppo Valbona, li
ho raggiunti presso il rifugio
di arrivo della loro tappa,
appena dopo la grandinata,
che ricorderemo in molti,
ci siamo confrontati ed
emozionati molto. Il momento è stato molto forte poiché i capi erano
preoccupati nel vedere i propri ragazzi così provati e spaventati per la
grandinata presa a 2200 metri di altitudine, che ha creato tensione e
condizioni climatiche difficili; così dopo un attimo di esitazione iniziale
ci siamo confrontati e abbiamo percepito che l’ostacolo più grande
era stato superato e che per i ragazzi andare avanti avrebbe rappresentato
un gradissimo successo. Valutato il da farsi, stabilito come
affrontare il problema degli equipaggiamenti personali tutti bagnati,
visitati i ragazzi dal medico di campo; la tensione si è smollata e sono
rispuntati i primi sorrisi che iniziavano a fare di quella forte esperienza
un ricordo.
I capi e i ragazzi non si sono persi d’animo, dopo lo sfogo per il nervosismo
accumulato si sono subito dati da fare per accendere il fuoco
e sgomberare il piccolo rifugio nel quale avrebbero passato la notte.
L’indomani quei rover avevano una marcia in più, avevano superato la
difficoltà tutti insieme ed erano pronti per ripartire, tanta stima per
loro per il loro spirito e la grande dimostrazione
di carattere. Quando
si dice che nelle difficoltà ci si spoglia
del superfluo e ci si unisce più
che mai. Tappa dopo tappa tutti
i gruppi hanno portato a termine
il loro campo mobile sostenuti
dall’immenso lavoro dello staff
che non si è fermato un attimo.
L’arrivo di tutti al campo sportivo
di Longarone, con la maestosa
diga in alto di sfondo, è stato un
altro scenario molto suggestivo; nel quale abbiamo vissuto momenti
molto emozionanti. Constatare come, dopo la stanchezza di tanti
chilometri percorsi, ci si avvale di qualcosa di molto più resistente del
corpo come il proprio spirito è stato importantissimo per tutti. Attrici
di quel palcoscenico naturale, sotto lo sguardo di quel maestoso muro
di cemento alto centinaia di metri, così fuori contesto incastrato tra
VOGLIA DI STRADA 23
24 VOGLIA DI STRADA
due meravigliose montagne, ci sono state le parole del gentilissimo
ospite sopravvissuto all’orribile tragedia della diga del Vajont. La catastrofe
più grande avvenuta sul pianeta terra per causa umana, qualcosa
di dimensioni inimmaginabili fino a quel momento, per ognuno
di noi. Fino a quando non abbiamo
ascoltato quella toccante testimonianza,
udito il tono di quella voce
tremula, che nonostante l’abitudine
nel raccontarsi, non smette mai di
spezzarsi per il dolore del ricordo e
la speranza di donare memoria perché
è fondamentale imparare dagli
errori del passato per migliorare il
futuro. Qualcosa nel nostro profondo
è stato toccato quella sera. Un
misto di sensazioni ci ha pervaso e
incuriosito. Ero in piedi vicino al nostro
amico narratore e osservando
tutti i presenti, colmo di compassione,
immaginavo che in quella terribile
notte del 9 ottobre del 63 tanti
scaut, non molto diversi da tutti i
presenti, proprio lì dove noi eravamo
seduti ad ascoltare, hanno prestato
servizio volontario per aiutare
nella ricerca dei corpi dispersi nel
fango dopo l’anomala esondazione.
