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Magazine Avventista 18 - Gen.Feb.Mar.2019 - IT

4. STORIA : Secondo Ellen White la Svizzera rispecchia il paradiso 10. INTERVISTA : Cynthia Martelli, il suo dono di Dio 14. La federazione all’ascolto! 16. TESTIMONIANZA : La vita di Giada 21. Cosa si fa con le decime nella FSRT? 22. FOCUS : Miss America dice #Metoo 26. NOTIZIE SVIZZERA

4. STORIA : Secondo Ellen White la Svizzera rispecchia il paradiso
10. INTERVISTA : Cynthia Martelli, il suo dono di Dio
14. La federazione all’ascolto!
16. TESTIMONIANZA : La vita di Giada
21. Cosa si fa con le decime nella FSRT?
22. FOCUS : Miss America dice #Metoo
26. NOTIZIE SVIZZERA

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NUOVA<br />

FORMULA<br />

Giada<br />

ARRIVEDERCI<br />

GENNAIO / FEBBRAIO / MARZO 2019 N°ISSN 2624-6686<br />

STORIA<br />

Secondo Ellen White<br />

la Svizzera rispecchia<br />

il paradiso<br />

FOCUS<br />

Miss America dice :<br />

#Metoo<br />

<strong>18</strong>


RICETTA<br />

CURRY DI PATATE DOLCI<br />

1kg di patate dolci<br />

2 cucchiai di olio d‘oliva<br />

200gr di cipolle tritate<br />

1 pezzo di zenzero fresco e pelato (30gr)<br />

½ cucchiaino di curry rosso<br />

(attenzione: è molto piccante)<br />

400gr di pomodori schiacciati<br />

(1 piccolo barattolo)<br />

2 pizzichi di sale<br />

300gr di ceci cotti (1 scatolina)<br />

250ml di latte di cocco<br />

Sbucciare e tagliare le patate dolci a cubetti (2cm).<br />

In una padella fate soffriggere le cipolle nell’olio fino ad<br />

arrivare alla doratura.<br />

Aggiungete il resto degli ingredienti<br />

e fate sbollentare per 20 minuti.<br />

Le patate dolci devono essere tenere.<br />

Regolate il condimento.<br />

Servire con il riso Thai.<br />

Una ricetta di Mélisanda Dufournet<br />

Giornale trimestrale<br />

della Federazione<br />

<strong>Avventista</strong> della<br />

Svizzera Romanda<br />

e del Ticino (FSRT)<br />

N°<strong>18</strong><br />

<strong>Gen</strong>naio / <strong>Feb</strong>braio /<br />

Marzo 2019<br />

Rivista gratuita - Stampato in<br />

Germania - N° ISSN 2624-6686<br />

Caporedattore: Rickson<br />

Nobre<br />

Editore: Dipartimento delle<br />

Comunicazioni FSRT<br />

Redazione a cura di: Rickson<br />

Nobre, Amélie Trébeau,<br />

Yolande Grezet, Woodrow W.<br />

Whidden, Eunice Goi, Ross<br />

Grant<br />

Impaginazione e grafica:<br />

Cédrick Fernandez<br />

Traduttore: Serena Zagara,<br />

Tiziana Cala<br />

Correzione a cura di: Tiziana<br />

Cala<br />

Photo credit :<br />

Copertina : Elena Fonseca<br />

p5 : Adobe Stock - p14-15-<br />

16 : Elena Fonseca - p21 :<br />

Century21<br />

La responsabilità degli articoli<br />

firmati pubblicati su Adventiste<br />

<strong>Magazine</strong> è dei singoli autori.<br />

© FSRT - Tutti i diritti sono<br />

riservati in tutti i paesi.<br />

EUNICE<br />

GOI<br />

assistente di<br />

comunicazione<br />

FSRT<br />

ED<strong>IT</strong>O<br />

La Svizzera, rinomata per la cioccolata,<br />

gli orologi, la neutralità e i bei paesaggi,<br />

fa sognare. E non è Ellen White a dire<br />

il contrario (articolo Secondo Ellen<br />

White, la Svizzera rispecchia il paradiso),<br />

perché è vero, la Svizzera è un bel paese,<br />

relativamente tranquillo, dove si vive bene.<br />

Ma qui, non sfuggiamo ai duri colpi della<br />

vita che non guardano alla bandiera di<br />

appartenenza prima di colpire. In questi casi, le ricchezze del<br />

nostro bel paese non servono a niente. Solo Dio può essere di<br />

un qualche aiuto.<br />

Questa è la testimonianza di Helena e Paulo, membri della<br />

chiesa di Arbedo, nel Ticino che, grazie alla forza che il Signore<br />

ha dato loro, hanno affrontato una prova terribile: il decesso<br />

della figlia allora adolescente. Giada era piena dello spirito di<br />

Dio e ha lasciato una buona testimonianza grazie al suo libro<br />

autobiografico.<br />

A qualche chilometro da là, a Ginevra, un’altra giovane ragazza<br />

ha ricevuto un messaggio da Dio, decidendo di trasmetterlo<br />

attraverso il canto. Cynthia Martelly racconta il suo percorso,<br />

proprio come Miss America, che ci dice che, indipendentemente<br />

dalla nostra situazione, il Signore ci accompagna anche nel bel<br />

mezzo delle difficoltà. A prescindere dalla nostra condizione,<br />

una semplice ragazza o una Miss famosa, Dio ha un piano<br />

divino per ognuno di noi, qui sulla terra e per l’eternità.<br />

Questo numero di <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong> ci ricorda che prima<br />

