syndicom rivista N. 6 ¦ Se è gratis la merce sei tu
La syndicom rivista offre interessanti approfondimenti sul sindacato e sulla politica, oltre a conoscenze di base, cultura e intrattenimento. Fornisce informazioni su importanti servizi, eventi e programmi educativi offerti dal sindacato e dai suoi partner.
La syndicom rivista offre interessanti approfondimenti sul sindacato e sulla politica, oltre a conoscenze di base, cultura e intrattenimento. Fornisce informazioni su importanti servizi, eventi e programmi educativi offerti dal sindacato e dai suoi partner.
Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!
Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.
<strong>syndicom</strong><br />
N. 6 Luglio–Agosto 2018<br />
<strong>rivista</strong><br />
<strong>Se</strong> <strong>è</strong> <strong>gratis</strong><br />
<strong>la</strong> <strong>merce</strong><br />
<strong>sei</strong> <strong>tu</strong>
Pubblicità<br />
<strong>Se</strong>gna in rosso<br />
<strong>la</strong> data del 22 settembre<br />
nel<strong>la</strong> <strong>tu</strong>a agenda!<br />
Partecipa anche <strong>tu</strong> al<strong>la</strong> manifestazione nazionale<br />
del 22 settembre a Berna!<br />
Sa<strong>la</strong>ri equi per <strong>tu</strong>tti – in favore<br />
del<strong>la</strong> parità sa<strong>la</strong>riale e contro<br />
ogni forma di discriminazione!<br />
Un’alleanza composta da sindacati e organizzazioni di donne<br />
invita <strong>tu</strong>tte e <strong>tu</strong>tti a Berna.<br />
Mettiamo pressione affinché le cose cambino.<br />
13.30 Punto d’incontro: Schützenmatte<br />
15.00 Manifestazione sul<strong>la</strong> Piazza federale<br />
con musica e discorsi brevi<br />
I soci di <strong>syndicom</strong> viaggiano gra<strong>tu</strong>itamente.<br />
Iscrizione online e maggiori dettagli:<br />
my.<strong>syndicom</strong>.ch ∕ manifestazione18
Sommario<br />
4 Team vincenti<br />
5 Brevi ma utili<br />
6 Dal<strong>la</strong> parte degli altri<br />
7 L’ospite<br />
8 Dossier: Gratis<br />
16 Dalle professioni<br />
18 Swiss Maid<br />
22 Politica<br />
25 Diritto e diritti<br />
26 Idee<br />
27 Mille parole<br />
28 Eventi<br />
30 Un <strong>la</strong>voro, una vita<br />
31 Cruciverba<br />
32 Inter-attivi<br />
Care lettrici, cari lettori,<br />
le multinazionali costringono i propri clienti a<br />
svolgere sempre più <strong>la</strong>vori da soli con l’aiuto<br />
delle tecniche digitali. Altri servizi che richiedevano<br />
una grosse mole di <strong>la</strong>voro sono stati eliminati.<br />
Queste nuove strategie apportano a questi<br />
gruppi enormi incrementi di produttività. Esempi<br />
sono <strong>la</strong> Powerhouse digitale di PostFinance<br />
(che nome fantasioso per nascondere una mera<br />
esternalizzazione!), <strong>la</strong> chat di autosostegno<br />
presso Swisscom o il medico online del<strong>la</strong> <strong>tu</strong>a<br />
cassa ma<strong>la</strong>ti.<br />
Processi del genere, che oggi stanno subendo<br />
un’intensa accelerazione in molti campi, distruggono<br />
il <strong>la</strong>voro vivo e rega<strong>la</strong>no alle aziende<br />
un immenso aumento di utili. E questi profitti,<br />
acquisiti attraverso <strong>la</strong>vori gra<strong>tu</strong>iti occulti, finiscono<br />
nelle tasche degli azionisti fino al punto<br />
in cui l’azienda non si sarà trasformata in una<br />
piattaforma digitale priva di qualsiasi responsabilità<br />
sociale, dove il rischio imprenditoriale<br />
viene trasferito sui <strong>la</strong>voratori. E ovviamente<br />
anche <strong>la</strong> sede fiscale viene scelta con cura al<br />
fine di pagare meno imposte possibili.<br />
Di fronte a questo abbandono del<strong>la</strong> società da<br />
parte delle aziende, noi proponiamo il nostro<br />
modello di digitalizzazione sociale, una versione<br />
migliore di questa trasformazione. Dobbiamo<br />
riuscire a far sì che questi guadagni di produttività<br />
vengano distribuiti e investiti in un servizio<br />
pubblico potenziato. Perché nell’era del<strong>la</strong> digitalizzazione<br />
quest’ultimo sarà al centro del<strong>la</strong> società.<br />
E dovrà ssere gra<strong>tu</strong>ito!<br />
4<br />
8<br />
22<br />
Daniel Münger, presidente <strong>syndicom</strong>
4<br />
Team vincenti<br />
Lottare insieme conviene sempre<br />
Dominic Steinmann (30 anni)<br />
Cresciuto a Ried-Brig VS, <strong>la</strong>vora come<br />
fotografo free<strong>la</strong>nce a Zurigo e da marzo<br />
2017 nel Vallese. Ha s<strong>tu</strong>diato Press &<br />
Editorial Photography in Inghilterra.<br />
Prima aveva svolto attività di volontariato<br />
per Keystone e NZZ. È iscritto a<br />
<strong>syndicom</strong> dal settembre 2017.<br />
www.dominicsteinmann.com<br />
Markus Forte (40 anni)<br />
Ha frequentato il corso di fotogiornalismo<br />
al MAZ di Lucerna.<br />
Dal 2005 <strong>la</strong>vora come fotografo<br />
free<strong>la</strong>nce per clienti del settore del<br />
Media and Corporate Publishing.<br />
Vive a Zurigo e fotografa ovunque.<br />
È iscritto a <strong>syndicom</strong> dal 2004.<br />
www.markusforte.com<br />
Miriam Künzli (41 anni)<br />
Ha s<strong>tu</strong>diato fotografia a Monaco di<br />
Baviera e a Lucerna e <strong>la</strong>vora come<br />
free <strong>la</strong>nce per diversi giornali e aziende<br />
in Germania e in Svizzera. Vive con <strong>la</strong><br />
famiglia a Zurigo. Dal 2008 <strong>è</strong> iscritta<br />
a <strong>syndicom</strong> ed <strong>è</strong> impegnata nel<strong>la</strong><br />
commissione Free<strong>la</strong>nce.<br />
www.miriamkuenzli.com<br />
Testo: Nina Scheu<br />
Foto: Tom Kawara<br />
«Abbiamo ottenuto<br />
un importante<br />
miglioramento dei<br />
contratti»<br />
«All’inizio <strong>è</strong> stato uno choc: a ottobre<br />
2017 abbiamo saputo che Ringier<br />
Axel Springer (RASCH) invia ai fotografi<br />
free<strong>la</strong>nce dei contratti in cui si<br />
pretenderebbe un ‹full buyout›,<br />
ovvero <strong>la</strong> totale cessione del diritto<br />
d’autore. Questo significa che <strong>la</strong> casa<br />
editrice può utilizzare le nostre immagini<br />
non solo in modo illimitato<br />
nelle sue pubblicazioni, ma potrebbe<br />
anche rivenderle ad altri clienti, <strong>gratis</strong><br />
e senza chiedercelo. Ancor peggio:<br />
avremmo perso il diritto di sfruttare<br />
economicamente le nostre immagini<br />
in altro modo. La tariffa stampa <strong>è</strong><br />
bassa proprio perché le foto possono<br />
essere utilizzate una so<strong>la</strong> volta, e<br />
qualsiasi ulteriore utilizzo dovrebbe<br />
essere compensato. Con il supporto<br />
dei sindacati e delle associazioni di<br />
fotografi si <strong>è</strong> formato un gruppo piuttosto<br />
numeroso di fotografi che <strong>è</strong><br />
riuscito a incontrarsi a una «tavo<strong>la</strong><br />
rotonda» presso il segretariato regionale<br />
di <strong>syndicom</strong>. Abbiamo ottenuto<br />
supporto giuridico per le ulteriori<br />
azioni e assistenza nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione<br />
di una controproposta che intendiamo<br />
negoziare con RASCH. Un<br />
gruppo Facebook ci ha aiutato a interconnetterci<br />
reciprocamente tanto<br />
che abbiamo avviato una petizione<br />
sottoscritta da oltre 800 persone. Il<br />
gruppo ha inviato innumerevoli lettere<br />
e noi abbiamo contattato i nostri<br />
colleghi anche per telefono. Abbiamo<br />
consigliato loro di rispedire indietro<br />
<strong>la</strong> loro controproposta anziché<br />
i contratti forfettari – anche solo in<br />
segno di protesta. Ma in alcuni il timore<br />
di non ricevere più incarichi<br />
era troppo forte. Ciononostante <strong>la</strong><br />
pressione sul management di RASCH<br />
<strong>è</strong> stata talmente forte che siamo stati<br />
invitati a un colloquio. A febbraio<br />
siamo riusciti a ottenere un importante<br />
miglioramento dei contratti<br />
impedendo così il ‹full buyout›. Tuttavia<br />
siamo riusciti a far passare solo<br />
una parte del<strong>la</strong> nostra controproposta.<br />
Un gran <strong>la</strong>voro. Ma ci ha mostrato<br />
che insieme possiamo portare a<br />
casa dei risultati – e questo sarebbe<br />
stato molto più possibile se <strong>tu</strong>tti<br />
avessero fatto <strong>la</strong> loro parte. Nel<strong>la</strong> vita<br />
professionale di <strong>tu</strong>tti i giorni siamo<br />
(troppo) spesso <strong>la</strong>voratori solitari.<br />
I contatti creati ora sono un inizio<br />
per cambiare <strong>tu</strong>tto questo».
Brevi ma utili<br />
Tre alternative per Le Matin \ PostFinance, un segnale chiaro \<br />
Negoziati CCL industria grafica \ Capriasca diventa Fair Trade \<br />
Sciopero, un secolo dopo \ Festival di Internazionale \ Contatti<br />
5<br />
Tre alternative per Le Matin<br />
La delegazione del personale del quotidiano<br />
romando Le Matin ha proposto al<strong>la</strong><br />
direzione di Tamedia tre alternative che<br />
permetterebbero di evitare <strong>la</strong> sparizione<br />
del<strong>la</strong> testata cartacea e che aiuterebbero<br />
a ridurre significativamente i licenziamenti.<br />
Si tratta: 1) di mantenere <strong>la</strong><br />
versione cartacea di Le Matin senza<br />
sopprimere posti di <strong>la</strong>voro, con degli aggiustamenti<br />
nel<strong>la</strong> politica commerciale e<br />
degli introiti; 2) del rilevamento del giornale<br />
da parte di nuovi investitori; 3) dello<br />
sviluppo del sito internet matin.ch.<br />
PostFinance, un segnale chiaro<br />
A metà giugno, una trentina di dipendenti<br />
PostFinance in Ticino si <strong>è</strong> riunita in<br />
assemblea per chiedere soluzioni alternative<br />
ai licenziamenti annunciati e<br />
maggiore trasparenza nel<strong>la</strong> comunicazione.<br />
I dipendenti invitano inoltre Post-<br />
Finance ad assumersi <strong>la</strong> sua responsabilità<br />
sociale nel perseguire una politica<br />
del personale adeguata per un’azienda<br />
appartenente al<strong>la</strong> Confederazione.<br />
Dopo il periodo di consultazione, <strong>syndicom</strong><br />
organizzerà una nuova assemblea<br />
per decidere insieme ai dipendenti quali<br />
ulteriore passi intraprendere.<br />
Negoziati CCL industria grafica<br />
Il 13 giugno <strong>la</strong> delegazione alle trattative<br />
di <strong>syndicom</strong> e syna ha incontrato <strong>la</strong> delegazione<br />
di viscom per <strong>la</strong> prima tornata<br />
di trattative sul nuovo Contratto collettivo<br />
di <strong>la</strong>voro dell’industria grafica.<br />
<strong>syndicom</strong> e syna hanno affrontato i negoziati<br />
convinti che il nuovo CCL dovrà<br />
dare un segnale positivo al settore. I<br />
partner sociali credono in una divisione<br />
grafica attrattiva e vogliono contribuire<br />
a questo suo sviluppo.<br />
La via per il congresso USS<br />
Dal 30 novembre al 1° dicembre prossimi,<br />
i delegati dell’Unione sindacale svizzera<br />
(USS) si incontreranno a Berna per<br />
il loro 56esimo congresso. Per questioni<br />
organizzative, l’USS raccomanda di inviare<br />
le proposte entro il 15 agosto, anche<br />
se il termine ultimo resta quello del<br />
30 agosto, tre mesi prima del congresso,<br />
come da sta<strong>tu</strong>ti. Per informazioni:<br />
kommunikation@<strong>syndicom</strong>.ch.<br />
Capriasca diventa Fair Trade<br />
Il comune di Capriasca <strong>è</strong> il primo nel<strong>la</strong><br />
Svizzera italiana a ricevere il titolo di<br />
Fair Trade Town, riconoscimento conferito<br />
per il sostegno a favore del commercio<br />
equo e del consumo sostenibile.<br />
Tra i criteri per diventare Fair Trade<br />
Town, c’<strong>è</strong> anche il riconoscimento di un<br />
sa<strong>la</strong>rio adeguato per le persone che<br />
esercitano attività agricole o artigianali<br />
nel Sud del mondo. Per informazioni:<br />
www.fairtradetown.ch/it<br />
Sciopero, un secolo dopo<br />
Sono passati cent’anni dallo storico<br />
sciopero generale del 12 novembre<br />
1918. Accanto all’USS, al PS e al<strong>la</strong> Fondazione<br />
Robert Grimm, <strong>syndicom</strong> sarà<br />
presente all’evento celebrativo di sabato<br />
10 novembre al<strong>la</strong> stazione di<br />
Olten, a partire dalle 14. Il <strong>tu</strong>tto si svolgerà<br />
in un luogo simbolico come le ex<br />
officine FFS, dove sono previsti interventi<br />
del<strong>la</strong> Consigliera federale Simonetta<br />
Sommaruga e del presidente USS<br />
Paul Rechsteiner. Iscrizioni presso<br />
http://iscrizione.scioperogenerale.ch.<br />
Informazioni a http://generalstreik.ch<br />
Festival di Internazionale<br />
Da più di un decennio, il festival organizzato<br />
dal settimanale Internazionale<br />
a Ferrara <strong>è</strong> un appuntamento imperdibile.<br />
Dal 5 al 7 ottobre, si susseguono<br />
dibattiti, interviste, proiezioni e atelier<br />
con ospiti di <strong>tu</strong>tto il mondo. Anche<br />
quest’anno, <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />
offre ai suoi iscritti <strong>la</strong> possibilità di<br />
parteciparvi per <strong>tu</strong>tto il periodo, con<br />
viaggio in pulmino e pernottamento a<br />
Ferrara, a un prezzo partico<strong>la</strong>rmente<br />
interessante. Per informazioni e iscrizioni:<br />
nico<strong>la</strong>.morel<strong>la</strong>to@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Contatti<br />
<strong>Se</strong>gretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano,<br />
e-mail: ticino@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno<br />
Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />
ma-me-ve 13.30-17.30<br />
Tel. 058 817 19 61<br />
Fax 058 817 19 66<br />
Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />
http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />
gruppo-regionale.<br />
e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />
Agenda<br />
Luglio<br />
4<br />
Swiss Press Photo 18<br />
Fino al 2 settembre, LAC, Hall<br />
Le migliori fotografie giornalistiche<br />
del 2017 selezionate da una giuria<br />
internazionale. Ingresso gra<strong>tu</strong>ito.<br />
www.lugano<strong>la</strong>c.ch<br />
11<br />
Storyworlds / Movie Critics<br />
in the Era of the Web 2.0<br />
Ore 14.00, Théâtre du Passage 2,<br />
Neuchâtel. Critici cinematografici,<br />
you<strong>tu</strong>ber e web-editor si interrogano<br />
sulle possibilità offerte dalle nuove<br />
tecnologie.<br />
www.nifff.ch<br />
Agosto<br />
1-11<br />
Locarno Festival<br />
La sezione Open Doors <strong>è</strong> dedicata a<br />
film del Sud del mondo.<br />
www.pardo.ch<br />
<strong>Se</strong>ttembre<br />
11<br />
Visita a Campione d’Italia<br />
Gruppo d’Interesse Pensionati Ticino e<br />
Moesano. Iscrizioni entro il 31 agosto a<br />
info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
22<br />
#ENOUGH18<br />
Manifestazione nazionale per <strong>la</strong> parità<br />
sa<strong>la</strong>riale e contro le discriminazioni<br />
Berna, ore 13.30: ritrovo al<strong>la</strong> Schützenmatte,<br />
segue corteo diretto verso<br />
Piazza Federale.<br />
Treni speciali dal Ticino.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/agenda
6 Dal<strong>la</strong> parte<br />
Hans-Jürg Schürch, <strong>la</strong>urea in economia aziendale e master<br />
degli altri<br />
in Human Resource Management, dal 2007 <strong>è</strong> al<strong>la</strong> T-Systems.<br />
Da quest’anno, <strong>è</strong> direttore delle Risorse umane T-System<br />
Svizzera e Austria e membro di entrambi i comitati direttori.<br />
1<br />
Com’<strong>è</strong> <strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione nel suo settore?<br />
Più le attività del<strong>la</strong> nostra cliente<strong>la</strong> si<br />
basano sul<strong>la</strong> tecnologia, più hanno<br />
bisogno di un sostegno informatico.<br />
<strong>Se</strong>mpre più spesso le aziende questo<br />
aiuto non se lo prendono più attraverso<br />
l’outsourcing c<strong>la</strong>ssico ma attingono<br />
le loro applicazioni e i servizi<br />
dal<strong>la</strong> Cloud. Qui siamo di fronte a<br />
una domanda in continua crescita.<br />
E questo cambia i modelli di prezzo:<br />
oggi coesistono modelli a prezzo fisso,<br />
modelli dove viene messo in conto<br />
soltanto l’uso effettivo o una combinazione<br />
dei due.<br />
2<br />
Come valuta gli investimenti dei suoi<br />
clienti nell’Information Technology?<br />
Oggigiorno nessun’azienda si può<br />
permettere di non investire nel<strong>la</strong> digitalizzazione.<br />
La novità però <strong>è</strong> che<br />
adesso non <strong>è</strong> più solo il reparto IT a<br />
decidere sulle nuove acquisizioni,<br />
ma vengono coinvolti sempre maggiormente<br />
anche i vari reparti specializzati,<br />
come per esempio il marketing,<br />
le risorse umane, le finanze o le<br />
vendite al fine di implementare gli<br />
strumenti. Questo snellisce le procedure<br />
e copre meglio le esigenze dei<br />
clienti.<br />
3<br />
Che cosa significa per lei <strong>la</strong><br />
digitalizzazione?<br />
<strong>Se</strong>condo me, <strong>la</strong> digitalizzazione va<br />
ben oltre l’IT e <strong>la</strong> tecnologia. Qui<br />
siamo davanti a un approccio completamente<br />
nuovo: concepire al meglio<br />
le esigenze dei clienti e rendere<br />
le proprie procedure più dinamiche e<br />
innovarle grazie al<strong>la</strong> tecnologia, rendendole<br />
più confortevoli verso<br />
l’esterno e più efficienti internamente.<br />
Con ciò l’automazione assume un<br />
ruolo centrale.<br />
4<br />
Offrite servizi nell’ambito<br />
dell’intelligenza artificiale?<br />
Algoritmi autoapprendenti e Big<br />
Data, internet delle cose o <strong>la</strong> Cloud<br />
sono potenti strumenti per l’innovazione<br />
e <strong>la</strong> concorrenzialità. Nel nostro<br />
portafoglio offriamo anche servizi<br />
