09.03.2018 Views

VNM Dicembre 2017

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

EDIZIONI<br />

ZEROTRE<br />

PUBBLICA IL TUO LIBRO IN MODO<br />

SEMPLICE ED ECONOMICO<br />

Edizioni03 offre una piattaforma online per:<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

APPROFITTA DEL NOSTRO MODELLO<br />

PRINT-ON-DEMAND<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Scegli la confezione che preferisci!<br />

7 MOTIVI PER SCEGLIERE EDIZIONI03<br />

VENDI IL TUO LIBRO<br />

CON EDIZIONI03<br />

IN SOLI 4 PASSI!<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

2 <br />

prezzo di<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3 Crea la tua<br />

pagina di<br />

vendita<br />

<br />

<br />

<br />

4<br />

libro<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

edizioni03.com<br />

info@artifices.it


sommario<br />

n° 2 - dicembre <strong>2017</strong><br />

Piazza Bra a Natale<br />

5<br />

6<br />

10<br />

13<br />

14<br />

Editoriale<br />

Associazione<br />

Eccellenze veronesi a Bruxelles<br />

Storie di veronesi<br />

La vita dopo la Brexit<br />

Dal mondo<br />

In ricordo di Marcinelle<br />

Associazione<br />

Don Venturelli: una vita in missione<br />

16<br />

19<br />

20<br />

22<br />

Storie di veronesi<br />

Un veronese in Formula Uno<br />

Diecirighe<br />

Petizioni e nuovi circoli<br />

Terzapagina<br />

Soul System un anno dopo Xfactor<br />

Associazione<br />

Raduno circolo Baldo-Garda<br />

Associazione Veronesi nel Mondo<br />

Fernando Morando<br />

Presidente<br />

Giovanni Rana<br />

Presidente Onorario<br />

Luca Panizzo<br />

Consigliere<br />

Benito Marchetti<br />

Consigliere<br />

Mons. Edoardo Sacchella<br />

Consigliere<br />

Enzo Badalotti<br />

Vioce Presidente<br />

Paolo Marconi<br />

Segretario<br />

Pietro Vaiente<br />

Consigliere<br />

Raoul Beltrame<br />

Consigliere<br />

PROBIVIRI<br />

Claudio Valente - Giorgio Gioco - Riccardo<br />

Ceni<br />

REVISORI DEI CONTI<br />

Andrea Dante - Luca Angelico - Claudio<br />

Girardi<br />

Angelo Cresco<br />

Consigliere<br />

Luigino Confente<br />

Consigliere<br />

Amedeo Prezzi<br />

Consigliere<br />

Nicola Vincenzi<br />

Consigliere<br />

info@veronesinelmondo.eu<br />

Piazza Mura Gallieno, 3 - 37121 - Verona<br />

VERONESI NEL MONDO - Registrato al Tribunale di Verona n. 312 del 6 giugno 1974 Anno 45 n. 2 dicembre <strong>2017</strong> Periodico dellÊassociazione<br />

Veronesi nel Mondo DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Piazza Mura Gallieno 3, 37121 Verona.<br />

Tel. 045 597704 ufficiostampa@veronesinelmondo.eu - www.veronesinelmondo.eu. EDITORE Associazione Veronesi nel Mondo<br />

DIRETTORE RESPONSABILE Daniele Pagliarini - IN REDAZIONE Daniele Pagliarini, Paolo Marconi - HANNO COLLABORATO<br />

Caterina Ugoli, Alessandro Foroni - Impaginazione e grafica a cura della redazione


EDITORIALE<br />

di Fernando Morando<br />

Siamo giunti alla conclusione anche di questo <strong>2017</strong>, un<br />

anno complicato per la nostra associazione, ma assolutamente<br />

proficuo, che ci ha visti impegnati su molti fronti e a<br />

far vivere, ancora una volta, la nostra città fuori dalle mura<br />

scaligere.<br />

LÊobiettivo che ci eravamo prefissati, ossia diventare anche<br />

un motore di promozione per le aziende del nostro territorio,<br />

pian piano si sta concretizzando e ne è la prova la<br />

splendida iniziativa che abbiamo portato a Bruxelles durante<br />

la Settimana della Cucina Italiana per far conoscere le<br />

nostre specialità.<br />

Il futuro, dunque, passa da qui: creare reti, cooperazione,<br />

interscambi. Questo è quello a cui dobbiamo mirare, per<br />

essere non solo unÊassociazione assistenziale, ma anche<br />

operativa e concreta.<br />

Le eccellenze di Verona sono i nostri prodotti, ma anche i<br />

nostri uomini e le nostre donne, come i profili che presentiamo<br />

in questo numero. Grandi persone che tengono alto<br />

il nome di questa città.<br />

Concludo augurando a tutti i nostri soci, dunque, un 2018<br />

proficuo e ricco di nuove opportunità, sia a quelli che risiedono<br />

in Italia che alle migliaia sparsi nel mondo, nella speranza<br />

che anche la partecipazione alla vita associativa sia<br />

motivo di orgoglio e di serenità.<br />

5


di Daniele Pagliarini<br />

LE ECCELLENZE VERONESI<br />

SBARCANO A BRUXELLES<br />

In occasione<br />

della Settimana della<br />

Cucina Italiana nel<br />

Mondo lÊassociazione<br />

Veronesi nel Mondo<br />

porta alla ribalta le<br />

eccellenze del<br />

territorio, attraverso<br />

una giornata tutta<br />

dedicata al territorio<br />

Verona e le sue eccellenze della tavola sono volate a<br />

Bruxelles per la „Settimana della cucina italiana nel mondo -<br />

The Extraordinary Italian Taste‰, un appuntamento promosso<br />

dal Governo italiano e attuata dai Ministeri degli Esteri,<br />

delle Politiche Agricole, del Miur e dello Sviluppo<br />

Economico. Ad organizzare la spedizione ci ha pensato<br />

lÊassociazione Veronesi nel Mondo, che grazie anche allÊimpegno<br />

della rappresentante del circolo di Bruxelles,<br />

Alessandra Zocca, ha fatto conoscere ad esperti del settore,<br />

autorità e buyer il meglio della tradizione enogastronomica<br />

scaligera. Giovedì 23 novembre, nella sede dellÊIstituto<br />

Italiano di Cultura della capitale belga, decine di prodotti<br />

sono passati in rassegna allÊinterno della conferenza „LÊItalia<br />

del vino, un patrimonio tutto da riscoprire‰, a cura della<br />

giornalista e commissario Onav, Alma Torretta: ÿIl nuovo<br />

corso dellÊassociazione Veronesi nel Mondo è proprio questo:<br />

favorire le eccellenze italiane allÊestero – ha spiegato il<br />

presidente, Fernando Morando – Ormai non basta più lÊassistenzialismo<br />

ai nostri concittadini che si sono trasferiti, ma<br />

serve anche una reale mediazione tra imprese e mercato<br />

che grazie alla nostra rete possiamo favorire e questo ne è<br />

6


lÊesempio lampanteŸ. Alla giornata hanno partecipato anche i due europarlamentari veronesi,<br />

