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L'Era dei RAEE - 10 Anni di Ecodom

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Marco Gisotti<br />

L’ERA DEI<br />

<strong>RAEE</strong><br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>


Marco Gisotti<br />

L’ERA DEI<br />

<strong>RAEE</strong><br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong><br />

Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> maggio 2018 presso Geca<br />

Industrie Grafiche - San Giuliano Milanese (MI).<br />

Progetto grafico, e<strong>di</strong>ting e impaginazione: Carla Cassiano<br />

e Luca Salici per Round Robin E<strong>di</strong>trice<br />

La foto in copertina è <strong>di</strong> Mario Guerra


INTRODUZIONE<br />

Gli apparecchi elettrici ed elettronici<br />

sono la cosa che con ogni probabilità<br />

caratterizza in maniera più<br />

evidente le nostre case rispetto a<br />

quelle <strong>dei</strong> nostri avi. Mio nonno,<br />

nato nel 1896, raccontava quasi<br />

come un miracolo l’arrivo della<br />

luce elettrica nelle case. Generazioni lontane non<br />

tanto nel tempo quanto negli usi e nei costumi. Non<br />

c’era il frigorifero nelle case, né la lavastoviglie, la<br />

lavatrice o il phon, figuriamoci il televisore o il computer.<br />

Il ferro da stiro c’era, ma per “accenderlo” si<br />

riempiva col carbone bollente.<br />

Poi nel secondo dopoguerra le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita<br />

cambiarono ra<strong>di</strong>calmente. Pensiamo solo a cosa significò<br />

l’ingresso del frigorifero nelle case. Per anni,<br />

se non per millenni, si era combattuta e persa ogni<br />

guerra per la conservazione degli alimenti freschi.<br />

All’improvviso questi arma<strong>di</strong> del freddo <strong>di</strong>ventavano<br />

complementi del mobilio domestico.<br />

Era la preistoria <strong>di</strong> una lenta e benevola invasio-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 3


4 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

ne. Gli apparecchi elettrici, non ancora elettronici,<br />

rendevano la qualità della vita quoti<strong>di</strong>ana migliore,<br />

meno faticosa e spesso più appagante. Poi, un bel<br />

giorno, l’elettronica fece la sua comparsa. Come un<br />

grande salto evolutivo. Dapprima silenziosamente<br />

con oggetti oggi <strong>di</strong> culto e curiosi: calcolatrici e<br />

orologi al quarzo che segnavano il passare del tempo<br />

con quadranti al LED. Anzi, forse i primi LED li vedemmo<br />

proprio così. Poi arrivarono i personal computer<br />

e tutto <strong>di</strong>venne via via più “smart”.<br />

Ciò che ignoravamo è che a tanto benessere corrispondeva<br />

la creazione <strong>di</strong> una quantità <strong>di</strong> scarti che<br />

mai avevamo prodotto in maniera così copiosa. Prendemmo<br />

coscienza che ogni bene era destinato a <strong>di</strong>ventare<br />

un rifiuto. Compresi gli apparecchi elettrici<br />

ed elettronici.<br />

Questo libro racconta gli ultimi <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> questa<br />

evoluzione, da quando cioè sono <strong>di</strong>ventati operativi<br />

i consorzi che si occupano del trattamento <strong>di</strong> questo<br />

particolare tipo <strong>di</strong> scarto, i “<strong>RAEE</strong>”, i rifiuti da apparecchi<br />

elettrici ed elettronici. E la prospettiva che si<br />

è deciso <strong>di</strong> assumere è quella <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, il consorzio<br />

non solo più grande per volumi trattati ma anche<br />

quello che in questi anni ha giocato un ruolo da pioniere<br />

in fatto <strong>di</strong> qualità e cura dell’ambiente.<br />

Per raccontare questa storia sono ricorso alle voci <strong>di</strong><br />

testimoni privilegiati che ho raccolto e spesso citato<br />

nel testo. Per il loro aiuto, consiglio o testimonianza<br />

il mio grazie va (in or<strong>di</strong>ne strettamente alfabetico)<br />

a: Marco Avanzo, Maurizio Bernar<strong>di</strong>, Alberto Borroni,<br />

Mauro Cola, Marica Di Pierri, Silvano Falocco,<br />

Paola Ficco, Enrico Fontana, Walter Ganapini, Antonio<br />

Gau<strong>di</strong>oso, Mario Grosso, Piero Moscatelli, Letizia<br />

Nepi, Nando Pagnoncelli, Edo Ronchi, Davide<br />

Rossi, Maurizio Tursini, Paolo Zocco Ramazzo.<br />

Le foto che illustrano questo libro, ad eccezione <strong>di</strong><br />

quelle “storiche” con <strong>di</strong>dascalie, sono tratte da una<br />

mostra del 2011 del fotografo Mario Guerra per <strong>Ecodom</strong><br />

dal titolo “Materia-Design andata e ritorno”.


1. Una storia <strong>di</strong> origini<br />

L’origine <strong>dei</strong> rifiuti fra Ottocento e Novecento;<br />

la nascita degli elettrodomestici; arrivano i <strong>RAEE</strong>.<br />

Il rifiuto è qualsiasi sostanza od oggetto <strong>di</strong><br />

cui il detentore si <strong>di</strong>sfi o abbia deciso o abbia<br />

l’obbligo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfarsi. Così recita il decreto legislativo<br />

22 del 1997, più noto come “legge<br />

Ronchi” dal cognome del ministro dell’ambiente<br />

che per primo mise or<strong>di</strong>ne nel sistema<br />

<strong>dei</strong> rifiuti in Italia.<br />

Il rifiuto è lo scarto. È ciò <strong>di</strong> cui non sappiamo più<br />

che farcene. La parte eccedente, inutile o pericolosa<br />

<strong>di</strong> un bene, <strong>di</strong> una materia o <strong>di</strong> un prodotto che<br />

abbiamo usato, <strong>di</strong> cui ci siamo nutriti, che abbiamo<br />

consumato e del quale, alla fine, ce ne <strong>di</strong>sfiamo, affidandone<br />

alla natura, o ad altri servizi, la sua sorte.<br />

È dai siti degli scarti alimentari del passato che, per<br />

esempio, possiamo capire che tipo <strong>di</strong> società c’era un<br />

tempo in un dato luogo, cosa consumavano e qual<br />

era l’habitat da cui traevano sostentamento.<br />

Fino alla rivoluzione industriale gli scarti quoti<strong>di</strong>ani<br />

che una famiglia poteva produrre erano le ceneri<br />

del focolare, pochi avanzi <strong>di</strong> cibo, per lo più ossa <strong>di</strong><br />

piccoli animali come conigli e polli. Poi c’erano i resti<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 5


6 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

delle poche suppellettili allora <strong>di</strong>sponibili: schegge e<br />

frammenti <strong>di</strong> legno, qualche coccio, stracci.<br />

Nelle realtà urbane per secoli, se non millenni, questi<br />

scarti sono stati gettati in strada. Finivano poi col<br />

mescolarsi con gli scarti delle attività artigianali tipiche<br />

delle città, dai macellai alle concerie, dai mercati<br />

alle <strong>dei</strong>ezioni degli animali. Le città erano percorse<br />

da fanghi neri e pestilenziali. In epoca me<strong>di</strong>evale cominciarono<br />

a fioccare or<strong>di</strong>nanze citta<strong>di</strong>ne che chiedevano<br />

<strong>di</strong> tenere pulite le strade davanti alla propria<br />

casa. Servizi <strong>di</strong> pubblica pulizia erano rari e per lo più<br />

destinati a luoghi rilevanti, piazze o strade <strong>di</strong> rappresentanza<br />

e per lo più in occasioni speciali come la visita<br />

<strong>di</strong> un regnante o qualche festa comandata.<br />

Chi si occupava <strong>di</strong> portar via questi rifiuti erano operai<br />

ingaggiati dalle città stesse, spesso manodopera<br />

senza una grande professionalità che però faceva<br />

quel che doveva fare, ovvero caricare su <strong>dei</strong> carri<br />

questa massa <strong>di</strong> materia semiputrida e scaricarla<br />

fuori le mura. Qualche volta traendone anche qualche<br />

guadagno.


A Londra, intorno al ‘400<br />

c’erano i “rakers”,<br />

specializzati nella<br />

pulizia delle strade<br />

A Londra, intorno al Quattrocento, per esempio,<br />

c’erano i “rakers”, specializzati proprio nella pulizia<br />

delle strade, che una volta alla settimana svolgevano<br />

il loro servizio, ripulendo le strade dall’immon<strong>di</strong>zia<br />

e vendendola fuori città come concime. Con nomi <strong>di</strong>versi<br />

e qualità del servizio sempre altalenante queste<br />

attività non erano esclusiva della capitale inglese,<br />

ma si sono registrate per secoli un po’ dappertutto e<br />

soprattutto nelle gran<strong>di</strong> città.<br />

La rivoluzione industriale segna però il salto <strong>di</strong> qualità.<br />

E anche <strong>di</strong> quantità. Non solo le città <strong>di</strong>ventano<br />

più popolose, ma anche la quantità delle merci a <strong>di</strong>sposizione<br />

tende a crescere e con esse gli scarti.<br />

A Parigi, ai primi dell’Ottocento, ci sono circa cento<br />

piccoli carri addetti alla pulizia delle strade, detti<br />

tombereaux, cinquant’anni dopo erano trecentocinquanta.<br />

Piccolissimi “padroncini” <strong>di</strong>remmo noi oggi<br />

autorizzati dal prefetto <strong>di</strong> polizia che rivendevano<br />

i rifiuti urbani come concime. Ma nel 1850 a Parigi<br />

arriva il macadam, un fondo stradale migliore ma<br />

più <strong>di</strong>fficile da mantenere pulito ed efficiente. Quin<strong>di</strong><br />

ecco un sistema <strong>di</strong> appalti per ingaggiare <strong>di</strong>tte<br />

e manodopera per pulire le strade. Poi, nel 1884,<br />

Eugène Poubelle, prefetto della Senna, istituì <strong>dei</strong><br />

bidoni metallici con coperchio per riporvi gli scarti<br />

<strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni della capitale francese. Botteghe, case,<br />

negozi <strong>di</strong> ogni tipo dovevano avere il proprio bidone<br />

che in ore precise doveva essere esposto in strada<br />

affinché un servizio ad hoc recuperasse in tutta la<br />

città i rifiuti così raccolti. Ancora oggi in Francia con<br />

la parola “poubelle” si in<strong>di</strong>ca il secchio dell’immon<strong>di</strong>zia<br />

<strong>di</strong> casa.<br />

Cose simili accadevano in altre gran<strong>di</strong> città europee e<br />

non era che l’alba della nettezza urbana. Ma la rivoluzione<br />

industriale ciò che offriva<br />

con una mano tendeva a riprenderselo<br />

con l’altra. E spesso con gli<br />

interessi.<br />

I rifiuti erano stati una merce se<br />

non preziosa certamente utile per<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 7


La prima lavatrice<br />

domestica era in legno<br />

e fu realizzata a mano<br />

nel 1874.<br />

essere trasformata e riadattata: fanghi per farne<br />

concime, stracci per carta <strong>di</strong> giornale, ossa per bottoni,<br />

giocattoli, pezzi degli scacchi, sapone, materiali<br />

e<strong>di</strong>li e persino per estrarne il “nero animale” un<br />

carbone per sbiancare la melassa delle barbabietole<br />

per l’industria europea dello zucchero. Senza contare<br />

i metalli, il vetro, il sughero, le scarpe vecchie,<br />

la stessa carta usata… All’improvviso però c’era <strong>di</strong>sponibilità<br />

anche <strong>di</strong> materie prime vergini, apparentemente<br />

migliori, meno costose e più facilmente<br />

accessibili.<br />

Pensiamo alla celluloide (e più in là alla plastica). Un<br />

materiale <strong>di</strong> sintesi chimica si sostituiva in una infinità<br />

<strong>di</strong> usi a prodotti naturali come l’avorio o l’osso.<br />

Nell’arco <strong>di</strong> pochi decenni, al passaggio fra Ottocento<br />

e Novecento i rifiuti stavano <strong>di</strong>ventando materiali<br />

inutili: sconvenienti da riutilizzare, pericolosi da tenere<br />

vicino. Nascevano le <strong>di</strong>scariche, si nutriva quel<br />

senso, anche psicologico, <strong>di</strong> rimozione del rifiuto dai<br />

nostri cicli industriali.<br />

Allo stesso tempo le nuove materie dell’industria,<br />

così come le nuove merci, non facevano la fine <strong>dei</strong><br />

vecchi utensili che, composti <strong>di</strong> legno e metallo,<br />

seguivano il destino naturale <strong>di</strong> tutti gli alti scarti,<br />

quin<strong>di</strong> o si reintegravano nel ciclo naturale o venivano<br />

riciclati e riutilizzati in nuove forme all’interno<br />

della stessa economia citta<strong>di</strong>na.<br />

Pensiamo in particolare agli elettrodomestici. Lavatrici,<br />

forni, piani cottura, buoni al massimo per riutilizzare<br />

i motori, le lamiere e quello che più facilmente<br />

può essere estratto. E insieme a loro tostapane, con<strong>di</strong>zionatori,<br />

televisori, computer, calcolatrici e cellulari.<br />

Ciò che la rivoluzione industriale aveva reso via via<br />

sempre più facile da avere e da consumare, si trasformava<br />

rapidamente in rifiuto e il<br />

rifiuto, salvo pochi casi, era destinato<br />

a non essere più rigenerato. A<br />

<strong>di</strong>ventare, poco a poco, un problema<br />

per la salute e per l’ambiente.<br />

8 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


LA RIVOLUZIONE DELL’ELETTRODOMESTICO<br />

A <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> come la rivoluzione industriale<br />

favorisse l’invenzione <strong>di</strong> sempre nuove tecnologie,<br />

basta pensare che l’invenzione della macchina a<br />

vapore si prestava ad un numero pressoché infinito<br />

<strong>di</strong> applicazioni. Anche i primi elettrodomestici<br />

non erano affatto “elettro” ma azionati o a mano<br />

o a vapore.<br />

La prima lavatrice domestica era in legno. La fabbricò<br />

William Blackstone per regalarla alla moglie.<br />

Era il 1874. L’idea però era talmente buona che<br />

Blackstone brevettò la cosa e la trasformò in un business<br />

red<strong>di</strong>tizio. Ma il vero salto <strong>di</strong> qualità avvenne<br />

quando fu inserito un cesto per i panni da lavare in<br />

metallo e, soprattutto, quando nel 1906 da manuale<br />

la lavatrice <strong>di</strong>venne elettrica.<br />

Lavatrici industriali invece esistevano da tempo. In<br />

Italia, si racconta, ne fu installata una nel 1851 a<br />

Napoli. Un mostro a vapore che poteva contenere in<br />

un colpo solo duemila lenzuola.<br />

Si racconta, poi, che il primo frigorifero risalga ad<strong>di</strong>rittura<br />

al 1750 ma tracce certe <strong>di</strong> una macchina per<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 9


<strong>10</strong> - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

tenere al fresco i cibi con un compressore a vapore<br />

risalgono solo al 1834. E solo vent’anni dopo fu prodotta<br />

una macchina per fabbricare il ghiaccio. Ma il<br />

primo frigorifero elettrico fu fabbricato a Chicago<br />

nel 1913. Prototipo costoso ma davvero poco adatto<br />

a <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong> largo consumo. Solo tre anni dopo arrivò<br />

il “Frigidaire”, nome proprio <strong>di</strong> prodotto destinato<br />

a <strong>di</strong>ventare parola <strong>di</strong> uso comune per in<strong>di</strong>care,<br />

appunto, il frigidaire…<br />

Ma la svolta arriva alla fine degli anni Trenta, quando<br />

un geniale inventore delle General Motors, Thomas<br />

Midgley, fu spostato <strong>di</strong> reparto e fu messo a escogitare<br />

un modo efficace e conveniente per refrigerare i<br />

frigoriferi. Midgley in<strong>di</strong>vidua in una miscela gassosa<br />

particolarmente adatta. Si tratta <strong>di</strong> una sintesi del<br />

<strong>di</strong>cloro<strong>di</strong>fluorometano, un particolare clorofluorocarburo<br />

(CFC) che la DuPont poi commercializzerà<br />

col nome <strong>di</strong> “Freon”.<br />

Questo gas è un successo senza precedenti. Non solo<br />

per i frigoriferi, ma anche nell’industria degli spray,<br />

usato come gas propellente nelle bombolette <strong>di</strong> vernice<br />

come nella lacca per capelli.<br />

Ciò che Thomas Midgley ignorava è che il freon,<br />

come tutti i CFC, aveva effetti sull’ozono stratosferico.<br />

Nel 1985 gli scienziati decretarono infatti che<br />

l’uso <strong>dei</strong> CFC aveva causato un deterioramento dello<br />

strato <strong>di</strong> ozono tale da aver creato <strong>dei</strong> veri e propri<br />

buchi, lasciando vaste zone del pianeta esposte all’effetto<br />

<strong>di</strong>retto, e nocivo, <strong>dei</strong> raggi ultravioletti del sole.<br />

John McNeill, un noto docente <strong>di</strong> storia dell’ambiente<br />

della Georgetown University, ha scritto <strong>di</strong> Thomas<br />

Midgley: «Ha avuto più impatto lui sull’atmosfera<br />

terrestre <strong>di</strong> qualunque altro organismo in tutta la<br />

storia della Terra».<br />

Oggi i frigoriferi non contengono più CFC né HCFC<br />

ma le sostanze che li hanno sostituiti comportano<br />

altri tipi <strong>di</strong> problemi ambientali. Gli HFC, che hanno<br />

sostituito il cloro con l’idrogeno, per esempio, non<br />

hanno effetto sull’ozono ma sono gas che comunque<br />

incidono sull’effetto serra e benché le normative<br />

europee ne prevedano un progressivo contenimento<br />

smaltirli rimane un problema. A contenerli non<br />

sono soltanto i frigoriferi ma anche con<strong>di</strong>zionatori<br />

e congelatori.


Fino agli anni Novanta i<br />

rifiuti venivano smaltiti sostanzialmente<br />

in <strong>di</strong>scarica.<br />

<strong>Ecodom</strong> è il principale sistema collettivo italiano<br />

che oggi si occupa <strong>di</strong> un terzo <strong>di</strong> tutti rifiuti elettrici<br />

ed elettronici (in sigla “<strong>RAEE</strong>”) raccolti in Italia e si<br />

assicura che i centri <strong>di</strong> trattamento che fanno riferimento<br />

a lui si occupino <strong>di</strong> queste apparecchiature<br />

in modo da evitare qualunque <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> tali sostanze,<br />

preoccupandosi, ovviamente, anche dell’effettivo<br />

riciclo delle materie prime (acciaio, rame,<br />

alluminio e plastiche) <strong>di</strong> cui i <strong>RAEE</strong> sono costituiti.<br />

UNA MONTAGNA DI RIFIUTI<br />

«Fino agli Novanta i rifiuti venivano gestiti sostanzialmente<br />

con lo smaltimento in <strong>di</strong>scarica per oltre<br />

l’80 per cento – racconta Edo Ronchi, ministro<br />

dell’ambiente dal 1996 al 2000 e autore della prima<br />

legge quadro sui rifiuti in Italia – . Il restante finiva<br />

nell’incenerimento. Il riciclo con la raccolta separata<br />

o <strong>di</strong>fferenziata era effettivamente marginale e riguardava<br />

pochi punti percentuali».<br />

«Il riciclo riguardava solo alcune<br />

tipologie, lasciate a chi magari faceva<br />

la raccolta <strong>dei</strong> cartoni in giro,<br />

alle varie associazioni <strong>di</strong> volontariato<br />

che pure raccoglievano carta e<br />

cartone. Qualcuna si occupava anche<br />

del vetro. Pochi della plastica. Ma erano raccolte<br />

più simboliche che altro. Il rifiuto andava “smaltito”.<br />

Questa era la parola: ”smaltimento”. È con le prime<br />

Direttive sui rifiuti urbani pericolosi negli anni 90 e<br />

in particolare con la riforma apportata dal Decreto<br />

legislativo 22/ 97 [la legge “Ronchi”, appunto, ndr]<br />

che cambia l’impostazione e si dà priorità al riciclo».<br />

Il nuovo assetto introduce una gerarchia nella gestione<br />

<strong>dei</strong> rifiuti che vede al primo posto la prevenzione,<br />

cioè la riduzione a monte <strong>dei</strong> rifiuti stessi, poi<br />

il riciclo, il recupero energetico e solo come ultima<br />

ratio lo smaltimento in <strong>di</strong>scarica.<br />

Il primo grande cambiamento riguarda la parte più<br />

consistente <strong>dei</strong> rifiuti urbani, cioè gli imballaggi e<br />

nasce il sistema <strong>dei</strong> consorzi. Ma non c’erano <strong>dei</strong><br />

consorzi anche prima del decreto del 2002?<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 11


12 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

«Sì, è vero – risponde Ronchi. Per esempio quello degli<br />

oli lubrificanti usati c’era già. Alcuni rifiuti godevano<br />

<strong>di</strong> un’attenzione particolare perché erano “pericolosi”<br />

e la preoccupazione sulla loro gestione non<br />

riguardava tanto il riciclo ma quanto il fatto che non<br />

fossero immessi nell’ambiente».<br />

Nel 1997 non esisteva <strong>di</strong> fatto nessun tipo <strong>di</strong> filiera<br />

del riciclo. I materiali, come quello <strong>dei</strong> frigoriferi,<br />

<strong>dei</strong> forni, <strong>dei</strong> cosiddetti gran<strong>di</strong> bianchi come anche le<br />

lavatrici e lavastoviglie, erano gestiti come rottame<br />

ferroso al pari delle carcasse delle auto.<br />

La responsabilità <strong>dei</strong> rifiuti non riguardava i produttori.<br />

Li toccava solo nelle emergenze perché l’opinione<br />

pubblica si chiedeva chi aveva prodotto tutti quei<br />

rifiuti. Da dove si generavano? Quando, per esempio,<br />

si scoprivano <strong>di</strong>scariche abusive <strong>di</strong> pneumatici,<br />

e <strong>di</strong> questi abbandoni per le <strong>di</strong>verse tipologie, ce ne<br />

erano, i produttori venivano tirati in ballo ma sempre<br />

marginalmente.<br />

Dire che esisteva una responsabilità <strong>dei</strong> produttori<br />

fu il grande salto <strong>di</strong> qualità, non soltanto perché


La percentuale <strong>di</strong> rifiuti<br />

raccolti in maniera<br />

<strong>di</strong>fferenziata oggi è del<br />

52,5%.<br />

adesso dovevano pagare un contributo ambientale<br />

ma perché <strong>di</strong>ventavano attori nella gestione del rifiuto<br />

laddove fino a quel punto erano stati solo spettatori.<br />

Era una riappropriazione morale ed economica<br />

dell’intero LCA, il ciclo <strong>di</strong> vita, <strong>dei</strong> prodotti.<br />

Secondo l’annuario Ispra 2017, la percentuale <strong>di</strong> rifiuti<br />

raccolti in maniera <strong>di</strong>fferenziata raggiunge oggi<br />

il 52,5%, vale a <strong>di</strong>re il raggiungimento dell’obiettivo<br />

minimo fissato per legge previsto entro il 31 <strong>di</strong>cembre<br />

2009. Entro il 2012 avremmo dovuto raggiungere<br />

e superare già il 65%. A segnalare che c’è ancora<br />

molto da fare.<br />

I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche,<br />

poi, rappresentano quasi un pianeta a sé e forse,<br />

data la tipologia <strong>di</strong> prodotti che include, sarebbe più<br />

opportuno parlare <strong>di</strong> sistema solare.<br />

Le tipologie <strong>di</strong> pianeti in cui questo sistema solare<br />

è stato sud<strong>di</strong>viso sono cinque raggruppamenti. Il<br />

cosiddetto R1 riguarda i frigoriferi, i congelatori, i<br />

con<strong>di</strong>zionatori e tutti quei prodotti che in qualche<br />

modo servono a produrre il freddo. R2 sono i “gran<strong>di</strong><br />

bianchi”, ovvero le lavastoviglie, le lavatrici, le cappe,<br />

i forni, gli scaldacqua, ecc. R3 sono televisori e monitor.<br />

R4 riguarda i piccoli elettrodomestici, l’elettronica<br />

<strong>di</strong> consumo, l’informatica e gli apparecchi per<br />

l’illuminazione. R5 le sorgenti luminose.<br />

La complessità <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> rispetto ad altre tipologie<br />

<strong>di</strong> rifiuto è stata ben definita in uno stu<strong>di</strong>o per <strong>Ecodom</strong><br />

del 2012 condotto dall’istituto Ipsos, Politecnico<br />

<strong>di</strong> Milano e United Nation University, “I <strong>RAEE</strong><br />

domestici generati in Italia”.<br />

Sono prodotti molto eterogenei fra loro, spiega la ricerca:<br />

si va dal frigorifero al tablet, dall’autora<strong>di</strong>o alla<br />

bilancia, dalla lavatrice al mouse,<br />

sono <strong>di</strong>versi anche in termini <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni e peso, funzionalità,<br />

composizioni me<strong>di</strong>e (che, anche<br />

a parità <strong>di</strong> prodotto, sono <strong>di</strong>verse<br />

rispetto al passato e saranno destinate<br />

a cambiare in futuro), con un<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 13


14 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

crescente aumento della componente “elettronica”<br />

<strong>dei</strong> prodotti.<br />

Sono in continua evoluzione con l’introduzione sul<br />

mercato <strong>di</strong> sempre nuovi prodotti e funzionalità, dai<br />

navigatori satellitari agli smartphone, con una progressiva<br />

contrazione delle durate me<strong>di</strong>e <strong>dei</strong> prodotti<br />

o con fenomeni <strong>di</strong> sostituzione massiva in occasione<br />

<strong>di</strong> salti tecnologici (per esempio quando dalle televisioni<br />

a tubo cato<strong>di</strong>co si è passate a quelle con schermi<br />

piatti, oppure a tutta la nuova classe <strong>di</strong> elettrodomestici<br />

in classi energetiche più efficienti).<br />

Inoltre le apparecchiature elettriche ed elettroniche<br />

possono avere componenti, se non contenere proprio,<br />

materiali pericolosi, come appunto i gas mangia-ozono<br />

o climalteranti, ma anche mercurio, palla<strong>di</strong>o<br />

o altri metalli pesanti. E questo giustifica anche<br />

perché gli impianti <strong>di</strong> trattamento dovrebbero essere<br />

particolarmente efficienti e garantire standard <strong>di</strong><br />

sicurezza e <strong>di</strong> salubrità elevati.<br />

C’è poi la scarsità <strong>di</strong> alcuni <strong>dei</strong> materiali che sono<br />

contenuti in queste apparecchiature, risorse come<br />

il rutenio, l’in<strong>di</strong>o, metalli del gruppo del platino e<br />

le terre rare, per cui il recupero <strong>di</strong> questi materiali<br />

<strong>di</strong>venta prezioso quanto complesso nelle fase <strong>di</strong> riciclaggio.<br />

Ovviamente questa complessità si riverbera nell’elevato<br />

numero <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong>versi coinvolti nella filiera<br />

<strong>di</strong> design e produzione <strong>di</strong> queste apparecchiature e<br />

del riutilizzo e recupero <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. E forse il paragone<br />

che azzardavamo poco sopra <strong>di</strong> un sistema solare<br />

è ancora troppo semplicistico.<br />

ASSO<strong>RAEE</strong> è l’associazione, nata nel 2006, che riunisce<br />

le aziende che gestiscono gli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />

<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Sono loro ad essere in prima fila<br />

nel dover manipolare i nostri oggetti <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

alla fine del loro ciclo, anche e soprattutto in<br />

sicurezza.<br />

«Noi – spiega Maria Letizia Nepi, Segretario Fise<br />

Unicircolar, in cui opera Assoraee – interloquiamo<br />

con i sistemi collettivi come <strong>Ecodom</strong> attraverso un


Gli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />

sono nati essenzialmente<br />

per recuperare<br />

le materie seconde dai<br />

<strong>RAEE</strong>.<br />

accordo per il trattamento nell’ambito del quale<br />

sono state fissate con<strong>di</strong>zioni importanti innanzitutto<br />

per la conduzione e il trattamento stesso, che<br />

deve essere fatto in maniera idonea e qualificata<br />

attraverso impianti soggetti ad au<strong>di</strong>t, vale a <strong>di</strong>re a<br />

controlli perio<strong>di</strong>ci».<br />

Gli impianti <strong>di</strong> trattamento sono nati essenzialmente<br />

per recuperare dai <strong>RAEE</strong>, anche prima che esistesse<br />

una normativa che li classificasse come tali, tutta<br />

quella parte <strong>di</strong> materiali, come il rame per <strong>di</strong>rne uno,<br />

che avesse un valore sostanziale sul mercato.<br />

«Il loro primo scopo – ricorda ancora Maria Letizia<br />

Nepi – era quello <strong>di</strong> ricavare del profitto dal trattamento<br />

e dal recupero <strong>di</strong> questi materiali. Solo dopo,<br />

con l’evolversi della normativa e con la nascita <strong>dei</strong><br />

consorzi basati sul principio della responsabilità del<br />

produttore, la prospettiva è cambiata, migliorando<br />

i propri processi, garantendo che non solo le percentuali<br />

<strong>di</strong>ciamo più <strong>di</strong> maggior valore <strong>di</strong> materiale<br />

possano essere recuperate ma tendenzialmente tutta<br />

l’apparecchiatura, comprese tutte<br />

le frazioni che prima non venivano<br />

recuperate e che finivano in <strong>di</strong>scarica<br />

o all’incenerimento».<br />

L’ERA DEI <strong>RAEE</strong><br />

Una delle degenerazioni <strong>dei</strong> rifiuti<br />

e delle tecnologie abbandonate a<br />

sé stesse e che è all’origine della presa <strong>di</strong> coscienza<br />

globale sul problema <strong>dei</strong> rifiuti tecnologici la ricorda<br />

Walter Ganapini, oggi <strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> Arpa Umbria,<br />

ma <strong>di</strong> certo uno <strong>dei</strong> maggiori esperti <strong>di</strong> rifiuti<br />

in Italia, chiamato nel corso degli anni a risolvere le<br />

numerose crisi del settore, da Milano negli anni Novanta<br />

a Napoli negli anni Duemila.<br />

«Trent’anni fa i <strong>RAEE</strong> non esistevano proprio come<br />

classificazione – ricorda Ganapini . Erano rifiuti ferrosi,<br />

metalli che venivano portati in <strong>di</strong>scarica o dati<br />

ai rottamai ma poi il problema si è presentato quando<br />

scoppiò il caso delle “vergini cieche”. Una dele-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 15


Alla fine degli anni Novanta<br />

destarono interesse<br />

i vecchi telefoni che<br />

contenevano palla<strong>di</strong>o.<br />

gazione OCSE aveva scoperto, nei villaggi fra Indonesia<br />

e Malesia, migliaia <strong>di</strong> “blind virgins”, bambine<br />

che erano state impiegate dall’industria elettronica<br />

locale per saldare le basi hardware in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

così scarsa sicurezza che i gas <strong>di</strong> saldatura in pochi<br />

anni finivano col renderle cieche per sempre. La delegazione<br />

stimò un numero impressionante, intorno<br />

ai se<strong>di</strong>cimila casi. Alla fine della loro breve carriera, a<br />

17-18 anni, venivano rispe<strong>di</strong>te nei loro villaggi senza<br />

alcuna forma <strong>di</strong> assistenza. Il tema all’epoca fece<br />

scalpore solo fra gli addetti ai lavori e i me<strong>di</strong>a non se<br />

ne occuparono più <strong>di</strong> tanto, però fu sufficiente per<br />

sollevare la questione sulla pericolosità <strong>di</strong> alcune sostanze<br />

e processi utilizzati nel mondo dell’elettronica.<br />

Così come quando verso la fine degli anni Novanta<br />

destarono grande interesse commerciale i vecchi<br />

apparecchi telefonici <strong>di</strong>smessi che arrivavano dai<br />

paesi dell’alleanza sovietica fino alla vicina Croazia.<br />

Questi apparecchi contenevano una certa concentrazione<br />

<strong>di</strong> palla<strong>di</strong>o il cui valore era abbastanza alto.<br />

Anche l’Italia si interessò <strong>di</strong> recuperare questi rifiuti<br />

tecnologici e per un po’ si sviluppò un certo mercato,<br />

finché, il ritrovamento <strong>di</strong> un intero treno, se<strong>di</strong>ci<br />

vagoni merci, carico <strong>di</strong> palla<strong>di</strong>o fece crollare il mercato<br />

<strong>di</strong> questo materiale. Per cui un mercato latente<br />

e una preoccupazione per lo smaltimento <strong>di</strong> questi<br />

materiali esisteva ben prima che si creasse un vero<br />

mercato <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Così come mi ricordo, sempre negli<br />

anni Novanta, l’interessamento <strong>di</strong> una nota industria<br />

del settore, la Whirlpool, proprio sul tema del<br />

recupero <strong>dei</strong> CFC dai frigoriferi a fine vita. E sempre<br />

in quegli anni portammo avanti con la Whirlpool un<br />

progetto per promuovere l’ecodesign nell’industria<br />

degli elettrodomestici».<br />

Ma la cultura ambientale degli<br />

anni che ricorda Ganapini è anche<br />

quella rievocata da Ronchi, quella<br />

in cui l’unico destino, o quanto<br />

meno il più probabile, per i rifiuti,<br />

che fossero i soli<strong>di</strong> urbani, gli in-<br />

16 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


gombranti o persino i pericolosi, sembrava la <strong>di</strong>scarica.<br />

Panacea che nascondeva ma non curava. Nel decennio<br />

che precede la fondazione <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> in Italia<br />

e l’inizio dell’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, si contano ben 5 Regioni<br />

che furono commissariate per la gestione <strong>dei</strong> rifiuti.<br />

Prima della Legge Ronchi si andava avanti per decreti<br />

legge che dopo sessanta giorni scadevano e i Governi<br />

che si succedevano dovevano reiterarli. Il decreto<br />

legge sui rifiuti fu reiterato 17 volte. Un record.<br />

Così tante, troppe volte che dovette intervenire la<br />

Corte costituzionale per <strong>di</strong>re che un decreto legge,<br />

trascorsi sessanta giorni, decadeva e che non poteva<br />

essere reiterato e che se i governi volevano che quella<br />

regola <strong>di</strong>ventasse norma doveva essere, appunto,<br />

convertita in legge.<br />

Figuriamoci, quin<strong>di</strong>, all’ombra <strong>di</strong> tutto questo quale<br />

giungla inesplorata si aprisse il primo gennaio del<br />

2008 quando fu inaugurata l’era <strong>dei</strong> Sistemi Collettivi<br />

per la raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, quando <strong>di</strong>venne operativo<br />

<strong>Ecodom</strong>.<br />

Quell’anno <strong>Ecodom</strong> gestì 28 mila tonnellate <strong>di</strong><br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 17


18 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

<strong>RAEE</strong>, evitò l’immissione in atmosfera <strong>di</strong> 146 mila<br />

tonnellate <strong>di</strong> CO 2<br />

equivalente e avviò al riciclo 24<br />

mila tonnellate <strong>di</strong> rifiuti. Se confrontati coi numeri<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni dopo possono sembrare ancora poca<br />

cosa (solo le tonnellate gestite oggi sono quadruplicate<br />

rispetto ad allora), ma in termini <strong>di</strong> know how,<br />

<strong>di</strong> qualità del trattamento, <strong>di</strong> conoscenza del mercato,<br />

degli impatti ambientali, delle ricadute sociali<br />

ed economiche, si può <strong>di</strong>re che da questo paese, così<br />

allergico alla gestione <strong>dei</strong> rifiuti, sia nata un’esperienza<br />

all’avanguar<strong>di</strong>a europea.


2. Nasce <strong>Ecodom</strong><br />

Dai <strong>RAEE</strong> alla nascita <strong>dei</strong> sistemi collettivi;<br />

perché serviva <strong>Ecodom</strong>.<br />

Immaginate il nostro frigorifero vecchio<br />

come una miniera. Se lo scomponessimo<br />

otterremmo, in me<strong>di</strong>a, 28 kg <strong>di</strong> ferro, 6 kg<br />

<strong>di</strong> plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio.<br />

Le nostre case sono miniere a cielo aperto,<br />

dunque perché intraprendere operazioni <strong>di</strong><br />

scavo faticosissime oltre che costosissime e<br />

poi lunghi viaggi, catene <strong>di</strong> raffinazione e trasformazione<br />

quando tutto quello che ci serve per fare un<br />

nuovo frigorifero è già contenuto nel vecchio frigorifero?<br />

Lo stesso <strong>di</strong>casi per lavatrici, piani cottura,<br />

frullatori o boiler che siano.<br />

All’inizio degli anni Duemila l’Europa intervenne nel<br />

complesso mondo <strong>dei</strong> rifiuti e segna un passaggio<br />

definitivo <strong>di</strong> status per quelli che per lungo tempo in<br />

Italia erano stati semplicemente “rifiuti ingombranti”,<br />

buoni al massimo per i rottamai per il metallo <strong>di</strong><br />

cui erano fatti. I rifiuti da apparecchiature elettriche<br />

ed elettroniche uscivano dalla <strong>di</strong>scarica per <strong>di</strong>ventare<br />

una miniera.<br />

Con la Direttiva 2002/96 l’Unione Europea aveva de-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 19


20 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

finito un sistema <strong>di</strong> raccolta e riciclaggio che coinvolgeva<br />

in prima persona i produttori: a loro veniva riconosciuta<br />

la responsabilità della gestione <strong>dei</strong> rifiuti<br />

generati dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche,<br />

a valle <strong>di</strong> una prima fase <strong>di</strong> raccolta centralizzata<br />

la cui gestione era <strong>di</strong> competenza <strong>dei</strong> Comuni.<br />

Tre anni dopo, con il Decreto Legislativo 151 del<br />

2005, l’Italia recepiva la norma europea.<br />

Fino ad allora la gestione <strong>dei</strong> rifiuti elettrici ed elettronici<br />

veniva fatta sulla base del decreto Ronchi<br />

dagli enti locali. Così come gli enti locali dovevano<br />

gestire e assicurare la raccolta <strong>di</strong>fferenziata <strong>dei</strong> vari<br />

rifiuti, dovevano occuparsi anche <strong>di</strong> questa tipologia<br />

<strong>di</strong> scarti, preoccupandosi non solo <strong>di</strong> recuperare il<br />

rifiuto dai citta<strong>di</strong>ni ma anche <strong>di</strong> doverne gestire poi<br />

la destinazione. Il tutto ovviamente con una forte<br />

<strong>di</strong>somogeneità territoriale.<br />

Aggiungiamo a questo il fatto che la gestione <strong>dei</strong> rifiuti<br />

elettrici ed elettronici richiedeva un approccio<br />

tecnologicamente niente affatto banale e quin<strong>di</strong>, il<br />

<strong>RAEE</strong> doveva essere conferito a centri specializzati


<strong>Ecodom</strong>, fondato nel<br />

2004, <strong>di</strong>venne operativo<br />

sul piano formale dal I°<br />

gennaio 2008.<br />

che in una situazione <strong>di</strong> assoluta deregolamentazione<br />

a quel punto potevano esigere qualunque prezzo,<br />

spesso a tutto svantaggio degli enti pubblici. E senza<br />

garanzie <strong>di</strong> qualità.<br />

«Prima <strong>di</strong> noi c’era una situazione a macchia <strong>di</strong> coccinella<br />

dove qualche sindaco si comportava bene<br />

dal punto <strong>di</strong> vista della raccolta e qualche sindaco si<br />

comportava malissimo e in generale prevaleva una<br />

situazione <strong>di</strong> inefficienza economica totale. Non c’era<br />

capacità <strong>di</strong> acquistare servizi a minor prezzo – racconta<br />

Giorgio Arienti, <strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>.<br />

Questo è lo scenario in cui siamo arrivati noi. Quin<strong>di</strong><br />

non è sbagliato <strong>di</strong>re che prima <strong>di</strong> noi c’era il <strong>di</strong>luvio».<br />

Il Decreto 151/2005 prevedeva <strong>di</strong>verse alternative:<br />

la rigenerazione completa del bene per allungarne<br />

la vita, posticipando la fase <strong>di</strong> trattamento (nel caso<br />

non fossero presenti CFC o HCFC); la rigenerazione<br />

<strong>di</strong> alcuni componenti e, infine, il riciclaggio <strong>dei</strong> materiali,<br />

da destinarsi come materie prime secondarie<br />

ad altre attività.<br />

Tre anni erano stati necessari per recepire la norma<br />

in Italia e quasi altri tre prima che il primo consorzio<br />

del settore, <strong>Ecodom</strong>, <strong>di</strong>venisse davvero operativo nel<br />

2008.<br />

Tutta questa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo non aveva molto senso<br />

e le imprese non potevano rimanere a guardare, tant’è<br />

che <strong>Ecodom</strong> sul piano formale viene concepito già nei<br />

primi anni del Duemila e viene designato un <strong>di</strong>rettore<br />

generale proprio per seguire più da vicino sia il recepimento<br />

della <strong>di</strong>rettiva che i decreti attuativi.<br />

In altre parole, sul piano formale <strong>Ecodom</strong> «era stato<br />

costituito il 26 novembre 2004, per iniziativa <strong>dei</strong><br />

più importanti Produttori <strong>di</strong> “gran<strong>di</strong> elettrodomestici<br />

bianchi” (frigoriferi, lavatrici, forni, cappe, scalda-acqua)<br />

presenti sul mercato italiano,<br />

ma <strong>di</strong>venne operativo solo<br />

dal 1° gennaio 2008».<br />

Tra i propri soci fondatori <strong>Ecodom</strong><br />

poteva annoverare i principali produttori,<br />

nazionali e internazionali,<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 21


<strong>Ecodom</strong> ha scelto <strong>di</strong> focalizzarsi<br />

prima sui frigoriferi<br />

e i gran<strong>di</strong> bianchi<br />

e poi su tutti gli altri<br />

raggruppamenti <strong>RAEE</strong>.<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> elettrodomestici non professionali (freddo,<br />

cottura, lavaggio, cappe e scalda-acqua) operanti<br />

nel mercato italiano: Antonio Merloni, BSH Elettrodomestici,<br />

Candy Elettrodomestici, Faber, Franke,<br />

Haier Europe Tra<strong>di</strong>ng, Hoover, Indesit Company,<br />

MTS Group-Merloni Termosanitari, Miele Italia,<br />

Nar<strong>di</strong> Elettrodomestici, Smeg, Tecnogas e Whirlpool<br />

Europe.<br />

Il fatto che <strong>Ecodom</strong> fosse, e sia, un consorzio esclusivamente<br />

<strong>di</strong> produttori è un elemento da sottolineare.<br />

Gestito dai produttori attraverso l’assemblea <strong>dei</strong><br />

consorziati e il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione.<br />

«Si tratta anche <strong>di</strong> vicinanza e con<strong>di</strong>visione <strong>dei</strong> valori.<br />

Parlo anche a nome dell’azienda che rappresento,<br />

- spiega Maurizio Bernar<strong>di</strong>, attuale presidente <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong> ed amministratore delegato <strong>di</strong> BSH Italia-,<br />

dove valori quali responsabilità e sostenibilità sono<br />

principi fondamentali che guidano ogni giorno la<br />

nostra strategia d’impresa, dalla<br />

realizzazione <strong>dei</strong> prodotti alla relazione<br />

con i nostri clienti. È per<br />

questa ragione che avere <strong>Ecodom</strong><br />

come partner nell’attività <strong>di</strong> smaltimento<br />

<strong>RAEE</strong> è per noi motivo <strong>di</strong><br />

orgoglio e scelta <strong>di</strong> coerenza con i<br />

principi in cui cre<strong>di</strong>amo».<br />

«Da parte nostra – sottolinea Bernar<strong>di</strong> – c’è piena<br />

con<strong>di</strong>visione dell’approccio e delle strategie <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>.<br />

Siamo anche molto sod<strong>di</strong>sfatti del modo in<br />

cui <strong>Ecodom</strong> si pone sul mercato, dove è riconosciuto<br />

come soggetto cre<strong>di</strong>bile ed affidabile da parte <strong>di</strong> tutti<br />

gli stakeholder».<br />

«E devo <strong>di</strong>re che in tutti questi anni c’è sempre stata<br />

una fortissima coesione – aggiunge Arienti – : non<br />

ricordo una volta in cui il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione<br />

abbia votato a maggioranza, cioè senza essere<br />

convinto in maniera unanime delle decisioni da<br />

prendere».<br />

<strong>Ecodom</strong>, sin dall’inizio, data anche la natura impren<strong>di</strong>toriale<br />

<strong>dei</strong> suoi fondatori, fortissimi in termini <strong>di</strong><br />

22 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


quote <strong>di</strong> mercato su R1, frigoriferi, e su R2, i gran<strong>di</strong><br />

bianchi, ha fatto la scelta <strong>di</strong> focalizzare la propria attività<br />

soprattutto su questi.<br />

I componenti <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> hanno quote <strong>di</strong> mercato<br />

quasi del 50 per cento sui frigoriferi e del 65 per cento<br />

sui gran<strong>di</strong> bianchi.<br />

«Poi però, visto che alcuni nostri produttori immettevano<br />

sul mercato anche piccoli elettrodomestici<br />

(frullatori, ferri da stiro, aspirapolveri, ecc.) e televisori,<br />

abbiamo deciso <strong>di</strong> gestire anche gli R4 e gli<br />

R3 . Poiché infine in molti elettrodomestici ci sono<br />

anche sorgenti luminose abbiamo allargato il nostro<br />

campo d’azione anche a R5. Oggi, quin<strong>di</strong>, siamo un<br />

consorzio che gestisce ogni tipologia <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>, anche<br />

se ha quote molto forti nei primi due raggruppamenti».<br />

Allo stesso modo, da quando è entrato in vigore il<br />

decreto 188/2008 sulle pile, <strong>Ecodom</strong> ha deciso <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare anche un consorzio <strong>di</strong> gestione delle pile<br />

e degli accumulatori. Anche in questo caso quando<br />

un produttore immette sul mercato, per esempio, un<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 23


Per l’emanazione <strong>dei</strong> decreti<br />

attuativi, perché il<br />

Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>RAEE</strong> entrasse in funzione,<br />

ci sono voluti anni.<br />

frullatore che contiene delle pile, lui viene comunque<br />

considerato produttore anche <strong>di</strong> queste.<br />

«Per evitare che i nostri produttori siano costretti a<br />

trovarsi un altro Consorzio solo per le pile o per gli<br />

accumulatori, oggi siamo un consorzio che gestisce<br />

tutti i raggruppamenti <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> e i rifiuti da pile e<br />

accumulatori».<br />

Ma perché c’è voluto cosi tanto tempo, quasi sei<br />

anni per passare dalla norma europea all’attuazione<br />

italiana? È sempre Arienti a dare un quadro <strong>di</strong> quei<br />

giorni: «L’ambiente, un po’ come oggi, non era in<br />

cima all’agenda politica e il recepimento è stato lunghissimo.<br />

Io sono stato chiamato ad occuparmene<br />

nel marzo del 2005 e l’iter era già in corso da un po’.<br />

Non c’erano stati ostacoli da parte delle associazioni<br />

<strong>dei</strong> produttori, che anzi collaborarono attivamente<br />

alla stesura del decreto, però le lungaggini furono<br />

lo stesso estenuanti. Per il Decreto <strong>di</strong> recepimento<br />

ci sono voluti tre anni, dal 2002 al<br />

2005, ma ancora <strong>di</strong> più dopo, perché<br />

servivano una serie <strong>di</strong> decreti<br />

attuativi senza alcuni <strong>dei</strong> quali –<br />

come quello relativo al Centro <strong>di</strong><br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> o quello relativo<br />

ai raggruppamenti – era materialmente<br />

impossibile operare.<br />

Nel tempo in cui sono stati scritti<br />

e pubblicati i decreti attuativi, però, il sistema ha comunque<br />

preso forma. È nato il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>RAEE</strong>, sono arrivati gli altri Consorzi oltre a<br />

<strong>Ecodom</strong>, abbiamo definito le regole del sistema. Insomma,<br />

non sono stati anni buttati via».<br />

«Io allora venivo da una grande azienda leader <strong>di</strong><br />

mercato in Italia, e sapevamo che stava arrivando<br />

questa <strong>di</strong>rettiva europea quin<strong>di</strong> far finta che non<br />

ci fosse un problema sarebbe stato semplicemente<br />

sciocco: dunque ci siamo assunti il “carico” <strong>di</strong> capire<br />

come ci si poteva organizzare» racconta Piero Moscatelli,<br />

primo presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> e destinato a<br />

rimanere in carica dal 2004 al 2011.<br />

24 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Dalla <strong>di</strong>ffidenza <strong>dei</strong> primi<br />

anni si è passati ad un<br />

clima <strong>di</strong> grande fiducia e<br />

rispetto.<br />

«Devo <strong>di</strong>re come Indesit siamo stati noi i promotori<br />

– continua Moscatelli – e io in prima persona visto<br />

che mi occupavo della materia. Abbiamo contattato<br />

naturalmente gli altri produttori con i quali iniziammo<br />

a <strong>di</strong>scutere su come ci si poteva organizzare.<br />

La cosa migliore era mettersi insieme perché immaginare<br />

un sistema dove ognuno si occupasse del<br />

ritiro e dello smaltimento <strong>dei</strong> propri prodotti era<br />

una follia, visto che a casa <strong>di</strong> ogni cliente potevano<br />

esserci prodotti <strong>di</strong> due, tre o quattro marchi <strong>di</strong>versi.<br />

Da qui venne lo stimolo a fare in modo che<br />

più soggetti si consorziassero e che il ritiro non riguardasse<br />

esclusivamente i prodotti con il proprio<br />

marchio, ma in generale una certa parte <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />

Anche perché, poi, rimaneva il problema <strong>di</strong> chi<br />

avrebbe dovuto farsi carico <strong>di</strong> quei marchi che, nel<br />

tempo, avevano cessato <strong>di</strong> esistere. E allora, anche<br />

nello spirito della normativa, è nata questa idea <strong>di</strong><br />

mettersi insieme e creare il Consorzio <strong>Ecodom</strong>».<br />

La soluzione appare oggi come ovvia e ad<strong>di</strong>rittura<br />

scontata ma, come ricorda Moscatelli, era forse la<br />

prima volta o almeno una delle prime volte dove<br />

soggetti concorrenti <strong>di</strong> mercato fra loro dovevano<br />

lavorare insieme e, in qualche modo, associarsi:<br />

«All’inizio i produttori nutrivano il massimo della<br />

<strong>di</strong>ffidenza in questa cosa, perché chiaramente pensare<br />

<strong>di</strong> mettere insieme <strong>dei</strong> concorrenti che tutto<br />

il giorno lottano per vendere un pezzo in più a <strong>di</strong>scapito<br />

dell’altro sembrava quasi senza senso. In un<br />

consorzio le decisioni devono essere unanimi, perché<br />

basta il voto contrario <strong>di</strong> uno per bloccarne l’operatività.<br />

Una cosa <strong>di</strong>fficile mettere d’accordo tante<br />

anime così… E, invece, tutto è andato benissimo sin<br />

da subito. Negli anni i produttori sono arrivati ad<br />

essere decine, fra soci fondatori e<br />

consorziati or<strong>di</strong>nari, e ad oggi siamo<br />

sempre riusciti a portare avanti<br />

tutte le decisioni all’unanimità».<br />

«La <strong>di</strong>ffidenza vera e propria era<br />

quella che si respirava intorno a<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 25


26 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

noi all’inizio – aggiunge Arienti. Io ricordo ancora<br />

i primi incontri pubblici ai quali partecipavamo. In<br />

particolare ricordo un convegno a Milano nel 2005,<br />

quando il sistema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> doveva ancora nascere<br />

ma se ne parlava già. Io ero seduto in platea, nessuno<br />

mi conosceva e ascoltavo i <strong>di</strong>versi interventi nei quali<br />

i produttori <strong>di</strong> AEE erano <strong>di</strong>pinti malissimo, come <strong>dei</strong><br />

capitalisti inquinatori… Ad un certo punto mi sono<br />

alzato e mi sono presentato come <strong>Ecodom</strong>. Nessuno<br />

credeva che avremmo fatto la nostra parte e che l’avremmo<br />

voluta fare bene nel rispetto dell’ambiente e<br />

delle regole. Anzi avremmo proposto noi regole più<br />

stringenti per la qualità <strong>dei</strong> servizi. È stata durissima<br />

vincere la <strong>di</strong>ffidenza fin quando non ci hanno visto<br />

concretamente al lavoro. Oggi, devo ammettere,<br />

il clima è totalmente cambiato. Oggi prevale l’idea<br />

che sia possibile fare qualcosa <strong>di</strong> positivo dal punto<br />

<strong>di</strong> vista ambientale, dal punto <strong>di</strong> vista del servizio al<br />

Paese, pur affidando all’industria privata qualcosa<br />

che abitualmente viene gestito dal pubblico, come<br />

appunto i <strong>RAEE</strong>».