Fissavo tutti e pensavo a quanto
fosse difficile anche solo pensare
un atto di servizio del genere e poi
nello sguardo degli stessi ragazzi
ho trovato una risposta, ho visto il
trasporto emotivo ed ho compreso
quanto ci rende “speciali” essere
attenti al prossimo, all’altro, all’umanità
tendendo sempre la mano,
quanto sia speciale essere scaut. È
stato camminando sul coronamento
della diga, arrivando al suo centro,
da dove in lontananza si vede
la città di Longarone, che ho ricevuto
un altro pugno nello stomaco
che mi ha fatto comprendere le dimensioni
di quanto fosse potuto,
purtroppo, accadere per un consapevole errore umano. Un’esperienza
davvero forte. Rientrati al campo è stato bellissimo vivere il momen-
to di spiritualità serale. Quel
video accompagnato da quel
monologo così intenso e vero e
poi gli interventi dei capi compagnia
in chiusura sulle varie
argomentazioni contenute,
che magia, che atmosfera, che
intensità. Tutte quelle fiamme
rosse in mezzo a noi ed intorno
a noi sembravano essere alimentate
da quelle bellissime
parole stesse. Lasciare qualcosa
dentro era l’obiettivo di questo
Rovermoot perché si potesse
riflettere sul motto “Riserve
Your Spirit” che va oltre il ricordo
di amici, sorrisi e paesaggi
arrivando nel profondo di ogni
singolo per generare crescita e
consapevolezza. Quella è stata
una serata magica, ricca di
orgoglio da parte di tanti capi
compagnia che ci riferivano che
i propri ragazzi erano seduti a confrontarsi spontaneamente prima di
lasciarsi andare ai momenti di divertimento e socializzazione. La giornata
ludica con musica e trasmissione radio a voce dei rover stessi, del
giorno seguente, ha contribuito a defaticare ed unire tutti i ragazzi,
nel campo un’aria frizzantina di gioia e serenità ha regnato per tutta
la giornata. In cammino per raggiungere il campo esploratori per la
grande cerimonia di chiusura, il clima non ci ha risparmiato l’ennesima
sorpresa, una copiosa pioggia che ha reso quel momento sicuramente
ancora più indimenticabile.
Non sarà stato sicuramente piacevole per nessuno essere lì al freddo
sotto la pioggia, ma la cosa più importante era proprio esserci. Non
importa se la cerimonia non ha avuto tutti i sui momenti previsti, se gli
alfieri non hanno raggiunto le bandiere in perfetta uniforme, se il capo
scaut ha fatto un discorso molto breve e noi centrali abbiamo salutato
con qualche semplice frase, eravamo tutti presenti raccolti in un unico
quadrato e abbiamo gridato tutti insieme ASSO-RA-I-DER!
Raggiunto il campo rover una bella sorpresa ad attenderci tutti, una
festa in piena regola che ci ha consentito di sbizzarrirci tutti insieme.
La partenza di tutte le compagnie per il rientro a casa è stato un mo-
mento molto particolare, man mano che gli spazi apparivano sempre
più vuoti, sempre più l’immaginazione ricollocava tutti al proprio
posto; quasi come se inconsciamente non fossi pronto alla fine di un
esperienza così meravigliosa o come se stessi già ricostruendo i mie ri-
VOGLIA JEDI STRADA 27 25
cordi a caldo per timore di non custodirli abbastanza fedelmente. Mentre
i pullman partivano veloci uno dopo l’altro, mi sono reso conto di
non aver avuto molto tempo per scambiare due chiacchiere con tutti,
così mi sono chiesto “cosa stanno portando con sé nei loro zaini questi
rover?”. Mi sono dato molteplici risposte, ma alla fine mi sono detto
che fosse giusto che lo raccontassero ai propri capi viaggiando, ai loro
fratelli di avventura sentendoli nei giorni a seguire e soprattutto a se
stessi ogni volta ne avessero bisogno.
Alcune occasioni sono ricche ed importanti, bisogna saperle vivere
con intensità e saperne cogliere la ricchezza in ogni dettaglio.
La cosa più bella di questa grande occasione di nome Rovermoot è
stata essere stati ognuno una grande occasione per tutti gli altri.
Buona Strada!
Furetto Premuroso
3giorni, qualche ora, un numero indefinito di minuti e
secondi fa. Le lancette procedono costanti. Il tempo
scorre. Nessuna pausa. Nessuno scrupolo. Un incessante
turbinio di emozioni in contrasto mi percorre e percuote.
