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D IOCESI DI<br />

M AZARA DEL VALLO<br />

CHIESA LOCALE<br />

IN FESTA<br />

In Cattedrale il 14 aprile<br />

Ordinazione presbiterale<br />

di don Marco Laudicina<br />

Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n. 03 del 22 marzo <strong>2018</strong><br />

Nella foto: Qumran, sito archeologico<br />

sulle rive del mar Morto.<br />

Settimana Santa,<br />

centro dell’Anno<br />

liturgico<br />

ALTASERSE E BORGIA alle pagine 4 e 5


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 2<br />

L’EDITORIALE<br />

di DOMENICO MOGAVERO<br />

Domenico Mogavero<br />

19 marzo 2013,<br />

Francesco nuovo Papa<br />

Cinque anni,<br />

ma non li dimostra<br />

Questo apprezzamento<br />

lo si rivolge<br />

solitamente<br />

a persona che nel rivelare<br />

la propria età suscita l’incredulità<br />

di chi mai<br />

avrebbe pensato che in effetti il tizio fosse<br />

così avanti negli anni. riferito a Papa francesco,<br />

perciò, questo modo di dire può<br />

apparire del tutto improprio, considerata<br />

la breve durata del suo pontificato. anche<br />

se, a ben vedere, immagini, gesti e parole<br />

danno la sensazione che molto più tempo<br />

sia trascorso da quel 13 marzo 2013, con<br />

l’annuncio che il Successore di Pietro appena<br />

eletto aveva voluto il nome del Poverello<br />

d’assisi, mai prima di allora scelto<br />

da un Vescovo di roma.<br />

Si trattava, in effetti, di un’avvisaglia,<br />

che disponeva l’animo a sorprese ben più<br />

sensazionali, come il saluto poco papale<br />

l’originalità del<br />

suo magistero<br />

gestuale<br />

più che verbale<br />

con cui<br />

francesco<br />

si presentò<br />

al mondo.<br />

Quelle parole<br />

dette<br />

c o n<br />

e s t r e m a<br />

n a t u r a -<br />

lezza dettero subito la cifra del personaggio,<br />

per niente disposto ai convenevoli di<br />

rito e propenso invece all’immediatezza<br />

spontanea dell’approccio. ancor più strabiliante<br />

fu la richiesta di essere benedetto<br />

dal suo popolo, che si era sentito subito<br />

in sintonia con lui. chi poteva immaginare<br />

un Papa che chiede di essere benedetto,<br />

nel momento in cui ci si aspettava si affacciasse<br />

per farsi conoscere e benedire<br />

senza altri fronzoli. Ma era solo un indizio,<br />

seppure di notevole spessore ed effetto.<br />

Da subito, poi, conquistò il suo sorriso<br />

aperto e sonoro, che lasciava trasparire un<br />

animo sereno, per niente geloso dei suoi<br />

sentimenti, manifestati senza remore.<br />

Questi segnali facevano presagire un<br />

temperamento deciso e schietto, poco<br />

aduso agli accorgimenti studiati dello stile<br />

diplomatico; incline, invece, a una estemporaneità,<br />

non assimilabile a improvvisazione,<br />

bensì frutto di saggezza<br />

lungimirante e operativa, capace di prendere<br />

decisioni audaci dettate da una valutazione<br />

lungimirante di persone e<br />

situazioni. Nello stesso tempo, questo<br />

stile rivelava un uomo che non scansava<br />

le sue responsabilità e che non aveva alcuna<br />

remora a prendere apertamente posizioni<br />

chiare. ovviamente questo stile<br />

esponeva ed espone il Papa a qualche incidente<br />

di percorso, affrontato con la<br />

stessa trasparenza e grinta, che lo porta a<br />

riconoscere gli errori senza nas<strong>cond</strong>ersi<br />

dietro speciose ragioni di ordine superiore.<br />

Ma un aspetto straordinario della figura<br />

di Papa francesco è l’originalità del suo<br />

magistero. e non intendo qui principalmente<br />

lo spessore dei suoi documenti,<br />

apprezzati peraltro per contenuto e metodologia,<br />

quanto piuttosto il vigore profetico<br />

dei suoi gesti, che precedono e<br />

anticipano il contenuto dei suoi interventi<br />

verbali. Se, poi, si considera che egli ha<br />

una particolare sensibilità nel cogliere e<br />

recepire le domande della gente, si comprende<br />

facilmente la diffusa sintonia e la<br />

cordiale simpatia che suscita nell’opinione<br />

pubblica, credente e non credente. il<br />

modo inconsueto di usare il telefono, per<br />

esempio, gli consente di entrare in relazione<br />

e di accostare tutti, dai rappresentanti<br />

delle istituzioni alle persone più<br />

semplici, facendolo sentire vicino a chi<br />

vive momenti gioiosi o esperienze impegnative.<br />

In breve, al Papa tutti ormai riconoscono<br />

un prestigio morale e un’autorevolezza<br />

indiscutibile che gli conferiscono il ruolo<br />

di sicuro punto di riferimento anche al di<br />

fuori della<br />

comunità<br />

ecclesiale,<br />

s o p r a t -<br />

Punto di riferimento<br />

anche al di fuori<br />

della comunità<br />

ecclesiale<br />

tutto su<br />

temi che<br />

riguardano<br />

la dignità<br />

delle persone, la cura del creato e la compassione<br />

verso le fragilità e le povertà del<br />

corpo e dello spirito. tutto questo, però,<br />

lungi dall’attirargli un consenso ampio,<br />

specialmente all’interno del mondo cattolico,<br />

gli procura resistenze e ostilità, talora<br />

esasperate fino all’insulto, che tuttavia<br />

non hanno <strong>cond</strong>izionato lo stile del suo<br />

pontificato.<br />

Per finire, il quinto anniversario dell’elezione<br />

deve essere un’occasione per<br />

fare sentire a Papa francesco il calore vibrante<br />

di una chiesa che gli vuole bene e<br />

che lo sostiene con la preghiera, che egli<br />

non cessa di chiedere in ogni circostanza.


