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Jolly Roger_01_09

Jolly Roger Magazine numero IX, anno I. Letteratura, attualità e arte.

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appetizers<br />

appetizers<br />

un assaggio del libro<br />

di roberto giorgetti<br />

Serviamo l’antipasto del romanzo<br />

un capitolo per volta per stuzzicare il vostro appetito<br />

di Bruno Ferro<br />

A Pasticci, in provincia di Parvenze, succedono cose strane.<br />

Che poi tanto strane non sono, visto quello che accade in tutto il Paese, ma quando gli eventi si<br />

manifestano a un palmo dal tuo naso... be’, allora cambiano aspetto e sembrano più veri di quando<br />

li vedi al telegiornale o ne leggi sulle pagine dei quotidiani.<br />

Ma è la realtà di una societò che, comunque la vuoi mettere, ti circonda come una nebbia.<br />

E prima ne prendi atto, meglio è.<br />

l’iris che fa i miracoli<br />

… «Appunto, tanto vale che<br />

mi dica tutto»…<br />

La brioscia risecchita e il cappuccino<br />

senza schiuma, servito<br />

in una tazza con il bordo sporco<br />

di rossetto, non era decisamente<br />

il massimo come inizio di giornata,<br />

specialmente tenuto conto<br />

che era domenica e anche il<br />

giorno libero dal lavoro, almeno<br />

in teoria, per il maresciallo<br />

Caglioma. Escluso a priori lo<br />

Strong, fra gli altri tre bar di<br />

Isolato Quarto aveva scelto il<br />

California nella speranza, rivelatasi<br />

vana, che quel nome presupponesse<br />

un minimo di solarità,<br />

ma anche perché era il più<br />

vicino all’abitazione del povero<br />

Martino Loiodice, ritrovato<br />

quarto capitolo<br />

morto stecchito, peggio della<br />

brioscia che aveva in mano, il<br />

giorno avanti.<br />

Da un tavolino che gli avventori<br />

precedenti avevano sporcato,<br />

chissà quanti giorni prima<br />

e rimasto sporco a futura<br />

memoria del loro passaggio, il<br />

maresciallo raccolse una copia<br />

mezza squadernata de La Finzione.<br />

Dopo aver controllato<br />

che non fosse un residuato dei<br />

giorni andati, come quella cosa<br />

che stava masticando, cercò in<br />

cronaca il trafiletto con la notizia<br />

dell’omicidio e si avvicinò<br />

nuovamente al banco.<br />

Cosa avesse scritto in quelle<br />

quattro righe Lando Faria, o chi<br />

per lui, non interessava al Caglioma<br />

ma, leggerle borbottandole<br />

a mezza voce, gli servì da<br />

introduzione per portare il barista,<br />

dall’apparenza burbera e<br />

dall’età indefinibile, sul discorso<br />

dell’omicidio senza che sembrasse<br />

un interrogatorio. Grattare<br />

e superare il rivestimento<br />

di riluttanza di quell’uomo, che<br />

in ogni luogo te lo saresti potuto<br />

immaginare tranne dietro<br />

il banco di un locale pubblico,<br />

non fu facile. Al maresciallo gli<br />

ci vollero tutta la sua calma e<br />

la sua pazienza, coadiuvate da<br />

quella dote innata di saper usare<br />

il linguaggio, la gestualità e<br />

la mimica facciale per mettere<br />

a proprio agio i suoi interlocutori<br />

con la stessa abilità con cui,<br />

l’intagliatore e lo scultore, usano<br />

la sgorbia. E gli ci volle anche<br />

di aspettare il momento in<br />

cui nel bar fossero rimasti soli.<br />

Dopodiché fu come aver tolto<br />

lo zipillo dal tino e, le parole e<br />

i racconti, cominciarono a sgorgare<br />

fluidi fuori dalla bocca del<br />

barista.<br />

Mariano Maresca era diventato<br />

barista per sommatoria di<br />

sventure. Dapprima, neanc’ora<br />

trentenne, fu investito dal crollo<br />

dell’impalcatura sotto alla<br />

quale stava lavorando e che le<br />

regole della caccia al massimo<br />

profitto avevano sconsigliato di<br />

ancorare debitamente alla struttura<br />

del fabbricato in costruzione.<br />

D’istinto, quando sentì<br />

il fragore del metallo che si<br />

contorce e il crepitio delle assi<br />

di legno che si spezzano, tentò<br />

di proteggersi da quell’intelaiatura<br />

geometricamente perfetta<br />

e quieta (almeno fino ad<br />

