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FuoriAsse_n_22

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dimenticato, nel legame infelice e degradato<br />

con la madre di Sasca: l’orizzonte<br />

di una realtà possibile, intravista e perduta.<br />

Durante la notte l’angioletto di<br />

cera si scioglie accanto alla stufa, e tale<br />

evento assume un significato particolare.<br />

L’angioletto è l’espressione simbolica<br />

dell’amore che ricongiunge Sasca al padre<br />

e che, allo stesso tempo, afferma in<br />

Sasca una consapevolezza maggiore del<br />

mondo e di se stesso e gli fa intravedere<br />

un universo positivo di cui non aveva<br />

percepito prima la possibilità. L’angioletto<br />

che si liquefà rappresenta per Sasca,<br />

così, uno sviluppo attraverso l’amore,<br />

che segna il passaggio al mondo<br />

adulto. È emblematico come un bambino<br />

si faccia portatore, nel racconto, di<br />

un simbolo dell’amore; simbolo che<br />

assume anche un valore umano e universale<br />

di amore-ricompensa di tutte le<br />

violenze subite.<br />

È singolare in questo contesto la conclusione<br />

della novella, perché è qui che<br />

inizio e fine della storia convergono: Sasca<br />

vuole porre fine alla sua esistenza,<br />

per le violenze subite e la mancanza di<br />

cure, ma è nell’angioletto e nella reciprocità<br />

con il padre che trova la forza<br />

della sua salvezza.<br />

Andreev è, secondo Gobetti, «ricercatore<br />

dell’oggettività»: attinge da fatti esteriori<br />

per poter vedere ancora più limpidamente<br />

il tormento delle anime degli<br />

uomini. Il conflitto è dunque fondamentale<br />

nell’opera di Andreev, in special<br />

modo nell’Angioletto, in cui il contrasto<br />

si compie perfettamente, perché proprio<br />

nella tensione, nell’attrito, esso crea un<br />

vincolo necessario, portando alla completa<br />

unità tra arte e vita. Unione tanto<br />

supposta quanto agognata dallo stesso<br />

Gobetti che, nelle sue ricerche su Andreev,<br />

proprio a questo mira. Gobetti<br />

pone attenzione, infatti, alle aspirazioni,<br />

ai sogni, ma anche ai tormenti strazianti<br />

e alle umiliazioni patite dai personaggi<br />

senza nessuno indugio sentimentale.<br />

Come afferma Gobetti in più punti,<br />

l’opera di Andreev appare «tutta spezzata,<br />

frammentaria, episodica»; allo stesso<br />

modo l’agitazione cui spesso si fa riferimento<br />

meglio si rivela in alcuni episodi<br />

o passaggi, e il contrasto si realizza anche<br />

grazie alla figura «un po’ ingenua e<br />

manierata» dell’angelo, che ha bisogno,<br />

per opposizione, delle tre figure centrali<br />

di Sasca e dei suoi genitori:<br />

Nell’Angioletto luce sognata che si perde nello<br />

squallore della realtà: il contrasto realizzato<br />

attraverso la figurazione un po’ ingenua e manierata<br />

dell’angelo, poco vera se verità non vi<br />

apportassero le figure centrali: Ivan Savvic,<br />

Sasca, Feotista Petrovna, che da idee astratte,<br />

da simboli, si fanno artisticamente persone 4 .<br />

Per Gobetti, Andreev è un autore che<br />

ha bisogno di sognare una società dove<br />

«domini la legge suprema d’amore»: ecco<br />

perché, in una tale atmosfera di tensione<br />

utopica, chiama «fiabe» o “favole”<br />

alcune straordinarie novelle come L’Angioletto<br />

o Il Cappotto di Gogol’. I termini<br />

“novella”, “fiaba” o “favola” sono difatti<br />

per Gobetti intercambiabili, poiché si<br />

tratta di narrazioni, storie che, più o<br />

meno, presentano una ricchezza di immaginazione<br />

fantastica. Del resto, questi<br />

generi, proprio per il valore storico o<br />

di riscoperta intellettuale che fiaba e<br />

favola sono in grado di rappresentare,<br />

hanno per Gobetti il merito di poter contribuire<br />

alla formazione stessa di una<br />

nazione.<br />

Per comprendere il peso preponderante<br />

che Gobetti conferiva a tali generi,<br />

basti leggere l’articolo Visita alla Fiat,<br />

apparso per la prima volta il 15 dicembre<br />

1923 sul quotidiano genovese «Il<br />

Lavoro». Il pezzo a cui si fa riferimento<br />

può subito far pensare a un articolo di<br />

4 Piero Gobetti, Paradosso dello spirito russo e altri scritti sulla letteratura russa, Introduzione di Vittorio Strada,<br />

Torino, Reprints Einaudi, 1976, p. 69.<br />

FUOR ASSE 29 Quaderni per l’infanzia

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