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ARCOBALENO
voci e percorsi delle branche assoraider
Periodico dell’Associazione Italiana di Scautismo Raider - ISSN 2611-8904 - N° 4 Anno XXIV - Ottobre 2018
Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/03 (conv. in L.27/02/2004) n° 46 art. 1 comma 1 - DCB Cagliari
all’interno:
Capo a zig-zag
La Zampa di Akela
Pattuglie in attività
Il fascino della firma
Superiore 2.0
Correva l’anno ...
Associazione Italiana
di Scautismo Raider
“ASSORAIDER”
Sede Centrale
00071 Pomezia (RM) - Italy
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segreterianazionale@assoraider.it
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ARCOBALENO
voci e percorsi delle branche assoraider
ARCOBALENO
è dedicata ai giovani
e a tutti coloro che
intendono reagire
al dilagare di egoismi e
vogliono dimostrare la
possibilità di una
fraternità mondiale
come quella scaut.
La rivista contiene inserti
riservati ai lupetti,
esploratori ed esploratrici,
rover e scolte,
raider e nautici.
Arcobaleno - Redazione e Amministrazione c/o Salvatore Roggero:
09125 Cagliari - Via Marini, 11 - naz.pubblicazioni@assoraider.it
Periodico edito dell’Associazione Italiana di Scautismo Raider
ISSN 2611-8904 N° 4 Anno XXIV - Ottobre 2018 Autorizzazione del
Tribunale di Cagliari n. 24 del 23.06.1995. ASSORAIDER - Associazione
Italiana di Scautismo Raider. Iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione
in data 13/07/2011 con numero 21321 presso Ufficio ROC del
Corecom Lazio. Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale
D.L.353/03 (conv. in L.27/02/2004) n° 46 art. 1 comma 1 - DCB Cagliari.
Direttore Responsabile: Salvatore Roggero
Direttore di Redazione: Vittorio Sanese
Redazione/Capiredattori:
ARCOBALENO
voci e percorsi delle branche assoraider
arcobaleno@assoraider.it
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Jedi@assoraider.it
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ARCOBALENO
vuole assolvere alla
funzione di collegamento
fra tutti gli iscritti
all’Associazione
nonché con i
genitori dei più
giovani iscritti
perché seguano
quanto viene offerto
ai loro figli in fatto
di formazione del
carattere del
futuro cittadino.
osare@assoraider.it
cfq@assoraider.it
Immagine di Copertina: compagnie in attività
Grafica, realizzazione e allestimento: FB @simonettiantoniografico
Questo numero è stato consegnato alla stampa il 05.11.2018
La tiratura di questo numero è di 2.300 copie.
Impegnano la responsabilità della rivista solamente gli editoriali e
gli articoli non firmati. Per gli articoli firmati la responsabilità rimane
all’autore. La riproduzione di articoli, foto e disegni pubblicati su
questa rivista è ammessa a condizione che ne venga citata la fonte.
Il materiale inviato ad Arcobaleno non si restituisce.
ARCOBALENO è una rivista inviata gratuitamente agli iscritti dell’Assoraider
- Associazione Italiana di Scautismo Raider. Tesseramento
Anno Scaut 2018/2019 Euro 40,00 - pagamento con bonifico - IBAN:
IT44Y0501803200000000137328 - Banca Etica/Filiale di Roma, conto intestato
ad ASSORAIDER Associazione Italiana di Scautismo Raider con
Causale: censimento. Abbonamento annuale alla rivista “ARCOBALENO”
(4 numeri) - Euro 12,00 - Il pagamento dell’abbonamento si può effettuare
con le stesse modalità del tesseramento con Causale: abbonamento riviste.
Lo strano caso del
“Capo a zig-zag”
Ha le sembianze di qualcuno che sicuramente hai conosciuto:
“Capelli al vento, faccia sporca di sole e la faccia di chi se ne infischia”.
Devi parlare del Capo. Hai capito
bene, devi trasmettere ai giovani
allievi del CFQ i valori e le
caratteristiche del buon Capo.
O meglio, devi aiutare dei più o meno
giovani, più o meno consapevoli, a tirare
fuori le proprie qualità di Capo. In
un mondo strano, in cui i capi hanno
spesso solo gradi sulle giacche o roboanti
biglietti da visita, l’impresa si
fa ardua. Allora ti domandi: cosa penserebbe
BP? Beh, lui le idee le aveva
chiare, aveva lasciato la scintillante
giacca graduata e carica di medaglie
per due pezzetti di legno. Ed in questo
passaggio forse è racchiuso tutto
il senso dell’essere il buon Capo che
lui aveva immaginato. In fondo, la
Legge Scaut offre una bella panoramica
delle caratteristiche che il Capo
deve possedere. La sua Parola è Sacra,
quindi deve essere una persona
seria, rigorosa, che rispetta gli altri.
Come tale, percepisce il proprio ruolo
con grande responsabilità, senza
potere, anzi svolgendolo come la più
alta forma di servizio. Un servizio
orientato agli altri, mirato ad aiutarli
ed a sviluppare ed orientare la propria
personalità. Qui inizio a comprendere
l’importanza della sessione che dovremo
svolgere, la mia responsabilità
di Capo. Ed allora continuo la ricerca:
mi imbatto in altre due caratteristiche
del Capo, chiarezza e lealtà che
vengono necessariamente abbinate a
coscienza e umiltà. Dietro queste poche
parole, in realtà si nasconde una
figura ideale, apparentemente lontana
da raggiungere.
Poi arriva lui.
Lo vedi, ti appare davanti agli occhi.
Ha le sembianze di qualcuno che sicuramente
hai conosciuto: “Capelli al
vento, faccia sporca di sole e la faccia
di chi se ne infischia”.
È il Capo a zig-zag.
È lui, tutti ne abbiamo incontrato uno
nella vita o, probabilmente, lo siamo
un po’ tutti. È quel Capo che non conosce
il regolamento, che spesso dimentica
la formula dell’alzabandiera,
che quando chiama il quadrato gli viene
sempre un po’ troppo cerchio. Ma
è un tipo che sa sconvolgerti la vita.
Quando ti giri, lui ti sta guardando,
lo fa sempre. E non per metodo, per
una curiosa, innata strategia. Perché
lui è così: sa sorprenderti, stuzzicarti
e riesce sempre a tirare fuori il meglio
di te. È interessato a te, segue i tuoi
problemi e ti aiuta a tirare fuori le tue
soluzioni. Ti fa sognare, ma poi lui va
a dormire, e il sogno lo continui da te.
E qui ho le idee più chiare: occorre
spiegare come sia bello fare il Capo.
Bello perché aiuta gli altri a crescere
e noi ad assumerci la piena responsabilità,
che diventa una sincera gratificazione.
Bello perché abbiamo uno
strumento, il Raiderismo, che con una
modernità ormai un po’ “antica” esalta
le competenze personali e le spinge
verso l’esaltazione del nostro essere
tutto spirito, liberi da noi stessi.
Ed il ruolo del Capo è fondamentale
nel saper spiegare a ciascuno quanto
sia importante tirare fuori sé stessi,
dalla più profonda dimensione personale,
e rendersi espliciti, veri. Proprio
come il Capo a zig-zag, lui è profondamente
sé stesso. Ed è libero.
Poi accade la magia: parliamo del
Capo a zig-zag e vedi gli occhi dei ragazzi
straniti, un po’ commossi. Capisci
che la reazione è la stessa: stanno
rivedendo un viso amico, gli sembra
di sentire una voce nota e, probabilmente,
di percepire una mano che li
sostiene, oggi come qualche anno fa.
Oppure qualcuno pensa, con un pizzico
di orgoglio, sarò io? I miei ragazzi
mi vedono così? Forse. Lo scopriremo
tra qualche anno.
E tutto è chiaro: stanno apprezzando
il bello dell’essere Capi.
Del regolamento, parleremo un’altra
volta.
Scoiattolo Parsimonioso
PS: ringrazio Roberto Cocianchic per
il suo articolo “E poi ci sono i Capi a
zig-zag” pubblicato su SERVIRE n°3
2008, è diventato il mio manifesto
dell’essere Capo.
RUBRICHE ALL’INTERNO:
RUBRICHE ALL’INTERNO: Hathi Racconta
Hathi Racconta Gioca pag. con 5 Bagheera
Gioca con Bagheera pag. Baloo 6 Risponde
Baloo Risponde Girnalista pag. 7 del Mese
La Zampa Le di Curiosi Akela pag. Cub 8/9 ... dai voli di Chil
Disegnando qua e là ... pag.
La Zampa
10
di Akela
Kaa-pacità pag. 11/12
Kaa-pacità
5
La calura estiva stava ormai svanendo dalla Giungla e tutti gli animali si
preparavano per la nuova stagione. Anche era impegnato a cacciare
con il branco. Dopo aver passato tutto il giorno a rincorrere ormai
era stanco e decise di tornare alla sua per riposare. Durante il tragitto
vide un cucciolo di che girava fra gli cercando il
suo branco. si avvicinò e chiese al cucciolo di cercando
di capire che cosa fosse successo. Il piccolo spiegò tutto dicendo
che si era allontanato dal branco seguendo una e che non riusciva
a ricordare la strada per tornare alla sua . Così decise
di aiutare il cucciolo d’ . Si arrampicò sull’ più alto della
giungla e vide il branco degli . I due corsero verso di loro e
finalmente il piccolo
riuscì a ritrovare il suo branco. Ormai
era sera e doveva tornare nella sua ma si era allontanato
troppo dalla solita strada che faveva con . Così decise di
rimanere a dormire con Hathi e gli altri elefanti e tornare alla sua
la mattina seguente. All’alba fu svegliato dalla proboscide del piccolo
. Aveva visto una macchia nera sugli alberi che si spostava
molto velocemente. capì subito che era . Si arrampicò
e gridò la parola maestra di per richiamarla. Il cucciolo d’uomo
raccontò tutto ciò che era successo nella sera precedente e che era contento
di aver aiutato un altro cucciolo. non sembrava tanto
felice di ascoltare questa storia, anche Mowgli si era perso la sera prima
e aveva fatto preoccupare tutti. Per fortuna per quella notte è andato
tutto bene. Dopo essersi congratulata con per il suo buon cuore
gli ricorda di non allontanarsi più dal branco e di far tesoro delle
sue avventure.
