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ARTE E CULTURA / 1 ARTE E CULTURA / 2<br />
COSÌ VILLA NOBEL TORNA UN BENE DI “PRIME QUALITY”<br />
INTERVISTA ESCLUSIVA A GIANMARIA LETO, A.D. DELL’AZIENDA CHE EREDITA LA GESTIONE DELLA STRUTTURA DALLA PROVINCIA<br />
Redazione<br />
«Alt al degrado di Villa<br />
Nobel!» e «Villa Nobel<br />
non deve morire». Sono<br />
solo due esempi, e nemmeno<br />
i più graffianti,<br />
degli striscioni apparsi<br />
all’esterno della struttura<br />
nello scorso aprile, quando<br />
l’incolto stava per<br />
prendere il sopravvento<br />
sul lussureggiante parco<br />
e le attività erano ridotte<br />
al lumicino. Serviva una<br />
svolta decisa nella gestione,<br />
una svolta che è arrivata<br />
sette mesi dopo con<br />
la vittoria del bando di<br />
gestione da parte della<br />
società “Prime Quality”<br />
dell’amministratore delegato<br />
Gianmaria Leto.<br />
«Prime Quality – introduce<br />
il giovane manager<br />
(appena trentunenne)<br />
Leto – è un’azienda<br />
sanremese che ha una<br />
comprovata esperienza<br />
nell’organizzazione, gestione<br />
e comunicazione<br />
di eventi. La nostra offerta<br />
è completa e flessibile,<br />
siamo infatti in grado di<br />
fornire qualsiasi servizio,<br />
anche complementare,<br />
richiesto dal cliente,<br />
affinché il suo evento sia<br />
unico e ponderato alle<br />
sue esigenze».<br />
Quando e com’è nata<br />
l’idea di gestire Villa<br />
Nobel?<br />
«Appena la Provincia<br />
ha pubblicato il bando,<br />
io e il mio staff abbiamo<br />
manifestato subito un<br />
Villa Nobel tornerà ad ospitare migliaia di visitatori da tutto il mondo<br />
certo interesse. Villa Nobel<br />
ha delle potenzialità<br />
che vanno non solo valorizzate,<br />
ma anche promosse,<br />
in modo che possa<br />
diventare un elemento<br />
di attrazione turistica.<br />
Durante questo primo<br />
periodo, per fortuna,<br />
abbiamo incontrato nel<br />
nostro percorso molti<br />
soggetti pronti a collaborare,<br />
dalle Associazioni<br />
Culturali, ai service, ma<br />
anche ad altre realtà imprenditoriali,<br />
che hanno<br />
deciso di “fare rete”<br />
per valorizzare una realtà<br />
importante per tutto il<br />
territorio».<br />
Si tratta, da parte vostra,<br />
di un investimento<br />
oneroso: un canone<br />
mensile di millecinquecento<br />
euro (moltiplicato<br />
sui nove anni) e spese di<br />
manutenzione e ripristino,<br />
nell’immediato, che<br />
dovrebbero aggirarsi sui<br />
100mila euro. Quali saranno<br />
i vostri primi passi?<br />
«In primis effettueremo<br />
tutti gli interventi<br />
necessari per poter rendere<br />
nuovamente agibili<br />
i vari spazi interni. Abbiamo<br />
iniziato a riqualificare<br />
il parco, dove sono<br />
presenti degli esemplari<br />
di piante di pregio. Non<br />
solo: originariamente il<br />
Gianmaria Leto<br />
di Prime Quality<br />
(foto tratta dal profilo Facebook)<br />
parco si estendeva fino<br />
al mare, dove Alfred Nobel<br />
effettuava degli esperimenti<br />
su un pontile per<br />
limitare il rumore delle<br />
deflagrazioni. <strong>Il</strong> nostro<br />
intento è quello di ripristinare<br />
anche quella parte<br />
di parco, attualmente<br />
abbandonata. In ultimo,<br />
