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sommario<br />
n° 2 - dicembre <strong>2017</strong><br />
Piazza Bra a Natale<br />
5<br />
6<br />
10<br />
13<br />
14<br />
Editoriale<br />
Associazione<br />
Eccellenze veronesi a Bruxelles<br />
Storie di veronesi<br />
La vita dopo la Brexit<br />
Dal mondo<br />
In ricordo di Marcinelle<br />
Associazione<br />
Don Venturelli: una vita in missione<br />
16<br />
19<br />
20<br />
22<br />
Storie di veronesi<br />
Un veronese in Formula Uno<br />
Diecirighe<br />
Petizioni e nuovi circoli<br />
Terzapagina<br />
Soul System un anno dopo Xfactor<br />
Associazione<br />
Raduno circolo Baldo-Garda<br />
Associazione Veronesi nel Mondo<br />
Fernando Morando<br />
Presidente<br />
Giovanni Rana<br />
Presidente Onorario<br />
Luca Panizzo<br />
Consigliere<br />
Benito Marchetti<br />
Consigliere<br />
Mons. Edoardo Sacchella<br />
Consigliere<br />
Enzo Badalotti<br />
Vioce Presidente<br />
Paolo Marconi<br />
Segretario<br />
Pietro Vaiente<br />
Consigliere<br />
Raoul Beltrame<br />
Consigliere<br />
PROBIVIRI<br />
Claudio Valente - Giorgio Gioco - Riccardo<br />
Ceni<br />
REVISORI DEI CONTI<br />
Andrea Dante - Luca Angelico - Claudio<br />
Girardi<br />
Angelo Cresco<br />
Consigliere<br />
Luigino Confente<br />
Consigliere<br />
Amedeo Prezzi<br />
Consigliere<br />
Nicola Vincenzi<br />
Consigliere<br />
info@veronesinelmondo.eu<br />
Piazza Mura Gallieno, 3 - 37121 - Verona<br />
VERONESI NEL MONDO - Registrato al Tribunale di Verona n. 312 del 6 giugno 1974 Anno 45 n. 2 dicembre <strong>2017</strong> Periodico dellÊassociazione<br />
Veronesi nel Mondo DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Piazza Mura Gallieno 3, 37121 Verona.<br />
Tel. 045 597704 ufficiostampa@veronesinelmondo.eu - www.veronesinelmondo.eu. EDITORE Associazione Veronesi nel Mondo<br />
DIRETTORE RESPONSABILE Daniele Pagliarini - IN REDAZIONE Daniele Pagliarini, Paolo Marconi - HANNO COLLABORATO<br />
Caterina Ugoli, Alessandro Foroni - Impaginazione e grafica a cura della redazione
EDITORIALE<br />
di Fernando Morando<br />
Siamo giunti alla conclusione anche di questo <strong>2017</strong>, un<br />
anno complicato per la nostra associazione, ma assolutamente<br />
proficuo, che ci ha visti impegnati su molti fronti e a<br />
far vivere, ancora una volta, la nostra città fuori dalle mura<br />
scaligere.<br />
LÊobiettivo che ci eravamo prefissati, ossia diventare anche<br />
un motore di promozione per le aziende del nostro territorio,<br />
pian piano si sta concretizzando e ne è la prova la<br />
splendida iniziativa che abbiamo portato a Bruxelles durante<br />
la Settimana della Cucina Italiana per far conoscere le<br />
nostre specialità.<br />
Il futuro, dunque, passa da qui: creare reti, cooperazione,<br />
interscambi. Questo è quello a cui dobbiamo mirare, per<br />
essere non solo unÊassociazione assistenziale, ma anche<br />
operativa e concreta.<br />
Le eccellenze di Verona sono i nostri prodotti, ma anche i<br />
nostri uomini e le nostre donne, come i profili che presentiamo<br />
in questo numero. Grandi persone che tengono alto<br />
il nome di questa città.<br />
Concludo augurando a tutti i nostri soci, dunque, un 2018<br />
proficuo e ricco di nuove opportunità, sia a quelli che risiedono<br />
in Italia che alle migliaia sparsi nel mondo, nella speranza<br />
che anche la partecipazione alla vita associativa sia<br />
motivo di orgoglio e di serenità.<br />
5
di Daniele Pagliarini<br />
LE ECCELLENZE VERONESI<br />
SBARCANO A BRUXELLES<br />
In occasione<br />
della Settimana della<br />
Cucina Italiana nel<br />
Mondo lÊassociazione<br />
Veronesi nel Mondo<br />
porta alla ribalta le<br />
eccellenze del<br />
territorio, attraverso<br />
una giornata tutta<br />
dedicata al territorio<br />
Verona e le sue eccellenze della tavola sono volate a<br />
Bruxelles per la „Settimana della cucina italiana nel mondo -<br />
The Extraordinary Italian Taste‰, un appuntamento promosso<br />
dal Governo italiano e attuata dai Ministeri degli Esteri,<br />
delle Politiche Agricole, del Miur e dello Sviluppo<br />
Economico. Ad organizzare la spedizione ci ha pensato<br />
lÊassociazione Veronesi nel Mondo, che grazie anche allÊimpegno<br />
della rappresentante del circolo di Bruxelles,<br />
Alessandra Zocca, ha fatto conoscere ad esperti del settore,<br />
autorità e buyer il meglio della tradizione enogastronomica<br />
scaligera. Giovedì 23 novembre, nella sede dellÊIstituto<br />
Italiano di Cultura della capitale belga, decine di prodotti<br />
sono passati in rassegna allÊinterno della conferenza „LÊItalia<br />
del vino, un patrimonio tutto da riscoprire‰, a cura della<br />
giornalista e commissario Onav, Alma Torretta: ÿIl nuovo<br />
corso dellÊassociazione Veronesi nel Mondo è proprio questo:<br />
favorire le eccellenze italiane allÊestero – ha spiegato il<br />
presidente, Fernando Morando – Ormai non basta più lÊassistenzialismo<br />
ai nostri concittadini che si sono trasferiti, ma<br />
serve anche una reale mediazione tra imprese e mercato<br />
che grazie alla nostra rete possiamo favorire e questo ne è<br />
6
lÊesempio lampanteŸ. Alla giornata hanno partecipato anche i due europarlamentari veronesi,<br />
Lorenzo Fontana e Marco Zullo, oltre allÊonorevole Alessio Tacconi.<br />
A Bruxelles sono quindi stati presentati il Vino Durello della cantina Fongaro di Roncà, il<br />
Bardolino Chiaretto Brut dellÊazienda Costadoro di Bardolino, il Lugana di Fraccaroli di<br />
Peschiera del Garda, Il Custoza della cantina Pignetto di Bussolengo e il Valpolicella<br />
Ripasso e Recioto dellÊazienda Chevalier di San Floriano, offrendo ai presenti della sala<br />