d’intelligenza artificiale, perché <strong>la</strong><br />
nostra ricerca non si limita al collegamento<br />
in auto ma anche nel<strong>la</strong> sanità,<br />
nel<strong>la</strong> smart city e nel<strong>la</strong> smart factory.<br />
Allo stesso tempo siamo consapevoli<br />
dei rischi. Ecco perché Deutsche Telekom<br />
proprio di recente si <strong>è</strong> data un<br />
codice etico per <strong>la</strong> gestione dell’IA.<br />
5<br />
Quali sono le sfide nel settore?<br />
Quando ci sono sempre più dati che<br />
devono essere raccolti, valutati ed e<strong>la</strong>borati,<br />
aumentano anche le richieste<br />
nei confronti del<strong>la</strong> protezione dei<br />
dati, sicurezza dei dati e in generale<br />
<strong>la</strong> consapevolezza dei rischi provenienti<br />
da internet. I servizi del<strong>la</strong> cybersicurezza<br />
dunque devono essere<br />
sempre ultramoderni e riferirsi sempre<br />
in modo unitario all’intera catena<br />
del valore, in quanto già <strong>la</strong> più picco<strong>la</strong><br />
fal<strong>la</strong> può significare un grosso danno<br />
finanziario ma anche d’immagine.<br />
6<br />
Come valuta il livello dei sa<strong>la</strong>ri?<br />
Il nostro settore crea molto valore.<br />
Ciò nonostante non <strong>è</strong> il c<strong>la</strong>ssico settore<br />
dai sa<strong>la</strong>ri alti, come si potrebbe<br />
pensare. Ci sono grosse differenze<br />
sa<strong>la</strong>riali: basta consultare il Libro paghe<br />
2018, pubblicato annualmente<br />
dall’Ufficio zurighese dell’economia<br />
e del <strong>la</strong>voro. Ma i dati vanno presi con<br />
le pinze: un compito avvincente, una<br />
buona cul<strong>tu</strong>ra aziendale, prestazioni<br />
supplementari o una partecipazione<br />
alle spese di formazione e perfezionamento<br />
sono elementi importanti che<br />
possono aumentare l’attrattività.<br />
Testo: Sina Bühler<br />
Foto: Yoshiko Kusano
L’ospite<br />
La signora Maria <strong>la</strong>vora a tempo<br />
parziale, ma deve essere sempre a disposizione<br />
per rispondere a un’even<strong>tu</strong>ale chiamata al <strong>la</strong>voro.<br />
Questa disponibilità anche nel tempo di non<br />
<strong>la</strong>voro rappresenta una forma di <strong>la</strong>voro gra<strong>tu</strong>ito<br />
che si sta affermando con l’aumento dell’incidenza<br />
dei tempi parziali. Teoricamente liberi di<br />
beneficiare del proprio tempo fuori dell’orario di<br />
<strong>la</strong>voro contrat<strong>tu</strong>alizzato, ma di fatto legati a<br />
una forma di disponibilità a tornare al <strong>la</strong>voro che<br />
come tale non viene remunerata. Una condizione<br />
di massima flessibilità che impedisce di fruire<br />
liberamente del proprio tempo libero o di cercarsi<br />
un altro <strong>la</strong>voro part-time per integrare il reddito<br />
ricavato dal primo. La gra<strong>tu</strong>ità (intesa come<br />
non pagamento di una prestazione) non rimanda<br />
esclusivamente al <strong>la</strong>voro domestico o al volontariato,<br />
dunque. Nelle sue varie forme, essa <strong>è</strong><br />
contraddistinta dal<strong>la</strong> disponibilità a dedicare<br />
sempre più tempo di vita alle attività produttive,<br />
rendendosi disponibili nel tempo libero per le<br />
esigenze di un datore di <strong>la</strong>voro o di un potenziale<br />
committente, come nel caso del<strong>la</strong> signora Maria,<br />
<strong>la</strong>vorando di più a parità di remunerazione, svolgendo<br />
attività online dalle quali le grandi imprese<br />
traggono profitto. La gra<strong>tu</strong>ità <strong>è</strong> sempre più<br />
contraddistinta anche dagli stage svolti nel<strong>la</strong><br />
speranza di poter far valere l’esperienza acquisita<br />
sul mercato del <strong>la</strong>voro. A questo proposito,<br />
<strong>è</strong> utile richiamare un dato del<strong>la</strong> statistica ufficiale:<br />
in Svizzera, tra i sa<strong>la</strong>riati nel<strong>la</strong> fascia d’età<br />
dai 15 ai 24 anni (apprendisti esclusi), un quarto<br />
dei contratti di <strong>la</strong>voro sono a tempo determinato<br />
e di questi il 41% sono rappresentati da stage.<br />
Queste trasformazioni del <strong>la</strong>voro non possono<br />
che condizionare il funzionamento dello Stato<br />
sociale e costringere ad affrontare il modo in cui<br />
esso <strong>è</strong> concepito. La sfida consiste nel garantire<br />
nuovi diritti sociali alle forme di <strong>la</strong>voro flessibile,<br />
intermittente, contingente che accompagnano<br />
<strong>la</strong> rivoluzione industriale 4.0 in divenire.<br />
Quando il tempo<br />
parziale diventa totale<br />
Spartaco Greppi, PhD in scienze economiche<br />
e sociali all’Università di Friburgo,<br />
<strong>è</strong> professore di sicurezza sociale presso<br />
<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> universitaria professionale<br />
del<strong>la</strong> Svizzera italiana dove <strong>è</strong> anche responsabile<br />
dell’unità di ricerca in <strong>la</strong>voro<br />
sociale. Come ricercatore ha partecipato<br />
a diverse ricerche sul funzionamento<br />
del mercato del <strong>la</strong>voro, sul<strong>la</strong> politica familiare<br />
e sullo Stato sociale. At<strong>tu</strong>almente<br />
sta <strong>la</strong>vorando a uno s<strong>tu</strong>dio esplorativo<br />
finanziato da Innosuisse (Agenzia<br />
svizzera per <strong>la</strong> promozione dell’innovazione)<br />
in col<strong>la</strong>borazione con USS Ticino<br />
e Moesa intito<strong>la</strong>to «Riconoscere il “free<br />
work”: dal<strong>la</strong> tassonomia all’analisi dei<br />
bisogni sociali».<br />
7
Ecco come funziona davvero l’economia nell’era digitale<br />
I media gra<strong>tu</strong>iti distruggono <strong>la</strong> stampa. Un’agonia senza fine?<br />
I trucchi e le leve dei grandi gruppi di Internet<br />
Dossier 9<br />
<strong>Se</strong> <strong>è</strong> <strong>gratis</strong><br />
<strong>la</strong> <strong>merce</strong><br />
<strong>sei</strong> <strong>tu</strong>
10 Dossier<br />
Ecco come funziona davvero l’economia<br />
nell’era digitale<br />
Noi adoriamo internet e i social media come<br />
Facebook, perché (quasi sempre) sono <strong>gratis</strong>.<br />
Ma dietro <strong>tu</strong>tto questo si nasconde <strong>la</strong> violenta<br />
trasformazione del<strong>la</strong> società da parte delle<br />
multinazionali californiane.<br />
Testo: Oliver Fahrni<br />
Foto: Alexander Egger<br />
Che strano. Faccio una videochiamata con il figlio di un’amica<br />
a Tokyo e non pago nul<strong>la</strong>. Ricerco, su diversi archivi,<br />
2.867.894 testi, immagini e filmati sul<strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione politica<br />
negli USA. Mi vengono forniti in pochi secondi, ma nessuno<br />
mi chiede dei soldi. Il concerto di pianoforte di Khatia<br />
Buniatishvili a Tolosa <strong>è</strong> gra<strong>tu</strong>ito, proprio come <strong>la</strong> mia<br />
p<strong>la</strong>ylist con musica underground su YouTube. Utilizzo –<br />
totalmente <strong>gratis</strong> – gps, tecniche di codificazione, tecniche<br />
satellitari e guardo <strong>la</strong> casa che forse voglio affittare in<br />
Sicilia sul mio schermo. La visualizzo dall’alto e da <strong>tu</strong>tti i<br />
<strong>la</strong>ti.<br />
No, non <strong>è</strong> uno spot pubblicitario per Google, ma una<br />
domanda: com’<strong>è</strong> possibile? Come può essere gra<strong>tu</strong>ito <strong>tu</strong>tto<br />
questo e molto altro? La produzione di queste informazioni,<br />
del<strong>la</strong> musica e del<strong>la</strong> loro trasmissione, costa delle<br />
somme immense. Google impiega 60mi<strong>la</strong> persone, che<br />
gestiscono 900mi<strong>la</strong> server e consumano l’elettricità di un<br />
intero Paese. Nel frattempo, internet <strong>è</strong> il terzo mangiatore<br />
di corrente dopo <strong>la</strong> Cina e gli USA. E nonostante Google<br />
non addebiti mai nul<strong>la</strong> al<strong>la</strong> mia carta di credito, il gruppo<br />
cresce al<strong>la</strong> velocità del<strong>la</strong> luce: l’anno scorso ha fatto 110<br />
miliardi di dol<strong>la</strong>ri di fat<strong>tu</strong>rato (bi<strong>la</strong>ncio pubblico del<strong>la</strong><br />
Svizzera: 70 miliardi) e 15 miliardi di utili. Google/Alphabet<br />
si <strong>è</strong> ufficialmente posto l’obiettivo di «organizzare <strong>tu</strong>tta<br />
l’informazione del mondo». Con ciò, il gruppo presto<br />
potrebbe essere quotato un «bilione» (ovvero, un milione<br />
di milioni) di dol<strong>la</strong>ri in borsa. Contro un valore del genere,<br />
le multinazionali del<strong>la</strong> chimica o del petrolio spariscono.<br />
Che succede al capitalismo?<br />
Questo sistema economico e sociale, teoricamente, non<br />
prevede cose gra<strong>tu</strong>ite. Tutto <strong>è</strong> <strong>merce</strong>, <strong>tu</strong>tto viene venduto,<br />
<strong>tu</strong>tto ha un prezzo, incluse le emozioni e i sentimenti. Anche<br />
<strong>la</strong> distruzione del pianeta <strong>è</strong> specu<strong>la</strong>tiva (pensiamo ai<br />
certificati CO2) e addirit<strong>tu</strong>ra il crollo del sistema <strong>è</strong> un valore<br />
trattabile sotto forma di «prodotti strut<strong>tu</strong>rati». Ecco <strong>la</strong><br />
quintessenza dell’economia capitalista.<br />
Da qui in<strong>tu</strong>iamo che <strong>la</strong> gra<strong>tu</strong>ità <strong>è</strong> una truffa. Nel migliore<br />
dei casi un’illusione ottica. I proprietari del gruppo<br />
Google non darebbero mai informazioni o competenze<br />
preziose senza un pagamento in cambio. Perché Facebook<br />
dovrebbe spostare qua e in là miliardi di messaggi, immagini,<br />
film, at<strong>tu</strong>alità senza farci il suo bel guadagno? In<br />
effetti non lo fa; nel primo trimestre di quest’anno ha registrato<br />
«soltanto» 5,5 miliardi di utili.<br />
Ricchissima grazie a ingenti perdite<br />
E cosa dovremmo pensare del servizio gra<strong>tu</strong>ito di brevi notizie<br />
Twitter? Il gruppo, attraverso cui il presidente americano<br />
Donald Trump con i suoi 13 milioni di follower fa <strong>la</strong><br />
sua politica mondiale, probabilmente non guadagnerà<br />
mai un centesimo. In teoria <strong>è</strong> costantemente in rosso,<br />
straindebitato e in bancarotta. Tuttavia, i suoi azionisti<br />
con queste immense perdite sono diventati ricchissimi:<br />
at<strong>tu</strong>almente il gruppo Twitter in borsa vale 33 miliardi di<br />
dol<strong>la</strong>ri.<br />
Assurdo? No, ma una nuova logica: evidentemente<br />
questa economia costruita su internet segue regole diverse<br />
rispetto a quel<strong>la</strong> vecchia tradizionale tripartita: prodotto,<br />
prezzo, profitto. Come sindacalisti, siamo in grado di<br />
capirlo.<br />
Facebook: 2,2 miliardi di col<strong>la</strong>boratori<br />
Da tempo, nel<strong>la</strong> Silicon Valley gira un detto: se qualcosa <strong>è</strong><br />
<strong>gratis</strong>, <strong>sei</strong> <strong>tu</strong> <strong>la</strong> <strong>merce</strong>. Questo <strong>è</strong> un primo aspetto.<br />
Come già scrisse il ricercatore canadese Dal<strong>la</strong>s Smythe<br />
nel secolo scorso: «I media fanno affari con <strong>la</strong> <strong>merce</strong> del<br />
pubblico». Ancora di più i social media. I dati che noi (di<br />
continuo, taluni in modo compulsivo) riveliamo a Facebook<br />
sono <strong>la</strong> materia prima di quest’economia. Gli algoritmi<br />
i loro mezzi produttivi. E l’informazione <strong>la</strong> loro <strong>merce</strong>.<br />
Dunque <strong>la</strong> storia del <strong>gratis</strong> non regge. Intanto paghiamo<br />
fornendo a questi gruppi <strong>la</strong> loro materia prima. Tra<br />
l’altro non <strong>la</strong> devono estrarre dal<strong>la</strong> miniera come i metalli.<br />
A loro basta attaccarci in rete. In gergo tecnico, questo infatti<br />
si chiama, non a caso, «data-mining».<br />
Degli algoritmi smistano queste montagne di dati in<br />
modo da rendere economicamente sfruttabili le nostre<br />
abi<strong>tu</strong>dini e preferenze, il nostro reddito, il nostro consumo<br />
e <strong>la</strong> nostra affidabilità creditizia, ma anche le nostre<br />
ma<strong>la</strong>ttie e patologie segrete. Google poi vende spazi pubblicitari<br />
su centinaia di migliaia di pagine internet. E non<br />
solo. Questo oro, che sono i dati, viene anche commerciato<br />
a tariffe molto care. A livello globale. Per questo Facebook<br />
nel 2014 ha pagato 20 miliardi di dol<strong>la</strong>ri per acquisire<br />
il servizio di messaggeria WhatsApp, molto amato<br />
soprat<strong>tu</strong>tto tra i giovani.<br />
Alcuni pensano che <strong>tu</strong>tto questo sia innocuo. «È solo<br />
pubblicità mirata», afferma un collega. Che però <strong>è</strong> legger-<br />
I servizi<br />
gra<strong>tu</strong>iti<br />
li paghiamo<br />
con i nostri<br />
dati e tanto<br />
volontariato
mente irritato dal fatto che Amazon sappia prima di noi<br />
cosa compreremo tra alcune ore o tra un paio di giorni.<br />
Ancora c’<strong>è</strong> nell’aria il vecchio capitalismo delle merci.<br />
Perché i soldi per <strong>la</strong> pubblicità provengono dal<strong>la</strong> produzione<br />
c<strong>la</strong>ssica, dunque dal plusvalore che gli azionisti si<br />
ritagliano dal <strong>la</strong>voro dei loro dipendenti.<br />
Ma gli strateghi dei colossi californiani mondiali GAFA<br />
(Google, Amazon, Facebook, Apple) & Co. mirano molto<br />
più in alto. Loro sono interessati a un pilotaggio del comportamento<br />
individuale. Nel consumo ma anche oltre. E<br />
sono sul<strong>la</strong> buona strada, come ha mostrato lo scandalo attorno<br />
a Facebook, Cambridge Analytica e l’elezione di<br />
Trump. Il fatto che i dati Facebook e<strong>la</strong>borati siano finiti in<br />
mano agli «opinion makers» non <strong>è</strong> stato un intoppo, bensì<br />
un modello commerciale. Proprio di recente in diverse<br />
battaglie elettorali (per ultimo in Ir<strong>la</strong>nda) sulle normale<br />
pagine di internet apparivano brevemente (e con una corrispondenza<br />
esatta per <strong>la</strong> categoria interessata) finestre di<br />
propaganda, le cosiddette «dark ads». Dunque <strong>è</strong> davvero<br />
ingenuo chi rega<strong>la</strong> generosamente i propri dati a dei gruppi<br />
che se li accaparrano con <strong>la</strong> promessa del<strong>la</strong> «gra<strong>tu</strong>ità».<br />
Ma noi facciamo molto di più. Paghiamo i servizi apparentemente<br />
gra<strong>tu</strong>iti, <strong>la</strong>vorando intensamente per i GAFA<br />
& Co. <strong>tu</strong>tti i giorni, senza stipendio, e spesso senza saperlo.<br />
Così, per esempio, creiamo i contenuti di Facebook.<br />
Non importa quanto siano rilevanti. L’importante <strong>è</strong> che<br />
forniamo <strong>la</strong> «materia» che serve agli offerenti. Siamo noi a<br />
produrne il valore. In cicli infiniti di feedback alleniamo<br />
gli algoritmi degli operatori e <strong>la</strong> loro intelligenza artificiale.<br />
Impariamo i bots linguistici dei call center. Chi ordina<br />
presso i fornitori online, esegue già anche <strong>la</strong> contabilità,<br />
gestisce <strong>la</strong> <strong>merce</strong>, il design e le mansioni di marketing. E<br />
diverse cose ancora. Insomma, siamo noi che teniamo accesa<br />
<strong>la</strong> macchina.<br />
Siamo il prolungamento del braccio delle multinazionali<br />
Condividere sarebbe<br />
una bel<strong>la</strong> cosa. Ma <strong>la</strong><br />
Sharing Economy<br />
<strong>è</strong> l’esatto contrario<br />
In questo, come scrive l’analista tedesco Timo Daum nel<br />
suo libro «Das Kapital sind wir», veniamo assoldati dai<br />
produttori di software come «prolungamento del braccio».<br />
Si evidenzia già, a grandi linee, <strong>la</strong> nuova logica dell’economia<br />
digitale.<br />
A chi sta a cuore il proprio tempo noterà che questo <strong>la</strong>voro<br />
volontario mangia sempre più tempo di vita. Ciò nonostante,<br />
molti forniscono di propria spontaneità questi<br />
«clickworking» perché i GAFA sono riusciti a mascherare i<br />
social media con un pizzico di nuove forme di vita e libertà<br />
californiana in stile surfer. «Colleziona momenti, non<br />
cose» <strong>è</strong> uno dei loro slogan pubblicitari per i «millenials»<br />
di questa terra. Possedere sembra passato di moda, condividere<br />
invece <strong>è</strong> trendy. L’importante <strong>è</strong> farlo in rete. «Sharing<br />
is caring», un altro motto dei reparti di marketing.<br />
Giusto. E allora perché non dovremmo viaggiare con il<br />
car-sharing? O mettere a disposizione <strong>la</strong> nostra casa mentre<br />
andiamo in vacanza? Oppure aiutare il vicino quando<br />
il <strong>la</strong>vandino perde? Così si sfruttano meglio le risorse e si<br />
nega <strong>la</strong> logica del<strong>la</strong> valorizzazione dove <strong>tu</strong>tto ha un prezzo.<br />
Perfetto!<br />
Peccato che <strong>la</strong> realtà sia <strong>tu</strong>tta un’altra. Le piattaforme<br />
di pubblica utilità vengono messe sotto pressione. Airbnb,<br />
EBay e altri nuovi colossi invece accumu<strong>la</strong>no miliardi<br />
con <strong>la</strong> nostra disponibilità a condividere. Hanno commercializzato<br />
e capitalizzato <strong>la</strong> pubblica utilità. Sono stati proprio<br />
i giudici californiani a rego<strong>la</strong>re severamente il servizio<br />
di trasporto di Uber. Non solo hanno riconosciuto <strong>la</strong><br />
perversione del<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> idea del car-sharing, ma hanno anche<br />
sollevato <strong>la</strong> domanda su quanto sia legittima l’uberizzazione<br />
come modello economico.
