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GENNAIO_2018_cond_nuovo_SITO

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D IOCESI DI<br />

M AZARA DEL VALLO<br />

A 50 ANNI DAL SISMA<br />

Lo speciale di 4 pagine<br />

le storie e le foto<br />

che raccontano il Belice<br />

Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 01 del 26 gennaio <strong>2018</strong><br />

Nella foto: frontespizio di uno dei volumi<br />

della biblioteca del Seminario vescovile ora<br />

digitalizzati dalla biblioteca del Cnr di<br />

Roma.<br />

Testi antichi<br />

digitalizzati<br />

A pagina 14


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 2<br />

L’EDITORIALE<br />

di DOMENICO MOGAVERO<br />

Domenico Mogavero<br />

I poverili avremo<br />

sempre con noi,<br />

i pochiimparino a<br />

guardarei molti<br />

IL MESSAGGIO<br />

DEI VESCOVI SICILIANI<br />

ecco un passaggio del comunicato<br />

stampa finale della sessione invernale<br />

della Conferenza episcopale Siciliana.<br />

I VeSCoVI, attenti ascoltatori del grido<br />

dei poveri, manifestano convinta <strong>cond</strong>ivisione<br />

alla denuncia di quanti,<br />

anche presbiteri, hanno evidenziato la<br />

distanza tra il sentire della nostra<br />

gente e le prospettive di chi è interessato<br />

a salvaguardare i privilegi economici<br />

di pochi burocrati, a discapito di<br />

chi non ha un livello di vita dignitoso.<br />

Per parte loro le Chiese di Sicilia assicurano<br />

che continueranno a venire incontro<br />

alle diverse povertà, nelle<br />

forme suggerite localmente dalla fantasia<br />

della carità, utilizzando anche le<br />

risorse derivanti dai fondi dell’otto per<br />

mille che i contribuenti destinano alla<br />

Chiesa Cattolica.<br />

L’inizio del <strong>nuovo</strong><br />

anno ha recato conferme<br />

antiche su una<br />

componente della vita<br />

sociale che rode la vita<br />

di moltissime famiglie e<br />

che fa marciare senza patemi pochi nuclei<br />

familiari sull’intero pianeta e anche<br />

nel nostro Paese, purtroppo. Intendo riferirmi<br />

al tema della povertà, che sembrerebbe<br />

piuttosto alieno dalla<br />

percezione e dalla considerazione di<br />

tante persone. Qualcuno, forse, pensa<br />

ancora che i poveri siano un triste e inquietante<br />

retaggio del cosiddetto terzo<br />

mondo e che nelle nostre città e nei<br />

nostri paesi, tutto sommato, i veri poveri<br />

siano piuttosto pochi. Magari fosse<br />

così! e invece la povertà dilaga sempre<br />

più e si fa finta di non vederla per non<br />

lasciarsi affliggere da interrogativi scomodi<br />

e imbarazzanti.<br />

Proprio in questi giorni è stato pubblicato<br />

il<br />

Rapporto<br />

la povertà dilaga<br />

sempre di più<br />

e si fa finta<br />

di non vederla<br />

O x h f a m<br />

<strong>2018</strong> sulle<br />

povertà a<br />

livello globale<br />

e in<br />

ciascuno<br />

paese. e i<br />

dati sconfortanti impongono riflessioni<br />

responsabili anche ai più indifferenti.<br />

oggi 7 cittadini su 10 vivono in paesi,<br />

Italia compresa, in cui la disuguaglianza<br />

è aumentata negli ultimi 30 anni. l’1%<br />

più ricco della popolazione mondiale<br />

detiene più ricchezza del restante 99%.<br />

Con riferimento all’Italia, il 40% della<br />

ricchezza nazionale netta nel 2017 è<br />

stata appannaggio del 5% più ricco dei<br />

nostri connazionali. Quanto poi alla distribuzione<br />

del reddito il divario nella<br />

distribuzione non è meno sconcertante<br />

in quanto, se<strong>cond</strong>o gli ultimi dati IStat<br />

disponibili, il 20% più povero dei cittadini<br />

italiani dispone solo del 6,3% del<br />

reddito nazionale, contro il 40% posseduto<br />

dal 20% più ricco. di contro a<br />

metà del 2017, il 20% più ricco degli<br />

italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza<br />

nazionale netta.<br />

A corollario di queste poche ma graffianti<br />

cifre, non sembri una battuta di<br />

pessimo gusto la rilevazione che ogni<br />

due giorni nasce un <strong>nuovo</strong> miliardario<br />

e che a fare le spese sono i più poveri e<br />

vulnerabili, molto spesso donne. Il costante<br />

incremento dei profitti di azionisti<br />

e top manager infatti corrisponde a<br />

un peggioramento altrettanto costante<br />

dei salari e delle <strong>cond</strong>izioni dei lavoratori.<br />

In questo inquietante stato di cose<br />

non poteva non indignare la questione<br />

riguardante l’abolizione del tetto annuale<br />

degli stipendi dei superburocrati,<br />

fino al 31 dicembre bloccato a €<br />

240.000, pari a circa 480.000 milioni<br />

delle vecchie lire (quasi mezzo miliardo!).<br />

Ci si arrampica sugli specchi<br />

per giustificare quest’insulto alla maggioranza<br />

dei cittadini, a cui non basterà<br />

una vita per illudersi di potersi avvicinare<br />

a simili utopie.<br />

Considerando, perciò, talune prese di<br />

posizione di politici locali si resta senza<br />

parole nel constatarli assolutamente incuranti<br />

del fatto che la Sicilia vanta (si<br />

fa per dire!!!) la maglia nera di primati<br />

tristissimi e poco invidiabili. Se<strong>cond</strong>o<br />

dati IStat del 2017, infatti, nella nostra<br />

Regione più della metà della popolazione<br />

(55,4%) vive in famiglie a rischio<br />

di povertà o di esclusione. e un rapporto<br />

SVIMeZ denuncia, a sua volta,<br />

che circa 10 meridionali su 100 sono in<br />

<strong>cond</strong>izione di povertà assoluta.<br />

Di fronte a questo quadro desolante,<br />

confermato dalle rilevazioni fatte quotidianamente<br />

nelle nostre parrocchie,<br />

occorre gridare alto e forte il grido di<br />

denuncia di chi con sommo disprezzo<br />

delle povertà rivendica esose e ingiustificabili<br />

retribuzioni. e nello stesso<br />

tempo occorre mettersi dalla parte dei<br />

poveri per soccorrere e alleviare la loro<br />

i n g i u s t a<br />

ènecessaria<br />

una mobilitazione<br />

per ridare dignità<br />

retributiva al lavoro<br />

indigenza,<br />

ciascuno<br />

s e c o n d o<br />

le proprie<br />

possibilità,<br />

senza voltarsi<br />

da<br />

un’altra. le nostre Caritas, diocesana e<br />

parrocchiali, con i soldi dell’otto per<br />

mille destinato dai contribuenti alla<br />

Chiesa cattolica fanno quel che possono;<br />

ma non basta.<br />

È necessaria una mobilitazione corale<br />

del Paese per ridare dignità retributiva<br />

al lavoro, affinché ridiventi fonte<br />

di ricchezza e dunque di benessere;<br />

oggi, infatti, sono i redditi a produrre<br />

ricchezza. e se è vero che la povertà ci<br />

sarà sempre, tuttavia bisogna tendere<br />

«a un vero incontro con i poveri», per<br />

giungere «a una <strong>cond</strong>ivisione che diventi<br />

stile di vita» (Papa francesco).