Lorenzo Fontana e Marco Zullo, oltre allÊonorevole Alessio Tacconi.<br />

A Bruxelles sono quindi stati presentati il Vino Durello della cantina Fongaro di Roncà, il<br />

Bardolino Chiaretto Brut dellÊazienda Costadoro di Bardolino, il Lugana di Fraccaroli di<br />

Peschiera del Garda, Il Custoza della cantina Pignetto di Bussolengo e il Valpolicella<br />

Ripasso e Recioto dellÊazienda Chevalier di San Floriano, offrendo ai presenti della sala<br />

anche un percorso degustativo e olfattivo guidato da sommelier. Ma non solo enologia,<br />

come spiega Enzo Badalotti, vice presidente di Veronesi nel Mondo e motore propiziatorio<br />

di questa iniziativa unitamente ad Alessandra Zocca: ÿIl vino veronese è senza dubbio lÊeccellenza<br />

primaria con cui possiamo confrontarci allÊestero, ma lo stesso in molti casi è già<br />

abbondantemente conosciuto e apprezzato. Ecco perché abbiamo puntato anche ad aprire<br />

ad alcune piccole realtà gastronomiche di altissimo livello, che potessero far conoscere prodotti<br />

poco conosciuti ma dalla qualità indiscutibileŸ. Monte Veronese Dop del caseificio<br />

