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FuoriAsse_n_22

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Il testo<br />

non è tutto,<br />

il teatro<br />

custodisce<br />

un altro<br />

linguaggio<br />

a cura di Fernando Coratelli<br />

Libertà<br />

e arbitrio<br />

©Azereth Skivel<br />

Ammetto subito che la pièce Tu es libre<br />

di Francesca Garolla, per la regia di<br />

Renzo Martinelli, andato in scena al<br />

Teatro I di Milano dal 15 novembre<br />

all’11 dicembre 2017, mi è molto affine<br />

in tematiche e azioni. Tutto ruota intorno<br />

alla scomparsa di Haner, ragazza<br />

francese «caucasica», come direbbero<br />

oltreoceano, che pare essere partita<br />

come foreign fighter per la Siria.<br />

Dunque, tutto ha inizio in una stazione<br />

di polizia, o forse nella stanza di un magistrato,<br />

è il momento delle deposizioni,<br />

degli interrogatori. Per capire chi è e<br />

cos’ha intenzione di fare (o cosa ha già<br />

fatto) Haner, sfilano sua madre, suo<br />

padre, una sua amica e il ragazzo di cui<br />

si è innamorata, un egiziano che l’ha<br />

portata sulla strada dell’Islam e che<br />

forse l’ha spinta a questa scelta estremista,<br />

in nome della libertà, che fa rima<br />

con verità. Haner, quindi, è sparita<br />

senza lasciare tracce salvo che per un<br />

libro da cui non si separa mai: L’Iliade.<br />

Quel libro che le aveva regalato il padre<br />

e da cui deriva il nome Haner – AndromAca,<br />

«uomo in battaglia». Ma in quale<br />

battaglia è adesso Haner? Sua madre<br />

non lo sa, stenta a riconoscere quella<br />

figlia che ha trovato una sua voce, una<br />

verità in quella scelta. Già, perché<br />

Haner oggi indossa il velo, ha trovato se<br />

stessa, la sua libertà.<br />

E è intorno alla parola libertà che Francesca<br />

Garolla (il testo è stato finalista al<br />

Premio Riccione 2017) costruisce l’intera<br />

pièce. D’altronde il titolo non lascia<br />

dubbi, o meglio crea un dubbio filosofico<br />

FUOR ASSE<br />

50<br />

Teatro

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