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D IOCESI DI<br />
M AZARA DEL VALLO<br />
CHIESA LOCALE<br />
IN FESTA<br />
In Cattedrale il 14 aprile<br />
Ordinazione presbiterale<br />
di don Marco Laudicina<br />
Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 03 del 22 marzo <strong>2018</strong><br />
Nella foto: Qumran, sito archeologico<br />
sulle rive del mar Morto.<br />
Settimana Santa,<br />
centro dell’Anno<br />
liturgico<br />
ALTASERSE E BORGIA alle pagine 4 e 5
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 2<br />
L’EDITORIALE<br />
di DOMENICO MOGAVERO<br />
Domenico Mogavero<br />
19 marzo 2013,<br />
Francesco nuovo Papa<br />
Cinque anni,<br />
ma non li dimostra<br />
Questo apprezzamento<br />
lo si rivolge<br />
solitamente<br />
a persona che nel rivelare<br />
la propria età suscita l’incredulità<br />
di chi mai<br />
avrebbe pensato che in effetti il tizio fosse<br />
così avanti negli anni. riferito a Papa francesco,<br />
perciò, questo modo di dire può<br />
apparire del tutto improprio, considerata<br />
la breve durata del suo pontificato. anche<br />
se, a ben vedere, immagini, gesti e parole<br />
danno la sensazione che molto più tempo<br />
sia trascorso da quel 13 marzo 2013, con<br />
l’annuncio che il Successore di Pietro appena<br />
eletto aveva voluto il nome del Poverello<br />
d’assisi, mai prima di allora scelto<br />
da un Vescovo di roma.<br />
Si trattava, in effetti, di un’avvisaglia,<br />
che disponeva l’animo a sorprese ben più<br />
sensazionali, come il saluto poco papale<br />
l’originalità del<br />
suo magistero<br />
gestuale<br />
più che verbale<br />
con cui<br />
francesco<br />
si presentò<br />
al mondo.<br />
Quelle parole<br />
dette<br />
c o n<br />
e s t r e m a<br />
n a t u r a -<br />
lezza dettero subito la cifra del personaggio,<br />
per niente disposto ai convenevoli di<br />
rito e propenso invece all’immediatezza<br />
spontanea dell’approccio. ancor più strabiliante<br />
fu la richiesta di essere benedetto<br />
dal suo popolo, che si era sentito subito<br />
in sintonia con lui. chi poteva immaginare<br />
un Papa che chiede di essere benedetto,<br />
nel momento in cui ci si aspettava si affacciasse<br />
per farsi conoscere e benedire<br />
senza altri fronzoli. Ma era solo un indizio,<br />
seppure di notevole spessore ed effetto.<br />
Da subito, poi, conquistò il suo sorriso<br />
aperto e sonoro, che lasciava trasparire un<br />
animo sereno, per niente geloso dei suoi<br />
sentimenti, manifestati senza remore.<br />
Questi segnali facevano presagire un<br />
temperamento deciso e schietto, poco<br />
aduso agli accorgimenti studiati dello stile<br />
diplomatico; incline, invece, a una estemporaneità,<br />
non assimilabile a improvvisazione,<br />
bensì frutto di saggezza<br />
lungimirante e operativa, capace di prendere<br />
decisioni audaci dettate da una valutazione<br />
lungimirante di persone e<br />
situazioni. Nello stesso tempo, questo<br />
stile rivelava un uomo che non scansava<br />
le sue responsabilità e che non aveva alcuna<br />
remora a prendere apertamente posizioni<br />
chiare. ovviamente questo stile<br />
esponeva ed espone il Papa a qualche incidente<br />
di percorso, affrontato con la<br />
stessa trasparenza e grinta, che lo porta a<br />
riconoscere gli errori senza nas<strong>cond</strong>ersi<br />
dietro speciose ragioni di ordine superiore.<br />
Ma un aspetto straordinario della figura<br />
di Papa francesco è l’originalità del suo<br />
magistero. e non intendo qui principalmente<br />
lo spessore dei suoi documenti,<br />
apprezzati peraltro per contenuto e metodologia,<br />
quanto piuttosto il vigore profetico<br />
dei suoi gesti, che precedono e<br />
anticipano il contenuto dei suoi interventi<br />
verbali. Se, poi, si considera che egli ha<br />
una particolare sensibilità nel cogliere e<br />
recepire le domande della gente, si comprende<br />
facilmente la diffusa sintonia e la<br />
cordiale simpatia che suscita nell’opinione<br />
pubblica, credente e non credente. il<br />
modo inconsueto di usare il telefono, per<br />
esempio, gli consente di entrare in relazione<br />
e di accostare tutti, dai rappresentanti<br />
delle istituzioni alle persone più<br />
semplici, facendolo sentire vicino a chi<br />
vive momenti gioiosi o esperienze impegnative.<br />
In breve, al Papa tutti ormai riconoscono<br />
un prestigio morale e un’autorevolezza<br />
indiscutibile che gli conferiscono il ruolo<br />
di sicuro punto di riferimento anche al di<br />
fuori della<br />
comunità<br />
ecclesiale,<br />
s o p r a t -<br />
Punto di riferimento<br />
anche al di fuori<br />
della comunità<br />
ecclesiale<br />
tutto su<br />
temi che<br />
riguardano<br />
la dignità<br />
delle persone, la cura del creato e la compassione<br />
verso le fragilità e le povertà del<br />
corpo e dello spirito. tutto questo, però,<br />
lungi dall’attirargli un consenso ampio,<br />
specialmente all’interno del mondo cattolico,<br />
gli procura resistenze e ostilità, talora<br />
esasperate fino all’insulto, che tuttavia<br />
non hanno <strong>cond</strong>izionato lo stile del suo<br />
pontificato.<br />
Per finire, il quinto anniversario dell’elezione<br />
deve essere un’occasione per<br />
fare sentire a Papa francesco il calore vibrante<br />
di una chiesa che gli vuole bene e<br />
che lo sostiene con la preghiera, che egli<br />
non cessa di chiedere in ogni circostanza.
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 3<br />
L’ORDINAZIONE<br />
DI DON MARCO LAUDICINA<br />
Don Marco Laudicina<br />
il 2010, la laurea, il Seminario<br />
e quel “ricalcolo” della vita<br />
Quante volte nella tua vita ti è<br />
capitato di non sapere rispondere<br />
a una domanda in particolare<br />
e cerchi di trovare le parole giuste<br />
che spesso non esprimono totalmente il<br />
pensiero che hai in mente, o meglio, nel<br />
tuo cuore? a me capita soprattutto<br />
quando mi chiedono: «come è nata la<br />
tua vocazione?». Per non parlare poi della<br />
fatidica domanda: «Ma come fa Dio a<br />
chiamare?». e io rispondo: sai, devi semplicemente<br />
connetterti alla sua rete wifi e<br />
il gioco è fatto: riceverai prima o poi una<br />
notifica da parte di Dio con la scritta: ci<br />
sei? e finalmente, dopo che hai ignorato<br />
tante volte quel contatto che vuole interagire<br />
con te, arriva il momento in cui decidi<br />
di cliccarci sopra e leggere tutti quei<br />
tentativi in cui Dio stesso ti invitava ad alzare<br />
il volume delle “casse” perché voleva<br />
farti ascoltare un messaggio vocale.<br />
Le “casse” del tuo cuore. confesso che,<br />
quando l’ho fatto, ho avuto letteralmente<br />
paura. Sì, perché quando Dio chiama la<br />
prima reazione è la tremarella, ti si gela il<br />
sangue. insomma, è roba da far tremare<br />
le vene e i polsi. ok, belle parole, qualcuno<br />
può dirmi. Ma tu che hai ascoltato?<br />
ti rispondo subito e ti dico che ho ascoltato<br />
la voce di un Dio che mi ama, mi ha<br />
chiamato per nome e ha <strong>cond</strong>iviso con<br />
me il suo progetto d’amore per me. Questa<br />
voce ha stravolto completamente i<br />
miei piani di vita.<br />
Fin da ragazzino, quando andavo in<br />
parrocchia per il classico catechismo, avvertivo<br />
una fascinosa sensazione di interesse<br />
nei confronti di quello che ero, di<br />
quel piccolo mondo ecclesiale che è la<br />
comunità parrocchiale e, ancora di più, di<br />
quello che un prete vi svolge all’interno.<br />
eh sì, sono stato fortunato a incrociare<br />
sulla mia strada figure sacerdotali in<br />
grado di farmi innamorare di questo bellissimo<br />
ministero nella chiesa. Poi è arrivata<br />
l’adolescenza, la stagione della crisi,<br />
degli interrogativi senza risposta e della<br />