Il WEEE Forum è l’associazione<br />

europea composta<br />

da 36 Sistemi Collettivi<br />

<strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

nata nel 2002.<br />

A supporto <strong>di</strong> come sia cambiata la pre<strong>di</strong>sposizione<br />

d’animo nei confronti <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nel corso <strong>di</strong> questi<br />

<strong>di</strong>eci anni, un’indagine effettuata dalla Fondazione<br />

Ecosistemi nel 2017 presso i <strong>di</strong>versi stakeholder<br />

del settore, ha messo in evidenza il contributo del<br />

Consorzio all’efficienza ambientale complessiva del<br />

sistema.<br />

«La sua azione [<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>] – si legge nella sintesi<br />

delle risposte date dagli stakeholder – ha permesso<br />

<strong>di</strong> rendere il contesto in cui viviamo molto più sano<br />

e, al tempo stesso, ha “istruito” le <strong>di</strong>verse aziende su<br />

come operare in maniera ottimale sotto questo punto<br />

<strong>di</strong> vista, portando quin<strong>di</strong> un vantaggio doppio: le<br />

aziende consorziate attuano un riciclaggio ed uno<br />

smaltimento sempre più verde, acquisendo quin<strong>di</strong><br />

anche agli occhi della collettività un’approvazione<br />

etica; dall’altro lato, i citta<strong>di</strong>ni si sentono più sereni<br />

nel vivere in un contesto salutare.<br />

Il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti<br />

contenute nei <strong>RAEE</strong> consente la riduzione <strong>di</strong> emissione<br />

<strong>di</strong> CO 2<br />

nell’atmosfera e, allo stesso tempo, il<br />

recupero <strong>di</strong> materie prime seconde (es. ferro, alluminio,<br />

rame..), ottenute dall’attività <strong>di</strong> riciclo <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>,<br />

consente risultati notevoli in termini <strong>di</strong> risparmio<br />

energetico. Aspetti entrambi estremamente auspicabili<br />

e positivi anche nell’ottica <strong>di</strong> raggiungimento<br />

degli specifici obiettivi <strong>di</strong> sviluppo sostenibile previsti<br />

dall’Agenda 2030».<br />

«Ritengo ci sia una forte correlazione tra il lavoro<br />

svolto da <strong>Ecodom</strong> e la riduzione degli impatti ambientali<br />

<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> e lo giu<strong>di</strong>co positivo e importante,<br />

più i consorzi sono efficienti ed efficaci come <strong>Ecodom</strong><br />

per la loro <strong>di</strong>mensione nazionale e la loro attenzione<br />

alla legalità ed alla trasparenza<br />

della filiera <strong>di</strong> recupero e smaltimento,<br />

maggiori saranno gli effetti<br />

benefici sia dal punto <strong>di</strong> vista occupazionale<br />

che ambientale».<br />

E anche per quanto riguarda la cre<strong>di</strong>bilità<br />

<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> gli stakeholder<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 27


Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>RAEE</strong> era stato immaginato<br />

come un organo autogestito<br />

dagli stessi sistemi<br />

collettivi.<br />

interrogati da Ecosistemi hanno offerto risposte<br />

molto positive parlando esplicitamente <strong>di</strong> dati trasparenti,<br />

tracciabili e accurati, <strong>di</strong> dati validati e affidabili<br />

e facilmente interpretabili. Non solo, alcuni<br />

hanno anche <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> utilizzare i dati <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong><br />

per il loro lavoro come parametri <strong>di</strong> riferimento.<br />

Un obiettivo raggiunto attraverso una strada tutt’altro<br />

che scontata, almeno in quei primi anni, duranti i<br />

quali occorreva ancora organizzare tutto il contesto.<br />

Perché quando <strong>Ecodom</strong> comincia a muovere i primi<br />

passi occorre capire qual è il panorama europeo. Per<br />

questo, per esempio, aderisce quasi subito al WEEE<br />

Forum, un’associazione composta oggi da 36 sistemi<br />

collettivi europei, nata nel 2002 sulla scorta della<br />

<strong>di</strong>rettiva appena approvata e dove la sigla “WEEE”<br />

(“Waste Electrical and Electronic Equipment”) è<br />

l’equivalente inglese della sigla italiana <strong>RAEE</strong>. Lo<br />

scopo del WEEE Forum negli anni è stato quello <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>videre e coor<strong>di</strong>nare tutto il know-how in materia<br />

<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>, fornendo spesso elementi <strong>di</strong> analisi e<br />

suggerimenti ai policy maker nazionali.<br />

<strong>Ecodom</strong> ha poi colloqui con tutti gli altri soggetti<br />

coinvolti o coinvolgibili nella filiera, dal mondo istituzionale<br />

all’ANIE Confindustria e con gli altri sistemi<br />

collettivi che stavano nascendo in quel periodo,<br />

come Reme<strong>di</strong>a, Ecolight, Ecoped, tanto per citarne<br />

alcuni.<br />

Questo lavoro <strong>di</strong> raccordo ha consentito <strong>di</strong> far inserire<br />

nel famoso Decreto legislativo 151 del 2005 che<br />

recepiva la <strong>di</strong>rettiva europea il concetto <strong>di</strong> Centro <strong>di</strong><br />

Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong>.<br />

La <strong>di</strong>rettiva europea prevedeva che la gestione <strong>dei</strong><br />

<strong>RAEE</strong> potesse essere appannaggio<br />

<strong>di</strong> più Consorzi operanti in un regime<br />

<strong>di</strong> competizione fra loro. In<br />

che modo? Con quali garanzie per<br />

lo svolgimento del servizio?<br />

In questo senso se si voleva avere<br />

competizione tra più soggetti e<br />

garantire allo stesso tempo che il<br />

28 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Paese venisse servito in modo omogeneo era necessario<br />

un arbitro che <strong>di</strong>sciplinasse la partita.<br />

Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> non fu quin<strong>di</strong> un<br />

intuizione peregrina e anzi si rivelò lungimirante<br />

prevederne la costituzione già nell’articolato Decreto<br />

151. La <strong>di</strong>sciplina del Centro sarà poi stabilita con<br />

uno <strong>dei</strong> decreti attuativi successivi (il 185 del 2007).<br />

Ma la gestazione del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>RAEE</strong> fu comunque complicata e non sempre lineare<br />

anche perché la norma in alcuni punti non era chiara<br />

o non dava affatto in<strong>di</strong>cazioni, tanto che, per un<br />

brevissimo periodo, alcuni consorzi dettero vita ad<br />

un secondo centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, alternativo al<br />

primo. “Esperimento” che non durò a lungo.<br />

Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> era stato immaginato<br />

– e poi realizzato – come un organo autogestito<br />

dagli stessi sistemi collettivi e aveva tra i suoi compiti<br />

quello <strong>di</strong> sottoscrivere un accordo <strong>di</strong> programma<br />

con l’ANCI, l’associazione nazionale <strong>dei</strong> Comuni<br />

italiani, per regolamentare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ritiro <strong>dei</strong><br />

<strong>RAEE</strong> dalle isole ecologiche.<br />

Nell’accordo <strong>di</strong> programma con ANCI oltre alle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> ritiro (entro quanti giorni, con che tipo <strong>di</strong><br />

contenitori, ecc) fu poi stabilita quale compensazione<br />

fosse dovuta dai consorzi alle isole ecologiche in<br />

modo da contribuire ai costi della raccolta pur senza<br />

coprirli interamente.<br />

Questa compensazione poi prenderà il nome <strong>di</strong> “premio<br />

<strong>di</strong> efficienza” che negli anni ha acquisito sempre<br />

maggiore importanza e peso.<br />

Non solo. Un altro <strong>dei</strong> compiti <strong>di</strong> questo organismo<br />

è assegnare ad ogni consorzio la sua “quota” sulla<br />

base delle quote <strong>di</strong> mercato che ogni consorzio rappresenta<br />

in termini <strong>di</strong> apparecchiature immesse sul<br />

mercato. E tali quote sono poi <strong>di</strong>stribuite in maniera<br />

omogenea sul territorio nazionale in modo che nessun<br />

sistema collettivo abbia un vantaggio a danno <strong>di</strong><br />

un altro e, allo stesso tempo, garantisca il servizio a<br />

tutte le oltre quattromila isole ecologiche.<br />

L’altro aspetto importante sul quale il Centro <strong>di</strong> Co-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 29


Nel 2008 viene presentato<br />

il primo vero rapporto<br />

nazionale sui <strong>RAEE</strong> in<br />

Italia.<br />

or<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> interviene sono i livelli <strong>di</strong> servizio.<br />

Per esempio stabilisce entro quante ore o giorni<br />

i consorzi debbano andare a ritirare i <strong>RAEE</strong> presso le<br />

isole ecologiche. Questo perché tutti si uniformino<br />

ad uno standard e nessuno possa trarre vantaggio (o<br />

svantaggio) dall’organizzazione delle proprie attività<br />

a detrimento degli altri. Ed anche questa attività è<br />

una <strong>di</strong> quelle che fa parte dell’accordo <strong>di</strong> programma<br />

del Centro con ANCI.<br />

«Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> – spiega Arienti<br />

– è un soggetto forte perché l’abbiamo voluto noi<br />

così. I sistemi collettivi che non rispettano le regole<br />

vengono sanzionati: le penali sono poi utilizzate per<br />

iniziative <strong>di</strong> comunicazione».<br />

Infine, il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> stabilisce i<br />

livelli minimi <strong>di</strong> qualità per il trattamento <strong>dei</strong> rifiuti<br />

e tutti i sistemi collettivi sono chiamati a fare uso<br />

solo <strong>di</strong> impianti che rispettino questi requisiti.<br />

Dunque <strong>Ecodom</strong> ha avuto un ruolo<br />

fondamentale nella nascita del<br />

sistema <strong>RAEE</strong>. Arienti stesso sarà<br />

la figura designata per avviare il<br />

Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> in<br />

qualità <strong>di</strong> presidente.<br />

Il 2008, che corrisponde all’effettiva<br />

entrata in attività <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, segna quin<strong>di</strong> uno<br />

spartiacque per tutto il settore.<br />

Ed <strong>Ecodom</strong> scatta subito la fotografia sullo stato <strong>dei</strong><br />

<strong>RAEE</strong> in Italia. Un po’ per mostrare le possibilità <strong>di</strong><br />

evoluzione e sviluppo del settore e un po’ anche per<br />

prendere in mano le re<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un tema che, rispetto<br />

ai policy maker o al grande pubblico, era stato fino<br />

ad allora appannaggio del mondo della denuncia e<br />

quasi mai della proposta.<br />

Il 21 febbraio del 2008 era stata infatti Greenpece International<br />

a presentare in Italia un rapporto <strong>di</strong> denuncia<br />

sul mondo <strong>dei</strong> rifiuti da apparecchiature elettriche<br />

ed elettroniche: «Le stime dell’ONU – si leggeva<br />

– sono <strong>di</strong> 20-50 milioni <strong>di</strong> tonnellate (Mt/a) <strong>di</strong> rifiuti<br />

tecnologici prodotti ogni anno, che comprendono più<br />

30 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


del 5 per cento <strong>di</strong> tutti i rifiuti soli<strong>di</strong> urbani generati<br />

nel mondo. Il destino <strong>di</strong> questa enorme quantità <strong>di</strong><br />

rifiuti è sconosciuto: si tratta <strong>di</strong> un flusso nascosto<br />

che non viene intercettato dai sistemi <strong>di</strong> recupero attualmente<br />

operanti».<br />

Nel novembre dello stesso anno, <strong>Ecodom</strong> risponde<br />

con il Rapporto “<strong>RAEE</strong>, il contributo del riciclo agli<br />

obiettivi <strong>di</strong> Kyoto. Bilancio energetico-ambientale<br />

del recupero <strong>di</strong> alcune tipologie <strong>di</strong> rifiuti elettrici ed<br />

elettronici”, commissionato ad Ambiente Italia.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un lavoro particolarmente approfon<strong>di</strong>to<br />

sullo stato <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> in Italia, che non si limita a misurare<br />

le <strong>di</strong>mensioni del fenomeno, ma in<strong>di</strong>vidua le<br />

possibili soluzioni e misura le opportunità offerte da<br />

una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Il primo <strong>di</strong> questa<br />

qualità mai realizzato.<br />

«Ogni anno ciascun italiano produce circa 17 kg <strong>di</strong><br />

rifiuti elettrici ed elettronici. Di questi, 15 kg finiscono<br />

attualmente in <strong>di</strong>scarica, abbandonati ai lati delle<br />

strade o intercettati da soggetti non autorizzati<br />

che potrebbero trattarli in maniera ambientalmente<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 31


32 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

non corretta», scrive Piero Moscatelli nell’introduzione<br />

allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Ambiente Italia per <strong>Ecodom</strong>.<br />

E poco più avanti: «Si tratta <strong>di</strong> una tipologia <strong>di</strong> rifiuti<br />

molto importante, sia sotto il profilo ambientale<br />

che economico. Sotto il profilo ambientale perché<br />

contengono sostanze potenzialmente tossiche e con<br />

rilevanti effetti per la <strong>di</strong>struzione della fascia <strong>di</strong> ozono<br />

e per la crescita dell’effetto serra; sotto il profilo<br />

economico in quanto rappresentano una miniera<br />

<strong>di</strong> materie prime seconde <strong>di</strong> grande valore (acciaio,<br />

alluminio, rame, metalli preziosi…) e consentono<br />

un riciclo efficiente. All’interno <strong>di</strong> questo flusso <strong>di</strong><br />

rifiuti, la voce principale è costituita dai gran<strong>di</strong> e piccoli<br />

elettrodomestici “bianchi” (lavatrici, frigoriferi,<br />

con<strong>di</strong>zionatori, lavastoviglie, microonde, ecc…), che<br />

corrispondono ai raggruppamenti R1 e R2 <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

(così come classificati dal decreto 151/2005) e costituiscono<br />

i rifiuti oggetto delle attività del consorzio<br />

<strong>Ecodom</strong>. Secondo una stima del Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />

gli elettrodomestici “bianchi” potenzialmente<br />

recuperabili (calcolando il possibile tasso <strong>di</strong> ritorno<br />

ad impianti <strong>di</strong> recupero) sono circa 6 milioni <strong>di</strong><br />

pezzi, pari a 258.000 tonnellate complessive, <strong>di</strong> cui<br />

89.500 tonnellate <strong>di</strong> frigoriferi e congelatori e 7.400<br />

tonnellate <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionatori (prodotti contenenti<br />

CFC, HCFC e altri refrigeranti). Il sistema <strong>di</strong> recupero<br />

<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> è appena agli inizi». Il primo Rapporto<br />

annuale ufficiale del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong><br />

uscirà invece l’anno successivo, nel luglio del 2009.


3. La rivoluzione della qualità<br />

Sostenibilità, responsabilità e qualità del sistema<br />

<strong>Ecodom</strong>; la prospettiva europea; il valore<br />

della statistica.<br />

«La nostra mission: coniugare<br />

l’eccellenza ambientale<br />

con l’efficienza nei<br />

processi <strong>di</strong> trattamento<br />

e gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>».<br />

Quando si parla <strong>di</strong> qualità<br />

nel merito della gestione<br />

<strong>dei</strong> rifiuti elettrici ed elettronici per cominciare forse<br />

non c’è <strong>di</strong> meglio che questa brevissima frase contenuta<br />

nella relazione <strong>di</strong> apertura dell’allora presidente<br />

<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> Piero Moscatelli al primo Rapporto<br />

<strong>di</strong> Sostenibilità del Consorzio, pubblicato nel 2009<br />

analizzando i dati del primo anno <strong>di</strong> attività.<br />

Eccellenza ambientale ed efficienza che nella storia<br />

<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> si configurano nella affermazione <strong>di</strong> almeno<br />

tre <strong>di</strong>rettrici, quella della responsabilità estesa<br />

del produttore, della sostenibilità e della qualità.<br />

«Il tema della qualità – ricorda Moscatelli, presidente<br />

<strong>Ecodom</strong> dalla nascita del Consorzio nel 2004 fino<br />

al 2011 – lo abbiamo in<strong>di</strong>cato sin dal primo giorno<br />

come obiettivo assolutamente in<strong>di</strong>spensabile,<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 33


Il primo esempio<br />

<strong>di</strong> regolamentazione<br />

della qualità è contenuto<br />

nell’antichissimo Co<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> Hammurabi.<br />

anche perché quando abbiamo cominciato non era<br />

affatto chiaro quello che facevano i cosiddetti “riciclatori”.<br />

Ma neanche sul piano legislativo o politico<br />

era chiaro chi dovesse fare i controlli. E c’era poi<br />

un problema <strong>di</strong> immagine per le imprese del settore<br />

perché se uno <strong>di</strong> questi “riciclatori” che lavorava<br />

per noi non avesse fatto il suo dovere e poi si fossero<br />

trovati <strong>dei</strong> frigoriferi abbandonati in mezzo a<br />

un campo o comunque li avesse riciclati male, per<br />

l’opinione pubblica la responsabilità sarebbe stata<br />

nostra. La stampa avrebbe potuto chiedere alle imprese<br />

del settore “voi che state facendo per evitare<br />

tutto ciò?”. Lo racconto perché per esempio in Inghilterra<br />

successe davvero e ad un certo punto trovarono<br />

un deposito con non so quante migliaia <strong>di</strong><br />

frigoriferi abbandonati che invece avrebbero dovuto<br />

essere riciclati… Così, insomma, ci siamo attrezzati<br />

da subito per non correre rischi. Abbiamo, per<br />

esempio, messo degli ispettori che giravano l’Italia,<br />

facendo anche controlli a sorpresa per vedere se i<br />

riciclatori che lavoravano con noi erano in regola.<br />

Pena: la sospensione del contratto con <strong>Ecodom</strong>».<br />

«Oggi <strong>Ecodom</strong> ha raggiunto <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> tutto rilevo<br />

all’interno del suo settore <strong>di</strong> riferimento, malgrado<br />

ciò rimane un soggetto in continua evoluzione<br />

– spiega Maurizio Bernar<strong>di</strong> parlando del futuro<br />

del consorzio –. L’impegno che come presidente<br />

sto portando avanti con <strong>Ecodom</strong>, insieme a tutti i<br />

collaboratori del consorzio ed alle altre aziende consorziate,<br />

è quello <strong>di</strong> puntare ad una ulteriore crescita<br />

<strong>di</strong>mensionale che possa tradursi in una sempre<br />

maggiore efficienza operativa.<br />

Perché crescere nel nostro caso significa non solo<br />

migliorare l’efficienza nei costi<br />

per effetto <strong>di</strong> economie <strong>di</strong> scale,<br />

ma anche e soprattutto generare<br />

crescenti esternalità positive per<br />

l’ambiente. Questo è reso possibile<br />

dal fatto che <strong>Ecodom</strong> opera<br />

con elevati standard qualitativi,<br />

34 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


perseguendo il miglioramento continuo. Inoltre, il<br />

consorzio si propone anche come promotore <strong>di</strong> trasparenza<br />

e <strong>di</strong>alogo aperto con gli altri operatori: ciò<br />

all’interno <strong>di</strong> un settore, quale quello dello smaltimento<br />

e riciclo <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, che risulta invece essere<br />

troppo spesso grigio e nebuloso.»<br />

Ma la qualità del servizio, la qualità <strong>dei</strong> prodotti o la<br />

qualità ambientale sono più facili a <strong>di</strong>rsi che non a<br />

perseguirsi.<br />

Lo stesso concetto <strong>di</strong> responsabilità estesa del produttore<br />

in fin <strong>dei</strong> conti si rifà a parametri qualitativi<br />

sul cui rispetto si misura il merito o il demerito e che<br />

nei sistemi più avanzati <strong>di</strong> economia o <strong>di</strong> politica si<br />

traduce in incentivi e <strong>di</strong>sincentivi e quin<strong>di</strong> in premi<br />

o sanzioni.<br />

UNA BREVE STORIA DELLA QUALITÀ<br />

In molti casi e per molto tempo nella storia delle società<br />

umane la qualità del prodotto e la responsabilità<br />

del produttore erano regole del tutto empiriche,<br />

sottointese nella natura del servizio o del bene. Se<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 35


Fu Margaret Thatcher<br />

la prima a sostenere la<br />

qualità come elemento<br />

essenziale per il successo<br />

dell’industria.<br />

una se<strong>di</strong>a fosse risultata scomoda (con una gamba<br />

più corta, con la seduta debole o si fosse rotta nel<br />

giro <strong>di</strong> poco tempo), sarebbe stato facile riportarla<br />

all’artigiano e chiederne la sostituzione.<br />

In epoca remota, il più antico esempio <strong>di</strong> regolazione<br />

<strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> rapporto è proprio il più antico<br />

sistema <strong>di</strong> leggi che sia arrivato a noi, il cosiddetto<br />

Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Hammurabi.<br />

Hammurabi fu un re babilonese vissuto intorno al<br />

XVIII secolo avanti Cristo, mille anni prima della<br />

fondazione <strong>di</strong> Roma. Di quell’epoca remotissima<br />

non rimangono molte tracce, ma la più importante<br />

è, appunto, il Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Hammurabi. Si tratta <strong>di</strong> una<br />

raccolta <strong>di</strong> leggi, duecentottantadue norme in tutto,<br />

<strong>di</strong>vise in “capitoli”, ognuno <strong>dei</strong> quali riguardanti o<br />

una categoria sociale o <strong>dei</strong> reati in particolare con un<br />

certo grado <strong>di</strong> dettaglio per regolare la vita pubblica<br />

e quella privata, l’economia e il commercio, la famiglia<br />

e il rapporto con lo Stato.<br />

Fra le duecentottantadue <strong>di</strong>sposizioni<br />

<strong>di</strong> legge previste, ce ne è una<br />

in particolare, la numero 229 che<br />

recita testualmente: «Qualora un<br />

costruttore costruisca una casa per<br />

qualcuno e non la costruisca debitamente<br />

e la casa che ha costruito<br />

cada ed uccida il proprietario, allora quel costruttore<br />

sarà messo a morte».<br />

Qualche norma più sotto, alla 233, si legge ancora:<br />

«Qualora un costruttore costruisca una casa per<br />

qualcuno, anche se non l’abbia ancora completata, se<br />

i muri apparissero pericolanti, il costruttore dovrà<br />

rendere soli<strong>di</strong> i muri <strong>di</strong> tasca propria».<br />

Per molti storici si tratta della prima volta nella quale<br />

nella storia dell’umanità venga sancito in maniera<br />

ufficiale un principio <strong>di</strong> responsabilità a carico del<br />

produttore <strong>di</strong> un bene.<br />

Qualità vuol <strong>di</strong>re quin<strong>di</strong> anche rifarsi a degli standard<br />

stabiliti. In questo senso la prima testimonianza è<br />

scolpita nei bassorilievi ritrovati su una tomba a Tebe<br />

36 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


e risalenti a quasi quattromila anni fa: qui è scolpita<br />

l’immagine <strong>di</strong> un uomo che sta compiendo delle misure<br />

<strong>di</strong> perpen<strong>di</strong>colarità degli spigoli <strong>di</strong> un masso.<br />

Sappiamo quin<strong>di</strong> che da migliaia <strong>di</strong> anni responsabilità<br />

e qualità non sono criteri arbitrari ma, anzi,<br />

necessari per garantire che un lavoro sia ben svolto.<br />

Certo la storia ci insegna che prima dell’epoca <strong>dei</strong><br />

Comuni e delle Corporazioni delle arti e <strong>dei</strong> mestieri<br />

tutto questo non avrà una vera e propria definizione.<br />

Ogni corporazione dettava le regole sugli standard<br />

<strong>di</strong> produzione, stabilendo i processi più idonei,<br />

la tipologia delle materie prime, le tecnologie e gli<br />

strumenti necessari e vigilando sulla qualità <strong>dei</strong> prodotti<br />

finali, facendo sì, cioè, che falsi e prodotti scadenti<br />

fossero estromessi dal mercato. Ma, forse, per<br />

approcciarsi ad una produzione estensiva occorrerà<br />

aspettare la rivoluzione industriale, il for<strong>di</strong>smo e postfor<strong>di</strong>smo.<br />

Ora i tempi <strong>di</strong> produzione erano <strong>di</strong>ventati velocissimi<br />

e la quantità <strong>di</strong> merci <strong>di</strong>sponibili sul mercato agli<br />

inizi del Novecento era centuplicata. La qualità non<br />

poteva più essere garantita da un singolo professionista<br />

quanto dal controllo dell’intero processo, dalle<br />

materie prime alla messa in opera.<br />

È intorno agli anni Venti che con il sorgere delle prime<br />

gran<strong>di</strong> industrie con modelli organizzativi più<br />

complessi che il termine “qualità” comincia ad assumere<br />

una connotazione più moderna e conforme ai<br />

nostri tempi.<br />

Si sente la necessità <strong>di</strong> sottoporre le <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong><br />

processo a controlli formali per evitare che quantità<br />

sempre maggiori <strong>di</strong> prodotti a costi spesso inferiori<br />

non offrano, come conseguenza, performance più<br />

scadenti.<br />

Nel secondo dopoguerra la concezione <strong>di</strong> qualità assume<br />

una definizione ancora più netta. In Europa è il<br />

primo ministro inglese, la lady <strong>di</strong> ferro Margaret Thatcher,<br />

negli anni Ottanta, a pronunciare un famoso<br />

<strong>di</strong>scorso per sostenere la qualità come elemento essenziale<br />

per il successo dell’industria britannica. E<br />

la qualità assume concretezza con sistemi <strong>di</strong> regole,<br />

standard, norme giuri<strong>di</strong>che e certificazioni vere e<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 37


38 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

proprie, basti pensare, per esempio all’International<br />

Organization for Standar<strong>di</strong>zation, fondata nel 1947,<br />

e che emetterà le prime regole <strong>di</strong> riferimento in materia<br />

<strong>di</strong> qualità, quelle che poi sarebbero <strong>di</strong>ventate le<br />

norme della serie ISO 9001 (proprio sulla qualità) o<br />

ISO 14001 (sull’ambiente).<br />

Ma se la qualità può essere co<strong>di</strong>ficata per l’assemblaggio<br />

<strong>di</strong> prodotti, perché non dovrebbe esserlo<br />

per il <strong>di</strong>sassemblaggio degli stessi? In altri termini,<br />

perché le regole delle qualità dovrebbero essere applicabili<br />

ad una sola frazione del ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un<br />

prodotto?<br />

Se poi lo pensiamo in termini <strong>di</strong> economia circolare,<br />

ci appare oggi ancora più chiaro come la qualità<br />

riguar<strong>di</strong> quelli che noi definiamo rifiuti o materiali<br />

post-consumo.<br />

Alcuni rifiuti più <strong>di</strong> altri, poi, hanno bisogno <strong>di</strong> processi<br />

<strong>di</strong> trasformazione più delicati.<br />

Un vecchio frigorifero, per esempio, contiene gas<br />

nocivi per l’ambiente come i CFC. I vecchi telefoni<br />

contenevano palla<strong>di</strong>o, pericoloso ma anche remunerativo<br />

se opportunamente recuperato.


