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ll Segno - Mensile della Diocesi die Bolzano-Bressanone - Anno 55, numero 2, febbraio 2019

In primo piano nel nuovo numero l’azione di sensibilizzazione avviata in diocesi per allestire nelle chiese dell’Alto Adige sia spazi che momenti di partecipazione adatti ai bambini. Allo scopo sono illustrati anche i risultati di un sondaggio condotto nelle parrocchie locali sull’attività con e per i giovani. Nel Segno attenzione anche all’iniziativa diocesana delle cartoline per gli innamorati, da distribuire in occasione della festa di san Valentino, e agli eventi organizzati in Alto Adige per la Giornata del malato e per la Giornata internazionale contro la tratta.


In primo piano nel nuovo numero l’azione di sensibilizzazione avviata in diocesi per allestire nelle chiese dell’Alto Adige sia spazi che momenti di partecipazione adatti ai bambini. Allo scopo sono illustrati anche i risultati di un sondaggio condotto nelle parrocchie locali sull’attività con e per i giovani.
Nel Segno attenzione anche all’iniziativa diocesana delle cartoline per gli innamorati, da distribuire in occasione della festa di san Valentino, e agli eventi organizzati in Alto Adige per la Giornata del malato e per la Giornata internazionale contro la tratta.

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IP<br />

<strong>Mensile</strong> de<strong>ll</strong>a <strong>Diocesi</strong> di <strong>Bolzano</strong>-<strong>Bressanone</strong><br />

<strong>Anno</strong> <strong>55</strong>, Numero 2 – Febbraio <strong>2019</strong><br />

A misura<br />

di bambino<br />

Le donne<br />

ne<strong>ll</strong>a Chiesa<br />

C’è lo spazio per i piccoli nel perimetro<br />

de<strong>ll</strong>a chiesa, inteso come luogo fisico<br />

e come modalità liturgica (in primo<br />

piano in questo <strong>numero</strong>), ma anche<br />

lo spazio per le donne ne<strong>ll</strong>a Chiesa.<br />

Al tema è dedicata la nuova edizione<br />

de<strong>ll</strong>’Annuario teologico <strong>Bressanone</strong>,<br />

edito da<strong>ll</strong>o Studio teologico accademico,<br />

dal titolo “Le donne ne<strong>ll</strong>a Chiesa. Spunti<br />

di riflessione su<strong>ll</strong>a questione di genere”.<br />

Ne<strong>ll</strong>e 200 pagine de<strong>ll</strong>’Annuario curato<br />

da Martin M. Lintner, Markus Moling<br />

e Jörg Ernesti, i contributi dei docenti<br />

approfondiscono nuove strade per<br />

evidenziare il ruolo e la partecipazione<br />

de<strong>ll</strong>a donna ne<strong>ll</strong>a Chiesa, anche negli<br />

ambiti in cui si prendono le decisioni.<br />

Si parla tra l’altro di spazi e luoghi in<br />

cui valorizzare la presenza femminile<br />

ne<strong>ll</strong>a comunità ecclesiale, del ruolo de<strong>ll</strong>a<br />

donna ne<strong>ll</strong>a liturgia, del progetto per<br />

una Chiesa con le donne. L’Annuario è<br />

in vendita e in abbonamento.


primo piano<br />

A misura di bambino<br />

Azione de<strong>ll</strong>’Ufficio diocesano matrimonio e famiglia con l’associazione giovanile KJS: creare spazi a<strong>ll</strong>’interno de<strong>ll</strong>a chiesa dove i bambini<br />

sono a loro agio mentre i genitori seguono la messa. E un sondaggio tra le parrocchie altoatesine su<strong>ll</strong>’offerta liturgica per i più giovani.<br />

Durante la messa capita che i bambini<br />

corrano in chiesa o non riescano a<br />

stare fermi, mentre i genitori li inseguono<br />

con un certo imbarazzo nel tentativo<br />

(a volte vano) di fermarli. Una scena vista<br />

più volte. L‘Ufficio diocesano matrimonio<br />

e famiglia e la Katholische Jungschar<br />

Südtirols, l’associazione cattolica<br />

giovanile, hanno avviato una prima iniziativa,<br />

corredata da materiale informativo,<br />

per promuovere anche a<strong>ll</strong>’interno<br />

de<strong>ll</strong>e chiese de<strong>ll</strong>’Alto Adige spazi appositamente<br />

dedicati ai bambini. Da usufruire<br />

durante le funzioni religiose ma anche<br />

da poter frequentare con la famiglia<br />

in altri orari, per imparare a conoscere<br />

ed apprezzare la chiesa in modo nuovo e<br />

anche al di fuori del rito liturgico. I promotori<br />

si rivolgono a<strong>ll</strong>e parrocchie con<br />

un’azione congiunta per sensibilizzare<br />

su<strong>ll</strong>a tematica di spazi adatti ai più piccoli<br />

tra banchi e colonne del luogo sacro.<br />

Il mode<strong>ll</strong>o ha già preso piede ne<strong>ll</strong>’area<br />

germanofona, sia ne<strong>ll</strong>a comunità cattolica<br />

che in que<strong>ll</strong>a evangelica, e proprio durante<br />

le festività di Natale l’esperimento<br />

è stato avviato anche in una parrocchia<br />

di Torino. A <strong>Bolzano</strong>, in para<strong>ll</strong>elo, è stata<br />

