L'Era dei RAEE - 10 Anni di Ecodom
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Marco Gisotti<br />
L’ERA DEI<br />
<strong>RAEE</strong><br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>
Marco Gisotti<br />
L’ERA DEI<br />
<strong>RAEE</strong><br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong><br />
Finito <strong>di</strong> stampare nel mese <strong>di</strong> maggio 2018 presso Geca<br />
Industrie Grafiche - San Giuliano Milanese (MI).<br />
Progetto grafico, e<strong>di</strong>ting e impaginazione: Carla Cassiano<br />
e Luca Salici per Round Robin E<strong>di</strong>trice<br />
La foto in copertina è <strong>di</strong> Mario Guerra
INTRODUZIONE<br />
Gli apparecchi elettrici ed elettronici<br />
sono la cosa che con ogni probabilità<br />
caratterizza in maniera più<br />
evidente le nostre case rispetto a<br />
quelle <strong>dei</strong> nostri avi. Mio nonno,<br />
nato nel 1896, raccontava quasi<br />
come un miracolo l’arrivo della<br />
luce elettrica nelle case. Generazioni lontane non<br />
tanto nel tempo quanto negli usi e nei costumi. Non<br />
c’era il frigorifero nelle case, né la lavastoviglie, la<br />
lavatrice o il phon, figuriamoci il televisore o il computer.<br />
Il ferro da stiro c’era, ma per “accenderlo” si<br />
riempiva col carbone bollente.<br />
Poi nel secondo dopoguerra le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita<br />
cambiarono ra<strong>di</strong>calmente. Pensiamo solo a cosa significò<br />
l’ingresso del frigorifero nelle case. Per anni,<br />
se non per millenni, si era combattuta e persa ogni<br />
guerra per la conservazione degli alimenti freschi.<br />
All’improvviso questi arma<strong>di</strong> del freddo <strong>di</strong>ventavano<br />
complementi del mobilio domestico.<br />
Era la preistoria <strong>di</strong> una lenta e benevola invasio-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 3
4 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
ne. Gli apparecchi elettrici, non ancora elettronici,<br />
rendevano la qualità della vita quoti<strong>di</strong>ana migliore,<br />
meno faticosa e spesso più appagante. Poi, un bel<br />
giorno, l’elettronica fece la sua comparsa. Come un<br />
grande salto evolutivo. Dapprima silenziosamente<br />
con oggetti oggi <strong>di</strong> culto e curiosi: calcolatrici e<br />
orologi al quarzo che segnavano il passare del tempo<br />
con quadranti al LED. Anzi, forse i primi LED li vedemmo<br />
proprio così. Poi arrivarono i personal computer<br />
e tutto <strong>di</strong>venne via via più “smart”.<br />
Ciò che ignoravamo è che a tanto benessere corrispondeva<br />
la creazione <strong>di</strong> una quantità <strong>di</strong> scarti che<br />
mai avevamo prodotto in maniera così copiosa. Prendemmo<br />
coscienza che ogni bene era destinato a <strong>di</strong>ventare<br />
un rifiuto. Compresi gli apparecchi elettrici<br />
ed elettronici.<br />
Questo libro racconta gli ultimi <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> questa<br />
evoluzione, da quando cioè sono <strong>di</strong>ventati operativi<br />
i consorzi che si occupano del trattamento <strong>di</strong> questo<br />
particolare tipo <strong>di</strong> scarto, i “<strong>RAEE</strong>”, i rifiuti da apparecchi<br />
elettrici ed elettronici. E la prospettiva che si<br />
è deciso <strong>di</strong> assumere è quella <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, il consorzio<br />
non solo più grande per volumi trattati ma anche<br />
quello che in questi anni ha giocato un ruolo da pioniere<br />
in fatto <strong>di</strong> qualità e cura dell’ambiente.<br />
Per raccontare questa storia sono ricorso alle voci <strong>di</strong><br />
testimoni privilegiati che ho raccolto e spesso citato<br />
nel testo. Per il loro aiuto, consiglio o testimonianza<br />
il mio grazie va (in or<strong>di</strong>ne strettamente alfabetico)<br />
a: Marco Avanzo, Maurizio Bernar<strong>di</strong>, Alberto Borroni,<br />
Mauro Cola, Marica Di Pierri, Silvano Falocco,<br />
Paola Ficco, Enrico Fontana, Walter Ganapini, Antonio<br />
Gau<strong>di</strong>oso, Mario Grosso, Piero Moscatelli, Letizia<br />
Nepi, Nando Pagnoncelli, Edo Ronchi, Davide<br />
Rossi, Maurizio Tursini, Paolo Zocco Ramazzo.<br />
Le foto che illustrano questo libro, ad eccezione <strong>di</strong><br />
quelle “storiche” con <strong>di</strong>dascalie, sono tratte da una<br />
mostra del 2011 del fotografo Mario Guerra per <strong>Ecodom</strong><br />
dal titolo “Materia-Design andata e ritorno”.
1. Una storia <strong>di</strong> origini<br />
L’origine <strong>dei</strong> rifiuti fra Ottocento e Novecento;<br />
la nascita degli elettrodomestici; arrivano i <strong>RAEE</strong>.<br />
Il rifiuto è qualsiasi sostanza od oggetto <strong>di</strong><br />
cui il detentore si <strong>di</strong>sfi o abbia deciso o abbia<br />
l’obbligo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfarsi. Così recita il decreto legislativo<br />
22 del 1997, più noto come “legge<br />
Ronchi” dal cognome del ministro dell’ambiente<br />
che per primo mise or<strong>di</strong>ne nel sistema<br />
<strong>dei</strong> rifiuti in Italia.<br />
Il rifiuto è lo scarto. È ciò <strong>di</strong> cui non sappiamo più<br />
che farcene. La parte eccedente, inutile o pericolosa<br />
<strong>di</strong> un bene, <strong>di</strong> una materia o <strong>di</strong> un prodotto che<br />
abbiamo usato, <strong>di</strong> cui ci siamo nutriti, che abbiamo<br />
consumato e del quale, alla fine, ce ne <strong>di</strong>sfiamo, affidandone<br />
alla natura, o ad altri servizi, la sua sorte.<br />
È dai siti degli scarti alimentari del passato che, per<br />
esempio, possiamo capire che tipo <strong>di</strong> società c’era un<br />
tempo in un dato luogo, cosa consumavano e qual<br />
era l’habitat da cui traevano sostentamento.<br />
Fino alla rivoluzione industriale gli scarti quoti<strong>di</strong>ani<br />
che una famiglia poteva produrre erano le ceneri<br />
del focolare, pochi avanzi <strong>di</strong> cibo, per lo più ossa <strong>di</strong><br />
piccoli animali come conigli e polli. Poi c’erano i resti<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 5
6 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
delle poche suppellettili allora <strong>di</strong>sponibili: schegge e<br />
frammenti <strong>di</strong> legno, qualche coccio, stracci.<br />
Nelle realtà urbane per secoli, se non millenni, questi<br />
scarti sono stati gettati in strada. Finivano poi col<br />
mescolarsi con gli scarti delle attività artigianali tipiche<br />
delle città, dai macellai alle concerie, dai mercati<br />
alle <strong>dei</strong>ezioni degli animali. Le città erano percorse<br />
da fanghi neri e pestilenziali. In epoca me<strong>di</strong>evale cominciarono<br />
a fioccare or<strong>di</strong>nanze citta<strong>di</strong>ne che chiedevano<br />
<strong>di</strong> tenere pulite le strade davanti alla propria<br />
casa. Servizi <strong>di</strong> pubblica pulizia erano rari e per lo più<br />
destinati a luoghi rilevanti, piazze o strade <strong>di</strong> rappresentanza<br />
e per lo più in occasioni speciali come la visita<br />
<strong>di</strong> un regnante o qualche festa comandata.<br />
Chi si occupava <strong>di</strong> portar via questi rifiuti erano operai<br />
ingaggiati dalle città stesse, spesso manodopera<br />
senza una grande professionalità che però faceva<br />
quel che doveva fare, ovvero caricare su <strong>dei</strong> carri<br />
questa massa <strong>di</strong> materia semiputrida e scaricarla<br />
fuori le mura. Qualche volta traendone anche qualche<br />
guadagno.
A Londra, intorno al ‘400<br />
c’erano i “rakers”,<br />
specializzati nella<br />
pulizia delle strade<br />
A Londra, intorno al Quattrocento, per esempio,<br />
c’erano i “rakers”, specializzati proprio nella pulizia<br />
delle strade, che una volta alla settimana svolgevano<br />
il loro servizio, ripulendo le strade dall’immon<strong>di</strong>zia<br />
e vendendola fuori città come concime. Con nomi <strong>di</strong>versi<br />
e qualità del servizio sempre altalenante queste<br />
attività non erano esclusiva della capitale inglese,<br />
ma si sono registrate per secoli un po’ dappertutto e<br />
soprattutto nelle gran<strong>di</strong> città.<br />
La rivoluzione industriale segna però il salto <strong>di</strong> qualità.<br />
E anche <strong>di</strong> quantità. Non solo le città <strong>di</strong>ventano<br />
più popolose, ma anche la quantità delle merci a <strong>di</strong>sposizione<br />
tende a crescere e con esse gli scarti.<br />
A Parigi, ai primi dell’Ottocento, ci sono circa cento<br />
piccoli carri addetti alla pulizia delle strade, detti<br />
tombereaux, cinquant’anni dopo erano trecentocinquanta.<br />
Piccolissimi “padroncini” <strong>di</strong>remmo noi oggi<br />
autorizzati dal prefetto <strong>di</strong> polizia che rivendevano<br />
i rifiuti urbani come concime. Ma nel 1850 a Parigi<br />
arriva il macadam, un fondo stradale migliore ma<br />
più <strong>di</strong>fficile da mantenere pulito ed efficiente. Quin<strong>di</strong><br />
ecco un sistema <strong>di</strong> appalti per ingaggiare <strong>di</strong>tte<br />
e manodopera per pulire le strade. Poi, nel 1884,<br />
Eugène Poubelle, prefetto della Senna, istituì <strong>dei</strong><br />
bidoni metallici con coperchio per riporvi gli scarti<br />
<strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni della capitale francese. Botteghe, case,<br />
negozi <strong>di</strong> ogni tipo dovevano avere il proprio bidone<br />
che in ore precise doveva essere esposto in strada<br />
affinché un servizio ad hoc recuperasse in tutta la<br />
città i rifiuti così raccolti. Ancora oggi in Francia con<br />
la parola “poubelle” si in<strong>di</strong>ca il secchio dell’immon<strong>di</strong>zia<br />
<strong>di</strong> casa.<br />
Cose simili accadevano in altre gran<strong>di</strong> città europee e<br />
non era che l’alba della nettezza urbana. Ma la rivoluzione<br />
industriale ciò che offriva<br />
con una mano tendeva a riprenderselo<br />
con l’altra. E spesso con gli<br />
interessi.<br />
I rifiuti erano stati una merce se<br />
non preziosa certamente utile per<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 7
La prima lavatrice<br />
domestica era in legno<br />
e fu realizzata a mano<br />
nel 1874.<br />
essere trasformata e riadattata: fanghi per farne<br />
concime, stracci per carta <strong>di</strong> giornale, ossa per bottoni,<br />
giocattoli, pezzi degli scacchi, sapone, materiali<br />
e<strong>di</strong>li e persino per estrarne il “nero animale” un<br />
carbone per sbiancare la melassa delle barbabietole<br />
per l’industria europea dello zucchero. Senza contare<br />
i metalli, il vetro, il sughero, le scarpe vecchie,<br />
la stessa carta usata… All’improvviso però c’era <strong>di</strong>sponibilità<br />
anche <strong>di</strong> materie prime vergini, apparentemente<br />
migliori, meno costose e più facilmente<br />
accessibili.<br />
Pensiamo alla celluloide (e più in là alla plastica). Un<br />
materiale <strong>di</strong> sintesi chimica si sostituiva in una infinità<br />
<strong>di</strong> usi a prodotti naturali come l’avorio o l’osso.<br />
Nell’arco <strong>di</strong> pochi decenni, al passaggio fra Ottocento<br />
e Novecento i rifiuti stavano <strong>di</strong>ventando materiali<br />
inutili: sconvenienti da riutilizzare, pericolosi da tenere<br />
vicino. Nascevano le <strong>di</strong>scariche, si nutriva quel<br />
senso, anche psicologico, <strong>di</strong> rimozione del rifiuto dai<br />
nostri cicli industriali.<br />
Allo stesso tempo le nuove materie dell’industria,<br />
così come le nuove merci, non facevano la fine <strong>dei</strong><br />
vecchi utensili che, composti <strong>di</strong> legno e metallo,<br />
seguivano il destino naturale <strong>di</strong> tutti gli alti scarti,<br />
quin<strong>di</strong> o si reintegravano nel ciclo naturale o venivano<br />
riciclati e riutilizzati in nuove forme all’interno<br />
della stessa economia citta<strong>di</strong>na.<br />
Pensiamo in particolare agli elettrodomestici. Lavatrici,<br />
forni, piani cottura, buoni al massimo per riutilizzare<br />
i motori, le lamiere e quello che più facilmente<br />
può essere estratto. E insieme a loro tostapane, con<strong>di</strong>zionatori,<br />
televisori, computer, calcolatrici e cellulari.<br />
Ciò che la rivoluzione industriale aveva reso via via<br />
sempre più facile da avere e da consumare, si trasformava<br />
rapidamente in rifiuto e il<br />
rifiuto, salvo pochi casi, era destinato<br />
a non essere più rigenerato. A<br />
<strong>di</strong>ventare, poco a poco, un problema<br />
per la salute e per l’ambiente.<br />
8 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
LA RIVOLUZIONE DELL’ELETTRODOMESTICO<br />
A <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> come la rivoluzione industriale<br />
favorisse l’invenzione <strong>di</strong> sempre nuove tecnologie,<br />
basta pensare che l’invenzione della macchina a<br />
vapore si prestava ad un numero pressoché infinito<br />
<strong>di</strong> applicazioni. Anche i primi elettrodomestici<br />
non erano affatto “elettro” ma azionati o a mano<br />
o a vapore.<br />
La prima lavatrice domestica era in legno. La fabbricò<br />
William Blackstone per regalarla alla moglie.<br />
Era il 1874. L’idea però era talmente buona che<br />
Blackstone brevettò la cosa e la trasformò in un business<br />
red<strong>di</strong>tizio. Ma il vero salto <strong>di</strong> qualità avvenne<br />
quando fu inserito un cesto per i panni da lavare in<br />
metallo e, soprattutto, quando nel 1906 da manuale<br />
la lavatrice <strong>di</strong>venne elettrica.<br />
Lavatrici industriali invece esistevano da tempo. In<br />
Italia, si racconta, ne fu installata una nel 1851 a<br />
Napoli. Un mostro a vapore che poteva contenere in<br />
un colpo solo duemila lenzuola.<br />
Si racconta, poi, che il primo frigorifero risalga ad<strong>di</strong>rittura<br />
al 1750 ma tracce certe <strong>di</strong> una macchina per<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 9
<strong>10</strong> - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
tenere al fresco i cibi con un compressore a vapore<br />
risalgono solo al 1834. E solo vent’anni dopo fu prodotta<br />
una macchina per fabbricare il ghiaccio. Ma il<br />
primo frigorifero elettrico fu fabbricato a Chicago<br />
nel 1913. Prototipo costoso ma davvero poco adatto<br />
a <strong>di</strong>ventare <strong>di</strong> largo consumo. Solo tre anni dopo arrivò<br />
il “Frigidaire”, nome proprio <strong>di</strong> prodotto destinato<br />
a <strong>di</strong>ventare parola <strong>di</strong> uso comune per in<strong>di</strong>care,<br />
appunto, il frigidaire…<br />
Ma la svolta arriva alla fine degli anni Trenta, quando<br />
un geniale inventore delle General Motors, Thomas<br />
Midgley, fu spostato <strong>di</strong> reparto e fu messo a escogitare<br />
un modo efficace e conveniente per refrigerare i<br />
frigoriferi. Midgley in<strong>di</strong>vidua in una miscela gassosa<br />
particolarmente adatta. Si tratta <strong>di</strong> una sintesi del<br />
<strong>di</strong>cloro<strong>di</strong>fluorometano, un particolare clorofluorocarburo<br />
(CFC) che la DuPont poi commercializzerà<br />
col nome <strong>di</strong> “Freon”.<br />
Questo gas è un successo senza precedenti. Non solo<br />
per i frigoriferi, ma anche nell’industria degli spray,<br />
usato come gas propellente nelle bombolette <strong>di</strong> vernice<br />
come nella lacca per capelli.<br />
Ciò che Thomas Midgley ignorava è che il freon,<br />
come tutti i CFC, aveva effetti sull’ozono stratosferico.<br />
Nel 1985 gli scienziati decretarono infatti che<br />
l’uso <strong>dei</strong> CFC aveva causato un deterioramento dello<br />
strato <strong>di</strong> ozono tale da aver creato <strong>dei</strong> veri e propri<br />
buchi, lasciando vaste zone del pianeta esposte all’effetto<br />
<strong>di</strong>retto, e nocivo, <strong>dei</strong> raggi ultravioletti del sole.<br />
John McNeill, un noto docente <strong>di</strong> storia dell’ambiente<br />
della Georgetown University, ha scritto <strong>di</strong> Thomas<br />
Midgley: «Ha avuto più impatto lui sull’atmosfera<br />
terrestre <strong>di</strong> qualunque altro organismo in tutta la<br />
storia della Terra».<br />
Oggi i frigoriferi non contengono più CFC né HCFC<br />
ma le sostanze che li hanno sostituiti comportano<br />
altri tipi <strong>di</strong> problemi ambientali. Gli HFC, che hanno<br />
sostituito il cloro con l’idrogeno, per esempio, non<br />
hanno effetto sull’ozono ma sono gas che comunque<br />
incidono sull’effetto serra e benché le normative<br />
europee ne prevedano un progressivo contenimento<br />
smaltirli rimane un problema. A contenerli non<br />
sono soltanto i frigoriferi ma anche con<strong>di</strong>zionatori<br />
e congelatori.
Fino agli anni Novanta i<br />
rifiuti venivano smaltiti sostanzialmente<br />
in <strong>di</strong>scarica.<br />
<strong>Ecodom</strong> è il principale sistema collettivo italiano<br />
che oggi si occupa <strong>di</strong> un terzo <strong>di</strong> tutti rifiuti elettrici<br />
ed elettronici (in sigla “<strong>RAEE</strong>”) raccolti in Italia e si<br />
assicura che i centri <strong>di</strong> trattamento che fanno riferimento<br />
a lui si occupino <strong>di</strong> queste apparecchiature<br />
in modo da evitare qualunque <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> tali sostanze,<br />
preoccupandosi, ovviamente, anche dell’effettivo<br />
riciclo delle materie prime (acciaio, rame,<br />
alluminio e plastiche) <strong>di</strong> cui i <strong>RAEE</strong> sono costituiti.<br />
UNA MONTAGNA DI RIFIUTI<br />
«Fino agli Novanta i rifiuti venivano gestiti sostanzialmente<br />
con lo smaltimento in <strong>di</strong>scarica per oltre<br />
l’80 per cento – racconta Edo Ronchi, ministro<br />
dell’ambiente dal 1996 al 2000 e autore della prima<br />
legge quadro sui rifiuti in Italia – . Il restante finiva<br />
nell’incenerimento. Il riciclo con la raccolta separata<br />
o <strong>di</strong>fferenziata era effettivamente marginale e riguardava<br />
pochi punti percentuali».<br />
«Il riciclo riguardava solo alcune<br />
tipologie, lasciate a chi magari faceva<br />
la raccolta <strong>dei</strong> cartoni in giro,<br />
alle varie associazioni <strong>di</strong> volontariato<br />
che pure raccoglievano carta e<br />
cartone. Qualcuna si occupava anche<br />
del vetro. Pochi della plastica. Ma erano raccolte<br />
più simboliche che altro. Il rifiuto andava “smaltito”.<br />
Questa era la parola: ”smaltimento”. È con le prime<br />
Direttive sui rifiuti urbani pericolosi negli anni 90 e<br />
in particolare con la riforma apportata dal Decreto<br />
legislativo 22/ 97 [la legge “Ronchi”, appunto, ndr]<br />
che cambia l’impostazione e si dà priorità al riciclo».<br />
Il nuovo assetto introduce una gerarchia nella gestione<br />
<strong>dei</strong> rifiuti che vede al primo posto la prevenzione,<br />
cioè la riduzione a monte <strong>dei</strong> rifiuti stessi, poi<br />
il riciclo, il recupero energetico e solo come ultima<br />
ratio lo smaltimento in <strong>di</strong>scarica.<br />
Il primo grande cambiamento riguarda la parte più<br />
consistente <strong>dei</strong> rifiuti urbani, cioè gli imballaggi e<br />
nasce il sistema <strong>dei</strong> consorzi. Ma non c’erano <strong>dei</strong><br />
consorzi anche prima del decreto del 2002?<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 11
12 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
«Sì, è vero – risponde Ronchi. Per esempio quello degli<br />
oli lubrificanti usati c’era già. Alcuni rifiuti godevano<br />
<strong>di</strong> un’attenzione particolare perché erano “pericolosi”<br />
e la preoccupazione sulla loro gestione non<br />
riguardava tanto il riciclo ma quanto il fatto che non<br />
fossero immessi nell’ambiente».<br />
Nel 1997 non esisteva <strong>di</strong> fatto nessun tipo <strong>di</strong> filiera<br />
del riciclo. I materiali, come quello <strong>dei</strong> frigoriferi,<br />
<strong>dei</strong> forni, <strong>dei</strong> cosiddetti gran<strong>di</strong> bianchi come anche le<br />
lavatrici e lavastoviglie, erano gestiti come rottame<br />
ferroso al pari delle carcasse delle auto.<br />
La responsabilità <strong>dei</strong> rifiuti non riguardava i produttori.<br />
Li toccava solo nelle emergenze perché l’opinione<br />
pubblica si chiedeva chi aveva prodotto tutti quei<br />
rifiuti. Da dove si generavano? Quando, per esempio,<br />
si scoprivano <strong>di</strong>scariche abusive <strong>di</strong> pneumatici,<br />
e <strong>di</strong> questi abbandoni per le <strong>di</strong>verse tipologie, ce ne<br />
erano, i produttori venivano tirati in ballo ma sempre<br />
marginalmente.<br />
Dire che esisteva una responsabilità <strong>dei</strong> produttori<br />
fu il grande salto <strong>di</strong> qualità, non soltanto perché
La percentuale <strong>di</strong> rifiuti<br />
raccolti in maniera<br />
<strong>di</strong>fferenziata oggi è del<br />
52,5%.<br />
adesso dovevano pagare un contributo ambientale<br />
ma perché <strong>di</strong>ventavano attori nella gestione del rifiuto<br />
laddove fino a quel punto erano stati solo spettatori.<br />
Era una riappropriazione morale ed economica<br />
dell’intero LCA, il ciclo <strong>di</strong> vita, <strong>dei</strong> prodotti.<br />
Secondo l’annuario Ispra 2017, la percentuale <strong>di</strong> rifiuti<br />
raccolti in maniera <strong>di</strong>fferenziata raggiunge oggi<br />
il 52,5%, vale a <strong>di</strong>re il raggiungimento dell’obiettivo<br />
minimo fissato per legge previsto entro il 31 <strong>di</strong>cembre<br />
2009. Entro il 2012 avremmo dovuto raggiungere<br />
e superare già il 65%. A segnalare che c’è ancora<br />
molto da fare.<br />
I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche,<br />
poi, rappresentano quasi un pianeta a sé e forse,<br />
data la tipologia <strong>di</strong> prodotti che include, sarebbe più<br />
opportuno parlare <strong>di</strong> sistema solare.<br />
Le tipologie <strong>di</strong> pianeti in cui questo sistema solare<br />
è stato sud<strong>di</strong>viso sono cinque raggruppamenti. Il<br />
cosiddetto R1 riguarda i frigoriferi, i congelatori, i<br />
con<strong>di</strong>zionatori e tutti quei prodotti che in qualche<br />
modo servono a produrre il freddo. R2 sono i “gran<strong>di</strong><br />
bianchi”, ovvero le lavastoviglie, le lavatrici, le cappe,<br />
i forni, gli scaldacqua, ecc. R3 sono televisori e monitor.<br />
R4 riguarda i piccoli elettrodomestici, l’elettronica<br />
<strong>di</strong> consumo, l’informatica e gli apparecchi per<br />
l’illuminazione. R5 le sorgenti luminose.<br />
La complessità <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> rispetto ad altre tipologie<br />
<strong>di</strong> rifiuto è stata ben definita in uno stu<strong>di</strong>o per <strong>Ecodom</strong><br />
del 2012 condotto dall’istituto Ipsos, Politecnico<br />
<strong>di</strong> Milano e United Nation University, “I <strong>RAEE</strong><br />
domestici generati in Italia”.<br />
Sono prodotti molto eterogenei fra loro, spiega la ricerca:<br />
si va dal frigorifero al tablet, dall’autora<strong>di</strong>o alla<br />
bilancia, dalla lavatrice al mouse,<br />
sono <strong>di</strong>versi anche in termini <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>mensioni e peso, funzionalità,<br />
composizioni me<strong>di</strong>e (che, anche<br />
a parità <strong>di</strong> prodotto, sono <strong>di</strong>verse<br />
rispetto al passato e saranno destinate<br />
a cambiare in futuro), con un<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 13
14 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
crescente aumento della componente “elettronica”<br />
<strong>dei</strong> prodotti.<br />
Sono in continua evoluzione con l’introduzione sul<br />
mercato <strong>di</strong> sempre nuovi prodotti e funzionalità, dai<br />
navigatori satellitari agli smartphone, con una progressiva<br />
contrazione delle durate me<strong>di</strong>e <strong>dei</strong> prodotti<br />
o con fenomeni <strong>di</strong> sostituzione massiva in occasione<br />
<strong>di</strong> salti tecnologici (per esempio quando dalle televisioni<br />
a tubo cato<strong>di</strong>co si è passate a quelle con schermi<br />
piatti, oppure a tutta la nuova classe <strong>di</strong> elettrodomestici<br />
in classi energetiche più efficienti).<br />
Inoltre le apparecchiature elettriche ed elettroniche<br />
possono avere componenti, se non contenere proprio,<br />
materiali pericolosi, come appunto i gas mangia-ozono<br />
o climalteranti, ma anche mercurio, palla<strong>di</strong>o<br />
o altri metalli pesanti. E questo giustifica anche<br />
perché gli impianti <strong>di</strong> trattamento dovrebbero essere<br />
particolarmente efficienti e garantire standard <strong>di</strong><br />
sicurezza e <strong>di</strong> salubrità elevati.<br />
C’è poi la scarsità <strong>di</strong> alcuni <strong>dei</strong> materiali che sono<br />
contenuti in queste apparecchiature, risorse come<br />
il rutenio, l’in<strong>di</strong>o, metalli del gruppo del platino e<br />
le terre rare, per cui il recupero <strong>di</strong> questi materiali<br />
<strong>di</strong>venta prezioso quanto complesso nelle fase <strong>di</strong> riciclaggio.<br />
Ovviamente questa complessità si riverbera nell’elevato<br />
numero <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong>versi coinvolti nella filiera<br />
<strong>di</strong> design e produzione <strong>di</strong> queste apparecchiature e<br />
del riutilizzo e recupero <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. E forse il paragone<br />
che azzardavamo poco sopra <strong>di</strong> un sistema solare<br />
è ancora troppo semplicistico.<br />
ASSO<strong>RAEE</strong> è l’associazione, nata nel 2006, che riunisce<br />
le aziende che gestiscono gli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />
<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Sono loro ad essere in prima fila<br />
nel dover manipolare i nostri oggetti <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana<br />
alla fine del loro ciclo, anche e soprattutto in<br />
sicurezza.<br />
«Noi – spiega Maria Letizia Nepi, Segretario Fise<br />
Unicircolar, in cui opera Assoraee – interloquiamo<br />
con i sistemi collettivi come <strong>Ecodom</strong> attraverso un
Gli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />
sono nati essenzialmente<br />
per recuperare<br />
le materie seconde dai<br />
<strong>RAEE</strong>.<br />
accordo per il trattamento nell’ambito del quale<br />
sono state fissate con<strong>di</strong>zioni importanti innanzitutto<br />
per la conduzione e il trattamento stesso, che<br />
deve essere fatto in maniera idonea e qualificata<br />
attraverso impianti soggetti ad au<strong>di</strong>t, vale a <strong>di</strong>re a<br />
controlli perio<strong>di</strong>ci».<br />
Gli impianti <strong>di</strong> trattamento sono nati essenzialmente<br />
per recuperare dai <strong>RAEE</strong>, anche prima che esistesse<br />
una normativa che li classificasse come tali, tutta<br />
quella parte <strong>di</strong> materiali, come il rame per <strong>di</strong>rne uno,<br />
che avesse un valore sostanziale sul mercato.<br />
«Il loro primo scopo – ricorda ancora Maria Letizia<br />
Nepi – era quello <strong>di</strong> ricavare del profitto dal trattamento<br />
e dal recupero <strong>di</strong> questi materiali. Solo dopo,<br />
con l’evolversi della normativa e con la nascita <strong>dei</strong><br />
consorzi basati sul principio della responsabilità del<br />
produttore, la prospettiva è cambiata, migliorando<br />
i propri processi, garantendo che non solo le percentuali<br />
<strong>di</strong>ciamo più <strong>di</strong> maggior valore <strong>di</strong> materiale<br />
possano essere recuperate ma tendenzialmente tutta<br />
l’apparecchiatura, comprese tutte<br />
le frazioni che prima non venivano<br />
recuperate e che finivano in <strong>di</strong>scarica<br />
o all’incenerimento».<br />
L’ERA DEI <strong>RAEE</strong><br />
Una delle degenerazioni <strong>dei</strong> rifiuti<br />
e delle tecnologie abbandonate a<br />
sé stesse e che è all’origine della presa <strong>di</strong> coscienza<br />
globale sul problema <strong>dei</strong> rifiuti tecnologici la ricorda<br />
Walter Ganapini, oggi <strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> Arpa Umbria,<br />
ma <strong>di</strong> certo uno <strong>dei</strong> maggiori esperti <strong>di</strong> rifiuti<br />
in Italia, chiamato nel corso degli anni a risolvere le<br />
numerose crisi del settore, da Milano negli anni Novanta<br />
a Napoli negli anni Duemila.<br />
«Trent’anni fa i <strong>RAEE</strong> non esistevano proprio come<br />
classificazione – ricorda Ganapini . Erano rifiuti ferrosi,<br />
metalli che venivano portati in <strong>di</strong>scarica o dati<br />
ai rottamai ma poi il problema si è presentato quando<br />
scoppiò il caso delle “vergini cieche”. Una dele-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 15
Alla fine degli anni Novanta<br />
destarono interesse<br />
i vecchi telefoni che<br />
contenevano palla<strong>di</strong>o.<br />
gazione OCSE aveva scoperto, nei villaggi fra Indonesia<br />
e Malesia, migliaia <strong>di</strong> “blind virgins”, bambine<br />
che erano state impiegate dall’industria elettronica<br />
locale per saldare le basi hardware in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
così scarsa sicurezza che i gas <strong>di</strong> saldatura in pochi<br />
anni finivano col renderle cieche per sempre. La delegazione<br />
stimò un numero impressionante, intorno<br />
ai se<strong>di</strong>cimila casi. Alla fine della loro breve carriera, a<br />
17-18 anni, venivano rispe<strong>di</strong>te nei loro villaggi senza<br />
alcuna forma <strong>di</strong> assistenza. Il tema all’epoca fece<br />
scalpore solo fra gli addetti ai lavori e i me<strong>di</strong>a non se<br />
ne occuparono più <strong>di</strong> tanto, però fu sufficiente per<br />
sollevare la questione sulla pericolosità <strong>di</strong> alcune sostanze<br />
e processi utilizzati nel mondo dell’elettronica.<br />
Così come quando verso la fine degli anni Novanta<br />
destarono grande interesse commerciale i vecchi<br />
apparecchi telefonici <strong>di</strong>smessi che arrivavano dai<br />
paesi dell’alleanza sovietica fino alla vicina Croazia.<br />
Questi apparecchi contenevano una certa concentrazione<br />
<strong>di</strong> palla<strong>di</strong>o il cui valore era abbastanza alto.<br />
Anche l’Italia si interessò <strong>di</strong> recuperare questi rifiuti<br />
tecnologici e per un po’ si sviluppò un certo mercato,<br />
finché, il ritrovamento <strong>di</strong> un intero treno, se<strong>di</strong>ci<br />
vagoni merci, carico <strong>di</strong> palla<strong>di</strong>o fece crollare il mercato<br />
<strong>di</strong> questo materiale. Per cui un mercato latente<br />
e una preoccupazione per lo smaltimento <strong>di</strong> questi<br />
materiali esisteva ben prima che si creasse un vero<br />
mercato <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Così come mi ricordo, sempre negli<br />
anni Novanta, l’interessamento <strong>di</strong> una nota industria<br />
del settore, la Whirlpool, proprio sul tema del<br />
recupero <strong>dei</strong> CFC dai frigoriferi a fine vita. E sempre<br />
in quegli anni portammo avanti con la Whirlpool un<br />
progetto per promuovere l’ecodesign nell’industria<br />
degli elettrodomestici».<br />
Ma la cultura ambientale degli<br />
anni che ricorda Ganapini è anche<br />
quella rievocata da Ronchi, quella<br />
in cui l’unico destino, o quanto<br />
meno il più probabile, per i rifiuti,<br />
che fossero i soli<strong>di</strong> urbani, gli in-<br />
16 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
gombranti o persino i pericolosi, sembrava la <strong>di</strong>scarica.<br />
Panacea che nascondeva ma non curava. Nel decennio<br />
che precede la fondazione <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> in Italia<br />
e l’inizio dell’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, si contano ben 5 Regioni<br />
che furono commissariate per la gestione <strong>dei</strong> rifiuti.<br />
Prima della Legge Ronchi si andava avanti per decreti<br />
legge che dopo sessanta giorni scadevano e i Governi<br />
che si succedevano dovevano reiterarli. Il decreto<br />
legge sui rifiuti fu reiterato 17 volte. Un record.<br />
Così tante, troppe volte che dovette intervenire la<br />
Corte costituzionale per <strong>di</strong>re che un decreto legge,<br />
trascorsi sessanta giorni, decadeva e che non poteva<br />
essere reiterato e che se i governi volevano che quella<br />
regola <strong>di</strong>ventasse norma doveva essere, appunto,<br />
convertita in legge.<br />
Figuriamoci, quin<strong>di</strong>, all’ombra <strong>di</strong> tutto questo quale<br />
giungla inesplorata si aprisse il primo gennaio del<br />
2008 quando fu inaugurata l’era <strong>dei</strong> Sistemi Collettivi<br />
per la raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, quando <strong>di</strong>venne operativo<br />
<strong>Ecodom</strong>.<br />
Quell’anno <strong>Ecodom</strong> gestì 28 mila tonnellate <strong>di</strong><br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 17
18 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
<strong>RAEE</strong>, evitò l’immissione in atmosfera <strong>di</strong> 146 mila<br />
tonnellate <strong>di</strong> CO 2<br />
equivalente e avviò al riciclo 24<br />
mila tonnellate <strong>di</strong> rifiuti. Se confrontati coi numeri<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni dopo possono sembrare ancora poca<br />
cosa (solo le tonnellate gestite oggi sono quadruplicate<br />
rispetto ad allora), ma in termini <strong>di</strong> know how,<br />
<strong>di</strong> qualità del trattamento, <strong>di</strong> conoscenza del mercato,<br />
degli impatti ambientali, delle ricadute sociali<br />
ed economiche, si può <strong>di</strong>re che da questo paese, così<br />
allergico alla gestione <strong>dei</strong> rifiuti, sia nata un’esperienza<br />
all’avanguar<strong>di</strong>a europea.