Queste sono le sensazioni post-campo estivo. Tu che sei uno
scaut, come me, lo sai bene. Quest’anno più che mai. 3 giorni,
qualche ora, un numero indefinito di minuti e secondi fa,
stravaccati sugli zaini, aspettavamo che arrivasse il pullman
per dire addio al rovermoot. Una parola con nove lettere che
prima del 3 agosto non mi diceva nulla. Immaginavo come
potesse essere questo tanto osannato campo nazionale
rover/scolte. Prefiguravo una morte certa. Fatica, sudore e
crampi. No, non avrei mai immaginato che sarebbe andata
a finire in questo modo. Non pensavo che un’esperienza
del genere avrebbe potuto segnarmi a tal punto. Ora posso
affermare, senza alcun dubbio, che questo rovermoot come
inchiostro su carta resterà impresso nella mia mente finché
morte non ci separerà. Trasporre pensieri assai confusi su carta
non è cosa semplice, farò un tentativo. Perchè è stato cosí
difficile dire ‘ciao’ al rovermoot? O meglio, salutare le persone
che hanno caratterizzato quest’esperienza? Prima di partire
mia madre si chiedeva come potesse un campo di pochi giorni
cambiarti la vita o comunque rivelarsi tanto speciale. E io
ovviamente non sapevo risponderle. Non sapevo a cosa sarei
andata incontro. La pressione e l’eccitazione, raggiunti livelli
esponenziali, si erano trasformate in paura. L’inizio dell’avventura
ha però coinciso in maniera spaventosa con la sua
fine. Questo rovermoot è stato un flash. Un bellissimo, unico,
inesorabile flash. Semmai qualcuno dovesse chiedermi se ho
mai fatto il bagno in un fiume risponderei: sí, rovermoot 2017.
Sono anche rimasta bloccata nel bel mezzo di una montagna
assieme ad altre trenta persone sotto chicchi di grandine
grandi quanto palline da ping pong a mangiare biscotti digestivi
della Dolciando (solo per i più coraggiosi e Myriam che
ne aveva bisogno). Fatto un’ammaina bandiera e camminato
per 3 km per tornare al sottocampo sotto la pioggia senza
giacca a vento, cucinato 4 kg di pasta in 7 gavette ormai belle
che andate, rotto due Svalbard, dormito in 30 e più persone
in una baita di 50 mq ...devo continuare? Tanti i risvolti
inaspettati. Le persone che non vivono lo scautismo, che non
sanno cosa sia realmente, non capirebbero, pur sforzandosi,
le ragioni che spingono ragazzi di sedici, diciassette, diciotto
anni a percorrere 40 km, tra maledette salite e terrificanti
chine, con zaini dal peso di 12 kg sulle spalle. È un qualcosa
di inesplicabile anche per chi lo fa. Perché ogni anno da 7
anni torno agli scaut? Questo rovermoot mi ha aperto la
mente. Se lo faccio è perché io amo lo scautismo. Non vivrei
senza scautismo. Se sono quella che sono è anche grazie allo
scautismo. In questo campo posso dire di aver sperimentato
lo scautismo, quello vero, dove l’unione, per quanto
banale possa suonare, fa davvero la forza. Vedere perfetti
sconosciuti diventare inseparabili compagni di avventura
nel giro di qualche ora, stringersi in cerchio a condividere
gioie e paure (le cose che sto scrivendo sono le cose che avrei
voluto dire al fuoco ma che non ho detto), gettarsi a capofitto
nel disperato tentativo di aiutare l’altro mentre sulla testa
batte incessante la grandine…ma anche ballare senza freni
il penultimo giorno di campo, per non arrendersi all’idea che
sia tutto finito. Spirito…allora cos’è questo spirito di cui si è
tanto discusso durante le veglie? Non è forse il motivo per
cui continuiamo per la nostra strada scaut senza mai voltarci
indietro? Non è forse quel fuoco che arde simbolicamente
dentro ognuno di noi, che alimentiamo anno dopo anno,
minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, in nome della
nostra promessa? Non mi resta che augurare un buon sentiero
a tutti, in particolare ai ragazzi del Valbona.
26 VOGLIA DI STRADA
La a parola Formazione racchiude il
cuore della nostra scuola. Formare,
dare forma, plasmare. Proprio come
lo scultore per la sua opera d’arte inizia da
un piccolo pezzo di creta senza una forma
definita, così il CFQ parte dalle peculiarità
e dalle potenzialità del corsista per definire
in maniera sempre più dettagliata le
mille sfaccettature del buon capo unità.