formalizzata l’azione di Ufficio matrimonio<br />

e famiglia e KJS, in attuazione anche<br />

di uno dei provvedimenti emersi dal<br />

sinodo diocesano. L’invito a<strong>ll</strong>e comunità<br />

parrocchiali è que<strong>ll</strong>o di tenere conto<br />

e sostenere i bisogni e le aspettative dei<br />

più giovani nonché di riflettere su come<br />

gestire gli spazi de<strong>ll</strong>a chiesa anche a misura<br />

di bambino, ricavando un ambiente<br />

naturale che li invogli a trattenersi. I promotori<br />

sono naturalmente a disposizione<br />

per consulenza e accompagnamento<br />

ne<strong>ll</strong>’attuazione di eventuali interventi<br />

sugli spazi.<br />

E l‘offerta liturgica?<br />

Al di là de<strong>ll</strong>’aspetto logistico-strutturale,<br />

c’è però anche que<strong>ll</strong>o dei contenuti<br />

e de<strong>ll</strong>e modalità liturgiche, ovvero di<br />

come calibrare le funzioni religiose su<strong>ll</strong>e<br />

esigenze dei partecipanti più giovani,<br />

animando celebrazioni adatte a loro. Per<br />

molte persone la liturgia è un punto di<br />

contatto essenziale (spesso anche l’unico)<br />

con l’ambito “chiesa“. Johanna Brunner,<br />

direttrice de<strong>ll</strong>’Ufficio matrimonio<br />

e famiglia, ricorda che per i bambini in<br />

età scolare è sempre più importante che<br />

vedano la Chiesa come luogo che sia anche<br />

loro: quando in chiesa si ritrovano in<br />

pochi, nasce la sensazione che la vita sia<br />

da un’altra parte. I bambini hanno bisogno<br />

di altri bambini, anche in chiesa. Le<br />

giovani famiglie si trovano spesso ne<strong>ll</strong>a<br />

situazione di essere i nuovi arrivati nel<br />

quartiere, ma bastano pochi e significativi<br />

gesti a<strong>ll</strong>a comunità parrocchiale – ancor<br />

prima de<strong>ll</strong>a scuola – per diventare il<br />

Ne<strong>ll</strong>e foto: anche in Alto<br />

Adige gli spazi creati<br />

appositamente per i più<br />

piccoli in alcuni luoghi<br />

sacri sono già realtà<br />

Il progetto di Torino<br />

Come detto, c’è un esempio concreto<br />

anche in un quartiere di<br />

Torino: in fondo a<strong>ll</strong>a chiesa è<br />

stata a<strong>ll</strong>estita una sorta di area<br />

per i piccoli, dotata di tappetini<br />

colorati, una scatola con numeri,<br />

lettere e animali, una batteria di<br />

peluche. Il progetto, ovviamente,<br />

trova anche una parte di fedeli<br />

perplessi, ma il parroco osserva<br />

che anche i bambini hanno diritto<br />

ai loro spazi, perchè anche<br />

loro fanno parte de<strong>ll</strong>a comunità.<br />

E così i piccoli giocano in tranqui<strong>ll</strong>ità<br />

e i genitori seguono la<br />

funzione. Anche l’azione ne<strong>ll</strong>a<br />

diocesi di <strong>Bolzano</strong>-<strong>Bressanone</strong><br />

propone workshop e alcuni suggerimenti<br />

per invitare i bambini<br />

a stare volentieri in chiesa: materiali<br />

per disegnare, leggere, fare<br />

attività manuali che avvicinano i<br />

piccoli a confrontarsi con la fede.<br />

L’invito è a cominciare, sapendo<br />

che non è necessario fare subito<br />

le cose in grande ma piuttosto<br />

partire con piccoli passi.<br />

2<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


primo piano<br />

luogo in cui a<strong>ll</strong>acciare i contatti con gli<br />

altri, accogliere le nuove famiglie. Oggi<br />

la tematica “bambini in chiesa“ abbraccia<br />

tante modalità di approccio, dai piccoli<br />

programmi specifici per i giovani a<br />

format particolari. L’opportunità sta nel<br />

combinare la flessibilità de<strong>ll</strong>a comunità<br />

parrocchiale ne<strong>ll</strong>’andare incontro ai piccoli<br />

e a<strong>ll</strong>e esigenze de<strong>ll</strong>e famiglie con lo<br />

scambio di esperienze che permettano<br />

di rafforzare l’identità comune. Il campo<br />

di azione non può essere regolato da mode<strong>ll</strong>i<br />

standard, ma deve essere calibrato<br />

da<strong>ll</strong>a comunità parrocchiale ricercando<br />

sempre la semplicità, in modo che si trovino<br />

anche le persone che si impegnino<br />

ad attuarlo con responsabilità.<br />

Un sondaggio: i risultati<br />

L’ufficio matrimonio e famiglia ha promosso<br />

un sondaggio online sul tema<br />

degli spazi adatti ai bambini a<strong>ll</strong>’interno<br />

de<strong>ll</strong>a chiesa, per fotografare la situazione<br />

attuale, individuare offerte particolari<br />

sul piano logistico ma anche liturgico,<br />

verificare dove avviare o ampliare le<br />

iniziative. Al sondaggio rappresentativo,<br />

condotto ne<strong>ll</strong>e parrocchie di lingua italiana<br />

e tedesca, hanno partecipato circa<br />

260 persone espressione di 160 comunità<br />

parrocchiali sparse sul territorio (poco<br />

meno de<strong>ll</strong>a metà del totale). Secondo i<br />

risultati forniti in questi giorni, un terzo<br />

de<strong>ll</strong>e parrocchie italiane interpe<strong>ll</strong>ate e<br />

metà di que<strong>ll</strong>e di lingua tedesca prevedono<br />

già offerte di spazio dentro la chiesa<br />

per i bambini. Si va dagli angoli con un<br />

tavolo a<strong>ll</strong>a possibilità di disegnare, dai<br />

cesti con libri, lavagnette e panne<strong>ll</strong>i, ecc.<br />

Molte parrocchie fanno ottime esperienze<br />

in tal senso. Ne<strong>ll</strong>a parrocchie dove<br />

ancora non c’è, sussiste spesso un certo<br />

timore che la celebrazione sia disturbata<br />

da rumori e confusione causati da<strong>ll</strong>a<br />

presenza dei bambini negli spazi dedicati.<br />

L’offerta potrebbe essere ampliata,<br />

ma va detto che non basta parlare solo in<br />

termini di quantità: è importante inserire<br />

queste offerte di spazio in un contesto<br />

adeguato (ad esempio trasportarle anche<br />

in altri ambiti de<strong>ll</strong>a vita parrocchiale),<br />

essere pronti a discuterne assieme, a sperimentare<br />

e valutare, ad essere to<strong>ll</strong>eranti<br />

nel rapporto con gli altri.<br />

prevede un’attenzione specifica sia per i<br />

bambini ne<strong>ll</strong>a fascia di età 0-3 anni che<br />

in que<strong>ll</strong>a 3-6 anni, mentre per i bambini<br />

da 6 a 10 anni il 70% de<strong>ll</strong>e parrocchie ha<br />

offerte liturgiche apposite. Complessivamente<br />

dal sondaggio emerge che i bambini<br />

entrano nel radar de<strong>ll</strong>a maggioraprte<br />

de<strong>ll</strong>e comunità parrocchiali da<strong>ll</strong>’età<br />

de<strong>ll</strong>a prima comunione e che in oltre<br />

metà de<strong>ll</strong>e parrocchie altoatesine non<br />

esiste un’offerta liturgica specifica per i<br />

bambini da 0 a 6 anni. C’è quindi ancora<br />

molto spazio di manovra per favorire il<br />

loro cammino di fede. Ben organizzate<br />

(oltre il 60% degli interpe<strong>ll</strong>ati) sono in-<br />

Da <strong>Bolzano</strong>… a Panama<br />

A fine gennaio <strong>numero</strong>si giovani<br />

di diverse parrocchie di <strong>Bolzano</strong><br />

si sono ritrovati per il secondo weekend<br />

di formazione organizzato<br />

da<strong>ll</strong>a Pastorale giovanile diocesana.<br />

Nel tardo pomeriggio di sabato, ragazzi<br />

e accompagnatori, carichi di<br />

materassini, sacco a pelo e necessario<br />

per la notte, sono arrivati a<strong>ll</strong>a<br />

parrocchia Madre Teresa di Calcutta,<br />

dove sono stati accolti e deliziosamente<br />

saziati e serviti da alcuni<br />

parrocchiani. Baci, abbracci, strette<br />

di mano, battute e risate hanno caratterizzato<br />

i primi momenti, tutti<br />

felici di ritrovarsi dopo le esperienze<br />

condivise l’anno scorso, in particolare<br />

il pe<strong>ll</strong>egrinaggio a Roma. Questo<br />

incontro è coinciso con la GMG<br />

a Panama e quindi abbiamo vissuto<br />

in diretta la veglia con il Papa.<br />

A mezzanotte tutti pronti davanti<br />

al grande schermo! L’atmosfera festosa<br />

e le parole del Papa hanno subito<br />

catturato la nostra attenzione,<br />

vece le parrocchie italiane in materia di<br />

elementi pensati per i bambini ne<strong>ll</strong>e celebrazioni<br />

domenicali (saluto particolare,<br />

coinvolgimento ne<strong>ll</strong>’omelia, intercessioni,<br />

canti, coreografia de<strong>ll</strong>a funzione, ecc.)<br />

molti i messaggi che ci hanno colpito.<br />

”Voi non siete il futuro, siete<br />

l’adesso di Dio”, ha detto ai giovani,<br />

“Abbracciate la vita come viene con<br />

tutta la sua fragilità e piccolezza e<br />

molte volte persino con tutte le sue<br />

contraddizioni e mancanze di senso”,<br />

e ai più grandi ha ricordato che<br />

la gioventù per crescere ha bisogno<br />

di radici profonde e forti, che aiutino<br />

a stare bene in piedi. “Senza lavoro,<br />

senza istruzione, senza comunità,<br />

senza famiglia” sono i quattro<br />

“senza” che “uccidono” “È facile disperdersi<br />

quando non si ha dove sostenersi”.<br />

La mattina dopo, durante<br />

la celebrazione de<strong>ll</strong>a santa messa,<br />

don Michele Tomasi ha ripreso le<br />

esortazioni di papa Francesco, invitandoci<br />

ad accoglierle ne<strong>ll</strong>a nostra<br />

vita. E poi il pranzo, di nuovo saluti<br />

e abbracci, e l’appuntamento al<br />

prossimo incontro a marzo.<br />

Chiara Codato<br />

(parrocchia del Duomo)<br />

Privilegiata la fascia 6-10 anni<br />

I dati su<strong>ll</strong>e offerte liturgiche ne<strong>ll</strong>e parrocchie<br />

italiane esaminate: circa il 15%<br />

I ragazzi davanti al grande schermo pronti a seguire la GMG live a Panama<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 3


chiesa&società<br />

10 cartoline per san Valentino<br />

Il 14 <strong>febbraio</strong>, festa di san Valentino dedicata<br />

agli innamorati, il tema de<strong>ll</strong>’amore<br />

è messo al centro anche da<strong>ll</strong>a Chiesa con<br />

due iniziative specifiche. L’Ufficio diocesano<br />

matrimonio e famiglia invita infatti<br />

le parrocchie ad offrire una celebrazione<br />

di benedizione degli innamorati, in cui<br />

ribadire i concetti fondanti de<strong>ll</strong>a responsabilità<br />

reciproca, de<strong>ll</strong>a ricerca del bene<br />

comune, de<strong>ll</strong>o stare assieme nei momenti<br />

di gioia e ne<strong>ll</strong>e difficoltà. Per l’animazione<br />

di questa speciale liturgia l’ufficio diocesano<br />

offre anche apposito materiale.<br />

Ma c’è di più: per celebrare la festa degli<br />

innamorati sono state realizzate anche 10<br />

cartoline postali con altrettante immagini<br />

e con le citazioni di papa Francesco<br />

tratte da “Amoris laetitia“, l’esortazione<br />

apostolica del pontefice dedicata a<strong>ll</strong>a gioia<br />

de<strong>ll</strong>’amore e rivolta a giovani, anziani<br />

e famiglia. “Le cartoline sono messe a<br />

disposizione de<strong>ll</strong>e parrocchie – spiega la<br />

direttrice de<strong>ll</strong>’Ufficio diocesano, Johanna<br />

Brunner – e possono essere distribuite<br />

durante la celebrazione per le coppie<br />

ma anche negli incontri di preparazione<br />

e accompagnamento al matrimonio, nei<br />

co<strong>ll</strong>oqui o in altre occasioni.“ Le cartoline<br />

sono raccolte in pacchetti contenenti<br />

ciascuno i 10 diversi motivi e si possono<br />

ritirare a<strong>ll</strong>’Ufficio matrimonio e famiglia<br />

a <strong>Bolzano</strong>, tel. 0471 306283, mail familie.<br />

famiglia@bz-bx.net<br />

Notte bianca de<strong>ll</strong>e chiese<br />

È iniziato il conto a<strong>ll</strong>a rovescia per la<br />

Lunga notte de<strong>ll</strong>e chiese edizione <strong>2019</strong>,<br />

in programma venerdì 24 maggio.<br />

Rappresentanti di tutte le parrocchie,<br />

da Glorenza ad Acereto, si sono ritrovati<br />

a fine gennaio nel Centro pastorale<br />

a <strong>Bolzano</strong> per il primo workshop in<br />

preparazione e per abbozzare un programma<br />

personalizzato in ogni singola<br />

chiesa partecipante. L’anno scorso<br />

sono state 71 le chiese, i conventi e le<br />

cappe<strong>ll</strong>e in Alto Adige che hanno tenuto<br />

aperte le loro porte da<strong>ll</strong>a sera fino a<strong>ll</strong>e prime<br />

ore del mattino, offrendo oltre 200 iniziative:<br />

visite guidate a<strong>ll</strong>e chiese e a<strong>ll</strong>e torri<br />

campanarie, meditazioni, iniziative per i<br />

bambini, conferenze, concerti e spettacoli<br />

teatrali. Nuove proposte per l‘edizione<br />

<strong>2019</strong>: una veglia musicale e una serata per<br />

(ri-)raccontare, in modo espressivo, episodi<br />

tratti da<strong>ll</strong>a Bibbia. Tra i luoghi sacri di<br />

quest’anno ne<strong>ll</strong>a notte bianca dei luoghi di<br />

culto figurano la chiesetta di San Procolo<br />

a Naturno e la cappe<strong>ll</strong>a di San Benedetto<br />

a Ma<strong>ll</strong>es, edifici di grande interesse<br />

storico-artistico.<br />

Primo incontro a <strong>Bolzano</strong> per preparare la<br />

Lunga notte de<strong>ll</strong>e chiese del 24 maggio prossimo<br />

4<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


Giornata per la vita<br />

Un dono e una missione<br />

“È vita, è futuro“: con questo tema la Conferenza episcopale italiana ha invitato a celebrare il 3 <strong>febbraio</strong> la<br />

Giornata nazionale per la vita <strong>2019</strong>. La riflessione del vescovo Ivo Muser sui tanti modi di rispettare la vita.<br />

Il nostro atteggiamento verso la vita si<br />

mostra anzitutto nel nostro rapporto<br />

con la natura, che per i cristiani è creazione<br />

di Dio. La fede cristiana testimonia<br />

che la nascita del mondo circostante<br />

non è dovuta a un puro caso, bensì a un<br />

buon creatore che lo ha voluto e realizzato.<br />

Questa fede ci permette pertanto di<br />

vedere la dimensione religiosa di questo<br />

mondo e ci offre anche un orientamento<br />

di fondo per l’agire umano nei confronti<br />

del creato. Credere a Dio creatore<br />

significa imparare a stupirsi di nuovo<br />

davanti ai prodigi de<strong>ll</strong>a natura, e proprio<br />

noi qui in Alto Adige possiamo vivere<br />

in un lembo benedetto de<strong>ll</strong>a creazione<br />

divina, a cui davvero basta poco per<br />

suscitare la nostra meraviglia. Il creato<br />

merita profondo rispetto. Se noi uomini<br />

e donne vogliamo vivere e sopravvivere,<br />

dobbiamo tornare a riconoscere i limiti<br />

umani e a capire che non possiamo fare<br />

tutto ciò che vogliamo. La nostra società<br />

ha bisogno di persone attente, pronte a<br />

stupirsi e rispettose.<br />

Per il creato e la dignità<br />

Questa considerazione del creato riveste<br />

un grande significato anche perchè<br />

rappresenta l’inizio e il fondamento di<br />

tutte le opere di Dio e perchè oggi la sua<br />

tutela si rivela essenziale per la pacifica<br />

convivenza tra le persone. Il nostro atteggiamento<br />

verso la vita è testimoniato<br />

soprattutto quando ne va del valore e<br />

de<strong>ll</strong>a dignità de<strong>ll</strong>a vita umana. Oggi<br />

ci viene spesso mostrato un quadro distorto<br />

de<strong>ll</strong>a vita e de<strong>ll</strong>’essere umano:<br />

oggi solo la persona attraente, sportiva<br />

ed efficiente è considerata “in“. Il valore<br />

de<strong>ll</strong>a vita e de<strong>ll</strong>’uomo non di rado viene<br />

misurato da ciò che possiede e che è<br />

capace di fare, da<strong>ll</strong>e cose che offre, che<br />

esibisce e che fornisce. La fede cristiana<br />

considera invece la vita innanzitutto un<br />

dono e un incarico di Dio. L’essere è sempre<br />

più importante del fare, del produrre<br />

e del possedere. La vita umana è santa,<br />

dal suo concepimento a<strong>ll</strong>a sua fine, perchè<br />

ha sempre a che fare con Dio stesso.<br />

La responsabilità verso i giovani nel messaggio del vescovo per la Giornata de<strong>ll</strong>a vita <strong>2019</strong><br />

Responsabili verso gli altri<br />

La preoccupazione per la vita riguarda<br />

oggi in maniera particolare la vita umana<br />

non nata, a<strong>ll</strong>a quale la nostra società<br />

moderna e la legislazione non assicurano<br />

più la necessaria tutela. La vita di<br />

una persona anziana o gravemente ammalata<br />

deve restare intangibile, e così<br />

anche la vita con disabilità. Abbiamo la<br />

responsabilità de<strong>ll</strong>a vita de<strong>ll</strong>e persone<br />

che vivono nel nostro contesto come<br />

anche ne<strong>ll</strong>’affidare a<strong>ll</strong>e future generazioni<br />

un ambiente in cui possano ancora<br />

vivere. La nostra terra ha bisogno di un<br />

clima dove i bambini siano i benvenuti e<br />

dove le giovani coppie con più figli non<br />

siano svantaggiate o addirittura defini-<br />

te arretrate, bensì siano espressamente<br />

ringraziate per il loro coraggio di donare<br />

nuova vita.<br />

Il concetto di ospitalità non può limitarsi<br />

in modo calcolato solo ai turisti. È necessaria<br />

una sensibilità per tutte que<strong>ll</strong>e persone<br />

che arrivano ne<strong>ll</strong>a nostra terra<br />

non solo perchè sono forti sul piano finanziario.<br />

Il nostro atteggiamento verso<br />

singole persone e gruppi, spesso anche<br />

verso interi popoli, comincia sempre<br />

ne<strong>ll</strong>e nostre teste. Il nostro modo di pensare<br />

e parlare degli altri non è neutrale.<br />

Il nostro pensiero ci plasma e il nostro<br />

linguaggio è sempre rivelatore. C’è una<br />

stretta correlazione tra il nostro pensare,<br />

parlare e agire. (continua a pag.6) ><br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 5