di entrare nella perfetta terra celeste dove Dio asciugherà le<br />

lacrime dei nostri occhi, terra che ha promesso a coloro che<br />

credono in lui, sta a noi rendere la nostra casa, la nostra chiesa,<br />

la nostra regione, il nostro paese e il nostro mondo un posto un<br />

po’ più bello, grazie all’applicazione pratica della nostra fede.<br />

Ascoltiamo la sua voce e proclamiamo il suo messaggio, con lo<br />

scopo di rendere la nostra Svizzera, o qualunque sia il nostro<br />

paese di residenza, un luogo che assomigli un po’ al paradiso. E<br />

questo è possibile solo con la sua grazia.<br />

SOMMARIO<br />

4STORIA<br />

Secondo Ellen White<br />

la Svizzera rispecchia il<br />

paradiso<br />

10<br />

INTERVISTA<br />

Cynthia Martelli<br />

Il suo dono di Dio<br />

14<br />

La federazione<br />

all’ascolto!<br />

16<br />

TESTIMONIANZA<br />

La vita di Giada<br />

21<br />

Cosa si fa con<br />

le decime<br />

nella FSRT?<br />

22<br />

FOCUS<br />

Miss America dice :<br />

#Metoo<br />

26<br />

NOTIZIE SVIZZERA<br />

Vuoi presentare una ricetta e<br />

farla pubblicare su <strong>Magazine</strong> <strong>Avventista</strong>?<br />

Inviacela, insieme a una foto, a<br />

contact@adventistemagazine.com<br />

2 3


STORIA<br />

Secondo Ellen White<br />

LA SVIZZERA RISPECCHIA<br />

IL PARADISO<br />

Tra il settembre del <strong>18</strong>85 e l’agosto del<br />

<strong>18</strong>87, Ellen White (che aveva rispettivamente<br />

58 e 60 anni) si trovava in Europa<br />

per incoraggiare la presentazione del<br />

messaggio avventista. In questo lasso<br />

temporale, ha visitato la Svizzera,<br />

da Basilea a Ginevra, passando<br />

soprattutto per Tramelan. E.<br />

White viaggiava in treno ma<br />

anche in carrozza, mezzo<br />

che apprezzava perché<br />

le permetteva di vedere il<br />

paesaggio. Proporremo qui<br />

qualche stralcio dei suoi scritti,<br />

principalmente delle lettere<br />

indirizzate ad amici e parenti. Tra i<br />

vari argomenti, menziona anche il suo<br />

apprezzamento per i paesaggi naturali<br />

della Svizzera. Quello che ci colpisce, e<br />

non stiamo esagerando, è notare che<br />

contemplando la bellezza della natura,<br />

soprattutto le montagne, Ellen White<br />

riesca a sentire una profonda emozione,<br />

mentre la sua mente si eleva al Signore.<br />

Una settimana fa, martedì scorso, siamo<br />

rientrati a casa dopo aver visitato le<br />

chiese in Svizzera. Per quanto riguarda il<br />

paesaggio, la Svizzera è molto più bella<br />

del Colorado 1 . Qui, le colline e le montagne<br />

sono indescrivibilmente grandi.<br />

Non credo di aver mai visto dei paesaggi<br />

che mi abbiano fatto un’impressione<br />

così profonda nella mente. Guardando le<br />

opere naturali di Dio, avevo l’impressione<br />

che il cuore stesse salendo al cielo. Non<br />

potevo fare a meno di dire: “Le tue opere<br />

sono grandi e meravigliose, Signore, Dio<br />

onnipotente”. Guardavo le alte rocce<br />

intervallate dalle potenti cascate.<br />

Le montagne che dominano<br />

il cielo per poi scendere per<br />

centinaia di metri nello strapiombo<br />

dove un ruscello stava<br />

rumorosamente creando un<br />

nuovo sentiero. Ero spaventata<br />

mentre guardavo questo paesaggio.<br />

Ho riflettuto sulle cose che i<br />

miei occhi stavano contemplando. Qual<br />

era la grandezza del Dio vivente che possedeva<br />

e controllava questi meravigliosi<br />

luoghi della terra, mantenendo al suo<br />

posto le montagne, sottomesse alla sua<br />

volontà. Oh, che potenza e che maestà ha<br />

il nostro Dio! Lui stesso è la roccia dei tempi.<br />

(5MR <strong>18</strong>.1-2) 2 .<br />

Ellen White è colpita dalla bellezza della<br />

vegetazione sulle montagne. La sua<br />

mente le ricorda l’amore di Dio per noi,<br />

facendole provare una particolare fiducia<br />

nell’amore di Dio per lei.<br />

Queste montagne ricoperte da alberi<br />

della foresta e da alte rocce di ogni forma<br />

immaginabile, sono splendidamente<br />

1 Ellen White menziona spesso la bellezza del Colorado<br />

2 MR: Manuscript Releases: LT: Letters<br />

4 5


decorate con abeti, tsughe e faggi. La combinazione<br />

di colori è bella come un bouquet.<br />

Le montagne sono inoltre cosparse di fiori di<br />

un bianco così candido che sembrano palle di<br />

neve. Tutta la bellezza e la meravigliosa grandezza<br />

delle cose della natura sono aperte ai<br />

nostri sensi per capire meglio l’amore di Dio<br />

per l’essere umano e per trarre degli insegnamenti<br />

dalla sua saggezza e dalla sua potenza.<br />

Queste cose che i miei occhi vedono mi<br />

conducono personalmente e con fiducia al<br />

mio Padre celeste, perché lo riconosco come<br />

fonte di tutte le nostre benedizioni (5MR 19.1).<br />

Dai bellissimi paesaggi svizzeri, questo “libro<br />

della natura”, E. White trae delle lezioni per<br />

la nostra vita quotidiana.<br />

Se i nostri cuori fossero addolciti e sottoposti<br />

all’amore di Dio, sarebbero aperti a discernere<br />

la sua misericordia e la sua bontà che sono<br />

espresse in tutti gli arbusti e nell’abbondanza<br />

di fiori che sbocciano, che incontrano il nostro<br />

sguardo nel mondo di Dio. Le foglie delicate,<br />

i fili d’erba, gli alberi che crescono: tutto<br />

è un’espressione dell’amore di Dio per i suoi<br />

figli. Ci dicono che Dio è un amante della bellezza.<br />

Attraverso il libro della natura, ci parla<br />

della perfezione della bellezza del suo carattere.<br />

Le belle foreste si estendono davanti a<br />

noi e i boschetti dove gli uccelli si riuniscono<br />

e cantano i loro canti di lode e la loro allegra<br />

e gioiosa musica dovrebbero risvegliare nei<br />

nostri cuori il canto e la gratitudine verso Dio.<br />

Il Signore vuole che ci rallegriamo delle opere<br />

della sua creazione... (5MR 19.2).<br />

La bellezza celeste è indescrivibile ma<br />

Ellen White, ispirandosi sempre ai paesaggi<br />

svizzeri, ci dice che questi possono darci<br />

un’idea del cielo.<br />

Abbiamo bisogno di una maggiore semplicità<br />

naturale e di una spiritualità di gran lunga<br />

superiore a quella attuale per poter leggere<br />

correttamente le pagine del libro della natura<br />

che Dio ha aperto davanti a noi (5MR 20.1).<br />

Dio vuole che le scene della natura incoraggino<br />

i figli di Dio a godere della bellezza pura,<br />

3 Is too awfully grand, in inglese.<br />

sobria e tranquilla con cui il nostro Padre<br />

decora la nostra casa terrena... Desideriamo<br />

imparare la lezione di Dio dal suo libro. I cieli<br />

sono puri e belli mentre sulla terra abbiamo<br />

solo delle deboli rappresentazioni di questi<br />

bei colori. Possiamo spingere al massimo l’immaginazione<br />

per catturare le glorie che rappresentano<br />

nel paradiso di Dio... (5MR 20.2).<br />

Interessante come dal paesaggio naturale<br />

della Svizzera, Ellen White senta l’esaltazione<br />

del suo essere e ci porti al paradiso celeste.<br />

Parla di fontane d’acqua, di alberi e di fiumi.<br />

Abbiamo nelle cose gloriose della natura una<br />

semplice ombra dell’originale, che vedremo<br />

in tutta la sua bellezza nel paradiso di Dio.<br />

Impariamo le preziose lezioni della natura<br />

concepita da Dio. Tutte queste bellezze terrene<br />

e temporali devono essere apprezzate in<br />

quanto voce di Dio che ci parla dei tesori e<br />

delle glorie dell’invisibile e dell’eterno (5MR<br />

21.2).<br />

Ellen White continua estasiata; sì, perché<br />

dice che non trova le parole per descrivere<br />

la bellezza di quello che ha visto in Svizzera.<br />

Questo è tanto più straordinario in quanto<br />

aveva già avuto delle visioni del regno dei<br />

cieli.<br />

È impossibile per me descrivere il paesaggio<br />

che ho visto durante questo viaggio. È estremamente<br />

impressionante 3 … In occasione<br />

del nostro primo giorno a Basilea, a mezzogiorno,<br />

ci siamo fermati sotto i possenti rami<br />

di una grande quercia... (5MR 21.3).<br />

Da Basilea a Tramelan, Ellen White si ferma<br />

a Laufen per il pranzo.<br />

Vicino a noi c’era una grande roccia che si ergeva<br />

ripida partendo dalla strada... il nome<br />

di questo posto era Laufen, a 23 km da Basilea.<br />

Sara McEnterfer ha preparato il pranzo<br />

che abbiamo poi consumato sull’erba... (5MR<br />

22.1).<br />

In serata il gruppo è arrivato a Moutier dove<br />

Ellen White ha trascorso la notte, per poi ripartire,<br />

il mattino seguente dopo colazione,<br />

per Tramelan. Ancora una volta, è rimasta<br />

colpita dai paesaggi, soprattutto quelli di<br />

Tramelan.<br />

L’intero viaggio è stato interessante grazie<br />

ai paesaggi meravigliosi. Dopo aver percorso<br />

una cinquantina di km, ci siamo fermati<br />

una notte a Moutier, un bel villaggio situato<br />

a valle... Abbiamo trovato una buona sistemazione<br />

per trascorrere la notte e la mattina<br />

presto abbiamo fatto colazione nella nostra<br />

camera con pane e latte caldo. Siamo arrivati<br />

a Tramelan verso mezzogiorno... Tramelan è<br />

uno dei posti più belli di tutta la Svizzera. È<br />

in alta montagna. C‘è molta neve in inverno<br />

mentre le estati sono piuttosto calde (5MR<br />

22.3).<br />

ALTRI VIAGGI IN SVIZZERA<br />

Il paesaggio che abbiamo attraversato era<br />

estremamente maestoso per dare una descrizione<br />

paragonabile al paesaggio così com’è<br />

veramente... abbiamo visto il più interessante<br />

e grandioso paesaggio che i miei occhi abbiano<br />

mai visto... Nel cuore di queste montagne<br />

rocciose ci sono delle gallerie, una dopo l’altra,<br />

spesso anche vicine tra loro (10MR 367.2).<br />

Pensavamo di non dover vedere niente di più<br />

grande e suggestivo delle altezze rocciose<br />

del Colorado, ma questo paesaggio supera<br />

di gran lunga tutto quello che abbiamo mai<br />

visto... (10MR 367.3).<br />

Sentiamo l’ispirazione poetica di Ellen White<br />

