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D IOCESI DI<br />
M AZARA DEL VALLO<br />
A 50 ANNI DAL SISMA<br />
Lo speciale di 4 pagine<br />
le storie e le foto<br />
che raccontano il Belice<br />
Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 01 del 26 gennaio <strong>2018</strong><br />
Nella foto: frontespizio di uno dei volumi<br />
della biblioteca del Seminario vescovile ora<br />
digitalizzati dalla biblioteca del Cnr di<br />
Roma.<br />
Testi antichi<br />
digitalizzati<br />
A pagina 14
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 2<br />
L’EDITORIALE<br />
di DOMENICO MOGAVERO<br />
Domenico Mogavero<br />
I poverili avremo<br />
sempre con noi,<br />
i pochiimparino a<br />
guardarei molti<br />
IL MESSAGGIO<br />
DEI VESCOVI SICILIANI<br />
ecco un passaggio del comunicato<br />
stampa finale della sessione invernale<br />
della Conferenza episcopale Siciliana.<br />
I VeSCoVI, attenti ascoltatori del grido<br />
dei poveri, manifestano convinta <strong>cond</strong>ivisione<br />
alla denuncia di quanti,<br />
anche presbiteri, hanno evidenziato la<br />
distanza tra il sentire della nostra<br />
gente e le prospettive di chi è interessato<br />
a salvaguardare i privilegi economici<br />
di pochi burocrati, a discapito di<br />
chi non ha un livello di vita dignitoso.<br />
Per parte loro le Chiese di Sicilia assicurano<br />
che continueranno a venire incontro<br />
alle diverse povertà, nelle<br />
forme suggerite localmente dalla fantasia<br />
della carità, utilizzando anche le<br />
risorse derivanti dai fondi dell’otto per<br />
mille che i contribuenti destinano alla<br />
Chiesa Cattolica.<br />
L’inizio del <strong>nuovo</strong><br />
anno ha recato conferme<br />
antiche su una<br />
componente della vita<br />
sociale che rode la vita<br />
di moltissime famiglie e<br />
che fa marciare senza patemi pochi nuclei<br />
familiari sull’intero pianeta e anche<br />
nel nostro Paese, purtroppo. Intendo riferirmi<br />
al tema della povertà, che sembrerebbe<br />
piuttosto alieno dalla<br />
percezione e dalla considerazione di<br />
tante persone. Qualcuno, forse, pensa<br />
ancora che i poveri siano un triste e inquietante<br />
retaggio del cosiddetto terzo<br />
mondo e che nelle nostre città e nei<br />
nostri paesi, tutto sommato, i veri poveri<br />
siano piuttosto pochi. Magari fosse<br />
così! e invece la povertà dilaga sempre<br />
più e si fa finta di non vederla per non<br />
lasciarsi affliggere da interrogativi scomodi<br />
e imbarazzanti.<br />
Proprio in questi giorni è stato pubblicato<br />
il<br />
Rapporto<br />
la povertà dilaga<br />
sempre di più<br />
e si fa finta<br />
di non vederla<br />
O x h f a m<br />
<strong>2018</strong> sulle<br />
povertà a<br />
livello globale<br />
e in<br />
ciascuno<br />
paese. e i<br />
dati sconfortanti impongono riflessioni<br />
responsabili anche ai più indifferenti.<br />
oggi 7 cittadini su 10 vivono in paesi,<br />
Italia compresa, in cui la disuguaglianza<br />
è aumentata negli ultimi 30 anni. l’1%<br />
più ricco della popolazione mondiale<br />
detiene più ricchezza del restante 99%.<br />
Con riferimento all’Italia, il 40% della<br />
ricchezza nazionale netta nel 2017 è<br />
stata appannaggio del 5% più ricco dei<br />
nostri connazionali. Quanto poi alla distribuzione<br />
del reddito il divario nella<br />
distribuzione non è meno sconcertante<br />
in quanto, se<strong>cond</strong>o gli ultimi dati IStat<br />
disponibili, il 20% più povero dei cittadini<br />
italiani dispone solo del 6,3% del<br />
reddito nazionale, contro il 40% posseduto<br />
dal 20% più ricco. di contro a<br />
metà del 2017, il 20% più ricco degli<br />
italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza<br />
nazionale netta.<br />
A corollario di queste poche ma graffianti<br />
cifre, non sembri una battuta di<br />
pessimo gusto la rilevazione che ogni<br />
due giorni nasce un <strong>nuovo</strong> miliardario<br />
e che a fare le spese sono i più poveri e<br />
vulnerabili, molto spesso donne. Il costante<br />
incremento dei profitti di azionisti<br />
e top manager infatti corrisponde a<br />
un peggioramento altrettanto costante<br />
dei salari e delle <strong>cond</strong>izioni dei lavoratori.<br />
In questo inquietante stato di cose<br />
non poteva non indignare la questione<br />
riguardante l’abolizione del tetto annuale<br />
degli stipendi dei superburocrati,<br />
fino al 31 dicembre bloccato a €<br />
240.000, pari a circa 480.000 milioni<br />
delle vecchie lire (quasi mezzo miliardo!).<br />
Ci si arrampica sugli specchi<br />
per giustificare quest’insulto alla maggioranza<br />
dei cittadini, a cui non basterà<br />
una vita per illudersi di potersi avvicinare<br />
a simili utopie.<br />
Considerando, perciò, talune prese di<br />
posizione di politici locali si resta senza<br />
parole nel constatarli assolutamente incuranti<br />
del fatto che la Sicilia vanta (si<br />
fa per dire!!!) la maglia nera di primati<br />
tristissimi e poco invidiabili. Se<strong>cond</strong>o<br />
dati IStat del 2017, infatti, nella nostra<br />
Regione più della metà della popolazione<br />
(55,4%) vive in famiglie a rischio<br />
di povertà o di esclusione. e un rapporto<br />
SVIMeZ denuncia, a sua volta,<br />
che circa 10 meridionali su 100 sono in<br />
<strong>cond</strong>izione di povertà assoluta.<br />
Di fronte a questo quadro desolante,<br />
confermato dalle rilevazioni fatte quotidianamente<br />
nelle nostre parrocchie,<br />
occorre gridare alto e forte il grido di<br />
denuncia di chi con sommo disprezzo<br />
delle povertà rivendica esose e ingiustificabili<br />
retribuzioni. e nello stesso<br />
tempo occorre mettersi dalla parte dei<br />
poveri per soccorrere e alleviare la loro<br />
i n g i u s t a<br />
ènecessaria<br />
una mobilitazione<br />
per ridare dignità<br />
retributiva al lavoro<br />
indigenza,<br />
ciascuno<br />
s e c o n d o<br />
le proprie<br />
possibilità,<br />
senza voltarsi<br />
da<br />
un’altra. le nostre Caritas, diocesana e<br />
parrocchiali, con i soldi dell’otto per<br />
mille destinato dai contribuenti alla<br />
Chiesa cattolica fanno quel che possono;<br />
ma non basta.<br />
È necessaria una mobilitazione corale<br />
del Paese per ridare dignità retributiva<br />
al lavoro, affinché ridiventi fonte<br />
di ricchezza e dunque di benessere;<br />
oggi, infatti, sono i redditi a produrre<br />
ricchezza. e se è vero che la povertà ci<br />
sarà sempre, tuttavia bisogna tendere<br />
«a un vero incontro con i poveri», per<br />
giungere «a una <strong>cond</strong>ivisione che diventi<br />
stile di vita» (Papa francesco).
