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Borgoforte

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Dalle origini ai nostri giorni:<br />

documenti, segni, testimonianze


Le origini<br />

Nel 1215, a proposito di una divisione<br />

all’interno della famiglia Da Carrara, si<br />

parla di Anguillariam cum tota sua<br />

curia et territorio e di Agnam cum<br />

tota sua curia et territorio et<br />

pertinenciis, scilicet cum Cessum et<br />

Albareda. Di Borgo forte non si fa<br />

cenno, mentre si continua a parlare<br />

del solo abitato di Cesso fino al 1275,<br />

quando in un documento del comune<br />

di Padova si dispone che il castello di<br />

Anguillara sia custodito da armati<br />

padovani a spese dei villaggi<br />

circostanti tra cui compare Cesso con<br />

<strong>Borgoforte</strong>. L’abitato rurale di<br />

<strong>Borgoforte</strong>, qui menzionato per la<br />

prima volta, è edificato in<br />

corrispondenza di un’ansa del fiume a<br />

metà strada tra il castello di<br />

Anguillara, carrarese, e Cavarzere,<br />

avamposto veneziano in terraferma.


Luogo fortificato a<br />

presidio della frontiera<br />

padovana<br />

Nel 1289 si parla di un nuovo porto<br />

da costruire a Cesso o a <strong>Borgoforte</strong><br />

che sono comunque molto vicine e<br />

probabilmente hanno la chiesa,<br />

intitolata a Sant’Antonio, in<br />

comune; in questo periodo<br />

<strong>Borgoforte</strong> con Cesso e Garbelo<br />

raggiungono la consistenza di 24<br />

fuochi o nuclei famigliari<br />

(Anguillara da sola 63, Agna 44)<br />

Alla data del 1289 si registra la<br />

presenza di due torri a presidio<br />

dell’area di frontiera padovana; nel<br />

1364, tra Seggiana e Adige si<br />

trovava una domus con una bastia<br />

ossia un manufatto difensivo di<br />

terra, legname e fossati tipico della<br />

fase trecentesca<br />

dell’incastellamento.<br />

BORGOFORTE. ‘’Borgo così detto perché<br />

vogliono sia un Borgo rimasto della Villa<br />

detta del Cesso già distrutta. Forte, dalla<br />

Fortezza, che quivi era fabbricata da<br />

Padovani per difesa delli confini…’’


Le due torri in alveo dell’Adige<br />

• L’aspetto storicamente importante di questo<br />

luogo è la presenza del manufatto di origine<br />

medievale che affiora dall’acqua in prossimità<br />

dell’estremità a valle della golena. Sono i resti del<br />

cosiddetto castello di <strong>Borgoforte</strong>. In realtà si<br />

tratta di una rocca, cioè di un luogo fortificato la<br />

cui esistenza risale almeno al XIV secolo, già<br />

teatro di ripetute battaglie tra i Da Carrara,<br />

signori di Padova e la Repubblica di Venezia per il<br />

dominio di questi territori.


Le torri viste dall’interno


Le vicende della fortezza<br />

dalle cronache del tempo:<br />

• [1372] “… Assalita da Veneziani, e battuta per terra, e per acqua doppo un ostinato<br />

combattimento, furono da Rigo Tedesco, che la custodiva per il Carrara, rotti, e fuggiti,<br />

restando prigione Pietro Canal Podestà di Chioza con alcuni dei suoi”<br />

– [1373], coinvolto nella disputa anche il marchese d’Este<br />

• [ [1374] “… Dal Carrara spianata per li capitoli della pace con Veneti, dove poi capitato il<br />

legato del Papa con li ambasciatori di Padova per aggiustar le differenze, che restava tra il<br />