anche un percorso degustativo e olfattivo guidato da sommelier. Ma non solo enologia,<br />
come spiega Enzo Badalotti, vice presidente di Veronesi nel Mondo e motore propiziatorio<br />
di questa iniziativa unitamente ad Alessandra Zocca: ÿIl vino veronese è senza dubbio lÊeccellenza<br />
primaria con cui possiamo confrontarci allÊestero, ma lo stesso in molti casi è già<br />
abbondantemente conosciuto e apprezzato. Ecco perché abbiamo puntato anche ad aprire<br />
ad alcune piccole realtà gastronomiche di altissimo livello, che potessero far conoscere prodotti<br />
poco conosciuti ma dalla qualità indiscutibileŸ. Monte Veronese Dop del caseificio<br />
Morando: „Serve<br />
una reale mediazione<br />
tra imprese e<br />
mercato che grazie<br />
alla nostra rete<br />
possiamo favorire e<br />
questo ne è lÊesempio<br />
lampante‰.<br />
Presentati Bardolino,<br />
Durello, Lugana,<br />
Valpolicella e Custoza,<br />
oltre ad alcune<br />
specialità gastronomiche<br />
7
Gugole di San Giovanni Ilarione, Vinappeso e salumi affinati<br />
nel vino di Ceradini il Vigneto dei Salumi di Negrar,<br />
Mandorlato di Cologna Veneta di Rocco Garzotto,<br />
Sfogliatine al Recioto della Pasticceria Miozzi di Verona e<br />
grissini della Valdadige del Panificio Zorzi di Brentino<br />
Belluno sono solo alcune delle specialità che gli invitati a<br />
questa giornata hanno potuto conoscere, nella speranza,<br />
delle aziende che hanno aderito, di poter aprire nuovi mercati:<br />
ÿLa Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che<br />
questÊanno cadeva dal 20 al 26 novembre, è un appuntamento<br />
particolarmente sentito allÊestero e soprattutto dai<br />
nostri associati, che hanno sempre voluto mantenere un contatto<br />
con il territorio dÊorigine – ha concluso Morando –<br />
Passa anche attraverso loro lÊazione di diffusione dei valori<br />
del nostro Paese, perché, ne sono convinto, sarebbero proprio<br />
loro i primi consumatori di queste eccellenze se potessero<br />
trovarle al banco del supermercato o nel negozio sotto<br />
casaŸ.<br />
8
di Caterina Ugoli<br />
La vita dopo la<br />
Brexit. Storia di<br />
un accademico<br />
veronese<br />
23 giugno 2016. Ogni cittadino<br />
europeo ricorda certamente<br />
questa data. ˚ ormai trascorso<br />
un anno e più da quel lontano<br />
giorno di giugno in cui tutti i<br />
cittadini britannici sono stati<br />
chiamati alle urne per esprimere<br />
la propria preferenza sulla<br />
permanenza del Regno Unito<br />
nellÊUnione Europea. Il referendum<br />
consultivo, anche noto<br />
come Brexit, si è concluso con<br />
un voto favorevole allÊuscita<br />
dalla Ue, seppure di poco, per<br />
un 51,9 per cento contro il<br />
48,1 per cento degli elettori.<br />
Così, sebbene il destino del<br />
Regno Unito sarà sempre legato<br />
a quello del continente, considerata<br />
anche la sua importante<br />
presenza in Europa, la<br />
premier britannica Teresa May<br />
ha trascorso questo lungo<br />
anno alla ricerca di trattative<br />
per lasciare la Comunità economica<br />
europea e tutti, sia<br />
quelli che volevano andarsene<br />
che quelli che volevano rimanere<br />
stanno ancora sperando<br />
che la signora May strappi un<br />
buon accordo.<br />
E mentre nelle sale di palazzo<br />
si cercano di siglare degli<br />
accordi condivisi per rendere il<br />
meno doloroso possibile questo<br />
„divorzio‰, anche se lÊaddio<br />
definitivo avverrà solo nel<br />
2019, molti cittadini del vecchio<br />
continente che da anni<br />
vivono e lavorano nel Regno<br />
Unito si chiedono cosa è cambiato<br />
e cosa cambierà.<br />
Il nostro Paese conta più di<br />
mezzo milione di emigrati che<br />
da anni vivono e lavorano tra<br />
Londra e dintorni. Ma a rappresentare<br />
una punta di eccellenza<br />
sono proprio gli accademici,<br />
perchè sono tanti. 5.755<br />
fra docenti e ricercatori: i<br />
nostri concittadini al di là dello<br />
Stretto sono la seconda comunità<br />
straniera più numerosa<br />
nelle università britanniche, a<br />
cui si potrebbero aggiungere<br />
6.749 studenti di dottorati di<br />
Stefano Pippa, 33 anni,<br />
docente universitario a<br />
a Londra, racconta<br />
lÊuscita del Regno<br />
Unito dallÊEuropa, tra<br />
speranze e futuro da<br />
ricostruire<br />
ricerca e master. Una comunità<br />
che nel 2016 è cresciuta del<br />
13 per cento rispetto allÊanno<br />
precedente. Secondo i sondaggi<br />
è proprio questa la categoria<br />
che sembra soffrire maggiormente<br />
di questÊaria di<br />
incertezza. LÊUfficio Scientifico<br />
dellÊAmbasciata dÊItalia a<br />
Londra rivela, infatti, che lÊ82<br />
per cento dei nostri connazionali<br />
del mondo accademico<br />
britannico vuole trasferirsi o<br />
considera la possibilità di<br />
farlo, come effetto della decisione<br />
di questo paese di<br />
lasciare lÊUnione Europea. E<br />
circa un terzo di quelli che<br />
pensano di traslocare, hanno<br />
in mente di tornare in Italia.<br />
Esclusione dai progetti europei,<br />
difficoltà di collaborazio-<br />
10
ne e ridotte possibilità di<br />
accesso ai fondi dellÊUnione<br />
sono alcune tra le motivazioni<br />
che hanno creato tra i nostri<br />
concittadini un senso di malcontento<br />
e demoralizzazione.<br />
Non è il caso di allarmarsi,<br />
ma se fino a qualche anno fa<br />
si parlava di „fuga di cervelli‰<br />
oggi, se i dati del sondaggio si<br />
concretizzeranno, saremo di<br />
fronte ad un vero e proprio<br />
controesodo.<br />
Stefano Pippa, veronese, 33<br />
anni, professore universitario,<br />
vive e lavora a Londra da oltre<br />
cinque anni, definisce la Brexit<br />
„un duro colpo‰ ma fa parte di<br />