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 3<br />
LA STORIA<br />
DI SUOR ALESSANDRA MARTIN, FFM<br />
Suor Alessandra<br />
da quell’eccomialla missione,<br />
una vitada francescana<br />
Sono trascorsi 21 anni da quando,<br />
appena ventenne, sono partita da<br />
casa per iniziare un’esperienza di<br />
vita consacrata in cui sono rimasta, impegnandomi<br />
in un “per sempre” con il<br />
Signore, dio della mia vita. Mi è sempre<br />
piaciuto pensarmi dentro una storia di<br />
alleanza e non tanto di disegno o progetto<br />
di dio su di me. Quello che ho<br />
sentito forte fin da giovane, è stato un<br />
legame di amicizia con il Signore che<br />
cresceva man mano che mi mettevo in<br />
gioco in diverse realtà come il volontariato<br />
in parrocchia e tra i malati, il servizio<br />
agli ultimi, l’impegno nell’azione<br />
Cattolica e la formazione missionaria<br />
diocesana. Incontri, volti, storie che mi<br />
hanno fatto conoscere e gustare la bellezza<br />
di una vita fatta dono.<br />
Mi sono chiesta tante volte che senso<br />
e che direzione dare alla mia vita. Il<br />
dono di Gesù nell’eucaristia, il suo<br />
spezzarsi e farsi pane per me, per noi<br />
tutti, ha dato risposta alla mia inquietudine<br />
e alla mia ricerca. dio nel donare<br />
suo figlio Gesù ha scelto noi, ha scelto<br />
me. Ho pensato che la risposta a tanta<br />
grandezza e a una logica di gratitudine<br />
totale come quella di Cristo non poteva<br />
che andare nella stessa direzione, nel<br />
dono di me come restituzione. In questo<br />
pensiero ho toccato la felicità del<br />
cuore, ho sentito che in questa direzione<br />
potevo essere pienamente me<br />
stessa e crescere in una vita autentica.<br />
l’alleanza di vita con il Signore è iniziata<br />
da qui e attraverso tanti piccoli “eccomi”<br />
ha segnato le tappe di un cammino<br />
fiducioso e appassionato, fino alla<br />
promessa di fedeltà “per sempre”, l’8<br />
dicembre 2007 nell’istituto delle francescane<br />
Missionarie di Maria. fin da subito<br />
la famiglia religiosa che mi ha<br />
accolta, cresciuta e formata alla vita<br />
consacrata, ha avuto il volto di donne<br />
belle, felici della loro scelta, coraggiose<br />
e con vissuti missionari di respiro universale.<br />
La bellezza di essere missionaria e di<br />
andare nel nome di Cristo in ogni parte<br />
del mondo (siamo più di seimila sorelle<br />
di nazionalità diverse e viviamo in 78<br />
Paesi), con lui e portando lui, mi ha<br />
resa testimone di un amore che supera<br />
le diversità e che, anzi, costruisce percorsi<br />
di unità e di arricchimento reciproco,<br />
a partire dalle nostre diversità. Si<br />
sono aperte per me le porte della missione<br />
nel 2000 con un anno di vita in<br />
Madagascar, inserita in un progetto<br />
della famiglia francescana di recupero<br />
di famiglie in grave disagio sociale. Poi<br />
tornata in Italia per lo studio della teologia,<br />
ho continuato ad assisi un servizio<br />
di accoglienza ai giovani,<br />
accompagnando molti di essi nei viaggi<br />
missionari in Burkina faso nel periodo<br />
estivo.<br />
Nel 2008 l’arrivo in Sicilia, prima Siracusa<br />
per circa dieci anni e ora qui, a<br />
Mazara del Vallo. Sono stati molti i vissuti<br />
che mi hanno aiutata a crescere e<br />
a stare accanto a chi fa più fatica nella<br />
vita: donne sole con figli, famiglie nel<br />
disagio sociale ed economico, vittime<br />
www.diocesimazara.it<br />
suor alessandra Martin (a destra<br />
nella foto).<br />
della tratta, minori stranieri provenienti<br />
dagli sbarchi. tante persone divenute<br />
parte di me, che mi hanno insegnato a<br />
essere donna, ad assumere i tratti di<br />
madre e a far crescere la vita accompagnandola<br />
con pazienza e tenerezza.<br />
dio non è Colui che scrive per me il futuro,<br />
ma Colui che amo, e desidero vivere<br />
il presente, che è dono suo,<br />
attraverso la Sua Parola Sacra che<br />
guida il mio quotidiano, con i fratelli a<br />
cui mi invia che a loro volta mi rinviano<br />
all’eucaristia, mangiata, adorata e contemplata<br />
ogni giorno. So che dio è per<br />
me, il dono di se stesso è per me, perché<br />
lui è puro dono e pura gratuità.<br />
GIORNATA MONDIALE<br />
DELLAVITA CONSACRATA A MARSALA<br />
IN oCCaSIoNe della XXII GIoRNata mondiale<br />
della vita consacrata, in diocesi, venerdì 2<br />
febbraio, con inizio alle ore 17,30, si terrà il<br />
raduno presso la chiesa di Santa Cecilia a<br />
Marsala e poi in corteo si arriverà in chiesa<br />
madre dove il Vescovo presiederà la santa<br />
messa.<br />
Mensile<br />
della Diocesi<br />
di Mazara del Vallo<br />
Anno XVI - n. 01 del 26 gennaio <strong>2018</strong><br />
Registrazione Tribunale<br />
di Marsala n. 140/7-2003<br />
Editore<br />
Associazione “Orizzonti Mediterranei”<br />
Piazza della Repubblica, 6<br />
91026 - Mazara del Vallo<br />
Direttore editoriale<br />
mons. Domenico Mogavero<br />
Direttore responsabile<br />
Max Firreri<br />
Redazione<br />
Piazza della Repubblica, 6<br />
91026 - Mazara del Vallo<br />
tel. 393.9276843<br />
<strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it<br />
Hanno collaborato<br />
Nicoletta Borgia, don Daniele Donato,<br />
Erina Ferlito, Flavio Leone, Gaspare<br />
Magro, suor Alessandra Martin, Annabella<br />
Orto, Dora Polizzi.<br />
Questo numero è stato chiuso in redazione<br />
il 26 gennaio <strong>2018</strong>. È vietata la riproduzione<br />
integrale o parziale.<br />
Periodico associato alla:
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 4<br />
50 ANNI DAL SISMA<br />
DI MAX FIRRERI<br />
www.diocesimazara.it<br />
Ivo Soncini e leonarda<br />
fontana, mamma di<br />
eleonora di Girolamo<br />
Cudduredda.<br />
L’incontro con Ivo Soncini,<br />
il pompiereche trovò Cudduredda<br />
IL RITORNO A GIBELLINA<br />
del volontario che recuperò<br />
la piccola ancora in vita<br />
Un abbraccio commossonel silenzio<br />
della cucina è il segno del ringraziamento:<br />
«Vedendo lei rivedo mia figlia<br />
viva». leonarda fontana e Ivo Soncini a Gibellina<br />
si sono rivisti dopo dieci anni. l’ultima<br />
volta era successo nel 2008 quando il Comune<br />
organizzò il primo incontro tra i due. è<br />
successo ancora una volta in questo 50° anniversario<br />
del sisma del Belice. Ivo Soncini è il<br />
vigile del fuoco che due notti dopo la terribile<br />
scossa del 14 gennaio ’68 trasse dalle macerie<br />
con le sue mani eleonora di Girolamo,<br />
Cudduredda. leonarda fontana, oggi quasi<br />
novantenne, è la mamma della piccola che<br />
fu ritratta da Nicola Scafidi mentre l’assisteva<br />
sul letto dell’ospedale Villa Sofia a Palermo.<br />
Due volti di una tragediache, a 50 anni dal<br />
terremoto, si sono trovati faccia a faccia: eleonora<br />
di Girolamo (che di Cudduredda è la<br />
sorella e ne porta il nome) nata qualche mese<br />
dopo la morte della piccola, davanti al Presidente<br />
della Repubblica ha consegnato una<br />
targa a Ivo Soncini. Un “grazie” che è l’affetto<br />
sincero di una famiglia che ha visto il volto<br />
commosso di chi salvò, con le mani dalle macerie,<br />
la vita di Cudduredda. Quella della piccola<br />
ritrovata fu una storia che commosse il<br />
mondo. Ma Ivo Soncini, per decenni, tenne<br />
segreto quel salvamento. Il suo volto passò<br />
sui piccoli schermi immortalato nel servizio<br />
di Sergio Zavoli.<br />
«Fu quando per lavoro venni a Caltanissetta,<br />
quasi 40 anni dopo il sisma, che in me<br />
nacque il desiderio di conoscere i parenti di<br />
Cudduredda. Il “Giornale di Sicilia” proprio in<br />
quei giorni raccontò la mia storia e ritrovai<br />
una mia foto con la piccola in braccio», dice<br />
Ivo Soncini. da lì i primi contatti con la famiglia<br />
e poi, nel 2008, il primo incontro. tornare<br />
a Gibellina e al Cretto di Burri per Ivo Soncini<br />
è come fare un tuffo nella memoria: «Ricordo<br />
che quel mercoledì iniziammo a scavare da<br />
#CONDIVIDERETV<br />
Il racconto di Ivo<br />
Soncini al Cretto<br />
IVo SoNCINI (nella foto mentre ritira il premio<br />
consegnato da lea di Girolamo) si racconta a<br />
#CondividereTV, il canale Youtube della nostra<br />
redazione. Sul Cretto di Burri ricorda quei momenti<br />
che lo videro impegnato nei soccorsi.<br />
quel rudere lassù – dice Soncini mentre indica<br />
la zona nord del vecchio paese distrutto – tirammo<br />
fuori due vittime e poi sentimmo<br />
parlare una bambina. Io chiedevo e lei rispondeva;<br />
in noi si accese la speranza. Ci<br />
siamo messi a togliere macerie con le mani<br />
e Cuddureddaera sotto due travi rimaste incrociate.<br />
Me la misi in braccio e con una jeep<br />
dei Vigili del fuoco l’abbiamo trasportata in<br />
un campo allestito qui a valle del paese».<br />
Il resto della poca vita di eleonora di Girolamo<br />
Ivo l’ha saputa dalle notizie che arrivavano<br />
alle squadre di soccorso: «Quando<br />
seppi che Cuddureddaera morta sono rimasto<br />
molto male». Per decenni tutto è finito tra<br />
i ricordi. Ma Ivo Soncini da Reggio emilia non<br />
ha mai perso la speranza di incontrare, un<br />
giorno, i parenti di eleonora di Girolamo. a<br />
50 anni dal terremoto, è successo ancora,<br />
dopo il 2008. tra Ivo Soncini e i fratelli di Cudduredda<br />
(franco, Nicola ed eleonora lea) è<br />
nata un’amicizia profonda. Un sentimento di<br />
riconoscenza mai detto, ma che dà linfa a<br />
questo rapporto nato da una tragedia quale<br />
è stata il terremoto. Ivo Soncini sulla tomba<br />
di Cuddureddaal cimitero <strong>nuovo</strong> di Gibellina<br />
ha fatto arrivare una composizione di fiori<br />
bianchi. a fianco di un altro mazzo di 50 rose<br />
fatto sistemare dalla famiglia di Girolamo. al<br />
di fuori delle cerimonie ufficiali sotto i riflettori,<br />
l’anniversario è anche il ricordo silenzioso di<br />
chi non c’è più.