2. Nasce <strong>Ecodom</strong><br />
Dai <strong>RAEE</strong> alla nascita <strong>dei</strong> sistemi collettivi;<br />
perché serviva <strong>Ecodom</strong>.<br />
Immaginate il nostro frigorifero vecchio<br />
come una miniera. Se lo scomponessimo<br />
otterremmo, in me<strong>di</strong>a, 28 kg <strong>di</strong> ferro, 6 kg<br />
<strong>di</strong> plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio.<br />
Le nostre case sono miniere a cielo aperto,<br />
dunque perché intraprendere operazioni <strong>di</strong><br />
scavo faticosissime oltre che costosissime e<br />
poi lunghi viaggi, catene <strong>di</strong> raffinazione e trasformazione<br />
quando tutto quello che ci serve per fare un<br />
nuovo frigorifero è già contenuto nel vecchio frigorifero?<br />
Lo stesso <strong>di</strong>casi per lavatrici, piani cottura,<br />
frullatori o boiler che siano.<br />
All’inizio degli anni Duemila l’Europa intervenne nel<br />
complesso mondo <strong>dei</strong> rifiuti e segna un passaggio<br />
definitivo <strong>di</strong> status per quelli che per lungo tempo in<br />
Italia erano stati semplicemente “rifiuti ingombranti”,<br />
buoni al massimo per i rottamai per il metallo <strong>di</strong><br />
cui erano fatti. I rifiuti da apparecchiature elettriche<br />
ed elettroniche uscivano dalla <strong>di</strong>scarica per <strong>di</strong>ventare<br />
una miniera.<br />
Con la Direttiva 2002/96 l’Unione Europea aveva de-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 19
20 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
finito un sistema <strong>di</strong> raccolta e riciclaggio che coinvolgeva<br />
in prima persona i produttori: a loro veniva riconosciuta<br />
la responsabilità della gestione <strong>dei</strong> rifiuti<br />
generati dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche,<br />
a valle <strong>di</strong> una prima fase <strong>di</strong> raccolta centralizzata<br />
la cui gestione era <strong>di</strong> competenza <strong>dei</strong> Comuni.<br />
Tre anni dopo, con il Decreto Legislativo 151 del<br />
2005, l’Italia recepiva la norma europea.<br />
Fino ad allora la gestione <strong>dei</strong> rifiuti elettrici ed elettronici<br />
veniva fatta sulla base del decreto Ronchi<br />
dagli enti locali. Così come gli enti locali dovevano<br />
gestire e assicurare la raccolta <strong>di</strong>fferenziata <strong>dei</strong> vari<br />
rifiuti, dovevano occuparsi anche <strong>di</strong> questa tipologia<br />
<strong>di</strong> scarti, preoccupandosi non solo <strong>di</strong> recuperare il<br />
rifiuto dai citta<strong>di</strong>ni ma anche <strong>di</strong> doverne gestire poi<br />
la destinazione. Il tutto ovviamente con una forte<br />
<strong>di</strong>somogeneità territoriale.<br />
Aggiungiamo a questo il fatto che la gestione <strong>dei</strong> rifiuti<br />
elettrici ed elettronici richiedeva un approccio<br />
tecnologicamente niente affatto banale e quin<strong>di</strong>, il<br />
<strong>RAEE</strong> doveva essere conferito a centri specializzati
<strong>Ecodom</strong>, fondato nel<br />
2004, <strong>di</strong>venne operativo<br />
sul piano formale dal I°<br />
gennaio 2008.<br />
che in una situazione <strong>di</strong> assoluta deregolamentazione<br />
a quel punto potevano esigere qualunque prezzo,<br />
spesso a tutto svantaggio degli enti pubblici. E senza<br />
garanzie <strong>di</strong> qualità.<br />
«Prima <strong>di</strong> noi c’era una situazione a macchia <strong>di</strong> coccinella<br />
dove qualche sindaco si comportava bene<br />
dal punto <strong>di</strong> vista della raccolta e qualche sindaco si<br />
comportava malissimo e in generale prevaleva una<br />
situazione <strong>di</strong> inefficienza economica totale. Non c’era<br />
capacità <strong>di</strong> acquistare servizi a minor prezzo – racconta<br />
Giorgio Arienti, <strong>di</strong>rettore generale <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>.<br />
Questo è lo scenario in cui siamo arrivati noi. Quin<strong>di</strong><br />
non è sbagliato <strong>di</strong>re che prima <strong>di</strong> noi c’era il <strong>di</strong>luvio».<br />
Il Decreto 151/2005 prevedeva <strong>di</strong>verse alternative:<br />
la rigenerazione completa del bene per allungarne<br />
la vita, posticipando la fase <strong>di</strong> trattamento (nel caso<br />
non fossero presenti CFC o HCFC); la rigenerazione<br />
<strong>di</strong> alcuni componenti e, infine, il riciclaggio <strong>dei</strong> materiali,<br />
da destinarsi come materie prime secondarie<br />
ad altre attività.<br />
Tre anni erano stati necessari per recepire la norma<br />
in Italia e quasi altri tre prima che il primo consorzio<br />
del settore, <strong>Ecodom</strong>, <strong>di</strong>venisse davvero operativo nel<br />
2008.<br />
Tutta questa per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tempo non aveva molto senso<br />
e le imprese non potevano rimanere a guardare, tant’è<br />
che <strong>Ecodom</strong> sul piano formale viene concepito già nei<br />
primi anni del Duemila e viene designato un <strong>di</strong>rettore<br />
generale proprio per seguire più da vicino sia il recepimento<br />
della <strong>di</strong>rettiva che i decreti attuativi.<br />
In altre parole, sul piano formale <strong>Ecodom</strong> «era stato<br />
costituito il 26 novembre 2004, per iniziativa <strong>dei</strong><br />
più importanti Produttori <strong>di</strong> “gran<strong>di</strong> elettrodomestici<br />
bianchi” (frigoriferi, lavatrici, forni, cappe, scalda-acqua)<br />
presenti sul mercato italiano,<br />
ma <strong>di</strong>venne operativo solo<br />
dal 1° gennaio 2008».<br />
Tra i propri soci fondatori <strong>Ecodom</strong><br />
poteva annoverare i principali produttori,<br />
nazionali e internazionali,<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 21
<strong>Ecodom</strong> ha scelto <strong>di</strong> focalizzarsi<br />
prima sui frigoriferi<br />
e i gran<strong>di</strong> bianchi<br />
e poi su tutti gli altri<br />
raggruppamenti <strong>RAEE</strong>.<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> elettrodomestici non professionali (freddo,<br />
cottura, lavaggio, cappe e scalda-acqua) operanti<br />
nel mercato italiano: Antonio Merloni, BSH Elettrodomestici,<br />
Candy Elettrodomestici, Faber, Franke,<br />
Haier Europe Tra<strong>di</strong>ng, Hoover, Indesit Company,<br />
MTS Group-Merloni Termosanitari, Miele Italia,<br />
Nar<strong>di</strong> Elettrodomestici, Smeg, Tecnogas e Whirlpool<br />
Europe.<br />
Il fatto che <strong>Ecodom</strong> fosse, e sia, un consorzio esclusivamente<br />
<strong>di</strong> produttori è un elemento da sottolineare.<br />
Gestito dai produttori attraverso l’assemblea <strong>dei</strong><br />
consorziati e il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione.<br />
«Si tratta anche <strong>di</strong> vicinanza e con<strong>di</strong>visione <strong>dei</strong> valori.<br />
Parlo anche a nome dell’azienda che rappresento,<br />
- spiega Maurizio Bernar<strong>di</strong>, attuale presidente <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong> ed amministratore delegato <strong>di</strong> BSH Italia-,<br />
dove valori quali responsabilità e sostenibilità sono<br />
principi fondamentali che guidano ogni giorno la<br />
nostra strategia d’impresa, dalla<br />
realizzazione <strong>dei</strong> prodotti alla relazione<br />
con i nostri clienti. È per<br />
questa ragione che avere <strong>Ecodom</strong><br />
come partner nell’attività <strong>di</strong> smaltimento<br />
<strong>RAEE</strong> è per noi motivo <strong>di</strong><br />
orgoglio e scelta <strong>di</strong> coerenza con i<br />
principi in cui cre<strong>di</strong>amo».<br />
«Da parte nostra – sottolinea Bernar<strong>di</strong> – c’è piena<br />
con<strong>di</strong>visione dell’approccio e delle strategie <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>.<br />
Siamo anche molto sod<strong>di</strong>sfatti del modo in<br />
cui <strong>Ecodom</strong> si pone sul mercato, dove è riconosciuto<br />
come soggetto cre<strong>di</strong>bile ed affidabile da parte <strong>di</strong> tutti<br />
gli stakeholder».<br />
«E devo <strong>di</strong>re che in tutti questi anni c’è sempre stata<br />
una fortissima coesione – aggiunge Arienti – : non<br />
ricordo una volta in cui il Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione<br />
abbia votato a maggioranza, cioè senza essere<br />
convinto in maniera unanime delle decisioni da<br />
prendere».<br />
<strong>Ecodom</strong>, sin dall’inizio, data anche la natura impren<strong>di</strong>toriale<br />
<strong>dei</strong> suoi fondatori, fortissimi in termini <strong>di</strong><br />
22 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
quote <strong>di</strong> mercato su R1, frigoriferi, e su R2, i gran<strong>di</strong><br />
bianchi, ha fatto la scelta <strong>di</strong> focalizzare la propria attività<br />
soprattutto su questi.<br />
I componenti <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> hanno quote <strong>di</strong> mercato<br />
quasi del 50 per cento sui frigoriferi e del 65 per cento<br />
sui gran<strong>di</strong> bianchi.<br />
«Poi però, visto che alcuni nostri produttori immettevano<br />
sul mercato anche piccoli elettrodomestici<br />
(frullatori, ferri da stiro, aspirapolveri, ecc.) e televisori,<br />
abbiamo deciso <strong>di</strong> gestire anche gli R4 e gli<br />
R3 . Poiché infine in molti elettrodomestici ci sono<br />
anche sorgenti luminose abbiamo allargato il nostro<br />
campo d’azione anche a R5. Oggi, quin<strong>di</strong>, siamo un<br />
consorzio che gestisce ogni tipologia <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>, anche<br />
se ha quote molto forti nei primi due raggruppamenti».<br />
Allo stesso modo, da quando è entrato in vigore il<br />
decreto 188/2008 sulle pile, <strong>Ecodom</strong> ha deciso <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ventare anche un consorzio <strong>di</strong> gestione delle pile<br />
e degli accumulatori. Anche in questo caso quando<br />
un produttore immette sul mercato, per esempio, un<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 23
Per l’emanazione <strong>dei</strong> decreti<br />
attuativi, perché il<br />
Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>RAEE</strong> entrasse in funzione,<br />
ci sono voluti anni.<br />
frullatore che contiene delle pile, lui viene comunque<br />
considerato produttore anche <strong>di</strong> queste.<br />
«Per evitare che i nostri produttori siano costretti a<br />
trovarsi un altro Consorzio solo per le pile o per gli<br />
accumulatori, oggi siamo un consorzio che gestisce<br />
tutti i raggruppamenti <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> e i rifiuti da pile e<br />
accumulatori».<br />
Ma perché c’è voluto cosi tanto tempo, quasi sei<br />
anni per passare dalla norma europea all’attuazione<br />
italiana? È sempre Arienti a dare un quadro <strong>di</strong> quei<br />
giorni: «L’ambiente, un po’ come oggi, non era in<br />
cima all’agenda politica e il recepimento è stato lunghissimo.<br />
Io sono stato chiamato ad occuparmene<br />
nel marzo del 2005 e l’iter era già in corso da un po’.<br />
Non c’erano stati ostacoli da parte delle associazioni<br />
<strong>dei</strong> produttori, che anzi collaborarono attivamente<br />
alla stesura del decreto, però le lungaggini furono<br />
lo stesso estenuanti. Per il Decreto <strong>di</strong> recepimento<br />
ci sono voluti tre anni, dal 2002 al<br />
2005, ma ancora <strong>di</strong> più dopo, perché<br />
servivano una serie <strong>di</strong> decreti<br />
attuativi senza alcuni <strong>dei</strong> quali –<br />
come quello relativo al Centro <strong>di</strong><br />
Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> o quello relativo<br />
ai raggruppamenti – era materialmente<br />
impossibile operare.<br />
Nel tempo in cui sono stati scritti<br />
e pubblicati i decreti attuativi, però, il sistema ha comunque<br />
preso forma. È nato il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>RAEE</strong>, sono arrivati gli altri Consorzi oltre a<br />
<strong>Ecodom</strong>, abbiamo definito le regole del sistema. Insomma,<br />
non sono stati anni buttati via».<br />
«Io allora venivo da una grande azienda leader <strong>di</strong><br />
mercato in Italia, e sapevamo che stava arrivando<br />
questa <strong>di</strong>rettiva europea quin<strong>di</strong> far finta che non<br />
ci fosse un problema sarebbe stato semplicemente<br />
sciocco: dunque ci siamo assunti il “carico” <strong>di</strong> capire<br />
come ci si poteva organizzare» racconta Piero Moscatelli,<br />
primo presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> e destinato a<br />
rimanere in carica dal 2004 al 2011.<br />
24 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Dalla <strong>di</strong>ffidenza <strong>dei</strong> primi<br />
anni si è passati ad un<br />
clima <strong>di</strong> grande fiducia e<br />
rispetto.<br />
«Devo <strong>di</strong>re come Indesit siamo stati noi i promotori<br />
– continua Moscatelli – e io in prima persona visto<br />
che mi occupavo della materia. Abbiamo contattato<br />
naturalmente gli altri produttori con i quali iniziammo<br />
a <strong>di</strong>scutere su come ci si poteva organizzare.<br />
La cosa migliore era mettersi insieme perché immaginare<br />
un sistema dove ognuno si occupasse del<br />
ritiro e dello smaltimento <strong>dei</strong> propri prodotti era<br />
una follia, visto che a casa <strong>di</strong> ogni cliente potevano<br />
esserci prodotti <strong>di</strong> due, tre o quattro marchi <strong>di</strong>versi.<br />
Da qui venne lo stimolo a fare in modo che<br />
più soggetti si consorziassero e che il ritiro non riguardasse<br />
esclusivamente i prodotti con il proprio<br />
marchio, ma in generale una certa parte <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />
Anche perché, poi, rimaneva il problema <strong>di</strong> chi<br />
avrebbe dovuto farsi carico <strong>di</strong> quei marchi che, nel<br />
tempo, avevano cessato <strong>di</strong> esistere. E allora, anche<br />
nello spirito della normativa, è nata questa idea <strong>di</strong><br />
mettersi insieme e creare il Consorzio <strong>Ecodom</strong>».<br />
La soluzione appare oggi come ovvia e ad<strong>di</strong>rittura<br />
scontata ma, come ricorda Moscatelli, era forse la<br />
prima volta o almeno una delle prime volte dove<br />
soggetti concorrenti <strong>di</strong> mercato fra loro dovevano<br />
lavorare insieme e, in qualche modo, associarsi:<br />
«All’inizio i produttori nutrivano il massimo della<br />
<strong>di</strong>ffidenza in questa cosa, perché chiaramente pensare<br />
<strong>di</strong> mettere insieme <strong>dei</strong> concorrenti che tutto<br />
il giorno lottano per vendere un pezzo in più a <strong>di</strong>scapito<br />
dell’altro sembrava quasi senza senso. In un<br />
consorzio le decisioni devono essere unanimi, perché<br />
basta il voto contrario <strong>di</strong> uno per bloccarne l’operatività.<br />
Una cosa <strong>di</strong>fficile mettere d’accordo tante<br />
anime così… E, invece, tutto è andato benissimo sin<br />
da subito. Negli anni i produttori sono arrivati ad<br />
essere decine, fra soci fondatori e<br />
consorziati or<strong>di</strong>nari, e ad oggi siamo<br />
sempre riusciti a portare avanti<br />
tutte le decisioni all’unanimità».<br />
«La <strong>di</strong>ffidenza vera e propria era<br />
quella che si respirava intorno a<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 25
26 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
noi all’inizio – aggiunge Arienti. Io ricordo ancora<br />
i primi incontri pubblici ai quali partecipavamo. In<br />
particolare ricordo un convegno a Milano nel 2005,<br />
quando il sistema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> doveva ancora nascere<br />
ma se ne parlava già. Io ero seduto in platea, nessuno<br />
mi conosceva e ascoltavo i <strong>di</strong>versi interventi nei quali<br />
i produttori <strong>di</strong> AEE erano <strong>di</strong>pinti malissimo, come <strong>dei</strong><br />
capitalisti inquinatori… Ad un certo punto mi sono<br />
alzato e mi sono presentato come <strong>Ecodom</strong>. Nessuno<br />
credeva che avremmo fatto la nostra parte e che l’avremmo<br />
voluta fare bene nel rispetto dell’ambiente e<br />
delle regole. Anzi avremmo proposto noi regole più<br />
stringenti per la qualità <strong>dei</strong> servizi. È stata durissima<br />
vincere la <strong>di</strong>ffidenza fin quando non ci hanno visto<br />
concretamente al lavoro. Oggi, devo ammettere,<br />
il clima è totalmente cambiato. Oggi prevale l’idea<br />
che sia possibile fare qualcosa <strong>di</strong> positivo dal punto<br />
<strong>di</strong> vista ambientale, dal punto <strong>di</strong> vista del servizio al<br />
Paese, pur affidando all’industria privata qualcosa<br />
che abitualmente viene gestito dal pubblico, come<br />
appunto i <strong>RAEE</strong>».