12<br />
Dossier<br />
Perché dietro al principio di essere trasportati a pochi<br />
soldi e di aver mediato <strong>la</strong> prestazione gra<strong>tu</strong>itamente attraverso<br />
una piattaforma (che cool!) si ce<strong>la</strong> una rot<strong>tu</strong>ra sociale:<br />
questo <strong>la</strong>voro, cio<strong>è</strong> questo valore, adesso lo creano degli<br />
occupati precari senza garanzie sociali. Lavorano a<br />
chiamata, con ore di <strong>la</strong>voro illimitate, e non sono assicurati.<br />
E devono svolgere vari <strong>la</strong>vori per assicurarsi un reddito<br />
con cui sopravvivere. Infatti spesso <strong>la</strong>vorano anche<br />
come corrieri, idraulici e prestatori di vari servizi.<br />
Questo <strong>è</strong> il modello essenziale del<strong>la</strong> nuova economia<br />
che si nasconde dietro a «p<strong>la</strong>y<strong>la</strong>bour», «micro-imprenditori»,<br />
impostazione libera del tempo e altre chiacchiere da<br />
lifestyle. Non c’<strong>è</strong> quasi ambito che non venga uberizzato.<br />
<strong>Se</strong>mpre più spesso le multinazionali rubano idee su prodotti,<br />
ricambi per veicoli, software, piani di costruzione,<br />
design, e così via, da qualche parte mettendo all’asta <strong>la</strong> richiesta<br />
su queste piattaforme mondiali. L’importante <strong>è</strong><br />
che <strong>la</strong> prestazione costi poco.<br />
Il mondo come terreno di gioco delle multinazionali<br />
Questa trasformazione radicale non <strong>è</strong> pilotata dal<strong>la</strong> tecnologia<br />
ma segue precisi interessi economici: essa porta agli<br />
estremi <strong>la</strong> ripartizione del <strong>la</strong>voro. Abbassa il prezzo del <strong>la</strong>voro<br />
(ma solo il <strong>la</strong>voro crea il valore) e sconfina gli orari di<br />
<strong>la</strong>voro. Diminuisce i costi produttivi delocalizzando il <strong>la</strong>voro<br />
verso l’«home office». Distrugge le garanzie sociali,<br />
dunque crea ancora più <strong>la</strong>voro presunto «volontario» gra<strong>tu</strong>ito<br />
e conveniente. E accelera l’accentramento del capitale.<br />
Uber respinge nell’angolo più remoto del mondo l’industria<br />
dei taxi e ora attacca globalmente l’affitto delle<br />
macchine, il trasporto e <strong>la</strong> logistica. Nel frattempo Amazon<br />
offre (quasi) <strong>tu</strong>tto ciò che <strong>è</strong> acquistabile e così facendo<br />
sta distruggendo <strong>tu</strong>tto il commercio al dettaglio. Facebook,<br />
Google e pochi altri control<strong>la</strong>no e commercializzano<br />
In realtà, né Facebook<br />
né Google sono <strong>gratis</strong>.<br />
Solo il nostro <strong>la</strong>voro<br />
deve essere gra<strong>tu</strong>ito<br />
o costare<br />
il meno possibile<br />
parti sempre più grandi del<strong>la</strong> produzione di notizie, sapere<br />
e cul<strong>tu</strong>ra dell’umanità. Le multinazionali stanno prendendo<br />
il potere. Dai social media trasformano sempre più<br />
spazi e servizi pubblici in terreni da gioco commerciali in<br />
mano a privati.<br />
I manager GAFA (come per esempio, il fondatore di<br />
Facebook Mark Zuckerberg) non ne fanno un mistero nelle<br />
loro interviste. Si vedono come prosecutori del<strong>la</strong> rivoluzione<br />
neoliberale degli Anni Ottanta. Soltanto, più agguerriti<br />
e radicali.<br />
Quello che ci offrono non <strong>è</strong> però gra<strong>tu</strong>ito. Gratis, o<br />
meno caro possibile, deve essere il nostro <strong>la</strong>voro.<br />
Per saperne di più sul libro di Timo Daum «Das Kapital sind wir» (in<br />
tedesco): edition-nautilus.de
Dossier<br />
I media gra<strong>tu</strong>iti distruggono <strong>la</strong><br />
stampa. Un’agonia senza fine?<br />
13<br />
L’ultima copia cartacea del quotidiano romando<br />
Le Matin uscirà il prossimo 22 luglio.<br />
Si tratta dell’ultima vittima di una lunga serie.<br />
In vent’anni in Svizzera <strong>la</strong> tira<strong>tu</strong>ra dei giornali a<br />
pagamento <strong>è</strong> diminuita di 1,15 milioni di copie.<br />
Testo: <strong>syndicom</strong><br />
Foto: Alexander Egger<br />
La si<strong>tu</strong>azione at<strong>tu</strong>ale in gran parte <strong>è</strong> da attribuire al<strong>la</strong> scelta<br />
degli editori di <strong>la</strong>nciare e mantenere dei quotidiani gra<strong>tu</strong>iti,<br />
tra cui 20 Minuti, che con oltre 2,7 milioni di lettori<br />
in tedesco, francese e italiano <strong>è</strong> il giornale più letto in<br />
Svizzera. Oltre un milione di lettori lo leggono online. A<br />
questi si aggiungono, in Svizzera tedesca, i circa 534mi<strong>la</strong><br />
lettori del Blick am Abend, che inoltre conta anche 119mi<strong>la</strong><br />
lettori sul web. Risultato: <strong>la</strong> generazione at<strong>tu</strong>ale non vede<br />
più un interesse a pagare oltre 500 franchi l’anno per un<br />
quotidiano quando l’informazione viene offerta gra<strong>tu</strong>itamente<br />
(e poco importa se si tratta di pagine con foto di<br />
poca sostanza scattate dai lettori). Il gra<strong>tu</strong>ito «<strong>è</strong> una banalità<br />
assoluta. La futilità eretta a sistema», commenta il celebre<br />
creatore di giornali romandi Jacques Pilet sul sito<br />
informativo Bon pour <strong>la</strong> tête. «Zero ricerche, niente idee,<br />
nessuna emozione forte, nessuna critica e nessun consiglio.<br />
Una massa di notizie d’agenzia e di gossip, un’accozzaglia<br />
di diversi minuscoli fatti sterili. Nota bene: tre quarti<br />
delle informazioni su personaggi famosi sono<br />
nordamericane, fornite precotte dalle agenzie», ecco le<br />
sue parole di condanna.<br />
Solo il 12% paga <strong>la</strong> stampa online<br />
Ma il lettore ci ha fatto l’abi<strong>tu</strong>dine. Tant’<strong>è</strong> che <strong>la</strong> Svizzera<br />
si caratterizza per il basso tasso di persone paganti per accedere<br />
alle notizie online: solo il 12% lo fa, che <strong>è</strong> una percen<strong>tu</strong>ale<br />
bassa rispetto a quel<strong>la</strong> di molti altri dei 36 paesi<br />
che hanno partecipato al Reuters Insti<strong>tu</strong>te Digital News<br />
Report 2018, rileva Linards Udris del Forschungsinsti<strong>tu</strong>t<br />
Öffentlichkeit und Gesellschaft (fög) dell’Università di Zurigo,<br />
uno degli autori del rapporto sul nostro paese. «La<br />
Svizzera si distingue mettendo i giornali gra<strong>tu</strong>iti al primo<br />
posto dell’audience del<strong>la</strong> stampa (print e online), quando<br />
invece parecchi sono già spariti nel resto del mondo. Oltre<br />
il 50% degli intervistati consulta ogni settimana le edizioni<br />
di 20 Minuti», constata il ricercatore.<br />
La stampa pagante non può concorrere con una tale<br />
audience. Le Matin contava 218mi<strong>la</strong> lettori, ma a sentire<br />
Tamedia l’anno scorso ha registrato un risultato negativo<br />
di 6,3 milioni di franchi, una perdita di quasi 34 milioni in<br />
dieci anni. Sparito a inizio 2017, l’Hebdo ha anch’esso accumu<strong>la</strong>to<br />
perdite da 15 anni, secondo il suo editore Ringier<br />
Axel Springer Suisse, comportando il taglio di 37 impieghi<br />
in una ristrut<strong>tu</strong>razione che ha toccato anche <strong>la</strong><br />
redazione di Le Temps. Ma sono sofferenti anche i giornali<br />
di qualità, come <strong>la</strong> NZZ che ha perso quasi 30mi<strong>la</strong> lettori<br />
su carta in un anno, guadagnandone poco più del<strong>la</strong><br />
metà (16mi<strong>la</strong>) online.<br />
Tuttavia non <strong>è</strong> soltanto colpa dei lettori. Gli editori<br />
hanno indebolito <strong>la</strong> qualità dei giornali, diminuendo il<br />
numero dei corrispondenti all’estero e dei redattori specializzati,<br />
tagliando i budget redazionali a favore del marketing,<br />
abbandonando il CCL per poter abbassare i sa<strong>la</strong>ri,<br />
accorpando e uniformando le redazioni e dunque gli argomenti<br />
trattati.<br />
La stampa gra<strong>tu</strong>ita leva alle testate anche <strong>la</strong> pubblicità,<br />
che at<strong>tu</strong>almente raggiunge solo 1,117 miliardi di franchi,<br />
ovvero l’11,7% in meno che nel 2016. Allo stesso tempo <strong>la</strong><br />
pubblicità online esplode e le sue entrate raggiungono ormai<br />
2,1 miliardi, registrando un aumento del 5,9%, senza<br />
contare <strong>la</strong> pubblicità visualizzata sui motori di ricerca.<br />
Si muove infine <strong>la</strong> COMCO<br />
La concentrazione delle testate detenute da Tamedia e<br />
Ringier, che rappresentano l’80% del<strong>la</strong> tira<strong>tu</strong>ra in Svizzera,<br />
e il fatto che il primo costi<strong>tu</strong>isse azionista di maggioranza<br />
dell’Agenzia telegrafica svizzera (ats), hanno pesato<br />
molto sulle attese di profitto nei confronti dell’agenzia da<br />
Il modello<br />
di finanziamento<br />
deve comunque<br />
prevedere un pubblico<br />
disposto a pagare
14<br />
Dossier<br />
parte del suo azionista principale APA (dopo <strong>la</strong> fusione<br />
con Keystone). Con 36 impieghi soppressi fino al 2019,<br />
l’ats <strong>è</strong> un’altra vittima del<strong>la</strong> crisi di questo inizio anno.<br />
D’altronde meraviglia che questo accentramento, rafforzato<br />
ancora dal dominio di Tamedia sul<strong>la</strong> Basler Zei<strong>tu</strong>ng,<br />
come anche l’acquisizione, da parte di Christoph Blocher,<br />
di cinque testate supplementari arrivando a 30 giornali<br />
gra<strong>tu</strong>iti in suo possesso, non abbia minimamente spinto<br />
<strong>la</strong> Commissione del<strong>la</strong> concorrenza (COMCO) ad agire.<br />
Soltanto a inizio maggio ha dato <strong>la</strong> sua approvazione per<br />
eseguire un esame approfondito di un’even<strong>tu</strong>ale posizione<br />
dominante nel caso dell’acquisizione di Goldbach (media<br />
elettronici e spazi pubblicitari) da parte di Tamedia.<br />
Calo di iscritti ai sindacati<br />
Il numero dei giornalisti iscritti al sindacato e pronti a battersi<br />
davanti al<strong>la</strong> sparizione di tanti posti di <strong>la</strong>voro <strong>è</strong>, purtroppo,<br />
anch’esso in diminuzione. «Questa evoluzione»,<br />
constata Stephanie Vonarburg, responsabile del settore a<br />
<strong>syndicom</strong>, «<strong>è</strong> dovuta al<strong>la</strong> diminuzione delle persone che<br />
esercitano questo mestiere e al tasso di sindacalizzazione<br />
che si <strong>è</strong> ridotto dal 70% a circa il 50% in vent’anni. Ma il<br />
settore comincia a impegnarsi nelle lotte sindacali, come<br />
ha dimostrato lo sciopero all’ats o i movimenti nelle redazioni<br />
di Tamedia».<br />
Meno giornali stampati causano anche un calo degli<br />
impieghi nel settore del<strong>la</strong> stampa, che in vent’anni (dal<br />
1995 al 2015) secondo l’Ufficio federale di statistica ha<br />
perso due terzi dei posti di <strong>la</strong>voro (da 34.987 nel 1995 a<br />
13.097 nel 2015). Il numero di tipografie in Svizzera, che<br />
nel 1995 era ancora di 2.537, nel 2015 ammontava soltanto<br />
a 1.060.<br />
Dal 23 luglio prossimo dunque Le Matin diventerà il<br />
primo quotidiano svizzero interamente digitale. Potrà offrire<br />
un contenuto di qualità con una redazione di sole<br />
15 persone, anche se col<strong>la</strong>borerà con Sport-Center et Newsexpress<br />
di Tamedia e con <strong>la</strong> rete di 20 Minuti? «Generalmente<br />
una redazione ridotta pone dei problemi nei media<br />
stampati - riconosce Linards Udris - Inoltre, <strong>la</strong> redazione<br />
di 20 Minutes <strong>è</strong> più picco<strong>la</strong> di quel<strong>la</strong> di 20 Minuten, e fornisce<br />
meno analisi sulle votazioni o testi originali. Dunque<br />
<strong>la</strong> sua qualità <strong>è</strong> più bassa. È diverso per le radio e tv<br />
regionali, dove Léman bleu, per esempio, nonostante sia<br />
più piccolo, fornisce un <strong>la</strong>voro migliore rispetto a Tele M1,<br />
una catena privata di televisione che diffonde nel<strong>la</strong> regione<br />
dell’Argovia e di Soletta. Dipende <strong>tu</strong>tto dal<strong>la</strong> strategia<br />
editoriale ed, essendo Le Matin imperniato sul<strong>la</strong> stampa<br />
popo<strong>la</strong>re, esso potrà scambiare informazioni soltanto con<br />
20 Minutes», questa <strong>la</strong> sua valutazione. <strong>Se</strong> Le Matin rinuncerà<br />
al suo punto forte, le informazioni sportive esclusive,<br />
prendendole dalle agenzie, allora si può già dubitare del<strong>la</strong><br />
sua sopravvivenza.<br />
Siti dei giornali meno cliccati<br />
In Svizzera, <strong>la</strong> ricerca Annales Qualité des médias 2017 del<br />
fög rileva che circa il 40% dei lettori da 18 a 24 anni s’informa<br />
cercando un argomento sui motori di ricerca o attraverso<br />
i social media. I siti dei giornali sono sempre meno<br />
cercati direttamente. Gran parte degli introiti pubblicitari<br />
va nelle tasche degli intermediari tecnologici mondiali,<br />
indebolendo il finanziamento già precario dei media svizzeri.<br />
Il progetto di legge<br />
presentato<br />
non risolve le difficoltà<br />
del<strong>la</strong> stampa scritta<br />
Il finanziamento del<strong>la</strong> stampa va reinventato. A Montréal,<br />
La Presse, testata digitale, a maggio <strong>è</strong> diventato un<br />
organismo a fini non lucrativi, che chiede l’aiuto del governo,<br />
delle grandi aziende, delle fondazioni e dei privati.<br />
In Svizzera, il Consiglio federale prevede di proteggere <strong>la</strong><br />
stampa nell’ambito del<strong>la</strong> nuova legge sui media, versando<br />
una parte del canone ai media online che soddisfano un<br />
mandato di prestazione. Ma il progetto presentato, che<br />
prevede che una parte del canone vada al video e online e<br />
un’altra alle agenzie di stampa, non compensa certo le risorse<br />
perse dal<strong>la</strong> stampa scritta. Qualunque sarà il modello<br />
scelto, esso esigerà dei lettori pronti a pagare per ottenere<br />
un contenuto originale, delle ricerche fatte sul<br />
campo, un <strong>la</strong>voro diverso da quello che forniscono le<br />
agenzie e redazioni aggruppate in «pools». Diciamolo una<br />
volta per <strong>tu</strong>tte: gli articoli di qualità non potranno mai essere<br />
gra<strong>tu</strong>iti.<br />
Reuters Insti<strong>tu</strong>te Digital News Report 2018 (in inglese)<br />
https://bit.ly/2t9aene<br />
Fotoreportage<br />
La foto di copertina <strong>è</strong> stata scattata a Derborence dal fotografo<br />
bernese Alexander Egger. Quest’ultimo <strong>è</strong> anche l’autore<br />
delle immagini di pagina 8 e 14 (a Berna) e del<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> foto<br />
che figura nel sommario. Egger ha costruito il reportage a<br />
partire dal tema «vita e morte di un giornale gra<strong>tu</strong>ito», un<br />
modello di stampa assai diffuso, che solitamente si getta<br />
una volta letto e che costi<strong>tu</strong>isce un tipo di rifiuti che costel<strong>la</strong><br />
gli spazi pubblici.<br />
Alexander Egger sta conducendo un’interessante ricerca<br />
sul movimento, i riflessi e gli effetti del colore nel<strong>la</strong> fotografia<br />
na<strong>tu</strong>ralistica. Per saperne di più: www.alexanderegger.ch
15<br />
Il gra<strong>tu</strong>ito <strong>è</strong> caro<br />
Fat<strong>tu</strong>rato 2017* in miliardi di dol<strong>la</strong>ri US<br />
2,5 41<br />
110<br />
Fonte: dati delle aziende *Fat<strong>tu</strong>rato Twitter 2016<br />
Il gra<strong>tu</strong>ito <strong>è</strong> specu<strong>la</strong>tivo<br />
Perdite in miliardi di dol<strong>la</strong>ri US<br />
–2,53<br />
Twitter<br />
(2016)<br />
Valore di borsa<br />
33 miliardi dol<strong>la</strong>ri<br />
–3,44<br />
Snapchat<br />
(2017)<br />
Valore di borsa<br />
27 miliardi dol<strong>la</strong>ri<br />
