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GEOmedia_6_2017

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Rivista bimestrale - anno XXI - Numero 6/<strong>2017</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

LiDAR<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

Nov/Dic <strong>2017</strong> anno XXI N°6<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

Un Nuovo Sistema<br />

di Riferimento<br />

PASSAGGIO A<br />

NORD OVEST<br />

GIS PER ANALISI<br />

TERRITORIALI<br />

APPLICAZIONI GIS PER<br />

IL VERDE URBANO


Porta il #fresh surveying nel tuo business con<br />

innovazioni uniche e pratiche di GeoMax<br />

30°<br />

(video) Zoom3D Catalogo Generale Zenith 35 Pro<br />

www.geomax-positioning.it<br />

works when you do


Nuovi sistemi di coordinate nascono<br />

Stiamo vivendo una particolare rivoluzione dei geodati, nella quale stanno nascendo nuovi sistemi<br />

di coordinate che, basati fino a ieri su griglie di latitudine e longitudine espresse con sistemi angolari,<br />

tendono oggi ad andare verso sistemi grigliati o reticoli che consentono anche di indirizzare quei luoghi<br />

che nel mondo non sono coperti da indirizzi stradali con numeri civici.<br />

Una delle motivazioni che sta spingendo questo cambiamento è dovuto al fatto che i modelli matematici,<br />

che devono descrivere la realtà, hanno bisogno di codici facilmente gestibili dai computers per indirizzare<br />

e risolvere le relazioni geospaziali, senza essere condizionati dal rallentamento del calcolo dovuto alla<br />

complessità della trasformazione delle coordinate.<br />

Questi sistemi concettualmente ricalcano la tessellazione della notazione militare UTM analizzandone<br />

altre forme geometriche. Il sistema militare UTM, che divide il globo con un sistema di identificazione in<br />

zone e quadranti basati su numeri e lettere, che fino ad oggi, ha assolto la sua funzione per scopi militari<br />

prima e di protezione civile (almeno in Italia) poi, consente un robusto e rapido sistema di identificazione<br />

su mappa.<br />

Ma, per le attuali mappe digitali e necessità informatiche crescenti, probabilmente questo sistema<br />

sarà superato dai nuovi sistemi di coordinate globali discreti quali il Discrete Global Grid System,<br />

definitivamente adottato dall’Open Geospatial. Disegnato per essere un sistema di riferimento<br />

informativo, non per la navigazione, si candida per sostituire i sistemi di riferimento che in coordinate<br />

tradizionali individuano, sul globo, un campo continuo di punti, utili alla navigazione ripetibile assistita<br />

dalla geometria analitica. Riferito all’intero pianeta lo partiziona in una serie di tassellazioni, progressive e<br />

gerarchiche, con risoluzione della cella sempre più fine.<br />

Contemporaneamente si cercano soluzioni che possano essere di facile memorizzazione ed uso da<br />

parte di tutti come il recente sistema What3Words, che è una griglia globale di 57 trilioni di quadrati<br />

di dimensioni 3m x 3m, ove ogni quadrato è identificato da un indirizzo di 3 parole che può essere<br />

comunicato rapidamente, facilmente e senza ambiguità.<br />

"L'indirizzamento è diventato più semplice”, dice Jack Dangermond a proposito di questo sistema,<br />

ricordando che “la gestione e la specifica della posizione è una delle interfacce chiave tra i professionisti<br />

GIS e i loro utenti. I sistemi di riferimento umani sembrano ostili o imprecisi e possono produrre errori<br />

o inefficienze, con ciò ostacolando la crescita e l'applicazione dei dati geografici. In questo What3Words<br />

può aiutare in quanto ogni quadrato è stato pre-allocato con un indirizzo creato con 3 parole fisse e<br />

univoche”. Facile da ricordare e comunicare, questa versione umana delle coordinate geografiche è già<br />

inserita all'interno dei sistemi GIS.<br />

Veramente astratto invece compare il sistema analogo recentemente creato da Google, il PLUS CODE,<br />

che è nato essenzialmente per dare una codifica indirizzabile a persone o luoghi che non ne hanno uno. I<br />

codici PLUS presenti su tutte le Google Maps, forniscono indirizzi a tutti, ovunque, consentendo quindi<br />

consegne postali o servizi di emergenza in qualsiasi posto del mondo.<br />

Un indirizzo semplice come ad esempio Via Palestro 95, 00185 Roma, può assumere i seguenti aspetti:<br />

Indirizzo toponomastico<br />

coordinate geografiche<br />

sistema w3w<br />

sistema Plus Code<br />

Via Palestro 95, 00185 Roma<br />

41°54'10.6"N 12°30'24.1"E<br />

turni.lacrima.storia<br />

8FHJWG34+5M<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

Discrete Global<br />

Grid Systems nuovo<br />

sistema di riferimento<br />

mondiale adottato<br />

da Open Geospatial<br />

Consortium<br />

di Renzo Carlucci<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

24 IMMAGINE ESA<br />

26 MERCATO<br />

46 AGENDA<br />

10<br />

Northern Arctic<br />

Sea Route con Best<br />

Explorer<br />

di Giovanni Acquarone, Salvatore<br />

Magri, Mario Caporale<br />

In copertina il rendering in alta<br />

qualità di una simulazione oceanica<br />

a scala globale basata sulla griglia<br />

geodetica. La striscia colorata indica<br />

la forza di vorticità dell'oceano<br />

simulata in base a un nuovo<br />

modello globale oceanico (MPAS-<br />

Ocean) in grado di utilizzare una<br />

risoluzione avanzata basata su<br />

diverse griglie ad alta risoluzione da<br />

15 km a 7,5 km. I risultati della<br />

simulazione vengono confrontati<br />

con l'altimetria della superficie del<br />

mare osservata e i movimenti delle<br />

correnti.<br />

Immagine di Jinrong Xie - Own<br />

work, CC BY-SA 4.0,<br />

https://commons.wikimedia.<br />

org/w/index.php?curid=62855811<br />

I GIS per le<br />

analisi territoriali<br />

di Marilena Orlando<br />

14<br />

geomediaonline.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


INSERZIONISTI<br />

20<br />

Fioriscono le<br />

“Spin-Off” e<br />

appassiscono le<br />

Facoltà<br />

di Attilio Selvini<br />

AerRobotix 43<br />

Codevintec 29<br />

Epsilon Italia 33<br />

Esri Italia 35<br />

Geobusiness 23<br />

Aeronike 19<br />

Geogrà 22<br />

Geomax 2<br />

Mesa 27<br />

Planetek Italia 9<br />

Stonex 43<br />

Applicazione dei<br />

sistemi GIS nel 28<br />

verde urbano<br />

di Giuseppe Ture<br />

StudioSIT 28<br />

Survey Lab 31<br />

Teorema 46<br />

Topcon 48<br />

Trimble 47<br />

44<br />

Onore al merito<br />

di Attilio Selvini<br />

Sullo sfondo una cattura di<br />

Sentinel-2A del ghiacciaio<br />

Petermann, nel nord-ovest della<br />

Groenlandia. L'immagine in<br />

falsi-colori è stata acquisita il<br />

16 agosto <strong>2017</strong>. Il sensore per<br />

immagini dei satelliti Sentinel-2<br />

può osservare un’area prefissata<br />

utilizzando differenti bande<br />

dello spettro ed è così in grado<br />

di produrre un’immagine in<br />

falsi-colori che risulta di grande<br />

utilità per differenziare elementi<br />

dell'immagine che appaiono di<br />

colore simile, come ad esempio<br />

la neve e le nuvole. In questa<br />

acquisizione le nuvole appaiono<br />

di colore bianco con un cenno<br />

di colore verde, mentre neve e<br />

ghiaccio appaiono di colore blu.<br />

Le aree di colore verde chiaro<br />

indicano invece coperture di<br />

vegetazione, mentre i pallini<br />

neri indicano ombre e specchi<br />

d’acqua.<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Mario Caporale,<br />

Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi Di Prinzio,<br />

Michele Dussi, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio Lupia,<br />

Beniamino Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini,<br />

Domenico Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

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riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

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sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 20 dicembre <strong>2017</strong>.


FOCUS<br />

Discrete Global Grid Systems<br />

nuovo sistema di riferimento<br />

mondiale adottato da<br />

Open Geospatial Consortium<br />

di Renzo Carlucci<br />

Open Geospatial Consortium (OGC) ha annunciato l’adozione<br />

del nuovo standard chiamato Discrete Global Grid System<br />

(DGGS) finalizzato a riferire spazialmente in modo diverso le<br />

informazioni geospaziali sulla Terra.<br />

L'<br />

obiettivo del DGGS è<br />

quello di consentire un<br />

rapido assemblaggio di<br />

dati spaziali senza le difficoltà di<br />

lavorazione tipica dei sistemi di<br />

coordinate di riferimento proiettati<br />

usuali. Lo standard di definizione<br />

astratto OGC DGGS<br />

definisce il modello concettuale<br />

e un insieme di regole per la<br />

creazione di architetture altamente<br />

efficienti per l'archiviazione,<br />

l'integrazione e l'analisi<br />

dei dati spaziali.<br />

Il DGGS rappresenta la Terra<br />

come sequenze gerarchiche di<br />

tessellazioni di superficie uguali<br />

sulla superficie della Terra stessa,<br />

ognuna con copertura globale<br />

e con una risoluzione spaziale<br />

progressivamente più fine. Le<br />

singole osservazioni possono essere<br />

assegnate a una cella corrispondente<br />

sia alla posizione che<br />

alla dimensione del fenomeno<br />

osservato. Il DGGS è dotato di<br />

un insieme standard di algoritmi<br />

funzionali che consentono<br />

un'analisi rapida dei dati di un<br />

numero molto elevato di celle,<br />

le quali, per loro natura, sono<br />

adatte ad applicazioni di elaborazione<br />

parallela a più risoluzioni<br />

spaziali.<br />

Il nuovo standard OGC, redatto<br />

e proposto agli utenti<br />

all'inizio del <strong>2017</strong>, corredato<br />

dalle specifiche di costituzione<br />

del riferimento DGGS e le<br />

norme fondamentali per la sua<br />

definizione, è stato ora accettato.<br />

Il nuovo standard definisce<br />

una griglia di riferimento per<br />

ottimizzare la perdita dei dati<br />

geospaziali durante il processo<br />

di proiezione e integrare i dati<br />

GIS da varie fonti senza soluzione<br />

di continuità. L'obiettivo<br />

del DGGS è quello di consentire<br />

un rapido assemblaggio di<br />

Rappresentazione dei 5 solidi platonici: Tetrahedron, Hexahedron/Cube, Octahedron, Dodecahedron<br />

e Icosahedron.<br />

dati spaziali senza le difficoltà di<br />

lavorare con i sistemi di riferimento<br />

classici.<br />

Essenzialmente, la nuova griglia<br />

di riferimento contiene una catena<br />

continua di poliedri di griglie<br />

di uguale area per formare<br />

una tessellazione gerarchica di<br />

tutta la Terra.<br />

Il DGGS rappresenta la Terra<br />

come sequenze gerarchiche di<br />

tessellazioni di superficie uguali<br />

sulla superficie della Terra,<br />

ognuna con copertura globale<br />

e con una risoluzione spaziale<br />

progressivamente più fine. Le<br />

singole osservazioni possono essere<br />

assegnate a una cella corrispondente<br />

sia alla posizione che<br />

alla dimensione del fenomeno<br />

osservato. Il DGGS è dotato di<br />

un insieme standard di algoritmi<br />

funzionali che consentono<br />

un'analisi rapida dei dati di un<br />

numero molto elevato di celle e,<br />

per loro natura, sono adatte ad<br />

applicazioni di elaborazione parallela<br />

a più risoluzioni spaziali.<br />

La tessellazione deve coprire la<br />

Terra intera, anche se i dati a<br />

cui si riferisce possono coprire<br />

solo una parte. Le cellule non<br />

devono sovrapporsi.<br />

Deve essere dichiarato il metodo<br />

di raffinazione cellulare.<br />

A un livello di raffinatezza, le<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

”<br />

celle devono essere di uguale<br />

area. Tuttavia, piccole deviazioni<br />

dalla parità esatta dell'area<br />

possono essere consentite finché<br />

la precisione dichiarata viene<br />

rispettata. Ad ogni livello di raffinatezza<br />

successiva, l'area totale<br />

delle celle secondarie deve corrispondere<br />

all'intera area delle<br />

celle madri. Le celle devono avere<br />

un sistema di referenziazione<br />

sistematico.<br />

Il DGGS è principalmente<br />

destinato alla modellazione,<br />

elaborazione, memorizzazione,<br />

trasmissione, visualizzazione e<br />

analisi dei dati, ma non per la<br />

navigazione.<br />

A DGGS is a spatial reference<br />

system that uses a hierarchical<br />

tessellation of cells to partition<br />

and address the globe. DGGS<br />

are characterized by the<br />

properties of their cell structure,<br />

geo-encoding, quantization<br />

”<br />

strategy and associated<br />

mathematical functions.<br />

Le prime dichiarazioni<br />

"Il DGGS fornirà la capacità<br />

di integrare correttamente informazioni<br />

geospaziali, sociali<br />

ed economiche globali. Inoltre<br />

consentirà alle comunità di<br />

fornire dati geograficamente<br />

differenti e integrare queste informazioni<br />

in un unico quadro<br />

coerente ", ha affermato il Dr.<br />

Stuart Minchin, responsabile<br />

della Environmental Geoscience<br />

Division at Geoscience Australia.<br />

"Il DGGS rivoluzionerà il<br />

modo in cui percepire, lavorare<br />

e visualizzare le informazioni<br />

spaziali", ha dichiarato il dot-<br />

tor Matthew Purss, consulente<br />

senior di Geoscience Australia,<br />

co-presidente degli OGC<br />

DGGS Standards and Domain<br />

Working Groups e editore<br />

dell'OGC DGGS Abstract<br />

Specifiche - Argomento 21<br />

[OGC 15-104r5]. "La DGGS è<br />

una tecnologia che consente di<br />

armonizzare i dati raster, vettoriali<br />

e cloud point in un quadro<br />

comune e globale, consentendo<br />

all'industria spaziale di superare<br />

alcune sfide chiave presentate<br />

dagli approcci tradizionali dei<br />

GIS; vale a dire, il "divario<br />

raster-vector", così come l'uso<br />

di proiezioni di mappe.<br />

Esempi di mappatura basata su DGGS delle facce dei solidi platonici sul modello della superficie<br />

della Terra: a) Celle rettilinee su esaedro proiettato rHealPIX; b) Celle esagonali su un icosaedro<br />

proiettato ISEA (ISEA3H DGGS – cortesia di PYXIS Inc.); c) Celle triangolari su una Quaternary<br />

Triangular Mesh di un ottaedro (QTM – cortesia di Geffrey Dutton).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 7