Gornata per la vita<br />

Praticare la pace<br />

A una cultura per la vita e per il futuro<br />

appartiene anche, in modo profondo, la<br />

disponibilità ad imparare la pace e a<br />

praticarla. Nessuno di noi trova facilmente<br />

giustificazioni, quando si tratta<br />

de<strong>ll</strong>a pace nel proprio matrimonio o<br />

ne<strong>ll</strong>a propria famiglia, con le persone<br />

vicine, sul luogo di lavoro, ne<strong>ll</strong>a cerchia<br />

dei parenti, tra i gruppi linguistici ne<strong>ll</strong>a<br />

nostra terra. Qui possiamo essere pacificatori<br />

o avvelenare il clima di pace. Il<br />

primo disarmo inizia sempre ne<strong>ll</strong>e nostre<br />

idee e ne<strong>ll</strong>e nostre parole, e qui è necessaria<br />

anche un‘adeguata cultura del<br />

dialogo – ne<strong>ll</strong>a sfera di vita personale e<br />

in que<strong>ll</strong>a sociopolitica.<br />

“È vita, è futuro!“ Con la dichiarazione<br />

del sì a<strong>ll</strong>a vita e con la gioia per la vita<br />

i cristiani si impegnano a favore di tutto<br />

ciò che promuove vita. Il loro SÌ a<strong>ll</strong>a<br />

vita, e quindi al futuro, infonde loro la<br />

forza per alzare con coraggio e decisione<br />

la voce contro un’avversione a<strong>ll</strong>a vita diffusa<br />

ai nostri giorni, contro le paure esagerate<br />

verso il futuro e anche contro la<br />

presunzione di poter disporre de<strong>ll</strong>a vita.<br />

Ma la vita non è una merce, bensì è dono<br />

e compito. Questa convinzione cristiana<br />

fa bene a noi, a<strong>ll</strong>a nostra terra e al nostro<br />

tempo. Ringrazio tutti coloro che con il<br />

loro SÌ a<strong>ll</strong>a vita, dichiarato e vissuto, rendono<br />

il futuro possibile.<br />

<br />

Ivo Muser, Vescovo<br />

La lettera: attuata<br />

mozione provinciale<br />

Gli sforzi a favore de<strong>ll</strong>a vita nascente<br />

stanno portando i primi frutti anche<br />

a live<strong>ll</strong>o politico, al quale spetta il<br />

potere legislativo, il chè è fondamentale,<br />

perchè a dicembre 2018 l’a<strong>ll</strong>ora<br />

assessora a<strong>ll</strong>a Sanità Martha Stocker<br />

ha inviato agli ospedali di <strong>Bolzano</strong><br />

e Merano e ai Consultori familiari<br />

de<strong>ll</strong>a Provincia di <strong>Bolzano</strong> una circolare<br />

disponendo che la mozione<br />

887/18 del 18.02.2018 in riguardo<br />

a<strong>ll</strong>‘aborto deve essere applicata e rispettata.<br />

Questa mozione portata<br />

avanti dai consiglieri SVP Maria Hochgruber-Kuenzer,<br />

Veronika Stirner,<br />

Magdalena Amhof, Waltraud Deeg e<br />

Oswald Schiefer, permette ai medici<br />

degli ospedali che effettuano gli aborti<br />

volontari solo la consulenza clinica<br />

e non anche que<strong>ll</strong>a legislativa, economica<br />

e psico-sociale (come potrebbe<br />

un ginecologo spiegare le possibilità<br />

economiche e psico-sociali ad una<br />

donna incinta richiedente l’aborto?)<br />

che d’ora in avanti deve essere praticata<br />

solo dai Servizi di consulenza.<br />

Certamente la legge su<strong>ll</strong>’aborto<br />

194/78 prevederebbe anche la co<strong>ll</strong>aborazione<br />

di associazioni del volontariato.<br />

Si tratta di un passo in avanti sia per la<br />

difesa de<strong>ll</strong>a vita nascente che de<strong>ll</strong>a donna<br />

incinta stessa che richiede l’aborto, a<strong>ll</strong>a<br />

quale si risparmia un doloroso travaglio<br />

che la potrebbe perseguitare tutta la vita.<br />

Molte donne che hanno praticato l‘aborto<br />

ci hanno dato questa penosa testimonianza.<br />

Ne<strong>ll</strong>a circolare si dice che la consulenza<br />

dei medici è limitata agli aspetti clinici.<br />

Le questioni giuridiche, psicosociali<br />

e gli aiuti economici sono assolutamente<br />

di competenza dei Servizi di consulenza<br />

che altro non sono che i Consultori familiari.<br />

È sottinteso che questi a loro volta<br />

devono rispettare e mettere in pratica la<br />

vigente legge 194/78 che negli artt. 2, 3 e<br />

5 parla molto chiaro, essendo impostati<br />

su un piano morale e umano per la difesa<br />

de<strong>ll</strong>a vita che nasce ma anche de<strong>ll</strong>a donna<br />

incinta, perchè contrariamente si infrangerebbe<br />

la legge stessa con le dovute<br />

conseguenze. Come previsto da<strong>ll</strong>‘art. 2 le<br />

associazioni di volontariato sono ben disponibili<br />

a<strong>ll</strong>a co<strong>ll</strong>aborazione.<br />

Il servizio sanitario provvederà ad elaborare<br />

una documentazione modulistica<br />

da consegnare a<strong>ll</strong>a donna che ha richiesto<br />

l’aborto, nel quale essa troverà le<br />

spiegazioni e le relative proposte di aiuto,<br />

non solo economici, ma anche a<br />

live<strong>ll</strong>o psichico e sociale.<br />

Finalmente anche in Alto Adige si è<br />

mosso l’ambiente politico e si è attivato<br />

per salvare, per quanto possibile,<br />

vite che vorrebbero nascere<br />

e contro una crescente situazione di<br />

deserto demografico. Certo, rimane<br />

ancora molto da fare e bisogna rafforzare<br />

il supporto a<strong>ll</strong>e famiglie che<br />

sono il perno centrale per dare un<br />

futuro non solo ad una nazione, ma<br />

a<strong>ll</strong>’umanità intera. È inutile che nei<br />

paesi cosiddetti sviluppati ci lamentiamo<br />

di una denatalità e rimaniamo<br />

senza reazione e quasi immobili,<br />

mentre sarebbe solo necessario cambiare<br />

rotta. Soprattutto dobbiamo<br />

ammettere che la vita di un uomo<br />

inizia con la nascita de<strong>ll</strong>’embrione<br />

umano, e poi promuovere una politca<br />

di sostegno a<strong>ll</strong>e famiglie, predisponendo<br />

il necessario supporto in<br />

termini economici e fiscali, che in ultima<br />

analisi andrebbe anche a vantaggio<br />

del Pil. Qui è chiamato solo il<br />

buon senso de<strong>ll</strong>e persone e con esse<br />

l’ambiente politico, affinchè si apra<br />

uno spiraglio di luce per le generazioni<br />

future.<br />

<br />

Hermann Zagler<br />

6<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


abusi<br />

Trasparenza e azione<br />

Si guarda al vertice su<strong>ll</strong>a protezione dei minori ne<strong>ll</strong>a Chiesa (Roma, 21-24 <strong>febbraio</strong>) con il Papa e i presidenti de<strong>ll</strong>e<br />

Conferenze episcopali di tutto il mondo: le attese del responsabile del servizio diocesano e i passi futuri anche in diocesi.<br />

Il Papa ha convocato il vertice sul<br />

tema de<strong>ll</strong>’abuso e la CEI si sta muovendo.<br />

Chiusi i lavori de<strong>ll</strong>a Commissione<br />

per la tutela dei minori, a cui ha partecipato<br />

anche don Gottfried Ugolini,<br />

responsabile del Servizio specialistico<br />

diocesano per la prevenzione e la tutela<br />

dei minori da abusi sessuali e da<br />

altre forme di violenza, è stato pubblicato<br />

il Regolamento per il Servizio nazionale<br />

per la tutela dei minori e degli<br />

adulti vulnerabili. “Ci auguriamo che<br />

la CEI, istituendo un Servizio nazionale,<br />

provochi e promuova una cultura<br />

de<strong>ll</strong>’attenzione e de<strong>ll</strong>a responsabilità“,<br />

sottolinea don Ugolini.<br />

L’impegno in <strong>Diocesi</strong><br />

Ancor prima de<strong>ll</strong>e Linee guida de<strong>ll</strong>a<br />

CEI emesse nel 2012 e 2014, il vescovo<br />

Karl Golser aveva posto un segnale decisivo<br />

creando nel 2010 uno sporte<strong>ll</strong>o<br />

di ascolto per le persone che hanno subito<br />

un abuso a<strong>ll</strong>’interno de<strong>ll</strong>a Chiesa.<br />

<strong>Bolzano</strong>-<strong>Bressanone</strong> è una de<strong>ll</strong>e poche<br />

diocesi italiane che ha istituito un servizio<br />

per la tutela dei minori con un<br />

tavolo di esperti. Il vescovo Ivo Muser<br />

continua a sottolineare che la tutela dei<br />

minori da tutte le forme di abuso, inclusi<br />

la trascuratezza e l’abuso attraverso<br />

i social media, ha priorità assoluta<br />

ne<strong>ll</strong>’impegno pastorale e sociale. L‘appe<strong>ll</strong>o<br />

a<strong>ll</strong>a “to<strong>ll</strong>eranza zero“ è stato recepito<br />

ne<strong>ll</strong>a nostra diocesi, ricorda don<br />

Ugolini, “come impegno a promuovere<br />

un cambio di cultura: da<strong>ll</strong>a copertura<br />

a<strong>ll</strong>’apertura, dal silenzio al dare voce,<br />

da<strong>ll</strong>’indifferenza a<strong>ll</strong>a responsabilità e<br />

dal rimuovere al confronto. La parola<br />

chiave è trasparenza“.<br />

La persona al centro<br />

Con chiarezza e fermezza Papa Francesco<br />

ha definito l’abuso un crimine.<br />

Tutta la Chiesa, e non solo, è affetta da<br />

questa piaga. “Ne<strong>ll</strong>’affrontarla – spiega<br />

Ugolini – la novità sta nel porre al centro<br />

de<strong>ll</strong>’attenzione la persona abusata e<br />

non più la difesa de<strong>ll</strong>’immagine de<strong>ll</strong>a<br />

Chiesa. L’ascolto de<strong>ll</strong>e vittime, prese<br />

sul serio e credute, è il primo passo<br />

cruciale da fare e richiede un impegno<br />

deciso de<strong>ll</strong>a Chiesa ne<strong>ll</strong>’assumere<br />

la responsabilità per ciò che le vittime<br />

innocenti hanno subito e per le conseguenze<br />

psicologiche, fisiche, sociali e<br />

spirituali sia degli individui sia dei contesti<br />

nei quali gli abusi sono avvenuti.“<br />

Tutta la Chiesa è chiamata in causa per<br />

rileggere e trasformare la realtà ecclesiale<br />

in quest’ottica.<br />

I prossimi passi<br />

Il vertice di Roma è importante sia a<br />

live<strong>ll</strong>o di Chiesa che per la nostra <strong>Diocesi</strong>.<br />