Carrara e la Repubblica, con li ambasciatori Veneziani, che quivi si trovavano, doppo lunghi<br />

trattati avuti in quel congresso, circa li confini nulla conclusero”.<br />

• [1378] “… Fu da Francesco Carrara VI sig. di Padova rifabbricata la fortezza, e ben munita<br />

di presidio nella seconda guerra unito con i Genovesi contro i Veneziani”.<br />

• [1378] “…Ottenuta la fortezza d’Anguillara dalle militie dei Visconti, se gli rese anco questa<br />

di <strong>Borgoforte</strong>.<br />

• [1388] La Signoria di Venezia“…con molta armata marinaresca andarono al intorno il<br />

castelo di <strong>Borgoforte</strong>, a di de XV setembre e finalmente dopo molta bataia quelo conquistò<br />

…”<br />

• “… E finalmente nel 1405 presa, e distrutta da Veneziani con la prigionia del Capitano, e<br />

uccisione del presidio Carrarese, che ostinatamente la difendeva”.


• Salomonio 1696:<br />

• «<strong>Borgoforte</strong>. Borgo così detto perché vogliono sia un Borgo rimasto della Villa detta<br />

del Cesso già distrutta. Forte, dalla Fortezza, che quivi era fabbricata da Padovani<br />

per difesa delli confini.<br />

• Assalita da Veneziani, e battuta per Terra, e per acqua doppo un ostinato<br />

combattimento, furono da Rigo Tedesco, che custodiva per il Carrara, rotti, e fuggiti,<br />

restando priggione Pietro Canal Podestà di Chioza con alcuni de suoi.<br />

• Dal Carrara spianata per li capitoli della pace con Veneti, dove poi capitato il Legato<br />

del Papa con li Ambasciatori di Padova per aggiustar le differenze che restavano tra<br />

il Carrara e la Repubblica, con li Ambasciatori Venetiani, che qui si trovavano, dopo<br />

lunghi trattati havuti in quel congresso circa li confini, nulla conclusero.<br />

• Fu da Francesco da Carrara VI sig. di Padova rifabbricata la fortezza, e ben munita<br />

di presidio nella seconda guerra unito con Genovesi contro li Veneziani<br />

• Ottenuta la Fortezza d’Anguillara dalle milizie del Visconti se gli rese anco quella di<br />

<strong>Borgoforte</strong>, e finalmente del 1405 presa e distrutta da Venetiani con la prigionia del<br />

Capitano, e uccisione del presidio carrarese che ostinatamente la difendeva.»