ma non per importanza,<br />
vogliamo valorizzare il<br />
museo, renderlo più moderno<br />
ed esperienziale,<br />
renderlo un elemento di<br />
attrazione culturale della<br />
nostra città».<br />
Cosa cambierà nella<br />
gestione del bene rispetto<br />
al passato? Su quali<br />
aspetti e novità punterete<br />
per far “funzionare”<br />
Villa Nobel?<br />
«<strong>Il</strong> primo elemento su<br />
cui vogliamo puntare è la<br />
collaborazione con altre<br />
realtà del territorio per<br />
ottenere effetti sinergici.<br />
Questo ci consentirà<br />
anche di poter organizzare<br />
e gestire progetti a<br />
più ampio respiro, che<br />
possano valorizzare non<br />
solo Villa Nobel, ma l’intero<br />
nostro territorio. Un<br />
altro passo importante<br />
sarà il ripristino dei<br />
rapporti con la Svezia,<br />
terra natale di Nobel, in<br />
particolare con la “Nobel<br />
Foundation”. E non<br />
sottovalutiamo un valore<br />
“astratto” ma fondamentale<br />
come l’impegno.<br />
Tutto lo staff è motivato<br />
ed entusiasta. Siamo<br />
consapevoli di dover<br />
fronteggiare una grande<br />
sfida, ma siamo consapevoli<br />
che passo dopo passo<br />
possiamo raggiungere<br />
gli obiettivi che ci siamo<br />
prefissati».<br />
Villa Nobel è sita ai<br />
margini del quartiere<br />
di San Martino, ideale<br />
trait d’union fra centro<br />
e periferia. Potrà, secondo<br />
te, la nuova gestione,<br />
portare benefici all’indotto<br />
del quartiere?<br />
«Sicuramente sì. Aumentando<br />
i passaggi e<br />
le presenze nel quartiere<br />
si potranno avere ripercussioni<br />
positive su tutte<br />
le attività, dai bar alle<br />
strutture ricettive».<br />
TOPONOMASTICA SANREMESE, C’È LA GUIDA DEFINITIVA!<br />
ANDREA GANDOLFO, SOMMO “CANTORE” DELLA STORIA CITTADINA, CI SVELA I SEGRETI DELL’INTITOLAZIONE DI VIE E PIAZZE<br />
Gerson Maceri<br />
Andrea Gandolfo<br />
Con licenza di parafrasi,<br />
estrapoliamo dalla<br />
città invisibile calviniana<br />
di Zemrude: «Se<br />
ci passi fischiettando, a<br />
naso librato dietro al fischio,<br />
la conoscerai di<br />
sotto in su: davanzali,<br />
tende che sventolano,<br />
zampilli e... targhe toponomastiche».<br />
Perché è<br />
proprio su quest’ultimo<br />
aspetto che ha focalizzato<br />
la sua attenzione Andrea<br />
Gandolfo, eminente<br />
storico (non solo locale)<br />
e già premio “San Romolo”<br />
per la cultura nel<br />
2013. In “Nomi & Luoghi.<br />
Guida alla Toponomastica<br />
della Città di<br />
Sanremo” è riuscito nella<br />
titanica impresa di schedare<br />
ben duecentonovantuno<br />
vicoli, vie, corsi<br />
e piazze, variamente e<br />
spesso curiosamente intitolati,<br />
a ottantotto anni<br />
dal primo tentativo ordito<br />
da Antonio Canepa.<br />
Qual è la via la cui denominazione<br />
l’ha affascinata<br />
e incuriosita di<br />
più?<br />
«Mi ha particolarmente<br />
incuriosito via Montà<br />
dei Guisci, strada compresa<br />
tra corso Marconi<br />
e via Bonmoschetto e intitolata<br />
a una macchietta<br />
popolare. Questi, si<br />
narra, era solito, proprio<br />
in quella zona, fingere<br />
malori, canzonando poi<br />
i soccorritori. Un giorno,<br />
colto effettivamente<br />
da malessere, non vide<br />
nessuno arrivare in suo<br />