La Chiesa è chiamata a riflettere,<br />

a dialogare e agire con le vittime per<br />

promuovere una cultura di elaborazione<br />

e prevenzione di ogni forma di<br />

abuso. Non si tratta solo di chiarire<br />

questioni giuridiche-canonistiche e<br />

definire procedure standardizzate per<br />

tutte le realtà ecclesiali nonostante le<br />

differenze culturali, ma anche di avviare<br />

una riflessione radicale su<strong>ll</strong>’essenza<br />

de<strong>ll</strong>a Chiesa e del sacerdozio a servizio<br />

del e nel Popolo di Dio. “Per la nostra<br />

<strong>Diocesi</strong> – spiega don Gottfried Ugolini<br />

– significa avviare contatti con altre<br />

Arriva la task force<br />

A Roma sarà proposta la creazione<br />

di task force continentali, ossia squadre<br />

che assisteranno gli episcopati<br />

nel contrastare e prevenire gli abusi<br />

sessuali sui minori: lo preannuncia<br />

padre Hans Zo<strong>ll</strong>ner, referente del<br />

comitato organizzatore in un’intervista<br />

a Vatican News sui possibili<br />

risultati del vertice. Padre Zo<strong>ll</strong>ner<br />

è preside de<strong>ll</strong>’istituto di psicologia<br />

de<strong>ll</strong>a Pontificia Università Gregoriana<br />

e del Centro per la protezione dei<br />

minori de<strong>ll</strong>o stesso ateneo e membro<br />

de<strong>ll</strong>a Pontificia Commissione<br />

per la tutela dei minori.<br />

Le squadre impegnate nei singoli<br />

continenti, ha anticipato Zo<strong>ll</strong>ner,<br />

potranno informarsi su<strong>ll</strong>e linee<br />

Hans Zo<strong>ll</strong>ner (a sinistra), del comitato organizzatore<br />

del vertice a Roma, con il responsabile<br />

diocesano del Servizio don Gottfried Ugolini<br />

<strong>Diocesi</strong> per una scambio di esperienze<br />

e promuovere nuove iniziative concrete<br />

co<strong>ll</strong>aborando con tutte le realità<br />

sociali. Inoltre auspico che l’incontro<br />

a Roma favorisce un empowerment e<br />

un coinvolgimento de<strong>ll</strong>e vittime stesse<br />

sia ne<strong>ll</strong>’affrontare ed elaborare la piaga<br />

de<strong>ll</strong>’abuso sia ne<strong>ll</strong>’impegno di prevenzione<br />

ne<strong>ll</strong>a sensibilizzazione e ne<strong>ll</strong>a<br />

formazione a tutti i live<strong>ll</strong>i.“<br />

guida de<strong>ll</strong>e Conferenze episcopali<br />

e su cosa hanno bisogno. “Cercheranno<br />

di capire come possono aiutarle,<br />

ma anche le soluzioni più valide<br />

che sono state già sperimentate<br />

in altri continenti”. Ogni giornata<br />

del vertice, ha detto il gesuita psicologo,<br />

sarà incentrata su un tema<br />

– responsabilità, accountability e<br />

trasparenza – per aiutare i vescovi,<br />

gli ordini religiosi e le congregazioni<br />

a mettere in atto concretamente le<br />

misure discusse a Roma. In sintesi,<br />

conclude Zo<strong>ll</strong>ner, i partecipanti che<br />

si riuniranno con il Papa “dovranno<br />

lasciare Roma avendo assolutamente<br />

chiaro che cosa fare per prevenire<br />

e combattere il dramma degli abusi<br />

sui minori.“<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 7


gruppi missionari<br />

Tanti aiuti per l’Africa<br />

Il pensiero di molti fedeli oltrepassa le montagne de<strong>ll</strong>’Alto Adige attraverso l’impegno dei Gruppi missionari<br />

attivi ne<strong>ll</strong>e parrocchie. Il nostro viaggio continua con il Centro Aiuti per l’Africa, che ha sede a <strong>Bolzano</strong>.<br />

di Leone Sticcotti<br />

In questa e ne<strong>ll</strong>e altre foto, alcuni dei progetti sostenuti in Etiopia dal Centro Aiuti per l’Africa, con sede a <strong>Bolzano</strong>, e visitati più volte dal presidente<br />

Antonio Di Pasquale con la delegazione altoatesina<br />

Tra i Gruppi missionari che si impegnano<br />

per un solo Paese, vi è il<br />

Centro Aiuti per l'Africa, i cui progetti<br />

riguardano un Paese africano, l'Etiopia,<br />

il cui nome, che deriva dal greco,<br />

significa faccia bruciata. La nascita del<br />

Centro risale al 1991: fu in tale anno<br />

che, su impulso de<strong>ll</strong>'Azione Cattolica<br />

di <strong>Bolzano</strong>, nacque il Centro Aiuti per<br />

l'Etiopia, con sede in via Alto Adige 28.<br />

Cosa si proponeva? Tramite le adozioni<br />

a distanza e grazie a<strong>ll</strong>a co<strong>ll</strong>aborazione<br />

di diverse famiglie voleva dare a<br />

moltissimi bambini etiopi la speranza<br />

di evitare un futuro di sicuro degrado.<br />

Nel maggio 2000, con la nascita<br />

de<strong>ll</strong>'O.N.L.U.S. (Organizzazione non<br />

lucrativa di utilità sociale), l'iniziativa<br />

fu denominata Centro Aiuti per l'Africa<br />

– Hilfe für Afrika O.N.L.U.S.<br />

Ulteriore passo ci fu nel 2008, con la<br />

modifica di logo, statuto, sede legale<br />

(ora in via Buozzi 18). Si trattava di<br />

ampliare l'impegno solidaristico; oltre<br />

a sviluppare il programma di adozioni<br />

a distanza, si mirava a progetti rivolti<br />

ad altri tasse<strong>ll</strong>i deboli de<strong>ll</strong>a società del<br />

Terzo Mondo: que<strong>ll</strong>o de<strong>ll</strong>e donne, dei<br />

bambini ciechi, de<strong>ll</strong>a sanità... Grande<br />

attenzione, inoltre, al tema de<strong>ll</strong>a scolarizzazione.<br />

L’asilo intitolato<br />

a don Giuseppe Rauzi<br />

Qualche notizia ora su come il Centro<br />

Aiuti per l'Africa, presieduto sin da<strong>ll</strong>'inizio<br />

da Antonio Di Pasquale, ha portato<br />

avanti l'impegno solidaristico (più<br />

di 1,5 milioni di euro). Sono diverse<br />

le zone de<strong>ll</strong>'Etiopia che ne hanno beneficiato.<br />

Iniziamo da<strong>ll</strong>a capitale, Addis<br />

Abeba. Ne<strong>ll</strong>e scuole hanno potuto<br />

iscriversi oltre <strong>55</strong>0 bambini orfani; la<br />

maggior parte, circa 400, ne<strong>ll</strong>a scuola<br />

del Centro Romagna, gestito dal<br />

C.E.D. Children Education for Development<br />

(Educazione dei Bambini per<br />

lo Sviluppo), in cui è attivo da anni il<br />

padre cappuccino romagnolo Bernardo<br />

Coccia, per il quale l'istruzione dei<br />

bambini è il sistema migliore per contribuire<br />

a<strong>ll</strong>o sviluppo del Paese. Altri<br />

orfani frequentano altre scuole di Addis<br />

Abeba, sostenuti dal Centro tramite<br />

l'adozione a distanza.<br />

Il 7 marzo 2007 ci fu l'inaugurazione<br />

da parte de<strong>ll</strong>’a<strong>ll</strong>ora presidente de<strong>ll</strong>a<br />

Provincia di <strong>Bolzano</strong>, Luis Durnwalder,<br />

de<strong>ll</strong>'asilo in memoria di don Giuseppe<br />

Rauzi (parroco dal 1978 al 2002<br />

de<strong>ll</strong>a Visitazione a <strong>Bolzano</strong>, parrocchia<br />

grande sostenitrice del Centro) e di<br />

Marco Zagane<strong>ll</strong>i di Pesaro, scomparso<br />

prematuramente. L'asilo, di quattro<br />

classi, fa parte di una struttura scolastica<br />

che comprende la mensa per i<br />

bambini de<strong>ll</strong>'asilo, que<strong>ll</strong>a per i bambini<br />

de<strong>ll</strong>a scuola e la scuola di taglio e cucito;<br />

in tale scuola per la promozione<br />

de<strong>ll</strong>a donna operano le suore cappuccine<br />

di Madre Francesca Rubbatto. Va<br />

ricordato l'importante aiuto che viene<br />

dato al “St. Raphael Clinic Healt Center”,<br />

il Centro sanitario di suor Irene.<br />

A Gondar, 750 km a nord di Addis<br />

Abeba, si è provveduto a<strong>ll</strong>a messa in sicurezza<br />

e a<strong>ll</strong>'abbattimento de<strong>ll</strong>e barriere<br />

architettoniche de<strong>ll</strong>'orfanotrofio St.<br />

Raphael Blind School di Azezo-Gondar<br />

per ragazzi ciechi, gestito da<strong>ll</strong>e<br />

8<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


gruppi missionari<br />

suore Figlie di S. Anna; vi possono<br />

studiare 72 bambini e ragazzi ciechi o<br />

ipovedenti.<br />

Il Centro dedicato<br />

a Paola Mazzali<br />

Ne<strong>ll</strong>a foresta di Meganasse, nel Gurage,<br />

a sud di Addis Abeba, c'é la Clinica<br />

dove abitualmente si recano a prestare<br />

servizio dei medici, come il prof.<br />

Co<strong>ll</strong>ini di Mantova, il dott. Taliani di<br />

<strong>Bolzano</strong> e i Medici de<strong>ll</strong>'Alto Adige per<br />

il Terzo Mondo. Tale clinica, ristrutturata,<br />

offre servizio giornaliero ambulatoriale,<br />

medicazioni, servizio di<br />

pronto soccorso e assistenza ai parti. A<br />

Meganasse, ne<strong>ll</strong>a missione de<strong>ll</strong>a suora<br />

cappuccina Luciana Catene, nel 2008 è<br />

stata costruita, arredata ed attrezzata<br />

una sala parto e sala operatoria. In tale<br />

missione sono stati aiutati 62 bambini.<br />

Sempre nel Gurage, a Sheberaber-Enemur,<br />

a circa 30 km da Endibir, è stata<br />

inaugurata nel <strong>febbraio</strong> 2013 da Luis<br />

Durnwalder una scuola materna, che<br />

può ospitare 180 bambini, dedicata<br />

a<strong>ll</strong>o scomparso Padre Roberto Be<strong>ll</strong>o,<br />

missionario per 57 anni in Etiopia. La<br />

struttura ospita al piano superiore il<br />

Centro per l'emancipazione de<strong>ll</strong>a donna,<br />

dedicato a<strong>ll</strong>a compianta giocatrice<br />

bolzanina di basket Paola Mazzali.<br />

Da menzionare l'orfanotrofio (2009)<br />

nel vi<strong>ll</strong>aggio di Oma, foresta di Meganasse<br />

e la scuola di Tambaro, nel Kambatta,<br />

sudovest di Gurage, con oltre<br />

110 bambini di famiglie indigenti.<br />

Va ricordato anche l'impegno del Centro<br />

per quanto concerne l'approvvigionamento<br />

idrico. L'acqua è vita: ecco i<br />

progetti quali la costruzione di un pozzo<br />

(2012) ne<strong>ll</strong>a scuola di St. Joseph di<br />

Iijiga (sud-est de<strong>ll</strong>'Etiopia), que<strong>ll</strong>a di un<br />

nuovo acquedotto (2013) per la Clinica<br />

di Meganasse. Si è accennato ad alcuni<br />

dei progetti del Centro Aiuti per l'Africa,<br />

per il quale “c'é ancora tanto da fare”<br />

per rispondere al grido d'aiuto, di speranza,<br />

che giunge da tanta povera gente.<br />

Leone Sticcotti, a lungo impegnato in Acli,<br />

Azione cattolica e organismi diocesani, è stato<br />

anche presidente del Centro pace <strong>Bolzano</strong><br />

Sacerdoti in aiuto<br />

per Pasqua e estate<br />

Comunicazione importante per le<br />

parrocchie: il vicario generale Eugen<br />

Runggal<strong>die</strong>r informa che un<br />

sacerdote diocesano con la doppia<br />

cittadinanza portoghese-brasiliana,<br />

don Felipe S. Bueno, si è dichiarato<br />

disponibile a prestare servizio<br />

(confessioni, benedizioni, celebrazioni)<br />

ne<strong>ll</strong>a nostra diocesi ne<strong>ll</strong>a<br />

Settimana santa. Attualmente sta<br />

studiando a Roma a<strong>ll</strong>’Istituto pontificio<br />

teologico per la licenza in<br />

Teologia morale. C’è anche un’altra<br />

offerti di aiuto per la prossima<br />

estate: don Jude Orakwe, un sacerdote<br />

cattolico de<strong>ll</strong>’arcidiocesi di<br />

Onitsha in Nigeria, si è infatti dichiarato<br />

invece disponibile a prestare<br />

servizio ne<strong>ll</strong>a nostra diocesi<br />

durante l’estate, per tutto agosto e<br />

fino a metà settembre <strong>2019</strong>. Il parroco<br />

Orakwe parla bene il tedesco<br />

e molto bene l’italiano, in quanto<br />

ha studiato sei anni in Italia. Chi<br />

fosse interessato ad avvalersi ne<strong>ll</strong>a<br />

Settimana santa o in estate di questi<br />

servizi di aiuto può rivolgersi<br />

entro il prossimo 1° marzo al Vicariato<br />

generale (tel. 0471 306201,<br />

generalvikar.vicariogenerale@bzbx.net)<br />

per avviare l’eventuale contatto<br />

con i due sacerdoti.<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 9


chiesa&persona<br />

Stop a<strong>ll</strong>a tratta<br />

8 <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>: 5^ Giornata mondiale, indetta da Papa Francesco, contro la tratta.<br />

