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Sportivi per natura, venditori per<br />
vocazione<br />
Un alto livello di sopportazione: ecco una delle principali qualità di un buon arbitro. Con Werner Müller,<br />
capo dei fischietti della Swiss Football League, scopriamo anche le altre. Di Peter Birrer<br />
� Quando il fischio dell’arbitro interrompe<br />
il gioco, spesso per il tifoso il divertimento<br />
finisce. Se poi la decisione presa è controversa,<br />
il più delle volte l’obiettività di giudizio<br />
viene meno e si finisce per rinfacciare di<br />
essere partigiano proprio a chi per definizione<br />
non lo è. Chi decide di intraprendere la<br />
carriera di arbitro o di assistente dell’arbitro<br />
è destinato a confrontarsi costantemente<br />
con questa situazione. Nonché a essere<br />
usato, di tanto in tanto, come comodo capro<br />
espiatorio.<br />
È vero che l’arbitro perfetto non esiste e<br />
non esisterà mai, ma è altrettanto vero che<br />
esistono degli ottimi arbitri, anche in Svizzera.<br />
Werner Müller, 52enne vicedirettore<br />
della Winterthur Assicurazioni ed ex arbitro<br />
FIFA, nonché responsabile del gruppo di<br />
arbitri che dirige le partite della Swiss Football<br />
League, ci spiega quali doti deve possedere<br />
un arbitro che meriti la qualifica di<br />
direttore di gioco capace, ragionevole e padrone<br />
del campo.<br />
«In primo luogo, la personalità: un arbitro<br />
deve sapersi adattare ai vari caratteri e ai diversi<br />
modi di giocare. Deve avere una sicura<br />
percezione delle caratteristiche dei giocatori<br />
e del sistema di gioco, ed essere capace di<br />
adeguarsi all’andamento della partita».<br />
«In secondo luogo, la capacità d’imporsi:<br />
un buon arbitro è anche un buon venditore,<br />
e il prodotto che vende sono i suoi fischi.<br />
Deve essere determinato e convincente ma<br />
senza apparire arrogante».<br />
«In terzo luogo, la prestanza fisica, altro<br />
requisito fondamentale. I nostri uomini sono<br />
sportivi di alto livello che devono disporre di<br />
sufficienti energie per non perdere la bussola<br />
proprio nelle frenetiche fasi conclusive. Una<br />
cattiva condizione fisica fa salire la percentuale<br />
di errori».<br />
24 <strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin Speciale<br />
«Occhio alla regola 18:<br />
usare il buonsenso!»<br />
Werner Müller<br />
L’arbitro deve accettare che le sue decisioni<br />
vengano «sezionate» alla moviola. Ma Müller<br />
sottolinea: «Un arbitro ha solo due occhi ed<br />
è quindi come una telecamera che riprende<br />
da una sola posizione. La televisione ricorre<br />
a quattro o cinque angolazioni, eppure anche<br />
così ci vuole spesso molto tempo per arrivare<br />
a un giudizio definitivo».<br />
Negli ultimi anni il modo di giocare è cambiato<br />
parecchio e uno dei temi più caldi per<br />
la terna arbitrale è diventata l’interpretazione<br />
del fuorigioco. Afferma Müller a questo proposito:<br />
«Nel preciso momento del passaggio<br />
di palla l’assistente deve decidere: è o non è<br />
fuorigioco? Tuttavia, visto che la posizione<br />
dei giocatori può cambiare fino a due metri<br />
nell’arco di un decimo di secondo, è assolutamente<br />
comprensibile che, per così dire sul<br />
filo del millimetro, ci possa scappare l’errore».<br />
Secondo Müller, di errore vero e proprio<br />
si può parlare solo quando il giocatore si<br />
trova in fuorigioco per almeno un metro e non<br />
viene fischiato.<br />
Per dirigere il gioco, l’arbitro si avvale di 17<br />
regole. Altrettanto importante per Müller è<br />
però anche la diciottesima, che non figura in<br />
nessun regolamento: il buonsenso. «Inoltre»,<br />
aggiunge, «la prestazione di un arbitro è anche<br />
legata alla forma del momento». In ogni<br />
caso, è quando i suoi uomini escono<br />
dal campo senza far parlare di sé che Müller<br />
è soddisfatto: missione compiuta! Il capo degli<br />
arbitri sa bene che il loro operato viene valutato<br />
con un metro di giudizio molto particolare:<br />
«In una partita, l’arbitro può anche<br />
avere fischiato correttamente 15 situazioni di<br />
vantaggio, ma se alla 16 a sbaglia ecco che<br />
le precedenti 15 cadono subito nel dimenticatoio».<br />
Müller non crede che con l’introduzione di<br />
arbitri professionisti diminuirebbero le polemiche.<br />
«Il fatto che un arbitro abbia un altro<br />
lavoro è un vantaggio», sostiene. «Se così<br />
non fosse, durante la settimana rischierebbe<br />
di rimuginare troppo sulle decisioni sbagliate<br />
e di perdere così la sicurezza necessaria per<br />
dirigere la prossima partita». Del resto in<br />
Svizzera non ci sono i soldi per questo tipo di<br />
professionismo.<br />
Anche senza professionismo, Müller è<br />
riuscito a portare il suo team a un notevole<br />
livello. Urs Meier è ormai da anni tra i migliori<br />
al mondo, mentre il ticinese Massimo<br />
Busacca, designato a succedergli come<br />
numero uno dei fischietti elvetici, è regolarmente<br />
convocato a incontri internazionali.<br />
«In effetti, non dobbiamo sentirci inferiori a<br />
nessuno», afferma Müller. Ecco perché,<br />
quando viene sommerso da lettere di tifosi<br />
indignati dopo una giornata di campionato,<br />
spesso non se la prende ma archivia tutto<br />
con una risata. ❙<br />
Foto: Andreas Meier, Bob Thomas/Stone