La presenza a <strong>Borgoforte</strong> di Bertolino<br />

da Novara (1373)<br />

Il castello estense a Ferrara<br />

La posizione strategica di <strong>Borgoforte</strong>,<br />

causa del continuo conflitto tra Padova e<br />

Venezia meglio nota come «guerra per i<br />

confini», finì per coinvolgere anche<br />

Ferrara. Nella disputa tra il Da Carrara<br />

(Francesco il vecchio) e il marchese<br />

d’Este (Niccolò II) riguardo ai rispettivi<br />

diritti e privilegi sulla zona, ad un certo<br />

punto si materializza l’intenzione del<br />

signore di Ferrara di costruire una<br />

fortificazione i cui lavori hanno inizio<br />

sotto la supervisione del maestro<br />

ingegnere Bartolino, da identificarsi con<br />

Bartolino da Novare, celebre ingegnere<br />

militare del tempo a cui sono attribuiti il<br />

castello estense di Ferrara e i disegni di<br />

quello di San Giorgio a Mantova, oltre<br />

ad incarichi dei Visconti di Milano e dei<br />

Medici di Firenze


Una chiesa di <strong>Borgoforte</strong>, dedicata a<br />

sant'Antonio Abate, è ricordata in epoca<br />

anteriore al 1297. Altre notizie sono<br />

desumibili dalle relazioni redatte in<br />

occasione delle visite pastorali.<br />

La prima di queste avviene nel 1449 e la<br />

relazione specifica che nel villaggio di<br />

<strong>Borgoforte</strong> vi è una chiesa campestre,<br />

dedicata a S.Antonio la quale è soggetta<br />

alla chiesa di Anguillara.<br />

Questa chiesa "campestre" non ha<br />

ancora un proprio sacerdote, dato che un<br />

unico Rettore ufficia in entrambe. Si parla<br />

di Rettore perché in questo periodo<br />

nemmeno Anguillara era eretta a<br />

Parrocchia. Apprendiamo poi che la<br />

chiesa di <strong>Borgoforte</strong> era stata costruita<br />

dalla famiglia Dal Cesso, come risulta<br />

dalla visita pastorale del 1489 e sarebbe<br />

divenuta Parrocchia soltanto nel 1618.<br />

La chiesa, origini


Andrea Cittadella 1606:<br />

• ‘‘S. Antonio de Viena (S. Antonio abate) con le Ca’ Matte è<br />

<strong>Borgoforte</strong> che non ha più rocca verso le due isolette<br />

nell’Adige per andar alla Pettorazza, già a Francesco Vecchio<br />

signore carrarese de danno per la sanguinolenta e desolabile<br />

guerra de Cavarzere, lontano 21 miglia da Padoa, è chiesa<br />

nova di S. Antonio confessore sotto S. Andrea apostolo,<br />

selegiata et tavelata, longa 34, larga 21, con due altari et una<br />

campana, et v’è comodo Rinaldo Papafava; e così la<br />

sopradetta ottenuta per forza da Venitiani che con li laghi,<br />

selve, e paludi che stagnano quella Pianura è quasi riparo<br />

naturale di fortificatione ...’’


Iscrizione all’interno della Chiesa<br />

Nella chiesa Parrocchiale di S. Antonio abate. All’interno sopra i’ingresso.<br />

Questo tempio di S. Antonio di <strong>Borgoforte</strong>, ossia Cesso Giuspatronato della<br />

famiglia dei Frezzato, distrutto dalla violenza delle guerre più volte nel 1489 era<br />

ridotto alla condizione di piccolo Sacello. Ampliato nell’anno 1695 dallo spirito<br />

religioso della popolazione per interesse di Bernardino Zanellato dottore in diritto<br />

canonico e Rettore della Chiesa, con il consenso e la munificenza dei Patroni, fu<br />

restituito ad una struttura ampia, nobile e più adeguata ai tempi nostri.


Gli altari, lo ius patronatus …<br />

Nel 1668 possiede due altari:<br />

il primo dedicato al SS.mo Sacramento e il secondo<br />

alla Beata Vergine del Rosario. La relazione precisa<br />

che la chiesa faceva parte della Diocesi di Padova e<br />

del Vicariato di Anguillara e che gli abitanti avevano il<br />

diritto, regolarmente approvato dalle autorità, di<br />

eleggere il proprio parroco.<br />

Le cose cambiarono quando, nel 1683 salirono agli<br />

onori della cronaca due famiglie, Frezzato e Baretta,<br />

che probabilmente avevano contribuito in modo<br />

rilevante, se non esclusivo, alla costruzione della<br />

chiesa, per oltre due secoli conservarono il diritto di<br />

controllo sull'amministrazione della parrocchia e<br />

sulla scelta del parroco (giuspatronato).<br />

L'amministrazione finanziaria spettava, invece, ai<br />

"massari".<br />

Nel 1695 la chiesa viene riedificata dal suo Parroco<br />

Don Bernardino Zanellato.<br />

Nel 1907 la chiesa viene ampliata e restaurata con<br />

tre altari dedicati a S.Antonio Abate, alla B.V. del<br />

Rosario e a S. Antonio di Padova.


L’organo di Gaetano<br />

Callido<br />

Presso la chiesa parrocchiale di<br />

<strong>Borgoforte</strong> è attivo un organo di<br />

Gaetano Callido uno degli ultimi usciti<br />

dalla sua bottega, opera n. 402, nel<br />

1803. Modificato (verso la fine<br />

dell’800? Dall’organaro Annibale<br />

Puggina, è stato restaurato allo stato<br />

originario nel 1995 da Guglielmo<br />

Paccagnella. Per alcuni anni è stato<br />

valorizzato attraverso l’istituzione di<br />

un concorso nazionale d’organo<br />

Vale la pena di ricordare che Gaetano<br />

Callido (Este, 14 gennaio 1727 –<br />

Venezia, 8 dicembre 1813) è stato il<br />

più celebre organaro veneto e uno dei<br />

più grandi di tutti i tempi.<br />

In 44 anni di attività costruì nella<br />

Repubblica di Venezia (nord-est<br />

italiano, Istria e Dalmazia), in Emilia-<br />

Romagna, nel Trentino nelle Marche,<br />

a Malta e ad Istanbul ben 430 organi.