6
...Gioca con
Cerca nella
GIUGLA!!!!
Bagheera
AKELA
BAGHEERA
BALOO
CHIL
CORSA
GIUNGLA
KAA
LIANA
LUPO
MOWGLI
ORECCHIE
PISTA
WAINGUNGA
ZAMPA
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Z
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N
W
Aguzza la vista mio caro
Lupetto e cerca tutte le
parole nascoste !!!
Chissa'
come ha fatto
Mowgli
a perdersi
in questo labirinto,
...aiutalo
ad uscire !!!
BRANCHI: GIUNGLA VIVA E ALBA D’ORO - SEZ. DI BARLETTA
Baloo Risponde
7
Buona
Caccia
lupi, come
sono andate
le vacanze?
Avete raccontato
ai vostri amici
come vi siete
divertiti?
Buona Caccia
Baloo. Si...si
abbiamo raccontato
tutto, infatti
Carlo vorrebbe
diventare un lupetto
come noi.
Brava Lucia
complimenti.
Vedo che avete
ascoltato le mie
parole.
Quali
parole?
Che anche
nel
branco
più si è
meglio è. Il nostro
è un piccolo branco
ma arriveranno
tanti altri nuovi lupi
a breve e dovrete
dimostrare di essere
degli abili cacciatori.
Baloo! Baloo!
Durante le
vacanze ho
collezionato delle
conchiglie e sono
pronto per la prossima
capacità‡.
Io invece mi
sono allenato
tanto e voglio
diventare un
Lupo Anziano!
Io invece
voglio continuare
ad aiutare
i cuccioli e i
Vecchi Lupi.
Quanti
obiettivi
lupi.
Seguendo
la legge e il motto
riuscirete a raggiungerli
tutti.
Certamente
Baloo!!!
BRANCO BIANCA LUNA - SEZ. DI ITTIRI
8
Giornalista
EBBENE ... SI !!!
siamo i Vostri vecchi LUPI!
del mese
ari lupetti forse
C qualcuno di voi
ci ha riconosciuto
dalle foto. Ebbene si,
siamo i vostri vecchi
lupi. In questa gina ci siamo noi e
papato
al CFQ, siamo qui apposta
per presentarvi il
nuovo numero di
Jaw. Quest’estate
abbiamo parteci-
cioè
la scuola che forma
tutti i capi delle
varie branche e qui
abbiamo preparato
questo nuovo numero
carico di sorprese.
Divertitevi
a giocare e a scoprire
cosa c’è di
nuovo in questo
numero.
Buona caccia a
tutti dai vostri Vecchi Lupi
BRANCHI: GIUNGLA VIVA E ALBA D’ORO - SEZ. DI BARLETTA
Le "Curiosi Cub"
dai Voli di Chil
Buona caccia lupi quello che leggerete su questa pagina è una vera e propria
novità‡. Una bella caccia nuova ed interessante da affrontare tutti
insieme. Questo significa che le cacce che avete fatto finora per conquistare
le vostre bellissime capacità‡ cucite sulla vostra uniforme, prenderanno
una nuova svolta. Insieme a tutti i vecchi lupi abbiamo pensato che ormai
passati tanti anni anche nella giungla bisognava aggiornare le tecniche per far
sì che voi diventiate sempre più degli abili lupetti. E allora qui sotto troverete
quella che la nuova configurazione delle capacità‡ che da oggi in poi vi impegnerete
a conquistare. Attenzione Non c’è molto di diverso ma se le osservate
bene vedrete che qualcosa è cambiato. Abbiamo quattro gruppi di capacit‡à che
si dividono in giallo, verde, rosso e blu rispettivamente appartenente a questi
gruppi: carattere, servizio, salute e forza fisica e abilit‡à manuale. Da oggi in
poi potrete conseguire queste capacit‡à seguendo le istruzioni che vi daranno i
vostri vecchi lupi; ma quattro delle 16 capacità‡ che vedete qui sopra potranno
essere conquistate solo all’ultimo anno di Branco. Queste vengono chiamate
capacit‡à Master è in ordine sono: Scienziato, tanaro o Marinaio, Guida
Mon-
e Kim. Allora non perdete
tempo lupi; aguzzate
sempre la vista tenete le
orecchie tese, ascoltate i
vostri vecchi lupi e vedrete
che queste capacità‡
vi piaceranno tantissimo
perchè al loro interno ci
sono inserite tantissime
nuove attività‡ per tutti voi.
E mi raccomando cercate
di conquistarne sempre
di più. Vogliamo vedere le
vostre felpe colme di questi
distintivi. Buona caccia
e buon divertimento
con questa nuova
avventura !!!
9
10
La Zampa
Buona Caccia
Lupi !!!
Anche questa volta avete fatto del vostro meglio
diventando dei veri e propri critici d’arte.
Che dire... Non ne ho visti mai di bravi come
voi ed è stata davvero dura la scelta del vincitore
tra tutti i partecipanti. Dopo un’ardua
valutazione è venuta fuori la scelta. I migliori
critici d’arte e quindi coloro che si aggiudicano
il primo ed unico posto a pari merito; sono
due lupetti del branco Giungla Viva di Barletta.
Letizia Sguera che ha recensito Guernica,
di Akela
Westminster, Stone Edge e Raffaello Sguera
con la recensione dell’ Isola di Pasqua, Tower
Bridge e Monnalisa. Vi alleghiamo qualche immagine
e qualche commento delle opere recensite
da parte dei due vincitori.
Mi raccomando lupi, adesso dovete impegnarvi
per vincere la prossima zampa
di akela e per ora un grande
Hip … Hip … Urrà ai due Vincitori.
Buona Caccia
Tower Bridge, uno dei più importanti
simboli di Londra è un ponte
iniziato a costruire nel 1886 e terminato
nel 1894. È un ponte levatoio
che si alza in 90 secondi e che permette
il passaggio di navi turistiche
e commerciali che attraversano il
Tamigi. Il ponte è sostenuto da lunghi
cavi attaccati a torri molto robuste.
Al suo interno si possono vedere
la parte storica ed i meccanismi. Il
ponte è bellissimo ma è molto bella
anche la passeggiata che va da London
Bridge fi no al Tower Bridge.
Al buio, l’atmosfera è ancora più
suggestiva e si può vedere il ponte
che si tinge di viola.
La Monna Lisa, conosciuta anche
come la Gioconda, è un quadro
enigmatico, una pittura ad olio su
legno di pioppo che misura appena
77x53cm ma che intriga le persone
di tutto il mondo e le porta a farsi
la stessa domanda: che cosa ha
voluto dirci Leonardo? La Gioconda
rappresenta la perfezione tecnica e
il suo volto chiaro scuro, dipinto con
delicatezza e discrezione evidenzia
una donna non bellissima ma sublime
nella sua imperfezione. Il paesaggio
che la circonda è unico con
un atmosfera che crea uno scenario
sereno e inquietante. La Monnalisa
rappresenta per Leonardo la perfetta
unione tra natura terrena e natura
umana e la Gioconda è cosciente di
tutto ciò, e il suo sorriso, discreto ed
enigmatico è la prova di questa consapevolezza.
Il dipinto, si trova nel
Museo del Louvre a Parigi.
Stonehenge è un sito neolitico che
si trova a circa 150 km da Londra
composto da un insieme circolare
di megaliti che ancora oggi evocano
misteri ultramillenari. In questo
posto sembra si concentrino tutte le
storie del mondo e ritroviamo tanti
riti religiosi, pratiche tribali, storie
celtiche e imprese gigantesche. Girate
intorno ai megaliti e ascoltare
attentamente la guida; poi tornate
indietro, sedetevi sul prato e cercate
di immaginare come si presentasse
e cosa rappresentasse questo monumento
mille e mille anni fa. Alla
fi ne di questo viaggio proverete un’
emozione unica che solo questo luogo
è capace di donare.
Kaa-pacità
Buona 11
caccia miei carissssimi lupi! Che ne
dite di essssercitare la nostra manualità?
Oggi impareremo a creare una marionetta di noi
stessi!
Prendiamo dei fogli di
carta e li accartocciamo
per fare la testa.
Ora disegnamo sul
foglio con i pennarelli
gli occhi, ovviamente
del tuo colore! Poi li
ritagliamo e incolliamo
sulla testa.
Prendiamo il rotolo di cartone della carta igienica e
ci appoggiamo la testa. Tagliamo dei piccoli pezzetti
di scotch e li usiamo per incollare la testa.
Arrotoliamo un foglio di carta più piccolo e facciamo
le braccia che incolleremo sul rotolo di cartone.
MATERIALE
Fogli di carta, scotch,
forbici, colla, carta stagnola, rotolo
di cartone della carta igienica.
Con i bastoncini di
legno o una matita
creiamo un sostegno
per la nostra marionetta.
Blocchiamo il
bastoncino nel corpo
con la colla ed ecco
che la nostra marionetta
è pronta.
Ora divertiti a
personalizzarla
come più
preferisci !!
Buona
Caccia!!
