Anno 3 - n. 11
novembre 2017
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“Raccontare quel che succede sotto casa come se fosse la cosa più importante del mondo, e i grandi temi del mondo con la semplicità della porta accanto”
SAN MARTINO S’è DESTO!
LA “NOTTE OSCURA” HA ESALTATO LA COESIONE E LA VITALITà DEL NOSTRO TESSUTO SOCIALE
Francesca Marletta
Axel Chitto
Flavio Di Malta
Nell’Halloween
di San Martino,
il “dolcetto”
ha prevalso
nettamente sullo
“scherzetto”. Quella che
doveva essere un’appendice
periferica della festa
cittadina, infatti, si è
rivelata cuore pulsante e
centro nevralgico grazie
all’intraprendenza degli
esercenti del quartiere...
» segue a pagina 2 e 3
Il coloratissimo Halloween per le strade di San Martino
SOMMARIO
» la “notte oscura” di
san martino
p. 2 - 3
» PROSPETTIVE CALVINIANE
DI UNA CITTÀ INVISIBILE
p. 4
» L’ANNIVERSARIO DI
NOSTRA SIGNORA DELLA
MERCEDE
p. 5
» Addio a Perani, mister
dell’ultima vera
Sanremese
p. 6
» Il fronte dei “No
social”. Condividere è
vivere? p. 7
» LA COLONNA DEL
MUGUGNO p. 8
» fotonotizie
p. 8
ANNIVERSARI
FEDELI DA 79 ANNI Un Calvino da “X-Files”
Così nacque la parrocchia del quartiere
Lettori a caccia della cinquantaseiesima città invisibile...
Gerson Maceri
Riscoprire la storia
di quei luoghi su
cui s’impernia il
nostro quotidiano
rappresenta un’opportunità
per sviluppare appartenenza
e attaccamento. Per
questo il 27 novembre rivolgeremo
uno sguardo al lontano
1938 e alle celebrazioni
per una nuova parrocchia:
quella di Nostra Signora
della Mercede...
Gerson Maceri
Lo scorso 15 ottobre,
il celebre scrittore
sanremese avrebbe
compiuto 94 anni.
Sollecitato per l’occasione
dai media, il suo flusso verbale
avrebbe rincorso inciampando
– come sempre
– quello dei suoi pensieri,
ora accartocciandosi, ora rivelandosi
improvvisamente
tranchant...
» segue a pagina 5 Nostra Signora della Mercede
» segue a pagina 4
Italo Calvino
1
SPECIALE HALLOWEEN
Francesca Marletta
Axel Chitto
Nessun quartiere si
è attivato quanto San
Martino per la buona
riuscita dell’Halloween
sanremese. Tantissimi
cittadini e proprietari
di esercizi commerciali
della zona, infatti, hanno
animato una “Notte
Oscura” che ha radunato
bambini e adulti, spaventosamente
mascherati
come da tradizione,
all’insegna della paura e
del divertimento.
Fra gli eventi più riusciti,
senza dubbio, la
“caccia al tesoro” cui
hanno partecipato i più
piccoli. Già dal pomeriggio,
dunque, orde di
zombie e di streghette si
sono aggirate per le vie
di San Martino raggranellando
dolci e caramelle.
In serata, invece,
spazio per la riflessione
col cosiddetto “Bar al
buio”, nell’occasione il
“Tiki Taka”, che ha offerto
un aperitivo con
annessa esperienza sensoriale
unica sotto l’egida
del “Liguria Calcio
Non Vedenti”.
A concludere una partecipatissima
“Notte
Oscura” sono stati infine
gli artisti del “Festival
dei Boschi”, che
hanno accompagnato
con le loro sonorità gli
ultimi scampoli di festa!