ricerca continua di affermare la propria<br />
identità e di scoprire quale posto occupare<br />
nel mondo. avevo progettato tutt’altro<br />
per la mia vita e nel frattempo<br />
avevo conseguito la maturità classica, mi<br />
ero iscritto alla facoltà di conservazione<br />
dei Beni culturali, dove ho conseguito la<br />
laurea nel 2010.<br />
Tutto molto normale, finché quella<br />
strana sensazione di essere su un percorso<br />
differente, rispetto a quello che Dio<br />
aveva indicato per me, mi ha portato<br />
tanto a riflettere, pregare e confrontarmi.<br />
insomma, il “ricalcolo” del percorso del<br />
mio “navigatore esistenziale” è avvenuto<br />
quando ho scelto di entrare in Seminario<br />
nel settembre 2010 per scoprire veramente<br />
se quel sogno di diventare sacerdote<br />
era lo stesso di quello di Dio per me.<br />
Da quel giorno ho percepito sempre più<br />
conferme che la direzione era quella giusta,<br />
anche se le difficoltà non sono mancate,<br />
ma credimi, rifarei quella scelta altre<br />
mille volte.<br />
Non posso non ricordare con affetto e<br />
gratitudine la mia famiglia, il Vescovo, i<br />
formatori, i parroci che mi hanno seguito<br />
nelle esperienze pastorali, i miei compagni<br />
di Seminario, gli amici e tutte le persone<br />
che mi hanno accompagnato e<br />
sostenuto con grande forza in questi<br />
anni. all’età di 32 anni, aspetto con ansia<br />
il giorno più bello della mia vita, quello<br />
della mia ordinazione presbiterale che<br />
avrà luogo il 14 aprile nella cattedrale di<br />
Mazara del Vallo e ti invito a pregare per<br />
me, per il Seminario vescovile e per tutta<br />
la chiesa locale perché grata al Buon Dio<br />
per il dono di un nuovo presbitero, non<br />
rinunci mai a mettersi in ascolto della<br />
voce di colui che chiama a seguirlo in<br />
questa meravigliosa missione a servizio<br />
del suo popolo.<br />
www.diocesimazara.it<br />
don Marco laudicina.<br />
LA CELEBRAZIONE LITURGICA NELLA<br />
CATTEDRALE DI MAZARA DELVALLO<br />
DoNMarcolauDiciNasta attualmente svolgendo<br />
il proprio servizio di diacono presso l’unità pastorale<br />
chiesa madre-San Giovanni Battista di castelvetrano.<br />
l’ordinazione presbiterale avverrà sabato<br />
14 aprile, alle ore 18,30, nella cattedrale di Mazara<br />
del Vallo. Venerdì 13, alle ore 21, nella chiesa<br />
madre di castelvetrano, la Veglia di preghiera<br />
presieduta dal Vescovo.<br />
Mensile<br />
della Diocesi<br />
di Mazara del Vallo<br />
Anno XVI - n. 03 del 22 marzo <strong>2018</strong><br />
Registrazione Tribunale<br />
di Marsala n. 140/7-2003<br />
Editore<br />
Associazione “Orizzonti Mediterranei”<br />
Piazza della Repubblica, 6<br />
91026 - Mazara del Vallo<br />
Direttore editoriale<br />
mons. Domenico Mogavero<br />
Direttore responsabile<br />
Max Firreri<br />
Redazione<br />
Piazza della Repubblica, 6<br />
91026 - Mazara del Vallo<br />
tel. 0923.902737<br />
<strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it<br />
Hanno collaborato<br />
don Nicola Altaserse, Vincenzo Bellomo,<br />
Vito Bonanno, Nicoletta Borgia,<br />
Erina Ferlito, Salvatore Ferrara, don<br />
Angelo Grasso, don Marco Laudicina,<br />
Gaspare Magro, Nazzareno Marchese,<br />
Rosa Alba Monteleone, don Orazio<br />
Placenti, Dora Polizzi.<br />
Questo numero è stato chiuso in redazione<br />
il 22 marzo <strong>2018</strong>. È vietata la riproduzione<br />
integrale o parziale.<br />
Periodico associato alla:
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 4<br />
LA PASQUA<br />
DI DON NICOLA ALTASERSE<br />
Il Signore Risorto<br />
Centro dell’anno<br />
liturgico<br />
www.diocesimazara.it<br />
L’EVENTO PASQUALE<br />
passaggio vitale espresso<br />
nei segni rituali<br />
La Pasqua è il culmine del triduo<br />
pasquale, centro e cuore di<br />
tutto l’anno liturgico. essa deriva<br />
dal greco pascha (Πάσχα), a sua<br />
volta dall'aramaico pasah (חספ) e significa<br />
propriamente “passare oltre”,<br />
“passaggio”. Gli ebrei ricordavano la<br />
liberazione dalla schiavitù d’egitto<br />
attraverso il passaggio del mar rosso<br />
verso la terra promessa. Per noi cristiani<br />
la Pasqua è la celebrazione<br />
della risurrezione di Gesù cristo,<br />
passaggio dalla «lettera/carne» allo<br />
«Spirito», dalle «tenebre» alla «luce»,<br />
dalla «morte» alla «vita», dal «peccato»<br />
alla «grazia», dall’«uomo vecchio»<br />
all’«uomo nuovo».<br />
Tale «passaggio» si realizza nella<br />
nostra esistenza se nella Quaresima<br />
abbiamo permesso a Dio di porre<br />
tutte quelle <strong>cond</strong>izioni necessarie affinché<br />
vivessimo anche noi quel «terremoto»<br />
che si verificò il primo<br />
giorno della settimana (Mt 28,1).<br />
l’evangelista Matteo ci racconta che<br />
mentre le donne andavano di buon<br />
mattino al sepolcro «vi fu un gran<br />
terremoto» (Mt 28,2a): è la potenza<br />
dell’amore sconfinato di Dio Padre<br />
per il figlio che permette l’evento<br />
della risurrezione. è nella forza sprigionata<br />
dalla «luce vera, quella che<br />
illumina ogni uomo» (Gv 1,9) che si<br />
coglie la bellezza della vita come<br />
cantico spirituale da innalzare davanti<br />
al trono dell’altissimo. la solenne<br />
liturgia della Veglia Pasquale è<br />
un inno alla Vita, riaccendendo il<br />
clima di festa e di esultanza con il<br />
canto del Gloria e dell’alleluia che<br />
riecheggeranno nelle successive celebrazioni<br />
domenicali. anche l’addobbo<br />
floreale, sospeso durante il<br />
tempo quaresimale, evidenzia il clima<br />
gioioso e lieto della Pasqua.<br />
Il Cero pasquale simbolo di Cristo<br />
luce del<br />
mondo, la<br />
b e n e d i -<br />
zione del<br />
f u o c o<br />
nella Veglia<br />
Pas<br />
q u a l e<br />
c o m e<br />
s e g n o<br />
d e l l a<br />
f i a m m a<br />
viva della<br />
gloria di<br />
Dio, la benedizione<br />
del fonte<br />
b a t t e s i -<br />
male segno della rinascita in cristo<br />
agnello immolato, la benedizione<br />
dell’acqua e il segno dell’aspersione<br />
dei fedeli che nelle domeniche del<br />
tempo pasquale «può sostituire il<br />
consueto atto penitenziale in memoria<br />
del Battesimo» (oGMr 51); tutti<br />
questi segni contribuiscono a sottolineare<br />
la vittoria di cristo risorto<br />
www.diocesimazara.it<br />
la Settimana Santa<br />
con don leo Di Simone<br />
Sarà DoN leo Di SiMoNe (nella foto), liturgista<br />
e amministratore parrocchiale a<br />
Santa rosalia in Mazara del Vallo, a commentare<br />
la Settimana santa per i nostri<br />
lettori. Sul sito diocesano www.diocesimazara.it,<br />
da domenica 25 marzo, servizi<br />
a firma di don leo sino alla domenica di<br />
Pasqua.<br />
sulla morte e sul peccato e il trionfo<br />
di Dio amante della vita!<br />
Il Signore trasmette all’uomo, attraverso<br />
la Sua Pasqua, il dono del<br />
Suo Spirito affinché sperimenti nella<br />
sua quotidianità il «passaggio» dalla<br />
morte alla vita, proclamando ogni<br />
giorno la Professione di fede in quei<br />
«luoghi» di morte, di tenebra, di rancore,<br />
di odio, di vendetta e di ogni<br />
tipo di risentimento. e ciò in modo<br />
tale che vengano visitati dalla grazia<br />
della luce della risurrezione affinché<br />
ciascun cristiano possa fare vera Pasqua<br />
ed essere a sua volta un «testimone<br />
della risurrezione»!<br />
Il nostro Piano pastorale nell’indicare<br />
come libro dell’anno l’apocalisse<br />
ci chiede di cogliere tale bellezza<br />
nell’agnello «in piedi, come immolato»<br />
(ap 5,6) dal cui sangue viene la<br />
redenzione. infatti il suo sangue ci redime<br />
e ci salva e davanti al trono<br />
dell’altissimo miriadi di schiere angeliche<br />
proclamano: «Santo, santo,<br />
santo il Signore Dio, l'onnipotente,<br />
colui che era, che è e che viene!» (ap<br />
4,8).