che ci eleva con lei al divino.<br />

A Moutier, Ellen White e il suo gruppo erano<br />

alloggiati all’Hotel De La Couronne, che esiste<br />

ancora oggi. L’immagine in bianco e nero risale<br />

al secolo scorso.<br />

Guardando le aperture in queste rocce (le<br />

grotte che si aprono alla vista, i profondi<br />

canali alimentati dalle potenti cascate) e le<br />

rocce di ogni forma immaginabile, diciamo:<br />

“Che meraviglia, Signore, le tue opere in tutta<br />

la terra”. I tocchi morbidi e sottili disegnati dal<br />

grande Artista nella splendida disposizione di<br />

un manto di un vivace verde scuro, questa<br />

bella combinazione di colori per coprire le<br />

rocce irregolari! Poi le profonde gole, i ruscelli<br />

rumorosi e veloci e le grandi montagne<br />

coperte di alberi della foresta nei loro magnifici<br />

manti estivi! La vista è estremamente<br />

bella e presenta ai sensi idee così alte e sacre<br />

che ci ricordano Dio, il nostro Creatore (10MR<br />

368.1).<br />

Questa bellezza dei paesaggi svizzeri fa sì<br />

che Ellen White veda nella sua mente il giardino<br />

dell’Eden, la gloria del mondo antidiluviano<br />

e l’ingratitudine degli uomini di allora.<br />

Avevano dimenticato il Creatore di tutto<br />

questo. Facciamo in modo da non ripetere<br />

lo stesso errore.<br />

Ma tutte queste cose non hanno ispirato in<br />

loro (negli antidiluviani) amore e gratitudine<br />

verso il creatore di tutto. Consideravano tutte<br />

queste cose preziose delle montagne e le cose<br />

gloriose delle valli come esclusivamente di<br />

loro proprietà... (10MR 368.2). Mi tornavano<br />

alla memoria alcuni esercizi di meditazione.<br />

Nella mia mente, c’erano immagini delle glorie<br />

dell’Eden (10MR 369.1).<br />

Ellen White rimane assolutamente colpita<br />

dal fascino dei paesaggi svizzeri e dalla qualità<br />

delle strade e dei lavoratori svizzeri (già<br />

all’epoca!).<br />

6 7


Non potremmo mai descrivere il paesaggio<br />

perché è indescrivibile. La vista della Svizzera<br />

in carrozza mi fa venire voglia di viaggiare<br />

di più... Le strade sono mantenute in ottime<br />

condizioni. Gli uomini sono sempre occupati e<br />

danno l’impressione di saper spaccare molto<br />

bene le pietre. Questa pietra è costantemente<br />

mantenuta a punto e queste strade sono<br />

bianche come la calce e piatte come il terreno.<br />

Non c’è nessun dislivello, nessun buco,<br />

nessun pantano per strada o altre cose simili.<br />

Quando piove, gli uomini hanno il compito di<br />

togliere tutto il fango dalla strada... è raro che<br />

voli della polvere, data la cura riservata alle<br />

strade... (10MR 370.1).<br />

Una caratteristica delle montagne svizzere è<br />

che si ergono dalla valle fino a molto in alto<br />

in un unico pezzo, secondo le affermazioni<br />

sorprese di Ellen White.<br />

Le montagne si ergono bruscamente e sembrano<br />

elevarsi fino al cielo. Alla mia sinistra<br />

c’è un grande castello arroccato in cima a una<br />

montagna... Le cime raggiungono quasi il cielo...<br />

Contempliamo paesaggi che sembrano<br />

indescrivibilmente grandi ai nostri occhi. Le<br />

cime delle montagne si innalzano molto in<br />

alto, rocce di forma gigantesca e sorprendentemente<br />

splendide... (Manuscript 62, <strong>18</strong>86, p.<br />

26-27).<br />

Oh, com’è bella la Svizzera! Così bella che<br />

quando Ellen White prende la sua penna<br />

per scrivere una lettera a una persona a<br />

proposito di un argomento diverso, comincia<br />

descrivendo la bellezza di quello che aveva<br />

appena contemplato.<br />

Oh, che paesaggio! Nessuno può dire che<br />

cosa sia la Svizzera senza aver percorso la<br />

strada in carrozza. Ho parlato tre volte a Tramelan...<br />

Lunedì siamo andati a Bienne... Abbiamo<br />

percorso circa 24 km sulla strada più<br />

bella, contemplando il paesaggio più maestoso<br />

che abbia mai visto. Ma questa lettera<br />

non ha lo scopo di descrivere il paesaggio ma<br />

serve per parlare di altro (21MR 312.1-2).<br />

Il 24 dicembre <strong>18</strong>86, Ellen White ha percorso<br />

un tragitto in treno e in slitta da Basilea a<br />

Tramelan, passando per Tavannes. Descrive<br />

ancora una volta la bellezza del paesaggio<br />

sotto la neve, che la fa ritornare alla sua<br />

infanzia.<br />

La mattina presto abbiamo preso le macchine<br />

per Tramelan. Abbiamo aspettato un’ora a Tavennes,<br />

per poi andare a Tramelan... Abbiamo<br />

viaggiato lentamente e gli alberi erano molto<br />

belli, coperti di neve pura e fresca. Alcuni alberi<br />

erano stati abbattuti, uno di questi<br />

era quasi stato sradicato. Non penso<br />

di aver visto mai nulle di simile in<br />

bellezza: i grandi alberi sempreverdi,<br />

i loro rami carichi di neve.<br />

« La Jonction », a Ginevra. Ai tempi di<br />

Ellen White questo ponte non esisteva.<br />

Secondo le sue indicazioni, deve aver visto<br />

questo paesaggio dalla nostra sinistra.<br />

È un’immagine di una bellezza<br />

unica. Non vedevamo uno spettacolo<br />

di simile portata da tanti anni.<br />

Mi ha ricordato il mio paese, all’epoca<br />

della mia giovinezza, passando attraverso<br />

le foreste di pini e gridando di gioia davanti<br />

alla bella immagine che mi si presentava<br />

davanti. Non avevo mai visto niente che mi ricordasse<br />

così bene la scena di quel mattino...<br />

Infine, il figlio del fratello Roth è venuto con<br />

una slitta per noi e abbiamo fatto la nostra<br />

prima passeggiata in slitta dopo molti anni<br />

(5MR 25.1).<br />

A Ginevra, Ellen White contempla il quartiere<br />

“La Jonction”, un luogo dove il Rodano, con<br />

le sue limpide acque blu, entra in contatto<br />

con l’Arve (qui lei lo chiama “Ginevra”), con le<br />

sue acque argillose. Più tardi, ne trarrà una<br />

lezione sul rapporto tra bene e male. Quando<br />

sono insieme, anche se all’inizio riescono<br />

a restare separati, finiscono poi per mescolarsi<br />

tra di loro.<br />

Abbiamo camminato a lungo su una grande<br />

altura e abbiamo visto il punto di incontro<br />

delle acque: il Rodano e la Ginevra. Uno è<br />

blu scuro, l’altro grigio; e anche se i fiumi si<br />

incontrano, non perdono immediatamente i<br />

loro colori fondendosi tra di loro. Ginevra è un<br />

luogo bellissimo... Abbiamo davvero apprezzato<br />

la nostra passeggiata di due ore (Ms30-<br />

<strong>18</strong>85.2).<br />

Esatto! Ellen White ha frequentato le terme<br />

pubbliche di Ginevra. All’epoca era un po’<br />

malata e i bagni caldi l’hanno aiutata. Ancora<br />

una volta si trova a elogiare la bellezza di<br />

Ginevra e dei suoi dintorni.<br />

Ho fatto due bagni molto caldi a Ginevra<br />

nelle terme pubbliche che si<br />

trovavano proprio di fronte casa<br />

del fratello Bourdeau 4 . Adesso<br />

mi sento meglio. Ginevra è<br />

considerata come il luogo più<br />

ricco e bello della Svizzera. Da<br />

qui, abbiamo visto il monte<br />

Bianco ergersi alto e nevoso<br />

tra le montagne... Visiterò di<br />

nuovo tutti questi luoghi, se<br />

Dio vuole (Lt96-<strong>18</strong>86.5). Ginevra<br />

è un posto bellissimo. Mi piacerebbe<br />

vivere qui più che in qualsiasi<br />

altro luogo dove sono stata fino ad<br />

ora, se solo non ci fosse così tanta nebbia<br />

(Lt38-<strong>18</strong>85.1).<br />

Esatto! Se non fosse stato per la nebbia di<br />

Ginevra, Ellen White forse si sarebbe trasferita<br />

in Svizzera. Beh, è anche vero che era<br />

il <strong>18</strong>85 e che l’anno seguente conoscerà la<br />

Svizzera tedesca... Mi permetto di prendere<br />

un po’ in giro gli svizzeri. Anche io, come<br />

Ellen White, sono straniero e conosco la<br />

Svizzera da Ginevra a Zurigo e dal Cantone<br />

dei Grigioni al Canton Giura. Secondo me,<br />

non c’è niente da dire! È un paese benedetto<br />

sotto tutti gli aspetti.<br />

Che queste parole di Ellen White, abituata<br />

ad avere delle visioni del regno dei cieli ma<br />

che resta estasiata di fronte alla bellezza<br />

della natura svizzera e del lavoro attento dei<br />

suoi abitanti, ci parlino ancora adesso. Che<br />

coloro che vivono in Svizzera non dimentichino<br />

mai il privilegio che Dio concede loro.<br />

4 Bourdeau abitava a Chantepoulet 12, secondo EGWE (Ellen White in Europe) 145.5.<br />

Noi, avventisti del 7° giorno, popolo tratto<br />

dal Signore secondo Apocalisse 14:6-7 per<br />

proclamare la Buona Novella del ritorno di<br />

Cristo, possiamo usare la bellezza di questa<br />

natura per trasmettere l’amore di Dio intorno<br />

a noi facendo riferimento a essa. Questa<br />

natura che egli ha affidato nelle nostre mani<br />

al momento della creazione, ma che si degrada<br />

a vista d’occhio a causa dell’egoismo<br />

umano (2 Timoteo 3:1-5). Che il sabato, al<br />

centro del nostro messaggio, possa essere<br />

presentato come Buona Novella, con saggezza,<br />

intelligenza e amore.<br />

Non lasciamo solo agli ecologisti e ai politici<br />

il compito di avvertire il mondo delle nostre<br />

responsabilità nei confronti della natura.<br />

Presentiamolo anche e soprattutto come<br />

un progetto originale di Dio, come la Bibbia<br />

lo dimostra da migliaia di anni. Vediamo<br />

dunque davanti a noi la veridicità della Scrittura.<br />

Che il meraviglioso ma fragile paesaggio<br />

svizzero che si degrada (ghiacciai che si<br />

sciolgono, siccità, eccesso di piogge) possa<br />

essere un libro aperto del messaggio<br />

d’amore di Dio per noi e della responsabilità<br />

che come esseri umani abbiamo nei<br />

confronti della natura.<br />

Rivan DOS SANTOS<br />

Prof. di storia e archeologia<br />

Facoltà avventista di Teologia - Francia<br />

8<br />

9


INTERVISTA<br />

CYNTHIA MARTELLY<br />

Il dono datole da Dio<br />

Cynthia Martelli è membro della chiesa avventista francofona di Ginevra.<br />

Appassionata di canto, ha registrato un CD di musica cristiana in circostanze<br />