Morando: „Serve<br />

una reale mediazione<br />

tra imprese e<br />

mercato che grazie<br />

alla nostra rete<br />

possiamo favorire e<br />

questo ne è lÊesempio<br />

lampante‰.<br />

Presentati Bardolino,<br />

Durello, Lugana,<br />

Valpolicella e Custoza,<br />

oltre ad alcune<br />

specialità gastronomiche<br />

7


Gugole di San Giovanni Ilarione, Vinappeso e salumi affinati<br />

nel vino di Ceradini il Vigneto dei Salumi di Negrar,<br />

Mandorlato di Cologna Veneta di Rocco Garzotto,<br />

Sfogliatine al Recioto della Pasticceria Miozzi di Verona e<br />

grissini della Valdadige del Panificio Zorzi di Brentino<br />

Belluno sono solo alcune delle specialità che gli invitati a<br />

questa giornata hanno potuto conoscere, nella speranza,<br />

delle aziende che hanno aderito, di poter aprire nuovi mercati:<br />

ÿLa Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che<br />

questÊanno cadeva dal 20 al 26 novembre, è un appuntamento<br />

particolarmente sentito allÊestero e soprattutto dai<br />

nostri associati, che hanno sempre voluto mantenere un contatto<br />

con il territorio dÊorigine – ha concluso Morando –<br />

Passa anche attraverso loro lÊazione di diffusione dei valori<br />

del nostro Paese, perché, ne sono convinto, sarebbero proprio<br />

loro i primi consumatori di queste eccellenze se potessero<br />

trovarle al banco del supermercato o nel negozio sotto<br />

casaŸ.<br />

8


di Caterina Ugoli<br />

La vita dopo la<br />

Brexit. Storia di<br />

un accademico<br />

veronese<br />

23 giugno 2016. Ogni cittadino<br />

europeo ricorda certamente<br />

questa data. ˚ ormai trascorso<br />

un anno e più da quel lontano<br />

giorno di giugno in cui tutti i<br />

cittadini britannici sono stati<br />

chiamati alle urne per esprimere<br />

la propria preferenza sulla<br />

permanenza del Regno Unito<br />

nellÊUnione Europea. Il referendum<br />

consultivo, anche noto<br />

come Brexit, si è concluso con<br />

un voto favorevole allÊuscita<br />

dalla Ue, seppure di poco, per<br />

un 51,9 per cento contro il<br />

48,1 per cento degli elettori.<br />

Così, sebbene il destino del<br />

Regno Unito sarà sempre legato<br />

a quello del continente, considerata<br />

anche la sua importante<br />

presenza in Europa, la<br />

premier britannica Teresa May<br />

ha trascorso questo lungo<br />

anno alla ricerca di trattative<br />

per lasciare la Comunità economica<br />

europea e tutti, sia<br />

quelli che volevano andarsene<br />

che quelli che volevano rimanere<br />

stanno ancora sperando<br />

che la signora May strappi un<br />

buon accordo.<br />

E mentre nelle sale di palazzo<br />

si cercano di siglare degli<br />

accordi condivisi per rendere il<br />

meno doloroso possibile questo<br />

„divorzio‰, anche se lÊaddio<br />

definitivo avverrà solo nel<br />

2019, molti cittadini del vecchio<br />

continente che da anni<br />

vivono e lavorano nel Regno<br />

Unito si chiedono cosa è cambiato<br />

e cosa cambierà.<br />

Il nostro Paese conta più di<br />

mezzo milione di emigrati che<br />

da anni vivono e lavorano tra<br />

Londra e dintorni. Ma a rappresentare<br />

una punta di eccellenza<br />

sono proprio gli accademici,<br />

perchè sono tanti. 5.755<br />

fra docenti e ricercatori: i<br />

nostri concittadini al di là dello<br />

Stretto sono la seconda comunità<br />

straniera più numerosa<br />

nelle università britanniche, a<br />

cui si potrebbero aggiungere<br />

6.749 studenti di dottorati di<br />

Stefano Pippa, 33 anni,<br />

docente universitario a<br />

a Londra, racconta<br />

lÊuscita del Regno<br />

Unito dallÊEuropa, tra<br />

speranze e futuro da<br />

ricostruire<br />

ricerca e master. Una comunità<br />

che nel 2016 è cresciuta del<br />

13 per cento rispetto allÊanno<br />

precedente. Secondo i sondaggi<br />

è proprio questa la categoria<br />

che sembra soffrire maggiormente<br />

di questÊaria di<br />

incertezza. LÊUfficio Scientifico<br />

dellÊAmbasciata dÊItalia a<br />

Londra rivela, infatti, che lÊ82<br />

per cento dei nostri connazionali<br />

del mondo accademico<br />

britannico vuole trasferirsi o<br />

considera la possibilità di<br />

farlo, come effetto della decisione<br />

di questo paese di<br />

lasciare lÊUnione Europea. E<br />

circa un terzo di quelli che<br />

pensano di traslocare, hanno<br />

in mente di tornare in Italia.<br />

Esclusione dai progetti europei,<br />

difficoltà di collaborazio-<br />

10


ne e ridotte possibilità di<br />

accesso ai fondi dellÊUnione<br />

sono alcune tra le motivazioni<br />

che hanno creato tra i nostri<br />

concittadini un senso di malcontento<br />

e demoralizzazione.<br />

Non è il caso di allarmarsi,<br />

ma se fino a qualche anno fa<br />

si parlava di „fuga di cervelli‰<br />

oggi, se i dati del sondaggio si<br />

concretizzeranno, saremo di<br />

fronte ad un vero e proprio<br />

controesodo.<br />

Stefano Pippa, veronese, 33<br />

anni, professore universitario,<br />

vive e lavora a Londra da oltre<br />

cinque anni, definisce la Brexit<br />

„un duro colpo‰ ma fa parte di<br />

quella categoria che per ora<br />

non è intenzionata ad andarsene.<br />

Quando sei partito per Londra<br />

e perchè?<br />

Ho lasciato l'Italia nel settembre<br />

2011 per fare un dottorato<br />

in filosofia al Centre for<br />

Research in Modern European<br />

Philosophy della KIngston<br />

University di Londra. Una volta<br />

finiti i miei studi all'Università<br />

di Pisa, nel febbraio 2011, mi<br />

sono guardato intorno per fare<br />

un dottorato, ed ero tentato<br />

dall'idea di un'esperienza<br />

all'estero, anche perché la<br />

situazione in Italia non era<br />

delle migliori. Ho vinto una<br />

borsa di studio per tre anni<br />

alla Kingston University e ho<br />

deciso di cogliere l'occasione.<br />

Un diretto Verona- Londra quindi.<br />

Quali sono stati i primi<br />

passi che hai mosso nella<br />

nuova città?<br />

Entrare in una città come<br />

Londra non è mai facile, anche<br />

se posso dire che, rispetto a<br />

tanti altri italiani che arrivano<br />

qui per cercare lavoro, la mia<br />

situazione era più semplice:<br />

avevo già un contratto di<br />

borsa con l'Università e questo<br />

mi ha permesso di muovere i<br />

primi passi, come per esempio<br />

trovare alloggio o aprire un<br />

Stefano Pippa<br />

conto corrente con più facilità.<br />

L'Università mi ha supportato a<br />

livello pratico all'inizio.<br />

Immagino però che non sia<br />

stato tutto così semplice...<br />

Potrei fare un lungo elenco di<br />

tutte le difficoltà che ho avuto!<br />

Probabilmente la cosa più difficile<br />

è stata abituarsi alle<br />

dimensioni della città, alla lingua,<br />

alla mentalità. E certamente<br />

anche al fatto di essere<br />

lontano dall'Italia e da Verona.<br />

Diciamo che essere uno studente<br />

a Londra pone dei seri<br />

problemi a livello economico,<br />

poiché le borse di studio non<br />

sono granché e Londra è una<br />

tra le città più costose del<br />

mondo in termini di spese di<br />

base, affitto e trasporti. Ma<br />

anche grazie al supporto "a<br />

distanza" della mia famiglia<br />

sono riuscito ad ambientarmi e<br />

a concludere il dottorato.<br />

Veniamo a noi: un veronese<br />

nel Regno Unito prima e dopo<br />

la Brexit: cosa è cambiato?<br />

cosa non è cambiato?<br />

La Brexit è stato un duro colpo.<br />

Mi ricordo che sono andato a<br />

dormire quando gli exit poll<br />

davano il "remain" in vantaggio,<br />

e mi sono svegliato con un<br />