Il WEEE Forum è l’associazione<br />
europea composta<br />
da 36 Sistemi Collettivi<br />
<strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
nata nel 2002.<br />
A supporto <strong>di</strong> come sia cambiata la pre<strong>di</strong>sposizione<br />
d’animo nei confronti <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nel corso <strong>di</strong> questi<br />
<strong>di</strong>eci anni, un’indagine effettuata dalla Fondazione<br />
Ecosistemi nel 2017 presso i <strong>di</strong>versi stakeholder<br />
del settore, ha messo in evidenza il contributo del<br />
Consorzio all’efficienza ambientale complessiva del<br />
sistema.<br />
«La sua azione [<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>] – si legge nella sintesi<br />
delle risposte date dagli stakeholder – ha permesso<br />
<strong>di</strong> rendere il contesto in cui viviamo molto più sano<br />
e, al tempo stesso, ha “istruito” le <strong>di</strong>verse aziende su<br />
come operare in maniera ottimale sotto questo punto<br />
<strong>di</strong> vista, portando quin<strong>di</strong> un vantaggio doppio: le<br />
aziende consorziate attuano un riciclaggio ed uno<br />
smaltimento sempre più verde, acquisendo quin<strong>di</strong><br />
anche agli occhi della collettività un’approvazione<br />
etica; dall’altro lato, i citta<strong>di</strong>ni si sentono più sereni<br />
nel vivere in un contesto salutare.<br />
Il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti<br />
contenute nei <strong>RAEE</strong> consente la riduzione <strong>di</strong> emissione<br />
<strong>di</strong> CO 2<br />
nell’atmosfera e, allo stesso tempo, il<br />
recupero <strong>di</strong> materie prime seconde (es. ferro, alluminio,<br />
rame..), ottenute dall’attività <strong>di</strong> riciclo <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>,<br />
consente risultati notevoli in termini <strong>di</strong> risparmio<br />
energetico. Aspetti entrambi estremamente auspicabili<br />
e positivi anche nell’ottica <strong>di</strong> raggiungimento<br />
degli specifici obiettivi <strong>di</strong> sviluppo sostenibile previsti<br />
dall’Agenda 2030».<br />
«Ritengo ci sia una forte correlazione tra il lavoro<br />
svolto da <strong>Ecodom</strong> e la riduzione degli impatti ambientali<br />
<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> e lo giu<strong>di</strong>co positivo e importante,<br />
più i consorzi sono efficienti ed efficaci come <strong>Ecodom</strong><br />
per la loro <strong>di</strong>mensione nazionale e la loro attenzione<br />
alla legalità ed alla trasparenza<br />
della filiera <strong>di</strong> recupero e smaltimento,<br />
maggiori saranno gli effetti<br />
benefici sia dal punto <strong>di</strong> vista occupazionale<br />
che ambientale».<br />
E anche per quanto riguarda la cre<strong>di</strong>bilità<br />
<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> gli stakeholder<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 27
Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>RAEE</strong> era stato immaginato<br />
come un organo autogestito<br />
dagli stessi sistemi<br />
collettivi.<br />
interrogati da Ecosistemi hanno offerto risposte<br />
molto positive parlando esplicitamente <strong>di</strong> dati trasparenti,<br />
tracciabili e accurati, <strong>di</strong> dati validati e affidabili<br />
e facilmente interpretabili. Non solo, alcuni<br />
hanno anche <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> utilizzare i dati <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong><br />
per il loro lavoro come parametri <strong>di</strong> riferimento.<br />
Un obiettivo raggiunto attraverso una strada tutt’altro<br />
che scontata, almeno in quei primi anni, duranti i<br />
quali occorreva ancora organizzare tutto il contesto.<br />
Perché quando <strong>Ecodom</strong> comincia a muovere i primi<br />
passi occorre capire qual è il panorama europeo. Per<br />
questo, per esempio, aderisce quasi subito al WEEE<br />
Forum, un’associazione composta oggi da 36 sistemi<br />
collettivi europei, nata nel 2002 sulla scorta della<br />
<strong>di</strong>rettiva appena approvata e dove la sigla “WEEE”<br />
(“Waste Electrical and Electronic Equipment”) è<br />
l’equivalente inglese della sigla italiana <strong>RAEE</strong>. Lo<br />
scopo del WEEE Forum negli anni è stato quello <strong>di</strong><br />
con<strong>di</strong>videre e coor<strong>di</strong>nare tutto il know-how in materia<br />
<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>, fornendo spesso elementi <strong>di</strong> analisi e<br />
suggerimenti ai policy maker nazionali.<br />
<strong>Ecodom</strong> ha poi colloqui con tutti gli altri soggetti<br />
coinvolti o coinvolgibili nella filiera, dal mondo istituzionale<br />
all’ANIE Confindustria e con gli altri sistemi<br />
collettivi che stavano nascendo in quel periodo,<br />
come Reme<strong>di</strong>a, Ecolight, Ecoped, tanto per citarne<br />
alcuni.<br />
Questo lavoro <strong>di</strong> raccordo ha consentito <strong>di</strong> far inserire<br />
nel famoso Decreto legislativo 151 del 2005 che<br />
recepiva la <strong>di</strong>rettiva europea il concetto <strong>di</strong> Centro <strong>di</strong><br />
Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong>.<br />
La <strong>di</strong>rettiva europea prevedeva che la gestione <strong>dei</strong><br />
<strong>RAEE</strong> potesse essere appannaggio<br />
<strong>di</strong> più Consorzi operanti in un regime<br />
<strong>di</strong> competizione fra loro. In<br />
che modo? Con quali garanzie per<br />
lo svolgimento del servizio?<br />
In questo senso se si voleva avere<br />
competizione tra più soggetti e<br />
garantire allo stesso tempo che il<br />
28 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Paese venisse servito in modo omogeneo era necessario<br />
un arbitro che <strong>di</strong>sciplinasse la partita.<br />
Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> non fu quin<strong>di</strong> un<br />
intuizione peregrina e anzi si rivelò lungimirante<br />
prevederne la costituzione già nell’articolato Decreto<br />
151. La <strong>di</strong>sciplina del Centro sarà poi stabilita con<br />
uno <strong>dei</strong> decreti attuativi successivi (il 185 del 2007).<br />
Ma la gestazione del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>RAEE</strong> fu comunque complicata e non sempre lineare<br />
anche perché la norma in alcuni punti non era chiara<br />
o non dava affatto in<strong>di</strong>cazioni, tanto che, per un<br />
brevissimo periodo, alcuni consorzi dettero vita ad<br />
un secondo centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, alternativo al<br />
primo. “Esperimento” che non durò a lungo.<br />
Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> era stato immaginato<br />
– e poi realizzato – come un organo autogestito<br />
dagli stessi sistemi collettivi e aveva tra i suoi compiti<br />
quello <strong>di</strong> sottoscrivere un accordo <strong>di</strong> programma<br />
con l’ANCI, l’associazione nazionale <strong>dei</strong> Comuni<br />
italiani, per regolamentare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ritiro <strong>dei</strong><br />
<strong>RAEE</strong> dalle isole ecologiche.<br />
Nell’accordo <strong>di</strong> programma con ANCI oltre alle con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> ritiro (entro quanti giorni, con che tipo <strong>di</strong><br />
contenitori, ecc) fu poi stabilita quale compensazione<br />
fosse dovuta dai consorzi alle isole ecologiche in<br />
modo da contribuire ai costi della raccolta pur senza<br />
coprirli interamente.<br />
Questa compensazione poi prenderà il nome <strong>di</strong> “premio<br />
<strong>di</strong> efficienza” che negli anni ha acquisito sempre<br />
maggiore importanza e peso.<br />
Non solo. Un altro <strong>dei</strong> compiti <strong>di</strong> questo organismo<br />
è assegnare ad ogni consorzio la sua “quota” sulla<br />
base delle quote <strong>di</strong> mercato che ogni consorzio rappresenta<br />
in termini <strong>di</strong> apparecchiature immesse sul<br />
mercato. E tali quote sono poi <strong>di</strong>stribuite in maniera<br />
omogenea sul territorio nazionale in modo che nessun<br />
sistema collettivo abbia un vantaggio a danno <strong>di</strong><br />
un altro e, allo stesso tempo, garantisca il servizio a<br />
tutte le oltre quattromila isole ecologiche.<br />
L’altro aspetto importante sul quale il Centro <strong>di</strong> Co-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 29
Nel 2008 viene presentato<br />
il primo vero rapporto<br />
nazionale sui <strong>RAEE</strong> in<br />
Italia.<br />
or<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> interviene sono i livelli <strong>di</strong> servizio.<br />
Per esempio stabilisce entro quante ore o giorni<br />
i consorzi debbano andare a ritirare i <strong>RAEE</strong> presso le<br />
isole ecologiche. Questo perché tutti si uniformino<br />
ad uno standard e nessuno possa trarre vantaggio (o<br />
svantaggio) dall’organizzazione delle proprie attività<br />
a detrimento degli altri. Ed anche questa attività è<br />
una <strong>di</strong> quelle che fa parte dell’accordo <strong>di</strong> programma<br />
del Centro con ANCI.<br />
«Il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> – spiega Arienti<br />
– è un soggetto forte perché l’abbiamo voluto noi<br />
così. I sistemi collettivi che non rispettano le regole<br />
vengono sanzionati: le penali sono poi utilizzate per<br />
iniziative <strong>di</strong> comunicazione».<br />
Infine, il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> stabilisce i<br />
livelli minimi <strong>di</strong> qualità per il trattamento <strong>dei</strong> rifiuti<br />
e tutti i sistemi collettivi sono chiamati a fare uso<br />
solo <strong>di</strong> impianti che rispettino questi requisiti.<br />
Dunque <strong>Ecodom</strong> ha avuto un ruolo<br />
fondamentale nella nascita del<br />
sistema <strong>RAEE</strong>. Arienti stesso sarà<br />
la figura designata per avviare il<br />
Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> in<br />
qualità <strong>di</strong> presidente.<br />
Il 2008, che corrisponde all’effettiva<br />
entrata in attività <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, segna quin<strong>di</strong> uno<br />
spartiacque per tutto il settore.<br />
Ed <strong>Ecodom</strong> scatta subito la fotografia sullo stato <strong>dei</strong><br />
<strong>RAEE</strong> in Italia. Un po’ per mostrare le possibilità <strong>di</strong><br />
evoluzione e sviluppo del settore e un po’ anche per<br />
prendere in mano le re<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> un tema che, rispetto<br />
ai policy maker o al grande pubblico, era stato fino<br />
ad allora appannaggio del mondo della denuncia e<br />
quasi mai della proposta.<br />
Il 21 febbraio del 2008 era stata infatti Greenpece International<br />
a presentare in Italia un rapporto <strong>di</strong> denuncia<br />
sul mondo <strong>dei</strong> rifiuti da apparecchiature elettriche<br />
ed elettroniche: «Le stime dell’ONU – si leggeva<br />
– sono <strong>di</strong> 20-50 milioni <strong>di</strong> tonnellate (Mt/a) <strong>di</strong> rifiuti<br />
tecnologici prodotti ogni anno, che comprendono più<br />
30 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
del 5 per cento <strong>di</strong> tutti i rifiuti soli<strong>di</strong> urbani generati<br />
nel mondo. Il destino <strong>di</strong> questa enorme quantità <strong>di</strong><br />
rifiuti è sconosciuto: si tratta <strong>di</strong> un flusso nascosto<br />
che non viene intercettato dai sistemi <strong>di</strong> recupero attualmente<br />
operanti».<br />
Nel novembre dello stesso anno, <strong>Ecodom</strong> risponde<br />
con il Rapporto “<strong>RAEE</strong>, il contributo del riciclo agli<br />
obiettivi <strong>di</strong> Kyoto. Bilancio energetico-ambientale<br />
del recupero <strong>di</strong> alcune tipologie <strong>di</strong> rifiuti elettrici ed<br />
elettronici”, commissionato ad Ambiente Italia.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un lavoro particolarmente approfon<strong>di</strong>to<br />
sullo stato <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> in Italia, che non si limita a misurare<br />
le <strong>di</strong>mensioni del fenomeno, ma in<strong>di</strong>vidua le<br />
possibili soluzioni e misura le opportunità offerte da<br />
una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Il primo <strong>di</strong> questa<br />
qualità mai realizzato.<br />
«Ogni anno ciascun italiano produce circa 17 kg <strong>di</strong><br />
rifiuti elettrici ed elettronici. Di questi, 15 kg finiscono<br />
attualmente in <strong>di</strong>scarica, abbandonati ai lati delle<br />
strade o intercettati da soggetti non autorizzati<br />
che potrebbero trattarli in maniera ambientalmente<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 31
32 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
non corretta», scrive Piero Moscatelli nell’introduzione<br />
allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Ambiente Italia per <strong>Ecodom</strong>.<br />
E poco più avanti: «Si tratta <strong>di</strong> una tipologia <strong>di</strong> rifiuti<br />
molto importante, sia sotto il profilo ambientale<br />
che economico. Sotto il profilo ambientale perché<br />
contengono sostanze potenzialmente tossiche e con<br />
rilevanti effetti per la <strong>di</strong>struzione della fascia <strong>di</strong> ozono<br />
e per la crescita dell’effetto serra; sotto il profilo<br />
economico in quanto rappresentano una miniera<br />
<strong>di</strong> materie prime seconde <strong>di</strong> grande valore (acciaio,<br />
alluminio, rame, metalli preziosi…) e consentono<br />
un riciclo efficiente. All’interno <strong>di</strong> questo flusso <strong>di</strong><br />
rifiuti, la voce principale è costituita dai gran<strong>di</strong> e piccoli<br />
elettrodomestici “bianchi” (lavatrici, frigoriferi,<br />
con<strong>di</strong>zionatori, lavastoviglie, microonde, ecc…), che<br />
corrispondono ai raggruppamenti R1 e R2 <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
(così come classificati dal decreto 151/2005) e costituiscono<br />
i rifiuti oggetto delle attività del consorzio<br />
<strong>Ecodom</strong>. Secondo una stima del Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
gli elettrodomestici “bianchi” potenzialmente<br />
recuperabili (calcolando il possibile tasso <strong>di</strong> ritorno<br />
ad impianti <strong>di</strong> recupero) sono circa 6 milioni <strong>di</strong><br />
pezzi, pari a 258.000 tonnellate complessive, <strong>di</strong> cui<br />
89.500 tonnellate <strong>di</strong> frigoriferi e congelatori e 7.400<br />
tonnellate <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionatori (prodotti contenenti<br />
CFC, HCFC e altri refrigeranti). Il sistema <strong>di</strong> recupero<br />
<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> è appena agli inizi». Il primo Rapporto<br />
annuale ufficiale del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong><br />
uscirà invece l’anno successivo, nel luglio del 2009.
3. La rivoluzione della qualità<br />
Sostenibilità, responsabilità e qualità del sistema<br />
<strong>Ecodom</strong>; la prospettiva europea; il valore<br />
della statistica.<br />
«La nostra mission: coniugare<br />
l’eccellenza ambientale<br />
con l’efficienza nei<br />
processi <strong>di</strong> trattamento<br />
e gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>».<br />
Quando si parla <strong>di</strong> qualità<br />
nel merito della gestione<br />
<strong>dei</strong> rifiuti elettrici ed elettronici per cominciare forse<br />
non c’è <strong>di</strong> meglio che questa brevissima frase contenuta<br />
nella relazione <strong>di</strong> apertura dell’allora presidente<br />
<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> Piero Moscatelli al primo Rapporto<br />
<strong>di</strong> Sostenibilità del Consorzio, pubblicato nel 2009<br />
analizzando i dati del primo anno <strong>di</strong> attività.<br />
Eccellenza ambientale ed efficienza che nella storia<br />
<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> si configurano nella affermazione <strong>di</strong> almeno<br />
tre <strong>di</strong>rettrici, quella della responsabilità estesa<br />
del produttore, della sostenibilità e della qualità.<br />
«Il tema della qualità – ricorda Moscatelli, presidente<br />
<strong>Ecodom</strong> dalla nascita del Consorzio nel 2004 fino<br />
al 2011 – lo abbiamo in<strong>di</strong>cato sin dal primo giorno<br />
come obiettivo assolutamente in<strong>di</strong>spensabile,<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 33
Il primo esempio<br />
<strong>di</strong> regolamentazione<br />
della qualità è contenuto<br />
nell’antichissimo Co<strong>di</strong>ce<br />
<strong>di</strong> Hammurabi.<br />
anche perché quando abbiamo cominciato non era<br />
affatto chiaro quello che facevano i cosiddetti “riciclatori”.<br />
Ma neanche sul piano legislativo o politico<br />
era chiaro chi dovesse fare i controlli. E c’era poi<br />
un problema <strong>di</strong> immagine per le imprese del settore<br />
perché se uno <strong>di</strong> questi “riciclatori” che lavorava<br />
per noi non avesse fatto il suo dovere e poi si fossero<br />
trovati <strong>dei</strong> frigoriferi abbandonati in mezzo a<br />
un campo o comunque li avesse riciclati male, per<br />
l’opinione pubblica la responsabilità sarebbe stata<br />
nostra. La stampa avrebbe potuto chiedere alle imprese<br />
del settore “voi che state facendo per evitare<br />
tutto ciò?”. Lo racconto perché per esempio in Inghilterra<br />
successe davvero e ad un certo punto trovarono<br />
un deposito con non so quante migliaia <strong>di</strong><br />
frigoriferi abbandonati che invece avrebbero dovuto<br />
essere riciclati… Così, insomma, ci siamo attrezzati<br />
da subito per non correre rischi. Abbiamo, per<br />
esempio, messo degli ispettori che giravano l’Italia,<br />
facendo anche controlli a sorpresa per vedere se i<br />
riciclatori che lavoravano con noi erano in regola.<br />
Pena: la sospensione del contratto con <strong>Ecodom</strong>».<br />
«Oggi <strong>Ecodom</strong> ha raggiunto <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> tutto rilevo<br />
all’interno del suo settore <strong>di</strong> riferimento, malgrado<br />
ciò rimane un soggetto in continua evoluzione<br />
– spiega Maurizio Bernar<strong>di</strong> parlando del futuro<br />
del consorzio –. L’impegno che come presidente<br />
sto portando avanti con <strong>Ecodom</strong>, insieme a tutti i<br />
collaboratori del consorzio ed alle altre aziende consorziate,<br />
è quello <strong>di</strong> puntare ad una ulteriore crescita<br />
<strong>di</strong>mensionale che possa tradursi in una sempre<br />
maggiore efficienza operativa.<br />
Perché crescere nel nostro caso significa non solo<br />
migliorare l’efficienza nei costi<br />
per effetto <strong>di</strong> economie <strong>di</strong> scale,<br />
ma anche e soprattutto generare<br />
crescenti esternalità positive per<br />
l’ambiente. Questo è reso possibile<br />
dal fatto che <strong>Ecodom</strong> opera<br />
con elevati standard qualitativi,<br />
34 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
perseguendo il miglioramento continuo. Inoltre, il<br />
consorzio si propone anche come promotore <strong>di</strong> trasparenza<br />
e <strong>di</strong>alogo aperto con gli altri operatori: ciò<br />
all’interno <strong>di</strong> un settore, quale quello dello smaltimento<br />
e riciclo <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, che risulta invece essere<br />
troppo spesso grigio e nebuloso.»<br />
Ma la qualità del servizio, la qualità <strong>dei</strong> prodotti o la<br />
qualità ambientale sono più facili a <strong>di</strong>rsi che non a<br />
perseguirsi.<br />
Lo stesso concetto <strong>di</strong> responsabilità estesa del produttore<br />
in fin <strong>dei</strong> conti si rifà a parametri qualitativi<br />
sul cui rispetto si misura il merito o il demerito e che<br />
nei sistemi più avanzati <strong>di</strong> economia o <strong>di</strong> politica si<br />
traduce in incentivi e <strong>di</strong>sincentivi e quin<strong>di</strong> in premi<br />
o sanzioni.<br />
UNA BREVE STORIA DELLA QUALITÀ<br />
In molti casi e per molto tempo nella storia delle società<br />
umane la qualità del prodotto e la responsabilità<br />
del produttore erano regole del tutto empiriche,<br />
sottointese nella natura del servizio o del bene. Se<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 35
Fu Margaret Thatcher<br />
la prima a sostenere la<br />
qualità come elemento<br />
essenziale per il successo<br />
dell’industria.<br />
una se<strong>di</strong>a fosse risultata scomoda (con una gamba<br />
più corta, con la seduta debole o si fosse rotta nel<br />
giro <strong>di</strong> poco tempo), sarebbe stato facile riportarla<br />
all’artigiano e chiederne la sostituzione.<br />
In epoca remota, il più antico esempio <strong>di</strong> regolazione<br />
<strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> rapporto è proprio il più antico<br />
sistema <strong>di</strong> leggi che sia arrivato a noi, il cosiddetto<br />
Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Hammurabi.<br />
Hammurabi fu un re babilonese vissuto intorno al<br />
XVIII secolo avanti Cristo, mille anni prima della<br />
fondazione <strong>di</strong> Roma. Di quell’epoca remotissima<br />
non rimangono molte tracce, ma la più importante<br />
è, appunto, il Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Hammurabi. Si tratta <strong>di</strong> una<br />
raccolta <strong>di</strong> leggi, duecentottantadue norme in tutto,<br />
<strong>di</strong>vise in “capitoli”, ognuno <strong>dei</strong> quali riguardanti o<br />
una categoria sociale o <strong>dei</strong> reati in particolare con un<br />
certo grado <strong>di</strong> dettaglio per regolare la vita pubblica<br />
e quella privata, l’economia e il commercio, la famiglia<br />
e il rapporto con lo Stato.<br />
Fra le duecentottantadue <strong>di</strong>sposizioni<br />
<strong>di</strong> legge previste, ce ne è una<br />
in particolare, la numero 229 che<br />
recita testualmente: «Qualora un<br />
costruttore costruisca una casa per<br />
qualcuno e non la costruisca debitamente<br />
e la casa che ha costruito<br />
cada ed uccida il proprietario, allora quel costruttore<br />
sarà messo a morte».<br />
Qualche norma più sotto, alla 233, si legge ancora:<br />
«Qualora un costruttore costruisca una casa per<br />
qualcuno, anche se non l’abbia ancora completata, se<br />
i muri apparissero pericolanti, il costruttore dovrà<br />
rendere soli<strong>di</strong> i muri <strong>di</strong> tasca propria».<br />
Per molti storici si tratta della prima volta nella quale<br />
nella storia dell’umanità venga sancito in maniera<br />
ufficiale un principio <strong>di</strong> responsabilità a carico del<br />
produttore <strong>di</strong> un bene.<br />
Qualità vuol <strong>di</strong>re quin<strong>di</strong> anche rifarsi a degli standard<br />
stabiliti. In questo senso la prima testimonianza è<br />
scolpita nei bassorilievi ritrovati su una tomba a Tebe<br />
36 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
e risalenti a quasi quattromila anni fa: qui è scolpita<br />
l’immagine <strong>di</strong> un uomo che sta compiendo delle misure<br />
<strong>di</strong> perpen<strong>di</strong>colarità degli spigoli <strong>di</strong> un masso.<br />
Sappiamo quin<strong>di</strong> che da migliaia <strong>di</strong> anni responsabilità<br />
e qualità non sono criteri arbitrari ma, anzi,<br />
necessari per garantire che un lavoro sia ben svolto.<br />
Certo la storia ci insegna che prima dell’epoca <strong>dei</strong><br />
Comuni e delle Corporazioni delle arti e <strong>dei</strong> mestieri<br />
tutto questo non avrà una vera e propria definizione.<br />
Ogni corporazione dettava le regole sugli standard<br />
<strong>di</strong> produzione, stabilendo i processi più idonei,<br />
la tipologia delle materie prime, le tecnologie e gli<br />
strumenti necessari e vigilando sulla qualità <strong>dei</strong> prodotti<br />
finali, facendo sì, cioè, che falsi e prodotti scadenti<br />
fossero estromessi dal mercato. Ma, forse, per<br />
approcciarsi ad una produzione estensiva occorrerà<br />
aspettare la rivoluzione industriale, il for<strong>di</strong>smo e postfor<strong>di</strong>smo.<br />
Ora i tempi <strong>di</strong> produzione erano <strong>di</strong>ventati velocissimi<br />
e la quantità <strong>di</strong> merci <strong>di</strong>sponibili sul mercato agli<br />
inizi del Novecento era centuplicata. La qualità non<br />
poteva più essere garantita da un singolo professionista<br />
quanto dal controllo dell’intero processo, dalle<br />
materie prime alla messa in opera.<br />
È intorno agli anni Venti che con il sorgere delle prime<br />
gran<strong>di</strong> industrie con modelli organizzativi più<br />
complessi che il termine “qualità” comincia ad assumere<br />
una connotazione più moderna e conforme ai<br />
nostri tempi.<br />
Si sente la necessità <strong>di</strong> sottoporre le <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong><br />
processo a controlli formali per evitare che quantità<br />
sempre maggiori <strong>di</strong> prodotti a costi spesso inferiori<br />
non offrano, come conseguenza, performance più<br />
scadenti.<br />
Nel secondo dopoguerra la concezione <strong>di</strong> qualità assume<br />
una definizione ancora più netta. In Europa è il<br />
primo ministro inglese, la lady <strong>di</strong> ferro Margaret Thatcher,<br />
negli anni Ottanta, a pronunciare un famoso<br />
<strong>di</strong>scorso per sostenere la qualità come elemento essenziale<br />
per il successo dell’industria britannica. E<br />
la qualità assume concretezza con sistemi <strong>di</strong> regole,<br />
standard, norme giuri<strong>di</strong>che e certificazioni vere e<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 37
38 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
proprie, basti pensare, per esempio all’International<br />
Organization for Standar<strong>di</strong>zation, fondata nel 1947,<br />
e che emetterà le prime regole <strong>di</strong> riferimento in materia<br />
<strong>di</strong> qualità, quelle che poi sarebbero <strong>di</strong>ventate le<br />
norme della serie ISO 9001 (proprio sulla qualità) o<br />
ISO 14001 (sull’ambiente).<br />
Ma se la qualità può essere co<strong>di</strong>ficata per l’assemblaggio<br />
<strong>di</strong> prodotti, perché non dovrebbe esserlo<br />
per il <strong>di</strong>sassemblaggio degli stessi? In altri termini,<br />
perché le regole delle qualità dovrebbero essere applicabili<br />
ad una sola frazione del ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un<br />
prodotto?<br />
Se poi lo pensiamo in termini <strong>di</strong> economia circolare,<br />
ci appare oggi ancora più chiaro come la qualità<br />
riguar<strong>di</strong> quelli che noi definiamo rifiuti o materiali<br />
post-consumo.<br />
Alcuni rifiuti più <strong>di</strong> altri, poi, hanno bisogno <strong>di</strong> processi<br />
<strong>di</strong> trasformazione più delicati.<br />
Un vecchio frigorifero, per esempio, contiene gas<br />
nocivi per l’ambiente come i CFC. I vecchi telefoni<br />
contenevano palla<strong>di</strong>o, pericoloso ma anche remunerativo<br />
se opportunamente recuperato.
