Giovanni nel Giudizio Universale di Michelangelo
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<strong>Giovanni</strong> <strong>nel</strong> <strong>Giu<strong>di</strong>zio</strong> <strong>Universale</strong> <strong>di</strong> <strong>Michelangelo</strong><br />
<strong>Michelangelo</strong> Buonarroti nasce il 6 marzo 1475 a Caprese,<br />
un piccolo paese della Toscana, vicino ad Arezzo; ancora<br />
in fasce viene portato dalla famiglia a Firenze.<br />
Giovanissimo viene avviato dal padre Ludovico agli stu<strong>di</strong><br />
umanistici sotto la guida <strong>di</strong> Francesco da Urbino, poi passa<br />
alla scuola del Ghirlandaio, che rimane stupefatto vedendo<br />
i <strong>di</strong>segni eseguiti dal tre<strong>di</strong>cenne <strong>Michelangelo</strong>. Doveva<br />
rimanere per contratto almeno tre anni <strong>nel</strong>la bottega<br />
dal Ghirlandaio, ma anche a causa della grande passione per la scultura che egli nutriva,<br />
<strong>nel</strong> giro <strong>di</strong> un anno abbandona la comoda sistemazione per trasferirsi <strong>nel</strong> Giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> San<br />
Marco. Una libera scuola <strong>di</strong> scultura e <strong>di</strong> copia dell'antico che Lorenzo de' Me<strong>di</strong>ci che<br />
aveva appunto istituito nei giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> San Marco. Un luogo frequentato anche da coloro<br />
che saranno in seguito suoi committenti.<br />
Quanto fatto dall’artista <strong>nel</strong>la Sistina gli fu commissionato da Giulio II (Giuliano della<br />
Rovere), prima, che gli <strong>di</strong>ede l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere la volta quando l’artista aveva quasi<br />
quarant’anni, e da Paolo III (Alessandro Farnese) che chiese all’artista, ormai anziano e<br />
che ancora non aveva iniziato la resurrezione chiestagli dal precedente Clemente VII<br />
(Giulio de’ Me<strong>di</strong>ci), <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere al posto della resurrezione il <strong>Giu<strong>di</strong>zio</strong> <strong>Universale</strong>.<br />
Un’opera che influenzerà a tal punto l’arte da creare una scuola a cui si ispireranno gli<br />
artisti successivi, il manierismo.<br />
Grazie alla documentazione messagli a <strong>di</strong>sposizione dalle alte gerarchie cattoliche del<br />
tempo come sembra emergere dalle ricerche, con il racconto che <strong>Michelangelo</strong> farà <strong>nel</strong><br />
<strong>Giu<strong>di</strong>zio</strong> <strong>Universale</strong>, come vedremo, in fondo accontenterà entrambi i papi.<br />
Quanto simbolicamente l’artista racconta abbiamo potuto comprenderlo per le molte<br />
ricerche fatte per decriptare il racconto contenuto <strong>nel</strong> mosaico pavimentale della chiesa<br />
<strong>di</strong> Otranto, costruito tra il 1163 ed il 1165 dal monaco basiliano Pantaleone, che in buona<br />
parte abbiamo compreso, ma anche per altre precise ragioni che per il momento non<br />
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