Valori di mercato a confronto in miliardi di dol<strong>la</strong>ri US<br />
Google<br />
Facebook<br />
ExxonMobil<br />
<strong>la</strong> multinazionale più cara<br />
di petrolio<br />
JP Morgan Chase<br />
<strong>la</strong> banca più cara<br />
340<br />
314<br />
528<br />
739<br />
Fonti: dati delle aziende, borse<br />
Il gra<strong>tu</strong>ito <strong>è</strong> sporco<br />
Il web nel 2017<br />
ha consumato<br />
l‘8 percento<br />
dell’energia elettrica<br />
mondiale.<br />
1,5 x<br />
L’industria internet oggi<br />
emette 1,5 volte più gas<br />
serra del traffico aereo<br />
mondiale.<br />
<strong>Se</strong> <strong>è</strong> <strong>gratis</strong>, <strong>sei</strong> <strong>tu</strong> <strong>la</strong> <strong>merce</strong><br />
Stato nel 2017 in dol<strong>la</strong>ri US<br />
Ogni membro LinkedIn<br />
vale 550 dol<strong>la</strong>ri<br />
Ogni iscritto a Facebook<br />
vale 280 dol<strong>la</strong>ri<br />
550<br />
280<br />
Fonti: P<strong>la</strong>netoscope, Greenpeace France, Climatecare<br />
Fonte: calcolo autonomo in base ai dati delle aziende<br />
L’online sbanca <strong>tu</strong>tto<br />
Fat<strong>tu</strong>rati pubblicitari netti Svizzera 2013 e 2017<br />
in milioni di franchi<br />
Fat<strong>tu</strong>rato<br />
pubblicitario<br />
Stampa<br />
TV<br />
Radio<br />
Online<br />
749<br />
774<br />
157<br />
151<br />
1117<br />
845<br />
1615<br />
2100<br />
Fonte: Fondazione Statistica Svizzera del<strong>la</strong> pubblicità<br />
Tipografie<br />
Dipendenti<br />
– 31%<br />
4157<br />
+149%<br />
Ecatombe d’impieghi nell’industria grafica<br />
Numero dei posti di <strong>la</strong>voro e delle tipografie in Svizzera<br />
35000<br />
30000<br />
25000<br />
20000<br />
15000<br />
10000<br />
5000<br />
0<br />
Fonte: UST, censimento delle aziende<br />
1996<br />
1998<br />
2000<br />
2002<br />
2004<br />
2006<br />
2008<br />
2010<br />
2012<br />
2014<br />
6839<br />
3500<br />
3000<br />
2500<br />
2000<br />
1500<br />
1000<br />
500<br />
0<br />
I trucchi e le leve dell’economia digitale<br />
Solo pochissime persone scorrazzerebbero su Facebook se<br />
per farlo dovessero anche pagare. Già rive<strong>la</strong>no i loro dati e<br />
creano – con i loro commenti, clip e foto – i contenuti di<br />
Facebook.<br />
La prima rego<strong>la</strong> dell’economia digitale <strong>è</strong>: chi vuole affermarsi,<br />
necessita di una massa. La leva per raggiungere<br />
questa massa <strong>è</strong> gra<strong>tu</strong>ita. Nel caso di Facebook si tratta<br />
oggi di 2,2 miliardi di utenti. Ma <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> vale per <strong>tu</strong>tti i<br />
gruppi Internet simili.<br />
In questo dossier vi dimostriamo che Facebook & Co. sono<br />
<strong>tu</strong>tt’altro che <strong>gratis</strong>. Noi paghiamo con i nostri dati e contenuti<br />
(ovvero a suon di clic). Non sappiamo che fine fanno.<br />
Noi li inseriamo in una b<strong>la</strong>ck box. La mancanza di trasparenza<br />
<strong>è</strong> <strong>la</strong> seconda rego<strong>la</strong> di ferro dei grandi gruppi<br />
digitali. I loro logaritmi ordinano e control<strong>la</strong>no sempre di<br />
più <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> nostra vita tramite big data, ma non ci <strong>è</strong> dato<br />
sapere come sono costruiti e cosa provocano. Chi vuole<br />
domare gruppi giganteschi come Facebook o Google, prima<br />
che prendano il dominio da soli, deve affrontare tre cose.<br />
I logaritmi devono essere resi trasparenti. La proprietà dei<br />
dati deve essere attribuita dai gruppi agli utenti. E i metadati<br />
anonimizzati devono essere a disposizione del<strong>la</strong> comunità.<br />
La terza rego<strong>la</strong> base dell’economia digitale, dopo<br />
<strong>la</strong> massa e <strong>la</strong> mancanza di trasparenza, <strong>è</strong> rimozione e distruzione.<br />
I gruppi Internet creano sì nuovo valore, ma in<br />
sostanza ridistribuiscono il valore esistente a loro favore:<br />
a tal fine abbattono strut<strong>tu</strong>re economiche e sociali acquisite.
16<br />
Dalle<br />
professioni<br />
L’unione fa <strong>la</strong> forza<br />
<strong>Se</strong>nza alcuna pietà, Tamedia forza<br />
l’accentramento mediatico. Altrettanto<br />
impietoso <strong>è</strong> il trattamento riservato<br />
ai dipendenti. Non facciamoci imbrogliare<br />
dal<strong>la</strong> retorica delle loro Public<br />
Re<strong>la</strong>tions. Ecco l’ultimo tragico capitolo<br />
di questa triste sceneggia<strong>tu</strong>ra:<br />
siccome sono pochi i dipendenti che<br />
si licenziano spontaneamente, adesso<br />
vengono «invitati» a farlo dietro offerte<br />
di indennità di buonuscita, per aggirare<br />
giuridicamente il licenziamento in<br />
massa. Il nuovo motto sembra essere:<br />
guai ad avere un piano sociale. Questo<br />
modo di fare <strong>è</strong> davvero al limite. Ma i<br />
limiti non sono un problema per Tamedia.<br />
Infatti vengono superati dal<strong>la</strong><br />
sua strategia di accentramento dei<br />
media. Perdita d’impieghi, qualità<br />
giornalistica in declino e un brodo<br />
mediatico uniforme per <strong>tu</strong>tto il Paese:<br />
<strong>tu</strong>tte cose che <strong>è</strong> disposta ad accettare.<br />
Dal punto di vista sindacale esiste una<br />
so<strong>la</strong> risposta: anche <strong>la</strong> resistenza deve<br />
oltrepassare i limiti. Tutte le redazioni<br />
Tamedia stanno combattendo <strong>la</strong> stessa<br />
guerra per difendere redazioni forti,<br />
media di qualità e di sostanza, buone<br />
condizioni di <strong>la</strong>voro. Contro il principio<br />
del «divide et impera» funziona<br />
solo <strong>la</strong> solidarietà redazionale trasversale.<br />
(Christian Capacoel)<br />
La solidarietà redazionale in campo: un momento delle proteste a Losanna nel 2014. (© Yves Sancey)<br />
https://bit.ly/2I18yRn<br />
Verso un servizio<br />
pubblico digitale<br />
Lo scorso 25 maggio <strong>è</strong> entrata in vigore<br />
<strong>la</strong> nuova rego<strong>la</strong>mentazione UE sul<strong>la</strong><br />
protezione dei dati (GDPR). I dati potranno<br />
essere utilizzati soltanto con<br />
l’approvazione dei diretti interessati,<br />
come prevede <strong>la</strong> Carta dei diritti<br />
fondamentali UE. Come conseguenza<br />
dell’effetto extraterritoriale del GDPR,<br />
potrebbero esserne colpite anche<br />
ditte e autorità in Svizzera. In fu<strong>tu</strong>ro<br />
le aziende dovranno essere più responsabili<br />
nel<strong>la</strong> gestione di informazioni<br />
personali. Per esempio dovranno<br />
garantire di rispettare i principi<br />
del GDPR nel trattamento dati di<br />
dipendenti o clienti. Questo riguarda<br />
soprat<strong>tu</strong>tto <strong>la</strong> legittimità e <strong>la</strong> limitazione<br />
delle finalità, ma anche <strong>la</strong> minimizzazione<br />
dei dati. <strong>Se</strong> non lo faranno,<br />
rischieranno una multa fino a 20 milioni<br />
di Euro. Lo scandalo Facebook,<br />
dove i dati di oltre 100 milioni di persone<br />
sono stati manipo<strong>la</strong>ti per le elezioni<br />
americane e inglesi, <strong>è</strong> stato uno<br />
choc per l’opinione pubblica. Impedire<br />
l’abuso dei dati <strong>è</strong> un requisito fondamentale<br />
affinché <strong>la</strong> trasformazione<br />
digitale apporti benessere al<strong>la</strong> società<br />
intera. E questo <strong>è</strong> un elemento che va<br />
considerato anche quando si va a sviluppare<br />
il servizio pubblico digitale.<br />
Giorgio Pardini <strong>è</strong> responsabile del settore ITC
«La Curia ha di fatto impedito l’avvio di ogni piano sociale.<br />
Ciò da parte di un datore di <strong>la</strong>voro che dovrebbe essere etico»<br />
17<br />
Cronaca di una morte annunciata<br />
Chiude il Giornale del Popolo, quotidiano cattolico del<strong>la</strong> Svizzera<br />
italiana. Colpa del calo pubblicitario, in un settore sì in crisi ma<br />
anche senza regole. A farne le spese, una trentina di dipendenti,<br />
in una vicenda che nasconde parecchie zone d’ombra.<br />
Defunto il Giornale del Popolo. Il<br />
5 giugno <strong>la</strong> Pre<strong>tu</strong>ra di Lugano ha ufficializzato<br />
il fallimento del<strong>la</strong> Nuova<br />
Società Giornale del Popolo S.A., di<br />
proprietà del<strong>la</strong> Curia luganese. Dopo<br />
92 anni si chiude così <strong>la</strong> storia dell’ultimo<br />
quotidiano cattolico a livello elvetico.<br />
La crisi del<strong>la</strong> carta stampata e<br />
dell’informazione in generale non <strong>è</strong><br />
certo una novità (basti guardare cosa<br />
sta accadendo nel<strong>la</strong> Svizzera romanda).<br />
Il crollo del mercato pubblicitario,<br />
<strong>la</strong> diminuzione degli abbonati e<br />
l’avidità degli editori hanno portato<br />
al<strong>la</strong> scomparsa di diverse testate. In<br />
Ticino poi le dimensioni del mercato<br />
(360mi<strong>la</strong> abitanti) non giustificano <strong>la</strong><br />
presenza di tre quotidiani. <strong>Se</strong> quel<strong>la</strong><br />
del GdP sembrava una morte annunciata,<br />
nel<strong>la</strong> vicenda ci sono ancora diverse<br />
zone d’ombra. Eccole.<br />
Tempi<br />
L’annuncio del<strong>la</strong> chiusura <strong>è</strong> stato dato<br />
con un comunicato del<strong>la</strong> Curia il<br />
17 maggio. «A seguito delle vicissi<strong>tu</strong>dini<br />
dell’agenzia di raccolta pubblicitaria<br />
Publicitas AG, <strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione venutasi<br />
a creare per il Giornale del Popolo,<br />
sostenuto per una parte determinante<br />
dai proventi pubblicitari raccolti dal<strong>la</strong><br />
medesima e ora venuti a mancare, ha<br />
posto l’editore di fronte al<strong>la</strong> necessità<br />
del deposito dei bi<strong>la</strong>nci presso <strong>la</strong><br />
Pre<strong>tu</strong>ra di Lugano avvenuto in data<br />
odierna. Tale provvedimento provocherà<br />
<strong>la</strong> cessazione del<strong>la</strong> pubblicazione<br />
del quotidiano a partire dal sabato<br />
19 maggio 2018». Un fulmine sì, perché<br />
<strong>la</strong> decisione <strong>è</strong> stata davvero fulminea:<br />
ci si attendeva, piuttosto (calco<strong>la</strong>ndo<br />
anche che il budget dei primi<br />
mesi del 2018 avrebbe dovuto essere<br />
garantito dai settemi<strong>la</strong> abbonamenti)<br />
l’annuncio di una ristrut<strong>tu</strong>razione entro<br />
<strong>la</strong> fine dell’anno. Ciò avrebbe dato<br />
<strong>la</strong> possibilità di trovare soluzioni per il<br />
fu<strong>tu</strong>ro (formato tabloid, periodicità<br />
settimanale, ricerca investitori) e per<br />
il personale (piano sociale). Ma il cielo<br />
non era affatto sereno.<br />
Modi<br />
Da anni il giornale del<strong>la</strong> Curia era in<br />
perdita. La fine del<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />
con il Corriere del Ticino aveva posto<br />
parecchie domande. Già a luglio 2017<br />
<strong>syndicom</strong> aveva espresso le sue perplessità<br />
e chiesto un progetto editoriale<br />
a lungo termine per <strong>la</strong> salvaguardia<br />
del personale. Il fallimento di Publicitas<br />
non <strong>è</strong> stato soltanto <strong>la</strong> goccia che<br />
ha fatto traboccare il vaso (di debiti),<br />
ma una «scusa» per ridurre le responsabilità<br />
del<strong>la</strong> Curia nei confronti dei<br />
<strong>la</strong>voratori. «In questo difficile momento<br />
– continuava il comunicato - il Vescovo<br />
desidera manifestare a <strong>tu</strong>tte le<br />
col<strong>la</strong>boratrici e i col<strong>la</strong>boratori, chiamati<br />
ad affrontare una si<strong>tu</strong>azione di<br />
grande fatica, <strong>la</strong> sua profonda grati<strong>tu</strong>dine<br />
per l’impegno generoso e perseverante<br />
profuso in tanti anni. Sono<br />
allo s<strong>tu</strong>dio modalità per rendere possibilmente<br />
meno gravose le conseguenze<br />
di questa forzata chiusura».<br />
Tuttavia, con il deposito dei bi<strong>la</strong>nci<br />
presso <strong>la</strong> Pre<strong>tu</strong>ra <strong>la</strong> Curia ha di fatto<br />
impedito l’avvio di qualsiasi piano<br />
sociale. E questo da parte di un datore<br />
di <strong>la</strong>voro che dovrebbe essere, per<br />
sua na<strong>tu</strong>ra, responsabile, etico, sociale,<br />
appunto.<br />
Regole<br />
Certo che se pure <strong>la</strong> Chiesa opera al<br />
pari di una holding, dichiarando il fallimento<br />
di una sua società e accol<strong>la</strong>ndo<br />
gli oneri allo Stato, allora quest’ultimo<br />
dovrebbe correre ai ripari. Non si<br />
possono far ricadere le scelte manageriali<br />
(che «in nome del<strong>la</strong> crisi» tagliano<br />
il personale) sul<strong>la</strong> collettività. Ci vorrebbero<br />
leggi che accollino alle aziende<br />
le loro responsabilità. Nel caso del<br />
Giornale del Popolo, <strong>è</strong> stato aperto un<br />
fondo di solidarietà per <strong>la</strong> trentina di<br />
dipendenti, in disoccupazione dal 1°<br />
giugno. I calcoli per <strong>la</strong> ripartizione di<br />
questo fondo hanno rive<strong>la</strong>to si<strong>tu</strong>azioni<br />
contrat<strong>tu</strong>ali poco chiare (disparità<br />
di trattamento, cinque pensionati a<br />
busta paga con stipendi da fame, sa<strong>la</strong>ri<br />
ben sotto il minimo del vecchio CCL<br />
del 2004) che impongono più che mai<br />
<strong>la</strong> richiesta di un contratto collettivo,<br />
che nel settore manca da 14 anni. Forse<br />
un CCL per <strong>la</strong> stampa non avrebbe<br />
salvato il Giornale del Popolo, ma una<br />
rego<strong>la</strong>mentazione avrebbe limitato le<br />
disparità e sicuramente migliorato il<br />
dialogo fra editore e direzione. E<br />
avrebbe pure generato una cul<strong>tu</strong>ra sindacale<br />
interna.<br />
Fu<strong>tu</strong>ro<br />
Nel ridotto mercato ticinese, <strong>è</strong> già iniziata<br />
<strong>la</strong> battaglia per accaparrarsi i settemi<strong>la</strong><br />
abbonati del quotidiano. <strong>syndicom</strong><br />
ha chiesto all’Ufficio esecuzione<br />
e fallimenti che <strong>la</strong> banca dati degli abbonati<br />
venga valutata e considerata<br />
nel<strong>la</strong> massa fallimentare. Intanto, due<br />
ex redattori-pensionati del GdP hanno<br />
annunciato <strong>la</strong> nascita di un giornale<br />
online. Al 20 giugno, una tipografia ha<br />
confermato <strong>la</strong> sua disponibilità a<br />
stampare un settimanale cattolico. La<br />
Curia, invece, vuol riflettere sulle modalità<br />
con cui far sentire <strong>la</strong> propria<br />
voce. Anche senza una <strong>rivista</strong> cartacea.<br />
(Giovanni Valerio)<br />
La redazione del Giornale del Popolo così come appare sull’ultimo numero online. (© Ruben Rossello)<br />
www.gdp.ch
18<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Si dovrebbe misurare <strong>la</strong> prosperità svizzera senza<br />
dimenticare l’importante contributo delle donne» Margrit Zinggeler<br />
<strong>Se</strong>rvizi gra<strong>tu</strong>iti,<br />
una scusa per<br />
esternalizzare<br />
I servizi gra<strong>tu</strong>iti sono <strong>la</strong> porta di entrata<br />
per i servizi a pagamento «prime».<br />
Dopo aver creato <strong>la</strong> domanda e una<br />
certa assuefazione per il gra<strong>tu</strong>ito, si<br />
possono/devono aggiungere servizi a<br />
pagamento per aumentare i margini<br />
di guadagno. Così, <strong>la</strong> strut<strong>tu</strong>ra logistica<br />
<strong>è</strong> sempre più sotto pressione. Come<br />
sindacato, ci interessiamo da tempo<br />
sulle conseguenze del gra<strong>tu</strong>ito sulle<br />
condizioni <strong>la</strong>vorative. Nel<strong>la</strong> logistica<br />