La qualità <strong>di</strong>venta la<br />
pietra angolare delle<br />
fondamenta <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>.<br />
LA VIA ECODOM<br />
L’obiettivo <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> <strong>di</strong> praticare una raccolta e un<br />
trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> secondo standard <strong>di</strong> qualità<br />
era tutt’altro che peregrino ma sicuramente in controtendenza<br />
rispetto al Paese, visto che il quadro<br />
normativo in cui venivano a nascere i sistemi collettivi<br />
era piuttosto vago e, per certi aspetti, pigro.<br />
<strong>Anni</strong> per recepire la <strong>di</strong>rettiva europea che voleva negli<br />
Stati dell’Unione una raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> e anni,<br />
poi, per fare i decreti attuativi. Al punto che ancora<br />
oggi, <strong>di</strong>eci anni dopo la nascita <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> e del sistema<br />
<strong>RAEE</strong>, ad ogni aggiornamento delle <strong>di</strong>rettive<br />
europee l’Italia impiega anni per adattarsi.<br />
«La prima cosa per noi <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> fu <strong>di</strong> imparare<br />
dall’estero – racconta Arienti – in particolare per<br />
quanto riguarda la qualità e il trattamento».<br />
«La seconda – continua – fu in<strong>di</strong>viduare meccanismi<br />
<strong>di</strong> selezione <strong>dei</strong> fornitori dal punto <strong>di</strong> vista economico<br />
trasparenti e oggettivi, in modo da evitare<br />
qualunque forma <strong>di</strong> contestazione. E la terza, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
fu introdurre (e non lo fa ancora nessun<br />
altro) nei nostri contratti con gli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />
un sistema <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione che collegasse<br />
l’importo che noi pagavamo al valore delle materie<br />
prime seconde. La quarta, ma che ci riporta alla prima,<br />
era proprio la qualità del trattamento».<br />
«Noi abbiamo definito tutta una modalità <strong>di</strong> verifica,<br />
un processo molto serio e rigoroso ripreso dall’estero<br />
e il tutto è <strong>di</strong>ventato da subito un’expertise reale,<br />
al punto che sei persone del nostro team sono poi <strong>di</strong>ventate<br />
veri au<strong>di</strong>tor capaci <strong>di</strong> fare questo lavoro. Andavano<br />
presso gli impianti, ci stavano una settimana<br />
verificando la capacità <strong>di</strong> tirar fuori le sostanze<br />
inquinanti dai <strong>RAEE</strong>, <strong>di</strong> riciclare materiali. In altre<br />
parole misuravano tutto quello che era necessario<br />
per essere certi che il lavoro corrispondesse<br />
a ciò per cui pagavamo».<br />
La qualità come pietra angolare<br />
delle fondamenta <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, quasi<br />
un asset che poteva essere decli-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 39
Gli standard qualitativi<br />
WEEELabex sono serviti<br />
alla definizione degli<br />
standard <strong>di</strong> riferimento<br />
per in <strong>RAEE</strong> in Europa.<br />
nato in ogni aspetto e utilizzato per fortificare identità<br />
e adesione al Consorzio.<br />
I produttori che partecipano al Consorzio possono<br />
cambiare cavallo per le ragioni più <strong>di</strong>verse e non è<br />
insolito che qualche altro sistema collettivo concorrente<br />
cerchi <strong>di</strong> irretirli, ma <strong>Ecodom</strong> riesce a motivare<br />
i suoi consorziati coinvolgendoli in ogni aspetto della<br />
gestione.<br />
«Era un team dove si è sempre operato in un clima<br />
<strong>di</strong> fattivo confronto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo positivo» ricorda<br />
Paolo Zocco Ramazzo, che è stato presidente <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong> dal 2011 al 2013, ma che prima, dal 2008,<br />
aveva avuto il ruolo <strong>di</strong> vicepresidente ed è quin<strong>di</strong><br />
fra quelli che hanno vissuto gli anni <strong>di</strong> start-up del<br />
Consorzio. «Ed era interessante – continua Zocco<br />
Ramazzo – perché c’erano Whirlpool, Bosch, Candy<br />
e altri competitor anche piccoli e si lavorava su un<br />
fronte comune quando normalmente i tavoli <strong>di</strong> confronto<br />
con le altre società erano rari».<br />
«Abbiamo organizzato tantissimi<br />
team buil<strong>di</strong>ng fra i <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong> e anche con il CdA proprio<br />
per rafforzare lo spirito <strong>di</strong> squadra.<br />
Lo ricordo bene perché <strong>di</strong> solito<br />
nelle aziende il CdA è sempre vissuto<br />
come qualcosa <strong>di</strong> esterno che<br />
arriva alle riunioni, guarda i numeri,<br />
dà qualche in<strong>di</strong>cazione e poi sparisce. Qui invece<br />
si cercava proprio <strong>di</strong> creare un legame con il team».<br />
Qualità e coesione significano, però, anche trasparenza<br />
e affidabilità. Per questo, fin dal primo anno<br />
finanziario, <strong>Ecodom</strong> decide <strong>di</strong> produrre un “Rapporto<br />
<strong>di</strong> Sostenibilità”.<br />
Ren<strong>di</strong>contare tutto quello che viene fatto in modo<br />
trasparente, con oggettività, documentando l’origine<br />
<strong>di</strong> ogni informazione e cercando <strong>di</strong> raccontare tutto<br />
<strong>di</strong> sé. Una scelta che poi negli anni si è rivelata sod<strong>di</strong>sfacente,<br />
soprattutto per gli addetti del settore che<br />
hanno potuto trovare, <strong>di</strong> anno in anno, nei “rapporti”<br />
l’evoluzione del sistema <strong>RAEE</strong> e del sistema <strong>Ecodom</strong>,<br />
40 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
con tutte le opportunità e le criticità che nel tempo si<br />
sono affacciate.<br />
«Noi abbiamo un sistema <strong>di</strong> business intelligence interno<br />
– spiega Arienti – che ci permette <strong>di</strong> monitorare<br />
in tempo reale tutto quello che succede dal punto<br />
<strong>di</strong> vista quantitativo, dal punto <strong>di</strong> vista economico,<br />
area per area, fornitore per fornitore, ecc. Questo sistema<br />
<strong>di</strong> business intelligence è a <strong>di</strong>sposizione <strong>dei</strong><br />
Consiglieri <strong>di</strong> Amministrazione. Ogni giorno possono<br />
entrare e vedere cosa sta succedendo da tutti<br />
questi punti vista e lo apprezzano».<br />
Ad accompagnare questa “operazione” <strong>di</strong> trasparenza,<br />
<strong>Ecodom</strong> ha da sempre avuto l’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>re “visto<br />
che ci occupiamo <strong>di</strong> un settore che pochi conoscono,<br />
perché non creare delle occasioni <strong>di</strong> riflessione, <strong>di</strong><br />
promozione, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o?”.<br />
Anche per questo, per esempio, sono nate le prime<br />
ricerche, nel 2008 con Ambiente Italia e nel 2011<br />
con Ipsos. Lo stu<strong>di</strong>o e la comunicazione, come vedremo<br />
nei capitoli successivi, come ulteriore momento<br />
<strong>di</strong> definizione del dato statistico, <strong>di</strong> conoscenza<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 41
<strong>Ecodom</strong> ha adottato<br />
le linee guida Global<br />
Reporting Initiative<br />
come sistema <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione<br />
già a partire<br />
dal 20<strong>10</strong>.<br />
dell’ambiente socio-economico in cui si opera e <strong>dei</strong><br />
processi che si stanno innovando.<br />
Come la partecipazione attiva al WEEE Forum o alla<br />
costituzione <strong>di</strong> WEEELabex, un’organizzazione con<br />
base a Praga che ha come mission la formazione <strong>di</strong><br />
au<strong>di</strong>tor in grado <strong>di</strong> verificare la conformità <strong>dei</strong> processi<br />
<strong>di</strong> trattamento agli standard <strong>di</strong> qualità definiti<br />
in sede comunitaria. Per dare un’idea del lavoro <strong>di</strong><br />
questa organizzazione, basti pensare che gli standard<br />
WEEELabex sono comunque serviti alla definizione<br />
degli standard Cenelec (il Comitato europeo <strong>di</strong><br />
normazione elettrotecnica) che oggi costituiscono il<br />
riferimento per il trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> in Europa.<br />
E vale la pena <strong>di</strong> ricordare che alla<br />
base degli stessi standard WEEE-<br />
Labex ci sono le metodologie <strong>di</strong> verifica<br />
degli impianti <strong>di</strong> trattamento<br />
<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> che <strong>Ecodom</strong> in maniera<br />
pionieristica ma estremamente<br />
competente ha iniziato ad utilizzare<br />
in Italia dal 2008, attraverso<br />
propri au<strong>di</strong>tor.<br />
Controllo della qualità del trattamento che oggi, in<br />
Italia, è ancora volontario e che <strong>Ecodom</strong> sta facendo<br />
evolvere da una forma <strong>di</strong> controllo interna ad una<br />
forma terza, per cui chi verifica il servizio non sia un<br />
<strong>di</strong>pendente del controllante stesso.<br />
«Per garantire trasparenza e qualità <strong>Ecodom</strong> fa un<br />
passo in<strong>di</strong>etro – spiega Arienti –. Nel senso che non<br />
facciamo più gli au<strong>di</strong>t in prima persona ma li facciamo<br />
fare da au<strong>di</strong>tor in<strong>di</strong>pendenti addestrati in modo<br />
serio. Ci riserviamo nei contratti la facoltà <strong>di</strong> andare<br />
a guardare, quin<strong>di</strong> comunque possiamo presenziare<br />
agli au<strong>di</strong>t. Adesso che gli standard <strong>di</strong>ventano pubblici,<br />
speriamo anche obbligatori, esistono metodologie<br />
in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> verifica».<br />
Un passo importante per l’adozione degli standard<br />
in forma obbligatoria è anche quanto <strong>Ecodom</strong> insieme<br />
al WEEE Forum sta oggi facendo a livello<br />
europeo per chiedere alla Comunità uno strumen-<br />
42 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
to che si chiama “implementing act”, una modalità<br />
attraverso la quale si potranno rendere obbligatori<br />
gli standard in tutti gli Stati membri senza bisogno<br />
<strong>di</strong> un recepimento formale nei sistemi normativi<br />
nazionali.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un passaggio tanto delicato quanto importante<br />
per evitare <strong>di</strong> avere un’Europa <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
a più velocità, dove paesi come Olanda, Irlanda o<br />
Francia abbiano la capacità <strong>di</strong> applicare standard<br />
qualitativi in tempi brevi e altri paesi, come l’Italia,<br />
che impiegheranno anni a recepirli, accumulando ritar<strong>di</strong><br />
industriali ed economici che renderanno il settore<br />
sterile in queste nazioni.<br />
UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ<br />
Come sottolinea il Rapporto <strong>di</strong> Sostenibilità del<br />
2016, negli ultimi anni si è data un’accelerazione<br />
nel migliorare l’aspetto documentale e statistico <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong>: «per valorizzare le esperienze reali e significative<br />
<strong>di</strong> economia circolare è necessaria una ren<strong>di</strong>contazione<br />
extra-finanziaria documentata, seria,<br />
non auto-referenziale».<br />
Per questo, nella reportistica, si affiancano la Fondazione<br />
Ecosistemi e PriceWaterhouseCoopers, che<br />
hanno offerto il supporto metodologico e scientifico<br />
necessario per il rispetto degli standard internazionali<br />
<strong>di</strong> riferimento, in particolare le linee guida del<br />
Global Reporting Initiative – GRI.<br />
Il rigore scientifico del Rapporto <strong>di</strong> Sostenibilità <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong> nella descrizione <strong>di</strong> tutti gli impatti ambientali,<br />
sociali ed economici, si legge nello stesso<br />
documento, consente una ren<strong>di</strong>contazione <strong>di</strong> sostenibilità<br />
aderente ai criteri <strong>di</strong> misurabilità adottati a<br />
livello internazionale e confrontabile con le realtà<br />
più virtuose del settore.<br />
«Il nuovo corso della statistica ufficiale – spiega<br />
Maurizio Tursini, presidente del Consorzio fra il<br />
2015 e il 2016 – richiede a un’estesa rete <strong>di</strong> soggetti<br />
pubblici e privati, tra i quali potrebbe rientrare <strong>Ecodom</strong>,<br />
<strong>di</strong> fornire statistiche <strong>di</strong> qualità. Secondo il Co<strong>di</strong>ce<br />
italiano delle statistiche ufficiali, queste ultime<br />
“devono fondarsi su una solida metodologia” utiliz-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 43
44 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
zando “strumenti, procedure e competenze adeguate”,<br />
con procedure <strong>di</strong> qualità applicate in tutte le fasi<br />
del processo <strong>di</strong> produzione. Attraverso il Rapporto<br />
<strong>di</strong> Sostenibilità <strong>Ecodom</strong> vuole essere all’altezza <strong>di</strong><br />
questa sfida, con tutto l’impegno e la determinazione<br />
possibile per una vera promozione dell’economia<br />
circolare».<br />
In effetti <strong>Ecodom</strong> ha fatto anche più <strong>di</strong> quello che<br />
avrebbe dovuto perché ha adottato le linee guida<br />
GRI come sistema <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione del Rapporto<br />
<strong>di</strong> Sostenibilità già a partire dal 20<strong>10</strong>, ovvero quattro<br />
anni prima che la <strong>di</strong>rettiva europea 2014/95 invitasse<br />
le imprese <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni all’adempimento<br />
degli obblighi <strong>di</strong> informativa non finanziaria<br />
attraverso standard internazionali riconosciuti, tra<br />
cui la Global Reporting Initiative (GRI).<br />
«Con questo livello <strong>di</strong> reportistica e con la qualità <strong>dei</strong><br />
suoi stu<strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> si can<strong>di</strong>da ad essere un produttore<br />
<strong>di</strong> dati ambientali certificati, capace <strong>di</strong> partecipare<br />
al Sistema statistico nazionale, il Sistan, la rete<br />
<strong>di</strong> soggetti pubblici e privati che fornisce al Paese e<br />
agli organismi internazionali l’informazione statistica<br />
ufficiale» spiega Silvano Falocco, economista<br />
ambientale e <strong>di</strong>rettore della Fondazione Ecosistemi.<br />
«Per altro – continua Falocco – in questo momento,<br />
in ambito europeo, viene chiesto alle imprese me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> fornire informazioni extraeconomiche<br />
anche <strong>di</strong> tipo ambientale e <strong>di</strong> tipo sociale, trasformando<br />
tutti questi soggetti in fornitori <strong>di</strong> dati. Non<br />
sono più solo fonti pubbliche a fornire i numeri e le<br />
analisi, ma anche le fonti private, a patto che rispettino<br />
determinati standard. Si tratta <strong>di</strong> un processo<br />
che trasforma un produttore “<strong>di</strong> parte” in un produttore<br />
certificato <strong>di</strong> informazioni. E non c’è dubbio<br />
che i dati che perio<strong>di</strong>camente <strong>Ecodom</strong> offre abbiano<br />
raggiunto questa qualità».<br />
Come sosteneva Piero Moscatelli nella prima e<strong>di</strong>zione:<br />
«La scelta <strong>di</strong> pubblicare il Rapporto <strong>di</strong> Sostenibilità<br />
è un’altra assunzione <strong>di</strong> responsabilità. Nasce<br />
dalla volontà <strong>di</strong> rendere conto in modo sistematico,<br />
chiaro e trasparente a tutti gli stakeholder, delle<br />
scelte compiute, delle iniziative concluse e <strong>dei</strong> progetti<br />
in corso».
I Temp(l)i cambiano, la scultura <strong>di</strong> Michelangelo Pistoletto realizzata con i <strong>RAEE</strong><br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 45
I Temp(l)i cambiano, la scultura <strong>di</strong> Michelangelo Pistoletto realizzata con i <strong>RAEE</strong><br />
46 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Garage story, fotografie sui “tipi umani” che conservano i <strong>RAEE</strong> nelle proprie case<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 47
<strong>RAEE</strong>porter, la campagna <strong>di</strong> sensibilizzazione <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni in Italia<br />
48 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
<strong>RAEE</strong>porter, in alto la <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> Agbogbloshie in Ghana, in basso il logo della campagna<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 49
Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />
50 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 51
Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />
52 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 53
Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />
54 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Da rifiuto a risorsa: il ciclo della materia dai <strong>RAEE</strong> alla nuova vita<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 55
4. Evolvere e migliorare<br />
La società si sensibilizza al tema <strong>dei</strong> rifiuti;<br />
la “scoperta” <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>; la creazione <strong>di</strong> un modello;<br />
un mercato <strong>di</strong> transizione; crisi e soluzioni.<br />
numeri <strong>di</strong> questo Rapporto –<br />
spiegava Piero Moscatelli da<br />
presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nel presentare<br />
l’e<strong>di</strong>zione 20<strong>10</strong> che conteneva<br />
i risultati ottenuti durante<br />
il secondo anno <strong>di</strong> attività<br />
– raccontano <strong>di</strong> una forte cresci-<br />
«I<br />
ta delle quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> trattati; del potenziamento<br />
del sistema <strong>di</strong> verifica degli standard <strong>di</strong> qualità del<br />
trattamento; dell’impegno nel <strong>di</strong>alogo con i <strong>di</strong>pendenti;<br />
del presi<strong>di</strong>o del nostro bilancio economico ma<br />
anche dell’attenzione alle possibili ripercussioni che<br />
la volatilità <strong>dei</strong> mercati delle materie prime può avere<br />
sul lavoro <strong>dei</strong> Fornitori. E dove non arrivano le<br />
cifre c’è comunque il resoconto delle attività svolte,<br />
che testimonia la sistematica ricerca <strong>di</strong> nuove soluzioni,<br />
la sensibilizzazione <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni, il <strong>di</strong>alogo con<br />
le Istituzioni, nella consapevolezza che siamo parte<br />
<strong>di</strong> un sistema complesso <strong>di</strong> relazioni, tutte da seguire<br />
con attenzione».<br />
Era per molti aspetti un mondo nuovo: «solo nel<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 57
58 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
20<strong>10</strong> in Italia – aggiungeva Moscatelli – è stato raggiunto<br />
il primo obiettivo <strong>di</strong> raccolta fissato dalla<br />
normativa europea, 4kg per abitante, quando i Paesi<br />
più virtuosi hanno ormai raggiunto quota 16 kg!».<br />
Nel 2011 <strong>Ecodom</strong> commissiona una prima ricerca<br />
dal titolo molto esplicito: “L’atteggiamento degli<br />
italiani nei confronti del recupero e riciclaggio degli<br />
elettrodomestici”. È il primo quadro, dall’inizio<br />
dell’era <strong>dei</strong> sistemi collettivi, che viene <strong>di</strong>pinto in<br />
maniera scientifica. Gli italiani non sembrano così<br />
<strong>di</strong>giuni sul tema rifiuti: in maggioranza sanno cos’è<br />
un’isola ecologica (79%), sanno dov’è quella a loro<br />
più vicina (73%) e se ne sono serviti (76%). Ma ignorano<br />
i <strong>RAEE</strong>: il 71% non sa proprio cosa siano e solo<br />
un 14% sa darne una definizione corretta.<br />
E quanti conoscono il cosiddetto decreto “uno contro<br />
uno” che obbliga i ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> prodotti elettrici/elettronici<br />
al ritiro gratuito dell’apparecchiatura<br />
elettrica/elettronica <strong>di</strong>smessa a fronte dell’acquisto<br />
<strong>di</strong> un nuovo prodotto equivalente? Solo il 17% sa <strong>di</strong><br />
che si parla. Il 30 ne ha una conoscenza generica, ma
Nel 2011 il 71% degli<br />
italiani non sapevano<br />
cosa fossero i <strong>RAEE</strong>.<br />
la maggioranza, il 53%, non aveva idea nemmeno<br />
che esistesse. E solo il 12% <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> esserne stato<br />
informato dal riven<strong>di</strong>tore quando ha comprato un<br />
prodotto nuovo.<br />
E alla domanda “Per quale motivo il negozio non le<br />
ha ritirato il vecchio elettrodomestico?” La risposta<br />
più gettonata è sempre “non me lo hanno proposto”<br />
(62%).<br />
Un anno dopo, nel 2012, una nuova indagine, condotta<br />
ancora una volta da Ipsos, ma questa volta<br />
affiancato dal Politecnico <strong>di</strong> Milano e dalla United<br />
Nation University, l’accademia delle Nazioni unite,<br />
entrava ancora più nel dettaglio con lo scopo <strong>di</strong>chiarato<br />
<strong>di</strong> «fornire, per la prima volta in Italia, evidenze<br />
e dati a supporto della futura definizione <strong>dei</strong> target<br />
<strong>di</strong> raccolta nazionali, grazie a un’analisi approfon<strong>di</strong>ta<br />
e completa».<br />
I PREGI DI UN MODELLO: UN SOFTWARE PER<br />
SCEGLIERE<br />
Rispetto al far west che regnava prima <strong>dei</strong> sistemi<br />
collettivi, dove i <strong>RAEE</strong> venivano spartiti su base<br />
locale senza però un vero sistema <strong>di</strong> mercato, che<br />
finiva col far lievitare i prezzi, l’arrivo del modello<br />
<strong>Ecodom</strong> significò rimescolare le carte ed entrare in<br />
un meccanismo vero <strong>di</strong> mercato.<br />
«Per gestire le gare, in particolare per quanto riguarda<br />
i frigoriferi, dove esistono impianti specializzati<br />
e dove probabilmente non c’è sufficiente lavoro per<br />
tutti – racconta Arienti –, negli anni abbiamo sviluppato<br />
un sistema software attraverso il quale analizziamo<br />
le offerte attraverso un vero e proprio simulatore<br />
che prova ad allocare i <strong>RAEE</strong> che arrivano da<br />
ogni provincia italiana a un impianto piuttosto che a<br />
un altro. In questo modo possiamo verificare i costi<br />
complessivi: logistica più trattamento<br />
vero e proprio. Il simulatore<br />
fa tutte le combinazioni possibili:<br />
se i <strong>RAEE</strong> <strong>di</strong> Monza vanno a Bergamo<br />
invece <strong>di</strong> Verona, o se costa <strong>di</strong><br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 59
Il meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione<br />
ha l’effetto <strong>di</strong><br />
mantenere stabile<br />
l’economia del settore.<br />
più portarli e trattarli a Bologna. È ovvio che all’aumentare<br />
della <strong>di</strong>stanza aumentino i costi <strong>di</strong> trasporto,<br />
ma il simulatore è in grado <strong>di</strong> calcolare le economie<br />
<strong>di</strong> scala. Più aumenti la quantità che dai ad un<br />
singolo impianto più scendono i prezzi. Dall’incrocio<br />
<strong>di</strong> questi dati, che poi sono quelli che ci forniscono<br />
gli stessi impianti, il simulatore è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>rci se<br />
conviene “prendere” la provincia <strong>di</strong> Firenze e portarla<br />
a Bologna perché se la lasci a Livorno costa <strong>di</strong> più.<br />
In altre parole il simulatore tira fuori combinazioni<br />
abbastanza sorprendenti, che però rappresentano la<br />
soluzione ottimale, che noi utilizziamo senza chiedere<br />
ai potenziali fornitori rilanci <strong>di</strong> offerta».<br />
E il meccanismo è stato accolto con favore? «Al primo<br />
giro non hanno capito, al secondo giro ci hanno<br />
portato davanti all’antitrust (che ci ha dato ragione)<br />
e dal terzo in poi hanno capito che il momento<br />
della gara è un momento serio, gestito da <strong>Ecodom</strong><br />
in modo trasparente e oggettivo. Il momento in cui<br />
<strong>Ecodom</strong> aggiu<strong>di</strong>ca flussi importanti <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>».<br />
Gare che <strong>Ecodom</strong> svolge ogni due anni per ciascun<br />
raggruppamento. Ovvero una gara per gli R1, i frigoriferi,<br />
una gara per gli R2, gli altri gran<strong>di</strong> bianchi,<br />
e così via.<br />
FAIR COMPENSATION<br />
Ma ottenere prezzi vantaggiosi non basta se non si<br />
creano ulteriori meccanismi che poi mantengano il<br />
rapporto fra consorzio e impianti in equilibrio nel<br />
tempo. Cosa succederebbe, infatti, se il prezzo delle<br />
materie prime seconde crollasse all’improvviso?<br />
<strong>Ecodom</strong>, primo ed ancora unico consorzio a praticare<br />
questa politica, ha quin<strong>di</strong> introdotto nei sui contratti<br />
con gli impianti <strong>di</strong> trattamento un sistema <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>cizzazione che collega l’importo<br />
che viene pagato al valore delle<br />
materie prime.<br />
I centri <strong>di</strong> trattamento hanno come<br />
ricavo la somma <strong>di</strong> quello che <strong>Ecodom</strong><br />
paga loro per il servizio e <strong>di</strong><br />
60 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
quanto riescono a ricavare dalle materie prime seconde<br />
che vendono poi sul mercato. Il meccanismo<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione messo a punto da <strong>Ecodom</strong> tende<br />
ad equilibrare gli eccessi. Se le materie prime avessero<br />
all’improvviso un’impennata <strong>di</strong> valore, i centri <strong>di</strong><br />
trattamento si ritroverebbero <strong>di</strong> colpo ricchissimi, al<br />
contrario, se il mercato crollasse, rischierebbero la crisi<br />
e se non la chiusura, anche perché nel rapporto con<br />
<strong>Ecodom</strong> non potrebbero far venire meno il servizio <strong>di</strong><br />
trattamento, in termini sia quantitativi che qualitativi.<br />
Il meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione ha l’effetto <strong>di</strong> mantenere<br />
costante il ricavo totale degli impianti <strong>di</strong> trattamento:<br />
se il mercato delle materie prime seconde<br />
va bene, il Consorzio paga meno; se il mercato rallenta<br />
<strong>Ecodom</strong> interviene con maggiore generosità.<br />
«Questo meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione è una forma<br />
<strong>di</strong> “fair compensation” estremamente efficace –<br />
spiega Arienti – perché se noi chie<strong>di</strong>amo qualità del<br />
trattamento, ma poi nei momenti più <strong>di</strong>fficili lasciamo<br />
il sistema in braghe <strong>di</strong> tela, non sarebbe affatto<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 61
62 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
bello. Così come è chiara la contropartita, nel senso<br />
che se sale il valore delle materie prime seconde i nostri<br />
partner non possono pretendere <strong>di</strong> arricchirsi<br />
a nostre spese. E quando è crollato il mercato delle<br />
materie prime seconde hanno capito l’importanza <strong>di</strong><br />
questo sistema».<br />
Per verificare se un modello funziona non c’è modo<br />
migliore <strong>di</strong> metterlo alla prova, anche se in alcuni<br />
casi le prove sono dettate dalle contingenze dell’economia<br />
e sarebbe preferibile per tutti evitarle.<br />
La prima volta che è stato necessario mettere in<br />
pratica questa fair compensation è stato fra il 20<strong>10</strong><br />
e il 2011: «a causa del perdurare della crisi economica<br />
– spiegava il presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> Paolo Zocco<br />
Ramazzo nella presentazione del Rapporto <strong>di</strong> sostenibilità<br />
2011 – si è determinata, infatti, non solo<br />
una flessione nelle ven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> nuove Apparecchiature<br />