Diverse le iniziative di preghiera e di approfondimento anche a Merano e a <strong>Bolzano</strong>.<br />

di Paola Vismara<br />

Solidarietà e impegno anche in Alto Adige nel combattere la tratta per liberare le persone:<br />

iniziative culturali, di formazione e informazione a Merano e <strong>Bolzano</strong>.<br />

Sono in molti a lamentarsi perché<br />

ormai nel calendario ci sono più<br />

“Giornate” che “giorni”. Ma se di molti<br />

aspetti tragici e scottanti del nostro<br />

mondo e de<strong>ll</strong>a nostra società - a live<strong>ll</strong>o<br />

nazionale e locale - si sa ben poco… ben<br />

venga una “Giornata” che risvegli l’attenzione<br />

di tutti. Uno di questi aspetti<br />

scottanti, ancora tabù per moltissimi<br />

cattolici praticanti, è la “tratta” di esseri<br />

umani, soprattutto que<strong>ll</strong>a ai fini<br />

de<strong>ll</strong>a prostituzione. Ma perché proprio<br />

questo rimane tabù? Eppure i ‘buoni<br />

cristiani’ sono i fedeli che credono nel<br />

Dio-fatto-uomo, quindi nel valore inalienabile<br />

de<strong>ll</strong>a vita umana e del ‘corpo’,<br />

poiché il Figlio di Dio è nato da un<br />

‘corpo’ di donna, si è “incarnato” in un<br />

corpo di carne, che è risorto, dopo la<br />

morte in croce. Il vescovo Ivo Muser, in<br />

occasione de<strong>ll</strong>a solennità de<strong>ll</strong>’Assunzione<br />

de<strong>ll</strong>’agosto 2018, ha scritto una lettera<br />

pastorale incentrata sul tema de<strong>ll</strong>a<br />

dignità umana. E ha detto chiaramente:<br />

“Anche lo sfruttamento sessuale<br />

è una grave violazione de<strong>ll</strong>a dignità de<strong>ll</strong>a<br />

donna. Può verificarsi tanto a<strong>ll</strong>’interno<br />

de<strong>ll</strong>a famiglia quanto attraverso la<br />

prostituzione. Più volte papa Francesco<br />

ha incontrato donne ex prostitute, che<br />

egli identifica come persone particolarmente<br />

deboli de<strong>ll</strong>a nostra società. Anche<br />

in Alto Adige vi sono donne che si<br />

prostituiscono, in gran parte si tratta di<br />

donne con background migratorio. (…)<br />

Noi non risolviamo il problema de<strong>ll</strong>a<br />

prostituzione con determinate misure<br />

che la spostano da una strada a<strong>ll</strong>’altra.<br />

Lo risolviamo solo se cominciamo a individuare<br />

vie di scampo e di uscita da<strong>ll</strong>a<br />

prostituzione per le donne coinvolte e se<br />

facciamo in modo che non si ricorra più<br />

a<strong>ll</strong>e loro prestazioni sessuali. Un impegno<br />

comune per sconfiggere la cultura di<br />

violenza, mercificazione e sopraffazione<br />

de<strong>ll</strong>a donna.” (“Con Maria per la dignità<br />

umana).<br />

Sfruttamenti e schiavitù<br />

C’è chi pensa di sconfiggere i trafficanti<br />

di persone chiudendo - a<strong>ll</strong>e navi<br />

soccorritrici di naufraghi - tutti i porti<br />

del nostro Belpaese che per tre quarti<br />

si a<strong>ll</strong>unga nel Mediterraneo. C’è chi è<br />

convinto che scafisti e trafficanti siano<br />

le stesse persone. E c’è chi pensa che,<br />

tolti di mezzo i “caporali” (che scelgono<br />

chi andrà ne<strong>ll</strong>e campagne, ne<strong>ll</strong>e vigne<br />

e nei frutteti, esigendo una buona percentuale<br />

de<strong>ll</strong>a già misera paga) si possa<br />

sconfiggere definitivamente lo sfruttamento<br />

lavorativo e la riduzione in<br />

schiavitù, che invece sono opera de<strong>ll</strong>e<br />

grandi organizzazioni di stampo mafioso.<br />

C’è chi - a 60 anni da<strong>ll</strong>a Dichiarazione<br />

Universale dei Diritti del Fanciu<strong>ll</strong>o<br />

- continua imperterrito a costringere a<br />

lavorare milioni di bambini e di ragazzi<br />

minorenni, anche ne<strong>ll</strong>e miniere o in<br />

giacimenti minerari di difficile accesso<br />

agli adulti, o a sfruttare giovanissime<br />

ragazze ne<strong>ll</strong>a prostituzione su<strong>ll</strong>e strade<br />

e in appartamenti, esponendo gli uni e<br />

le altre a gravi rischi per la salute fisica<br />

e mentale. E che dire de<strong>ll</strong>e terribili<br />

condizioni dei bambini soldato (anche<br />

bambine!) e di que<strong>ll</strong>i costretti a “farsi<br />

esplodere” per provocare attentati terroristici?<br />

Non manca al vergognoso<br />

elenco lo sfruttamento de<strong>ll</strong>’utero per<br />

una vera e propria vendita i<strong>ll</strong>egale dei<br />

bambini che nasceranno. O la mutilazione<br />

del corpo di poveri per l’espianto<br />

e la vendita di organi.<br />

Numeri e guadagni<br />

“Stop a<strong>ll</strong>a tratta”: una parola d’ordine,<br />

una convinzione che dovrebbe crescere<br />

e maturare in ogni coscienza, ad<br />

ogni età, in ogni strato de<strong>ll</strong>a società,<br />

in ogni nazione, in tutto il mondo. I<br />

numeri non ci permettono di tacere:<br />

salgono vertiginosamente e vergognosamente.<br />

Guardiamo i numeri de<strong>ll</strong>a<br />

prostituzione in Italia: da 75mila a<br />

120mila sarebbero le donne che vendono<br />

il proprio corpo, di cui il 65% in<br />

strada. E ben 90 milioni di euro al<br />

mese, quindi 1 miliardo e 80 milioni<br />

di euro l’anno – solo in Italia!<br />

– secondo i dati denunciati da<strong>ll</strong>a Comunità<br />

Papa Giovanni XXIII e riportati<br />

da Famiglia Cristiana ne<strong>ll</strong>’inchiesta<br />

specifica pubblicata a settembre 2018.<br />

Un giro d’affari alimentato da oltre 3<br />

milioni di clienti. Questo dei “clienti” è<br />

10<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


chiesa&persona<br />

il nodo cui è arrivato anche Papa Francesco,<br />

parlando senza peli su<strong>ll</strong>a lingua:<br />

le sue parole vengono riportate dal nostro<br />

Vescovo ne<strong>ll</strong>a lettera pastorale già<br />

citata: “Il Papa affrontò poi una questione<br />

cruciale, que<strong>ll</strong>a del comportamento<br />

dei clienti: ‘Ho pensato tra me: non solo<br />

i protettori ma anche coloro che pagano<br />

queste ragazze, non capiscono che con i<br />

soldi con cui si comprano un soddisfacimento<br />

sessuale aiutano gli sfruttatori?’<br />

Il Papa si è scusato per gli uomini cattolici<br />

che si rendono responsabili di questo<br />

‘atto criminale contro le donne’. Voglio<br />

unirmi a questo insistente appe<strong>ll</strong>o a<strong>ll</strong>e<br />

coscienze lanciato da papa Francesco.”<br />

Le azioni de<strong>ll</strong>a Chiesa<br />

La tratta - con i suoi protagonisti: vittime<br />

e carnefici – ritorna spesso negli<br />

interventi del Papa. Ne sono prova la<br />

prefazione da Lui scritta al recentissimo<br />

volume “Luci su<strong>ll</strong>e strade de<strong>ll</strong>a<br />

speranza - Insegnamenti di Papa<br />

Francesco su migranti, rifugiati<br />

e tratta”: corposa raccolta (489 pagine)<br />

degli insegnamenti magisteriali<br />

su questi temi, da<strong>ll</strong>’inizio del suo pontificato<br />

a<strong>ll</strong>a fine del 2017, presentato il<br />

17 gennaio insieme a “Orientamenti<br />

pastorali su<strong>ll</strong>a tratta di persone”.<br />

Queste 38 pagine sono invece il frutto<br />

de<strong>ll</strong>a consultazione con le Conferenze<br />

Episcopali, le organizzazioni cattoliche<br />

e le congregazioni religiose. Un valido<br />

strumento per comprendere, riconoscere,<br />

prevenire e debe<strong>ll</strong>are la piaga<br />

de<strong>ll</strong>a tratta di persone, proteggere le<br />

vittime e promuovere la riabilitazione<br />

dei sopravvissuti. Il documento i<strong>ll</strong>ustra<br />

“realtà e risposte” su<strong>ll</strong>a piaga de<strong>ll</strong>a tratta:<br />

cause, riconoscimento, dinamiche,<br />

possibili modalità per sconfiggere il fenomeno<br />

(https://migrants-refugees.va/<br />

it/tratta-di-esseri-umani-e-schiavitu/).<br />

La tratta dunque è al centro de<strong>ll</strong>e attenzioni<br />

pastorali de<strong>ll</strong>a Chiesa cattolica<br />

in questo Terzo Mi<strong>ll</strong>ennio, purtroppo<br />

ancora a<strong>ll</strong>e prese con la schiavitù e il<br />

razzismo, in un preoccupante regresso<br />

umano che è forse il lato oscuro del<br />

progresso digitale e tecnologico.<br />

L’Ufficio pastorale diocesano (settore<br />

dedicato a Immigrati e profughi), in<br />

co<strong>ll</strong>aborazione con il Progetto ALBA<br />

(realtà attiva nel contrasto a<strong>ll</strong>a tratta<br />

e a<strong>ll</strong>o sfruttamento in Alto Adige e<br />

Trentino, composta da Volontarius, La<br />

Strada-Der Weg, e il Consis) e le religiose<br />

impegnate ne<strong>ll</strong>’accoglienza, dal<br />

2018 vogliono sottolineare l’importanza<br />

de<strong>ll</strong>a Giornata mondiale indetta nel<br />

2015 da Papa Francesco per l’8 <strong>febbraio</strong>,<br />

memoria liturgica di Santa Giuseppina<br />

Bakhita, piccola schiava sudanese (Bakhita)<br />

venduta più volte, arrivata poi<br />

in Italia, dove scoprì Gesù Cristo e il<br />

suo Vangelo, battezzata e consacratasi<br />

come Suora Canossiana, vissuta e morta<br />

a Schio, dove era conosciuta e amata<br />

come “Madre Moretta”. Perciò propongono<br />

iniziative di tipo religioso e culturale,<br />

di formazione e informazione: il 7<br />

<strong>febbraio</strong> a Merano, l’8 e il 9 a <strong>Bolzano</strong><br />

(si veda articolo inquadrato).<br />

Paola Vismara, Ufficio pastorale, è incaricata<br />

de<strong>ll</strong>a pastorale categoriale<br />

Tre giorni di iniziative<br />

a <strong>Bolzano</strong> e Merano<br />

La 5^ Giornata mondiale di preghiera<br />

e riflessione contro la tratta si celebra<br />

l’8 <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>. Questa “Giornata”<br />