quella categoria che per ora<br />
non è intenzionata ad andarsene.<br />
Quando sei partito per Londra<br />
e perchè?<br />
Ho lasciato l'Italia nel settembre<br />
2011 per fare un dottorato<br />
in filosofia al Centre for<br />
Research in Modern European<br />
Philosophy della KIngston<br />
University di Londra. Una volta<br />
finiti i miei studi all'Università<br />
di Pisa, nel febbraio 2011, mi<br />
sono guardato intorno per fare<br />
un dottorato, ed ero tentato<br />
dall'idea di un'esperienza<br />
all'estero, anche perché la<br />
situazione in Italia non era<br />
delle migliori. Ho vinto una<br />
borsa di studio per tre anni<br />
alla Kingston University e ho<br />
deciso di cogliere l'occasione.<br />
Un diretto Verona- Londra quindi.<br />
Quali sono stati i primi<br />
passi che hai mosso nella<br />
nuova città?<br />
Entrare in una città come<br />
Londra non è mai facile, anche<br />
se posso dire che, rispetto a<br />
tanti altri italiani che arrivano<br />
qui per cercare lavoro, la mia<br />
situazione era più semplice:<br />
avevo già un contratto di<br />
borsa con l'Università e questo<br />
mi ha permesso di muovere i<br />
primi passi, come per esempio<br />
trovare alloggio o aprire un<br />
Stefano Pippa<br />
conto corrente con più facilità.<br />
L'Università mi ha supportato a<br />
livello pratico all'inizio.<br />
Immagino però che non sia<br />
stato tutto così semplice...<br />
Potrei fare un lungo elenco di<br />
tutte le difficoltà che ho avuto!<br />
Probabilmente la cosa più difficile<br />
è stata abituarsi alle<br />
dimensioni della città, alla lingua,<br />
alla mentalità. E certamente<br />
anche al fatto di essere<br />
lontano dall'Italia e da Verona.<br />
Diciamo che essere uno studente<br />
a Londra pone dei seri<br />
problemi a livello economico,<br />
poiché le borse di studio non<br />
sono granché e Londra è una<br />
tra le città più costose del<br />
mondo in termini di spese di<br />
base, affitto e trasporti. Ma<br />
anche grazie al supporto "a<br />
distanza" della mia famiglia<br />
sono riuscito ad ambientarmi e<br />
a concludere il dottorato.<br />
Veniamo a noi: un veronese<br />
nel Regno Unito prima e dopo<br />
la Brexit: cosa è cambiato?<br />
cosa non è cambiato?<br />
La Brexit è stato un duro colpo.<br />
Mi ricordo che sono andato a<br />
dormire quando gli exit poll<br />
davano il "remain" in vantaggio,<br />
e mi sono svegliato con un<br />
sms che mi informava che il<br />
"leave" l'aveva spuntata. ˚<br />
stato uno shock, perché nei<br />
mesi precedenti non avevo<br />
nemmeno voluto pensare che<br />
la vittoria del "leave" fosse<br />
anche solo possibile; l'intero<br />
affare del referendum sembrava<br />
a me, e a molti, una concessione<br />
strategica, e anche un<br />
po' arrogante, se vogliamo, di<br />
Cameron al populismo di<br />
Farage. Ma il risultato ha reso<br />
improvvisamente evidente la<br />
realtà e l'estensione di sentimenti<br />
di avversione nei conronti<br />
degli immigrati dei quali la<br />
politica dominante non aveva<br />
mai preso la misura. Del resto,<br />
vivendo a Londra, la percezione<br />
della temperatura politica<br />
nel resto del Regno Unito è<br />
senza dubbio distorta, ed infatti<br />
nella capitale il "Remain" ha<br />
vinto abbondantemente.<br />
E quando hai visto che i risultati<br />
non sono stati quelli attesi...<br />
La reazione immediata, in<br />
ogni caso, è stata equivalente<br />
al sentimento che in molti casi<br />
ha determinato il voto per il<br />
"leave": rabbia, commista a<br />
11
„So che molti italiani<br />
dopo la vicenda Brexit<br />
hanno pensato di<br />
ritornare in Italia, ma<br />
non credo che la nostra<br />
nazione sia così<br />
interessata ad un<br />
rientro di massa‰<br />
delusione. So che molti italiani<br />
hanno pensato di rientrare<br />
in Italia, e anch'io ci avevo<br />
pensato. Bisogna dire però<br />
che l'Italia non è interessata a<br />
far rientrare molti dei suoi cittadini,<br />
probabilmente perché<br />
un rientro di massa farebbe<br />
schizzare alle stelle i tassi di<br />
disoccupazione giovanile (e<br />
anche non giovanile), ponendo<br />
dei seri problemi politici e<br />
strutturali. A parte la psicosi<br />
dei primissimi mesi, la situazione<br />
per ora non è cambiata<br />
per nulla, se non per il fatto<br />
che le dimissioni di Cameron<br />
hanno provocato una serie<br />
quasi comica di eventi nella<br />
politica britannica, che del<br />
resto aumentano l'incertezza<br />
sul futuro. Ma al momento,<br />
molto semplicemente, non si<br />
sa cosa succederà, perché la<br />
politica non lo sa.<br />
Cosa ne pensi dei dati condotti<br />
dall'Ufficio Scientifico<br />
dell'Ambasciata d'Italia a<br />
Londra che rivelano che l'82<br />
per cento dei nostri connazionali<br />
nel mondo accademico<br />
britannico vuole trasferirsi: si<br />
respira davvero questÊaria?<br />
Non posso commentare sui<br />
dati, ma ho letto qua e là qualche<br />
intervista ad accademici<br />
italiani che in effetti dicono di<br />
voler lasciare il Regno Unito.<br />
Tra i giovani accademici come<br />
me, comunque, l'idea prevalente<br />
è che l'Italia semplicemente<br />
non sia un'opzione percorribile:<br />
il mondo accademico<br />
italiano è ossificato.<br />
A questo punto tu ti senti più<br />
europeo o più italiano?<br />
L'Italia non può essere separata<br />
dall'Europa, non è semplicemente<br />
possibile sentirsi<br />
Italiani ma non Europei. a<br />
livello culturale, che è il livello<br />
che definisce la nostra identità,<br />
mi sento tanto Italiano<br />
quanto europeo, o meglio,<br />
europeo perché italiano. Il discorso<br />