delle spedizioni gra<strong>tu</strong>ite (modello Za<strong>la</strong>ndo)<br />
<strong>la</strong> «re<strong>tu</strong>rn logistics» strut<strong>tu</strong>rale<br />
(milioni di pacchetti nel<strong>la</strong> so<strong>la</strong> Svizzera)<br />
<strong>è</strong> un fenomeno in crescita che deve<br />
essere tenuto sott’occhio perché richiede<br />
parecchio <strong>la</strong>voro manuale, con<br />
costi molto alti. La «re<strong>tu</strong>rn logistics» di<br />
massa cresce, dunque deve essere codificata.<br />
Come in ogni settore, anche<br />
nel<strong>la</strong> logistica <strong>la</strong> pressione sui margini<br />
di guadagno, creata dai servizi gra<strong>tu</strong>iti,<br />
<strong>è</strong> il motore di fenomeni ben noti:<br />
esternalizzazione di servizi, subappalto<br />
e appalto del subappalto. Non a<br />
caso, i prodotti meno redditizi sono<br />
spesso affidati a terzi e quindi <strong>la</strong> catena<br />
logistica si frammenta sempre di<br />
più. L’esigenza di contratti collettivi di<br />
settore resta dunque una priorità per i<br />
servizi logistici, confrontati a una crescita<br />
del numero di attori in un mercato<br />
sempre più competitivo. Attraverso<br />
il contratto collettivo dei corrieri, <strong>syndicom</strong><br />
cerca di dare un segnale forte al<br />
settore: sì, insieme si può!<br />
Matteo Antonini <strong>è</strong> membro del Comitato direttivo<br />
e responsabile del <strong>Se</strong>ttore Logistica<br />
Swiss Maid: <strong>la</strong> storia non scritta<br />
del miracolo economico elvetico<br />
<strong>Se</strong>nza il <strong>la</strong>voro delle donne e il loro impegno per <strong>la</strong> collettività, il<br />
successo economico del<strong>la</strong> Svizzera non sarebbe stato possibile.<br />
«Swiss Made» o «Swiss Maid»? La pronuncia<br />
<strong>è</strong> uguale ed <strong>è</strong> facile non notare<br />
l’errore nel leggere <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>. Maid in<br />
inglese significa serva o anche giovane<br />
donna. Questo gioco di parole ha ispirato<br />
il titolo dell’ultimo libro di<br />
Margrit Zinggeler, docente di Tedesco<br />
presso <strong>la</strong> Eastern Michigan University,<br />
nel quale illustra come il miracolo<br />
economico svizzero non sarebbe mai<br />
stato possibile senza il <strong>la</strong>voro delle<br />
donne e il loro grande impegno a favore<br />
del<strong>la</strong> collettività.<br />
Soltanto alcuni incorreggibili nostalgici<br />
metterebbero seriamente in<br />
dubbio che le donne abbiano dato un<br />
contributo significativo al successo<br />
economico del<strong>la</strong> Svizzera. E allora<br />
come mai Margrit Zinggeler ha sacrificato<br />
il suo anno sabbatico per mettere<br />
nero su bianco questa ovvietà su<br />
300 pagine?<br />
Non vogliamo una storia al maschile<br />
La storiografia del successo economico<br />
del<strong>la</strong> Svizzera <strong>è</strong> uni<strong>la</strong>terale. «Mi ha<br />
irritato vedere che qui <strong>è</strong> stata scritta<br />
una storia dagli uomini per gli uomini,<br />
che tratta soprat<strong>tu</strong>tto di battaglie,<br />
guerre e alleanze», spiega <strong>la</strong> Zinggeler.<br />
Questa ingiustizia l’ha spinta a rettificare<br />
le cose.<br />
Dopo dodici capitoli di analisi dettagliata<br />
si nota che nonostante l’industrializzazione,<br />
i movimenti del <strong>Se</strong>ssantotto<br />
e #metoo, in fondo <strong>è</strong><br />
cambiato davvero poco.<br />
Le donne mandano avanti l’economia<br />
ma gli uomini ci guadagnano<br />
Fino a oggi le donne hanno accesso soprat<strong>tu</strong>tto<br />
alle professioni del terziario,<br />
socialmente poco valorizzate e retribuite<br />
di conseguenza. Tuttavia, secondo<br />
<strong>la</strong> Zinggeler, sono proprio queste<br />
attività che rendono possibile il successo<br />
economico. Ciò nonostante<br />
sono poco analizzate in quanto per<br />
misurare il benessere generalmente si<br />
fa riferimento al prodotto interno lordo.<br />
Per questo <strong>la</strong> Zinggeler chiede una<br />
misurazione alternativa del benessere,<br />
che faccia emergere il contributo<br />
delle donne al<strong>la</strong> creazione del valore<br />
aggiunto lordo. Un contributo che<br />
spesso si perde nell’ambito informale<br />
e non retribuito e che dunque non risulta<br />
o emerge solo indirettamente<br />
nelle statistiche ufficiali.<br />
(Christian Capacoel)<br />
Zinggeler, Margrit V. «Swiss Maid. The<br />
Untold Story of Women’s Contributions<br />
to Switzer<strong>la</strong>nd’s Success». Peter<br />
Lang International Publisher, New<br />
York, 2017<br />
Il volume <strong>è</strong> stato pubblicato soltanto<br />
in inglese, ma <strong>è</strong> prevista <strong>la</strong> traduzione<br />
in tedesco.<br />
Margrit Zinggeler fa notare che le donne svizzere hanno diritto di voto soltanto dal 1971. (© Capacoel)<br />
https://www.margritzinggeler.com
«La digitalizzazione non deve diventare uno strumento<br />
per sfruttare i <strong>la</strong>voratori» David Roth<br />
19<br />
Re<strong>la</strong>zioni pericolose con Uber<br />
FFS e AutoPostale subito beccati<br />
L’anno scorso, le Ferrovie federali svizzere e AutoPostale hanno<br />
tentato di avviare una col<strong>la</strong>borazione col servizio taxi Uber.<br />
Ma l’azione dei sindacati ha scongiurato questi accordi deleteri.<br />
Già un anno fa, <strong>syndicom</strong>, Unia e SEV chiedevano <strong>la</strong> fine di questa col<strong>la</strong>borazione. (© Manu Friederich)<br />
Nell’applicazione Internet per il trasporto<br />
pubblico sarebbero stati proposti<br />
servizi di Uber in alternativa o come<br />
possibilità di collegamento integrative.<br />
Al<strong>la</strong>rmati dall’energico intervento<br />
dei sindacati, questa col<strong>la</strong>borazione <strong>è</strong><br />
già stata interrotta.<br />
La fine di questa col<strong>la</strong>borazione <strong>è</strong><br />
un chiaro segnale che <strong>la</strong> digitalizzazione<br />
non può essere utilizzata come strumento<br />
di sfruttamento. Poiché, nel<br />
mondo del <strong>la</strong>voro digitalizzato, lo<br />
spezzettamento di grandi mandati in<br />
molti piccoli <strong>la</strong>vori <strong>è</strong> più facile da coordinare.<br />
E proprio le piattaforme<br />
sfruttano <strong>tu</strong>tto ciò per far venire meno<br />
le condizioni di <strong>la</strong>voro contrat<strong>tu</strong>ali e<br />
trattare i <strong>la</strong>voratori come imprenditori<br />
autonomi.<br />
Pagare perfino <strong>la</strong> carta igienica<br />
Ciò ha spesso delle dure conseguenze,<br />
come si evince da un recente esempio<br />
proveniente dagli Stati Uniti. I conducenti<br />
di camion dovevano pagare per il<br />
rispettivo automezzo e <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva manutenzione,<br />
e persino per <strong>la</strong> carta igienica<br />
presso le aree destinate alle pause.<br />
La loro retribuzione non viene<br />
calco<strong>la</strong>ta sul<strong>la</strong> base delle ore di <strong>la</strong>voro<br />
eseguite, bensì dei quantitativi trasportati.<br />
Con <strong>la</strong> conseguenza che, per<br />
alcuni camionisti, anche dopo una<br />
settimana di <strong>la</strong>voro di 100 ore, i costi<br />
erano maggiori dei loro guadagni.<br />
Abbattimento dei sa<strong>la</strong>ri<br />
I costi totali per i dipendenti presso le<br />
aziende tradizionali possono toccare<br />
una cifra anche doppia rispetto al sa<strong>la</strong>rio<br />
corrisposto. Nel modello che si rifà<br />
a Uber, occorre subentrare in prima<br />
persona nei contributi per assicurazioni<br />
sociali, amministrazione, locali<br />
di <strong>la</strong>voro, veicoli, ferie e spese di quelli<br />
che sono solo autonomi di facciata. Di<br />
conseguenza, anche i sa<strong>la</strong>ri, e quindi<br />
gli onorari per gli autonomi, dovrebbero<br />
essere quasi doppi. Le aziende<br />
che commissionano tali mandati non<br />
hanno alcuna intenzione di adeguarsi<br />
in questo senso.<br />
Prime rego<strong>la</strong>mentazioni cantonali<br />
Inoltre le aziende, per <strong>la</strong> maggior parte<br />
multinazionali, pensano bene di<br />
sottrarsi alle leggi e alle imposte nazionali.<br />
In questo senso va controcorrente<br />
una rego<strong>la</strong>mentazione per le società<br />
che offrono servizi taxi a Ginevra.<br />
Quest’ultime devono avere <strong>la</strong> sede legale<br />
in Svizzera per poter ottenere una<br />
licenza. Gli autisti di taxi di Losanna<br />
chiedono ora proprio <strong>tu</strong>tto questo.<br />
Tuttavia, degli sforzi iso<strong>la</strong>ti a livello<br />
cantonale non possono sosti<strong>tu</strong>ire rego<strong>la</strong>mentazioni<br />
nazionali.<br />
Intanto il Consiglio federale festeggia<br />
L’anno scorso il Consiglio federale ha<br />
festeggiato <strong>la</strong> giornata del<strong>la</strong> digitalizzazione,<br />
deliziandosi delle novità del<br />
fantastico mondo digitale. Ma si <strong>è</strong> dimenticato<br />
di fare i compiti a casa. <strong>Se</strong> <strong>la</strong><br />
Svizzera vuole sfruttare le oppor<strong>tu</strong>nità<br />
del<strong>la</strong> digitalizzazione deve disporre<br />
anche di leggi moderne. Altrimenti<br />
sono già da mettere in conto il dumping<br />
sa<strong>la</strong>riale e le successive azioni di<br />
lotta sindacale. (David Roth)<br />
ge.ch/legis<strong>la</strong>tion/rsg/f/rsg_h1_31.html<br />
Niente <strong>è</strong> gra<strong>tu</strong>ito<br />
Il modello dei media stampati sta tramontando.<br />
Per lungo tempo i giornali<br />
sono stati delle galline dalle uova d’oro:<br />
finanziavano il giornalismo con gli<br />
annunci e il denaro fluiva che era una<br />
gioia. Invece oggi <strong>la</strong> pubblicità fa guadagnare<br />
tanti soldi solo a Tamedia e<br />
Ringier e ai giganti globali del<strong>la</strong> tecnologia<br />
(Google, Facebook, Amazon &<br />
Co.). Noi <strong>tu</strong>tti contribuiamo a questi<br />
fantastici profitti quando consumiamo<br />
i giornali gra<strong>tu</strong>iti o riveliamo (quasi)<br />
<strong>tu</strong>tto di noi sui social media. Con i<br />
nostri dati utente regaliamo informazioni<br />
preziose su <strong>tu</strong>tto ciò che c’interessa,<br />
su quello che ordiniamo, leggiamo<br />
e consumiamo. E in cambio cosa<br />
riceviamo? Ancora più pubblicità e il<br />
pilotaggio dei nostri interessi. Ma, si<br />
sa, niente <strong>è</strong> gra<strong>tu</strong>ito. Un <strong>la</strong>voro di qualità<br />
costa. Per fare buone ricerche,<br />
impostare e stampare bene servono<br />
tempo, stipendi decenti e buone condizioni<br />
di <strong>la</strong>voro. Vogliamo essere informati<br />
in modo esatto, ampio e onesto:<br />
sapere <strong>è</strong> potere e quest’ultimo in<br />
una democrazia va ripartito e control<strong>la</strong>to.<br />
Ma funziona solo se i media continueranno<br />
ad avere un valore per noi.<br />
Ecco perché come sindacato ci battiamo<br />
per trovare nuovi modelli per finanziare<br />
una stampa indipendente di<br />
qualità.<br />
Stephanie Vonarburg <strong>è</strong> vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />
e responsabile settore Stampa e media elettronici
20<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«La direzione di Tamedia continua ad arricchirsi,<br />
mentre i nostri sa<strong>la</strong>ri sono fermi» Un <strong>la</strong>voratore<br />
Industria grafica,<br />
il sa<strong>la</strong>rio mediano<br />
si abbassa ancora<br />
Nonostante il numero degli apprendisti<br />
rimanga tendenzialmente costante<br />
attorno alle 2mi<strong>la</strong> unità, i giovani non<br />
accorrono di certo in massa nel nostro<br />
settore. Oppure, come capita ai poligrafi,<br />
concludono gli s<strong>tu</strong>di ma poi si<br />
orientano altrove. Non per nul<strong>la</strong> <strong>la</strong> fascia<br />
di personale «over 50» <strong>è</strong> fortemente<br />
presente nel settore. Ecco quindi<br />
che il NO di viscom del 2015 al modello<br />
di pensionamento anticipato rimane<br />
<strong>tu</strong>tt’oggi incomprensibile. Constatiamo<br />
inoltre che chi perde il <strong>la</strong>voro,<br />
sempre più frequentemente ne cerca<br />
uno nuovo fuori settore. E non da ultimo,<br />
l’Ufficio federale di statistica, che<br />
ha pubblicato in maggio i sa<strong>la</strong>ri mediani<br />
dei vari settori, ci dice che quello<br />
dell’industria grafica (senza funzione<br />
di quadro) dal 2010 al 2016 non solo<br />
non <strong>è</strong> aumentato ma <strong>è</strong> addirit<strong>tu</strong>ra diminuito<br />
del 5,1%.<br />
La delegazione di <strong>syndicom</strong> e Syna<br />
andrà perciò al tavolo delle trattative<br />
con il compito sì di impedire un peggioramento<br />
dell’at<strong>tu</strong>ale CCL ma pure<br />
con l’obiettivo di rendere le condizioni<br />
di <strong>la</strong>voro attrattive, dal punto di vista<br />
economico e non solo. I negoziati<br />
entreranno nel vivo il prossimo 20 settembre.<br />
(Angelo Zanetti)<br />
https://bit.ly/2J2mgc7<br />
<strong>Se</strong>nza contratto, sono guai<br />
I col<strong>la</strong>boratori dei tre centri stampa di Tamedia intraprendono<br />
nuove forme di lotta per rientrare nel contratto collettivo.<br />
Ore 23.00: i col<strong>la</strong>boratori del <strong>tu</strong>rno di<br />
notte dei centri stampa di Tamedia<br />
prendono posto ai macchinari. Un collega<br />
del gruppo d’azione si alza e consegna<br />
a <strong>tu</strong>tti un cappellino rosso e alcuni<br />
adesivi. «<strong>Se</strong>nza il CCL sono guai»,<br />
vi si legge. Le colleghe e i colleghi si infi<strong>la</strong>no<br />
i cappellini. Più del 90% del personale<br />
dei centri di stampa e del<strong>la</strong> prestampa<br />
di Berna e Zurigo <strong>la</strong>vora nelle<br />
32 ore successive indossando il cappellino<br />
rosso. A Bussigny, l’azione si <strong>è</strong><br />
svolta dal 30 al 31 maggio. Insieme, i<br />
<strong>la</strong>voratori di Tamedia <strong>la</strong>nciano un segnale<br />
forte. Sono preoccupati. Vogliono<br />
rientrare nel CCL.<br />
Condizioni di <strong>la</strong>voro, sempre peggio<br />
Diamo uno sguardo al passato: al<strong>la</strong><br />
fine del 2015 Tamedia <strong>è</strong> uscita dall’associazione<br />
padronale viscom e pertanto<br />
dal CCL dell’industria grafica. La direzione<br />
aziendale tenta da allora di<br />
nascondere <strong>la</strong> vera ragione: il graduale<br />
peggioramento delle condizioni di <strong>la</strong>voro.<br />
Per prima cosa, nei tre centri di<br />
stampa di Bussigny, Berna e Zurigo l’orario<br />
di <strong>la</strong>voro <strong>è</strong> stato aumentato di 2 e<br />
1.25 ore e l’indennità per i pasti <strong>è</strong> stata<br />
parzialmente soppressa. Per i col<strong>la</strong>boratori<br />
del<strong>la</strong> tipografia con <strong>tu</strong>rno not<strong>tu</strong>rno,<br />
significa che nel <strong>tu</strong>rno di mattina<br />
devono iniziare a <strong>la</strong>vorare prima<br />
anche di sabato togliendo loro quasi<br />
totalmente il già scarso tempo libero<br />
con <strong>la</strong> famiglia e gli amici. «Il sabato<br />
mattina torno a casa dal <strong>tu</strong>rno del mattino<br />
e mi serve del tempo riprendermi»,<br />
dice un <strong>la</strong>voratore. Pertanto ai <strong>tu</strong>rnisti<br />
non resta che <strong>la</strong> domenica per<br />
fare qualcosa in famiglia. Il problema<br />
cruciale <strong>è</strong> che <strong>la</strong> riduzione dei fine settimana<br />
<strong>è</strong> stata introdotta senza prevedere<br />
alcuna retribuzione. Facendo una<br />
stima, per un sa<strong>la</strong>rio basso si tratterebbe<br />
di ben 2700 franchi che ogni <strong>la</strong>voratrice<br />
e ogni <strong>la</strong>voratore rega<strong>la</strong> ogni anno<br />