ben particolari che adesso ci racconta<br />

MA - Cynthia, sappiamo che ti piace<br />

cantare, ma perché hai registrato un<br />

CD?<br />

CM - Tutto è iniziato con un amico<br />

che mi ha chiesto di cantare per una<br />

serata di evangelizzazione, una serata<br />

in cui le persone sarebbero rimaste<br />

colpite dal programma proposto.<br />

All’inizio ho detto sì, di getto, anche<br />

se sapevo che i canti della chiesa<br />

sono abbastanza classici: pensavo di<br />

prendere un canto già esistente e di<br />

interpretarlo, cercando di arrivare al<br />

cuore delle persone presenti.<br />

Ma questo non era quello<br />

che aveva in mente lui:<br />

ho scoperto infatti<br />

che voleva una<br />

“composizione”.<br />

Spalancando<br />

gli occhi gli ho<br />

chiesto: “Una<br />

composizione?”. In<br />

realtà avevo sentito<br />

ma la richiesta mi aveva<br />

presa alla sprovvista.<br />

Nonostante i miei tentativi di<br />

fargli cambiare idea, restava fermo<br />

nella sua decisione... E io gli avevo già<br />

detto sì e non volevo tirarmi indietro.<br />

E quindi, che cosa hai fatto?<br />

L’unica cosa che mi restava fare era<br />

pregare. Ho detto a Dio che non<br />

sapevo comporre un canto ma che<br />

mi ero impegnata a farlo e che volevo<br />

rispettare la sua parola: “Ma il vostro<br />

parlare sia: sì, sì; no, no”. Volevo che<br />

facesse qualcosa… Speravo che Dio<br />

riuscisse a dissuadere il mio amico al<br />

mio posto... o che mi donasse il dono<br />

della composizione. Dio non mi ha<br />

risposto subito. Di fronte a questa mia<br />

preghiera si era chiuso in un silenzio<br />

stampa! Le settimane passavano,<br />

l’evento si avvicinava e io non sapevo<br />

ancora come riuscire a mantenere<br />

l’impegno preso. Due settimane<br />

prima della serata, sono<br />

uscita da una riunione<br />

completamente<br />

sconvolta. Non<br />

entrerò nei<br />

dettagli di quella<br />

riunione, ma mi<br />

sentivo sconfitta.<br />

Tornata a casa,<br />

mi sono chiusa in<br />

bagno e, sul bordo<br />

della mia vasca, ho<br />

fatto tante domande<br />

a Dio, chiedendo la<br />

risposta a tanti miei perché.<br />

Completamente smarrita, ho sentito<br />

una voce, qualcuno che cantava<br />

una lode. E al di là di quello che<br />

ascoltavo, ho sentito quello che<br />

quella persona provava cantando,<br />

il suo dolore e la sua tristezza. Cosa<br />

mi stava succedendo? Mi guardavo<br />

10 11


intorno senza tuttavia capire. Sono corsa<br />

a prendere il mio cellulare, un quaderno<br />

e una penna, per poi ritornare in bagno,<br />

come se quello fosse l’unico posto dove<br />

mi fosse possibile ascoltare la voce di<br />

Gesù. Poco prima delle 23:00 ho iniziato a<br />

scrivere quello sentivo, procedimento che<br />

è durato fino alla mezzanotte.<br />

Ho avuto due settimane per imparare<br />

quel canto che Dio mi aveva donato, canto<br />

che ho poi eseguito durante la serata di<br />

evangelizzazione.<br />

Di cosa parla quel canto?<br />

Tratta di Dio, del fatto che<br />

ci parla senza che lo<br />

capiamo davvero<br />

e della tristezza<br />

provocata<br />

da questa<br />

situazione.<br />

Mentre cantavo<br />

durante<br />

quella famosa<br />

serata di<br />

evangelizzazione<br />

condotta dal<br />

mio amico, ho<br />

davvero sentito la<br />

presenza dello Spirito<br />

Santo nella sala. Ho<br />

cantato con la sensazione di<br />

trasmettere il messaggio che Dio<br />

aveva condiviso con me. I presenti ne sono<br />

rimasti colpiti. All’uscita, diverse persone<br />

sono venute a dirmi che erano rimaste<br />

particolarmente toccate dalle parole del<br />

canto; tanti mi hanno chiesto dove avevo<br />

trovato il canto: a tutti rispondevo che era<br />

stato Dio ad avermelo dato.<br />

Il mio amico, quello che mi aveva chiesto<br />

una “composizione”, mi disse che si era<br />

sentito spinto a chiedermi di scrivere un<br />

canto.<br />

Tutto questo mi ha fatto nascere la voglia<br />

di condividere questo canto con quante<br />

più persone possibile; ecco da dove nasce<br />

l’idea del CD: il canto in questione è la<br />

traccia n° 6.<br />

Come sono stati composti gli altri canti?<br />

Il canto intitolato “L’incompris”<br />

(letteralmente, L’incompreso) era<br />

intrecciato in questo primo canto che Dio<br />

mi aveva dato. Vorrei sottolineare che per<br />

le altre tracce, Dio non mi ha più parlato<br />

come aveva fatto la prima volta. È<br />

successo una sola volta, è stato<br />

un momento unico.<br />

Poi ha usato altri mezzi<br />

per ispirarmi.<br />

In un periodo<br />

difficile della mia<br />

vita, quando<br />

sono diventata<br />

avventista, avevo<br />

scritto molti testi<br />

in un vecchio<br />

quaderno. Dio<br />

mi ha aiutato<br />

a ritrovarli e a<br />

completarli. Da<br />

qui è nato il canto<br />

“Je n’ai jamais cessé”<br />

(letteralmente, Non ho mai<br />

smesso).<br />

In occasione del matrimonio di mio fratello,<br />

il pastore mi ha incoraggiato a scrivere<br />

un canto. Gli avevo risposto dicendo che<br />

non avevo il dono della composizione, che<br />

quello che avevo scritto mi erano venuto da<br />

Dio. Nello stesso periodo, anche un altro<br />

amico mi aveva incoraggiata a comporre.<br />

Era forse un suo invito a scrivere? Ne sono<br />

convinta, visto che mi ha ispirato il canto<br />

“C’est l’histoire” (letteralmente, È la storia),<br />

che racconta di come Dio abbia dato tutto<br />

per l’umanità, chiedendo chi è il marito<br />

pronto a rinunciare a tutto per sua moglie<br />

o viceversa. È un invito al vero amore<br />

all’interno della coppia.<br />

“Jamais abandonné” (letteralmente, Mai<br />

abbandonato) mi è stato dato in sogno. Ho<br />

sognato il campus avventista di Collonges<br />

e tutto intorno un campo di battaglia dove<br />

i nemici attaccavano i cristiani con in mezzo<br />

gli studenti di Collonges, che suonavano<br />

strumenti musicali<br />

e cantavano questo<br />

brano.<br />

Quando mia madre<br />

si prendeva cura di<br />

mia nonna, Dio mi<br />

ha “mandato” un<br />

canto per coloro<br />

che si occupano<br />

del prossimo,<br />

affermando che lui,<br />

a sua volta, si dona<br />

a loro. Si intitola “Je<br />

ne sais quand Dieu”<br />

(letteralmente, Non<br />

so quando Dio).<br />

Ogni volta, Dio mi ha ispirato i canti che<br />

voleva.<br />

Per riassumere, i primi sei sono degli<br />

appelli; i cinque successivi sono<br />

perlopiù degli stralci di condivisione e di<br />

testimonianza, che invitano a scoprire Dio<br />

in diverse situazioni di vita.<br />

Hai ricevuto dei feedback dopo l’uscita del<br />

tuo CD?<br />

Sì, ho ricevuto feedback differenti. Alcuni<br />

mi hanno detto che amano ascoltarlo in<br />

macchina, perché li calma in mezzo allo<br />

stress del traffico, cosa che trovo davvero<br />

interessante (ride).<br />

Altri mi hanno detto di averlo ascoltato<br />

più e più volte, arrivando ad avere dei<br />

brani preferiti: spesso preferiscono il<br />

canto scritto per il matrimonio “Je n’ai<br />

jamais cessé” et “Si vous croyez en moi”<br />

(letteralmente, Se credete in me). Altri<br />

ancora, infine, restano colpiti da un canto in<br />

particolare, a seconda di quello che stanno<br />

vivendo in quel periodo.<br />

La responsabile di una radio avventista<br />

mi ha detto che agli ascoltatori piaceva<br />

molto “Si tu veux de moi” (letteralmente,<br />

Se mi vuoi). Questo canto fa riferimento<br />

a una realtà ben<br />

definita, dove si<br />

ha la tendenza a<br />

voler controllare<br />

tutto, senza lasciare<br />

spazio a Dio. Ecco<br />

perché parla ai<br />

cuori di molti.<br />

Qual è il messaggio<br />

che cerchi di<br />

trasmettere?<br />

Non ci rendiamo<br />

conto di quanto la<br />

Parola di Dio sia<br />

viva, di quanto Dio<br />

sia vivo. Non avrei mai pensato di registrare<br />

un CD. È veramente l’opera di Dio che ha<br />

iniziato e che so che continuerà a portare<br />

avanti. Ha un messaggio da trasmettere:<br />

viviamo negli ultimi tempi e Dio è sensibile<br />

a ciò che stiamo vivendo, ecco perché ci<br />

lancia un appello. Mi sento quindi dire: se<br />

conosci Dio, vieni a confermare quanto egli<br />

sia vivo; se non lo conosci, vieni a scoprire<br />

che è vivo.<br />

MA<br />

12<br />

13


La federazione<br />

all’ascolto!<br />

Marie 7 anni<br />

Ho voglia di sperimentare<br />

nuove attività e di farmi<br />

tantissimi amici!<br />

Marie, sappi che puoi far parte<br />

di un gruppo Tizzoni per fare<br />

delle attività sportive in natura,<br />

dove potrai imparare tantissime<br />

cose! Esistono anche dei<br />

campeggi estivi e dei week-end<br />

speciali organizzati dalla G.A.<br />

della federazione ;-)<br />

Jean<br />

Sono appena stato nominato<br />

anziano di chiesa ma non<br />

mi sento sufficientemente<br />

formato. Cosa posso fare?<br />

Esistono dei corsi di omiletica,<br />

dei manuali presenti nella<br />

libreria di chiesa o puoi anche<br />

affiancare il tuo pastore quando<br />

fa le visite ai membri, per<br />

imparare ad ascoltare e ad<br />

accompagnare le persone nei<br />

loro bisogni.<br />

13 anni<br />

Samuel<br />

A scuola mi hanno detto<br />

che Dio non esiste e che<br />

possiamo amare una<br />

femmina o un maschio, è<br />

indifferente !? Mi sento un<br />

po’ confuso.<br />

Samuel, ti proponiamo di<br />

studiare la Bibbia con il tuo<br />

pastore: è lì per te!<br />

Clara<br />

Mi piacerebbe migliorare<br />

la mia relazione e la mia<br />

vita in chiesa; vorrei<br />

impegnarmi nella musica.<br />

Cara Clara, hai già sentito<br />

parlare del “Week-end per le<br />

coppie”? Per quanto riguarda<br />

la musica, invece, potresti per<br />

esempio iscriverti alla formazione<br />

sulla conduzione dei<br />

canti. Trovi tutto sul nostro sito<br />

avventista adventiste.ch e sulla<br />

nostra pagina Facebook.