cambia se si ha in mente<br />
il processo politico di unificazione<br />
dell'Europa, cioè il livello<br />
istituzionale. Ma è chiaro<br />
che al momento non si può<br />
parlare di un processo politico<br />
di unificazione europea, quanto<br />
piuttosto di un processo economico<br />
che al momento non<br />
beneficia i cittadini<br />
dell'Unione Europea, ma solamente<br />
alcuni Stati, che hanno<br />
il controllo della politica economica<br />
dell'Unione. Questo è<br />
il livello a cui si collocano<br />
coloro che sono animati da<br />
sentimenti anti-europei, in tutti<br />
i paesi dell'Unione, anche se<br />
talvolta questo sentimento<br />
trova espressioni "culturaliste"<br />
di difesa di una cultura "italiana",<br />
o "francese", o anche più<br />
locale, a livello sub-nazionale.<br />
Da emigrato ad emigrante:<br />
cosa suggeriresti ad un veronese<br />
che vuole trasferirsi nel<br />
Regno Unito?<br />
Bè, per prima cosa di prendere<br />
contatto con qualcuno che<br />
già vive in UK, perchè di veronesi<br />
ce ne sono parecchi. Poi<br />
di armarsi di pazienza, di prepararsi<br />
a qualche difficoltà.<br />
Ma direi anche che è un'esperienza<br />
che arricchisce e apre<br />
la mente, e quindi vale la<br />
pena provarci, se davvero lo<br />
si vuole fare.<br />
Cosa ti manca di Verona?<br />
La mia famiglia, il tastasal, il<br />
Baldo e il Lago di Garda! E la<br />
bellezza del centro storico,<br />
che mi emoziona ogni volta<br />
che torno. Il tastasal è senza<br />
dubbio una delle cose che mi<br />
mancava (e mi manca tuttora)<br />
di più! La pizza si trova, ovviamente,<br />
la pasta anche e ci<br />
sono buoni ristoranti italiani in<br />
cui si possono trovare piatti di<br />
tutti i tipi... ma il tastasal proprio<br />
no!<br />
Quali sono i tuoi progetti per il<br />
futuro?<br />
Ormai sono abituato alla precarietà,<br />
sia lavorativa, dato<br />
che ho un contratto a tempo<br />
determinato, che geografica -<br />
come molti nella mia situazione.<br />
Per cui il futuro è "ristretto".<br />
Diciamo che la mia speranza<br />
attuale è di raggiungere<br />
presto una stabilità lavorativa<br />
e di continuare a studiare e<br />
insegnare filosofia.
Il Circolo di Charleroi<br />
dona una lanterna<br />
alla città di Verona,<br />
simbolo della memoria,<br />
per ricordare il<br />
dramma nella miniera<br />
belga in cui trovò la<br />
morte anche il<br />
veronese<br />
Giuseppe Corso<br />
In ricordo di<br />
Marcinelle<br />
Era la mattina dell'8 agosto 1956 quando la miniera di carbone<br />
Bois du Cazier presso la cittadina belga di Marcinelle, divenne<br />
teatro di un'immane tragedia: 262 persone, su 275 presenti, morirono<br />
a causa di un incendio che saturò di fumo il condotto principale<br />
di areazione; 136 delle vittime erano di radici italiane, emigrati<br />
per necessità, impiegati in fatiche pesantissime e altamente<br />
rischiose. Caduti sul lavoro: a perpetuarne il ricordo, la dismissione<br />
e conversione del sito in patrimonio Unesco e, mercoledì 18<br />
ottobre, una significativa cerimonia tenutasi a palazzo Barbieri,<br />
sede del Comune di Verona, durante la quale una rappresentanza<br />
dell'associazione Veronesi nel Mondo proveniente da Charleroi<br />
ha consegnato allÊassessore Luca Zanotto una simbolica lanterna<br />
da minatore, recante il nome del veronese Giuseppe Corso, tra i<br />
deceduti. Il presidente di Veronesi nel Mondo, Fernando<br />
Morando, e il presidente del corrispettivo circolo nella città belga,<br />
Gianni De Nardi, hanno così voluto commemorare non solo il<br />
dramma, ma anche, più ampiamente, quel periodo storico che<br />
contò tanti sacrifici da parte di povera gente, costretta dalle ristrettezze<br />
a lasciare l'Italia e cercar occupazione all'estero, in condizioni<br />
estenuanti, ma sostenute con la forza della necessità. La lanterna<br />
donata, alta circa un metro e mezzo, rientra nel lotto realizzato<br />
dalla fondazione „Le Bois du Cazier‰, con altre associazioni<br />
di Charleroi, in occasione del 60° anniversario del fatto, agosto<br />
2016, e collocate sul luogo. La distanza frapposta dal tempo ha<br />
permesso analisi lucide, con esiti che hanno rilevato omissioni nell'inchiesta<br />
successiva alla tragedia ("Rapport de la commission<br />
d'enquête chargée de rechercher les causes de la catastrophe survenue<br />
au charbonnage du Bois-de-Cazier, le 8 août 1956", pubblicato<br />
dal ministero degli Affari economici belga nel giugno '57)<br />
e trascuratezze nella manutenzione e nei dispositivi di sicurezza e<br />
salvataggio; gli operai intrappolati nel sotterraneo cercarono rifugio<br />
scendendo ai piani inferiori, i cavalli si rifugiarono in quello<br />
che era un tunnel cieco: non ci fu via di scampo. Visitare oggi il<br />
Bois du Cazier è impressionante: aldilà dell'interesse come sito di<br />
archeologia industriale, rimane intriso di morte. Un monito? Una<br />
lezione di storia, certamente, ma anche l'esortazione a ricordare il<br />
valore della vita, del lavoro, della sicurezza, che nemmeno oggi,<br />
a più di sessant'anni, è un tema risolto.<br />
13
di Alessandro Foroni<br />
Don Romano Venturelli,<br />
una vita per la Missione<br />
Doveva esserci il lavoro nei campi nel destino del valeggiano<br />
Don Romano Venturelli, terzo di cinque fratelli in una<br />
famiglia di agricoltori, che è morto il 14 agosto scorso<br />
all'ospedale dell'Università di Alberta all'età di 76 anni.<br />
Venturelli, invece, nato il 7 marzo 1941, già da ragazzo<br />
sognava di diventare un missionario in America Latina e di<br />
diffondere la fede tra gli indigeni del Mato Grosso a dorso<br />