FOCUS<br />

"È giunto il momento per il<br />

DGGS di diventare il sistema di<br />

riferimento di griglia standard<br />

di tipo globale per i Big Data<br />

geografici", ha affermato il Dr.<br />

Zoheir Sabeur, Direttore Scientifico<br />

dell'Università di Southampton<br />

IT Innovation Center,<br />

Regno Unito, e co-presidente<br />

degli standard OGC DGGS<br />

Gruppi di lavoro di dominio.<br />

"La DGGS si adatta molto bene<br />

alla pila di grandi dati necessari<br />

per livelli di elaborazione intelligenti<br />

che consentiranno un'esplorazione<br />

rapida e accurata,<br />

con estrazione e visualizzazione<br />

di Big Data".<br />

"Abbiamo raggiunto un punto<br />

di forza nella nostra capacità di<br />

utilizzare efficacemente i Big<br />

Data per trarre valore economico<br />

e sociale", ha aggiunto il dottor<br />

Purss. "DGGS rappresenta<br />

il cambiamento di paradigma<br />

che ci permetterà di superare<br />

alcune delle barriere critiche che<br />

ci impediscono di realizzare il<br />

vero potenziale che i Big Data<br />

promettono di fornire".<br />

"I responsabili decisionali che<br />

richiedono la consapevolezza<br />

di situazioni esistono in tutti i<br />

settori dell'economia: la sanità<br />

pubblica, l'agricoltura, le risorse<br />

naturali, lo sviluppo del territorio,<br />

la risposta alle emergenze, le<br />

catene di approvvigionamento,<br />

il trasporto, la ricreazione all'aperto,<br />

ecc.", ha detto Perry Peterson,<br />

copresidente dell'OGC<br />

Gruppo DGGS Standards e<br />

fondatore di PYXIS. "La maggior<br />

parte di noi infatti, dagli<br />

scienziati ai cittadini, cerca<br />

regolarmente risposte alle domande<br />

spaziali. Tuttavia, assemblare<br />

l'insieme dei dati spaziali<br />

disponibili in un modo che può<br />

avere un senso è attualmente<br />

una sfida costosa che richiede<br />

un esperto. DGGS offre una<br />

soluzione".<br />

Anche se il quadro di riferimento<br />

sembra abbastanza promettente,<br />

questo nuovo standard<br />

cambia il business GIS e forse<br />

influirà sugli sviluppatori di<br />

GIS e sul modo in cui i dati<br />

GIS vengono modellati e mantenuti.<br />

La storia<br />

Il concetto di utilizzare i poliedri<br />

per modellare la superficie<br />

della Terra non è affatto nuovo.<br />

Nel 1509 Lucia Pacioli pubblica<br />

il "De Devina Proportione" un<br />

trattato, illustrato da Leonardo<br />

Da Vinci, esplorando le caratteristiche<br />

matematiche del<br />

"rapporto aureo" (anche chiamato<br />

"proporzione divina") che<br />

includeva una considerazione<br />

delle proprietà dei cinque solidi<br />

platonici circoscritti all'interno<br />

della sfera e del ruolo eminente<br />

del "rapporto aureo" nella costruzione<br />

di due di essi (icosaedro<br />

e dodecaedro). È probabile<br />

che a quel tempo studiare con<br />

Pacioli influenzasse il pensiero<br />

successivo di Leonardo sulla<br />

geometria sferica, evidenziato<br />

nel 1515 dalla sua derivazione<br />

dell'analisi octaedrica del volume<br />

di una sfera con varie forme<br />

di segmentazione. Si ritiene che<br />

questo lavoro abbia portato allo<br />

sviluppo della formulazione<br />

triangolare Reuleaux della mappa<br />

del mondo (o mappamundi)<br />

attribuita a Leonardo e può<br />

essere considerata un precursore<br />

di calcolo differenziale formalmente<br />

sviluppato da Newton<br />

e da Leibniz quasi due secoli<br />

dopo.<br />

Negli anni '40 un approccio<br />

simile è stato usato da R.<br />

Buckminster Fuller nello sviluppo<br />

della mappa Dymaxion<br />

del mondo - un modello fisico<br />

della Terra mappato sulle facce<br />

planari di un poliedro (prima<br />

presentato come cubottaedro e<br />

poi in seguito come icosaedro).<br />

Lo scopo della mappa Dymaxion<br />

era quello di rappresentare<br />

il mondo sferico come una<br />

superficie piana con vera scala,<br />

direzione vera e corretta configurazione<br />

allo stesso tempo. Un<br />

modello fisico della Terra, e non<br />

strettamente DGGS, ha ispirato<br />

ricercatori successivi a produrre<br />

modelli digitali di Terra che a<br />

sua volta ha portato allo sviluppo<br />

della DGGS.<br />

Lo sviluppo formale del DGGS<br />

è iniziato negli anni '50 con il<br />

promettente valore dell'analisi<br />

globale coincidente con l'aumento<br />

dell'uso dei sistemi di<br />

informazioni geografiche e la<br />

disponibilità di dati globali di<br />

mappatura e di posizionamento.<br />

Forse il primo esempio pubblicato<br />

di griglie globali discrete<br />

formalizzate con l'applicazione<br />

all'analisi numerica è stato<br />

descritto da Vestine et. al. (E.<br />

H. Vestine, W. L. Sibley, J. W.<br />

Kern, and J. L. Carlstedt, “Integral<br />

and Spherical-Harmonic<br />

Analyses of the Geomagnetic<br />

Field for 1955.0, Part 2,”<br />

Journal of Geomagnetism and<br />

Geoelectricity, vol. 15, No.<br />

2, Aug. 1963, pp. 73-89.) nel<br />

1955, dove definiscono e utilizzano<br />

una griglia di area pari<br />

basata sulla mappatura di un<br />

icosaedro sferico sulla superficie<br />

della Terra come quadro<br />

per condurre analisi integrali e<br />

sferiche armoniche del campo<br />

geomagnetico. Questa griglia è<br />

stata poi utilizzata (e riveduta)<br />

da Sadourny et. al. nel 1968 per<br />

modellare le equazioni del moto<br />

atmosferico senza distorsioni in<br />

tutto il globo. Un altro stile di<br />

griglia globale discreta e forse la<br />

prima applicazione di schemi di<br />

indicizzazione gerarchica come<br />

strumento di riferimento per<br />

la cella analitica è stata implementata<br />

da Geoffrey Dutton<br />

nel 1984 presso il Laboratorio<br />

per la Grafica Computerizzata e<br />

l'Analisi Spaziale della Harvard<br />

Graduate School of Design. La<br />

prima griglia globale di Dutton<br />

è stata progettata per assemblare<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


FOCUS<br />

Un esempio di applicazione recente il GeoSOT Grid Code.<br />

Tra i diversi DGGS disponibili, questo studio ha<br />

adottato la griglia di suddivisione delle coordinate geografiche<br />

Tabella con la scala delle griglie a diversi livelli GeoSOT<br />

con la codifica integrale monodimensionale<br />

2 n-Tree (Geographic coordinate Subdivision grid with Onedimensional<br />

Level<br />

1<br />

Scale<br />

256°<br />

Level<br />

9<br />

Scale<br />

1°<br />

Level<br />

17<br />

Scale<br />

16″<br />

Level<br />

25<br />

Scale<br />

1/16″<br />

integral coding 2n-Tree - GeoSOT) come 2 128° 10 32′ 18 8″ 26 1/32″<br />

struttura di georeferenziazione e codifica. GeoSOT si<br />

3 64° 11 16′ 19 4″ 27 1/64″<br />

basa su un sistema di coordinate di latitudine e longitudine<br />

per discretizzare la superficie terrestre con<br />

una struttura quadrangolare ricorsiva. La griglia viene<br />

opportunamente indicizzata da un codice gerarchico<br />

nidificato in una singola stringa. Inoltre, la codifica<br />

gerarchica viene gestita aggiungendo cifre al codice<br />

di una griglia per accedere ai suoi figli, o troncando<br />

una parte del suo codice per accedere ai suoi genitori.<br />

I vantaggi di questo metodo di indicizzazione basato<br />

sulla gerarchia includono l’efficiente attraversamento<br />

gerarchico delle griglie e la risoluzione spaziale esplicita<br />

lungo la lunghezza.<br />

Il metodo di suddivisione e codifica di GeoSOT è mostrato<br />

in Figura, e la scala delle griglie a diversi livelli è<br />

mostrata nella Tabella. L’aspetto innovativo di GeoSOT<br />

sono le tre estensioni nel processo di suddivisione,<br />

espandendo la sfera da 180° × 360° a 512° × 512°, quindi<br />

espandendo 1° da 60′ a 64′, e 1′ da 60″ a 64″.<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

32°<br />

16°<br />

8°<br />

4°<br />

2°<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

8′<br />

4′<br />

2′<br />

1′<br />

32″<br />

20<br />

21<br />

22<br />

23<br />

24<br />

2″<br />

1″<br />

1/2″<br />

1/4″<br />

1/8″<br />

28<br />

29<br />

30<br />

31<br />

32<br />

1/128″<br />

1/256″<br />

1/512″<br />

1/1024″<br />

1/2048″<br />

Il risultato è un codice di griglia integrale unidimensionale sull’albero 2 n-tree.<br />

Fonte: Kun Qi, Chengqi Cheng, Yi’na Hu, Huaqiang Fang, Yan Ji and Bo Chen, An Improved Identification Code for City<br />

Components Based on Discrete Grid System, ISPRS International Journal of Geo-Information Vol. 6 Issue 12 <strong>2017</strong> (http://www.mdpi.<br />

com/2220-9964/6/12/381/htm)<br />

e gestire dati terrestri globali su<br />

una griglia globale triangolare.<br />

Il suo modello globale di elevazione<br />

geodetica (GEM) ha<br />

avuto inizio con un cubottaedro<br />

collegato a un dodecaedro<br />

rombo (che è il suo doppio<br />

poliedro dove i vertici di uno<br />

corrispondono al centro delle<br />

facce dell'altro) e ricorsivamente<br />

dividono le prime 12 facce<br />

triangolari in raffinatezza di 9<br />

triangoli equilaterali parzialmente<br />

nidificati. Waldo Tobler<br />

e Zi-tan Chen [Tobler, W., &<br />

Chen, Z.-t., 1986, “A Quadtree<br />

for Global Information Storage”,<br />

Geographical Analysis,<br />

18(4), pp 360-371.<br />

DOI:10.1111/j.1538 -<br />

4632.1986.tb00108.x] immaginavano<br />

che lo scopo principale<br />

di uno standard formale<br />

discreto della griglia globale<br />

sarebbe stato lo scambio di<br />

informazioni e l'archiviazione.<br />

Tobler ha sostenuto che come<br />

mezzo di informazione generalizzato<br />

"... la copertura deve<br />

essere uniforme e che ogni elemento<br />

dell'area deve avere una<br />

probabilità uguale di entrare nel<br />

sistema. Ciò suggerisce che il<br />

mondo dovrebbe essere diviso<br />

in parti di uguali dimensioni".<br />

La griglia globale di Tobler ha<br />

iniziato con un cubo come un<br />

poliedro di base, diviso in quadtree<br />

rettilinei per creare successive<br />

suddivisioni con risoluzione<br />

illimitata. Dennis White, Scott<br />

Overton e Jon Kimerling,<br />

guidati dalla necessità di un<br />

campionamento statisticamente<br />

valido per integrare il monitoraggio<br />

acquatico e terrestre per<br />

gli Stati Uniti-EPA, progettarono<br />

una griglia globale nel 1989<br />

usando cellule esagonali strettamente<br />

confezionate che hanno<br />

cominciato con un icosaedro<br />

troncato come poliedro di base.<br />

Sarà questo standard un altro<br />

sistema di riferimento alternativo<br />

o sostituirà completamente<br />

il tradizionale sistema di coordinate<br />

diventando il punto di<br />

svolta atteso nei GIS?<br />

Come per tutti gli standard<br />

OGC, l'Open DGGS Abstract<br />

Specification è libera.<br />

Le parti interessate possono visualizzare<br />

e scaricare lo standard<br />

da http://docs.opengeospatialorg/as/15-104r5/15-104r5.<br />

html<br />

ABSTRACT<br />

The Open Geospatial Consortium (OGC) announced the<br />

adoption of the new Discrete Global Grid System (DGGS)<br />

standard, which aimed to report geospatial information on<br />

Earth, in different way.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

OGC; Discrete Global Grid System; DGGS; GIS; standard<br />

OGC<br />

AUTORE<br />

Renzo Carlucci<br />

dir@rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 9


REPORT<br />

Northern Arctic Sea<br />

Route con Best Explorer<br />

La prima imbarcazione da diporto italiana pronta a fare il periplo dell’Artico<br />

di Giovanni Acquarone, Salvatore Magri, Mario Caporale<br />

Best Explorer, comandata<br />

da Giovanni (Nanni)<br />

Acquarone, è stata la<br />

prima imbarcazione da<br />

diporto della storia della<br />

navigazione italiana che,<br />

nell’estate del 2012, ha<br />

superato con successo il<br />

leggendario Passaggio a<br />

Nord Ovest.<br />

Bloccati nel Pack.<br />

L'<br />

imbarcazione “Best<br />

Explorer” è un Cutter<br />

in acciaio con deriva<br />

mobile, di Lunghezza 15,17<br />

m., 17,00 m. con la plancia<br />

di poppa, Larghezza 4,34 m.<br />

Ha un Pescaggio 1,40/2,90 m.<br />

Dispone di un Motore Solé<br />

Diesel 95 CV. La Superficie velica<br />

è di 181 m². Best Explorer è<br />

classificata 100 A 1.1 dal RINA.<br />

Disloca circa 25 tonnellate, ha<br />

una deriva mobile che, quando<br />

abbassata, porta il pescaggio a<br />

2,90 metri. La deriva mobile<br />

consente l’avvicinamento e il<br />

passaggio in condizioni di fondali<br />

ridotti, che si trovano con<br />

frequenza al nord. La prua è stata<br />

rinforzata ed è in acciaio inox<br />

con spessore di 6 mm contro i 5<br />

mm del resto dello scafo.<br />

Scoperto tra il 1903 e il 1906<br />

dal norvegese Roald Amundsen,<br />

che dedicò lungo tempo a studiare<br />

– tra le altre cose – il magnetismo<br />

terrestre, il Passaggio<br />

a Nord Ovest è quell’itinerario<br />

marittimo che unisce l’oceano<br />

Atlantico all’oceano Pacifico<br />

passando attraverso il labirinto<br />

di isole e ghiaccio dell’arcipelago<br />

artico canadese (Nunavut),<br />

che si sviluppa ben al di sopra<br />

del Circolo Polare Artico.<br />

Best Explorer, partita il 1° giugno<br />

2012 da Tromsø – nel nord<br />

della Norvegia – ha terminato il<br />

suo viaggio a King Cove, sulla<br />

costa meridionale della penisola<br />

dell’Alaska il 14 ottobre dello<br />

stesso anno, dopo 140 giorni di<br />

navigazione e una distanza misurata<br />

sul mare di 8.181 miglia<br />

nautiche (poco meno di 15.000<br />

km), toccando la latitudine<br />

massima di 74°30’ Nord (meno<br />

di 1.700 Km dal Polo Nord)<br />

a Dundas Harbour sulla costa<br />

meridionale della Devon Island.<br />

Nel suo peregrinare non sono<br />

mancate difficoltà. Da un<br />

punto di vista strumentale, la<br />

vicinanza del polo nord magnetico<br />

ha reso inutilizzabile la<br />

bussola per tutta la parte centrale<br />

del viaggio (dallo Stretto di<br />

Davis a Gjøa Haven sulla King<br />

William Island) e la scarsità del<br />

segnale GPS, garantito fino alla<br />

latitudine di 70° nord ha ulteriormente<br />

complicato le cose;<br />

in aggiunta, la cartografia non<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

è stata di gran supporto fondamentalmente<br />

perché non essendoci<br />

(per fortuna) ancora un<br />

interesse commerciale in quelle<br />

aree del pianeta, nessuno si preoccupa<br />

di rilevarne profondità<br />

e linee costiere con la necessaria<br />

accuratezza.<br />

Dal punto di vista meteorologico,<br />

le previsioni si sono rilevate<br />

alquanto inaffidabili per l’estrema<br />

variabilità delle condizioni<br />

atmosferiche e, ancora una<br />

volta, per lo scarso interesse<br />

commerciale; lo scioglimento<br />

dei ghiacci che si manifesta di<br />

anno in anno con effetti diversi<br />

non semplifica la navigazione<br />

perché, per effetto delle correnti<br />

e dei venti, le enormi lastre di<br />

pack vagano imprevedibilmente<br />

e vanno ad intasare gli stretti<br />

passaggi tra un’isola e l’altra.<br />

Abbiamo avuto modo di vivere<br />

in diverse occasioni l’angosciante<br />

esperienza di rimanere bloccati<br />

nel ghiaccio, a volte solo<br />

per alcune ore, a volte per più<br />

giornate consecutive.<br />

Tutta l’esperienza di viaggio, già<br />

raccontata in diverse occasioni<br />

dai media, è ora trascritta nel<br />

libro “Senza bussola fra i ghiacci”,<br />

edito da Mursia, presentato<br />

in anteprima alla manifestazione<br />

dedicata alla letteratura di<br />

mare “Lerici Legge Il Mare” domenica<br />

10 settembre <strong>2017</strong>.<br />

Dal 2012 ad oggi, Best Explorer<br />

non si è fermata e ha navigato<br />

lungo le coste meridionali<br />

dell’Alaska, il Canada occidentale,<br />

gli Stati Uniti, il Messico e<br />

la Baja California, le Galapagos,<br />

la Polinesia, Rarotonga, le<br />

Tonga, le Fiji, le Vanuatu, la<br />

Nuova Caledonia, l’Australia e<br />

la sua barriera corallina per finire,<br />

ad agosto <strong>2017</strong>, nei pressi di<br />

Sorong nella Papua Occidentale<br />

(Indonesia).<br />

Da sempre, a muovere Best<br />

Explorer non è solo lo spirito di<br />

competizione sportiva ma anche<br />

le finalità culturali e scientifiche<br />

delle quali si è spesso fatta promotrice<br />

o portavoce, soprattutto<br />

nel corso di quelle navigazioni<br />

nelle parti del globo ancora<br />

scarsamente visitate.<br />

Ora Best Explorer si accinge a<br />

compiere un’altra straordinaria<br />

impresa per ritornare in Europa.<br />

E lo farà superando sé stessa.<br />

Nella primavera 2018, infatti,<br />

Best Explorer navigherà dall’Indonesia<br />

al Giappone dove toccherà<br />

i maggiori centri del Paese<br />

per promuovere il “made in<br />

Italy” e i brand degli eventuali<br />

partner. Sono previsti incontri<br />

con le comunità locali per<br />

scambi culturali e per presentare<br />

il progetto di navigazione.<br />

Inoltre, Best Explorer trascorrerà<br />

del tempo in cantiere per<br />

la messa a punto finale prima<br />

di lanciarsi verso nord ad inizio<br />

estate 2018 e trovarsi nei pressi<br />

dello Stretto di Bering per la<br />

fine di luglio. Da lì, con l’intraprendenza<br />

che la distingue,<br />

affronterà nuovamente i ghiacci<br />

dell’Oceano Artico a nord della<br />

Siberia, dove pochissime imbarcazioni<br />

da diporto sono riuscite<br />

nell’impresa, tentando di raggiungere<br />

Tromsø in Norvegia,<br />

località dalla quale era cominciata<br />

l’avventura del 2012. Se le<br />

condizioni climatiche e i permessi<br />

amministrativi lo consentiranno<br />

verrà effettuato un passaggio<br />

alle Svalbard per visitare<br />

la stazione scientifica italiana.<br />

Questo itinerario denominato<br />

Northern Arctic Sea Route (o<br />

Passaggio a Nord Est) di circa<br />

8.400 miglia, con una durata<br />

prevista di circa 4 mesi, consentirà<br />

a Best Explorer – e al<br />

tricolore italiano – di completare<br />

il giro del mondo e, contestualmente,<br />

fregiarsi del titolo<br />

di prima imbarcazione italiana<br />

a compiere l’intero periplo<br />

dell’Oceano Artico (Norway To<br />

Norway).<br />

Lasciato il Giappone, sono state<br />

individuate le seguenti località<br />

Copertina del libro Senza bussola fra i<br />

ghiacci: avventura nell’Artico.<br />

lungo il percorso dove si effettueranno<br />

soste per incontri a<br />

terra e per gli approvvigionamenti,<br />

mentre non è prevista<br />

la sostituzione dei membri<br />

dell’equipaggio se non per motivi<br />

emergenziali. Nell’ordine<br />

da est a ovest: Petropavlovsk in<br />

Kamchatka, Provideniya nella<br />

regione di Bering, Pevek, Tiksi,<br />

Capo Chelyuskin e Dikson<br />

in Siberia e Murmansk nella<br />

penisola di Cola (in alternativa<br />

Svalbard).<br />

Una volta portata a termine<br />

questa seconda spedizione artica,<br />

tra Nord Ovest e Nord Est,<br />

Best Explorer avrà navigato per<br />

circa 10.000 miglia nautiche<br />

(oltre 18.000 km) tra i ghiacci<br />

a latitudini superiori al Circolo<br />

Polare Artico.<br />

Altre 5.000 miglia, da percorrere<br />

negli anni successivi,<br />

porteranno Best Explorer in<br />

Mediterraneo e verso i lidi italiani.<br />

Le maggiori difficoltà di questa<br />

nuova Spedizione rispetto<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 11