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 3<br />

L’ORDINAZIONE<br />

DI DON MARCO LAUDICINA<br />

Don Marco Laudicina<br />

il 2010, la laurea, il Seminario<br />

e quel “ricalcolo” della vita<br />

Quante volte nella tua vita ti è<br />

capitato di non sapere rispondere<br />

a una domanda in particolare<br />

e cerchi di trovare le parole giuste<br />

che spesso non esprimono totalmente il<br />

pensiero che hai in mente, o meglio, nel<br />

tuo cuore? a me capita soprattutto<br />

quando mi chiedono: «come è nata la<br />

tua vocazione?». Per non parlare poi della<br />

fatidica domanda: «Ma come fa Dio a<br />

chiamare?». e io rispondo: sai, devi semplicemente<br />

connetterti alla sua rete wifi e<br />

il gioco è fatto: riceverai prima o poi una<br />

notifica da parte di Dio con la scritta: ci<br />

sei? e finalmente, dopo che hai ignorato<br />

tante volte quel contatto che vuole interagire<br />

con te, arriva il momento in cui decidi<br />

di cliccarci sopra e leggere tutti quei<br />

tentativi in cui Dio stesso ti invitava ad alzare<br />

il volume delle “casse” perché voleva<br />

farti ascoltare un messaggio vocale.<br />

Le “casse” del tuo cuore. confesso che,<br />

quando l’ho fatto, ho avuto letteralmente<br />

paura. Sì, perché quando Dio chiama la<br />

prima reazione è la tremarella, ti si gela il<br />

sangue. insomma, è roba da far tremare<br />

le vene e i polsi. ok, belle parole, qualcuno<br />

può dirmi. Ma tu che hai ascoltato?<br />

ti rispondo subito e ti dico che ho ascoltato<br />

la voce di un Dio che mi ama, mi ha<br />

chiamato per nome e ha <strong>cond</strong>iviso con<br />

me il suo progetto d’amore per me. Questa<br />

voce ha stravolto completamente i<br />

miei piani di vita.<br />

Fin da ragazzino, quando andavo in<br />

parrocchia per il classico catechismo, avvertivo<br />

una fascinosa sensazione di interesse<br />

nei confronti di quello che ero, di<br />

quel piccolo mondo ecclesiale che è la<br />

comunità parrocchiale e, ancora di più, di<br />

quello che un prete vi svolge all’interno.<br />

eh sì, sono stato fortunato a incrociare<br />

sulla mia strada figure sacerdotali in<br />

grado di farmi innamorare di questo bellissimo<br />

ministero nella chiesa. Poi è arrivata<br />

l’adolescenza, la stagione della crisi,<br />

degli interrogativi senza risposta e della<br />

ricerca continua di affermare la propria<br />

identità e di scoprire quale posto occupare<br />

nel mondo. avevo progettato tutt’altro<br />

per la mia vita e nel frattempo<br />

avevo conseguito la maturità classica, mi<br />

ero iscritto alla facoltà di conservazione<br />

dei Beni culturali, dove ho conseguito la<br />

laurea nel 2010.<br />

Tutto molto normale, finché quella<br />

strana sensazione di essere su un percorso<br />

differente, rispetto a quello che Dio<br />

aveva indicato per me, mi ha portato<br />

tanto a riflettere, pregare e confrontarmi.<br />

insomma, il “ricalcolo” del percorso del<br />

mio “navigatore esistenziale” è avvenuto<br />

quando ho scelto di entrare in Seminario<br />

nel settembre 2010 per scoprire veramente<br />

se quel sogno di diventare sacerdote<br />

era lo stesso di quello di Dio per me.<br />

Da quel giorno ho percepito sempre più<br />

conferme che la direzione era quella giusta,<br />

anche se le difficoltà non sono mancate,<br />

ma credimi, rifarei quella scelta altre<br />

mille volte.<br />

Non posso non ricordare con affetto e<br />

gratitudine la mia famiglia, il Vescovo, i<br />

formatori, i parroci che mi hanno seguito<br />

nelle esperienze pastorali, i miei compagni<br />

di Seminario, gli amici e tutte le persone<br />

che mi hanno accompagnato e<br />

sostenuto con grande forza in questi<br />

anni. all’età di 32 anni, aspetto con ansia<br />

il giorno più bello della mia vita, quello<br />

della mia ordinazione presbiterale che<br />

avrà luogo il 14 aprile nella cattedrale di<br />

Mazara del Vallo e ti invito a pregare per<br />

me, per il Seminario vescovile e per tutta<br />

la chiesa locale perché grata al Buon Dio<br />

per il dono di un nuovo presbitero, non<br />

rinunci mai a mettersi in ascolto della<br />

voce di colui che chiama a seguirlo in<br />

questa meravigliosa missione a servizio<br />

del suo popolo.<br />

www.diocesimazara.it<br />

don Marco laudicina.<br />

LA CELEBRAZIONE LITURGICA NELLA<br />

CATTEDRALE DI MAZARA DELVALLO<br />

DoNMarcolauDiciNasta attualmente svolgendo<br />

il proprio servizio di diacono presso l’unità pastorale<br />

chiesa madre-San Giovanni Battista di castelvetrano.<br />

l’ordinazione presbiterale avverrà sabato<br />

14 aprile, alle ore 18,30, nella cattedrale di Mazara<br />

del Vallo. Venerdì 13, alle ore 21, nella chiesa<br />

madre di castelvetrano, la Veglia di preghiera<br />

presieduta dal Vescovo.<br />

Mensile<br />

della Diocesi<br />

di Mazara del Vallo<br />

Anno XVI - n. 03 del 22 marzo <strong>2018</strong><br />

Registrazione Tribunale<br />

di Marsala n. 140/7-2003<br />

Editore<br />

Associazione “Orizzonti Mediterranei”<br />

Piazza della Repubblica, 6<br />

91026 - Mazara del Vallo<br />

Direttore editoriale<br />

mons. Domenico Mogavero<br />

Direttore responsabile<br />

Max Firreri<br />

Redazione<br />

Piazza della Repubblica, 6<br />

91026 - Mazara del Vallo<br />

tel. 0923.902737<br />

<strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it<br />

Hanno collaborato<br />

don Nicola Altaserse, Vincenzo Bellomo,<br />

Vito Bonanno, Nicoletta Borgia,<br />

Erina Ferlito, Salvatore Ferrara, don<br />

Angelo Grasso, don Marco Laudicina,<br />

Gaspare Magro, Nazzareno Marchese,<br />

Rosa Alba Monteleone, don Orazio<br />

Placenti, Dora Polizzi.<br />

Questo numero è stato chiuso in redazione<br />

il 22 marzo <strong>2018</strong>. È vietata la riproduzione<br />

integrale o parziale.<br />

Periodico associato alla:


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 4<br />

LA PASQUA<br />

DI DON NICOLA ALTASERSE<br />

Il Signore Risorto<br />

Centro dell’anno<br />

liturgico<br />

www.diocesimazara.it<br />

L’EVENTO PASQUALE<br />

passaggio vitale espresso<br />

nei segni rituali<br />

La Pasqua è il culmine del triduo<br />

pasquale, centro e cuore di<br />

tutto l’anno liturgico. essa deriva<br />

dal greco pascha (Πάσχα), a sua<br />

volta dall'aramaico pasah ‏(חספ)‏ e significa<br />

propriamente “passare oltre”,<br />

“passaggio”. Gli ebrei ricordavano la<br />

liberazione dalla schiavitù d’egitto<br />

attraverso il passaggio del mar rosso<br />

verso la terra promessa. Per noi cristiani<br />

la Pasqua è la celebrazione<br />

della risurrezione di Gesù cristo,<br />

passaggio dalla «lettera/carne» allo<br />

«Spirito», dalle «tenebre» alla «luce»,<br />

dalla «morte» alla «vita», dal «peccato»<br />

alla «grazia», dall’«uomo vecchio»<br />

all’«uomo nuovo».<br />

Tale «passaggio» si realizza nella<br />

nostra esistenza se nella Quaresima<br />

abbiamo permesso a Dio di porre<br />

tutte quelle <strong>cond</strong>izioni necessarie affinché<br />

vivessimo anche noi quel «terremoto»<br />

che si verificò il primo<br />

giorno della settimana (Mt 28,1).<br />

l’evangelista Matteo ci racconta che<br />

mentre le donne andavano di buon<br />

mattino al sepolcro «vi fu un gran<br />

terremoto» (Mt 28,2a): è la potenza<br />

dell’amore sconfinato di Dio Padre<br />

per il figlio che permette l’evento<br />

della risurrezione. è nella forza sprigionata<br />

dalla «luce vera, quella che<br />

illumina ogni uomo» (Gv 1,9) che si<br />

coglie la bellezza della vita come<br />

cantico spirituale da innalzare davanti<br />

al trono dell’altissimo. la solenne<br />

liturgia della Veglia Pasquale è<br />

un inno alla Vita, riaccendendo il<br />

clima di festa e di esultanza con il<br />

canto del Gloria e dell’alleluia che<br />

riecheggeranno nelle successive celebrazioni<br />

domenicali. anche l’addobbo<br />

floreale, sospeso durante il<br />

tempo quaresimale, evidenzia il clima<br />

gioioso e lieto della Pasqua.<br />

Il Cero pasquale simbolo di Cristo<br />

luce del<br />

mondo, la<br />

b e n e d i -<br />

zione del<br />

f u o c o<br />

nella Veglia<br />

Pas<br />

q u a l e<br />

c o m e<br />

s e g n o<br />

d e l l a<br />

f i a m m a<br />

viva della<br />

gloria di<br />

Dio, la benedizione<br />

del fonte<br />

b a t t e s i -<br />

male segno della rinascita in cristo<br />

agnello immolato, la benedizione<br />

dell’acqua e il segno dell’aspersione<br />

dei fedeli che nelle domeniche del<br />

tempo pasquale «può sostituire il<br />

consueto atto penitenziale in memoria<br />

del Battesimo» (oGMr 51); tutti<br />

questi segni contribuiscono a sottolineare<br />

la vittoria di cristo risorto<br />

www.diocesimazara.it<br />

la Settimana Santa<br />

con don leo Di Simone<br />

Sarà DoN leo Di SiMoNe (nella foto), liturgista<br />

e amministratore parrocchiale a<br />

Santa rosalia in Mazara del Vallo, a commentare<br />

la Settimana santa per i nostri<br />

lettori. Sul sito diocesano www.diocesimazara.it,<br />

da domenica 25 marzo, servizi<br />

a firma di don leo sino alla domenica di<br />

Pasqua.<br />

sulla morte e sul peccato e il trionfo<br />

di Dio amante della vita!<br />

Il Signore trasmette all’uomo, attraverso<br />

la Sua Pasqua, il dono del<br />

Suo Spirito affinché sperimenti nella<br />

sua quotidianità il «passaggio» dalla<br />

morte alla vita, proclamando ogni<br />

giorno la Professione di fede in quei<br />

«luoghi» di morte, di tenebra, di rancore,<br />

di odio, di vendetta e di ogni<br />

tipo di risentimento. e ciò in modo<br />

tale che vengano visitati dalla grazia<br />

della luce della risurrezione affinché<br />

ciascun cristiano possa fare vera Pasqua<br />

ed essere a sua volta un «testimone<br />

della risurrezione»!<br />

Il nostro Piano pastorale nell’indicare<br />

come libro dell’anno l’apocalisse<br />

ci chiede di cogliere tale bellezza<br />

nell’agnello «in piedi, come immolato»<br />

(ap 5,6) dal cui sangue viene la<br />

redenzione. infatti il suo sangue ci redime<br />

e ci salva e davanti al trono<br />

dell’altissimo miriadi di schiere angeliche<br />

proclamano: «Santo, santo,<br />

santo il Signore Dio, l'onnipotente,<br />

colui che era, che è e che viene!» (ap<br />

4,8).