di cavallo. Del resto il ragazzo aveva uno zio, Angelo<br />
Venturelli, che era missionario comboniano e operava nella<br />
giungla africana. ÿEro un poÊ selvaggio quando ero bambinoŸ,<br />
raccontava Don Romano, ÿe mi capitava a scuola di<br />
mettermi nei guai e di fare a botte, ma in fondo ero di<br />
buona indoleŸ. A cambiargli la vita fu la visita di due<br />
sacerdoti salesiani che andarono in questa grande fattoria,<br />
suddivisa tra la sua famiglia e le due degli zii, con ventiquattro,<br />
tra adulti e bambini, che spesso si ritrovavano<br />
insieme. Questi convinsero i suoi genitori, molto religiosi, a<br />
fargli frequentare il seminario salesiano a Trento subito<br />
dopo le elementari, assieme a due cugini. In fondo ciò che<br />
contava era che il ragazzo avesse unÊistruzione, poi avrebbe<br />
potuto scegliere la sua strada. Così avvenne perché il<br />
giovane si unì ai salesiani già nell'agosto del 1958. Poi<br />
egli prese la strada per il Nord America, completando gli<br />
studi nel collegio salesiano di Newton nel New Jersey<br />
prima di svolgere tre anni di insegnamento nelle scuole<br />
superiori. Nel 1965 tornò in Italia, a Roma per studiare<br />
teologia allÊUniversità salesiana ed essere ordinato sacerdote<br />
il 26 dicembre 1969. Lì fu mandato ad assistere le<br />
famiglie più bisognose nei sobborghi più poveri della capitale.<br />
ÿSentivo che era importante per meŸ, ricordava don<br />
Romano, ÿdedicare la vita a persone che avevano bisogno<br />
Morto in Canada<br />
il salesiano<br />
Don Romano Venturelli,<br />
da ragazzo<br />
„selvaggio‰ a<br />
missionario amato.<br />
Ora il testimone passa<br />
al fratello<br />
Giuseppe in Brasile<br />
14
e nelle periferie di Roma cÊerano famiglie<br />
che arrivavano dalle zone più povere<br />
dÊItalia per cercare lavoro. Poi erano finite<br />
nelle baracche in una terra di nessunoŸ.<br />
Due volte alla settimana egli affittava un<br />
autobus e portava i ragazzi al mare, ÿcosì<br />
potevano anche lavarsi visto che nelle loro<br />
misere case non cÊera lÊacqua correnteŸ.<br />
Successivamente divenne parroco in<br />
Canada alla Missione Maria Ausiliatrice<br />
di Riviere des Praires vicino a Montreal<br />
dove spinse per la realizzazione di una<br />
nuova chiesa. Proprio la presentazione dei<br />
disegni per la sua costruzione permise ai<br />
progettisti, gli architetti Anna Saroli e il<br />
marito Giovanni Palumbo, di salvarsi per<br />
miracolo. Rinunciarono infatti ad una<br />
vacanza che li avrebbe visti salire sullÊaereo<br />
coreano che il 1 settembre 1983<br />
venne abbattuto da un missile sovietico<br />
(269 le vittime) per aver violato lo spazio<br />
aereo russo vicino allÊisola di Sachalin. I<br />
sovietici dissero allora che aveva una strumentazione<br />
da spionaggio, ma i contorni<br />
di quanto accadde allora rimasero poco<br />
chiari.<br />
Nel 1997 don Romano tornò a Roma e<br />
poi di nuovo in Canada nella parrocchia<br />
di San Giovanni Bosco a Edmonton, dove<br />
dedicò parte del suo tempo a raccogliere<br />
fondi per le missioni salesiane in tutto il<br />
mondo. I salesiani, la cui missione è rivolta<br />
in particolare al mondo giovanile, contano<br />
infatti 17 mila sacerdoti in 110 paesi<br />
e rappresentano la terza congregazione<br />
religiosa dopo gesuiti e francescani. Ma<br />
don Romano, che era una persona amabile<br />
e un buon organizzatore, non dimenticava<br />
mai le sue radici. Quando poteva<br />
infatti trascorreva un periodo a Valeggio<br />
sul Mincio da suo fratello Giacomo per<br />
ÿricaricare la riserva di sole e di caldoŸ.<br />
Era rimasto talmente legato al suo paese<br />
d'origine da mantenervi fino all'ultimo la<br />
residenza in via Ragazzi del '99. Quanto<br />
fosse conosciuto e apprezzato lo sÊè visto<br />
anche al momento del funerale canadese<br />
quando la chiesa è stata gremita da un<br />
migliaio di persone. La salma è stata poi<br />
tumulata il 24 agosto al cimitero San<br />
Francesco d'Assisi di Montreal. Ora il<br />
testimone passa idealmente al fratello<br />
Giuseppe, missionario in Brasile dal<br />
1978, dopo aver conseguito la laurea in<br />
sociologia e tornato recentemente ad<br />
Areia Branca, dove era stato in precedenza,<br />
usufruendo per i progetti della missione<br />
dellÊappoggio dei valeggiani.<br />
Don Romano Venturelli<br />
Don Giuseppe venturelli con Anna Saroli
MANFREDI RAVETTO<br />
UN VERONESE IN FORMULA UNO<br />
di Caterina Ugoli<br />
Classe 1975 e stoffa da vendere, palermitano di origine, veronese<br />
fin da bambino, cittadino italiano e tedesco, poliglotta. Sembra<br />
quasi non accorgersene dellÊincredibile successo delle sue società<br />
e del suo lavoro, ereditato dalla lunga tradizione di famiglia. ˚ questo<br />
ciò che succede quando passione e mestiere fanno parte del tuo<br />
Dna, come per Manfredi Ravetto, direttore sportivo di scuderie<br />
automobilistiche e fondatore di tutte le società che compongono il<br />
Ravetto Group.<br />
Parliamo prima di tutto della sua carriera: da dove inizia?<br />
Ho iniziato la mia carriera come direttore sportivo di scuderie automobilistiche<br />
nel 1997 seguendo due piloti e cari amici veronesi:<br />
Piergiuseppe Perazzini ed Adriano Baso che correvano per il gruppo<br />
Ferrari Challenge. Successivamente, dopo avere diretto le<br />
Scuderie Forza di Torino e Passoli in Formula 3, ebbi la grande<br />
occasione di dirigere il team Durango in formula 3000, che al<br />
tempo era l'equivalente della odierna Formula 2, alla quale seguirono<br />
tre anni presso la scuderia dell'ex pilota di Formula 1,<br />
Piercarlo Ghinzani: una grande scuola con l'impegno sul doppio<br />