Elettriche ed Elettroniche ma anche, per la prima<br />
volta, una <strong>di</strong>minuzione delle quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />
raccolte e trattate dal canale “formale”, costituito<br />
dai Sistemi Collettivi (a cui <strong>Ecodom</strong> appartiene)<br />
operanti sotto l’egida del Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>RAEE</strong>».<br />
E poi nel 2015-2016: «il valore delle materie prime<br />
seconde (in particolare del ferro) – spiegava l’allora<br />
presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> Maurizio Tursini – ha subito<br />
un repentino e vertiginoso crollo, che ha messo a<br />
dura prova l’intero settore del riciclo: se effettuato<br />
in modo ambientalmente corretto, il recupero del<br />
ferro dai <strong>RAEE</strong> è <strong>di</strong>ventato più costoso della sua<br />
produzione dal minerale vergine; senza “scorciatoie”<br />
dal punto <strong>di</strong> vista ambientale, estrarre plastica dai<br />
<strong>RAEE</strong> è <strong>di</strong>ventato meno conveniente che ricavarla<br />
dal petrolio».<br />
E ancora: «In questo contesto, <strong>Ecodom</strong> è riuscito ad<br />
assicurare anche nel 2015 gli obiettivi <strong>di</strong> eccellenza<br />
ambientale ed efficienza economica definiti dalla<br />
propria mission. Abbiamo cercato <strong>di</strong> sostenere economicamente<br />
gli impianti che effettuano per noi il<br />
trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, ridefinendo e ampliando il
Nel 2012 la quantità <strong>di</strong><br />
<strong>RAEE</strong> intercettata dal<br />
“Sistema formale” era<br />
pari ad appena un quarto<br />
del totale.<br />
meccanismo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cizzazione (collegato al valore <strong>di</strong><br />
mercato delle materie prime seconde) che da sempre<br />
<strong>Ecodom</strong> ha nei propri contratti e che purtroppo non<br />
è utilizzato da nessun altro Sistema Collettivo».<br />
Grazie a questo meccanismo, insomma, i fornitori<br />
<strong>di</strong> trattamento possono contare su un ricavo totale<br />
costante.<br />
IL MERCATO PARALLELO<br />
Il tema del cosiddetto mercato parallelo, a volte anche<br />
ai confini con l’illegalità, è un tema che col passare<br />
degli anni si è imposto sempre <strong>di</strong> più all’attenzione<br />
del sistema <strong>RAEE</strong> e <strong>di</strong> chi, come <strong>Ecodom</strong>, ha<br />
caratterizzato tutta la sua attività su processi verificabili<br />
<strong>di</strong> qualità.<br />
Nel 2011, infatti, la crisi economica aveva rilanciato<br />
il fenomeno <strong>di</strong> sottrazione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> a maggior<br />
contenuto <strong>di</strong> materie prime da parte <strong>di</strong> soggetti non<br />
autorizzati, con lo scopo <strong>di</strong> «massimizzare l’aspetto<br />
economico senza preoccuparsi per nulla delle conseguenze<br />
ambientali derivanti <strong>di</strong> un trattamento<br />
non corretto», come sosteneva l’allora presidente<br />
Zocco Ramazzo. Un trend che si confermava anche<br />
nel 2012 durante il quale il fenomeno continuava a<br />
crescere, cosa che veniva evidenziata persino nello<br />
stu<strong>di</strong>o che <strong>Ecodom</strong> aveva fatto realizzare da Ipsos,<br />
Politecnico <strong>di</strong> Milano e United Nation University.<br />
«Lo stu<strong>di</strong>o – spiega Paolo Zocco Ramazzo – seguiva<br />
un’analoga ricerca realizzata l’anno<br />
precedente dal Consorzio olandese<br />
WeCycle, ed evidenziava come gli<br />
obiettivi <strong>di</strong> raccolta fissati dall’Unione<br />
Europea sarebbero rimasti irraggiungibili<br />
se i singoli Stati membri<br />
non si fossero assunti la responsabilità<br />
e il compito d’in<strong>di</strong>viduare e tracciare<br />
tutti i <strong>RAEE</strong> che si <strong>di</strong>sperdevano in flussi spesso<br />
illegali, rappresentando una seria minaccia ambientale<br />
oltre che una significativa per<strong>di</strong>ta economica».<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 63
64 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
«Le modalità <strong>di</strong> autorizzazione e controllo degli impianti<br />
<strong>di</strong> trattamento non sono in grado <strong>di</strong> assicurare<br />
un adeguato standard qualitativo nelle operazioni<br />
<strong>di</strong> riciclo <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> – spiega Alberto Borroni,<br />
presidente <strong>Ecodom</strong> nel 2013 – : il risultato è che nel<br />
nostro Paese, accanto ad eccellenti operatori, purtroppo<br />
convivono soggetti interessati a ricavare da<br />
questi rifiuti le materie prime seconde nel modo più<br />
economico possibile, senza curarsi del corretto smaltimento<br />
delle sostanze inquinanti».<br />
Ciò che emergeva era che la quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> intercettata<br />
dal Sistema “formale” era pari ad appena un<br />
quarto del totale generato ogni anno in Italia, molto<br />
lontano dall’obiettivo del 65% al 2019 stabilito dalla<br />
<strong>di</strong>rettiva europea del 2012.<br />
E in termini ambientali quanto pesava – e pesa –<br />
questo mercato parallelo?<br />
A partire dal Rapporto <strong>di</strong> sostenibilità del 2012 <strong>Ecodom</strong><br />
comincia a fare i conti in tasca a questo “buco<br />
nero”: «se i <strong>RAEE</strong> che ogni anno sfuggono al Sistema<br />
“formale” fossero stati gestiti con gli stessi standard
<strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> trattamento adottati dai fornitori <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong>, le emissioni <strong>di</strong> CO 2<br />
in atmosfera si sarebbero<br />
ridotte <strong>di</strong> 1,8 milioni <strong>di</strong> tonnellate».<br />
In effetti il problema è strutturale perché la normativa<br />
italiana consente a chi fa la raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, i<br />
Comuni e i negozianti, <strong>di</strong> venderli al miglior offerente,<br />
purché chi li compra sia in possesso <strong>di</strong> un’autorizzazione<br />
al trattamento, senza che quasi mai qualcuno<br />
si prenda la briga <strong>di</strong> verificare in che modo questo<br />
trattamento verrà svolto.<br />
I <strong>RAEE</strong> trattati dai sistemi collettivi che fanno capo<br />
al Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> sono circa un terzo<br />
<strong>di</strong> tutti quelli che ogni anno vengono prodotti. Ci<br />
sono circa 600 mila tonnellate <strong>di</strong> rifiuti che sfuggono<br />
a qualunque controllo. In linea teorica, tutti gli operatori<br />
che acquisiscono i <strong>RAEE</strong> dovrebbero comunicare<br />
per legge le quantità al Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento<br />
<strong>RAEE</strong> ma non lo fanno. Semplicemente. Visto che<br />
nessuno sanziona perché farlo? Così gli unici <strong>RAEE</strong><br />
<strong>di</strong> cui sappiamo vita, morte e miracoli sono quelli che<br />
vengono gestiti dai sistemi collettivi come <strong>Ecodom</strong>.<br />
Oltre al problema ambientale (pensiamo ai CFC<br />
<strong>dei</strong> vecchi frigoriferi che si <strong>di</strong>sperde bellamente in<br />
atmosfera in barba al buco nell’ozono), questo mercato<br />
parallelo induce delle storture <strong>di</strong> mercato. Chi<br />
opera al <strong>di</strong> fuori della regolarità ha minori oneri e<br />
quin<strong>di</strong> può permettersi <strong>di</strong> offrirsi sul mercato a prezzi<br />
stracciati, sottraendo <strong>RAEE</strong> al mercato virtuoso. E<br />
non è detto che, in tempi <strong>di</strong> crisi, anche l’impianto<br />
<strong>di</strong> trattamento più irreprensibile non senta il canto<br />
delle cattive sirene e decida <strong>di</strong> uscire dal seminato e<br />
passare al lato oscuro del mercato parallelo.<br />
Come fare? Servirebbe fare come in Francia: istituire<br />
l’obbligo <strong>di</strong> consegna <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> ai Sistemi collettivi.<br />
«Probabilmente l’ elemento che va ancora sviluppato<br />
ulteriormente è proprio una consapevolezza <strong>di</strong>ffusa<br />
dell’ importanza <strong>di</strong> una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
- spiega Mauro Cola, presidente <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> dal 2014<br />
al 2015 - . Uno <strong>dei</strong> temi più importanti che abbiamo<br />
trattato nel periodo in cui sono stato coinvolto in Eco-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 65
I “free rider” sono<br />
i pirati del mercato,<br />
non aderiscono a nessun<br />
consorzio e non contribuiscono<br />
agli oneri<br />
<strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>,<br />
<strong>di</strong> cui si fa carico il resto<br />
del sistema<br />
dom e una delle maggiori preoccupazioni per noi era<br />
la possibilità che la normativa avesse lasciato aperti<br />
<strong>dei</strong> canali paralleli, dove operatori poco sensibili dal<br />
punto <strong>di</strong> vista ambientale e magari con pochi scrupoli<br />
potessero adottare delle logiche <strong>di</strong> “cherry picking”.<br />
Cioè recuperassero solo la quota <strong>di</strong> materiale riciclabile<br />
più facile da estrarre dal prodotto e poi lasciassero<br />
tutto il resto come rifiuto in<strong>di</strong>stinto, con un impatto<br />
ambientale sicuramente molto alto». «Come in Francia<br />
– risponde Arienti –. Lì i <strong>RAEE</strong> non possono essere<br />
dati a nessun altro se non ai sistemi collettivi e gli impianti<br />
<strong>di</strong> trattamento non possono lavorare i <strong>RAEE</strong> se<br />
non hanno un contratto col sistema collettivo. Basterebbe<br />
una legge. Un decreto».<br />
«L’incertezza normativa – rincara<br />
Tursini, presidente <strong>Ecodom</strong> fra<br />
il 2015 e il 2016 – permette (anzi<br />
favorisce) l’esistenza <strong>di</strong> un “mercato<br />
parallelo” che sfrutta a proprio<br />
vantaggio questa incertezza».<br />
Sembra l’uovo <strong>di</strong> Colombo, ma si<br />
sa che anche Colombo per scoprire<br />
l’America dovette andare dalla regina<br />
<strong>di</strong> Spagna.<br />
Per non <strong>di</strong>menticare, infine, i “free rider”. Loro sono<br />
all’esatto opposto della filiera. Loro non raccolgono<br />
lo scarto a fine vita, no: loro sono produttori, spesso<br />
al <strong>di</strong> fuori dell’Unione europea ma con soli<strong>di</strong> <strong>di</strong>stributori<br />
locali. Loro producono apparecchiature<br />
elettriche ed elettroniche e le danno sia alla grande<br />
<strong>di</strong>stribuzione che ai dettaglianti per venderle. Ma<br />
loro sono una specie <strong>di</strong> pirati del mercato, perché i<br />
“free rider” non si registrano negli appositi Registri<br />
AEE nazionali, non <strong>di</strong>chiarano l’immesso sul mercato,<br />
non aderiscono ad alcun sistema <strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong><br />
<strong>RAEE</strong>. A loro della responsabilità estesa del produttore<br />
non importa niente. O, al contrario, ne sono<br />
così preoccupati da eluderla in toto e non farsi carico,<br />
in barba alla legge, <strong>di</strong> qualunque onere da pagare<br />
per il corretto smaltimento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />
66 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Ma la giustizia e le leggi in che modo possono aiutare<br />
una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>? La normativa<br />
attuale sembra spingere verso la costruzione <strong>di</strong> un<br />
sistema efficace piuttosto che verso strumenti <strong>di</strong><br />
repressione specifici. «Diciamo che si tratta <strong>dei</strong> due<br />
aspetti della stessa medaglia – spiega Paola Ficco,<br />
avvocato e giurista ambientale – da un lato la <strong>di</strong>sciplina<br />
sostanziale è riferita a una massimizzazione e<br />
un’ottimizzazione della gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> attraverso<br />
una serie non banale <strong>di</strong> regole che riguardano anche<br />
il citta<strong>di</strong>no, al quale però con i decreti che hanno<br />
istituito la raccolta dell’uno contro uno e poi dell’uno<br />
contro zero la gestione è stata resa più semplice.<br />
Ma ci sono anche tutte le regole gestionali che competono<br />
a chi raccoglie, a chi recupera. Poi c’è il versante<br />
sanzionatorio che è costituito da un apparato<br />
piuttosto importante e declinato variamente perché,<br />
per esempio, abbiamo nel Co<strong>di</strong>ce ambientale le<br />
contravvenzioni, che non sono altro che reati puniti<br />
in modo meno severo. E poi abbiamo tutta la declinazione<br />
<strong>dei</strong> delitti ambientali che sono stati inseriti<br />
tre anni fa nel Co<strong>di</strong>ce penale e, trattandosi appunto<br />
<strong>di</strong> “delitti”, si tratta <strong>di</strong> reati puniti più gravemente».<br />
Con quali effetti sul sistema? «Quelli che si occupano<br />
<strong>di</strong> questo settore – risponde ancora Paola Ficco<br />
– hanno dovuto fare i conti con una “costituzionalizzazione”<br />
del proprio mestiere e della propria attività<br />
tanto da porli in grado <strong>di</strong> non incorrere poi nella<br />
sanzione penale o comunque amministrativa afflittiva<br />
che comunque è anche grandemente punitiva.<br />
Quin<strong>di</strong> i due versanti, penale e ammnistrativo, hanno<br />
sicuramente svolto una funzione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima<br />
moralizzazione del settore».<br />
Prevenire è sempre la migliore cura. Ce ne dà conferma<br />
anche la testimonianza del Colonello Marco<br />
Avanzo <strong>dei</strong> Carabinieri forestali che a lungo si è occupato<br />
<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> anche in ambito internazionale: «Molti<br />
problemi nel passato sono <strong>di</strong>pesi da una carenza <strong>di</strong><br />
quelli che erano i sistemi <strong>di</strong> raccolta e gestione. Per<br />
il futuro vedo soprattutto la necessità <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> ca-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 67
Nel 2017 entra in vigore<br />
la normativa dell’uno<br />
contro zero.<br />
rattere organizzativo. Da una parte bisogna ridurre<br />
il volume “nero” delle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> rifiuto ma<br />
anche poi sviluppare tutte le tecnologie <strong>di</strong> recupero<br />
possibili. Le tecnologie <strong>di</strong> costruzione <strong>dei</strong> beni,<br />
per esempio, devono tenere in mente il processo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>smissione del bene stesso, in modo tale che il suo<br />
ciclo <strong>di</strong> vita non si esaurisca con l’introduzione sul<br />
mercato, ma sia progettato pensando al suo smantellamento<br />
finale e al suo mercato a fine vita. Un<br />
sistema che renda economicamente sempre più vantaggioso<br />
il recupero <strong>dei</strong> materiali estratti dai <strong>RAEE</strong>.<br />
Perché maggiore sarà questo vantaggio per le imprese,<br />
maggiore sarà l’interesse a rivolgersi a contesti<br />
<strong>di</strong> qualità anziché andare in tutt’altra destinazione,<br />
in siti non idonei, in <strong>di</strong>scariche o persino condotti<br />
all’esportazione verso paesi terzi».<br />
GLI ITALIANI DIECI ANNI DOPO…<br />
Nel corso degli anni <strong>Ecodom</strong> ha continuato a stu<strong>di</strong>are<br />
il comportamento degli italiani rispetto agli<br />
apparecchi elettrici ed elettronici<br />
soprattutto quando la nostra lavatrice,<br />
frigorifero o scaldabagno<br />
arrivano al termine del loro ciclo<br />
<strong>di</strong> vita.<br />
Un’indagine Ipsos per <strong>Ecodom</strong><br />
aveva verificato che almeno 200 milioni <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />
<strong>di</strong>versi giacevano inutilizzati, o irrime<strong>di</strong>abilmente<br />
rotti, nelle case degli italiani. Negli sgabuzzini,<br />
soffitte, garage o cantine si conservava <strong>di</strong> tutto: dai<br />
gran<strong>di</strong> elettrodomestici (32% con<strong>di</strong>zionatori portatili,<br />
21% asciugatrici, 16% boiler elettrici) a quelli<br />
più piccoli (48% pianole, 43% videoregistratori,<br />
38% monitor a tubo cato<strong>di</strong>co), al mondo della cucina<br />
(32% friggitrici, 31% macinacaffè, 20% tostapane).<br />
Così nel 2013 un’indagine Doxa per <strong>Ecodom</strong>,<br />
con un pizzico d’ironia ma con l’intento molto serio<br />
<strong>di</strong> capire perché gli italiani rimanessero così affezionati<br />
a degli oggetti <strong>di</strong> cui avrebbero dovuto <strong>di</strong>sfarsi,<br />
in<strong>di</strong>viduava <strong>10</strong> categorie umane <strong>di</strong>verse all’interno<br />
68 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
delle famiglie e ne tracciava l’identikit: <strong>di</strong>sinteressati,<br />
pigri, oculati, accumulatori, nostalgici, ecc. Per<br />
altro i dati raccolti sono <strong>di</strong>ventati anche un’efficace<br />
campagna <strong>di</strong> comunicazione, Garage Story, che ha<br />
vinto il Premio Assorel/Grand Prix International<br />
Events & Relational Strategies 2014 come migliore<br />
campagna <strong>di</strong> Comunicazione Ambientale dell’anno.<br />
E nel 2017, dopo l’entrata in vigore della normativa<br />
dell’uno contro zero (il Decreto Ministeriale 121 del<br />
31 maggio 2016), che consente ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> conferire<br />
gratuitamente in negozio i piccoli <strong>RAEE</strong> senza<br />
alcun obbligo <strong>di</strong> acquisto (possibilità che si è aggiunta<br />
alla già vigente regola dell’uno contro uno) <strong>Ecodom</strong><br />
e Citta<strong>di</strong>nanza attiva commissionano a Ipsos<br />
una nuova indagine per capire a quasi <strong>di</strong>eci anni dalla<br />
nascita <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> come sono cambiati gli italiani<br />
rispetto al tema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />
<strong>Ecodom</strong> stessa, in <strong>di</strong>eci anni ha fatto passi da gigante,<br />
dalle 28.128 tonnellate che gestiva nel 2008, nel<br />
2017 è arrivata a gestirne <strong>10</strong>5.066 tonnellate, più<br />
<strong>di</strong> un terzo del totale nazionale <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> raccolti<br />
(296.1<strong>10</strong>). Primo fra tutti i sistemi collettivi italiani.<br />
Con un impatto in termini <strong>di</strong> CO 2<br />
evitata che è passato<br />
dalle 146.927 tonnellate del 2008 alle 842.184<br />
del 2017.<br />
Dall’indagine, che in qualche modo aggiorna quella<br />
del 2008, emerge che solo 18 italiani su <strong>10</strong>0 sanno<br />
che è possibile conferire gratuitamente i piccoli<br />
apparecchi elettrici ed elettronici <strong>di</strong>smessi presso i<br />
punti ven<strong>di</strong>ta. Meno <strong>di</strong> un intervistato su 4 (18%),<br />
una quota ancora marginale <strong>di</strong> popolazione, riconosce<br />
correttamente i <strong>RAEE</strong>. Due su cinque (40%) ne<br />
hanno solo un’idea approssimativa mentre la maggioranza<br />
relativa (42%) non li conosce affatto.<br />
In merito alle modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>smissione, fortunatamente<br />
prevalgono i comportamenti virtuosi, nel<br />
60% <strong>dei</strong> casi tramite il ricorso alle società <strong>di</strong> igiene<br />
urbana e nel 9% <strong>dei</strong> casi tramite i negozianti, ma le<br />
cattive abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> conferimento pesano ancora il<br />
17%. Queste ultime scendono al <strong>10</strong>% tra coloro che<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 69
70 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
sono informati sui <strong>RAEE</strong>, mentre tra chi non conosce<br />
i <strong>RAEE</strong> l’incidenza <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> conferimento non<br />
corrette è ancora più elevata (22%). Nello specifico,<br />
sono MP3 (45%), spazzolini elettrici (29%), calcolatrici<br />
e cuffie (27%) ad essere <strong>di</strong>smesse in modo non<br />
corretto (principalmente insieme ai rifiuti generici).<br />
I citta<strong>di</strong>ni riconoscono <strong>di</strong> avere le principali responsabilità<br />
degli scarsi risultati <strong>di</strong> raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
(35%). Nell’attribuzione <strong>di</strong> responsabilità seguono<br />
le amministrazioni pubbliche (30%). Chiamato in<br />
causa anche il canale <strong>di</strong>stributivo (13%), seguito dai<br />
produttori <strong>di</strong> apparecchiature elettriche ed elettroniche<br />
(11%).<br />
«La ricerca evidenzia certamente un gap informativo<br />
da colmare nel settore della raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> – spiega<br />
Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia – . Lo<br />
attesta la maggiore <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> comportamenti <strong>di</strong><br />
conferimento virtuosi tra coloro che conoscono questa<br />
tipologia <strong>di</strong> rifiuti e i decreti che ne regolano la<br />
gestione, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> coloro che non li conoscono,<br />
che rappresentano i principali responsabili delle cat-
tive abitu<strong>di</strong>ni ancora <strong>di</strong>ffuse. Gli italiani riconoscono<br />
gran<strong>di</strong> potenzialità al decreto “uno contro zero”<br />
a cui, se sostenuto da campagne <strong>di</strong> comunicazione e<br />
da una maggiore convinzione <strong>dei</strong> riven<strong>di</strong>tori, viene<br />
attribuita la capacità <strong>di</strong> contribuire alla crescita della<br />
raccolta <strong>dei</strong> piccoli <strong>RAEE</strong> ».<br />
«Finalmente una ricerca che ci consente <strong>di</strong> parlare<br />
del tema sulla base <strong>di</strong> dati concreti e non <strong>di</strong> affermazioni<br />
apo<strong>di</strong>ttiche – commenta Davide Rossi, Direttore<br />
Generale Aires-Confcommercio – Mi sembra<br />
che gli Italiani siano stati molto sinceri nelle risposte<br />
in<strong>di</strong>cando nello scarso senso civico <strong>dei</strong> nostri<br />
connazionali e nella inefficiente azione delle amministrazioni<br />
pubbliche le principali responsabilità<br />
<strong>di</strong> una raccolta non sod<strong>di</strong>sfacente. Quello che si<br />
dovrebbe fare è evidente: campagne educative nazionali<br />
promosse a livello ministeriale e intensa attività<br />
sul territorio da parte <strong>dei</strong> Comuni. Per quanto<br />
riguarda i commercianti italiani <strong>di</strong> elettronica stiamo<br />
già facendo più <strong>di</strong> quello che sarebbe ragionevole<br />
pretendere da noi».<br />
In effetti il ruolo <strong>dei</strong> commercianti non solo è importante:<br />
«Io mi ricordo quando nel 20<strong>10</strong> Greenpeace<br />
fece un blitz in tutti i negozi con delle telecamere nascoste<br />
per verificare quanta informazione si facesse<br />
nei negozi e come. E fu una bella azione <strong>di</strong> stimolo<br />
per tutti noi. Ogni giorno noi abbiamo almeno tre<br />
milioni <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> contatto con i consumatori,<br />
sia attraverso i negozi veri e propri sia tramite le<br />
applicazioni web e i social network – precisa ancora<br />
Rossi –. Vuol <strong>di</strong>re che noi, in un anno, abbiamo un<br />
miliardo <strong>di</strong> relazioni. Siamo una macchina <strong>di</strong> comunicazione<br />
importante. Ovviamente il grosso <strong>di</strong> questa<br />
attività è legata al tentativo <strong>di</strong> vendere qualcosa<br />
e non <strong>di</strong> dare messaggi educativi o informativi, però<br />
tutti i nostri siti, virtuali o fisici, hanno uno spazio<br />
de<strong>di</strong>cato ai <strong>RAEE</strong>. Non solo, recentemente abbiamo<br />
anche realizzato un video che gira nei nostri negozi<br />
dove due ragazzi spiegano bene cos’è l’1 contro 0 e<br />
a questo sarà legata anche una campagna <strong>di</strong> comu-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 71
72 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
nicazione più articolata col patrocinio del Ministero<br />
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare».<br />
«Promuovere una maggiore responsabilità sul tema<br />
è un compito che secondo me spetta a tutti gli attori<br />
– spiega Mauro Cola, presidente <strong>Ecodom</strong> negli anni<br />
2014-2015 – ed <strong>Ecodom</strong> l’ha fatto e lo sta facendo.<br />
Di campagne de<strong>di</strong>cate, ce ne sono state <strong>di</strong>verse. Iniziative<br />
che magari mostravano cosa volesse <strong>di</strong>re avere<br />
un comportamento non corretto verso i <strong>RAEE</strong>. Ricordo<br />
in particolare la campagna “Garage story” che<br />
spiegava perché molti <strong>dei</strong> nostri elettrodomestici<br />
rimanessero abbandonati nelle nostre cantine o nei<br />
nostri garage. Credo comunque che il ruolo principale<br />
debba essere svolto dalle istituzioni attraverso<br />
normative che devono essere molto chiare rispetto<br />
alla gestione e severe nel valutare e nell’in<strong>di</strong>care i<br />
comportamenti non corretti in modo che questi ultimi<br />
possano risultare fortemente penalizzanti».
5. Racconti <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />
Rassegna delle storie e delle campagne <strong>di</strong> successo<br />
<strong>Ecodom</strong>.<br />
Nel corso <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni,<br />
<strong>Ecodom</strong> ha spesso indagato forme<br />
originali <strong>di</strong> comunicazione:<br />
incontri con artisti, campagne<br />
sociali e <strong>di</strong> mobilitazione coi citta<strong>di</strong>ni<br />
stessi.<br />
«Abbiamo sempre cercato <strong>di</strong><br />
dare spunti <strong>di</strong> riflessione – spiega Arienti –, da<br />
quelli più scientifici come la Ricerca “I <strong>RAEE</strong> domestici<br />
generati in Italia” a quella <strong>di</strong> Ambiente<br />
Italia fino a quelle apparentemente più <strong>di</strong>sinvolte<br />
dove si coinvolgeva l’arte, come quella a cui ha<br />
contribuito Michelangelo Pistoletto realizzando<br />
una contaminazione trasversale. Non solo lui ha<br />
realizzato un’opera per noi, ma lo abbiamo portato<br />
a <strong>di</strong>scutere <strong>di</strong> riciclo insieme ai parlamentari!»<br />
I Temp(l) i cambiano<br />
L’operazione “Pistoletto” la spiega bene Piero Moscatelli:<br />
«Nel 2009 abbiamo anche voluto sperimentare<br />
forme alternative per comunicare le opportu-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 73
74 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
nità offerte da una corretta gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, non<br />
solo agli addetti ai lavori ma alla collettività intera.<br />
Abbiamo interpellato il mondo dell’arte, l’arte <strong>di</strong><br />
svolta <strong>di</strong> Michelangelo Pistoletto, per la sua capacità<br />
<strong>di</strong> coniugare istanze etiche e sociali. L’arte non si<br />
esaurisce in un atto estetico, può innanzitutto offrire<br />
un nuovo punto <strong>di</strong> vista e contribuire così al bene<br />
comune. Questo ci <strong>di</strong>ce l’opera – I Temp(l)i cambiano<br />
– realizzata per noi da Pistoletto utilizzando i<br />
<strong>RAEE</strong>: con i <strong>RAEE</strong> si può costruire ad<strong>di</strong>rittura un<br />
tempio, un tempio al riciclo; un’opera d’arte che ci<br />
insegna che progresso e sostenibilità sono un binomio<br />
inscin<strong>di</strong>bile. Perché oggi progresso non è sinonimo<br />
<strong>di</strong> consumo ma <strong>di</strong> risparmio, riciclo, conservazione<br />
delle risorse naturali, tutela dell’ambiente».<br />
Michelangelo Pistoletto è un’artista molto noto,<br />
un’esponente della cosiddetta “arte povera”, una<br />
corrente artistica che rifiuta la tra<strong>di</strong>zione e si serve <strong>di</strong><br />
materie prime e materiali “poveri”, quin<strong>di</strong> non il marmo<br />
ma la plastica, il legno, il ferro, persino gli stracci.
