19.01.2018 Views

Vivi Somma #2

In questo numero: Speciale Sant'Agnese; Giornata della Memoria, Giorgio Casale e Isaia Bianco; Mulino Malacrida; Una regina austriaca al Castello Visconti

In questo numero: Speciale Sant'Agnese; Giornata della Memoria, Giorgio Casale e Isaia Bianco; Mulino Malacrida; Una regina austriaca al Castello Visconti

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

"Patrona sommese"<br />

di Iride Parachini<br />

Nella Basilica di S. Agnese, fino a due anni fa, chi entrava avrebbe potuto rimanere<br />

stupito nel non trovare riferimenti in quadri o statue alla Patrona della città.<br />

Nel 2016 fu realizzata una statua lignea copia dell'originale, esposto al Museo<br />

Diocesano di Milano<br />

con Santa Barbara e<br />

Maddalena; fino a<br />

qualche tempo fa il<br />

trittico si trovava nella<br />

casa parrocchiale di<br />

<strong>Somma</strong>, ma fu dato in<br />

"prestito permanente"<br />

dopo il restauro avuto<br />

a cura delle Romite<br />

Ambrosiane, le suore<br />

di clausura del Sacro<br />

Monte di Varese. Nella<br />

foto notiamo come<br />

Santa Agnese risulti<br />

più alta delle altre due<br />

di circa 15 centimetri;<br />

ciò confermerebbe la<br />

loro destinazione in<br />

una ancona per l'altare<br />

con la Santa in centro.<br />

Agnese è rappresentata con in mano un Agnello simbolo del suo martirio adagiato<br />

su un libro di preghiere. Santa Barbara tiene in mano una torre, ricorda la sua<br />

prigionia in una torre voluta dal padre. Maddalena invece tra le mani tiene un<br />

unguentario, ella infatti viene individuata come la donna che si prostrò ai piedi di<br />

Gesù e li cosparse di unguento prezioso. Le statue presentano una policromia<br />

giocata sui toni del bianco, del rosso e dell'oro. Purtroppo l'oro è quasi scomparso,<br />

in particolare dai capelli della Maddalena, ma si nota il particolare colore rosso dato<br />

dal bolo armeno utilizzato come collante per le lamine d'oro. Le statue, custodite a<br />

lungo nella Chiesa di San Vito, pare risalgano al 1489, anno in cui fu inaugurata "la<br />

seconda" Chiesa di S. Agnese, quella eretta dai Visconti sul sito attuale dopo<br />

l'abbattimento della prima in prossimità del Castello.<br />

Eccetto questa recente copia, in Basilica sembrerebbe non esserci nessun altro<br />

riferimento alla Patrona della città. Ebbene forse non tutti sanno che esiste una<br />

grande pala raffigurante “il martirio di Sant’Agnese” collocata sulla parete di fondo<br />

dell’abside e del presbiterio. Lungo le stesse pareti dell’abside inoltre è affiancata da<br />

quattro piccole “Storie di Sant’Agnese”. I dipinti si possono vedere solo se ci reca nel<br />

coro dietro l’altare maggiore, e furono realizzati intorno alla metà del XVIII secolo<br />

a completamento della zona dell’edificio che comprendeva la riqualificazione della<br />

zona absidale e presbiterale, con la costruzione del nuovo coro e la realizzazione<br />

dell’altare maggiore. Queste opere sono ancora oggi racchiuse nelle loro originali e<br />

ridondanti incorniciature a stucco. L’autore dei cinque dipinti è uno sconosciuto<br />

pittore lombardo attivo alla metà del XVIII secolo.<br />

("La Basilica di Sant’Agnese" Ed. Lativa)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!