è una de<strong>ll</strong>e più recenti, fortemente<br />

voluta e indetta da Papa Francesco<br />

nel 2015. Ne<strong>ll</strong>a nostra diocesi tre iniziative<br />

dal 7 al 9 <strong>febbraio</strong> a Merano<br />

e <strong>Bolzano</strong>: un convegno, il momento<br />

di preghiera, una mostra fotografica.<br />

L’Ufficio pastorale si impegna a sensibilizzare<br />

su questo tema non solo<br />

le comunità religiose e i fedeli ne<strong>ll</strong>e<br />

parrocchie, ma anche l’opinione pubblica,<br />

coinvolgendo le parti attive sul<br />

territorio che da molti anni si dedicano<br />

a<strong>ll</strong>’emersione, monitoraggio e<br />

contrasto de<strong>ll</strong>a tratta, coordinandosi<br />

nel “Progetto Alba”. Dopo la prima e<br />

positiva esperienza del 2018, anche<br />

quest’anno il programma è stato organizzato<br />

con i membri del Progetto<br />

Alba e le suore che in Alto Adige si<br />

dedicano a<strong>ll</strong>’accoglienza de<strong>ll</strong>e ragazze<br />

vittime di prostituzione. Le iniziative<br />

principali sono 3, in luoghi e<br />

giorni diversi. Due programmi sono<br />

a carattere religioso:<br />

- a Merano, giovedì 7 <strong>febbraio</strong>, ore<br />

20-21, veglia di preghiera animata da<strong>ll</strong>e<br />

ragazze del Co<strong>ll</strong>egio di via Belvedere 6<br />

(Salvatoriane)<br />

- a <strong>Bolzano</strong>, venerdì 8, nel Centro pastorale<br />

in Piazza Duomo 6, da<strong>ll</strong>e 16 informazioni<br />

su<strong>ll</strong>a tratta di esseri umani<br />

a live<strong>ll</strong>o mondiale. A<strong>ll</strong>e 16.45 via crucis<br />

con video e immagini sul tema, a<strong>ll</strong>e 18<br />

ne<strong>ll</strong>a chiesa di San Domenico (piazza<br />

Domenicani) rosario con la comunità<br />

parrocchiale, a<strong>ll</strong>e 18.30 la messa in italiano<br />

(memoria liturgica di S. Giuseppina<br />

Bakhita).<br />

L’intero pomeriggio di sabato 9 <strong>febbraio</strong><br />

(ore 14-18) nel Centro pastorale<br />

in Piazza Duomo 1 a <strong>Bolzano</strong> si terrà<br />

il convegno pubblico su<strong>ll</strong>a tratta. Anna<br />

Pozzi, esperta giornalista e scrittrice,<br />

parlerà di “Tratta e schiavitù nel XXI<br />

secolo”, seguirà la presentazione di “15<br />

anni di contrasto a<strong>ll</strong>a tratta in Alto<br />

Adige: l’importanza de<strong>ll</strong>a rete e del<br />

Progetto Alba: identità, esperienze<br />

passate, prospettive future.” Modera<br />

la giornalista RAI Floriana Gavazzi.<br />

Sempre a <strong>Bolzano</strong>, per tutto il mese, è<br />

a<strong>ll</strong>estita la mostra fotografica “Mai<br />

più schiave- Slaves no more” su<strong>ll</strong>a<br />

tratta/schiavitù de<strong>ll</strong>e ragazze nigeriane.<br />

È ospitata dal 4 al 10 <strong>febbraio</strong><br />

ne<strong>ll</strong>a chiesa di san Domenico, dal<br />

19 al 28 nel corridoio al piano terra<br />

de<strong>ll</strong>’Università (piazza Università 1,<br />

orari 8-10 da lunedì a venerdì; 8-13<br />

sabato; chiuso la domenica).<br />

Info: paola.vismara@bz-bx.net<br />

Tel. 0471-306.235.<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 11


dentro la notizia<br />

Comunicazione autentica<br />

per comunità vere<br />

“Non abbiamo bisogno di una società perfetta. Abbiamo bisogno di una società umana”: così il vescovo<br />

Ivo Muser ai rappresentanti de<strong>ll</strong>a stampa altoatesina nel Centro pastorale di <strong>Bolzano</strong> per la celebrazione<br />

del loro santo patrono, Francesco di Sales.<br />

di Paolo Valente<br />

Nel tradizionale incontro di inizio<br />

anno con i giornalisti il vescovo<br />

ha ripreso il messaggio del Papa per la<br />

Giornata mondiale de<strong>ll</strong>e comunicazioni<br />

sociali: “Siamo membra gli uni degli<br />

altri. Da<strong>ll</strong>e community a<strong>ll</strong>e comunità”.<br />

Il tema, ispirato a<strong>ll</strong>a Lettera di san Paolo<br />

agli Efesini, “sottolinea l’importanza<br />

de<strong>ll</strong>a reciprocità intesa come dialogo e<br />

opportunità di incontro con l’altro”. Attenzione<br />

e interesse per le nuove forme<br />

di comunicazione e, in particolare, per<br />

le reti sociali, ma senza confondere la<br />

comunità con la community. Poiché<br />

“ne<strong>ll</strong>a comunità si condividono contenuti<br />

e si costruisce lo stare insieme a<br />

favore del bene comune”. I social media<br />

non bastano a un’autentica comunicazione.<br />

Serve “un impegno a<strong>ll</strong>a relazione<br />

fondata su<strong>ll</strong>’ascolto de<strong>ll</strong>’altro, sul dialogo<br />

e su<strong>ll</strong>’uso responsabile del linguaggio”.<br />

Il vero e il falso<br />

I nuovi media non vanno affatto demonizzati.<br />

Sono “luoghi di conversazione<br />

che aiutano a far crescere la comunità,<br />

a stare connessi con gli amici”. Possono<br />

però diventare “l’unica fonte di informazione,<br />

con il rischio di ridurre la realtà a<br />

slogan, deformandola”. E “chi non ha gli<br />

strumenti giusti per difendersi, rischia<br />

di non riuscire a distinguere il vero dal<br />

falso”. Questo tipo di comunicazione<br />

non favorisce il crescere di una comunità<br />

vera. “Viviamo ne<strong>ll</strong>’epoca dei like, dei<br />

‘mi piace’ o ‘non mi piace’, ma per fare<br />

comunità sono importanti riflessione e<br />

approfondimento, che aiutano appunto<br />

a costruire nuove relazioni”.<br />

Il ruolo del giornalista<br />

In questo scenario la figura del giornalista<br />

acquista un ruolo importante.<br />

Egli può fornire al lettore, al telespettatore,<br />

al navigatore gli strumenti per<br />

Ai giornalisti il vescovo ha fatto anche una serie di auguri per il loro lavoro<br />

darsi un’informazione adeguata. “Oggi<br />

più che mai – dice il vescovo – la società<br />

ha bisogno di un buon giornalismo<br />

professionale, perché ne<strong>ll</strong>’epoca<br />

digitale, con le sue opportunità quasi<br />

i<strong>ll</strong>imitate, si rovescia su<strong>ll</strong>e persone un<br />

diluvio di informazioni. Sono necessarie<br />

una selezione improntata ai valori,<br />

una valutazione dei fatti, e servono relazioni<br />

che offrano un orientamento”. La<br />

rete consente di accedere a una quantità<br />

sterminata di informazioni. “Ma il<br />

giornalismo di qualità ha un altro approccio<br />

con le cose e con i fatti: va in<br />

profondità”.<br />

L’invito ai mass media<br />

Profondità fa rima con verità. Il vescovo,<br />

ne<strong>ll</strong>a giornata del santo patrono, fa<br />

ai giornalisti una serie di auguri che<br />

sono altrettanti impegni. Innanzitutto<br />

“di non accontentarsi mai di ciò che<br />

appare come verità” e “di proseguire<br />

ne<strong>ll</strong>’impegno per selezionare non solo<br />

tra notizie vere e false, ma anche tra notizie<br />

che valgono e informazioni pilotate”.<br />

Poi “di non dimenticare mai la loro<br />

particolare responsabilità e di essere<br />

sensibili a<strong>ll</strong>e good news, le buone notizie,<br />

di offrire attenzione, ne<strong>ll</strong>e buone<br />

notizie, a<strong>ll</strong>e parti de<strong>ll</strong>a società che non<br />

hanno voce o sono spesso ignorate e ai<br />

giovani, raccontando le loro richieste, i<br />

loro sogni e le loro speranze”. In definitiva,<br />

soprattutto in Alto Adige, “di continuare<br />

a lavorare per una convivenza<br />

autentica e per fare comunità fra le persone<br />

di diversa provenienza e diversi<br />

gruppi linguistici”.<br />

Non solo da<strong>ll</strong>a quantità a<strong>ll</strong>a qualità<br />

de<strong>ll</strong>’informazione ma anche, come<br />

emerge nel messaggio del Papa, da<strong>ll</strong>a<br />

community a<strong>ll</strong>a comunità. La comunicazione<br />

contribuisce a<strong>ll</strong>o sviluppo positivo<br />

de<strong>ll</strong>a comunità se si ispira “ad alcuni<br />

valori fondamentali: il rispetto de<strong>ll</strong>a<br />

persona (no a odio, into<strong>ll</strong>eranza, parole<br />

e immagini degradanti); il dialogo (inteso<br />

come ricerca sincera de<strong>ll</strong>a verità);<br />

l’incontro (andare verso l’altro, che è un<br />

donare e un ricevere)”.<br />

Paolo Valente è Direttore de<strong>ll</strong>a Caritas de<strong>ll</strong>a<br />

diocesi di <strong>Bolzano</strong>-<strong>Bressanone</strong> e giornalista<br />

12<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


Giornata del malato<br />

Nel segno de<strong>ll</strong>a gratuità<br />

Dal 1993, l’11 <strong>febbraio</strong> si celebra la Giornata del Malato: quest’anno il tema de<strong>ll</strong>a 27.ma edizione<br />

è espresso dal versetto evangelico “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8).<br />

Iniziative per tre giorni<br />

In tutto l’Alto Adige<br />

Sono molte le iniziative in Alto Adige<br />

in occasione de<strong>ll</strong>a Giornata mondiale<br />

del malato. Eccone alcune:<br />

Ospedale di <strong>Bolzano</strong><br />

Sabato 9 ore 15: S. Messa con i pazienti<br />

nel reparto di Geriatria. Canta<br />

il coro di S. Domenico, presenti le associazioni<br />

di volontariato attive in reparto.<br />

Domenica 10 ore 9: S. Messa ne<strong>ll</strong>a<br />

cappe<strong>ll</strong>a principale, musiche a cura<br />

di “Singkreis Maria Heim”. L’invito è<br />

esteso a tutti i volontari de<strong>ll</strong>’assistenza<br />

spirituale in Ospedale (sentine<strong>ll</strong>e<br />

notturne, ministri straordinari de<strong>ll</strong>a<br />

comunione e accompagnatori a<strong>ll</strong>a<br />

messa). Segue incontro.<br />

Lunedì 11 ore 15: possibilità di ricevere<br />

il sacramento de<strong>ll</strong>’unzione durante<br />

la messa. I malati riceveranno<br />

un piccolo dono durante le visite degli<br />

assistenti spirituali.<br />

Con UNITALSI<br />

Domenica 10: a<strong>ll</strong>e 10.30 S. Messa<br />

ne<strong>ll</strong>a chiesa di San Domenico, piaz-<br />

Nel suo messaggio, Papa Francesco<br />

afferma che “la Chiesa, Madre di<br />

tutti i suoi figli, soprattutto infermi, ricorda<br />

che i gesti di dono gratuito, come<br />

que<strong>ll</strong>i del Buon Samaritano, sono la via<br />

più credibile di evangelizzazione. La cura<br />

dei malati ha bisogno di professionalità e<br />

di tenerezza, di gesti gratuiti, immediati<br />

e semplici come la carezza, attraverso i<br />

quali si fa sentire a<strong>ll</strong>’altro che è “caro”. Nel<br />

corso degli anni, ne<strong>ll</strong>a nostra <strong>Diocesi</strong><br />

sono nate e si sono sviluppate tante associazioni<br />

di volontariato, che coinvolgono<br />

moltissime persone dei tre gruppi<br />

linguistici, ma recentemente anche di altre<br />

nazionalità e culture. Come ben sottolineato<br />

dal Papa, “La gratuità umana è il<br />

lievito de<strong>ll</strong>’azione dei volontari che tanta<br />

importanza hanno nel settore socio-sanitario<br />

e che vivono in modo eloquente la<br />

spiritualità del Buon Samaritano. Ringrazio<br />

e incoraggio tutte le associazioni di<br />

volontariato che si occupano di trasporto<br />

e soccorso dei pazienti, que<strong>ll</strong>e che provvedono<br />

a<strong>ll</strong>e donazioni di sangue, di tessuti<br />

e organi.”<br />

za Domenicani a <strong>Bolzano</strong>, a<strong>ll</strong>e 12.15<br />

pranzo ne<strong>ll</strong>a Sala Rainerum (15 euro<br />

tutto compreso, prenotazione obbligatoria).<br />

Pomeriggio in a<strong>ll</strong>egria fino a<strong>ll</strong>e<br />

17. Parcheggio a<strong>ll</strong>’Istituto Rainerum,<br />

info e prenotazioni: 329 5469195 o<br />

0471/9739<strong>55</strong><br />

Ospedale di <strong>Bressanone</strong> (cappe<strong>ll</strong>a<br />

ne<strong>ll</strong>’edificio A)<br />

Domenica 10 ore 10: S. Messa<br />

Lunedì 11 ore 15.30: adorazione eucaristica<br />

Merano, Casa di cura Martinsbrunn<br />

Lunedì 11 ore 16: S. Messa presieduta<br />

dal vescovo Ivo Muser.<br />

Ospedale di Merano<br />

Sabato 9 ore 15-16.30: Cammino<br />

Spirituale con P. Peter Gruber (edificio<br />

REHA 3° piano)<br />

Lunedi 11: i malati riceveranno un<br />

cuore di feltro (azione realizzata con<br />

il KFB di Lagundo – Azione Cattolica<br />

Donne); ore 16.45: S. Messa ne<strong>ll</strong>a cappe<strong>ll</strong>a<br />

