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Cinema di prossimità

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Vedremo come la definizione <strong>di</strong> cinema amatoriale sia effettivamente troppo<br />

stretta per identificare queste importanti mutazioni.<br />

Il <strong>Cinema</strong> privato<br />

Utilizzo la spiegazione del termine cinema privato, così come viene illustrata<br />

sul sito www.cinemaprivato.it:<br />

«Con il termine “cinema privato” si intende in<strong>di</strong>viduare quell’insieme <strong>di</strong> materiali<br />

au<strong>di</strong>ovisivi del passato e del presente che nascono al <strong>di</strong> fuori dell’industria<br />

cinematografica e televisiva. Una produzione quella “privata”, determinata<br />

esclusivamente da una personale intenzione espressiva e/o documentaria. Si<br />

allude a quell’universo eterogeneo degli home movie, film personali e <strong>di</strong>aristici,<br />

autobiografie, rielaborazioni <strong>di</strong> memorie filmiche familiari proprie o altrui,<br />

forme ibride tra queste e molto altro, un cinema documentario anche inconsciamente<br />

caratterizzato da uno sguardo forte e <strong>di</strong>retto sulla realtà. Un cinema reso<br />

possibile dall’attuale accessibilità alle tecnologie <strong>di</strong>gitali». 26<br />

Nel 2005, nelle città <strong>di</strong> Siena, Firenze e Pisa, è stato organizzato un festivalconvegno<br />

dal titolo Giornate del <strong>Cinema</strong> Privato - Percorsi d’espressione e <strong>di</strong><br />

memoria. La manifestazione è stata l’occasione per presentare video, incontri<br />

con autori, stu<strong>di</strong>osi e critici e cercare <strong>di</strong> puntualizzare l’emergente, complessa ed<br />

eterogenea prassi produttiva. Tra gli stu<strong>di</strong>osi che sono intervenuti nel <strong>di</strong>battito,<br />

tra i più importanti del panorama europeo e nazionale, vorrei riferirmi ancora a<br />

Roger O<strong>di</strong>n, che vuole <strong>di</strong>mostrare la connessione esistente tra il film <strong>di</strong> famiglia<br />

e il cinema privato. Riassumendo i concetti fondamentali della produzione <strong>di</strong> un<br />

film <strong>di</strong> famiglia, O<strong>di</strong>n ricorda che questa pratica non vuole produrre film per il<br />

cinema, in quanto l’autore del film <strong>di</strong> famiglia non esiste oppure corrisponde alla<br />

famiglia stessa. Il punto <strong>di</strong> vista in<strong>di</strong>viduale molto spesso non coincide con le<br />

immagini che vengono rappresentate e non è necessario trasmetterlo agli altri<br />

membri della famiglia. È la cosa meno privata che esista; è lo spettatore che definisce<br />

il film <strong>di</strong> famiglia in quanto privato, in base alla sua destinazione d’uso.<br />

Non è importante il film in sé, che spesso non viene nemmeno rivisto. L’atto <strong>di</strong><br />

filmare ha funzione aggregativa. O<strong>di</strong>n vuole <strong>di</strong>mostrare quanto il film <strong>di</strong> famiglia<br />

non sia cinema. È solo da un lavoro postumo sul materiale che si può elaborare<br />

il suo privato, e il film <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong>venta cinema.<br />

Il cineamatore, per fare cinema, deve in qualche modo torturare il girato, rivederne<br />

le inquadrature, rimontarlo. Solo dopo questo lavoro può venire alla luce<br />

il privato nascosto <strong>di</strong>etro lo stereotipo. È necessario mostrare l’aspetto privato<br />

proprio partendo da ciò che si nasconde all’interno del film domestico.<br />

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