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 5<br />
50 ANNI DAL SISMA<br />
DI MAX FIRRERI<br />
La storia<br />
le scosse, la paurae le<br />
nozzea 13 giornidal sisma<br />
www.diocesimazara.it<br />
Rosina Bruno e Giovanni li Causi il giorno<br />
del loro matrimonio, nel 1968. Nella foto i<br />
due coniugi come sono oggi.<br />
IL MATRIMONIO<br />
celebrato dal Vescovo<br />
Giuseppe Mancuso<br />
in Cattedrale<br />
è là» ripete Rosina<br />
Bruno. la sua mano indica la<br />
«Tutto<br />
parte alta della collina dove<br />
oltre campi di terre coltivate c’è il paese<br />
vecchio. Ruderi, testimonianze di quello<br />
che c’era e ora non c’è più. Rosina non ha<br />
dimenticato nulla, neanche un frammento<br />
del paese vecchio. le strade lastricate,<br />
le case una a fianco all’altra,<br />
quell’aria familiare che dava sicurezza<br />
anche a chi, come lei, a vent’anni nel<br />
1968, si affacciava al mondo della giovinezza<br />
con speranza e paure. «Ma il terremoto<br />
è una paura diversa» - racconta<br />
Rosina - «come fai a raccontarlo?». Rosina<br />
Bruno quando il Belice venne colpito<br />
dal sisma era una giovane ventenne appena<br />
diplomata.<br />
La sua vita l’aveva vissuta lì, tra Salaparuta<br />
e Castelvetrano. Indietro nel tempo è<br />
un esercizio della memoria. Perché la vita<br />
quotidiana, gli anni, i decenni fanno ingiallire<br />
i ricordi, ma non li cancellano. era<br />
una fredda notte di gennaio in quel 1968:<br />
«Il mio fidanzato era andato da poche<br />
settimane a lavorare a Como e io ero a<br />
Salaparuta coi miei genitori, racconta. alla<br />
prima scossa eravamo seduti a tavola e<br />
mia mamma disse: “questo è terremoto”.<br />
Nessuno di noi voleva crederci, noi un terremoto<br />
non l’avevamo mai vissuto. Siamo<br />
usciti fuori, in macchina; l’intero paese era<br />
fuggito dalle case; ci ritrovammo vicino il<br />
cimitero, tutti lì ad aspettare che la terra<br />
ritornasse più buona». le ore successive<br />
furono, invece, quelle più terribili. la notte<br />
che scendeva e la paura di dentro. l’ultima<br />
immagine della sua casa integra Rosina<br />
ce l’ha bene impressa nella mente.<br />
Poi nella notte tutto è crollato. le case<br />
e la speranza. Il trasferimento a Mazara<br />
del Vallo per ripartire da zero, senza<br />
niente ma solo con le briciole dei ricordi.<br />
«fummo ospitati in una scuola pubblica<br />
con l’accoglienza generosa dei mazaresi,<br />
ricorda Rosina. In quell’occasione sperimentammo<br />
cosa voleva dire essere aiutati<br />
dagli altri nel momento del bisogno. a<br />
Mazara del Vallo arrivarono anche alcuni<br />
giovani volontari da Pisa, città dove studiava<br />
il notaio tumbiolo. Per tanti di noi<br />
furono spalla dove appoggiarci e raccontarci».<br />
Le giornate vissute tra le notizie che arrivano<br />
dai luoghi del disastro. «Il mio fidanzato<br />
da Como, saputa la notizia, ci<br />
raggiunse a Mazara del Vallo. Sarebbe rimasto<br />
pochi giorni per tornare a lavorare<br />
al Nord Italia. Io, in quel momento difficile,<br />
vedevo il mio futuro fuori dalla Sicilia. lui<br />
voleva portarmi a Como. fu in quel momento<br />
che pensammo alle nozze». erano<br />
i giorni dopo il sisma, difficili e vissuti tra<br />
le cose indispensabili e la speranza di un<br />
futuro possibile altrove. «decidemmo così<br />
di sposarci il 27 gennaio, 13 giorni dopo<br />
il terremoto – racconta Rosina – e fu proprio<br />
il Vescovo monsignor Giuseppe<br />
Mancuso a voler celebrare il nostro matrimonio».<br />
Rosina e Giovanni li Causi, insieme<br />
a Caterina Cudia e Rosolino<br />
Sansone, furono le prime due coppie di<br />
Salaparuta a sposarsi dopo il sisma. «trovare<br />
le fedi a Mazara del Vallo e a Castelvetrano<br />
fu impossibile. Così, su<br />
suggerimento del parroco, per il rito utilizzammo<br />
le nostre fedi di diploma».<br />
Da Mazara del Vallo a Como il passo è<br />
stato breve. Sei mesi vissuti lontano dal<br />
Belice: «Io sognavo già il mio futuro da<br />
maestra nel Nord Italia», racconta Rosina.<br />
Sarebbe stata una vita nuova per quella<br />
giovane ventenne che aveva vissuto il terremoto.<br />
dopo sei mesi, però, il ritorno a<br />
Salaparuta. Stavolta tra le baracche al<br />
Piano della Pietra, lontano pochi chilometri<br />
dalle macerie. Quello è stato l’inizio di<br />
16 lunghi anni vissuti tra le lamiere, la speranza<br />
di una nuova casa. I ricordi di Rosina<br />
si fanno memoria, oggi grazie anche al<br />
gruppo Facebook “Salaparuta”, del quale<br />
lei è una delle promotrici. «Il social network<br />
ci ha permesso di richiamare all’appello<br />
quanti hanno vissuto il terremoto e<br />
oggi si trovano sparsi nel mondo – spiega<br />
– la testimonianza delle foto è quella che<br />
più ci aiuta nella ricostruzione della memoria».
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 6<br />
50 ANNI DAL SISMA<br />
di FLAVIO LEONE E MAX FIRRERI<br />
www.diocesimazara.it<br />
1<br />
2<br />
La visita<br />
Il Presidente Mattarella:<br />
«Fiducianel futuro»<br />
3<br />
4<br />
6<br />
giorni scorsi alcuni sindaci del Belìce<br />
hanno detto: stiamo costruendo il futuro.<br />
«Nei<br />
Questa affermazione non è soltanto un<br />
messaggio di rassicurazione, ma manifesta orgoglio<br />
protagonista, convinzione di poter superare, con il necessario<br />
sostegno della comunità nazionale, le difficoltà<br />
che rimangono nel presente. Quelle parole manifestano<br />
ragionevole, fondata fiducia nel futuro. è un messaggio<br />
che tengo a <strong>cond</strong>ividere con tutti voi». lo ha<br />
detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella<br />
intervendo all’inaugurazione delle celebrazioni per il<br />
50° anniversario, tenutasi a Partanna. 1.Mattarella saluta<br />
i bambini. 2. Nicola Catania, coordinatore dei sindaci<br />
del Belice. 3. Nello Musumeci, presidente della Regione<br />
Siciliana. 4. Scout in attesa dell’arrivo di Mattarella. 5.<br />
l’attore alessandro Preziosi. 6. Il cantante Nello analfino.<br />
7. l’auditorium “Giacomo leggio” a Partanna. 8.<br />
Mattarella e il cardinale francesco Montenegro.<br />
5<br />
7 8
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 7<br />
50 ANNI DAL SISMA<br />
di FLAVIO LEONE E MAX FIRRERI<br />
www.diocesimazara.it<br />
9<br />
Le celebrazioni commemorative<br />
da Gibellinaa Montevago,<br />
tra ricordie prospettive<br />
10<br />
12<br />
La giornata commemorativa del terremoto<br />
- svoltasi domenica 15 gennaio<br />
- si è articolata nei diversi centri<br />
del Belice. 9. a Gibellina, sotto la Porta del<br />
Belice, il Presidente della Regione Nello Musumeci<br />
e il Ministro Claudio de Vincenti<br />
hanno scoperto la lapide commemorativa.<br />
10. Raduno di cittadini al monumento che<br />
ricorda la visita del Santo Padre Giovanni<br />
Paolo II nel 1982 a Salaparuta, dove si è tenuto<br />
un momento di silenzio per commemorare<br />
le vittime. 11.al termine della santa<br />
messa ai ruderi di Montevago, si è tenuta la<br />
fiaccolata nel vecchio centro. 12. I sindaci sfilano<br />
sotto la Porta del Belice di Pietro Consagra<br />
a Gibellina. 13. a Poggioreale si è<br />
tenuto un incontro con i poggiorealesi emigrati<br />
in australia: che hanno finanziato alcuni<br />
interventi nelle scuole cittadine.<br />
11<br />
#CONDIVIDERETV<br />
Una targa a don Riboldi<br />
e l’omelia tra i ruderi<br />
13<br />
le teleCaMeRedi #CondividereTV, il canale Youtubedella<br />
nostra redazione, hanno seguito le iniziative<br />
commemorative del 50° anniversario del<br />
terremoto 1968. a Partanna è stata consegnata<br />
una targa alla memoria di don antonio Riboldi<br />
recentemente scomparso, parroco rosminiano a<br />
Santa Ninfa ai tempi del terremoto. a ritirarla è<br />
stato il Vescovo monsignor domenico Mogavero.<br />
ai ruderi di Montevago, invece, gli arcivescovi<br />
di agrigento e di Monreale e i Vescovi di<br />
trapani, Mazara del Vallo e Piana degli albanesi<br />
hanno concelebrato la santa messa in ricordo<br />
delle vittime. al termine si è svolta una fiaccolata<br />
tra i ruderi della città.
