2011 - Associazione Nazionale Allevatori Bovini di razza piemontese

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10 informazioni tecniche PAncio IT004990569741 nato il 13.03.2008 Allevatore: Soc. Agr. Panero Piercarlo - Fossano (CN) Centro: C.I.Z. Performance test (dati fenotipici) peso inizio peso fine amg alt.garrese lungh.tronco circ.torace 85 519 1.41 120 151 192 Anche Pancio è un figlio di Lancio. In questo caso però, il nonno materno Larice conferisce a Pancio meno attitudini da allevamento, mantenendo invece un’ottima produttività. Rispetto a Pampero, Pancio presenta struttura e taglia superiori, unite ad una buona muscolosità ed un accrescimento comparabile. La VAlore Genetico allevamento 116 carne 123 muscolosità 117 accrescimento 114 facilità nascita 119 facilità parto 95 taglia 111 NUMERO 1 70 80 90 100 110 120 130 nascita su manze 103 figli in 56 allevamenti correttezza 104 0 parti delle figlie Pedigree indici dei genitori allev carne nascita parto padre LANCIO (IA) 124 128 119 104 madre NICEA 101 108 111 88 nonno paterno DELTA (IA) nonno materno LARICE (IA) facilità di nascita di Pancio è decisamente elevata e lo rende adatto all’uso sulle secondipare. La facilità di parto delle sue figlie è invece inferiore alla media e quindi occorre cautela nella scelta di allevarle come fattrici. Da non accoppiare con le figlie di Delta, Zaino, Bull, Ottimo, Nipiol, Paride e Cedro. Vendita torelli per la monta naturale Presso Anaborapi a Carrù sono disponibili, ogni mese, torelli di dodici-tredici mesi abilitati alla monta naturale che hanno superato positivamente tutti i test previsti dal protocollo operativo del Centro Genetico. I soggetti, che sono geneticamente al top della popolazione di Piemontese in quanto figli di bovine selezionate e dei migliori tori di FA., pesano mediamente 470-500 kg e vengono venduti con la certificazione sanitaria e genealogica completa. Si ricorda che i soggetti sono di proprietà degli allevatori che li hanno conferiti al Centro e di conseguenza le contrattazioni avverranno direttamente tra acquirente e proprietario. Per info ed appuntamenti contattare il dott. Bottone 0173 750791
Tutti uguali i disciplinari di etichettatura? Sono 15.415 i capi etichettati nel corso del 2010 dal Coalvi. Un aumento di circa il 3% rispetto allo scorso anno quando i capi etichettati erano stati 15.015. Oltre quindicimila capi che, grazie all’etichettatura volontaria del Consorzio, hanno permesso di trasmettere al consumatore un’informazione dettagliata sull’origine della carne. Infatti, grazie al Coalvi, il consumatore legge un’etichetta con nome, cognome e indirizzo dell’allevamento presso cui è stato allevato il capo che ha prodotto quella fettina, con ulteriori grandi novità nel 2011. Oneri, certo, ma anche onori. A parte l’esperienza del vino, non ci sono altri prodotti agricoli che possono godere di una etichettatura che esalti in questo modo l’origine del prodotto, nemmeno i più famosi formaggi nazionali. Far parte di un Consorzio che permette di dire al di fuori delle quattro mura dell’allevamento: “QUESTA CARNE L’HO PRODOTTA IO”, significa essere protagonisti della filiera e non semplici comparse. Chiedere agli “allevatori” di polli. E invece, troppo spesso, si sente dire “ma a cosa serve il Coalvi, il certificato costa troppo, i vitelli non valgono di più, i vitelli li vendo a COOP, mi basta la R, i disciplinari di etichettatura sono tutti uguali” e altre “osservazioni” sullo stesso tono. Sarebbe meglio chiedersi, invece, che fine avrebbe fatto 10 anni fa (mucca pazza) la Razza Piemontese se non ci fosse stato anche (non solo) il Coalvi con un disciplinare di etichettatura pronto all’uso. Fino ad allora, i supermercati la Piemontese non se la filavano proprio. L’hanno scoperta solo dopo che hanno visto che le macellerie che potevano vantare una tracciabilità con l’origine, non avevano perso neanche un cliente in quel periodo. Oggi, accanto a moltissime macellerie tradizionali che da sempre valorizzano il prodotto degli allevatori, molte insegne della GDO etichettano secondo il disciplinare Coalvi: Iper, Carrefour, Auchan, Unes, Conad, Realco. In tutti i punti vendita di queste catene, oltre all’informazione “razza”, compare sempre il nome e l’indirizzo dell’allevatore. Nelle altre catene della GDO, non ci risulta, invece, che l’informazione “nome dell’allevatore” sia presente sulle etichette, ma che compaia solo una generica informazione “razza”. Di colui che con sacrifici alleva le vacche, fa nascere e ingrassa i vitelli, neanche una citazione. Un po’ come vendere un barolo senza scrivere chi lo ha prodotto. E’ questo quello che vogliono gli allevatori della Piemontese? Vogliono essere protagonisti nella filiera o solo comparse? Sono quindi tutti uguali i disciplinari di etichettatura? Le entrate del 2010 Ci sono ben 27 novità di segno positivo nel corso del 2010. Sei punti vendita della GDO, 2 minimarket, 1 spaccio aziendale e ben 18 macellerie del dettaglio tradizionale, che testimoniano il risultato degli sforzi nell’”anno del macellaio”. Ma il lavoro svolto è stato ben maggiore e speriamo di raccoglierne i frutti in misura più copiosa nel corso del 2011. I primi 20 giorni di gennaio sembrano confermare questo trend, con 4 macellerie del dettaglio tradizionale ed un Ipermercato pronti a partire. L’attività che va sotto il nome di “Sviluppo nuove adesioni” ha prodotto oltre 450 nuovi contatti, soprattutto alla ricerca di macellerie del dettaglio tradizionale. La quota preetichettatura descritta nel numero precedente della rivista, dovrebbe agire nella direzione di un maggior aiuto da parte degli allevatori Soci ad acquisire nuovi punti vendita, aiuto che spesso è mancato -nel 2010- a causa della poca disponibi-
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