TESTIMONIANZA<br />

La vita di Giada<br />

TESTIMONIANZA DI PAULO E HELENA FONSECA<br />

DELLA CHIESA DI ARBEDO<br />

Abbiamo l’abitudine di dire che la vita<br />

è fatta di stagioni. I periodi di felicità<br />

sono paragonati all’estate mentre<br />

i momenti difficili all’inverno. Per<br />

alcuni, gli inverni sono molto rigidi<br />

e freddi. È il caso di Paulo e Helena<br />

Fonseca che hanno perso la figlia di<br />

<strong>18</strong> anni. Mentre il mondo di fuori si<br />

impadronisce di tali situazioni per<br />

dimostrare che Dio non esiste, Helena<br />

e Paulo hanno deciso di fornire<br />

la loro testimonianza per<br />

dimostrare esattamente<br />

il contrario. Dio esiste<br />

ed è ben presente<br />

nelle loro vite da<br />

sempre e per<br />

sempre.<br />

La vita di Giada<br />

comincia circa 21<br />

anni fa, quando<br />

nasce il 25.02.1998<br />

da padre svizzero e<br />

madre portoghese. Io<br />

sono la sua mamma e vi<br />

racconterò la sua storia.<br />

Poco tempo dopo la sua<br />

nascita, suo padre muore di un tumore<br />

al cervello. Sconvolta e indifesa, decido di<br />

tornare a vivere in Portogallo con Giada.<br />

Lì ritrovo la mia famiglia, i miei amici e<br />

soprattutto Paulo, il mio migliore amico. Il<br />

nostro legame si fa più forte e finiamo per<br />

innamorarci. Il 09.12.2001, Paulo diventa<br />

mio marito e, di conseguenza, diventa<br />

anche il padre di Giada. Molto complici tra<br />

di noi, formiamo una famiglia unita nella<br />

quale invitiamo Dio ogni giorno a stare<br />

con noi. Abbiamo a cuore il progetto di<br />

seguirlo e di somigliare a lui, desiderio che<br />

diventa la nostra missione. Di ritorno in<br />

Svizzera, frequentiamo la chiesa di Lugano<br />

nella quale ci impegniamo attivamente<br />

per servire la comunità.<br />

Quando Giada compie otto anni e mezzo,<br />

io e Paulo decidiamo di allargare la<br />

nostra famiglia. Nel 2006 diamo<br />

il benvenuto a Lilia, la<br />

nostra secondogenita. La<br />

vita è bella, ci sembra<br />

sempre piena estate.<br />

Il tempo passa;<br />

Giada, che ormai ha<br />

15 anni, lamenta dei<br />

dolori a un occhio.<br />

La consultazione<br />

oftalmologica<br />

non rivela nulla di<br />

anormale nella sua<br />

vista. Il medico ci manda<br />

quindi a fare una risonanza<br />

magnetica per controllare il nervo<br />

ottico ed è lì che tutto inizia a vacillare.<br />

La nostra famiglia si allarga ancora per<br />

accogliere Charly: è così che Giada ha<br />

scelto di chiamare il tumore rilevato<br />

dalla risonanza magnetica. Ebbene sì,<br />

Giada ha un tumore. Non c’è tempo da<br />

perdere, non c’è nemmeno il tempo per<br />

ritornare a casa. Non appena viene fatta<br />

questa prognosi, un elicottero ci viene<br />

a prendere per portarci all’ospedale di<br />

Zurigo. La situazione è grave e urgente.<br />

Le fanno una prima biopsia: la posizione<br />

del tumore lo rende inoperabile. Ma i<br />

medici restano fiduciosi di poterla guarire<br />

grazie alla radioterapia, visto che il tumore<br />

non sembra essere particolarmente<br />

aggressivo. Entriamo nell’inverno della<br />

nostra vita, una stagione buia e fredda<br />

che non sappiamo quando e come finirà.<br />

Giada resta per un mese e<br />

mezzo all’ospedale di<br />

Zurigo. Ogni giorno ci<br />

sembra una nuova<br />

sfida e i medici non<br />

hanno risposte<br />

sicure: un giorno<br />

sembra esserci<br />

una speranza,<br />

che svanisce<br />

però il giorno<br />

seguente. È<br />

stato un periodo<br />

difficile che siamo<br />

riusciti a sopportare<br />

grazie alla nostra<br />

unità familiare e alla<br />

nostra relazione con Dio.<br />

Guardando indietro, ci rendiamo<br />

conto che abbiamo avuto davvero<br />

pochissimi momenti dove abbiamo messo<br />

in dubbio la figura di Dio. Senza ombra<br />

di dubbio, la forza e la serenità che ci<br />

caratterizzavano, venivano da lui. Grazie<br />

a lui, Giada ritorna a casa, a Bellinzona,<br />

un mese e mezzo prima di cominciare<br />

la radioterapia all’ospedale di Zurigo,<br />

nell’agosto del 2013.<br />

In totale, sono stati sei mesi di stress, di<br />

paura, di ignoto e di momenti importanti<br />

vissuti in famiglia. Abbiamo pianto, ci<br />

siamo consolati, ci siamo incoraggiati<br />

senza mai prenderci in giro. Abbiamo<br />

cercato di combattere la tristezza, anche<br />

se a volte si trattava di un’impresa<br />

impossibile. Giada mi chiedeva di<br />

prometterle che non sarebbe morta. Da<br />

mamma, il mio cuore si spezzava quando<br />

mi faceva questa domanda perché sapevo<br />

che soffriva nel profondo e io non potevo<br />

dirle le uniche parole che l’avrebbero<br />

davvero rassicurata. Le rispondevo con<br />

onestà, dicendole che tutta la nostra<br />

vita era nelle mani di Dio e che solo lui<br />

conosceva il giorno della nostra morte e<br />

che ci dovevamo fidare e affidare a lui.<br />

Dio ci ha davvero mostrato<br />

che era con noi.<br />

Innanzitutto, si è<br />

preso cura di noi in<br />

un modo speciale<br />

attraverso il<br />

personale medico<br />

e in particolare<br />

attraverso il<br />

neurochirurgo che<br />

ha operato Giada.<br />

Normalmente,<br />

un neurochirurgo<br />

si occupa<br />

dell’operazione mentre<br />

sono i suoi assistenti<br />

a effettuare i controlli<br />

quotidiani. Ma il neurochirurgo<br />

di Giada ci teneva così tanto, che le ha<br />

fatto visita tutti i giorni del suo ricovero,<br />

senza saltarne nemmeno uno. Perfino<br />

le infermiere non riuscivano a crederci:<br />

stavamo ricevendo delle attenzioni speciali<br />

e la cosa ci faceva del bene.<br />

Dio ha anche fatto dei miracoli. Un giorno<br />

Giada è caduta, incidente che le ha<br />

causato una perdita di liquidi nel cervello.<br />

La cosa richiedeva un’operazione ma era<br />

troppo rischioso, data la sua situazione<br />

delicata. Dopo svariati esami, il medico è<br />

entrato nella stanza di Giada e, alzando<br />

le mani al cielo, ci ha comunicato che<br />

contro ogni previsione possibile, i risultati<br />

mostravano che non aveva più bisogno<br />

di essere operata. In quell’occasione,<br />

16 17


il medico ha ammesso, continuando a<br />

guardare il cielo, di non riuscire in nessun<br />

modo a spiegarsi l’avvenuto. Noi invece<br />

sapevamo che era proprio il Signore che ci<br />

era venuto in aiuto.<br />

In un’altra occasione, Giada ha contratto<br />

una brutta infezione polmonare. Ancora<br />

oggi i medici non sanno come sono<br />

riusciti a salvarla.<br />

Tutto questo e molto altro ancora ci ha<br />

dato la certezza che Dio stava agendo in<br />

nostro favore, cosa che dava a Giada la<br />

forza e la serenità di non lamentarsi mai,<br />

con grande stupore dei medici e degli altri<br />

pazienti.<br />

Tra alti e bassi, Giada è stata sottoposta<br />

con successo alla radioterapia, per poi<br />

rientrare finalmente a casa per<br />

il periodo di convalescenza,<br />

pronta a riprendere la<br />

sua vita normale.<br />

Stava tornando la<br />

primavera nelle<br />

nostre vite…<br />

Il suo sogno<br />

era quello<br />

di diventare<br />

un’infermiera<br />

pediatrica<br />

in un reparto<br />

di oncologia.<br />

Grazie alla sua<br />

determinazione e ai<br />

buoni voti, si è diplomata<br />

al liceo, riuscendo poi a<br />

entrare in una scuola a Lugano<br />

che le avrebbe permesso di inseguire il<br />

suo sogno. Non voleva chiedere l’aiuto<br />

di nessuno, voleva essere una normale<br />

studentessa. Ovviamente aveva i suoi<br />

limiti: non poteva correre né parlare<br />

troppo forte; ma nonostante questo, è<br />

riuscita a essere una ragazza normale,<br />

a tal punto che molti non credevano<br />

che fosse malata. Eppure la malattia<br />

era ancora là e lei lo sapeva bene; non<br />

voleva che tutti gli sforzi fatti si rivelassero<br />

vani. Voleva dare la sua testimonianza,<br />

voleva aiutare le persone malate e le loro<br />

famiglie. Ecco perché desiderava scrivere<br />

un libro per raccontare il suo percorso,<br />

per parlare della mano di Dio nella sua<br />

vita e dell’importanza che aveva avuto<br />

la nostra famiglia nel suo percorso. Con<br />

l’aiuto di una giornalista, è riuscita a<br />

scrivere un libro in italiano, intitolato “Io e<br />

Charly”.<br />

Non chiedevamo a Dio di guarire Giada;<br />

gli chiedevamo che venisse fatta la sua<br />

volontà, sia nella vita di Giada<br />

che nella nostra. Dopo un<br />

anno e mezzo, i raggi<br />

X hanno mostrato una<br />

macchia nel cervello<br />

di Giada. Le piaceva<br />

scherzare dicendo<br />

che Charly aveva<br />

fatto gas, che<br />

era quello che<br />

vedevamo nelle<br />

radiografie.<br />

Nonostante il<br />

suo aspetto<br />

sereno, la<br />

situazione<br />

era grave. Un<br />

giovedì mattina ci<br />

disse che si sentiva<br />

morire. Non eravamo<br />

pronti. La diagnosi dei<br />

medici non era fatalista ma<br />

abbiamo capito che Giada era stanca<br />

e che voleva lasciarci. Abbiamo passato<br />

il venerdì e il sabato sera a leggere dei<br />

Salmi, il suo libro preferito della Bibbia. Ci<br />

siamo ritagliati del tempo per salutarci. E,<br />

in qualche modo di comune accordo, ci ha<br />

lasciati la domenica mattina, in ospedale.<br />

Se ne è andata in maniera tranquilla,<br />

circondata dalla sua famiglia ma anche<br />

dalle decine di persone che facevano<br />

parte del personale medico che l’avevano<br />

seguita nel suo percorso di convalescenza<br />

e che erano venuti apposta per salutarla<br />

un’ultima volta. Da quel momento,<br />

abbiamo vissuto tutte le stagioni in<br />

contemporanea.<br />

L’autunno ci aspetta ogni giorno con<br />

la dolorosa realtà della sua<br />

assenza. Giada ci manca,<br />

così tanto da versare tante<br />

lacrime, che cadono come le<br />

foglie degli alberi. Vorremmo<br />

tanto parlare con lei, vederla,<br />

sentire il suo odore. Non<br />

poterlo fare, è doloroso<br />

e difficile. La rigidità<br />

dell’inverno è sempre<br />

sul punto di invadere i<br />

nostri cuori, ma l’estate li<br />

riscalda non appena ci ricordiamo che<br />

Giada sarebbe dovuta morire non appena<br />

scoperto il tumore. Sappiamo che il<br />

Signore ha permesso di farla vivere per<br />

altri tre anni in modo da prepararci alla<br />

sua partenza. Il piano di Dio era quello<br />

di fortificarci con questi momenti, per<br />

prepararci al resto della nostra vita. Dio<br />

è buono. Mantiene la sua promessa di<br />

essere con noi nelle prove della vita da<br />

cui non siamo risparmiati nonostante<br />

la nostra fede in lui. Questa certezza<br />

fa ritornare la primavera e, con lei, la<br />

speranza reale che Giada sta riposando,<br />

come se fosse in vacanza.<br />

La sua morte non l’ha fatta<br />

scomparire: continua infatti a<br />

vivere nei nostri cuori. Adesso<br />

non soffre più. L’ho lasciata<br />

partire per amore e accetto<br />

questa situazione per fede. Per<br />

fede, so che al ritorno di Gesù<br />

si risveglierà e che potremmo<br />

vederci e vivere insieme per<br />

l’eternità. E allora arriverà l’estate<br />

e questa volta durerà per sempre.<br />

Perché le abbiamo promesso che<br />

avremmo fatto di tutto per stare con lei<br />

nel regno dei cieli: questa è diventata la<br />

nostra missione.<br />

- CONVOCAZIONE -<br />

La 64 esima assemblea generale ordinaria<br />

della Federazione della Svizzera romanda e del Ticino (FSRT)<br />

si terrà da giovedì 30 maggio 2019<br />

alle ore 9 a venerdì 31 maggio 2019 alle ore 17<br />

È riservata ai dipendenti della FSRT e ai delegati delle chiese<br />

Alla sessione amministrativa seguirà l’assemblea spirituale<br />

del 1° giugno 2019, sempre al teatro di Beaulieu di Losanna<br />

Tutte le chiese della FSRT sono cordialmente invitate a partecipare<br />

David N. Jennah, presidente FSRT<br />

Federazione della Chiesa Cristiana <strong>Avventista</strong> del 7° Giorno della Svizzera romanda e del Ticino<br />