REPORT<br />

Periplo dell’artico – Norvegia, Islanda, Groenlandia, Nunavut, Alaska, Bering, Siberia, Norvegia. Circa 10.000 NM oltre il Circolo Polare Artico.<br />

al Passaggio a Nord Ovest<br />

sono determinate dalla più<br />

alta latitudine da raggiungere<br />

di circa 77°50’ Nord a Capo<br />

Chelyuskin (circa 1.300 Km dal<br />

Polo Nord) per almeno tre importanti<br />

fattori.<br />

Il primo fattore riguarda la<br />

strumentazione di supporto alla<br />

navigazione. Per quanto riguarda<br />

i segnali di geo localizzazione<br />

da satellite, il segnale GPS è<br />

certificato fino ai 70-72° Nord.<br />

Sarebbe interessante la sperimentazione<br />

di altri GNSS quali<br />

il sistema Galileo, in operazioni<br />

iniziali da dicembre 2016, il<br />

sistema QZSS giapponese, il<br />

sistema russo GLONASS e i segnali<br />

dei sistemi SBAS (Satellite<br />

Based Augmentation Systems)<br />

quali EGNOS. Anche le comunicazioni<br />

satellitari sono in<br />

condizioni “limite” nelle zone<br />

artiche. I sistemi geostazionari<br />

sono visti con difficoltà per via<br />

del puntamento d’antenna quasi<br />

orizzontale. Anche quando è<br />

possibile creare un collegamento,<br />

questo può essere soggetto a<br />

interruzioni causate dalla formazione<br />

di ghiaccio sulle antenne o<br />

da interruzioni causate da mare<br />

grosso. I sistemi polari, quali<br />

IRIDIUM e GLOBASTAR<br />

possono fornire utili coperture a<br />

quelle latitudini. Tuttavia sono<br />

stati registrati casi di interruzioni<br />

del servizio che possono durare<br />

diversi minuti. Purtroppo<br />

sistemi quali IRIDIUM non<br />

forniscono la comunicazione a<br />

banda larga.<br />

Il secondo fattore riguarda la<br />

presenza di ghiaccio che persiste<br />

permanentemente in molte aree<br />

del Passaggio, sicuramente a<br />

Capo Chelyuskin. Il supporto<br />

alla conoscenza della copertura<br />

dei ghiacci in mare (iceberg)<br />

sarebbe molto utile. In questo<br />

l’osservazione della Terra da<br />

satellite potrebbe essere d’aiuto.<br />

Un interessante sistema è<br />

Cosmo-Skymed che opera con<br />

sensori radar ad apertura sintetica.<br />

Inoltre, i sistemi satellitari di<br />

osservazione della Terra possono<br />

essere utili per la stima della<br />

batimetria di costa, anche se<br />

la costa, nelle aree artiche, è in<br />

continuo cambiamento a causa<br />

dei ghiacci.<br />

Il terzo fattore riguarda la scarsità<br />

di punti d’appoggio (ancoraggi<br />

o approdi) per pianificare<br />

approvvigionamenti alimentari,<br />

di acqua e di carburante ed<br />

eventuali cambi di equipaggio<br />

d’emergenza.<br />

Come nella passata Spedizione,<br />

l’impresa del 2018 porterà il<br />

messaggio culturale italiano<br />

attraverso l’intrattenimento<br />

con le comunità locali. Ma –<br />

soprattutto – sarà una fonte<br />

inesauribile di dati scientifici<br />

sul magnetismo terrestre, sul<br />

funzionamento dei sistemi di<br />

puntamento satellitari, sulle comunicazioni<br />

radio a onde corte,<br />

oltre che sulle osservazioni circa<br />

lo stato di conservazione dei<br />

ghiacci e di quell’esile equilibrio<br />

ambientale capace di influenzare<br />

la presenza di specie animali<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

e il clima sull’intero pianeta.<br />

È in questa direzione che va<br />

l’accordo di collaborazione<br />

raggiunto con ENEA che<br />

installerà a bordo di Best<br />

Explorer un fluorimetro marino.<br />

Le informazioni raccolte<br />

dall’esame dell’acqua di<br />

mare saranno utilizzate per<br />

ricalibrare i dati satellitari.<br />

I servizi di navigazione satellitare<br />

GNSS, tra cui quelli<br />

della costellazione Galileo,<br />

avviata alle operazioni nel<br />

dicembre 2016, potrebbero<br />

essere di grande utilità nella<br />

navigazione artica quale<br />

quella che Best Explorer si<br />

accinge a compiere.<br />

L’imbarcazione Best<br />

Explorer fornirebbe una<br />

significativa opportunità<br />

di sperimentazione dei vari<br />

servizi satellitari in aeree<br />

geografiche intrinsecamente<br />

“difficili”.<br />

Best Explorer è, perciò,<br />

aperta a proposte di progetti<br />

scientifici e culturali, da<br />

parte di aziende e istituzioni<br />

pubbliche e private, purché<br />

compatibili con gli spazi disponibili<br />

sulla barca e la navigazione<br />

in ambiente ostile.<br />

Di fondamentale importanza<br />

e motivo di orgoglio<br />

per Arctic Sail Expeditions<br />

– ITALIA è il recente accoglimento<br />

della richiesta e<br />

la conseguente concessione<br />

del Patrocinio da parte del<br />

Ministero della Difesa e di<br />

Assonautica Italiana alla nostra<br />

impresa.<br />

Ad ultimo, essendo i costi<br />

da affrontare rilevanti e non<br />

potendo più sostenerli in<br />

modo autonomo, l’equipaggio<br />

è alla ricerca di sponsor<br />

che possano sostenere economicamente<br />

e/o con forniture<br />

specifiche la spedizione<br />

nel Passaggio a Nord-Est.<br />

Best Explorer naviga fra i ghiacci.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Acquarone G. (2010) Best Explorer - Dal Mar Ligure al Mare Glaciale Artico: Il Frangente.<br />

Acquarone G. & Magri S. (<strong>2017</strong>) Senza bussola fra i ghiacci: Mursia.<br />

Reid T., Walter T., Blanch J. & Enge P.K. (2015) GNSS Integrity in the Arctic: ION GNSS+.<br />

Reid T., Walter T., Enge P.K. & Fowler A. (2014) Crowdsourcing Arctic Navigation Using<br />

Multispectral Ice Classification & GNSS: ION GNSS+.<br />

Østreng W., Eger K.M., Fløistad B., Jørgensen-Dahl A., Lothe L., Mejlænder-Larsen M. &<br />

Wergeland T. (2013) Shipping in arctic waters – A comparison of the Northeast, Northwest and<br />

Trans Polar Passages: Springer.<br />

Birkeland R. (2014) An Overview of Existing and Future Satellite Systems for Arctic<br />

Communication: The 4S Symposium.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

NASR; Navigazione marittima; Artico; GNSS; GPS; Galileo; EGNOS; QZSS; Comunicazioni satellitari;<br />

IRIDIUM; GLOBASTAR; Osservazione della Terra; Cosmo Skymed<br />

ABSTRACT<br />

After having successfully sailed the Northwest Passage in 2012 with the first fully Italian expedition, Best Explorer, a<br />

51 feet steel recreational sailing yacht, will complete the circumnavigation of the Arctic Ocean in 2018, from Japan<br />

to Norway, sailing north of the Eurasian continent (Siberia), from the Pacific to the Atlantic Ocean.<br />

The Northern Arctic Sea Route – NASR is an extremely long and challenging route: 8,500 nautical miles, most of<br />

which (4,500 n.m.) in the Arctic Ocean.<br />

The Team, on board and on shore, is composed by all members of “Arctic Sail Expeditions – ITALIA” association<br />

and Giovanni (Nanni) Acquarone, the skipper and expedition leader, is one of Italian guys having had an extensive<br />

knowledge of the Arctic, having sailed the most difficult sea courses of the world, even more in the legendary<br />

Northwest Passage.<br />

This is a project that will bring Italy’s name to the attention of the public once more and, if properly supported and<br />

advertised, will be an incentive for many to valiantly start other similarly outstanding feats.<br />

Cultural and scientific projects will be carried out in parallel with the expedition, such as meetings with local communities<br />

or experimentation of satellite technologies (positioning such as GPS and Galileo, telecommunications<br />

and Earth observation), depending on partners or sponsor requirements.<br />

AUTORE<br />

Giovanni Acquarone<br />

nordovestitalia150@gmail.com<br />

Presidente di Arctic Sail Expeditions – ITALIA e Expedition Leader<br />

Salvatore Magri<br />

Arctic Sail Expeditions – Board Member<br />

Mario Caporale<br />

mario.caporale68@gmail.com<br />

Vice Presidente Spazio Istituto Italiano di Navigazione<br />

www.nordovestitalia.org<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 13


REPORT<br />

I GIS per le analisi territoriali<br />

La Mappa dell’Innovazione Locale<br />

di Marilena Orlando<br />

Attraverso i GIS è<br />

possibile supportare<br />

analisi territoriali per la<br />

pianificazione territoriale.<br />

La applicazione Gis<br />

proposta descrive una<br />

sperimentazione condotta<br />

per redazione della<br />

Mappa dell’Innovazione<br />

Locale per il territorio<br />

siciliano dei Monti Sicani,<br />

strumento utile alla<br />

individuazione di strategie<br />

di sviluppo locale.<br />

Fig. 1 – Relazione tra perifericità e popolazione residente.<br />

Le aree interne sono oggetto<br />

di attenzione della<br />

Strategia Nazionale per le<br />

Aree Interne (SNAI), che intende<br />

rilanciare quella vasta parte<br />

del territorio nazionale fatto di<br />

piccoli centri urbani e rurali,<br />

non pianeggianti, di ridotte dimensioni<br />

demografiche e affetti<br />

da invecchiamento demografico,<br />

spopolamento e abbandono,<br />

che soffre di notevoli disagi per<br />

le difficoltà di collegamento con<br />

i poli urbani che dispongono<br />

dei servizi fondamentali (sanità,<br />

istruzione, mobilità).<br />

La SNAI prevede investimenti<br />

significativi provenienti sia da<br />

programmi comunitari – per il<br />

potenziamento dell’offerta scolastica,<br />

la riorganizzazione dei<br />

servizi sanitari, l’ammoderneranno<br />

dei collegamenti – sia dai<br />

Programmi Operativi Regionale<br />

- per la proposta di progetti<br />

di sviluppo locale - finalizzati<br />

alla promozione di iniziative<br />

imprenditoriali nel campo<br />

dell’agricoltura, del turismo<br />

sostenibile, della valorizzazione<br />

paesaggistica e culturale, dell’artigianato.<br />

La ricerca qui presentata nasce<br />

dalla convinzione che nelle aree<br />

interne, definibili come periferie<br />

territoriali ma anche come<br />

grandi riserve di risorse identitarie<br />

locali – l’assenza di pressione<br />

antropica ha causato, da un<br />

lato, marginalità e, dall’altro, ha<br />

preservato alti valori ecologici e<br />

culturali – si rintracciano germogli<br />

di cambiamento e segnali<br />

di innovazione dal basso, che<br />

possono produrre nuovi cicli<br />

di vita in spazi rurali ed urbani<br />

attraverso un investimento nel<br />

patrimonio culturale, ambientale<br />

e agroalimentare locale 1 .<br />

Nonostante le criticità tipiche<br />

di un’area che vive in una condizione<br />

di marginalità, sono<br />

stati individuati infatti, nel territorio<br />

sicano, alcune esperienze,<br />

se pur ancora isolate, come<br />

testimonianza della presenza<br />

di “talenti” creativi anche nel<br />

territorio “spopolato” delle aree<br />

interne: una startup innovativa<br />

che lavora nel campo delle<br />

ICT, uno spazio di co-working,<br />

alcune associazioni culturali,<br />

aziende operanti nel campo del-<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

le energie rinnovabili e tentativi<br />

di specializzazione produttiva in<br />

chiave innovativa sono alcuni<br />

esempi.<br />

La presenza di un potenziale<br />

endogeno presente nel capitale<br />

territoriale sottoutilizzato e,<br />

parallelamente, un ecosistema<br />

creativo in corso di sviluppo costituiscono<br />

un terreno fertile per<br />

il radicamento e la diffusione di<br />

pratiche innovative - attraverso<br />

adeguate strategie di sviluppo<br />

locale - che si traducano in occasioni<br />

di rigenerazione urbana<br />

e territoriale e di miglioramento<br />

della qualità della vita anche nel<br />

territorio sicano.<br />

A partire da queste premesse,<br />

la ricerca descrive una applicazione<br />

Gis per la pianificazione<br />

territoriale condotta nell’ambito<br />

dell’insegnamento Sistemi informativi<br />

territoriali per la pianificazione<br />

territoriale e urbanistica,<br />

tenuto da chi scrive all’interno<br />

del corso di laurea triennale<br />

in Scienze della Pianificazione<br />

Territoriale, Urbanistica,<br />

Paesaggistica e Ambientale e<br />

per il corso di laurea magistrale<br />

in Pianificazione Territoriale,<br />

Urbanistica e Ambientale della<br />

Scuola Politecnica dell’Università<br />

di Palermo.<br />

L’obiettivo generale dello studio<br />

condotto dagli studenti è<br />

quello di realizzare un progetto<br />

GIS che restituisca cartografie<br />

e analisi finalizzate a ottenere<br />

una conoscenza complessa e<br />

implementabile, come quella<br />

necessaria a supportare scelte<br />

sulle trasformazioni urbane e<br />

territoriali.<br />

L’obiettivo specifico ha riguardato<br />

la costruzione di<br />

una “Mappa dell’Innovazione<br />

Locale” in un’area interna del<br />

territorio siciliano, posta tra<br />

le ex-province di Palermo e<br />

Agrigento, a partire dalla metodologia<br />

utilizzata nella redazione<br />

della “Mappa dei talenti,<br />

della creatività e dell’innovazione”<br />

della città di Palermo,<br />

in cui sono stati mappate tutte<br />

quelle attività condotte da startuppers,<br />

makers, urbanfarmers,<br />

co-workers, fablabers, ovvero i<br />

nuovi “produttori” nell’era della<br />

innovazione tecnologica 2 . Nello<br />

specifico, sono state individuate<br />

le attività innovative presenti<br />

nel territorio oggetto di studio<br />

per riconoscere possibili ragioni<br />

localizzative, al fine di orientare<br />

gli indirizzi di sviluppo locale<br />

verso la creazione di un ecosistema<br />

creativo che faciliti la<br />

nascita, lo sviluppo e la redditività<br />

della produzione innovativa<br />

(Carta, Lino, 2015) di piccoli<br />

centri urbani a partire dalle<br />

identità locali presenti.<br />

Software utilizzato<br />

e metodologia<br />

Gli studenti, attraverso QGIS,<br />

software opensource molto simile<br />

nelle funzioni e nell’interfaccia<br />

agli altri software GIS commerciali<br />

equivalenti, hanno utilizzato<br />

le molteplici possibilità di<br />

archiviazione, visualizzazione ed<br />

analisi di un GIS:<br />

- archiviazione di geodati. Sono<br />

stati costruiti database spaziali,<br />

contenenti dataset che rappresentano<br />

l’informazione geografica<br />

e parallelamente consentono<br />

la gestione di elementi vettoriali,<br />

immagini raster, attributi,<br />

topologie;<br />

- geovisualizzazione. Attraverso<br />

i database costruiti si è generata<br />

una rappresentazione geografica<br />

complessa per la creazione<br />

di mappe tematiche attraverso<br />

la visualizzazione di elementi<br />

geografici (feature) e le relazioni<br />

spaziali con il territorio. Sono<br />

state costruite viste sul sistema<br />

informativo, attraverso interrogazioni,<br />

analisi ed editing<br />

dell’informazione geografica.<br />

- geoprocessing. Poiché il GIS,<br />

attraverso i propri strumenti<br />

operativi per l’analisi geografica<br />

e spaziale, consente di “elaborare”<br />

informazioni, si sono utilizzate<br />

le funzioni di geoprocessing,<br />

a partire dai dataset geografici<br />

costruiti, per applicare a essi<br />

funzioni analitiche e archiviare i<br />

risultati in nuovi dataset.<br />

A partire dalle opportunità del<br />

GIS e dagli strumenti cartografici<br />

e testuali utilizzati, è stato<br />

condotto un “lavoro di ricerca”<br />

che ha consentito di rilevare la<br />

Fig. 2 – Concentrazione dei luoghi dell’innovazione: relazione tra luoghi dell’innovazione, popolazione<br />

residente e infrastrutturazione.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 15