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 5<br />
LA PASQUA<br />
DI NICOLETTA BORGIA *<br />
I simboli pasquali<br />
Nelle tradizionidella<br />
religiositàpopolari<br />
www.diocesimazara.it<br />
LE UOVA COLORATE<br />
raffigurazione iconografica<br />
della pietra del Sepolcro<br />
Parlare di uova nel tempo pasquale<br />
può sembrare un tema che torna a<br />
ripetersi di fronte a tanta letteratura<br />
venuta a crearsi nel tempo. tuttavia questo<br />
tempo è momento di rinascita e di rinnovamento,<br />
così le uova tornano ad avere<br />
una centralità imprescindibile con tutta la<br />
funzione simbolica e culturale che conservano<br />
nella tradizione cristiana e non solo.<br />
Dalla mitologia alla storia più recente è<br />
straordinariamente attuale l’accostamento<br />
cosmogonico della raffigurazione dell’uovo<br />
all’origine dell’universo, con il senso<br />
più esteso della cultura della “Vita”, soprattutto<br />
per i cristiani che si avvicinano alle<br />
celebrazioni della festa più grande dell’anno<br />
liturgico. le uova sono da sempre<br />
state oggetto di dono per l’inizio della primavera<br />
– come momento di rigenerazione<br />
della natura - tra i popoli orientali<br />
come simbolo di rinnovamento fino ai<br />
tempi della nascita del cristianesimo. con<br />
i cristiani si è avuta una trasformazione di<br />
approccio alla sacralità della vita nella<br />
morte e risurrezione di cristo, raffigurata<br />
iconograficamente da una pietra tondeggiante<br />
dinanzi a un sepolcro “vuoto” poiché<br />
il risorto aveva riportato l’uomo alla<br />
Vita. Si dice infatti che l’uovo, per la sua caratteristica<br />
di durezza nell’involucro calcareo,<br />
venga comunemente accostato alla<br />
pietra di quel sepolcro aperto, così come<br />
il dischiudersi delle uova alla nascita dei<br />
pulcini.<br />
È proprio di questi giorni educare i<br />
bambini a questa tradizione preparando<br />
le uova con colori e decorazioni e <strong>cond</strong>urre<br />
la loro attenzione al significato più<br />
profondo del rispetto per la vita. Sono<br />
molteplici le usanze e le modalità diverse<br />
di decorare le uova; dall’est all’ovest del<br />
mondo sono i colori e i ricami a fare<br />
spesso le differenze per individuare le<br />
identità tradizionali di provenienza, ma il<br />
colore rosso è quello che certamente sta<br />
a simboleggiare la Passione di cristo.<br />
In tutto l’Oriente cristiano, sia cattolico<br />
che ortodosso, la mattina di Pasqua (dopo<br />
le celebrazioni del Mattutino della risurrezione<br />
che può durare anche oltre tre ore<br />
dopo la mezzanotte del Sabato Santo),<br />
tradizione vuole di riunirsi in agape e rompere<br />
le uova sode colorate per mangiarle<br />
insieme e festeggiare la Pasqua di risurrezione,<br />
rispondendo all’annuncio: “cristo è<br />
risorto” – in greco christòs anesti! – con<br />
“è veramente risorto”! alithos anesti! l’annuncio<br />
che le donne mirofore ricevettero<br />
dall’angelo fuori dal sepolcro, trovandolo<br />
vuoto, perché cristo ha vinto la morte calpestando<br />
la morte con la Vita!<br />
* responsabile pubbliche relazioni<br />
del Pontificio istituto orientale di roma<br />
VITA DI CHIESA<br />
IN SEMINARIO<br />
ritiro spirituale per i ministri<br />
straordinari della comunione<br />
RITIRO SPIRITUALE in preparazione alla Pasqua<br />
per i ministri straordinari della comunione e<br />
per il coro diocesano, nel Seminario a Mazara<br />
del Vallo. a guidarlo è stata il direttore dell’ufficio<br />
liturgico diocesano don Nicola altaserse<br />
che, al termine, ha presieduto la santa<br />
messa.<br />
CATECHESI FUORI LA PARROCCHIA<br />
la parola del Buon<br />
Pastore ai bambini<br />
LA CATECHESI SECONDO il metodo di Maria Montessori:<br />
indipendenza, libertà di scelta del proprio<br />
percorso educativo. l’iniziativa è di don Pietro caradonna<br />
(nella foto), parroco della Madonna della<br />
Sapienza a Marsala che, insieme all’équipe, ha<br />
fatto visita presso la scuola materna in contrada<br />
Santi filippo e Giacomo di Marsala, diretta dalle<br />
Suore della Misericordia. il parroco ha incontrato<br />
38 bambini ai quali é stata annunciata la parabola<br />
del Buon Pastore, con la gioia delle suore e<br />
le assistenti e la felicità dei bambini che hanno<br />
accolto la catechesi partecipando vivacemente.<br />
Don caradonna è già al suo terzo incontro fuori il<br />
contesto parrocchiale, dove ha incontrato i bambini:<br />
lo ha già fatto presso la scuola “asta” di Marsala<br />
e alla biblioteca dei bambini “l’ isola che non<br />
c’è” del Seminario vescovile di Mazara del Vallo.<br />
(nazzareno marchese)
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 6<br />
NEL TERRITORIO<br />
Castelvetrano<br />
“Speranza” in corsia<br />
per la gioia dei bambini<br />
u<br />
N caNe iN corSia, perché «gli occhi di un<br />
animale hanno il potere di parlare un<br />
grande linguaggio», come diceva Martin<br />
Buber. “Speranza”, questo il nome della<br />
cagnolina che i volontari dell’enpa di castelvetrano<br />
hanno portato nel reparto di pediatria<br />
dell’ospedale “Vittorio emanuele ii” di<br />
castelvetrano. ad accogliere i volontari è<br />
stata Maria rosaria la Bianca responsabile<br />
del reparto.<br />
“Speranza” è<br />
stata la protagonista<br />
tra<br />
i bambini che<br />
l’hanno accarezzata:<br />
dopo<br />
essere stata<br />
abbandonata<br />
e dopo l’amputazione<br />
di<br />
una zampetta,<br />
questa<br />
cagnolina ha<br />
ritrovato la<br />
speranza<br />
grazie all’aiuto<br />
dei<br />
volontari.<br />
l’emozione<br />
grande negli<br />
occhi di quei<br />
bimbi costretti<br />
a letto,<br />
ha per un attimo<br />
cancellato<br />
l’idea di ospedale, ha ridato loro il<br />
sorriso e “Speranza” ha aiutato gli adulti a<br />
rendersi conto dell’importanza di un incontro<br />
speciale.<br />
Amafi/Marsala<br />
lavori nella chiesa<br />
della Bufalata<br />
Sotto la DirezioNe dei tecnici del<br />
comune di Marsala, l’impresa “corepp”<br />
di favara ha iniziato i lavori<br />
nella chiesa Madonna cava, amafi,<br />
di contrada Bufalata a Marsala, nel<br />
territorio della parrocchia Ss. filippo<br />
e Giacomo. il luogo di culto<br />
sorge in uno dei punti più elevati<br />
del territorio, da cui è possibile osservare<br />
gran parte del versante<br />
nordovest di Marsala. la facciata, a<br />
forma quadrata, presenta un portale<br />
di stile moresco dipinto con<br />
colori sgargianti in epoca successiva<br />
all’impianto. Per il restauro e il<br />
risanamento conservativo della<br />
chiesa Madonna della cava, il progetto<br />
prevede – prioritariamente –<br />
l’eliminazione delle aggiunte estetiche<br />
(che deturpano l’aspetto originale<br />
della chiesa); quindi si<br />
interverrà su intonaci esterni e interni,<br />
nonché su tetti (a struttura lignea,<br />
con tegole) e<br />
pavimentazione. le nuove realizzazioni<br />
riguarderanno i servizi<br />
igienici, gli impianti idrico/elettrici<br />
e gli infissi interni/esterni.<br />
VOCE DAI SOCIAL<br />
CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />
#CONDIVIDERETV<br />
come preparare il sapone?<br />
la ricetta del fai-da-te<br />
FACEBOOK/LE FOTO<br />
carlo la Monica e la “sua”<br />
Gibellina dipinta sulla tela<br />
coMe Si PrePara il SaPoNe a caSa? la ricetta e il<br />
procedimento lo spiegano i volontari di legambiente<br />
Santa Ninfa che hanno tenuto un<br />
corso a Vita, organizzato dalla Pro loco guidata<br />
da Maria Scavuzzo. Nel video sono spiegati<br />
tutti i passaggi per preparare un sapone<br />
con olio d’oliva e un gel naturale.<br />
PreSSo lafoNDazioNeoreStiaDi DiGiBelliNaè allestita la mostra<br />
personale di carlo la Monica (nella foto), con dipinti e sculture<br />
realizzate dal macchinista ferroviere con la passione per<br />
l’arte. la Monica fu capo artigiano per la realizzazione delle<br />
macchine sceniche delle orestiadi. Sul nostro profilo facebook,<br />
una mini galleria di foto delle opere esposte.<br />
6 APRILE<br />
Parrocchia San lorenzo<br />
ospite Salvo Noè<br />
Nella Parrocchia SaN loreNzo in Mazara del Vallo,<br />
venerdì 6 aprile, alle ore 20,30, sarà ospite Salvo<br />
Noè, psicologo catanese e autore del libro “Vietato<br />
lamentarsi”. è anche mediatore familiare ed<br />
esperto in processi formativi. Docente universitario,<br />
è consulente di istituzioni e di varie aziende.<br />
Nella parrocchia mazarese parlerà del rapporto tra<br />
genitori e figli.<br />
AGENDA<br />
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Non perdiamoci di vista....