soccorso. I vicini, infatti,<br />
ricordando la sua solita<br />
beffa, commentarono:<br />
«È Guisci». E Guisci<br />
veniva detto un tempo,<br />
popolarmente, anche chi<br />
si lamentava di mali immaginari.<br />
Così il poveretto<br />
spirò».<br />
La toponomastica si<br />
evolve e si aggiorna parallelamente<br />
alle nuove<br />
ramificazioni della rete<br />
stradale e, ahinoi, anche<br />
alla scomparsa di personalità:<br />
quale vie “mancano”<br />
ancora a Sanremo?<br />
«Come è stato proposto<br />
anche recentemente<br />
dalla Famija Sanremasca,<br />
sarebbe auspicabile<br />
dedicare una via o una<br />
piazza di Sanremo al<br />
grande commediografo<br />
sanremese Gin De Stefani.<br />
Tra i personaggi nazionali<br />
anche un grande<br />
ligure come il genovese<br />
Paolo Emilio Taviani,<br />
più volte ministro<br />
dell’Interno, potrebbe<br />
forse meritare l’intitolazione<br />
di una via sanremese».<br />
Viviamo in una città,<br />
si sente dire spesso, che<br />
svilisce le proprie memorie<br />
storiche: è davvero<br />
così?<br />
«Non credo, anzi trovo<br />
che l’attività storiografica<br />
sulla città sia particolarmente<br />
consistente,<br />
tanto è vero che, oltre a<br />
me, sono molti gli storici<br />
che si occupano di tenere<br />
viva la memoria storica<br />
cittadina».<br />
Quali altri ricerche e<br />
lavori ha in cantiere o<br />
sono prossimi alla pubblicazione?<br />
«Dopo l’opera sulle<br />
vie avrei in cantiere una<br />
monumentale storia di<br />
Sanremo in dieci volumi<br />
dalla preistoria ai giorni<br />
nostri, che vorrei pubblicare<br />
con la Famija Sanremasca.<br />
Nelle mie intenzioni<br />
vorrebbe essere un<br />
testo che riassuma l’intero<br />
corpus delle opere<br />
storiografiche su Sanremo<br />
in un grande affresco<br />
storico sulla città».<br />
“Nomi & Luoghi. Guida<br />
alla Toponomastica<br />
della Città di Sanremo”<br />
(edito da Freddy Colt per<br />
“Lo Studiolo/Accademia<br />
della Pigna”, con una<br />
presentazione del Sindaco<br />
Alberto Biancheri) è<br />
già presente nelle librerie<br />
cittadine e si propone<br />
come ideale strenna<br />
pasquale non solo per<br />
studiosi e curiosi di storia<br />
locale. Per i lettori di<br />
San Martino, in chiusura,<br />
citiamo uno stralcio<br />
dedicato a Strada Privata<br />
Peiranze:<br />
«<strong>Il</strong> toponimo deriva<br />
dal latino Petrus (Pietro)<br />
e asinus (asino). Nella<br />
sentenza emessa dalla<br />
Curia arcivescovile il 5<br />
novembre 1218 vennero<br />
aggiudicati all’arcivescovo<br />
di Genova una vigna<br />
a San Martino e un terreno<br />
incolto «ad Costam<br />
Petri Asini». Un Guglielmo<br />
Gallo, per la sua terra<br />
«de Costa Petri Asini»<br />
sarebbe stato inoltre<br />
tra i sanremesi sui quali,<br />
in base alla sentenza<br />
della Curia arcivescovile<br />
del 23 maggio 1263, il<br />
presule genovese aveva<br />
il diritto di esigere l’ottava<br />
parte del vino e la<br />
quattordicesima parte<br />
del frumento, dell’orzo<br />
e delle fave che si ricavavano<br />
dalle masserie di<br />
Collabella, Umeda e Peiranze».<br />
Inserzione a pagamento a cura del Partito Democratico<br />
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