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 3<br />

LA STORIA<br />

DI SUOR ALESSANDRA MARTIN, FFM<br />

Suor Alessandra<br />

da quell’eccomialla missione,<br />

una vitada francescana<br />

Sono trascorsi 21 anni da quando,<br />

appena ventenne, sono partita da<br />

casa per iniziare un’esperienza di<br />

vita consacrata in cui sono rimasta, impegnandomi<br />

in un “per sempre” con il<br />

Signore, dio della mia vita. Mi è sempre<br />

piaciuto pensarmi dentro una storia di<br />

alleanza e non tanto di disegno o progetto<br />

di dio su di me. Quello che ho<br />

sentito forte fin da giovane, è stato un<br />

legame di amicizia con il Signore che<br />

cresceva man mano che mi mettevo in<br />

gioco in diverse realtà come il volontariato<br />

in parrocchia e tra i malati, il servizio<br />

agli ultimi, l’impegno nell’azione<br />

Cattolica e la formazione missionaria<br />

diocesana. Incontri, volti, storie che mi<br />

hanno fatto conoscere e gustare la bellezza<br />

di una vita fatta dono.<br />

Mi sono chiesta tante volte che senso<br />

e che direzione dare alla mia vita. Il<br />

dono di Gesù nell’eucaristia, il suo<br />

spezzarsi e farsi pane per me, per noi<br />

tutti, ha dato risposta alla mia inquietudine<br />

e alla mia ricerca. dio nel donare<br />

suo figlio Gesù ha scelto noi, ha scelto<br />

me. Ho pensato che la risposta a tanta<br />

grandezza e a una logica di gratitudine<br />

totale come quella di Cristo non poteva<br />

che andare nella stessa direzione, nel<br />

dono di me come restituzione. In questo<br />

pensiero ho toccato la felicità del<br />

cuore, ho sentito che in questa direzione<br />

potevo essere pienamente me<br />

stessa e crescere in una vita autentica.<br />

l’alleanza di vita con il Signore è iniziata<br />

da qui e attraverso tanti piccoli “eccomi”<br />

ha segnato le tappe di un cammino<br />

fiducioso e appassionato, fino alla<br />

promessa di fedeltà “per sempre”, l’8<br />

dicembre 2007 nell’istituto delle francescane<br />

Missionarie di Maria. fin da subito<br />

la famiglia religiosa che mi ha<br />

accolta, cresciuta e formata alla vita<br />

consacrata, ha avuto il volto di donne<br />

belle, felici della loro scelta, coraggiose<br />

e con vissuti missionari di respiro universale.<br />

La bellezza di essere missionaria e di<br />

andare nel nome di Cristo in ogni parte<br />

del mondo (siamo più di seimila sorelle<br />

di nazionalità diverse e viviamo in 78<br />

Paesi), con lui e portando lui, mi ha<br />

resa testimone di un amore che supera<br />

le diversità e che, anzi, costruisce percorsi<br />

di unità e di arricchimento reciproco,<br />

a partire dalle nostre diversità. Si<br />

sono aperte per me le porte della missione<br />

nel 2000 con un anno di vita in<br />

Madagascar, inserita in un progetto<br />

della famiglia francescana di recupero<br />

di famiglie in grave disagio sociale. Poi<br />

tornata in Italia per lo studio della teologia,<br />

ho continuato ad assisi un servizio<br />

di accoglienza ai giovani,<br />

accompagnando molti di essi nei viaggi<br />

missionari in Burkina faso nel periodo<br />

estivo.<br />

Nel 2008 l’arrivo in Sicilia, prima Siracusa<br />

per circa dieci anni e ora qui, a<br />

Mazara del Vallo. Sono stati molti i vissuti<br />

che mi hanno aiutata a crescere e<br />

a stare accanto a chi fa più fatica nella<br />

vita: donne sole con figli, famiglie nel<br />

disagio sociale ed economico, vittime<br />

www.diocesimazara.it<br />

suor alessandra Martin (a destra<br />

nella foto).<br />

della tratta, minori stranieri provenienti<br />

dagli sbarchi. tante persone divenute<br />

parte di me, che mi hanno insegnato a<br />

essere donna, ad assumere i tratti di<br />

madre e a far crescere la vita accompagnandola<br />

con pazienza e tenerezza.<br />

dio non è Colui che scrive per me il futuro,<br />

ma Colui che amo, e desidero vivere<br />

il presente, che è dono suo,<br />

attraverso la Sua Parola Sacra che<br />

guida il mio quotidiano, con i fratelli a<br />

cui mi invia che a loro volta mi rinviano<br />

all’eucaristia, mangiata, adorata e contemplata<br />

ogni giorno. So che dio è per<br />

me, il dono di se stesso è per me, perché<br />

lui è puro dono e pura gratuità.<br />

GIORNATA MONDIALE<br />

DELLAVITA CONSACRATA A MARSALA<br />

IN oCCaSIoNe della XXII GIoRNata mondiale<br />

della vita consacrata, in diocesi, venerdì 2<br />

febbraio, con inizio alle ore 17,30, si terrà il<br />

raduno presso la chiesa di Santa Cecilia a<br />

Marsala e poi in corteo si arriverà in chiesa<br />

madre dove il Vescovo presiederà la santa<br />

messa.<br />

Mensile<br />

della Diocesi<br />

di Mazara del Vallo<br />

Anno XVI - n. 01 del 26 gennaio <strong>2018</strong><br />

Registrazione Tribunale<br />

di Marsala n. 140/7-2003<br />

Editore<br />

Associazione “Orizzonti Mediterranei”<br />

Piazza della Repubblica, 6<br />

91026 - Mazara del Vallo<br />

Direttore editoriale<br />

mons. Domenico Mogavero<br />

Direttore responsabile<br />

Max Firreri<br />

Redazione<br />

Piazza della Repubblica, 6<br />

91026 - Mazara del Vallo<br />

tel. 393.9276843<br />

<strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it<br />

Hanno collaborato<br />

Nicoletta Borgia, don Daniele Donato,<br />

Erina Ferlito, Flavio Leone, Gaspare<br />

Magro, suor Alessandra Martin, Annabella<br />

Orto, Dora Polizzi.<br />

Questo numero è stato chiuso in redazione<br />

il 26 gennaio <strong>2018</strong>. È vietata la riproduzione<br />

integrale o parziale.<br />

Periodico associato alla:


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 4<br />

50 ANNI DAL SISMA<br />

DI MAX FIRRERI<br />

www.diocesimazara.it<br />

Ivo Soncini e leonarda<br />

fontana, mamma di<br />

eleonora di Girolamo<br />

Cudduredda.<br />

L’incontro con Ivo Soncini,<br />

il pompiereche trovò Cudduredda<br />

IL RITORNO A GIBELLINA<br />

del volontario che recuperò<br />

la piccola ancora in vita<br />

Un abbraccio commossonel silenzio<br />

della cucina è il segno del ringraziamento:<br />

«Vedendo lei rivedo mia figlia<br />

viva». leonarda fontana e Ivo Soncini a Gibellina<br />

si sono rivisti dopo dieci anni. l’ultima<br />

volta era successo nel 2008 quando il Comune<br />

organizzò il primo incontro tra i due. è<br />

successo ancora una volta in questo 50° anniversario<br />

del sisma del Belice. Ivo Soncini è il<br />

vigile del fuoco che due notti dopo la terribile<br />

scossa del 14 gennaio ’68 trasse dalle macerie<br />

con le sue mani eleonora di Girolamo,<br />

Cudduredda. leonarda fontana, oggi quasi<br />

novantenne, è la mamma della piccola che<br />

fu ritratta da Nicola Scafidi mentre l’assisteva<br />

sul letto dell’ospedale Villa Sofia a Palermo.<br />

Due volti di una tragediache, a 50 anni dal<br />

terremoto, si sono trovati faccia a faccia: eleonora<br />

di Girolamo (che di Cudduredda è la<br />

sorella e ne porta il nome) nata qualche mese<br />

dopo la morte della piccola, davanti al Presidente<br />

della Repubblica ha consegnato una<br />

targa a Ivo Soncini. Un “grazie” che è l’affetto<br />

sincero di una famiglia che ha visto il volto<br />

commosso di chi salvò, con le mani dalle macerie,<br />

la vita di Cudduredda. Quella della piccola<br />

ritrovata fu una storia che commosse il<br />

mondo. Ma Ivo Soncini, per decenni, tenne<br />

segreto quel salvamento. Il suo volto passò<br />

sui piccoli schermi immortalato nel servizio<br />

di Sergio Zavoli.<br />

«Fu quando per lavoro venni a Caltanissetta,<br />

quasi 40 anni dopo il sisma, che in me<br />

nacque il desiderio di conoscere i parenti di<br />

Cudduredda. Il “Giornale di Sicilia” proprio in<br />

quei giorni raccontò la mia storia e ritrovai<br />

una mia foto con la piccola in braccio», dice<br />

Ivo Soncini. da lì i primi contatti con la famiglia<br />

e poi, nel 2008, il primo incontro. tornare<br />

a Gibellina e al Cretto di Burri per Ivo Soncini<br />

è come fare un tuffo nella memoria: «Ricordo<br />

che quel mercoledì iniziammo a scavare da<br />

#CONDIVIDERETV<br />

Il racconto di Ivo<br />

Soncini al Cretto<br />

IVo SoNCINI (nella foto mentre ritira il premio<br />

consegnato da lea di Girolamo) si racconta a<br />

#CondividereTV, il canale Youtube della nostra<br />

redazione. Sul Cretto di Burri ricorda quei momenti<br />

che lo videro impegnato nei soccorsi.<br />

quel rudere lassù – dice Soncini mentre indica<br />

la zona nord del vecchio paese distrutto – tirammo<br />

fuori due vittime e poi sentimmo<br />

parlare una bambina. Io chiedevo e lei rispondeva;<br />

in noi si accese la speranza. Ci<br />

siamo messi a togliere macerie con le mani<br />

e Cuddureddaera sotto due travi rimaste incrociate.<br />

Me la misi in braccio e con una jeep<br />

dei Vigili del fuoco l’abbiamo trasportata in<br />

un campo allestito qui a valle del paese».<br />

Il resto della poca vita di eleonora di Girolamo<br />

Ivo l’ha saputa dalle notizie che arrivavano<br />

alle squadre di soccorso: «Quando<br />

seppi che Cuddureddaera morta sono rimasto<br />

molto male». Per decenni tutto è finito tra<br />

i ricordi. Ma Ivo Soncini da Reggio emilia non<br />

ha mai perso la speranza di incontrare, un<br />

giorno, i parenti di eleonora di Girolamo. a<br />

50 anni dal terremoto, è successo ancora,<br />

dopo il 2008. tra Ivo Soncini e i fratelli di Cudduredda<br />

(franco, Nicola ed eleonora lea) è<br />

nata un’amicizia profonda. Un sentimento di<br />

riconoscenza mai detto, ma che dà linfa a<br />

questo rapporto nato da una tragedia quale<br />

è stata il terremoto. Ivo Soncini sulla tomba<br />

di Cuddureddaal cimitero <strong>nuovo</strong> di Gibellina<br />

ha fatto arrivare una composizione di fiori<br />

bianchi. a fianco di un altro mazzo di 50 rose<br />

fatto sistemare dalla famiglia di Girolamo. al<br />

di fuori delle cerimonie ufficiali sotto i riflettori,<br />

l’anniversario è anche il ricordo silenzioso di<br />

chi non c’è più.