12 Kaa-pacità
Buona caccia miei lupetti! Siete
pronti per una nuovisssssima
capacità? Questa volta vedremo
un magico esssssperimento. Vi serve
solo questo materiale: acqua distillata,
bottiglia di plastica e il freezer.
Metti la
bottiglia
d’acqua
in freezer
per almeno
tre ore.
2
1
Riempi la glia di plastica
botticon
l’acqua
distillata, mi
raccomando
... non rimpirla
fino all’orlo ma
lascia un po’
di spazio.
Usa un imbuto
per rendere
tutto più facile.
3
Ora prendi la
bottiglia e
sbattila sul
tavolo! Cosa è
successo? L’acqua
è diventata
ghiaccio!
Questo è solo uno dei tanti esperimenti
che potete fare a casa, mandatemi foto e
articoli di tutto ciò che riuscite a trovare!
Buona Caccia Lupiiiiiiiiiii
Pattuglie in Attività
14
Momenti di Campo
ORA SO COSA SIGNIFICA VOLARE
Penso che ricorderò per sempre il 23
luglio 2018, come il giorno in cui
sono riuscita a volare. Non è, che a
un tratto sono diventata un uccello e comunque
niente del genere, quello è stato
il giorno in cui ho provato la sensazione di
volare, un’esperienza che penso si possa
descrivere con una parola: magia. La prima
tappa della missione di pattuglia che c’è
stata affidata, durante il campo estivo, mi
ha portato, insieme alla mia pattuglia, nel
luogo in cui abbiamo vissuto quella magnifica
esperienza, dove ognuno dei miei Pattugliotti
e del Reparto, ha avuto l’opportunità
di volare, grazie al “Volo dell’Aquila”.
Inizialmente erano tutti un po’ intimoriti,
e anch’io lo ero, ma in seguito quando mi è
stato chiesto se volessi partecipare, non ho
esitato un istante nel dire di si, desiderosa
di affrontare questa nuova avventura.
Una volta imbragata con tutte le varie cinture,
sono salita sulla struttura a forma
di aquila, a cui ero appesa, insieme a due
membri della mia pattuglia e uno di un’altra.
È iniziato un viaggio verso all’ammirazione
dello splendido paesaggio che ci circondava
visto dall’alto. Non posso negare
che inizialmente l’altezza da terra, un po’
mi ha spaventato, ma la sensazione della
paura è scomparsa quasi subito, per far fiorire
in me sensazioni uniche e gioiose.
Non so perché, forse per la velocità, per
l’altezza, per il paesaggio o semplicemente
per tutto, mi sentivo viva, libera come se
in quel momento fossi stata capace di affrontare
qualsiasi cosa,
mi sentivo invincibile,
mi sentivo un’aquila al
suo primo volo, piena di
energia, pronta a salire
sempre più in alto.
È stata un’esperienza
unica, anche se purtroppo
breve ma indimenticabile.
Sono grata al mio Capo
Reparto e ai Vice Capi
Reparto, per avermi
dato la possibilità di
provare un’esperienza
simile.
Infine vorrei dire lo
scautismo è sempre
stato il mio punto di
riferimento e una costante,
in una vita di
variabili. I suoi ideali hanno portato alla
ramificazione delle radici dei miei piedi, facendomi
diventare un tutt’uno con la terra
e le sue emozioni, insegnandomi a non
accettare mai di essere una cosa sola, ma
a reinventarmi ogni giorno nella vita quotidiana.
C.P. Lince Rebecca Perruccio
Reparto Livingstone
Sezione Deri TA 1
La mia
Veglia sotto le Stelle
15
Buon Sentiero, sono Giorgia esploratrice
del reparto Pioneer di Messina.
Mi è stato chiesto di raccontare per
il giornalino, una mia esperienza vissuta
agli scaut, che mi avesse particolarmente
emozionato e che mi fosse rimasta
impressa. Proprio per questo motivo, ho
deciso di raccontare la mia Veglia sotto le
stelle.
Ricordo tanti particolari dei miei momenti
vissuti all’interno della mia Sezione ma, di
sicuro quella veglia la conservo con maggior
affetto tra i miei
ricordi.
Eravamo al campo
estivo 2018 all’interno
del bellissimo rifugio
della Guardia Forestale
di Catania, alle pendici
dell’Etna, a 1200 mt di
altezza, circondati da
una natura incontaminata,
dove gli unici
suoni che percepivamo
provenivano da svariate
specie diverse di
animali. Quella notte
ci ritrovammo tutti davanti
al fuoco, dopo il
nostro solito momento
ricreativo con il resto
della Sezione e conclusa
quella parentesi
di puro divertimento e unione, tutto d’un
tratto calò tra di noi il silenzio, la totale
calma e assenza di rumori quasi oserei
dire “inquietante” . Ovviamente davanti a
noi sempre presenti il nostro Capo Reparto
e il suo Vice, in attesa che qualcuno
parlasse.
Dopo una breve discussione sulle considerazioni
riguardanti il campo, abbiamo
affrontato il vero argomento della veglia,
ossia l’Hike della mattina, abbiamo parlato
tanto quella sera, ricordo che faceva
freddo, eravamo tutti sdraiati a terra malgrado
le sedute realizzate con le castagnole.
Ad un tratto decidemmo di spostarci
poco più in là, dove gli alberi non nascondevano
quel meraviglioso cielo stellato…
milioni di stelle, quella notte decisero di
farci compagnia.
Riuscivamo a riconoscere anche alcune
delle più famose costellazioni.
Alcuni di noi dormivano, altri ascoltavano
e altri come me, probabilmente pensavano
a quanto sarebbe stato triste, la mattina
seguente dover tornare a casa, senza la
tenda, i compagni di pattuglia, ricordando
semplicemente dei piccoli frammenti di
quella notte, apparentemente eterna…
Giorgia Savasta
Capo pattuglia Orsi
Reparto Pioneer
16
Paura nella Notte
E’ STATA UNA BELLA ESPERIEnza
Buona Caccia!!! Siamo 3 ragazzi della
Sezione di San Severo 2 (FG).
Io sono Martina il capo della PTG
Puma, io sono Giovanni il Vice Capo Pattuglia
della Puma e io sono
Angelo il capo della PTG Pantere.
Siamo qui per raccontarvi
un’avventura vissuta al nostro
campo estivo 2018 che si è svolto
ad Acqua della Pietra (Laurenzana-Potenza).
Una delle
attività che più ci ha particolarmente
colpiti è stata quella
notturna. L’ambientazione era
spaventosa perché nel bosco riuscivamo
a vedere solo le Stelle
e sentivamo lo screpitio delle
foglie. Tutti i capi erano spariti
e l’unico rimasto ci fece vedere
un video abbastanza inquietante
e da lì iniziò tutto. Come
luce avevamo una torcia a PTG
e il cuore ci batteva a mille.
Durante il percorso vagavamo
tutti insieme nel buio e ad ogni
passo aumentavano le nostre
palpitazioni.
Strani rumori e ombre si aggiravano
tra gli alberi, ma non riuscivamo
a capire cos’era.
Tutta via avevamo un solo
obiettivo in testa: dovevamo
trovare 5 perle, ma sapevamo
che avremmo dovuto incontrare
dei mosti... Ci ricordammo
che il giorno prima avevamo
visto una pietra sporca di rosso,
e, neanche a farlo apposta,
ci capitò di trovare dei palloncini rossi per
terra e la nostra paura aumentò. D’un tratto
vedemmo delle luci che lampeggiavano
e con il cuore a mille, andammo a vedere da
dove venivano. Trovammo la macchina del
nostro vice capo reparto, sembrava impazzita
e le nostre palpitazioni erano diventate
altissime. È stata una bella esperienza,
perché ci ha resi più uniti. Vorremo ringraziare
il nostro capo reparto Giuseppe e il
nostro vice capo reparto Andrea perché ci
rendono persone migliori e ci insegnano la
fratellanza scaut, fra paura e divertimento.
Martina, Giovanni e Angelo
Reparto Dragoni Verdi
La nostra caminata
sulla neve
17
Dato che siamo tra gli “ultimi arrivati” in Assoraider abbiamo
scelto di raccontare la nostra prima attività in
Assoraider, anche se è passato un po’ di tempo.
Il 14 gennaio ci recammo a Bielmonte, all’Oasi Zegna a fare
una ciaspolata di reparto. Partimmo di mattina presto e
arrivammo verso le 10,00, arrivati lì, noleggiammo le ciaspole
e partimmo verso il rifugio. All’inizio la pista era
ripida, ma dopo un paio di passaggi impegnativi, arrivam-
mo per un sentiero nel bosco, in un largo piano e con grandi
curve. Arrivati al rifugio (anche se per colpa di alcune le rotte eravamo obbligati a fermarci spesso) guardammo
ciaspo-
il panorama e ritornammo al punto di partenza, verso il
parchetto locale. Lì, dopo il pranzo a base di panini, raggiungemmo
la più vicina pista di slittini e sci dove facemmo dei vari giochi e dopo,
tutti sulla neve a giocare!
Reparto Okitayaya
Deleg. Vaiano Cremasco
prima ATTIVITA’ CON I COLORI assoraider
18
Rispetto ed Onestà
LA VEGLIA IN HIKE DA TA2
È
di notte che si percepisce meglio il frastuono
del cuore, il ticchettio dell’ansia,
il brusio dell’impossibile e il silenzio
del mondo ,di notte ogni cosa assume
forme più lievi, più sfumate, quasi magiche.