<strong>18</strong><br />

19


Cosa si fa con<br />

le decime<br />

nella FSRT?<br />

Chiesa <strong>Avventista</strong><br />

del Settimo Giorno<br />

FEDERAZIONE DELLA SVIZZERA<br />

ROMANDA E DEL TICINO<br />

13%<br />

Fondo pensionistico<br />

della Divisione<br />

3,25%<br />

F.A.T<br />

Collonges<br />

10%<br />

Divisione<br />

EUD<br />

10%<br />

Unione<br />

svizzera<br />

63,75%<br />

FSRT<br />

20


FOCUS<br />

Miss America dice :<br />

#METOO<br />

Avevo 8 anni. Era il periodo dell’anno che preferivo.<br />

Vivevamo in una piccola casa bianca<br />

al bordo di un lago con due camere da letto<br />

e un bagno. Ho passato la mia infanzia in<br />

costume e con<br />

i teli da mare<br />

che si asciugavano<br />

al sole. I<br />

weekend erano<br />

una combinazione<br />

di musica<br />

live, grandi<br />

folle e falò giganteschi<br />

che<br />

battevano ogni<br />

record. L’orchestra<br />

di mio<br />

papà si metteva<br />

sul ponte della<br />

nostra casetta<br />

e suonava musica<br />

sulle fiamme<br />

danzanti. Mi<br />

sedevo sui mobili<br />

del giardino<br />

che la mamma<br />

aveva comprato<br />

all’ultimo<br />

mercatino e<br />

guardavo, ipnotizzata,<br />

il modo in cui mio padre muoveva<br />

perfettamente le bacchette della batteria a<br />

ritmo di musica. Era come una danza con<br />

una coreografia perfetta.<br />

Per far parte della massa in festa, io e Nikki,<br />

mio fratello maggiore, facevamo sempre in<br />

modo di avere una lattina di bibita gasata<br />

a portata di mano. Seguivo il suo esempio<br />

mentre camminava attorno al falò, con aria<br />

spensierata, tenendo il bicchiere come lo<br />

facevano gli adulti.<br />

Quando la musica<br />

cominciava<br />

ad affievolirsi,<br />

andavo subito a<br />

letto. Non perché<br />

temessi di<br />

avere dei problemi<br />

o per dormire<br />

a sufficienza, ma<br />

perché, se avessi<br />

aspettato troppo<br />

a lungo, avrei<br />

potuto scoprire<br />

che un estraneo<br />

si era addormentato<br />

nel mio<br />

letto. Succedeva<br />

spesso durante<br />

le notti d’estate.<br />

Avevo 8 anni.<br />

Un giorno, i miei<br />

genitori mi presentarono<br />

un<br />

nuovo amico a<br />

una di queste feste. Era un uomo grande<br />

che mi ricordava un orso di peluche con i<br />

suoi capelli corti e ricci. Giocava a dei giochi<br />

di società come le mie babysitter e si sedeva<br />

con me per guardare l’orchestra. Il mio<br />

nuovo amico iniziò a passare le notti sul<br />

divano e restava tutto il weekend, invece<br />

di andare via come gli altri invitati. Uno dei<br />

nostri giochi preferiti era nuotare fino al<br />

centro del lago con il nostro grande gonfiabile.<br />

Nuotavamo sotto per proteggerci dalle<br />

mosche. A volte mi spingeva come se fossi<br />

una principessa su una barca. In occasioni<br />

speciali, il mio nuovo amico stava con noi<br />

al posto delle nostre babysitter. E, al posto<br />

di giochi di società, mi portava dei regali e<br />

delle caramelle.<br />

In autunno, iniziai ad andare nella classe del<br />

terzo anno della signora Heins. Un giorno<br />

mi umiliò chiedendomi davanti a<br />

tutti se partecipassi al programma<br />

che offriva pasti<br />

gratuiti. Fu lo stesso<br />

giorno in cui arrivò<br />

un ospite.<br />

La signorina Miller<br />

veniva dal<br />

centro di servizio<br />

alla famiglia.<br />

Con due grandi<br />

bambole, Jack e<br />

Jane, parlava dei<br />

modi appropriati<br />

e inappropriati in<br />

cui ci potevamo fare<br />

toccare. Tutta la classe<br />

si mise a ridere per la sua<br />

presentazione, ma io ero seduta<br />

con gli occhi sbarrati, le braccia incrociate<br />

sulle ginocchia. Ci mostrò dove non<br />

dovevamo mai essere toccati da qualcuno<br />

che non fossero mamma o papà.<br />

MI SI FERMÒ IL CUORE<br />

La signorina Miller spiegò che se i nostri<br />

genitori dovevano toccarci in quella parte<br />

del corpo, non doveva mai fare male, e che<br />

avremmo sempre potuto dire no! Tutta la<br />

classe lo ha ripetuto: No, no, no, no!<br />

Io invece sono rimasta in silenzio. Ero troppo<br />

occupata a provare a respirare.<br />

Non ci vedevo bene e mi girava la testa. Mi<br />

sentivo come se qualcuno fosse seduto sul<br />

mio petto e mi stesse colpendo il cuore. In<br />

che senso, nessuno mi doveva toccare? Era<br />

lì che al mio amico piaceva toccarmi! Sentivo<br />

che il sangue mi saliva alla testa e mi<br />

guardavo attorno per vedere se qualcuno<br />

dei miei amici se ne fosse accorto. Grazie al<br />

cielo, tutti guardavano ancora la signorina<br />

Miller e ridevano. Quando la signorina Miller<br />

iniziò a salutare, disse che tutto coloro<br />

che pensavano di essere stati «toccati<br />

in maniere inappropriate»<br />

erano liberi di uscire nel<br />

corridoio per parlare<br />

con lei.<br />

«Devo parlare<br />

con lei» mi sono<br />

detta. Ma gli<br />

altri bambini<br />

vedranno che<br />

non ritorno al<br />

mio posto. Non<br />

voglio che qualcuno<br />

lo sappia.<br />

E se mi danno dei<br />

problemi? Sarò sicuramente<br />

punita, obbligata<br />

a stare nella mia stanza.<br />

Non potrò più andare dalla<br />

nonna e dal nonno a dormire. Forse<br />

era meglio restare seduta.<br />

Il resto della giornata trascorse in maniera<br />

nebulosa, non riuscivo a concentrarmi. Una<br />

volta scesa dall’autobus, andai direttamente<br />

nella mia stanza. Dissi a mia madre che avevo<br />

mal di testa e che volevo riposare.<br />

Le settimane che seguirono furono molto<br />

difficili. Non riuscivo a dormire ed ero<br />

sempre in ritardo a scuola.<br />

Un giorno, tornata da scuola, mia madre mi<br />

aspettò in cucina. «Ho qualcosa che potre-<br />

22<br />

23


e tirarti su di morale! Il nostro amico sta<br />

venendo a farci visita!». In quel momento<br />

sentii lo stesso sentimento che mi aveva invaso<br />

in classe quando la signorina Miller era<br />

venuta a parlare con noi. Mi sembrava che<br />

la stanza si rimpicciolisse, mi girava la testa,<br />

e c’era sempre quel peso che mi schiacciava<br />

il petto, facendomi battere il cuore a mille.<br />

Mia madre si accorse del rossore sul mio<br />

viso.<br />

«MEKAYLA FAWN,<br />

CHE SUCCEDE?»<br />

Iniziai spiegando tutto quello che era successo.<br />

Le parlai della signorina Miller e delle<br />

sue bambole, Jack e Jane, e che ci aveva fatto<br />

vedere come dovevamo trattare le nostre<br />

parti intime. Le dissi<br />

che il mio amico mi<br />

toccava e che non<br />

sapevo che stava<br />

facendo qualcosa di<br />

male. Le dissi anche<br />

che avevo avuto<br />

troppa paura di dirglielo<br />

perché non<br />

volevo avere problemi.<br />

Mia madre<br />

pianse. Mi strinse<br />

contro il suo petto e<br />

piangemmo insieme.<br />

Oggi ho 29 anni e nonostante questo episodio<br />

sia successo quando ne avevo 8, è<br />

qualcosa che mi colpisce ancora. La mia vita<br />

non è stata più semplice dopo aver parlato<br />

con i miei genitori. Mi sembrò che, dopo<br />

aver raccontato tutto, stesse crollando il<br />

mondo. Non ho mai più visto il mio aggressore,<br />

ma mio padre è andato in prigione e<br />

mia madre, evadendo di prigione, si rifugiò<br />

in una riserva indiana in Canada. A 11 anni,<br />

mi trovavo in uno stato penoso. Mi mancavano<br />

i miei genitori, mi sentivo completamente<br />

abbandonata e dovevo ancora gestire<br />

il trauma dell’abuso sessuale.<br />

Oggi, sono sposata con un uomo meraviglioso,<br />

credente, e ciononostante ci sono<br />

ancora dei momenti in cui non voglio essere<br />

nemmeno toccata. È quello che succede<br />

alle vittime di abuso. Anche l’intimità con le<br />

persone che amiamo può farci entrare in<br />

una situazione di panico. Mi è successo di<br />