n. 02/20febbraio<strong>2018</strong>, pag. 7<br />
DENTRO LA NOTIZIA<br />
AMBIENTE<br />
esemplari del<br />
crostaceo in<br />
sei siti siciliani<br />
di MAX FIRRERI<br />
La biodiversità che cambia<br />
il gambero americano in Sicilia<br />
un esemplare di gambero<br />
rosso della louisiana recuperato<br />
nella riserva “lago<br />
Preola e Gorghi tondi” di<br />
Mazara del Vallo. Nelle foto<br />
accanto: federico Marrone<br />
e Stefania D’angelo.<br />
Il primo avvistamento del gambero<br />
rosso della louisiana in Sicilia risale<br />
al 2003 ai Gorghi tondi di Mazara<br />
del Vallo. a distanza di 15 anni il Procambarus<br />
clarkii si è diffuso in altri cinque<br />
siti dell’isola, minacciando ora la<br />
fauna e la perdita della biodiversità dei<br />
luoghi. Dal novembre 2016 in Sicilia<br />
opera un gruppo di ricercatori presso il<br />
Dipartimento Stebicef dell’università di<br />
Palermo col compito di raccogliere segnalazioni,<br />
verificarle e documentarle. il<br />
risultato che a oggi è venuto fuori, preoccupa<br />
parecchio gli stessi ricercatori.<br />
Perché esemplari di questo gambero<br />
sono stati avvistati nel fiume irminio a<br />
ragusa, nel fiume San leonardo ad augusta,<br />
ai Pantani di Venetico, in provincia<br />
di Messina, al canale Buttaceto sul<br />
fiume Simeto a catania e al lago rosamarina<br />
nei pressi di caccamo, in provincia<br />
di Palermo. insomma, dall’originario<br />
avvistamento nella Sicilia occidentale,<br />
ora la presenza di questo gambero è<br />
diffusa in tutta la Sicilia: «quello che più<br />
ci preoccupa – spiega federico Marrone,<br />
zoologo presso l’università di Palermo<br />
– è proprio questa veloce<br />
espansione anche nei fiumi che, come<br />
si può ben capire, possono diventare<br />
ottimi canali di dispersione della specie<br />
in altri corpi idrici dello stesso bacino<br />
idrografico». una vera colonizzazione<br />
che, in alcuni posti come ai Gorghi<br />
tondi di Mazara del Vallo, ha stravolto<br />
l’habitat della riserva.<br />
Si è assistito a un calo drastico di alcune<br />
specie anfibie, come rane, rospi,<br />
raganelle, ma anche di libellule, perché<br />
i gamberi della louisiana si nutrono<br />
anche di larve e di uova, bloccando, di<br />
fatto, il ciclo della riproduzione. Da naturalisti<br />
e scienziati è definito un crostaceo<br />
spietato perché sopravvive<br />
all’essiccamento del suo habitat, scavando<br />
profonde tane nel letto di canali<br />
e laghi, tane dove trova l’umidità necessaria<br />
per mantenersi in vita fino alla<br />
successiva stagione umida. «Ma si ambienta<br />
anche in acque più fredde –<br />
spiega Stefania D’angelo, direttrice<br />
della riserva “lago Preola e Gorghi<br />
tondi” – ed è in grado di sopportare<br />
temperature piuttosto elevate e concentrazioni<br />
relativamente modeste di<br />
ossigeno disciolto».<br />
Chi mai se lo sarebbe aspettato che<br />
un gambero proveniente dall’america<br />
lo si ritrovasse in laghi e fiumi in Sicilia?<br />
a disfarsene di qualche esemplare è<br />
stato, probabilmente, qualche appassionato<br />
collezionista di specie esotiche<br />
che, prima l’ha tenuto in acquario, e poi<br />
l’ha abbandonato erroneamente nei<br />
bacini naturali. «Per noi è stata una vera<br />
novità – spiega la direttrice D’angelo –<br />
la sua caratteristica è l’antibiodiversità.<br />
infatti distrugge tutto ciò che incontra<br />
lungo il suo cammino, ma viene a sua<br />
volta predato dagli uccelli». l’espansione<br />
numerica che si è avuta in Sicilia,<br />
è avvenuta in altri luoghi italiani. come<br />
il lago di Massaciuccoli, in provincia di<br />
lucca, dove ha determinato la forte sofferenza<br />
della fauna ittica autoctona. Ma,<br />
in quel caso, ha anche causato problemi<br />
strutturali alle sponde sia del lago che<br />
dei canali circostanti.<br />
«Nonostante il gambero si sia diffuso<br />
in europa per gli allevamenti ad uso alimentare,<br />
nel caso degli esemplari presenti<br />
nella nostra riserva – dice la<br />
D’angelo – è stato accertato l’accumulo<br />
di tossine nell’epatopancreas, per cui<br />
non si consiglia l’uso alimentare». una<br />
vera minaccia per gli ecosistemi di moltissime<br />
zone paludose, fiumi e laghi<br />
della Sicilia che, possono subire una<br />
trasformazione senza precedenti. come<br />
agire per debellarlo? «attualmente i<br />
tentativi che sono stati fatti, anche in<br />
europa, come ad esempio in Spagna,<br />
non hanno, purtroppo, prodotto risultati»<br />
dice federico Marrone. Per l’attività<br />
di monitoraggio in Sicilia il gruppo di<br />
ricercatori ha anche creato una pagina<br />
privata di facebook (Procambarus clarkii<br />
in Sicilia) collegata a “fauna siciliana”,<br />
pagina sul social che conta poco più di<br />
17.000 membri tra naturalisti, ricercatori<br />
e fotografi.
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 8<br />
L’ESPERTO INFORMA<br />
ROTTAMAZIONE BIS <strong>2018</strong><br />
pagando la prima rata<br />
della definizione agevolata<br />
stop alle ganasce<br />
a cura della redazione<br />
www.diocesimazara.it<br />
Fermo amministrativo<br />
Quando viene sospeso?<br />
SCRIVE<br />
Giuseppe Crinelli<br />
Partanna<br />
Buongiorno direttore,<br />
sono un imprenditore<br />
che<br />
opera nel settore commercio a Partanna.<br />
la mia azienda individuale ha intestata<br />
un’autovettura che lo scrivente usa in<br />
maniera promiscua. faccio presente che<br />
ho ricevuto per tale autovettura un<br />
fermo amministrativo per debiti erariali.<br />
chiedo al vostro esperto: con la presentazione<br />
dell’istanza della rottamazione<br />
bis cartelle <strong>2018</strong> e il pagamento della<br />
prima rata, l’agenzia delle entrate deve<br />
procedere alla sospensione del fermo?<br />
Sarà cancellato al perfezionamento della<br />
definizione agevolata?<br />
RISPONDE<br />
Gaspare Magro<br />
Dottore commercialista<br />
Buongiorno signor<br />
crinelli. le confermo<br />
che, a seguito<br />
del pagamento della prima rata della<br />
definizione agevolata, l’agenzia delle<br />
entrate/riscossione, attenzione solo<br />
esclusivamente su istanza del contribuente,<br />
procede alla sospensione del<br />
fermo amministrativo iscritto in data<br />
anteriore. Si precisa, altresì, che successivamente<br />
il fermo sarà cancellato per<br />
effetto dell’integrale pagamento delle<br />
somme dovute a titolo di definizione.<br />
attenzione, sempre che, naturalmente,<br />
siano stati definiti tutti i carichi per i<br />
quali il fermo è stato iscritto.<br />
TERZO SETTORE<br />
incentivi per le donazioni:<br />
detrazione irpef del 30%<br />
DI GASPARE MAGRO<br />
TRA GLI OBIETTIVI centrali<br />
della riforma del terzo<br />
settore, approvata da<br />
pochi mesi, si configurano le attività<br />
di raccolta fondi per il non profit, finanziamenti<br />
più facili con sconti fiscali<br />
e prestiti innovativi (social<br />
lending). in particolare, da gennaio<br />
SCRIVICI<br />
Poni una domanda<br />
e l’esperto ti risponde<br />
sul giornale<br />
Si chiaMa a tu per tu la rubrica del nostro<br />
giornale che in ogni numero ospita un<br />
<strong>2018</strong> la riforma incentiva le donazioni<br />
agli enti non profit con una detrazione<br />
irpef del 30% fino a € 30.000 di<br />
importo erogato o del 35% se il beneficiario<br />
è un’organizzazione di volontariato.<br />
in alternativa, è attiva una<br />
deduzione dal reddito pari all’importo<br />
donato per persone fisiche, enti e società<br />
fino al limite del 10% dell’importo<br />
dichiarato. inoltre, è agevolato<br />
anche il social lending, ossia la concessione<br />
di prestiti per finanziare attività<br />
di interesse generale degli enti<br />
del terzo settore. le remunerazioni di<br />
chi presta denaro sono tassate come i<br />
titoli di Stato al 12,50%.<br />
gruppo di professionisti (commercialisti, medici,<br />
nutrizionisti, avvocati) che rispondono<br />
gratuitamente ai quesiti dei nostri lettori.<br />
come fare? Basta inviare una e-mail a <strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it,<br />
indicando nome,<br />
cognome e recapito telefonico, oppure inviando<br />
un messaggio privato sulla pagina facebook<br />
Diocesi Mazara/<strong>cond</strong>ividere. Nel<br />
successivo numero, la risposta degli esperti<br />
che collaborano con il nostro giornale.