sms che mi informava che il<br />

"leave" l'aveva spuntata. ˚<br />

stato uno shock, perché nei<br />

mesi precedenti non avevo<br />

nemmeno voluto pensare che<br />

la vittoria del "leave" fosse<br />

anche solo possibile; l'intero<br />

affare del referendum sembrava<br />

a me, e a molti, una concessione<br />

strategica, e anche un<br />

po' arrogante, se vogliamo, di<br />

Cameron al populismo di<br />

Farage. Ma il risultato ha reso<br />

improvvisamente evidente la<br />

realtà e l'estensione di sentimenti<br />

di avversione nei conronti<br />

degli immigrati dei quali la<br />

politica dominante non aveva<br />

mai preso la misura. Del resto,<br />

vivendo a Londra, la percezione<br />

della temperatura politica<br />

nel resto del Regno Unito è<br />

senza dubbio distorta, ed infatti<br />

nella capitale il "Remain" ha<br />

vinto abbondantemente.<br />

E quando hai visto che i risultati<br />

non sono stati quelli attesi...<br />

La reazione immediata, in<br />

ogni caso, è stata equivalente<br />

al sentimento che in molti casi<br />

ha determinato il voto per il<br />

"leave": rabbia, commista a<br />

11


„So che molti italiani<br />

dopo la vicenda Brexit<br />

hanno pensato di<br />

ritornare in Italia, ma<br />

non credo che la nostra<br />

nazione sia così<br />

interessata ad un<br />

rientro di massa‰<br />

delusione. So che molti italiani<br />

hanno pensato di rientrare<br />

in Italia, e anch'io ci avevo<br />

pensato. Bisogna dire però<br />

che l'Italia non è interessata a<br />

far rientrare molti dei suoi cittadini,<br />

probabilmente perché<br />

un rientro di massa farebbe<br />

schizzare alle stelle i tassi di<br />

disoccupazione giovanile (e<br />

anche non giovanile), ponendo<br />

dei seri problemi politici e<br />

strutturali. A parte la psicosi<br />

dei primissimi mesi, la situazione<br />

per ora non è cambiata<br />

per nulla, se non per il fatto<br />

che le dimissioni di Cameron<br />

hanno provocato una serie<br />

quasi comica di eventi nella<br />

politica britannica, che del<br />

resto aumentano l'incertezza<br />

sul futuro. Ma al momento,<br />

molto semplicemente, non si<br />

sa cosa succederà, perché la<br />

politica non lo sa.<br />

Cosa ne pensi dei dati condotti<br />

dall'Ufficio Scientifico<br />

dell'Ambasciata d'Italia a<br />

Londra che rivelano che l'82<br />

per cento dei nostri connazionali<br />

nel mondo accademico<br />

britannico vuole trasferirsi: si<br />

respira davvero questÊaria?<br />

Non posso commentare sui<br />

dati, ma ho letto qua e là qualche<br />

intervista ad accademici<br />

italiani che in effetti dicono di<br />

voler lasciare il Regno Unito.<br />

Tra i giovani accademici come<br />

me, comunque, l'idea prevalente<br />

è che l'Italia semplicemente<br />

non sia un'opzione percorribile:<br />

il mondo accademico<br />

italiano è ossificato.<br />

A questo punto tu ti senti più<br />

europeo o più italiano?<br />

L'Italia non può essere separata<br />

dall'Europa, non è semplicemente<br />

possibile sentirsi<br />

Italiani ma non Europei. a<br />

livello culturale, che è il livello<br />

che definisce la nostra identità,<br />

mi sento tanto Italiano<br />

quanto europeo, o meglio,<br />

europeo perché italiano. Il discorso<br />

cambia se si ha in mente<br />

il processo politico di unificazione<br />

dell'Europa, cioè il livello<br />

istituzionale. Ma è chiaro<br />

che al momento non si può<br />

parlare di un processo politico<br />

di unificazione europea, quanto<br />

piuttosto di un processo economico<br />

che al momento non<br />

beneficia i cittadini<br />

dell'Unione Europea, ma solamente<br />

alcuni Stati, che hanno<br />

il controllo della politica economica<br />

dell'Unione. Questo è<br />

il livello a cui si collocano<br />

coloro che sono animati da<br />

sentimenti anti-europei, in tutti<br />

i paesi dell'Unione, anche se<br />

talvolta questo sentimento<br />

trova espressioni "culturaliste"<br />

di difesa di una cultura "italiana",<br />

o "francese", o anche più<br />

locale, a livello sub-nazionale.<br />

Da emigrato ad emigrante:<br />

cosa suggeriresti ad un veronese<br />

che vuole trasferirsi nel<br />

Regno Unito?<br />

Bè, per prima cosa di prendere<br />

contatto con qualcuno che<br />

già vive in UK, perchè di veronesi<br />

ce ne sono parecchi. Poi<br />

di armarsi di pazienza, di prepararsi<br />

a qualche difficoltà.<br />

Ma direi anche che è un'esperienza<br />

che arricchisce e apre<br />

la mente, e quindi vale la<br />

pena provarci, se davvero lo<br />

si vuole fare.<br />

Cosa ti manca di Verona?<br />

La mia famiglia, il tastasal, il<br />

Baldo e il Lago di Garda! E la<br />

bellezza del centro storico,<br />

che mi emoziona ogni volta<br />

che torno. Il tastasal è senza<br />

dubbio una delle cose che mi<br />

mancava (e mi manca tuttora)<br />

di più! La pizza si trova, ovviamente,<br />

la pasta anche e ci<br />

sono buoni ristoranti italiani in<br />

cui si possono trovare piatti di<br />

tutti i tipi... ma il tastasal proprio<br />

no!<br />

Quali sono i tuoi progetti per il<br />

futuro?<br />

Ormai sono abituato alla precarietà,<br />

sia lavorativa, dato<br />

che ho un contratto a tempo<br />

determinato, che geografica -<br />

come molti nella mia situazione.<br />

Per cui il futuro è "ristretto".<br />

Diciamo che la mia speranza<br />

attuale è di raggiungere<br />

presto una stabilità lavorativa<br />

e di continuare a studiare e<br />

insegnare filosofia.


Il Circolo di Charleroi<br />

dona una lanterna<br />

alla città di Verona,<br />

simbolo della memoria,<br />

per ricordare il<br />

dramma nella miniera<br />

belga in cui trovò la<br />

morte anche il<br />

veronese<br />

Giuseppe Corso<br />

In ricordo di<br />

Marcinelle<br />

Era la mattina dell'8 agosto 1956 quando la miniera di carbone<br />

Bois du Cazier presso la cittadina belga di Marcinelle, divenne<br />

teatro di un'immane tragedia: 262 persone, su 275 presenti, morirono<br />

a causa di un incendio che saturò di fumo il condotto principale<br />

di areazione; 136 delle vittime erano di radici italiane, emigrati<br />

per necessità, impiegati in fatiche pesantissime e altamente<br />

rischiose. Caduti sul lavoro: a perpetuarne il ricordo, la dismissione<br />

e conversione del sito in patrimonio Unesco e, mercoledì 18<br />

ottobre, una significativa cerimonia tenutasi a palazzo Barbieri,<br />

sede del Comune di Verona, durante la quale una rappresentanza<br />

dell'associazione Veronesi nel Mondo proveniente da Charleroi<br />

ha consegnato allÊassessore Luca Zanotto una simbolica lanterna<br />

da minatore, recante il nome del veronese Giuseppe Corso, tra i<br />

deceduti. Il presidente di Veronesi nel Mondo, Fernando<br />

Morando, e il presidente del corrispettivo circolo nella città belga,<br />

Gianni De Nardi, hanno così voluto commemorare non solo il<br />

dramma, ma anche, più ampiamente, quel periodo storico che<br />

contò tanti sacrifici da parte di povera gente, costretta dalle ristrettezze<br />

a lasciare l'Italia e cercar occupazione all'estero, in condizioni<br />

estenuanti, ma sostenute con la forza della necessità. La lanterna<br />

donata, alta circa un metro e mezzo, rientra nel lotto realizzato<br />

dalla fondazione „Le Bois du Cazier‰, con altre associazioni<br />

di Charleroi, in occasione del 60° anniversario del fatto, agosto<br />

2016, e collocate sul luogo. La distanza frapposta dal tempo ha<br />

permesso analisi lucide, con esiti che hanno rilevato omissioni nell'inchiesta<br />