fare smorfie al contatto con mio marito!<br />

A volte le ripercussioni del passato durano<br />

qualche giorno, ma altre volte possono<br />

durare delle settimane. Mi rendo conto di<br />

essere benedetta nell’avere un marito così<br />

comprensivo, che si ritrovare a pagare le<br />

conseguenze per le cose sbagliate fatte da<br />

un altro uomo. Come può essere giusto?<br />

Dopo il nostro matrimonio, ho attraversato<br />

uno dei periodi più difficili: non volevo<br />

essere toccata. Le<br />

coppie appena<br />

sposate dovrebbero<br />

fare tutto<br />

l’opposto! La situazione<br />

si era talmente<br />

deteriorata<br />

che parlavamo a<br />

malapena e mio<br />

marito ne ebbe<br />

abbastanza: fece<br />

quindi qualcosa<br />

che ha senza dubbio<br />

salvato il nostro<br />

matrimonio; non dimenticherò mai le sue<br />

parole.<br />

Una notte, lasciò la stanza e si mise davanti<br />

al computer. Mi scrisse una lettera che cambiò<br />

la mia visione dell’intimità sessuale.<br />

Il sesso è sempre stato uno strumento per<br />

me. Si può utilizzare per ottenere qualcosa<br />

da qualcuno, per ferire le persone o per<br />

manipolarle. Per me era questo il sesso ed<br />

è così che è stato usato contro di me fin<br />

dall’età di 8 anni. Non sapevo che poteva<br />

essere ben altro fino a quando mio marito<br />

non condivise cosa significava per lui fare<br />

l’amore.<br />

Non vi dico cosa mi scrisse perché sono<br />

cose molto preziose e personali per<br />

me. Però è importante che il contenuto<br />

del messaggio venga condiviso con<br />

tutti. Mio marito mi spiegò che il sesso<br />

è molto di più di un compito. Pensavo<br />

che il mio lavoro di moglie fosse «dormire»<br />

con lui quando lo voleva. Era un<br />

compito fastidioso che a volte odiavo.<br />

Per mio marito, il sesso non è sesso.<br />

Mi spiegò che ogni volta che eravamo<br />

in un rapporto intimo, era un legame<br />

profondo con lui. Mi disse a cosa<br />

pensava e quali erano le emozioni che<br />

provava. Era capace di spiegare dettagliatamente<br />

cosa significava per lui<br />

ogni singolo contatto. Le sue parole mi<br />

mostrarono che c’era una vera differenza<br />

tra avere un rapporto sessuale<br />

e fare l’amore. La nostra cultura ha<br />

rovinato il sesso per tante persone. E<br />

gli abusi sessuali si possono superare<br />

solo dopo anni e anni. Quella lettera<br />

cambiò tutto, e senza dubbio salvò il<br />

nostro matrimonio.<br />

Tutte queste esperienze hanno formato<br />

la persona che sono oggi e il modo<br />

in cui vivo l’intimità. L’abuso sessuale<br />

avvelena. Non mi sorprende che tutti<br />

i consiglieri che ho visto abbiano detto<br />

ai miei professori e ai miei nonni di aspettarsi<br />

che entrassi in un vortice che<br />

mi portasse verso il basso. Dicevano<br />

che avrei probabilmente fatto uso di<br />

droghe o che sarei finita in un centro di<br />

riabilitazione. Dopo tutto, la mia infanzia<br />

è stata segnata da un abuso sessuale,<br />

dall’abbandono dei miei genitori<br />

e dalla loro negligenza. Non potevo<br />

essere semplicemente Mekayla, facevo<br />

solo parte di una statistica.<br />

Volevo assolutamente dimostrare a<br />

tutti loro che avevano torto. Volevo<br />

diventare una modella o una reginetta<br />

di bellezza. Quando ero piccola, sognavo<br />

di essere una principessa. Ero<br />

distante dalla lotta contro la povertà<br />

e contro i problemi di salute mentale,<br />

lontano da tutto. Poi iniziai a guardare<br />

i concorsi di bellezza, e vidi tutte<br />

quelle vere principesse. Mi dissi che un<br />

giorno anch’io sarei stata una di loro e<br />

che avrei potuto aiutare altre bambine<br />

con il programma di pasti gratis, o aiutando<br />

coloro che avevano dei genitori<br />

assenti o che avevano subito orribili<br />

traumi, e insegnare loro che potevano<br />

cambiare il loro destino.<br />

Volevo essere un modello per loro e<br />

volevo lavorare alla radio. Volevo essere<br />

straordinaria e far vedere a tutti<br />

ciò che Dio può fare con le creature<br />

distrutte. Volevo dimostrare al mondo<br />

che, nonostante tutto, Dio aveva un<br />

piano per me.<br />

Nonostante qualcosa ti abbia distrutto,<br />

Dio ha sempre un piano per te. Quando<br />

avevo 8 anni e piangevo chiusa in<br />

bagno, non avrei mai immaginato che<br />

un giorno sarei diventata Miss America.<br />

Dio ha il potere di fare delle cose<br />

per te, cose che non puoi nemmeno<br />

immaginare. Diciamo che è il nuovo<br />

slogan del momento. Quando qualcuno<br />

ti dice che Dio ha un piano per lui,<br />

puoi sorridere e rispondere #MeToo.<br />

Mekayla Eppers<br />

Miss America 2017<br />

Testo originale<br />

envisionmag.com/faith/mrs-americasays-metoo/<br />

24<br />

25


Gli avventisti su RTS 1<br />

il calendario è molto pieno per dare spazio<br />

alla trasmissione e Pierrick gli propone di<br />

recarsi nella regione di Neuchâtel, dalla<br />

famiglia Béguelin (Raphael e Abilene) e di<br />

visitare la loro chiesa, la comunità lusoispana<br />

di Neuchâtel.<br />

Alla fine, si è deciso di mettere in<br />

evidenza l’osservanza del sabato e<br />

la preparazione del venerdì sera, la<br />

spiegazione del nome «avventisti» a casa<br />

di Raphael e Abilene e l’importanza dello<br />

studio della Bibbia in gruppi in chiesa,<br />

cominciando dai più piccoli, fino agli<br />

adulti. Anche se sono state fatte diverse<br />

domande al pastore Rickson Nobre<br />

sull’origine della chiesa e sulle sue<br />

credenze, alla fine è stata evidenziata<br />

l’importanza dell’educazione religiosa. Un<br />

altro punto, che non abbandona mai la<br />

descrizione degli avventisti, è stato il fatto<br />

che non mangiamo carne di maiale, non<br />

beviamo e non fumiamo. Un classico…<br />

Mercoledì 9 dicembre, su RTS 1, la<br />

trasmissione «Colori locali» ha presentato<br />

gli avventisti. La trasmissione è un giornale<br />

di informazioni locali che ogni sera parte<br />

alla scoperta di luoghi e persone che<br />

cooperano all’attualità di una regione.<br />

Lo studio del canale RTS 1 di Moutier è<br />

stato incaricato di trovare un soggetto<br />

per presentare il quadro dal titolo «né<br />

riformista né cattolico»; una serie speciale<br />

per la settimana dal 17 al 21 dicembre<br />

con cinque piccole storie per scoprire<br />

altre credenze oltre alle religioni principali<br />

della Svizzera romanza. Poteva trattarsi<br />

di una chiesa o di un’altra denominazione<br />

religiosa. Per esempio, lunedì 17 dicembre,<br />

per il primo appuntamento della serie, si è<br />

parlato della chiesa cattolica cristiana (poi<br />

romana).<br />

Il giornalista Daniel Bachmann,<br />

responsabile del tema del mercoledì sera,<br />

ha scelto invece gli avventisti. Secondo le<br />

sue ricerche, gli avventisti sono arrivati<br />

in Svizzera a Tramelan; si è quindi recato<br />

all’antica cappella per provare a trovarci.<br />

Invano, perché la cappella era vuota e<br />

con lavori in corso! Si è quindi recato<br />

a Delémont ma, non avendo potuto<br />

contattare il pastore (attualmente<br />

un pastore referente), si è rivolto alla<br />

federazione per chiedere quale fosse la<br />

chiesa più vicina a Moutier. Si trattava della<br />

chiesa di Bienne.<br />

Dopo essersi messo in contatto con il<br />

pastore Pierrick Avelin, gli ha comunicato<br />

di voler visitare una famiglia avventista<br />

un venerdì sera per l’inizio del sabato e<br />

andare nella loro chiesa il giorno dopo. Ma<br />

Durante le riprese, è andato tutto molto<br />

bene e il signor Bachmann è rimasto<br />

sorpreso dall’osservanza del sabato,<br />

dall’importanza data allo studio della<br />

Bibbia e dall’insegnamento biblico che si<br />

trasmette ai bambini fin dalla più tenera<br />