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 5<br />

LA PASQUA<br />

DI NICOLETTA BORGIA *<br />

I simboli pasquali<br />

Nelle tradizionidella<br />

religiositàpopolari<br />

www.diocesimazara.it<br />

LE UOVA COLORATE<br />

raffigurazione iconografica<br />

della pietra del Sepolcro<br />

Parlare di uova nel tempo pasquale<br />

può sembrare un tema che torna a<br />

ripetersi di fronte a tanta letteratura<br />

venuta a crearsi nel tempo. tuttavia questo<br />

tempo è momento di rinascita e di rinnovamento,<br />

così le uova tornano ad avere<br />

una centralità imprescindibile con tutta la<br />

funzione simbolica e culturale che conservano<br />

nella tradizione cristiana e non solo.<br />

Dalla mitologia alla storia più recente è<br />

straordinariamente attuale l’accostamento<br />

cosmogonico della raffigurazione dell’uovo<br />

all’origine dell’universo, con il senso<br />

più esteso della cultura della “Vita”, soprattutto<br />

per i cristiani che si avvicinano alle<br />

celebrazioni della festa più grande dell’anno<br />

liturgico. le uova sono da sempre<br />

state oggetto di dono per l’inizio della primavera<br />

– come momento di rigenerazione<br />

della natura - tra i popoli orientali<br />

come simbolo di rinnovamento fino ai<br />

tempi della nascita del cristianesimo. con<br />

i cristiani si è avuta una trasformazione di<br />

approccio alla sacralità della vita nella<br />

morte e risurrezione di cristo, raffigurata<br />

iconograficamente da una pietra tondeggiante<br />

dinanzi a un sepolcro “vuoto” poiché<br />

il risorto aveva riportato l’uomo alla<br />

Vita. Si dice infatti che l’uovo, per la sua caratteristica<br />

di durezza nell’involucro calcareo,<br />

venga comunemente accostato alla<br />

pietra di quel sepolcro aperto, così come<br />

il dischiudersi delle uova alla nascita dei<br />

pulcini.<br />

È proprio di questi giorni educare i<br />

bambini a questa tradizione preparando<br />

le uova con colori e decorazioni e <strong>cond</strong>urre<br />

la loro attenzione al significato più<br />

profondo del rispetto per la vita. Sono<br />

molteplici le usanze e le modalità diverse<br />

di decorare le uova; dall’est all’ovest del<br />

mondo sono i colori e i ricami a fare<br />

spesso le differenze per individuare le<br />

identità tradizionali di provenienza, ma il<br />

colore rosso è quello che certamente sta<br />

a simboleggiare la Passione di cristo.<br />

In tutto l’Oriente cristiano, sia cattolico<br />

che ortodosso, la mattina di Pasqua (dopo<br />

le celebrazioni del Mattutino della risurrezione<br />

che può durare anche oltre tre ore<br />

dopo la mezzanotte del Sabato Santo),<br />

tradizione vuole di riunirsi in agape e rompere<br />

le uova sode colorate per mangiarle<br />

insieme e festeggiare la Pasqua di risurrezione,<br />

rispondendo all’annuncio: “cristo è<br />

risorto” – in greco christòs anesti! – con<br />

“è veramente risorto”! alithos anesti! l’annuncio<br />

che le donne mirofore ricevettero<br />

dall’angelo fuori dal sepolcro, trovandolo<br />

vuoto, perché cristo ha vinto la morte calpestando<br />

la morte con la Vita!<br />

* responsabile pubbliche relazioni<br />

del Pontificio istituto orientale di roma<br />

VITA DI CHIESA<br />

IN SEMINARIO<br />

ritiro spirituale per i ministri<br />

straordinari della comunione<br />

RITIRO SPIRITUALE in preparazione alla Pasqua<br />

per i ministri straordinari della comunione e<br />

per il coro diocesano, nel Seminario a Mazara<br />

del Vallo. a guidarlo è stata il direttore dell’ufficio<br />

liturgico diocesano don Nicola altaserse<br />

che, al termine, ha presieduto la santa<br />

messa.<br />

CATECHESI FUORI LA PARROCCHIA<br />

la parola del Buon<br />

Pastore ai bambini<br />

LA CATECHESI SECONDO il metodo di Maria Montessori:<br />

indipendenza, libertà di scelta del proprio<br />

percorso educativo. l’iniziativa è di don Pietro caradonna<br />

(nella foto), parroco della Madonna della<br />

Sapienza a Marsala che, insieme all’équipe, ha<br />

fatto visita presso la scuola materna in contrada<br />

Santi filippo e Giacomo di Marsala, diretta dalle<br />

Suore della Misericordia. il parroco ha incontrato<br />

38 bambini ai quali é stata annunciata la parabola<br />

del Buon Pastore, con la gioia delle suore e<br />

le assistenti e la felicità dei bambini che hanno<br />

accolto la catechesi partecipando vivacemente.<br />

Don caradonna è già al suo terzo incontro fuori il<br />

contesto parrocchiale, dove ha incontrato i bambini:<br />

lo ha già fatto presso la scuola “asta” di Marsala<br />

e alla biblioteca dei bambini “l’ isola che non<br />

c’è” del Seminario vescovile di Mazara del Vallo.<br />

(nazzareno marchese)


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 6<br />

NEL TERRITORIO<br />

Castelvetrano<br />

“Speranza” in corsia<br />

per la gioia dei bambini<br />

u<br />

N caNe iN corSia, perché «gli occhi di un<br />

animale hanno il potere di parlare un<br />

grande linguaggio», come diceva Martin<br />

Buber. “Speranza”, questo il nome della<br />

cagnolina che i volontari dell’enpa di castelvetrano<br />

hanno portato nel reparto di pediatria<br />

dell’ospedale “Vittorio emanuele ii” di<br />

castelvetrano. ad accogliere i volontari è<br />

stata Maria rosaria la Bianca responsabile<br />

del reparto.<br />

“Speranza” è<br />

stata la protagonista<br />

tra<br />

i bambini che<br />

l’hanno accarezzata:<br />

dopo<br />

essere stata<br />

abbandonata<br />

e dopo l’amputazione<br />

di<br />

una zampetta,<br />

questa<br />

cagnolina ha<br />

ritrovato la<br />

speranza<br />

grazie all’aiuto<br />

dei<br />

volontari.<br />

l’emozione<br />

grande negli<br />

occhi di quei<br />

bimbi costretti<br />

a letto,<br />

ha per un attimo<br />

cancellato<br />

l’idea di ospedale, ha ridato loro il<br />

sorriso e “Speranza” ha aiutato gli adulti a<br />

rendersi conto dell’importanza di un incontro<br />

speciale.<br />

Amafi/Marsala<br />

lavori nella chiesa<br />

della Bufalata<br />

Sotto la DirezioNe dei tecnici del<br />

comune di Marsala, l’impresa “corepp”<br />

di favara ha iniziato i lavori<br />

nella chiesa Madonna cava, amafi,<br />

di contrada Bufalata a Marsala, nel<br />

territorio della parrocchia Ss. filippo<br />

e Giacomo. il luogo di culto<br />

sorge in uno dei punti più elevati<br />

del territorio, da cui è possibile osservare<br />

gran parte del versante<br />

nordovest di Marsala. la facciata, a<br />

forma quadrata, presenta un portale<br />

di stile moresco dipinto con<br />

colori sgargianti in epoca successiva<br />

all’impianto. Per il restauro e il<br />

risanamento conservativo della<br />

chiesa Madonna della cava, il progetto<br />

prevede – prioritariamente –<br />

l’eliminazione delle aggiunte estetiche<br />

(che deturpano l’aspetto originale<br />

della chiesa); quindi si<br />

interverrà su intonaci esterni e interni,<br />

nonché su tetti (a struttura lignea,<br />

con tegole) e<br />

pavimentazione. le nuove realizzazioni<br />

riguarderanno i servizi<br />

igienici, gli impianti idrico/elettrici<br />

e gli infissi interni/esterni.<br />

VOCE DAI SOCIAL<br />

CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />

#CONDIVIDERETV<br />

come preparare il sapone?<br />

la ricetta del fai-da-te<br />

FACEBOOK/LE FOTO<br />

carlo la Monica e la “sua”<br />

Gibellina dipinta sulla tela<br />

coMe Si PrePara il SaPoNe a caSa? la ricetta e il<br />

procedimento lo spiegano i volontari di legambiente<br />

Santa Ninfa che hanno tenuto un<br />

corso a Vita, organizzato dalla Pro loco guidata<br />

da Maria Scavuzzo. Nel video sono spiegati<br />

tutti i passaggi per preparare un sapone<br />

con olio d’oliva e un gel naturale.<br />

PreSSo lafoNDazioNeoreStiaDi DiGiBelliNaè allestita la mostra<br />

personale di carlo la Monica (nella foto), con dipinti e sculture<br />

realizzate dal macchinista ferroviere con la passione per<br />

l’arte. la Monica fu capo artigiano per la realizzazione delle<br />

macchine sceniche delle orestiadi. Sul nostro profilo facebook,<br />

una mini galleria di foto delle opere esposte.<br />

6 APRILE<br />

Parrocchia San lorenzo<br />

ospite Salvo Noè<br />

Nella Parrocchia SaN loreNzo in Mazara del Vallo,<br />

venerdì 6 aprile, alle ore 20,30, sarà ospite Salvo<br />

Noè, psicologo catanese e autore del libro “Vietato<br />

lamentarsi”. è anche mediatore familiare ed<br />

esperto in processi formativi. Docente universitario,<br />

è consulente di istituzioni e di varie aziende.<br />

Nella parrocchia mazarese parlerà del rapporto tra<br />

genitori e figli.<br />

AGENDA<br />

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Non perdiamoci di vista....