successiva alla tragedia ("Rapport de la commission<br />

d'enquête chargée de rechercher les causes de la catastrophe survenue<br />

au charbonnage du Bois-de-Cazier, le 8 août 1956", pubblicato<br />

dal ministero degli Affari economici belga nel giugno '57)<br />

e trascuratezze nella manutenzione e nei dispositivi di sicurezza e<br />

salvataggio; gli operai intrappolati nel sotterraneo cercarono rifugio<br />

scendendo ai piani inferiori, i cavalli si rifugiarono in quello<br />

che era un tunnel cieco: non ci fu via di scampo. Visitare oggi il<br />

Bois du Cazier è impressionante: aldilà dell'interesse come sito di<br />

archeologia industriale, rimane intriso di morte. Un monito? Una<br />

lezione di storia, certamente, ma anche l'esortazione a ricordare il<br />

valore della vita, del lavoro, della sicurezza, che nemmeno oggi,<br />

a più di sessant'anni, è un tema risolto.<br />

13


di Alessandro Foroni<br />

Don Romano Venturelli,<br />

una vita per la Missione<br />

Doveva esserci il lavoro nei campi nel destino del valeggiano<br />

Don Romano Venturelli, terzo di cinque fratelli in una<br />

famiglia di agricoltori, che è morto il 14 agosto scorso<br />

all'ospedale dell'Università di Alberta all'età di 76 anni.<br />

Venturelli, invece, nato il 7 marzo 1941, già da ragazzo<br />

sognava di diventare un missionario in America Latina e di<br />

diffondere la fede tra gli indigeni del Mato Grosso a dorso<br />

di cavallo. Del resto il ragazzo aveva uno zio, Angelo<br />

Venturelli, che era missionario comboniano e operava nella<br />

giungla africana. ÿEro un poÊ selvaggio quando ero bambinoŸ,<br />

raccontava Don Romano, ÿe mi capitava a scuola di<br />

mettermi nei guai e di fare a botte, ma in fondo ero di<br />

buona indoleŸ. A cambiargli la vita fu la visita di due<br />

sacerdoti salesiani che andarono in questa grande fattoria,<br />

suddivisa tra la sua famiglia e le due degli zii, con ventiquattro,<br />

tra adulti e bambini, che spesso si ritrovavano<br />

insieme. Questi convinsero i suoi genitori, molto religiosi, a<br />

fargli frequentare il seminario salesiano a Trento subito<br />

dopo le elementari, assieme a due cugini. In fondo ciò che<br />

contava era che il ragazzo avesse unÊistruzione, poi avrebbe<br />

potuto scegliere la sua strada. Così avvenne perché il<br />

giovane si unì ai salesiani già nell'agosto del 1958. Poi<br />

egli prese la strada per il Nord America, completando gli<br />

studi nel collegio salesiano di Newton nel New Jersey<br />

prima di svolgere tre anni di insegnamento nelle scuole<br />

superiori. Nel 1965 tornò in Italia, a Roma per studiare<br />

teologia allÊUniversità salesiana ed essere ordinato sacerdote<br />

il 26 dicembre 1969. Lì fu mandato ad assistere le<br />

famiglie più bisognose nei sobborghi più poveri della capitale.<br />

ÿSentivo che era importante per meŸ, ricordava don<br />

Romano, ÿdedicare la vita a persone che avevano bisogno<br />

Morto in Canada<br />

il salesiano<br />

Don Romano Venturelli,<br />

da ragazzo<br />

„selvaggio‰ a<br />

missionario amato.<br />

Ora il testimone passa<br />

al fratello<br />

Giuseppe in Brasile<br />

14


e nelle periferie di Roma cÊerano famiglie<br />

che arrivavano dalle zone più povere<br />

dÊItalia per cercare lavoro. Poi erano finite<br />

nelle baracche in una terra di nessunoŸ.<br />

Due volte alla settimana egli affittava un<br />

autobus e portava i ragazzi al mare, ÿcosì<br />

potevano anche lavarsi visto che nelle loro<br />

misere case non cÊera lÊacqua correnteŸ.<br />

Successivamente divenne parroco in<br />

Canada alla Missione Maria Ausiliatrice<br />

di Riviere des Praires vicino a Montreal<br />

dove spinse per la realizzazione di una<br />

nuova chiesa. Proprio la presentazione dei<br />

disegni per la sua costruzione permise ai<br />

progettisti, gli architetti Anna Saroli e il<br />

marito Giovanni Palumbo, di salvarsi per<br />

miracolo. Rinunciarono infatti ad una<br />

vacanza che li avrebbe visti salire sullÊaereo<br />

coreano che il 1 settembre 1983<br />

venne abbattuto da un missile sovietico<br />

(269 le vittime) per aver violato lo spazio<br />

aereo russo vicino allÊisola di Sachalin. I<br />

sovietici dissero allora che aveva una strumentazione<br />

da spionaggio, ma i contorni<br />

di quanto accadde allora rimasero poco<br />

chiari.<br />

Nel 1997 don Romano tornò a Roma e<br />

poi di nuovo in Canada nella parrocchia<br />

di San Giovanni Bosco a Edmonton, dove<br />

dedicò parte del suo tempo a raccogliere<br />

fondi per le missioni salesiane in tutto il<br />

mondo. I salesiani, la cui missione è rivolta<br />

in particolare al mondo giovanile, contano<br />

infatti 17 mila sacerdoti in 110 paesi<br />

e rappresentano la terza congregazione<br />

religiosa dopo gesuiti e francescani. Ma<br />

don Romano, che era una persona amabile<br />

e un buon organizzatore, non dimenticava<br />

mai le sue radici. Quando poteva<br />

infatti trascorreva un periodo a Valeggio<br />

sul Mincio da suo fratello Giacomo per<br />

ÿricaricare la riserva di sole e di caldoŸ.<br />

Era rimasto talmente legato al suo paese<br />

d'origine da mantenervi fino all'ultimo la<br />

residenza in via Ragazzi del '99. Quanto<br />

fosse conosciuto e apprezzato lo sÊè visto<br />

anche al momento del funerale canadese<br />

quando la chiesa è stata gremita da un<br />

migliaio di persone. La salma è stata poi<br />

tumulata il 24 agosto al cimitero San<br />

Francesco d'Assisi di Montreal. Ora il<br />

testimone passa idealmente al fratello<br />

Giuseppe, missionario in Brasile dal<br />

1978, dopo aver conseguito la laurea in<br />

sociologia e tornato recentemente ad<br />

Areia Branca, dove era stato in precedenza,<br />

usufruendo per i progetti della missione<br />

dellÊappoggio dei valeggiani.<br />

Don Romano Venturelli<br />

Don Giuseppe venturelli con Anna Saroli


MANFREDI RAVETTO<br />

UN VERONESE IN FORMULA UNO<br />

di Caterina Ugoli<br />

Classe 1975 e stoffa da vendere, palermitano di origine, veronese<br />

fin da bambino, cittadino italiano e tedesco, poliglotta. Sembra<br />

quasi non accorgersene dellÊincredibile successo delle sue società<br />

e del suo lavoro, ereditato dalla lunga tradizione di famiglia. ˚ questo<br />

ciò che succede quando passione e mestiere fanno parte del tuo<br />

Dna, come per Manfredi Ravetto, direttore sportivo di scuderie<br />

automobilistiche e fondatore di tutte le società che compongono il<br />

Ravetto Group.<br />

Parliamo prima di tutto della sua carriera: da dove inizia?<br />

Ho iniziato la mia carriera come direttore sportivo di scuderie automobilistiche<br />