un attimo prima) che si stava<br />

trasformando, proprio sopra di<br />

lui, in un mostruoso gomitolo<br />

ruggente. Lo fece stendendo<br />

verso l’alto il braccio destro nel<br />

tentativo, disperato, di frenarne<br />

il crollo. I Vigili del Fuoco, per<br />

tirare fuori Mariano dal groviglio<br />

che se lo era divorato, dovettero<br />

lavorare con cesoie e<br />

divaricatori idraulici per quasi<br />

mezz’ora. Intanto gli altri operai<br />

del cantiere se l’erano data<br />

a gambe perché senza contratto,<br />

ingaggiati a giornata da un<br />

caporale. Alla fine, al povero<br />

Maresca, gli andò anche di culo<br />

ma, la frattura di Monteggia<br />

che gli aveva devastato il gomito<br />

del braccio con cui aveva<br />

cercato di frenare il crollo, gli<br />

avrebbe impedito per sempre<br />

di svolgere lavori pesanti o che<br />

presupponessero un movimento<br />

di torsione fra braccio e avambraccio.<br />

Fu così che quell’infortunio<br />

gli stroncò, insieme<br />

a qualche altro osso sparso un<br />

po’ per tutto il corpo, anche la<br />

carriera di capomastro. Dopo<br />

mesi di convalescenza venne<br />

assunto come portiere di notte<br />

in una cartiera ma, in seguito<br />

all’incendio devastante che la<br />

distrusse, si ritrovò di nuovo<br />

senza lavoro: va riconosciuto<br />

che almeno da lì ne uscì con<br />

la pelle intera! Dall’acciaieria<br />

nella quale Mariano lavorò<br />

alla manovra dei carroponti nei<br />

cinque anni successivi, ne uscì<br />

invece con in tasca una bella<br />

lettera di licenziamento: la fabbrica<br />

era stata acquistata da un<br />

gruppo industriale statunitense<br />

con l’intento di chiuderla dopo<br />

averne rilevato le commesse e<br />

i clienti. E così fece! Fortunatamente,<br />

nel frattempo e dopo<br />

estenuanti contenziosi, era arrivato<br />

il risarcimento dell’infortunio<br />

con il quale, aggiungendoci<br />

una montagna di cambiali,<br />

rilevò il bar California. Adesso,<br />

nonostante le cambiali che lo<br />

costringevano a stare in piedi<br />

dietro al banco sedici ore<br />

al giorno, sei giorni su sette e<br />

nonostante i dolori sempre più<br />

lancinanti, postumi del ponteggio<br />

piovutogli addosso, si sentiva<br />

realizzato. E sempre adesso,<br />

mentre dal cestello della lavastoviglie<br />

poggiato sul lavello<br />

prendeva tazze e bicchieri, gli<br />

dava una passata con uno strofinaccio<br />

macchiato di scuro, forse<br />

caffè, e li riponeva sui ripiani<br />

e negli scomparti, raccontava al<br />

maresciallo Caglioma di quel<br />

giovane morto ieri, assiduo frequentatore<br />

del California.<br />

Il Maresca non finse di non<br />

essere a conoscenza dell’omicidio;<br />

tanto meno nascose di<br />

essere in rapporti di quasi amicizia<br />

con la vittima dando così,<br />

e pur senza volerlo, credito al<br />

suo racconto: se avesse avuto<br />

qualcosa da nascondere, pensò<br />

il maresciallo, avrebbe preso le<br />

distanze dai fatti e sminuito il<br />

grado di conoscenza.<br />

Che Martino Loiodice facesse<br />

l’ortolano ambulante, insieme<br />

al padre e ai due fratelli più<br />

grandi, il Caglioma lo sapeva<br />

già. Anzi, il giorno precedente,<br />

dopo aver dato la triste notizia<br />

ai familiari, con i suoi uomini<br />

in forza alla stazione di Pasticci<br />

aveva ispezionato, oltre<br />

all’Alfa Romeo sportiva della<br />

vittima, anche i due piccoli<br />

autocarri Fiat, un 616 e un 241,<br />

con cui i Loiodice svolgevano<br />

la loro l’attività di fruttivendoli.<br />

Quello che non sapeva ancora,<br />

almeno prima della chiacchierata<br />

con il Maresca, era che<br />

per sbarcare il lunario i quattro<br />

congiunti facevano una vita<br />

mica da ridere. Ogni mattina,<br />

prima delle quattro, il padre e<br />

il figlio maggiore si presentavano<br />

al mercato centrale per l’ac-<br />

ANNO I • NUMERO IX • novembre 2<strong>01</strong>8 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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