L’arte povera si serve<br />
<strong>di</strong> materie prime<br />
e materiali “poveri”,<br />
come anche i rifiuti.<br />
«I tempi cambiano, e con loro i miti – spiega lo stesso<br />
Pistoletto. Oggi il nuovo mito è il riciclo. Siamo in un<br />
momento <strong>di</strong> passaggio tra il mito del progresso e il<br />
mito del riciclo. Tempio - casa - riciclo - tempo - equilibrio<br />
- cambiamento».<br />
E, infatti, la sua opera per <strong>Ecodom</strong> raccoglie i rifiuti<br />
elettrici ed elettronici e innalza un tempio le cui colonne,<br />
per esempio, sono costituite da cestelli d’acciaio<br />
<strong>di</strong> lavatrici. E questo tempio si alza su una base<br />
dondolante, come un’altalena, a simulare il passaggio<br />
<strong>di</strong> stato fra una società tra<strong>di</strong>zionale e una in <strong>di</strong>venire,<br />
dall’età del progresso all’età del riciclo.<br />
L’opera, negli anni, viene esposta un po’ dappertutto<br />
cominciando il suo “viaggio” dal Tempio <strong>di</strong> Adriano<br />
a Roma, nell’ambito <strong>di</strong> Ethical Fashion <strong>di</strong> AltaRomAltaModa<br />
fino a Milano in occasione della terza<br />
e<strong>di</strong>zione del Festival Internazionale dell’Ambiente;<br />
a Catanzaro nel Parco Archeologico <strong>di</strong> Scolacium<br />
nell’ambito del progetto “Il Dna del terzo para<strong>di</strong>so”<br />
per poi tornare a Roma al museo Maxxi, fino Woodstock<br />
in Oxfordshire, al Blenheim Palace, per una<br />
mostra personale del maestro Pistoletto. E solo per<br />
citare alcune delle tappe <strong>di</strong> un’iniziativa che in <strong>di</strong>eci<br />
anni ha continuato a stupire il pubblico e a raccontare<br />
i <strong>RAEE</strong> in una forma originale e affascinante nel<br />
senso pieno del termine.<br />
RIFIUTOPOLI<br />
Arte e <strong>RAEE</strong> si riproporrà per <strong>Ecodom</strong> anche qualche<br />
anno dopo l’esperienza, questa volta si tratta <strong>di</strong><br />
una performance teatrale <strong>di</strong> Cinemovel, sul ciclo illegale<br />
<strong>dei</strong> rifiuti, le ecomafie, e su come i piccoli gesti<br />
quoti<strong>di</strong>ani siano in grado <strong>di</strong> determinare un cambiamento<br />
concreto. Realizzata con il patrocinio <strong>di</strong> Legambiente<br />
e il sostegno <strong>di</strong> Fondazione<br />
Unipolis, “Rifiutopoli. Veleni<br />
e antidoti” è teatro ma anche una<br />
conferenza-spettacolo con Enrico<br />
Fontana e Vito Baroncini alla lavagna<br />
luminosa.<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 75
L’altra faccia <strong>di</strong><br />
Rifiutopoli, esiste grazie<br />
al contributo <strong>dei</strong> nostri<br />
gesti quoti<strong>di</strong>ani.<br />
«Con Rifiutopoli, grazie alla sensibilità artistica <strong>di</strong><br />
Vito Baroncini - spiega Enrico Fontana, attuale <strong>di</strong>rettore<br />
<strong>di</strong> La nuova ecologia e per anni fra i principali<br />
autori del Rapporto sulle ecomafie <strong>di</strong> Legambiente –<br />
cerchiamo <strong>di</strong> raccontare, nella maniera più semplice e<br />
<strong>di</strong>retta possibile, questo “mondo <strong>di</strong> sotto”, fatto dagli<br />
scarti quoti<strong>di</strong>ani <strong>dei</strong> nostri consumi e <strong>di</strong> chi approfitta<br />
della nostra “<strong>di</strong>strazione” per trasformarli in affari<br />
criminali che avvelenano l’ambiente in cui viviamo e<br />
la nostra salute. Ma anche le storie <strong>di</strong> chi ha pagato<br />
con la vita la scelta, coraggiosa, <strong>di</strong> fare il proprio dovere<br />
e la possibilità, concreta, <strong>di</strong> trasformare l’incubo<br />
<strong>di</strong> Rifiutopoli in un sogno, molto meno immaginario<br />
<strong>di</strong> quanto siamo portati a credere:<br />
quello <strong>di</strong> un mondo senza rifiuti».<br />
Rifiutopoli è anche il racconto <strong>di</strong><br />
un’esperienza personale come lo<br />
racconta Fontana: «Ho cominciato<br />
a raccontare il mondo <strong>di</strong> Rifiutopoli<br />
nel 1984 scoprendo che i rifiuti venivano<br />
abbandonati anche nei luoghi più belli, dove<br />
ti aspetti <strong>di</strong> vedere solo le farfalle. E invece ci trovavo<br />
<strong>di</strong> tutto: frigoriferi, lavatrici, macerie, pneumatici<br />
fuori uso che bruciano e avvelenano l’aria. Facessimo<br />
come le farfalle, che i rifiuti organici li trasformano<br />
in “nettare”, il cambiamento sarebbe concreto<br />
e visibile. E sarebbero centinaia le buone storie che si<br />
potrebbero raccontare, perché l’Italia è storicamente<br />
una delle patrie della raccolta, del recupero, del riuso<br />
e del riciclo. È l’altra faccia <strong>di</strong> Rifiutopoli, che esiste<br />
grazie alle nostre scelte, alle nostre responsabilità, al<br />
contributo <strong>dei</strong> nostri gesti quoti<strong>di</strong>ani».<br />
CLEAN UP<br />
Clean Up è stato uno spettacolo <strong>di</strong>dattico ideato dal<br />
giornalista Luca Pagliari per conoscere e spiegare i<br />
<strong>RAEE</strong>, attraverso video e storie, che ha girato l’Italia<br />
fra il 2009 e il 2011 e che dopo l’esor<strong>di</strong>o a Fabriano<br />
ha avuto, fra le varie, una location d’eccellenza all’interno<br />
delle suggestive grotte <strong>di</strong> Frasassi.<br />
76 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
De<strong>di</strong>cato ai ragazzi in modo <strong>di</strong> formare le nuove generazioni<br />
ma anche perché gli studenti sono spesso<br />
testimoni attivi all’interno del nucleo familiare.<br />
Parlano, raccontano le loro esperienze e spesso sono<br />
loro a spiegare la modernità del mondo ai genitori,<br />
come in fatto d’ambiente. Luca Pagliari sul suo sito<br />
ha raccolto alcune delle voci <strong>di</strong> questi ragazzi:<br />
«non sapevo che da un elettrodomestico si potesse<br />
ricavare tanto. Ho la soffitta piena <strong>di</strong> elettrodomestici<br />
che non utilizziamo più. Vedrò <strong>di</strong> informare i<br />
miei genitori su ciò che ho appreso oggi».<br />
E una ragazza: «il primo pensiero che mi viene in<br />
mente in questo momento è che siamo degli ignoranti,<br />
me compresa! perché non sappiamo, non capiamo<br />
che mondo meraviglioso stiamo <strong>di</strong>struggendo<br />
con le nostre mani… ‘pensare pulito per vivere<br />
meglio’ e da oggi sarà così…».<br />
<strong>RAEE</strong>PORTER<br />
«Anche alcune iniziative che sembravano “consumer”<br />
– torna a raccontarci Arienti –, fatte apparen-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 77
Il coinvolgimento<br />
<strong>di</strong> tre emittenti ra<strong>di</strong>o<br />
serviva a parlare<br />
ad un pubblico giovane.<br />
temente per parlare al pubblico, in realtà erano sempre<br />
per sollecitare un po’ <strong>di</strong> attenzione anche nei<br />
decisori istituzionali, quei soggetti che in qualche<br />
modo possono contribuire al miglioramento della<br />
filiera. Cito la più consumer <strong>di</strong> tutte che si chiamava<br />
ma <strong>RAEE</strong>porter durante la quale invitavamo i citta<strong>di</strong>ni<br />
italiani a fotografare i <strong>RAEE</strong> abbandonati. Fotografarli<br />
e segnalarceli, poi noi giravamo le segnalazioni<br />
agli enti competenti, pubblicavamo le foto<br />
su un sito de<strong>di</strong>cato e il premio per il miglior scatto<br />
è stato un viaggio in Ghana a vedere una <strong>di</strong>scarica<br />
<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>, un inferno sulla Terra che restituiva l’urgenza<br />
e l’importanza <strong>di</strong> non lasciare abbandonati<br />
questi oggetti».<br />
In effetti il progetto <strong>RAEE</strong>porter, lanciato nel 2011,<br />
dal punto <strong>di</strong> vista della comunicazione si esprimeva<br />
su più livelli e coinvolgeva per ognuno <strong>di</strong> questi un<br />
target <strong>di</strong>verso. Perché c’era un momento <strong>di</strong> campagna<br />
per trasformare i citta<strong>di</strong>ni in<br />
“<strong>RAEE</strong>porter”, un altro in cui si denunciava<br />
e si mettevano in mostra<br />
le storture generate da una non gestione<br />
<strong>dei</strong> rifiuti o da una gestione<br />
criminale e, infine, si tornava sul<br />
campo promuovendo il vincitore a<br />
<strong>di</strong>ventare <strong>di</strong> nuovo “<strong>RAEE</strong>porter” per documentare<br />
e vivere l’esperienza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scarica africana. Una<br />
app, sviluppata per iOS e Android, consentiva inoltre<br />
<strong>di</strong> inviare informazioni circa la zona e l’oggetto<br />
in questione in modo da creare una sorta <strong>di</strong> mappa<br />
informativa da consultare per la raccolta.<br />
Anche il coinvolgimento <strong>di</strong> partner come Legambiente<br />
e <strong>di</strong> ben tre emittenti come Ra<strong>di</strong>o <strong>10</strong>5, Ra<strong>di</strong>o<br />
Montecarlo e Virgin Ra<strong>di</strong>o, note per parlare ad<br />
un pubblico giovane e molto giovane rende l’idea<br />
dell’ampiezza me<strong>di</strong>atica raggiunta.<br />
GARAGE STORY<br />
Occorre <strong>di</strong>re che nella civiltà dell’immagine una<br />
fotografia può <strong>di</strong>re più <strong>di</strong> cento parole e parlare ri-<br />
78 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
manendo silenziosa. «Nel corso del 2013 – racconta<br />
l’allora presidente del consorzio Alberto Borroni –<br />
<strong>Ecodom</strong> si è fatto promotore <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> incontro<br />
con gli stakeholder istituzionali, offrendo spunti <strong>di</strong><br />
riflessione approfon<strong>di</strong>ti e originali: tra questi, vale<br />
la pena <strong>di</strong> ricordare l’indagine “Garage Story”, con<br />
la quale abbiamo cercato <strong>di</strong> capire per quali ragioni<br />
moltissimi <strong>RAEE</strong> restino inutilizzati nelle nostre<br />
case invece <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>smessi e quin<strong>di</strong> riciclati».<br />
Anche in questo caso la spinta era <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>vulgativo<br />
e conoscitivo: come far parlare i gran<strong>di</strong> me<strong>di</strong>a<br />
del riciclo degli elettrodomestici?<br />
A sostegno della campagna uno stu<strong>di</strong>o della Doxa<br />
che interpretava le tipologie sociali e antropologiche,<br />
anche con un pizzico <strong>di</strong> ironia, perché venivano<br />
descritti come <strong>di</strong>sinteressati, pigri, oculati, accumulatori,<br />
nostalgici, ecc.<br />
Persone, e personaggi, attraverso i quali era possibile<br />
raccontare la storia <strong>di</strong> un tesoro nascosto nelle cantine<br />
degli italiani. Un tesoretto <strong>di</strong> elettrodomestici<br />
non più funzionanti o abbandonati perché sostituiti<br />
da modelli più nuovi, che attraverso la campagna poteva<br />
essere riscoperto e reinserito nel ciclo produttivo.<br />
In altre parole affidato al circolo virtuoso del<br />
sistema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />
La campagna Garage Story, che ha vinto nel 2014<br />
il Premio Assorel/Grand Prix International Events<br />
& Relational Strategies come migliore campagna <strong>di</strong><br />
Comunicazione Ambientale dell’anno, era per così<br />
<strong>di</strong>re “documentata” dai ritratti fotografici del fotografo<br />
Mario Guerra.<br />
In questa galleria <strong>di</strong> tipi umani al primo posto c’era il<br />
filone <strong>dei</strong> “<strong>di</strong>sinteressati” (circa il 31% del campione),<br />
a cui appartengono anche i “pigri” e i “<strong>di</strong>sinformati”,<br />
ovvero quelli del “come faccio a liberarmene?”, “non<br />
saprei a chi rivolgermi”, “la prossima volta me ne libero”.<br />
Si tratta prevalentemente delle famiglie over 50,<br />
con un livello <strong>di</strong> istruzione basso e che vivono soprattutto<br />
nel sud e nelle isole.<br />
Al secondo posto c’erano “i razionali”, ovvero gli “ac-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 79
80 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
cumulatori”, gli “oculati” e gli “appassionati del faida-te”<br />
(circa il 29%): conservare il vecchio elettrodomestico<br />
si tratta <strong>di</strong> una scelta “ragionata”. Sono<br />
quelli del “non si sa mai, potrebbero sempre servire”,<br />
“meglio uno <strong>di</strong> scorta, anche se non funziona”,<br />
“magari un giorno potrei ripararlo”. Un profilo che<br />
va bene per tutte le fasce <strong>di</strong> età.<br />
Il terzo filone è costituito dagli “emotivi” (circa il<br />
20% del campione) che non si liberano del vecchio<br />
elettrodomestico per “amore”. Nostalgici o idealisti,<br />
sono quelli del “magari un giorno <strong>di</strong>venta un<br />
pezzo <strong>di</strong> design”, “ci sono affezionato”, “gli apparecchi<br />
<strong>di</strong> una volta non esistono più”. Quasi tutti sono<br />
over 50.<br />
Infine c’erano i “polemici” (circa l’11%), quelli del<br />
“per me è faticoso portarli all’isola ecologica, potrebbero<br />
venire a prenderseli”, e i “<strong>di</strong>ffidenti” (circa<br />
il 9%), quelli che <strong>di</strong>cono “non sono convinto, chissà<br />
dove vanno a finire”. Più giovani i polemici, soprattutto<br />
under 35, più gran<strong>di</strong> i <strong>di</strong>ffidenti, over 50.
La mostra fotografica<br />
<strong>di</strong> Mario Guerra<br />
era un viaggio nella<br />
realtà della filiera.<br />
MATERIA-DESIGN ANDATA E RITORNO<br />
La collaborazione fra <strong>Ecodom</strong> e il fotografo Mario<br />
Guerra non si esaurisce solo con Garage Story, ma<br />
Guerra realizza per il consorzio un bellissimo servizio<br />
fotografico, che <strong>di</strong>venterà sia una mostra che un<br />
libro [e alcune delle immagini sono utilizzate anche<br />
in questo volume].<br />
«L’esplorazione possibile con la fotografia è per<br />
me la vera magia: il modo in cui si può decidere <strong>di</strong><br />
guardare come si vuole qualsiasi cosa» spiega Mario<br />
Guerra nel presentare questa opera de<strong>di</strong>cata ai<br />
<strong>RAEE</strong>. «Questo lavoro fotografico – continua – è una<br />
scoperta della materia. Privata <strong>di</strong> ogni sua funzione<br />
e regola, la materia <strong>di</strong>venta se<br />
stessa, prendendo vita in modo<br />
quasi romantico proprio perché si<br />
libera <strong>di</strong> esistere in un altro modo<br />
per un’altra ragione. Il dettaglio<br />
astratto <strong>di</strong> un metallo o <strong>di</strong> un design<br />
vuole anche essere una provocazione<br />
e spingere la riflessione sul valore delle cose. È un<br />
vero viaggio nel piccolo e nell’intimo, alla ricerca <strong>di</strong><br />
un’estetica dell’intrinseco. Quell’estetica che sarebbe<br />
bello se <strong>di</strong>ventasse un viaggio personale <strong>di</strong> ogni<br />
spettatore, in un rapporto intimo con se stesso, dove<br />
un’emotività ritrovata <strong>di</strong>venta l’esaltazione dell’archetipo,<br />
del bello puro che, scuotendo la sensibilità<br />
genera un luogo emotivo dove questa materia vive».<br />
La mostra, come la spiegava il presidente Zocco<br />
Ramazzo nel presentarla nel 2011, era <strong>di</strong> fatto un<br />
viaggio nella realtà della filiera che metteva in evidenza<br />
momenti e luoghi <strong>di</strong>versi. Lo faceva con il suo<br />
linguaggio artistico, per cui all’immagine totale del<br />
lavoro si sostituiva quella spinta del dettaglio, che<br />
aveva l’ulteriore pregio <strong>di</strong> mettere in evidenza la materia<br />
<strong>di</strong> origine, o <strong>di</strong> arrivo, degli stessi <strong>RAEE</strong>.<br />
CRM RECOVERY<br />
CRM RECOVERY è un progetto europeo finalizzato<br />
a recuperare materie prime preziose dai <strong>RAEE</strong>.<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 81
<strong>Ecodom</strong> e Citta<strong>di</strong>nanzattiva<br />
è un binomio<br />
efficace in termini<br />
strategici e <strong>di</strong> visione<br />
per parlare ai citta<strong>di</strong>ni.<br />
<strong>Ecodom</strong> è partner del progetto che contribuisce<br />
alla ricerca europea sulla possibilità <strong>di</strong> recuperare<br />
oro, argento, cobalto, grafite e platino senza doverli<br />
estrarre dalle miniere. Con l’aiuto <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni e<br />
l’utilizzo <strong>di</strong> un apposito container è stato possibile<br />
sollecitare i milanesi a venire la domenica mattina<br />
a consegnare quei <strong>RAEE</strong> che avevano <strong>di</strong>menticato<br />
troppo a lungo nei cassetti <strong>di</strong> casa o in cantina.<br />
Un modo non solo <strong>di</strong> contribuire ad aumentare la<br />
quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> raccolti ed eliminarli dalle case, ma<br />
anche <strong>di</strong> spiegare a tutti cosa sono, perché è importante<br />
consegnarli in centri <strong>di</strong> raccolta autorizzati e<br />
riciclarli per bene.<br />
LE SCELTE DEL CONSUMATORE<br />
Con questa campagna <strong>Ecodom</strong> è entrata in contatto<br />
e ha collaborato attivamente con il mondo <strong>dei</strong> consumatori<br />
attraverso l’Unione Nazionale Consumatori<br />
e il suo notiziario on-line. Una forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgazione<br />
mirata ad un pubblico spesso già sensibile sui<br />
processi del consumo e che cerca, attraverso l’UNC,<br />
conforto, spiegazione e spesso anche forme <strong>di</strong> protezione.<br />
Aprire uno spazio sul complesso tema <strong>dei</strong><br />
<strong>RAEE</strong> appare perciò come un momento nel quale si<br />
attribuisce alle merci che entrano nelle nostre case<br />
tutti i giorni un valore nuovo e <strong>di</strong>verso, che era già<br />
intrinseco ma del quale a volte non si ha la percezione.<br />
Come d’altronde altre campagne, a cominciare da<br />
Garage Story, hanno insegnato.<br />
Tra<strong>di</strong>zionalmente chi si rivolge alle associazioni <strong>dei</strong><br />
consumatori è attento, se non preoccupato, al momento<br />
dell’acquisto e alla sua tutela come cliente. Il<br />
tema <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> estende la sua coscienza come citta<strong>di</strong>no<br />
e lo informa sul significato<br />
completo del ciclo <strong>di</strong> vita <strong>dei</strong> prodotti,<br />
che possono continuare a<br />
vivere e a trasformarsi anche dopo<br />
aver cessato la loro utilità, a patto<br />
che si sappia come smaltirli e a chi<br />
consegnarli.<br />
82 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI:<br />
COME FARE<br />
“Rifiuti elettrici ed elettronici: come fare” è una guida<br />
che <strong>Ecodom</strong> ha realizzato e <strong>di</strong>stribuito insieme<br />
a Citta<strong>di</strong>nanzattiva nel 2017. Un vademecum nel<br />
senso letterale del termine, stampato in migliaia <strong>di</strong><br />
copie ma anche scaricabile dal web.<br />
“Cosa me ne faccio del mio smartphone?”, “E la mia<br />
lavatrice? Adesso che ne compro una nuova che me<br />
ne faccio?”. Domande che per chi è arrivato a questo<br />
punto del libro che ha in mano sembrano scontate,<br />
ma che poi non lo sono, come <strong>di</strong>mostrano gli stu<strong>di</strong><br />
e le ricerche fatte in questi anni. E anche fra quelli<br />
che pensano <strong>di</strong> sapere tutto il rischio è che accada,<br />
per <strong>di</strong>rla con Oscar Wilde, che questo sia tutto quello<br />
che sanno.<br />
<strong>Ecodom</strong> e Citta<strong>di</strong>nanzattiva, inoltre, è un binomio<br />
efficace in termini strategici e <strong>di</strong> visione.<br />
Non a caso il vademecum, che per le sue modalità <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>ffusione ha avuto anche vita propria, è stato con-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 83
cepito in una più ampia idea <strong>di</strong> collaborazione fra i<br />
due soggetti.<br />
Dal 2009 <strong>Ecodom</strong> lavora<br />
anche con l’obiettivo<br />
<strong>di</strong> promuovere<br />
l’inclusione socio-lavorativa<br />
<strong>dei</strong> detenuti.<br />
GLI ITALIANI E I <strong>RAEE</strong>: DALL’UNO CONTRO<br />
UNO ALL’UNO CONTRO ZERO<br />
Il vademecum <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> e Citta<strong>di</strong>nanzattiva potrebbe,<br />
infatti, essere inteso anche come l’avatar<br />
che consente <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere ancora <strong>di</strong> più i contenuti<br />
<strong>di</strong> questo road-show informativo che i due hanno<br />
realizzato nel corso del 2017. Un viaggio che ha<br />
attraversato l’Italia per incontrare citta<strong>di</strong>ni, stakeholder,<br />
pubbliche amministrazioni e imprese per<br />
presentare i risultati dell’indagine<br />
Ipsos sugli Italiani e i <strong>RAEE</strong>, partita<br />
dalla presa <strong>di</strong> coscienza che<br />
solo 18 italiani su <strong>10</strong>0 sapevano<br />
che fosse possibile conferire gratis<br />
i piccoli <strong>RAEE</strong> <strong>di</strong>smessi presso<br />
i punti ven<strong>di</strong>ta.<br />
«L’attività della nostra associazione<br />
– spiega Antonio Gau<strong>di</strong>oso, Segretario Generale<br />
<strong>di</strong> Citta<strong>di</strong>nanzattiva – ha l’obiettivo <strong>di</strong> favorire<br />
un nuovo approccio <strong>dei</strong> citta<strong>di</strong>ni nella fruizione<br />
<strong>dei</strong> servizi pubblici locali, che preveda un pieno e<br />
consapevole coinvolgimento per la tutela <strong>dei</strong> loro<br />
<strong>di</strong>ritti e la cura <strong>dei</strong> beni comuni. A far la <strong>di</strong>fferenza,<br />
sono anche la capacità degli amministratori <strong>di</strong><br />
implementare nei territori politiche nazionali e<br />
obiettivi europei, gli investimenti in infrastrutture<br />
de<strong>di</strong>cate, a partire da una più capillare presenza <strong>di</strong><br />
specifici centri <strong>di</strong> raccolta, ma anche la capacità <strong>di</strong><br />
fare rete tra i vari soggetti della filiera <strong>di</strong>rettamente<br />
interessati con le amministrazioni pubbliche e le<br />
organizzazioni civiche».<br />
<strong>RAEE</strong> IN CARCERE<br />
Questa iniziativa ha un percorso tutto suo. Dal 2009<br />
<strong>Ecodom</strong> collabora al progetto “<strong>RAEE</strong> in carcere”, con<br />
l’obiettivo <strong>di</strong> promuovere l’inclusione socio-lavorativa<br />
<strong>dei</strong> detenuti delle carceri <strong>di</strong> Bologna e Ferrara,<br />
84 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
includendoli in un processo <strong>di</strong> professionalizzazione<br />
e favorendo il loro reinserimento nella vita sociale e<br />
nella legalità.<br />
«È un progetto che ricordo con affetto – spiega Paolo<br />
Zocco Ramazzo, presidente <strong>Ecodom</strong> fra il 2011 e<br />
il 2013 – perché in qualche modo ha coinvolto tutti<br />
noi. Discutevamo <strong>di</strong> cose molto pratiche per permettere<br />
a queste persone un domani <strong>di</strong> potersi reinserire».<br />
In base alle opportunità intercettate nel settore<br />
<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>, si legge nella descrizione dell’iniziativa,<br />
si è progettato <strong>di</strong> realizzare una parte del processo<br />
<strong>di</strong> trattamento-smontaggio <strong>dei</strong> rifiuti provenienti<br />
dalle isole ecologiche e successivamente inviati agli<br />
impianti <strong>di</strong> trattamento rifiuti. Il 25 ottobre 2007<br />
(quando ancora i Consorzi non erano operativi) è stato<br />
sottoscritto a Bologna un “Accordo Quadro Territoriale<br />
per lo sviluppo <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> pretrattamento<br />
<strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> all’interno (e all’esterno) delle Case Circondariali”.<br />
Dal 2009 sono attivi i 3 laboratori produttivi<br />
a Bologna, Forlì, Ferrara. Con questa iniziativa non si<br />
sono solo create le con<strong>di</strong>zioni logistiche per l’attività<br />
<strong>dei</strong> laboratori, ma si sono consolidati gli accor<strong>di</strong> con il<br />
principale partner strategico e operativo, HERA Spa,<br />
la multiutility <strong>dei</strong> Servizi pubblici regionali che si occupa<br />
<strong>di</strong> ambiente energia e smaltimento rifiuti.<br />
STORIE DI ECONOMIA CIRCOLARE<br />
“Storie <strong>di</strong> economia circolare” è l’iniziativa più recente<br />
della storia <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, almeno fino al compimento<br />
del decimo anno.<br />
È un progetto molto ricco e molto interessante, che<br />
fotografa la cronaca positiva <strong>di</strong> oggi proiettandola<br />
nel futuro (e infatti ne parleremo anche nel prossimo<br />
capitolo).<br />
Il sistema me<strong>di</strong>atico vive, da sempre, della rappresentazione<br />
del conflitto. La cronaca nera, il crimine,<br />
il malaffare, la corruzione e l’inquinamento occupano<br />
quasi completamente tutto lo spazio <strong>dei</strong> palinsesti<br />
della televisione come in quelli del web o della<br />
carta stampata main stream. Invece molto <strong>di</strong> buono<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 85
86 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
accade. Persone che hanno idee che fanno bene a sé e<br />
all’ambiente. Imprese che costruiscono business laddove<br />
prima c’era stato sfruttamento e inquinamento<br />
sociale e ambientale. Creazione <strong>di</strong> nuovi posti <strong>di</strong><br />
lavoro e <strong>di</strong> nuove professionalità. Ma se è vero che i<br />
me<strong>di</strong>a non ne parlano, è anche vero che queste storie<br />
sono <strong>di</strong>fficili da scovare proprio perché meno sotto<br />
la luce <strong>dei</strong> riflettori.<br />
L’idea che è alla base <strong>di</strong> “Storie <strong>di</strong> economia circolare”<br />
in fondo è tutta qua e, come si <strong>di</strong>ce, è “tanta roba”: un<br />
Atlante web che censisce e racconta le esperienze <strong>di</strong><br />
Economia Circolare in Italia; un concorso a premi annuale<br />
per videomaker, fotografi, giornalisti e scrittori.<br />
Realizzata da <strong>Ecodom</strong> con il Centro <strong>di</strong> Documentazione<br />
sui Conflitti Ambientali, Poliedra, A Sud,<br />
Fondazione Ecosistemi, Banca Etica e ZONA, con<br />
il patrocinio del Ministero dell’ambiente, offre una<br />
piattaforma georeferenziata con un ricco panorama<br />
<strong>di</strong> imprese che hanno fatto della sostenibilità,<br />
e dell’economia circolare, la propria mission. E il<br />
concorso serve a favorire il <strong>di</strong>battito, a fare sì che i<br />
professionisti e gli appassionati della comunicazione<br />
(giornalisti, fotografi, scrittori, ecc.) siano stimolati<br />
a rappresentare questa parte reattiva e, perché no?,<br />
rivoluzionaria della società. Quelli che stanno costruendo<br />
una nuova economia basata su un nuovo<br />
patto fra uomo e natura.<br />
Ai tempi <strong>di</strong> Charles Darwin non esisteva ancora la<br />
parola ecologia, per definire questo rapporto fra le<br />
creature viventi e l’ambiente lo scienziato inglese<br />
usava l’espressione <strong>di</strong> “economia della natura”. Dove<br />
i rifiuti non esistono, perché nella circolarità delle<br />
risorse, tutto ciò che non serve a qualcuno, <strong>di</strong>venta<br />
utile per qualcun altro.<br />
Come i <strong>RAEE</strong> che, se gestiti adeguatamente, possono<br />
<strong>di</strong>ventare nuova risorsa per il futuro.
6. Economie del futuro prossimo<br />
Green, share o circular? Modelli e prospettive per<br />
il futuro.<br />
Un tempo andavano <strong>di</strong> moda i futurologi.<br />
Più che scienziati erano<br />
opinionisti arguti che spiegavano<br />
come sarebbe stato il futuro. Oggi<br />
all’Università <strong>di</strong> Trento esiste un<br />
Master <strong>di</strong> secondo livello in previsione<br />
sociale ma non forma “futurologi”,<br />
quanto stu<strong>di</strong>osi capaci <strong>di</strong> tracciare scenari.<br />
È molto <strong>di</strong>verso.<br />
Anche la questione ambientale a livello globale deve<br />
confrontarsi con gli scenari. Sappiamo, per esempio,<br />
che lo scenario definito “business as usual”, “affari<br />
come al solito” ovvero tiriamo a campare come abbiamo<br />
sempre fatto, con gli stessi trend <strong>di</strong> consumo,<br />
le stesse abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>ssipative, gli stessi sili <strong>di</strong> vita,<br />
ecco, in questo modo, biologi, economisti, climatologi<br />
e ogni altra categoria professionale della ricerca<br />
ha scritto e detto che il futuro non sarà roseo e che la<br />
fine della nostra società è <strong>di</strong>etro l’angolo.<br />
Gli scenari servono a dare un senso ai trend che arrivano<br />
dal passato, a capire come certi percorsi po-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 87
88 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
tranno impattare sul futuro. L’uso in<strong>di</strong>scriminato<br />
delle fonti fossili, prevalentemente petrolio e carbone,<br />
ma anche il gas naturale, continuerà a produrre<br />
una quantità tale <strong>di</strong> CO 2<br />
da compromettere l’equilibrio<br />
climatico per sempre.<br />
Nel 2005 l’Unep, il Programma per l’ambiente delle<br />
nazioni unite, presentò il Millennium Ecosystem<br />
Assessment Report. Il MEA era un progetto <strong>di</strong> ricerca<br />
internazionale sviluppato con l’obiettivo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />
lo stato degli ecosistemi globali, valutare le<br />
conseguenze <strong>dei</strong> cambiamenti in essi sul benessere<br />
umano e fornire una valida base scientifica per la<br />
formulazione <strong>di</strong> azioni necessarie alla conservazione<br />
e all’uso sostenibile degli stessi. 1.360 esperti avevano<br />
dato il loro contributo tracciando non solo, appunto,<br />
lo stato <strong>di</strong> salute del Pianeta, ma in<strong>di</strong>viduando<br />
<strong>di</strong>versi scenari possibili per il futuro al 2050. Dei<br />
quattro in<strong>di</strong>viduati l’unico capace <strong>di</strong> portare concreti<br />
benefici era quello del “mosaico adattativo” (“adaptive<br />
mosaic”). In altre parole, per sopravvivere ai<br />
danni provocati da uno stile <strong>di</strong> vita insostenibile, nel
L’invecchiamento <strong>di</strong> alcune<br />
tecnologie è sicuramente<br />
un elemento legato alla<br />
crisi ambientale.<br />
prossimo futuro non ci potrà essere una soluzione,<br />
unica e valida ad ogni latitu<strong>di</strong>ne. No. Ogni regione<br />
del pianeta, ogni singola nazione, dovrà declinare<br />
lo sforzo verso la sostenibilità seguendo l’attitu<strong>di</strong>ne<br />
del proprio territorio, sia in termini <strong>di</strong> risorse naturali,<br />
<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità, ma anche <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> capacità<br />
economica.<br />
Consentire ai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> inquinare<br />
un po’ <strong>di</strong> più rispetto alle nazioni industrializzate,<br />
che invece dovranno contenere i proprio consumi, è<br />
non solo inevitabile ma necessario. Anche se paradossalmente<br />
è proprio un paese in grande espansione<br />
come la Cina a porsi più <strong>di</strong> altri il problema della<br />
sostenibilità delle sue città e delle sue industrie che,<br />
non senza contrad<strong>di</strong>zioni al suo interno, continuano<br />
a crescere demograficamente ed economicamente.<br />
Si <strong>di</strong>ceva un tempo “ma cosa succederà quando dovremmo<br />
dar un’auto a tutto il terzo mondo?”. Ecco<br />
il “quando” è arrivato e la risposta, l’unica possibile,<br />
è migliorare tutti quanti la nostra efficienza e inventare<br />
nuove tecnologie. E anche in questo caso non è<br />
una fatalità il fatto che sempre la Cina sia il maggiore<br />
mercato in espansione dell’auto elettrica.<br />
Nessuno ha voglia <strong>di</strong> rinunciare alle conquiste portateci<br />
da tre, quasi quattro secoli <strong>di</strong> rivoluzione industriale,<br />
ma allo stesso tempo è sempre più urgente<br />
un cambiamento <strong>di</strong> marcia.<br />
La crisi economica in Italia e in altri Paesi ha fatto<br />
segnare un calo delle emissioni <strong>dei</strong> gas serra ma,<br />
giustamente fanno notare gli scienziati, non si tratta<br />
tanto dello sforzo <strong>di</strong> contenere la produzione <strong>di</strong><br />
inquinanti, quanto alla riduzione <strong>dei</strong> consumi comportata<br />
dalla crisi stessa. Eppure sarebbe ingeneroso<br />
non dare a Cesare quel che è <strong>di</strong> Cesare, ovvero riconoscere<br />
che almeno in parte strumenti<br />
come il Protocollo <strong>di</strong> Kyoto<br />
sul clima non hanno portato affatto<br />
benefici. Forse meno <strong>di</strong> quanti<br />
sarebbero stati necessari. Ma altri<br />
strumenti, come il protocollo <strong>di</strong><br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 89
90 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
Montreal sul buco nell’ozono hanno invece pienamente<br />
centrato l’obiettivo. La messa al bando <strong>dei</strong><br />
CFC contenuti nei vecchi frigoriferi è un successo <strong>di</strong><br />
Montreal.<br />
L’invecchiamento <strong>di</strong> alcune tecnologie è sicuramente<br />
un elemento legato alla crisi ambientale. La necessità<br />
<strong>di</strong> avere elettrodomestici con un maggiore ren<strong>di</strong>mento<br />
energetico, ovvero che consumino meno, è<br />
una conseguenza più o meno <strong>di</strong>retta del Protocollo<br />
<strong>di</strong> Kyoto. Così come le lampa<strong>di</strong>ne al led, ecc. Consumare<br />
meno energia significa produrre meno CO 2<br />
ma<br />
anche, in tempo <strong>di</strong> crisi, incidere sulle bollette delle<br />
famiglie.<br />
Persino i televisori e monitor a led, che hanno mandato<br />
in soffitta, anzi ai centri <strong>di</strong> trattamento <strong>RAEE</strong>,<br />
milioni <strong>di</strong> vecchi strumenti a tubo cato<strong>di</strong>co, non solo<br />
sono più belli <strong>di</strong> quelli vecchi e ingombranti, ma consumano<br />
meno.<br />
I <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> climatizzazione, le lavatrici… non c’è<br />
tecnologia dentro le nostre case che non abbia cambiato<br />
i suoi consumi, rendendo obsoleto tutto quello<br />
che avevamo nel giro <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> un decennio. L’etichetta<br />
energetica ha insegnato cosa è una “Classe A”<br />
e ha reso più desiderabili gli elettrodomestici meno<br />
energivori.<br />
«Ed è del tutto normale che fra cinque o <strong>di</strong>eci anni<br />
ci saranno <strong>dei</strong> prodotti che sono estremamente più<br />
convenienti al consumatore in termini <strong>di</strong> risparmio<br />
energetico – spiega Davide Rossi, Direttore Generale<br />
Aires-Confcommercio – . Per i consumatori è normale<br />
<strong>di</strong> conseguenza pensare che presto arriverà qualcosa<br />
<strong>di</strong> più performante, <strong>di</strong> così più bello e più sod<strong>di</strong>sfacente<br />
che non è più nemmeno importante che<br />
il vecchio elettrodomestico sia ancora funzionante o<br />
meno». Non si aspetta che il vecchio muoia, ma si<br />
sceglie il nuovo perché è migliore e rende obsoleti<br />
i modelli precedenti nello spazio <strong>di</strong> pochi anni. E<br />
obsoleto non significa fuori moda come un paio <strong>di</strong><br />
scarpe vecchie, ma obsoleto nel senso <strong>di</strong> prestazioni<br />
inferiori.