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 5<br />

50 ANNI DAL SISMA<br />

DI MAX FIRRERI<br />

La storia<br />

le scosse, la paurae le<br />

nozzea 13 giornidal sisma<br />

www.diocesimazara.it<br />

Rosina Bruno e Giovanni li Causi il giorno<br />

del loro matrimonio, nel 1968. Nella foto i<br />

due coniugi come sono oggi.<br />

IL MATRIMONIO<br />

celebrato dal Vescovo<br />

Giuseppe Mancuso<br />

in Cattedrale<br />

è là» ripete Rosina<br />

Bruno. la sua mano indica la<br />

«Tutto<br />

parte alta della collina dove<br />

oltre campi di terre coltivate c’è il paese<br />

vecchio. Ruderi, testimonianze di quello<br />

che c’era e ora non c’è più. Rosina non ha<br />

dimenticato nulla, neanche un frammento<br />

del paese vecchio. le strade lastricate,<br />

le case una a fianco all’altra,<br />

quell’aria familiare che dava sicurezza<br />

anche a chi, come lei, a vent’anni nel<br />

1968, si affacciava al mondo della giovinezza<br />

con speranza e paure. «Ma il terremoto<br />

è una paura diversa» - racconta<br />

Rosina - «come fai a raccontarlo?». Rosina<br />

Bruno quando il Belice venne colpito<br />

dal sisma era una giovane ventenne appena<br />

diplomata.<br />

La sua vita l’aveva vissuta lì, tra Salaparuta<br />

e Castelvetrano. Indietro nel tempo è<br />

un esercizio della memoria. Perché la vita<br />

quotidiana, gli anni, i decenni fanno ingiallire<br />

i ricordi, ma non li cancellano. era<br />

una fredda notte di gennaio in quel 1968:<br />

«Il mio fidanzato era andato da poche<br />

settimane a lavorare a Como e io ero a<br />

Salaparuta coi miei genitori, racconta. alla<br />

prima scossa eravamo seduti a tavola e<br />

mia mamma disse: “questo è terremoto”.<br />

Nessuno di noi voleva crederci, noi un terremoto<br />

non l’avevamo mai vissuto. Siamo<br />

usciti fuori, in macchina; l’intero paese era<br />

fuggito dalle case; ci ritrovammo vicino il<br />

cimitero, tutti lì ad aspettare che la terra<br />

ritornasse più buona». le ore successive<br />

furono, invece, quelle più terribili. la notte<br />

che scendeva e la paura di dentro. l’ultima<br />

immagine della sua casa integra Rosina<br />

ce l’ha bene impressa nella mente.<br />

Poi nella notte tutto è crollato. le case<br />

e la speranza. Il trasferimento a Mazara<br />

del Vallo per ripartire da zero, senza<br />

niente ma solo con le briciole dei ricordi.<br />

«fummo ospitati in una scuola pubblica<br />

con l’accoglienza generosa dei mazaresi,<br />

ricorda Rosina. In quell’occasione sperimentammo<br />

cosa voleva dire essere aiutati<br />

dagli altri nel momento del bisogno. a<br />

Mazara del Vallo arrivarono anche alcuni<br />

giovani volontari da Pisa, città dove studiava<br />

il notaio tumbiolo. Per tanti di noi<br />

furono spalla dove appoggiarci e raccontarci».<br />

Le giornate vissute tra le notizie che arrivano<br />

dai luoghi del disastro. «Il mio fidanzato<br />

da Como, saputa la notizia, ci<br />

raggiunse a Mazara del Vallo. Sarebbe rimasto<br />

pochi giorni per tornare a lavorare<br />

al Nord Italia. Io, in quel momento difficile,<br />

vedevo il mio futuro fuori dalla Sicilia. lui<br />

voleva portarmi a Como. fu in quel momento<br />

che pensammo alle nozze». erano<br />

i giorni dopo il sisma, difficili e vissuti tra<br />

le cose indispensabili e la speranza di un<br />

futuro possibile altrove. «decidemmo così<br />

di sposarci il 27 gennaio, 13 giorni dopo<br />

il terremoto – racconta Rosina – e fu proprio<br />

il Vescovo monsignor Giuseppe<br />

Mancuso a voler celebrare il nostro matrimonio».<br />

Rosina e Giovanni li Causi, insieme<br />

a Caterina Cudia e Rosolino<br />

Sansone, furono le prime due coppie di<br />

Salaparuta a sposarsi dopo il sisma. «trovare<br />

le fedi a Mazara del Vallo e a Castelvetrano<br />

fu impossibile. Così, su<br />

suggerimento del parroco, per il rito utilizzammo<br />

le nostre fedi di diploma».<br />

Da Mazara del Vallo a Como il passo è<br />

stato breve. Sei mesi vissuti lontano dal<br />

Belice: «Io sognavo già il mio futuro da<br />

maestra nel Nord Italia», racconta Rosina.<br />

Sarebbe stata una vita nuova per quella<br />

giovane ventenne che aveva vissuto il terremoto.<br />

dopo sei mesi, però, il ritorno a<br />

Salaparuta. Stavolta tra le baracche al<br />

Piano della Pietra, lontano pochi chilometri<br />

dalle macerie. Quello è stato l’inizio di<br />

16 lunghi anni vissuti tra le lamiere, la speranza<br />

di una nuova casa. I ricordi di Rosina<br />

si fanno memoria, oggi grazie anche al<br />

gruppo Facebook “Salaparuta”, del quale<br />

lei è una delle promotrici. «Il social network<br />

ci ha permesso di richiamare all’appello<br />

quanti hanno vissuto il terremoto e<br />

oggi si trovano sparsi nel mondo – spiega<br />

– la testimonianza delle foto è quella che<br />

più ci aiuta nella ricostruzione della memoria».


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 6<br />

50 ANNI DAL SISMA<br />

di FLAVIO LEONE E MAX FIRRERI<br />

www.diocesimazara.it<br />

1<br />

2<br />

La visita<br />

Il Presidente Mattarella:<br />

«Fiducianel futuro»<br />

3<br />

4<br />

6<br />

giorni scorsi alcuni sindaci del Belìce<br />

hanno detto: stiamo costruendo il futuro.<br />

«Nei<br />

Questa affermazione non è soltanto un<br />

messaggio di rassicurazione, ma manifesta orgoglio<br />

protagonista, convinzione di poter superare, con il necessario<br />

sostegno della comunità nazionale, le difficoltà<br />

che rimangono nel presente. Quelle parole manifestano<br />

ragionevole, fondata fiducia nel futuro. è un messaggio<br />

che tengo a <strong>cond</strong>ividere con tutti voi». lo ha<br />

detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella<br />

intervendo all’inaugurazione delle celebrazioni per il<br />

50° anniversario, tenutasi a Partanna. 1.Mattarella saluta<br />

i bambini. 2. Nicola Catania, coordinatore dei sindaci<br />

del Belice. 3. Nello Musumeci, presidente della Regione<br />

Siciliana. 4. Scout in attesa dell’arrivo di Mattarella. 5.<br />

l’attore alessandro Preziosi. 6. Il cantante Nello analfino.<br />

7. l’auditorium “Giacomo leggio” a Partanna. 8.<br />

Mattarella e il cardinale francesco Montenegro.<br />

5<br />

7 8


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 7<br />

50 ANNI DAL SISMA<br />

di FLAVIO LEONE E MAX FIRRERI<br />

www.diocesimazara.it<br />

9<br />

Le celebrazioni commemorative<br />

da Gibellinaa Montevago,<br />

tra ricordie prospettive<br />

10<br />

12<br />

La giornata commemorativa del terremoto<br />

- svoltasi domenica 15 gennaio<br />

- si è articolata nei diversi centri<br />

del Belice. 9. a Gibellina, sotto la Porta del<br />

Belice, il Presidente della Regione Nello Musumeci<br />

e il Ministro Claudio de Vincenti<br />

hanno scoperto la lapide commemorativa.<br />

10. Raduno di cittadini al monumento che<br />

ricorda la visita del Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II nel 1982 a Salaparuta, dove si è tenuto<br />

un momento di silenzio per commemorare<br />

le vittime. 11.al termine della santa<br />

messa ai ruderi di Montevago, si è tenuta la<br />

fiaccolata nel vecchio centro. 12. I sindaci sfilano<br />

sotto la Porta del Belice di Pietro Consagra<br />

a Gibellina. 13. a Poggioreale si è<br />

tenuto un incontro con i poggiorealesi emigrati<br />

in australia: che hanno finanziato alcuni<br />

interventi nelle scuole cittadine.<br />

11<br />

#CONDIVIDERETV<br />

Una targa a don Riboldi<br />

e l’omelia tra i ruderi<br />

13<br />

le teleCaMeRedi #CondividereTV, il canale Youtubedella<br />

nostra redazione, hanno seguito le iniziative<br />

commemorative del 50° anniversario del<br />

terremoto 1968. a Partanna è stata consegnata<br />

una targa alla memoria di don antonio Riboldi<br />

recentemente scomparso, parroco rosminiano a<br />

Santa Ninfa ai tempi del terremoto. a ritirarla è<br />

stato il Vescovo monsignor domenico Mogavero.<br />

ai ruderi di Montevago, invece, gli arcivescovi<br />

di agrigento e di Monreale e i Vescovi di<br />

trapani, Mazara del Vallo e Piana degli albanesi<br />

hanno concelebrato la santa messa in ricordo<br />

delle vittime. al termine si è svolta una fiaccolata<br />

tra i ruderi della città.