PuBBlicità<br />
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 9<br />
IN RETE<br />
www.diocesimazara.it<br />
Pantelleria<br />
la Forania apre una finestra sul web,<br />
un nuovo sito per scambio e dialogo<br />
ONLINE DAL 18 <strong>MARZO</strong><br />
è possibile lasciare un commento<br />
e consultare le sezioni<br />
Un sito web della Forania e due<br />
profili facebook e twitter. la realtà<br />
più lontana della Diocesi<br />
(per distanza e per l’insularità), l’isola di<br />
Pantelleria, sbarca con alcune novità<br />
sulla rete. è online il nuovo sito web della<br />
chiesa di Pantelleria, nato grazie alla collaborazione<br />
di Pino Guida e Mauro Silvia.<br />
«Per una parrocchia il sito web è un prezioso<br />
strumento che la pastorale del nostro<br />
tempo riconosce importante per la<br />
diffusione del Vangelo e per comunicare<br />
con la comunità notizie ed eventi che più<br />
stanno a cuore», spiega don Showry Kolakani<br />
Il sito offre a tutta la comunità pantesca<br />
uno spazio di dialogo e di scambio:<br />
tutti, nella forania di Pantelleria, a livello<br />
interparrocchiale, possono essere partecipi<br />
e sentirsi coinvolti. «Sarà un percorso<br />
fiducioso e costante quello che<br />
vogliamo portare avanti, dove si maturano<br />
valori ed espressioni capaci di rispondere<br />
alle esigenze della pastorale e<br />
alle attese della comunità».<br />
Il sito si propone come iniziativa<br />
aperta, sempre in attesa di un triplice intervento:<br />
quello della visita incuriosita<br />
tra le tante offerte, quello del libero<br />
commento alle varie pagine che aiuta a<br />
migliorare le proposte e a intensificare<br />
le relazioni e, infine, per chiunque possa<br />
rendersi disponibile, quello della gestione<br />
diretta dei contenuti delle sezioni,<br />
pubblicando appuntamenti, bollettini<br />
parrocchiali, avvisi e notizie dei vari<br />
gruppi.<br />
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n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 10<br />
LE RUBRICHE<br />
GRANI<br />
DI VANGELO<br />
CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />
DI ERINA FERLITO<br />
CULTURA<br />
ARABA<br />
CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />
DI DORA POLIZZI<br />
L’Agnello spezza<br />
i sigilli del libro<br />
L<br />
’oscuro libro della storia, dove è custodito<br />
il segreto del vivere, è ora consegnato al cristo<br />
agnello, il solo che, con la sua potenza messianica<br />
e la pienezza dello Spirito, può spezzare<br />
i sigilli che lo legano. la densità del contenuto<br />
è avviluppata in un linguaggio complesso, comprensibile<br />
solo se si tiene conto delle cifre simboliche<br />
che lo connotano e della loro carica<br />
espressiva: l’agnello spezza uno dei sigilli; interviene<br />
uno degli zoa, ossia degli esseri viventi,<br />
che grida “vieni”; appare un cavallo, ogni volta<br />
di un colore differente; viene presentato un cavaliere<br />
cui è consegnato uno o più oggetti. e<br />
tutto questo rigorosamente ripetuto allo spezzare<br />
dei primi quattro sigilli (cfr ap 6,1-9). l’interpretazione<br />
della storia, resa possibile dal<br />
cristo morto e risorto, il cui simbolo è l’agnello,<br />
è segnata dalla presenza misteriosa del trascendente,<br />
che avviene per azione dello Spirito: è la<br />
valenza simbolica degli zoa, raffiguranti una<br />
sorta di scambio tra cielo e terra. l’apparizione<br />
del cavallo lo conferma, poiché il simbolo teriomorfo<br />
indica una realtà al di sotto della trascendenza<br />
e al di sopra dell’immanenza. Ma ciò che<br />
rende accessibile il senso di ciò che accade allo<br />
spezzarsi dei vari sigilli è il simbolismo cromatico.<br />
il primo cavallo è bianco (cfr ap 6,2a): si<br />
tratta della forza della risurrezione, di cui<br />
l’agnello intride ogni uomo e ogni evento della<br />
storia cancellando tutto il male che li deturpa,<br />
come indica l’arco consegnato al cavaliere (cfr<br />
ap 6,2b). «appartenente alla sfera divina (cavallo<br />
bianco), con la qualifica permanente di vittorioso<br />
[…], dotato di armi micidiali (l’arco),<br />
cristo è presentato qui come un’energia viva,<br />
vittorioso di tutte le forze negative» (u. Vanni,<br />
Jinn,ossia genio<br />
Il termine Jinn indica ogni sorta di<br />
esseri fantastici, la cui realtà è affermata<br />
dal corano accanto a quelle di<br />
altre creature. il corano utilizza oltre a<br />
jinn anche jinna e jann, tutti derivati<br />
dalla medesima radice. Queste creature<br />
che sfuggono a ogni percezione, costituiscono<br />
una sorte di “mondo nascosto”<br />
('alam al- ghayb) che interviene nell'ordine<br />
del “mondo visibile” ('alam al- shahada).<br />
il verbo janna significa<br />
innanzitutto “essere nascosto”, “coprire”,<br />
“ricoprire”, ma anche essere “abbondante”,<br />
“essere tenebroso”, e “far impazzire”.<br />
in riferimento alla terminologia,<br />
jinn significa “demone” “genio”, ma<br />
apocalisse, Queriniana, Brescia 1982 pp. 39-40):<br />
«Gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso<br />
per vincere ancora» (cfr ap 6,2c). è in tal modo<br />
frantumata ogni forma di violenza, simboleggiata<br />
dal cavallo rosso fuoco (cfr ap 6,4), dell’ingiustizia<br />
che penalizza i poveri e i deboli,<br />
come indica il cavallo nero (cfr ap 6,5), di morte,<br />
espressa dal cavallo verde, il colore della caducità<br />
(cfr ap 6,8). Ma non è solo il male che attraversa<br />
il mondo a essere incomprensibile. il<br />
soggetto interpretante è <strong>cond</strong>otto a cogliere<br />
nella storia altre presenze, apparentemente<br />
meno percepibili. Si tratta dell’implorazione di<br />
giustizia dei testimoni della Parola e martiri<br />
della fede, espressa allo spezzarsi del quinto sigillo<br />
(cfr ap 6,9): «allora venne data a ciascuno<br />
di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare<br />
ancora un poco, finché fosse completo<br />
il numero dei loro compagni di servizio e dei<br />
loro fratelli, che dovevano essere uccisi come<br />
loro» (cfr ap 6,11). la “veste candida” costituisce<br />
una doppia cifra simbolica, che indica la relazionalità<br />
(veste) e la risurrezione (candida). ai<br />
martiri è donata dunque la capacità di vivere<br />
rapporti interpersonali nell’economia della risurrezione<br />
del cristo, nella quale sono avvolti<br />
non gli individui, attraversati da un disumano<br />
isolamento, bensì l’uomo, nella sua dimensione<br />
ontologicamente relazionale (cfr Gen 2,7.21-24).<br />
il gruppo di ascolto è sollecitato in tal modo a<br />
rileggere in tale logica la propria esistenza e,<br />
nella medesima logica, attendere a braccia spalancate<br />
i nuovi compagni di servizio e testimoni<br />
della fede che il Signore Dio sceglierà di porre<br />
loro accanto perché, risorti nel risorto, siano<br />
una cosa sola.<br />
anche “ciò che copre”, “velo” o “l'interno<br />
di qualcosa”; jinna indica i demoni e i<br />
geni ma anche la follia e il furore. i Jinn<br />
non sono dunque visibili a vista umana<br />
ordinaria; tuttavia, sono capaci di materializzarsi<br />
e di apparire nel mondo fisico,<br />
rendendosi visibili o invisibili a loro piacimento.<br />
Spesso appaiono sotto le spoglie<br />
di animali e possono essere buoni<br />
o cattivi. Quelli che si sottomettono ad<br />
allah sono buoni; quelli che a lui si ribellano,<br />
sono cattivi. Maometto incorpora<br />
i Jinn nel suo sistema, relegando in<br />
se<strong>cond</strong>o piano le diverse divinità del<br />
mondo arabo e imponendo il Dio unico<br />
allah.