fronte sia della Formula 3 che della Formula 3000.<br />
E il primo approccio con la Formula 1, invece, quando è arrivato?<br />
Mentre lavoravo alla scuderia di Ghinzani sono riuscito anche a<br />
laurearmi in economia e commercio a Lugano ed sono entrato a far<br />
parte dell'ufficio marketing della Minardi in Formula 1: per quanto<br />
breve, è stato il mio primo contatto lavorativo col grande palcoscenico<br />
della Formula 1. A questo sono seguiti tre anni fondamentali<br />
come direttore generale della scuderia Draco di Adriano e Nadia<br />
Morini: oltre all'impegno di gestire insieme a loro la squadra che<br />
Il motore di una vita,<br />
una vita di motori.<br />
La sua storia è<br />
costellata di<br />
successi e vittorie,<br />
iniziata nel 1997<br />
e arrivata oggi<br />
con la creazione<br />
di una propria<br />
scuderia<br />
16
corre e vince costantemente in<br />
Formula 3000 e World Series<br />
Renault, mi sono occupato<br />
anche del management di piloti<br />
legati alla Draco. Il lavoro svolto<br />
con e per Felipe Massa,<br />
Augusto Farfus, Nicky Pastorelli<br />
ed altri, mi ha consentito di<br />
accompagnarli sino in Formula<br />
1 ed intensificare i miei legami<br />
con quel mondo.<br />
Quando ha capito che quello<br />
era il suo mondo?<br />
La svolta avviene nella parte<br />
finale del 2005 quando vengo<br />
chiamato dal dottor Colin Kolles<br />
a dirigere l'ufficio marketing<br />
della scuderia Jordan di<br />
Formula 1 unitamente alle attività<br />
di Kolles in DTM con Audi:<br />
oltre a salvare la storica compagine<br />
da crollo imminente, riesco<br />
ad accompagnarla nei successivi<br />
passaggi di proprietà dal<br />
gruppo Midland al costruttore<br />
olandese di auto fuori-serie<br />
Spyker sino all'attuale proprietà<br />
di Force India. Nel frattempo ho<br />
vissuto in Inghilterra fino al<br />
2008, e poi ho trascorso un<br />
paio dÊanni a Verona per gestire<br />
la crescita delle mie aziende<br />
attive nel settore della consulenza<br />
aziendale e della comunicazione.<br />
Ma nel 2010, sempre al<br />
fianco di Colin Kolles, sono<br />
rientrato nel mondo della<br />
Formula 1 nel prestigioso ruolo<br />
di direttore generale della neonata<br />
HRT-Hispania Racing Team<br />
F1 a motore Cosworth.<br />
Quali sono i ricordi più belli che<br />
ha degli anni in Formula 1?<br />
Il 2010 e il 2011 sono stati<br />
anni di enormi soddisfazioni<br />
per una piccola squadra di soli<br />
140 dipendenti e un budget di<br />
circa 60 milioni.<br />
Dopo il 2011 mi sono preso<br />
qualche anno di pausa e nel<br />
2014 sono rientrato come<br />
amministratore delegato e<br />
team-principal di Caterham-<br />
Renault F1 in piena epoca di<br />
motori ibridi: la mia conduzione<br />
dura sino al Gran premio di<br />
Russia a Sochi, successivamente<br />
la scuderia torna in mano<br />
alla vecchia proprietà che terminerà<br />
la stagione ad Abu Dhabi<br />
e, dopo aver partecipato ai test<br />
invernali per piloti debuttanti,<br />
deciderà di mettere il team in<br />
liquidazione. Sono seguiti poi<br />
altri anni di impegno nella<br />
gestione di piloti e consulenza<br />
a scuderie, sino al <strong>2017</strong> in cui<br />
decido di "chiudere il cerchio"<br />
costituendo una mia scuderia,<br />
la S.R.&R.- Scuderia Ravetto &<br />
Ruberti.<br />
Quali sono state le soddisfazioni<br />
più grandi?<br />
Sono difficili da elencare su due<br />
piedi ma le cito in ordine casuale:<br />
primo, l'essere stato tra i<br />
grandi dello sport automobilistico,<br />
secondo, l'aver fatto debuttare<br />
in F1 una moltitudine di<br />
piloti meritevoli, chi per un test,<br />
chi per un Gran Premio e chi<br />
per un Mondiale intero, terzo<br />
l'aver guidato strutture da oltre<br />
trecento dipendenti in contesti<br />
complessissimi e di massima<br />
competitività.<br />
Il suo è un percorso costellato di<br />
successi. A chi si ispira nel suo<br />
lavoro?<br />
Non mi ispiro a nessuno in particolare,<br />
ma seguo il solco della<br />
tradizione della mia famiglia<br />
che, partendo da mio bisnonno<br />
Clemente sr. ed arrivando a<br />
mio papà Clemente jr., è la più<br />
antica dinastia nel mondo delle<br />
corse poiché vi opera sin da<br />
quando esistono le corse stesse!<br />
Ed ora, come è nata lÊidea di<br />
aprire una Scuderia e perché<br />
proprio a Verona?<br />
La costituzione di una mia scuderia,<br />
per altro attiva anche nel<br />
settore delle corse motociclistiche<br />
e del noleggio di auto stradali<br />
da sogno, era il coronamento<br />
di una vita, di tutti e 42 i<br />
miei anni trascorsi nel mondo<br />
delle corse e delle auto; farla<br />
sorgere a Verona era naturale,<br />
essendo Verona la mia casa ed<br />
il centro della mia vita e delle<br />
mie attività.<br />
Lei però, se non sbaglio, è<br />
palermitano di origine, giusto?<br />
Come „è arrivato‰ a Verona?<br />
Sono nato a Palermo e sono<br />
assai orgoglioso dei miei natali<br />
in quella terra straordinaria ma<br />
sono cresciuto e sempre vissuto,<br />
parentesi estere a parte, a<br />
Verona, dove i miei genitori si<br />
sono trasferiti quando ero bambino<br />
e dove ho i miei legami in<br />
ogni senso.<br />
Cosa le manca di Verona<br />
durante i suoi viaggi allÊestero?<br />
Quando sono via da Verona mi<br />
mancano⁄i veronesi e la veronesità!<br />
Sia essa in forma di<br />
fumarmi un sigaro al Liston con<br />
gli amici o frequentando la<br />
nostra meravigliosa campagna.<br />
Quali sono le qualità die<br />
Veronesi che le piacerebbe<br />
esportare allÊestero?<br />
Quelle che mi porto sempre dietro:<br />
la tenacia e la perseveranza<br />
degli imprenditori veronesi.