2
3
SPECIALE HALLOWEEN
CULTURA
PROSPETTIVE CALVINIANE DI UNA CITTÀ INVISIBILE
A 94 ANNI DALLA SUA NASCITA, INDAGHIAMO L’AMORE-ODIO DELLO SCRITTORE COSMOPOLITA PER LA SUA SANREMO
Gerson Maceri
«Sanremo continua a
saltar fuori nei miei libri,
nei più vari scorci e
prospettive, soprattutto
vista dall’alto, ed è
soprattutto presente in
molte delle Città invisibili».
[Italo Calvino, Intervista
di Maria Corti, in
Saggi 1945-1985, a cura
di M. Barenghi, Milano,
Mondadori, 1995, vol.
II, p. 2926].
...........
Calvino rovistò nei
polverosi cassetti delle
sue memorie. Quelle
“difficili”, quelle sanremesi.
Con ruvido impegno,
riesumò flashback dai
colori tenui e vivide sequenze
urbane, cartoline
seppiate e suggestio-
ni cubiste, facendone il
fil rouge di quel collage
cosmopolita che risponde
al titolo de “Le città
invisibili”.
Ai lettori de “Il Quartiere”
– volumetto alla
mano – proponiamo
una riestrapolazione di
Sanremo attraverso un
gioco combinatorio “inverso”
rispetto a quello
dell’autore. Un’operazione,
evidentemente,
immaginifica, chirurgica
e personalissima.
Zora, ad esempio,
sembrerebbe contenere
emblemi piuttosto familiari.
C’è infatti una
chiara suggestione lirica
(«le sue figure si succedono
come in una partitura
musicale») che,
già illuminante di per
sé, rimanda immediatamente
anche ai “carugi”
della città vecchia,
agli archi fra le abitazioni
(simili alle legature
di valore delle note) e ai
lampioni (chiavi di fa e
di sol lucenti).
Non meno evocativi
appaiono altri “scatti”,
come lo «zampillo dai
nove schizzi» (tanti ne
presenta, frontalmente,
la celebre fontana posta
tra via Roma e corso
Orazio Raimondo)
e la «statua del leone»
(presente con corona
marchionale d’oro nello
stemma comunale).
Perfino l’“epitaffio”
– «obbligata a restare
immobile e uguale a se
stessa per essere meglio
ricordata, Zora languì,
si disfece e scomparve»
– legittima certe congetture.
Tale involuzione è ripresa
nella descrizione
di Maurilia, in cui «il
Due letture consigliate: l’indagine letteraria di Romano Lupi e la biografia di “Calvino Senior” di Gerson Maceri
viaggiatore è invitato a
visitare la città e nello
stesso tempo a osservare
certe vecchie cartoline
illustrate che la rappresentano
com’era prima».
Che è ciò che accade,
fra nostalgici, su diversi
gruppi Facebook.
«Per non deludere gli
abitanti occorre che il
viaggiatore lodi la città
nelle cartoline e la preferisca
a quella presente,
avendo però cura di
contenere il suo rammarico
per i cambiamenti».
D’altronde, la vista
dell’odierna Maurilia,
rapportata alla Maurilia
che fu, non ripaga
«d’una certa grazia perduta»
ma, magra consolazione,
«attraverso ciò
che è diventata si può ripensare
con nostalgia a
quella che era».
Datare la cesura non è
una priorità calviniana.
Almeno, non ne “Le città
invisibili”, crogiuolo
di indefinite prospettive
storico-geometriche in
dissolvenza incrociata.
C’è Zaira, così, in cui
si scorgono la «nave
cannoniera apparsa
all’improvviso dietro il
capo e la bomba che distrugge
la grondaia» e
«i tre vecchi che seduti
sul molo a rammendare
le reti si raccontano
per la centesima volta
la storia della cannoniera
dell’usurpatore»,
francese o saraceno che
fosse. E v’è Despina nella
quale, «nella foschia
della costa, il marinaio
Italo Calvino, in una foto di
fine anni ‘20, all’Arenella
distingue la forma d’una
gobba di cammello»
inconfondibile: è la sagoma
della Pigna.