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 8<br />
NEL TERRITORIO<br />
Campobello di Mazara<br />
Confisca di beni<br />
all’imprenditore Moceri<br />
arriva la confisca dei beni per l’imprenditore<br />
di Campobello di Mazara andrea Moceri,<br />
57 anni e i suoi familiari:<br />
immobili,terreni, conti bancari, aziende, auto<br />
per un totale di 25 milioni di euro. Il provvedimento<br />
è della sezione sezione misure di prevenzione<br />
del tribunale di trapani. le indagini<br />
della dia, coordinate dalla Procura di Palermo,<br />
hanno ricostruito in questi anni gli affari di Moceri.<br />
all'inizio si occupava di compravendita di<br />
auto nuove e usate. Il denaro accumulato in<br />
nero, come in nero sarebbero pagati i dipendenti<br />
costretti a firmare buste paga fantasma,<br />
sarebbe servito a finanziare<br />
nuove attività e a organizzare<br />
un giro di usura. tra le imprese<br />
finanziate con l'attività<br />
illecita di credito c'era anche<br />
l’oleificio “fontane d'oro<br />
s.a.s.”, con sede a Campobello<br />
di Mazara. oggi in amministrazione<br />
giudiziaria, l’azienda<br />
è ri<strong>cond</strong>ucibile a francesco<br />
luppino, attualmente detenuto,<br />
indicato dagli investigatori<br />
come un fedelissimo del<br />
latitante Matteo Messina denaro.<br />
Il patrimonio confiscato<br />
a Moceri, a cui è stata applicata la sorveglianza<br />
speciale per due anni, comprende 35 unità immobiliari<br />
(nella foto: il complesso turistico costruito<br />
a Tre Fontane da Moceri e mai aperto),<br />
tra Campobello di Mazara e Castelvetrano, 35<br />
appezzamenti di terreno, 5 aziende, quote di<br />
partecipazioni in varie società di capitali, numerosi<br />
conti bancari e polizze assicurative.<br />
Mazara del Vallo<br />
lavori al porto<br />
canale, tempi brevi<br />
«aBBIaMo RICeVUto le rassicurazioni<br />
da parte del Commissario<br />
straordinario per la mitigazione<br />
del rischio idrogeologico Maurizio<br />
Croce che i lavori inizieranno<br />
non appena i soggetti attuatori<br />
otterranno la concessione demaniale,<br />
già richiesta». lo ha<br />
detto il vice sindaco di Mazara<br />
del Vallo, Silvano Bonanno, intervenendo<br />
sull’oramai lunghissima<br />
questione dell’escavazione<br />
del porto-canale di Mazara del<br />
Vallo. «Sono notizie positive<br />
dopo anni di blocco, ma naturalmente<br />
attendiamo la concretezza<br />
dell'avvio degli interventi»<br />
ha detto ancora Bonanno.<br />
Castelvetrano<br />
Belicittà, chiude<br />
il supermercato<br />
toRNa d’attUalItà la questione del<br />
centro commerciale “Belicittà” di<br />
Castelvetrano, e nello specifico la<br />
difficile situazione del supermercato<br />
che è stato richiuso. la “esse<br />
emme” ha abbassato le saracinesche<br />
e rischiano il posto di lavoro<br />
32 dipendenti. tra la società che<br />
gestisce il supermercato e la Grigoli<br />
distribuzione (proprietaria dei<br />
locali) c’è un contezioso aperto<br />
sull’affitto finito sul tavolo della<br />
Prefettura, con la partecipazione<br />
di una delegazione dell’agenzia<br />
dei beni confiscati. la società “esse<br />
emme” pare richiederebbe una riduzione<br />
dell’area del supermercato,<br />
mentre la proprietà chiede il<br />
pagamento di quote d’affitto pregresso.<br />
IN PRIMO PIANO<br />
POGGIOREALE<br />
In 8 mesi ultimati<br />
i lavori: riapre la piscina<br />
abbandonata per anni<br />
Sono stati completati i lavori di<br />
recupero della piscina comunale<br />
di Poggioreale quale centro<br />
natatorio e riabilitativo. la<br />
struttura versava in stato di abbandono<br />
e di degrado da oltre 25 anni.<br />
allora i lavori vennero iniziati e poi<br />
interrotti a causa del fallimento della<br />
ditta appaltatrice. In soli 8 mesi i lavori<br />
sono stati completati. «Il nostro<br />
obiettivo - spiega il sindaco lorenzo<br />
Pagliaroli - resta sempre quello di tenere<br />
bassi i costi di gestione, ipotizzando<br />
la realizzazione di un impianto<br />
solare termico. Ma in particolar<br />
modo pensiamo ora a redigere un<br />
bando per l’affidamento della piscina<br />
a un soggetto privato con personale<br />
specializzato nella riabilitazione. oppure<br />
- prosegue il sindaco - a un’associazione<br />
sportiva finalizzata a fornire<br />
ai giovani, con l’utilizzo della piscina,<br />
un’attività di svago, dal<br />
momento che il Comune non<br />
avrebbe le risorse finanziarie per gestirla».<br />
Nell’ottica di diventare un<br />
centro riabilitativo, la piscina comunale<br />
verrà dotata di un sollevatore<br />
mobile del tipo “elettroidraulico” che<br />
consentirà il trasporto dei disabili<br />
dallo spogliatoio fino al bordo della<br />
piscina per farli così scendere in<br />
acqua in modo sicuro. Per Poggioreale<br />
è un evento storico che ha due<br />
date precise: 1991, anno di inizio dei<br />
lavori, e 2017, anno di completamento.<br />
«Sicuramente – aggiunge il<br />
sindaco – sarà una grande festa e<br />
non solo per Poggioreale, ma anche<br />
per tutti i comuni belicini».