Lo spirito del CFQ alimenta il motore che
muove l’evoluzione della nostra associazione.
Partecipando alla scuola capi si entra
in una “bolla”, dove ogni cosa sembra
prendere il giusto significato. Ogni sconosciuto
diventa fratello; tutto quello che
sino al giorno prima sembrava una riflessione
assurda, viene condiviso, assume un
senso e cambia il nostro modo di essere.
Ogni sorriso, sguardo, canto o fuoco che
arde, ci danno la forza di guardare nella
stessa direzione. La consapevolezza di
ogni allievo di quello che sta vivendo è il
primo soffio d’aria del vento armonioso
che crea lo spirito stesso del CFQ.
Tutto ciò è il motivo scatenante per cui i
capi della nostra associazione decidono di
mettersi lo zaino sulle spalle e continuare
a “giocare il gioco”. Una costante e profonda
condivisione di idee, esperienze ed
emozioni. Una scuola in continua evoluzione
e proprio come diceva Baden Powell
“se c’è il giusto spirito non dobbiamo aver
paura del continuo sviluppo del movimento
scaut”.
Cinquant’anni dopo ancora pronti a ridisegnare
qualcosa di importante. Tutto ciò
che ci viene chiesto alla scuola è di imparare
a conoscere, imparare ad essere ed
imparare a vivere insieme. “Hai presente
quei fuochi e le tante risate? Sono ancora
qui dentro di me, sono ancora qui dentro
di me”.
Condividendo tutto questo ci ritroviamo a
far parte di una macchina che lavora per
“lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo
trovato”.
(Sulle note di “L’esercito del Selfie” rivisitata
dal corso superiore)
“Siamo la Formazione Quadri
Ci si ritrova sempre qua
Cinquant’anni son passati
Ma noi non abbiamo età
E tu mi formi, mi formi, mi formi,
Mi formi e sono commossa
Nel cuore una tempesta
Di emozioni ne ho un bel po’”
Noi siamo scaut sempre, quando siamo
insieme ci veniamo ad abbeverare, per poi
ripartire ed affrontare le nuove avventure
che ci attendono nel mondo.
Buona Caccia dal Corso
Superiore al 50° CFQ
28 IL MASTIO
La Ciurma all’Idroscalo
Questa estate, durante il Corso Formazione
Quadri (CFQ) è venuta a
trovarci una grande amica, Lilli
Baricci di Ostia (Roma), la quale ci ha raccontato
di un piccolo mondo dove si trovano
famiglie e soprattutto bambini con un
unico desiderio: quello di essere accettati
e considerati per quello che sono, quindi
di umanità. E così è stata proposta la
realizzazione di un progetto che ha visto
coinvolto il Consiglio di Branco della Selva
Maestra, tanto che nel giro di pochissimo
tempo ci siamo imbattuti in una fantastica
avventura con dei “pirati” davvero
speciali i bambini del villaggio dell’Idroscalo
di Ostia (Roma). È stata un’esperienza
davvero fantastica ed emozionante dove
prevalevano gioia, felicità e spensieratezza
dagli occhi e dai semplici ma piccoli
gesti di ogni bambino. Il nostro intento è
stato quello di voler far passare qualche
ora diversa dalla routine di sempre, ma
allo stesso tempo portare colore ed entusiasmo
in una quotidianità dove le cose
materiali valgono più dei sorrisi.
Abbiamo proposto attività semplici ma
con un mezzo a noi lupettisti molto caro
ed efficace: il GIOCO!!!!!
La loro partecipazione è stata alta, anzi
altissima nonostante ci fossero bambini
di età diverse: il nostro Consiglio di Branco
con molto divertimento e coinvolgimento
è riuscito a far breccia nei loro cuori, anche
verso coloro che manifestavano inizialmente
un po’ di ritrosia e diffidenza dei
confronti di persone “nuove” che venivano
a conoscenza del loro piccolo mondo.