Ed è per questo che sono qui per raccontarvi
di una delle notti più magiche che ho mai
vissuto. Noi del reparto hogwarts armati di
coraggio e vitalità ci siamo addentrati con
le nostre quattro pattuglie sui monti della
Sila per dare inizio al nostro campo estivo
2018 , ed è proprio qui
che inizia la nostra
grande avventura. Sapevamo
già , appena
arrivati, che avremmo
dovuto affrontare una
delle più emozionanti
esperienze di quell’estate:
L’hike di pattuglia.
Un momento
unico e straordinario
dove si cresce , si gioca
e si ride in armonia.
Vi racconterò l’appassionante
vicenda di
due pattuglie unite
che condividono la voglia
di crescere , di volersi
bene e il desiderio
di restare amici per
sempre. Al lume di
una lanterna , al caldo
di un sacco a pelo e al riparo da un telone
noi della pattuglia leoni e la pattuglia falchi
ci eravamo riuniti per dare inizio all’emozionante
veglia di pattuglia di quella notte.
C’erano stati dati dei racconti da leggere
insieme e da comprendere , tutti insieme
allora abbiamo scelto ‘’il seme di kaori’’.
Narrava la storia di un principe cinese che
non aveva ancora trovato moglie. Il padre
era preoccupato: − Quando morirò tu dovrai
diventare imperatore, ma lo diventerai
solo se sarai sposato. È così che stabilisce
la legge, perciò - figlio mio - trova moglie.
Il principe seguì il consiglio di un saggio e
decise di radunare a palazzo tutte le fanciulle
del suo regno. La più degna colpirà il
mio cuore e diventerà mia sposa − ripeteva
tra sé e sé il principe.
Il giorno stabilito si presentarono a palazzo
le più belle e affascinanti fanciulle del regno,
avvolte in abiti ricchi e luccicanti.
Tra loro c’era anche la figlia di una serva del
re, Kaori, che non era bella. Non era neanche
ricca. La madre aveva cercato inutilmente
di trattenerla a casa: − Non andare,
il principe non ti degnerà di uno sguardo,
non puoi competere accanto alle altre…
Kaori era stata irremovibile: − Andrò a palazzo,
madre. So che non potrei mai essere
io la prescelta, ma avrò almeno la gioia di
avvicinarmi per un attimo al principe.
Il principe annunciò la sua sfida: − Benvenute,
voi tutte. A ciascuna di voi darò un
Questo antico racconto giapponese ci insegna
che L’onestA ’ personale non conosce stagioni e
non si basa sul tempo, sulle quotazioni di borsa,
o sugli indicatori economici principali.
19
seme, e colei che fra sei
mesi mi porterà il fiore
più bello diventerà mia
sposa, la futura imperatrice.
Kaori prese il suo seme e,
appena tornata a casa, lo
piantò in un grande vaso
di argilla. Ogni giorno gli
portava acqua, si assicurava
che non patisse
il freddo, che non assorbisse
troppa umidità,
che i raggi del sole non
lo colpissero direttamente
e troppo a lungo.
La madre, guardando la
sua perseveranza, pensava: − Il principe dovrebbe
sposare lei, per la grandezza del suo
amore paziente…
Dopo un mese dalla terra del vaso di terracotta
non era spuntato alcun germoglio.
Nulla. Kaori consultò anziani giardinieri,
applicò i loro consigli.
Non crebbe nulla. Dopo sei mesi il seme
non era cresciuto. Niente. Neanche una minuscola
fogliolina.
Arrivato il giorno dell’udienza dal principe,
Kaori decise di portargli ugualmente il suo
vaso, come segno del suo amore paziente.
− Figlia mia, non andare! − le ripeteva la
madre fin dall’alba − Come credi che reagirà
il principe, vedendo un vaso vuoto?
Giunta a palazzo, Kaori si mise in fila dietro
a centinaia di giovani donne che tenevano
tra le mani fiori bellissimi, stupendi,
dai profumi inebrianti. Il principe ammirava
ogni fiore che passava davanti a lui.
Quando le si presentò davanti Kaori, il principe
scrutò il vaso colmo solo di terra con
grande attenzione.
Dopo di lei sfilarono altre fanciulle, tutte
orgogliose dei loro magnifici fiori.
Alla fine il principe si alzò dal trono ed
annunciò la sua decisione:
− Mia sposa diverrà quella
giovane donna che tiene il
vaso di terracotta da cui non
è cresciuto alcun fiore.
Le altre reagirono stupite: −
Ma come? Non è giusto! Che
decisione è questa?
Il principe le fece tacere con
un cenno della mano e spiegò:
− Quella donna è l’unica
che ha saputo far crescere il
fiore dell’onesta. È degna di
diventare imperatrice. I semi
che vi ho dato erano senza
vita, sterili; non avrebbe
mai potuto crescere nulla da
quei semi. Kaori e il principe si sposarono il
primo giorno di primavera e la loro vita insieme
fu felice.
Questo antico racconto giapponese ci insegna
che L’onestà personale non conosce
stagioni e non si basa sul tempo, sulle quotazioni
di borsa, o sugli indicatori economici
principali. O ce l’hai o non ce l’hai. Riflettendo
su questa questione tutti insieme mi
sono accorta che un unico pensiero ci accomunava
tutti un amico è qualcuno con cui
puoi dividere le tue emozioni più intime,
qualcuno che è disposto a rischiare l’amicizia
pur di dirti quello che pensa tu non dovresti
fare... un vero amico è qualcuno che ci
tiene tanto da dirci cose che non vogliamo
sentire ed è anche difficile stringere legami
del genere tra di noi , ma quando succede
sfidano il tempo e la logica. Perché ci sono
legami che sono semplicemente destinati
a esistere. Ed è così che quella notte, tutti
insieme, abbiamo compreso ancora una
volta l’importanza dello stare insieme in
totale sincerità , onestà confinando insieme
gli uni negli altri.
Martina Andrisani
CP Leoni
20 mandate le Vostre foto a: arcobaleno@assoraider.it
Piede Tenero
INIZIA UNA NUOVA AVVENTURA, si apre davanti a
noi un nuovo anno scaut con tantissime attività, e,
per qualcuno è tempo di cambiare vita.
Il Lupo, seguendo la pista, lascia il branco e la giungla,
per prendere il sentiero che lo porterà a vivere con gli
uomini. Nelle pattuglie arrivano i Piedi Teneri. Ma il
nuovo Piede Tenero, è un ragazzo che non conosce la
Pattuglia, non conosce il reparto, entra in un mondo
nuovo, sicuramente con un pizzico di timore e insicurezza,
ma tanto
entusiasmo, a
voi esploratori
ed in particolare
a te Capo
Pattuglia,il
compito di aiutarlo
a divenire
Esploratore.
Date la vostra
disponibilità,
insegnando lui
le tecniche che
avete imparato,
date l’esempio,
sia quando siete in pattuglia che fuori, ed imparerà
lo stile Scaut, date il vostro rispetto, se vorrete essere
ascoltati, perché sulla pista che ha percorso sino ad
oggi, ha raccolto diverse capacità, che insieme a voi
sul sentiero, potranno divenire brevetti, infine date
loro fiducia, rendeteli partecipi, fate si che siano protagonisti
e non spettatori. Ma non solo la Pattuglia
ed il Capo Pattuglia devono fare la loro parte, anche
tu piede tenero, devi collaborando, dando la tua disponibilità,
il tuo impegno con costanza per poter divenire
un esploratore ed essere preparato. B.P. in una
sua lettera agli esploratori scrisse “Ora, tutti coloro di
voi che sono “piedi teneri” o “seconde classi” devono
ricordare questo e mettere in pratica il motto “Sii preparato”:
cioè, dovete allenarvi per essere forti, attivi e
in gamba, perché allora, se in qualunque momento si
farà appello a voi, sapete che potrete dare una mano
e fare un lavoro da uomini per il vostro prossimo e
per il vostro Paese. Non intendo dire che dovete addestrarvi
specialmente come soldati o marinai, ma
come qualcosa di ancora meglio: come cittadini buoni,
utili e allegri. Questo dev’essere il vostro scopo.
Mettere in pratica la Legge scout nella vostra vita di
ogni giorno. Non limitatevi a conoscere la Legge a
memoria: mettetela in pratica, e sarete ragazzi più
felici e uomini migliori.”
L’Albo d’oro
di Pattuglia
SICURAMENTE LA TUA PATTUGLIA HA UN ALBO
D’ORO, un libro, un quaderno, dove scrive tutte le avventure
che vivete, illustrandole con disegni e foto. Se
la tua pattuglia non c’è l’ha, è arrivato il momento di
crearlo. Di solito usiamo un quaderno grande, con fogli
bianchi, o lo creiamo. Non vi starò a spiegare come
fare, perché sono sicuro che con la vostra intraprendenza,
sarete capaci di ottenere dei favolosi risultati,
inoltre, oggi online, esistono tantissimi siti e video tutorial
che possono aiutarti, come ad esempio questo:
https://www.youtube.com/watch?v=1Snjfao47DI.
Seguendo le sue indicazioni potrai realizzare rilegature
in stile giapponese, come quelle in foto.
La fantasia non ha limiti. L’Albo d’Oro è un elemento
fondamentale, racconta la storia della pattuglia e dei
suoi pattugliotti negli anni, racconta le attività e lo
stato d’animo di chi vi scrive o vi disegna, lascia un
segno nel futuro, perché tramanda una parte di te e
della tua pattuglia a chi verrà negli anni a seguire.
Normalmente è il segretario di pattuglia, che ha in
consegna l’Albo d’oro, ma deve essere compilato a
turno, da tutti i membri della pattuglia, farlo è un piacere,
non un compito per casa. È compito del Vice capo
pattuglia, guardiano dello stile, assicurarsi e verificare
che il segretario non se ne dimentichi, controllando, e,
compilandolo all’occorrenza quando è necessario.