n. 02/20febbraio<strong>2018</strong>, pag. 7<br />

DENTRO LA NOTIZIA<br />

AMBIENTE<br />

esemplari del<br />

crostaceo in<br />

sei siti siciliani<br />

di MAX FIRRERI<br />

La biodiversità che cambia<br />

il gambero americano in Sicilia<br />

un esemplare di gambero<br />

rosso della louisiana recuperato<br />

nella riserva “lago<br />

Preola e Gorghi tondi” di<br />

Mazara del Vallo. Nelle foto<br />

accanto: federico Marrone<br />

e Stefania D’angelo.<br />

Il primo avvistamento del gambero<br />

rosso della louisiana in Sicilia risale<br />

al 2003 ai Gorghi tondi di Mazara<br />

del Vallo. a distanza di 15 anni il Procambarus<br />

clarkii si è diffuso in altri cinque<br />

siti dell’isola, minacciando ora la<br />

fauna e la perdita della biodiversità dei<br />

luoghi. Dal novembre 2016 in Sicilia<br />

opera un gruppo di ricercatori presso il<br />

Dipartimento Stebicef dell’università di<br />

Palermo col compito di raccogliere segnalazioni,<br />

verificarle e documentarle. il<br />

risultato che a oggi è venuto fuori, preoccupa<br />

parecchio gli stessi ricercatori.<br />

Perché esemplari di questo gambero<br />

sono stati avvistati nel fiume irminio a<br />

ragusa, nel fiume San leonardo ad augusta,<br />

ai Pantani di Venetico, in provincia<br />

di Messina, al canale Buttaceto sul<br />

fiume Simeto a catania e al lago rosamarina<br />

nei pressi di caccamo, in provincia<br />

di Palermo. insomma, dall’originario<br />

avvistamento nella Sicilia occidentale,<br />

ora la presenza di questo gambero è<br />

diffusa in tutta la Sicilia: «quello che più<br />

ci preoccupa – spiega federico Marrone,<br />

zoologo presso l’università di Palermo<br />

– è proprio questa veloce<br />

espansione anche nei fiumi che, come<br />

si può ben capire, possono diventare<br />

ottimi canali di dispersione della specie<br />

in altri corpi idrici dello stesso bacino<br />

idrografico». una vera colonizzazione<br />

che, in alcuni posti come ai Gorghi<br />

tondi di Mazara del Vallo, ha stravolto<br />

l’habitat della riserva.<br />

Si è assistito a un calo drastico di alcune<br />

specie anfibie, come rane, rospi,<br />

raganelle, ma anche di libellule, perché<br />

i gamberi della louisiana si nutrono<br />

anche di larve e di uova, bloccando, di<br />

fatto, il ciclo della riproduzione. Da naturalisti<br />

e scienziati è definito un crostaceo<br />

spietato perché sopravvive<br />

all’essiccamento del suo habitat, scavando<br />

profonde tane nel letto di canali<br />

e laghi, tane dove trova l’umidità necessaria<br />

per mantenersi in vita fino alla<br />

successiva stagione umida. «Ma si ambienta<br />

anche in acque più fredde –<br />

spiega Stefania D’angelo, direttrice<br />

della riserva “lago Preola e Gorghi<br />

tondi” – ed è in grado di sopportare<br />

temperature piuttosto elevate e concentrazioni<br />

relativamente modeste di<br />

ossigeno disciolto».<br />

Chi mai se lo sarebbe aspettato che<br />

un gambero proveniente dall’america<br />

lo si ritrovasse in laghi e fiumi in Sicilia?<br />

a disfarsene di qualche esemplare è<br />

stato, probabilmente, qualche appassionato<br />

collezionista di specie esotiche<br />

che, prima l’ha tenuto in acquario, e poi<br />

l’ha abbandonato erroneamente nei<br />

bacini naturali. «Per noi è stata una vera<br />

novità – spiega la direttrice D’angelo –<br />

la sua caratteristica è l’antibiodiversità.<br />

infatti distrugge tutto ciò che incontra<br />

lungo il suo cammino, ma viene a sua<br />

volta predato dagli uccelli». l’espansione<br />

numerica che si è avuta in Sicilia,<br />

è avvenuta in altri luoghi italiani. come<br />

il lago di Massaciuccoli, in provincia di<br />

lucca, dove ha determinato la forte sofferenza<br />

della fauna ittica autoctona. Ma,<br />

in quel caso, ha anche causato problemi<br />

strutturali alle sponde sia del lago che<br />

dei canali circostanti.<br />

«Nonostante il gambero si sia diffuso<br />

in europa per gli allevamenti ad uso alimentare,<br />

nel caso degli esemplari presenti<br />

nella nostra riserva – dice la<br />

D’angelo – è stato accertato l’accumulo<br />

di tossine nell’epatopancreas, per cui<br />

non si consiglia l’uso alimentare». una<br />

vera minaccia per gli ecosistemi di moltissime<br />

zone paludose, fiumi e laghi<br />

della Sicilia che, possono subire una<br />

trasformazione senza precedenti. come<br />

agire per debellarlo? «attualmente i<br />

tentativi che sono stati fatti, anche in<br />

europa, come ad esempio in Spagna,<br />

non hanno, purtroppo, prodotto risultati»<br />

dice federico Marrone. Per l’attività<br />

di monitoraggio in Sicilia il gruppo di<br />

ricercatori ha anche creato una pagina<br />

privata di facebook (Procambarus clarkii<br />

in Sicilia) collegata a “fauna siciliana”,<br />

pagina sul social che conta poco più di<br />

17.000 membri tra naturalisti, ricercatori<br />

e fotografi.


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 8<br />

L’ESPERTO INFORMA<br />

ROTTAMAZIONE BIS <strong>2018</strong><br />

pagando la prima rata<br />

della definizione agevolata<br />

stop alle ganasce<br />

a cura della redazione<br />

www.diocesimazara.it<br />

Fermo amministrativo<br />

Quando viene sospeso?<br />

SCRIVE<br />

Giuseppe Crinelli<br />

Partanna<br />

Buongiorno direttore,<br />

sono un imprenditore<br />

che<br />

opera nel settore commercio a Partanna.<br />

la mia azienda individuale ha intestata<br />

un’autovettura che lo scrivente usa in<br />

maniera promiscua. faccio presente che<br />

ho ricevuto per tale autovettura un<br />

fermo amministrativo per debiti erariali.<br />

chiedo al vostro esperto: con la presentazione<br />

dell’istanza della rottamazione<br />

bis cartelle <strong>2018</strong> e il pagamento della<br />

prima rata, l’agenzia delle entrate deve<br />

procedere alla sospensione del fermo?<br />

Sarà cancellato al perfezionamento della<br />

definizione agevolata?<br />

RISPONDE<br />

Gaspare Magro<br />

Dottore commercialista<br />

Buongiorno signor<br />

crinelli. le confermo<br />

che, a seguito<br />

del pagamento della prima rata della<br />

definizione agevolata, l’agenzia delle<br />

entrate/riscossione, attenzione solo<br />

esclusivamente su istanza del contribuente,<br />

procede alla sospensione del<br />

fermo amministrativo iscritto in data<br />

anteriore. Si precisa, altresì, che successivamente<br />

il fermo sarà cancellato per<br />

effetto dell’integrale pagamento delle<br />

somme dovute a titolo di definizione.<br />

attenzione, sempre che, naturalmente,<br />

siano stati definiti tutti i carichi per i<br />

quali il fermo è stato iscritto.<br />

TERZO SETTORE<br />

incentivi per le donazioni:<br />

detrazione irpef del 30%<br />

DI GASPARE MAGRO<br />

TRA GLI OBIETTIVI centrali<br />

della riforma del terzo<br />

settore, approvata da<br />

pochi mesi, si configurano le attività<br />

di raccolta fondi per il non profit, finanziamenti<br />

più facili con sconti fiscali<br />

e prestiti innovativi (social<br />

lending). in particolare, da gennaio<br />

SCRIVICI<br />

Poni una domanda<br />

e l’esperto ti risponde<br />

sul giornale<br />

Si chiaMa a tu per tu la rubrica del nostro<br />

giornale che in ogni numero ospita un<br />

<strong>2018</strong> la riforma incentiva le donazioni<br />

agli enti non profit con una detrazione<br />

irpef del 30% fino a € 30.000 di<br />

importo erogato o del 35% se il beneficiario<br />

è un’organizzazione di volontariato.<br />

in alternativa, è attiva una<br />

deduzione dal reddito pari all’importo<br />

donato per persone fisiche, enti e società<br />

fino al limite del 10% dell’importo<br />

dichiarato. inoltre, è agevolato<br />

anche il social lending, ossia la concessione<br />

di prestiti per finanziare attività<br />

di interesse generale degli enti<br />

del terzo settore. le remunerazioni di<br />

chi presta denaro sono tassate come i<br />

titoli di Stato al 12,50%.<br />

gruppo di professionisti (commercialisti, medici,<br />

nutrizionisti, avvocati) che rispondono<br />

gratuitamente ai quesiti dei nostri lettori.<br />

come fare? Basta inviare una e-mail a <strong>cond</strong>ividere@diocesimazara.it,<br />

indicando nome,<br />

cognome e recapito telefonico, oppure inviando<br />

un messaggio privato sulla pagina facebook<br />

Diocesi Mazara/<strong>cond</strong>ividere. Nel<br />

successivo numero, la risposta degli esperti<br />

che collaborano con il nostro giornale.


PuBBlicità<br />

n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 9<br />

IN RETE<br />

www.diocesimazara.it<br />

Pantelleria<br />

la Forania apre una finestra sul web,<br />

un nuovo sito per scambio e dialogo<br />

ONLINE DAL 18 <strong>MARZO</strong><br />

è possibile lasciare un commento<br />

e consultare le sezioni<br />

Un sito web della Forania e due<br />

profili facebook e twitter. la realtà<br />

più lontana della Diocesi<br />

(per distanza e per l’insularità), l’isola di<br />

Pantelleria, sbarca con alcune novità<br />

sulla rete. è online il nuovo sito web della<br />

chiesa di Pantelleria, nato grazie alla collaborazione<br />

di Pino Guida e Mauro Silvia.<br />

«Per una parrocchia il sito web è un prezioso<br />

strumento che la pastorale del nostro<br />

tempo riconosce importante per la<br />

diffusione del Vangelo e per comunicare<br />

con la comunità notizie ed eventi che più<br />

stanno a cuore», spiega don Showry Kolakani<br />

Il sito offre a tutta la comunità pantesca<br />

uno spazio di dialogo e di scambio:<br />

tutti, nella forania di Pantelleria, a livello<br />

interparrocchiale, possono essere partecipi<br />

e sentirsi coinvolti. «Sarà un percorso<br />

fiducioso e costante quello che<br />

vogliamo portare avanti, dove si maturano<br />

valori ed espressioni capaci di rispondere<br />

alle esigenze della pastorale e<br />

alle attese della comunità».<br />

Il sito si propone come iniziativa<br />

aperta, sempre in attesa di un triplice intervento:<br />

quello della visita incuriosita<br />

tra le tante offerte, quello del libero<br />

commento alle varie pagine che aiuta a<br />

migliorare le proposte e a intensificare<br />

le relazioni e, infine, per chiunque possa<br />

rendersi disponibile, quello della gestione<br />

diretta dei contenuti delle sezioni,<br />

pubblicando appuntamenti, bollettini<br />

parrocchiali, avvisi e notizie dei vari<br />

gruppi.<br />

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Anche quest'anno, t<br />

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alla Chiesa cattolica.