Inoltre anche lo scenario da loro scelto ci
ha permesso di farci facilmente strada nel
sentiero delle loro emozioni, lasciando noi
un assaggio delle esperienze che viviamo
nelle nostre cacce con i lupetti; e da parte
di quei bambini il trasmetterci un messaggio
semplice, cioè che il loro “TESORO”
non è fatto solo di cose materiali, ma di
sogni, speranze e tanta positività che
spesso sono rare in chi ha tutto.
Buona Caccia!
dal Tecnico Lupi al 50° CFQ
29 IL MASTIO
San Giorgio 2017 Puglia
25
anni, nozze d’argento! 25 anni,
un quarto di secolo! Sono questi
gli anni di presenza e di attività
della Sezione di Barletta in città. Il tempo è
volato da quel 1992 quando Carmelo e Rina
Mancarella decisero di iniziare qui un’avventura
nuova dopo la felice esperienza presso
la Sezione Assoraider di Catanzaro Lido.
Come festeggiare tale traguardo? la cosa
migliore è facendo attività. E quale attività
più adatta di un San Giorgio di 3 giorni?
Alla proposta hanno risposto in moltissimi,
nello specifico i fratelli scaut di Taranto
1 e Taranto 2, Andria, San Severo 1 e
San Severo 2 oltre i fratelli scaut dell’Agiscaut
di Bisceglie ed una delegazione
di fratelli dalla Sezione di Pomezia.
In totale gli scaut partecipanti sono stati
oltre 400, veramente una grandissima festa.
Ogni branca ha avuto il suo da fare con
molteplici attività. Il tutto ha avuto inizio
con l’alza bandiera allestito nei scenografici
giardini del castello Normanno-Svevo
con il maniero e la Cattedrale come sfondo.
Le compagnie sono subito partite per un
campo mobile attraverso l’agro barlettano
raggiungendo la celebre località di Canne
della Battaglia per poi guadare il fiume
Ofanto e fare tappa presso la cava Cafiero
riadattata a parco attrezzato. Ottimo allenamento
prima dell’imminente Rover Moot.
I lupetti hanno alloggiato presso la grande
palestra della scuola elementare “N. Fraggianni”
ed hanno avuto modo di cacciare per
tutta la città alla ricerca della sfera e la croce
sottratti al noto colosso di bronzo: Eraclio.
Con loro ha anche cacciato l’Akela d’Italia ed
alla fine sono riusciti a trovare, addirittura in
mezzo al mare, i preziosi oggetti del gigante.
I reparti hanno piantato le loro tende nel fossato
del Castello e si sono sfidati attraverso
competizioni di tipiche attività scaut come
l’orientiring; poi un arduo percorso notturno
e tornei di giochi scaut all’ultimo punto.
I raider si sono occupati della parte più ardua,
una sfida che hanno accolto subito con
serietà e dedizione: assicurare la logistica
per tutti i nostri ospiti. Loro hanno provveduto
alle strutture necessarie dal palo
dell’alza bandiera, alla mensa, l’illumina-
30 ASSONOTIZIE
stra missione più impegnativa è stata quella
della creazione del pennone dell’Alzabandiera,
progetto che ha visto parecchie modifiche,
ripensamenti e prove di attuazione,
ma che al momento della costruzione ha visto
tutti noi impegnati ed euforici.
Il nostro Rovermoot non è stato un campo
canonico di Branca R/S fatto di Strada, campo
mobile o veglie fatte sotto il chiarore delle
stelle, ma un campo di SERVIZIO.