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 8<br />

NEL TERRITORIO<br />

Campobello di Mazara<br />

Confisca di beni<br />

all’imprenditore Moceri<br />

arriva la confisca dei beni per l’imprenditore<br />

di Campobello di Mazara andrea Moceri,<br />

57 anni e i suoi familiari:<br />

immobili,terreni, conti bancari, aziende, auto<br />

per un totale di 25 milioni di euro. Il provvedimento<br />

è della sezione sezione misure di prevenzione<br />

del tribunale di trapani. le indagini<br />

della dia, coordinate dalla Procura di Palermo,<br />

hanno ricostruito in questi anni gli affari di Moceri.<br />

all'inizio si occupava di compravendita di<br />

auto nuove e usate. Il denaro accumulato in<br />

nero, come in nero sarebbero pagati i dipendenti<br />

costretti a firmare buste paga fantasma,<br />

sarebbe servito a finanziare<br />

nuove attività e a organizzare<br />

un giro di usura. tra le imprese<br />

finanziate con l'attività<br />

illecita di credito c'era anche<br />

l’oleificio “fontane d'oro<br />

s.a.s.”, con sede a Campobello<br />

di Mazara. oggi in amministrazione<br />

giudiziaria, l’azienda<br />

è ri<strong>cond</strong>ucibile a francesco<br />

luppino, attualmente detenuto,<br />

indicato dagli investigatori<br />

come un fedelissimo del<br />

latitante Matteo Messina denaro.<br />

Il patrimonio confiscato<br />

a Moceri, a cui è stata applicata la sorveglianza<br />

speciale per due anni, comprende 35 unità immobiliari<br />

(nella foto: il complesso turistico costruito<br />

a Tre Fontane da Moceri e mai aperto),<br />

tra Campobello di Mazara e Castelvetrano, 35<br />

appezzamenti di terreno, 5 aziende, quote di<br />

partecipazioni in varie società di capitali, numerosi<br />

conti bancari e polizze assicurative.<br />

Mazara del Vallo<br />

lavori al porto<br />

canale, tempi brevi<br />

«aBBIaMo RICeVUto le rassicurazioni<br />

da parte del Commissario<br />

straordinario per la mitigazione<br />

del rischio idrogeologico Maurizio<br />

Croce che i lavori inizieranno<br />

non appena i soggetti attuatori<br />

otterranno la concessione demaniale,<br />

già richiesta». lo ha<br />

detto il vice sindaco di Mazara<br />

del Vallo, Silvano Bonanno, intervenendo<br />

sull’oramai lunghissima<br />

questione dell’escavazione<br />

del porto-canale di Mazara del<br />

Vallo. «Sono notizie positive<br />

dopo anni di blocco, ma naturalmente<br />

attendiamo la concretezza<br />

dell'avvio degli interventi»<br />

ha detto ancora Bonanno.<br />

Castelvetrano<br />

Belicittà, chiude<br />

il supermercato<br />

toRNa d’attUalItà la questione del<br />

centro commerciale “Belicittà” di<br />

Castelvetrano, e nello specifico la<br />

difficile situazione del supermercato<br />

che è stato richiuso. la “esse<br />

emme” ha abbassato le saracinesche<br />

e rischiano il posto di lavoro<br />

32 dipendenti. tra la società che<br />

gestisce il supermercato e la Grigoli<br />

distribuzione (proprietaria dei<br />

locali) c’è un contezioso aperto<br />

sull’affitto finito sul tavolo della<br />

Prefettura, con la partecipazione<br />

di una delegazione dell’agenzia<br />

dei beni confiscati. la società “esse<br />

emme” pare richiederebbe una riduzione<br />

dell’area del supermercato,<br />

mentre la proprietà chiede il<br />

pagamento di quote d’affitto pregresso.<br />

IN PRIMO PIANO<br />

POGGIOREALE<br />

In 8 mesi ultimati<br />

i lavori: riapre la piscina<br />

abbandonata per anni<br />

Sono stati completati i lavori di<br />

recupero della piscina comunale<br />

di Poggioreale quale centro<br />

natatorio e riabilitativo. la<br />

struttura versava in stato di abbandono<br />

e di degrado da oltre 25 anni.<br />

allora i lavori vennero iniziati e poi<br />

interrotti a causa del fallimento della<br />

ditta appaltatrice. In soli 8 mesi i lavori<br />

sono stati completati. «Il nostro<br />

obiettivo - spiega il sindaco lorenzo<br />

Pagliaroli - resta sempre quello di tenere<br />

bassi i costi di gestione, ipotizzando<br />

la realizzazione di un impianto<br />

solare termico. Ma in particolar<br />

modo pensiamo ora a redigere un<br />

bando per l’affidamento della piscina<br />

a un soggetto privato con personale<br />

specializzato nella riabilitazione. oppure<br />

- prosegue il sindaco - a un’associazione<br />

sportiva finalizzata a fornire<br />

ai giovani, con l’utilizzo della piscina,<br />

un’attività di svago, dal<br />

momento che il Comune non<br />

avrebbe le risorse finanziarie per gestirla».<br />

Nell’ottica di diventare un<br />

centro riabilitativo, la piscina comunale<br />

verrà dotata di un sollevatore<br />

mobile del tipo “elettroidraulico” che<br />

consentirà il trasporto dei disabili<br />

dallo spogliatoio fino al bordo della<br />

piscina per farli così scendere in<br />

acqua in modo sicuro. Per Poggioreale<br />

è un evento storico che ha due<br />

date precise: 1991, anno di inizio dei<br />

lavori, e 2017, anno di completamento.<br />

«Sicuramente – aggiunge il<br />

sindaco – sarà una grande festa e<br />

non solo per Poggioreale, ma anche<br />

per tutti i comuni belicini».