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 10<br />

LE RUBRICHE<br />

GRANI<br />

DI VANGELO<br />

CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />

DI ERINA FERLITO<br />

CULTURA<br />

ARABA<br />

CONDIVIDERE@DIOCESIMAZARA.IT<br />

DI DORA POLIZZI<br />

L’Agnello spezza<br />

i sigilli del libro<br />

L<br />

’oscuro libro della storia, dove è custodito<br />

il segreto del vivere, è ora consegnato al cristo<br />

agnello, il solo che, con la sua potenza messianica<br />

e la pienezza dello Spirito, può spezzare<br />

i sigilli che lo legano. la densità del contenuto<br />

è avviluppata in un linguaggio complesso, comprensibile<br />

solo se si tiene conto delle cifre simboliche<br />

che lo connotano e della loro carica<br />

espressiva: l’agnello spezza uno dei sigilli; interviene<br />

uno degli zoa, ossia degli esseri viventi,<br />

che grida “vieni”; appare un cavallo, ogni volta<br />

di un colore differente; viene presentato un cavaliere<br />

cui è consegnato uno o più oggetti. e<br />

tutto questo rigorosamente ripetuto allo spezzare<br />

dei primi quattro sigilli (cfr ap 6,1-9). l’interpretazione<br />

della storia, resa possibile dal<br />

cristo morto e risorto, il cui simbolo è l’agnello,<br />

è segnata dalla presenza misteriosa del trascendente,<br />

che avviene per azione dello Spirito: è la<br />

valenza simbolica degli zoa, raffiguranti una<br />

sorta di scambio tra cielo e terra. l’apparizione<br />

del cavallo lo conferma, poiché il simbolo teriomorfo<br />

indica una realtà al di sotto della trascendenza<br />

e al di sopra dell’immanenza. Ma ciò che<br />

rende accessibile il senso di ciò che accade allo<br />

spezzarsi dei vari sigilli è il simbolismo cromatico.<br />

il primo cavallo è bianco (cfr ap 6,2a): si<br />

tratta della forza della risurrezione, di cui<br />

l’agnello intride ogni uomo e ogni evento della<br />

storia cancellando tutto il male che li deturpa,<br />

come indica l’arco consegnato al cavaliere (cfr<br />

ap 6,2b). «appartenente alla sfera divina (cavallo<br />

bianco), con la qualifica permanente di vittorioso<br />

[…], dotato di armi micidiali (l’arco),<br />

cristo è presentato qui come un’energia viva,<br />

vittorioso di tutte le forze negative» (u. Vanni,<br />

Jinn,ossia genio<br />

Il termine Jinn indica ogni sorta di<br />

esseri fantastici, la cui realtà è affermata<br />

dal corano accanto a quelle di<br />

altre creature. il corano utilizza oltre a<br />

jinn anche jinna e jann, tutti derivati<br />

dalla medesima radice. Queste creature<br />

che sfuggono a ogni percezione, costituiscono<br />

una sorte di “mondo nascosto”<br />

('alam al- ghayb) che interviene nell'ordine<br />

del “mondo visibile” ('alam al- shahada).<br />

il verbo janna significa<br />

innanzitutto “essere nascosto”, “coprire”,<br />

“ricoprire”, ma anche essere “abbondante”,<br />

“essere tenebroso”, e “far impazzire”.<br />

in riferimento alla terminologia,<br />

jinn significa “demone” “genio”, ma<br />

apocalisse, Queriniana, Brescia 1982 pp. 39-40):<br />

«Gli fu data una corona ed egli uscì vittorioso<br />

per vincere ancora» (cfr ap 6,2c). è in tal modo<br />

frantumata ogni forma di violenza, simboleggiata<br />

dal cavallo rosso fuoco (cfr ap 6,4), dell’ingiustizia<br />

che penalizza i poveri e i deboli,<br />

come indica il cavallo nero (cfr ap 6,5), di morte,<br />

espressa dal cavallo verde, il colore della caducità<br />

(cfr ap 6,8). Ma non è solo il male che attraversa<br />

il mondo a essere incomprensibile. il<br />

soggetto interpretante è <strong>cond</strong>otto a cogliere<br />

nella storia altre presenze, apparentemente<br />

meno percepibili. Si tratta dell’implorazione di<br />

giustizia dei testimoni della Parola e martiri<br />

della fede, espressa allo spezzarsi del quinto sigillo<br />

(cfr ap 6,9): «allora venne data a ciascuno<br />

di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare<br />

ancora un poco, finché fosse completo<br />

il numero dei loro compagni di servizio e dei<br />

loro fratelli, che dovevano essere uccisi come<br />

loro» (cfr ap 6,11). la “veste candida” costituisce<br />

una doppia cifra simbolica, che indica la relazionalità<br />

(veste) e la risurrezione (candida). ai<br />

martiri è donata dunque la capacità di vivere<br />

rapporti interpersonali nell’economia della risurrezione<br />

del cristo, nella quale sono avvolti<br />

non gli individui, attraversati da un disumano<br />

isolamento, bensì l’uomo, nella sua dimensione<br />

ontologicamente relazionale (cfr Gen 2,7.21-24).<br />

il gruppo di ascolto è sollecitato in tal modo a<br />

rileggere in tale logica la propria esistenza e,<br />

nella medesima logica, attendere a braccia spalancate<br />

i nuovi compagni di servizio e testimoni<br />

della fede che il Signore Dio sceglierà di porre<br />

loro accanto perché, risorti nel risorto, siano<br />

una cosa sola.<br />

anche “ciò che copre”, “velo” o “l'interno<br />

di qualcosa”; jinna indica i demoni e i<br />

geni ma anche la follia e il furore. i Jinn<br />

non sono dunque visibili a vista umana<br />

ordinaria; tuttavia, sono capaci di materializzarsi<br />

e di apparire nel mondo fisico,<br />

rendendosi visibili o invisibili a loro piacimento.<br />

Spesso appaiono sotto le spoglie<br />

di animali e possono essere buoni<br />

o cattivi. Quelli che si sottomettono ad<br />

allah sono buoni; quelli che a lui si ribellano,<br />

sono cattivi. Maometto incorpora<br />

i Jinn nel suo sistema, relegando in<br />

se<strong>cond</strong>o piano le diverse divinità del<br />

mondo arabo e imponendo il Dio unico<br />

allah.