nel 1997 seguendo due piloti e cari amici veronesi:<br />

Piergiuseppe Perazzini ed Adriano Baso che correvano per il gruppo<br />

Ferrari Challenge. Successivamente, dopo avere diretto le<br />

Scuderie Forza di Torino e Passoli in Formula 3, ebbi la grande<br />

occasione di dirigere il team Durango in formula 3000, che al<br />

tempo era l'equivalente della odierna Formula 2, alla quale seguirono<br />

tre anni presso la scuderia dell'ex pilota di Formula 1,<br />

Piercarlo Ghinzani: una grande scuola con l'impegno sul doppio<br />

fronte sia della Formula 3 che della Formula 3000.<br />

E il primo approccio con la Formula 1, invece, quando è arrivato?<br />

Mentre lavoravo alla scuderia di Ghinzani sono riuscito anche a<br />

laurearmi in economia e commercio a Lugano ed sono entrato a far<br />

parte dell'ufficio marketing della Minardi in Formula 1: per quanto<br />

breve, è stato il mio primo contatto lavorativo col grande palcoscenico<br />

della Formula 1. A questo sono seguiti tre anni fondamentali<br />

come direttore generale della scuderia Draco di Adriano e Nadia<br />

Morini: oltre all'impegno di gestire insieme a loro la squadra che<br />

Il motore di una vita,<br />

una vita di motori.<br />

La sua storia è<br />

costellata di<br />

successi e vittorie,<br />

iniziata nel 1997<br />

e arrivata oggi<br />

con la creazione<br />

di una propria<br />

scuderia<br />

16


corre e vince costantemente in<br />

Formula 3000 e World Series<br />

Renault, mi sono occupato<br />

anche del management di piloti<br />

legati alla Draco. Il lavoro svolto<br />

con e per Felipe Massa,<br />

Augusto Farfus, Nicky Pastorelli<br />

ed altri, mi ha consentito di<br />

accompagnarli sino in Formula<br />

1 ed intensificare i miei legami<br />

con quel mondo.<br />

Quando ha capito che quello<br />

era il suo mondo?<br />

La svolta avviene nella parte<br />

finale del 2005 quando vengo<br />

chiamato dal dottor Colin Kolles<br />

a dirigere l'ufficio marketing<br />

della scuderia Jordan di<br />

Formula 1 unitamente alle attività<br />

di Kolles in DTM con Audi:<br />

oltre a salvare la storica compagine<br />

da crollo imminente, riesco<br />

ad accompagnarla nei successivi<br />

passaggi di proprietà dal<br />

gruppo Midland al costruttore<br />

olandese di auto fuori-serie<br />

Spyker sino all'attuale proprietà<br />

di Force India. Nel frattempo ho<br />

vissuto in Inghilterra fino al<br />

2008, e poi ho trascorso un<br />

paio dÊanni a Verona per gestire<br />

la crescita delle mie aziende<br />

attive nel settore della consulenza<br />

aziendale e della comunicazione.<br />

Ma nel 2010, sempre al<br />

fianco di Colin Kolles, sono<br />

rientrato nel mondo della<br />

Formula 1 nel prestigioso ruolo<br />

di direttore generale della neonata<br />

HRT-Hispania Racing Team<br />

F1 a motore Cosworth.<br />

Quali sono i ricordi più belli che<br />

ha degli anni in Formula 1?<br />

Il 2010 e il 2011 sono stati<br />

anni di enormi soddisfazioni<br />

per una piccola squadra di soli<br />

140 dipendenti e un budget di<br />

circa 60 milioni.<br />

Dopo il 2011 mi sono preso<br />

qualche anno di pausa e nel<br />

2014 sono rientrato come<br />

amministratore delegato e<br />

team-principal di Caterham-<br />

Renault F1 in piena epoca di<br />

motori ibridi: la mia conduzione<br />

dura sino al Gran premio di<br />

Russia a Sochi, successivamente<br />

la scuderia torna in mano<br />

alla vecchia proprietà che terminerà<br />

la stagione ad Abu Dhabi<br />

e, dopo aver partecipato ai test<br />

invernali per piloti debuttanti,<br />

deciderà di mettere il team in<br />

liquidazione. Sono seguiti poi<br />

altri anni di impegno nella<br />

gestione di piloti e consulenza<br />

a scuderie, sino al <strong>2017</strong> in cui<br />

decido di "chiudere il cerchio"<br />

costituendo una mia scuderia,<br />

la S.R.&R.- Scuderia Ravetto &<br />

Ruberti.<br />

Quali sono state le soddisfazioni<br />

più grandi?<br />

Sono difficili da elencare su due<br />

piedi ma le cito in ordine casuale:<br />

primo, l'essere stato tra i<br />

grandi dello sport automobilistico,<br />

secondo, l'aver fatto debuttare<br />

in F1 una moltitudine di<br />

piloti meritevoli, chi per un test,<br />

chi per un Gran Premio e chi<br />

per un Mondiale intero, terzo<br />

l'aver guidato strutture da oltre<br />

trecento dipendenti in contesti<br />

complessissimi e di massima<br />

competitività.<br />

Il suo è un percorso costellato di<br />

successi. A chi si ispira nel suo<br />

lavoro?<br />

Non mi ispiro a nessuno in particolare,<br />

ma seguo il solco della<br />

tradizione della mia famiglia<br />

che, partendo da mio bisnonno<br />

Clemente sr. ed arrivando a<br />

mio papà Clemente jr., è la più<br />

antica dinastia nel mondo delle<br />

corse poiché vi opera sin da<br />

quando esistono le corse stesse!<br />

Ed ora, come è nata lÊidea di<br />

aprire una Scuderia e perché<br />

proprio a Verona?<br />

La costituzione di una mia scuderia,<br />

per altro attiva anche nel<br />

settore delle corse motociclistiche<br />

e del noleggio di auto stradali<br />

da sogno, era il coronamento<br />

di una vita, di tutti e 42 i<br />

miei anni trascorsi nel mondo<br />

delle corse e delle auto; farla<br />

sorgere a Verona era naturale,<br />

essendo Verona la mia casa ed<br />

il centro della mia vita e delle<br />

mie attività.<br />

Lei però, se non sbaglio, è<br />

palermitano di origine, giusto?<br />

Come „è arrivato‰ a Verona?<br />

Sono nato a Palermo e sono<br />

assai orgoglioso dei miei natali<br />

in quella terra straordinaria ma<br />

sono cresciuto e sempre vissuto,<br />

parentesi estere a parte, a<br />

Verona, dove i miei genitori si<br />

sono trasferiti quando ero bambino<br />

e dove ho i miei legami in<br />

ogni senso.<br />

Cosa le manca di Verona<br />

durante i suoi viaggi allÊestero?<br />

Quando sono via da Verona mi<br />

mancano⁄i veronesi e la veronesità!<br />

Sia essa in forma di<br />

fumarmi un sigaro al Liston con<br />

gli amici o frequentando la<br />

nostra meravigliosa campagna.<br />

Quali sono le qualità die<br />

Veronesi che le piacerebbe<br />

esportare allÊestero?<br />

Quelle che mi porto sempre dietro:<br />

la tenacia e la perseveranza<br />

degli imprenditori veronesi.