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 9<br />

VOCE DAI SOCIAL<br />

CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />

#CONDIVIDERETV<br />

“Pronto in 5 minuti”,<br />

le ultime due puntate<br />

UltIMe dUe PUNtate<br />

per la rubrica<br />

“Pronto in<br />

5 minuti” il<br />

<strong>nuovo</strong> format<br />

in onda dal 10<br />

dicembre su<br />

#CondivideretV, il canale<br />

web tv della nostra testata.<br />

ospiti delle prossime puntate<br />

saranno Vito Zichittella<br />

della torrefazione “Zicaffè” e<br />

la campionessa del mondo<br />

di scherma loreta Gulotta.<br />

FACEBOOK/IL VIDEO<br />

la storia di Simone fontana,<br />

il ragazzino del sisma dimenticato<br />

SIMoNe foNtaNa morì nel 1968 a soli 14 anni, presumibilmente,<br />

per un infarto mentre stava raggiungendo con la<br />

sorella e la mamma alcuni parenti in toscana. Il cuore del<br />

giovane finì di battere alla stazione di Pontedera. Simone<br />

aveva vissuto il sisma del Belice come un grande trauma.<br />

la sorella Maria, 71 anni, racconta la sua storia.<br />

26-28 <strong>GENNAIO</strong><br />

Pellegrinaggio della<br />

Madonna di fatima<br />

da VeNeRdì 26 GeNNaIo a domenica 28<br />

gennaio, ultimi giorni conclusivi del<br />

pellegrinaggio del simulacro della<br />

Madonna di fatima a Castelvetrano.<br />

Venerdì 26, ore 17, accoglienza della<br />

Madonna Pellegrina nella piazza San<br />

francesco d’assisi (Cappuccini); ore<br />

17,30 Santa Messa nella Chiesa dei<br />

Cappuccini. Sabato 27 (chiesa Cappuccini):<br />

ore 9,30 Santo Rosario; ore<br />

10 Santa Messa. domenica 28 (chiesa<br />

Cappuccini): ore 18 Santa Messa e<br />

partenza del Simulacro.<br />

4 FEBBRAIO<br />

dedicazione parrocchia<br />

Maria Ss. della Salute<br />

doMeNICa 4 feBBRaIo, alle ore 11, si terrà il<br />

rito di dedicazione della chiesa parrocchiale<br />

Maria Ss. della Salute in Castelvetrano.<br />

a presiederlo sarà il Vescovo. Nel<br />

2003 fu dedicato l’altare, ma la chiesa<br />

non lo era ancora.<br />

18 FEBBRAIO<br />

Scuola di formazione<br />

sociale e politica<br />

doMeNICa18 feBBRaIo, dalle ore 16, presso il Monumento<br />

ai Mille di Marsala, si terrà il se<strong>cond</strong>o incontro<br />

della Scuola di formazione sociale e politica promossa<br />

anche dall’opera di religione “Monsignor di leo”. l’incontro<br />

di domenica 18 febbraio sarà sul tema “Il Comune:<br />

istruzioni per l’uso”, con anna Maria angileri,<br />

assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del Comune<br />

di Marsala.<br />

AGENDA<br />

WWW.DIOCESIMAZARA.IT<br />

LA NOTA UFFICIALE<br />

LA VICENDA GIUDIZIARIA<br />

Inchiesta sul Vescovo,<br />

il Gip dispone<br />

l’archiviazione<br />

Il GIUdICe PeR le INdaGINI PRelIMINaRI del tribunale di Marsala<br />

ha disposto l’archiviazione per il Vescovo di Mazara<br />

del Vallo, monsignor domenico Mogavero<br />

(difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca),<br />

accusato dalla Procura di Marsala per appropriazione<br />

indebita e per truffa aggravata. a richiedere<br />

l’archiviazione è stata la stessa Procura (l’indagine l’ha<br />

coordinata il sostituto procuratore antonella trainito)<br />

a conclusione delle indagini avviate nel dicembre del<br />

2015.<br />

L’appropriazione indebita. Nella richiesta di archiviazione<br />

(accolta dal gip), in merito alle accuse mosse<br />

al Vescovo per appropriazione indebita (Mogavero fu<br />

accusato che fosse venuto in possesso di 185.600<br />

euro), il pubblico ministero fa riferimento al «supporto»<br />

della relazione predisposta dai consulenti tecnici<br />

Roberto Ciaccio e Gianfranco Scimone (nominati<br />

proprio da Mogavero che sollevò dall’incarico i responsabili<br />

dell’Ufficio economato, collaborando fattivamente<br />

con gli organi di polizia giudiziaria al fine di<br />

accertare responsabilità gestionali) «col quale l’indagato<br />

– scrive il pubblico ministero – forniva chiarimenti<br />

rispetto a ciascuna delle operazioni». Mogavero<br />

venne accusato anche di appropriazione indebita di<br />

un bonifico di 100 mila euro che nelle scritture contabili<br />

risultò iscritto come “bonifico c/c Vescovo per lamagna”<br />

(ernesto lamagna è stato l’artista che ha<br />

realizzato il portone e gli arredi liturgici della nuova<br />

Matrice di Pantelleria, ndr). Per questa vicenda scrive il<br />

pubblico ministero nella richiesta di archiviazione:<br />

«dalle indagini svolte successivamente all’interrogatorio<br />

(del dicembre 2015, ndr) è emerso come il bonifico<br />

in parola è risultato intestato a ernesto lamagna<br />

e Maria Bevacqua in lamagna, sicché con riferimento<br />

a detti fatti è emersa la prova che il reato di appropriazione<br />

indebita di 100 mila euro contestato al Vescovo<br />

non sussista».<br />

La truffa aggravata. anche per quest’accusa il pubblico<br />

ministero ha richiesto – e ottenuto dal gip – l’archiviazione<br />

per il Vescovo Mogavero. le accuse al<br />

Vescovo riguardarono la richiesta e l’ottenimento dei<br />

finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei per la<br />

costruzione della parrocchia San lorenzo in Mazara<br />

del Vallo. I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione<br />

Siciliana concesse il contributo di 1.363.415<br />

euro e, nel febbraio 2007, la diocesi ottenne il finanziamento<br />

di 1.474.000 euro da parte della Conferenza<br />

episcopale Italiana per la realizzazione del complesso<br />

parrocchiale San lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare,<br />

se<strong>cond</strong>o l’accusa, il Vescovo la Piana prima e,<br />

successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera<br />

il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato<br />

alla Cei il contemporaneo finanziamento della<br />

Regione e, quindi, truffandola. «Gli odierni indagati –<br />

scrive il pubblico ministero nella richiesta di archiviazione<br />

– in sede di interrogatorio hanno sostanzialmente<br />

chiarito il loro ruolo, facendo sorgere il<br />

fondato dubbio di avere fornito alla truffa perpetrata<br />

ai danni della Cei solo un inconsapevole contributo».<br />

è ancora il pubblico ministero che scrive: «al momento<br />

dell’insediamento nell’Ufficio di Vescovo (di<br />

Mogavero, ndr), l’intera pratica attinente il finanziamento<br />

del complesso parrocchiale di San lorenzo<br />

fosse stata sostanzialmente completata, sulla base di<br />

un’istruttoria avviata e seguita dai predecessori di Mogavero,<br />

rende verosimile che questi si sia limitato a<br />

sottoscrivere atti che gli venivano sottoposti dai collaboratori<br />

e che riteneva aventi funzione meramente<br />

esecutiva di impegni sostanzialmente già assunti, in<br />

maniera più che legittima». Scrive ancora il pubblico<br />

ministero: «Semplicemente la documentazione veniva<br />

predisposta dall’ufficio competente e gli veniva<br />

sottoposta per la firma in quanto legale rappresentante.<br />

Né le sue conoscenze tecnico-giuridiche erano<br />

tali da consentirgli di rilevare eventuali inesattezze e/o<br />

falsità in documenti che sono sostanzialmente di natura<br />

tecnica e predisposti da tecnici del settore».<br />

«Ho atteso con serenità». «Con serenità e fiducioso<br />

che la verità sarebbe emersa, ho atteso la decisione<br />

della Magistratura, ha detto il Vescovo domenico Mogavero.<br />

Sin dai primi momenti di questa vicenda che<br />

mi ha visto coinvolto ho dichiarato la mia estraneità ai<br />

fatti contestati, confidando nel lavoro degli inquirenti<br />

e della Procura e forte della testimonianza della mia<br />

coscienza. Se da un lato ho sperimentato la vicinanza<br />

di diversi confratelli e di tantissima gente, dall’altro<br />

sono stato bersaglio di giudizi affrettati, di <strong>cond</strong>anne<br />

severe e di offese ingiuste. Ho sopportato tutto in silenzio<br />

per oltre due anni, certo che la verità si sarebbe<br />

imposta quando il materiale d’indagine sarebbe stato<br />

sottoposto al doveroso vaglio dei magistrati. oggi<br />

parlano le loro decisioni che, mentre rassicurano<br />

quanti erano convinti della correttezza del mio operato,<br />

fanno giustizia delle prese di posizione di coloro<br />

che hanno dato letture arbitrarie e improprie ai frammenti<br />

di informazioni di cui erano venuti in possesso».


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag.10<br />

L’ESPERTO INFORMA<br />

DAL 1° <strong>GENNAIO</strong> A PAGAMENTO<br />

in tutte le attività<br />

commerciali in Italia: le<br />

violazioni punite con multe<br />

a cura di Gaspare Magro, dottore commercialista<br />

www.diocesimazara.it<br />

Sacchetti per la spesa<br />

Il prezzo nello scontrino<br />

Sacchetti biodegradabili per<br />

frutta e verdura al supermercato:<br />

dal 1° gennaio sono a<br />

pagamento. ai commercianti è<br />

fatto divieto di omaggiarli ai propri<br />

clienti. le borse di plastica in materiale<br />

ultraleggero non possono essere<br />

distribuite gratuitamente e il<br />

prezzo di vendita per singola unità<br />

deve risultare dallo scontrino o fattura<br />

d’acquisto delle merci. le violazioni<br />

sono punite con la sanzione<br />

da € 2.500 a € 25.000, incrementata<br />

di 4 volte del massimo nel caso in<br />

cui la violazione del divieto riguarda<br />

ingenti quantitativi di borse<br />

di plastica, oppure il valore di queste<br />

ultime sia superiore al 10 per<br />

cento del fatturato del trasgressore.<br />

BANDO ISI<br />

Inail, incentivi a fondo<br />

perduto per le imprese<br />

SCRIVICI<br />

Poni una domanda<br />

e l’esperto ti risponde<br />

sul giornale<br />

SI CHIaMa A tu per tu la rubrica del nostro giornale<br />

che in ogni numero ospita un gruppo di<br />

professionisti (commercialisti, medici, nutrizionisti,<br />

avvocati) che rispondono gratuitamente<br />

ai quesiti dei nostri lettori. Come fare? Basta inviare<br />

una e-mail a <strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it,<br />

indicando nome, cognome e recapito<br />

telefonico, oppure inviando un messaggio privato<br />

sulla pagina Facebook diocesi<br />

Mazara/Condividere. Nel successivo numero, la<br />

risposta degli esperti che collaborano con il<br />

nostro giornale.<br />

LIBERI PROFESSIONISTI<br />

dal 1° luglio abolizione<br />

delle schede carburante<br />

DI GASPARE MAGRO<br />

a decorrere dal 1° luglio<br />

<strong>2018</strong> c’è l’obbligo, ai fini<br />

della detraibilità Iva e della<br />

deduzione del costo, di acquistare il carburante<br />

esclusivamente con mezzi di pagamento<br />

tracciabili, abrogando<br />

contestualmente la disciplina relativa alla<br />

scheda carburante che utilizzano le aziende<br />

con mezzi di proprietà e i liberi professionisti<br />

che utilizzano autoveicoli anche a uso promiscuo.<br />

DI GASPARE MAGRO<br />

Con il bando Isi 2017,<br />

l’Inail mette a disposizione<br />

delle imprese che vogliono<br />

investire in sicurezza € 249 milioni di incentivi<br />

a fondo perduto, ripartiti su base regionale e<br />

assegnati fino a esaurimento, se<strong>cond</strong>o l’ordine<br />

cronologico di ricezione delle domande.<br />

I fondi sono suddivisi in 5 assi di finanziamento:<br />

progetti di investimento e per l’adozione<br />

di modelli organizzativi e di<br />

responsabilità sociale (€ 100 milioni); progetti<br />

per la riduzione del rischio da movimentazione<br />

manuale dei carichi (€ 44.406.358);<br />

progetti di bonifica da materiali contenenti<br />

amianto (€ 60 milioni); progetti per micro e<br />

piccole imprese operanti nei settori del legno<br />

e ceramica (€ 10 milioni); progetti per le<br />

micro e piccole imprese operanti nel settore<br />

della produzione agricola primaria dei prodotti<br />

agricoli (€ 35 milioni, suddivisi in 30 milioni<br />

destinati alla generalità delle imprese<br />

agricole e in 5 milioni per i giovani agricoltori,<br />

organizzati anche in forma societaria).