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 9<br />
VOCE DAI SOCIAL<br />
CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />
#CONDIVIDERETV<br />
“Pronto in 5 minuti”,<br />
le ultime due puntate<br />
UltIMe dUe PUNtate<br />
per la rubrica<br />
“Pronto in<br />
5 minuti” il<br />
<strong>nuovo</strong> format<br />
in onda dal 10<br />
dicembre su<br />
#CondivideretV, il canale<br />
web tv della nostra testata.<br />
ospiti delle prossime puntate<br />
saranno Vito Zichittella<br />
della torrefazione “Zicaffè” e<br />
la campionessa del mondo<br />
di scherma loreta Gulotta.<br />
FACEBOOK/IL VIDEO<br />
la storia di Simone fontana,<br />
il ragazzino del sisma dimenticato<br />
SIMoNe foNtaNa morì nel 1968 a soli 14 anni, presumibilmente,<br />
per un infarto mentre stava raggiungendo con la<br />
sorella e la mamma alcuni parenti in toscana. Il cuore del<br />
giovane finì di battere alla stazione di Pontedera. Simone<br />
aveva vissuto il sisma del Belice come un grande trauma.<br />
la sorella Maria, 71 anni, racconta la sua storia.<br />
26-28 <strong>GENNAIO</strong><br />
Pellegrinaggio della<br />
Madonna di fatima<br />
da VeNeRdì 26 GeNNaIo a domenica 28<br />
gennaio, ultimi giorni conclusivi del<br />
pellegrinaggio del simulacro della<br />
Madonna di fatima a Castelvetrano.<br />
Venerdì 26, ore 17, accoglienza della<br />
Madonna Pellegrina nella piazza San<br />
francesco d’assisi (Cappuccini); ore<br />
17,30 Santa Messa nella Chiesa dei<br />
Cappuccini. Sabato 27 (chiesa Cappuccini):<br />
ore 9,30 Santo Rosario; ore<br />
10 Santa Messa. domenica 28 (chiesa<br />
Cappuccini): ore 18 Santa Messa e<br />
partenza del Simulacro.<br />
4 FEBBRAIO<br />
dedicazione parrocchia<br />
Maria Ss. della Salute<br />
doMeNICa 4 feBBRaIo, alle ore 11, si terrà il<br />
rito di dedicazione della chiesa parrocchiale<br />
Maria Ss. della Salute in Castelvetrano.<br />
a presiederlo sarà il Vescovo. Nel<br />
2003 fu dedicato l’altare, ma la chiesa<br />
non lo era ancora.<br />
18 FEBBRAIO<br />
Scuola di formazione<br />
sociale e politica<br />
doMeNICa18 feBBRaIo, dalle ore 16, presso il Monumento<br />
ai Mille di Marsala, si terrà il se<strong>cond</strong>o incontro<br />
della Scuola di formazione sociale e politica promossa<br />
anche dall’opera di religione “Monsignor di leo”. l’incontro<br />
di domenica 18 febbraio sarà sul tema “Il Comune:<br />
istruzioni per l’uso”, con anna Maria angileri,<br />
assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del Comune<br />
di Marsala.<br />
AGENDA<br />
WWW.DIOCESIMAZARA.IT<br />
LA NOTA UFFICIALE<br />
LA VICENDA GIUDIZIARIA<br />
Inchiesta sul Vescovo,<br />
il Gip dispone<br />
l’archiviazione<br />
Il GIUdICe PeR le INdaGINI PRelIMINaRI del tribunale di Marsala<br />
ha disposto l’archiviazione per il Vescovo di Mazara<br />
del Vallo, monsignor domenico Mogavero<br />
(difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca),<br />
accusato dalla Procura di Marsala per appropriazione<br />
indebita e per truffa aggravata. a richiedere<br />
l’archiviazione è stata la stessa Procura (l’indagine l’ha<br />
coordinata il sostituto procuratore antonella trainito)<br />
a conclusione delle indagini avviate nel dicembre del<br />
2015.<br />
L’appropriazione indebita. Nella richiesta di archiviazione<br />
(accolta dal gip), in merito alle accuse mosse<br />
al Vescovo per appropriazione indebita (Mogavero fu<br />
accusato che fosse venuto in possesso di 185.600<br />
euro), il pubblico ministero fa riferimento al «supporto»<br />
della relazione predisposta dai consulenti tecnici<br />
Roberto Ciaccio e Gianfranco Scimone (nominati<br />
proprio da Mogavero che sollevò dall’incarico i responsabili<br />
dell’Ufficio economato, collaborando fattivamente<br />
con gli organi di polizia giudiziaria al fine di<br />
accertare responsabilità gestionali) «col quale l’indagato<br />
– scrive il pubblico ministero – forniva chiarimenti<br />
rispetto a ciascuna delle operazioni». Mogavero<br />
venne accusato anche di appropriazione indebita di<br />
un bonifico di 100 mila euro che nelle scritture contabili<br />
risultò iscritto come “bonifico c/c Vescovo per lamagna”<br />
(ernesto lamagna è stato l’artista che ha<br />
realizzato il portone e gli arredi liturgici della nuova<br />
Matrice di Pantelleria, ndr). Per questa vicenda scrive il<br />
pubblico ministero nella richiesta di archiviazione:<br />
«dalle indagini svolte successivamente all’interrogatorio<br />
(del dicembre 2015, ndr) è emerso come il bonifico<br />
in parola è risultato intestato a ernesto lamagna<br />
e Maria Bevacqua in lamagna, sicché con riferimento<br />
a detti fatti è emersa la prova che il reato di appropriazione<br />
indebita di 100 mila euro contestato al Vescovo<br />
non sussista».<br />
La truffa aggravata. anche per quest’accusa il pubblico<br />
ministero ha richiesto – e ottenuto dal gip – l’archiviazione<br />
per il Vescovo Mogavero. le accuse al<br />
Vescovo riguardarono la richiesta e l’ottenimento dei<br />
finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei per la<br />
costruzione della parrocchia San lorenzo in Mazara<br />
del Vallo. I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione<br />
Siciliana concesse il contributo di 1.363.415<br />
euro e, nel febbraio 2007, la diocesi ottenne il finanziamento<br />
di 1.474.000 euro da parte della Conferenza<br />
episcopale Italiana per la realizzazione del complesso<br />
parrocchiale San lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare,<br />
se<strong>cond</strong>o l’accusa, il Vescovo la Piana prima e,<br />
successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera<br />
il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato<br />
alla Cei il contemporaneo finanziamento della<br />
Regione e, quindi, truffandola. «Gli odierni indagati –<br />
scrive il pubblico ministero nella richiesta di archiviazione<br />
– in sede di interrogatorio hanno sostanzialmente<br />
chiarito il loro ruolo, facendo sorgere il<br />
fondato dubbio di avere fornito alla truffa perpetrata<br />
ai danni della Cei solo un inconsapevole contributo».<br />
è ancora il pubblico ministero che scrive: «al momento<br />
dell’insediamento nell’Ufficio di Vescovo (di<br />
Mogavero, ndr), l’intera pratica attinente il finanziamento<br />
del complesso parrocchiale di San lorenzo<br />
fosse stata sostanzialmente completata, sulla base di<br />
un’istruttoria avviata e seguita dai predecessori di Mogavero,<br />
rende verosimile che questi si sia limitato a<br />
sottoscrivere atti che gli venivano sottoposti dai collaboratori<br />
e che riteneva aventi funzione meramente<br />
esecutiva di impegni sostanzialmente già assunti, in<br />
maniera più che legittima». Scrive ancora il pubblico<br />
ministero: «Semplicemente la documentazione veniva<br />
predisposta dall’ufficio competente e gli veniva<br />
sottoposta per la firma in quanto legale rappresentante.<br />
Né le sue conoscenze tecnico-giuridiche erano<br />
tali da consentirgli di rilevare eventuali inesattezze e/o<br />
falsità in documenti che sono sostanzialmente di natura<br />
tecnica e predisposti da tecnici del settore».<br />
«Ho atteso con serenità». «Con serenità e fiducioso<br />
che la verità sarebbe emersa, ho atteso la decisione<br />
della Magistratura, ha detto il Vescovo domenico Mogavero.<br />
Sin dai primi momenti di questa vicenda che<br />
mi ha visto coinvolto ho dichiarato la mia estraneità ai<br />
fatti contestati, confidando nel lavoro degli inquirenti<br />
e della Procura e forte della testimonianza della mia<br />
coscienza. Se da un lato ho sperimentato la vicinanza<br />
di diversi confratelli e di tantissima gente, dall’altro<br />
sono stato bersaglio di giudizi affrettati, di <strong>cond</strong>anne<br />
severe e di offese ingiuste. Ho sopportato tutto in silenzio<br />
per oltre due anni, certo che la verità si sarebbe<br />
imposta quando il materiale d’indagine sarebbe stato<br />
sottoposto al doveroso vaglio dei magistrati. oggi<br />
parlano le loro decisioni che, mentre rassicurano<br />
quanti erano convinti della correttezza del mio operato,<br />
fanno giustizia delle prese di posizione di coloro<br />
che hanno dato letture arbitrarie e improprie ai frammenti<br />
di informazioni di cui erano venuti in possesso».