Tutti devono lasciare la propria impronta!
Un sorriso fa fare
il doppio di Strada di un brontolio
Il motto della nostra branca è Servire,
per questo la compagnia Overland ha
iniziato il campo estivo un giorno prima,
per scaricare i materiali necessari e per
costruire il Pennone. È proprio con questo
spirito che abbiamo affrontato il campo
itinerante, durante il quale si raggiungono,
camminando, delle tappe scelte precedentemente,
con uno zaino sulle spalle carico
dell’equipaggiamento personale e dei materiali
necessari, come tende e fornelletti.
Per molti di noi, è stata la prima volta e
all’inizio la paura era tanta, affrontare cinque
giorni di strada con il peso sulle spalle,
ai nostri occhi sembrava un’impresa ardua,
ma tra un canto e una risata, abbiamo vissuto
al meglio quest’avventura migliorando
anche il legame tra di noi e aiutandoci
nelle difficoltà.
Una delle tappe che ci risulterà difficile
dimenticare è senza dubbio la tappa notturna,
un’esperienza completamente nuova.
Essendo stata una tappa difficile, ha
contribuito a rafforzare i nostri rapporti in
quanto ognuno di noi sapeva di poter trovare
conforto negli altri. Nonostante la fatica
è stata una tappa emozionante, camminare
sotto le stelle, essere inseguiti d
alle mucche… e chi se lo scorda!!!
E dopo un lungo cammino e tanta, tantissima
pioggia si torna al campo base, un po’
stanchi ma consapevoli di aver arricchito la
nostra valigia.
Ma non è finita qui… il giorno dopo eravamo
già all’opera con la costruzione della
mensa e della cucina! Come avevamo prefissato
nel nostro programma i giorni seguenti
sono stati dedicati ai giochi di squadra
e individuali, quindi tanto divertimento
e tanta allegria.
Nelle vicinanze del nostro campo base, c’
era una grande e vecchia casa abbandonata,
dalla quale chiunque starebbe lontano…
noi no… abbiamo fatto un gioco…
notturno. Lo scopo era quello di cercare una
sveglia nella casa, dopo aver fatto lo scalpo
bendati. Il tragitto è stato ansioso ed
avevamo una buona ragione per esserlo, in
fondo era una casa abbandonata di notte…
È stato un gioco molto entusiasmante che
ci ha coinvolti.
Un’importante cerimonia è stata la totemizzazione
di Marco Chiarelli, al quale hanno
assegnato come nome totem ‘Pinguino
SocievolÈ. Questa esperienza è sempre
emozionante, perché è un obiettivo che noi
tutti vorremmo raggiungere e ci proietta in
un futuro… speriamo non troppo lontano.
Un altro significativo evento è stata la firma
della carta di compagnia (Cerimonia
dell’Impegno) da parte di Luca Dellisanti,
che ci ha dimostrato il suo impegno verso
al compagnia.
Un aspetto fondamentale della compagnia
sono le Veglie, durante questo campo ne
22 VOGLIA DI STRADA
abbiamo fatte tre incentrate sull’altruismo,
sul bullismo e sul razzismo attraverso
le quali abbiamo potuto esprimere i nostri
pensieri su queste tematiche attuali.
La quarta veglia è stata quella sotto le stelle,
è stata una veglia diversa dalle altre perché
ognuno di noi ha avuto una canzone che
rappresenta il nostro carattere, dopo aver
sentito le canzoni, ci siamo isolati abbiamo
scritto tutte le nostre considerazioni, tutto
quello che ci passava per la testa. Successivamente
con Giovanni e Luigi abbiamo letto
i nostri pensieri e loro ci hanno aiutato a
scavare in noi stessi per far emergere tutte
le emozioni e tutte le nostre paure.
La fine di un campo ti lascia sempre un velo
di malinconia addosso, perché per dieci
giorni ti ritrovi immerso nella natura, faccia
a faccia con le paure che dovrai affrontare
e ti estranei dalla vita quotidiana. Durante
ogni campo c’è sempre qualcosa da scoprire
e da imparare. Non ci si deve mai arrendere,
qualunque cosa succeda e proprio
nei momenti di bisogno sei consapevole
si poter contare su tutte le persone che ti
circondano. Possono capitare momenti difficili,
di litigi ma sono proprio questi a rafforzare
i rapporti. Attenzione, attenzione…
il conto alla rovescia per il prossimo campo
è già iniziato!
Buona Strada,
Compagnia Overland
Tutto inizia il
27 luglio 2018 ...
l’intera compagnia Dog Soldier (ben due
elementi più due) accompagnati da Elisabetta
Giovenchi, raider presso la sezione
di senna comasco (FIS Raider) è pronta a
partire. Dopo un volo di poche ore siamo a
Londra. Qui inizia un travagliato scambio di
mezzi che prevede tre quattro pullman e un
treno (tutto reso più complicato dai lavori
fatti solo sulla linea ferroviaria che serviva
a noi). Verso le 9 siamo al campo. Beh che
dire, superare l’ingresso è stato come cambiare
mondo, percorsi quei due metri siamo
passati da auto, strade e case a un mondo
di tende, ripari e costruzioni. Dopo un veloce
montaggio tende ed una frugale cena ci
aggiriamo per il campo dove iniziamo subito
a conoscere nuove persone e a salutare
vecchi amici. Sabato 28 viene quasi interamente
occupato dalle costruzioni dei vari
accampamenti, memorabile la sera, quando
dopo alcuni bans eseguiti da ragazzi di
varie nazionalità viene svolta la cerimonia
che da inizio al campo. Bellissimo cerchio
con quasi 2000 persone che, pian piano che
la notte avanza, si ritirano, portando alla
fine alla formazione di un piccolo gruppo
composto quasi esclusivamente da noi italiani
ed alcuni spagnoli con cui continueremo
a fare festa ancora per un po’. Domenica
29 la pioggia è stata continuativa, dall’alba
fino alle 18.30/19 ma questo non poteva
certo fermarci. La mattina viene occupata
con giochi di conoscenza, divisi per sottocampo,
nel nostro (quello rosso) c’erano
circa 500 persone. Ci troviamo ad essere gli
unici italiani in mezzo ad enormi gruppi di
VOGLIA DI STRADA 23
spagnoli e tedeschi con qualche canadese
e inglese qua e la. Dopo tiri alla fune, corse,
strane staffette e un roverino che coinvolgeva
un centinaio di persone andiamo a
pranzo. In seguito facciamo un breve meeting
di sotto-campo dove conosciamo bene
alcuni italiani di Valenzia, tre o quattro
spagnoli e qualche ragazzo canadese con i
quali stendiamo un progetto per la costruzione
di un portale di sotto-campo. Dopo
aver deciso tutto il progetto inizia la costruzione,
forse una delle attività più belle
del campo, più di 100 persone coinvolte
che davano il loro contributo per costruire il
loro portale (impiegati più di 50 pali e non
so quanti metri di corda). La sera fuoco di
sotto campo blu (inutile dire che ci siamo
imbucati), niente di particolare da segnalare.
Lunedì iniziano le attività di campo che
proseguiranno anche mercoledì, nel corso
di questi due giorni ci cimentiamo in vari
giochi, nella costruzione di ferma foulard
in cuoio, nel lancio di accette, nel tiro con
la carabina e insieme ai ragazzi di Valenzia
costruiamo un pezzo del percorso Herbert
che verrà poi utilizzato venerdì. Martedì è
la giornata dell’Hike. Partenza alle 11 dal
campo ritardata da problemi con i mezzi.
Passeremo l’intera giornata insieme alla
compagnia di Senna Comasco e alcune
compagnie Sarde con cui avevamo fatto
conoscenza gli anni precedenti. Bellissima
camminata nelle campagne inglesi (forse
un po’ troppe pause), paesaggio veramente
stupendo e compagnia gradevole. Torniamo
al campo abbstanza stanchi, ciò non ci
impedirà comunque di partecipare al fuoco
serale e di rimanere svegli fino a tardi.
Mercoledì la giornata prosegue abbastanza
tranquilla, interamente occupata dalle
attività che avevamo iniziato il martedì.
Giovedi abbiamo un giorno di pausa, mentre
gli altri gruppi partecipano a gite tipo
la visita di Brownsea o di Londra, noi che
eravamo già andati lì lo scorso anno rimaniamo
al campo dove passiamo una giornata
super tranquilla, delle 2050 persone
giusto un centinaio rimangono a Newbury
dandoci così la possibilità di svolgere alcune
attività di compagnia. La sera Klaus, un
simpatico scaut tedesco di quasi due metri
con una grandissima passione per i Lakota
ci racconta la storia dei Dog Soldier (l’ambientazione
della nostra compagnia, uno
dei quattro gruppi che andava a formare la
società Lakota), dopo questo ci porta in un
luogo un po’ nascosto all’interno del campo
dove svolge quella che era la cerimonia
per celebrare l’entrata di nuovi membri nel
gruppo, in seguito a questo i ragazzi fanno
l’impegno e firmano la carta di compagnia.
Dopo la cerimonia ci troviamo con altri scaut
italiani a cantare un po’ di canzoni. Venerdì
è il nostro ultimo giorno, nonché uno
dei più intensi. La mattina la impieghiamo
quasi interamente facendo il percorso Hebert
e con altri giochi con i ragazzi di tutto
il campo tra cui una bellissima lotta greco
romana che ha causato conflitti internazionali
non indifferenti. Il pomeriggio viene
organizzato un “mercato” in cui ognuno
offre o mostra qualcosa del proprio paese,
24 VOGLIA DI STRADA
esperienza bellissima, veniamo a contatto
con la cultura canadese, messicana, russa,
spagnola tedesca e altre ancora. Finito
questo partecipiamo all’ammaina bandiera
e alla cerimonia di chiusura dove ognuno
dei partecipanti getta una bastoncino con
il proprio nome nel fuoco. Dopo esserci disposti
tutti a formare la scritta WFIS per
una foto ci si sposta presso all’ultimo fuoco.