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 11<br />

IO PENSO CHE...<br />

di VITO BONANNO *<br />

www.diocesimazara.it<br />

PRECARI E STABILIZZAZIONE<br />

i chiaroscuri di una<br />

vicenda lunga decenni<br />

La questione della stabilizzazione<br />

dei precari si ripresenta, ancora una<br />

volta, sul tavolo di amministratori e<br />

funzionari degli enti locali con tutto il carico<br />

di contraddizioni e chiaroscuri che da sempre<br />

caratterizzano uno dei temi cruciali<br />

della storia politica e sociale della nostra<br />

terra. Per tutti questi lavoratori precari sembrano<br />

finalmente essersi aperte le porte<br />

per una occupazione stabile, anche se il<br />

percorso non sembra né chiaro né facile. i<br />

comuni, infatti, non hanno autonomia e libertà<br />

di assunzione, e sono soggetti da<br />

oltre un decennio a vincoli e limiti imposti<br />

per motivi di finanza pubblica dallo Stato;<br />

il vincolo più importante – fermo restando<br />

quello finanziario e di capacità di bilancio<br />

- è costituito dal tetto al turn over, cioè<br />

dalle norme che consentono di sostituire<br />

soltanto una parte dei dipendenti collocati<br />

in pensione.<br />

Nel corso del 2017 tale vincolo è stato allentato,<br />

passando dal 25% al 75% per i comuni<br />

più virtuosi e in regola con i vincoli<br />

di bilancio; un ulteriore spinta è arrivata dal<br />

decreto Madia, con cui lo Stato ha previsto<br />

la possibilità di una assunzione straordinaria<br />

di soggetti che hanno lavorato per almeno<br />

3 anni alle dipendenze di pubbliche<br />

amministrazioni con contratti di diritto privato.<br />

Per superare i vincoli del turn over la<br />

legge Madia ha, anche, previsto che i comuni<br />

possono utilizzare per assumere a<br />

tempo indeterminato le risorse assunzionali<br />

al momento impiegate per assunzioni<br />

a termine e collaborazioni. la regione Siciliana<br />

con una legge del dicembre 2016<br />

ha anche assunto l’impegno di garantire ai<br />

comuni per ogni precario stabilizzato lo<br />

stesso contributo finanziario erogato fino<br />

al 2015 per contribuire al pagamento della<br />

retribuzione, fino al termine della vita lavorativa.<br />

Resta, tuttavia, il vincolo delle dotazioni<br />

organiche; per poter stabilizzare i comuni<br />

debbono avere i posti disponibili e vacanti<br />

nelle proprie dotazioni organiche e ciò, di<br />

fatto, crea particolari difficoltà in quegli enti<br />

dove i precari sono addirittura più numerosi<br />

del personale di ruolo. la corte dei<br />

conti, inoltre, continua a ritenere – sulla<br />

base di una norma del 2016 che meriterebbe<br />

una modifica o un chiarimento - che<br />

fino alla completa attuazione della riforma<br />

delle ex province e alla ricollocazione dei<br />

dipendenti provinciali non sia consentito<br />

in Sicilia procedere alla stabilizzazione di<br />

nessun precario. Sul fronte degli aSu, lavoratori<br />

senza contratto, nel 2017 è stata<br />

approvata una legge regionale che prevede<br />

la concessione ai comuni che li stabilizzano<br />

attraverso procedure assunzionali<br />

di un contributo per 5 anni pari all’importo<br />

del sussidio attualmente erogato ai lavoratori<br />

stessi: si tratta di una norma che non<br />

ha riscosso successo tra gli enti locali, i<br />

quali per non gravare sui propri bilanci dovrebbero<br />

stipulare contratti di lavoro a 12<br />

ore settimanali, continuando a pagare i lavoratori<br />

con retribuzioni sotto la soglia di<br />

dignità.<br />

Mentre i Comuni sono alle prese con<br />

queste importanti decisioni, senza che la<br />

regione allo stato abbia emanato alcun indirizzo<br />

o orientamento applicativo, i lavoratori<br />

stanchi di aspettare hanno intrapreso<br />

la via giudiziaria, creando enormi problemi<br />

alla tenuta dei bilanci comunali. i lavoratori<br />

aSu ritengono di essere stati utilizzati non<br />

a supporto di dipendenti di ruolo come<br />

avrebbe dovuto essere per un lavoratore<br />

socialmente utile, ma come addetti esclusivi<br />

ad alcuni servizi non solo esterni ma<br />

anche interni; e sulla base di recenti orientamenti<br />

della corte di cassazione hanno<br />

citato alcuni comuni innanzi al giudice del<br />

lavoro chiedendo il pagamento delle differenze<br />

retributive tra l’assegno inps percepito<br />

e la retribuzione che sarebbe loro<br />

spettata per le ore lavorative svolte qualora<br />

fossero stati inquadrati con contratto di lavoro<br />

a tempo determinato parziale; tenendo<br />

conto della prescrizione<br />

quinquennale, i comuni rischiano di dover<br />

pagare a ciascun lavoratore circa 25 mila<br />

euro.<br />

Più grave e più concreta la prospettiva<br />

del contenzioso avviato dai precari titolari<br />

di contratto di lavoro che hanno chiesto al<br />

giudice del lavoro di <strong>cond</strong>annare i comuni<br />

a risarcire loro i danni causati dalla violazione<br />

del tetto massimo dei 36 mesi alla<br />

durata del contratto a termine senza essere<br />

stati assunti in ruolo. la legge prevede che<br />

nel caso di violazione delle norme di derivazione<br />

europea sui contratti a termine, i<br />

comuni debbono risarcire ai lavoratori il<br />

danno subito da tale attività illecita. la cassazione<br />

nel 2016 ha stabilito che tale<br />

danno va quantificato tra 2,5 e 10 mensilità<br />

dell’ultima retribuzione percepita. alcuni<br />

lavoratori hanno già ottenuto il risarcimento,<br />

mettendo a dura prova i bilanci comunali<br />

e la stessa possibilità di ottenere –<br />

nelle more di una eventuale stabilizzazione<br />

- la proroga del contratto di lavoro, posto<br />

che i giudici ritengono illegittimo un contratto<br />

prorogato per oltre 36 mesi.<br />

La questione, già complessa e lacerante,<br />

si è di recente complicata a seguito della<br />

pronuncia della corte di Giustizia europea<br />

depositata il 7 marzo <strong>2018</strong> con la quale, in<br />

risposta a una questione posta dal tribunale<br />

di trapani nell’ambito di un giudizio<br />

risarcitorio avanzato da un lavoratore precario,<br />

ha stabilito che oltre al danno forfettario<br />

il lavoratore precario ha diritto al<br />

risarcimento di ogni altro danno subito, se<br />

prova in giudizio la perdita di chance di occasioni<br />

di lavoro stabile a causa della <strong>cond</strong>otta<br />

del comune che non lo ha<br />

stabilizzato, pur avendone i requisiti e le risorse.<br />

Se tale prova è di difficile acquisizione,<br />

desta preoccupazione quanto<br />

chiarito dalla sentenza del giudice europeo<br />

sulla responsabilità personale dei dirigenti<br />

che hanno autorizzato le proroghe oltre il<br />

limite dei 36 mesi: costoro debbono rimborsare<br />

il danno che il comune è chiamato<br />

a risarcire ai lavoratori precari e non possono<br />

percepire l’indennità di risultato. insomma,<br />

si profila un clima da tutti contro<br />

tutti.<br />

* Segretario generale<br />

presso il comune di alcamo


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 12<br />

I GESTI<br />

di SALVATORE FERRARA *<br />

www.diocesimazara.it<br />

il “donare” come segno di vicinanza,<br />

la generositàtargata aeronautica Militare<br />

L’IMPEGNO DELLA FORZA ARMATA<br />

per associazioni e<br />

istituzioni del territorio<br />

con beni necessari<br />

Tutta la Pubblica amministrazione<br />

trova la sua ragion d’essere nel servizio<br />

reso a favore dei cittadini e in<br />

questo le forze armate, compresa l’aeronautica<br />

Militare, non fanno eccezione nel<br />

fornire quotidianamente i propri servizi di<br />

pubblica utilità. il 37° Stormo di trapani-<br />

Birgi, attraverso il 18° Gruppo caccia,<br />

svolge infatti un servizio di vitale importanza<br />

per il Paese: la sorveglianza dello<br />

spazio aereo nazionale o, più in generale,<br />

la difesa aerea; così come l’82° centro Sar,<br />

che svolge invece operazioni di ricerca e<br />

soccorso a vantaggio della comunità locale.<br />

il nostro ambiente operativo di lavoro<br />

è il cielo,<br />

la raccolta<br />

fondi con<br />

uno spettacolo<br />

nella Base<br />

spesso a<br />

quote in cui<br />

non siamo né<br />

visti, né sentiti.<br />

Purtroppo, le<br />

operazioni di<br />

decollo producono<br />

inevitabilmente rumore e qualche<br />

volta c’è il rischio di essere percepiti come<br />

fonte di disturbo. anche il fatto che l’aeroporto<br />

sia delimitato da una rete perimetrale<br />

invalicabile contribuisce ad aumentare<br />

simbolicamente la distanza tra il nostro<br />

mondo e la cittadinanza. ancora prima di<br />

assumere il comando dello Stormo mi<br />

sono più volte chiesto: cosa è possibile fare<br />

per far vedere chi siamo, cosa facciamo e<br />

qual è la nostra ragione sociale? “ragione”<br />

e “sociale”, in realtà la risposta era già lì, presente<br />

nella domanda che mi stavo ponendo.<br />

il 37° Stormo è di fatto la più<br />

grande realtà lavorativa presente nella provincia<br />

di trapani per il numero di dipendenti<br />

e per l’indotto economico che<br />

genera.<br />

In qualità di Comandante, sono coinvolto<br />

in rapporti giornalieri sia con gli altri<br />

attori istituzionali, sia con le numerose realtà<br />

produttive e industriali, a cui ci rivolgiamo<br />

per le attività affidate all’esterno<br />

(servizio di mensa, di pulizie, di manutenzione<br />

veicoli), indispensabili per il funzionamento<br />

della base. conosco questa<br />

meravigliosa terra e questa gente da molti<br />

anni ormai e l’opportunità di poter coinvolgere<br />

a 360 gradi il territorio non poteva<br />

passare inosservata. ho voluto solo catalizzare<br />

l’innata generosità del territorio per<br />

pubblicizzare, valorizzare e supportare le<br />

numerose associazioni e istituzioni che<br />

operano nel sociale, forti anche del successo<br />

dell’evento dell’anno precedente, a<br />

favore della comunità di amatrice, colpita<br />

dal terribile sisma del 2016.<br />

Ciò che mi ha maggiormente colpito è<br />

stato scoprire, giorno per giorno, quanto<br />

già il personale dello Stormo fosse impegnato<br />

a vario titolo in diverse onlus o associazioni<br />

di volontariato. è, purtroppo,<br />

sempre più un luogo comune che la beneficenza<br />

generi tanta diffidenza. troppo<br />

spesso dietro a queste iniziative si celano<br />

truffe o inganni, in cui i fondi raccolti raggiungono,<br />

nel migliore dei casi, in minima<br />

parte i destinatari. ancorché l’iniziativa traesse<br />

origine da una forza armata, dall’aeronautica<br />

Militare, desideravamo<br />

individuare una formula che potesse fornire<br />

garanzie e trasparenza. Per tale motivo<br />

l’ipotesi di effettuare donazioni in danaro<br />

è stata scartata a priori, preferendo sobbarcarci<br />

l’onere di acquistare beni tangibili che<br />

potessero soddisfare le numerose richieste<br />

di assistenza. la notizia dell’iniziativa ha cominciato<br />

a circolare molto velocemente; la<br />

formula si è rivelata subito vincente e le richieste<br />

di supporto sono arrivate numerosissime.<br />

La risposta da parte delle aziende della<br />

Provincia è stata, anche in questa edizione,<br />

al di sopra delle aspettative, a testimonianza<br />

della grande generosità che contraddistingue<br />

il popolo italiano e in<br />

particolare i siciliani. oggi, a distanza di<br />