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 11<br />
IO PENSO CHE...<br />
di VITO BONANNO *<br />
www.diocesimazara.it<br />
PRECARI E STABILIZZAZIONE<br />
i chiaroscuri di una<br />
vicenda lunga decenni<br />
La questione della stabilizzazione<br />
dei precari si ripresenta, ancora una<br />
volta, sul tavolo di amministratori e<br />
funzionari degli enti locali con tutto il carico<br />
di contraddizioni e chiaroscuri che da sempre<br />
caratterizzano uno dei temi cruciali<br />
della storia politica e sociale della nostra<br />
terra. Per tutti questi lavoratori precari sembrano<br />
finalmente essersi aperte le porte<br />
per una occupazione stabile, anche se il<br />
percorso non sembra né chiaro né facile. i<br />
comuni, infatti, non hanno autonomia e libertà<br />
di assunzione, e sono soggetti da<br />
oltre un decennio a vincoli e limiti imposti<br />
per motivi di finanza pubblica dallo Stato;<br />
il vincolo più importante – fermo restando<br />
quello finanziario e di capacità di bilancio<br />
- è costituito dal tetto al turn over, cioè<br />
dalle norme che consentono di sostituire<br />
soltanto una parte dei dipendenti collocati<br />
in pensione.<br />
Nel corso del 2017 tale vincolo è stato allentato,<br />
passando dal 25% al 75% per i comuni<br />
più virtuosi e in regola con i vincoli<br />
di bilancio; un ulteriore spinta è arrivata dal<br />
decreto Madia, con cui lo Stato ha previsto<br />
la possibilità di una assunzione straordinaria<br />
di soggetti che hanno lavorato per almeno<br />
3 anni alle dipendenze di pubbliche<br />
amministrazioni con contratti di diritto privato.<br />
Per superare i vincoli del turn over la<br />
legge Madia ha, anche, previsto che i comuni<br />
possono utilizzare per assumere a<br />
tempo indeterminato le risorse assunzionali<br />
al momento impiegate per assunzioni<br />
a termine e collaborazioni. la regione Siciliana<br />
con una legge del dicembre 2016<br />
ha anche assunto l’impegno di garantire ai<br />
comuni per ogni precario stabilizzato lo<br />
stesso contributo finanziario erogato fino<br />
al 2015 per contribuire al pagamento della<br />
retribuzione, fino al termine della vita lavorativa.<br />
Resta, tuttavia, il vincolo delle dotazioni<br />
organiche; per poter stabilizzare i comuni<br />
debbono avere i posti disponibili e vacanti<br />
nelle proprie dotazioni organiche e ciò, di<br />
fatto, crea particolari difficoltà in quegli enti<br />
dove i precari sono addirittura più numerosi<br />
del personale di ruolo. la corte dei<br />
conti, inoltre, continua a ritenere – sulla<br />
base di una norma del 2016 che meriterebbe<br />
una modifica o un chiarimento - che<br />
fino alla completa attuazione della riforma<br />
delle ex province e alla ricollocazione dei<br />
dipendenti provinciali non sia consentito<br />
in Sicilia procedere alla stabilizzazione di<br />
nessun precario. Sul fronte degli aSu, lavoratori<br />
senza contratto, nel 2017 è stata<br />
approvata una legge regionale che prevede<br />
la concessione ai comuni che li stabilizzano<br />
attraverso procedure assunzionali<br />
di un contributo per 5 anni pari all’importo<br />
del sussidio attualmente erogato ai lavoratori<br />
stessi: si tratta di una norma che non<br />
ha riscosso successo tra gli enti locali, i<br />
quali per non gravare sui propri bilanci dovrebbero<br />
stipulare contratti di lavoro a 12<br />
ore settimanali, continuando a pagare i lavoratori<br />
con retribuzioni sotto la soglia di<br />
dignità.<br />
Mentre i Comuni sono alle prese con<br />
queste importanti decisioni, senza che la<br />
regione allo stato abbia emanato alcun indirizzo<br />
o orientamento applicativo, i lavoratori<br />
stanchi di aspettare hanno intrapreso<br />
la via giudiziaria, creando enormi problemi<br />
alla tenuta dei bilanci comunali. i lavoratori<br />
aSu ritengono di essere stati utilizzati non<br />
a supporto di dipendenti di ruolo come<br />
avrebbe dovuto essere per un lavoratore<br />
socialmente utile, ma come addetti esclusivi<br />
ad alcuni servizi non solo esterni ma<br />
anche interni; e sulla base di recenti orientamenti<br />
della corte di cassazione hanno<br />
citato alcuni comuni innanzi al giudice del<br />
lavoro chiedendo il pagamento delle differenze<br />
retributive tra l’assegno inps percepito<br />
e la retribuzione che sarebbe loro<br />
spettata per le ore lavorative svolte qualora<br />
fossero stati inquadrati con contratto di lavoro<br />
a tempo determinato parziale; tenendo<br />
conto della prescrizione<br />
quinquennale, i comuni rischiano di dover<br />
pagare a ciascun lavoratore circa 25 mila<br />
euro.<br />
Più grave e più concreta la prospettiva<br />
del contenzioso avviato dai precari titolari<br />
di contratto di lavoro che hanno chiesto al<br />
giudice del lavoro di <strong>cond</strong>annare i comuni<br />
a risarcire loro i danni causati dalla violazione<br />
del tetto massimo dei 36 mesi alla<br />
durata del contratto a termine senza essere<br />
stati assunti in ruolo. la legge prevede che<br />
nel caso di violazione delle norme di derivazione<br />
europea sui contratti a termine, i<br />
comuni debbono risarcire ai lavoratori il<br />
danno subito da tale attività illecita. la cassazione<br />
nel 2016 ha stabilito che tale<br />
danno va quantificato tra 2,5 e 10 mensilità<br />
dell’ultima retribuzione percepita. alcuni<br />
lavoratori hanno già ottenuto il risarcimento,<br />
mettendo a dura prova i bilanci comunali<br />
e la stessa possibilità di ottenere –<br />
nelle more di una eventuale stabilizzazione<br />
- la proroga del contratto di lavoro, posto<br />
che i giudici ritengono illegittimo un contratto<br />
prorogato per oltre 36 mesi.<br />
La questione, già complessa e lacerante,<br />
si è di recente complicata a seguito della<br />
pronuncia della corte di Giustizia europea<br />
depositata il 7 marzo <strong>2018</strong> con la quale, in<br />
risposta a una questione posta dal tribunale<br />
di trapani nell’ambito di un giudizio<br />
risarcitorio avanzato da un lavoratore precario,<br />
ha stabilito che oltre al danno forfettario<br />
il lavoratore precario ha diritto al<br />
risarcimento di ogni altro danno subito, se<br />
prova in giudizio la perdita di chance di occasioni<br />
di lavoro stabile a causa della <strong>cond</strong>otta<br />
del comune che non lo ha<br />
stabilizzato, pur avendone i requisiti e le risorse.<br />
Se tale prova è di difficile acquisizione,<br />
desta preoccupazione quanto<br />
chiarito dalla sentenza del giudice europeo<br />
sulla responsabilità personale dei dirigenti<br />
che hanno autorizzato le proroghe oltre il<br />
limite dei 36 mesi: costoro debbono rimborsare<br />
il danno che il comune è chiamato<br />
a risarcire ai lavoratori precari e non possono<br />
percepire l’indennità di risultato. insomma,<br />
si profila un clima da tutti contro<br />
tutti.<br />
* Segretario generale<br />
presso il comune di alcamo
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 12<br />
I GESTI<br />
di SALVATORE FERRARA *<br />
www.diocesimazara.it<br />
il “donare” come segno di vicinanza,<br />
la generositàtargata aeronautica Militare<br />
L’IMPEGNO DELLA FORZA ARMATA<br />
per associazioni e<br />
istituzioni del territorio<br />
con beni necessari<br />
Tutta la Pubblica amministrazione<br />
trova la sua ragion d’essere nel servizio<br />
reso a favore dei cittadini e in<br />
questo le forze armate, compresa l’aeronautica<br />
Militare, non fanno eccezione nel<br />
fornire quotidianamente i propri servizi di<br />
pubblica utilità. il 37° Stormo di trapani-<br />
Birgi, attraverso il 18° Gruppo caccia,<br />
svolge infatti un servizio di vitale importanza<br />
per il Paese: la sorveglianza dello<br />
spazio aereo nazionale o, più in generale,<br />
la difesa aerea; così come l’82° centro Sar,<br />
che svolge invece operazioni di ricerca e<br />
soccorso a vantaggio della comunità locale.<br />
il nostro ambiente operativo di lavoro<br />
è il cielo,<br />
la raccolta<br />
fondi con<br />
uno spettacolo<br />
nella Base<br />
spesso a<br />
quote in cui<br />
non siamo né<br />
visti, né sentiti.<br />
Purtroppo, le<br />
operazioni di<br />
decollo producono<br />
inevitabilmente rumore e qualche<br />
volta c’è il rischio di essere percepiti come<br />
fonte di disturbo. anche il fatto che l’aeroporto<br />
sia delimitato da una rete perimetrale<br />
invalicabile contribuisce ad aumentare<br />
simbolicamente la distanza tra il nostro<br />
mondo e la cittadinanza. ancora prima di<br />
assumere il comando dello Stormo mi<br />
sono più volte chiesto: cosa è possibile fare<br />
per far vedere chi siamo, cosa facciamo e<br />
qual è la nostra ragione sociale? “ragione”<br />
e “sociale”, in realtà la risposta era già lì, presente<br />
nella domanda che mi stavo ponendo.<br />
il 37° Stormo è di fatto la più<br />
grande realtà lavorativa presente nella provincia<br />
di trapani per il numero di dipendenti<br />
e per l’indotto economico che<br />
genera.<br />
In qualità di Comandante, sono coinvolto<br />
in rapporti giornalieri sia con gli altri<br />
attori istituzionali, sia con le numerose realtà<br />