a Tamedia. «Le alte sfere di Tamedia si<br />
arricchiscono sempre più a fronte dei<br />
nostri sa<strong>la</strong>ri che invece ristagnano», afferma<br />
un tipografo di Berna. Anche le<br />
indennità di <strong>tu</strong>rno sono da tempo una<br />
spina nel fianco per <strong>la</strong> direzione di Tamedia.<br />
Oppure come scrive Andreas<br />
Schaffner, responsabile delle prestazioni<br />
contrat<strong>tu</strong>ali, in una lettera indirizzata<br />
ai presidenti delle commissioni<br />
aziendali: «Abbiamo bisogno di un<br />
margine di manovra per poter affrontare<br />
le sfide del<strong>la</strong> categoria».<br />
Un cappellino rosso<br />
indossato sul posto di<br />
<strong>la</strong>voro per affermare <strong>la</strong><br />
necessità del contratto<br />
collettivo nell’industria<br />
grafica. (© DR)<br />
La nuova associazione «print and<br />
communications» creata da viscom<br />
consente ai datori di <strong>la</strong>voro di seguire<br />
l’esempio di Tamedia. Con<br />
conseguenze devastanti per il personale.<br />
Lo stesso avviene anche<br />
presso <strong>la</strong> tipografia di banconote<br />
Orell Füssli, dove il personale si oppone<br />
anch’esso all’uscita dal CCL.<br />
Qui <strong>la</strong> lotta ha già assunto <strong>la</strong> forma<br />
di una pausa di protesta. Finora <strong>la</strong><br />
direzione resta però ferma sul<strong>la</strong> sua<br />
posizione, ma il personale <strong>è</strong> pronto<br />
a lottare. Stämpfli percorre un’altra<br />
strada. Hanno scoperto <strong>la</strong> tattica di<br />
viscom e si dichiarano chiaramente<br />
a favore del partenariato sociale. Il<br />
19 maggio si <strong>è</strong> tenuto un primo colloquio<br />
per un CCL aziendale tra<br />
<strong>syndicom</strong> e Stämpfli.<br />
Una petizione per tornare al CCL<br />
Per respingere gli attacchi alle condizioni<br />
di <strong>la</strong>voro, ad aprile i col<strong>la</strong>boratori<br />
dei tre centri di stampa hanno rivendicato<br />
con una petizione il rientro di<br />
Tamedia in viscom e pertanto il riconoscimento<br />
del CCL dell’industria<br />
grafica. La rappresentanza del personale<br />
<strong>è</strong> riuscita a raccogliere nel giro di<br />
poche settimane ben 280 firme. I col<strong>la</strong>boratori<br />
dei centri di stampa prestano<br />
un <strong>la</strong>voro serio e di alta qualità ed<br />
esigono per contro solo <strong>la</strong> garanzia<br />
delle condizioni di <strong>la</strong>voro esistenti.<br />
Ma <strong>la</strong> direzione non ne vuole sapere.<br />
32 ore dopo: sono le 5.30 di mattina,<br />
l’ultimo <strong>tu</strong>rno indossa ancora il cappellino<br />
rosso. «Dimostriamo che restiamo<br />
uniti e che questa richiesta ha<br />
il sostegno di <strong>tu</strong>tti noi», dice un col<strong>la</strong>boratore<br />
del<strong>la</strong> tipografia di Zurigo. «E<br />
questo <strong>è</strong> solo l’inizio!».<br />
(Miriam Berger)<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/industriagrafica-e-stampa-di-imbal<strong>la</strong>ggi/ccl2019/
«La Posta ha un fu<strong>tu</strong>ro se riceverà il chiaro mandato di<br />
tornare a un ampio servizio pubblico per <strong>tu</strong>tto il Paese» David Roth<br />
21<br />
La cura dei familiari<br />
ci riguarda <strong>tu</strong>tti<br />
Lavoro assistenziale: <strong>la</strong> maggior parte<br />
di noi vi associa le professioni sanitarie.<br />
A fronte di una inadeguata retribuzione<br />
e pessime condizioni di <strong>la</strong>voro,<br />
sono spesso donne provenienti<br />
dall’Europa dell’est o dall’Asia a occuparsi<br />
dei nostri congiunti in Svizzera.<br />
VPOD/SSP e Unia si schierano al fianco<br />
di queste donne.<br />
La maggior parte delle persone <strong>è</strong><br />
invece meno consapevole del <strong>la</strong>voro<br />
assistenziale non retribuito. Ad esempio,<br />
quando ci prendiamo cura dei<br />
nostri genitori e del nostro partner a<br />
casa. Sono le donne a prestare <strong>la</strong> maggior<br />
parte di questo <strong>la</strong>voro non retribuito.<br />
Affinché con questo gravoso<br />
compito non raggiungano i propri limiti<br />
di resistenza, affinché possano<br />
individuare even<strong>tu</strong>ali segnali d’al<strong>la</strong>rme<br />
e confrontarsi con altre persone,<br />
<strong>syndicom</strong> offre il corso «Lavorare e<br />
prendersi cura dei propri familiari:<br />
com’<strong>è</strong> possibile?». Spesso queste donne<br />
ultracinquantenni hanno un’attività<br />
<strong>la</strong>vorativa e si trovano di fronte a un<br />
nuovo o supplementare conflitto di<br />
conciliabilità. Saranno quindi illustrate<br />
anche le normative in materia di<br />
diritto del <strong>la</strong>voro – anche il CCL Posta<br />
e Swisscom – e saranno presentate diverse<br />
offerte di aiuto. Questo corso si<br />
terrà il 1° settembre a Zurigo in col<strong>la</strong>borazione<br />
con VPOD/SSP e avrà luogo<br />
inizialmente solo in tedesco.<br />
Patrizia Mordini <strong>è</strong> responsabile per le pari<br />
oppor<strong>tu</strong>nità e membro del Comitato direttivo<br />
La corsa ai profitti ha portato <strong>la</strong><br />
Posta sul baratro: serve uno stop<br />
La caduta di Susanne Ruoff <strong>è</strong> soltanto il sintomo di un declino<br />
annunciato, se <strong>la</strong> Posta non ritornerà al servizio pubblico.<br />
Lo scandalo di AutoPostale <strong>è</strong> stato fatale<br />
per Susanne Ruoff. Con lei <strong>è</strong> caduta<br />
l’intera direzione di AutoPostale ed<br />
<strong>è</strong> molto probabile che cadranno ancora<br />
altre teste. Ha dovuto dimettersi anche<br />
il capo del<strong>la</strong> banca cantonale argoviese<br />
Pascal Konradi, ex capo delle<br />
finanze del gruppo Posta. Adesso il<br />
CEO ad interim <strong>è</strong> Ueli Hurni, <strong>la</strong> cui carriera<br />
<strong>è</strong> iniziata a PostFinance. Lo scandalo<br />
<strong>è</strong> iniziato con le truffe at<strong>tu</strong>ate per<br />
soddisfare le eccessive pretese di profitto<br />
di AutoPostale. Ma <strong>la</strong> corsa agli<br />
utili a sua volta <strong>è</strong> dipesa dalle attese di<br />
profitto che il Consiglio federale e il<br />
Par<strong>la</strong>mento hanno nei confronti di<br />
<strong>tu</strong>tto il gruppo Posta. La gestione<br />
Ruoff ha rispecchiato questo mix insostenibile:<br />
da una parte ancora un po’<br />
di servizio pubblico, dall’altra un management<br />
brutale per ottenere il massimo<br />
profitto. Questo conduce a un<br />
continuo peggioramento delle condizioni<br />
di <strong>la</strong>voro e mette a rischio il servizio<br />
universale. È in contrasto con <strong>la</strong><br />
politica economica che non vuole rafforzare<br />
solo i centri urbani. I risultati<br />
di questa gestione sono licenziamenti,<br />
chiusure degli uffici postali, delocalizzazioni,<br />
elusione del CCL, tagli al<br />
servizio di recapito e molto altro. Tutto<br />
questo a spese dell’intera popo<strong>la</strong>zione.<br />
Gli indennizzi astronomici che<br />
<strong>la</strong> Ruoff ha percepito per anni at<strong>tu</strong>tiscono<br />
<strong>la</strong> sua caduta. La Posta invece <strong>è</strong><br />
sul baratro. Continua a smantel<strong>la</strong>re<br />
servizi, addirit<strong>tu</strong>ra presso <strong>la</strong> prima<br />
del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse, PostFinance. Sono mille<br />
le persone che stanno temendo per il<br />
proprio impiego. Nell’ambito del progetto<br />
di smantel<strong>la</strong>mento «Victoria<br />
2020» <strong>la</strong> direzione vuole cancel<strong>la</strong>re<br />
500 impieghi a tempo pieno, soprat<strong>tu</strong>tto<br />
nel<strong>la</strong> consulenza dei clienti commerciali.<br />
È previsto che in fu<strong>tu</strong>ro sarà<br />
assistito direttamente soltanto ancora<br />
La Ruoff cade sul morbido, mentre migliaia di<br />
dipendenti atterrano sul duro. (© Keystone)<br />
un quinto dei clienti commerciali,<br />
mentre il resto sarà trasferito ai<br />
call-center e ai servizi di messaggeria<br />
già sovraccarichi. Inoltre temono di<br />
perdere il posto anche moltissimi addetti<br />
degli operation center.<br />
PostFinance <strong>è</strong> in debito verso i suoi<br />
dipendenti, alcuni al servizio dell’azienda<br />
da decenni. Vanno trovate delle<br />
nuove soluzioni. <strong>syndicom</strong> s’impegnerà<br />
affinché vengano conservati più<br />
impieghi possibili e affinché i <strong>la</strong>voratori<br />
licenziati ottengano nuove chance<br />
sul mercato del <strong>la</strong>voro. Inoltre dovranno<br />
ricevere un sostegno maggiore di<br />
quanto previsto dal piano sociale.<br />
La soluzione: più servizio pubblico<br />
I manager di PostFinance amano <strong>la</strong>mentarsi<br />
di fattori esterni come il limite<br />
al quale sottostanno nelle operazioni<br />
ipotecarie. Tuttavia questo dato<br />
di fatto non si può cambiare. A livello<br />
politico un ingresso di PostFinance<br />
nel mercato ipotecario <strong>è</strong> impensabile,<br />
in quanto i cantoni non vogliono che<br />
le loro banche cantonali subiscano<br />
una concorrenza. Può essere giusto o<br />
sbagliato, ma così <strong>è</strong>. <strong>Se</strong> PostFinance,<br />
AutoPostale e l’intero gruppo Posta<br />
usciranno indenni da questo pasticcio,<br />
ci sarà un’unica strada da seguire:<br />
dobbiamo costringere <strong>la</strong> politica a<br />
porre fine al<strong>la</strong> sua strategia del profitto<br />
a ogni costo nei confronti del<strong>la</strong> Posta.<br />
Infatti questa <strong>è</strong> frutto delle intenzioni<br />
segrete del Consiglio federale di<br />
privatizzare <strong>la</strong> Posta in sordina. Tutto<br />
questo deve finire. La Posta ha un fu<strong>tu</strong>ro<br />
se riceverà il chiaro mandato di ritornare<br />
a un ampio servizio pubblico<br />
per <strong>tu</strong>tto il Paese. (David Roth)<br />
https://bit.ly/2tdC3uz
22 Politica<br />
<strong>Se</strong>rvizio pubblico 2.0<br />
gestire <strong>la</strong> digitalizzazione<br />
Al<strong>la</strong>rme! <strong>Se</strong> il settore pubblico<br />
non regolerà <strong>la</strong> trasformazione<br />
digitale e non svilupperà<br />
un servizio pubblico<br />
digitale, <strong>la</strong> Svizzera perderà<br />
<strong>la</strong> sua sovranità a favore di<br />
aziende globalizzate come<br />
Facebook. E sarà a rischio <strong>la</strong><br />
pace sociale. La formu<strong>la</strong> magica<br />
si chiama sovranità dei<br />
dati.<br />
Testo: Giorgio Pardini<br />
Foto: alphaspirit<br />
<strong>Se</strong> il servizio pubblico verrà smantel<strong>la</strong>to,<br />
si dissolveranno anche <strong>la</strong> democrazia<br />
e <strong>la</strong> pace sociale. Perché il<br />
servizio pubblico garantisce a <strong>tu</strong>tti<br />
l’approvvigionamento di prestazioni<br />
e infrastrut<strong>tu</strong>re elementari necessarie.<br />
Esso consente e garantisce l’accesso<br />
al<strong>la</strong> formazione, <strong>la</strong> sicurezza<br />
fisica, le chances di sopravvivenza,<br />
<strong>la</strong> legalità e <strong>la</strong> sicurezza sociale. E<br />
soprat<strong>tu</strong>tto in quanto contrappeso<br />
al capitale e al mercato esso cerca di<br />
uguagliare un po’ le oppor<strong>tu</strong>nità in<br />
una società sempre più ingiusta.<br />
Siccome <strong>la</strong> Svizzera sta cambiando,<br />
lo deve fare anche il servizio<br />
pubblico adeguandosi alle diverse<br />
esigenze. Una volta instal<strong>la</strong>va ovunque<br />
cabine telefoniche, oggi deve<br />
predisporre reti per i cellu<strong>la</strong>ri e gli<br />
hotspot wi-fi. Ma per essere davvero<br />
degno del suo ruolo, dovrà fare molto<br />
di più.<br />
Sospinti dal<strong>la</strong> trasformazione<br />
digitale nascono nuovi modelli commerciali<br />
come l’economia del<strong>la</strong><br />
piattaforme. In meno di due decenni<br />
sono stati creati dei colossi mondiali<br />
giganteschi, Alphabet/Google,<br />
Amazon, Facebook, Apple (GAFA) e<br />
altri. Tutti loro seguono lo stesso<br />
principio aziendale: l’impronta digitale<br />
del<strong>la</strong> loro cliente<strong>la</strong> online. Si<br />
raccolgono miliardi di dati clienti<br />
24 ore su 24 (Big Data), li si incrocia,<br />
poi li si strut<strong>tu</strong>ra con l’aiuto di algoritmi<br />
sempre più raffinati per poi<br />
commercializzarli a livello economico<br />
ma anche politico – con conseguenze<br />
sociopolitiche radicali.<br />
I GAFA assumono il comando<br />
Nel primo trimestre di quest’anno,<br />
Facebook ha registrato 2,2 miliardi
Politica<br />
Per compiere il suo ruolo, il servizio pubblico dovrebbe fare ben altro che le reti di telefonia<br />
mobile e i punti di accesso wi-fi. Soltanto lo Stato può garantire che i dati restino in possesso<br />
degli utenti. Un servizio pubblico digitale rego<strong>la</strong>mentato non avrebbe ora alcuna possibilità<br />
in Par<strong>la</strong>mento. Perciò potrebbe essere decisiva <strong>la</strong> proposta di un’iniziativa popo<strong>la</strong>re.<br />
23<br />
di utenti attivi, e nel 2017 ha fatto<br />
un fat<strong>tu</strong>rato di quasi 41 miliardi di<br />
dol<strong>la</strong>ri e miliardi di utili. Grazie al<br />
loro dominio sul mercato globalizzato,<br />
queste super-aziende dispongono<br />
di più capitale del<strong>la</strong> maggior<br />
parte degli Stati. Si sono accaparrate<br />
il comando in ambiti come <strong>la</strong> sicurezza,<br />
<strong>la</strong> sorveglianza, <strong>la</strong> formazione<br />
dell’opinione pubblica, le pari oppor<strong>tu</strong>nità<br />
e molti altri. Tutto questo<br />
grazie all’utilizzo dei Big Data. Le<br />
elezioni US hanno insegnato a <strong>tu</strong>tti<br />
noi cosa può succedere con i nostri<br />
dati. Con il trattamento e utilizzo di<br />
87 milioni di profili Facebook <strong>è</strong> stato<br />
pilotato il comportamento elettorale<br />
a favore di Donald Trump.<br />
I GAFA, vero e proprio oligopolio,<br />
esercitano un’influenza mondiale<br />
su Stati e autorità, senza alcun<br />
controllo e con soli obblighi verso<br />
gli azionisti. Questa logica azionaria<br />
non favorisce né <strong>la</strong> coesione sociale<br />
né adempie obblighi di servizio pubblico.<br />
Al contrario invece del service<br />
public, che mette a disposizione dei<br />
cittadini i propri servizi, che sottostà<br />
al controllo democratico e che fa<br />
confluire even<strong>tu</strong>ali profitti verso <strong>la</strong><br />
collettività.<br />
Come per ogni sviluppo tecnologico<br />
ad alto rischio, anche qui lo<br />
Stato deve porre regole e paletti<br />
nell’interesse del bene comune. Sostanzialmente<br />
qui il nocciolo centrale<br />
<strong>è</strong> sul chi detenga <strong>la</strong> sovranità<br />
sui dati degli utenti. Solo lo Stato<br />
può far sì che <strong>la</strong> sovranità rimanga<br />
in mano agli utenti, o meglio che vi<br />
ritorni. Per questo dobbiamo riflettere<br />
su come possiamo estendere<br />
al<strong>la</strong> dimensione digitale il mandato<br />
del servizio pubblico. Questo <strong>è</strong> indispensabile<br />
se vogliamo evitare che<br />
<strong>la</strong> trasformazione digitale conduca a<br />
ripercussioni sociali negative.<br />
Tuttavia anche <strong>la</strong> miglior rego<strong>la</strong>mentazione<br />
possibile rimarrà<br />
vana se il settore pubblico non prenderà<br />
in mano attivamente <strong>la</strong> digitalizzazione<br />
isti<strong>tu</strong>endo un servizio<br />
pubblico digitale. E questo deve succedere<br />
molto presto se lo Stato non<br />
vuole perdere completamente <strong>la</strong> sua<br />
sovranità e <strong>la</strong> sua capacità d’azione<br />
a favore di queste imprese globalizzate,<br />
già nei prossimi anni.<br />
Un’iniziativa<br />
popo<strong>la</strong>re<br />