La qualità <strong>di</strong>venta la<br />

pietra angolare delle<br />

fondamenta <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>.<br />

LA VIA ECODOM<br />

L’obiettivo <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> <strong>di</strong> praticare una raccolta e un<br />

trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> secondo standard <strong>di</strong> qualità<br />

era tutt’altro che peregrino ma sicuramente in controtendenza<br />

rispetto al Paese, visto che il quadro<br />

normativo in cui venivano a nascere i sistemi collettivi<br />

era piuttosto vago e, per certi aspetti, pigro.<br />

<strong>Anni</strong> per recepire la <strong>di</strong>rettiva europea che voleva negli<br />

Stati dell’Unione una raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> e anni,<br />

poi, per fare i decreti attuativi. Al punto che ancora<br />

oggi, <strong>di</strong>eci anni dopo la nascita <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> e del sistema<br />

<strong>RAEE</strong>, ad ogni aggiornamento delle <strong>di</strong>rettive<br />

europee l’Italia impiega anni per adattarsi.<br />

«La prima cosa per noi <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> fu <strong>di</strong> imparare<br />

dall’estero – racconta Arienti – in particolare per<br />

quanto riguarda la qualità e il trattamento».<br />

«La seconda – continua – fu in<strong>di</strong>viduare meccanismi<br />

<strong>di</strong> selezione <strong>dei</strong> fornitori dal punto <strong>di</strong> vista economico<br />

trasparenti e oggettivi, in modo da evitare<br />

qualunque forma <strong>di</strong> contestazione. E la terza, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

fu introdurre (e non lo fa ancora nessun<br />

altro) nei nostri contratti con gli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />

un sistema <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione che collegasse<br />

l’importo che noi pagavamo al valore delle materie<br />

prime seconde. La quarta, ma che ci riporta alla prima,<br />

era proprio la qualità del trattamento».<br />

«Noi abbiamo definito tutta una modalità <strong>di</strong> verifica,<br />

un processo molto serio e rigoroso ripreso dall’estero<br />

e il tutto è <strong>di</strong>ventato da subito un’expertise reale,<br />

al punto che sei persone del nostro team sono poi <strong>di</strong>ventate<br />

veri au<strong>di</strong>tor capaci <strong>di</strong> fare questo lavoro. Andavano<br />

presso gli impianti, ci stavano una settimana<br />

verificando la capacità <strong>di</strong> tirar fuori le sostanze<br />

inquinanti dai <strong>RAEE</strong>, <strong>di</strong> riciclare materiali. In altre<br />

parole misuravano tutto quello che era necessario<br />

per essere certi che il lavoro corrispondesse<br />

a ciò per cui pagavamo».<br />

La qualità come pietra angolare<br />

delle fondamenta <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, quasi<br />

un asset che poteva essere decli-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 39


Gli standard qualitativi<br />

WEEELabex sono serviti<br />

alla definizione degli<br />

standard <strong>di</strong> riferimento<br />

per in <strong>RAEE</strong> in Europa.<br />

nato in ogni aspetto e utilizzato per fortificare identità<br />

e adesione al Consorzio.<br />

I produttori che partecipano al Consorzio possono<br />

cambiare cavallo per le ragioni più <strong>di</strong>verse e non è<br />

insolito che qualche altro sistema collettivo concorrente<br />

cerchi <strong>di</strong> irretirli, ma <strong>Ecodom</strong> riesce a motivare<br />

i suoi consorziati coinvolgendoli in ogni aspetto della<br />

gestione.<br />

«Era un team dove si è sempre operato in un clima<br />

<strong>di</strong> fattivo confronto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo positivo» ricorda<br />

Paolo Zocco Ramazzo, che è stato presidente <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong> dal 2011 al 2013, ma che prima, dal 2008,<br />

aveva avuto il ruolo <strong>di</strong> vicepresidente ed è quin<strong>di</strong><br />

fra quelli che hanno vissuto gli anni <strong>di</strong> start-up del<br />

Consorzio. «Ed era interessante – continua Zocco<br />

Ramazzo – perché c’erano Whirlpool, Bosch, Candy<br />

e altri competitor anche piccoli e si lavorava su un<br />

fronte comune quando normalmente i tavoli <strong>di</strong> confronto<br />

con le altre società erano rari».<br />

«Abbiamo organizzato tantissimi<br />

team buil<strong>di</strong>ng fra i <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong> e anche con il CdA proprio<br />

per rafforzare lo spirito <strong>di</strong> squadra.<br />

Lo ricordo bene perché <strong>di</strong> solito<br />

nelle aziende il CdA è sempre vissuto<br />

come qualcosa <strong>di</strong> esterno che<br />

arriva alle riunioni, guarda i numeri,<br />

dà qualche in<strong>di</strong>cazione e poi sparisce. Qui invece<br />

si cercava proprio <strong>di</strong> creare un legame con il team».<br />

Qualità e coesione significano, però, anche trasparenza<br />

e affidabilità. Per questo, fin dal primo anno<br />

finanziario, <strong>Ecodom</strong> decide <strong>di</strong> produrre un “Rapporto<br />

<strong>di</strong> Sostenibilità”.<br />

Ren<strong>di</strong>contare tutto quello che viene fatto in modo<br />

trasparente, con oggettività, documentando l’origine<br />

<strong>di</strong> ogni informazione e cercando <strong>di</strong> raccontare tutto<br />

<strong>di</strong> sé. Una scelta che poi negli anni si è rivelata sod<strong>di</strong>sfacente,<br />

soprattutto per gli addetti del settore che<br />

hanno potuto trovare, <strong>di</strong> anno in anno, nei “rapporti”<br />

l’evoluzione del sistema <strong>RAEE</strong> e del sistema <strong>Ecodom</strong>,<br />

40 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


con tutte le opportunità e le criticità che nel tempo si<br />

sono affacciate.<br />

«Noi abbiamo un sistema <strong>di</strong> business intelligence interno<br />

– spiega Arienti – che ci permette <strong>di</strong> monitorare<br />

in tempo reale tutto quello che succede dal punto<br />

<strong>di</strong> vista quantitativo, dal punto <strong>di</strong> vista economico,<br />

area per area, fornitore per fornitore, ecc. Questo sistema<br />

<strong>di</strong> business intelligence è a <strong>di</strong>sposizione <strong>dei</strong><br />

Consiglieri <strong>di</strong> Amministrazione. Ogni giorno possono<br />

entrare e vedere cosa sta succedendo da tutti<br />

questi punti vista e lo apprezzano».<br />

Ad accompagnare questa “operazione” <strong>di</strong> trasparenza,<br />

<strong>Ecodom</strong> ha da sempre avuto l’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>re “visto<br />

che ci occupiamo <strong>di</strong> un settore che pochi conoscono,<br />

perché non creare delle occasioni <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong><br />

promozione, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o?”.<br />

Anche per questo, per esempio, sono nate le prime<br />

ricerche, nel 2008 con Ambiente Italia e nel 2011<br />

con Ipsos. Lo stu<strong>di</strong>o e la comunicazione, come vedremo<br />

nei capitoli successivi, come ulteriore momento<br />

<strong>di</strong> definizione del dato statistico, <strong>di</strong> conoscenza<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 41


<strong>Ecodom</strong> ha adottato<br />

le linee guida Global<br />

Reporting Initiative<br />

come sistema <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione<br />

già a partire<br />

dal 20<strong>10</strong>.<br />

dell’ambiente socio-economico in cui si opera e <strong>dei</strong><br />

processi che si stanno innovando.<br />

Come la partecipazione attiva al WEEE Forum o alla<br />

costituzione <strong>di</strong> WEEELabex, un’organizzazione con<br />

base a Praga che ha come mission la formazione <strong>di</strong><br />

au<strong>di</strong>tor in grado <strong>di</strong> verificare la conformità <strong>dei</strong> processi<br />

<strong>di</strong> trattamento agli standard <strong>di</strong> qualità definiti<br />

in sede comunitaria. Per dare un’idea del lavoro <strong>di</strong><br />

questa organizzazione, basti pensare che gli standard<br />

WEEELabex sono comunque serviti alla definizione<br />

degli standard Cenelec (il Comitato europeo <strong>di</strong><br />

normazione elettrotecnica) che oggi costituiscono il<br />

riferimento per il trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> in Europa.<br />

E vale la pena <strong>di</strong> ricordare che alla<br />

base degli stessi standard WEEE-<br />

Labex ci sono le metodologie <strong>di</strong> verifica<br />

degli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />

<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> che <strong>Ecodom</strong> in maniera<br />

pionieristica ma estremamente<br />

competente ha iniziato ad utilizzare<br />

in Italia dal 2008, attraverso<br />

propri au<strong>di</strong>tor.<br />

Controllo della qualità del trattamento che oggi, in<br />

Italia, è ancora volontario e che <strong>Ecodom</strong> sta facendo<br />

evolvere da una forma <strong>di</strong> controllo interna ad una<br />

forma terza, per cui chi verifica il servizio non sia un<br />

<strong>di</strong>pendente del controllante stesso.<br />

«Per garantire trasparenza e qualità <strong>Ecodom</strong> fa un<br />

passo in<strong>di</strong>etro – spiega Arienti –. Nel senso che non<br />

facciamo più gli au<strong>di</strong>t in prima persona ma li facciamo<br />

fare da au<strong>di</strong>tor in<strong>di</strong>pendenti addestrati in modo<br />

serio. Ci riserviamo nei contratti la facoltà <strong>di</strong> andare<br />

a guardare, quin<strong>di</strong> comunque possiamo presenziare<br />

agli au<strong>di</strong>t. Adesso che gli standard <strong>di</strong>ventano pubblici,<br />

speriamo anche obbligatori, esistono metodologie<br />

in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> verifica».<br />

Un passo importante per l’adozione degli standard<br />

in forma obbligatoria è anche quanto <strong>Ecodom</strong> insieme<br />

al WEEE Forum sta oggi facendo a livello<br />

europeo per chiedere alla Comunità uno strumen-<br />

42 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


to che si chiama “implementing act”, una modalità<br />

attraverso la quale si potranno rendere obbligatori<br />

gli standard in tutti gli Stati membri senza bisogno<br />

<strong>di</strong> un recepimento formale nei sistemi normativi<br />

nazionali.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un passaggio tanto delicato quanto importante<br />

per evitare <strong>di</strong> avere un’Europa <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

a più velocità, dove paesi come Olanda, Irlanda o<br />

Francia abbiano la capacità <strong>di</strong> applicare standard<br />

qualitativi in tempi brevi e altri paesi, come l’Italia,<br />

che impiegheranno anni a recepirli, accumulando ritar<strong>di</strong><br />

industriali ed economici che renderanno il settore<br />

sterile in queste nazioni.<br />

UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ<br />

Come sottolinea il Rapporto <strong>di</strong> Sostenibilità del<br />

2016, negli ultimi anni si è data un’accelerazione<br />

nel migliorare l’aspetto documentale e statistico <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong>: «per valorizzare le esperienze reali e significative<br />

<strong>di</strong> economia circolare è necessaria una ren<strong>di</strong>contazione<br />

extra-finanziaria documentata, seria,<br />

non auto-referenziale».<br />

Per questo, nella reportistica, si affiancano la Fondazione<br />

Ecosistemi e PriceWaterhouseCoopers, che<br />

hanno offerto il supporto metodologico e scientifico<br />

necessario per il rispetto degli standard internazionali<br />

<strong>di</strong> riferimento, in particolare le linee guida del<br />

Global Reporting Initiative – GRI.<br />

Il rigore scientifico del Rapporto <strong>di</strong> Sostenibilità <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong> nella descrizione <strong>di</strong> tutti gli impatti ambientali,<br />

sociali ed economici, si legge nello stesso<br />

documento, consente una ren<strong>di</strong>contazione <strong>di</strong> sostenibilità<br />

aderente ai criteri <strong>di</strong> misurabilità adottati a<br />

livello internazionale e confrontabile con le realtà<br />

più virtuose del settore.<br />

«Il nuovo corso della statistica ufficiale – spiega<br />

Maurizio Tursini, presidente del Consorzio fra il<br />

2015 e il 2016 – richiede a un’estesa rete <strong>di</strong> soggetti<br />

pubblici e privati, tra i quali potrebbe rientrare <strong>Ecodom</strong>,<br />

<strong>di</strong> fornire statistiche <strong>di</strong> qualità. Secondo il Co<strong>di</strong>ce<br />

italiano delle statistiche ufficiali, queste ultime<br />

“devono fondarsi su una solida metodologia” utiliz-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 43


44 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

zando “strumenti, procedure e competenze adeguate”,<br />

con procedure <strong>di</strong> qualità applicate in tutte le fasi<br />

del processo <strong>di</strong> produzione. Attraverso il Rapporto<br />

<strong>di</strong> Sostenibilità <strong>Ecodom</strong> vuole essere all’altezza <strong>di</strong><br />

questa sfida, con tutto l’impegno e la determinazione<br />

possibile per una vera promozione dell’economia<br />

circolare».<br />

In effetti <strong>Ecodom</strong> ha fatto anche più <strong>di</strong> quello che<br />

avrebbe dovuto perché ha adottato le linee guida<br />

GRI come sistema <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione del Rapporto<br />

<strong>di</strong> Sostenibilità già a partire dal 20<strong>10</strong>, ovvero quattro<br />

anni prima che la <strong>di</strong>rettiva europea 2014/95 invitasse<br />

le imprese <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni all’adempimento<br />

degli obblighi <strong>di</strong> informativa non finanziaria<br />

attraverso standard internazionali riconosciuti, tra<br />

cui la Global Reporting Initiative (GRI).<br />

«Con questo livello <strong>di</strong> reportistica e con la qualità <strong>dei</strong><br />

suoi stu<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> si can<strong>di</strong>da ad essere un produttore<br />

<strong>di</strong> dati ambientali certificati, capace <strong>di</strong> partecipare<br />

al Sistema statistico nazionale, il Sistan, la rete<br />

<strong>di</strong> soggetti pubblici e privati che fornisce al Paese e<br />

agli organismi internazionali l’informazione statistica<br />

ufficiale» spiega Silvano Falocco, economista<br />

ambientale e <strong>di</strong>rettore della Fondazione Ecosistemi.<br />

«Per altro – continua Falocco – in questo momento,<br />

in ambito europeo, viene chiesto alle imprese me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> fornire informazioni extraeconomiche<br />

anche <strong>di</strong> tipo ambientale e <strong>di</strong> tipo sociale, trasformando<br />

tutti questi soggetti in fornitori <strong>di</strong> dati. Non<br />

sono più solo fonti pubbliche a fornire i numeri e le<br />

analisi, ma anche le fonti private, a patto che rispettino<br />

determinati standard. Si tratta <strong>di</strong> un processo<br />

che trasforma un produttore “<strong>di</strong> parte” in un produttore<br />

certificato <strong>di</strong> informazioni. E non c’è dubbio<br />

che i dati che perio<strong>di</strong>camente <strong>Ecodom</strong> offre abbiano<br />

raggiunto questa qualità».<br />

Come sosteneva Piero Moscatelli nella prima e<strong>di</strong>zione:<br />

«La scelta <strong>di</strong> pubblicare il Rapporto <strong>di</strong> Sostenibilità<br />

è un’altra assunzione <strong>di</strong> responsabilità. Nasce<br />

dalla volontà <strong>di</strong> rendere conto in modo sistematico,<br />

chiaro e trasparente a tutti gli stakeholder, delle<br />

scelte compiute, delle iniziative concluse e <strong>dei</strong> progetti<br />

in corso».


I Temp(l)i cambiano, la scultura <strong>di</strong> Michelangelo Pistoletto realizzata con i <strong>RAEE</strong><br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 45


I Temp(l)i cambiano, la scultura <strong>di</strong> Michelangelo Pistoletto realizzata con i <strong>RAEE</strong><br />

46 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Garage story, fotografie sui “tipi umani” che conservano i <strong>RAEE</strong> nelle proprie case<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 47


<strong>RAEE</strong>porter, la campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni in Italia<br />

48 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


<strong>RAEE</strong>porter, in alto la <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Agbogbloshie in Ghana, in basso il logo della campagna<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 49


Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />

50 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 51


Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />

52 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 53


Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />

54 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 55


4. Evolvere e migliorare<br />

La società si sensibilizza al tema <strong>dei</strong> rifiuti;<br />

la “scoperta” <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>; la creazione <strong>di</strong> un modello;<br />

un mercato <strong>di</strong> transizione; crisi e soluzioni.<br />

numeri <strong>di</strong> questo Rapporto –<br />

spiegava Piero Moscatelli da<br />

presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nel presentare<br />

l’e<strong>di</strong>zione 20<strong>10</strong> che conteneva<br />

i risultati ottenuti durante<br />

il secondo anno <strong>di</strong> attività<br />

– raccontano <strong>di</strong> una forte cresci-<br />

«I<br />

ta delle quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> trattati; del potenziamento<br />

del sistema <strong>di</strong> verifica degli standard <strong>di</strong> qualità del<br />

trattamento; dell’impegno nel <strong>di</strong>alogo con i <strong>di</strong>pendenti;<br />

del presi<strong>di</strong>o del nostro bilancio economico ma<br />

anche dell’attenzione alle possibili ripercussioni che<br />

la volatilità <strong>dei</strong> mercati delle materie prime può avere<br />

sul lavoro <strong>dei</strong> Fornitori. E dove non arrivano le<br />

cifre c’è comunque il resoconto delle attività svolte,<br />

che testimonia la sistematica ricerca <strong>di</strong> nuove soluzioni,<br />

la sensibilizzazione <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni, il <strong>di</strong>alogo con<br />

le Istituzioni, nella consapevolezza che siamo parte<br />

<strong>di</strong> un sistema complesso <strong>di</strong> relazioni, tutte da seguire<br />

con attenzione».<br />

Era per molti aspetti un mondo nuovo: «solo nel<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 57


58 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

20<strong>10</strong> in Italia – aggiungeva Moscatelli – è stato raggiunto<br />

il primo obiettivo <strong>di</strong> raccolta fissato dalla<br />

normativa europea, 4kg per abitante, quando i Paesi<br />

più virtuosi hanno ormai raggiunto quota 16 kg!».<br />

Nel 2011 <strong>Ecodom</strong> commissiona una prima ricerca<br />

dal titolo molto esplicito: “L’atteggiamento degli<br />

italiani nei confronti del recupero e riciclaggio degli<br />

elettrodomestici”. È il primo quadro, dall’inizio<br />

dell’era <strong>dei</strong> sistemi collettivi, che viene <strong>di</strong>pinto in<br />

maniera scientifica. Gli italiani non sembrano così<br />

<strong>di</strong>giuni sul tema rifiuti: in maggioranza sanno cos’è<br />

un’isola ecologica (79%), sanno dov’è quella a loro<br />

più vicina (73%) e se ne sono serviti (76%). Ma ignorano<br />

i <strong>RAEE</strong>: il 71% non sa proprio cosa siano e solo<br />

un 14% sa darne una definizione corretta.<br />

E quanti conoscono il cosiddetto decreto “uno contro<br />

uno” che obbliga i ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> prodotti elettrici/elettronici<br />

al ritiro gratuito dell’apparecchiatura<br />

elettrica/elettronica <strong>di</strong>smessa a fronte dell’acquisto<br />

<strong>di</strong> un nuovo prodotto equivalente? Solo il 17% sa <strong>di</strong><br />

che si parla. Il 30 ne ha una conoscenza generica, ma


Nel 2011 il 71% degli<br />

italiani non sapevano<br />

cosa fossero i <strong>RAEE</strong>.<br />

la maggioranza, il 53%, non aveva idea nemmeno<br />

che esistesse. E solo il 12% <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> esserne stato<br />

informato dal riven<strong>di</strong>tore quando ha comprato un<br />

prodotto nuovo.<br />

E alla domanda “Per quale motivo il negozio non le<br />

ha ritirato il vecchio elettrodomestico?” La risposta<br />

più gettonata è sempre “non me lo hanno proposto”<br />

(62%).<br />

Un anno dopo, nel 2012, una nuova indagine, condotta<br />

ancora una volta da Ipsos, ma questa volta<br />

affiancato dal Politecnico <strong>di</strong> Milano e dalla United<br />

Nation University, l’accademia delle Nazioni unite,<br />

entrava ancora più nel dettaglio con lo scopo <strong>di</strong>chiarato<br />

<strong>di</strong> «fornire, per la prima volta in Italia, evidenze<br />

e dati a supporto della futura definizione <strong>dei</strong> target<br />

<strong>di</strong> raccolta nazionali, grazie a un’analisi approfon<strong>di</strong>ta<br />

e completa».<br />

I PREGI DI UN MODELLO: UN SOFTWARE PER<br />

SCEGLIERE<br />

Rispetto al far west che regnava prima <strong>dei</strong> sistemi<br />

collettivi, dove i <strong>RAEE</strong> venivano spartiti su base<br />

locale senza però un vero sistema <strong>di</strong> mercato, che<br />

finiva col far lievitare i prezzi, l’arrivo del modello<br />

<strong>Ecodom</strong> significò rimescolare le carte ed entrare in<br />

un meccanismo vero <strong>di</strong> mercato.<br />

«Per gestire le gare, in particolare per quanto riguarda<br />

i frigoriferi, dove esistono impianti specializzati<br />

e dove probabilmente non c’è sufficiente lavoro per<br />

tutti – racconta Arienti –, negli anni abbiamo sviluppato<br />

un sistema software attraverso il quale analizziamo<br />

le offerte attraverso un vero e proprio simulatore<br />

che prova ad allocare i <strong>RAEE</strong> che arrivano da<br />

ogni provincia italiana a un impianto piuttosto che a<br />

un altro. In questo modo possiamo verificare i costi<br />

complessivi: logistica più trattamento<br />

vero e proprio. Il simulatore<br />

fa tutte le combinazioni possibili:<br />

se i <strong>RAEE</strong> <strong>di</strong> Monza vanno a Bergamo<br />

invece <strong>di</strong> Verona, o se costa <strong>di</strong><br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 59


Il meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione<br />

ha l’effetto <strong>di</strong><br />

mantenere stabile<br />

l’economia del settore.<br />

più portarli e trattarli a Bologna. È ovvio che all’aumentare<br />

della <strong>di</strong>stanza aumentino i costi <strong>di</strong> trasporto,<br />

ma il simulatore è in grado <strong>di</strong> calcolare le economie<br />

<strong>di</strong> scala. Più aumenti la quantità che dai ad un<br />

singolo impianto più scendono i prezzi. Dall’incrocio<br />

<strong>di</strong> questi dati, che poi sono quelli che ci forniscono<br />

gli stessi impianti, il simulatore è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>rci se<br />

conviene “prendere” la provincia <strong>di</strong> Firenze e portarla<br />

a Bologna perché se la lasci a Livorno costa <strong>di</strong> più.<br />

In altre parole il simulatore tira fuori combinazioni<br />

abbastanza sorprendenti, che però rappresentano la<br />

soluzione ottimale, che noi utilizziamo senza chiedere<br />

ai potenziali fornitori rilanci <strong>di</strong> offerta».<br />

E il meccanismo è stato accolto con favore? «Al primo<br />

giro non hanno capito, al secondo giro ci hanno<br />

portato davanti all’antitrust (che ci ha dato ragione)<br />

e dal terzo in poi hanno capito che il momento<br />

della gara è un momento serio, gestito da <strong>Ecodom</strong><br />

in modo trasparente e oggettivo. Il momento in cui<br />

<strong>Ecodom</strong> aggiu<strong>di</strong>ca flussi importanti <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>».<br />

Gare che <strong>Ecodom</strong> svolge ogni due anni per ciascun<br />

raggruppamento. Ovvero una gara per gli R1, i frigoriferi,<br />

una gara per gli R2, gli altri gran<strong>di</strong> bianchi,<br />

e così via.<br />

FAIR COMPENSATION<br />

Ma ottenere prezzi vantaggiosi non basta se non si<br />

creano ulteriori meccanismi che poi mantengano il<br />

rapporto fra consorzio e impianti in equilibrio nel<br />

tempo. Cosa succederebbe, infatti, se il prezzo delle<br />

materie prime seconde crollasse all’improvviso?<br />

<strong>Ecodom</strong>, primo ed ancora unico consorzio a praticare<br />

questa politica, ha quin<strong>di</strong> introdotto nei sui contratti<br />

con gli impianti <strong>di</strong> trattamento un sistema <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>cizzazione che collega l’importo<br />

che viene pagato al valore delle<br />

materie prime.<br />

I centri <strong>di</strong> trattamento hanno come<br />

ricavo la somma <strong>di</strong> quello che <strong>Ecodom</strong><br />

paga loro per il servizio e <strong>di</strong><br />

60 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


quanto riescono a ricavare dalle materie prime seconde<br />

che vendono poi sul mercato. Il meccanismo<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione messo a punto da <strong>Ecodom</strong> tende<br />

ad equilibrare gli eccessi. Se le materie prime avessero<br />

all’improvviso un’impennata <strong>di</strong> valore, i centri <strong>di</strong><br />

trattamento si ritroverebbero <strong>di</strong> colpo ricchissimi, al<br />

contrario, se il mercato crollasse, rischierebbero la crisi<br />

e se non la chiusura, anche perché nel rapporto con<br />

<strong>Ecodom</strong> non potrebbero far venire meno il servizio <strong>di</strong><br />

trattamento, in termini sia quantitativi che qualitativi.<br />

Il meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione ha l’effetto <strong>di</strong> mantenere<br />

costante il ricavo totale degli impianti <strong>di</strong> trattamento:<br />

se il mercato delle materie prime seconde<br />

va bene, il Consorzio paga meno; se il mercato rallenta<br />

<strong>Ecodom</strong> interviene con maggiore generosità.<br />

«Questo meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione è una forma<br />

<strong>di</strong> “fair compensation” estremamente efficace –<br />

spiega Arienti – perché se noi chie<strong>di</strong>amo qualità del<br />

trattamento, ma poi nei momenti più <strong>di</strong>fficili lasciamo<br />

il sistema in braghe <strong>di</strong> tela, non sarebbe affatto<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 61


62 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

bello. Così come è chiara la contropartita, nel senso<br />

che se sale il valore delle materie prime seconde i nostri<br />

partner non possono pretendere <strong>di</strong> arricchirsi<br />

a nostre spese. E quando è crollato il mercato delle<br />

materie prime seconde hanno capito l’importanza <strong>di</strong><br />

questo sistema».<br />

Per verificare se un modello funziona non c’è modo<br />

migliore <strong>di</strong> metterlo alla prova, anche se in alcuni<br />

casi le prove sono dettate dalle contingenze dell’economia<br />

e sarebbe preferibile per tutti evitarle.<br />

La prima volta che è stato necessario mettere in<br />

pratica questa fair compensation è stato fra il 20<strong>10</strong><br />

e il 2011: «a causa del perdurare della crisi economica<br />

– spiegava il presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> Paolo Zocco<br />

Ramazzo nella presentazione del Rapporto <strong>di</strong> sostenibilità<br />

2011 – si è determinata, infatti, non solo<br />

una flessione nelle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> nuove Apparecchiature<br />

Elettriche ed Elettroniche ma anche, per la prima<br />

volta, una <strong>di</strong>minuzione delle quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />

raccolte e trattate dal canale “formale”, costituito<br />

dai Sistemi Collettivi (a cui <strong>Ecodom</strong> appartiene)<br />

operanti sotto l’egida del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>RAEE</strong>».<br />

E poi nel 2015-2016: «il valore delle materie prime<br />

seconde (in particolare del ferro) – spiegava l’allora<br />

presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> Maurizio Tursini – ha subito<br />

un repentino e vertiginoso crollo, che ha messo a<br />

dura prova l’intero settore del riciclo: se effettuato<br />

in modo ambientalmente corretto, il recupero del<br />

ferro dai <strong>RAEE</strong> è <strong>di</strong>ventato più costoso della sua<br />

produzione dal minerale vergine; senza “scorciatoie”<br />

dal punto <strong>di</strong> vista ambientale, estrarre plastica dai<br />

<strong>RAEE</strong> è <strong>di</strong>ventato meno conveniente che ricavarla<br />

dal petrolio».<br />

E ancora: «In questo contesto, <strong>Ecodom</strong> è riuscito ad<br />

assicurare anche nel 2015 gli obiettivi <strong>di</strong> eccellenza<br />

ambientale ed efficienza economica definiti dalla<br />

propria mission. Abbiamo cercato <strong>di</strong> sostenere economicamente<br />

gli impianti che effettuano per noi il<br />

trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, ridefinendo e ampliando il


Nel 2012 la quantità <strong>di</strong><br />

<strong>RAEE</strong> intercettata dal<br />

“Sistema formale” era<br />

pari ad appena un quarto<br />

del totale.<br />

meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione (collegato al valore <strong>di</strong><br />

mercato delle materie prime seconde) che da sempre<br />

<strong>Ecodom</strong> ha nei propri contratti e che purtroppo non<br />

è utilizzato da nessun altro Sistema Collettivo».<br />

Grazie a questo meccanismo, insomma, i fornitori<br />

<strong>di</strong> trattamento possono contare su un ricavo totale<br />

costante.<br />

IL MERCATO PARALLELO<br />

Il tema del cosiddetto mercato parallelo, a volte anche<br />

ai confini con l’illegalità, è un tema che col passare<br />

degli anni si è imposto sempre <strong>di</strong> più all’attenzione<br />

del sistema <strong>RAEE</strong> e <strong>di</strong> chi, come <strong>Ecodom</strong>, ha<br />

caratterizzato tutta la sua attività su processi verificabili<br />

<strong>di</strong> qualità.<br />

Nel 2011, infatti, la crisi economica aveva rilanciato<br />

il fenomeno <strong>di</strong> sottrazione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> a maggior<br />

contenuto <strong>di</strong> materie prime da parte <strong>di</strong> soggetti non<br />

autorizzati, con lo scopo <strong>di</strong> «massimizzare l’aspetto<br />

economico senza preoccuparsi per nulla delle conseguenze<br />

ambientali derivanti <strong>di</strong> un trattamento<br />

non corretto», come sosteneva l’allora presidente<br />

Zocco Ramazzo. Un trend che si confermava anche<br />

nel 2012 durante il quale il fenomeno continuava a<br />

crescere, cosa che veniva evidenziata persino nello<br />

stu<strong>di</strong>o che <strong>Ecodom</strong> aveva fatto realizzare da Ipsos,<br />

Politecnico <strong>di</strong> Milano e United Nation University.<br />

«Lo stu<strong>di</strong>o – spiega Paolo Zocco Ramazzo – seguiva<br />

un’analoga ricerca realizzata l’anno<br />

precedente dal Consorzio olandese<br />

WeCycle, ed evidenziava come gli<br />

obiettivi <strong>di</strong> raccolta fissati dall’Unione<br />

Europea sarebbero rimasti irraggiungibili<br />

se i singoli Stati membri<br />

non si fossero assunti la responsabilità<br />

e il compito d’in<strong>di</strong>viduare e tracciare<br />

tutti i <strong>RAEE</strong> che si <strong>di</strong>sperdevano in flussi spesso<br />

illegali, rappresentando una seria minaccia ambientale<br />

oltre che una significativa per<strong>di</strong>ta economica».<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 63


64 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

«Le modalità <strong>di</strong> autorizzazione e controllo degli impianti<br />

<strong>di</strong> trattamento non sono in grado <strong>di</strong> assicurare<br />

un adeguato standard qualitativo nelle operazioni<br />

<strong>di</strong> riciclo <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> – spiega Alberto Borroni,<br />

presidente <strong>Ecodom</strong> nel 2013 – : il risultato è che nel<br />

nostro Paese, accanto ad eccellenti operatori, purtroppo<br />

convivono soggetti interessati a ricavare da<br />

questi rifiuti le materie prime seconde nel modo più<br />

economico possibile, senza curarsi del corretto smaltimento<br />

delle sostanze inquinanti».<br />

Ciò che emergeva era che la quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> intercettata<br />

dal Sistema “formale” era pari ad appena un<br />

quarto del totale generato ogni anno in Italia, molto<br />

lontano dall’obiettivo del 65% al 2019 stabilito dalla<br />

<strong>di</strong>rettiva europea del 2012.<br />

E in termini ambientali quanto pesava – e pesa –<br />

questo mercato parallelo?<br />

A partire dal Rapporto <strong>di</strong> sostenibilità del 2012 <strong>Ecodom</strong><br />

comincia a fare i conti in tasca a questo “buco<br />

nero”: «se i <strong>RAEE</strong> che ogni anno sfuggono al Sistema<br />

“formale” fossero stati gestiti con gli stessi standard


<strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> trattamento adottati dai fornitori <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong>, le emissioni <strong>di</strong> CO 2<br />

in atmosfera si sarebbero<br />

ridotte <strong>di</strong> 1,8 milioni <strong>di</strong> tonnellate».<br />

In effetti il problema è strutturale perché la normativa<br />

italiana consente a chi fa la raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, i<br />