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag.10<br />
L’ESPERTO INFORMA<br />
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in tutte le attività<br />
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violazioni punite con multe<br />
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pagamento. ai commercianti è<br />
fatto divieto di omaggiarli ai propri<br />
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distribuite gratuitamente e il<br />
prezzo di vendita per singola unità<br />
deve risultare dallo scontrino o fattura<br />
d’acquisto delle merci. le violazioni<br />
sono punite con la sanzione<br />
da € 2.500 a € 25.000, incrementata<br />
di 4 volte del massimo nel caso in<br />
cui la violazione del divieto riguarda<br />
ingenti quantitativi di borse<br />
di plastica, oppure il valore di queste<br />
ultime sia superiore al 10 per<br />
cento del fatturato del trasgressore.<br />
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piccole imprese operanti nei settori del legno<br />
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micro e piccole imprese operanti nel settore<br />
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n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 12<br />
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Il libro scritto dentro e fuori,<br />
l’Agnello ritto in piedi<br />
Una nuova scena, misteriosa e stupenda, si<br />
apre davanti agli occhi del veggente di Patmos:<br />
«e vidi, nella mano destra di Colui che sedeva<br />
sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello<br />
esterno, sigillato da sette sigilli» (Ap 5,1). Parole<br />
strane, che avvolgono un contenuto profondo, per<br />
comprendere il quale è indispensabile un complesso<br />
lavoro di decodificazione dei simboli. Il libro<br />
contiene il progetto di dio disegnato nella storia;<br />
è scritto dentro e fuori, perché nel piano di dio non<br />
ci sono lacune; si trova nella mano destra del personaggio<br />
seduto sul trono. esprime dunque la formulazione<br />
concreta del dominio che dio esercita<br />
sulla storia. Ma esso è chiuso, anzi sigillato da sette<br />
sigilli, totalmente inaccessibile alla comprensione<br />
umana. Non ci si può però rassegnare, perché la<br />
ricerca del senso della vita e del mistero del tempo<br />
è iscritta nel cuore degli uomini (cfr Qo 3,11). Ne<br />
deriva una fortissima pressione, cui si contrappone<br />
l’impossibilità: nessuna creatura, né in cielo, né<br />
sulla terra, né sotto terra, è in grado di sciogliere i<br />
sigilli che serrano il libro (cfr Ap 5,3). la tensione è<br />
altissima e si traduce in pianto sconsolato (cfr Ap<br />
5,4). Ma «uno degli anziani mi disse: non piangere;<br />
ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio<br />
di davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli» (Ap<br />
5,5). è chiaro il riferimento a Cristo, se pure con un<br />
linguaggio allusivo ed evocativo (cfr Gen 49,9; Is<br />
11,1.10), che prepara la scena successiva. Ne è protagonista<br />
il personaggio chiave di tutto il testo, celato<br />
nel linguaggio tipico del simbolismo<br />
teriomorfo. Si tratta dell’agnello, termine squisitamente<br />
giovanneo. «Poi vidi, in mezzo al trono, cir<strong>cond</strong>ato<br />
dai quattro esseri viventi e dagli anziani,<br />
un agnello, in piedi, come immolato; aveva sette<br />
corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di dio<br />
mandati su tutta la terra» (Ap 5,6). Il linguaggio è<br />
fortemente simbolico e la decodificazione dei simboli<br />
assolutamente obbligatoria. la traduzione in<br />
italiano ha tentato una sorta di semplificazione del<br />
testo greco, ma non gli ha reso un buon servizio.<br />
In esso infatti il linguaggio è volutamente ardito:<br />
«e vidi in mezzo al trono e ai quattro viventi e in<br />
mezzo agli anziani, un agnello in piedi come ucciso,<br />
che aveva (davvero) sette corna e sette occhi,<br />
che sono i sette spiriti di dio (proprio quando sono<br />
stati inviati) a tutta la terra» (traduzione di Ugo<br />
Vanni). Il Cristo agnello occupa dunque un posto<br />
centrale rispetto a dio che domina la storia e<br />
ugualmente un posto centrale rispetto allo scambio<br />
tra cielo e terra, simboleggiato dai quattro esseri<br />
viventi, come pure rispetto alla mediazione<br />
esercitata dagli anziani. e se il trono è quello di dio,<br />
che esercita il suo influsso attivo sulla storia, rispetto<br />
ad esso l’agnello occupa una posizione<br />
centrale e determinante. Strana, se non assurda, sul<br />
piano iconografico, la postura dell’agnello: in piedi<br />
come ucciso! decodificando il simbolo, scopriamo<br />
che lo stare in piedi indica la risurrezione, con tutto<br />
il dinamismo che le è proprio; il “come ucciso” si<br />
riferisce alla morte violenta, alludendo con ogni<br />
probabilità all’agnello pasquale di Es 12,1-27. di<br />
grande importanza la particella “come”, che crea<br />
tra i due elementi una vera simultaneità: il Cristo<br />
risorto possiede e consegna alle creature non solo<br />
le virtualità della sua risurrezione, ma pure quelle<br />
della sua morte. l’agnello è dotato di sette occhi,<br />
ovvero della totalità dello Spirito. lo Spirito appartiene<br />
al Risorto, è parte essenziale di lui, ma egli<br />
ne fa dono all’umanità e lo spande nell’universo,<br />
perché permei, con le sue manifestazioni, ogni vita<br />
che pulsa nel creato.<br />
Satana nel libro santo dell’Islam<br />
Il Corano afferma più volte la realtà del<br />
diavolo. I numerosi riferimenti, che spesso<br />
richiamano le Scritture, presentano una figura<br />
duplice. tale duplicità va di pari passo<br />
con i due nomi principalmente deputati a<br />
designare l’essere satanico nel libro santo<br />
dell’islam: Iblis e al-Shaytan. a ciascuno di<br />
questi due nomi corrisponde una funzione<br />
particolare. Il nome Iblis dal verbo arabo<br />
ablasa (“disperarsi” o “trovarsi nello sconforto”)<br />
indica il “disperato” per antonomasia.<br />
Il nome Al- Shaytan, il Satana, ricorre parecchie<br />
decine di volte nel Corano e fa riferimento<br />
al diavolo nella sua funzione di “traviatore<br />
dei progenitori e dell’umanità”. Per<br />
l’etimologia di questo nome, derivato da una<br />
radice che si ritrova ugualmente in ebraico, i<br />
lessicografi musulmani si richiamarono al<br />
verbo shatana (“distogliere qualcuno da<br />
un'intenzione o una destinazione”). Il Corano<br />
non contempla il plurale di Iblis, ma impiega<br />
con frequenza il plurale di shaytan, che è shayatin,<br />
per definire i demoni, i jinn, compagni<br />
inseparabili degli uomini. Al- Shaytan non<br />
parla, ma bisbiglia (waswasa) anche nell'interiorità<br />
delle persone.
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 13<br />
LA RIFLESSIONE<br />
di NICOLETTA BORGIA*<br />
Il dialogo ecumenico<br />
Insieme per un’identità cristiana<br />
nella diversità come ricchezza<br />
www.diocesimazara.it<br />
LE MINACCE<br />
dalle ingerenze create<br />
dai conflitti e dalle divisioni<br />
Tra le righe dei giorni di lavoro<br />
scorrono segni di fraternità con<br />
gli amici provenienti da<br />
oriente, cattolici e ortodossi, dove ciò<br />
che ci unisce nella missione quotidiana<br />
è la Croce. Il 18 gennaio scorso,<br />
il primo giorno della Settimana di<br />
preghiera per l’Unità dei cristiani, ho<br />
ricevuto in dono, ancora una volta,<br />
una croce copta, la se<strong>cond</strong>a per mano<br />
di un monaco copto ortodosso. Ciascuno<br />
di noi ha una propria missione<br />
da compiere: alcuni per le Chiese<br />
orientali cattoliche, altri per la comunione<br />
con le Chiese ortodosse, ma<br />
certamente in molti per il servizio a<br />
essere Chiesa di Cristo. Molti di questi<br />
amici hanno nomi che non sempre si<br />
riferiscono ai Santi; in alcuni paesi del<br />
Medio oriente uno è il nome anagrafico<br />
e uno è il nome di Battesimo per<br />
ragioni “di Stato”.<br />
Provengono da Chiese diverse e arrivano<br />
da territori piegati dalla guerra<br />
e da transizioni geopolitiche che<br />
hanno trasformato ogni comune speranza.<br />
tuttavia non si è persa la tenacia<br />
di resistere e di guardare avanti e<br />
di continuare a percorrere il cammino,<br />
come fosse un pellegrinaggio<br />
costante. da damasco a Gerusalemme<br />
la più grande comunione è<br />
compiuta nei momenti liturgici <strong>cond</strong>ivisi<br />
tra le Chiese cattoliche e ortodosse:<br />
proprio nei peggiori momenti<br />
di conflitto Capi di Chiesa, Vescovi e<br />
sacerdoti di qualsiasi rito orientale sia<br />
cattolico che ortodosso si sono uniti<br />
per il popolo tutto. ognuno con una<br />
missione ben precisa e tutti con<br />
l’obiettivo di servire la propria Chiesa,<br />
chi come sacerdote o religioso chi<br />
come laico, impegnati comunque in<br />
un progetto più ampio di costruzione<br />
e conservazione di un’identità cristiana<br />
che sempre più viene minacciata<br />
dalle ingerenze create dai conflitti<br />
e dalle divisioni delle nazioni e<br />
dei confini che cambiano continuamente.<br />
Penso alla Giordania: tra una<br />
sponda e l’altra del Mar Morto l’acqua<br />
divide quelle luci di Gerico e Gerusalemme,<br />
che nella notte, sono così vicine<br />
ma allo stesso tempo ancora così<br />
lontane. Penso al sito del Battesimo di<br />
Gesù sulle sponde del Giordano, dove<br />
sorgono Chiese cattoliche e ortodosse<br />
alcune ultimate nell’edificazione<br />
e altre ancora in costruzione:<br />
una corale presenza sempre attorno a<br />
LA CELEBRAZIONE<br />
al Santuario della Cava<br />
preghiera ecumenica<br />
doMeNICa 21 GeNNaIo, presso il Santuario<br />
della Madonna della Cava - dove quest’anno<br />
si celebrano i 500 anni del ritrovamento<br />
del piccolo simulacro - si è tenuta la<br />
celebrazione ecumenica promossa dall’omonimo<br />
Ufficio diocesano. Insieme al Vescovo<br />