NEWS DIECIRIGHE<br />
Nuovo circolo<br />
a Zurigo<br />
˚ stato inaugurato a Zurigo il<br />
nuovo circolo dei Veronesi<br />
nel Mondo. La cerimonia è<br />
avvenuta domenica 26<br />
novembre alla presenza del<br />
console italiano in Svizzera,<br />
Giulio Alaimo, dellÊonorevole<br />
Alessio Tacconi e del presidente<br />
dellÊassociazione,<br />
Fernando Morando. A presiedere<br />
il nuovo circolo sarà<br />
Giada Zordan.<br />
Veronesi a Basilea<br />
La delegazione di Veronesi nel mondo ha presenziato al<br />
Consolato di Basilea per la commemorazione del 4 novembre:<br />
dopo la messa, è stata deposta una corona presso il monumento<br />
ai Caduti. Nella foto, con gli Alpini e il Console Michele<br />
Camerota. Un ringraziamento doveroso ai volontari del<br />
Fogolar Furlan per averci offerto, in seguito, la loro buonissima<br />
polenta fatta a mano, come una volta.<br />
Caro aereo portami a Verona<br />
Prosegue la petizione on-line ad opera del circolo di Bruxelles<br />
dal titolo „Caro aereo, portami a Verona‰, in favore dello sviluppo<br />
di rotte che colleghino la città scaligera alla capitale<br />
europea. Per info è possibile iscriversi al gruppo facebook che<br />
porta lo stesso nome della petizione.
SOUL SYSTEM:<br />
DA XFACTOR AL<br />
NUOVO ALBUM<br />
di Caterina Ugoli<br />
Il loro successo assomiglia ad<br />
una favola, con tanto di colpo<br />
di scena. Rischiavano di restare<br />
dei signori nessuno se la fortuna,<br />
è proprio il caso di dirlo,<br />
non li avesse baciati. E lÊhanno<br />
meritata tutta. Esattamente un<br />
anno fa, il 15 dicembre 2016,<br />
li abbbiamo visti conquistare il<br />
palco, il pubblico e i giudici di<br />
X Factor 10, il talent show musicale<br />
di Sky Uno, con il loro<br />
popolarissimo inedito „SheÊs<br />
like a star‰, dopo essere stati<br />
scartati agli Home Visit e in<br />
seguito ripescati dal giudice<br />
della categoria dei gruppi,<br />
Alvaro Soler.<br />
Cinque ragazzi, un poco veronesi,<br />
un poco bresciani e un<br />
poco ghanesi (almeno quattro<br />
di loro): Alberto Patuzzo, alla<br />
batteria, Joel Ainoo tastierista e<br />
mente musicale, Don Diggy, ma<br />
ormai per tutti solo Ziggy (il suo<br />
vero nome è Samuel Nyame),<br />
al rap e autore dei pezzi, David<br />
Yeboah, al basso e Leslie<br />
Sackey, cantante. Sono loro lÊanima<br />
e il corpo dei Soul System,<br />
la band che con la sua forza ed<br />
energia ha fatto ballare lÊItalia<br />
ed è divenuta la protagonista di<br />
una storia nata sotto una buona<br />
stella, come quella di cui cantano.<br />
Dunque, ad un anno di distanza<br />
dalla vittoria di X Factor 10,<br />
chi sono oggi i Soul System?<br />
Oggi siamo prima di tutto una<br />
band che ha fatto un bellissimo<br />
tour estivo in giro per tutta Italia,<br />
da Torino a Treviso, da Rimini a<br />
Modena, fino a Monopoli.<br />
Abbiamo portato in giro il<br />
nostro puro swagga, facendo<br />
ballare e divertire migliaia di<br />
persone. A fine giugno infatti è<br />
uscito il nostro singolo<br />
„Liquido‰, un vero e proprio<br />
omaggio alla mitica Narcotic<br />
degli anni Novanta riarrangiato<br />
in una nuova veste e a settembre<br />
abbiamo lanciato<br />
„White Niggas‰ il singolo scelto<br />
per il nostro primo album<br />
„Back to the Future‰, Ritorno al<br />
Futuro, che è rimasto per un poÊ<br />
di settimane in classifica nazionale.<br />
White Niggas, neri bianchi,<br />
siete proprio voi?<br />
Diciamo che lÊespressione racchiude<br />
il nostro modo di pensare.<br />
Nella musica siamo tutti<br />
uguali, siamo uniti. La diversità<br />
è una risorsa non un limite.<br />
Certo di cose ne sono cambiate<br />
da quando suonavate tra<br />
Verona e Brescia nei locali di<br />
provincia. Che effetto fa diventare<br />
di colpo famosi? Vi sentite<br />
20
La band<br />
veronese, ad un<br />
anno dal successo<br />
nel talent di Sky,<br />
traccia un<br />
bilancio e si<br />
prepara al<br />
futuro, tra tour e<br />
nuovi progetti<br />
„cambiati‰?<br />
X Factor è stata la nostra scuola,<br />
una vera e propria palestra.<br />
Ora la nostra band è la priorità<br />
assoluta rispetto ad altri lavori<br />
che facevamo prima. Siamo<br />
nati come una band che faceva<br />
divertire ed ora stiamo crescendo<br />
soprattutto a livello discografico.<br />
Per quanto riguarda noi,<br />
invece, siamo rimasti gli stessi<br />
di prima perchè sappiamo che<br />
abbiamo ancora molto lavoro<br />
da fare. La cosa pazzesca è<br />
che la gente ci riempie dÊamore!<br />
Il pubblico ci ha dimostrato<br />
affetto fin da subito ed è per i<br />
nostri che fan che lavoriamo<br />
tutti i giorni.<br />
Facciamo un passo indietro,<br />
allora e ripercorriamo la vostra<br />
storia. Innanzitutto come vi siete<br />
conosciuti?<br />
Joel Ainoo ha uno studio di registrazione<br />
a Verona, il Warm<br />
Sound Records, dove tutti noi,<br />
chi per un motivo, chi per un<br />
altro lavoravamo. EÊ stata la<br />
nostra piccola casa, tra prove,<br />
chiacchiere e cene insieme. Poi<br />
Alby ad un certo punto ha chiesto<br />
a Joel di formare una band<br />
per fare alcuni lavori e da lì è<br />
partito tutto⁄.<br />
„Soul System, we move the<br />
System‰: vi abbiamo sentito<br />
spesso ripetere questa frase che<br />
è diventato il vostro motto. Ma<br />
perchè proprio Soul System,<br />
perché questo nome? Ce nÊerano<br />