Comuni e i negozianti, <strong>di</strong> venderli al miglior offerente,<br />

purché chi li compra sia in possesso <strong>di</strong> un’autorizzazione<br />

al trattamento, senza che quasi mai qualcuno<br />

si prenda la briga <strong>di</strong> verificare in che modo questo<br />

trattamento verrà svolto.<br />

I <strong>RAEE</strong> trattati dai sistemi collettivi che fanno capo<br />

al Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> sono circa un terzo<br />

<strong>di</strong> tutti quelli che ogni anno vengono prodotti. Ci<br />

sono circa 600 mila tonnellate <strong>di</strong> rifiuti che sfuggono<br />

a qualunque controllo. In linea teorica, tutti gli operatori<br />

che acquisiscono i <strong>RAEE</strong> dovrebbero comunicare<br />

per legge le quantità al Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />

<strong>RAEE</strong> ma non lo fanno. Semplicemente. Visto che<br />

nessuno sanziona perché farlo? Così gli unici <strong>RAEE</strong><br />

<strong>di</strong> cui sappiamo vita, morte e miracoli sono quelli che<br />

vengono gestiti dai sistemi collettivi come <strong>Ecodom</strong>.<br />

Oltre al problema ambientale (pensiamo ai CFC<br />

<strong>dei</strong> vecchi frigoriferi che si <strong>di</strong>sperde bellamente in<br />

atmosfera in barba al buco nell’ozono), questo mercato<br />

parallelo induce delle storture <strong>di</strong> mercato. Chi<br />

opera al <strong>di</strong> fuori della regolarità ha minori oneri e<br />

quin<strong>di</strong> può permettersi <strong>di</strong> offrirsi sul mercato a prezzi<br />

stracciati, sottraendo <strong>RAEE</strong> al mercato virtuoso. E<br />

non è detto che, in tempi <strong>di</strong> crisi, anche l’impianto<br />

<strong>di</strong> trattamento più irreprensibile non senta il canto<br />

delle cattive sirene e decida <strong>di</strong> uscire dal seminato e<br />

passare al lato oscuro del mercato parallelo.<br />

Come fare? Servirebbe fare come in Francia: istituire<br />

l’obbligo <strong>di</strong> consegna <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> ai Sistemi collettivi.<br />

«Probabilmente l’ elemento che va ancora sviluppato<br />

ulteriormente è proprio una consapevolezza <strong>di</strong>ffusa<br />

dell’ importanza <strong>di</strong> una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

- spiega Mauro Cola, presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> dal 2014<br />

al 2015 - . Uno <strong>dei</strong> temi più importanti che abbiamo<br />

trattato nel periodo in cui sono stato coinvolto in Eco-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 65


I “free rider” sono<br />

i pirati del mercato,<br />

non aderiscono a nessun<br />

consorzio e non contribuiscono<br />

agli oneri<br />

<strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>,<br />

<strong>di</strong> cui si fa carico il resto<br />

del sistema<br />

dom e una delle maggiori preoccupazioni per noi era<br />

la possibilità che la normativa avesse lasciato aperti<br />

<strong>dei</strong> canali paralleli, dove operatori poco sensibili dal<br />

punto <strong>di</strong> vista ambientale e magari con pochi scrupoli<br />

potessero adottare delle logiche <strong>di</strong> “cherry picking”.<br />

Cioè recuperassero solo la quota <strong>di</strong> materiale riciclabile<br />

più facile da estrarre dal prodotto e poi lasciassero<br />

tutto il resto come rifiuto in<strong>di</strong>stinto, con un impatto<br />

ambientale sicuramente molto alto». «Come in Francia<br />

– risponde Arienti –. Lì i <strong>RAEE</strong> non possono essere<br />

dati a nessun altro se non ai sistemi collettivi e gli impianti<br />

<strong>di</strong> trattamento non possono lavorare i <strong>RAEE</strong> se<br />

non hanno un contratto col sistema collettivo. Basterebbe<br />

una legge. Un decreto».<br />

«L’incertezza normativa – rincara<br />

Tursini, presidente <strong>Ecodom</strong> fra<br />

il 2015 e il 2016 – permette (anzi<br />

favorisce) l’esistenza <strong>di</strong> un “mercato<br />

parallelo” che sfrutta a proprio<br />

vantaggio questa incertezza».<br />

Sembra l’uovo <strong>di</strong> Colombo, ma si<br />

sa che anche Colombo per scoprire<br />

l’America dovette andare dalla regina<br />

<strong>di</strong> Spagna.<br />

Per non <strong>di</strong>menticare, infine, i “free rider”. Loro sono<br />

all’esatto opposto della filiera. Loro non raccolgono<br />

lo scarto a fine vita, no: loro sono produttori, spesso<br />

al <strong>di</strong> fuori dell’Unione europea ma con soli<strong>di</strong> <strong>di</strong>stributori<br />

locali. Loro producono apparecchiature<br />

elettriche ed elettroniche e le danno sia alla grande<br />

<strong>di</strong>stribuzione che ai dettaglianti per venderle. Ma<br />

loro sono una specie <strong>di</strong> pirati del mercato, perché i<br />

“free rider” non si registrano negli appositi Registri<br />

AEE nazionali, non <strong>di</strong>chiarano l’immesso sul mercato,<br />

non aderiscono ad alcun sistema <strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong><br />

<strong>RAEE</strong>. A loro della responsabilità estesa del produttore<br />

non importa niente. O, al contrario, ne sono<br />

così preoccupati da eluderla in toto e non farsi carico,<br />

in barba alla legge, <strong>di</strong> qualunque onere da pagare<br />

per il corretto smaltimento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />

66 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Ma la giustizia e le leggi in che modo possono aiutare<br />

una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>? La normativa<br />

attuale sembra spingere verso la costruzione <strong>di</strong> un<br />

sistema efficace piuttosto che verso strumenti <strong>di</strong><br />

repressione specifici. «Diciamo che si tratta <strong>dei</strong> due<br />

aspetti della stessa medaglia – spiega Paola Ficco,<br />

avvocato e giurista ambientale – da un lato la <strong>di</strong>sciplina<br />

sostanziale è riferita a una massimizzazione e<br />

un’ottimizzazione della gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> attraverso<br />

una serie non banale <strong>di</strong> regole che riguardano anche<br />

il citta<strong>di</strong>no, al quale però con i decreti che hanno<br />

istituito la raccolta dell’uno contro uno e poi dell’uno<br />

contro zero la gestione è stata resa più semplice.<br />

Ma ci sono anche tutte le regole gestionali che competono<br />

a chi raccoglie, a chi recupera. Poi c’è il versante<br />

sanzionatorio che è costituito da un apparato<br />

piuttosto importante e declinato variamente perché,<br />

per esempio, abbiamo nel Co<strong>di</strong>ce ambientale le<br />

contravvenzioni, che non sono altro che reati puniti<br />

in modo meno severo. E poi abbiamo tutta la declinazione<br />

<strong>dei</strong> delitti ambientali che sono stati inseriti<br />

tre anni fa nel Co<strong>di</strong>ce penale e, trattandosi appunto<br />

<strong>di</strong> “delitti”, si tratta <strong>di</strong> reati puniti più gravemente».<br />

Con quali effetti sul sistema? «Quelli che si occupano<br />

<strong>di</strong> questo settore – risponde ancora Paola Ficco<br />

– hanno dovuto fare i conti con una “costituzionalizzazione”<br />

del proprio mestiere e della propria attività<br />

tanto da porli in grado <strong>di</strong> non incorrere poi nella<br />

sanzione penale o comunque amministrativa afflittiva<br />

che comunque è anche grandemente punitiva.<br />

Quin<strong>di</strong> i due versanti, penale e ammnistrativo, hanno<br />

sicuramente svolto una funzione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima<br />

moralizzazione del settore».<br />

Prevenire è sempre la migliore cura. Ce ne dà conferma<br />

anche la testimonianza del Colonello Marco<br />

Avanzo <strong>dei</strong> Carabinieri forestali che a lungo si è occupato<br />

<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> anche in ambito internazionale: «Molti<br />

problemi nel passato sono <strong>di</strong>pesi da una carenza <strong>di</strong><br />

quelli che erano i sistemi <strong>di</strong> raccolta e gestione. Per<br />

il futuro vedo soprattutto la necessità <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> ca-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 67


Nel 2017 entra in vigore<br />

la normativa dell’uno<br />

contro zero.<br />

rattere organizzativo. Da una parte bisogna ridurre<br />

il volume “nero” delle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> rifiuto ma<br />

anche poi sviluppare tutte le tecnologie <strong>di</strong> recupero<br />

possibili. Le tecnologie <strong>di</strong> costruzione <strong>dei</strong> beni,<br />

per esempio, devono tenere in mente il processo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>smissione del bene stesso, in modo tale che il suo<br />

ciclo <strong>di</strong> vita non si esaurisca con l’introduzione sul<br />

mercato, ma sia progettato pensando al suo smantellamento<br />

finale e al suo mercato a fine vita. Un<br />

sistema che renda economicamente sempre più vantaggioso<br />

il recupero <strong>dei</strong> materiali estratti dai <strong>RAEE</strong>.<br />

Perché maggiore sarà questo vantaggio per le imprese,<br />

maggiore sarà l’interesse a rivolgersi a contesti<br />

<strong>di</strong> qualità anziché andare in tutt’altra destinazione,<br />

in siti non idonei, in <strong>di</strong>scariche o persino condotti<br />

all’esportazione verso paesi terzi».<br />

GLI ITALIANI DIECI ANNI DOPO…<br />

Nel corso degli anni <strong>Ecodom</strong> ha continuato a stu<strong>di</strong>are<br />

il comportamento degli italiani rispetto agli<br />

apparecchi elettrici ed elettronici<br />

soprattutto quando la nostra lavatrice,<br />

frigorifero o scaldabagno<br />

arrivano al termine del loro ciclo<br />

<strong>di</strong> vita.<br />

Un’indagine Ipsos per <strong>Ecodom</strong><br />

aveva verificato che almeno 200 milioni <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />

<strong>di</strong>versi giacevano inutilizzati, o irrime<strong>di</strong>abilmente<br />

rotti, nelle case degli italiani. Negli sgabuzzini,<br />

soffitte, garage o cantine si conservava <strong>di</strong> tutto: dai<br />

gran<strong>di</strong> elettrodomestici (32% con<strong>di</strong>zionatori portatili,<br />

21% asciugatrici, 16% boiler elettrici) a quelli<br />

più piccoli (48% pianole, 43% videoregistratori,<br />

38% monitor a tubo cato<strong>di</strong>co), al mondo della cucina<br />

(32% friggitrici, 31% macinacaffè, 20% tostapane).<br />

Così nel 2013 un’indagine Doxa per <strong>Ecodom</strong>,<br />

con un pizzico d’ironia ma con l’intento molto serio<br />

<strong>di</strong> capire perché gli italiani rimanessero così affezionati<br />

a degli oggetti <strong>di</strong> cui avrebbero dovuto <strong>di</strong>sfarsi,<br />

in<strong>di</strong>viduava <strong>10</strong> categorie umane <strong>di</strong>verse all’interno<br />

68 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


delle famiglie e ne tracciava l’identikit: <strong>di</strong>sinteressati,<br />

pigri, oculati, accumulatori, nostalgici, ecc. Per<br />

altro i dati raccolti sono <strong>di</strong>ventati anche un’efficace<br />

campagna <strong>di</strong> comunicazione, Garage Story, che ha<br />

vinto il Premio Assorel/Grand Prix International<br />

Events & Relational Strategies 2014 come migliore<br />

campagna <strong>di</strong> Comunicazione Ambientale dell’anno.<br />

E nel 2017, dopo l’entrata in vigore della normativa<br />

dell’uno contro zero (il Decreto Ministeriale 121 del<br />

31 maggio 2016), che consente ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> conferire<br />

gratuitamente in negozio i piccoli <strong>RAEE</strong> senza<br />

alcun obbligo <strong>di</strong> acquisto (possibilità che si è aggiunta<br />

alla già vigente regola dell’uno contro uno) <strong>Ecodom</strong><br />

e Citta<strong>di</strong>nanza attiva commissionano a Ipsos<br />

una nuova indagine per capire a quasi <strong>di</strong>eci anni dalla<br />

nascita <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> come sono cambiati gli italiani<br />

rispetto al tema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />

<strong>Ecodom</strong> stessa, in <strong>di</strong>eci anni ha fatto passi da gigante,<br />

dalle 28.128 tonnellate che gestiva nel 2008, nel<br />

2017 è arrivata a gestirne <strong>10</strong>5.066 tonnellate, più<br />

<strong>di</strong> un terzo del totale nazionale <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> raccolti<br />

(296.1<strong>10</strong>). Primo fra tutti i sistemi collettivi italiani.<br />

Con un impatto in termini <strong>di</strong> CO 2<br />

evitata che è passato<br />

dalle 146.927 tonnellate del 2008 alle 842.184<br />

del 2017.<br />

Dall’indagine, che in qualche modo aggiorna quella<br />

del 2008, emerge che solo 18 italiani su <strong>10</strong>0 sanno<br />

che è possibile conferire gratuitamente i piccoli<br />

apparecchi elettrici ed elettronici <strong>di</strong>smessi presso i<br />

punti ven<strong>di</strong>ta. Meno <strong>di</strong> un intervistato su 4 (18%),<br />

una quota ancora marginale <strong>di</strong> popolazione, riconosce<br />

correttamente i <strong>RAEE</strong>. Due su cinque (40%) ne<br />

hanno solo un’idea approssimativa mentre la maggioranza<br />

relativa (42%) non li conosce affatto.<br />

In merito alle modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione, fortunatamente<br />

prevalgono i comportamenti virtuosi, nel<br />

60% <strong>dei</strong> casi tramite il ricorso alle società <strong>di</strong> igiene<br />

urbana e nel 9% <strong>dei</strong> casi tramite i negozianti, ma le<br />

cattive abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> conferimento pesano ancora il<br />

17%. Queste ultime scendono al <strong>10</strong>% tra coloro che<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 69


70 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

sono informati sui <strong>RAEE</strong>, mentre tra chi non conosce<br />

i <strong>RAEE</strong> l’incidenza <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> conferimento non<br />

corrette è ancora più elevata (22%). Nello specifico,<br />

sono MP3 (45%), spazzolini elettrici (29%), calcolatrici<br />

e cuffie (27%) ad essere <strong>di</strong>smesse in modo non<br />

corretto (principalmente insieme ai rifiuti generici).<br />

I citta<strong>di</strong>ni riconoscono <strong>di</strong> avere le principali responsabilità<br />

degli scarsi risultati <strong>di</strong> raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

(35%). Nell’attribuzione <strong>di</strong> responsabilità seguono<br />

le amministrazioni pubbliche (30%). Chiamato in<br />

causa anche il canale <strong>di</strong>stributivo (13%), seguito dai<br />

produttori <strong>di</strong> apparecchiature elettriche ed elettroniche<br />

(11%).<br />

«La ricerca evidenzia certamente un gap informativo<br />

da colmare nel settore della raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> – spiega<br />

Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia – . Lo<br />

attesta la maggiore <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> comportamenti <strong>di</strong><br />

conferimento virtuosi tra coloro che conoscono questa<br />

tipologia <strong>di</strong> rifiuti e i decreti che ne regolano la<br />

gestione, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> coloro che non li conoscono,<br />

che rappresentano i principali responsabili delle cat-


tive abitu<strong>di</strong>ni ancora <strong>di</strong>ffuse. Gli italiani riconoscono<br />

gran<strong>di</strong> potenzialità al decreto “uno contro zero”<br />

a cui, se sostenuto da campagne <strong>di</strong> comunicazione e<br />

da una maggiore convinzione <strong>dei</strong> riven<strong>di</strong>tori, viene<br />

attribuita la capacità <strong>di</strong> contribuire alla crescita della<br />

raccolta <strong>dei</strong> piccoli <strong>RAEE</strong> ».<br />

«Finalmente una ricerca che ci consente <strong>di</strong> parlare<br />

del tema sulla base <strong>di</strong> dati concreti e non <strong>di</strong> affermazioni<br />

apo<strong>di</strong>ttiche – commenta Davide Rossi, Direttore<br />

Generale Aires-Confcommercio – Mi sembra<br />

che gli Italiani siano stati molto sinceri nelle risposte<br />

in<strong>di</strong>cando nello scarso senso civico <strong>dei</strong> nostri<br />

connazionali e nella inefficiente azione delle amministrazioni<br />

pubbliche le principali responsabilità<br />

<strong>di</strong> una raccolta non sod<strong>di</strong>sfacente. Quello che si<br />

dovrebbe fare è evidente: campagne educative nazionali<br />

promosse a livello ministeriale e intensa attività<br />

sul territorio da parte <strong>dei</strong> Comuni. Per quanto<br />

riguarda i commercianti italiani <strong>di</strong> elettronica stiamo<br />

già facendo più <strong>di</strong> quello che sarebbe ragionevole<br />

pretendere da noi».<br />

In effetti il ruolo <strong>dei</strong> commercianti non solo è importante:<br />

«Io mi ricordo quando nel 20<strong>10</strong> Greenpeace<br />

fece un blitz in tutti i negozi con delle telecamere nascoste<br />

per verificare quanta informazione si facesse<br />

nei negozi e come. E fu una bella azione <strong>di</strong> stimolo<br />

per tutti noi. Ogni giorno noi abbiamo almeno tre<br />

milioni <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> contatto con i consumatori,<br />

sia attraverso i negozi veri e propri sia tramite le<br />

applicazioni web e i social network – precisa ancora<br />

Rossi –. Vuol <strong>di</strong>re che noi, in un anno, abbiamo un<br />

miliardo <strong>di</strong> relazioni. Siamo una macchina <strong>di</strong> comunicazione<br />

importante. Ovviamente il grosso <strong>di</strong> questa<br />

attività è legata al tentativo <strong>di</strong> vendere qualcosa<br />

e non <strong>di</strong> dare messaggi educativi o informativi, però<br />

tutti i nostri siti, virtuali o fisici, hanno uno spazio<br />

de<strong>di</strong>cato ai <strong>RAEE</strong>. Non solo, recentemente abbiamo<br />

anche realizzato un video che gira nei nostri negozi<br />

dove due ragazzi spiegano bene cos’è l’1 contro 0 e<br />

a questo sarà legata anche una campagna <strong>di</strong> comu-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 71


72 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

nicazione più articolata col patrocinio del Ministero<br />

dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare».<br />

«Promuovere una maggiore responsabilità sul tema<br />

è un compito che secondo me spetta a tutti gli attori<br />

– spiega Mauro Cola, presidente <strong>Ecodom</strong> negli anni<br />

2014-2015 – ed <strong>Ecodom</strong> l’ha fatto e lo sta facendo.<br />

Di campagne de<strong>di</strong>cate, ce ne sono state <strong>di</strong>verse. Iniziative<br />

che magari mostravano cosa volesse <strong>di</strong>re avere<br />

un comportamento non corretto verso i <strong>RAEE</strong>. Ricordo<br />

in particolare la campagna “Garage story” che<br />

spiegava perché molti <strong>dei</strong> nostri elettrodomestici<br />

rimanessero abbandonati nelle nostre cantine o nei<br />

nostri garage. Credo comunque che il ruolo principale<br />

debba essere svolto dalle istituzioni attraverso<br />

normative che devono essere molto chiare rispetto<br />

alla gestione e severe nel valutare e nell’in<strong>di</strong>care i<br />

comportamenti non corretti in modo che questi ultimi<br />

possano risultare fortemente penalizzanti».


5. Racconti <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />

Rassegna delle storie e delle campagne <strong>di</strong> successo<br />

<strong>Ecodom</strong>.<br />

Nel corso <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni,<br />

<strong>Ecodom</strong> ha spesso indagato forme<br />

originali <strong>di</strong> comunicazione:<br />

incontri con artisti, campagne<br />

sociali e <strong>di</strong> mobilitazione coi citta<strong>di</strong>ni<br />

stessi.<br />

«Abbiamo sempre cercato <strong>di</strong><br />

dare spunti <strong>di</strong> riflessione – spiega Arienti –, da<br />

quelli più scientifici come la Ricerca “I <strong>RAEE</strong> domestici<br />

generati in Italia” a quella <strong>di</strong> Ambiente<br />

Italia fino a quelle apparentemente più <strong>di</strong>sinvolte<br />

dove si coinvolgeva l’arte, come quella a cui ha<br />

contribuito Michelangelo Pistoletto realizzando<br />

una contaminazione trasversale. Non solo lui ha<br />

realizzato un’opera per noi, ma lo abbiamo portato<br />

a <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> riciclo insieme ai parlamentari!»<br />

I Temp(l) i cambiano<br />

L’operazione “Pistoletto” la spiega bene Piero Moscatelli:<br />

«Nel 2009 abbiamo anche voluto sperimentare<br />

forme alternative per comunicare le opportu-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 73


74 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

nità offerte da una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, non<br />

solo agli addetti ai lavori ma alla collettività intera.<br />

Abbiamo interpellato il mondo dell’arte, l’arte <strong>di</strong><br />

svolta <strong>di</strong> Michelangelo Pistoletto, per la sua capacità<br />

<strong>di</strong> coniugare istanze etiche e sociali. L’arte non si<br />

esaurisce in un atto estetico, può innanzitutto offrire<br />

un nuovo punto <strong>di</strong> vista e contribuire così al bene<br />

comune. Questo ci <strong>di</strong>ce l’opera – I Temp(l)i cambiano<br />

– realizzata per noi da Pistoletto utilizzando i<br />

<strong>RAEE</strong>: con i <strong>RAEE</strong> si può costruire ad<strong>di</strong>rittura un<br />

tempio, un tempio al riciclo; un’opera d’arte che ci<br />

insegna che progresso e sostenibilità sono un binomio<br />

inscin<strong>di</strong>bile. Perché oggi progresso non è sinonimo<br />

<strong>di</strong> consumo ma <strong>di</strong> risparmio, riciclo, conservazione<br />

delle risorse naturali, tutela dell’ambiente».<br />

Michelangelo Pistoletto è un’artista molto noto,<br />

un’esponente della cosiddetta “arte povera”, una<br />

corrente artistica che rifiuta la tra<strong>di</strong>zione e si serve <strong>di</strong><br />

materie prime e materiali “poveri”, quin<strong>di</strong> non il marmo<br />

ma la plastica, il legno, il ferro, persino gli stracci.


L’arte povera si serve<br />

<strong>di</strong> materie prime<br />

e materiali “poveri”,<br />

come anche i rifiuti.<br />

«I tempi cambiano, e con loro i miti – spiega lo stesso<br />

Pistoletto. Oggi il nuovo mito è il riciclo. Siamo in un<br />

momento <strong>di</strong> passaggio tra il mito del progresso e il<br />

mito del riciclo. Tempio - casa - riciclo - tempo - equilibrio<br />

- cambiamento».<br />

E, infatti, la sua opera per <strong>Ecodom</strong> raccoglie i rifiuti<br />

elettrici ed elettronici e innalza un tempio le cui colonne,<br />

per esempio, sono costituite da cestelli d’acciaio<br />

<strong>di</strong> lavatrici. E questo tempio si alza su una base<br />

dondolante, come un’altalena, a simulare il passaggio<br />

<strong>di</strong> stato fra una società tra<strong>di</strong>zionale e una in <strong>di</strong>venire,<br />

dall’età del progresso all’età del riciclo.<br />

L’opera, negli anni, viene esposta un po’ dappertutto<br />

cominciando il suo “viaggio” dal Tempio <strong>di</strong> Adriano<br />

a Roma, nell’ambito <strong>di</strong> Ethical Fashion <strong>di</strong> AltaRomAltaModa<br />

fino a Milano in occasione della terza<br />

e<strong>di</strong>zione del Festival Internazionale dell’Ambiente;<br />

a Catanzaro nel Parco Archeologico <strong>di</strong> Scolacium<br />

nell’ambito del progetto “Il Dna del terzo para<strong>di</strong>so”<br />

per poi tornare a Roma al museo Maxxi, fino Woodstock<br />

in Oxfordshire, al Blenheim Palace, per una<br />

mostra personale del maestro Pistoletto. E solo per<br />

citare alcune delle tappe <strong>di</strong> un’iniziativa che in <strong>di</strong>eci<br />

anni ha continuato a stupire il pubblico e a raccontare<br />

i <strong>RAEE</strong> in una forma originale e affascinante nel<br />

senso pieno del termine.<br />

RIFIUTOPOLI<br />

Arte e <strong>RAEE</strong> si riproporrà per <strong>Ecodom</strong> anche qualche<br />

anno dopo l’esperienza, questa volta si tratta <strong>di</strong><br />

una performance teatrale <strong>di</strong> Cinemovel, sul ciclo illegale<br />

<strong>dei</strong> rifiuti, le ecomafie, e su come i piccoli gesti<br />

quoti<strong>di</strong>ani siano in grado <strong>di</strong> determinare un cambiamento<br />

concreto. Realizzata con il patrocinio <strong>di</strong> Legambiente<br />

e il sostegno <strong>di</strong> Fondazione<br />

Unipolis, “Rifiutopoli. Veleni<br />

e antidoti” è teatro ma anche una<br />

conferenza-spettacolo con Enrico<br />

Fontana e Vito Baroncini alla lavagna<br />

luminosa.<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 75


L’altra faccia <strong>di</strong><br />

Rifiutopoli, esiste grazie<br />

al contributo <strong>dei</strong> nostri<br />

gesti quoti<strong>di</strong>ani.<br />

«Con Rifiutopoli, grazie alla sensibilità artistica <strong>di</strong><br />

Vito Baroncini - spiega Enrico Fontana, attuale <strong>di</strong>rettore<br />

<strong>di</strong> La nuova ecologia e per anni fra i principali<br />

autori del Rapporto sulle ecomafie <strong>di</strong> Legambiente –<br />

cerchiamo <strong>di</strong> raccontare, nella maniera più semplice e<br />

<strong>di</strong>retta possibile, questo “mondo <strong>di</strong> sotto”, fatto dagli<br />

scarti quoti<strong>di</strong>ani <strong>dei</strong> nostri consumi e <strong>di</strong> chi approfitta<br />

della nostra “<strong>di</strong>strazione” per trasformarli in affari<br />

criminali che avvelenano l’ambiente in cui viviamo e<br />

la nostra salute. Ma anche le storie <strong>di</strong> chi ha pagato<br />

con la vita la scelta, coraggiosa, <strong>di</strong> fare il proprio dovere<br />

e la possibilità, concreta, <strong>di</strong> trasformare l’incubo<br />

<strong>di</strong> Rifiutopoli in un sogno, molto meno immaginario<br />

<strong>di</strong> quanto siamo portati a credere:<br />

quello <strong>di</strong> un mondo senza rifiuti».<br />

Rifiutopoli è anche il racconto <strong>di</strong><br />

un’esperienza personale come lo<br />

racconta Fontana: «Ho cominciato<br />

a raccontare il mondo <strong>di</strong> Rifiutopoli<br />

nel 1984 scoprendo che i rifiuti venivano<br />

abbandonati anche nei luoghi più belli, dove<br />

ti aspetti <strong>di</strong> vedere solo le farfalle. E invece ci trovavo<br />

