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Arcobaleno 04/2018

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La proposta sembra essere quella giusta: il<br />

Superiore dei 2, sembra potersi guadagnare<br />

la qualifica 2.0. Diventa un corso a misura<br />

del singolo partecipante, diventano 13<br />

anzi 26 corsi superiori in cui ognuno cerca<br />

la sua strada affidandosi alla proposta metodologica<br />

associativa. L’approccio risulta<br />

molto coinvolgente, tanto che i due Corsi<br />

Superiori si contagiano, si mescolano e,<br />

col passare dei giorni, diventano una sola,<br />

unica esperienza in cui le “barriere” della<br />

distinzione tra primo e secondo corso cadono,<br />

portando a vivere esperienze comuni<br />

e a confrontarsi strettamente sulle attività<br />

che necessariamente devono essere svolte<br />

separatamente. Cadono le resistenze<br />

dei più restii, trascinate dalla curiosità dei<br />

più entusiasti, perché, in fondo, nessuno<br />

deve dimostrare niente agli altri, ma ciascuno<br />

deve fare i conti con sé stesso e con<br />

le proprie convinzioni. L’obiettivo è ambizioso<br />

ma raggiungibile: assumere la piena<br />

consapevolezza del nostro essere Raider e<br />

dipende solo da noi.<br />

Accadono cose strane. I famosi “libri blu”<br />

su Marzot, utilizzati quale testo fondante<br />

del corso, vanno a ruba. I quaderni della formazione<br />

sulla Spiritualità e sul Raiderismo<br />

vengono distribuiti e tutti vi infilano dentro<br />

il naso con grande solerzia, accompagnata<br />

a profonda curiosità. Il materiale distribuito<br />

o proposto alle sessioni viene “divorato”,<br />

scambiato, condiviso perché tutti vogliono<br />

sapere. Si vuole tornare all’origine delle<br />

cose, non per accettare passivamente le<br />

idee del fondatore, ormai risalenti a oltre<br />

50 anni fa, ma per comprendere la base del<br />

metodo e trovare il coraggio di attuare anche<br />

quell’adattamento ai nostri tempi che<br />

Aldo stesso aveva auspicato per il futuro.<br />

E così arriva l’ultima notte, l’esperienza<br />

del dialogo con sé stessi. E’ l’apoteosi del<br />

corso: ognuno sceglie di vivere a pieno l’occasione<br />

offerta facendo le proprie riflessioni,<br />

scegliendo, in alcuni casi, di proseguire<br />

oltre il percorso prestabilito, di restare solo<br />

per tutta la notte. Ma al mattino, quando la<br />

luce comincia a scaldare il corpo, si sente il<br />

richiamo del gruppo, dell’esperienza condivisa.<br />

Ed i due Superiori rientrano al campo<br />

come un unico grande corso, con il sorriso<br />

stampato sul volto di quanti, in una notte,<br />

sono riusciti a guardare dentro di Sé, oltre<br />

quello che avevano fatto finora, sentendosi<br />

forse “più liberi dentro e più legati a quelli<br />

che si hanno intorno”.<br />

E i Capi Corso? Quelli sono provati, ma profondamente<br />

gratificati e non nascondono<br />

un radioso sorriso. Hanno condiviso un’esperienza<br />

che li ha portati a ripercorrere le<br />

tappe della propria formazione, moltiplicate<br />

per il numero dei corsisti. Hanno vissuto<br />

momenti forti, emozionanti. Hanno dovuto<br />

mettersi alla prova, cercare risposte a domande<br />

che, probabilmente, non avevano<br />

ancora considerato in maniera tanto diretta,<br />

in particolare quelle che iniziavano con<br />

i “perché” e non con i “come” dello Scautismo.<br />

Ma la condivisione, il confronto, l’azione<br />

congiunta ha funzionato. Il metodo<br />

Raider, applicato con diligenza anche alla<br />

breve esperienza del corso, ha saputo portare<br />

i suoi frutti.<br />

Il Superiore 2.0, frutto dell’alacre lavoro<br />

della Scuola condotto negli ultimi anni, con<br />

il Raiderismo a completamento, ha funzionato.<br />

E tutti siamo più consapevoli della<br />

nostra scelta di vita.<br />

Vittorio e Alessandro<br />

29 IL MASTIO

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