quattro mesi dall’evento, non abbiamo ancora<br />

completato tutte le consegne, ma nel<br />

frattempo continuiamo a ricevere richieste<br />

di aiuto da parte di altre associazioni, alle<br />

quali non faremo mancare il nostro appoggio.<br />

Da questo evento siamo usciti tutti più<br />

arricchiti, soprattutto nello spirito, molto<br />

più dei destinatari della stessa solidarietà.<br />

Penso di poter parlare a nome di tutto il<br />

mio personale, affermando che grazie a<br />

questi eventi si comprende appieno il valore<br />

del “donare” e dell’essere prossimi a<br />

chi ha più bisogno. l’entusiasmo con cui ci<br />

hanno accolto, ad esempio, i ragazzi di alcune<br />

associazioni di disabili, la felicità, vera<br />

e genuina, nei loro occhi e nei loro sorrisi,<br />

ci ha ripagato di tutti gli sforzi organizzativi.<br />

abbiamo centrato il nostro obiettivo, ci<br />

siamo fatti conoscere come persone normali<br />

che svolgono un lavoro speciale: offrire<br />

protezione dal cielo con il privilegio,<br />

molto spesso, di salvare anche vite umane.<br />

oggi la comunità trapanese sa che il 37°<br />

Stormo e l’82° centro Sar sono parte integrante<br />

di questa splendida parte di Sicilia.<br />

* comandante 37° Stormo trapani-Birgi


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 13<br />

VITA DI CHIESA<br />

di DON ANGELO GRASSO, sdb *<br />

www.diocesimazara.it<br />

MARSALA<br />

un percorso per le famiglie ferite<br />

sul solco del m.p. amoris laetitia<br />

In un’epoca caratterizzata da<br />

“accelerate” trasformazioni sociali<br />

e culturali, in cui fatti epocali<br />

come la globalizzazione, la terza rivoluzione<br />

industriale e l’individualismo<br />

libertario travagliano questo<br />

nostro tempo, in una società definita<br />

ormai “liquida”, dove è pressoché<br />

impossibile costruire relazioni<br />

stabili e durature, in quanto restano<br />

soltanto “legami non solidi, fluidi,<br />

di scarsa consistenza e durata, legami<br />

del tipo usa e getta”, una<br />

delle istituzioni che viene seriamente<br />

messa in discussione è la famiglia.<br />

in un contesto così<br />

tormentato si parla di “famiglie<br />

spezzate” e in difficoltà. Sono quasi<br />

scomparse le famiglie estese e le<br />

famiglie numerose; dilagano le<br />

unioni di fatto; aumentano i giovani<br />

adulti che vivono con i genitori;<br />

si moltiplicano le famiglie di<br />

anziani soli; crescono i single quarantenni<br />

e le famiglie uni-personali;<br />

aumentano le donne separate con<br />

figli minori; si diffondono le famiglie<br />

monoparentali o ricomposte.<br />

Tutto ciò non può lasciare indifferente<br />

la chiesa, la quale è chiamata<br />

a interrogarsi per offrire i<br />

necessari interventi pastorali a sostegno<br />

delle famiglie in crisi. il<br />

primo passo l’ha fatto Papa francesco<br />

che ha convocato un Sinodo<br />

ordinario e uno straordinario nel<br />

biennio 2014-2015. «la cosa di cui<br />

la chiesa ha più bisogno oggi è la<br />

capacità di curare le ferite e di riscaldare<br />

il cuore dei fedeli … io<br />

vedo la chiesa come un ospedale<br />

da campo dopo una battaglia!» ha<br />

detto Papa francesco lo scorso 19<br />

settembre 2013. con l’esortazione<br />

apostolica amoris laetitia, il Pontefice<br />

ha dato delle preziose indicazioni<br />

di cammino per<br />

«accompagnare, discernere e integrare<br />

la fragilità» (al cap. Viii), che<br />

spingono la chiesa “in uscita” a<br />

“prendersi cura” delle famiglie che<br />

vivono momenti difficili.<br />

Per questo la Chiesa, che è in Mazara<br />

del Vallo, ha voluto chinarsi<br />

come il buon Samaritano del Vangelo<br />

sulle famiglie ferite del nostro<br />

territorio, offrendo inizialmente un<br />

contatto e a seguire un percorso<br />

pastorale di «accoglienza, di accompagnamento,<br />

di discernimento<br />

e di integrazione» presso la<br />

casa Salesiana “Divina Provvidenza”<br />

dei Salesiani di Marsala. è<br />

un primo passo verso una pastorale<br />

familiare “integrata”, che vede<br />

nella “prevenzione” e nell’educazione<br />

all’amore dei giovani una<br />

sfida per il futuro con l’obiettivo di<br />

proteggere e sostenere la famiglia,<br />

unico e solido fondamento della<br />

società e della chiesa.<br />

* parroco Maria Ss. ausiliatrice<br />

in Marsala<br />

Il Tribunale diocesano<br />

Nullità di matrimonio:<br />

le prime sentenze<br />

LA NUOVA NORMATIVA, introdotta da Papa<br />

francesco con il m.p. Mitis iudex, (15 agosto<br />

2015, entrato in vigore l’8 dicembre<br />

2015) circa le cause di nullità matrimoniali,<br />

ha restituito al Vescovo diocesano la propria<br />

naturale, de iure divino, funzione di<br />

Giudice nelle cause dei propri fedeli. tale<br />

normativa, inoltre, introduce, accanto al<br />

processo ordinario che prevede una terna<br />

di giudici sacerdoti e laici, una nuova procedura<br />

chiamata brevior (più breve), riservata<br />

al Vescovo diocesano come Giudice<br />

unico. la possibilità di chiedere tale nuovo<br />

processo, la cui forma deve ritenersi straordinaria,<br />

è soggetta a due <strong>cond</strong>izioni: “1° la<br />

domanda sia proposta da entrambi i coniugi<br />

o da uno di essi, col consenso dell’altro;<br />

2° ricorrano circostanze di fatti e di<br />

persone [...] che rendano manifesta la nullità”<br />

(can. 1683). il doppio binario su cui si<br />

muove la nuova prassi giudiziaria della<br />

chiesa è costituito da “celerità dei processi”<br />

e da “giusta semplicità” avendo<br />

come fine che “il cuore dei fedeli che attendono<br />

il chiarimento del proprio stato<br />

non sia lungamente oppresso dalle tenebre<br />

del dubbio”. il primo passo è l’accoglienza,<br />

da parte della apposita commissione diocesana<br />

per i processi breviori, dei coniugi<br />

che intendono chiedere la nullità del proprio<br />

matrimonio. è in questa sede che i coniugi<br />

vengono aiutati a formulare il<br />

“libello”, cioè la narrazione della vicenda<br />

coniugale e l’individuazione del motivo<br />

giuridico per cui si chiede la nullità, insieme<br />

ai documenti e alle testimonianze<br />

che confermano la narrazione dei coniugi.<br />

Presentato il libello firmato da entrambi<br />

i coniugi al Vescovo, spetta a lui verificare<br />

l’esistenza del se<strong>cond</strong>o necessario requisito<br />

cioè l’esistenza di «circostanze di fatti e di<br />

persone, sostenute da testimonianze o documenti,<br />

che non richiedano una inchiesta<br />

o una istruzione più accurata, e rendano<br />

manifesta la nullità». Se l’esame è positivo,<br />

il Vescovo firma il Decreto di ammissione<br />

al processo breviore e delega un Giudice<br />

istruttore, nominando anche il Difensore<br />

del Vincolo e un notaio. a questo punto<br />

inizia l’istruzione della causa con l’esame<br />

giudiziario delle parti e dei testi, possibilmente<br />

«in una unica sessione» (can. 1686).<br />

Raccolte le prove, gli atti vengono pubblicati,<br />

cioè messi a disposizione del Difensore<br />

del Vincolo e delle parti per eventuali<br />

osservazioni, e scaduto il termine vanno al<br />

Vescovo per la sentenza. emessa la sentenza<br />

e comunicata alle parti, decorrono 15<br />

giorni per un eventuale appello e, trascorso<br />

il termine, la sentenza di nullità diventa<br />

esecutiva e viene comunicata ai<br />

parroci per l’annotazione nei registri parrocchiali<br />

di matrimonio e di battesimo.<br />

La sentenza esecutiva con cui si dichiara<br />

la nullità di un matrimonio permette<br />

a ciascuna delle parti di<br />

celebrare il sacramento del matrimonio,<br />

sanando spesso una situazione matrimoniale<br />

irregolare che impediva al fedele<br />

di vivere pienamente la vita<br />

cristiana. a oggi sono state introdotte<br />

18 cause di nullità matrimoniale davanti<br />

al Vescovo e per quattro di esse<br />

l’iter giudiziario è stato concluso con<br />

sentenza dichiarativa affermativa di<br />

nullità matrimoniale. (don orazio placenti,<br />

Vicario giudiziale)


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 14<br />

LA RIFLESSIONE<br />

di VINCENZO BELLOMO<br />

www.diocesimazara.it<br />

TERRA SANTA<br />

la presenza cristiana<br />

a Gerusalemme<br />

difesa dai capi<br />

religiosi<br />

capi delle Chiese responsabili<br />

del Santo Sepolcro e dello<br />

«Noi,<br />

Status quo che governa i vari<br />

luoghi Santi cristiani a Gerusalemme, seguiamo<br />

con grande preoccupazione la sistematica campagna<br />

contro le chiese e le comunità cristiane<br />

in terra Santa, in flagrante violazione del vigente<br />

Status quo. Di recente questa campagna sistematica<br />

e offensiva ha raggiunto livelli senza precedenti…».<br />

con queste parole, molto dure e<br />

precise, in una dichiarazione congiunta, il 25<br />

febbraio del 2017, il Patriarca ortodosso teofilo<br />

iii, il custode di terra Santa fra francesco Patton<br />

e il Patriarca armeno Nourhan Manougian<br />

hanno deciso, con un gesto senza precedenti,<br />

di chiudere il portone della Basilica del Santo<br />

Sepolcro.<br />

Nella storica dichiarazionei capi delle chiese<br />

fanno cenno a due lettere pubbliche, solo nell’ultimo<br />

anno, in cui denunciavano una certa<br />

aggressione e le loro preoccupazioni per l’atteggiamento<br />

della politica israeliana nei confronti<br />

della presenza della minoranza cristiana.<br />

lettere che anziché essere accolte nel dialogo<br />

hanno trovato una reazione minacciosa da<br />

parte dei politici israeliani sulle questioni legate<br />

alle tasse e alle proprietà.<br />

La cosa che più mi ha colpito di questa dichiarazione<br />

dei capi delle chiese sono i toni<br />

duri e i termini usati e ripetuti come “sistematico”,<br />

nel volere marcare da un lato la stanchezza<br />

di un dialogo fallito e dall’altro la decisione di<br />

un gesto chiaro di contrapposizione in un contesto<br />

conflittuale che negli ultimi anni si sta<br />

sempre di più delineando verso il non dialogo<br />

e le imposizioni unilaterali come, ad esempio,<br />

la questione di Gerusalemme capitale.<br />

Il gesto, forte e coraggioso della chiusura<br />

della porta del Santo Sepolcro non ha un motivo<br />

particolare, ma è una reazione a un contesto<br />

politico sempre più aspro e complesso in<br />

terra Santa che impaurisce e rischia di stravolgere<br />

la nostra piccola minoranza cristiana a partire<br />

dai nostri rappresentanti. le questioni difficili<br />

delle limitazioni legate ai permessi per i locali e<br />

ai visti per gli stranieri, le continue azioni di confisca<br />

delle terre, e le politiche di isolamento da<br />

parte dell’attuale politica israeliana sono visibilmente<br />

sostenute da una certa comunità “cristiana”<br />

protestante, principalmente americana,<br />

che tende a disorientare gli ordini secolari e lo<br />

Status quoa Gerusalemme per cavalcare l’onda<br />

politica favorevole.<br />

La presenza cristiana a Gerusalemme e in<br />

terra Santa è patrimonio di ogni cristiano nel<br />

mondo. Non possiamo più accettare di delegare<br />

la questioni politiche a un problema tra<br />

palestinesi e israeliani, tra musulmani ed ebrei.<br />

Preservare i luoghi santi significa prendersi cura<br />

della nostra storia, l’archeologia di una storia<br />

vera, dove tutti siamo nati e alle quali tutti apparteniamo.