La serata finisce, almeno per me, verso
le 4 di notte, dopo aver conosciuto 5/6 ragazzi
spagnoli che si erano riuniti attorno
ad un piccolo fuoco prima della partenza.
Sabato mattina si smonta, facciamo gli ultimi
saluti e si torna a casa. Andando oltre
quello che ho scritto prima, la “cronaca” del
campo, è difficile mettere per iscritto cos’è
stato questo Eurocamp per me. Abbiamo
conosciuto tantissime persone, fatto amicizie
nuove e consolidato quelle vecchie, ho
sentito sulla mia pelle cosa significa fare
parte di un organizzazione internazionale,
perché che fossero messicani, canadesi,
inglesi o tedeschi ero sempre in mezzo a
ragazzi come me, che avevano un foulard,
che mi hanno accolto, che condividevano i
miei stessi ideali e che mi hanno fatto sentire
a casa. “Lo scaut è fratello di ogni altro
scaut”, sono esperienze come queste che
ci fanno capire il reale significato di queste
parole.
Buona Strada, Cicala Disponibile
Deleg. Vaiano Cremasco
Questo Eurocamp, il mio secondo per la
precisione mi ha suscitato un’infinità di
nuove emozioni. Un’ esperienza totalmente
diversa da quella vissuta a Roma,
incentrata ad intrattenere i ragazzi e a
farli giocare. Questa è stata
una cosa totalmente diversa:
un’esperienza per conoscere più
persone possibili, scoprire le loro
tradizioni, le loro lingue, la loro
storia, tutto coronato da attività
formative nel carattere e nella
personalità. La possibilità di conoscere
e vivere come fratelli con
altre 2050 persone, provenienti
da 251 paesi è indescrivibile.
Fiamma Gentile
L’Eurocamp ha mio parere è uno
degli eventi più importanti nella
vita di uno scaut, in quanto è
un’esperienza irripetibile, che
tutti dovrebbero provare almeno una
volta, durante il loro percorso. È una settimana
ricca di attività, che permettono di
provare tutte le sfaccettature delle scautismo;
si ha la possibilità di conoscere e fare
amicizia con scaut provenienti da tutto
il mondo, e così conoscere anche nuove
culture e tradizioni.
Inoltre quest’anno si è svolto nella terra
madre dello scautismo e questo la reso
ancora più eccezionale ed emozionante.
Ape Scrupolosa
Eurocamp18: rivedere e riabbracciare i vecchi
amici. Tante uniformi diverse ma tutti
insieme, legati da una promessa.
Toghether we are stronger.
Castorina Determinata
VOGLIA DI STRADA 25
L’impresa della Yakonè
... da una idea nata all’improviso
Buona Caccia, siamo la compagnia Yakonè
della sezione di Barletta e stiamo
per mostrarvi ciò che è stata la
nostra impresa.
Tutto è partito da un’idea nata quasi all’improvviso
durante la programmazione ad
Ottobre. La proposta iniziale era quella di
mettere in scena un piccolo spettacolo,
prettamente a sfondo comico, da destinare
a un pubblico composto principalmente da
lupetti, o più in generale bambini.
Per prima cosa ci serviva una trama, una
storia che potesse essere interessante e
allo stesso tempo racchiudere quelli che
sono gli ideali della nostra compagnia.
Quale idea migliore se non quella di utilizzare
la carta di compagnia come base per
realizzare il nostro spettacolo?
Nessuna, dal momento che è stata una
proposta condivisa da tutti immediatamente,
quasi come se stessimo cercando
proprio qualcosa del genere.
La nostra storia parla di Nora, una ragazza
che decide di abbandonare il suo villaggio
per andare alla ricerca di se stessa, attraverso
un percorso della durata di quattro
anni. Conosciuto dagli abitanti del villaggio
come il Cammino della Volpe, essa è una
prova che per molti significa avventura, coraggio
e determinazione.
Tuttavia Nora appare una ragazza timida
e impacciata che più volte si trova a dover
affrontare dei ripensamenti riguardo la sua
scelta. Per sua fortuna però, la ragazza si
imbatte in personaggi che si rivelano essenziali
per la sua crescita non solo tecnica
ma anche spirituale.
Il primo di questi è una simpatica e arzilla
nonnina che vive da sola nella foresta. Il
suo ruolo è quello di insegnare a Nora ciò
che rappresenta la base di un Rover, ovvero
conoscenze tecniche quali l’accensione
di un fuoco, fare legature e costruire un rifugio.
Forte degli insegnamenti della nonna,
Nora prosegue e incontra Raghnar, un
Rover che le parla dell’impegno e di cosa
vuol dire realmente cimentarsi in qualcosa,
dandole consigli morali.
Dopo la chiacchierata con Nora, egli si rivela
essere la carta di compagnia.
Giunta in una spiaggia, Nora incontra Kanosack
,un rover anziano giunto al termine
del suo percorso.
In compagnia del suo pinguino, egli è fondamentale
per Nora poiché le consegna il
fazzolettone che le permette di incontrare
la volpe Yakonè.
Questa è la storia, ma non era finita qui,la
26 VOGLIA DI STRADA
trama dello spettacolo era solo uno dei
tanti punti da realizzare. C’erano i costumi,
la scenografia, le luci, insomma un gran lavoro
da portare a termine e che un po’ spaventava
tutti quanti.
Mettere in scena questa apparentemente
semplice storia è stato faticoso, ma il lavoro
dell’ intera compagnia è stato ripagato
da un’ immensa soddisfazione e gratificazione
da parte del pubblico ma soprattutto
da parte di noi stessi. Ognuno, con la propria
particolarità, con le proprie capacità,
ha contribuito a mettere in piedi questa
impresa e a renderla qualcosa di cui poter
andare fieri. Ciò che abbiamo imparato da
questa esperienza è che insieme si può raggiungere
qualsiasi traguardo, nonostante
le difficoltà, scetticismi, alti e bassi, perché,
è vero, alla fine il duro lavoro di squadra
ripaga sempre e comunque.
Compagnia Yakonè - Sez. di Barletta
Il Fascino
della Firma
Come tutti gli anni anche quest’anno il momento
conclusivo, che è anche il più bello e
atteso per tutti noi scaut è arrivato: Il Campo
estivo. Quest’ anno il campo di Sezione
si è svolto a San Martino Valle Caudina (AV)
presso il rifugio Mafariello. Questo campo
ha segnato i nostri cuori, noi che siamo tre
ragazzi della Sezione di Andria e facciamo
parte della compagnia Merak.
Durante questo campo abbiamo svolto la
cerimonia più importante della terza branca
la firma della carta di compagnia, che
indica il passaggio da un semplice
rover a rover anziano.
Questo passaggio viene evidenziato
anche nella nostra carta di compagnia
in una frase che vogliamo
condividere con tutti voi: “…in noi
non c’erano più dei fanciulli, ma
dei veri uomini. Ci sono scritti ancora
oggi i nostri nomi sulla grande
pietra.”
La cerimonia è stata molto semplice
ma intensa e suggestiva,
soprattutto nel momento in cui
come da tradizione abbiamo potuto
bere dalla grolla dell’amicizia.
Durante la cerimonia i nostri capi ci
hanno esortato a ideare delle imprese
individuali che si baseranno su uno
dei 4 punti di BP:
• Formazione del carattere
• Salute e forma fisica
• Abilità manuale
• Spiritualità
Subito dopo, grazie a un gioco divertente
preparato dai rover anziani, abbiamo potuto
scoprire i nostri nomi totem; eccoli ed
ecco cosa ha rappresentato per noi questo
momento:
VOGLIA DI STRADA 27
grado di firmare l’impegno mi rende fiero
di me stesso e mi fa capire quanto loro credano
in me. Il nome totem scelto dai miei
compagni mi descrive molto bene e ciò mi
fa capire quanto loro mi conoscano bene.
In passato Io mi sono sempre impegnato
al massimo ed ho sempre cercato di essere
disponibile ma adesso da rover anziano
dovrò essere, sempre, da esempio per i più
giovani. La mia impresa punterà soprattutto
su: salute e forma fisica.
Buona strada e vi salutiamo con una frase
di BP: “come Rover dovrai ricordare che,
varcando le soglie dell’adolescenza verso
la virilità, avrai superato lo stadio in cui
si impara ad osservare la Legge Scout ma
che ormai dovrai applicarla praticamente
usandola come guida alla tua condotta
ALESSIA - TIGRE IRREQUIETA. Per me
questo è stato un momento di passaggio
dall’essere guidata al guidare e aiutare i più
piccoli. Abbiamo firmato la carta di compagnia
la sera del grande gioco, ero stremata
e allo stesso tempo emozionata , euforica
, non aspettavo altro che firmare quel impegno.
Un impegno da portare avanti per
sempre e che richiede sacrifici, maturità,
responsabilità e tanto amore. La mia impresa
si baserà sul SERVIZIO su: formazione
del carattere e abilità manuale.
ARIANNA - CHIOCCIA RIFLESSIVA. Tutto
è avvenuto la penultima sera del campo,
a dire il vero non mi sarei mai aspettata di
ricevere questo onore. Appena ci è stato
chiesto ero sorpresa ed emozionata… non
ci credevo. In fine per quanto riguarda l’impresa
vorrei basarla sul punto di BP della
formazione del carattere o dell’abilità manuale.