NEWS DIECIRIGHE<br />

Nuovo circolo<br />

a Zurigo<br />

˚ stato inaugurato a Zurigo il<br />

nuovo circolo dei Veronesi<br />

nel Mondo. La cerimonia è<br />

avvenuta domenica 26<br />

novembre alla presenza del<br />

console italiano in Svizzera,<br />

Giulio Alaimo, dellÊonorevole<br />

Alessio Tacconi e del presidente<br />

dellÊassociazione,<br />

Fernando Morando. A presiedere<br />

il nuovo circolo sarà<br />

Giada Zordan.<br />

Veronesi a Basilea<br />

La delegazione di Veronesi nel mondo ha presenziato al<br />

Consolato di Basilea per la commemorazione del 4 novembre:<br />

dopo la messa, è stata deposta una corona presso il monumento<br />

ai Caduti. Nella foto, con gli Alpini e il Console Michele<br />

Camerota. Un ringraziamento doveroso ai volontari del<br />

Fogolar Furlan per averci offerto, in seguito, la loro buonissima<br />

polenta fatta a mano, come una volta.<br />

Caro aereo portami a Verona<br />

Prosegue la petizione on-line ad opera del circolo di Bruxelles<br />

dal titolo „Caro aereo, portami a Verona‰, in favore dello sviluppo<br />

di rotte che colleghino la città scaligera alla capitale<br />

europea. Per info è possibile iscriversi al gruppo facebook che<br />

porta lo stesso nome della petizione.