Questa parola potrebbe risuonare familiare
alle orecchie di molti ma spesso corre il rischio
di essere fraintesa, in quanto è vero
che il nostro servizio è stato rivolto ai ragazzi
durante tutta la durata del campo, ai loro bisogni
e necessità ma è altrettanto vero che il
VERO servizio lo abbiamo rivolto a noi steszione,
la fornitura idrica e la cucina. Proprio
questa è stata la sfida più delicata: assicurare
oltre 300 coperti a pasto preferendo al
catering una sana e ricca cucina da campo in
pieno stile scaut Assoraider. Tutto quanto ci
eravamo prefissati è stato portato a termine
in modo ottimo, le attività delle varie branche,
la logistica ed il resto. Questo grazie allo
spirito di servizio di ognuno, all’allegro lavoro
di gruppo ed al senso di attaccamento che
tutti noi abbiamo nei confronti della Sezione
e dell’Associazione. Lo posso affermare
grazie al riscontro avuto dai partecipanti, dai
commissari intervenuti e dai capi che hanno
seguito le attività proposte. Festeggiare con
tutti loro è stato un grande piacere. Oltre a ciò
e all’entusiasmo dei ragazzi, sono particolarmente
contento del fatto che per tre giorni
la città tutta sia stata pacificamente invasa
dai nostri scaut nelle loro attività. L’intera la
città ne era piena e tutti osservavano questi
ragazzi nei loro giochi; dal più piccolo al più
grande ragazzi dinamici, gioiosi, educati e
svegli. Esempio lampante dell’efficacia della
metodologia scaut anche nel terzo millennio
pervaso, molto spesso, di solitudine tecnologica.
Esempio di come il connubio tra l’Assoraider
e la città di Barletta sia stato ininterrottamente
felice e ricco, un percorso lungo
25 anni, costruito con dedizione e passione e
che all’orizzonte ha ancora altri 25 e 25 anni
ancora di scautismo giovane, da vivere con lo
stile che ci contraddistingue.
Grillo Loquace - Pres. Comm. di Sezione
Esperienza di un Raid al Rovermoot
Sono ormai trascorsi alcuni mesi dallo
scorso Rovermoot, un’esperienza
unica, donatrice di emozioni inimmaginabili,
quasi una realtà parallela nella quale
ogni partecipante ha potuto partecipare,
confrontare, crescere e sognare. La nostra
avventura al Rovermoot, quella del Raid Kimaira
della Sezione di Ittiri, è iniziata quasi
due anni fa quando ci fu fatta la proposta di
partecipare come unità di servizio al futuro
evento che avrebbe visto come protagonisti
i nostri Rover e Scolte; naturalmente la
nostra reazione fu subito dettata da motti
di entusiasmo e voglia di partecipare, ma
consapevoli del grande lavoro che avremmo
dovuto intraprendere, insieme allo staff, in
fase preliminare e durante il campo. La no-
31 ASSONOTIZIE
si; in quanto ogni risata, ogni fatica e ogni
goccia di sudore sulle nostre fronti ha portato
ad una considerazione e ad una continua
crescita di ognuno di noi. Molto spesso noi
capi crediamo che il servizio che prestiamo
nelle nostre unità sia rivolto UNICAMENTE
ai nostri ragazzi, ed in parte è vero, ma la
cosa splendida di questo Movimento, che
è lo SCAUTISMO, è che DANDO AGLI ALTRI,
NON SI FINISCE MAI DI RICEVERE.
Vedere il sorriso sulla bocca dei nostri rover
nonostante la stanchezza, vedere l’entusiasmo
di ogni gruppo nell’affrontare le difficoltà
e vedere le amicizie e i sodalizi che si
sono creati e che continueranno a coltivare
nei futuri anni, è la migliore “paga” che un
capo possa ottenere; simboli ed emblemi
del lavoro che quotidianamente ogni capo
dell’Assoraider svolge nella propria unità e
sezione, magari lontani geograficamente
ma vicini con lo spirito e con gli ideali da perseguire.
La nostra esperienza come RAID ad
un Rovermoot si può riassumere con parole
di gratitudine verso chi ha creduto in noi,
come Saverio Curci e la Ronda Nazionale,
che per anni, e durante il Rovermoot, hanno
lavorato alacremente e senza sosta per
consentire che quest’evento potesse avere
luogo; persone straordinarie e scaut eccellenti
che con il loro servizio e passione sono
stati di grande ispirazione per tutti noi del
Kimaira, ma credo anche per tutti i presenti
al campo. Sono convinto che la strada percorsa
dalla nostra Assoraider, nel corso di
questi 52 anni, sia quella giusta, improntata
al confronto, alla crescita, all’amicizia
e alla fratellanza; Strada che ha portato al
raggiungimento di importanti obiettivi e
alla preparazione di altrettanti eventi che
vedranno protagonisti noi, ma soprattutto
i nostri ragazzi, nei futuri anni.