La lapide sul campanile<br />

L. D. O<br />

MANSIONARIA PERPETUA INSTITUITA IN QUESTA CHIESA PARR: LE DI BORGOFORTE<br />

DELL'EREDITÀ DEL Q. ANGELO CAMPACI D: O NONO DI MESSE ANNUE N: O 1<br />

COME PER SUO TESTAMENTO ROGATO NELLA (DIMORA?) DI LODOVICO VIARO<br />

NODARO PU: CO NELA CITTÀ DI ROVIGO FATTO IL DI 4. FEBRARO 1735. PUBBLICATO<br />

PER LA SUA MORTE IL DI 2 AGOSTO 1741 DI CAPITALE DELLA SUD: A MANSI<br />

ONERIA CONSISTE IN DUCATI DA L. 6.4. L'UNO 16.5 L. 2. INVESTITI IN CECA<br />

ALLI 4 P/ CENTO ALLA CASSA DEL DEPOSITO APERTO IN AGGIUNTA<br />

A QUELLO DEL PROVEDITOR ALLI ORI E ARGENTI DIPENDENTI<br />

DA PARTITA DE DI 12 7MBRE 1742 DEPOSITATI DA FRANC: O LAZARINO<br />

CAPO MASSARO DI QUESTA CHIESA A CREDITO DI D: A MANSIONERIA<br />

PERPETUA<br />

L'ANNO MDCCXLIII


Dai registri parrocchiali uno spaccato<br />

di vita nella <strong>Borgoforte</strong> del Seicento<br />

.. È chiesa nuova selegiata e tavelata longa 34 e larga 21 con due altari e una<br />

campana, et vi comanda Renaldo Papafava …<br />

Ricaviamo dai registri parrocchiali indicazioni sulla situazione demografica e sulle<br />

condizioni sociali:<br />

Lutia, moglie di Santo Baretta detto Cucho …, malata di idropisia<br />

Maria moglie di Iacomo Fava …, morsa da un animale velenoso<br />

Camillo Frezzato … cascò giù dal molino e si annegò …<br />

Camillo Rogatto … caduto in acqua dal mulino a causa di un fortunale …<br />

Lucrezia … ritornata in sé dopo uno svenimento, mangiò un piatto di lasagne, et uva,<br />

et dopo bevve due scodelle d’acqua, …<br />

Iostina … morta di stenti per essere penuria di di pane, che la poveretta non mangiava<br />

altroché erbe, senza conciero et cotte con poca sostanzia.<br />

Adì 4 settembre 1662<br />

…fu dato principio a cavar la Monselesana da 70 homini mandati da Bagnoli de ordine<br />

dell’ill.mo sig.r conte Vidman …<br />

Item sotto il di 7 suddetto da homini del ill.mo sig.r Albertino Pappafava fu rebuttata la<br />

terrra cavata nel medesimo loco, e fu restroppata , e così fu dato principio di lite fra li<br />