età. Le registrazioni fatte a casa dei<br />

Béguelin e in chiesa sono durate più di<br />

un’ora per un reportage di solo due minuti<br />

e 30 secondi! Scelte difficili.<br />

Nonostante tutto, è stata una visita<br />

piacevole. Non succede tutti i giorni di<br />

avere la televisione svizzera in casa! Quindi,<br />

che Dio possa far fruttare anche questo<br />

mezzo per aprire i cuori e far arrivare il<br />

nostro messaggio del futuro ritorno di<br />

Gesù, del rispetto dei comandamenti di Dio<br />

e del nostro sistema educativo.<br />

Rickson Nobre<br />

Responsabile delle comunicazioni e pastore<br />

della chiesa luso-ispana di Neuchatel.<br />

26 27


Nuovo slancio della Lega<br />

Vita e Salute in Ticino<br />

Per contrastare le statistiche,<br />

weekend di coppia 20<strong>18</strong>, versione 2.0<br />

La Lega Vita e Salute in Svizzera ha diverse<br />

sedi, chiamate antenne. Tra queste,<br />

c’è quella del Ticino. E questa aveva<br />

bisogno di un nuovo slancio. Durante<br />

l’ultima assemblea regionale, il pastore<br />

Matthias Maag, nonostante i suoi già<br />

numerosi impegni, ha preso in mano la<br />

coordinazione di questa antenna.<br />

Dopo settimane di preparazione e di<br />

formazione, domenica 29 settembre c’è<br />

stata la prima attività dell’antenna: l’evento<br />

di salute-expo. Questo tipo di esposizione<br />

non veniva realizzata nella nostra regione<br />

da oltre dieci anni.<br />

Una quarantina di volontari, venuti dalle<br />

quattro comunità avventiste della regione,<br />

così come molti non avventisti, medici,<br />

infermieri, massaggiatori e addirittura<br />

bambini, si sono impegnati in questa<br />

avventura. La pattuglia dei tizzoniesploratori<br />

del Ticino era responsabile di<br />

invitare i passanti a entrare nella struttura,<br />

recentemente inaugurata a Losone.<br />

Decine di persone invitate e<br />

qualche passante sono state<br />

sensibilizzate sul loro stato di<br />

salute, sulle buone abitudini da<br />

pendere e hanno potuto sapere<br />

la loro «età in base alla salute»<br />

grazie a una applicazione.<br />

Questa prima esperienza è il<br />

punto di partenza di una serie che<br />

si svilupperà in tutta la regione<br />

del Ticino. Prossimamente<br />

verrà organizzato un incontro<br />

di valutazione per migliorare<br />

il programma. Un affare da<br />

seguire...<br />

MA<br />

su proposta di Matthias Maag.<br />

La situazione non è facile. I divorzi in<br />

Svizzera sono sempre più numerosi. Nel<br />

1980 ci sono stati 10.910 divorzi (1 divorzio<br />

su 3,2 matrimoni).<br />

E le cose vanno sempre peggio: 30 anni<br />

dopo, nel 2010, i divorzi sono aumentati<br />

a 22.081, cioè più di un divorzio su due<br />

matrimoni (1 su 1,95). Nel 2016, il tasso<br />

di divorzio è stato del 41,5%. Queste cifre<br />

lasciano presagire che nel 20<strong>18</strong> le cose<br />

non andranno meglio. La durata media di<br />

un matrimonio è attualmente di 15 anni.<br />

La nostra chiesa non è stata risparmiata da<br />

questa corrente.<br />

Il dipartimento della famiglia della FSRT fa<br />

un piccolo passo per aiutare gli uomini e<br />

le donne delle nostre comunità. Otto delle<br />

nostre coppie si sono ritrovate per una<br />

nuova edizione del weekend di coppia dal<br />

23 al 25 novembre allo Chalet dei Boschi<br />

dei Diablerets, nel Canton Vaud. Non è<br />

un’attività nuova per la nostra federazione.<br />

Tra il 2007 e il 2016<br />

sono stati organizzati<br />

7 incontri; un totale<br />

di 60 coppie ha potuto partecipare<br />

potendo, se necessario, essere seguite<br />

successivamente per essere aiutate.<br />

Dopo una pausa nel 2017, il weekend di<br />

coppia è tornato, ma in modo diverso,<br />

visto il frenetico cambio della società che<br />

interferisce nella famiglia e nella coppia: le<br />

persone erano le stesse, ma con un diverso<br />

approccio. Per questo si parla di versione<br />

2.0. Ciò ha permesso ai partecipanti<br />

precedenti di rinnovare questa esperienza<br />

per il bene della loro coppia.<br />

Durante il weekend, le coppie hanno<br />

potuto lavorare su diversi esercizi e<br />

sono state invitate a confrontarsi su certi<br />

punti della loro relazione. Questo nuovo<br />

approccio è stato molto apprezzato dai<br />

partecipanti.<br />

MA<br />

28 29


Condividi la tua fede senza timore<br />

Weekend della Gioventù in Ticino<br />

Una cosa è sicura: i giovani hanno voglia di<br />

vivere degli eventi forti e spirituali, ma hanno<br />

anche bisogno di membri e pastori che si<br />

impegnino nei loro confronti e che dedichino<br />

loro del tempo. In ogni caso, ci siamo accorti<br />

che il corpo pastorale e le chiese del Ticino ne<br />

hanno voglia. Ci congratuliamo con la coppia<br />

pastorale Maag e con i membri di chiesa che<br />

sono stati presenti e che si sono impegnati<br />

nei confronti dei giovani. È stato ciò che<br />

ha permesso il buon andamento di questo<br />

weekend.<br />

E per continuare questa nuova dinamica, è<br />

già previsto il prossimo incontro con Jonathan<br />

Tejel, responsabile della gioventù alla Divisione<br />

Intereuropea. Dio benedica i giovani del Ticino!<br />

Potete far parte del<br />

gruppo WhatsApp<br />

di Adventiste <strong>Magazine</strong><br />

scanerizzando il codice QR<br />

qui sotto!<br />

Riceverete così tutti gli ultimi<br />

articoli e video pubblicati sul sito<br />

magazineavventista.com<br />

Non è un gruppo di discussione.<br />

Le notifiche ricevute saranno unicamente<br />

quelle dei link delle nuove pubblicazioni.<br />

Il gruppo è bloccato, in modo da<br />

permettere questo solo utilizzo.<br />

Era da tanto tempo che i giovani del Ticino<br />

non avevano un weekend tutto per loro.<br />

E adesso l’hanno avuto! All’inizio del mese<br />

di ottobre, si sono dati appuntamento<br />

all’Albergo della Gioventù di Palagnedra,<br />

non lontano da Locarno e dalla frontiera<br />

italiana. Una volta arrivato, in un batter<br />

d’occhio il pastore della zona Matthias<br />

Maag ha scoperto di aver partecipato a un<br />

incontro della gioventù nello stesso posto<br />

anni prima: un flashback che dimostra che<br />

la gioventù del Ticino è sempre presente<br />

col passare degli anni.<br />

Pierrick Avelin, responsabile dei<br />

compagnon e dei giovani adulti della<br />

Federazione, era l’ospite dell’evento,<br />

che contava una ventina di partecipanti,<br />

incaricato della parte spirituale. Le<br />

giornate erano organizzate in base a tre<br />

attività: studio della Bibbia, condivisione<br />

in gruppo ed esercizi pratici. Per quanto<br />

riguarda il lato «pratico», i giovani hanno<br />

avuto l’occasione di conoscersi meglio e<br />

raccontare ciò che hanno vissuto con Dio. È<br />

stato un momento molto produttivo.<br />

Il sabato pomeriggio si è tenuta una<br />

grande marcia, seguita da delle pizze fatte<br />

in casa da alcuni membri venuti ad aiutare<br />

per l’organizzazione. La giornata si è<br />

conclusa con una serata ricreativa.<br />

Franca, una delle partecipanti, ha detto:<br />

«Abbiamo vissuto delle forti emozioni, gioia<br />

e un sentimento di unità spirituale. Anche<br />

la natura e il buon cibo hanno contribuito<br />

al successo dell’evento. Eravamo<br />

soprattutto molto contenti di aver capito<br />

com’è facile dire agli altri ciò che il nostro<br />

salvatore Gesù ha fatto per noi, in che<br />

modo vuole alleggerire il nostro fardello e<br />

accompagnarci per tutta la vita. Questo fa<br />

di noi degli strumenti per la condivisione<br />

del Vangelo a tutti».<br />

Rickson Nobre, dalle proposte di Pierrick Avelin,<br />

Matthias Maag e Franca Stirparo.<br />

MA<br />

dalle proposte di Pierrick Avelin, Matthias<br />

Maag e Franca Stirparo

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