n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 15<br />

LA STORIA<br />

di ROSA ALBA MONTELEONE<br />

www.diocesimazara.it<br />

La testimonianza<br />

«il gigante nero dentro di te e il coraggio<br />

di vivere e di non lasciarsi vivere»<br />

IL TUMORE E LA NUOVA VITA<br />

«imparo a rispettarmi e<br />

distinguere chi mi ama e chi no»<br />

Voglio raccontarela mia esperienza di<br />

donna, madre e nonna, con un passato<br />

oncologico perché possa essere<br />

di aiuto e di speranza a tutte quelle persone<br />

che stanno iniziando la battaglia faticosa e<br />

provante del cancro. Negli anni la scuola è<br />

stata la mia se<strong>cond</strong>a casa. ho vissuto in<br />

mezzo ai ragazzi e, negli ultimi anni, da dirigente<br />

scolastico. Gli anni della pensione vissuti<br />

con mio marito, i miei figli, i miei nipoti.<br />

una mattina di qualche anno fa il sospetto<br />

che qualcosa si fosse intromesso nella mia<br />

vita diventa la certezza di avere un tumore alla<br />

mammella, e per giunta di quelli invadenti<br />

che possono portarti alla morte malgrado le<br />

cure.<br />

Paura, terrore, panico, sgomento, ansia:<br />

come dirlo alla tua famiglia e non sconvolgere<br />

la sua serenità? improvvisamente ti assale<br />

tanta rabbia e ti convinci che vuoi lasciarti<br />

morire. Piano piano dalla rabbia e dalla paura<br />

di questo gigante nero, che spadroneggia<br />

dentro di te, nasce la forza e la determinazione<br />

che mi porta ad affrontare con coraggio<br />

la malattia e che mi fa credere nella vita, nonostante<br />

tutto e per tutto. trovo il coraggio di<br />

piangere, di parlare, di raccontare, di non nas<strong>cond</strong>ermi.<br />

trovo il “coraggio dell’imperfezione”<br />

direbbe la Montalcini, che non è altro<br />

che il coraggio di vivere e di non lasciarsi vivere,<br />

di assaporare ogni giorno per quello che<br />

ti dà. Divento però molto esigente perché<br />

non mi accontento più di rapporti mediocri e<br />

falsi, di subire piccoli sgarbi senza protestare,<br />

ma imparo a rispettarmi, a distinguere chi mi<br />

ama da chi non mi ama, imparo a riconoscermi<br />

e ad amarmi con la malattia ma anche<br />

superata la malattia, a rafforzare gli affetti.<br />

Purtroppo la sua ”ombra”resta scavata nel<br />

corpo e nell’anima ed è come un doppio<br />

fondo, una cassa di risonanza che fa percepire<br />

più forti le emozioni. tra le tante vivide immagini<br />

durante la mia storia ce n’è una che mi<br />

ha toccato particolarmente quando uno dei<br />

miei nipotini mi disse: «nonna ma sai che<br />

COSA C’È<br />

SALAPARUTA<br />

la storia di “unico”<br />

diventa un libro<br />

la Storia Di roSa troia, di<br />

sua figlia rosaria (nella<br />

foto insieme) e di<br />

“unico”, il corpetto rigido<br />

inventato dalla mamma<br />

per la giovane disabile,<br />

diventa un libro (edizioni<br />

albatros), che sarà presentato<br />

domenica 8<br />

aprile (ore 16,30) presso<br />

la sala delle conferenze<br />

di piazza Mercato a Salaparuta.<br />

la storia di rosa e<br />

anche senza capelli sei bella, più bella?»; e io<br />

che avevo timore di farmi vedere proprio da<br />

loro!. Questo mio racconto vuole essere un<br />

invito a non lasciarsi sopraffare dalla paura e<br />

dalla disperazione, a parlarne, a non sentirsi<br />

soli, a saper ricevere aiuto, a sapere che tutto<br />

si può affrontare, anche quello che prima<br />

sembrava impossibile. fondamentale in questo<br />

percorso è stato il sostegno dei medici e<br />

di tutto il personale del reparto di oncologia<br />

dell’ospedale “Vittorio emanuele ii” di castelvetrano<br />

che ringrazio, ma soprattutto della<br />

mia famiglia.<br />

#CONDIVIDERETV<br />

Gli onconauti e i raccconti<br />

di chi supera la malattia<br />

le telecaMeredi #<strong>cond</strong>ivideretV, il canale Youtubedella<br />

nostra redazione, nella sede dell’associazione<br />

“onconauti” di alcamo. i racconti di chi<br />

ha superato la malattia e l’impegno dei volontari<br />

per assistere i familiari e lo stesso paziente in un<br />

percorso di recupero.<br />

di sua figlia rosaria, raccontata anche dal<br />

nostro giornale nell’aprile dello scorso<br />

anno, è stata scritta proprio dalla mammainsegnante,<br />

con prefazione della giornalista<br />

rosy abruzzo. «il libro è nato per <strong>cond</strong>ividere<br />

l’invenzione di rosa<br />

con chi potrebbe averne<br />

bisogno, con chi vive nelle<br />

stesse <strong>cond</strong>izioni di sua figlia.<br />

la missione di rosa è<br />

quella di trovare una<br />

azienda ortopedica che<br />

costruisca “unico”, il suo<br />

brevetto, quel miracolo<br />

fatto di poliuretano, ingegno<br />

e amore immenso<br />

che consente a rosaria<br />

una vita migliore» spiega<br />

l’abruzzo.


PuBBlicità<br />

n. 03/22marzo<strong>2018</strong>, pag. 16<br />

UN CONCORSO<br />

C O<br />

O<br />

PER TUTTE TTE<br />

LE PARROCCHIE<br />

R<br />

CHI<br />

Il Servizio C.E.I. per<br />

la Promozione del<br />

Sostegno Economico omico alla Chiesa cattolica<br />

ti invita a partecipare con<br />

il<br />

tuo progetto to di<br />

utilità sociale. I<br />

migliori<br />

i riceveranno<br />

un contributo to fino a 15.000 € per realizzarlo. zarlo.<br />

Il concorso corso inizia il<br />

1 febbraio e<br />

termina il<br />

31 maggio <strong>2018</strong>. Iscrivi subito la tua parrocchia su tuttixtutti.it<br />

t<br />

COS’È<br />

TuttixTutti<br />

è un’opportunità.<br />

Le parrocchie<br />

sono chiamate<br />

a ideare un<br />

progetto di<br />

utilità sociale<br />

e<br />

organizzare<br />

un<br />

incontroo<br />

formativo<br />

che<br />

promuova<br />

il<br />

sostegno economico alla Chiesa cattolica.<br />

COSA SI<br />

VINCE<br />

In palio<br />

10<br />

contributi<br />

per<br />

realizzare il<br />

progetto ideato. Da un minimo mo di<br />

1.000 €<br />

fino a un massimo di<br />

15.0000 €.<br />

Ma c'è di<br />

più:<br />

ogni<br />

partecipante può ricevere fino a<br />

1.500 € per l'incontro formativo rispettando<br />

una specifica<br />

procedura.<br />

OBIETTIVI<br />

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Sosteneree<br />

concretamente t e le<br />

finalità<br />

sociali<br />

dei migliori<br />

progetti presentati<br />

Sensibilizzare z<br />

le comunità<br />

parrocchiali<br />

sul tema<br />

del sostegno<br />

economico alla<br />

Chiesa cattolica.<br />

COME FUNZIONA<br />

Per concorrere le parrocchie devono:<br />

iscriversi si<br />

online<br />

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presentare una<br />

pianificazione<br />

azione<br />

dettagliata ta del progetto<br />

che<br />

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sostegno economico alla Chiesa cattolica, tolica,<br />

rispettando la<br />

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le<br />

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con<br />

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formativo, se<br />

organizzato<br />

seguendo<br />

le<br />

indicazioni ni fornite<br />

su<br />

www.sovvenire.it/incontriformativivenire.it/incont<br />

riformativi<br />

QUANDO<br />

Il<br />

concorso inizia il<br />

1 febbraio e si<br />

conclude<br />

il<br />

31 maggio g<br />

<strong>2018</strong>.<br />

I vincitori saranno<br />

proclamati<br />

sul<br />

sito il<br />

30 giugno <strong>2018</strong>.<br />

Il concorso<br />

è organizzato zato dal<br />

Servizio C.E.I. . per<br />

la<br />

Promozione<br />

del Sostegno Economico c o alla Chiesa<br />

cattolica.<br />

a<br />

PuBBlicità

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