suddetti ill.mi


1809<br />

Insurrezione popolare<br />

ad Anguillara e<br />

<strong>Borgoforte</strong><br />

• Insurrezioni ad Anguillara e<br />

<strong>Borgoforte</strong>. Si assaltano i<br />

municipi per bruciare i registri di<br />

tasse e coscrizioni<br />

• Il 13 luglio «le truppe del<br />

generale Peyri, oltre il ponte<br />

della Rezzinella (Rovigo) fucilano<br />

un bandito e al di là del passo di<br />

Boara, costeggiando l’Adige, ad<br />

Anguillara e <strong>Borgoforte</strong> ne<br />

fucilano altri dieci» (da L’Italia nei<br />

Cento Anni 1801-1900 Illustrata, Vallardi<br />

editore, p. 369).<br />

• Nasce in questi anni il<br />

brigantaggio, avrà fine il 1856


L’istituzione del<br />

Catasto<br />

Avviato dai francesi nel 1807, è<br />

finito dagli austriaci per quanto<br />

riguarda Anguillara è approvato<br />

il 1 settembre 1845. Il quadro<br />

d’Unione si compone di 24 fogli,<br />

sono denominate le località<br />

Anguillara e Taglio, i fiumi Adige<br />

e Gorzone, navigabili, gli scoli<br />

consorziali Monselesana,<br />

Navegale e Sabbadina, gli stagni<br />

e le strade principali.<br />

Il numero di particelle complessivo è di 1459 per<br />

una superficie di 14864,33 pertiche metriche tra le<br />

quali :<br />

100 aratorie, 376 aratorie arborate e vitate, 113<br />

aratorie in valle, ecc.<br />

Sono censite 1 bottega, 96 case, 318 case coloniche,<br />

1 casa con magazzino pubblico, 1 casa di<br />

villeggiatura, 1 chiesa, 2 corti, 3 fornaci di calce e<br />

mattoni, 3 forni, orti, paludi e prati, stagni (12),<br />

stagni da pesca (9) .<br />

Stranamente non figurano passo e mulini!


<strong>Borgoforte</strong> comune censuario


La golena (el mezà)


• Deriva da una rettifica<br />

del corso del fiume<br />

fatta nel 1845, prima il<br />

fiume seguiva l’argine<br />

come si vede<br />

dall’immagine aerea.


La croce votiva<br />

Croce votiva che ricorda<br />

un fatto sacrilego successo<br />

nel 1943


L’ultimo munaro<br />

Egidio Bonon, classe 1908, è stato<br />

l’ultimo mugnaio di <strong>Borgoforte</strong>.<br />

In una sua intervista risalente al 1990<br />

(pubblicata in uno dei giornaletti<br />

periodici della Parrocchia) racconta di<br />

come sia stato portato giovanissimo sul<br />

mulino dal nonno (del 1859), che sua<br />

volta era stato iniziato alla professione<br />

dal proprio nonno …<br />

Iniziato nel 1916, rimase a lavorare nel<br />

mulino fino al 1940 e, dopo<br />

l’interruzione per la guerra, ancora<br />

qualche anno fino a quando anche gli<br />

ultimi mulini natanti furono soppiantati<br />

da quelli elettrici, finendo con uno di<br />

questi l’attività nel 1965.


Famiglie storiche e curiosità<br />

• Dal Cesso: dal nome del villaggio Cesso, la troviamo ancora nel ‘600. da<br />

ricoprdare Francesco dal Cesso famoso giureconsulto sepolto in S. Antonio<br />

a Padova<br />

• Papafava: ramo della fam. Da Carrara, rimase a lungo proprietaria del<br />

territorio<br />

• Frezzato : nel passato importante famiglia di <strong>Borgoforte</strong>, ma anche di<br />

Anguillara. Aveva il giuspatronato della Chiesa<br />

• Baretta: anche questa esercitava giuspatronato sulla Chiesa. Particolare<br />

curioso: ricaviamo dai registri parrocchiali del ‘600 l’abbinamento<br />

sopravvissuto fino ad oggi «Baretta detto Cucco»<br />

• Patella: sopravvissuto nell’abbinamento Cavalletto detto Patella<br />

• Marco Caco: è abbinato a questo nome il detto veneziano «xe roba<br />

successa ai tempi de Marco Caco» per indicare qualcosa molto lontana nel<br />

tempo (Torre delle Bebe 1214)<br />

• Bononi: nota famigli di Mugnai<br />

• Fava, Serra, Munaron, ecc.