Grazie ai sacerdoti<br />

Ogni persona, ogni storia<br />

s<br />

t<br />

è importante<br />

n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 11<br />

Don Diego Conforzi, C<br />

parroco o di Sant’Ugo a RomaR<br />

In Italia ci sono 35 mila sacerdoti diocesani<br />

che hanno deciso di donare e la loro vita<br />

al Vangelo e agli altri. Per vivere hanno bisogno anche di noi. Doniamo a chi si dona.<br />

Sostieni<br />

il loro o impegno con<br />

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Numero<br />

Verde<br />

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CHIESA CATTOLICA C.E.I. Conferenza enza Episcopale Italiana<br />

PUBBlICItà


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 12<br />

LE RUBRICHE<br />

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DI VANGELO<br />

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DI ERINA FERLITO<br />

CULTURA<br />

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DI DORA POLIZZI<br />

Il libro scritto dentro e fuori,<br />

l’Agnello ritto in piedi<br />

Una nuova scena, misteriosa e stupenda, si<br />

apre davanti agli occhi del veggente di Patmos:<br />

«e vidi, nella mano destra di Colui che sedeva<br />

sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello<br />

esterno, sigillato da sette sigilli» (Ap 5,1). Parole<br />

strane, che avvolgono un contenuto profondo, per<br />

comprendere il quale è indispensabile un complesso<br />

lavoro di decodificazione dei simboli. Il libro<br />

contiene il progetto di dio disegnato nella storia;<br />

è scritto dentro e fuori, perché nel piano di dio non<br />

ci sono lacune; si trova nella mano destra del personaggio<br />

seduto sul trono. esprime dunque la formulazione<br />

concreta del dominio che dio esercita<br />

sulla storia. Ma esso è chiuso, anzi sigillato da sette<br />

sigilli, totalmente inaccessibile alla comprensione<br />

umana. Non ci si può però rassegnare, perché la<br />

ricerca del senso della vita e del mistero del tempo<br />

è iscritta nel cuore degli uomini (cfr Qo 3,11). Ne<br />

deriva una fortissima pressione, cui si contrappone<br />

l’impossibilità: nessuna creatura, né in cielo, né<br />

sulla terra, né sotto terra, è in grado di sciogliere i<br />

sigilli che serrano il libro (cfr Ap 5,3). la tensione è<br />

altissima e si traduce in pianto sconsolato (cfr Ap<br />

5,4). Ma «uno degli anziani mi disse: non piangere;<br />

ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio<br />

di davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli» (Ap<br />

5,5). è chiaro il riferimento a Cristo, se pure con un<br />

linguaggio allusivo ed evocativo (cfr Gen 49,9; Is<br />

11,1.10), che prepara la scena successiva. Ne è protagonista<br />

il personaggio chiave di tutto il testo, celato<br />

nel linguaggio tipico del simbolismo<br />

teriomorfo. Si tratta dell’agnello, termine squisitamente<br />

giovanneo. «Poi vidi, in mezzo al trono, cir<strong>cond</strong>ato<br />

dai quattro esseri viventi e dagli anziani,<br />

un agnello, in piedi, come immolato; aveva sette<br />

corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di dio<br />

mandati su tutta la terra» (Ap 5,6). Il linguaggio è<br />

fortemente simbolico e la decodificazione dei simboli<br />

assolutamente obbligatoria. la traduzione in<br />

italiano ha tentato una sorta di semplificazione del<br />

testo greco, ma non gli ha reso un buon servizio.<br />

In esso infatti il linguaggio è volutamente ardito:<br />

«e vidi in mezzo al trono e ai quattro viventi e in<br />

mezzo agli anziani, un agnello in piedi come ucciso,<br />

che aveva (davvero) sette corna e sette occhi,<br />

che sono i sette spiriti di dio (proprio quando sono<br />

stati inviati) a tutta la terra» (traduzione di Ugo<br />

Vanni). Il Cristo agnello occupa dunque un posto<br />

centrale rispetto a dio che domina la storia e<br />

ugualmente un posto centrale rispetto allo scambio<br />

tra cielo e terra, simboleggiato dai quattro esseri<br />

viventi, come pure rispetto alla mediazione<br />

esercitata dagli anziani. e se il trono è quello di dio,<br />

che esercita il suo influsso attivo sulla storia, rispetto<br />

ad esso l’agnello occupa una posizione<br />

centrale e determinante. Strana, se non assurda, sul<br />

piano iconografico, la postura dell’agnello: in piedi<br />

come ucciso! decodificando il simbolo, scopriamo<br />

che lo stare in piedi indica la risurrezione, con tutto<br />

il dinamismo che le è proprio; il “come ucciso” si<br />

riferisce alla morte violenta, alludendo con ogni<br />

probabilità all’agnello pasquale di Es 12,1-27. di<br />

grande importanza la particella “come”, che crea<br />

tra i due elementi una vera simultaneità: il Cristo<br />

risorto possiede e consegna alle creature non solo<br />

le virtualità della sua risurrezione, ma pure quelle<br />

della sua morte. l’agnello è dotato di sette occhi,<br />

ovvero della totalità dello Spirito. lo Spirito appartiene<br />

al Risorto, è parte essenziale di lui, ma egli<br />

ne fa dono all’umanità e lo spande nell’universo,<br />

perché permei, con le sue manifestazioni, ogni vita<br />

che pulsa nel creato.<br />

Satana nel libro santo dell’Islam<br />

Il Corano afferma più volte la realtà del<br />

diavolo. I numerosi riferimenti, che spesso<br />

richiamano le Scritture, presentano una figura<br />

duplice. tale duplicità va di pari passo<br />

con i due nomi principalmente deputati a<br />

designare l’essere satanico nel libro santo<br />

dell’islam: Iblis e al-Shaytan. a ciascuno di<br />

questi due nomi corrisponde una funzione<br />

particolare. Il nome Iblis dal verbo arabo<br />

ablasa (“disperarsi” o “trovarsi nello sconforto”)<br />

indica il “disperato” per antonomasia.<br />

Il nome Al- Shaytan, il Satana, ricorre parecchie<br />

decine di volte nel Corano e fa riferimento<br />

al diavolo nella sua funzione di “traviatore<br />

dei progenitori e dell’umanità”. Per<br />

l’etimologia di questo nome, derivato da una<br />

radice che si ritrova ugualmente in ebraico, i<br />

lessicografi musulmani si richiamarono al<br />

verbo shatana (“distogliere qualcuno da<br />

un'intenzione o una destinazione”). Il Corano<br />

non contempla il plurale di Iblis, ma impiega<br />

con frequenza il plurale di shaytan, che è shayatin,<br />

per definire i demoni, i jinn, compagni<br />

inseparabili degli uomini. Al- Shaytan non<br />

parla, ma bisbiglia (waswasa) anche nell'interiorità<br />

delle persone.