produttive e industriali, a cui ci rivolgiamo<br />
per le attività affidate all’esterno<br />
(servizio di mensa, di pulizie, di manutenzione<br />
veicoli), indispensabili per il funzionamento<br />
della base. conosco questa<br />
meravigliosa terra e questa gente da molti<br />
anni ormai e l’opportunità di poter coinvolgere<br />
a 360 gradi il territorio non poteva<br />
passare inosservata. ho voluto solo catalizzare<br />
l’innata generosità del territorio per<br />
pubblicizzare, valorizzare e supportare le<br />
numerose associazioni e istituzioni che<br />
operano nel sociale, forti anche del successo<br />
dell’evento dell’anno precedente, a<br />
favore della comunità di amatrice, colpita<br />
dal terribile sisma del 2016.<br />
Ciò che mi ha maggiormente colpito è<br />
stato scoprire, giorno per giorno, quanto<br />
già il personale dello Stormo fosse impegnato<br />
a vario titolo in diverse onlus o associazioni<br />
di volontariato. è, purtroppo,<br />
sempre più un luogo comune che la beneficenza<br />
generi tanta diffidenza. troppo<br />
spesso dietro a queste iniziative si celano<br />
truffe o inganni, in cui i fondi raccolti raggiungono,<br />
nel migliore dei casi, in minima<br />
parte i destinatari. ancorché l’iniziativa traesse<br />
origine da una forza armata, dall’aeronautica<br />
Militare, desideravamo<br />
individuare una formula che potesse fornire<br />
garanzie e trasparenza. Per tale motivo<br />
l’ipotesi di effettuare donazioni in danaro<br />
è stata scartata a priori, preferendo sobbarcarci<br />
l’onere di acquistare beni tangibili che<br />
potessero soddisfare le numerose richieste<br />
di assistenza. la notizia dell’iniziativa ha cominciato<br />
a circolare molto velocemente; la<br />
formula si è rivelata subito vincente e le richieste<br />
di supporto sono arrivate numerosissime.<br />
La risposta da parte delle aziende della<br />
Provincia è stata, anche in questa edizione,<br />
al di sopra delle aspettative, a testimonianza<br />
della grande generosità che contraddistingue<br />
il popolo italiano e in<br />
particolare i siciliani. oggi, a distanza di<br />
quattro mesi dall’evento, non abbiamo ancora<br />
completato tutte le consegne, ma nel<br />
frattempo continuiamo a ricevere richieste<br />
di aiuto da parte di altre associazioni, alle<br />
quali non faremo mancare il nostro appoggio.<br />
Da questo evento siamo usciti tutti più<br />
arricchiti, soprattutto nello spirito, molto<br />
più dei destinatari della stessa solidarietà.<br />
Penso di poter parlare a nome di tutto il<br />
mio personale, affermando che grazie a<br />
questi eventi si comprende appieno il valore<br />
del “donare” e dell’essere prossimi a<br />
chi ha più bisogno. l’entusiasmo con cui ci<br />
hanno accolto, ad esempio, i ragazzi di alcune<br />
associazioni di disabili, la felicità, vera<br />
e genuina, nei loro occhi e nei loro sorrisi,<br />
ci ha ripagato di tutti gli sforzi organizzativi.<br />
abbiamo centrato il nostro obiettivo, ci<br />
siamo fatti conoscere come persone normali<br />
che svolgono un lavoro speciale: offrire<br />
protezione dal cielo con il privilegio,<br />
molto spesso, di salvare anche vite umane.<br />
oggi la comunità trapanese sa che il 37°<br />
Stormo e l’82° centro Sar sono parte integrante<br />
di questa splendida parte di Sicilia.<br />
* comandante 37° Stormo trapani-Birgi
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 13<br />
VITA DI CHIESA<br />
di DON ANGELO GRASSO, sdb *<br />
www.diocesimazara.it<br />
MARSALA<br />
un percorso per le famiglie ferite<br />
sul solco del m.p. amoris laetitia<br />
In un’epoca caratterizzata da<br />
“accelerate” trasformazioni sociali<br />
e culturali, in cui fatti epocali<br />
come la globalizzazione, la terza rivoluzione<br />
industriale e l’individualismo<br />
libertario travagliano questo<br />
nostro tempo, in una società definita<br />
ormai “liquida”, dove è pressoché<br />
impossibile costruire relazioni<br />
stabili e durature, in quanto restano<br />
soltanto “legami non solidi, fluidi,<br />
di scarsa consistenza e durata, legami<br />
del tipo usa e getta”, una<br />
delle istituzioni che viene seriamente<br />
messa in discussione è la famiglia.<br />
in un contesto così<br />
tormentato si parla di “famiglie<br />
spezzate” e in difficoltà. Sono quasi<br />
scomparse le famiglie estese e le<br />
famiglie numerose; dilagano le<br />
unioni di fatto; aumentano i giovani<br />
adulti che vivono con i genitori;<br />
si moltiplicano le famiglie di<br />
anziani soli; crescono i single quarantenni<br />
e le famiglie uni-personali;<br />
aumentano le donne separate con<br />
figli minori; si diffondono le famiglie<br />
monoparentali o ricomposte.<br />
Tutto ciò non può lasciare indifferente<br />
la chiesa, la quale è chiamata<br />
a interrogarsi per offrire i<br />
necessari interventi pastorali a sostegno<br />
delle famiglie in crisi. il<br />
primo passo l’ha fatto Papa francesco<br />
che ha convocato un Sinodo<br />
ordinario e uno straordinario nel<br />
biennio 2014-2015. «la cosa di cui<br />
la chiesa ha più bisogno oggi è la<br />
capacità di curare le ferite e di riscaldare<br />
il cuore dei fedeli … io<br />
vedo la chiesa come un ospedale<br />
da campo dopo una battaglia!» ha<br />
detto Papa francesco lo scorso 19<br />
settembre 2013. con l’esortazione<br />
apostolica amoris laetitia, il Pontefice<br />
ha dato delle preziose indicazioni<br />
di cammino per<br />
«accompagnare, discernere e integrare<br />
la fragilità» (al cap. Viii), che<br />
spingono la chiesa “in uscita” a<br />
“prendersi cura” delle famiglie che<br />
vivono momenti difficili.<br />
Per questo la Chiesa, che è in Mazara<br />
del Vallo, ha voluto chinarsi<br />
come il buon Samaritano del Vangelo<br />
sulle famiglie ferite del nostro<br />
territorio, offrendo inizialmente un<br />
contatto e a seguire un percorso<br />
pastorale di «accoglienza, di accompagnamento,<br />
di discernimento<br />
e di integrazione» presso la<br />
casa Salesiana “Divina Provvidenza”<br />
dei Salesiani di Marsala. è<br />
un primo passo verso una pastorale<br />
familiare “integrata”, che vede<br />
nella “prevenzione” e nell’educazione<br />
all’amore dei giovani una<br />
sfida per il futuro con l’obiettivo di<br />
proteggere e sostenere la famiglia,<br />
unico e solido fondamento della<br />
società e della chiesa.<br />
* parroco Maria Ss. ausiliatrice<br />
in Marsala<br />
Il Tribunale diocesano<br />
Nullità di matrimonio:<br />
le prime sentenze<br />
LA NUOVA NORMATIVA, introdotta da Papa<br />
francesco con il m.p. Mitis iudex, (15 agosto<br />
2015, entrato in vigore l’8 dicembre<br />
2015) circa le cause di nullità matrimoniali,<br />
ha restituito al Vescovo diocesano la propria<br />
naturale, de iure divino, funzione di<br />
Giudice nelle cause dei propri fedeli. tale<br />
normativa, inoltre, introduce, accanto al<br />
processo ordinario che prevede una terna<br />
di giudici sacerdoti e laici, una nuova procedura<br />
chiamata brevior (più breve), riservata<br />
al Vescovo diocesano come Giudice<br />
unico. la possibilità di chiedere tale nuovo<br />
processo, la cui forma deve ritenersi straordinaria,<br />
è soggetta a due <strong>cond</strong>izioni: “1° la<br />
domanda sia proposta da entrambi i coniugi<br />
o da uno di essi, col consenso dell’altro;<br />
2° ricorrano circostanze di fatti e di<br />
persone [...] che rendano manifesta la nullità”<br />
(can. 1683). il doppio binario su cui si<br />
muove la nuova prassi giudiziaria della<br />
chiesa è costituito da “celerità dei processi”<br />
e da “giusta semplicità” avendo<br />
come fine che “il cuore dei fedeli che attendono<br />
il chiarimento del proprio stato<br />
non sia lungamente oppresso dalle tenebre<br />
del dubbio”. il primo passo è l’accoglienza,<br />
da parte della apposita commissione diocesana<br />
per i processi breviori, dei coniugi<br />
che intendono chiedere la nullità del proprio<br />
matrimonio. è in questa sede che i coniugi<br />
vengono aiutati a formulare il<br />
“libello”, cioè la narrazione della vicenda<br />
coniugale e l’individuazione del motivo<br />
giuridico per cui si chiede la nullità, insieme<br />
ai documenti e alle testimonianze<br />
che confermano la narrazione dei coniugi.<br />
Presentato il libello firmato da entrambi<br />
i coniugi al Vescovo, spetta a lui verificare<br />
l’esistenza del se<strong>cond</strong>o necessario requisito<br />
cioè l’esistenza di «circostanze di fatti e di<br />
persone, sostenute da testimonianze o documenti,<br />
che non richiedano una inchiesta<br />
o una istruzione più accurata, e rendano<br />
manifesta la nullità». Se l’esame è positivo,<br />
il Vescovo firma il Decreto di ammissione<br />
al processo breviore e delega un Giudice<br />
istruttore, nominando anche il Difensore<br />
del Vincolo e un notaio. a questo punto<br />
inizia l’istruzione della causa con l’esame<br />
giudiziario delle parti e dei testi, possibilmente<br />
«in una unica sessione» (can. 1686).<br />
Raccolte le prove, gli atti vengono pubblicati,<br />
cioè messi a disposizione del Difensore<br />
del Vincolo e delle parti per eventuali<br />