<strong>di</strong> tutto: frigoriferi, lavatrici, macerie, pneumatici<br />

fuori uso che bruciano e avvelenano l’aria. Facessimo<br />

come le farfalle, che i rifiuti organici li trasformano<br />

in “nettare”, il cambiamento sarebbe concreto<br />

e visibile. E sarebbero centinaia le buone storie che si<br />

potrebbero raccontare, perché l’Italia è storicamente<br />

una delle patrie della raccolta, del recupero, del riuso<br />

e del riciclo. È l’altra faccia <strong>di</strong> Rifiutopoli, che esiste<br />

grazie alle nostre scelte, alle nostre responsabilità, al<br />

contributo <strong>dei</strong> nostri gesti quoti<strong>di</strong>ani».<br />

CLEAN UP<br />

Clean Up è stato uno spettacolo <strong>di</strong>dattico ideato dal<br />

giornalista Luca Pagliari per conoscere e spiegare i<br />

<strong>RAEE</strong>, attraverso video e storie, che ha girato l’Italia<br />

fra il 2009 e il 2011 e che dopo l’esor<strong>di</strong>o a Fabriano<br />

ha avuto, fra le varie, una location d’eccellenza all’interno<br />

delle suggestive grotte <strong>di</strong> Frasassi.<br />

76 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


De<strong>di</strong>cato ai ragazzi in modo <strong>di</strong> formare le nuove generazioni<br />

ma anche perché gli studenti sono spesso<br />

testimoni attivi all’interno del nucleo familiare.<br />

Parlano, raccontano le loro esperienze e spesso sono<br />

loro a spiegare la modernità del mondo ai genitori,<br />

come in fatto d’ambiente. Luca Pagliari sul suo sito<br />

ha raccolto alcune delle voci <strong>di</strong> questi ragazzi:<br />

«non sapevo che da un elettrodomestico si potesse<br />

ricavare tanto. Ho la soffitta piena <strong>di</strong> elettrodomestici<br />

che non utilizziamo più. Vedrò <strong>di</strong> informare i<br />

miei genitori su ciò che ho appreso oggi».<br />

E una ragazza: «il primo pensiero che mi viene in<br />

mente in questo momento è che siamo degli ignoranti,<br />

me compresa! perché non sappiamo, non capiamo<br />

che mondo meraviglioso stiamo <strong>di</strong>struggendo<br />

con le nostre mani… ‘pensare pulito per vivere<br />

meglio’ e da oggi sarà così…».<br />

<strong>RAEE</strong>PORTER<br />

«Anche alcune iniziative che sembravano “consumer”<br />

– torna a raccontarci Arienti –, fatte apparen-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 77


Il coinvolgimento<br />

<strong>di</strong> tre emittenti ra<strong>di</strong>o<br />

serviva a parlare<br />

ad un pubblico giovane.<br />

temente per parlare al pubblico, in realtà erano sempre<br />

per sollecitare un po’ <strong>di</strong> attenzione anche nei<br />

decisori istituzionali, quei soggetti che in qualche<br />

modo possono contribuire al miglioramento della<br />

filiera. Cito la più consumer <strong>di</strong> tutte che si chiamava<br />

ma <strong>RAEE</strong>porter durante la quale invitavamo i citta<strong>di</strong>ni<br />

italiani a fotografare i <strong>RAEE</strong> abbandonati. Fotografarli<br />

e segnalarceli, poi noi giravamo le segnalazioni<br />

agli enti competenti, pubblicavamo le foto<br />

su un sito de<strong>di</strong>cato e il premio per il miglior scatto<br />

è stato un viaggio in Ghana a vedere una <strong>di</strong>scarica<br />

<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>, un inferno sulla Terra che restituiva l’urgenza<br />

e l’importanza <strong>di</strong> non lasciare abbandonati<br />

questi oggetti».<br />

In effetti il progetto <strong>RAEE</strong>porter, lanciato nel 2011,<br />

dal punto <strong>di</strong> vista della comunicazione si esprimeva<br />

su più livelli e coinvolgeva per ognuno <strong>di</strong> questi un<br />

target <strong>di</strong>verso. Perché c’era un momento <strong>di</strong> campagna<br />

per trasformare i citta<strong>di</strong>ni in<br />

“<strong>RAEE</strong>porter”, un altro in cui si denunciava<br />

e si mettevano in mostra<br />

le storture generate da una non gestione<br />

<strong>dei</strong> rifiuti o da una gestione<br />

criminale e, infine, si tornava sul<br />

campo promuovendo il vincitore a<br />

<strong>di</strong>ventare <strong>di</strong> nuovo “<strong>RAEE</strong>porter” per documentare<br />

e vivere l’esperienza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scarica africana. Una<br />

app, sviluppata per iOS e Android, consentiva inoltre<br />

<strong>di</strong> inviare informazioni circa la zona e l’oggetto<br />

in questione in modo da creare una sorta <strong>di</strong> mappa<br />

informativa da consultare per la raccolta.<br />

Anche il coinvolgimento <strong>di</strong> partner come Legambiente<br />

e <strong>di</strong> ben tre emittenti come Ra<strong>di</strong>o <strong>10</strong>5, Ra<strong>di</strong>o<br />

Montecarlo e Virgin Ra<strong>di</strong>o, note per parlare ad<br />

un pubblico giovane e molto giovane rende l’idea<br />

dell’ampiezza me<strong>di</strong>atica raggiunta.<br />

GARAGE STORY<br />

Occorre <strong>di</strong>re che nella civiltà dell’immagine una<br />

fotografia può <strong>di</strong>re più <strong>di</strong> cento parole e parlare ri-<br />

78 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


manendo silenziosa. «Nel corso del 2013 – racconta<br />

l’allora presidente del consorzio Alberto Borroni –<br />

<strong>Ecodom</strong> si è fatto promotore <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> incontro<br />

con gli stakeholder istituzionali, offrendo spunti <strong>di</strong><br />

riflessione approfon<strong>di</strong>ti e originali: tra questi, vale<br />

la pena <strong>di</strong> ricordare l’indagine “Garage Story”, con<br />

la quale abbiamo cercato <strong>di</strong> capire per quali ragioni<br />

moltissimi <strong>RAEE</strong> restino inutilizzati nelle nostre<br />

case invece <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>smessi e quin<strong>di</strong> riciclati».<br />

Anche in questo caso la spinta era <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>vulgativo<br />

e conoscitivo: come far parlare i gran<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a<br />

del riciclo degli elettrodomestici?<br />

A sostegno della campagna uno stu<strong>di</strong>o della Doxa<br />

che interpretava le tipologie sociali e antropologiche,<br />

anche con un pizzico <strong>di</strong> ironia, perché venivano<br />

descritti come <strong>di</strong>sinteressati, pigri, oculati, accumulatori,<br />

nostalgici, ecc.<br />

Persone, e personaggi, attraverso i quali era possibile<br />

raccontare la storia <strong>di</strong> un tesoro nascosto nelle cantine<br />

degli italiani. Un tesoretto <strong>di</strong> elettrodomestici<br />

non più funzionanti o abbandonati perché sostituiti<br />

da modelli più nuovi, che attraverso la campagna poteva<br />

essere riscoperto e reinserito nel ciclo produttivo.<br />

In altre parole affidato al circolo virtuoso del<br />

sistema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />

La campagna Garage Story, che ha vinto nel 2014<br />

il Premio Assorel/Grand Prix International Events<br />

& Relational Strategies come migliore campagna <strong>di</strong><br />

Comunicazione Ambientale dell’anno, era per così<br />

<strong>di</strong>re “documentata” dai ritratti fotografici del fotografo<br />

Mario Guerra.<br />

In questa galleria <strong>di</strong> tipi umani al primo posto c’era il<br />

filone <strong>dei</strong> “<strong>di</strong>sinteressati” (circa il 31% del campione),<br />

a cui appartengono anche i “pigri” e i “<strong>di</strong>sinformati”,<br />

ovvero quelli del “come faccio a liberarmene?”, “non<br />

saprei a chi rivolgermi”, “la prossima volta me ne libero”.<br />

Si tratta prevalentemente delle famiglie over 50,<br />

con un livello <strong>di</strong> istruzione basso e che vivono soprattutto<br />

nel sud e nelle isole.<br />

Al secondo posto c’erano “i razionali”, ovvero gli “ac-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 79


80 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

cumulatori”, gli “oculati” e gli “appassionati del faida-te”<br />

(circa il 29%): conservare il vecchio elettrodomestico<br />

si tratta <strong>di</strong> una scelta “ragionata”. Sono<br />

quelli del “non si sa mai, potrebbero sempre servire”,<br />

“meglio uno <strong>di</strong> scorta, anche se non funziona”,<br />

“magari un giorno potrei ripararlo”. Un profilo che<br />

va bene per tutte le fasce <strong>di</strong> età.<br />

Il terzo filone è costituito dagli “emotivi” (circa il<br />

20% del campione) che non si liberano del vecchio<br />

elettrodomestico per “amore”. Nostalgici o idealisti,<br />

sono quelli del “magari un giorno <strong>di</strong>venta un<br />

pezzo <strong>di</strong> design”, “ci sono affezionato”, “gli apparecchi<br />

<strong>di</strong> una volta non esistono più”. Quasi tutti sono<br />

over 50.<br />

Infine c’erano i “polemici” (circa l’11%), quelli del<br />

“per me è faticoso portarli all’isola ecologica, potrebbero<br />

venire a prenderseli”, e i “<strong>di</strong>ffidenti” (circa<br />

il 9%), quelli che <strong>di</strong>cono “non sono convinto, chissà<br />

dove vanno a finire”. Più giovani i polemici, soprattutto<br />

under 35, più gran<strong>di</strong> i <strong>di</strong>ffidenti, over 50.


La mostra fotografica<br />

<strong>di</strong> Mario Guerra<br />

era un viaggio nella<br />

realtà della filiera.<br />

MATERIA-DESIGN ANDATA E RITORNO<br />

La collaborazione fra <strong>Ecodom</strong> e il fotografo Mario<br />

Guerra non si esaurisce solo con Garage Story, ma<br />

Guerra realizza per il consorzio un bellissimo servizio<br />

fotografico, che <strong>di</strong>venterà sia una mostra che un<br />

libro [e alcune delle immagini sono utilizzate anche<br />

in questo volume].<br />

«L’esplorazione possibile con la fotografia è per<br />

me la vera magia: il modo in cui si può decidere <strong>di</strong><br />

guardare come si vuole qualsiasi cosa» spiega Mario<br />

Guerra nel presentare questa opera de<strong>di</strong>cata ai<br />

<strong>RAEE</strong>. «Questo lavoro fotografico – continua – è una<br />

scoperta della materia. Privata <strong>di</strong> ogni sua funzione<br />

e regola, la materia <strong>di</strong>venta se<br />

stessa, prendendo vita in modo<br />

quasi romantico proprio perché si<br />

libera <strong>di</strong> esistere in un altro modo<br />

per un’altra ragione. Il dettaglio<br />

astratto <strong>di</strong> un metallo o <strong>di</strong> un design<br />

vuole anche essere una provocazione<br />

e spingere la riflessione sul valore delle cose. È un<br />

vero viaggio nel piccolo e nell’intimo, alla ricerca <strong>di</strong><br />

un’estetica dell’intrinseco. Quell’estetica che sarebbe<br />

bello se <strong>di</strong>ventasse un viaggio personale <strong>di</strong> ogni<br />

spettatore, in un rapporto intimo con se stesso, dove<br />

un’emotività ritrovata <strong>di</strong>venta l’esaltazione dell’archetipo,<br />

del bello puro che, scuotendo la sensibilità<br />

genera un luogo emotivo dove questa materia vive».<br />

La mostra, come la spiegava il presidente Zocco<br />

Ramazzo nel presentarla nel 2011, era <strong>di</strong> fatto un<br />

viaggio nella realtà della filiera che metteva in evidenza<br />

momenti e luoghi <strong>di</strong>versi. Lo faceva con il suo<br />

linguaggio artistico, per cui all’immagine totale del<br />

lavoro si sostituiva quella spinta del dettaglio, che<br />

aveva l’ulteriore pregio <strong>di</strong> mettere in evidenza la materia<br />

<strong>di</strong> origine, o <strong>di</strong> arrivo, degli stessi <strong>RAEE</strong>.<br />

CRM RECOVERY<br />

CRM RECOVERY è un progetto europeo finalizzato<br />

a recuperare materie prime preziose dai <strong>RAEE</strong>.<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 81


<strong>Ecodom</strong> e Citta<strong>di</strong>nanzattiva<br />

è un binomio<br />

efficace in termini<br />

strategici e <strong>di</strong> visione<br />

per parlare ai citta<strong>di</strong>ni.<br />

<strong>Ecodom</strong> è partner del progetto che contribuisce<br />

alla ricerca europea sulla possibilità <strong>di</strong> recuperare<br />

oro, argento, cobalto, grafite e platino senza doverli<br />

estrarre dalle miniere. Con l’aiuto <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni e<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> un apposito container è stato possibile<br />

sollecitare i milanesi a venire la domenica mattina<br />

a consegnare quei <strong>RAEE</strong> che avevano <strong>di</strong>menticato<br />

troppo a lungo nei cassetti <strong>di</strong> casa o in cantina.<br />

Un modo non solo <strong>di</strong> contribuire ad aumentare la<br />

quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> raccolti ed eliminarli dalle case, ma<br />

anche <strong>di</strong> spiegare a tutti cosa sono, perché è importante<br />

consegnarli in centri <strong>di</strong> raccolta autorizzati e<br />

riciclarli per bene.<br />

LE SCELTE DEL CONSUMATORE<br />

Con questa campagna <strong>Ecodom</strong> è entrata in contatto<br />

e ha collaborato attivamente con il mondo <strong>dei</strong> consumatori<br />

attraverso l’Unione Nazionale Consumatori<br />

e il suo notiziario on-line. Una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione<br />

mirata ad un pubblico spesso già sensibile sui<br />

processi del consumo e che cerca, attraverso l’UNC,<br />

conforto, spiegazione e spesso anche forme <strong>di</strong> protezione.<br />

Aprire uno spazio sul complesso tema <strong>dei</strong><br />

<strong>RAEE</strong> appare perciò come un momento nel quale si<br />

attribuisce alle merci che entrano nelle nostre case<br />

tutti i giorni un valore nuovo e <strong>di</strong>verso, che era già<br />

intrinseco ma del quale a volte non si ha la percezione.<br />

Come d’altronde altre campagne, a cominciare da<br />

Garage Story, hanno insegnato.<br />

Tra<strong>di</strong>zionalmente chi si rivolge alle associazioni <strong>dei</strong><br />

consumatori è attento, se non preoccupato, al momento<br />

dell’acquisto e alla sua tutela come cliente. Il<br />

tema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> estende la sua coscienza come citta<strong>di</strong>no<br />

e lo informa sul significato<br />

completo del ciclo <strong>di</strong> vita <strong>dei</strong> prodotti,<br />

che possono continuare a<br />

vivere e a trasformarsi anche dopo<br />

aver cessato la loro utilità, a patto<br />

che si sappia come smaltirli e a chi<br />

consegnarli.<br />

82 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI:<br />

COME FARE<br />

“Rifiuti elettrici ed elettronici: come fare” è una guida<br />

che <strong>Ecodom</strong> ha realizzato e <strong>di</strong>stribuito insieme<br />

a Citta<strong>di</strong>nanzattiva nel 2017. Un vademecum nel<br />

senso letterale del termine, stampato in migliaia <strong>di</strong><br />

copie ma anche scaricabile dal web.<br />

“Cosa me ne faccio del mio smartphone?”, “E la mia<br />

lavatrice? Adesso che ne compro una nuova che me<br />

ne faccio?”. Domande che per chi è arrivato a questo<br />

punto del libro che ha in mano sembrano scontate,<br />

ma che poi non lo sono, come <strong>di</strong>mostrano gli stu<strong>di</strong><br />

e le ricerche fatte in questi anni. E anche fra quelli<br />

che pensano <strong>di</strong> sapere tutto il rischio è che accada,<br />

per <strong>di</strong>rla con Oscar Wilde, che questo sia tutto quello<br />

che sanno.<br />

<strong>Ecodom</strong> e Citta<strong>di</strong>nanzattiva, inoltre, è un binomio<br />

efficace in termini strategici e <strong>di</strong> visione.<br />

Non a caso il vademecum, che per le sue modalità <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione ha avuto anche vita propria, è stato con-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 83


cepito in una più ampia idea <strong>di</strong> collaborazione fra i<br />

due soggetti.<br />

Dal 2009 <strong>Ecodom</strong> lavora<br />

anche con l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> promuovere<br />

l’inclusione socio-lavorativa<br />

<strong>dei</strong> detenuti.<br />

GLI ITALIANI E I <strong>RAEE</strong>: DALL’UNO CONTRO<br />

UNO ALL’UNO CONTRO ZERO<br />

Il vademecum <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> e Citta<strong>di</strong>nanzattiva potrebbe,<br />

infatti, essere inteso anche come l’avatar<br />

che consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere ancora <strong>di</strong> più i contenuti<br />

<strong>di</strong> questo road-show informativo che i due hanno<br />

realizzato nel corso del 2017. Un viaggio che ha<br />

attraversato l’Italia per incontrare citta<strong>di</strong>ni, stakeholder,<br />

pubbliche amministrazioni e imprese per<br />

presentare i risultati dell’indagine<br />

Ipsos sugli Italiani e i <strong>RAEE</strong>, partita<br />

dalla presa <strong>di</strong> coscienza che<br />

solo 18 italiani su <strong>10</strong>0 sapevano<br />

che fosse possibile conferire gratis<br />

i piccoli <strong>RAEE</strong> <strong>di</strong>smessi presso<br />

i punti ven<strong>di</strong>ta.<br />

«L’attività della nostra associazione<br />

– spiega Antonio Gau<strong>di</strong>oso, Segretario Generale<br />

<strong>di</strong> Citta<strong>di</strong>nanzattiva – ha l’obiettivo <strong>di</strong> favorire<br />

un nuovo approccio <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni nella fruizione<br />

<strong>dei</strong> servizi pubblici locali, che preveda un pieno e<br />

consapevole coinvolgimento per la tutela <strong>dei</strong> loro<br />

<strong>di</strong>ritti e la cura <strong>dei</strong> beni comuni. A far la <strong>di</strong>fferenza,<br />

sono anche la capacità degli amministratori <strong>di</strong><br />

implementare nei territori politiche nazionali e<br />

obiettivi europei, gli investimenti in infrastrutture<br />

de<strong>di</strong>cate, a partire da una più capillare presenza <strong>di</strong><br />

specifici centri <strong>di</strong> raccolta, ma anche la capacità <strong>di</strong><br />

fare rete tra i vari soggetti della filiera <strong>di</strong>rettamente<br />

interessati con le amministrazioni pubbliche e le<br />

organizzazioni civiche».<br />

<strong>RAEE</strong> IN CARCERE<br />

Questa iniziativa ha un percorso tutto suo. Dal 2009<br />

<strong>Ecodom</strong> collabora al progetto “<strong>RAEE</strong> in carcere”, con<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere l’inclusione socio-lavorativa<br />

<strong>dei</strong> detenuti delle carceri <strong>di</strong> Bologna e Ferrara,<br />

84 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


includendoli in un processo <strong>di</strong> professionalizzazione<br />

e favorendo il loro reinserimento nella vita sociale e<br />

nella legalità.<br />

«È un progetto che ricordo con affetto – spiega Paolo<br />

Zocco Ramazzo, presidente <strong>Ecodom</strong> fra il 2011 e<br />

il 2013 – perché in qualche modo ha coinvolto tutti<br />

noi. Discutevamo <strong>di</strong> cose molto pratiche per permettere<br />

a queste persone un domani <strong>di</strong> potersi reinserire».<br />

In base alle opportunità intercettate nel settore<br />

<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, si legge nella descrizione dell’iniziativa,<br />

si è progettato <strong>di</strong> realizzare una parte del processo<br />

<strong>di</strong> trattamento-smontaggio <strong>dei</strong> rifiuti provenienti<br />

dalle isole ecologiche e successivamente inviati agli<br />

impianti <strong>di</strong> trattamento rifiuti. Il 25 ottobre 2007<br />

(quando ancora i Consorzi non erano operativi) è stato<br />

sottoscritto a Bologna un “Accordo Quadro Territoriale<br />

per lo sviluppo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> pretrattamento<br />

<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> all’interno (e all’esterno) delle Case Circondariali”.<br />

Dal 2009 sono attivi i 3 laboratori produttivi<br />

a Bologna, Forlì, Ferrara. Con questa iniziativa non si<br />

sono solo create le con<strong>di</strong>zioni logistiche per l’attività<br />

<strong>dei</strong> laboratori, ma si sono consolidati gli accor<strong>di</strong> con il<br />

principale partner strategico e operativo, HERA Spa,<br />

la multiutility <strong>dei</strong> Servizi pubblici regionali che si occupa<br />

<strong>di</strong> ambiente energia e smaltimento rifiuti.<br />

STORIE DI ECONOMIA CIRCOLARE<br />

“Storie <strong>di</strong> economia circolare” è l’iniziativa più recente<br />

della storia <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, almeno fino al compimento<br />

del decimo anno.<br />

È un progetto molto ricco e molto interessante, che<br />

fotografa la cronaca positiva <strong>di</strong> oggi proiettandola<br />

nel futuro (e infatti ne parleremo anche nel prossimo<br />

capitolo).<br />

Il sistema me<strong>di</strong>atico vive, da sempre, della rappresentazione<br />

del conflitto. La cronaca nera, il crimine,<br />

il malaffare, la corruzione e l’inquinamento occupano<br />

quasi completamente tutto lo spazio <strong>dei</strong> palinsesti<br />

della televisione come in quelli del web o della<br />

carta stampata main stream. Invece molto <strong>di</strong> buono<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 85


86 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

accade. Persone che hanno idee che fanno bene a sé e<br />

all’ambiente. Imprese che costruiscono business laddove<br />

prima c’era stato sfruttamento e inquinamento<br />

sociale e ambientale. Creazione <strong>di</strong> nuovi posti <strong>di</strong><br />

lavoro e <strong>di</strong> nuove professionalità. Ma se è vero che i<br />

me<strong>di</strong>a non ne parlano, è anche vero che queste storie<br />

sono <strong>di</strong>fficili da scovare proprio perché meno sotto<br />

la luce <strong>dei</strong> riflettori.<br />

L’idea che è alla base <strong>di</strong> “Storie <strong>di</strong> economia circolare”<br />

in fondo è tutta qua e, come si <strong>di</strong>ce, è “tanta roba”: un<br />

Atlante web che censisce e racconta le esperienze <strong>di</strong><br />

Economia Circolare in Italia; un concorso a premi annuale<br />

per videomaker, fotografi, giornalisti e scrittori.<br />

Realizzata da <strong>Ecodom</strong> con il Centro <strong>di</strong> Documentazione<br />

sui Conflitti Ambientali, Poliedra, A Sud,<br />

Fondazione Ecosistemi, Banca Etica e ZONA, con<br />

il patrocinio del Ministero dell’ambiente, offre una<br />

piattaforma georeferenziata con un ricco panorama<br />

<strong>di</strong> imprese che hanno fatto della sostenibilità,<br />

e dell’economia circolare, la propria mission. E il<br />

concorso serve a favorire il <strong>di</strong>battito, a fare sì che i<br />

professionisti e gli appassionati della comunicazione<br />

(giornalisti, fotografi, scrittori, ecc.) siano stimolati<br />

a rappresentare questa parte reattiva e, perché no?,<br />

rivoluzionaria della società. Quelli che stanno costruendo<br />

una nuova economia basata su un nuovo<br />

patto fra uomo e natura.<br />

Ai tempi <strong>di</strong> Charles Darwin non esisteva ancora la<br />

parola ecologia, per definire questo rapporto fra le<br />

creature viventi e l’ambiente lo scienziato inglese<br />

usava l’espressione <strong>di</strong> “economia della natura”. Dove<br />

i rifiuti non esistono, perché nella circolarità delle<br />

risorse, tutto ciò che non serve a qualcuno, <strong>di</strong>venta<br />

utile per qualcun altro.<br />

Come i <strong>RAEE</strong> che, se gestiti adeguatamente, possono<br />

<strong>di</strong>ventare nuova risorsa per il futuro.


6. Economie del futuro prossimo<br />

Green, share o circular? Modelli e prospettive per<br />

il futuro.<br />

Un tempo andavano <strong>di</strong> moda i futurologi.<br />

Più che scienziati erano<br />

opinionisti arguti che spiegavano<br />

come sarebbe stato il futuro. Oggi<br />

all’Università <strong>di</strong> Trento esiste un<br />

Master <strong>di</strong> secondo livello in previsione<br />

sociale ma non forma “futurologi”,<br />

quanto stu<strong>di</strong>osi capaci <strong>di</strong> tracciare scenari.<br />

È molto <strong>di</strong>verso.<br />

Anche la questione ambientale a livello globale deve<br />

confrontarsi con gli scenari. Sappiamo, per esempio,<br />

che lo scenario definito “business as usual”, “affari<br />

come al solito” ovvero tiriamo a campare come abbiamo<br />

sempre fatto, con gli stessi trend <strong>di</strong> consumo,<br />

le stesse abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>ssipative, gli stessi sili <strong>di</strong> vita,<br />

ecco, in questo modo, biologi, economisti, climatologi<br />

e ogni altra categoria professionale della ricerca<br />

ha scritto e detto che il futuro non sarà roseo e che la<br />

fine della nostra società è <strong>di</strong>etro l’angolo.<br />

Gli scenari servono a dare un senso ai trend che arrivano<br />

dal passato, a capire come certi percorsi po-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 87


88 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

tranno impattare sul futuro. L’uso in<strong>di</strong>scriminato<br />

delle fonti fossili, prevalentemente petrolio e carbone,<br />

ma anche il gas naturale, continuerà a produrre<br />

una quantità tale <strong>di</strong> CO 2<br />

da compromettere l’equilibrio<br />

climatico per sempre.<br />

Nel 2005 l’Unep, il Programma per l’ambiente delle<br />

nazioni unite, presentò il Millennium Ecosystem<br />

Assessment Report. Il MEA era un progetto <strong>di</strong> ricerca<br />

internazionale sviluppato con l’obiettivo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

lo stato degli ecosistemi globali, valutare le<br />

conseguenze <strong>dei</strong> cambiamenti in essi sul benessere<br />

umano e fornire una valida base scientifica per la<br />

formulazione <strong>di</strong> azioni necessarie alla conservazione<br />

e all’uso sostenibile degli stessi. 1.360 esperti avevano<br />

dato il loro contributo tracciando non solo, appunto,<br />

lo stato <strong>di</strong> salute del Pianeta, ma in<strong>di</strong>viduando<br />

<strong>di</strong>versi scenari possibili per il futuro al 2050. Dei<br />

quattro in<strong>di</strong>viduati l’unico capace <strong>di</strong> portare concreti<br />

benefici era quello del “mosaico adattativo” (“adaptive<br />

mosaic”). In altre parole, per sopravvivere ai<br />

danni provocati da uno stile <strong>di</strong> vita insostenibile, nel


L’invecchiamento <strong>di</strong> alcune<br />

tecnologie è sicuramente<br />

un elemento legato alla<br />

crisi ambientale.<br />

prossimo futuro non ci potrà essere una soluzione,<br />

unica e valida ad ogni latitu<strong>di</strong>ne. No. Ogni regione<br />

del pianeta, ogni singola nazione, dovrà declinare<br />

lo sforzo verso la sostenibilità seguendo l’attitu<strong>di</strong>ne<br />

del proprio territorio, sia in termini <strong>di</strong> risorse naturali,<br />

<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità, ma anche <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> capacità<br />

economica.<br />

Consentire ai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> inquinare<br />

un po’ <strong>di</strong> più rispetto alle nazioni industrializzate,<br />

che invece dovranno contenere i proprio consumi, è<br />

non solo inevitabile ma necessario. Anche se paradossalmente<br />

è proprio un paese in grande espansione<br />

come la Cina a porsi più <strong>di</strong> altri il problema della<br />

sostenibilità delle sue città e delle sue industrie che,<br />

non senza contrad<strong>di</strong>zioni al suo interno, continuano<br />

a crescere demograficamente ed economicamente.<br />

Si <strong>di</strong>ceva un tempo “ma cosa succederà quando dovremmo<br />

dar un’auto a tutto il terzo mondo?”. Ecco<br />

il “quando” è arrivato e la risposta, l’unica possibile,<br />

è migliorare tutti quanti la nostra efficienza e inventare<br />

nuove tecnologie. E anche in questo caso non è<br />

una fatalità il fatto che sempre la Cina sia il maggiore<br />

mercato in espansione dell’auto elettrica.<br />

Nessuno ha voglia <strong>di</strong> rinunciare alle conquiste portateci<br />

da tre, quasi quattro secoli <strong>di</strong> rivoluzione industriale,<br />

ma allo stesso tempo è sempre più urgente<br />

un cambiamento <strong>di</strong> marcia.<br />

La crisi economica in Italia e in altri Paesi ha fatto<br />

segnare un calo delle emissioni <strong>dei</strong> gas serra ma,<br />

giustamente fanno notare gli scienziati, non si tratta<br />

tanto dello sforzo <strong>di</strong> contenere la produzione <strong>di</strong><br />

inquinanti, quanto alla riduzione <strong>dei</strong> consumi comportata<br />

dalla crisi stessa. Eppure sarebbe ingeneroso<br />

non dare a Cesare quel che è <strong>di</strong> Cesare, ovvero riconoscere<br />

che almeno in parte strumenti<br />

come il Protocollo <strong>di</strong> Kyoto<br />

sul clima non hanno portato affatto<br />

benefici. Forse meno <strong>di</strong> quanti<br />

sarebbero stati necessari. Ma altri<br />

strumenti, come il protocollo <strong>di</strong><br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 89


90 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

Montreal sul buco nell’ozono hanno invece pienamente<br />

centrato l’obiettivo. La messa al bando <strong>dei</strong><br />

CFC contenuti nei vecchi frigoriferi è un successo <strong>di</strong><br />

Montreal.<br />

L’invecchiamento <strong>di</strong> alcune tecnologie è sicuramente<br />

un elemento legato alla crisi ambientale. La necessità<br />

<strong>di</strong> avere elettrodomestici con un maggiore ren<strong>di</strong>mento<br />

energetico, ovvero che consumino meno, è<br />

una conseguenza più o meno <strong>di</strong>retta del Protocollo<br />

<strong>di</strong> Kyoto. Così come le lampa<strong>di</strong>ne al led, ecc. Consumare<br />

meno energia significa produrre meno CO 2<br />

ma<br />

anche, in tempo <strong>di</strong> crisi, incidere sulle bollette delle<br />

famiglie.<br />

Persino i televisori e monitor a led, che hanno mandato<br />

in soffitta, anzi ai centri <strong>di</strong> trattamento <strong>RAEE</strong>,<br />

milioni <strong>di</strong> vecchi strumenti a tubo cato<strong>di</strong>co, non solo<br />

sono più belli <strong>di</strong> quelli vecchi e ingombranti, ma consumano<br />

meno.<br />

I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> climatizzazione, le lavatrici… non c’è<br />

tecnologia dentro le nostre case che non abbia cambiato<br />

i suoi consumi, rendendo obsoleto tutto quello<br />

che avevamo nel giro <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> un decennio. L’etichetta<br />

energetica ha insegnato cosa è una “Classe A”<br />

e ha reso più desiderabili gli elettrodomestici meno<br />

energivori.<br />

«Ed è del tutto normale che fra cinque o <strong>di</strong>eci anni<br />

ci saranno <strong>dei</strong> prodotti che sono estremamente più<br />

convenienti al consumatore in termini <strong>di</strong> risparmio<br />

energetico – spiega Davide Rossi, Direttore Generale<br />

Aires-Confcommercio – . Per i consumatori è normale<br />

<strong>di</strong> conseguenza pensare che presto arriverà qualcosa<br />

<strong>di</strong> più performante, <strong>di</strong> così più bello e più sod<strong>di</strong>sfacente<br />

che non è più nemmeno importante che<br />

il vecchio elettrodomestico sia ancora funzionante o<br />

meno». Non si aspetta che il vecchio muoia, ma si<br />

sceglie il nuovo perché è migliore e rende obsoleti<br />

i modelli precedenti nello spazio <strong>di</strong> pochi anni. E<br />

obsoleto non significa fuori moda come un paio <strong>di</strong><br />

scarpe vecchie, ma obsoleto nel senso <strong>di</strong> prestazioni<br />

inferiori.