anche padre Petru taraboi presbitero<br />
della Chiesa ortodossa rumena. alla celebrazione<br />
della Parola hanno partecipato<br />
anche venti ortodossi rumeni.<br />
ciò che ci unisce, la Croce. Ma la Croce<br />
copta in questi giorni mi riporta a<br />
quelle sponde insanguinate dal sacrificio<br />
di quei fratelli martirizzati perchè<br />
cristiani e se fossero ortodossi o cattolici<br />
non fa alcuna differenza, erano<br />
sotto l’unica Croce, erano cristiani, in<br />
libia come in egitto al Cairo nella domenica<br />
delle Palme del 2017, erano i<br />
fratelli ortodossi.<br />
Solo nella <strong>cond</strong>ivisione di sé e della<br />
propria identità si genera una reciprocità<br />
nell’offerta delle proprie esperienze<br />
e della propria missione, come servizio<br />
culturale all’umanità: Copti ortodossi e<br />
cattolici, Melkiti e Greco-ortodossi, Siri<br />
ortodossi e cattolici, Greco-bizantini,<br />
Slavi di rito bizantino, sia ortodossi che<br />
cattolici... dal Cairo ad antiochia, da<br />
Mosca a Costantinopoli, fino alle varie<br />
diaspore di queste Chiese nel mondo,<br />
l’identità cristiana è la Comunione tra<br />
loro, nella diversità come ricchezza e<br />
nel rispetto della dignità del patrimonio<br />
culturale, come dono universale del<br />
loro essere Chiesa.<br />
* L’autrice di questo servizio è responsabile<br />
pubbliche relazioni del Pontificio<br />
Istituto Orientale di Roma
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 14<br />
CULTURA<br />
di MAX FIRRERI<br />
ACCORDO SEMINARIO-CNR<br />
l’intervento della<br />
biblioteca centrale<br />
“Guglielmo Marconi”<br />
www.diocesimazara.it<br />
Gli antichi libri in file<br />
digitalizzazioneper 5 tomi<br />
Cinque antichi tomi<br />
del 1400, tra incunaboli<br />
e cinquecentine,<br />
sino a ora custoditi nella<br />
cassaforte del Seminario vescovile<br />
di Mazara del Vallo,<br />
saranno fruibili sul web. Il<br />
progetto completo è stato illustrato il 20<br />
gennaio presso la sala “Carlo Borromeo”<br />
del Seminario, alla presenza, tra gli altri, di<br />
alberto de Rosa, direttore della biblioteca<br />
centrale del Cnr “Guglielmo Marconi” e di<br />
monsignor Jean-louis Bruguès op, archivista<br />
e bibliotecario di Santa Romana<br />
Chiesa. l’accordo di collaborazione tecnico-scientifica<br />
tra Seminario e Cnr è stato<br />
firmato nell’aprile dello scorso anno, «per<br />
offrire a studiosi e a tutta la collettività la<br />
possibilità di consultare risorse poco accessibili<br />
e poco conosciute», ha dichiarato<br />
il rettore del Seminario, don Pino Biondo.<br />
«Altro obiettivo, parimente importante,<br />
è quello di limitare la consultazione diretta<br />
dei documenti originali per evitare il<br />
logoramento causato dallo sfogliamento<br />
e consentirne una migliore conservazione»,<br />
ha detto il direttore de Rosa. la<br />
biblioteca del Seminario vescovile è una<br />
fonte di studi per moltissimi ricercatori e<br />
storici. al suo interno si trovano volumi<br />
antichi ben conservati che si possono<br />
consultare gratuitamente usufruendo<br />
delle ampie sale di lettura. l’attività di digitalizzazione<br />
è avvenuta tra maggio e<br />
settembre presso la Biblioteca centrale del<br />
Consiglio Nazionale delle Ricerche di<br />
Roma, dove i volumi antichi sono stati trasportati<br />
in sicurezza. «l’attività – spiega il<br />
direttore de Rosa – ha comportato l’effettuazione<br />
di circa 2300 scatti a 600 PPI in<br />
formato tif non compresso, da mettere a<br />
disposizione dell’utenza».<br />
Le attività operative con quattro tecnici,<br />
sono consistite, in primo luogo, nell’effettuazione<br />
degli scatti e nel relativo controllo<br />
di qualità. «Gli scatti sono stati<br />
<strong>cond</strong>otti con l’intenzione di rendere pienamente<br />
la fisicità (forma e colore) del volume,<br />
inquadrando l’intero piano pagina,<br />
lo spessore e una parte del piano di scansione.<br />
Per ogni volume sono state, inoltre,<br />
acquisite le copertine, i dorsi, i fogli di<br />
guardia, i tagli inferiori, superiori e laterali.<br />
Per le filigrane,<br />
ladd<br />
o v e<br />
rintracciate, si<br />
è provveduto<br />
infine a effettuare<br />
scatti a<br />
risoluzione<br />
m a g g i o r e<br />
2.300 scatti<br />
per le pagine ora<br />
disponibili<br />
sulla rete<br />
che le ritraggono nel particolare», ha ribadito<br />
il direttore de Rosa. I testi digitalizzati<br />
saranno disponibili in rete a partire<br />
dalle prossime settimane, con collegamento<br />
diretto al sito diocesano www.diocesimazara.it.
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 15<br />
VITA DI CHIESA<br />
di DON DANIELE DONATO<br />
www.diocesimazara.it<br />
le suore francescane a Strasatti<br />
e le generazioni cresciute con loro<br />
IL 7 NOVEMBRE 1960<br />
l’arrivo delle prime<br />
due suore e l’apertura<br />
dell’asilo nella Contrada<br />
È<br />
una presenza più che cinquantennale<br />
quella delle Suore francescane di<br />
Santa Chiara a Strasatti di Marsala. Nel<br />
150° anniversario della nascita della Venerabile<br />
Madre teresa Cortimiglia, fondatrice dell’Istituto,<br />
tutta la comunità di Strasatti è in festa per<br />
la comunità nella quale sono cresciute intere<br />
generazioni. la storia dell’Istituto delle Suore a<br />
Strasatti inizia il 2 ottobre 1960 quando l’allora<br />
parroco monsignor francesco Perrone<br />
espresse il suo desiderio alla Superiora generale,<br />
suor Maria teresa Cortimiglia, e alle sue<br />
consigliere, di accogliere la richiesta di avere almeno<br />
due suore dell’Istituto per portare avanti<br />
l’asilo infantile “don Giovanni abate”. l’opera era<br />
stata voluta<br />
dalla signorina<br />
l’opera fu Vita abate, in<br />
voluta dalla memoria del<br />
signorina fratello sacerdote,<br />
che era<br />
Vita abate<br />
stato parroco<br />
del quartiere, e<br />
sostenuta economicamente dalla stessa signorina<br />
e dalle offerte degli abitanti.<br />
Con l’avanzaredegli anni per la signorina era<br />
diventato difficile offrire questo servizio alla comunità,<br />
ed era disposta a donare l’opera d’infanzia<br />
da lei creata e avviata, insieme ai suoi<br />
beni, a un istituto religioso femminile che si occupasse<br />
dell’educazione e dell’assistenza dei<br />
bambini del quartiere e delle contrade limitrofe<br />
in cambio di assistenza delle suore fino alla<br />
morte. Il Consiglio generale, vedendo nella<br />
proposta la possibilità di estendere le opere<br />
dell’Istituto a favore dell’infanzia, accettò ben<br />
volentieri. Per un periodo l’asilo è stato affidato<br />
ad altre religiose, che avevano lasciato l’opera<br />
formativa, mettendo in seria difficoltà il parroco.<br />
la richiesta ufficiale arrivò alla Superiora generale<br />
l’11 ottobre 1960: la signorina abate venne<br />
accolta in comunità per avere assistenza e con<br />
l’obiettivo di realizzare un insieme di opere<br />
educative e assistenziali, comprendenti un orfanotrofio<br />
femminile e l’asilo infantile.<br />
La risposta della Madre generale arrivò il 16<br />
ottobre, confermando l’arrivo delle suore per<br />
l’apertura dell’asilo. Il 7 novembre dello stesso<br />
anno giunsero a Strasatti le prime due suore<br />
che portarono avanti la formazione dei fanciulli.<br />
la signorina Vita abate si unì alle suore, che,<br />
oltre all’asilo, offrirono assistenza ai bambini orfani<br />
e disagiati e così iniziarono anche un’intensa<br />
attività pastorale in parrocchia, attività che<br />
WWW.DIOCESIMAZARA.IT<br />
la photogallery<br />
sull’Istituto di Strasatti<br />
SUl SIto www.dIoCeSIMaZaRa.It la<br />
photogallery con le immagini<br />
più significative che raccontano<br />
la storia dell’Istituto di Strasatti a<br />
Marsala.<br />
L’ANNIVERSARIO<br />
I 150 anni di Madre<br />
Cortimiglia: le iniziative<br />
da GIoVedì 25 a doMeNICa 28 GeNNaIo, a Strasatti<br />
di Marsala festa per il 150° anniversario<br />
della nascita della Venerabile Madre<br />
teresa Cortimiglia. Giovedì 25: ore 9,30<br />
(Istituto Santa Chiara) santa messa; dalle<br />
10, esposizione del Santissimo Sacramento;<br />
ore 11, adorazione; ore 15, coroncina della<br />
mai si è interrotta fino a oggi sempre con diligenza,<br />
accurata attenzione e immutato impegno.<br />
l’intensa attività pastorale svolta dalle<br />
suore richiese fin da subito un ampliamento<br />
dei locali che, non ancora ultimati, servirono ad<br />
accogliere i numerosi terremotati sfollati provenienti<br />
da Gibellina, paese della Valle del Belice<br />
completamente raso al suolo dal sisma del<br />
1968. le suore accolsero i terremotati con<br />
grande carità e solidarietà, prestando loro le<br />
prime cure e attenzioni a ogni loro necessità.<br />
Ancora oggi l’Istituto Santa Chiara offre alla<br />
comunità di Strasatti e alle contrade limitrofe<br />
una preziosa presenza che continua a garantire<br />
la formazione dei bambini con la scuola dell’infanzia,<br />
offrendo una formazione umana e<br />
religiosa di livello qualificato, nonché un sostegno<br />
morale e spirituale a quanti bussano alla<br />
loro porta e alla loro fattiva e operosa attività<br />
presso la stessa parrocchia. l’istituto rimane per<br />
la contrada un luogo di riferimento.<br />
divina Misericordia; ore 18,30, celebrazione<br />
dei Vespri animata dalla fraternità Gi.fra. e<br />
benedizione eucaristica. Venerdì 26 (parrocchia<br />
Maria Ss. addolorata): ore 16, incontro<br />
con i ragazzi in cammino per la<br />
Cresima sul tema “Vocazione e spiritualità<br />
della Venerabile Madre teresa Cortimiglia”;<br />
ore 18,30, santa messa; ore 21, fiaccolata.<br />
Sabato 27 (parrocchia Maria Ss. addolorata):<br />
ore 17,30, Rosario meditato; ore<br />
18,30, santa messa. domenica 28 (parrocchia<br />
Maria Ss. addolorata): ore 11,30, santa<br />
messa presieduta dal Vescovo, monsignor<br />
domenico Mogavero.