<strong>Borgoforte</strong> nella letteratura<br />

L’Asino<br />

poema eroicomico<br />

di Carlo Dottori<br />

Annibale Bassani o<br />

Meno Beguoso dal Porcaro<br />

Cante, o sipia sbagiaffaure, e Erculiane<br />

Fatte par piasere, e par so simprice<br />

sustifazion da Meno Beguoso [dal Porcaro]<br />

sdica a tutti quigi slettran, Che pigiarà de<br />

buon cuore sto slibrazzurlo, che inse fuora<br />

de cà par la prima olta


Toponimi sopravvissuti nei secoli<br />

Oltre a <strong>Borgoforte</strong> e Ca’ Matte (con Beverare,<br />

Pettorazza, ecc.):<br />

Seggiana<br />

Volta Figari, Trivellina e Papafava, Porcari, …<br />

Scomparsi invece i toponimi Cesso, Buseno (torre del<br />

Buseno), volta donne Berte, …


EL MISTERO DEL MEZÀ<br />

Potrebbe capitare, passando di notte dalle parti del mezà a <strong>Borgoforte</strong>, di veder emergere dalle<br />

acque improvvisamente agitate dell'Adige nei pressi degli antichi ruderi della torre, una giovane<br />

dama sopra un cavallo bianco, subito seguita da un signore che cavalca invece un destriero nero,<br />

accompagnati dal rintocco lontano di una campana che sembra dire “din don … perdon, perdon”.<br />

E infatti, viveva una volta da quelle parti il conte Romildo del Mezà che ricchissimo possedeva<br />

denaro, terreni e beni in quantità. Gli mancava solamente la compagnia di una moglie, ma non<br />

aveva ancora avuto l'occasione di incontrare la donna della sua vita. Finalmente un giorno, passando<br />

dalle parti del Beolo, vide uscire da un viottolo tra i campi una fanciulla bellissima che decise<br />

dovesse diventare sua sposa. Si informò, era Zita la figlia di Mochi, per cui decise che sarebbe<br />

andato a chiederne la mano al padre. Quella di Mochi era una famiglia molto povera e le intenzioni<br />

del nobile Romildo avrebbero potuto cambiarne le sorti, ma quando il cavaliere si presentò al padre<br />

a questi venne in mente che l'aveva già promessa a Rigo, un giovane del posto di pari estrazione<br />

sociale. Capito che il nobile si era ormai invaghito al punto da pretendere che Zita diventasse sua<br />

sposa con le buone o con le cattive, decise di affrontare il giovane Rigo per convincerlo a rinunciare<br />

alle pretese sulla ragazza. Alla fine, dopo un'accesa discussione il ragazzo accettò di liberare Mochi<br />

dall'impegno preso a patto di essere invitato alla cerimonia nuziale per poter donare agli sposi<br />

sull'altare un mazzo di fiori, condizione che fu accettata senza difficoltà.<br />

Il giorno del matrimonio fu fissato entro breve tempo e come accordato, al momento del sì, con la<br />

chiesa piena di parenti e invitati, arrivò il giovane con il mazzo di fiori. Ma presentatosi di fronte alla<br />

ragazza, buttati i fiori in faccia al conte, estrasse un coltello e gridando: “non sei stata mia, non lo<br />

sarai di nessuno” lo piantò nel petto di Zita e di seguito anche di Romildo che tentava di fermarlo.<br />

Nel trambusto che seguì sopravvenne d'improvviso un furioso temporale assieme ad un'ondata di<br />

piena dell'Adige che oltre ad annegare Rigo fece crollare il castello, motivo per cui ancora oggi<br />

rimangono i resti emergenti dalle acque


…<br />

- Dove corri così forte?<br />

- Da mia mamma a <strong>Borgoforte</strong>, che le è preso mal da morte.<br />

- Cosa porti in quelle sporte?<br />

- Quattro fiaschi e quattro torte.<br />

- Dàlle a me se no, alle corte, ch'io ti mangi è la tua sorte<br />

…<br />

(da FIABE ITALIANE di Italo Calvino)<br />

FINE

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