Questo è un tema più facile da verificare nell’elettronica<br />

<strong>di</strong> consumo, dove dai cellulari ai computer<br />

la tecnologia e le sue prestazioni invecchiano da un<br />

anno all’altro.<br />

« Nella telefonia, per esempio – continua Rossi – il<br />

consumatore sa benissimo che si stuferà del telefono<br />

che ha dopo un po’ <strong>di</strong> anni perché ne arriverà uno<br />

talmente superiore come utilizzabilità e funzioni<br />

che non ci sarà bisogno che si guasti il vecchio. Lo<br />

vorrà cambiare semplicemente perché vuole prestazioni<br />

superiori. In altre parole, il consumatore acquista<br />

un prodotto Top <strong>di</strong> gamma sapendo che fra un<br />

po’ <strong>di</strong> anni ci sarà un Top <strong>di</strong> gamma così superiore<br />

che non gli interessa neanche più se il vecchio funzionerà<br />

o meno».<br />

Come <strong>di</strong>re che anche il <strong>di</strong>battito sull’obsolescenza<br />

programmata degli oggetti, che sarebbero progettati<br />

per durare poco, in qualche modo viene messo<br />

da parte da uno sviluppo tecnologico che consente<br />

al consumatore <strong>di</strong> acquistare un prodotto nuovo<br />

prima ancora che il vecchio giunga a fine vita per il<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 91


“Storie <strong>di</strong> economia<br />

circolare” è uno strumento<br />

utile per essere nel<br />

centro <strong>di</strong> una tematica<br />

che <strong>di</strong>venterà fondamentale<br />

per l’Europa.<br />

semplice fatto che il nuovo è migliore per definizione<br />

e <strong>di</strong> fatto.<br />

E il servizio dell’uno contro uno, ovvero la possibilità<br />

<strong>di</strong> consegnare al negozio il vecchio <strong>RAEE</strong> quando se<br />

ne acquista uno nuovo <strong>di</strong>venta una strategia vincente<br />

per evitare l’accumulo in casa o lo smaltimento irregolare<br />

<strong>di</strong> vecchi televisori, cucine o anche cellulari.<br />

E se invece <strong>di</strong> comprarli i nuovi elettrodomestici o<br />

altre apparecchiature elettriche ed elettroniche, le<br />

prendessimo a noleggio? Così quando ci stufiamo<br />

o esce il modello nuovo basta farseli cambiare? Per<br />

altro in questo modo il rapporto col produttore, e <strong>di</strong><br />

conseguenza coi consorzi <strong>di</strong> cui esso stesso è parte,<br />

non verrebbe mai meno. La filiera,<br />

<strong>di</strong>ciamo, sarebbe perfettamente<br />

circolare.<br />

«Oggi la questione ambientale<br />

è <strong>di</strong>ventata estremamente<br />

importante – sottolinea Maurizio<br />

Bernar<strong>di</strong>, attuale presidente <strong>di</strong><br />

<strong>Ecodom</strong> – anche se devo <strong>di</strong>re che in<br />

Italia, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri Paesi dove<br />

pure ho vissuto, non vedo ancora una sensibilità ed un<br />

interesse adeguati all’urgenza del tema. Sicuramente<br />

un cambiamento culturale è già in corso soprattutto<br />

tra le nuove generazioni, tuttavia richiede del tempo<br />

per manifestarsi a pieno. Sotto questo punto <strong>di</strong><br />

vista soggetti come <strong>Ecodom</strong> possono svolgere il<br />

ruolo <strong>di</strong> facilitatori del cambiamento, favorendo una<br />

maggiore sensibilità ambientale attraverso il proprio<br />

operato ed il proprio esempio. Sperando ovviamente<br />

che questo esempio virtuoso possa poi innescare un<br />

processo <strong>di</strong> imitazione».<br />

«Sul tema dell’economia circolare, ad esempio,<br />

<strong>Ecodom</strong> sta <strong>di</strong>ventando sempre più un punto <strong>di</strong><br />

riferimento a livello nazionale. Su questa tematica <strong>di</strong><br />

importanza fondamentale per il nostro sistema Paese,<br />

il consorzio sta infatti portando avanti iniziative<br />

concrete che vanno dallo stimolare il <strong>di</strong>battito al<br />

supportare progetti sperimentali» aggiunge Bernar<strong>di</strong><br />

92 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


iferendosi alla campagna “Storie <strong>di</strong> economia<br />

circolare”, attraverso la quale è stata data voce alle<br />

eccellenze italiane.<br />

L’esempio <strong>di</strong> “Storie <strong>di</strong> economia circolare”, <strong>di</strong> cui si<br />

è accennato nel precedente capitolo. Realizzato da<br />

<strong>Ecodom</strong> insieme al Centro <strong>di</strong> documentazione sui<br />

conflitti ambientali, il CDCA, il progetto ha messo<br />

a <strong>di</strong>sposizione, tramite il web, un vero e proprio Atlante<br />

delle imprese più innovative dell’economia circolare.<br />

«Tutto questo serve a fare un lavoro, per noi<br />

in<strong>di</strong>spensabile, <strong>di</strong> tipo culturale – spiega Marica Di<br />

Pierri, presidente del CDCA. Necessario, riprendendo<br />

la categoria della desiderabilità sociale, per rendere<br />

evidente alle persone e quin<strong>di</strong> ai “consumatori”<br />

che è possibile praticare economia in maniera sana,<br />

quin<strong>di</strong> rispettando l’ambiente valorizzando i territori,<br />

tutelando i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> chi lavora. L’Atlante è pensato<br />

per questo, per essere uno strumento user friendly<br />

attraverso il quale puoi scoprire se ci sono ad esempio<br />

attorno a te delle realtà che fanno economia in<br />

questa maniera. È strutturato in 13 categorie, dall’agroalimentare<br />

all’arredamento, dal tessile ai servizi,<br />

ecc. Il nostro è un contributo utile per costruire degli<br />

strumenti <strong>di</strong> educazione al consumo ma utile anche<br />

alle imprese per massimizzare la compatibilità della<br />

loro filiera perché potrebbero trovare sull’Atlante <strong>dei</strong><br />

fornitori, ad esempio <strong>di</strong> materia prima seconda, che<br />

possono aiutarli ad espandere il loro ciclo produttivo<br />

verso una circolarità sempre maggiore».<br />

La strategia per un’economia circolare è ormai politica<br />

anche per l’Unione europea che con una serie <strong>di</strong><br />

atti la sta recependo nel proprio or<strong>di</strong>namento e in<br />

quello <strong>dei</strong> Paesi membri.<br />

Ma la circolarità può fondersi anche con il concetto<br />

<strong>di</strong> share economy. La cosa a cui oggi siamo più abituati<br />

forse sono le auto che possiamo “noleggiare”<br />

per pochi minuti nelle città a costi davvero concorrenziali<br />

con altre forme <strong>di</strong> trasporto pubblico come i<br />

taxi e senza gli oneri (assicurazione, bollo, pagamen-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 93


94 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

to del parcheggio…) dell’auto privata. Il carsharing<br />

che solo pochi anni fa non si sapeva neppure pronunciare<br />

è oggi una delle forme <strong>di</strong> mobilità pubblico/privata<br />

più <strong>di</strong> successo. Così come il bikesharing<br />

con le biciclette.<br />

Allora, forse, parlare anche <strong>di</strong> elettrodomestici a noleggio<br />

potrebbe <strong>di</strong>ventare meno eretico <strong>di</strong> quanto<br />

pensavamo. Anzi.<br />

«C’è un progetto – racconta Bernar<strong>di</strong> – a cui ha partecipato<br />

anche il Gruppo Bosch insieme ad <strong>Ecodom</strong><br />

sul tema, appunto, dell’economia circolare, in cui il<br />

prodotto non viene più venduto al consumatore, ma<br />

viene dato in noleggio con tutta una serie <strong>di</strong> servizi,<br />

secondo un modello <strong>di</strong> business <strong>di</strong>verso dal tra<strong>di</strong>zionale;<br />

questo per far sì che alla fine del periodo<br />

stabilito contrattualmente il prodotto possa essere<br />

recuperato dal produttore, riportato in fabbrica e<br />

preparato per essere riutilizzato».<br />

«La share economy applicata ai <strong>RAEE</strong> dovrebbe<br />

cambiare un po’ il modello organizzativo <strong>dei</strong> Consorzi<br />

anche in relazione ai prodotti <strong>di</strong> vecchio tipo


La share economy<br />

applicata ai <strong>RAEE</strong><br />

dovrebbe cambiare il<br />

modello organizzativo<br />

<strong>dei</strong> Consorzi.<br />

come gli elettrodomestici – spiega Silvano Falocco,<br />

economista ambientale –. L’attuale modalità oggi<br />

prevede un conferimento del vecchio, per esempio,<br />

frigorifero <strong>di</strong>rettamente al negozio dove acquistiamo<br />

il nuovo. <strong>Ecodom</strong> gestisce tutta la parte che fa<br />

sì che poi il prodotto arrivi fino ai centri <strong>di</strong> trattamento.<br />

Ma se aumentasse il numero delle persone<br />

che praticano la share economy anche per questi<br />

prodotti, o aggregati urbani che vivono in un regime<br />

<strong>di</strong> co-housing o <strong>di</strong> elettrodomestici con<strong>di</strong>visi,<br />

il quadro potrebbe cambiare. Negozi e centri <strong>di</strong><br />

trattamento potrebbero avere ruoli completamente<br />

<strong>di</strong>versi, ma sono prospettive ancora molto lontane<br />

su cui però bisogna cominciare a porsi domande e<br />

prevedere scenari».<br />

Che l’industria cambi e sia destinata a cambiare è<br />

nell’or<strong>di</strong>ne delle cose. Nell’immaginario collettivo risiede<br />

l’idea che il futuro sarà <strong>di</strong>verso ma che l’attuale<br />

è solo un’estensione del passato <strong>di</strong> cui percepiamo<br />

poco o niente la trasformazione avvenuta. Salvo,<br />

certo, lamentarci in ogni epoca e latitu<strong>di</strong>ne che ai<br />

tempi <strong>dei</strong> nostri padri “era tutta un’altra cosa”.<br />

In realtà le cose non solo stanno cambiando molto<br />

velocemente ma sono già cambiate.<br />

Economia circolare e share economy partecipano ad<br />

un’evoluzione sostenibile dell’economia, <strong>dei</strong> processi<br />

produttivi e della società verso la sostenibilità già da<br />

parecchi anni.<br />

È almeno dalla seconda metà del primo decennio del<br />

nuovo millennio che abbiamo imparato a familiarizzare<br />

con l’espressione “green economy”, che già conteneva<br />

i principi <strong>di</strong> circolarità e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. Certo,<br />

non esiste un unico modello <strong>di</strong> economia verde,<br />

rispettosa della sostenibilità. Ce ne<br />

sono versioni spintamene più liberiste<br />

e altre più volte al sociale, anche<br />

se la barra del timone richiama<br />

sempre il principio espresso per la<br />

prima volta nel Rapporto Bruntland<br />

nel 1987 secondo il quale<br />

“non può esserci giustizia ambien-<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 95


96 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />

tale senza giustizia sociale”.<br />

Oggi, in Italia, secondo i dati <strong>di</strong> Unioncamere, le<br />

imprese green sono più <strong>di</strong> un quarto del totale delle<br />

PMI. Nel 2017 le aziende italiane dell’industria e<br />

<strong>dei</strong> servizi che dal 2011 hanno investito o stavano<br />

facendolo in tecnologie green per ridurre l’impatto<br />

ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni<br />

<strong>di</strong> CO 2<br />

erano 355mila, 27,1% del totale. Una<br />

quota che sale al 33,8% nell’industria manifatturiera,<br />

dove l’orientamento green si conferma un volano<br />

strategico per il made in Italy in termini <strong>di</strong> maggiore<br />

competitività, crescita delle esportazioni, fatturati e<br />

occupazione.<br />

Sono numeri che, a <strong>di</strong>spetto della crisi generale, raccontano<br />

un paese reattivo e che confermano le tantissime<br />

testimonianze che sono raccolte nell’Atlante<br />

dell’economia circolare.<br />

Ma anche se <strong>Ecodom</strong> è leader del settore, essendo il<br />

sistema collettivo che gestisce circa un terzo <strong>di</strong> tutto<br />

il volume <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> raccolti in Italia, una parte ancora<br />

più grande sfugge totalmente. Nei primi mesi<br />

del 2018, nei pressi <strong>di</strong> Roma, è stata rinvenuta una<br />

<strong>di</strong>scarica, una specie <strong>di</strong> cimitero monumentale <strong>di</strong>


Solo nel corso del 2017<br />

<strong>Ecodom</strong> può vantare <strong>di</strong><br />

aver gestito oltre <strong>10</strong>5<br />

mila tonnellate <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />

frigoriferi. Ancora oggi, nelle gran<strong>di</strong> città, nei parchi<br />

naturali, negli angoli più impensabili non è impossibile<br />

imbattersi in un elettrodomestico, in un vecchio<br />

computer, lampade abbandonati lì da qualcuno.<br />

Da un lato quin<strong>di</strong> esiste una filiera che funziona, con<br />

anche il Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> che fa da arbitro,<br />

dall’altro, a <strong>di</strong>eci anni dal calcio d’inizio della<br />

partita, il fenomeno del cosiddetto mercato parallelo,<br />

della <strong>di</strong>scarica abusiva, del furbo <strong>di</strong> troppo e del<br />

falso tonto continuano a non gestire, o gestire male,<br />

centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> rifiuti elettrici<br />

ed elettronici, mettendo a rischio l’ambiente e facendo<br />

perdere in termini economici tutto il valore delle<br />

materie prime seconde che quegli stessi “rifiuti” potrebbero<br />

offrire alla catena del valore. E un ritardo<br />

costante e perpetuato negli anni nell’applicazione<br />

delle normative.<br />

Immaginiamo cosa sarebbe se l’efficienza <strong>Ecodom</strong><br />

fosse estesa a tutto il settore.<br />

Solo nel corso del 2017 il consorzio può vantare <strong>di</strong><br />

aver gestito <strong>10</strong>5.066 tonnellate <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>: una cifra<br />

importante pari al peso <strong>di</strong> 231 Freccia Rossa <strong>10</strong>00<br />

da 8 carrozze, oppure <strong>di</strong> 291 Airbus A380. La gran<br />

parte <strong>dei</strong> materiali (61,7%) erano lavatrici, asciugatrici,<br />

lavastoviglie, forni, cappe, stufe elettriche,<br />

boiler, microonde (raggrupamento R2) e il restante<br />

(37,5%) frigoriferi, congelatori, gran<strong>di</strong> elettrodomestici<br />

per la refrigerazione, la conservazione e il deposito<br />

<strong>di</strong> alimenti (raggruppamento R1).<br />

Che in <strong>di</strong>eci anni significa una massa totale, in peso,<br />

<strong>di</strong> 765.256 tonnellate.<br />

E se da un frigorifero in me<strong>di</strong>a si estraggono 28 kg <strong>di</strong><br />

ferro, 6 kg <strong>di</strong> plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio,<br />

dalle oltre centomila tonnellate <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> del 2017,<br />

<strong>Ecodom</strong> ha ricavato 63.802.000<br />

kg <strong>di</strong> ferro, pari a 182 tettoie della<br />

Galleria Vittorio Emanuele <strong>di</strong><br />

Milano, 2.007.000 kg <strong>di</strong> alluminio,<br />

pari a 2 milioni <strong>di</strong> caffettiere,<br />

2.064.000 kg <strong>di</strong> rame pari a 2.321<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 97


La <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> dati<br />

trasparenti, tracciabili e<br />

facilmente interpretabili<br />

è segno <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong><br />

un lavoro <strong>di</strong> qualità.<br />

km <strong>di</strong> cavo <strong>di</strong> rame delle ferrovie e <strong>10</strong>.718.000 kg <strong>di</strong><br />

plastica, pari a 29 milioni <strong>di</strong> cestini da ufficio.<br />

Un lavoro immenso se si pensa a tutta l’attività che<br />

serve per renderlo ambientalmente sostenibile, economicamente<br />

remunerativo e affinché siano rispettati<br />

tutti i parametri <strong>di</strong> qualità e sicurezza, anche in<br />

maniera più estesa <strong>di</strong> quanto non prevedano le norme<br />

specifiche.<br />

La qualità, se ne è già parlato altrove in questo libro,<br />

è un elemento <strong>di</strong>stintivo della storia <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, ma<br />

la qualità è anche il leitmotiv delle economie sostenibili,<br />

perché è l’unico strumento a <strong>di</strong>sposizione per<br />

far sì che dallo slogan si passi alla pratica della sostenibilità.<br />

«Noi abbiamo un’immagine e un brand da proteggere<br />

– spiega Bernar<strong>di</strong> – anche a nome degli altri<br />

consorziati». Già, perché l’etica della qualità si lega a<br />

quella della responsabilità.<br />

I citta<strong>di</strong>ni hanno sempre maggiori<br />

strumenti <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> verifica.<br />

In una indagine <strong>di</strong> qualche<br />

tempo fa promossa da Unioncamere<br />

si rilevava come gli italiani<br />

ritenessero le imprese non solo responsabili<br />

ma capaci <strong>di</strong> guidare la<br />

trasformazione della società verso<br />

una maggiore sostenibilità più delle istituzioni. Una<br />

frase che usò la stampa al tempo era che gli italiani<br />

votavano attraverso il carrello della spesa.<br />

La preoccupazione <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nel creare lungo questi<br />

<strong>di</strong>eci anni una filiera <strong>di</strong> qualità ben rappresenta<br />

la giusta risposta delle imprese a questo tipo <strong>di</strong> sensibilità,<br />

ma anche <strong>di</strong> richiesta da parte del pubblico.<br />

Nell’indagine che <strong>Ecodom</strong> attraverso Fondazione<br />

Ecosistemi ha condotto presso i suoi stakeholder<br />

emerge una ulteriore conferma a tutto ciò: «Anche<br />

per quanto riguarda la cre<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> gli stakeholder<br />

hanno risposto in maniera molto positiva<br />

parlando <strong>di</strong> dati trasparenti, tracciabili e accurati, <strong>di</strong><br />

dati validati e affidabili e facilmente interpretabili.<br />

Interessante il fatto che qualcuno ha detto <strong>di</strong> utiliz-<br />

98 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


zare i dati <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> per il suo lavoro, quin<strong>di</strong> come<br />

parametri <strong>di</strong> riferimento»..<br />

E ancora: «La <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> dati trasparenti, tracciabili<br />

e facilmente interpretabili è sicuramente segno<br />

<strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> qualità teso al raggiungimento<br />

<strong>di</strong> elevati standard ambientali».<br />

E gli stakeholder a cui è stato chiesto <strong>di</strong> esprimersi<br />

in merito al ruolo del Consorzio nel processo <strong>di</strong><br />

transizione all’economia circolare non hanno potuto<br />

che confermarlo: «<strong>Ecodom</strong> da sicuramente il suo<br />

contributo all’economia circolare per il compito che<br />

svolge».<br />

«La comunicazione e la promozione dello “storytelling”,<br />

la raccolta e la <strong>di</strong>ffusione delle buone pratiche<br />

sono un contributo utile allo sviluppo dell’economia<br />

circolare in Italia».<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 99


7. L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> in numeri<br />

Quantità raccolte per Regione nei <strong>10</strong> anni (valori sistema <strong>RAEE</strong> CdC)<br />

<strong>RAEE</strong> gestiti dall’intero<br />

sistema (ton)<br />

Abruzzo<br />

Basilicata<br />

Calabria<br />

Campania<br />

Emilia Romagna<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Lazio<br />

Liguria<br />

Lombar<strong>di</strong>a<br />

Marche<br />

Molise<br />

Piemonte<br />

Puglia<br />

Sardegna<br />

Sicilia<br />

Toscana<br />

Trentino Alto A<strong>di</strong>ge<br />

Umbria<br />

Valle d'Aosta<br />

Veneto<br />

2008<br />

682<br />

2<strong>10</strong><br />

715<br />

2.073<br />

4.333<br />

2.987<br />

3.<strong>10</strong>7<br />

919<br />

16.629<br />

2.426<br />

128<br />

7.745<br />

1.<strong>10</strong>8<br />

2.552<br />

629<br />

4.791<br />

2.920<br />

2.200<br />

185<br />

9.374<br />

2009<br />

2.160<br />

755<br />

3.783<br />

11.221<br />

23.048<br />

6.4<strong>10</strong><br />

12.652<br />

4.211<br />

37.864<br />

5.180<br />

494<br />

21.027<br />

4.631<br />

9.018<br />

4.113<br />

13.391<br />

6.553<br />

5.240<br />

442<br />

20.841<br />

20<strong>10</strong><br />

2.693<br />

1.150<br />

5.059<br />

15.155<br />

26.722<br />

8.149<br />

16.540<br />

6.978<br />

47.<strong>10</strong>2<br />

6.147<br />

650<br />

23.746<br />

6.654<br />

9.636<br />

11.083<br />

17.169<br />

7.113<br />

6.452<br />

571<br />

26.582<br />

2011<br />

2.935<br />

1.182<br />

4.732<br />

15.707<br />

28.524<br />

8.116<br />

14.242<br />

9.365<br />

50.406<br />

7.002<br />

684<br />

22.962<br />

7.783<br />

9.518<br />

15.<strong>10</strong>6<br />

20.164<br />

7.234<br />

4.670<br />

952<br />

28.806<br />

2012<br />

3.774<br />

1.298<br />

4.550<br />

14.745<br />

23.195<br />

6.975<br />

14.399<br />

8.732<br />

45.814<br />

7.823<br />

759<br />

18.403<br />

8.979<br />

8.260<br />

13.650<br />

20.582<br />

7.015<br />

4.600<br />

1.050<br />

23.362<br />

2013<br />

3.830<br />

2.274<br />

3.406<br />

13.762<br />

21.786<br />

6.712<br />

13.664<br />

8.123<br />

46.499<br />

7.393<br />

792<br />

17.748<br />

7.809<br />

8.590<br />

<strong>10</strong>.954<br />

19.849<br />

6.979<br />

3.885<br />

1.048<br />

20.828<br />

TOTALE<br />

65.713<br />

193.034<br />

245.351<br />

260.090<br />

237.965<br />

225.931<br />

<strong>10</strong>0 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


2014<br />

3.970<br />

1.530<br />

3.397<br />

14.776<br />

21.918<br />

7.234<br />

15.366<br />

7.955<br />

49.016<br />

7.147<br />

752<br />

18.345<br />

7.986<br />

8.956<br />

9.050<br />

20.278<br />

7.151<br />

3.950<br />

1.003<br />

21.937<br />

231.717<br />

2015<br />

4.479<br />

1.533<br />

5.435<br />

14.604<br />

23.707<br />

7.327<br />

17.184<br />

8.406<br />

51.971<br />

7.239<br />

983<br />

20.073<br />

8.409<br />

9.703<br />

11.278<br />

21.267<br />

7.183<br />

4.199<br />

1.058<br />

23.216<br />

249.254<br />

2016<br />

4.962<br />

1.961<br />

6.891<br />

17.701<br />

28.621<br />

7.949<br />

21.026<br />

8.988<br />

55.641<br />

7.928<br />

2.479<br />

21.673<br />

9.772<br />

11.<strong>10</strong>8<br />

13.706<br />

23.955<br />

7.325<br />

4.757<br />

1.164<br />

25.468<br />

283.075<br />

2017<br />

5.392<br />

2.0<strong>10</strong><br />

7.682<br />

16.670<br />

32.252<br />

8.147<br />

23.134<br />

9.255<br />

57.650<br />

7.796<br />

2.044<br />

22.772<br />

<strong>10</strong>.982<br />

11.626<br />

13.996<br />

24.956<br />

7.695<br />

4.845<br />

1.261<br />

26.<strong>10</strong>9<br />

296.274<br />

Dieci anni <strong>di</strong> attività possono essere<br />

raccontati in molti mo<strong>di</strong>.<br />

Nelle pagine precedenti ne abbiamo<br />

tracciato un percorso<br />

attraverso la voce <strong>di</strong> alcuni <strong>dei</strong> protagonisti,<br />

abbiamo letto e sintetizzato i tanti<br />

documenti prodotti nel corso del tempo.<br />

Persino le immagini ci hanno reso possibile<br />

entrare in un centro <strong>di</strong> trattamento o<br />

vedere le opere <strong>di</strong> artisti come Pistoletto o<br />

Guerra che hanno prestato il loro talento<br />

per raccontare la storia <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> attraverso<br />

l’interpretazione artistica.<br />

I grafici e i numeri <strong>di</strong> queste ultime pagine<br />

sono invece il resoconto essenziale <strong>dei</strong><br />

risultati raggiunti da <strong>Ecodom</strong> in <strong>10</strong> anni:<br />

più <strong>di</strong> 7 milioni <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO 2<br />

equivalente<br />

evitate, 880 milioni <strong>di</strong> kWh risparmiati,<br />

765 milioni <strong>di</strong> chilogrammi <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />

gestiti.<br />

Il confronto fra quanto gestito da <strong>Ecodom</strong><br />

e quanto da tutto il resto <strong>dei</strong> sistemi collettivi<br />

restituisce, inoltre, il grande lavoro<br />

fatto in questi anni. Nelle pagine precedenti<br />

ne abbiamo raccontato gli aspetti<br />

"qualitativi", qui quelli quantitativi.<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>1