GABRIELE – LEONE SFUGGENTE. Per me
la firma della carta di compagnia è stato
un momento davvero importante e significativo.
Sapere che i miei capi e i miei
compagni già rover anziani mi ritengono in
nella vita. Per di più sei ora in situazione
di responsabilità tale da dare l’esempio che
potrà condurre verso il bene e verso il male,
a quanto a fondo tu mantieni la Promessa
che hai fatto sul tuo onore, come Rover, di
offrire agli altri buona volontà ed aiuto”
ChiocciaRiflessiva
Leone Sfuggente
Tigre Irrequieta
Compagnia Merak (Andria)
28 VOGLIA DI STRADA
51°
Collepardo
19/27 08 2018
Ogni CFQ è diverso e regala emozioni
uniche. Questo 51° a Collepardo è
stato il mio primo CFQ da Capo Corso
e devo dire di essere stata fortunata: fortunata
perché è stato un campo molto sereno,
si è respirata un’atmosfera di grande pace
e collaborazione, nonostante la pioggia che
arrivava puntuale tutti i pomeriggi, i ritmi
intensi e i cambiamenti dell’ultimo minuto;
fortunata perché gli allievi del Corso Preliminare
sono stati stimolanti e divertenti, perché
hanno creato subito un bel gruppo nel quale
si sono confrontati, sostenuti e rispettati,
ma soprattutto si sono mostrati interessati
ad ogni argomento, desiderosi di apprendere
il più possibile. Con il loro sguardi attenti, le
loro domande, gli interventi e la condivisione
delle loro esperienze, hanno arricchito ogni
momento di questo campo scuola;fortunata
perché ho condiviso quest’esperienza con
persone che stimo, persone che non si risparmiano
e che mettono al servizio dei più
giovani la loro esperienza. Fratelli scaut che
hanno una profonda conoscenza delle metodologie
e continuano ad approfondire e a
specializzarsi, spinti dalla passione per ciò
che fanno, al fine di elevare la qualità della
nostra offerta, per dare più strumenti possibili
ai capi di domani. E tutto ciò con naturalezza
e spontaneità. Ancora una volta ho
avuto la conferma che il CFQ è la scuola in
cui, a prescindere dal ruolo, dall’età e dall’esperienza,
tutti hanno qualcosa da insegnare
e ognuno ha qualcosa da imparare. E, in
questo continuo dare e ricevere, ritorniamo
tutti a casa con uno zaino pesante di esperienze,
conoscenze, emozioni e ricordi.
A.P. Meloni
Superiore 2.0
La Consapevolezza di Essere Raider
Era la prima volta. E come tutte le
prime volte, l’emozione è forte, le
idee sono ondivaghe, si percepisce
la il timore di non essere all’altezza, di non
farcela. Da subito il messaggio è chiaro: si
parlerà di Raiderismo al Superiore, volendo
interessare tutti i corsisti dell’ultima tappa
formativa del percorso per quadri associativi.
Ma era anche la prima volta che
i corsi Superiori della Scuola fossero
ben due, totalizzando ventisei partecipanti,
ventisei “ragazzi” curiosi
e trepidanti per questa nuova avventura.
E per la prima volta, i Capi
Corso erano due, auspicabilmente
come Stursky e Hutch ma, più concretamente,
come Gianni e Pinotto.
Insomma, diversi come il giorno e la
notte, con due percorsi scaut apparentemente
diversi, due stili agli antipodi,
due esperienze differenti alla
Scuola. Ma entrambi al loro esordio
al Superiore.
Gli ingredienti c’erano tutti.
Il punto forte era, appunto, l’esordio
del Raiderismo. Un Raiderismo che,
pur mantenendo la denominazione
di Tecnica di Conduzione del Raid, in
realtà era stato rivisto, rimaneggiato
con cura, grazie alla collaborazione
di tutte le figure chiave, per essere
proposto come fondamento del Metodo
associativo. Il Capo, il Quadro
Assoraider è prima di tutto un Raider
che applica la metodologia in
scala, declinandola al tipo di incarico
che ricopre in Associazione. Non può
esserci un Capo Unità, un incaricato
in Esecutivo che non sia fermamente convinto
della bontà del nostro metodo Raider.
E qui, probabilmente c’era da attenderselo,
la curiosità dei corsisti è esplosa, in un
turbinio crescente di domande, ma, soprattutto,
nella sete di comprendere a fondo le
cose. Allora il Corso di trasforma in un continuo
interagire tra Raiderismo e Spiritualità,
che nelle sessioni e nelle veglie cerca
di stimolare l’introspezione, la profonda
conoscenza di Sé. L’obiettivo è chiaro: spingere
il singolo a protendere al rispetto della
Legge Raider, tramite la pronuncia dell’Impegno.
La chiave di lettura è tutta qui:
comprendere il senso del proprio Impegno,
il voler essere Raider, prima, e Capi, poi,
scientemente, dopo aver compreso il senso
della propria missione.
30 IL MASTIO
La proposta sembra essere quella giusta: il
Superiore dei 2, sembra potersi guadagnare
la qualifica 2.0. Diventa un corso a misura
del singolo partecipante, diventano 13
anzi 26 corsi superiori in cui ognuno cerca
la sua strada affidandosi alla proposta metodologica
associativa. L’approccio risulta
molto coinvolgente, tanto che i due Corsi
Superiori si contagiano, si mescolano e,
col passare dei giorni, diventano una sola,
unica esperienza in cui le “barriere” della
distinzione tra primo e secondo corso cadono,
portando a vivere esperienze comuni
e a confrontarsi strettamente sulle attività
che necessariamente devono essere svolte
separatamente. Cadono le resistenze
dei più restii, trascinate dalla curiosità dei
più entusiasti, perché, in fondo, nessuno
deve dimostrare niente agli altri, ma ciascuno
deve fare i conti con sé stesso e con
le proprie convinzioni. L’obiettivo è ambizioso
ma raggiungibile: assumere la piena
consapevolezza del nostro essere Raider e
dipende solo da noi.
Accadono cose strane. I famosi “libri blu”
su Marzot, utilizzati quale testo fondante
del corso, vanno a ruba. I quaderni della formazione
sulla Spiritualità e sul Raiderismo
vengono distribuiti e tutti vi infilano dentro
il naso con grande solerzia, accompagnata
a profonda curiosità. Il materiale distribuito
o proposto alle sessioni viene “divorato”,
scambiato, condiviso perché tutti vogliono
sapere. Si vuole tornare all’origine delle
cose, non per accettare passivamente le
idee del fondatore, ormai risalenti a oltre
50 anni fa, ma per comprendere la base del
metodo e trovare il coraggio di attuare anche
quell’adattamento ai nostri tempi che
Aldo stesso aveva auspicato per il futuro.
E così arriva l’ultima notte, l’esperienza
del dialogo con sé stessi. E’ l’apoteosi del
corso: ognuno sceglie di vivere a pieno l’occasione
offerta facendo le proprie riflessioni,
scegliendo, in alcuni casi, di proseguire
oltre il percorso prestabilito, di restare solo
per tutta la notte. Ma al mattino, quando la
luce comincia a scaldare il corpo, si sente il
richiamo del gruppo, dell’esperienza condivisa.
Ed i due Superiori rientrano al campo
come un unico grande corso, con il sorriso
stampato sul volto di quanti, in una notte,
sono riusciti a guardare dentro di Sé, oltre
quello che avevano fatto finora, sentendosi
forse “più liberi dentro e più legati a quelli
che si hanno intorno”.
E i Capi Corso? Quelli sono provati, ma profondamente
gratificati e non nascondono
un radioso sorriso. Hanno condiviso un’esperienza
che li ha portati a ripercorrere le
tappe della propria formazione, moltiplicate
per il numero dei corsisti. Hanno vissuto
momenti forti, emozionanti. Hanno dovuto
mettersi alla prova, cercare risposte a domande
che, probabilmente, non avevano
ancora considerato in maniera tanto diretta,
in particolare quelle che iniziavano con
i “perché” e non con i “come” dello Scautismo.
Ma la condivisione, il confronto, l’azione
congiunta ha funzionato. Il metodo
Raider, applicato con diligenza anche alla
breve esperienza del corso, ha saputo portare
i suoi frutti.
Il Superiore 2.0, frutto dell’alacre lavoro
della Scuola condotto negli ultimi anni, con
il Raiderismo a completamento, ha funzionato.
E tutti siamo più consapevoli della
nostra scelta di vita.
Vittorio e Alessandro
29 IL MASTIO
La Necessità di una κοινη′
Tecniche di Raiderismo al Corso Superiore
Gli archeologi e gli studiosi ipotizzano
che in antichità esistesse, nella
miriade di dialetti particolari, una
lingua comune a tutto il popolo greco. Tale
lingua viene chiamata koinη′ (coinè) che
in greco vuol dire “comune”, in questo caso
si sott’intende - koinη′ dialektο∫- (koinè
diàlectos) ovvero “lingua comune”. Una
bella trovata da parte degli antichi greci
per capirsi in maniera più rapida e diretta.
Per traslato, il termine koinè, può indicare
qualsiasi cosa che accomuni più persone,
spesso nell’ambito della cultura, della religione
o della società.
Chissà quale processo secolare avrà attraversato
la storia greca per poter raggiungere
tale risultato, un lavoro lento, consapevole
o meno; un po’ come tutti i fenomeni
culturali, intendendo come cultura qualsiasi
tipo di conoscenza dell’uomo.