L’uomo del mare «sa
che è una città ma la
pensa come un cammello
dal cui basto pendono
otri» – d’olio? – «e bisacce
di frutta candita»
– gli (ormai compianti)
agrumeti? – «e già si
vede in testa ad una lunga
carovana che lo porta
via dal deserto del mare,
verso oasi d’acqua dolce
all’ombra seghettata
delle palme».
Qui sostiamo anche
noi, paghi dei souvenir
di alcune delle cinquantacinque
città a sommario.
Della cinquantaseiesima
– la più invisibile,
non solo letterariamente
– demandiamo la (ri)
scoperta, da noi appena
abbozzata, alla sensibilità
del lettore.
4
STORIE DI QUARTIERE
L’ANNIVERSARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLA MERCEDE
SFOGLIANDO LE CRONACHE DEL TEMPO, RIVIVIAMO L’INAUGURAZIONE (NEL 1938) DELLA PARROCCHIA DEI SANMARTINESI
Gerson Maceri
Accresciutane la capacità
attraverso importanti
lavori murari
e impreziosita da
decorazioni di raro pregio
artistico ad opera
dell’architetto Silvio
Gabbrielli e del pittore
torinese Angelo Marco,
«la bella chiesetta della
Mercede» - secondo
la definizione d’antan
de “L’Eco della Riviera”
- fu consacrata “parrocchia”
il 27 novembre
1938. «Entusiasmo
e commozione incontenibili»
salutarono il cerimoniale
officiato dal
Vescovo, Sua Eccellenza
Monsignor Agostino
Rousset, in una chiesa
apparsa «sfolgorante di
luci, tutta infiorata, agghindata
a festa mercé le
cure di Padre Anselmo
Perrone».
Le celebrazioni furono
precedute da un festoso
corteo di autorità e parrocchiani
che, a partire
dalle ore 15, si snodò da
via Fiume; funse da capofila
la Banda del 42°
Fanteria che, compressa
«fra due fitte ali di
popolo», avanzò lentamente
su un festonatissimo
corso 23 marzo fin
sul sagrato. Nella chiesa,
«gremita all’inverosimile»,
prese posto per
primo ai piedi dell’altare
maggiore il Vescovo.
Questi rivolse ai presenti
«la sua calda, avvincente
e paterna parola,
manifestando la sua
soddisfazione, elevando
il suo ringraziamento a
Dio, porgendo una lode
a quanti hanno contribuito
alla realizzazione
di questo evento lieto
per la popolazione di
San Martino e invocando,
infine, la benedizione
dell’Altissimo sulla
nuova parrocchia e su
tutti i parrocchiani».
Terminata l’orazione,
venne quindi firmato
l’atto parrocchiale di
presa di possesso della
chiesa da parte del nuovo
parroco, Padre Camillo
Romano. Egli, apprezzatissimo
benché da
poco in loco, procedette
alla «regolamentare visita
di tutti i punti caratteristici
del tempio»
mentre dal campanile
risuonarono «note
argentine» esprimenti
giubilo. Esaurito il protocollo,
ancora Padre
Camillo si erse a protagonista
di un vero e proprio
bagno di folla fra i
fedeli, elevando lodi al
Vescovo, al Podestà, alla
benemerita (e prodiga di
offerte) famiglia Parodi,
all’architetto Gabbrielli,
all’impresa Repetto che
realizzò materialmente
i lavori e a tutti coloro
Uno splendido scorcio contemporaneo su N.S. della Mercede
(dalla pagina Facebook ‘Parrocchia N.S. della Mercede Sanremo’)
La navata centrale della chiesa
(dalla pagina Facebook ‘Parrocchia N.S. della Mercede Sanremo’)
Il connubio fra il quartiere e N.S. della Mercede
in una composizione degli anni ‘30 (dal sito ‘nsdellamercede.it’)
che concorsero alla realizzazione
della nuova
parrocchia.