REPORT<br />

distribuzione territoriale delle<br />

attività innovative presenti<br />

nel territorio e riconoscere la<br />

presenza di connessioni o la<br />

assenza di relazioni tra concentrazione/frammentazione/mancanza<br />

di focolai di innovazione<br />

con le dinamiche demografiche,<br />

l’infrastrutturazione, il livello di<br />

perifericità, le risorse culturali,<br />

la produttività locale.<br />

Sulla base della classificazione<br />

adottata nella Mappa dei<br />

Talenti utilizzata come punto<br />

di riferimento metodologico,<br />

sono stati mappati circa i luoghi<br />

dell’innovazione locale, articolati<br />

in luoghi della cultura<br />

(musei, teatri, etc.), attività di<br />

comunicazione (editoria, open<br />

gov, servizi digitali, etc.) e spazi<br />

di cooperazione (social streets,<br />

co-working, etc.), luoghi legati<br />

alla produzione digitale, alla<br />

mobilità sostenibile e alle energie<br />

rinnovabili.<br />

Produzione della mappa e<br />

valutazioni<br />

Il territorio analizzato include<br />

l’Area Interna Terre Sicane, una<br />

delle cinque Aree Interne individuate<br />

dalla Regione Siciliana<br />

(Delibera di Giunta Regionale,<br />

162/2015), cui destinare i<br />

fondi ordinari della Legge di<br />

Stabilità e i fondi comunitari<br />

2014-2020, come previsto dal<br />

Piano Nazionale di Riforma per<br />

le Aree Interne, per rilanciarne<br />

lo sviluppo locale.<br />

L’area presa in esame 3 , che si<br />

estende per 211.526 ettari e<br />

104.102 residenti, ha un fragile<br />

condizione socio-demo-grafica<br />

(la densità demografia pari a<br />

71,68 ab/kmq tende a diminuire<br />

progressivamente), una<br />

scarsa connessione infrastrutturale<br />

(porti, aeroporti e autostrade<br />

non sono raggiungibili<br />

in meno di 60 minuti in auto)<br />

(DPS, 2014), carenza di servizi<br />

scolastici e sanitari, cui si contrappone<br />

l’enorme potenziale<br />

del territorio se osservato dalla<br />

prospettiva dell’equilibrio ecosistemico<br />

e della riattivazione di<br />

nuovi cicli di vita delle risorse<br />

che lo caratterizzano. Il territorio<br />

è dotato, infatti, di un paesaggio<br />

incontaminato (12.122<br />

ha di riserve e 43.687 ha di<br />

Parco dei Monti Sicani), un<br />

sistema sottoutilizzato di risorse<br />

culturali (159 beni sparsi tra<br />

Fig. 4 – Concentrazione dei luoghi dell’innovazione: relazione tra i luoghi dell’innovazione e produttività locale.<br />

edifici di architettura militare,<br />

religiosa, residenziale e produttiva<br />

e 82 aree e beni archeologici)<br />

e agricole (98.543 ha di<br />

Superficie Agricola Utilizzata,<br />

ovvero il 45% del territorio e 8<br />

itinerari vitivinicoli e agroalimentari).<br />

A ciò si contrappone<br />

un indice di dotazione economica<br />

generale basso (1,90%)<br />

rispetto alla media regionale<br />

(15,53%), ma un indice di imprenditorialità<br />

(22%) più alto<br />

rispetto alla media regionale<br />

(15%), un tasso di ricettività<br />

che ha un valore elevato sulla<br />

costa e quasi inesistente nell’area<br />

più interna 4 .<br />

A partire da questo quadro di<br />

analisi che è stata la base conoscitiva<br />

di partenza, i dati introdotti<br />

nel progetto di GIS, sono<br />

stati di diversa natura:<br />

- dati geometrici: informazioni<br />

per la rappresentazione cartografica<br />

della forma degli oggetti<br />

(punti, linee e poligoni). Sono<br />

stati utilizzate, a tal proposito,<br />

le cartografie in scala 1:10.000<br />

del Sistema Informativo<br />

Territoriale Regionale della<br />

Regione Siciliana;<br />

- dati alfanumerici: dati descrittivi<br />

delle caratteristiche<br />

degli oggetti attraverso attributi<br />

(numerici, testuali) associati ad<br />

ogni elemento. Sono stati utilizzati<br />

i dati dell’ultimo censimento<br />

Istat, i dati prodotti nel<br />

corso della redazione del Piano<br />

Paesistico Territoriale Regionale<br />

della Regione Sicilia, il database<br />

prodotto dal Dipartimento per<br />

lo Sviluppo Economico relativo<br />

alla classificazione dei comuni<br />

delle aree interne.<br />

- immagini e dati testuali che<br />

sono stati collegati a elementi<br />

delle mappe.<br />

Il lavoro è stato suddiviso in<br />

più fasi. In una prima fase sono<br />

state inserite nel software QGis<br />

gli shapefile relativi all’intera regione<br />

Sicilia: confini comunali,<br />

aree urbanizzate, aree archeolo-<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Fig. 3 – Concentrazione dei luoghi dell’innovazione: relazione tra i luoghi dell’innovazione e patrimonio culturale.<br />

giche e beni sparsi (chiese, conventi,<br />

ville storiche, bagli, mulini,<br />

cave) infrastrutture viarie e<br />

ferroviarie, produttività locale.<br />

Attraverso le query e successsivi<br />

clip, sono stati creati i nuovi<br />

shapefile, a partire da quelli<br />

caricati, per ritagliare basi cartografiche<br />

e i relativi database<br />

rispetto all’ambito territoriale<br />

oggetto di studio.<br />

In una seconda fase sono stati<br />

caricati il database dei dati Istat<br />

e il database sulle Aree Interne.<br />

Trattandosi di dati solo tabellari,<br />

essi sono stati uniti ai dati<br />

spaziali attraverso i comandi di<br />

join, così da essere utili per le<br />

analisi successive. Nello shapefile<br />

relativo ai confini comunali<br />

sono stati visualizzati quindi, i<br />

field, per ogni comune oggetto<br />

di studio, relativi ai dati Istat su<br />

popolazione residente, densità<br />

demografica, popolazione attiva,<br />

e livello di perifericità.<br />

Agendo sulla simbologia, è<br />

stato possibile visualizzare sulla<br />

mappa i livelli di perifericità e,<br />

sovrapponendo i dati Istat, fare<br />

delle valutazioni sui comuni<br />

con maggiori problematicità<br />

legate alle dinamiche demografiche.<br />

In una seconda fase, attraverso<br />

i comandi di geoprocessing, è<br />

stato introdotto un raggio d’azione<br />

(buffer) di 1 km dell’infrastrutturazione<br />

viaria (strada<br />

statale) e della rete ferroviaria,<br />

al fine di valutare la eventuale<br />

relazione tra la vicinanza alle<br />

infrastrutture viarie e la maggiore<br />

presenza demografica.<br />

In una terza fase è stato creato<br />

un nuovo shapefile puntuale<br />

per la visualizzazione e la<br />

creazione di un database dei<br />

luoghi dell’innovazione locale,<br />

contenente i seguenti campi<br />

informativi: nome di soggetti/<br />

attività; data di inizio; attività<br />

prevalente (cultura, comunicazione,<br />

cooperazione, mobilità,<br />

energia, produzione); localizzazione<br />

geografica; contatti; sito<br />

web; fase di attività (progetto,<br />

startup, avviata); dati relativi<br />

alla fruibilità e all’apertura al<br />

pubblico.<br />

I dati sono stati aggregati e<br />

rappresentati in forma visuale<br />

attraverso una mappa di concentrazione<br />

che permette di<br />

visualizzare degli “hotspots” per<br />

comprendere eventuali relazioni<br />

reciproche tra luoghi e possibili<br />

epicentri già presenti.<br />

Nello specifico il progetto ha<br />

fatto venire fuori alcune considerazioni:<br />

4il livello di perifericità 5<br />

così come riconosciuto dal<br />

Ministero dello Sviluppo<br />

Economico, aumenta se ci<br />

allontaniamo dalla costa e ciò<br />

denota che i comuni costieri<br />

son quelli che presentano una<br />

maggiore presenza di servizi<br />

di cittadinanza; inoltre, i comuni<br />

“ultraperiferici” e “periferici”<br />

sono tendenzialmente<br />

i meno popolosi (fig.1).<br />

4i luoghi dell’innovazione<br />

sono localizzati prevalentemente<br />

nelle aree più popolate<br />

e tendenzialmente in<br />

prossimità della infrastrutturazione<br />

viaria (fig.2); sono<br />

meno diffusi nei luoghi<br />

caratterizzati da una scarsa<br />

produttività locale (misurata<br />

sulla base della presenza di<br />

prodotti DOP, DOC, IGT),<br />

tranne per quei territori che<br />

sono più intensamente abitati<br />

(fig. 3). Più precisamente,<br />

attraverso la mappa di<br />

concentrazione, si sono evidenziate:<br />

una tendente spontanea<br />

clusterizzazione nella<br />

zona centrale più interna,<br />

che si caratterizza per valori<br />

più elevati di produttività<br />

locale e una nella zona nordovest<br />

in prossimità delle infrastrutture<br />

viarie; un epicentro<br />

nella zona costiera a sudovest,<br />

caratterizzata da una<br />

popolazione elevata e dalla<br />

vicinanza alle infrastrutture<br />

viarie di collegamento; una<br />

minore concentrazione di<br />

attività innovative nei territori<br />

ad est, più distanti dalla<br />

infrastrutturazione viaria<br />

ad eccezione dei luoghi con<br />

maggiore concentrazione di<br />

popolazione.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 17


REPORT<br />

4Non si evidenzia invece<br />

una particolare relazione<br />

tra le aree archeologiche,<br />

i beni culturali sparsi e la<br />

presenza di attività innovative<br />

(fig.4). Tuttavia, la<br />

numerosa presenza di patrimonio<br />

culturale diffuso<br />

invita a una conoscenza<br />

approfondita: valutarne la<br />

consistenza, la proprietà, lo<br />

stato di conservazione, potrebbe<br />

costituire un punto<br />

di partenza per stimolare<br />

l’insediamento di attività<br />

innovative, sull’esempio di<br />

città contemporanee i cui<br />

urbanmakers riutilizzano<br />

spazi urbani, riattivano<br />

luoghi inutilizzati e attraverso<br />

azioni di riciclo<br />

danno una nuova vita a<br />

edifici dismessi e aree libere,<br />

altrimenti in stato di<br />

abbandono.<br />

La Mappa dell’Innovazione<br />

Locale, implementata in funzione<br />

dell’aggiornamento delle<br />

attività innovative che progressivamente<br />

si insediano in<br />

questo territorio, potrebbe essere<br />

uno strumento utile alle<br />

amministrazioni locali per<br />

comprendere le progressive<br />

ragioni localizzative e orientare<br />

future logiche incentivatrici<br />

nell’ambito di progetto<br />

di sviluppo locale che miri<br />

all’agevolazione delle attività<br />

di promozione culturale/<br />

produttiva dei territori periferici<br />

in chiave innovativa.Le<br />

economie attivate fino ad ora<br />

possono sembrare marginali<br />

ma, se adeguatamente stimolate,<br />

possono produrre nuovi<br />

progetti collettivi anche nelle<br />

aree interne, promuovendone<br />

le risorse locali e contrastandone<br />

il declino e la tendenza<br />

alla marginalità.<br />

NOTE<br />

1 Lo studio si inserisce anche nell’ambito di una ricerca più ampia, condotta all’interno del Laboratorio di<br />

Sviluppo Locale dei Sicani e della Valle del Platani del Polo Universitario di Bivona e Santo Stefano Quisquina,<br />

finalizzata proporre strategie di sviluppo locale e forme di innovazione sociale nell’area interna dei Monti<br />

Sicani. Il Polo Universitario di Ricerca prende avvio nel 2011 attraverso il rinnovo di un accordo di programma<br />

tra la Regione Siciliana, l’Università di Palermo, la Provincia Regionale di Agrigento e i comuni di<br />

Bivona e Santo Stefano Quisquina. Nell’ambito del Polo di ricerca opera il suddetto Laboratorio di Sviluppo<br />

Locale, coordinato da M. Carta e composto da D. Ronsivalle, B. Lino, M. Marafon Pecoraro, M. Orlando,<br />

A. Contato, G. Mortellaro e A. Carrara e la collaborazione scientifica di A. Badami, I. Vinci, V. Provenzano.<br />

Cfr. Carta M., Contato A., Orlando M. (a cura di) (<strong>2017</strong>).<br />

2 Cfr. Carta M. (2016), pp. 168-175. La Mappa dei talenti, della creatività e dell'innovazione della città di<br />

Palermo è stata redatta dallo Smart Planning Lab dell’Università di Palermo per individuare i luoghi dedicati<br />

alla creatività e all'innovazione. Lo Smart Planning Lab, finanziato dal PON "Ricerca e Competitività", è un<br />

laboratorio di ricerca applicata, istituito presso il DARCH, Dipartimento di Architettura dell’Università di<br />

Palermo, che integra la ricerca applicata, la comunicazione e la formazione del Progetto i-NEXT (Innovation<br />

for greeN Energy and eXchange in Transportation). Tra le sue funzioni principali, lo Smart Planning Lab<br />

svolge analisi di contesto e di scenario per la localizzazione delle funzioni attrattrici delle città (culturali,<br />

economiche e di servizio). Nell’ambito di tale attività, ha avviato l’elaborazione della Mappa dei Talenti, della<br />

Creatività e dell'Innovazione di Palermo (sotto la direzione scientifica del prof. Maurizio Carta), individuando<br />

i “luoghi del talento”, divisi tra i due macro-settori della creatività e dell'innovazione. Il primo – quello<br />

della creatività - è stato articolato in luoghi della cultura (musei, teatri, etc.), attività di comunicazione (editoria,<br />

open gov, servizi digitali, etc.) e spazi di cooperazione (social streets, co-working, etc.).L'innovazione<br />

è stata divisa in luoghi legati alla produzione digitale, alla mobilità sostenibile e alle energie rinnovabili. Cfr.<br />

Carta M. (2016), pp. 168-175.<br />

3 Gli ambiti comunali oggetto dello studio sono: Alessandria della Rocca, Bisacquino, Bivona, Burgio, Calamonaci,<br />

Cammarata, Casteltermini, Castronovo di Sicilia, Cattolica Eraclea, Chiusa Sclafani, Cianciana,<br />

Contessa Entellina, Giuliana, Lucca Sicula, Montallegro, Palazzo Adriano, Prizzi, Ribera, Sambuca di Sicilia,<br />

San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Sant’Angelo Muxaro, Santo Stefano di Quisquina, Villafranca<br />

Sicula.<br />

4 Cfr. Istat (2011a), Istat (2011b), Istat (2011c). Per ulteriori approfondimenti si veda Contato A., Orlando<br />

M. (2015).<br />

5 Il Piano Nazionale di Riforma per le Aree Interne restituisce una mappatura dei comuni delle Aree interne<br />

del contesto nazionale classificate secondo diversi livelli di perifericità spaziale sulla base della presenza di<br />

servizi di cittadinanza (scuole, ospedali, infrastrutture di collegamento) e sulla base di un indicatore di accessibilità<br />

calcolato in termini di minuti di percorrenza rispetto al polo più prossimo (centro di servizi, aree di<br />

cintura; aree intermedie; aree periferiche e aree ultra periferiche). DPS (2013), DPS (2014).<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Carta M., Lino B. (a cura di), 2015, Urban Hyper metabolism, Aracne, Ariccia.<br />

Carta M (2016), “From FabLab to FabCity: la Mappa dei Talenti di Palermo”, in<br />

Carta M., Lino B., Ronsivalle D. (2016) (a cura di), Recyclical Urbanism. Visioni,<br />

paradigmi e progetti per la metamorfosi circolare, ListLab, Rovereto, pp. 168-175.<br />

Carta M., Contato A., Orlando M. (a cura di) (<strong>2017</strong>), Pianificare l’innovazione<br />

locale. Strategie e progetti per lo sviluppo locale creativo: l’esperienza del SicaniLab,<br />

FrancoAngeli, Milano.<br />

Contato A., Orlando M. (2015), “Il territorio dei Monti Sicani. Il sistema delle<br />

risorse territoriali per l'attivazione di politiche di sviluppo locale”, in Carta M.,<br />

Ronsivalle D. (2015), Territori Interni. La pianificazione integrata per lo sviluppo<br />

circolare: metodologie, approcci, applicazioni per nuovi cicli di vita, Aracne, Ariccia,<br />

pp. 84-103.<br />

DPS - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (2014), Strategia nazionale<br />

per le Aree interne. Accordo di Partenariato 2014-2020. Sezione 1°, Roma.<br />

Istat (2011a), Censimento della popolazione e delle abitazioni, Istat, Roma.<br />

Istat (2011b), Censimento dell’agricoltura, Istat, Roma.<br />

Istat (2011c), Censimento dell’industria e dei servizi, Istat, Roma.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Gis; analisi e pianificazione territoriale; attività innovative; risorse locali.<br />

ABSTRACT<br />

The research describes a GIS application for the construction of a “Local Innovation Map” in a<br />

sicilian inner area: Sicani Mountains. The Map identifies the innovative activities, to know how they<br />

are localized, to guide the choises about local development to a creative ecosistem and the growh,<br />

the development of innovative production in the little urban cities from local resources of cultural,<br />

agri-food, environment heritage.<br />

AUTORE<br />

Marilena Orlando<br />

marilenaorlando@gmail.com<br />

Phd in Pianificazione Urbana e Territoriale<br />

Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Palermo<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Aeronike presenta City Explorer 3D:<br />

know how e innovazione tecnologica<br />

Aeronike, presente sul mercato dal 1966,<br />

ha saputo sviluppare negli oltre 40 anni di<br />

vita, tutte le attività legate al rilievo da<br />

piattaforma aerea, completando la filiera<br />

produttiva dotandosi della strumentazione<br />

necessaria per la redazione di cartografia<br />

numerica aerofotogrammetrica ai<br />

diversi livelli di dettaglio e sviluppando<br />

una competenza core sulla restituzione<br />

3D dei dati aerofotogrammetrici.<br />

City Explorer 3D è una piattaforma<br />

tecnologica che consente di ricreare un<br />

modello virtuale 3D integrando dati e<br />

rilievi aerofotogrammetrici provenienti da<br />

diverse fonti (aereo-drone-terrestri) a<br />

supporto delle esigenze dei diversi enti,<br />

assessorati, associazioni, consorzi etc.<br />

Fornisce all’utente un’esperienza immersiva<br />

3D della propria città o del territorio,<br />

del sito o del monumento di interesse.<br />

Al proprio interno è possibile progettare<br />

specifici itinerari turistici (Tour Virtuali)<br />

con il supporto di una voce narrante<br />

multilingue che permette di immergersi a<br />

360° nel contesto.<br />

L’utilizzatore può accedere al tour virtuale<br />

3D immersivo via web, via APP su dispositivi<br />

mobili, usufruendo anche di supporti<br />

tipo Google Cardboard oppure su un<br />

TOTEM / Monitor Touch Screen disponibile<br />

ad esempio nei vari Punti Informativi<br />

con integrazione di contenuti di Realtà<br />

Virtuale e Realtà Aumentata.<br />

Altri ambiti applicativi del Modello 3D del Territorio<br />

Ambiente<br />

GIS 3D<br />

per<br />

interrogazioni<br />

www.aeronike.com<br />

Analisi e Pianificazione<br />

Analisi 4D<br />

Inserimento di cartografia<br />

Verifiche dimensionali<br />

Inserimento di modelli CAD/BIM<br />

Analisi relazioni spaziali<br />

(rapporto pieni e vuoti)<br />

Aeronike<br />

Export<br />

in<br />

formato<br />

CAD<br />

@aeronikece3d<br />

Supporto alla progettazione<br />

Rilievo 3D su cui realizzare i progetti esecutivi<br />

Realizzazione cartografia da modello 3D<br />

Fotoinserimenti<br />

Supporto per verifica impatto ambientale<br />

Simulazioni (idrogeologico, acustico,etc...)<br />

Profili stradali<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 19<br />

Aeronike City Explorer 3D


REPORT<br />

Fioriscono le “Spin-Off”<br />

e appassiscono le Facoltà<br />

Il regime fascista aveva difeso sino al ridicolo la lingua di Dante e di Manzoni;<br />

in quel tempo venne persino proibito di chiamare “Eden” gli alberghi,<br />

confondendo il Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva con sir Robert Anthony<br />