Nello scautismo molti aspetti, tradizioni,
usanze, modi di fare etc, si possono considerare
patrimonio comune di una ideale
“cultura scaut”: penso alla promessa e la
legge, la divisione in branche, il sapere facendo,
il giocare il gioco e molto altro. Anche
nella nostra Associazione vi sono tanti
aspetti che ci accomunano, che sono condivisi,
praticati, conosciuti dai più e che quindi
possono costituire una specie di koinη′.
In riferimento alla branca Raider, invece,
siamo ancora in presenza di una parcellizzazione
di molteplici “dialetti” locali, per
così dire. È assente, quindi, un’idea comune
che possa essere chiara e coerente; non
che sia poi un grosso problema se non fosse
che questo incide in maniera determinante
sulla metodologia da applicare, e quindi
sugli scopi e in fine sui mezzi. Insomma un
bel po’ di cose.
Strumenti per ovviare a tale inevitabile fenomeno
erano già esistenti ma evidentemente
non efficaci. Mi riferisco alla Scuola
Capi, che tra i suoi obiettivi, oltre alla
formazione del Capo, ha proprio quello di
uniformare i concetti e quindi la prassi, in
tutte le realtà locali associativi. Anche la
Branca Raider aveva un suo spazio all’interno
del C.F.Q. ovverosia il Corso Tecnico di
Conduzione Raid, ma la sua incidenza era
del tutto irrilevante. Stando ai dati raccolti
in occasione del 40° C.f.q., solo il 3% dei
corsisti aveva frequentato tale corso!
Lascio a voi le considerazioni. È evidente
come fosse urgente cercare un rimedio a
tutto ciò, per due ragioni semplicissime:
1) non potevamo confidare nei secoli che
sono stati necessari ai greci;
2) la nostra Associazione ha un’identità
(oltre che banalmente un nome) che
presuppone dei concetti comuni.
La domanda era: come fare in modo che il
maggior numero di corsisti seguissero le
sessioni di Raiderismo?
Attraverso una pubblicità a tappeto?
Promettendo bonus e benefit?
Spostando le sessioni sui social o in prima
serata a reti unificate? No.
La soluzione è stata di slittare il Corso di
Raiderismo dal Tecnico al Superiore.
In questa maniera si è sottratto da una
quadruplice scelta, che per forza di ovvie
ragioni vedeva prediligere le prime Branche,
e quindi fare in modo che fosse seguito da
tutti al Superiore.
Ciò è stato possibile perché, eliminate le
ore dedicate all’impresa pratica (duplicato
di quella della docenza di Tecnica del Comando)
restava un monte ore tale da poterlo
inserire al Superiore.
Quest’anno è stato l’anno zero per questa
innovazione e a conti fatti pare che non solo
sia stata apprezzata dai corsisti, ma abbia
innescato quel processo sperato di condi-
32 IL MASTIO
visione, approfondimento e metabolizzazione
tanto sperato e che non si sarebbe
potuto mai ottenere con corsi che, quando
era attivato, vedeva partecipi esigui numeri
nell’ordine di due o tre corsisti.
Della risposta degli allievi ero onestamente
certo, perché tutte le volte che si è parlato
di Raiderismo si è sempre trovato grande
interesse e curiosità; del raggiungimento
degli obiettivi prefissati occorre attendere
del tempo. Saranno necessari diversi anni
affinché una koinη′ trapassi in modo capillare
e giunga in modo diffuso in tutte le
realtà associative, ma senza dubbio eviteremmo
attese secolari benché abituati a
tempi lunghi. L’ottimismo e la buona volontà
pagheranno, unitamente alla pazienza.
Che se ne parli, che ci si confronti, che ci
si ragioni sopra è già tanto e questo piccolo
passo va proprio in questa direzione. Forse
una koinη′ è possibile.
Francesco Vitobello
Barletta 27 settembre 2018
Correva l’Anno 1986
Avremmo potuto costruire il nostro “Mastio” ...
Correva l’anno 1986 quando iniziavo
il mio percorso di formazione alla
scuola capi, corso preliminare a Matera;
sin dal quel giorno sentivo parlare del
Mastio, casale acquistato da Aldo Marzot
a Pratomagno e messo a disposizione
dell’associazione per i corsi di formazione.
Nel corso degli anni ho
continuato ad ascoltare racconti
e storie sul mastio da parte dei
fratelli scaut che lo descrivevano
come un luogo magico ed intriso di
spiritualità.
In realtà col tempo ho compreso
che la vera magia non era creata
dal posto, bensì dalle storie, dalle
esperienze vissute da ogni scaut
che di li era passato e che da lì aveva
scelto di cominciare il suo percorso
da capo.
Dunque avremmo potuto costruire
il nostro “mastio” in ogni posto.
Il desiderio e la necessità di trovare
un luogo che fosse la cassaforte
delle emozioni del CFQ, furono
condivise con l’allora Commissario
Centrale alla Formazione Quadri,
Massimo Loi, col quale errammo
l’Umbria in lungo e in largo senza
trovar nulla.
L’obiettivo era ambizioso troppo per un associazione
giovane e povera come la nostra,
ma non ci siamo scoraggiati, sapevamo che
prima o dopo l’occasione sarebbe arrivata.
Dovevamo solo essere pronti a coglierla,
ed infatti allo scorso Consiglio Nazionale
il nostro Commissario Cantrale alla Branca
Lupi, Fabiana Grieco, ci raccontò di un rifugio
montano dove da bambina lei e la sua
famiglia si fermavano a pranzare, Rifugio
Pan, struttura alberghiera su tre livelli che
in una recente visita l’aveva trovata tutta
murata ed in abbandono. In quel momento
incontra per caso un responsabile del Comune
che sentendola parlare gli comunica
che stanno cercando di darla ad un associazione
di volontariato per rimetterla in uso,
occasione da prendere a volo e subito Fabiana
mi chiama e mi avvisa della cosa.
Passati un paio di giorni ricevo da parte del
Comune di San Marco una delibera di Giunta
Comunale con la quale ci viene messa a
disposizione la struttura per attività scaut.
Il Comune ancora più veloce di noi ha preso
la cosa a volo e non ha perso l’occasione di
vedere realizzato un loro progetto.
Dopo i dovuti sopralluoghi, consultazioni
ed incontri con l’amministrazione solo due
mesi dopo si andava a stipula della convenzione
con la quale la struttura ci viene affidata
per 20 + 20 anni.
34 ASSONOTIZIE
Qui inizia la parte pesante ma allo stesso
tempo divertente, un gruppo di scaut o
meglio dei Raider quasi matti si incontrano
per un fine settimana ed iniziano i lavori
con l’apertura di tutte le chiusure murarie
esistenti e qui iniziano le cose strane muri
abbattuti per intero, termosifoni che dallo
spavento si suicidano lanciandosi dal primo
piano, sanitari che prendono il volo da
qualsiasi finestra o balcone.
Finita la parte distruttoria ci dividiamo in
squadre e quasi per miracolo si scopre che
all’esterno esiste un massicciato in cemento
e non era solo terra ma soprattutto che
l’ingresso della struttura è dotato di una
scala in pietra fino a quel momento celata
da anni di vegetazione che l’aveva conservata
perfettamente.
Dopo quel fine settimana ne sono arrivati
altri tre e se mi fermo a pensare cosa è
stato realizzato in solo 4 fine settimana la
cosa mi fa paura, solo chi crede in qualche
cosa di così grande come lo scautismo e la
nostra associazione sarebbe riuscita a fare
tutti questi lavori:
• Apertura di tutti i muri di protezione ad
ingressi porte e finestre.
• Smontaggio di tutti i sanitari esistenti e
relativo smaltimento
• Smaltimento di tutte le macerie
• Smaltimento di tutti i materiali ingombranti
esistenti all’interno della struttura
• Allaccio energia elettrica
• Ripristino impianto idrico all’intera
struttura (unico lavoro dato in appalto
esterno)
• Ultimazione impianto elettrico al piano
terra
• Installazione chiusure a porte e finestre
• Installazione sanitari al piano terra
• Pulizia e tinteggiatura muri piano terra
• Apertura varco locale cucina e posizionamento
porta antipanico
• Pulizia pavimenti
• Ultimazione impianto elettrico al primo
piano
• Installazione impianto videosorveglianza
• Installazione sanitari al primo piano
• Installazione porte interne al primo piano
• Sostituzione vetri rotti per l’intera struttura.
Con i lavori fatti finora ci hanno portato ad
ultimare (manca veramente pochissimo) il
piano terra e il rpimo piano, dopodiché ci
dedicheremo al secondo piano che per la
ristrutturazione è quello cui occorre meno
lavoro in quanto messo in uno stato migliore
degli altri. Tutto questo ci porta vicino
alla realizzazione di quel sogno che
tutti coloro a partire dal nostro fondatore ci
hanno trasmesso di avere quella cassaforte
che conserverà i nostri ideali e i nostri valori.
Grazie a quei valori ed ideali che tutto
ciò si sta realizzando, mediamente circa 10
matti a fine settimana lavorano interrottamente
senza pensare che forse finito il fine
settimana qualche dolore fisico si sarebbe
avuto ma non importa l’importante e concludere
questa impresa.
In pochissime parole questi matti non
stanno facendo altro che OSARE!!
Non ho parole per ringraziare tutti coloro
che stanno “Osando” mettendo a disposizione
il loro servizio verso la nostra Associazione,
per la realizzazione di questo
sogno che spero a breve di condividere con
tutti voi in maniera diretta con l’inaugurazione
ufficiale del sito.
Michele Moscati
Presidente Capo Scaut
ASSONOTIZIE 35
grazie
SOLUZIONI PER LA CASA
... per le porte della
nostra Casa di Caccia
Via Montemerlo, 94
74012 Crispiano (TA)
Via Lago di Viverone, 11
74121 Taranto (TA)
info@windor.it - www.windor.it