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La verità dietro lo zucchero<br />

Tutto quello che c’è da sapere sui carboidrati.<br />

di Alberto Pretelli<br />

Se iniziassi questo articolo scrivendo “lo zucchero fa male!” sarebbe<br />

a mio avviso poco corretto e poco professionale. Cercherò<br />

quindi di farvi capire cos’è questo elemento, oggi temuto come<br />

se fosse il peggiore dei nemici pur giocando un ruolo importante<br />

<strong>all</strong>’interno del corpo umano, e vi mostrerò come l’industria alimentare<br />

ne abbia eccessivamente abusato in questi ultimi anni.<br />

Gli zuccheri sono carboidrati definiti “semplici”. Si distinguono<br />

in monosaccaridi e disaccaridi, a seconda che siano costituiti<br />

da una o due molecole, e si differenziano per questo dai carboidrati<br />

“complessi” come l’amido, costituiti invece da tante<br />

molecole di glucosio unite <strong>all</strong>’interno di un’unica struttura.<br />

Carboidrati semplici<br />

vs carboidrati complessi<br />

I carboidrati semplici si ritrovano <strong>all</strong>’interno di tantissimi<br />

alimenti in maniera sia naturale sia raffinata, quando cioè aggiunti<br />

d<strong>all</strong>e aziende per dolcificare cibi e bevande. Data la loro<br />

semplice composizione chimica e non dovendo subire procedimenti<br />

complessi per essere degradati nel momento in cui sono<br />

introdotti <strong>all</strong>’interno dell’organismo, sono assorbiti in tempi brevi.<br />

Per questo motivo forniscono energia pronta per essere<br />

utilizzata.<br />

Al contrario, i carboidrati complessi, come già anticipato dal<br />

nome, sono dei macronutrienti polimerici formati da più unità di<br />

monosaccaridi. Fanno riferimento a questo gruppo gli amidi,<br />

che ritroviamo nei cereali e nei legumi secchi, e la fibra alimentare,<br />

presente principalmente negli ortaggi, nei legumi freschi<br />

e nella frutta. Data la loro struttura molecolare, l’assunzione<br />

di questa tipologia di carboidrati richiederà processi metabolici<br />

e digestivi più lunghi e complessi al fine di poterli degradare ed<br />

assorbire, evitando così l’insorgenza di picchi glicemici<br />

ed aumentando il senso di sazietà.<br />

Ridurre nella dieta quotidiana il consumo di carboidrati semplici,<br />

favorendo invece il consumo di quelli complessi, apporta notevoli<br />

benefici sia <strong>all</strong>a nostra salute sia <strong>all</strong>a nostra forma fisica. Grazie<br />

<strong>all</strong>a riduzione degli zuccheri semplici, infatti, si riducono anche i<br />

processi fermentativi a livello intestinale e, <strong>all</strong>o stesso tempo, un<br />

maggiore consumo di alimenti ricchi di fibre favorisce il transito<br />

intestinale, aiutando a ridurre l’assorbimento degli zuccheri e donando<br />

nel tempo un ventre piatto e un girovita più snello.<br />

Perché mangiare carboidrati complessi?<br />

Nel momento in cui si inizia a seguire una dieta in cui i carboidrati<br />

sono ben scelti e bilanciati, uno dei primi benefici osservati è un<br />

incremento nei livelli di energia percepita, dovuto <strong>all</strong>’assorbimento<br />

lento dei carboidrati complessi che assicura<br />

energia per un arco temporale più lungo e duraturo,<br />

al contrario di quelli semplici che sono assorbiti e assimilati molto<br />

più rapidamente.<br />

Spesso si commette l’errore di associare il senso di fame e di<br />

sazietà <strong>all</strong>a quantità di calorie introdotte durante un pasto.<br />

In realtà non sono le calorie a giocare un ruolo fondamentale<br />

nel tenere sotto controllo il senso di fame, bensì la tipologia di<br />

nutrienti assunti. Un pasto ricco di zuccheri semplici, sebbene<br />

possa apportare un notevole introito calorico, dopo poco tempo<br />

porterà <strong>all</strong>’insorgenza del senso di fame.<br />

Al contrario, pasti che contengono una buona fonte bilanciata<br />

di carboidrati complessi, proteine, grassi e<br />

fibre ridurranno notevolmente il senso di fame durante<br />

la giornata. Il risultato sarà non solo quello di mangiare<br />

meglio, assumendo i nutrienti corretti, ma anche quello di mangiare<br />

meno, per la felicità della nostra forma fisica.<br />

Qual è la dose giornaliera<br />

da non superare?<br />

Secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, se si<br />

vuole rimanere attorno a livelli di assunzione ottimali, la dose corretta<br />

è di 25 gr di zuccheri al giorno, pari a cinque cucchiaini,<br />

quantità valida per adulti e bambini.<br />

In questo conteggio rientra sia il comune zucchero da tavola che<br />

quello aggiunto a cibi, snack e bevande, ma anche miele, sciroppi,<br />

succhi di frutta, marmellate. Poiché lo zucchero è presente<br />

N/6

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