potrebbe<br />
aprire <strong>la</strong> strada<br />
<strong>Se</strong>rvizio pubblico come unico attore<br />
Alcune mansioni centrali di questo<br />
servizio pubblico possono essere<br />
fornite, per praticità, da aziende<br />
pubbliche come <strong>la</strong> Swisscom o <strong>la</strong><br />
Posta. A questo fine hanno però<br />
bisogno di un incarico vinco<strong>la</strong>nte,<br />
con tanto di margine e mezzi per i<br />
necessari investimenti. Va urgentemente<br />
fermata <strong>la</strong> privatizzazione silenziosa<br />
di queste aziende. Proprio<br />
perché <strong>la</strong> digitalizzazione derego<strong>la</strong>menta<br />
le condizioni di <strong>la</strong>voro e di<br />
vita, queste aziende pubbliche devono<br />
rimanere in mano al<strong>la</strong> collettività.<br />
Ed <strong>è</strong> fuori discussione che le<br />
potenti lobby faranno di <strong>tu</strong>tto per<br />
impedire <strong>la</strong> creazione di un tale servizio<br />
pubblico. Nonostante sia di<br />
fondamentale importanza per <strong>tu</strong>tti<br />
noi, ad oggi in Par<strong>la</strong>mento non<br />
avrebbe nessuna chance. Per riuscire<br />
nell’impresa saremo costretti ad<br />
attivare gli strumenti del<strong>la</strong> democrazia<br />
diretta. Come per esempio quello<br />
dell’iniziativa popo<strong>la</strong>re.<br />
https://<strong>syndicom</strong>.ch/it/tematiche/dossier/<br />
digitalizzazione-del-posto-di-<strong>la</strong>voro/<br />
Un servizio<br />
pubblico forte<br />
Lo chiede una risoluzione<br />
dei delegati dell’USS<br />
A fine maggio i delegati dell’Unione<br />
sindacale svizzera (USS) hanno<br />
dibat<strong>tu</strong>to dei recenti attacchi al<br />
servizio pubblico e delle sfide da<br />
affrontare. È stata anche approvata<br />
una risoluzione a riguardo.<br />
La politica fiscale deve orientarsi<br />
ai bisogni del servizio pubblico.<br />
Invece dei devastanti progetti<br />
a bassa imposizione fiscale nei<br />
cantoni e nei comuni, serve<br />
un’imposizione minima per evitare<br />
che i cantoni si facciano <strong>la</strong><br />
guerra fiscale. Noi rifiutiamo le<br />
misure di austerità che toccano i<br />
dipendenti pubblici, soprat<strong>tu</strong>tto<br />
quelli del<strong>la</strong> Confederazione, di<br />
cantoni e comuni, così come gli<br />
assurdi sperimenti e <strong>la</strong> logica del<br />
mercato che distruggono il servizio<br />
pubblico: no a una politica dei<br />
trasporti che applica prezzi e sa<strong>la</strong>ri<br />
da dumping, no al<strong>la</strong> soppressione<br />
del divieto di cabotaggio, no<br />
al<strong>la</strong> liberalizzazione del trasporto<br />
nazionale e internazionale dei<br />
viaggiatori!<br />
La digitalizzazione costi<strong>tu</strong>isce<br />
un’oppor<strong>tu</strong>nità per il servizio<br />
pubblico se le aziende garantiscono<br />
una formazione di base e un<br />
perfezionamento al loro personale.<br />
Nel<strong>la</strong> digitalizzazione delle prestazioni<br />
di servizio bisogna sviluppare,<br />
non smantel<strong>la</strong>re. Data <strong>la</strong><br />
pressione sui sa<strong>la</strong>ri nel settore dei<br />
trasporti, al<strong>la</strong> Posta e nelle attività<br />
di corriere e visto il violento degrado<br />
nel ramo dei media e del<strong>la</strong><br />
sanità, i delegati dell’USS chiedono<br />
che <strong>tu</strong>tte le persone impiegate<br />
nel servizio pubblico siano sottomesse<br />
a dei contratti collettivi di<br />
<strong>la</strong>voro esemp<strong>la</strong>ri. Nelle aziende<br />
pubbliche come le FFS, Swisscom<br />
e Posta, i sa<strong>la</strong>ri dei quadri non devono<br />
superare i 500mi<strong>la</strong> franchi.
24 Politica<br />
L’Unione sindacale svizzera insorge contro il progetto di revisione del<strong>la</strong> legge sul<br />
contratto d’assicurazione (LCA) che vuole conferire più poteri alle assicurazioni<br />
per farle agire secondo <strong>la</strong> loro volontà.<br />
Una legge su<br />
misura per le<br />
assicurazioni<br />
L’assicuratore potrebbe<br />
cambiare il contratto<br />
in modo uni<strong>la</strong>terale<br />
Il Consiglio federale prevede una revisione<br />
del<strong>la</strong> legge sul contratto<br />
d’assicurazione (LCA) che rappresenterebbe<br />
un netto degrado del<strong>la</strong><br />
si<strong>tu</strong>azione per gli assicurati in Svizzera<br />
nei confronti delle compagnie<br />
assicurative. Ecco perché l’Unione<br />
sindacale svizzera (USS) rigetta questo<br />
progetto. Il progetto del Consiglio<br />
federale causerà dei danni e<br />
darà più poteri alle assicurazioni affinché<br />
possano agire come vogliono.<br />
• Uno dei principali punti negativi<br />
<strong>è</strong> <strong>la</strong> possibilità per l’assicuratore<br />
di modificare uni<strong>la</strong>teralmente il<br />
contratto. Questo permetterebbe<br />
alle assicurazioni di adeguare da un<br />
giorno all’altro le condizioni di contratto<br />
senza il consenso del<strong>la</strong> persona<br />
assicurata!<br />
• I <strong>la</strong>voratori più anziani potrebbero<br />
essere esclusi dall’assicurazione<br />
d’indennità giornaliera in caso di<br />
ma<strong>la</strong>ttia.<br />
• In seguito a un licenziamento o<br />
se il contratto di assicurazione d’indennità<br />
giornaliera in caso di ma<strong>la</strong>ttia<br />
<strong>è</strong> rescisso, le assicurazioni in fu<strong>tu</strong>ro<br />
avrebbero il diritto di sopprimere<br />
o sospendere a posteriori delle<br />
prestazioni previste per dei sinistri<br />
verificatisi.<br />
In Svizzera, i <strong>la</strong>voratori sono<br />
poco protetti contro <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia.<br />
Non esiste un’assicurazione obbligatoria<br />
che <strong>tu</strong>teli contro una perdita<br />
di guadagno non causata da un’invalidità,<br />
ma solo un’assicurazione<br />
facoltativa, spesso sottomessa al<strong>la</strong><br />
LCA. Dunque sarebbe importante<br />
che il legis<strong>la</strong>tore risolvesse i problemi<br />
legati al calcolo dei premi, poco<br />
trasparenti e spesso incomprensibili<br />
per l’assicurato. Il tito<strong>la</strong>re dell’assicurazione<br />
(datore di <strong>la</strong>voro) e <strong>la</strong><br />
compagnia assicurativa possono<br />
convenire che le prestazioni siano<br />
sospese quando termina il rapporto<br />
di <strong>la</strong>voro. Il ma<strong>la</strong>to licenziato così<br />
perde il suo diritto a un reddito di<br />
sosti<strong>tu</strong>zione. Questo progetto scandaloso<br />
crea nuovi problemi senza<br />
rego<strong>la</strong>re <strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione. (Luca Cirigliano,<br />
segretario centrale USS)<br />
www.uss.ch/publications/articles<br />
Pubblicità<br />
Con <strong>la</strong> valuta Reka i<br />
soci <strong>syndicom</strong> possono<br />
concedersi di più.<br />
Come socio ottiene presso <strong>la</strong> <strong>syndicom</strong><br />
<strong>la</strong> valuta Reka con il 7 % di sconto. Tutti<br />
i 9’000 punti d‘accettazione in <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong><br />
Svizzera trovate su guidareka.ch<br />
7 %<br />
di sconto!<br />
Reka, per avere di più.
Diritto e diritti<br />
25<br />
<strong>Se</strong>condo il diritto, quali sono i miei diritti?<br />
Lo scorso au<strong>tu</strong>nno ho ultimato <strong>la</strong> mia formazione professionale<br />
e, fino a oggi, non ho trovato <strong>la</strong>voro. Nei dinieghi veniva<br />
fatto presente che si era al<strong>la</strong> ricerca di qualcuno con<br />
un’esperienza <strong>la</strong>vorativa. Ora ho ricevuto un’offerta per<br />
un praticantato non retribuito del<strong>la</strong> durata di un anno.<br />
So che alcuni che hanno ultimato <strong>la</strong> formazione con me<br />
hanno accettato posizioni di praticantato di questo tipo.<br />
<strong>Se</strong> non accetto, ci sarà sicuramente qualcun altro. Qual <strong>è</strong> <strong>la</strong><br />
vostra raccomandazione?<br />
Sarei anche disposto a effet<strong>tu</strong>are un praticantato non<br />
retribuito. Però, per me, sarebbe troppo lungo trascorrere<br />
un anno senza sa<strong>la</strong>rio e senza ferie. Dopo <strong>la</strong> formazione non<br />
ho più soldi e mi trovo costretto a guadagnare qualcosa.<br />
Inoltre, <strong>la</strong> mia formazione mi ha permesso di ottenere un<br />
bagaglio notevole di conoscenze. Devo effettivamente <strong>la</strong>vorare<br />
gra<strong>tu</strong>itamente per così tanto tempo?<br />
<strong>Se</strong> accetto ora questo praticantato del<strong>la</strong> durata di un anno<br />
e non retribuito e successivamente non ottengo un posto di<br />
<strong>la</strong>voro fisso, ricevo un’indennità di disoccupazione? Dovrei<br />
aver almeno corrisposto 12 mesi di contributi. Così vengo<br />
punito doppiamente.<br />
Risponde il servizio giuridico<br />
Il praticantato non <strong>è</strong> rego<strong>la</strong>mentato<br />
ai sensi di legge. Pertanto <strong>è</strong> importante<br />
che venga stipu<strong>la</strong>to un contratto<br />
scritto che dovrebbe indicare<br />
durata, finalità, rego<strong>la</strong>mentazione in<br />
caso di ma<strong>la</strong>ttia e sa<strong>la</strong>rio (compresi i<br />
contributi AVS, AD ed even<strong>tu</strong>ali contributi<br />
ai sensi del<strong>la</strong> LAINF). Può essere<br />
già concordata anche una successiva<br />
assunzione fissa. La finalità<br />
consiste nell’approfondire le conoscenze<br />
teoriche acquisite, facendosi<br />
seguire da un esperto nel<strong>la</strong> pratica al<br />
fine di rendere più agevole l’ingresso<br />
nel mondo del <strong>la</strong>voro. <strong>Se</strong>, nel corso<br />
del praticantato, effet<strong>tu</strong>a gli stessi <strong>la</strong>vori<br />
delle persone impiegate in pianta<br />
stabile e non viene affiancato, si<br />
tratta di <strong>la</strong>voro a tempo determinato.<br />
In tal caso sussiste anche un rego<strong>la</strong>re<br />
diritto al sa<strong>la</strong>rio.<br />
Un praticantato, fondamentalmente,<br />
non dovrebbe durare più di un anno.<br />
Poi ha anche diritto ad almeno quattro<br />
settimane di ferie. Nel caso di<br />
prati cantati di durata inferiore, le ferie<br />
devono essere garantite proporzionalmente.<br />
I praticantati non retribuiti,<br />
invece, dovrebbero essere solo di<br />
breve durata, vale a dire al massimo<br />
di un mese. Un esempio <strong>è</strong> rappresentato<br />
dai praticantati che prevedono<br />
brevi stage di alcuni giorni o di una o<br />
due settimane. Qualora durasse di<br />
più, dev’essere versato un sa<strong>la</strong>rio,<br />
anche se inferiore a un impiego fisso.<br />
Inoltre diversi praticantati uno dietro<br />
l’altro, seppur di breve durata, non<br />
sono consentiti presso lo stesso datore<br />
di <strong>la</strong>voro e nello stesso settore<br />
professionale.<br />
La cassa di disoccupazione verifica se<br />
il praticantato sia necessario per <strong>la</strong><br />
qualifica professionale e quindi se<br />
rientra o meno nel<strong>la</strong> formazione. <strong>Se</strong><br />
lo approva, sarà esonerato dal pagamento<br />
dei contributi e avrà diritto a<br />
90 indennità giornaliere. Pertanto <strong>è</strong><br />
importante che, nel corso di un praticantato,<br />
si impari qualcosa e non solo<br />
che si <strong>la</strong>vori gra<strong>tu</strong>itamente.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti
26<br />
Rubriche<br />
Idee<br />
FRANCESCO LEPORI<br />
IL TICINO<br />
DEI COLLETTI<br />
SPORCHI<br />
I processi bancari<br />
dagli Anni <strong>Se</strong>ttanta a oggi<br />
Legatoria, fra tecnica e arte<br />
La legatoria, ovvero <strong>la</strong> tecnica di rilegare<br />
i libri, <strong>è</strong> un’arte antichissima.<br />
In Occidente ne par<strong>la</strong>va già anche il<br />
poeta <strong>la</strong>tino Marziale, ma si suppone<br />
che questa tecnica sia nata in India<br />
e in Cina, più di duemi<strong>la</strong> anni fa.<br />
Nonostante <strong>la</strong> diffusione del digitale,<br />
<strong>la</strong> let<strong>tu</strong>ra su dispositivi mobili e<br />
<strong>la</strong> crisi dell’editoria tradizionale, <strong>la</strong><br />
legatoria sta vivendo una riscoperta<br />
di nicchia, un po’ come accade per i<br />
vecchi vinili nel mondo del<strong>la</strong> musica.<br />
Moltissimi appassionati, gente<br />
comune, si stanno avvicinando a<br />
questa tecnica, tra arte e artigianato.<br />
Per questo motivo, i corsi Helias<br />
propongono il 29 settembre un corso<br />
di legatoria (iscrizioni entro l’undici<br />
settembre). «Creare un libro con<br />
le proprie mani <strong>è</strong> e rimarrà una magia!»,<br />
afferma il docente, Mattia Speroni.<br />
«Sapere di avere piegato, cucito,<br />
incol<strong>la</strong>to e infine preparato <strong>la</strong><br />
copertina e saperlo fare <strong>è</strong> una ricchezza.<br />
Il segreto delle parole cos<strong>tu</strong>dito<br />
da una rilega<strong>tu</strong>ra porta un tesoro<br />
da trasmettere di generazione in<br />
generazione. Ormai <strong>la</strong> tecnologia<br />
sta a poco a poco cancel<strong>la</strong>ndo il libro<br />
o meglio gli stampati, ma l’odore<br />
del<strong>la</strong> stampa, del<strong>la</strong> carta rimarrà<br />
un supporto di scrit<strong>tu</strong>ra indelebile.<br />
Il libro <strong>è</strong> cul<strong>tu</strong>ra, sia nel testo che<br />
porta sia nel<strong>la</strong> sua confeziona<strong>tu</strong>ra!».<br />
In partico<strong>la</strong>re, il corso (aperto a <strong>tu</strong>tti,<br />
massimo <strong>sei</strong> iscritti) permetterà<br />
di creare una scato<strong>la</strong> su misura, rivestita<br />
di carta marmorizzata, e una<br />
mappetta per presentare il proprio<br />
dossier. Il <strong>tu</strong>tto a partire da un foglio<br />
di cartone piano. Ricordiamo<br />
che per i soci <strong>syndicom</strong> e Syna impiegati<br />
presso aziende Viscom o<br />
aziende che rispettano il contratto<br />
collettivo di <strong>la</strong>voro, un corso Helias<br />
all’anno <strong>è</strong> gra<strong>tu</strong>ito.<br />
(Giovanni Valerio)<br />
La lista completa e i formu<strong>la</strong>ri dei corsi<br />
Helias si trovano sul sito helias.ch<br />
ARMANDO DADÒ EDITORE<br />
Quando <strong>la</strong> finanza <strong>è</strong> ma<strong>la</strong>ta<br />
«Il Ticino dei colletti sporchi» di<br />
Francesco Lepori (Dadò Editore)<br />
racchiude in modo esaustivo e sistematico<br />
<strong>la</strong> storia di una trentina di<br />
scandali finanziari in Ticino dal<br />
boom del<strong>la</strong> piazza finanziaria di<br />
Lugano negli Anni <strong>Se</strong>ttanta fino alle<br />
più recenti storie di ricic<strong>la</strong>ggio di<br />
denaro. Al<strong>la</strong> cronaca degli scandali<br />
si affianca il resoconto dell’evoluzione<br />
delle norme in risposta al<strong>la</strong><br />
«finanza ma<strong>la</strong>ta», nel Cantone, in<br />
Svizzera e a livello internazionale.<br />
Lepori offre un quadro molto chiaro<br />
circa tipologie d’illeciti e fattori responsabili<br />
delle malversazioni. In<br />
causa viene chiamata <strong>la</strong> corruzione<br />
individuale ma anche l’operato degli<br />
isti<strong>tu</strong>ti, poco inclini a denunciare<br />
irrego<strong>la</strong>rità, e le risposte normative<br />
tardive e di facciata. In questo senso,<br />
«Il Ticino dei colletti sporchi»<br />
può definirsi come un manuale di<br />
tecniche delinquenziali, strategie<br />
processuali e dinamiche umane,<br />
certamente utile agli addetti ai <strong>la</strong>vori<br />
(procuratori pubblici, avvocati,<br />
banche), ma non solo! Il libro par<strong>la</strong><br />
al<strong>la</strong> società civile in generale. <strong>Se</strong> <strong>è</strong><br />
indubbio che sul fronte legis<strong>la</strong>tivo<br />