altri di papabili?<br />
Ma guarda allÊinizio non avevamo<br />
neanche un nome, suonavamo<br />
perché ci divertivamo e<br />
avevamo una grande intesa<br />
musicale e un groove che spaccava.<br />
Ad un certo punto siamo<br />
stati costretti a darci un nome<br />
per farci conoscere e Don Jiggy<br />
una notte ci manda un messaggio...‰Soul<br />
System‰! Non<br />
abbiamo avuto dubbi.<br />
E così passo dopo passo, siete<br />
arrivati a „Back to the Future‰<br />
ovvero Ritorno al futuro, il vostro<br />
primo album, che la critica ha<br />
definito come un concentrato di<br />
suoni e ritmi, attuali e del passato,<br />
una fusione di R&B, hip hop,<br />
funky, soul e pop. Ma per voi<br />
cosÊè questÊalbum?<br />
Back to the future rappresenta<br />
la vera essenza dei Soul<br />
System. ˚ vero, è un disco con<br />
cui abbiamo toccato vari generi,<br />
dallÊhiphop al reggeaton, al<br />
poprock, alla disco, mantenendo<br />
sempre il nostro marchio e la<br />
nostra personalità. Per noi rappresenta<br />
le nostre innumerevoli<br />
sfaccettature, è la prova di un<br />
disco che volevamo fosse il più<br />
eclettico possibile. Abbiamo<br />
dato questo nome allÊalbum<br />
perchè abbiamo voluto portare<br />
le sonorità degli anni 80-90 nel<br />
disco dando una nuova veste,<br />
più moderna. Questo è il senso<br />
del nostro „ritorno al futuro‰.<br />
Tra tutti i brani vi consigliamo di<br />
ascoltare Funky Rub, White<br />
Niggas e Follow the Beat, ai<br />
quali siamo particolarmente<br />
affezionati.<br />
Ed ora che obiettivi avete?<br />
Quali sono i vostri prossimi progetti?<br />
Beh sicuramente i Soul System<br />
sono nati per fare musica e fare<br />
concerti quindi proseguiremo in<br />
questa direzione. Con ottobre<br />
abbiamo terminato il tour estivo<br />
e ora ci fermeremo un attimo<br />
per capire quali sono i prossimi<br />
obiettivi da raggiungere. In<br />
ogni caso faremo ancora<br />
promo per il disco e poi partirà<br />
un tour invernale⁄ci stiamo<br />
lavorando. I nostro sogno è<br />
quello di portare la nostra musica<br />
in Europa e in America,<br />
quindi non ci fermiamo qui.<br />
Quali sono i vostri punti di riferimento<br />
professionali?<br />
Sicuramente Bruno Mars è tra i<br />
nostri preferiti. Lui stesso poi,<br />
come cantante e ballerino, nonchè<br />
produttore discografico, si<br />
ispira a Michael Jackson che è<br />
un altro dei nostri miti. Anche la<br />
sua è una musica influenzata<br />
da diversi generi musicali, con<br />
la differenza che sette dei suoi<br />
singoli sono arrivati tra i singoli<br />
più venduti di tutti i tempi, mentre<br />
noi abbiamo solo da imparare.<br />
Vi siete fatti degli amici „famosi‰<br />
ora che avete calcato un palcoscenico<br />
importante come<br />
quello di X Factor?<br />
Ovviamente quando cominci a<br />
frequentare lÊambiente conosci<br />
un sacco di persone famose⁄<br />
con Alvaro abbiamo il gruppo<br />
su Whatsapp. Abbiamo aperto<br />
con lui alcuni concerti. ˚ stato<br />
un ottimo giudice e una bella<br />
spinta a lavorare bene.<br />
„Swagga‰ è un termine che<br />
ormai vi contraddistingue ed è<br />
molto utilizzato nella slang dei<br />
giovani ad indicare che una<br />
persona ha stile, è cool. Voi<br />
siete stati più volte definiti come<br />
gli „Swagga Boys‰, ma quali<br />
sono allora i tre pilastri del<br />
vostro „swagga‰?<br />
Stile, divertimento e musica.<br />
Ognuno di voi però ha una propria<br />
personalità. Provate a definirvi<br />
dicendo chi è il più⁄<br />
Don Jiggy: „Swaggaaaaaaaa‰<br />
Alberto Patuzzo: il più lavoratore,<br />
è instancabile e non si ferma<br />
mai.<br />
David Chorri: il più pignolo, ma<br />
anche il più positivo del gruppo.<br />
Leslie Sackey: il più sensibile<br />
Joel Ainoo: il più visionario<br />
21
RIUNITA LA SEZIONE<br />
BALDO-GARDA<br />
DI VERONESI NEL MONDO<br />
Si è svolto il 29 ottobre il consueto raduno della<br />
sezione Baldo-Garda dellÊassociazione Veronesi nel<br />
Mondo a Caprino. Presenti il vicepresidente, Enzo<br />
Badalotti, i Consiglieri Angelo Cresco e Luca<br />
Panizzo.<br />
Sono intervenuti a ricordo dei nostri migranti il sindaco<br />
di Caprino Veronese, Paola Arduini e il sindaco di<br />
Rivoli, Armando Luchesa. La cerimonia, che ha coinvolto<br />
numerose autorità e ha registrato un centinaio di<br />
presenze, è iniziata dal Monumento al Migrante, in<br />
via Arduino, dove è stata deposta una corona di alloro<br />
alla memoria dei conterranei veronesi che hanno<br />
spostato le loro vite in altri Paesi. La celebrazione è<br />
proseguita con i canti del coro alpino „La Preara‰ di<br />
Lubiara e dal maestro e musicista di Costermano sul<br />
Garda, Maurizio Consolini: ÿQuello di Caprino, mio<br />
paese di origine, è ormai un appuntamento fisso e<br />
molto importante – ha spiegato Fernando Morando,<br />
presidente dellÊassociazione scaligera – che serve<br />
non solo a raggruppare quanti hanno un parente o un<br />
amico che lavora o studia allÊestero, ma anche a<br />
ricordare quanti in passato hanno messo in gioco la<br />
loro vita e sono tragicamente scomparsi lontani dalle<br />
loro famiglie e dalle loro radiciŸ.<br />
Si è tenuto lo scorso<br />
29 ottobre il consueto<br />
raduno della<br />
sezione gardesana il<br />
cui simbolo è il<br />
Monumento al<br />
Migrante di Caprino<br />
Veronese<br />
22