Questo è un tema più facile da verificare nell’elettronica<br />
<strong>di</strong> consumo, dove dai cellulari ai computer<br />
la tecnologia e le sue prestazioni invecchiano da un<br />
anno all’altro.<br />
« Nella telefonia, per esempio – continua Rossi – il<br />
consumatore sa benissimo che si stuferà del telefono<br />
che ha dopo un po’ <strong>di</strong> anni perché ne arriverà uno<br />
talmente superiore come utilizzabilità e funzioni<br />
che non ci sarà bisogno che si guasti il vecchio. Lo<br />
vorrà cambiare semplicemente perché vuole prestazioni<br />
superiori. In altre parole, il consumatore acquista<br />
un prodotto Top <strong>di</strong> gamma sapendo che fra un<br />
po’ <strong>di</strong> anni ci sarà un Top <strong>di</strong> gamma così superiore<br />
che non gli interessa neanche più se il vecchio funzionerà<br />
o meno».<br />
Come <strong>di</strong>re che anche il <strong>di</strong>battito sull’obsolescenza<br />
programmata degli oggetti, che sarebbero progettati<br />
per durare poco, in qualche modo viene messo<br />
da parte da uno sviluppo tecnologico che consente<br />
al consumatore <strong>di</strong> acquistare un prodotto nuovo<br />
prima ancora che il vecchio giunga a fine vita per il<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 91
“Storie <strong>di</strong> economia<br />
circolare” è uno strumento<br />
utile per essere nel<br />
centro <strong>di</strong> una tematica<br />
che <strong>di</strong>venterà fondamentale<br />
per l’Europa.<br />
semplice fatto che il nuovo è migliore per definizione<br />
e <strong>di</strong> fatto.<br />
E il servizio dell’uno contro uno, ovvero la possibilità<br />
<strong>di</strong> consegnare al negozio il vecchio <strong>RAEE</strong> quando se<br />
ne acquista uno nuovo <strong>di</strong>venta una strategia vincente<br />
per evitare l’accumulo in casa o lo smaltimento irregolare<br />
<strong>di</strong> vecchi televisori, cucine o anche cellulari.<br />
E se invece <strong>di</strong> comprarli i nuovi elettrodomestici o<br />
altre apparecchiature elettriche ed elettroniche, le<br />
prendessimo a noleggio? Così quando ci stufiamo<br />
o esce il modello nuovo basta farseli cambiare? Per<br />
altro in questo modo il rapporto col produttore, e <strong>di</strong><br />
conseguenza coi consorzi <strong>di</strong> cui esso stesso è parte,<br />
non verrebbe mai meno. La filiera,<br />
<strong>di</strong>ciamo, sarebbe perfettamente<br />
circolare.<br />
«Oggi la questione ambientale<br />
è <strong>di</strong>ventata estremamente<br />
importante – sottolinea Maurizio<br />
Bernar<strong>di</strong>, attuale presidente <strong>di</strong><br />
<strong>Ecodom</strong> – anche se devo <strong>di</strong>re che in<br />
Italia, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri Paesi dove<br />
pure ho vissuto, non vedo ancora una sensibilità ed un<br />
interesse adeguati all’urgenza del tema. Sicuramente<br />
un cambiamento culturale è già in corso soprattutto<br />
tra le nuove generazioni, tuttavia richiede del tempo<br />
per manifestarsi a pieno. Sotto questo punto <strong>di</strong><br />
vista soggetti come <strong>Ecodom</strong> possono svolgere il<br />
ruolo <strong>di</strong> facilitatori del cambiamento, favorendo una<br />
maggiore sensibilità ambientale attraverso il proprio<br />
operato ed il proprio esempio. Sperando ovviamente<br />
che questo esempio virtuoso possa poi innescare un<br />
processo <strong>di</strong> imitazione».<br />
«Sul tema dell’economia circolare, ad esempio,<br />
<strong>Ecodom</strong> sta <strong>di</strong>ventando sempre più un punto <strong>di</strong><br />
riferimento a livello nazionale. Su questa tematica <strong>di</strong><br />
importanza fondamentale per il nostro sistema Paese,<br />
il consorzio sta infatti portando avanti iniziative<br />
concrete che vanno dallo stimolare il <strong>di</strong>battito al<br />
supportare progetti sperimentali» aggiunge Bernar<strong>di</strong><br />
92 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
iferendosi alla campagna “Storie <strong>di</strong> economia<br />
circolare”, attraverso la quale è stata data voce alle<br />
eccellenze italiane.<br />
L’esempio <strong>di</strong> “Storie <strong>di</strong> economia circolare”, <strong>di</strong> cui si<br />
è accennato nel precedente capitolo. Realizzato da<br />
<strong>Ecodom</strong> insieme al Centro <strong>di</strong> documentazione sui<br />
conflitti ambientali, il CDCA, il progetto ha messo<br />
a <strong>di</strong>sposizione, tramite il web, un vero e proprio Atlante<br />
delle imprese più innovative dell’economia circolare.<br />
«Tutto questo serve a fare un lavoro, per noi<br />
in<strong>di</strong>spensabile, <strong>di</strong> tipo culturale – spiega Marica Di<br />
Pierri, presidente del CDCA. Necessario, riprendendo<br />
la categoria della desiderabilità sociale, per rendere<br />
evidente alle persone e quin<strong>di</strong> ai “consumatori”<br />
che è possibile praticare economia in maniera sana,<br />
quin<strong>di</strong> rispettando l’ambiente valorizzando i territori,<br />
tutelando i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> chi lavora. L’Atlante è pensato<br />
per questo, per essere uno strumento user friendly<br />
attraverso il quale puoi scoprire se ci sono ad esempio<br />
attorno a te delle realtà che fanno economia in<br />
questa maniera. È strutturato in 13 categorie, dall’agroalimentare<br />
all’arredamento, dal tessile ai servizi,<br />
ecc. Il nostro è un contributo utile per costruire degli<br />
strumenti <strong>di</strong> educazione al consumo ma utile anche<br />
alle imprese per massimizzare la compatibilità della<br />
loro filiera perché potrebbero trovare sull’Atlante <strong>dei</strong><br />
fornitori, ad esempio <strong>di</strong> materia prima seconda, che<br />
possono aiutarli ad espandere il loro ciclo produttivo<br />
verso una circolarità sempre maggiore».<br />
La strategia per un’economia circolare è ormai politica<br />
anche per l’Unione europea che con una serie <strong>di</strong><br />
atti la sta recependo nel proprio or<strong>di</strong>namento e in<br />
quello <strong>dei</strong> Paesi membri.<br />
Ma la circolarità può fondersi anche con il concetto<br />
<strong>di</strong> share economy. La cosa a cui oggi siamo più abituati<br />
forse sono le auto che possiamo “noleggiare”<br />
per pochi minuti nelle città a costi davvero concorrenziali<br />
con altre forme <strong>di</strong> trasporto pubblico come i<br />
taxi e senza gli oneri (assicurazione, bollo, pagamen-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 93
94 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
to del parcheggio…) dell’auto privata. Il carsharing<br />
che solo pochi anni fa non si sapeva neppure pronunciare<br />
è oggi una delle forme <strong>di</strong> mobilità pubblico/privata<br />
più <strong>di</strong> successo. Così come il bikesharing<br />
con le biciclette.<br />
Allora, forse, parlare anche <strong>di</strong> elettrodomestici a noleggio<br />
potrebbe <strong>di</strong>ventare meno eretico <strong>di</strong> quanto<br />
pensavamo. Anzi.<br />
«C’è un progetto – racconta Bernar<strong>di</strong> – a cui ha partecipato<br />
anche il Gruppo Bosch insieme ad <strong>Ecodom</strong><br />
sul tema, appunto, dell’economia circolare, in cui il<br />
prodotto non viene più venduto al consumatore, ma<br />
viene dato in noleggio con tutta una serie <strong>di</strong> servizi,<br />
secondo un modello <strong>di</strong> business <strong>di</strong>verso dal tra<strong>di</strong>zionale;<br />
questo per far sì che alla fine del periodo<br />
stabilito contrattualmente il prodotto possa essere<br />
recuperato dal produttore, riportato in fabbrica e<br />
preparato per essere riutilizzato».<br />
«La share economy applicata ai <strong>RAEE</strong> dovrebbe<br />
cambiare un po’ il modello organizzativo <strong>dei</strong> Consorzi<br />
anche in relazione ai prodotti <strong>di</strong> vecchio tipo
La share economy<br />
applicata ai <strong>RAEE</strong><br />
dovrebbe cambiare il<br />
modello organizzativo<br />
<strong>dei</strong> Consorzi.<br />
come gli elettrodomestici – spiega Silvano Falocco,<br />
economista ambientale –. L’attuale modalità oggi<br />
prevede un conferimento del vecchio, per esempio,<br />
frigorifero <strong>di</strong>rettamente al negozio dove acquistiamo<br />
il nuovo. <strong>Ecodom</strong> gestisce tutta la parte che fa<br />
sì che poi il prodotto arrivi fino ai centri <strong>di</strong> trattamento.<br />
Ma se aumentasse il numero delle persone<br />
che praticano la share economy anche per questi<br />
prodotti, o aggregati urbani che vivono in un regime<br />
<strong>di</strong> co-housing o <strong>di</strong> elettrodomestici con<strong>di</strong>visi,<br />
il quadro potrebbe cambiare. Negozi e centri <strong>di</strong><br />
trattamento potrebbero avere ruoli completamente<br />
<strong>di</strong>versi, ma sono prospettive ancora molto lontane<br />
su cui però bisogna cominciare a porsi domande e<br />
prevedere scenari».<br />
Che l’industria cambi e sia destinata a cambiare è<br />
nell’or<strong>di</strong>ne delle cose. Nell’immaginario collettivo risiede<br />
l’idea che il futuro sarà <strong>di</strong>verso ma che l’attuale<br />
è solo un’estensione del passato <strong>di</strong> cui percepiamo<br />
poco o niente la trasformazione avvenuta. Salvo,<br />
certo, lamentarci in ogni epoca e latitu<strong>di</strong>ne che ai<br />
tempi <strong>dei</strong> nostri padri “era tutta un’altra cosa”.<br />
In realtà le cose non solo stanno cambiando molto<br />
velocemente ma sono già cambiate.<br />
Economia circolare e share economy partecipano ad<br />
un’evoluzione sostenibile dell’economia, <strong>dei</strong> processi<br />
produttivi e della società verso la sostenibilità già da<br />
parecchi anni.<br />
È almeno dalla seconda metà del primo decennio del<br />
nuovo millennio che abbiamo imparato a familiarizzare<br />
con l’espressione “green economy”, che già conteneva<br />
i principi <strong>di</strong> circolarità e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione. Certo,<br />
non esiste un unico modello <strong>di</strong> economia verde,<br />
rispettosa della sostenibilità. Ce ne<br />
sono versioni spintamene più liberiste<br />
e altre più volte al sociale, anche<br />
se la barra del timone richiama<br />
sempre il principio espresso per la<br />
prima volta nel Rapporto Bruntland<br />
nel 1987 secondo il quale<br />
“non può esserci giustizia ambien-<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 95
96 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong><br />
tale senza giustizia sociale”.<br />
Oggi, in Italia, secondo i dati <strong>di</strong> Unioncamere, le<br />
imprese green sono più <strong>di</strong> un quarto del totale delle<br />
PMI. Nel 2017 le aziende italiane dell’industria e<br />
<strong>dei</strong> servizi che dal 2011 hanno investito o stavano<br />
facendolo in tecnologie green per ridurre l’impatto<br />
ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni<br />
<strong>di</strong> CO 2<br />
erano 355mila, 27,1% del totale. Una<br />
quota che sale al 33,8% nell’industria manifatturiera,<br />
dove l’orientamento green si conferma un volano<br />
strategico per il made in Italy in termini <strong>di</strong> maggiore<br />
competitività, crescita delle esportazioni, fatturati e<br />
occupazione.<br />
Sono numeri che, a <strong>di</strong>spetto della crisi generale, raccontano<br />
un paese reattivo e che confermano le tantissime<br />
testimonianze che sono raccolte nell’Atlante<br />
dell’economia circolare.<br />
Ma anche se <strong>Ecodom</strong> è leader del settore, essendo il<br />
sistema collettivo che gestisce circa un terzo <strong>di</strong> tutto<br />
il volume <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> raccolti in Italia, una parte ancora<br />
più grande sfugge totalmente. Nei primi mesi<br />
del 2018, nei pressi <strong>di</strong> Roma, è stata rinvenuta una<br />
<strong>di</strong>scarica, una specie <strong>di</strong> cimitero monumentale <strong>di</strong>
Solo nel corso del 2017<br />
<strong>Ecodom</strong> può vantare <strong>di</strong><br />
aver gestito oltre <strong>10</strong>5<br />
mila tonnellate <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>.<br />
frigoriferi. Ancora oggi, nelle gran<strong>di</strong> città, nei parchi<br />
naturali, negli angoli più impensabili non è impossibile<br />
imbattersi in un elettrodomestico, in un vecchio<br />
computer, lampade abbandonati lì da qualcuno.<br />
Da un lato quin<strong>di</strong> esiste una filiera che funziona, con<br />
anche il Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> che fa da arbitro,<br />
dall’altro, a <strong>di</strong>eci anni dal calcio d’inizio della<br />
partita, il fenomeno del cosiddetto mercato parallelo,<br />
della <strong>di</strong>scarica abusiva, del furbo <strong>di</strong> troppo e del<br />
falso tonto continuano a non gestire, o gestire male,<br />
centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> rifiuti elettrici<br />
ed elettronici, mettendo a rischio l’ambiente e facendo<br />
perdere in termini economici tutto il valore delle<br />
materie prime seconde che quegli stessi “rifiuti” potrebbero<br />
offrire alla catena del valore. E un ritardo<br />
costante e perpetuato negli anni nell’applicazione<br />
delle normative.<br />
Immaginiamo cosa sarebbe se l’efficienza <strong>Ecodom</strong><br />
fosse estesa a tutto il settore.<br />
Solo nel corso del 2017 il consorzio può vantare <strong>di</strong><br />
aver gestito <strong>10</strong>5.066 tonnellate <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong>: una cifra<br />
importante pari al peso <strong>di</strong> 231 Freccia Rossa <strong>10</strong>00<br />
da 8 carrozze, oppure <strong>di</strong> 291 Airbus A380. La gran<br />
parte <strong>dei</strong> materiali (61,7%) erano lavatrici, asciugatrici,<br />
lavastoviglie, forni, cappe, stufe elettriche,<br />
boiler, microonde (raggrupamento R2) e il restante<br />
(37,5%) frigoriferi, congelatori, gran<strong>di</strong> elettrodomestici<br />
per la refrigerazione, la conservazione e il deposito<br />
<strong>di</strong> alimenti (raggruppamento R1).<br />
Che in <strong>di</strong>eci anni significa una massa totale, in peso,<br />
<strong>di</strong> 765.256 tonnellate.<br />
E se da un frigorifero in me<strong>di</strong>a si estraggono 28 kg <strong>di</strong><br />
ferro, 6 kg <strong>di</strong> plastica e oltre 3 kg tra rame e alluminio,<br />
dalle oltre centomila tonnellate <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> del 2017,<br />
<strong>Ecodom</strong> ha ricavato 63.802.000<br />
kg <strong>di</strong> ferro, pari a 182 tettoie della<br />
Galleria Vittorio Emanuele <strong>di</strong><br />
Milano, 2.007.000 kg <strong>di</strong> alluminio,<br />
pari a 2 milioni <strong>di</strong> caffettiere,<br />
2.064.000 kg <strong>di</strong> rame pari a 2.321<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 97
La <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> dati<br />
trasparenti, tracciabili e<br />
facilmente interpretabili<br />
è segno <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong><br />
un lavoro <strong>di</strong> qualità.<br />
km <strong>di</strong> cavo <strong>di</strong> rame delle ferrovie e <strong>10</strong>.718.000 kg <strong>di</strong><br />
plastica, pari a 29 milioni <strong>di</strong> cestini da ufficio.<br />
Un lavoro immenso se si pensa a tutta l’attività che<br />
serve per renderlo ambientalmente sostenibile, economicamente<br />
remunerativo e affinché siano rispettati<br />
tutti i parametri <strong>di</strong> qualità e sicurezza, anche in<br />
maniera più estesa <strong>di</strong> quanto non prevedano le norme<br />
specifiche.<br />
La qualità, se ne è già parlato altrove in questo libro,<br />
è un elemento <strong>di</strong>stintivo della storia <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong>, ma<br />
la qualità è anche il leitmotiv delle economie sostenibili,<br />
perché è l’unico strumento a <strong>di</strong>sposizione per<br />
far sì che dallo slogan si passi alla pratica della sostenibilità.<br />
«Noi abbiamo un’immagine e un brand da proteggere<br />
– spiega Bernar<strong>di</strong> – anche a nome degli altri<br />
consorziati». Già, perché l’etica della qualità si lega a<br />
quella della responsabilità.<br />
I citta<strong>di</strong>ni hanno sempre maggiori<br />
strumenti <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> verifica.<br />
In una indagine <strong>di</strong> qualche<br />
tempo fa promossa da Unioncamere<br />
si rilevava come gli italiani<br />
ritenessero le imprese non solo responsabili<br />
ma capaci <strong>di</strong> guidare la<br />
trasformazione della società verso<br />
una maggiore sostenibilità più delle istituzioni. Una<br />
frase che usò la stampa al tempo era che gli italiani<br />
votavano attraverso il carrello della spesa.<br />
La preoccupazione <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nel creare lungo questi<br />
<strong>di</strong>eci anni una filiera <strong>di</strong> qualità ben rappresenta<br />
la giusta risposta delle imprese a questo tipo <strong>di</strong> sensibilità,<br />
ma anche <strong>di</strong> richiesta da parte del pubblico.<br />
Nell’indagine che <strong>Ecodom</strong> attraverso Fondazione<br />
Ecosistemi ha condotto presso i suoi stakeholder<br />
emerge una ulteriore conferma a tutto ciò: «Anche<br />
per quanto riguarda la cre<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> gli stakeholder<br />
hanno risposto in maniera molto positiva<br />
parlando <strong>di</strong> dati trasparenti, tracciabili e accurati, <strong>di</strong><br />
dati validati e affidabili e facilmente interpretabili.<br />
Interessante il fatto che qualcuno ha detto <strong>di</strong> utiliz-<br />
98 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
zare i dati <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> per il suo lavoro, quin<strong>di</strong> come<br />
parametri <strong>di</strong> riferimento»..<br />
E ancora: «La <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> dati trasparenti, tracciabili<br />
e facilmente interpretabili è sicuramente segno<br />
<strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> un lavoro <strong>di</strong> qualità teso al raggiungimento<br />
<strong>di</strong> elevati standard ambientali».<br />
E gli stakeholder a cui è stato chiesto <strong>di</strong> esprimersi<br />
in merito al ruolo del Consorzio nel processo <strong>di</strong><br />
transizione all’economia circolare non hanno potuto<br />
che confermarlo: «<strong>Ecodom</strong> da sicuramente il suo<br />
contributo all’economia circolare per il compito che<br />
svolge».<br />
«La comunicazione e la promozione dello “storytelling”,<br />
la raccolta e la <strong>di</strong>ffusione delle buone pratiche<br />
sono un contributo utile allo sviluppo dell’economia<br />
circolare in Italia».<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 99
7. L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> in numeri<br />
Quantità raccolte per Regione nei <strong>10</strong> anni (valori sistema <strong>RAEE</strong> CdC)<br />
<strong>RAEE</strong> gestiti dall’intero<br />
sistema (ton)<br />
Abruzzo<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Campania<br />
Emilia Romagna<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Lazio<br />
Liguria<br />
Lombar<strong>di</strong>a<br />
Marche<br />
Molise<br />
Piemonte<br />
Puglia<br />
Sardegna<br />
Sicilia<br />
Toscana<br />
Trentino Alto A<strong>di</strong>ge<br />
Umbria<br />
Valle d'Aosta<br />
Veneto<br />
2008<br />
682<br />
2<strong>10</strong><br />
715<br />
2.073<br />
4.333<br />
2.987<br />
3.<strong>10</strong>7<br />
919<br />
16.629<br />
2.426<br />
128<br />
7.745<br />
1.<strong>10</strong>8<br />
2.552<br />
629<br />
4.791<br />
2.920<br />
2.200<br />
185<br />
9.374<br />
2009<br />
2.160<br />
755<br />
3.783<br />
11.221<br />
23.048<br />
6.4<strong>10</strong><br />
12.652<br />
4.211<br />
37.864<br />
5.180<br />
494<br />
21.027<br />
4.631<br />
9.018<br />
4.113<br />
13.391<br />
6.553<br />
5.240<br />
442<br />
20.841<br />
20<strong>10</strong><br />
2.693<br />
1.150<br />
5.059<br />
15.155<br />
26.722<br />
8.149<br />
16.540<br />
6.978<br />
47.<strong>10</strong>2<br />
6.147<br />
650<br />
23.746<br />
6.654<br />
9.636<br />
11.083<br />
17.169<br />
7.113<br />
6.452<br />
571<br />
26.582<br />
2011<br />
2.935<br />
1.182<br />
4.732<br />
15.707<br />
28.524<br />
8.116<br />
14.242<br />
9.365<br />
50.406<br />
7.002<br />
684<br />
22.962<br />
7.783<br />
9.518<br />
15.<strong>10</strong>6<br />
20.164<br />
7.234<br />
4.670<br />
952<br />
28.806<br />
2012<br />
3.774<br />
1.298<br />
4.550<br />
14.745<br />
23.195<br />
6.975<br />
14.399<br />
8.732<br />
45.814<br />
7.823<br />
759<br />
18.403<br />
8.979<br />
8.260<br />
13.650<br />
20.582<br />
7.015<br />
4.600<br />
1.050<br />
23.362<br />
2013<br />
3.830<br />
2.274<br />
3.406<br />
13.762<br />
21.786<br />
6.712<br />
13.664<br />
8.123<br />
46.499<br />
7.393<br />
792<br />
17.748<br />
7.809<br />
8.590<br />
<strong>10</strong>.954<br />
19.849<br />
6.979<br />
3.885<br />
1.048<br />
20.828<br />
TOTALE<br />
65.713<br />
193.034<br />
245.351<br />
260.090<br />
237.965<br />
225.931<br />
<strong>10</strong>0 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
2014<br />
3.970<br />
1.530<br />
3.397<br />
14.776<br />
21.918<br />
7.234<br />
15.366<br />
7.955<br />
49.016<br />
7.147<br />
752<br />
18.345<br />
7.986<br />
8.956<br />
9.050<br />
20.278<br />
7.151<br />
3.950<br />
1.003<br />
21.937<br />
231.717<br />
2015<br />
4.479<br />
1.533<br />
5.435<br />
14.604<br />
23.707<br />
7.327<br />
17.184<br />
8.406<br />
51.971<br />
7.239<br />
983<br />
20.073<br />
8.409<br />
9.703<br />
11.278<br />
21.267<br />
7.183<br />
4.199<br />
1.058<br />
23.216<br />
249.254<br />
2016<br />
4.962<br />
1.961<br />
6.891<br />
17.701<br />
28.621<br />
7.949<br />
21.026<br />
8.988<br />
55.641<br />
7.928<br />
2.479<br />
21.673<br />
9.772<br />
11.<strong>10</strong>8<br />
13.706<br />
23.955<br />
7.325<br />
4.757<br />
1.164<br />
25.468<br />
283.075<br />
2017<br />
5.392<br />
2.0<strong>10</strong><br />
7.682<br />
16.670<br />
32.252<br />
8.147<br />
23.134<br />
9.255<br />
57.650<br />
7.796<br />
2.044<br />
22.772<br />
<strong>10</strong>.982<br />
11.626<br />
13.996<br />
24.956<br />
7.695<br />
4.845<br />
1.261<br />
26.<strong>10</strong>9<br />
296.274<br />
Dieci anni <strong>di</strong> attività possono essere<br />
raccontati in molti mo<strong>di</strong>.<br />
Nelle pagine precedenti ne abbiamo<br />
tracciato un percorso<br />
attraverso la voce <strong>di</strong> alcuni <strong>dei</strong> protagonisti,<br />
abbiamo letto e sintetizzato i tanti<br />
documenti prodotti nel corso del tempo.<br />
Persino le immagini ci hanno reso possibile<br />
entrare in un centro <strong>di</strong> trattamento o<br />
vedere le opere <strong>di</strong> artisti come Pistoletto o<br />
Guerra che hanno prestato il loro talento<br />
per raccontare la storia <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> attraverso<br />
l’interpretazione artistica.<br />
I grafici e i numeri <strong>di</strong> queste ultime pagine<br />
sono invece il resoconto essenziale <strong>dei</strong><br />
risultati raggiunti da <strong>Ecodom</strong> in <strong>10</strong> anni:<br />
più <strong>di</strong> 7 milioni <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO 2<br />
equivalente<br />
evitate, 880 milioni <strong>di</strong> kWh risparmiati,<br />
765 milioni <strong>di</strong> chilogrammi <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />
gestiti.<br />
Il confronto fra quanto gestito da <strong>Ecodom</strong><br />
e quanto da tutto il resto <strong>dei</strong> sistemi collettivi<br />
restituisce, inoltre, il grande lavoro<br />
fatto in questi anni. Nelle pagine precedenti<br />
ne abbiamo raccontato gli aspetti<br />
"qualitativi", qui quelli quantitativi.<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>1