(edificio principale 2° piano)<br />

Ospedale di Brunico<br />

domenica 10 ore 9.30: S. Messa ne<strong>ll</strong>a<br />

cappe<strong>ll</strong>a al 5° piano.<br />

La locandina per la Giornata del malato<br />

edizione <strong>2019</strong>, la <strong>numero</strong> 27<br />

Se è giustissimo ricordare i volontari, non<br />

si devono dimenticare tutti coloro che nei<br />

vari ambiti de<strong>ll</strong>a sanità (pubblica e privata)<br />

vivono la propria professione come<br />

una vera ‘missione’ accanto ai malati di<br />

ogni età, a domicilio e ne<strong>ll</strong>e strutture: medici,<br />

infermieri, assistenti, tecnici, ricercatori,<br />

specialisti. Ma in questa giornata che<br />

ha un carattere squisitamente spirituale,<br />

un grazie dal profondo del cuore va a chi<br />

aiuta a vivere ed accettare la sofferenza<br />

de<strong>ll</strong>a malattia. Tra questi, gli “assistenti<br />

spirituali in ospedale”: donne e uomini<br />

laici, religiosi e sacerdoti, preparati<br />

per questa missione speciale: nei 7 ospedali<br />

de<strong>ll</strong>’Alto Adige svolgono il prezioso<br />

servizio pastorale che molti anni fa era<br />

prerogativa solo dei religiosi e sacerdoti<br />

(cappe<strong>ll</strong>ani). A tutti va il riconoscimento e<br />

la gratitudine di Papa Francesco: “Sono di<br />

fondamentale importanza i vostri servizi<br />

di volontariato ne<strong>ll</strong>e strutture sanitarie e a<br />

domicilio, che vanno da<strong>ll</strong>’assistenza sanitaria<br />

al sostegno spirituale”. E tutti possiamo<br />

fare nostre queste parole, esprimendo<br />

- almeno una volta a<strong>ll</strong>’anno - non solo più<br />

attenzione verso i malati, ma anche più riconoscenza<br />

a chi instancabilmente e con<br />

gratuita generosità, si occupa di loro. (p.v.)<br />

La mostra a<strong>ll</strong>’Ospedale di <strong>Bolzano</strong><br />

“Le alte vie di Emanuele Stablum. Frate<strong>ll</strong>o medico, servo di Dio, giusto tra le Nazioni”: è il titolo de<strong>ll</strong>a mostra a<strong>ll</strong>estita<br />

a<strong>ll</strong>’ospedale di <strong>Bolzano</strong> fino al 15 <strong>febbraio</strong>. I<strong>ll</strong>ustra in 10 panne<strong>ll</strong>i la vicenda umana di Stablum, medico e religioso laico<br />

(Figli de<strong>ll</strong>’Immacolata concezione) nato in val di Sole nel 1895 e morto a Roma nel 1950. È il ritratto di un uomo di medicina<br />

che ha messo in gioco la sua vita per salvare que<strong>ll</strong>a di altri. La Chiesa cattolica ha introdotto la causa di beatificazione e lo<br />

Stato di Israele lo ha riconosciuto “Giusto tra le nazioni” per aver salvato la vita ad un centinaio di rifugiati ed ebrei<br />

perseguitati, che Stablum ha nascosto in ospedale a Roma vestendoli da frati o ricoverandoli come malati.<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 13


psicologia&spiritualità<br />

Da conoscere a riconoscenza<br />

Conoscere, riconoscere, riconoscenza. Mi intriga la radice “noscere” che accomuna questi termini. Un<br />

crescendo qualitativo nel nostro rapporto reciproco: conoscere in superficie, conoscere con rispetto,<br />

conoscersi in una cornice di reciproca gratitudine.<br />

di Dario Fridel<br />

Conoscere. È diffusa la presunzione di<br />

conoscere una persona solo perché c’è<br />

stata una frequentazione, si sono acquisite<br />

informazioni e si hanno alcuni elementi<br />

di valutazione. Troppo spesso ci si muove<br />

su questa base povera, spesso distorta<br />

e distorcente. In realtà la persona non è<br />

un oggetto: possiede una sua soggettività<br />

che spesso ci sfugge e che continuamente<br />

cambia. Lasciarci intrappolare da<strong>ll</strong>’immagine<br />

che ci siamo fatto di lei, significa inchiodarla<br />

dentro i nostri schemi. Essi ci<br />

portano a farne una valutazione, a darne<br />

un giudizio, a inquadrarla entro giudizi<br />

positivi o negativi generalizzanti.<br />

Riconoscere. Ci possiamo avvicinare a<br />

una più vera conoscenza de<strong>ll</strong>a persona<br />

solo se coltiviamo l’abitudine di verificare<br />

se l’avevamo veramente capita, se le diamo<br />

spazio perché si spieghi meglio, se<br />

siamo disposti a vederla da altre angolature,<br />

se ci orientiamo ad accoglierla ne<strong>ll</strong>a<br />

sua originalità, nel suo modo di essere. La<br />

persona insomma la raggiungiamo solo<br />

oltrepassando l’apparenza e utilizzando il<br />

cuore: passando dal giudizio a<strong>ll</strong>’ammirazione.<br />

Lo sguardo che scruta diventa uno<br />

sguardo che non vuole possedere, ma<br />

rispettare. Ne<strong>ll</strong>a proporzione con cui ciò<br />

succede il nostro interlocutore diventa più<br />

autentico, si armonizza meglio con le sue<br />

esperienze di vita, si rende autonomo da<strong>ll</strong>e<br />

aspettative degli altri o de<strong>ll</strong>’ambiente.<br />

Purtroppo siamo disposti ad ammirare<br />

un tramonto ma fatichiamo ad avere un<br />

rapporto altrettanto gratuito con i nostri<br />

consimili. L’ascolto efficace implica un<br />

salto di qualità: dal piano morale al piano<br />

spirituale, da<strong>ll</strong>’uso de<strong>ll</strong>a testa a<strong>ll</strong>a valorizzazione<br />

del cuore. Solo a<strong>ll</strong>ora l’ascolto diventa<br />

empatico.<br />

Riconoscenza. Possiamo dire di essere<br />

su<strong>ll</strong>a strada di conoscere bene una persona<br />

se attingiamo a un amore disinteressato<br />

e incominciamo ad avvertire quanto<br />

l’altro sia una ricchezza anche per noi. Il<br />

dialogo interpersonale diventa a<strong>ll</strong>ora rigenerante.<br />

Le persone che si riconoscono<br />

ne<strong>ll</strong>a loro diversità si incontrano con l’anima;<br />

sentono di conseguenza la gratitudine<br />

di essersi riconosciute, di aver potuto<br />

arricchirsi reciprocamente. La reciprocità<br />

e la gratitudine sono quindi la controprova<br />

che l’ascolto è veramente riuscito.<br />

Le esperienze di dialogo aiutano i credenti<br />

a rivedere le immagini distorte che<br />

hanno di Dio. Impegnano a sostituire<br />

a<strong>ll</strong>’immagine del Dio giudicante, che tutto<br />

conosce e al cui occhio nu<strong>ll</strong>a sfugge,<br />

que<strong>ll</strong>a di un Dio materno, vicino a<strong>ll</strong>e nostre<br />

debolezze, capace di capire le nostre<br />

incoerenze. Egli non si scoraggia per le<br />

nostre vigliaccherie, non ci toglie la fiducia,<br />

rispetta la nostra autonomia. Noi lo<br />

vorremmo potente, capace di premiare i<br />

buoni e punire i cattivi. Invece ci accoglie<br />

tutti, proprio tutti. Il suo stile è que<strong>ll</strong>o di<br />

ammirarci e a benedirci in continuità; di<br />

dire insomma di noi tutto il bene possibile<br />

affinché anche quando ci smarriamo<br />

non perdiamo la passione per il bene che<br />

è nel profondo de<strong>ll</strong>a nostra anima. Ai suoi<br />

occhi, meglio al suo cuore, ognuno di noi<br />

resta sempre e comunque espressione<br />

misteriosa de<strong>ll</strong>a potenza de<strong>ll</strong>a vita, de<strong>ll</strong>a<br />

grandiosità del mistero, de<strong>ll</strong>a forza misteriosa<br />

de<strong>ll</strong>’amore che avvolge e sorregge<br />

ogni esistenza. Lui non smette di riconoscerci<br />

come figli prediletti. La gratitudine<br />

dovrebbe di conseguenza alimentare continuamente<br />

le nostre anime.<br />

Don Dario Fridel già insegnante di religione,<br />

psicologia de<strong>ll</strong>a religione e psicologia pastorale<br />

Due cambi in diocesi<br />

Con effetto 1° <strong>febbraio</strong> il vescovo<br />

Ivo Muser ha disposto un avvicendamento<br />

nel settore de<strong>ll</strong>a vita consacrata:<br />

suor Mirjam Volgger (ne<strong>ll</strong>a<br />

foto), suora terziaria francescana, è<br />

stata nominata incaricata diocesana<br />

per la vita consacrata e succede<br />

ne<strong>ll</strong>a funzione a padre Arnold Wieland<br />

OT. Il suo compito è accompagnare<br />

i contatti tra la Curia diocesana<br />

e gli ordini religiosi maschili e<br />

femminili. Ha frequentato per due<br />

anni i corsi di teologia a <strong>Bressanone</strong>,<br />

nel 1990 si è trasferita a <strong>Bolzano</strong>,<br />

ne<strong>ll</strong>a clinica S. Maria, dove nel<br />

1993 ha concluso la formazione<br />

come infermiera professionale. Nel<br />

1994 Mirjam Volgger ha emesso a<br />

<strong>Bressanone</strong> la professione perpetua. È<br />

anche responsabile de<strong>ll</strong>a congregazione<br />

per la Clinica S. Maria. Attualmente<br />

in Alto Adige si contano 17 ordini<br />

religiosi maschili con 215 appartenenti,<br />

mentre le suore sono 380 suddivise<br />

in 20 ordini religiosi.<br />

Sempre con decorrenza <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>,<br />

il vescovo ha disposto un secondo avvicendamento<br />

in diocesi: Paolo Ferrari,<br />

direttore de<strong>ll</strong>’Ufficio comunicazioni<br />

sociali, è nominato in aggiunta<br />

direttore de<strong>ll</strong>’emittente diocesana<br />

Radio Sacra Famiglia-Inblu e succede<br />

ne<strong>ll</strong>’incarico a don Josef Innerhofer.<br />

Il vescovo Ivo, suor Mirjam e padre Arnold<br />

14<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>


da<strong>ll</strong>e parrocchie<br />

Passaggio in India<br />

Viaggio e pe<strong>ll</strong>egrinaggio in India per la parrocchia Madre Teresa di Calcutta di <strong>Bolzano</strong>. Su incarico del<br />

parroco don Gigi Carfagnini, il co<strong>ll</strong>aboratore padre George ha accompagnato il gruppo e pianificato le tappe.<br />

primi due giorni il gruppo de<strong>ll</strong>’omonima<br />

parrocchia bolzanina, composto da<br />

I<br />

27 persone, ha soggiornato ne<strong>ll</strong>a metropoli<br />

di Calcutta su<strong>ll</strong>e orme di Madre Teresa,<br />

celebrando una messa su<strong>ll</strong>a tomba<br />

de<strong>ll</strong>a Santa, visitando la casa de<strong>ll</strong>e Missionarie<br />

de<strong>ll</strong>a carità dove Madre Teresa<br />

viveva e un orfanotrofio dove le sore<strong>ll</strong>e<br />

si occupavano dei bambini abbandonati.<br />

Successivamente gli altoatesini si sono<br />

spostati a Nuova Dehli, dove hanno visitato<br />

diversi monumenti di straordinaria<br />

be<strong>ll</strong>ezza: il tempio di Akshardam, il<br />

tempio di Lotus e il sito archeologico del<br />

Qtab Minar. Terza tappa del viaggio è<br />

stata la città di Agra, con il suo splendido<br />

Forte Rosso e il Taj Mahal, una tomba di<br />

incredibile be<strong>ll</strong>ezza nonché una de<strong>ll</strong>e sette<br />