Eden, conte di Avon e ministro degli esteri di Sua Maestà britannica. Anche<br />

l’anima bella di Charles De Gaulle, si rivolta nel mausoleo di Colombey-lesdeux-Églises,<br />

dato che aveva tuonato nel secondo dopoguerra contro “le<br />

Franglaises”, storpiante la bella lingua del Cardinale Armand- Jean du Plessis,<br />

Compte de Richelieu. Mi si perdoni questo “incipit” un poco scherzoso, su di<br />

Fig. 1 – schema di stereocomparatore<br />

un tema che scherzoso non lo è affatto.<br />

Che l’inglese stia invadendo<br />

le altre lingue<br />

europee è noto; un caso<br />

particolare è costituto dalla contesa<br />

fra il Politecnico di Milano<br />

ed il Ministero competente, per<br />

l’imposizione di tenere solo in<br />

una corruzione volgare della<br />

lingua di Shakespeare, le lezioni<br />

e gli esami per le cosiddette<br />

“lauree magistrali”, ovvero per i<br />

corsi del quarto e quinto anno.<br />

Ordunque, che nel bene e nel<br />

male questo idioma misto di<br />

ricordi latini e di sassone, serva<br />

come nuovo esperanto nelle<br />

discussioni tecniche e scientifiche<br />

può essere accettato. Ciò<br />

che non va accettato è il misto<br />

balordo di termini inglesi inseriti<br />

stupidamente nella lingua<br />

corrente di altri Paesi europei,<br />

“in primis” dell’italiano, che<br />

proprio non ne ha bisogno così<br />

come si sforza di sottolineare<br />

quasi ogni giorno la inascoltata<br />

Accademia della Crusca.<br />

Oltretutto l’italiano ha un numero<br />

triplo di vocaboli rispetto<br />

all’inglese. Mi sia permesso di<br />

citare un recente pezzo del linguista<br />

Rosario Coluccia:<br />

“Non c’è dubbio, noi italiani badiamo<br />

poco alle sorti della nostra<br />

lingua, altri si comportano diversamente.<br />

Guardiamo cosa succede<br />

in paesi vicinissimi a noi, la<br />

Spagna e la Francia, dove pure si<br />

parla una lingua derivata dal latino,<br />

come la nostra. Gli spagnoli<br />

usano redes sociales (e noi social<br />

networks), primera dama (e noi<br />

first lady), ordenador o computadora<br />

(e noi computer), deporte<br />

(e noi sport), segunda fase (e noi<br />

play off); i francesi hanno moniteur<br />

(e noi monitor), ordinateur<br />

(e noi computer), courri-el (e noi<br />

email), SIDA (e noi AIDS). Un<br />

esperimento: chi sa, esattamente,<br />

cosa significhi AIDS? Chi sa<br />

sciogliere la sigla, che riproduce la<br />

sequenza sintattica inglese, non<br />

quella italiana? Al contrario di<br />

quanto succede in Italia, lo stato<br />

francese interviene sull’uso della<br />

terminologia ufficiale, scientifica,<br />

tecnica, istituzionale, raccomanda,<br />

consiglia. In Francia nelle<br />

disposizioni e negli atti ufficiali<br />

promananti dalle strutture centrali<br />

e periferiche una parola<br />

straniera può essere usata solo<br />

a condizione che non esista già<br />

una onesta parola francese («un<br />

honnête mot français», dicono<br />

loro) per designare la stessa cosa o<br />

esprimere la stessa idea. Se facessimo<br />

lo stesso, molte oneste parole<br />

italiane rimpiazzerebbero senza<br />

difficoltà gli anglicismi più o<br />

meno abusivi presenti nella nostra<br />

lingua. In Italia ci comportiamo<br />

diversamente, certe questioni non<br />

ci sfiorano neppure. Ma almeno<br />

una domanda è lecita. Perché<br />

parlare «itangliano» o «inglesorum»,<br />

come alcuni definiscono<br />

l’invadente e sciatto miscuglio<br />

linguistico che genera la continua<br />

immissione di parole inglesi<br />

nell’italiano?”.<br />

Ma torniamo all’argomento di<br />

questo breve articolo, che interesserà<br />

soprattutto i topografi<br />

e quindi i geometri. Quanti di<br />

loro sanno cosa sia una spin-off?<br />

Confesso che anche io, al sentire<br />

che il Politecnico di Milano<br />

aveva istituito una “spin-off”<br />

sul momento non ho compreso.<br />

Mi ha aiutato una breve visita<br />

al "web": Spin Off Accademici.<br />

L'Università favorisce la costituzione<br />

di organismi di diritto<br />

privato aventi come scopo<br />

l'utilizzazione imprenditoriale<br />

in contesti innovativi, dei risultati<br />

della ricerca e lo sviluppo<br />

di nuovi prodotti e servizi ed in<br />

particolare la creazione di “spin<br />

off accademici.<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

Lo spin-off (scritto anche spin<br />

off o spinoff e traducibile in<br />

italiano come «scissione») in diritto<br />

e in particolare nell'economia<br />

aziendale è il fenomeno di<br />

creazione di una nuovo soggetto<br />

di diritto per particolari finalità<br />

e/o scopi. Spin-off universitari:<br />

esclusivamente quelle società<br />

per azioni o a responsabilità<br />

limitata alle quali l'università<br />

partecipa in qualità di socio.<br />

A questo punto sorgerebbero<br />

mille domande e mille dubbi,<br />

risalenti a Croce e a Gentile,<br />

sulle funzioni dell’università<br />

e alle differenze fra scienza e<br />

tecnica: dove mai sta scritto che<br />

l’università debba anche avere<br />

le funzioni di un istituto professionale,<br />

e quindi sviluppare “…<br />

nuovi prodotti e servizi …”?<br />

Ma passiamoci sopra. Di fatto,<br />

molte sono queste scissioni<br />

ormai sorte qua e là; ricorderemo<br />

fra gli altri il Survey Lab<br />

della Sapienza, il DICCA di<br />

Genova, il CGT-Online di<br />

Siena, lo ZENIT ingegneria<br />

di Ferrara, lo UniSky.IUAV di<br />

Venezia. Di “spin-off” pare<br />

che ne siano attive in tutta<br />

l’Italia ben 1196, promosse<br />

da: Associazione NETVAL,<br />

Centro Ricerche 21, Università<br />

Politecnica delle Marche, Scuola<br />

Superiore Sant’Anna, Ma la cosa<br />

che più mi stupisce è un’altra;<br />

sappiamo come sia cambiata<br />

in uno o due decenni l’intera<br />

fotogrammetria, anzi come sia<br />

diventata parte del più vasto e<br />

cosiddetto “trattamento delle<br />

immagini”. Io ho pubblicato da<br />

UTET nel 2000 un bel libro di<br />

fotogrammetria generale di ben<br />

515 pagine: confesso che oggi<br />

non saprei come farne un seguito.<br />

Su internet vi sono dispense<br />

di altri insigni colleghi, ma in<br />

genere ferme alla fine del secolo<br />

ventesimo o poco oltre; però<br />

con stupore vi si trovano offerte<br />

di molteplici corsi più o meno<br />

a pagamento, tenuti in genere<br />

non da università ma da ben altre<br />

fonti. Ne elenco alcuni:<br />

-MicroGeo – TerreLogiche – 3D<br />

ArcheoLab – DroneEmotion –<br />

Professional Aviation – Overfly<br />

me – Eye Drone … e potrei<br />

continuare.<br />

Come contraltare, le facoltà<br />

universitarie da noi appassiscono<br />

e poi scompaiono; sono<br />

state chissà perché sostituite<br />

da “scuole”. Al Politecnico<br />

di Milano trovi “Scuola di<br />

Ingegneria Civile, Ambientale<br />

e Territoriale”, “Scuola di<br />

Architettura Urbanistica<br />

Ingegneria delle costruzioni”,<br />

“Scuola del Design” (in realtà<br />

sarebbe da dire “industrial<br />

design”, ovvero “progettazione<br />

industriale”, ma passiamoci<br />

sopra!) e poi “Scuola<br />

di Ingegneria Industriale e<br />

dell’Informazione”. E nella<br />

“home page” (arieccoce con<br />

l’inglesorum!) ti spiegano:<br />

“Cosa sono le Scuole. Le Scuole<br />

raggruppano corsi di studio - di<br />

diverso livello e attivi in uno o<br />

più Poli Territoriali - afferenti<br />

a ambiti disciplinari affini. Alle<br />

Scuole gli studenti si rivolgono<br />

per i problemi che riguardano le<br />

lezioni, gli esami di profitto e di<br />

laurea, i piani di studio e altri<br />

aspetti dell’attività didattica. E’<br />

opportuno che lo studente consulti<br />

periodicamente, oltre al sito di<br />

Ateneo, anche il sito della propria<br />

Scuola”. Naturalmente sulle<br />

“scuole” vi sono anche le spiegazioni<br />

sul “web”, eccone una:<br />

Quando è avvenuto il passaggio<br />

dalle facoltà alle scuole? Il passaggio<br />

è avvenuto a metà ottobre<br />

2012 quando sono state attivate<br />

le 11 Scuole e i 33 Dipartimenti<br />

in applicazione della Legge<br />

240/2010 di riorganizzazione<br />

delle Università. Così ci erudisce<br />

il portale della “Alma Mater<br />

Studiorum”, l’Università di<br />

Bologna (nella quale entrai io<br />

molti anni fa, novello vincitore<br />

di concorso). Per chi non lo<br />

sapesse, si tratta della molto<br />

criticata (absit iniuria verbis)<br />

“Legge Gelmini”, sulla quale<br />

non mi voglio soffermare. Noto<br />

solo che nel resto d’Europa continuano<br />

a esistere le Faculties,<br />

le Fakultȁten, le Facultés, le<br />

Facultades, le Facultaiten, le<br />

Fakultaterne le Fakulteterna “et<br />

coetera alia”.<br />

Mi vorrei però soffermare sul<br />

prodotto di uno degli “insigni<br />

colleghi” cui ho fatto cenno<br />

poco sopra; uno degli ordinari<br />

tuttora in cattedra, dice nelle<br />

dispense a suo nome fra le altre<br />

amenità e semplificazioni,<br />

quanto segue, letteralmente tolto<br />

da Google:<br />

“Nella pratica, si sono succedute<br />

nel tempo diverse tecniche per la<br />

restituzione stereoscopica del modello<br />

3D:<br />

- restituzione analogica:<br />

un’apparecchiatura detta<br />

stereocomparatore (fig.1)<br />

consente di realizzare meccanicamente<br />

l’orientazione<br />

relativa di due lastre fotografiche,<br />

appoggiate su due<br />

supporti mobili, in modo<br />

da riprodurre quella che le<br />

lastre avevano al momento<br />

dello scatto. L’operatore attua<br />

manualmente i movimenti<br />

necessari, basandosi sulla visione<br />

stereoscopica realizzata<br />

da un binocolo che consente<br />

di vedere con ciascun occhio<br />

una lastra diversa. Sempre<br />

meccanicamente è possibile<br />

determinare per ogni punto<br />

del modello, collimato con<br />

una marca che l’operatore ha<br />

l’impressione di vedere e di<br />

poter muovere in uno spazio<br />

3D, la “quota” del punto<br />

in cui si incontrano le rette<br />

congiungenti i punti omologhi<br />

sulle due immagini con i<br />

centri di presa corrispondenti,<br />

e quindi ricostruire il modello<br />

tridimensionale.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 21


REPORT<br />

Non resisto all’idea di commentare<br />

quanto scritto in rosso. Se la<br />

figura 1 è veramente quella di<br />

uno stereocomparatore, tornando<br />

alle “anime buone” dell’inizio<br />

di questo scritto si rivolteranno<br />

nelle rispettive tombe sia<br />

quella di Carl Pulfrich (1858<br />

– 1927) che quella di Umberto<br />

Nistri (1895 – 1962). Lo stereocomparatore<br />

di Pulfrich è<br />

tutt’altra cosa e serve a tutt’altro,<br />

e venne al mondo nel<br />

1901. La figura in esame invece<br />

schematizza il “Photomapper<br />

Mod. VI” di Nistri che fu prodotto<br />

negli anni Sessanta del<br />

ventesimo secolo, preceduto<br />

e seguito rispettivamente dal<br />

Kelsh –Plotter statunitense del<br />

1947 e dal DP1 Zeiss nel 1967<br />

(si veda in “Gli strumenti per la<br />

fotogrammetria, Liguori editore,<br />

Napoli, di Bezoari e Selvini,<br />

1999). Tutti questi tre strumenti<br />

non vedevano il modello “col<br />

binocolo” (Dio mio!) bensì con<br />

gli occhiali anaglifici (non so se<br />

l’autore delle dispense li abbia<br />

mai visti!). A proposito: il “binocolo”<br />

serve solamente a vedere<br />

in stereoscopia il paesaggio;<br />

ma nei restitutori fotogrammetrici,<br />

anche a proiezione meccanica<br />

o di tipo analitico, si usano<br />

sistemi binoculari con veicoli<br />

ottici complessi che non si possono<br />

definire “tout court” binocoli.<br />

La “marca mobile” inventata<br />

da Friedrich Stolze /(1836<br />

-1910) non si ha “l’impressione<br />

di vederla”, la si vede eccome,<br />

perché è reale e realizzata in varie<br />

maniere! E non fornisce solo<br />

la “quota” del punto collimato,<br />

bensì anche la posizione planimetrica<br />

dei punti collimati e le<br />

“parallassi” (ma l’autore sa cosa<br />

siano queste ultime?). E per<br />

carità di patria finisco qui (e più<br />

non vi leggemmo avante, Dante,<br />

Inferno, Canto V).<br />

.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

SpinOff; facoltà universitarie;<br />

stereocomparatore<br />

ABSTRACT<br />

Some considerations of Prof. Attilio<br />

Selvini on the evanescent role of the<br />

Universities, on the ever more incessant<br />

emergence of the spin-offs and<br />

on the paid courses promoted by<br />

these academic spin-offs within the<br />

Universities.<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

Attilio.selvini.POLIMI@gmail.com<br />

Già Presidente della Società<br />

Italiana di Fotogrammetria e<br />

Topografia<br />

Via Indipendenza, 106<br />

46028 Sermide - Mantova - Italy<br />

Phone +39.0386.62628<br />

info@geogra.it<br />

www.geogra.it<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 23


Il ghiacciaio Nordenskiold<br />

Il satellite Sentinel-2A del programma europeo Copernicus ci porta sulle frastagliate isole della costa occidentale della Groenlandia, con<br />

una immagine in falsi-colori acquisita in data 8 agosto <strong>2017</strong>. Con una superficie di oltre 2 milioni di kmq, la Groenlandia è l’isola più<br />

grande del mondo ed ospita la seconda più estesa copertura di ghiaccio dopo l’Antartide. Ma queste vaste superfici di ghiaccio sono<br />

sensibili ai cambiamenti del nostro clima: in particolare, l’innalzamento delle temperature sta velocizzando i processi di scioglimento del<br />

ghiaccio. Gli scienziati utilizzano le osservazioni della Terra per mezzo dei satelliti per tracciare il fenomeno della riduzione.<br />

Tra il 2011 ed il 2014 la Groenlandia ha perso circa 1000 miliardi di tonnellate di ghiaccio, che corrispondono a 0.75 mm di innalzamento<br />

del livello del mare globale ogni anno. Lo scioglimento della calotta glaciale legato all’aumento della temperatura ed il conseguente<br />

innalzamento del livello del mare è un effetto devastante del cambiamento climatico, specialmente per le aree della bassa linea costiera.<br />

Inoltre, l’afflusso di acqua dolce negli oceani incide sul loro grado di salinità, che a sua volta influisce sulle correnti oceaniche globali, le<br />

quali costituiscono uno dei principali attori nella regolazione del clima terrestre. Sul lato destro dell’immagine si può osservare il ghiacciaio<br />

Nordenskiold, uno dei tanti ghiacciai che drenano ghiaccio dalla Groenlandia. In questa immagine a falsi-colori la vegetazione appare<br />

di colore rosso, in quanto il territorio risulta ricoperto di erbe e piante basse. I vortici di colore blu chiaro sono dovuti a sedimento fine<br />

prodotto dal meccanismo di abrasione della superficie delle rocce da parte dei ghiacciai, fenomeno noto come “latte del ghiacciaio”.<br />

Traduzione: Gianluca Pititto.<br />

Credits: European Space Agency.