Quantità raccolte per Regione nei <strong>10</strong> anni (valori <strong>Ecodom</strong>)<br />

<strong>RAEE</strong> gestiti<br />

da <strong>Ecodom</strong> (ton)<br />

Abruzzo<br />

Basilicata<br />

Calabria<br />

Campania<br />

Emilia Romagna<br />

Friuli Venezia Giulia<br />

Lazio<br />

Liguria<br />

Lombar<strong>di</strong>a<br />

Marche<br />

Molise<br />

Piemonte<br />

Puglia<br />

Sardegna<br />

Sicilia<br />

Toscana<br />

Trentino Alto A<strong>di</strong>ge<br />

Umbria<br />

Valle d'Aosta<br />

Veneto<br />

2008<br />

415<br />

149<br />

556<br />

1.009<br />

1.480<br />

1.355<br />

1.187<br />

463<br />

5.835<br />

961<br />

84<br />

4.090<br />

587<br />

1.300<br />

335<br />

2.<strong>10</strong>2<br />

1.236<br />

1.230<br />

0<br />

3.754<br />

2009<br />

1.061<br />

270<br />

2.265<br />

4.359<br />

8.820<br />

1.672<br />

3.132<br />

1.618<br />

11.874<br />

1.772<br />

201<br />

9.184<br />

1.902<br />

2.940<br />

2.292<br />

5.785<br />

1.948<br />

2.516<br />

0<br />

6.708<br />

20<strong>10</strong><br />

1.151<br />

360<br />

2.851<br />

4.564<br />

9.346<br />

1.635<br />

3.665<br />

2.603<br />

12.051<br />

1.914<br />

208<br />

8.678<br />

2.471<br />

3.308<br />

6.243<br />

7.500<br />

2.189<br />

2.889<br />

35<br />

8.285<br />

2011<br />

1.355<br />

257<br />

2.852<br />

4.614<br />

9.227<br />

978<br />

3.158<br />

3.587<br />

13.477<br />

1.955<br />

<strong>10</strong>6<br />

8.218<br />

2.923<br />

3.298<br />

9.984<br />

7.772<br />

1.963<br />

1.845<br />

200<br />

8.980<br />

2012<br />

1.286<br />

286<br />

2.400<br />

3.707<br />

6.840<br />

1.056<br />

3.995<br />

2.982<br />

12.304<br />

1.612<br />

63<br />

5.369<br />

2.628<br />

2.954<br />

6.954<br />

6.614<br />

1.845<br />

1.337<br />

328<br />

7.393<br />

2013<br />

1.222<br />

270<br />

1.773<br />

3.118<br />

7.161<br />

1.561<br />

3.663<br />

3.287<br />

13.960<br />

1.753<br />

151<br />

5.546<br />

2.006<br />

3.<strong>10</strong>5<br />

4.868<br />

7.193<br />

2.033<br />

1.154<br />

383<br />

6.748<br />

TOTALE<br />

28.128<br />

70.320<br />

81.946<br />

86.749<br />

71.953<br />

70.955<br />

<strong>10</strong>2 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


2014<br />

1.054<br />

279<br />

1.472<br />

4.502<br />

7.401<br />

1.830<br />

4.120<br />

3.175<br />

15.827<br />

1.901<br />

138<br />

5.889<br />

1.929<br />

3.447<br />

4.067<br />

7.775<br />

2.128<br />

1.<strong>10</strong>8<br />

379<br />

7.564<br />

2015<br />

1.283<br />

297<br />

1.856<br />

3.582<br />

7.645<br />

1.740<br />

4.908<br />

3.381<br />

16.653<br />

1.896<br />

168<br />

6.830<br />

2.291<br />

3.432<br />

3.563<br />

7.231<br />

2.076<br />

1.250<br />

420<br />

7.763<br />

2016<br />

1.494<br />

555<br />

2.496<br />

4.053<br />

<strong>10</strong>.075<br />

2.284<br />

6.544<br />

3.458<br />

19.517<br />

2.403<br />

1.208<br />

7.905<br />

2.827<br />

4.202<br />

5.458<br />

8.902<br />

2.211<br />

1.618<br />

506<br />

8.173<br />

2017<br />

1.320<br />

504<br />

2.319<br />

4.899<br />

13.281<br />

2.556<br />

8.732<br />

3.339<br />

20.146<br />

2.348<br />

1.065<br />

8.141<br />

2.795<br />

4.468<br />

6.541<br />

9.776<br />

2.221<br />

1.580<br />

536<br />

8.499<br />

Nel corso <strong>dei</strong> <strong>10</strong> anni le quantità<br />

<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> raccolte sono<br />

andate progressivamente<br />

crescendo. La “crisi” vissuta<br />

fra il 2012 e il 2013 è stata attraversata<br />

e superata anche grazie ai <strong>di</strong>versi<br />

meccanismi <strong>di</strong> compensazione, <strong>di</strong><br />

“fair trade”, che <strong>Ecodom</strong> ha messo in<br />

atto per calmierare il mercato e far sopravvivere<br />

gli operatori del settore garantendo<br />

loro entrate certe anche nei<br />

perio<strong>di</strong>, come questo, <strong>di</strong> magra.<br />

Lo sforzo <strong>di</strong> raccolta poi ha ripreso a<br />

crescere e, nel 2017, ha superato le<br />

centomila tonnellate gestite da <strong>Ecodom</strong>.<br />

I dati in queste pagine sono tutti elaborati<br />

da <strong>Ecodom</strong> 2018 e tengono<br />

conto <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> Rapporti <strong>di</strong> sostenibilità,<br />

incluso quello relativo al<br />

2017.<br />

75.985<br />

78.265<br />

95.889<br />

<strong>10</strong>5.066<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>3


EE<br />

ara,<br />

ei<br />

a-<br />

o-<br />

ta<br />

re<br />

el<br />

LA CATENA DEI <strong>RAEE</strong><br />

Rapporto <strong>di</strong><br />

Sostenibilità 2016<br />

Il processo <strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> coinvolge <strong>di</strong>versi attori: i citta<strong>di</strong>ni, gli enti locali,<br />

i negozianti e i Sistemi Collettivi, con i loro fornitori (società <strong>di</strong> trasporto<br />

e impianti <strong>di</strong> trattamento). Come in ogni “catena”, anche in quella <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> è<br />

Il ciclo necessario <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> che ogni “anello” svolga in modo adeguato il proprio compito.<br />

consegna alle<br />

isole ecologiche<br />

"uno contro uno"<br />

"uno contro zero"<br />

CITTADINI<br />

19<br />

ISOLE ECOLOGICHE<br />

Punti <strong>di</strong> Prelievo (enti locali)<br />

DISTRIBUTORI<br />

(market)<br />

LUOGHI DI<br />

RAGGRUPPAMENTO<br />

z-<br />

-<br />

i-<br />

so<br />

n<br />

r-<br />

ti,<br />

i-<br />

te<br />

ECODOM<br />

E I SUOI FORNITORI<br />

TRASPORTO<br />

TRATTAMENTO<br />

TRASPORTO<br />

delle frazioni in uscita<br />

VALORIZZAZIONE<br />

energetica<br />

RICICLO<br />

<strong>di</strong> materiale<br />

SMALTIMENTO TERMICO<br />

E DISCARICA<br />

REINSERIMENTO<br />

delle materie prime seconde nel ciclo produttivo<br />

<strong>10</strong>4 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


te degli stakeholder coinvolge molti attori dell'economia circolare: in primo luogo, le imprese - i Produttori<br />

gistica, gli impianti <strong>di</strong> trattamento e i <strong>di</strong>stributori attivi nella raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>; poi le istituzioni nazionali<br />

e dall'ANCI), le aziende che gestiscono la raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> per conto degli Enti Locali, nonché i soggetti che<br />

Sistemi Collettivi (come il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> e il WEEE Forum), progetti sociali, associazioni<br />

ruito, anche per realizzare il suo Atlante dell'Economia Circolare, importanti rapporti <strong>di</strong> collaborazione e<br />

ria ambientale e nel settore <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> (G4-24).<br />

proposto dalle linee guida AA<strong>10</strong>00SES, in base alla loro capacità<br />

se alla loro esposizione agli impatti generati (G4-25).<br />

La mappa degli Stakeholder<br />

Figura 1<br />

MAPPA DEGLI STAKEHOLDER<br />

Relazioni contrattuali Relazioni istituzionali Relazioni volontarie<br />

LEGISLATORI<br />

NAZIONALI<br />

ENTI LOCALI<br />

ORGANIZZAZIONI<br />

INTERNAZIONALI<br />

PRODUTTORI<br />

DI AEE<br />

DISTRIBUTORI<br />

CENTRI DI RICERCA<br />

MONDO<br />

ACCADEMICO E<br />

CONSULENTI<br />

ECODOM<br />

PROGETTI SOCIALI<br />

ORGANISMI DI<br />

CONTROLLO<br />

ASSOCIAZIONI<br />

AMBIENTALISTE E DEI<br />

CONSUMATORI<br />

CENTRO DI<br />

COORDINAMENTO<br />

<strong>RAEE</strong><br />

FORNITORI DI<br />

LOGISTICA E<br />

TRATTAMENTO<br />

CITTADINI<br />

ALTRI SISTEMI<br />

COLLETTIVI<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>5


Andamento quantità raccolte sistema <strong>RAEE</strong> CdC nei <strong>10</strong> anni<br />

(migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

<strong>10</strong>0<br />

50<br />

0<br />

2008 2009 20<strong>10</strong> 2011 2012 2013 2014 2015 2016<br />

2017<br />

Ripartizione <strong>RAEE</strong> gestiti in Italia nei <strong>10</strong> anni - sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong><br />

(migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

<strong>10</strong>0<br />

50<br />

0<br />

2008 2009 20<strong>10</strong> 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017<br />

<strong>Ecodom</strong><br />

Altri Sistemi Collettivi<br />

<strong>10</strong>6 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> R1 gestite dal sistema <strong>RAEE</strong> formale in Italia nei <strong>10</strong> anni -<br />

sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong> (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

2008 2017<br />

<strong>Ecodom</strong> Altri SC<br />

Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> R2 gestite dal sistema <strong>RAEE</strong> formale in Italia nei <strong>10</strong> anni -<br />

sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong> (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

2008 2017<br />

<strong>Ecodom</strong> Altri SC<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>7


Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> per ripartizione geografica in Italia nei <strong>10</strong> anni<br />

- sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong><br />

<strong>RAEE</strong> gestiti dall'intero sistema <strong>RAEE</strong> CdC (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

<strong>10</strong>0<br />

SUD<br />

CENTRO<br />

NORD<br />

50<br />

0<br />

2008 2017<br />

<strong>RAEE</strong> gestiti da <strong>Ecodom</strong> (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />

120<br />

<strong>10</strong>0<br />

80<br />

60<br />

40<br />

SUD<br />

CENTRO<br />

NORD<br />

20<br />

0<br />

2008<br />

2017<br />

<strong>10</strong>8 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> per ripartizione geografica in Italia nei <strong>10</strong> anni (R1 e R2) -<br />

sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong><br />

R1 gestiti dall'intero sistema <strong>RAEE</strong> CdC (ton)<br />

ANNO<br />

NORD<br />

CENTRO<br />

SUD<br />

TOTALE<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

15.231<br />

32.465<br />

34.333<br />

34.211<br />

31.978<br />

31.777<br />

33.176<br />

35.838<br />

37.083<br />

39.058<br />

5.098<br />

11.447<br />

12.980<br />

12.471<br />

12.426<br />

12.251<br />

12.825<br />

13.670<br />

15.091<br />

15.908<br />

3.7<strong>10</strong><br />

13.050<br />

18.869<br />

21.750<br />

19.499<br />

18.131<br />

18.023<br />

20.907<br />

23.985<br />

25.482<br />

24.039<br />

56.962<br />

66.182<br />

68.432<br />

63.903<br />

62.159<br />

64.024<br />

70.415<br />

76.159<br />

80.448<br />

R1 gestiti da <strong>Ecodom</strong> (ton)<br />

ANNO<br />

NORD<br />

CENTRO<br />

SUD<br />

TOTALE<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

11.358<br />

22.145<br />

21.387<br />

20.902<br />

17.823<br />

18.356<br />

18.514<br />

18.746<br />

19.066<br />

18.836<br />

3.801<br />

7.637<br />

8.<strong>10</strong>1<br />

6.891<br />

6.231<br />

6.511<br />

6.672<br />

6.266<br />

7.211<br />

8.155<br />

2.767<br />

8.268<br />

11.550<br />

14.265<br />

11.877<br />

<strong>10</strong>.066<br />

9.965<br />

9.673<br />

11.329<br />

12.358<br />

17.926<br />

38.050<br />

41.037<br />

42.058<br />

35.931<br />

34.933<br />

35.151<br />

34.685<br />

37.606<br />

39.349<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>9


R2 gestiti dall'intero sistema <strong>RAEE</strong> CdC (ton)<br />

ANNO<br />

NORD<br />

CENTRO<br />

SUD<br />

TOTALE<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

9.084<br />

28.025<br />

34.346<br />

38.985<br />

33.797<br />

34.614<br />

36.091<br />

42.063<br />

53.298<br />

58.745<br />

2.208<br />

7.897<br />

11.095<br />

11.281<br />

11.634<br />

11.446<br />

11.912<br />

14.357<br />

18.902<br />

20.805<br />

2.245<br />

<strong>10</strong>.676<br />

14.490<br />

15.866<br />

12.278<br />

<strong>10</strong>.096<br />

9.946<br />

12.348<br />

17.948<br />

17.223<br />

13.536<br />

46.598<br />

59.931<br />

66.132<br />

57.709<br />

56.156<br />

57.949<br />

68.768<br />

90.148<br />

96.773<br />

R2 gestiti da <strong>Ecodom</strong> (ton)<br />

ANNO<br />

NORD<br />

CENTRO<br />

SUD<br />

TOTALE<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

6.749<br />

19.354<br />

23.130<br />

25.536<br />

20.046<br />

21.959<br />

25.282<br />

27.319<br />

34.491<br />

39.341<br />

1.640<br />

5.420<br />

7.725<br />

7.764<br />

7.281<br />

7.176<br />

8.126<br />

8.897<br />

12.062<br />

14.<strong>10</strong>6<br />

1.668<br />

6.952<br />

9.557<br />

11.098<br />

8.363<br />

6.399<br />

6.855<br />

6.724<br />

<strong>10</strong>.830<br />

11.367<br />

<strong>10</strong>.057<br />

31.726<br />

40.412<br />

44.398<br />

35.690<br />

35.534<br />

40.263<br />

42.940<br />

57.383<br />

64.814<br />

1<strong>10</strong> - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> pro-capite gestita da <strong>Ecodom</strong> nei <strong>10</strong> anni (R1 e R2)<br />

quantità pro capite<br />

gestita da <strong>Ecodom</strong><br />

(kg/abitante)<br />

ANNO<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

R1<br />

0,30<br />

1,20<br />

1,30<br />

1,30<br />

1,20<br />

1,<strong>10</strong><br />

1,<strong>10</strong><br />

1,24<br />

1,32<br />

1,59<br />

R2<br />

0,20<br />

1,00<br />

1,20<br />

1,40<br />

1,<strong>10</strong><br />

1,00<br />

1,<strong>10</strong><br />

1,30<br />

1,69<br />

1,83<br />

Punti <strong>di</strong> prelievo gestiti da <strong>Ecodom</strong> per area geografica nei <strong>10</strong> anni<br />

Punti <strong>di</strong> Prelievo gestiti da <strong>Ecodom</strong> (numero)<br />

ANNO<br />

NORD<br />

CENTRO<br />

SUD<br />

TOTALE<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

2.913<br />

2.973<br />

2.984<br />

2.570<br />

2.453<br />

2.800<br />

2.712<br />

2.512<br />

2.807<br />

2.589<br />

484<br />

505<br />

530<br />

491<br />

507<br />

648<br />

631<br />

581<br />

698<br />

647<br />

435<br />

547<br />

684<br />

599<br />

673<br />

829<br />

880<br />

824<br />

1.053<br />

1.062<br />

3.832<br />

4.025<br />

4.198<br />

3.660<br />

3.633<br />

4.277<br />

4.223<br />

3.917<br />

4.558<br />

4.298<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 111


Ripartizione geografica Punti <strong>di</strong> Prelievo<br />

62%<br />

15%<br />

R1<br />

23%<br />

59%<br />

15%<br />

R2<br />

26%<br />

112 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Attività <strong>di</strong> recupero e riciclaggio<br />

Quantità avviate al riciclo<br />

nei <strong>10</strong> anni (ton)<br />

Quantità avviate a recupero<br />

nei <strong>10</strong> anni (ton)<br />

ANNO<br />

Quantità<br />

riciclate<br />

ANNO<br />

Quantità avviate<br />

a recupero<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

24.411<br />

60.696<br />

71.376<br />

74.349<br />

62.068<br />

62.282<br />

66.872<br />

68.716<br />

84.206<br />

93.142<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

24.721<br />

61.489<br />

72.518<br />

76.177<br />

64.223<br />

65.776<br />

70.604<br />

72.600<br />

88.550<br />

97.587<br />

TOTALE<br />

668.118<br />

TOTALE<br />

694.245<br />

Quantità riciclate per raggruppamento (ton)<br />

ANNO<br />

Quantità<br />

riciclate R1<br />

Quantità<br />

riciclate R2<br />

Quantità<br />

riciclate R3<br />

Quantità<br />

riciclate R4<br />

Quantità<br />

riciclate R5<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

14.825<br />

31.772<br />

34.348<br />

34.656<br />

29.607<br />

28.959<br />

29.070<br />

28.893<br />

31.175<br />

32.798<br />

9.454<br />

28.426<br />

36.573<br />

39.425<br />

32.157<br />

32.869<br />

37.324<br />

39.247<br />

52.219<br />

59.519<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

60<br />

76<br />

47<br />

43<br />

133<br />

498<br />

455<br />

268<br />

304<br />

453<br />

419<br />

501<br />

766<br />

780<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

-<br />

2<br />

TOTALE<br />

296.<strong>10</strong>3<br />

367.212<br />

225<br />

4.575<br />

2<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 113


Beneficio ambientale complessivo<br />

ANNO<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

Beneficio<br />

<strong>di</strong> emissioni<br />

(t CO 2<br />

eq)<br />

146.927<br />

595.541<br />

828.635<br />

897.111<br />

766.178<br />

745.037<br />

750.199<br />

8<strong>10</strong>.469<br />

805.869<br />

842.184<br />

Beneficio<br />

energetico<br />

(kWh)<br />

37.751.765<br />

87.557.272<br />

98.2<strong>10</strong>.924<br />

<strong>10</strong>1.983.651<br />

85.899.011<br />

84.523.784<br />

88.088.134<br />

89.305.556<br />

96.735.833<br />

112.252.442<br />

Beneficio derivante dalla corretta<br />

gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> da<br />

parte <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nei <strong>10</strong> anni -<br />

CO₂ non immesse in atmosfera.<br />

Beneficio derivante dalla corretta<br />

gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> da<br />

parte <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nei <strong>10</strong> anni<br />

- kWh <strong>di</strong> energia elettrica risparmiati.<br />

TOTALE<br />

7.188.150<br />

882.308.372<br />

Potenziale risparmio <strong>di</strong> emissioni ed energetico se il modello <strong>Ecodom</strong><br />

fosse applicato a tutti i <strong>RAEE</strong> generati in Italia<br />

Potenziale risparmio <strong>di</strong> emissioni (t CO 2<br />

eq)<br />

15.492.332<br />

Potenziale risparmio energetico (kWh)<br />

3.047.783.028<br />

114 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


Principali impatti economici in<strong>di</strong>retti nei <strong>10</strong> anni (valori in euro)<br />

ANNO<br />

Diminuizione<br />

oneri<br />

Ammodernamento<br />

Centri <strong>di</strong> Raccolta<br />

Premi <strong>di</strong> efficienza<br />

ai Luoghi<br />

<strong>di</strong> Raggruppamento<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

2012<br />

2013<br />

2014<br />

2015<br />

2016<br />

2017<br />

19.047.700<br />

20.559.604<br />

20.653.089<br />

13.495.883<br />

<strong>10</strong>.959.8<strong>10</strong><br />

8.690.331<br />

7.795.852<br />

7.950.420<br />

9.340.398<br />

7.690.295<br />

480.113<br />

1.396.878<br />

2.128.721<br />

2.190.789<br />

1.688.600<br />

2.279.753<br />

2.566.974<br />

3.296.404<br />

3.881.134<br />

4.274.385<br />

-<br />

-<br />

133.250<br />

2<strong>10</strong>.000<br />

285.900<br />

559.794<br />

715.390<br />

1.190.873<br />

2.024.664<br />

2.635.413<br />

<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 115


<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> risultati <strong>Ecodom</strong> in cifre<br />

INDICATORE<br />

Unità<br />

<strong>di</strong> misura<br />

2008<br />

2009<br />

20<strong>10</strong><br />

2011<br />

Imprese consorziate<br />

n.<br />

41<br />

35<br />

35<br />

34<br />

Fornitori<br />

n.<br />

28<br />

28<br />

28<br />

56<br />

Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> gestite<br />

ton.<br />

28.128<br />

70.320<br />

81.946<br />

86.749<br />

Quota <strong>di</strong> mercato R1<br />

%<br />

73,03%<br />

63,43%<br />

61,27%<br />

59,80%<br />

Quota <strong>di</strong> mercato R2<br />

%<br />

72,22%<br />

67,27%<br />

67,26%<br />

65,88%<br />

Quantità <strong>di</strong> materie<br />

prime seconde riciclate<br />

ton<br />

24.411<br />

60.696<br />

71.376<br />

74.349<br />

Emissioni <strong>di</strong> CO 2<br />

evitate<br />

tCO 2<br />

eq<br />

146.927<br />

595.541<br />

828.635<br />

897.111<br />

Energia risparmiata<br />

kWh<br />

37.751.765<br />

87.557.272<br />

98.2<strong>10</strong>.924<br />

<strong>10</strong>1.983.651<br />

Livello <strong>di</strong> servizio<br />

(puntualità trasporti)<br />

%<br />

95,50%<br />

98,40%<br />

99,70%<br />

99,90%<br />

Ore <strong>di</strong> formazione<br />

h<br />

1.056<br />

142<br />

116<br />

898<br />

Dipendenti<br />

n.<br />

12<br />

13<br />

15<br />

14<br />

Il poeta argentino Jorge Luis Borges in un celebre scritto sosteneva l'impossibilità<br />

<strong>di</strong> creare una mappa geografica abbastanza fedele da corrispondere alla realtà. Una<br />

carta del genere avrebbe dovuto essere grande quanto il territorio che rappresentava,<br />

in scala 1:1. Quin<strong>di</strong> inutilizzabile. Compito <strong>di</strong> una mappa è quella <strong>di</strong> offrirci una<br />

serie <strong>di</strong> simboli che ci aiutino a orientarci. Anche nel nostro caso non serve conoscere la<br />

destinazione <strong>di</strong> ogni singola materia riciclata ottenuta a partire dai nostri <strong>RAEE</strong>, ma per<br />

concludere il nostro racconto è importante sapere le tappe fondamentali. I numeri e i<br />

principali risultati raggiunti come quelli illustrati da questa tabella.<br />

116 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>


<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 117<br />

2012<br />

34<br />

45<br />

71.953<br />

56,91%<br />

63,67%<br />

62.068<br />

766.178<br />

85.899.011<br />

99,90%<br />

907<br />

14<br />

2013<br />

34<br />

48<br />

70.955<br />

58,73%<br />

66,47%<br />

62.282<br />

745.037<br />

84.523.784<br />

99,98%<br />

707<br />

16<br />

2014<br />

34<br />

56<br />

75.985<br />

52,35%<br />

66,45%<br />

66.872<br />

750.199<br />

88.088.134<br />

99,96%<br />

628<br />

16<br />

2015<br />

29<br />

48<br />

78.265<br />

49,93%<br />

64,07%<br />

68.716<br />

8<strong>10</strong>.469<br />

89.305.556<br />

99,87%<br />

671<br />

16<br />

2016<br />

27<br />

46<br />

95.889<br />

50,34%<br />

65,43%<br />

84.206<br />

805.869<br />

96.735.833<br />

99,91%<br />

326<br />

18<br />

2017<br />

30<br />

42<br />

<strong>10</strong>5.066<br />

44,04%<br />

63,86%<br />

93.142<br />

842.184<br />

112.252.442<br />

99,86%<br />

694<br />

21<br />

TOTALE<br />

-<br />

-<br />

765.256<br />

-<br />

-<br />

668.118<br />

7.188.150<br />

882.308.372<br />

-<br />

6.145<br />

-


IL LIBRO<br />

<strong>RAEE</strong> significa “Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche”.<br />

La loro gestione da parte <strong>dei</strong> Sistemi Collettivi è iniziata per<br />

legge solo nel gennaio del 2008. <strong>Ecodom</strong> è stato il protagonista più<br />

importante <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni, non solo per la quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />

trattati ma anche per le numerose iniziative <strong>di</strong> sensibilizzazione degli<br />

stakeholder e per il continuo miglioramento della qualità operativa.<br />

Questo libro è un viaggio-inchiesta fra i protagonisti <strong>di</strong> questi<br />

<strong>di</strong>eci anni, che hanno rappresentato un punto <strong>di</strong> svolta nella gestione<br />

del mondo <strong>dei</strong> rifiuti e che per questo abbiamo voluto chiamare<br />

“L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>”.<br />

L’AUTORE<br />

Marco Gisotti, giornalista e <strong>di</strong>vulgatore, ha scritto con Tessa Gelisio<br />

“Guida ai green jobs”, il primo manuale sui lavori ver<strong>di</strong> in Italia, ed<br />

è fra gli autori del rapporto annuale “GreenItaly” <strong>di</strong> Unioncamere e<br />

fondazione Symbola. È autore e conduttore presso “Wikira<strong>di</strong>o” su<br />

Ra<strong>di</strong>o3 Rai, dove si occupa <strong>di</strong> scienza e ambiente.<br />

È docente, come cultore della materia, all’Università <strong>di</strong> Tor Vergata<br />

nel corso Teorie e linguaggi della comunicazione scientifica. Ha fondato<br />

ed è <strong>di</strong>rettore scientifico dell’agenzia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e comunicazione<br />

ambientale Green Factor.<br />

ECODOM<br />

<strong>Ecodom</strong> - Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici<br />

- è il Sistema Collettivo nazionale che gestisce, senza fini <strong>di</strong> lucro, il<br />

trasporto e il trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Costituito base volontaria dai<br />

principali produttori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> elettrodomestici, cappe e scalda-acqua<br />

operanti nel mercato italiano, <strong>Ecodom</strong> ha l’obiettivo fondamentale<br />

<strong>di</strong> evitare la <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> sostanze inquinanti nell’ambiente e massimizzare<br />

il recupero <strong>dei</strong> materiali da reinserire nel ciclo produttivo.<br />

www.ecodom.it

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