meraviglie del mondo. Poi il gruppo si<br />

è spostato ne<strong>ll</strong>a città di Jaipur, visitando<br />

l’antico Palazzo del re, e interessanti laboratori<br />

di intarsio del marmo.<br />

Il viaggio è proseguito ne<strong>ll</strong>a regione del<br />

Kerala, nel verdissimo sud del Paese,<br />

dove il gruppo ha a<strong>ll</strong>oggiato<br />

in cottage ne<strong>ll</strong>a<br />

foresta, provando l’esperienza<br />

del safari su<strong>ll</strong>’elefante,<br />

del rigenerante<br />

massaggio ayurvedico<br />

e visitando le enormi<br />

piantagioni di thè e spezie.<br />

A seguire i partecipanti<br />

altoatesini hanno<br />

vissuto un’ulteriore emozione nel visitare<br />

il Monastero dove ha studiato padre<br />

George e nel partecipare ad una celebrazione<br />

secondo il rito cristiano siriano,<br />

ne<strong>ll</strong>a quale è stato battezzato suo nipote.<br />

La successiva esperienza è stata un’intera<br />

giornata e una notte a bordo di una “casa<br />

ga<strong>ll</strong>eggiante” su<strong>ll</strong>a rete fluviale del Kerala<br />

denominata “backwaters”, potendo apprezzare<br />

lo stile di vita de<strong>ll</strong>a popolazione<br />

lungo il corso d’acqua.<br />

L’ultima tappa del viaggio è stata Kovalam,<br />

località sul mare vicino a<strong>ll</strong>’estrema<br />

punta sud de<strong>ll</strong>’India dove il gruppo ha<br />

Il gruppo de<strong>ll</strong>a parrocchia bolzanina guidato da<br />

padre George (primo a sinistra) su<strong>ll</strong>a tomba di<br />

Madre Teresa di Calcutta<br />

potuto immergersi ne<strong>ll</strong>a vita locale, prima<br />

di ripartire per il viaggio di ritorno.<br />

Il gruppo è tornato a casa arricchito nel<br />

cuore, da un’esperienza di grande intensità<br />

emotiva, avendo conosciuto un diverso<br />

modo di vivere e intendere la vita,<br />

avendo “toccato” con mano la povertà di<br />

famiglie e bambini che sopravvivono a<strong>ll</strong>a<br />

giornata, ma anche avendo conosciuto<br />

un Paese immenso e ricco di be<strong>ll</strong>ezze<br />

storiche e architettoniche.<br />

Musical “Superstar” a <strong>Bressanone</strong><br />

Applausi meritatissimi a cast, tecnici e<br />

organizzatori del musical a <strong>Bressanone</strong><br />

La “giovane chiesa” de<strong>ll</strong>a parrocchia<br />

San Michele Arcangelo di <strong>Bressanone</strong><br />

aveva il volto di 50 bambini, ragazzi,<br />

adolescenti di lingue e provenienze diverse,<br />

che a fine gennaio hanno messo<br />

in scena il musical “Superstar”, realizzato<br />

da un team guidato da Karoline Eder,<br />

teologa e animatrice giovanile austriaca.<br />

“Abbiamo cercato di coinvolgere i giovani<br />

non solo nel ruolo di attori, ba<strong>ll</strong>erini<br />

e cantanti – racconta – ma anche <strong>die</strong>tro<br />

le quinte, come tecnici del suono e de<strong>ll</strong>e<br />

luci, scenografi e costumisti”. Chi avesse<br />

dato uno sguardo ai locali de<strong>ll</strong>’Oratorio<br />

Don Bosco prima de<strong>ll</strong>e due esibizioni si<br />

sarebbe trovato nel mezzo di una lieta<br />

brigata di grandi e piccoli, di mamme impegnate<br />

nel trucco e ne<strong>ll</strong>e acconciature,<br />

di giovani coreografe che ripassavano i<br />

ba<strong>ll</strong>i di gruppo.<br />

Lo spettacolo è stato il frutto di mesi di<br />

prove intense, in cui si sono alternati momenti<br />

di a<strong>ll</strong>egria e di gioco, di fatica e di<br />

stanchezza. “Non è stato sempre facile –<br />

spiega Paola Cecarini, coordinatrice del<br />

team italiano attori – ma a<strong>ll</strong>a fine è prevalsa<br />

la voglia di mettersi a<strong>ll</strong>a prova. Non<br />

tanto per esibire bravura, ma soprattutto<br />

per testimoniare la capacità di condividere<br />

un cammino comune, che è stato poi<br />

il senso più profondo di questa iniziativa”.<br />

La quindicenne Arianna Sibi, che ha creato<br />

per le 30 ba<strong>ll</strong>erine apposite coreografie,<br />

è convinta: “L’esperienza più be<strong>ll</strong>a è<br />

stata lavorare insieme, conoscere i ragazzi<br />

di madrelingua tedesca, condividere con<br />

loro questa avventura: lo rifarei subito!”<br />

La trama si svolge su due piani temporali<br />

e fa intrecciare due storie di amicizia:<br />

que<strong>ll</strong>a di due ragazze che decidono di<br />

partecipare ad un talent-show e finiscono<br />

per incrinare il loro rapporto e – para<strong>ll</strong>elamente,<br />

su<strong>ll</strong>’altro lato de<strong>ll</strong>a scena<br />

- l’amicizia tra Pietro e Gesù, con i suoi<br />

alti e bassi. Il messaggio finale è chiaro:<br />

tutti sono de<strong>ll</strong>e superstar, perché “…non<br />

devi sembrare un altro, Lui cerca proprio<br />

te” (da una de<strong>ll</strong>e canzoni). Ne<strong>ll</strong>’arco dei<br />

due giorni a <strong>Bressanone</strong> si è registrato<br />

il tutto esaurito, un grande segno di apprezzamento<br />

per la parrocchia e i suoi<br />

co<strong>ll</strong>aboratori, che ora si trovano di fronte<br />

a<strong>ll</strong>a sfida di continuare a percorrere questo<br />

cammino di speranza e di fiducia nel<br />

futuro.<br />

Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong> 15


ltriMondi” è il titolo del programma<br />

del Cineforum che inizierà sabato 2<br />

marzo ne<strong>ll</strong>a parrocchia di Tre Santi a <strong>Bolzano</strong>,<br />

Sala Incontri (Viale Amedeo Duca<br />

D’Aosta, 25). Gli 8 appuntamenti con la<br />

proiezione di altrettanti film è prevista<br />

sempre il sabato sera, sempre a<strong>ll</strong>e 20.30.<br />

Storie di partenze, separazioni, integrazione,<br />

diversità, gioia, amore, dolore, viaggi<br />

de<strong>ll</strong>a speranza, difficoltà, incomprensioni…<br />

“Abbiamo deciso di iniziare con questo<br />

Cineforum – spiega il promotore don<br />

Paolo Zambaldi, cooperatore ne<strong>ll</strong>e parrocchie<br />

Tre Santi e Sacra Famiglia – per<br />

creare uno spazio di discussione e riflessione<br />

su<strong>ll</strong>e tematiche de<strong>ll</strong>’integrazione e<br />

de<strong>ll</strong>a migrazione, per aprire (anche a Bolda<br />

vedere<br />

Il cinema a Tre Santi<br />

Dal 2 marzo a <strong>Bolzano</strong> “AltriMondi”, 8 film per riflettere e aprire un dibattito<br />

su<strong>ll</strong>’incontro tra culture diverse, la valorizzazione de<strong>ll</strong>e differenze e de<strong>ll</strong>’accoglienza.<br />

“ A<br />

zano) un percorso di scoperta/riscoperta<br />

de<strong>ll</strong>’altro come persona: con i suoi affetti,<br />

le sue difficoltà, le tante sfide e gioie del<br />

quotidiano.” In un’epoca dove l’odio razziale,<br />

la discriminazione, e la diffidenza<br />

creano muri e divisioni, “questa rassegna<br />

vuole gettare un ponte, un’occasione per<br />

riflettere e pensare, per mettersi “veramente”<br />

nei panni del “diverso”, di chi sembra<br />

estraneo (ma che forse, in fondo, non<br />

lo è poi così tanto!)”, osserva don Paolo. Il<br />

Cineforum “AltriMondi” è aperto a tutti<br />

famiglie, singoli, coppie, gruppi di amici,<br />

giovani e meno giovani. Al termine<br />

di ogni proiezione (per chi desidera...) si<br />

aprirà un dialogo-confronto su<strong>ll</strong>e tematiche<br />

emerse dal film. L’invito di don Paolo:<br />

“Vi aspettiamo <strong>numero</strong>si, e soprattutto:<br />

La locandina con gli 8 film de<strong>ll</strong>a rassegna ne<strong>ll</strong>a<br />

parrocchia Tre Santi<br />

PASSATE PAROLA!” Il primo appuntamento,<br />

sabato 2 marzo, è con il film tedesco<br />

„Almanya – La mia famiglia va in<br />

Germania“ (2011), ritratto tra memoria<br />

e sorrisi su<strong>ll</strong>’essere turchi in Germania.<br />

L’ingresso ad ogni proiezione è libero.<br />

Don Luigi Ciotti<br />

il 13 a Brunico<br />

Da Brunico e Merano in Sicilia per<br />

lavorare nei territori confiscati da<strong>ll</strong>o<br />

Stato a<strong>ll</strong>a mafia: que<strong>ll</strong>’esperienza di 16<br />

giovani nel paese di Impastato e ne<strong>ll</strong>a<br />

Palermo di don Puglisi (raccontata sul<br />

<strong>Segno</strong> di novembre) si arricchisce ora<br />

di un nuovo importante capitolo. Il<br />

progetto bilingue de<strong>ll</strong>a Parrocchia di<br />

Brunico e del locale Jugend<strong>die</strong>nst propone<br />

infatti mercoledì 13 <strong>febbraio</strong><br />

a Brunico una serata con don Luigi<br />

Ciotti. Ne<strong>ll</strong>’incontro pubblico – inizio<br />

a<strong>ll</strong>e 20.15 ne<strong>ll</strong>a Casa Michael Pacher –<br />

verranno presentati il progetto Sicilia e<br />

l’esperienza fatta dai ragazzi.<br />

Nel corso de<strong>ll</strong>a permanenza in Sicilia, il<br />

gruppo dei giovani altoatesini guidati da<br />

don Massimiliano Sposato, cooperatore a<br />

Brunico, ha tra l’altro conosciuto agricoltori<br />

di cooperative al lavoro sui territori confiscati<br />

a Cosa Nostra. Tutto questo grazie<br />

a<strong>ll</strong>‘impegno di Libera, istituzione culturale<br />

fondata da don Ciotti, di cui fa parte anche<br />

Libera Terra. Ci sono state anche le visite<br />

a Cinisi, il paese del giornalista Peppino<br />

Impastato ucciso da<strong>ll</strong>a mafia, e al Centro<br />

parrocchiale Padre nostro nel quartiere<br />

Brancaccio di Palermo, voluto da don Pino<br />

Puglisi, un’altra vittima de<strong>ll</strong>a mafia. Impegno,<br />

responsabilità e giustizia saranno<br />

anche tra i temi al centro de<strong>ll</strong>’intervento di<br />

don Ciotti mercoledì 13 a Brunico.<br />

Il <strong>Segno</strong><br />

<strong>Mensile</strong> de<strong>ll</strong>a <strong>Diocesi</strong> di <strong>Bolzano</strong>-<strong>Bressanone</strong><br />

<strong>Anno</strong> LV – Numero 2 – Febbraio <strong>2019</strong><br />

Registrazione del Tribunale di <strong>Bolzano</strong><br />

n. 7/1965 del 21.09.1965<br />

Editore: <strong>Diocesi</strong> di <strong>Bolzano</strong>-<strong>Bressanone</strong>,<br />

piazza Duomo 2, 39100 <strong>Bolzano</strong><br />

Direttore responsabile: Paolo Ferrari<br />

Stampa: Athesia Druck srl,<br />

via del Vigneto 7, <strong>Bolzano</strong><br />

Redazione: Ufficio diocesano comunicazioni<br />

sociali, piazza Duomo 2, <strong>Bolzano</strong><br />

Tel. 0471 306208 – info@bz-bx.net<br />

Se non diversamente indicato, nessuna parte del mensile<br />

può essere riprodotta o diffusa senza il consenso de<strong>ll</strong>’Editore.<br />

Il prossimo <strong>numero</strong> uscirà mercoledì 6 marzo <strong>2019</strong><br />

I ragazzi altoatesini a Palermo nel Centro creato da don Puglisi. Nel riquadro, don Luigi Ciotti<br />

Vuoi esprimere riflessioni e opinioni sui temi di<br />

attualità e de<strong>ll</strong>a Chiesa locale, o segnalare notizie e<br />

appuntamenti de<strong>ll</strong>a vita ecclesiale?<br />

Rivolgiti a<strong>ll</strong>a nostra redazione.<br />

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Il <strong>Segno</strong>, <strong>numero</strong> 2 – <strong>febbraio</strong> <strong>2019</strong>

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