MERCATO<br />

UN APPELLO DELL’AEROFOTOTECA NAZIONALE-ICCD<br />

All’interno dell’Aerofototeca Nazionale dell’Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione è conservata un’ampia<br />

raccolta di fotogrammi aerei del territorio italiano tra cui le immagini prodotte dagli Alleati per scopi militari di ricognizione<br />

durante la campagna italiana del 1943-1945.<br />

Il fondo USAAF, di proprietà dello Stato, è composto da 600.000 fotogrammi aerei (positivi su carta) di formato standard<br />

24x24, raggruppati in 13.380 strisciate, conservate ancora oggi in 4512 scatole di cartone originali del periodo bellico. Le immagini<br />

costituiscono un nucleo unico di documentazione, non presente nei grandi archivi americani, in particolare nei National<br />

Archives and Records Administration (NARA) di Washington, D.C.<br />

I fotogrammi, presi per la maggior parte a bassa quota, costituiscono una straordinaria testimonianza dello stato del territorio<br />

italiano nel 1945 prima delle grandi trasformazioni postbelliche.<br />

Le foto coprono con discontinuità e sovrapposizioni buona parte del territorio italiano e rivestono un eccezionale valore per la<br />

storia dell’Italia.<br />

Vennero donate dalla American Academy in Rome e dalla British School at Rome.<br />

Non possiamo lasciare che questo fondo deperisca ed è importante creare un consenso sulla necessità del restauro e della digitalizzazione<br />

di tali immagini. Chiunque può contribuire anche attraverso una raccolta fondi avviata con Art bonus (dell'art.1<br />

del D.L. 31.5.2014, n. 8) che rilascia un credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello<br />

spettacolo, quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il<br />

sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.<br />

Si veda anche un articolo sul fondo pubblicato su <strong>GEOmedia</strong> 5 <strong>2017</strong>:<br />

Elizabeth Jane Shepherd, Gianluca Cantoro, Fabio Remondino, Il potenziale informativo degli archivi di fotografia militare<br />

della Seconda Guerra Mondiale ai fini della protezione civile e dell’analisi del territorio<br />

Il progetto su http://artbonus.gov.it è il seguente:<br />

"Restauro e valorizzazione di una sezione del Fondo aerofotografico storico United States Army Air Force (USAAF, 1945)<br />

dell’Aerofototeca Nazionale-ICCD 138.400,00 €"<br />

Alcuni dettagli sul fondo fotografico<br />

Il fondo costituisce una pietra miliare per qualsiasi studio dell’assetto del territorio, a partire dalle caratteristiche geologiche<br />

fino alle archeologiche, architettoniche, urbanistiche, ecc. Una particolare valenza è data dal loro valore di testimonianza della<br />

possibile presenza di ordigni inesplosi ancora presenti nel territorio. E’ oggetto di numerose richieste di studio e consultazione<br />

da parte di utenti e studiosi italiani e stranieri, ma ne è sempre stato escluso per la criticità di conservazione e la difficoltà di<br />

consultazione.<br />

Il fondo USAAF è stato solo eccezionalmente consultato ed è ancora oggi nelle stesse condizioni di formazione originaria. Dal<br />

1945 al 2000 le migliaia di scatole di foto sono rimaste entro le casse di legno originali e in locali non idonei (cantine), data la<br />

loro quantità e la mancanza di spazi adeguati disponibili. Dal 2000 il fondo è stato finalmente sistemato in locali asciutti ed aerati,<br />

in un salone al piano rialzato dell’ICCD, nel complesso del San Michele a Roma; non è stato mai possibile però intervenire<br />

sulla conservazione diretta delle fotografie, che in alcuni casi presentavano vistosi segni di deterioramento (inizio di perdita<br />

delle immagini, esalazioni di reattivi di processo). Processi di deterioramento fotografico ben noti agli esperti.<br />

L’intero nucleo di foto alleate è oggi conservato nei nuovi locali ICCD adibiti ad archivio dell’AFN, nei quali è in funzione una<br />

rilevazione termoigrometrica e rilevamento biologico. E’ attivo un ricambio dell’aria, si sono predisposti vari tipi di analisi<br />

dell’ambiente e un impianto di filtraggio dell’aria.<br />

Dopo 65 anni dalla loro produzione, le foto USAAF e le carte che le accompagnano hanno un urgentissimo bisogno di intervento<br />

conservativo, prima ancora che di studio. La consultazione del fondo è costantemente richiesta, da parte soprattutto del<br />

mondo scientifico che pratica la fotointerpretazione, perché il suo potenziale informativo è altissimo. La consultazione è però<br />

oggi assolutamente non praticabile: le vecchie scatole stanno cedendo, colme di foto che tendono ad arrotolarsi; tutto il fondo<br />

è invaso dalla sporcizia (polvere, spore fungine ed altro).<br />

Come primo passo, sul fronte delle condizioni ambientali l’ICCD ha in corso di realizzazione un complesso impianto di controllo<br />

climatico degli ambienti di conservazione. Rimane la necessità di intervenire, evidentemente in maniera extra-ordinaria,<br />

sulle immagini stesse (depolveratura, restauro) e sulla loro conservazione diretta (in idonee carte e scatole PAT passed conservative),<br />

procedendo per lotti successivi. Prima di essere definitivamente sistemate, però, le immagini devono essere digitalizzate<br />

(così da evitare la successiva manipolazione degli originali), identificate e inserite in un database (esistente), georiferite e<br />

immesse in un webGIS (esistente), al fine di consentire finalmente la fruizione e la valorizzazione del fondo, sulla cui eccezionalità<br />

storica non è possibile nutrire dubbi.<br />

Il fondo è consultabile presso l'Aerofototeca Nazionale su appuntamento nell'arco dell'orario di apertura dell'Istituto centrale<br />

per il catalogo e la documentazione (ore 9,00-17,00)<br />

Maggiori informazioni sul fondo sono disponibili su https://goo.gl/FX9vi1<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


MERCATO<br />

PLANETEK DISTRIBUISCE<br />

LE IMMAGINI TRIPLESAT E RADARSAT-2<br />

Planetek ha siglato due accordi di distribuzione con le società<br />

Twenty First Century Aerospace Technology (21AT Asia) e<br />

MDA Geospatial Services per la fornitura di immagini raccolte<br />

a livello globale dai satelliti TripleSat e RADARSAT-2.<br />

Le ultime due new entry nel portfolio di dati satellitari distribuiti<br />

da Planetek Italia aggiungono ulteriori opportunità alla capacità<br />

di Planetek di soddisfare le necessità di monitoraggio dei<br />

clienti italiani in una vasta gamma di applicazioni.<br />

21AT Asia è il fornitore delle immagini satellitari ottiche ad<br />

alta risoluzione TripleSat. La costellazione è composta da tre<br />

satelliti identici e le immagini satellitari sono disponibili ad una<br />

risoluzione di 0,8 m.<br />

I tre satelliti sono posizionati sulla stessa orbita ad una distanza<br />

di 120° l’uno dall’altro garantendo l’acquisizione giornaliera di<br />

ogni punto della Terra con una capacità di acquisizione di mezzo<br />

milione di km² al giorno.<br />

MDA Geospatial Services è la società canadese fornitrice delle<br />

immagini radar ad alta risoluzione RADARSAT-2.<br />

RADARSAT-2 è ad oggi il satellite commerciale radar ad apertura<br />

sintetica (SAR) a più alta capacità al mondo, in grado di<br />

acquisire immagini della Terra in orari notturni e in condizioni<br />

di nuvolosità a risoluzioni spaziali che vanno da 1 a 100 m,<br />

fornendo coperture da 144 a 250.000 km² in una singola scena.<br />

Il satellite fornisce immagini nelle diverse tipologie di polarizzazione:<br />

co-polarization (HH), vertical co-polarization (VV) e<br />

cross-polarization (HV o VH).<br />

Questi due nuovi accordi di distribuzione aggiungono ulteriori<br />

opportunità alla capacità di Planetek di soddisfare le necessità<br />

di monitoraggio dei clienti in una vasta gamma di applicazioni e<br />

completando un portfolio vasto e variegato per fornire prodotti<br />

e servizi geospaziali tempestivi e personalizzati.<br />

Planetek Italia, infatti, ha già in essere accordi con i principali<br />

fornitori mondiali di dati satellitari, tra i quali Airbus Defence<br />

& Space, DigitalGlobe, Planet Labs e Deimos Imaging.<br />

www.planetek.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 27


MERCATO<br />

REPORT DAL SEMINARIO AMFM SULLA<br />

TOPONOMASTICA E DATI GEOGRAFICI<br />

Si è tenuto a Roma il 26 Gennaio il meeting dal titolo<br />

"Toponomastica: La frontiera della qualità!". Obiettivo del seminario<br />

presentare la banca dati della toponomastica e della numerazione<br />

civica in un suo aspetto talora ritenuto scomodo, spesso<br />

disconosciuto o bypassato dai soggetti meno attenti e interessati,<br />

quello inerente la qualità.<br />

Introduzione e coordinamento sono stati curati da Mauro<br />

Salvemini, Presidente Emerito di AMFM GIS Italia, il quale si<br />

è soffermato in modo particolare sulla tematica ANNCSU e sulle<br />

dinamiche ISTAT – Comuni, argomentando poi in merito alla<br />

necessità rivolta all'Associazione di mantenere alto l'interesse sul<br />

tema, anche attraverso l’organizzazione di eventi successivi da<br />

schedulare nel 2018 e aventi lo scopo di promuovere l'informazione<br />

riferita alla materia toponomastica in graduale ma inesorabile<br />

evoluzione.<br />

Tra gli interventi invitati, ONETEAM srl (Milano), da decenni<br />

presente nell'ambito dello sviluppo di soluzioni software per la<br />

gestione dei dati geografici, ha presentato con Roberto Motta una<br />

soluzione software in uso presso il Comune di Milano e dedicata<br />

alla gestione e manutenzione cartografica ed alfanumerica della<br />

numerazione civica. La procedura presta particolare attenzione<br />

alla ricerca toponimi partendo da una chiave testuale parziale,<br />

nonchè alla esposizione di dati desunti da una sequenzialità legata<br />

al progressivo e continuo aggiornamento del contesto toponomastico<br />

di una grande città.<br />

La STUDIO SIT srl (Savona), da circa 25 anni sul mercato della<br />

generazione dell'informazione geocartografica digitale, nonchè<br />

fornitore Tomtom e Here con riferimento alla numerazione<br />

civica, ha offerto una panoramica corredata da una descrizione<br />

piuttosto dettagliata dell'offerta geografica toponomastica civica<br />

oggi presente sul mercato nazionale. Ne ha parlato Valerio<br />

Zunino, il quale ha poi rappresentato il metadato della banca dati<br />

di proprietà aziendale, totalmente rilevata sul campo, aggiornata<br />

e completa dell'intero territorio insediato, con riferimento a circa<br />

4000 comuni italiani.<br />

Iscritti al meeting e talora protagonisti di testimonianze interessanti<br />

durante la giornata, sono stati esponenti di Ministero dell'Ambiente,<br />

Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento<br />

Protezione Civile), ATAC, ACEA ed altri.<br />

A seguito del coffee Break, la LUCANA SISTEMI (Matera), fondata<br />

nel 1980 e operante in particolare nello sviluppo di Sistemi<br />

Informativi Geografici Open Source, ha potuto descrivere, grazie<br />

al proprio titolare Cosimo d'Ercole e al giovane collega Francesco<br />

Di Trani, la progressiva creazione ed il mantenimento dell'infrastruttura<br />

geografica utilizzata fra l'altro da oltre 1800 utenti<br />

al giorno presso gli Uffici della Regione Basilicata (Regione<br />

Opengeodata 2016). L'interessante evoluzione dei livelli informativi<br />

presenti sul Sistema (parte urbanistica, anagrafe sanitaria, catasto,<br />

ecc..) si intreccia con la trasversalità naturale rappresentata<br />

dalla banca dati toponomastica civica.<br />

SISMAITALIA srl (Verona ed altre), attiva sull'intero territorio<br />

nazionale nell'ambito della distribuzione pubblicitaria certificata,<br />

selettiva ed hand to hand, specializzata in bus decor e mobile marketing,<br />

ha portato con il proprio Emanuele Zaupa il contributo di<br />

un'interessante realtà aziendale, utilizzatrice del dato geografico<br />

toponomastico civico ai fini del raggiungimento di quella localizzazione<br />

ottima in grado di intercettare il massimo valore aggiunto<br />

per i propri clienti, insieme ai quali studia e pianifica attività pubblicitarie<br />

ponderate e GIS oriented.<br />

A seguire, una serie di riflessioni proposte all'attenzione dei<br />

presenti da parte della Presidente di AMFM GIS Italia, Monica<br />

Sebillo, la quale è tornata sul tema della qualità del dato geografico<br />

(focus del meeting) ed ha invitato il pubblico, cosi come i<br />

soci industriali, alla presentazione di proprie soluzioni e comunicazioni<br />

durante i prossimi eventi curati e organizzati dall'Associazione,<br />

primo fra tutti l'evento sotto l'egida EUROGI sulla Digital<br />

Transformation, che si terrà a Salerno il prossimo 26 aprile.<br />

L’eccellenza dei dati geografici<br />

Toponomastica e numerazione civica<br />

A beneficio degli ambiti di utilizzo più maturi ed esigenti, per la gestione e per la pianificazione geografica e quotidiana<br />

delle reti e delle utenze, della grande e media distribuzione, della raccolta RSU, dei sistemi navigazionali e del car-sharing,<br />

per l’attività politica e per quella amministrativa. www.studiosit.it • info@studiosit.it<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


MERCATO<br />

Eppur…<br />

si muove?<br />

UNA NUOVA PAGINA NELLA FOTOGRAMMETRIA DA DRONE:<br />

CLASSIFICAZIONE AUTOMATICA DI NUVOLE DI PUNTI ATTRAVER-<br />

SO ALGORITMI DI MACHINE-LEARNING<br />

Pix4Dmapper è il software standard di fotogrammetria che fornisce una ricostruzione<br />

3D accurata da immagini che presentano una buona sovrapposizione l'una con l'altra.<br />

Insieme al mercato dei droni in espansione, i professionisti desiderano esplorare nuove<br />

soluzioni per sostituire o completare le tecnologie tradizionali.<br />

La classificazione automatica delle nuvole di punti, una funzionalità presente gia' in<br />

ambito LiDAR, è ora considerata anche dai professionisti del rilevamento con droni.<br />

Mentre la tecnologia LiDAR fornisce fino a quattro ritorni del raggio laser e fornisce<br />

punti 3D precisi e puliti, la qualità dei della nuvola di punti in fotogrammetria si basa<br />

principalmente sul contenuto dell'immagine. È più difficile classificare la nuvola di<br />

punti fotogrammetrica rispetto alla nuvola di punti LiDAR. Tuttavia, con l'avanzamento<br />

tecnologico di camere e sensori, la qualità dell'immagine è stata ampiamente<br />

migliorata e così di conseguenza anche la nuvola di punti fotogrammetria 3D.<br />

In Pix4Dmapper 4.0, si può classificare automaticamente la nuvola di punti in diversi<br />

gruppi, come gli edifici, la vegetazione, le strade, gli oggetti creati dall'uomo e il suolo.<br />

Il classificatore è stato sviluppato sulla base di una tecnologia di apprendimento<br />

controllata (la cosiddetta machine-learning). Ciò significa che più i dataset di riferimento<br />

sono pre-classificati secondo parametri di riconoscimento automatico, meglio<br />

sarà la performance del classificatore. I risultati della classificazione possono essere<br />

ulteriormente corretti o migliorati utilizzando lo strumento di modifica dei gruppi in<br />

Pix4Dmapper. Questa nuova funzionalità gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo<br />

del software Pix4Dmapper, permettendo di riconoscere gli edifici e oggetti di varia<br />

natura nella generazione di ortomosaici e modelli 3D.<br />

La classificazione automatica della nuvola di punti apre molteplici applicazioni, come<br />

la rilevazione della crescita della vegetazione, la rimozione precisa di oggetti terrestri<br />

per ottenere un modello del terreno (DTM) e permette una migliore accuratezza nelle<br />

varie misurazioni.<br />

Evitare interruzioni elettriche attraverso il controllo della vegetazione<br />

La vegetazione è una delle principali cause di interruzione della linea elettrica. È<br />

estremamente importante per le aziende energetiche tmonitorare la crescita della vegetazione<br />

per potarla o rimuoverla prima che provoca danni.<br />

Interferometro radar da terra<br />

Monitoraggio in tempo reale<br />

di frane e deformazioni,<br />

oltre il millimetro!<br />

Rilievi fino a 4 chilometri<br />

> monitoraggio frane, ponti<br />

e cavalcavia<br />

> prove di carico<br />

> deformazioni dighe e strutture<br />

> analisi modale<br />

> monitoraggio vibrazioni<br />

FastGBSAR Uno strumento, due modalità.<br />

Con l'alta definizione e accuratezza dei punti derivanti da Pix4Dmapper, si possono<br />

ispezionare le linee elettriche sotto tutti gli aspetti già nell'interfaccia rayCloud e con<br />

la classificazione queste infrastrutture possono essere raggruppate e successivamente<br />

digitalizzate per un'analisi più dettagliata.<br />

Eliminare la bassa vegetazione per calcoli di volumi<br />

Uno degli obiettivi di creare un DTM da un DSM è quello di ottenere una misurazione<br />

accurata. Separando la vegetazione o altri oggetti creati dall'uomo posizionati su<br />

volumi di materiale, i volumi calcolati convergeranno al valore più prossimo a quello<br />

reale.<br />

Conoscendo sia i punti di forza che i limiti della fotogrammetria, Pix4D si lega in<br />

maniera perfetta alle più recenti scoperte di ricerca e sviluppo, puntando a fornire le<br />

migliori soluzioni per le applicazioni industriali.<br />

FastGBSAR RAR<br />

Real Aperture Radar<br />

FastGBSAR SAR<br />

Synthetic Aperture Radar<br />

https://pix4d.com/<br />

https://cloud.pix4d.com/login<br />

CODEVINTEC<br />

Tecnologie per le Scienze della Terra<br />

Tel. +39 02 4830.2175 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> www.codevintec.it 29


MERCATO<br />

PROGRAMMARE I GIS CON PYTHON<br />

Il linguaggio Python, sempre più diffuso fra piccole e<br />

grandi aziende come Google, IBM e Nasa, permette la<br />

realizzazione di procedure automatizzate per i GIS e ha il<br />

vantaggio di essere molto versatile e dinamico.<br />

Il corso proposto da TerreLogiche mira a illustrare procedimenti<br />

fondamentali come:<br />

• la gestione automatizzata delle basi dati vettoriali e raster;<br />

• la connessione a geodatabase;<br />

• la realizzazione di script di Processing con interfacce<br />

personalizzate.<br />

Verranno inoltre approfonditi importanti moduli di<br />

Python in QGIS, descritte operazioni più avanzate, specialmente<br />

le procedure di generazione di plugin per QGIS<br />

e l’uso di QtDesigner per disegnare interfacce grafiche<br />

personalizzate.<br />

Essendo Python un linguaggio di programmazione intuitivo,<br />

non è richiesta ai partecipanti alcuna esperienza di<br />

programmazione informatica, quindi è un corso adatto<br />

sia a studenti universitari/ricercatori che a tecnici di PA<br />

e liberi professionisti. Per gli architetti e i geologi, in 18<br />

Crediti Formativi Professionali.<br />

Ulteriori particolare, questa sessione eroga agevolazioni<br />

sono disponibili per gli iscritti a Ordini Professionali e<br />

per le categorie educational.<br />

Il corso eroga crediti professionali per gli iscritti all’Ordine<br />

degli Architetti e dei Geologi.<br />

Le iscrizioni sono aperte per la prossima sessione che si<br />

terrà a Roma il 6-7-8 marzo.<br />

Per saperne di più consulta la scheda del corso: https://<br />

goo.gl/HX4xaH<br />

Il georadar 3D-Radar acquisisce immagini 3D fino a circa<br />

2 metri di profondità e fornisce all'operatore l’opportunità<br />

unica di definire ed effettuare uno scavo accurato<br />

nelle aree urbane. Il sistema permette di scansionare vaste<br />

aree e di mappare infrastrutture sotterranee o altri oggetti<br />

presenti nel sottosuolo in poco tempo.<br />

3D-Radar migliora sensibilmente la mappatura del sottosuolo<br />

consentendo così un notevole risparmio di tempo<br />

e costi.<br />

Benefits<br />

MAPPATURA DEI SOTTOSERVIZI<br />

CON I GEORADAR 3D RADAR<br />

La scarsa documentazione delle planimetrie dei sottoservizi<br />

crea forti ritardi nelle operazioni di scavo, spesso<br />

rese difficili dallo stato di danneggiamento in cui versano<br />

i servizi stessi. Le conseguenze possono essere: aumenti<br />

dei costi dovuti a ritardi sui tempi di scavo, modifica del<br />

progetto, danno ambientale o alle persone e aumento di<br />

spese per assicurazioni.<br />

4 Veloce ed accurata acquisizione dei dati<br />

Sistema ad alta produttività per vaste aree<br />

4 Alta risoluzione delle immagini radar<br />

Restituzione dei sottoservizi in 3D<br />

4 Estrema precisione se usato con RTK GPS<br />

o Total Station<br />

Coordinate x,y e z dei sottoservizi rilevati (formato GIS)<br />

Per richiedere una dimostrazione del prodotto scrivi a<br />

info@codevintec.it o visita il sito www.codevintec.it<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