osservazioni, e scaduto il termine vanno al<br />
Vescovo per la sentenza. emessa la sentenza<br />
e comunicata alle parti, decorrono 15<br />
giorni per un eventuale appello e, trascorso<br />
il termine, la sentenza di nullità diventa<br />
esecutiva e viene comunicata ai<br />
parroci per l’annotazione nei registri parrocchiali<br />
di matrimonio e di battesimo.<br />
La sentenza esecutiva con cui si dichiara<br />
la nullità di un matrimonio permette<br />
a ciascuna delle parti di<br />
celebrare il sacramento del matrimonio,<br />
sanando spesso una situazione matrimoniale<br />
irregolare che impediva al fedele<br />
di vivere pienamente la vita<br />
cristiana. a oggi sono state introdotte<br />
18 cause di nullità matrimoniale davanti<br />
al Vescovo e per quattro di esse<br />
l’iter giudiziario è stato concluso con<br />
sentenza dichiarativa affermativa di<br />
nullità matrimoniale. (don orazio placenti,<br />
Vicario giudiziale)
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 14<br />
LA RIFLESSIONE<br />
di VINCENZO BELLOMO<br />
www.diocesimazara.it<br />
TERRA SANTA<br />
la presenza cristiana<br />
a Gerusalemme<br />
difesa dai capi<br />
religiosi<br />
capi delle Chiese responsabili<br />
del Santo Sepolcro e dello<br />
«Noi,<br />
Status quo che governa i vari<br />
luoghi Santi cristiani a Gerusalemme, seguiamo<br />
con grande preoccupazione la sistematica campagna<br />
contro le chiese e le comunità cristiane<br />
in terra Santa, in flagrante violazione del vigente<br />
Status quo. Di recente questa campagna sistematica<br />
e offensiva ha raggiunto livelli senza precedenti…».<br />
con queste parole, molto dure e<br />
precise, in una dichiarazione congiunta, il 25<br />
febbraio del 2017, il Patriarca ortodosso teofilo<br />
iii, il custode di terra Santa fra francesco Patton<br />
e il Patriarca armeno Nourhan Manougian<br />
hanno deciso, con un gesto senza precedenti,<br />
di chiudere il portone della Basilica del Santo<br />
Sepolcro.<br />
Nella storica dichiarazionei capi delle chiese<br />
fanno cenno a due lettere pubbliche, solo nell’ultimo<br />
anno, in cui denunciavano una certa<br />
aggressione e le loro preoccupazioni per l’atteggiamento<br />
della politica israeliana nei confronti<br />
della presenza della minoranza cristiana.<br />
lettere che anziché essere accolte nel dialogo<br />
hanno trovato una reazione minacciosa da<br />
parte dei politici israeliani sulle questioni legate<br />
alle tasse e alle proprietà.<br />
La cosa che più mi ha colpito di questa dichiarazione<br />
dei capi delle chiese sono i toni<br />
duri e i termini usati e ripetuti come “sistematico”,<br />
nel volere marcare da un lato la stanchezza<br />
di un dialogo fallito e dall’altro la decisione di<br />
un gesto chiaro di contrapposizione in un contesto<br />
conflittuale che negli ultimi anni si sta<br />
sempre di più delineando verso il non dialogo<br />
e le imposizioni unilaterali come, ad esempio,<br />
la questione di Gerusalemme capitale.<br />
Il gesto, forte e coraggioso della chiusura<br />
della porta del Santo Sepolcro non ha un motivo<br />
particolare, ma è una reazione a un contesto<br />
politico sempre più aspro e complesso in<br />
terra Santa che impaurisce e rischia di stravolgere<br />
la nostra piccola minoranza cristiana a partire<br />
dai nostri rappresentanti. le questioni difficili<br />
delle limitazioni legate ai permessi per i locali e<br />
ai visti per gli stranieri, le continue azioni di confisca<br />
delle terre, e le politiche di isolamento da<br />
parte dell’attuale politica israeliana sono visibilmente<br />
sostenute da una certa comunità “cristiana”<br />
protestante, principalmente americana,<br />
che tende a disorientare gli ordini secolari e lo<br />
Status quoa Gerusalemme per cavalcare l’onda<br />
politica favorevole.<br />
La presenza cristiana a Gerusalemme e in<br />
terra Santa è patrimonio di ogni cristiano nel<br />
mondo. Non possiamo più accettare di delegare<br />
la questioni politiche a un problema tra<br />
palestinesi e israeliani, tra musulmani ed ebrei.<br />
Preservare i luoghi santi significa prendersi cura<br />
della nostra storia, l’archeologia di una storia<br />
vera, dove tutti siamo nati e alle quali tutti apparteniamo.
n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 15<br />
LA STORIA<br />
di ROSA ALBA MONTELEONE<br />
www.diocesimazara.it<br />
La testimonianza<br />
«il gigante nero dentro di te e il coraggio<br />
di vivere e di non lasciarsi vivere»<br />
IL TUMORE E LA NUOVA VITA<br />
«imparo a rispettarmi e<br />
distinguere chi mi ama e chi no»<br />
Voglio raccontarela mia esperienza di<br />
donna, madre e nonna, con un passato<br />
oncologico perché possa essere<br />
di aiuto e di speranza a tutte quelle persone<br />
che stanno iniziando la battaglia faticosa e<br />
provante del cancro. Negli anni la scuola è<br />
stata la mia se<strong>cond</strong>a casa. ho vissuto in<br />
mezzo ai ragazzi e, negli ultimi anni, da dirigente<br />
scolastico. Gli anni della pensione vissuti<br />
con mio marito, i miei figli, i miei nipoti.<br />
una mattina di qualche anno fa il sospetto<br />
che qualcosa si fosse intromesso nella mia<br />
vita diventa la certezza di avere un tumore alla<br />
mammella, e per giunta di quelli invadenti<br />
che possono portarti alla morte malgrado le<br />
cure.<br />
Paura, terrore, panico, sgomento, ansia:<br />
come dirlo alla tua famiglia e non sconvolgere<br />
la sua serenità? improvvisamente ti assale<br />
tanta rabbia e ti convinci che vuoi lasciarti<br />
morire. Piano piano dalla rabbia e dalla paura<br />
di questo gigante nero, che spadroneggia<br />
dentro di te, nasce la forza e la determinazione<br />
che mi porta ad affrontare con coraggio<br />
la malattia e che mi fa credere nella vita, nonostante<br />
tutto e per tutto. trovo il coraggio di<br />
piangere, di parlare, di raccontare, di non nas<strong>cond</strong>ermi.<br />
trovo il “coraggio dell’imperfezione”<br />
direbbe la Montalcini, che non è altro<br />
che il coraggio di vivere e di non lasciarsi vivere,<br />
di assaporare ogni giorno per quello che<br />
ti dà. Divento però molto esigente perché<br />
non mi accontento più di rapporti mediocri e<br />
falsi, di subire piccoli sgarbi senza protestare,<br />
ma imparo a rispettarmi, a distinguere chi mi<br />
ama da chi non mi ama, imparo a riconoscermi<br />
e ad amarmi con la malattia ma anche<br />
superata la malattia, a rafforzare gli affetti.<br />
Purtroppo la sua ”ombra”resta scavata nel<br />
corpo e nell’anima ed è come un doppio<br />
fondo, una cassa di risonanza che fa percepire<br />
più forti le emozioni. tra le tante vivide immagini<br />
durante la mia storia ce n’è una che mi<br />
ha toccato particolarmente quando uno dei<br />
miei nipotini mi disse: «nonna ma sai che<br />
COSA C’È<br />
SALAPARUTA<br />
la storia di “unico”<br />
diventa un libro<br />
la Storia Di roSa troia, di<br />
sua figlia rosaria (nella<br />
foto insieme) e di<br />
“unico”, il corpetto rigido<br />
inventato dalla mamma<br />
per la giovane disabile,<br />
diventa un libro (edizioni<br />
albatros), che sarà presentato<br />
domenica 8<br />
aprile (ore 16,30) presso<br />
la sala delle conferenze<br />
di piazza Mercato a Salaparuta.<br />
la storia di rosa e<br />
anche senza capelli sei bella, più bella?»; e io<br />
che avevo timore di farmi vedere proprio da<br />
loro!. Questo mio racconto vuole essere un<br />
invito a non lasciarsi sopraffare dalla paura e<br />
dalla disperazione, a parlarne, a non sentirsi<br />
soli, a saper ricevere aiuto, a sapere che tutto<br />
si può affrontare, anche quello che prima<br />
sembrava impossibile. fondamentale in questo<br />
percorso è stato il sostegno dei medici e<br />
di tutto il personale del reparto di oncologia<br />
dell’ospedale “Vittorio emanuele ii” di castelvetrano<br />
che ringrazio, ma soprattutto della<br />
mia famiglia.<br />
#CONDIVIDERETV<br />
Gli onconauti e i raccconti<br />
di chi supera la malattia<br />
le telecaMeredi #<strong>cond</strong>ivideretV, il canale Youtubedella<br />
nostra redazione, nella sede dell’associazione<br />
“onconauti” di alcamo. i racconti di chi<br />
ha superato la malattia e l’impegno dei volontari<br />
per assistere i familiari e lo stesso paziente in un<br />
percorso di recupero.<br />
di sua figlia rosaria, raccontata anche dal<br />
nostro giornale nell’aprile dello scorso<br />
anno, è stata scritta proprio dalla mammainsegnante,<br />
con prefazione della giornalista<br />
rosy abruzzo. «il libro è nato per <strong>cond</strong>ividere<br />
l’invenzione di rosa<br />
con chi potrebbe averne<br />
bisogno, con chi vive nelle<br />
stesse <strong>cond</strong>izioni di sua figlia.<br />
la missione di rosa è<br />
quella di trovare una<br />
azienda ortopedica che<br />
costruisca “unico”, il suo<br />
brevetto, quel miracolo<br />
fatto di poliuretano, ingegno<br />
e amore immenso<br />
che consente a rosaria<br />
una vita migliore» spiega<br />
l’abruzzo.
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n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 16<br />
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