Concludo ringraziando tutta l’Associazione
per gli splendidi risultati e facendo i migliori
auguri per tanti anni ancora, sempre ricalcando
le orme di B.P e Aldo Marzot.
Un abbraccio a tutti e a presto,
il Capo del Raid Kimaira - Pierluigi Piras
32 ASSONOTIZIE
Rockfestraid 2017
Musica e Fratellanza nella Città della Disfida
Sabato 9 Settembre l’ampio piazzale
retrostante la Chiesa “Cuore Immacolato”
sita in Barletta alla Via Donato
Bramante ha ospitato l’attesissimo “Rockfestraid”,
un contest musicale aperto a
tutte le band emergenti di Barletta e dintorni
a totale titolo gratuito, vogliose di mettersi
in gioco esibendosi e dimostrando il proprio
valore con grande talento e generi musicali
particolarmente innovativi. L’evento è stato
interamente gestito dal Mest Raid della sezione
Assoraider di Barletta, cimentatosi per
mesi nella minuziosa organizzazione della
manifestazione. La competizione ha visto
la partecipazione di ben 8 band, eterogenee
in quanto a composizione e generi musicali
proposti: gli “Aura”, giovane band dal sound
indie-pop-rock; i “Donbruno”, un’autentica
esplosione di Funk misto al rock-metal; i
“Soundstorm”, giovanissimi talenti capaci
di adattare al meglio il suono della tromba e
del corno ai loro testi moderni; i “Chronicles
of a Liar”, innovativi con il loro alternative
rap; i “Brekex”, fautori di un hard-rock scatenato
e coinvolgente; i “Thauron”, con ottime
proposte heavy-metal; i “Jesus Marja”,
ormai consolidata band barlettana, trascinatori
con il loro punk-rock di alto livello; gli
“Spostati”, impegnati nel cantautorato con
brani molto profondi e toccanti. Ciascuna
delle band, selezionate da un’apposita commissione,
ha avuto la possibilità di proporre
due brani inediti, valutati, nel corso della serata,
da una giuria di alto profilo, composta
da professionisti impegnati nel mondo della
musica e non. A presiederla c’è stato Dario
Doronzo, jazzista di fama internazionale attualmente
insegnante di tromba presso il
Liceo Musicale e di Tromba Jazz al conservatorio
Santa Cecilia di Roma, coadiuvato
da Gaia Laforgia, insegnante di musica, Domenico
Giannini, Michele Malizia e Francesco
Vitobello, Presidente Commissario della
Sezione di Barletta. Per non far mancare
proprio nulla, inoltre, il Mest Raid ha provveduto
ad allestire un ricco banchetto, grazie
al quale tutti hanno potuto consumare
in loco panini e varie bibite in piacevole compagnia.
La serata è trascorsa in un clima conviviale
di grande allegria e condivisione, che
ha contagiato non soltanto la grande cornice
di pubblico che ha preso parte all’evento, ma
anche le band impegnate nel contest: tutte
hanno avuto la soddisfazione di mettere in
mostra le loro qualità, di confrontarsi e crescere
insieme all’insegna del divertimento.
Alla fine a spuntarla sono stati i “Chronicles
of a Liar”, vincitori del primo premio consistente
in 400 €, seguiti dagli “Aura”, che
avranno il diritto di esibirsi in occasione
dell’apertura del locale Motel Woodstock,
sito in Via Duomo a Barletta.
Si è dunque raggiunto l’obiettivo di of-
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frire un piacevole evento di aggregazione
alla collettività cittadina, ma soprattutto
un’opportunità alle band emergenti di mettere
in mostra tutto il loro talento, in un
periodo in cui è sempre più difficile riuscire
ad affermarsi in campo musicale. Visti
il grande successo della manifestazione e
l’entusiasmo proveniente da tutti coloro i
quali hanno preso parte alla serata, sono
già in tanti a chiedere una seconda edizione
del Rockfestraid, segno della bellissima atmosfera
che ha avvolto la manifestazione.
Una richiesta che il Mest Raid non lascerà
inascoltata, con il solito spirito di iniziativa e
fratellanza che lo contraddistingue.
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