Il programma che
espose ai suoi parrocchiani
fu improntato
alla più schietta fratellanza
– «La vostra gioia
e le vostre aspirazioni
saranno anche le mie!»
– e disponibilità reciproca.
«Confido nella generosità
dei fedeli per le
esigenze sempre crescenti
della chiesa!»,
ammonì prima dello
scioglimento, con la benedizione
divina su tutti
e un solenne “Te Deum”
del Perosi, cantato dalla
Schola Cantorum di San
Giuseppe sotto la direzione
del canonico Angelo
Aprosio che siedeva
all’armonium. Un ricco
ricevimento nell’ospitale
villa Parodi servì
a fissare ulteriormente
nelle memorie dei partecipanti
il gran giorno,
che fin ben oltre il
tramonto vide un «pio
pellegrinaggio» verso
Nostra Signora della
Mercede.
[Lo spulcio del giornale
è avvenuto nei locali
della Biblioteca
Civica di Sanremo. Se
ne ringraziano addetti e
dirigenti].
5
Calcio amarcord
Addio a Perani, mister dell’ultima vera Sanremese
L’ex nazionale azzurro, scudettato col Bologna nel 1964, è mancato il 18 ottobre scorso all’età di 87 anni
Romano Lupi
Quando nel febbraio
del 1987 Marino Perani
arriva all’ombra del “Comunale”
per allenare la
Sanremese è un mister
già affermato. Ha già allenato
in Serie A (il suo
Bologna per due stagioni
e l’Udinese per poche
partite), in B (a Brescia
da subentrato e a Parma
da esonerato) e in C1 (a
Parma da promosso in
B, a Salerno da subentrato
e a Padova da esonerato).
L’approdo a Sanremo
coincide con la prima C2
della sua carriera.
Il “Comunale” di corso
Mazzini, per lui, rappresenta
un dolce ricordo. È
il campo dove, vincendo
con il Parma nell’ultima
giornata della stagione
83/84, ha festeggiato la
matematica promozione
in Serie B dei crociati.
Quell’1-0 porta la firma
di Stefano Pioli: primo
gol in carriera per il difensore
che il presidente
Ernesto Ceresini aveva
già venduto alla Juventus.
Chiamato a metà stagione
a sostituire Giuseppe
Caramanno, esonerato
al culmine di un
duro faccia a faccia con
il presidente Giuseppe
D’Antuono dopo la
sconfitta per 2-1 in casa
del Derthona (seconda
di ritorno, coincisa con
l’esordio di Ivano Bordon
in maglia biancazzurra),
Perani si accorge
da subito che la situazio-
ne non è delle migliori.
Seppure l’organico
sia altamente competitivo
(oltre al già citato
Bordon ci sono giocatori
del calibro di Daniele
Marsan, Felice Tufano,
Francesco Tolasi,
Salvatore Bacci, Mariano
Marchetti, Massimo
Gori, Girolamo Bizzarri
e tanti altri), la classifica
è deficitaria e la situazione
societaria disastrosa.
I calciatori non percepiscono
gli stipendi da
gennaio; alberghi e ristoranti,
cominciando a
fiutare una puzza che va
ben oltre il classico bruciato,
iniziano a interrompere
i loro servigi.
Non avendo la società la
gestione dello stadio, gli
allenamenti sull’erba del
Comunale sono eccezioni
dovute a qualche scavalcamento
delle reti o
aperture abusive di cancelli,
porte e lucchetti. La
normalità è la terra bat-
tuta dei “campetti” da
dividere con due squadre
di Esordienti e una
di Allievi. Problemi, peraltro,
con i quali si era
già dovuto misurare Caramanno.
Dopo aver visionato la
Sanremese in casa contro
l’Entella (0-0 nella terza
di ritorno), Perani si accomoda
sulla scottante
panchina biancazzurra il
15 febbraio 1987. Lo 0-0
sul campo del Civitavecchia
non è poi da buttar
via ma, andando avanti,
i risultati stentano ad
arrivare, soprattutto in
casa. Le cinque partite
interne in cui la Sanremese
avrebbe dovuto
lanciare la riscossa verso
la salvezza fruttano solo
La carriera da mister da Sanrepedia!