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 13<br />

LA RIFLESSIONE<br />

di NICOLETTA BORGIA*<br />

Il dialogo ecumenico<br />

Insieme per un’identità cristiana<br />

nella diversità come ricchezza<br />

www.diocesimazara.it<br />

LE MINACCE<br />

dalle ingerenze create<br />

dai conflitti e dalle divisioni<br />

Tra le righe dei giorni di lavoro<br />

scorrono segni di fraternità con<br />

gli amici provenienti da<br />

oriente, cattolici e ortodossi, dove ciò<br />

che ci unisce nella missione quotidiana<br />

è la Croce. Il 18 gennaio scorso,<br />

il primo giorno della Settimana di<br />

preghiera per l’Unità dei cristiani, ho<br />

ricevuto in dono, ancora una volta,<br />

una croce copta, la se<strong>cond</strong>a per mano<br />

di un monaco copto ortodosso. Ciascuno<br />

di noi ha una propria missione<br />

da compiere: alcuni per le Chiese<br />

orientali cattoliche, altri per la comunione<br />

con le Chiese ortodosse, ma<br />

certamente in molti per il servizio a<br />

essere Chiesa di Cristo. Molti di questi<br />

amici hanno nomi che non sempre si<br />

riferiscono ai Santi; in alcuni paesi del<br />

Medio oriente uno è il nome anagrafico<br />

e uno è il nome di Battesimo per<br />

ragioni “di Stato”.<br />

Provengono da Chiese diverse e arrivano<br />

da territori piegati dalla guerra<br />

e da transizioni geopolitiche che<br />

hanno trasformato ogni comune speranza.<br />

tuttavia non si è persa la tenacia<br />

di resistere e di guardare avanti e<br />

di continuare a percorrere il cammino,<br />

come fosse un pellegrinaggio<br />

costante. da damasco a Gerusalemme<br />

la più grande comunione è<br />

compiuta nei momenti liturgici <strong>cond</strong>ivisi<br />

tra le Chiese cattoliche e ortodosse:<br />

proprio nei peggiori momenti<br />

di conflitto Capi di Chiesa, Vescovi e<br />

sacerdoti di qualsiasi rito orientale sia<br />

cattolico che ortodosso si sono uniti<br />

per il popolo tutto. ognuno con una<br />

missione ben precisa e tutti con<br />

l’obiettivo di servire la propria Chiesa,<br />

chi come sacerdote o religioso chi<br />

come laico, impegnati comunque in<br />

un progetto più ampio di costruzione<br />

e conservazione di un’identità cristiana<br />

che sempre più viene minacciata<br />

dalle ingerenze create dai conflitti<br />

e dalle divisioni delle nazioni e<br />

dei confini che cambiano continuamente.<br />

Penso alla Giordania: tra una<br />

sponda e l’altra del Mar Morto l’acqua<br />

divide quelle luci di Gerico e Gerusalemme,<br />

che nella notte, sono così vicine<br />

ma allo stesso tempo ancora così<br />

lontane. Penso al sito del Battesimo di<br />

Gesù sulle sponde del Giordano, dove<br />

sorgono Chiese cattoliche e ortodosse<br />

alcune ultimate nell’edificazione<br />

e altre ancora in costruzione:<br />

una corale presenza sempre attorno a<br />

LA CELEBRAZIONE<br />

al Santuario della Cava<br />

preghiera ecumenica<br />

doMeNICa 21 GeNNaIo, presso il Santuario<br />

della Madonna della Cava - dove quest’anno<br />

si celebrano i 500 anni del ritrovamento<br />

del piccolo simulacro - si è tenuta la<br />

celebrazione ecumenica promossa dall’omonimo<br />

Ufficio diocesano. Insieme al Vescovo<br />

anche padre Petru taraboi presbitero<br />

della Chiesa ortodossa rumena. alla celebrazione<br />

della Parola hanno partecipato<br />

anche venti ortodossi rumeni.<br />

ciò che ci unisce, la Croce. Ma la Croce<br />

copta in questi giorni mi riporta a<br />

quelle sponde insanguinate dal sacrificio<br />

di quei fratelli martirizzati perchè<br />

cristiani e se fossero ortodossi o cattolici<br />

non fa alcuna differenza, erano<br />

sotto l’unica Croce, erano cristiani, in<br />

libia come in egitto al Cairo nella domenica<br />

delle Palme del 2017, erano i<br />

fratelli ortodossi.<br />

Solo nella <strong>cond</strong>ivisione di sé e della<br />

propria identità si genera una reciprocità<br />

nell’offerta delle proprie esperienze<br />

e della propria missione, come servizio<br />

culturale all’umanità: Copti ortodossi e<br />

cattolici, Melkiti e Greco-ortodossi, Siri<br />

ortodossi e cattolici, Greco-bizantini,<br />

Slavi di rito bizantino, sia ortodossi che<br />

cattolici... dal Cairo ad antiochia, da<br />

Mosca a Costantinopoli, fino alle varie<br />

diaspore di queste Chiese nel mondo,<br />

l’identità cristiana è la Comunione tra<br />

loro, nella diversità come ricchezza e<br />

nel rispetto della dignità del patrimonio<br />

culturale, come dono universale del<br />

loro essere Chiesa.<br />

* L’autrice di questo servizio è responsabile<br />

pubbliche relazioni del Pontificio<br />

Istituto Orientale di Roma


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 14<br />

CULTURA<br />

di MAX FIRRERI<br />

ACCORDO SEMINARIO-CNR<br />

l’intervento della<br />

biblioteca centrale<br />

“Guglielmo Marconi”<br />

www.diocesimazara.it<br />

Gli antichi libri in file<br />

digitalizzazioneper 5 tomi<br />

Cinque antichi tomi<br />

del 1400, tra incunaboli<br />

e cinquecentine,<br />

sino a ora custoditi nella<br />

cassaforte del Seminario vescovile<br />

di Mazara del Vallo,<br />

saranno fruibili sul web. Il<br />

progetto completo è stato illustrato il 20<br />

gennaio presso la sala “Carlo Borromeo”<br />

del Seminario, alla presenza, tra gli altri, di<br />

alberto de Rosa, direttore della biblioteca<br />

centrale del Cnr “Guglielmo Marconi” e di<br />

monsignor Jean-louis Bruguès op, archivista<br />

e bibliotecario di Santa Romana<br />

Chiesa. l’accordo di collaborazione tecnico-scientifica<br />

tra Seminario e Cnr è stato<br />

firmato nell’aprile dello scorso anno, «per<br />

offrire a studiosi e a tutta la collettività la<br />

possibilità di consultare risorse poco accessibili<br />

e poco conosciute», ha dichiarato<br />

il rettore del Seminario, don Pino Biondo.<br />

«Altro obiettivo, parimente importante,<br />

è quello di limitare la consultazione diretta<br />

dei documenti originali per evitare il<br />

logoramento causato dallo sfogliamento<br />

e consentirne una migliore conservazione»,<br />

ha detto il direttore de Rosa. la<br />

biblioteca del Seminario vescovile è una<br />

fonte di studi per moltissimi ricercatori e<br />

storici. al suo interno si trovano volumi<br />

antichi ben conservati che si possono<br />

consultare gratuitamente usufruendo<br />

delle ampie sale di lettura. l’attività di digitalizzazione<br />

è avvenuta tra maggio e<br />

settembre presso la Biblioteca centrale del<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche di<br />

Roma, dove i volumi antichi sono stati trasportati<br />

in sicurezza. «l’attività – spiega il<br />

direttore de Rosa – ha comportato l’effettuazione<br />

di circa 2300 scatti a 600 PPI in<br />

formato tif non compresso, da mettere a<br />

disposizione dell’utenza».<br />

Le attività operative con quattro tecnici,<br />

sono consistite, in primo luogo, nell’effettuazione<br />

degli scatti e nel relativo controllo<br />

di qualità. «Gli scatti sono stati<br />

<strong>cond</strong>otti con l’intenzione di rendere pienamente<br />

la fisicità (forma e colore) del volume,<br />

inquadrando l’intero piano pagina,<br />

lo spessore e una parte del piano di scansione.<br />

Per ogni volume sono state, inoltre,<br />

acquisite le copertine, i dorsi, i fogli di<br />

guardia, i tagli inferiori, superiori e laterali.<br />

Per le filigrane,<br />

ladd<br />

o v e<br />

rintracciate, si<br />

è provveduto<br />

infine a effettuare<br />

scatti a<br />

risoluzione<br />

m a g g i o r e<br />

2.300 scatti<br />

per le pagine ora<br />

disponibili<br />

sulla rete<br />

che le ritraggono nel particolare», ha ribadito<br />

il direttore de Rosa. I testi digitalizzati<br />

saranno disponibili in rete a partire<br />

dalle prossime settimane, con collegamento<br />

diretto al sito diocesano www.diocesimazara.it.