Quantità raccolte per Regione nei <strong>10</strong> anni (valori <strong>Ecodom</strong>)<br />
<strong>RAEE</strong> gestiti<br />
da <strong>Ecodom</strong> (ton)<br />
Abruzzo<br />
Basilicata<br />
Calabria<br />
Campania<br />
Emilia Romagna<br />
Friuli Venezia Giulia<br />
Lazio<br />
Liguria<br />
Lombar<strong>di</strong>a<br />
Marche<br />
Molise<br />
Piemonte<br />
Puglia<br />
Sardegna<br />
Sicilia<br />
Toscana<br />
Trentino Alto A<strong>di</strong>ge<br />
Umbria<br />
Valle d'Aosta<br />
Veneto<br />
2008<br />
415<br />
149<br />
556<br />
1.009<br />
1.480<br />
1.355<br />
1.187<br />
463<br />
5.835<br />
961<br />
84<br />
4.090<br />
587<br />
1.300<br />
335<br />
2.<strong>10</strong>2<br />
1.236<br />
1.230<br />
0<br />
3.754<br />
2009<br />
1.061<br />
270<br />
2.265<br />
4.359<br />
8.820<br />
1.672<br />
3.132<br />
1.618<br />
11.874<br />
1.772<br />
201<br />
9.184<br />
1.902<br />
2.940<br />
2.292<br />
5.785<br />
1.948<br />
2.516<br />
0<br />
6.708<br />
20<strong>10</strong><br />
1.151<br />
360<br />
2.851<br />
4.564<br />
9.346<br />
1.635<br />
3.665<br />
2.603<br />
12.051<br />
1.914<br />
208<br />
8.678<br />
2.471<br />
3.308<br />
6.243<br />
7.500<br />
2.189<br />
2.889<br />
35<br />
8.285<br />
2011<br />
1.355<br />
257<br />
2.852<br />
4.614<br />
9.227<br />
978<br />
3.158<br />
3.587<br />
13.477<br />
1.955<br />
<strong>10</strong>6<br />
8.218<br />
2.923<br />
3.298<br />
9.984<br />
7.772<br />
1.963<br />
1.845<br />
200<br />
8.980<br />
2012<br />
1.286<br />
286<br />
2.400<br />
3.707<br />
6.840<br />
1.056<br />
3.995<br />
2.982<br />
12.304<br />
1.612<br />
63<br />
5.369<br />
2.628<br />
2.954<br />
6.954<br />
6.614<br />
1.845<br />
1.337<br />
328<br />
7.393<br />
2013<br />
1.222<br />
270<br />
1.773<br />
3.118<br />
7.161<br />
1.561<br />
3.663<br />
3.287<br />
13.960<br />
1.753<br />
151<br />
5.546<br />
2.006<br />
3.<strong>10</strong>5<br />
4.868<br />
7.193<br />
2.033<br />
1.154<br />
383<br />
6.748<br />
TOTALE<br />
28.128<br />
70.320<br />
81.946<br />
86.749<br />
71.953<br />
70.955<br />
<strong>10</strong>2 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
2014<br />
1.054<br />
279<br />
1.472<br />
4.502<br />
7.401<br />
1.830<br />
4.120<br />
3.175<br />
15.827<br />
1.901<br />
138<br />
5.889<br />
1.929<br />
3.447<br />
4.067<br />
7.775<br />
2.128<br />
1.<strong>10</strong>8<br />
379<br />
7.564<br />
2015<br />
1.283<br />
297<br />
1.856<br />
3.582<br />
7.645<br />
1.740<br />
4.908<br />
3.381<br />
16.653<br />
1.896<br />
168<br />
6.830<br />
2.291<br />
3.432<br />
3.563<br />
7.231<br />
2.076<br />
1.250<br />
420<br />
7.763<br />
2016<br />
1.494<br />
555<br />
2.496<br />
4.053<br />
<strong>10</strong>.075<br />
2.284<br />
6.544<br />
3.458<br />
19.517<br />
2.403<br />
1.208<br />
7.905<br />
2.827<br />
4.202<br />
5.458<br />
8.902<br />
2.211<br />
1.618<br />
506<br />
8.173<br />
2017<br />
1.320<br />
504<br />
2.319<br />
4.899<br />
13.281<br />
2.556<br />
8.732<br />
3.339<br />
20.146<br />
2.348<br />
1.065<br />
8.141<br />
2.795<br />
4.468<br />
6.541<br />
9.776<br />
2.221<br />
1.580<br />
536<br />
8.499<br />
Nel corso <strong>dei</strong> <strong>10</strong> anni le quantità<br />
<strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> raccolte sono<br />
andate progressivamente<br />
crescendo. La “crisi” vissuta<br />
fra il 2012 e il 2013 è stata attraversata<br />
e superata anche grazie ai <strong>di</strong>versi<br />
meccanismi <strong>di</strong> compensazione, <strong>di</strong><br />
“fair trade”, che <strong>Ecodom</strong> ha messo in<br />
atto per calmierare il mercato e far sopravvivere<br />
gli operatori del settore garantendo<br />
loro entrate certe anche nei<br />
perio<strong>di</strong>, come questo, <strong>di</strong> magra.<br />
Lo sforzo <strong>di</strong> raccolta poi ha ripreso a<br />
crescere e, nel 2017, ha superato le<br />
centomila tonnellate gestite da <strong>Ecodom</strong>.<br />
I dati in queste pagine sono tutti elaborati<br />
da <strong>Ecodom</strong> 2018 e tengono<br />
conto <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> Rapporti <strong>di</strong> sostenibilità,<br />
incluso quello relativo al<br />
2017.<br />
75.985<br />
78.265<br />
95.889<br />
<strong>10</strong>5.066<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>3
EE<br />
ara,<br />
ei<br />
a-<br />
o-<br />
ta<br />
re<br />
el<br />
LA CATENA DEI <strong>RAEE</strong><br />
Rapporto <strong>di</strong><br />
Sostenibilità 2016<br />
Il processo <strong>di</strong> gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> coinvolge <strong>di</strong>versi attori: i citta<strong>di</strong>ni, gli enti locali,<br />
i negozianti e i Sistemi Collettivi, con i loro fornitori (società <strong>di</strong> trasporto<br />
e impianti <strong>di</strong> trattamento). Come in ogni “catena”, anche in quella <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> è<br />
Il ciclo necessario <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> che ogni “anello” svolga in modo adeguato il proprio compito.<br />
consegna alle<br />
isole ecologiche<br />
"uno contro uno"<br />
"uno contro zero"<br />
CITTADINI<br />
19<br />
ISOLE ECOLOGICHE<br />
Punti <strong>di</strong> Prelievo (enti locali)<br />
DISTRIBUTORI<br />
(market)<br />
LUOGHI DI<br />
RAGGRUPPAMENTO<br />
z-<br />
-<br />
i-<br />
so<br />
n<br />
r-<br />
ti,<br />
i-<br />
te<br />
ECODOM<br />
E I SUOI FORNITORI<br />
TRASPORTO<br />
TRATTAMENTO<br />
TRASPORTO<br />
delle frazioni in uscita<br />
VALORIZZAZIONE<br />
energetica<br />
RICICLO<br />
<strong>di</strong> materiale<br />
SMALTIMENTO TERMICO<br />
E DISCARICA<br />
REINSERIMENTO<br />
delle materie prime seconde nel ciclo produttivo<br />
<strong>10</strong>4 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
te degli stakeholder coinvolge molti attori dell'economia circolare: in primo luogo, le imprese - i Produttori<br />
gistica, gli impianti <strong>di</strong> trattamento e i <strong>di</strong>stributori attivi nella raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>; poi le istituzioni nazionali<br />
e dall'ANCI), le aziende che gestiscono la raccolta <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> per conto degli Enti Locali, nonché i soggetti che<br />
Sistemi Collettivi (come il Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>RAEE</strong> e il WEEE Forum), progetti sociali, associazioni<br />
ruito, anche per realizzare il suo Atlante dell'Economia Circolare, importanti rapporti <strong>di</strong> collaborazione e<br />
ria ambientale e nel settore <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> (G4-24).<br />
proposto dalle linee guida AA<strong>10</strong>00SES, in base alla loro capacità<br />
se alla loro esposizione agli impatti generati (G4-25).<br />
La mappa degli Stakeholder<br />
Figura 1<br />
MAPPA DEGLI STAKEHOLDER<br />
Relazioni contrattuali Relazioni istituzionali Relazioni volontarie<br />
LEGISLATORI<br />
NAZIONALI<br />
ENTI LOCALI<br />
ORGANIZZAZIONI<br />
INTERNAZIONALI<br />
PRODUTTORI<br />
DI AEE<br />
DISTRIBUTORI<br />
CENTRI DI RICERCA<br />
MONDO<br />
ACCADEMICO E<br />
CONSULENTI<br />
ECODOM<br />
PROGETTI SOCIALI<br />
ORGANISMI DI<br />
CONTROLLO<br />
ASSOCIAZIONI<br />
AMBIENTALISTE E DEI<br />
CONSUMATORI<br />
CENTRO DI<br />
COORDINAMENTO<br />
<strong>RAEE</strong><br />
FORNITORI DI<br />
LOGISTICA E<br />
TRATTAMENTO<br />
CITTADINI<br />
ALTRI SISTEMI<br />
COLLETTIVI<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>5
Andamento quantità raccolte sistema <strong>RAEE</strong> CdC nei <strong>10</strong> anni<br />
(migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
<strong>10</strong>0<br />
50<br />
0<br />
2008 2009 20<strong>10</strong> 2011 2012 2013 2014 2015 2016<br />
2017<br />
Ripartizione <strong>RAEE</strong> gestiti in Italia nei <strong>10</strong> anni - sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong><br />
(migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
<strong>10</strong>0<br />
50<br />
0<br />
2008 2009 20<strong>10</strong> 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017<br />
<strong>Ecodom</strong><br />
Altri Sistemi Collettivi<br />
<strong>10</strong>6 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> R1 gestite dal sistema <strong>RAEE</strong> formale in Italia nei <strong>10</strong> anni -<br />
sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong> (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
2008 2017<br />
<strong>Ecodom</strong> Altri SC<br />
Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> R2 gestite dal sistema <strong>RAEE</strong> formale in Italia nei <strong>10</strong> anni -<br />
sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong> (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
2008 2017<br />
<strong>Ecodom</strong> Altri SC<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>7
Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> per ripartizione geografica in Italia nei <strong>10</strong> anni<br />
- sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong><br />
<strong>RAEE</strong> gestiti dall'intero sistema <strong>RAEE</strong> CdC (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />
300<br />
250<br />
200<br />
150<br />
<strong>10</strong>0<br />
SUD<br />
CENTRO<br />
NORD<br />
50<br />
0<br />
2008 2017<br />
<strong>RAEE</strong> gestiti da <strong>Ecodom</strong> (migliaia <strong>di</strong> tonnellate)<br />
120<br />
<strong>10</strong>0<br />
80<br />
60<br />
40<br />
SUD<br />
CENTRO<br />
NORD<br />
20<br />
0<br />
2008<br />
2017<br />
<strong>10</strong>8 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> per ripartizione geografica in Italia nei <strong>10</strong> anni (R1 e R2) -<br />
sistema <strong>RAEE</strong> CdC e <strong>Ecodom</strong><br />
R1 gestiti dall'intero sistema <strong>RAEE</strong> CdC (ton)<br />
ANNO<br />
NORD<br />
CENTRO<br />
SUD<br />
TOTALE<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
15.231<br />
32.465<br />
34.333<br />
34.211<br />
31.978<br />
31.777<br />
33.176<br />
35.838<br />
37.083<br />
39.058<br />
5.098<br />
11.447<br />
12.980<br />
12.471<br />
12.426<br />
12.251<br />
12.825<br />
13.670<br />
15.091<br />
15.908<br />
3.7<strong>10</strong><br />
13.050<br />
18.869<br />
21.750<br />
19.499<br />
18.131<br />
18.023<br />
20.907<br />
23.985<br />
25.482<br />
24.039<br />
56.962<br />
66.182<br />
68.432<br />
63.903<br />
62.159<br />
64.024<br />
70.415<br />
76.159<br />
80.448<br />
R1 gestiti da <strong>Ecodom</strong> (ton)<br />
ANNO<br />
NORD<br />
CENTRO<br />
SUD<br />
TOTALE<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
11.358<br />
22.145<br />
21.387<br />
20.902<br />
17.823<br />
18.356<br />
18.514<br />
18.746<br />
19.066<br />
18.836<br />
3.801<br />
7.637<br />
8.<strong>10</strong>1<br />
6.891<br />
6.231<br />
6.511<br />
6.672<br />
6.266<br />
7.211<br />
8.155<br />
2.767<br />
8.268<br />
11.550<br />
14.265<br />
11.877<br />
<strong>10</strong>.066<br />
9.965<br />
9.673<br />
11.329<br />
12.358<br />
17.926<br />
38.050<br />
41.037<br />
42.058<br />
35.931<br />
34.933<br />
35.151<br />
34.685<br />
37.606<br />
39.349<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - <strong>10</strong>9
R2 gestiti dall'intero sistema <strong>RAEE</strong> CdC (ton)<br />
ANNO<br />
NORD<br />
CENTRO<br />
SUD<br />
TOTALE<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
9.084<br />
28.025<br />
34.346<br />
38.985<br />
33.797<br />
34.614<br />
36.091<br />
42.063<br />
53.298<br />
58.745<br />
2.208<br />
7.897<br />
11.095<br />
11.281<br />
11.634<br />
11.446<br />
11.912<br />
14.357<br />
18.902<br />
20.805<br />
2.245<br />
<strong>10</strong>.676<br />
14.490<br />
15.866<br />
12.278<br />
<strong>10</strong>.096<br />
9.946<br />
12.348<br />
17.948<br />
17.223<br />
13.536<br />
46.598<br />
59.931<br />
66.132<br />
57.709<br />
56.156<br />
57.949<br />
68.768<br />
90.148<br />
96.773<br />
R2 gestiti da <strong>Ecodom</strong> (ton)<br />
ANNO<br />
NORD<br />
CENTRO<br />
SUD<br />
TOTALE<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
6.749<br />
19.354<br />
23.130<br />
25.536<br />
20.046<br />
21.959<br />
25.282<br />
27.319<br />
34.491<br />
39.341<br />
1.640<br />
5.420<br />
7.725<br />
7.764<br />
7.281<br />
7.176<br />
8.126<br />
8.897<br />
12.062<br />
14.<strong>10</strong>6<br />
1.668<br />
6.952<br />
9.557<br />
11.098<br />
8.363<br />
6.399<br />
6.855<br />
6.724<br />
<strong>10</strong>.830<br />
11.367<br />
<strong>10</strong>.057<br />
31.726<br />
40.412<br />
44.398<br />
35.690<br />
35.534<br />
40.263<br />
42.940<br />
57.383<br />
64.814<br />
1<strong>10</strong> - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> pro-capite gestita da <strong>Ecodom</strong> nei <strong>10</strong> anni (R1 e R2)<br />
quantità pro capite<br />
gestita da <strong>Ecodom</strong><br />
(kg/abitante)<br />
ANNO<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
R1<br />
0,30<br />
1,20<br />
1,30<br />
1,30<br />
1,20<br />
1,<strong>10</strong><br />
1,<strong>10</strong><br />
1,24<br />
1,32<br />
1,59<br />
R2<br />
0,20<br />
1,00<br />
1,20<br />
1,40<br />
1,<strong>10</strong><br />
1,00<br />
1,<strong>10</strong><br />
1,30<br />
1,69<br />
1,83<br />
Punti <strong>di</strong> prelievo gestiti da <strong>Ecodom</strong> per area geografica nei <strong>10</strong> anni<br />
Punti <strong>di</strong> Prelievo gestiti da <strong>Ecodom</strong> (numero)<br />
ANNO<br />
NORD<br />
CENTRO<br />
SUD<br />
TOTALE<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
2.913<br />
2.973<br />
2.984<br />
2.570<br />
2.453<br />
2.800<br />
2.712<br />
2.512<br />
2.807<br />
2.589<br />
484<br />
505<br />
530<br />
491<br />
507<br />
648<br />
631<br />
581<br />
698<br />
647<br />
435<br />
547<br />
684<br />
599<br />
673<br />
829<br />
880<br />
824<br />
1.053<br />
1.062<br />
3.832<br />
4.025<br />
4.198<br />
3.660<br />
3.633<br />
4.277<br />
4.223<br />
3.917<br />
4.558<br />
4.298<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 111
Ripartizione geografica Punti <strong>di</strong> Prelievo<br />
62%<br />
15%<br />
R1<br />
23%<br />
59%<br />
15%<br />
R2<br />
26%<br />
112 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Attività <strong>di</strong> recupero e riciclaggio<br />
Quantità avviate al riciclo<br />
nei <strong>10</strong> anni (ton)<br />
Quantità avviate a recupero<br />
nei <strong>10</strong> anni (ton)<br />
ANNO<br />
Quantità<br />
riciclate<br />
ANNO<br />
Quantità avviate<br />
a recupero<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
24.411<br />
60.696<br />
71.376<br />
74.349<br />
62.068<br />
62.282<br />
66.872<br />
68.716<br />
84.206<br />
93.142<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
24.721<br />
61.489<br />
72.518<br />
76.177<br />
64.223<br />
65.776<br />
70.604<br />
72.600<br />
88.550<br />
97.587<br />
TOTALE<br />
668.118<br />
TOTALE<br />
694.245<br />
Quantità riciclate per raggruppamento (ton)<br />
ANNO<br />
Quantità<br />
riciclate R1<br />
Quantità<br />
riciclate R2<br />
Quantità<br />
riciclate R3<br />
Quantità<br />
riciclate R4<br />
Quantità<br />
riciclate R5<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
14.825<br />
31.772<br />
34.348<br />
34.656<br />
29.607<br />
28.959<br />
29.070<br />
28.893<br />
31.175<br />
32.798<br />
9.454<br />
28.426<br />
36.573<br />
39.425<br />
32.157<br />
32.869<br />
37.324<br />
39.247<br />
52.219<br />
59.519<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
60<br />
76<br />
47<br />
43<br />
133<br />
498<br />
455<br />
268<br />
304<br />
453<br />
419<br />
501<br />
766<br />
780<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
-<br />
2<br />
TOTALE<br />
296.<strong>10</strong>3<br />
367.212<br />
225<br />
4.575<br />
2<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 113
Beneficio ambientale complessivo<br />
ANNO<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
Beneficio<br />
<strong>di</strong> emissioni<br />
(t CO 2<br />
eq)<br />
146.927<br />
595.541<br />
828.635<br />
897.111<br />
766.178<br />
745.037<br />
750.199<br />
8<strong>10</strong>.469<br />
805.869<br />
842.184<br />
Beneficio<br />
energetico<br />
(kWh)<br />
37.751.765<br />
87.557.272<br />
98.2<strong>10</strong>.924<br />
<strong>10</strong>1.983.651<br />
85.899.011<br />
84.523.784<br />
88.088.134<br />
89.305.556<br />
96.735.833<br />
112.252.442<br />
Beneficio derivante dalla corretta<br />
gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> da<br />
parte <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nei <strong>10</strong> anni -<br />
CO₂ non immesse in atmosfera.<br />
Beneficio derivante dalla corretta<br />
gestione <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong> da<br />
parte <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> nei <strong>10</strong> anni<br />
- kWh <strong>di</strong> energia elettrica risparmiati.<br />
TOTALE<br />
7.188.150<br />
882.308.372<br />
Potenziale risparmio <strong>di</strong> emissioni ed energetico se il modello <strong>Ecodom</strong><br />
fosse applicato a tutti i <strong>RAEE</strong> generati in Italia<br />
Potenziale risparmio <strong>di</strong> emissioni (t CO 2<br />
eq)<br />
15.492.332<br />
Potenziale risparmio energetico (kWh)<br />
3.047.783.028<br />
114 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
Principali impatti economici in<strong>di</strong>retti nei <strong>10</strong> anni (valori in euro)<br />
ANNO<br />
Diminuizione<br />
oneri<br />
Ammodernamento<br />
Centri <strong>di</strong> Raccolta<br />
Premi <strong>di</strong> efficienza<br />
ai Luoghi<br />
<strong>di</strong> Raggruppamento<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
2012<br />
2013<br />
2014<br />
2015<br />
2016<br />
2017<br />
19.047.700<br />
20.559.604<br />
20.653.089<br />
13.495.883<br />
<strong>10</strong>.959.8<strong>10</strong><br />
8.690.331<br />
7.795.852<br />
7.950.420<br />
9.340.398<br />
7.690.295<br />
480.113<br />
1.396.878<br />
2.128.721<br />
2.190.789<br />
1.688.600<br />
2.279.753<br />
2.566.974<br />
3.296.404<br />
3.881.134<br />
4.274.385<br />
-<br />
-<br />
133.250<br />
2<strong>10</strong>.000<br />
285.900<br />
559.794<br />
715.390<br />
1.190.873<br />
2.024.664<br />
2.635.413<br />
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 115
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> risultati <strong>Ecodom</strong> in cifre<br />
INDICATORE<br />
Unità<br />
<strong>di</strong> misura<br />
2008<br />
2009<br />
20<strong>10</strong><br />
2011<br />
Imprese consorziate<br />
n.<br />
41<br />
35<br />
35<br />
34<br />
Fornitori<br />
n.<br />
28<br />
28<br />
28<br />
56<br />
Quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong> gestite<br />
ton.<br />
28.128<br />
70.320<br />
81.946<br />
86.749<br />
Quota <strong>di</strong> mercato R1<br />
%<br />
73,03%<br />
63,43%<br />
61,27%<br />
59,80%<br />
Quota <strong>di</strong> mercato R2<br />
%<br />
72,22%<br />
67,27%<br />
67,26%<br />
65,88%<br />
Quantità <strong>di</strong> materie<br />
prime seconde riciclate<br />
ton<br />
24.411<br />
60.696<br />
71.376<br />
74.349<br />
Emissioni <strong>di</strong> CO 2<br />
evitate<br />
tCO 2<br />
eq<br />
146.927<br />
595.541<br />
828.635<br />
897.111<br />
Energia risparmiata<br />
kWh<br />
37.751.765<br />
87.557.272<br />
98.2<strong>10</strong>.924<br />
<strong>10</strong>1.983.651<br />
Livello <strong>di</strong> servizio<br />
(puntualità trasporti)<br />
%<br />
95,50%<br />
98,40%<br />
99,70%<br />
99,90%<br />
Ore <strong>di</strong> formazione<br />
h<br />
1.056<br />
142<br />
116<br />
898<br />
Dipendenti<br />
n.<br />
12<br />
13<br />
15<br />
14<br />
Il poeta argentino Jorge Luis Borges in un celebre scritto sosteneva l'impossibilità<br />
<strong>di</strong> creare una mappa geografica abbastanza fedele da corrispondere alla realtà. Una<br />
carta del genere avrebbe dovuto essere grande quanto il territorio che rappresentava,<br />
in scala 1:1. Quin<strong>di</strong> inutilizzabile. Compito <strong>di</strong> una mappa è quella <strong>di</strong> offrirci una<br />
serie <strong>di</strong> simboli che ci aiutino a orientarci. Anche nel nostro caso non serve conoscere la<br />
destinazione <strong>di</strong> ogni singola materia riciclata ottenuta a partire dai nostri <strong>RAEE</strong>, ma per<br />
concludere il nostro racconto è importante sapere le tappe fondamentali. I numeri e i<br />
principali risultati raggiunti come quelli illustrati da questa tabella.<br />
116 - L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>
<strong>10</strong> anni <strong>di</strong> <strong>Ecodom</strong> - 117<br />
2012<br />
34<br />
45<br />
71.953<br />
56,91%<br />
63,67%<br />
62.068<br />
766.178<br />
85.899.011<br />
99,90%<br />
907<br />
14<br />
2013<br />
34<br />
48<br />
70.955<br />
58,73%<br />
66,47%<br />
62.282<br />
745.037<br />
84.523.784<br />
99,98%<br />
707<br />
16<br />
2014<br />
34<br />
56<br />
75.985<br />
52,35%<br />
66,45%<br />
66.872<br />
750.199<br />
88.088.134<br />
99,96%<br />
628<br />
16<br />
2015<br />
29<br />
48<br />
78.265<br />
49,93%<br />
64,07%<br />
68.716<br />
8<strong>10</strong>.469<br />
89.305.556<br />
99,87%<br />
671<br />
16<br />
2016<br />
27<br />
46<br />
95.889<br />
50,34%<br />
65,43%<br />
84.206<br />
805.869<br />
96.735.833<br />
99,91%<br />
326<br />
18<br />
2017<br />
30<br />
42<br />
<strong>10</strong>5.066<br />
44,04%<br />
63,86%<br />
93.142<br />
842.184<br />
112.252.442<br />
99,86%<br />
694<br />
21<br />
TOTALE<br />
-<br />
-<br />
765.256<br />
-<br />
-<br />
668.118<br />
7.188.150<br />
882.308.372<br />
-<br />
6.145<br />
-
IL LIBRO<br />
<strong>RAEE</strong> significa “Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche”.<br />
La loro gestione da parte <strong>dei</strong> Sistemi Collettivi è iniziata per<br />
legge solo nel gennaio del 2008. <strong>Ecodom</strong> è stato il protagonista più<br />
importante <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni, non solo per la quantità <strong>di</strong> <strong>RAEE</strong><br />
trattati ma anche per le numerose iniziative <strong>di</strong> sensibilizzazione degli<br />
stakeholder e per il continuo miglioramento della qualità operativa.<br />
Questo libro è un viaggio-inchiesta fra i protagonisti <strong>di</strong> questi<br />
<strong>di</strong>eci anni, che hanno rappresentato un punto <strong>di</strong> svolta nella gestione<br />
del mondo <strong>dei</strong> rifiuti e che per questo abbiamo voluto chiamare<br />
“L’era <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>”.<br />
L’AUTORE<br />
Marco Gisotti, giornalista e <strong>di</strong>vulgatore, ha scritto con Tessa Gelisio<br />
“Guida ai green jobs”, il primo manuale sui lavori ver<strong>di</strong> in Italia, ed<br />
è fra gli autori del rapporto annuale “GreenItaly” <strong>di</strong> Unioncamere e<br />
fondazione Symbola. È autore e conduttore presso “Wikira<strong>di</strong>o” su<br />
Ra<strong>di</strong>o3 Rai, dove si occupa <strong>di</strong> scienza e ambiente.<br />
È docente, come cultore della materia, all’Università <strong>di</strong> Tor Vergata<br />
nel corso Teorie e linguaggi della comunicazione scientifica. Ha fondato<br />
ed è <strong>di</strong>rettore scientifico dell’agenzia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e comunicazione<br />
ambientale Green Factor.<br />
ECODOM<br />
<strong>Ecodom</strong> - Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici<br />
- è il Sistema Collettivo nazionale che gestisce, senza fini <strong>di</strong> lucro, il<br />
trasporto e il trattamento <strong>dei</strong> <strong>RAEE</strong>. Costituito base volontaria dai<br />
principali produttori <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> elettrodomestici, cappe e scalda-acqua<br />
operanti nel mercato italiano, <strong>Ecodom</strong> ha l’obiettivo fondamentale<br />
<strong>di</strong> evitare la <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> sostanze inquinanti nell’ambiente e massimizzare<br />
il recupero <strong>dei</strong> materiali da reinserire nel ciclo produttivo.<br />
www.ecodom.it