Marino Perani
in una figurina degli anni ‘60
in maglia bolognese.
Per lui anche un goal
all’esordio con la Nazionale,
il 14 giugno 1966
contro la Bulgaria,
e una sfortunata partecipazione
al Mondiale inglese
nello stesso anno.
due pareggi (con Sorso
e Pro Vercelli) a fronte
di ben tre sconfitte (con
Montevarchi, Alessandria
e Cuoio Pelli). Proprio
l’1-0 con il Cuoio
Pelli gli costa (momentaneamente)
la panchina.
Già, momentaneamente,
perché dopo l’1-1 di
Casale in cui Bordon ha
vestito l’abito del portiere-allenatore,
Perani viene
richiamato per le ultime
quattro partite del
campionato. L’impresa
di evitare la seconda retrocessione
consecutiva
della Sanremese, più che
disperata, sembra impossibile.
E tale si rivela.
La squadra, però, ha
un sussulto di orgoglio
contro le due formazioni
più forti da affrontare
in quel breve cammino
e ad entrambe toglie
le velleità di promozione
in C1. Il 17 maggio (giorno
dell’addio al calcio di
Michel Platini), sotto
una pioggia battente, la
Sanremese vince al Comunale
contro la Pistoiese.
L’1-0 finale arriva
grazie a una splendida
rete di Damiano Farina.
Marino Perani
in veste di allenatore.
Una carriera certo
non fortunata tanto quanto
quella da calciatore.
La domenica dopo, in
trasferta, inchioda il Novara
sullo 0-0 e di fatto
consegna la C1 alla Torres
di un giovane Gianfranco
Zola e al Derthona
allenato da Angelo
Domenghini. Le ultime
due partite servono per
solo per certificare la salvezza
delle avversarie dei
biancazzurri: 0-0 al Comunale
contro la Massese
e sconfitta per 1-0 in
quel di Carbonia.
Per la Sanremese il baratro
dell’Interregionale
è ormai realtà. Il fatto
che l’1-0 in terra sarda
del 7 giugno 1987 sia stata
l’ultima partita della
vecchia e gloriosa società
e che Marino Perani
sia stato il suo ultimo allenatore
lo si saprà soltanto
in estate quando lo
spettro del fallimento si
materializzerà definitivamente.
6
Mondi virtuali
Il fronte dei “No social”. Condividere è vivere?
Un triste quadro: utenti “impigliati” nella rete, fra grottesche ostentazioni, identità fittizie e autismo digitale
Francesca Marletta
Nati come uno strumento
per comunicare,
per unire e per connettere
fra loro le persone,
i social network sono arrivati
a condizionare il
nostro modo di pensare,
di relazionarci con gli altri
e di percepire la realtà
che ci circonda.
L’aggravante di questa
situazione è che, senza
rendercene conto, ci siamo
allontanati dallo scopo
originario dei social,
trasformandoli in un
mezzo che ci ha consentito
di riprogettare le nostre
identità in un mon-
do che ha cominciato a
confondersi con il nostro:
quello virtuale. La
tecnologia, così, ci permette
di ingannare noi
stessi (e gli altri): sul web
possiamo imporre una
nostra identità, ritoccata
e falsificata a nostro
piacimento, autointrappolandoci
in un meccanismo
dominato dalla
competizione. Ecco allora
che l’obiettivo diventa
quello di far primeggiare
la nostra identità fittizia
sulle altre.
Ogni giorno, dunque,
milioni di utenti si connettono
sulle piattaforme
online. Essi cercano
di far apparire la loro
vita interessante e di autoconvincersi
di avere legami
solidi che, in realtà,
risultano maggiormente
apprezzabili da un punto
di vista quantitativo
piuttosto che da quello
qualitativo. E dimenticano,
pure, che le relazioni
autentiche si possono costruire
solamente nella
vita reale, intrattenendo
conversazioni vis-à-vis.