n. 01/26gennaio<strong>2018</strong>, pag. 16<br />
L’INIZIATIVA<br />
di ANNABELLA ORTO<br />
PROGETTO POLICORO<br />
incontri nelle scuole<br />
e sportelli d’ascolto<br />
in tre città della Diocesi<br />
Prestito della speranza<br />
Un aiutoconcreto ai giovani<br />
Come accogliere i giovani, ascoltare le<br />
loro storie e i loro progetti e aiutarli<br />
concretamente nella stesura del curriculum<br />
vitae? o come prepararsi a sostenere<br />
un colloquio di lavoro? o come dare attenzione<br />
a una loro idea imprenditoriale? Nell’ambito<br />
del Progetto Policoro, il “Prestito della<br />
speranza” è lo strumento messo a disposizione<br />
in collaborazione con la Caritas, al quale<br />
può accedere chiunque abbia un’idea imprenditoriale.<br />
I giovani,<br />
soprattutto, che desiderano<br />
creare una propria<br />
attività ma non hanno<br />
alcun sostegno morale<br />
ed economico. Si può<br />
accedere a questo strumento<br />
attraverso un’attenta<br />
analisi della<br />
persona e dell’idea.<br />
«l’obiettivo è quello di<br />
aiutare economicamente<br />
solo laddove c’è<br />
la reale possibilità di riuscita<br />
– spiegano gli<br />
operatori dello sportello<br />
a Mazara del Vallo<br />
– perché il Prestito deve<br />
rimanere strumento di<br />
aiuto e non deve mai<br />
creare disagio. laddove, invece, sussistono le<br />
<strong>cond</strong>izioni, è invece strumento concreto di<br />
aiuto per la nascita di nuove realtà lavorative,<br />
i cosiddetti gesti concreti, che rappresentano<br />
il segno visibile dell’impegno di solidarietà e<br />
di azioni territoriali».<br />
Questi frutti sottolineano come la Chiesa<br />
trasforma la solidarietà in atti e gesti che promuovono<br />
il senso vero dell’essere umano attraverso<br />
la sua realizzazione nel lavoro». Il<br />
Progetto Policoro è, dunque, ascolto ma<br />
anche coinvolgimento attivo delle proprie<br />
forze migliori per trovare insieme le soluzioni<br />
ai problemi della vita quotidiana. Nella nostra<br />
diocesi il Progetto Policoro è attivo dal 1999.<br />
Il lavoro <strong>cond</strong>otto, spesso silenzioso ma proficuo,<br />
si muove lungo tre direttrici principali:<br />
l’orientamento, la formazione e la consulenza.<br />
Il Progetto prende vita attraverso gli incontri<br />
nelle scuole, con particolare attenzione<br />
alle V classi degli<br />
Istituti superiori, attraverso<br />
i quali si cerca di sensibilizzare<br />
i ragazzi a un lavoro<br />
dignitoso e proponendo<br />
loro un seminario di orientamento<br />
al lavoro per fornire<br />
strumenti e<br />
competenze per una migliore<br />
scelta del loro futuro.<br />
Sono attivi anche tre sportelli<br />
a Mazara del Vallo<br />
(piazza della Repubblica,<br />
10, giovedì, ore 9-13), Castelvetrano<br />
(Sistema delle<br />
Piazze, presso lo Sportello<br />
Urp, giovedì, ore 15-18),<br />
Marsala (via XI Maggio,<br />
presso Biblioteca comunale,<br />
venerdì, ore 9-13).<br />
IN BREVE<br />
Gibellina<br />
don Salvatore Cipri<br />
scrive a Papa francesco<br />
Il PaRRoCo dI GIBellINa, don Salvatore Cipri ha inviato<br />
una lettera a Papa francesco per chiedere di far partecipare<br />
una delegazione di cittadini di Gibellina alla<br />
santa messa che il Santo Padre celebra a Santa Marta.<br />
Il testo della lettera è stato letto durante la santa<br />
messa celebrata nella cappella del cimitero monumentale<br />
di Gibellina per ricordare le 120 vittime di Gibellina<br />
nel terremoto del 1968. «Santo Padre sarebbe di<br />
vero conforto una sua benedizione – ha scritto don<br />
Salvatore Cipri – una sua paterna parola. Questi e altri<br />
sentimenti consegno al suo cuore di Padre». don Salvatore<br />
Cipri ha presieduto la celebrazione eucaristica<br />
nella cappella, alla presenza dei rappresentanti della<br />
Congregazione locale del Santissimo Crocifisso e di<br />
numerosi cittadini.<br />
Mazara del Vallo<br />
Studenti liceali<br />
in fondazione S.Vito<br />
l’attIVItà del CeNtRo “Voci dal Mediterraneo”<br />
della fondazione<br />
“San Vito onlus”<br />
è l’esperienza di alternanza<br />
scuola-lavoro<br />
che 33 ragazzi studenti<br />
dei licei “G.P. Ballatore”<br />
e “G.G. adria” di Mazara<br />
del Vallo faranno<br />
sino a maggio. Il protocollo<br />
è stato firmato tra<br />
la fondazione, il liceo e<br />
l’Unitalsi sul tema “Insieme<br />
per aiutare”. Presso la fondazione<br />
gli studenti non faranno solo<br />
un’esperienza pratica di assistenza ai<br />
ragazzi immigrati e mazaresi che seguono<br />
il doposcuola del Centro, ma<br />
sarà per loro anche un’occasione di<br />
formazione sulle tematiche del terzo<br />
settore e del volontariato. durante il<br />
primo incontro ha illustrato ai ragazzi<br />
le ultime novità della riforma del terzo<br />
settore il presidente della fondazione,<br />
Vito Puccio (nella foto), che è anche<br />
componente della Consulta nazionale<br />
dei Co.Ge. (Comitati di<br />
gestione dei fondi speciali<br />
per il volontariato<br />
in ogni regione). «Con<br />
mano gli studenti potranno<br />
toccare le dinamiche<br />
di convivenza tra<br />
ragazzi e bambini mazaresi<br />
con gli immigrati<br />
di se<strong>cond</strong>a e terza generazione<br />
– spiegano<br />
gli operatori del Centro<br />
– per loro sarà un’opportunità di arricchimento<br />
del corso di studi intrapreso».<br />
a turno i 33 ragazzi che hanno<br />
aderito al progetto svolgeranno attività<br />
di sostegno al Centro una volta a<br />
settimana.