MERCATO<br />

ME.S.A. INCONTRA IL BIM<br />

E IL FACILITY MANAGEMENT<br />

Tradizionalmente, la realizzazione di modelli 3D da acquisizioni<br />

metriche generanti nuvole di punti è dominio di<br />

rilevatori professionisti, ma negli ultimi tempi realtà aziendali<br />

e industriali che si occupano di Facility e/o Property<br />

Management si stanno aprendo alla generazione autonoma e<br />

semi-automatica di modelli tridimensionali di rapida esecuzione<br />

e con accuratezze controllabili.<br />

ME.S.A., in qualità di unico rivenditore autorizzato<br />

GeoSLAM in Italia dal 2015 propone il sistema “goanywhere”<br />

3D mobile mapping GeoSLAM ZEB-REVO (RT).<br />

Lo ZEB-REVO (RT) è un dispositivo di acquisizione manuale<br />

snello, rapido e semplice da utilizzare nonché adatto<br />

a realizzare modelli 3D di ampie strutture, con un grado di<br />

precisione adatto alle esigenze del settore BIM.<br />

Lo ZEB-REVO è dotato di una camera per la documentazione<br />

fotografica e di un sistema Real-Time supplementari. Ed<br />

è stato disegnato per effettuare acquisizioni rapide che non<br />

necessitano di una formazione approfondita. Così anche il<br />

software di processamento delle determinazioni, basato su<br />

un algoritmo SLAM, viene utilizzato per la registrazione<br />

rapida dei dati e la generazione di modelli 3D da nuvole di<br />

punti.<br />

Dal modello, grazie alle più recenti implementazioni del SW<br />

GeoSLAM Hub+Draw, possono essere estratte rapidamente<br />

rappresentazioni 2D-3D, facilitandone l’utilizzo anche in<br />

nuovi settori, e non solo da parte degli esperti del rilievo.<br />

Le nuove funzionalità permettono l’integrazione con dati<br />

provenienti da altri sensori e prevedono anche la colorazione<br />

della nuvola e - grazie a nuove partnership della GeoSLAM<br />

- la creazione di modelli fotorealistici tramite superfici mesh<br />

(ContextCapture – Bentley).<br />

ME.S.A., oltre alla distribuzione del prodotto ha sviluppato<br />

un ventaglio di soluzioni tecniche da proporre come servizi<br />

alle aziende che intendono introdurre, nel proprio ciclo operativo,<br />

le tecnologie 3D mobile mapping, come ad esempio<br />

il servizio di sharing avanzato.<br />

www.mesa-laserscanner3d.com<br />

®<br />

Satellite Services for Structural Monitoring<br />

I.MODI® è un servizio che sfrutta i dati di Osservazione Terrestre per<br />

monitorare la stabilità di edifici e infrastrutture civili in tutto il mondo.<br />

Fornendo report in maniera user-friendly tramite WebGIS,<br />

I.MODI® rende il dato satellitare utilizzabile in modo semplice e intuitivo.<br />

Controllo sistematico<br />

di aree molto vaste<br />

Dati satellitari<br />

facili da capire<br />

Non richiede dispositivi<br />

installati sulla struttura<br />

Back Analysis usando<br />

dati archiviati dal 1992<br />

Integrazione con il<br />

contesto geologico<br />

Servizi modulari per<br />

le esigenze dell’utente<br />

I.MODI® è sviluppato da<br />

Survey Lab, spin off dell’Università La Sapienza di Roma, è<br />

impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie per la<br />

realizzazione di prodotti, processi e servizi di geomatica.<br />

Dal 2008 opera nel campo del controllo di edifici e<br />

infrastrutture civili e del monitoraggio del territorio<br />

mediante l’utilizzo integrato di sensori satellitari e terrestri.<br />

www.imodi.info<br />

www.surveylab.info<br />

This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020<br />

research and innovation programme <strong>GEOmedia</strong> under n°6-<strong>2017</strong> grant agreement No 720121 31


MERCATO<br />

TRIMBLE HA INIZIATO A RENDERE OPERATIVA<br />

LA MIXED REALITY IN CANTIERE<br />

È disponibile per il cantiere l'applicazione Trimble<br />

Connect per HoloLens e l'unico accessorio per casco<br />

rigido approvato e certificato ANSI per HoloLens di<br />

Microsoft.<br />

L’unione di questi prodotti sta ampliando le opportunità<br />

di implementazione della mixed reality per gli<br />

operatori in cantiere, consentendo allineamento e visualizzazione<br />

precisa dei dati 3D in modalità mai sperimentate<br />

prima.<br />

Il team Mixed Reality di Trimble offre a utenti visionari<br />

in Architettura, Ingegneria, Costruzioni, Facility<br />

Operations, Mining, Geospatial e Risorse Naturali<br />

l'opportunità di sperimentare come la tecnologia della<br />

Mixed Reality può trasformare il modo in cui lavorano.<br />

La tecnologia Mixed Reality combina oggetti del<br />

mondo reale con contenuti digitali, in modo interattivo<br />

e in tempo reale. Insieme alla tecnologia olografica,<br />

porta i modelli fuori dallo schermo e aiuta le persone a<br />

interpretare in modo efficiente le informazioni fisiche<br />

e digitali e le relazioni spaziali tra loro.<br />

Gli ologrammi proiettati possono sembrare reali e possono<br />

muoversi, essere modellati e cambiare in base<br />

all'interazione con l'utente o l'ambiente fisico. Gesti,<br />

occhi e comandi vocali possono essere utilizzati per<br />

navigare e controllare il contenuto presentato.<br />

Trimble ha studiato l'uso della realtà mista dal 1997,<br />

quando venne presentato il primo brevetto per un'applicazione<br />

di Augmented Reality all'aperto. Da allora,<br />

Trimble ha collaborato con oltre una dozzina di fornitori<br />

di hardware e software per essere tra i primi a<br />

proporre applicazioni software di Mixed Reality pertinenti<br />

al mercato aziendale.<br />

La Mixed Reality e la tecnologia olografica portano<br />

i modelli fuori dallo schermo e offrono agli utenti la<br />

possibilità di interagire con i dati di progettazione in<br />

modo più intuitivo. Inoltre, scatenare il modello 3D<br />

democratizza i dati offrendo un modo naturale di sperimentare<br />

e comprendere il design.<br />

La realtà virtuale (come ad esempio quella di Oculus<br />

Rift e HTC Vive) è una tecnologia completamente immersiva,<br />

che impedisce all'utente di visualizzare solo<br />

contenuti digitali. La realtà aumentata (come quella<br />

della tecnologia Google Glass) combina insieme il<br />

mondo fisico e quello virtuale sovrapponendo le informazioni<br />

digitali dell'ambiente all'utente.<br />

La realtà mista (come quella della tecnologia<br />

Microsoft HoloLens) può essere pensata come una realtà<br />

aumentata più avanzata; riconosce l'ambiente circostante<br />

e consente al contenuto digitale di interagire<br />

con il mondo reale.<br />

Nel settore AEC si sta utilizzando la tecnologia per visualizzare<br />

il design 3D in modo più efficace che mai,<br />

per scorrere rapidamente idee di progettazione in 3D,<br />

collaborare con altri (sia presenti che remoti) mentre<br />

sono immersi nel design, sovrapporre disegni al mondo<br />

reale per cose come il rilevamento delle interferenze<br />

e la visualizzazione dei rinnovamenti e utilizzare i<br />

modelli nel mondo reale come una "guida di istruzioni"<br />

per la produzione effettiva.<br />

Nelle operazioni degli edifici e nella gestione delle<br />

risorse, possiamo legare le risorse del mondo reale,<br />

come i serbatoi di acqua calda e i termostati, ai loro archivi<br />

in ​un database per sovrapporre i metadati direttamente<br />

nel mondo reale. I tecnici possono utilizzarlo<br />

per capire quali risorse in una stanza potrebbero aver<br />

bisogno di manutenzione, per estrarre i manuali di<br />

istruzioni su come eseguire quella manutenzione o per<br />

assegnare gli ordini di lavoro direttamente dal campo.<br />

Nel settore minerario, si usa la realtà mista per visualizzare<br />

le miniere a cielo aperto su un tavolo o in<br />

maniera immersiva mentre sono seduti alla scrivania<br />

a migliaia di chilometri di distanza. Possono sovrapporre<br />

informazioni importanti come volumi di scorte,<br />

movimenti di minerali e gradi e posizioni quasi in<br />

tempo reale di macchinari e camion.<br />

Trimble ha sviluppato software per essere indipendente<br />

dall'hardware, abilitando qualsiasi piattaforma<br />

hardware che corrisponda maggiormente alle esigenze<br />

degli utenti. Ad oggi, ha rilasciato 3 applicazioni per<br />

Microsoft HoloLens, con SketchUp Viewer che funziona<br />

anche con HTC Vive e Oculus Rift.<br />

Sono in corso progetti su più piattaforme tra cui Google<br />

ARCore, Apple ARKit, DAQRI Smart Helmet, Meta<br />

2, Windows Mixed Reality, HTC Vive e Oculus Rift.<br />

Guardate nel video sottostante cosa è successo in cantiere<br />

quando gli operatori hanno usato il sistema per<br />

la prima volta<br />

Per maggiori informazioni:<br />

http://www.tnzmarcom.com/mixedreality/<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


MERCATO<br />

IL CATASTO IN TASCA<br />

Per chi ha vissuto tutta l’epoca del passaggio<br />

del catasto dal cartaceo al digitale è una<br />

grande soddisfazione oggi tirare fuori lo<br />

smartphone dalla tasca e, in qualche minuto,<br />

avere informazioni sulla particella catastale<br />

e scaricare le monografie dei punti fiduciali.<br />

In questo iniziamo a constatare con mano il<br />

grande valore degli Open Data, la complessa<br />

opera di digitalizzazione e messa sistema<br />

da parte dell’amministrazione che gestisce<br />

il Catasto oggi nell’Agenzia delle Entrate,<br />

le enormi difficoltà attraversate per superare<br />

leggi e condizioni di estrema importanza<br />

che riguardano la privacy del cittadino e il<br />

complesso sistema dell’imposizione fiscale.<br />

Non solo, si deve riconoscere agli operatori<br />

professionali che hanno messo a disposizione<br />

di tutta la comunità, liberamente e in modalità<br />

completamente gratuita i loro sistemi,<br />

tutto l’apprezzamento che potrà venirgli dai<br />

professionisti sul campo che potranno finalmente,<br />

con pochi click, conoscere i dati catastali<br />

del terreno sui cui stanno operando,<br />

individuando i punti di riferimento e scaricarne<br />

al volo le Monografie.<br />

Un primo servizio del genere è fornito<br />

da Topoprogram ed è gratuito per una rapida<br />

consultazione delle mappe catastali e delle<br />

informazioni sui punti fiduciali.<br />

Il servizio è utilizzabile su PC e smartphone<br />

e sfrutta la geolocalizzazione del dispositivo<br />

su cui si lavora.<br />

I dati visualizzati sono resi disponibili da<br />

due servizi forniti da GloboGIS e dalla recente<br />

Consultazione cartografia catastale –<br />

WMS.<br />

Il servizio offerto da Topoprogram su PC e<br />

smartphone consente di avere la monografia<br />

dei Punti Fiduciali e la guida verso il punto,<br />

misurare aree e distanze e una ricerca per<br />

indirizzo.<br />

Vedi http://topoprogram.it/mappe<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 33


MERCATO<br />

REGISTER FOR FREE*<br />

BUSINESS 2018<br />

LONDON • UK 22 – 23 MAY<br />

Registration now open<br />

Register online today and attend the geospatial event<br />

designed for everyone involved in the gathering, storing,<br />

processing and delivery of geospatial information.<br />

Exhibition • Conference • Seminars • Workshops • Networking<br />

GeoBusinessShow.com<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong><br />

Background image provided by Ordnance Survey stand L10.<br />

*Exhibition, seminars and workshops are free to attend. There is a fee to attend the conference.


MERCATO<br />

®<br />

®<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 35


EMERMAPPE COPERNICUS<br />

Il Copernicus Emergency Management Service (Copernicus EMS) fornisce informazioni per la risposta all'emergenza<br />

in relazione a diversi tipi di disastri, inclusi pericoli meteorologici, pericoli geofisici, disastri causati dall'uomo<br />

intenzionali e accidentali e altri disastri umanitari, nonché attività di prevenzione, preparazione, risposta e<br />

recupero. Il servizio produce in continuazione mappe a seguito delle richieste. Di seguito si riporta un esempio<br />

recente di quanto realizza il servizio.<br />

COPERNICUS EMERGENCY MANAGEMENT SERVICE<br />

Alluvioni nel nord della Francia<br />

del 24 gennaio 2018<br />

Forti piogge prolungate hanno causato lo straripamento dei fiumi Senna, Reno e Ill e la mattina del 23<br />

gennaio, Méteo France ha emesso un allarme arancione per le inondazioni. L'EMS è stato attivato il 23<br />

gennaio alla sera per la produzione di mappe di delineazione (mostrando l'estensione dell'inondazione) e<br />

mappe di monitoraggio (che mostrano l'estensione dell'inondazione nel tempo su un'area specifica) per<br />

tredici Aree di interesse (AoIs). Le immagini satellitari post-evento SAR (radar ad apertura sintetica) erano<br />

già state acquisite dai satelliti Sentinel-1 e Radarsat-2 a causa di un tempestivo allarme da parte dell'EFAS<br />

(il Sistema europeo di sensibilizzazione alle alluvioni) che ha consentito al team di EMS Rapid Mapping<br />

di organizzare compito dei satelliti prima dell'attivazione.<br />

Tutte le mappe e i dati di geoinformazione digitale forniti sono disponibili per la visualizzazione e il download<br />

sul sito web EMS: http://emergency.copernicus.eu/EMSR265<br />

Copernicus Emergency Management Service (© 2018 European Union), [EMSR265] Les Mureaux:<br />

Delineation Map, Monitoring 2<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


MERCATO<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 37


SPECIALE TFA<br />

Alcuni momenti del<br />

Technology for All<br />

<strong>2017</strong>. Il workshop<br />

in campo tenutosi<br />

alla Villa dei Quintili<br />

sull'Appia Antica<br />

e la mostra strumentale<br />

durante la<br />

conferenza alla Biblioteca<br />

Nazionale<br />

Centrale di Roma.<br />

2<br />

TECHNO<br />

0<br />

TECHNO<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


SPECIALE TFA<br />

LOGYforALL<br />

LOGYforALL<br />

7<br />

1<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 39


REPORT<br />

Applicazione dei sistemi<br />

GIS nel verde urbano<br />

L’esperienza della città di Torino<br />

di Davide Giuseppe Ture<br />

La Città di Torino<br />

ha avviato nell’anno<br />

2015, per le aree verdi<br />

in manutenzione alle<br />

Circoscrizioni un ricalcolo<br />

delle superficie dei<br />

giardini/aree verdi con i<br />

sistemi GIS (Geographic<br />

Information System). A tale<br />

scopo, ogni area verde<br />

è stata codificata e sono<br />

stati elaborati gli shapefile<br />

con i dati vettoriali e<br />

raster.<br />

Fig. 1 – Verde Città di Torino.<br />

La Città di Torino è sicuramente<br />

tra le Città europee<br />

che possiede la maggior<br />

quantità di verde urbano<br />

all’interno del suo territorio.<br />

La gestione del patrimonio<br />

Verde Pubblico della<br />

Città, è una priorità che ogni<br />

Amministrazione Torinese<br />

indipendentemente dallo schieramento<br />

politico si trova ad<br />

affrontare nel momento in cui<br />

deve valorizzare, gestire e pianificare<br />

gli interventi manutentivi<br />

sul territorio in relazione al patrimonio<br />

verde pubblico.<br />

Durante lo svolgimento del<br />

Servizio di Manutenzione del<br />

Verde ci siamo trovati nella situazione<br />

di dover ricalcolare le<br />

aree verdi e gestire al meglio un<br />

patrimonio di circa 18.000.000<br />

di mq di verde pubblico, pertanto<br />

era necessario avere un<br />

censimento dettagliato e minuzioso<br />

del verde urbano con<br />

tutte le sue componenti (tappeti<br />

erbosi, viali pedonali, monumenti,<br />

piste ciclabili, scarpate,<br />

ed altro).<br />

La Città di Torino ha avviato<br />

nel 2015 una metodologia di<br />

calcolo e di definizione del<br />

Verde cittadino con l’obiettivo<br />

di migliorare la gestione e la<br />

valorizzazione del Paesaggio<br />

Urbano, attraverso l’utilizzo del<br />

Software Open Source QGIS<br />

ver. 2.18, che utilizza i sistemi<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