Qualcuno è contrario
a questa teoria e afferma
che invece i dispositivi
che utilizziamo
quotidianamente ci permettono
di migliorare la
nostra vita sociale, di intensificare
la rete di contatti
personali e di condividere
parte della nostra
vita e dei nostri pensieri
con gli altri. Tuttavia –
ripetiamo – i social ci regalano
solo l’illusione di
essere connessi con altre
persone, sono un palliativo
della solitudine.
«Online troviamo facilmente
compagnia, ma
siamo consumati dalla
pressione della rappresentazione.
Abbiamo
a disposizione una
connessione continua
eppure è raro che qualcuno
ci dedichi tutta
la sua attenzione, e viceversa»
scrive Sherry
Turkle, la psicologa statunitense
che da tempo
studia l’impatto che ha
la costante presenza della
tecnologia sulla psiche
umana. La psicologa
parla infatti di un rapporto
proporzionale tra
l’uso massiccio dei social
e l’impoverimento delle
nostre relazioni nel suo
libro “Insieme ma soli”,
nel quale descrive in
modo dettagliato come il
“virtuale” eserciti un’influenza
fortemente negativa
sul “reale”.
[Continua nel prossimo
numero]
7
Fotonotizie e colonna del mugugno
Le Nostre Rubriche
LA COLONNA DEL MUGUGNO
“segnalaci il tuo mugugno attraverso la nostra pagina
facebook, scrivendo a info@ilquartiere.eu o passando
in redazione in via della repubblica, 40”
a cura di Flavio Di Malta
- Nel reportage fotografico dell’ultimo numero
(relativo al degrado di San Martino) vi siete
“dimenticati” uno scatto: quello ai due cassonetti
della Caritas, sempre stracolmi, spesso debordanti
sul marciapiede. Si possono sollecitare gli addetti a
passare con maggiore frequenza?
Anna P.
- Nella serata di Halloween, nella parte alta di via
Lamamora e di via della Repubblica, i ladri hanno
colpito ancora! Installazione di telecamere? Maggiore
presenza delle forze dell’ordine? Fate qualcosa: i
residenti non vogliono rassegnarsi all’insicurezza e
all’impunità dei delinquenti!
Giorgio
- Ricordo che esattamente un anno fa “Il Quartiere”
tento di sensibilizzare Comune ed esercenti del posto
sul tema delle luminarie e, più in generale, del decoro
delle nostre vie. Sono curiosa di vedere se i buoni
propositi del 2016 troveranno riscontro quest’anno!
Natale è alle porte!
Nina
- Vorrei segnalare una situazione di forte disagio,
sulla pista ciclabile, all’altezza del ponticello sul
torrente San Martino. Per un breve tratto, infatti, le
corsie si dimezzano e diventano pericolosamente
impercorribili nei giorni di festa (come lo scorso 1°
novembre).
G.M.
- Ora che la Rai sembra volersi disfare di Villa
Ormond come sede del Dopofestival (troppo
periferica, dicono da Roma! Sic!), le nostre amate
palestre torneranno dov’erano? Qualora accadesse,
che spreco tutti gli investimenti fatti per adeguare il
Mercato dei Fiori in Valle Armea!
Gianni
- A seguito del vostro reportage sul degrado di San
Martino, qualcosina è cambiato. Alcuni padroni fin
troppo disinvolti nel consentire l’evacuazione dei
propri cani nelle aiuole ora, quantomeno, esibiscono
teatralmente... dei sacchettini. Speriamo non sia solo
scenografia!
Marco D.
NOVEMBRE ESTIVO AI TRE PONTI
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EDITORE DIMA S.R.L.S.
“Il Quartiere”
Testata giornalistica registrata presso
il Tribunale di Sanremo. Numero di
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Francesca Marletta
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