siano stati fatti progressi notevoli,<br />
«margini di miglioramento restano<br />
invece nel<strong>la</strong> volontà di applicare le<br />
norme», scrive Lepori. Ecco allora<br />
che i richiami alle norme emanate<br />
nel corso degli anni per contrastare<br />
<strong>la</strong> criminalità finanziaria fanno del<br />
libro un testo di civica, per <strong>la</strong> partecipazione<br />
civica: informato su diritti/doveri<br />
e disposizioni sottostanti<br />
le re<strong>la</strong>zioni tra isti<strong>tu</strong>zioni e isti<strong>tu</strong>ti<br />
bancari, il cittadino(-lettore) viene<br />
incalzato e abilitato («empowered»)<br />
a prendere posizione contro <strong>la</strong> finanza<br />
ma<strong>la</strong>ta. (Valeria Camia)<br />
Francesco Lepori, Il Ticino dei colletti<br />
sporchi, Dadò Editore, www.editore.ch<br />
© DR © DR<br />
Manifesti di protesta<br />
In italiano, <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> «manifesto» indica<br />
sia il foglio stampato che viene<br />
affisso sugli spazi pubblici che il<br />
documento programmatico di un<br />
movimento, di un partito, di una<br />
corrente artistica. Non <strong>è</strong> un caso,<br />
quindi, se i manifesti (i poster, le<br />
affiche, chiamateli come volete)<br />
hanno rappresentato una parte importante<br />
nel<strong>la</strong> propaganda politica<br />
dell’ultimo secolo, un mezzo per<br />
avvicinarsi al<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione e per oltrepassare<br />
<strong>la</strong> censura. Slogan come<br />
«Make Love Not War» o «Soyez réalistes,<br />
demandez l’impossible» o ancora<br />
immagini-simbolo come il pugno<br />
alzato sono diventati famosi<br />
proprio perché affissi sui muri delle<br />
città. Per questo motivo, il Museum<br />
für Gestal<strong>tu</strong>ng di Zurigo, il più importante<br />
museo svizzero di design e<br />
comunicazione visiva, celebra <strong>la</strong><br />
forza comunicativa dei manifesti di<br />
propaganda con una mostra intito<strong>la</strong>ta<br />
«Protest! Widerstand im P<strong>la</strong>kat».<br />
A partire dal celebre «Mai più<br />
guerra!» dell’artista tedesca Käthe<br />
Kollwitz, l’esposizione riunisce<br />
300 poster da <strong>tu</strong>tto il mondo, fino<br />
agli esempi contemporanei che par<strong>la</strong>no<br />
di globalizzazione e diritti delle<br />
donne, fino all’immancabile Donald<br />
Trump. Nel<strong>la</strong> ricorrenza dei 50 anni<br />
dal 1968, non mancano i manifesti a<br />
favore dell’occupazione de l’Ecole<br />
des Beaux-Arts parigina nel maggio<br />
francese. Il percorso espositivo<br />
(aperto fino al 2 settembre nel<strong>la</strong><br />
sede Toni-Areal del museo) <strong>è</strong> accompagnato<br />
da canti di lotta, video e<br />
immagini, e dall’esaustivo catalogo<br />
«Protest. The Aesthetics of Resistance»<br />
(disponibile in lingua inglese e<br />
tedesca). (GioVi)<br />
Museum für Gestal<strong>tu</strong>ng, Toni-Areal, Zurigo<br />
https://museum-gestal<strong>tu</strong>ng.ch/fr/
1000 parole<br />
La matita di Ruedi Widmer<br />
27
28 Eventi Ecco per cosa ci siamo bat<strong>tu</strong>ti a giugno!<br />
La presenza di <strong>syndicom</strong> per il ritorno al<strong>la</strong> <strong>tu</strong>te<strong>la</strong> del Contratto collettivo<br />
nell’industria grafica, nel<strong>la</strong> giornata nazionale delle donne del 14 giugno,<br />
a fianco dei ferrovieri per protestare contro le misure di risparmio delle FFS.<br />
2<br />
1<br />
3<br />
4<br />
5
1, 2 Indossando un berrettino rosso al <strong>la</strong>voro, i dipendenti dell’industria grafica chiedono di beneficiare di nuovo di un CCL<br />
(qui nei centri stampa di Bussigny e Zurigo) (© DR)<br />
3 A Berna, come in altre città svizzere, i ferrovieri hanno protestato il 18 giugno contro le misure di risparmio previste alle FFS. (© DR)<br />
4, 5 Con lo slogan «facciamo pressione» alle manifestazioni del 14 giugno si poteva degustare <strong>la</strong> birra dell’uguaglianza. A Bellinzona, <strong>è</strong> stato servito<br />
un aperitivo del<strong>la</strong> parità, al<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> neo-presidente del Gran Consiglio ticinese Pelin Kandemir Bordoli. (© Dominik Fitze e Lorena Gianolli)<br />
6, 7, 8, 9 A Berna, il 9 giugno si <strong>è</strong> tenuta <strong>la</strong> seconda parte del congresso <strong>syndicom</strong> iniziato a novembre 2017 ma che non era riuscito a trattare <strong>tu</strong>tte le<br />
proposte. Adesso sono stati evasi <strong>tu</strong>tti i punti e prese le decisioni (<strong>syndicom</strong>.ch/kongress17). (© Sam Buchli)<br />
10 Il congresso ha espresso il suo appoggio al<strong>la</strong> battaglia dei conducenti di AutoPostale contro il <strong>la</strong>voro gra<strong>tu</strong>ito. (© Sam Buchli)<br />
11 Il gruppo d’interesse Migrazione ha festeggiato i 40 anni di attività del<strong>la</strong> nostra iscritta Gerda Kern. (© Sam Buchli)<br />
29<br />
6<br />
8<br />
7<br />
9<br />
10 11
30<br />
Un <strong>la</strong>voro,<br />
una vita<br />
Il tempo retribuito non basta<br />
Nato nel 1966, Lionel Beuret <strong>è</strong> cresciuto<br />
a Breuleux (JU). Ha imparato sul campo<br />
<strong>la</strong> professione di meccanico, poi <strong>è</strong> partito<br />
per il Vallese a <strong>la</strong>vorare sulle piste<br />
da sci. Quando si <strong>è</strong> sposato, nel 1988,<br />
ha cominciato il suo <strong>la</strong>voro al garage<br />
postale come operaio specializzato e<br />
magazziniere. Dieci anni più tardi, a<br />
causa del<strong>la</strong> ristrut<strong>tu</strong>razione e chiusura,<br />
ha sfruttato l’occasione per diventare<br />
conducente e ha assolto <strong>la</strong> formazione<br />
come autista di camion e di<br />
autopostale. Dall’allora riorientamento<br />
professionale prosegue con questa<br />
attività presso <strong>la</strong> regia di Locle.<br />
È affiliato al sindacato da ben trent’anni,<br />
prima all’Unione PTT poi a <strong>syndicom</strong>.<br />
Dal 1° gennaio 2018 presiede <strong>la</strong> commissione<br />
aziendale di AutoPostale.<br />
Testo: Sylvie Fischer<br />
Foto: Yves Leresche<br />
Amo il mio mestiere<br />
e quindi faccio <strong>tu</strong>tto<br />
il necessario<br />
Da sempre le mansioni da svolgere<br />
da quando si entra in servizio come<br />
autisti di autopostale sono tante e il<br />
tempo previsto per realizzarle non<br />
basta mai. Venti anni fa c’era ancora<br />
del personale in officina per il controllo<br />
sui veicoli, e tra colleghi ci si<br />
aiutava sempre. Oggi ci troviamo<br />
quasi sempre soli. Come altre 1300<br />
persone, anch’io ho firmato <strong>la</strong> petizione<br />
«No al <strong>la</strong>voro gra<strong>tu</strong>ito presso<br />
AutoPostale», <strong>la</strong> quale chiede che <strong>tu</strong>tti<br />
i <strong>la</strong>vori svolti (ivi compresi quelli<br />
che non figurano sul piano di servizio)<br />
siano registrati come tempo di<br />
<strong>la</strong>voro e non eseguiti nel tempo libero.<br />
Noi rivendichiamo anche che le<br />
prestazioni di <strong>la</strong>voro figurino chiaramente<br />
e in maniera trasparente nei<br />
conteggi delle ore <strong>la</strong>vorate. La notizia<br />
buona <strong>è</strong> che AutoPostale sta entrando<br />
nel merito al fine di negoziare<br />
questi punti delicati.<br />
Abbiamo sempre più materiale<br />
elettronico da instal<strong>la</strong>re a inizio servizio.<br />
Le istruzioni per il <strong>tu</strong>rno ci arrivano<br />
via tablet. Devono essere predisposte<br />
le nuove casse ISA per <strong>la</strong><br />
vendita dei biglietti elettronici come<br />
anche le PA 700 per scannerizzare i<br />
titoli di trasporto, il tachigrafo elettronico<br />
richiesto dal<strong>la</strong> Legge sul<strong>la</strong><br />
circo<strong>la</strong>zione stradale (LCStr). Esso<br />
serve a control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> velocità, il tempo<br />
di <strong>la</strong>voro e fornisce i dati necessari<br />
in caso d’incidente. Poi bisogna<br />
control<strong>la</strong>re l’acqua, l’olio, eseguire<br />
il controllo tecnico del veicolo, sia<br />
all’interno sia all’esterno.<br />
Il tempo calco<strong>la</strong>to <strong>è</strong> troppo stretto,<br />
non basta per svolgere <strong>tu</strong>tti i compiti,<br />
e ci costringe a venire a <strong>la</strong>vorare<br />
prima. Il mio capo <strong>è</strong> cosciente di<br />
queste difficoltà, ma ci sono differenze<br />
regionali scioccanti riguardo al<br />
tempo calco<strong>la</strong>to per eseguire questi<br />
<strong>la</strong>vori.<br />
A fine <strong>tu</strong>rno bisogna fare il pieno,<br />
aggiungere l’additivo, spazzare l’autopostale,<br />
scollegare <strong>tu</strong>tti i dispositivi<br />
elettronici, pulire il parabrezza e<br />
<strong>la</strong> carrozzeria, riordinare <strong>la</strong> cassa.<br />
Anche in questo caso il tempo calco<strong>la</strong>to<br />
<strong>è</strong> troppo poco e spesso <strong>la</strong>voriamo<br />
già nel nostro tempo libero.<br />
Non viene poi conteggiato il tempo<br />
che a noi serve per fare <strong>la</strong> contabilità<br />
di fine mese e i versamenti ad<br />
AutoPostale. Io lo faccio durante le<br />
mie pause. Amo il mio mestiere, dunque<br />
per mia coscienza professionale<br />
svolgo <strong>tu</strong>tto il necessario.<br />
È chiaro che a volte siamo bloccati<br />
nel traffico che ci fa ritardare, o<br />
dal<strong>la</strong> neve, e non possiamo rientrare<br />
subito in garage. <strong>Se</strong> <strong>la</strong>voro oltre quindici<br />
minuti in più, lo segnalo, altrimenti<br />
<strong>la</strong>scio perdere: mi costerebbe<br />
troppo tempo.<br />
Per me AutoPostale non <strong>è</strong> un’azienda<br />
come le altre. Noi ci teniamo,<br />
come un caro ricordo d’infanzia,<br />
quando il «postale» ci portava a scuo<strong>la</strong><br />
<strong>tu</strong>tti i giorni. Spero tanto che i negoziati<br />
abbiano successo.<br />
La petizione di <strong>syndicom</strong> al sito<br />
https://bit.ly/2JMnJm9
Impressum<br />
Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio,<br />
Marc Rezzonico, Marie Chevalley<br />
Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Trans<strong>la</strong>tions<br />
Illustrazioni: Katja Leudolph<br />
Foto senza copyright: © zVg<br />
Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />
Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />
Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwal<strong>tu</strong>ng,<br />
Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />
Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />
Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />
Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />
Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />
e del<strong>la</strong> comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />
CP, 3001 Berna<br />
La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce <strong>sei</strong> volte l’anno.<br />
Il prossimo numero uscirà il 30 settembre 2018<br />
Chiusura redazionale: 30 luglio 2018<br />
31<br />
Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />
In palio un buono di 40 Franchi offerto<br />
dal nostro partner Coop. La soluzione<br />
sarà pubblicata sul prossimo numero insieme<br />
al nome del vincitore. Non <strong>è</strong> previsto<br />
alcuno scambio di corrispondenza<br />
sul concorso. Sono escluse le vie legali.<br />
Inviare <strong>la</strong> soluzione entro il 14 agosto a<br />
<strong>syndicom</strong>, via Genzana 2, 6900 Massagno.<br />
La soluzione del cruciverba dello scorso<br />
numero <strong>è</strong> FORMAZIONE. I vincitori sono<br />
Silva e Pio Thürler di Bellinzona, a cui va<br />
il premio di un buono REKA di 50 franchi.<br />
Congra<strong>tu</strong><strong>la</strong>zioni!<br />
Pubblicità
32 Interattivi<br />
<strong>syndicom</strong> social<br />
Le Matin digitale:<br />
segno dei tempi? 07.06.2018<br />
L’esistenza del quotidiano arancione,<br />
nel<strong>la</strong> sua forma cartacea, terminerà il<br />
22 luglio 2018. Sono previsti una quarantina<br />
di licenziamenti, di cui 24 giornalisti.<br />
Giustificata come un segno dei tempi,<br />
<strong>la</strong> decisione di Tamedia si spiega unicamente<br />
con <strong>la</strong> perdita da parte del<strong>la</strong> testata<br />
di 6,3 milioni di franchi nel 2017.<br />
Inside SDA/ATS @inside_sda 10.06.2018<br />
Qualche esempio: il personale diminuisce, ma ora all’ats<br />
ci sono anche un responsabile per le risorse umane, un<br />
segretario generale e un Head Executive Sales.<br />
#ENOUGH 18 15.06.2018<br />
Riservati già <strong>la</strong> data del 22 settembre 2018! Quel giorno si<br />
terrà a Berna una grande manifestazione per rivendicare<br />
<strong>la</strong> parità sa<strong>la</strong>riale attesa da un’eternità! <strong>Se</strong> <strong>sei</strong> nostro<br />
iscritto il trasporto pubblico te lo paghiamo noi!<br />
UNI Global Union 10.06.2018<br />
Il nuovo rapporto di UNI Global Union,<br />
steso da Christina Colclough, si concentra<br />
sulle piattaforme dei talenti online e sugli<br />
intermediari del mercato del <strong>la</strong>voro.<br />
È disponibile in francese e inglese su<br />
http://www.thefu<strong>tu</strong>reworld ofwork.org<br />
<strong>syndicom</strong> si prepara alle nuove<br />
sfide del<strong>la</strong> nostra epoca 09.06.2018<br />
La digitalizzazione e il miglior modo per<br />
affrontar<strong>la</strong> come sindacato al centro<br />
del<strong>la</strong> seconda parte del congresso.<br />
Firmato il CCL Swisscom 2018 04.06.2018<br />
L’accordo contiene importanti miglioramenti<br />
per far fronte al<strong>la</strong> digitalizzazione.<br />
Tra questi il diritto al<strong>la</strong> nonreperibilità<br />
durante il tempo libero, 5 giorni di perfezionamento<br />
pagati all’anno e protezione<br />
dei dati sul luogo di <strong>la</strong>voro.<br />
Ad<strong>è</strong>le Thorens @adelethorens 07.06.2018<br />
@Lematinch morirà, il giornale che <strong>tu</strong>tti leggevano al bar.<br />
Ma, per il Consiglio federale, in risposta al<strong>la</strong> mia domanda<br />
del<strong>la</strong> settimana scorsa, non c’<strong>è</strong> (quasi) nul<strong>la</strong> che si possa<br />
fare per preservare <strong>la</strong> pluralità dell’informazione.<br />
www.<strong>syndicom</strong>.ch/sa<strong>la</strong>rio18 19.06.2018<br />
Da quando abbiamo messo online il nostro calco<strong>la</strong>tore<br />
sa<strong>la</strong>riale re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> Posta nel 2018 lo avete già<br />
sperimentato in 10 mi<strong>la</strong> sul nostro sito! Grazie per <strong>la</strong><br />
vostra fiducia!<br />
Vevey: 500 posti a rischio 29.05.2018<br />
Nestlé ha annunciato <strong>la</strong> ristrut<strong>tu</strong>razione<br />
del suo servizio delle tecnologie informatiche<br />
e <strong>la</strong> delocalizzazione verso il suo hub<br />
tecnologico in Spagna. Potrebbero essere<br />
tagliati 500 posti di <strong>la</strong>voro. Ma davvero<br />
manca il personale qualificato in Svizzera?<br />
O magari <strong>è</strong> solo una questione di grosse<br />
cifre?<br />
Google diventa vegan 06.06.2018<br />
È cambiato un piccolo dettaglio negli emoji (le faccine)<br />
del<strong>la</strong> vostra tastiera. L’avete visto? L’insa<strong>la</strong>ta? Da inizio<br />
giugno non ci sono più le uova! Questo perché a Google<br />
sta a cuore rispettare <strong>tu</strong>tte le sensibilità, tra cui anche il<br />
veganismo.<br />
Intelligenza artificiale e mondiali 13.06.2018<br />
Non poteva mancare un piccolo sguardo ai<br />
mondiali di calcio! La Goldman Sachs ha<br />
utilizzato l’intelligenza artificiale, insieme al<br />
Machine Learning, per prevedere chi vincerà<br />
<strong>la</strong> Coppa del mondo 2018. Il vincitore –<br />
spoiler alert – sarà il... Brasile!