G.I.S. (Geographic Information<br />

System) per effettuare delle<br />

accurate Analisi Spaziali e<br />

Territoriali che ci permettono<br />

di quantificare ed analizzare le<br />

varie componenti antropiche<br />

e naturali che costituiscono le<br />

aree verdi cittadine in relazione<br />

ai diversi ambiti, ossia gruppi<br />

di areole (unità territoriale<br />

minima di superficie) che nel<br />

loro insieme costituiscono i<br />

Giardini, aree verdi, parchi,<br />

viali, scuole con presenza di<br />

tappeti erbosi, alberi, ed altro.<br />

Pertanto all’interno dell’ambito<br />

“Giardino” non vi è solo<br />

il tappeto erboso, ma anche il<br />

viale pedonale, la pista ciclabile,<br />

l’area giochi bimbi, il monumento,<br />

l’attrezzatura sportiva,<br />

l’unità volumetrica, ed altro<br />

ancora.<br />

Per poter sviluppare questo<br />

progetto si è ritenuto necessario<br />

la formazione di un gruppo<br />

di lavoro costituito da personale<br />

prevalentemente Tecnico<br />

con l’obiettivo di quantificare<br />

la superficie che costituisce i<br />

1371 ambiti in manutenzione<br />

al Servizio Decentramento,<br />

che nel caso della Città di<br />

Torino è quantificato in otto<br />

Circoscrizioni.<br />

Il lavoro svolto nel 2015 era focalizzato<br />

sulla necessità di:<br />

1.Migliorare la cura e manutenzione<br />

del Paesaggio<br />

Urbano allo scopo di ottenere<br />

una percezione migliore da<br />

Fig. 2 – Le areole della Città di Torino.<br />

parte del cittadino attraverso<br />

le tecniche di manutenzione<br />

dei Tappeti erbosi nelle diverse<br />

tipologie.<br />

2. Elaborare delle strategie e<br />

degli orientamenti che consentano<br />

l’individuazione di<br />

misure specifiche per la cura<br />

e la manutenzione del Verde<br />

Urbano;<br />

3.Redigere piani per la gestione<br />

e valorizzazione del territorio<br />

verde di competenza<br />

Circoscrizionale all’interno<br />

del Decentramento;<br />

4.Adeguare il Capitolato speciale<br />

d’appalto ed allegati in<br />

relazione alla superficie manutentiva<br />

rivisionata e ricalcolata<br />

con i sistemi GIS.<br />

Nel 2016 il progetto è stato<br />

premiato come vincitore dalla<br />

Segreteria Organizzativa del<br />

Premio “La Città per il Verde”<br />

17° edizione. La Giuria ha riconosciuto<br />

alla Città di Torino<br />

l’impegno nell’aver investito in<br />

modo eccellente le proprie risorse<br />

a favore del verde pubblico<br />

e della sostenibilità ambientale<br />

tramite l’utilizzo innovativo dei<br />

sistemi GIS.<br />

Per poter effettuare studi ed<br />

analisi ad alto livello, si è fatto<br />

ricorso alla Cartografia numerica<br />

ed agli Shapefile per la realizzazione<br />

di un modello vettoriale<br />

dei dati rappresentato utilizzando<br />

punti, linee e poligoni.<br />

Come noto lo shapefile è una<br />

tipologia di file che costituisce il<br />

Tab. 1 – Superficie verde circoscrizionale Città di Torino.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 41


REPORT<br />

Fig. 3 - Webmap e pop-up informativo<br />

con i metadati.<br />

formato più semplice usato per<br />

la memorizzazione di elementi<br />

geografici all’interno di un GIS.<br />

Gli shapefile sono in grado di<br />

contenere geometrie di una sola<br />

tipologia come punti, linee,<br />

poligoni e che vengono memorizzati<br />

all’interno di directoryes.<br />

Ogni shapefile è costituito<br />

solitamente da una terna di<br />

files che presentano estensioni<br />

.shp .shx .dbf. ma tutti con lo<br />

stesso nome, l’informazione<br />

geometrica (database delle coordinate)<br />

è contenuta nel file<br />

con estensione .shp, il file con<br />

estensione .dbf contiene la tabella<br />

degli attributi, mentre il<br />

file con estensione .shx è quello<br />

che memorizza la lista degli<br />

indici spaziali e che permette la<br />

costruzione del collegamento<br />

tra le geometrie.<br />

Dalla cartografia sono state<br />

estratte le areole ossia l’unità<br />

territoriale minima di superficie<br />

che unite insieme ad altre<br />

areole della stessa tipologia<br />

(esempio tutte a verde urbano)<br />

o di tipologia diversa (esempio:<br />

viali pedonali, monumenti, aree<br />

gioco bimbi, piste ciclabili, ed<br />

altre) costituiscono l’ambito che<br />

non è altro che il giardino, area<br />

verde o parco cittadino racchiuso<br />

all’interno di una poligonale<br />

chiusa composto da un certo<br />

numero di areole.<br />

Al fine di dare un’idea dimensionale<br />

sono state calcolate<br />

circa 70.000 areole suddivise<br />

in circa 1371 ambiti con una<br />

superficie a verde urbano cittadino<br />

di circa 4 milioni di metri<br />

quadrati per un totale di superficie<br />

ambito di 14 milioni di<br />

metri quadrati, a quest’ultimo<br />

valore andrà sommata la superficie<br />

in manutenzione al Verde<br />

Pubblico Gestione (grandi parchi,<br />

giardini storici, grandi viali<br />

centrali).<br />

Nella fase iniziale del lavoro<br />

si è iniziato ad effettuare delle<br />

Analisi Spaziali e di superficie<br />

che consistevano nel selezionare<br />

tutte le areole che costituivano<br />

il giardino / area verde.<br />

Ultimata la fase di selezione<br />

si è passati al salvataggio dello<br />

shapefile in una cartella dedicata<br />

e codificata una per ogni<br />

giardino circoscrizionale, (es.<br />

001_Circ02, 002_Circ02 e<br />

cosi proseguendo), il database<br />

contenete le informazioni della<br />

tabella attributi veniva importato<br />

in un foglio di calcolo attraverso<br />

una macro per eseguire<br />

il computo metrico estimativo<br />

che quantifica la reale superficie<br />

a tappeto erboso del Giardino<br />

stesso ed attribuisce il suo costo<br />

manutentivo in base alla tipologia<br />

di lavorazione (Tappeti<br />

erbosi Ornamentali, Verde<br />

Paesaggistico, Vede Scolastico e<br />

ricreativo, aiuole coltivate e con<br />

specie botaniche tappezzanti,<br />

scarpate, ecc).<br />

Il lavoro di estrazione degli ambiti<br />

si è concluso nel 2016 e dal<br />

<strong>2017</strong> è stato attivato un progetto<br />

pilota sulla Circoscrizione 2<br />

della Città di Torino (la più ampia<br />

in termini di superficie tra le<br />

otto circoscrizioni, ed il Tecnico<br />

Responsabile, ha conseguito la<br />

Certificazione Internazionale<br />

ECDL_GIS), che non utilizza<br />

più il foglio di calcolo di excel<br />

per eseguire il computo metrico<br />

estimativo, ma direttamente le<br />

tabelle attributi di QGIS.<br />

Lo scopo di utilizzare direttamente<br />

QGIS per i calcoli delle<br />

superfici, della tipologia di<br />

lavorazione delle aree verdi e<br />

dei costi manutentivi è legato<br />

alla necessità di importare tutte<br />

le informazioni contenute nei<br />

metadati direttamente sul Web<br />

tramite la WebMap.<br />

Dal sito internet contenente<br />

il collegamento alla Web Map<br />

(http://www.comune.torino.<br />

it/circ2/cm/pages/ServeBLOB.<br />

php/L/IT/IDPagina/4619), il<br />

cittadino/utente può interrogare<br />

dalla sua postazione da casa il<br />

giardino per il quale si desidera<br />

avere delle informazioni, per verificare<br />

le areole che costituiscono<br />

l’area in esame ed il relativo<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

nome del giardino, il codice<br />

dell’areola e la superficie di ogni<br />

areola, se è una superficie a<br />

tappeto erboso, un viale pedonale,<br />

una pista ciclabile, qual è<br />

il costo di manutenzione al mq<br />

ed il costo complessivo, quando<br />

è stato effettuato l’ultimo intervento<br />

di taglio erba e quando è<br />

programmato il successivo. Non<br />

solo si può verificare se ci sono<br />

aree gioco e quali attrezzature<br />

sono presenti, a quale tipologia<br />

appartengono e quando è stata<br />

effettuata l’ultima visita ispettiva<br />

da parte dei tecnici incaricati.<br />

Altro aspetto interessante, è che<br />

il cittadino/utente che si trova<br />

sul sito in esame può attraverso<br />

il QR code collegarsi direttamente<br />

al sito internet e da qui<br />

attivare la funzione di geolocalizzazione,<br />

che li permetterà di<br />

monitorare in tempo reale le<br />

attività svolte e la congruità tra i<br />

dati inseriti e la realtà in situ.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Emanuela Caiaffa (2011) ECDL-GIS La rappresentazione cartografica e i fondamenti del GIS,<br />

McGraw-Hill<br />

PAROLE CHIAVE<br />

GIS; webGIS; QGIS; Torino; computo metrico estimativo; cartografia numerica; verde pubblico<br />

ABSTRACT<br />

The City of Turin launched in 2015 a series of Space Analysis and recalculation of the area managed to<br />

public green space. The job was to select all the areolas that made up the garden / green area. Once the<br />

selection phase has been completed, the shapefile has been saved in a dedicated folder and coded one for<br />

each district garden, to perform the estimative metric calculation that quantifies the actual turf surface<br />

of the Garden itself and assigns its maintenance cost based on the type of processing. From <strong>2017</strong> a pilot<br />

project has been activated on the District 2 of the City of Turin that directly uses the attribute tables of<br />

QGIS for the importation of metadata on the WebMap, QRcode and website: http://www.comune.<br />

torino.it/circ2/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4619<br />

AUTORE<br />

Agr. Ture Davide Giuseppe<br />

Responsabile Tecnico<br />

Città di Torino<br />

Fig. 4 - File vettoriale con attivata la funzione etichette<br />

per visualizzare le attrezzature ludiche.<br />

• Rilievi batimetrici automatizzati<br />

• Fotogrammetria delle sponde<br />

• Acquisizione dati e immagini<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 43


REPORT<br />

ONORE AL MERITO<br />

Un appello alla Società Italiana<br />

di Fotogrammetria e Topografia<br />

di Attilio Selvini<br />

Chi scrive questo breve articolo, è un<br />

vecchio professore universitario “in<br />

quiescenza” (come si dice nel linguaggio<br />

burocratico) e quindi non conta nulla.<br />

Però è stato per un ventennio membro<br />

del consiglio direttivo della Società<br />

Italiana di Fotogrammetria e Topografia,<br />

SIFET, della quale fu anche, in ordine,<br />

segretario, vice-presidente e presidente.<br />

Non so se la Società usi<br />

ancora eleggere soci<br />

onorari: gli ultimi<br />

che ricordo furono in ordine<br />

Vitelli, Pericoli e Galetto.<br />

Sicuramente, se io appartenessi<br />

ancora alla SIFET, segnalerei<br />

per tale onore un vecchio socio,<br />

che non solo ha bene meritato<br />

in Italia e all’estero come<br />

topografo eccellente, ma che ha<br />

anche largamente contribuito<br />

a far conoscere, al di fuori dei<br />

confini peninsulari quanto<br />

di buono e costruttivo si fa<br />

nel nostro settore, che va dal<br />

rilevamento alla rappresentazione.<br />

Johann Martin Lun (Hans,<br />

per gli amici) è un piccolo<br />

topografo altoatesino (così si<br />

definisce lui stesso) nato verso<br />

la fine della seconda guerra<br />

mondiale a Innsbruck e quindi<br />

cittadino tedesco: nel 1945<br />

l’Austria era solo la “Ostmark”<br />

del Terzo Reich. In realtà<br />

Hans è una persona squisita,<br />

con una ottima cultura, che<br />

parla correttamente le cinque<br />

maggiori lingue europee oltre ad<br />

un paio di dialetti, ma che soprattutto<br />

se ne va, a proprie spese,<br />

per il mondo intero, per conoscere<br />

e far conoscere l’attività<br />

topocartografica nella quale eccelle.<br />

Lun è da sempre socio della<br />

SIFET, alla quale non ha mai<br />

chiesto nulla e invece ha dato<br />

molto. E’ presidente dell’Associazione<br />

Topografi del Trentino-<br />

Alto Adige, e non manca di<br />

partecipare attivamente a molte<br />

delle manifestazioni di spicco<br />

qua e là per il globo. E’ stimato<br />

da professori universitari americani<br />

e tedeschi, russi e cinesi,<br />

dei quali gode l’amicizia. A puro<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong>


REPORT<br />

titolo esemplificativo, ricordo<br />

qui avanti i suoi interventi alla<br />

23° Conferenza della FIG a<br />

Monaco di Baviera nel 2006,<br />

e nel 2002 a Washington,<br />

DC, allo “American Congress<br />

on Surveying and Mapping”,<br />

interventi dei quali riporto in<br />

ordine la prima pagina.<br />

Ma ciò è acqua passata voi<br />

direte e non a torto. Gli è che<br />

l’attività promozionale del geometra<br />

Lun nei confronti della<br />

topografia italiana (o meglio,<br />

altoatesina) è instancabile.<br />

Ha allacciato amicizia con le<br />

personalità più in vista del<br />

settore geomatico nell’universo<br />

mondo, dall’Occidente all’Oriente,<br />

dal Nord al Sud: sono<br />

decine le immagini che mi ha<br />

inviato in proposito, e lo si<br />

vede insieme a russi e americani,<br />

tedeschi e cinesi, africani e<br />

giapponesi; c’è di che farne un<br />

album bellissimo. Una sua più<br />

recente impresa, è stata quella<br />

di illustrare in una università<br />

cinese, nel 2011, ciò che fanno<br />

lui e i suoi colleghi di Trento e<br />

Bolzano: credo che nessuno sinora<br />

abbia mai visto le mappe<br />

e le carte di quelle nostre regioni,<br />

costellate di ideogrammi<br />

mandarini. Eccone qui avanti<br />

alcuni esempi.<br />

Ed ecco il nostro caro collega<br />

insieme a un amico e altrettanto<br />

collega cinese durante<br />

quella manifestazione inter-<br />

The Cadastre in South Tyrol/Alto Adige –<br />

History and Practical Examples<br />

Johann Martin LUN, Italy<br />

Keywords: Cadastre, History, Openkat, Examples, FIG,<br />

paper<br />

SUMMARY<br />

The history of the cadastre in South Tyrol/Alto Adige is<br />

very closely connected to the history of Europe. In 1852,<br />

when the cadastre started, South Tyrol/Alto Adige and the<br />

Trentino were part of the Austrian Danube monarchy. At<br />

the same time in the kingdom of Italy 25 different cadastres<br />

existed. In 1871 a commission was introduced in order to<br />

unify these cadastres.<br />

With the fundamental law n. 3682, dated 1st of March<br />

1886, a unified parcel-cadastre was officially introduced in<br />

Italy. In 1919, after the First World War, South Tyrol/Alto<br />

Adige and the Trentino were annexed to the kingdom of<br />

Italy, which decided to maintain the former Austrian cadastre<br />

in the new territories. Today, with the introduction of<br />

the software Pregeo and Docfa and the network of fiducial<br />

points the Cadastre in Italy is unique. The directory of<br />

the Cadastre today is task of the Autonomous Province<br />

Bolzano-Bozen, South Tyrol-Alto Adige. Plans of division<br />

can be presented in Italian, German or bilingual. South<br />

Tyrol with his three ethnical groups, at the connection-line<br />

between two cultures, the Italian and the German,<br />

has an autonomy, which can be seen as a model in Europe.<br />

nazionale, alla quale, ripeto, ha<br />

partecipato a sue proprie spese<br />

solo per far conoscere il lavoro<br />

italiano in ambito topocartografico.<br />

Per finire, oltre a segnalare il geometra<br />

e socio della SIFET Lun<br />

alla attuale presidenza, vorrei<br />

mandare un piccolo suggerimento<br />

anche all’Università di Trento,<br />

ove si trova il collega Giovanni<br />

Battista Benciolini, ordinario<br />

di topografia. Molte università<br />

nostrane hanno concesso lauree<br />

“honoris causa” a calciatori,<br />

corridori e stilisti; perché non<br />

pensare ad una ”lectio magistralis”<br />

con tanto di tocco e toga, del<br />

topografo di Naturno, provincia<br />

di Bolzano, Johann Martin Lun.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

SIFET; geometra; honoris causa<br />

ABSTRACT<br />

SIFET, the Italian Society of Photogrammetry and Topography,<br />

has many honorary members. In this article a proposal<br />

for a new one.<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

attilio.selvini.POLIMI@gmail.com<br />

Già Presidente della Società Italiana di Fotogrammetria<br />

e Topografia<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°6-<strong>2017</strong> 45


AGENDA<br />

19-22 Febbraio 2018<br />

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Roma<br />

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18-21 marzo 2018<br />

GI4DM 2018 -<br />

Geoinformation for Disaster<br />

Management<br />

Istanbul (Turkey)<br />

www.geoforall.it/kww3r<br />

20-23 marzo 2018<br />

3rd GEO Data Providers<br />

Workshop<br />

Frascati<br />

www.geoforall.it/kwu3y<br />

26 - 29 March 2018<br />

RSCy2018 Cyprus Sixth<br />

International Conference on<br />

Remote Sensing and Geoinformation<br />

of Environment<br />

Cyprus<br />

www.geoforall.it/kwukw<br />

6-11 maggio 2018<br />

Istanbul (Turkey)<br />

FIG Congress<br />

www.geoforall.it/k9cwx<br />

22 - 23 maggio 2018<br />

London (UK)<br />

GEO Business 2018<br />

www.geoforall.it/kwxyc<br />

30-31 Maggio 2018<br />

Simposio NIRITALIA 2018<br />

Genova<br />

www.geoforall.it/kwwyq<br />

7-4 giugno 2018<br />

The ISPRS Technical<br />

Commission II Symposium<br />

"Towards Photogrammetry<br />

2020"<br />

Riva del Garda (Italy)<br />

www.geoforall.it/kwwfa<br />

13-15 giugno 2018<br />

21st International AGILE<br />

Conference<br />

AGILE 2018 "Geospatial<br />

Technologies for All"<br />

Lund (Sweden)<br />

www.geoforall.it/kw9w4<br />

10 - 13 settembre 2018<br />

2018 SPIE Remote Sensing<br />

symposium<br />

Berlin (Germany)<br />

www.geoforall.it/kwuxx<br />

19 - 21 Settembre 2018<br />

Remtech Expo 2018<br />

Ferrara<br />

www.geoforall.it/kwwyr<br />

16 - 18 ottobre 2018<br />

INTERGEO 2018<br />

Frankfurt (Germany)<br />

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