SOUL SYSTEM:<br />

DA XFACTOR AL<br />

NUOVO ALBUM<br />

di Caterina Ugoli<br />

Il loro successo assomiglia ad<br />

una favola, con tanto di colpo<br />

di scena. Rischiavano di restare<br />

dei signori nessuno se la fortuna,<br />

è proprio il caso di dirlo,<br />

non li avesse baciati. E lÊhanno<br />

meritata tutta. Esattamente un<br />

anno fa, il 15 dicembre 2016,<br />

li abbbiamo visti conquistare il<br />

palco, il pubblico e i giudici di<br />

X Factor 10, il talent show musicale<br />

di Sky Uno, con il loro<br />

popolarissimo inedito „SheÊs<br />

like a star‰, dopo essere stati<br />

scartati agli Home Visit e in<br />

seguito ripescati dal giudice<br />

della categoria dei gruppi,<br />

Alvaro Soler.<br />

Cinque ragazzi, un poco veronesi,<br />

un poco bresciani e un<br />

poco ghanesi (almeno quattro<br />

di loro): Alberto Patuzzo, alla<br />

batteria, Joel Ainoo tastierista e<br />

mente musicale, Don Diggy, ma<br />

ormai per tutti solo Ziggy (il suo<br />

vero nome è Samuel Nyame),<br />

al rap e autore dei pezzi, David<br />

Yeboah, al basso e Leslie<br />

Sackey, cantante. Sono loro lÊanima<br />

e il corpo dei Soul System,<br />

la band che con la sua forza ed<br />

energia ha fatto ballare lÊItalia<br />

ed è divenuta la protagonista di<br />

una storia nata sotto una buona<br />

stella, come quella di cui cantano.<br />

Dunque, ad un anno di distanza<br />

dalla vittoria di X Factor 10,<br />

chi sono oggi i Soul System?<br />

Oggi siamo prima di tutto una<br />

band che ha fatto un bellissimo<br />

tour estivo in giro per tutta Italia,<br />

da Torino a Treviso, da Rimini a<br />

Modena, fino a Monopoli.<br />

Abbiamo portato in giro il<br />

nostro puro swagga, facendo<br />

ballare e divertire migliaia di<br />

persone. A fine giugno infatti è<br />

uscito il nostro singolo<br />

„Liquido‰, un vero e proprio<br />

omaggio alla mitica Narcotic<br />

degli anni Novanta riarrangiato<br />

in una nuova veste e a settembre<br />

abbiamo lanciato<br />

„White Niggas‰ il singolo scelto<br />

per il nostro primo album<br />

„Back to the Future‰, Ritorno al<br />

Futuro, che è rimasto per un poÊ<br />

di settimane in classifica nazionale.<br />

White Niggas, neri bianchi,<br />

siete proprio voi?<br />

Diciamo che lÊespressione racchiude<br />

il nostro modo di pensare.<br />

Nella musica siamo tutti<br />

uguali, siamo uniti. La diversità<br />

è una risorsa non un limite.<br />

Certo di cose ne sono cambiate<br />

da quando suonavate tra<br />

Verona e Brescia nei locali di<br />

provincia. Che effetto fa diventare<br />

di colpo famosi? Vi sentite<br />

20


La band<br />

veronese, ad un<br />

anno dal successo<br />

nel talent di Sky,<br />

traccia un<br />

bilancio e si<br />

prepara al<br />

futuro, tra tour e<br />

nuovi progetti<br />

„cambiati‰?<br />

X Factor è stata la nostra scuola,<br />

una vera e propria palestra.<br />

Ora la nostra band è la priorità<br />

assoluta rispetto ad altri lavori<br />

che facevamo prima. Siamo<br />

nati come una band che faceva<br />

divertire ed ora stiamo crescendo<br />

soprattutto a livello discografico.<br />

Per quanto riguarda noi,<br />

invece, siamo rimasti gli stessi<br />

di prima perchè sappiamo che<br />

abbiamo ancora molto lavoro<br />

da fare. La cosa pazzesca è<br />

che la gente ci riempie dÊamore!<br />

Il pubblico ci ha dimostrato<br />

affetto fin da subito ed è per i<br />

nostri che fan che lavoriamo<br />

tutti i giorni.<br />

Facciamo un passo indietro,<br />

allora e ripercorriamo la vostra<br />

storia. Innanzitutto come vi siete<br />

conosciuti?<br />

Joel Ainoo ha uno studio di registrazione<br />

a Verona, il Warm<br />

Sound Records, dove tutti noi,<br />

chi per un motivo, chi per un<br />

altro lavoravamo. EÊ stata la<br />

nostra piccola casa, tra prove,<br />

chiacchiere e cene insieme. Poi<br />

Alby ad un certo punto ha chiesto<br />

a Joel di formare una band<br />

per fare alcuni lavori e da lì è<br />

partito tutto⁄.<br />

„Soul System, we move the<br />

System‰: vi abbiamo sentito<br />

spesso ripetere questa frase che<br />

è diventato il vostro motto. Ma<br />

perchè proprio Soul System,<br />

perché questo nome? Ce nÊerano<br />

altri di papabili?<br />

Ma guarda allÊinizio non avevamo<br />

neanche un nome, suonavamo<br />

perché ci divertivamo e<br />

avevamo una grande intesa<br />

musicale e un groove che spaccava.<br />

Ad un certo punto siamo<br />

stati costretti a darci un nome<br />

per farci conoscere e Don Jiggy<br />

una notte ci manda un messaggio...‰Soul<br />

System‰! Non<br />

abbiamo avuto dubbi.<br />

E così passo dopo passo, siete<br />

arrivati a „Back to the Future‰<br />

ovvero Ritorno al futuro, il vostro<br />

primo album, che la critica ha<br />

definito come un concentrato di<br />

suoni e ritmi, attuali e del passato,<br />

una fusione di R&B, hip hop,<br />

funky, soul e pop. Ma per voi<br />

cosÊè questÊalbum?<br />

Back to the future rappresenta<br />

la vera essenza dei Soul<br />

System. ˚ vero, è un disco con<br />

cui abbiamo toccato vari generi,<br />

dallÊhiphop al reggeaton, al<br />

poprock, alla disco, mantenendo<br />

sempre il nostro marchio e la<br />

nostra personalità. Per noi rappresenta<br />

le nostre innumerevoli<br />

sfaccettature, è la prova di un<br />

disco che volevamo fosse il più<br />

eclettico possibile. Abbiamo<br />

dato questo nome allÊalbum<br />

perchè abbiamo voluto portare<br />

le sonorità degli anni 80-90 nel<br />

disco dando una nuova veste,<br />

più moderna. Questo è il senso<br />

del nostro „ritorno al futuro‰.<br />

Tra tutti i brani vi consigliamo di<br />

ascoltare Funky Rub, White<br />

Niggas e Follow the Beat, ai<br />

quali siamo particolarmente<br />

affezionati.<br />

Ed ora che obiettivi avete?<br />

Quali sono i vostri prossimi progetti?<br />

Beh sicuramente i Soul System<br />

sono nati per fare musica e fare<br />

concerti quindi proseguiremo in<br />

questa direzione. Con ottobre<br />

abbiamo terminato il tour estivo<br />

e ora ci fermeremo un attimo<br />

per capire quali sono i prossimi<br />

obiettivi da raggiungere. In<br />

ogni caso faremo ancora<br />

promo per il disco e poi partirà<br />

un tour invernale⁄ci stiamo<br />

lavorando. I nostro sogno è<br />

quello di portare la nostra musica<br />

in Europa e in America,<br />

quindi non ci fermiamo qui.<br />

Quali sono i vostri punti di riferimento<br />

professionali?<br />

Sicuramente Bruno Mars è tra i<br />

nostri preferiti. Lui stesso poi,<br />

come cantante e ballerino, nonchè<br />

produttore discografico, si<br />

ispira a Michael Jackson che è<br />

un altro dei nostri miti. Anche la<br />

sua è una musica influenzata<br />

da diversi generi musicali, con<br />

la differenza che sette dei suoi<br />

singoli sono arrivati tra i singoli<br />

più venduti di tutti i tempi, mentre<br />

noi abbiamo solo da imparare.<br />

Vi siete fatti degli amici „famosi‰<br />

ora che avete calcato un palcoscenico<br />

importante come<br />

quello di X Factor?<br />

Ovviamente quando cominci a<br />

frequentare lÊambiente conosci<br />

un sacco di persone famose⁄<br />

con Alvaro abbiamo il gruppo<br />

su Whatsapp. Abbiamo aperto<br />

con lui alcuni concerti. ˚ stato<br />

un ottimo giudice e una bella<br />

spinta a lavorare bene.<br />

„Swagga‰ è un termine che<br />

ormai vi contraddistingue ed è<br />

molto utilizzato nella slang dei<br />

giovani ad indicare che una<br />

persona ha stile, è cool. Voi<br />

siete stati più volte definiti come<br />

gli „Swagga Boys‰, ma quali<br />

sono allora i tre pilastri del<br />

vostro „swagga‰?<br />

Stile, divertimento e musica.<br />

Ognuno di voi però ha una propria<br />

personalità. Provate a definirvi<br />

dicendo chi è il più⁄<br />

Don Jiggy: „Swaggaaaaaaaa‰<br />

Alberto Patuzzo: il più lavoratore,<br />

è instancabile e non si ferma<br />

mai.<br />

David Chorri: il più pignolo, ma<br />

anche il più positivo del gruppo.<br />

Leslie Sackey: il più sensibile<br />

Joel Ainoo: il più visionario<br />

21


RIUNITA LA SEZIONE<br />

BALDO-GARDA<br />

DI VERONESI NEL MONDO<br />

Si è svolto il 29 ottobre il consueto raduno della<br />

sezione Baldo-Garda dellÊassociazione Veronesi nel<br />

Mondo a Caprino. Presenti il vicepresidente, Enzo<br />

Badalotti, i Consiglieri Angelo Cresco e Luca<br />

Panizzo.<br />

Sono intervenuti a ricordo dei nostri migranti il sindaco<br />

di Caprino Veronese, Paola Arduini e il sindaco di<br />

Rivoli, Armando Luchesa. La cerimonia, che ha coinvolto<br />

numerose autorità e ha registrato un centinaio di<br />

presenze, è iniziata dal Monumento al Migrante, in<br />

via Arduino, dove è stata deposta una corona di alloro<br />

alla memoria dei conterranei veronesi che hanno<br />

spostato le loro vite in altri Paesi. La celebrazione è<br />

proseguita con i canti del coro alpino „La Preara‰ di<br />

Lubiara e dal maestro e musicista di Costermano sul<br />

Garda, Maurizio Consolini: ÿQuello di Caprino, mio<br />

paese di origine, è ormai un appuntamento fisso e<br />

molto importante – ha spiegato Fernando Morando,<br />

presidente dellÊassociazione scaligera – che serve<br />

non solo a raggruppare quanti hanno un parente o un<br />

amico che lavora o studia allÊestero, ma anche a<br />

ricordare quanti in passato hanno messo in gioco la<br />

loro vita e sono tragicamente scomparsi lontani dalle<br />

loro famiglie e dalle loro radiciŸ.<br />

Si è tenuto lo scorso<br />

29 ottobre il consueto<br />

raduno della<br />

sezione gardesana il<br />

cui simbolo è il<br />

Monumento al<br />

Migrante di Caprino<br />

Veronese<br />

22

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!