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 15<br />

VITA DI CHIESA<br />

di DON DANIELE DONATO<br />

www.diocesimazara.it<br />

le suore francescane a Strasatti<br />

e le generazioni cresciute con loro<br />

IL 7 NOVEMBRE 1960<br />

l’arrivo delle prime<br />

due suore e l’apertura<br />

dell’asilo nella Contrada<br />

È<br />

una presenza più che cinquantennale<br />

quella delle Suore francescane di<br />

Santa Chiara a Strasatti di Marsala. Nel<br />

150° anniversario della nascita della Venerabile<br />

Madre teresa Cortimiglia, fondatrice dell’Istituto,<br />

tutta la comunità di Strasatti è in festa per<br />

la comunità nella quale sono cresciute intere<br />

generazioni. la storia dell’Istituto delle Suore a<br />

Strasatti inizia il 2 ottobre 1960 quando l’allora<br />

parroco monsignor francesco Perrone<br />

espresse il suo desiderio alla Superiora generale,<br />

suor Maria teresa Cortimiglia, e alle sue<br />

consigliere, di accogliere la richiesta di avere almeno<br />

due suore dell’Istituto per portare avanti<br />

l’asilo infantile “don Giovanni abate”. l’opera era<br />

stata voluta<br />

dalla signorina<br />

l’opera fu Vita abate, in<br />

voluta dalla memoria del<br />

signorina fratello sacerdote,<br />

che era<br />

Vita abate<br />

stato parroco<br />

del quartiere, e<br />

sostenuta economicamente dalla stessa signorina<br />

e dalle offerte degli abitanti.<br />

Con l’avanzaredegli anni per la signorina era<br />

diventato difficile offrire questo servizio alla comunità,<br />

ed era disposta a donare l’opera d’infanzia<br />

da lei creata e avviata, insieme ai suoi<br />

beni, a un istituto religioso femminile che si occupasse<br />

dell’educazione e dell’assistenza dei<br />

bambini del quartiere e delle contrade limitrofe<br />

in cambio di assistenza delle suore fino alla<br />

morte. Il Consiglio generale, vedendo nella<br />

proposta la possibilità di estendere le opere<br />

dell’Istituto a favore dell’infanzia, accettò ben<br />

volentieri. Per un periodo l’asilo è stato affidato<br />

ad altre religiose, che avevano lasciato l’opera<br />

formativa, mettendo in seria difficoltà il parroco.<br />

la richiesta ufficiale arrivò alla Superiora generale<br />

l’11 ottobre 1960: la signorina abate venne<br />

accolta in comunità per avere assistenza e con<br />

l’obiettivo di realizzare un insieme di opere<br />

educative e assistenziali, comprendenti un orfanotrofio<br />

femminile e l’asilo infantile.<br />

La risposta della Madre generale arrivò il 16<br />

ottobre, confermando l’arrivo delle suore per<br />

l’apertura dell’asilo. Il 7 novembre dello stesso<br />

anno giunsero a Strasatti le prime due suore<br />

che portarono avanti la formazione dei fanciulli.<br />

la signorina Vita abate si unì alle suore, che,<br />

oltre all’asilo, offrirono assistenza ai bambini orfani<br />

e disagiati e così iniziarono anche un’intensa<br />

attività pastorale in parrocchia, attività che<br />

WWW.DIOCESIMAZARA.IT<br />

la photogallery<br />

sull’Istituto di Strasatti<br />

SUl SIto www.dIoCeSIMaZaRa.It la<br />

photogallery con le immagini<br />

più significative che raccontano<br />

la storia dell’Istituto di Strasatti a<br />

Marsala.<br />

L’ANNIVERSARIO<br />

I 150 anni di Madre<br />

Cortimiglia: le iniziative<br />

da GIoVedì 25 a doMeNICa 28 GeNNaIo, a Strasatti<br />

di Marsala festa per il 150° anniversario<br />

della nascita della Venerabile Madre<br />

teresa Cortimiglia. Giovedì 25: ore 9,30<br />

(Istituto Santa Chiara) santa messa; dalle<br />

10, esposizione del Santissimo Sacramento;<br />

ore 11, adorazione; ore 15, coroncina della<br />

mai si è interrotta fino a oggi sempre con diligenza,<br />

accurata attenzione e immutato impegno.<br />

l’intensa attività pastorale svolta dalle<br />

suore richiese fin da subito un ampliamento<br />

dei locali che, non ancora ultimati, servirono ad<br />

accogliere i numerosi terremotati sfollati provenienti<br />

da Gibellina, paese della Valle del Belice<br />

completamente raso al suolo dal sisma del<br />

1968. le suore accolsero i terremotati con<br />

grande carità e solidarietà, prestando loro le<br />

prime cure e attenzioni a ogni loro necessità.<br />

Ancora oggi l’Istituto Santa Chiara offre alla<br />

comunità di Strasatti e alle contrade limitrofe<br />

una preziosa presenza che continua a garantire<br />

la formazione dei bambini con la scuola dell’infanzia,<br />

offrendo una formazione umana e<br />

religiosa di livello qualificato, nonché un sostegno<br />

morale e spirituale a quanti bussano alla<br />

loro porta e alla loro fattiva e operosa attività<br />

presso la stessa parrocchia. l’istituto rimane per<br />

la contrada un luogo di riferimento.<br />

divina Misericordia; ore 18,30, celebrazione<br />

dei Vespri animata dalla fraternità Gi.fra. e<br />

benedizione eucaristica. Venerdì 26 (parrocchia<br />

Maria Ss. addolorata): ore 16, incontro<br />

con i ragazzi in cammino per la<br />

Cresima sul tema “Vocazione e spiritualità<br />

della Venerabile Madre teresa Cortimiglia”;<br />

ore 18,30, santa messa; ore 21, fiaccolata.<br />

Sabato 27 (parrocchia Maria Ss. addolorata):<br />

ore 17,30, Rosario meditato; ore<br />

18,30, santa messa. domenica 28 (parrocchia<br />

Maria Ss. addolorata): ore 11,30, santa<br />

messa presieduta dal Vescovo, monsignor<br />

domenico Mogavero.


n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 16<br />

L’INIZIATIVA<br />

di ANNABELLA ORTO<br />

PROGETTO POLICORO<br />

incontri nelle scuole<br />

e sportelli d’ascolto<br />

in tre città della Diocesi<br />

Prestito della speranza<br />

Un aiutoconcreto ai giovani<br />

Come accogliere i giovani, ascoltare le<br />

loro storie e i loro progetti e aiutarli<br />

concretamente nella stesura del curriculum<br />

vitae? o come prepararsi a sostenere<br />

un colloquio di lavoro? o come dare attenzione<br />

a una loro idea imprenditoriale? Nell’ambito<br />

del Progetto Policoro, il “Prestito della<br />

speranza” è lo strumento messo a disposizione<br />

in collaborazione con la Caritas, al quale<br />

può accedere chiunque abbia un’idea imprenditoriale.<br />

I giovani,<br />

soprattutto, che desiderano<br />

creare una propria<br />

attività ma non hanno<br />

alcun sostegno morale<br />

ed economico. Si può<br />

accedere a questo strumento<br />

attraverso un’attenta<br />

analisi della<br />

persona e dell’idea.<br />

«l’obiettivo è quello di<br />

aiutare economicamente<br />

solo laddove c’è<br />

la reale possibilità di riuscita<br />

– spiegano gli<br />

operatori dello sportello<br />

a Mazara del Vallo<br />

– perché il Prestito deve<br />

rimanere strumento di<br />

aiuto e non deve mai<br />

creare disagio. laddove, invece, sussistono le<br />

<strong>cond</strong>izioni, è invece strumento concreto di<br />

aiuto per la nascita di nuove realtà lavorative,<br />

i cosiddetti gesti concreti, che rappresentano<br />

il segno visibile dell’impegno di solidarietà e<br />

di azioni territoriali».<br />

Questi frutti sottolineano come la Chiesa<br />

trasforma la solidarietà in atti e gesti che promuovono<br />

il senso vero dell’essere umano attraverso<br />

la sua realizzazione nel lavoro». Il<br />

Progetto Policoro è, dunque, ascolto ma<br />

anche coinvolgimento attivo delle proprie<br />

forze migliori per trovare insieme le soluzioni<br />

ai problemi della vita quotidiana. Nella nostra<br />

diocesi il Progetto Policoro è attivo dal 1999.<br />

Il lavoro <strong>cond</strong>otto, spesso silenzioso ma proficuo,<br />

si muove lungo tre direttrici principali:<br />

l’orientamento, la formazione e la consulenza.<br />

Il Progetto prende vita attraverso gli incontri<br />

nelle scuole, con particolare attenzione<br />

alle V classi degli<br />

Istituti superiori, attraverso<br />

i quali si cerca di sensibilizzare<br />

i ragazzi a un lavoro<br />

dignitoso e proponendo<br />

loro un seminario di orientamento<br />

al lavoro per fornire<br />

strumenti e<br />

competenze per una migliore<br />

scelta del loro futuro.<br />

Sono attivi anche tre sportelli<br />

a Mazara del Vallo<br />

(piazza della Repubblica,<br />

10, giovedì, ore 9-13), Castelvetrano<br />

(Sistema delle<br />

Piazze, presso lo Sportello<br />

Urp, giovedì, ore 15-18),<br />

Marsala (via XI Maggio,<br />

presso Biblioteca comunale,<br />

venerdì, ore 9-13).<br />

IN BREVE<br />

Gibellina<br />

don Salvatore Cipri<br />

scrive a Papa francesco<br />

Il PaRRoCo dI GIBellINa, don Salvatore Cipri ha inviato<br />

una lettera a Papa francesco per chiedere di far partecipare<br />

una delegazione di cittadini di Gibellina alla<br />

santa messa che il Santo Padre celebra a Santa Marta.<br />

Il testo della lettera è stato letto durante la santa<br />

messa celebrata nella cappella del cimitero monumentale<br />

di Gibellina per ricordare le 120 vittime di Gibellina<br />

nel terremoto del 1968. «Santo Padre sarebbe di<br />

vero conforto una sua benedizione – ha scritto don<br />

Salvatore Cipri – una sua paterna parola. Questi e altri<br />

sentimenti consegno al suo cuore di Padre». don Salvatore<br />

Cipri ha presieduto la celebrazione eucaristica<br />

nella cappella, alla presenza dei rappresentanti della<br />

Congregazione locale del Santissimo Crocifisso e di<br />

numerosi cittadini.<br />

Mazara del Vallo<br />

Studenti liceali<br />

in fondazione S.Vito<br />

l’attIVItà del CeNtRo “Voci dal Mediterraneo”<br />

della fondazione<br />

“San Vito onlus”<br />

è l’esperienza di alternanza<br />

scuola-lavoro<br />

che 33 ragazzi studenti<br />

dei licei “G.P. Ballatore”<br />

e “G.G. adria” di Mazara<br />

del Vallo faranno<br />

sino a maggio. Il protocollo<br />

è stato firmato tra<br />

la fondazione, il liceo e<br />

l’Unitalsi sul tema “Insieme<br />

per aiutare”. Presso la fondazione<br />

gli studenti non faranno solo<br />

un’esperienza pratica di assistenza ai<br />

ragazzi immigrati e mazaresi che seguono<br />

il doposcuola del Centro, ma<br />

sarà per loro anche un’occasione di<br />

formazione sulle tematiche del terzo<br />

settore e del volontariato. durante il<br />

primo incontro ha illustrato ai ragazzi<br />

le ultime novità della riforma del terzo<br />

settore il presidente della fondazione,<br />

Vito Puccio (nella foto), che è anche<br />

componente della Consulta nazionale<br />

dei Co.Ge. (Comitati di<br />

gestione dei fondi speciali<br />

per il volontariato<br />

in ogni regione). «Con<br />

mano gli studenti potranno<br />

toccare le dinamiche<br />

di convivenza tra<br />

ragazzi e bambini mazaresi<br />

con gli immigrati<br />

di se<strong>cond</strong>a e terza generazione<br />

– spiegano<br />

gli operatori del Centro<br />

– per loro sarà un’opportunità di arricchimento<br />

del corso di studi intrapreso».<br />

a turno i 33 ragazzi che hanno<br />

aderito al progetto svolgeranno attività<br />

di sostegno al Centro una volta a<br />

settimana.

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